La sanità integrativa in italia - White Paper - Associazione Europa2020

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La situazione attuale della spesa sanitaria e le proposte di riforma in direzione di una sanità integrativa

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La Sanitàintegrativa in ItaliaLa situazione attuale della spesa sanitaria e le proposte di riforma in direzione di una sanità integrativa

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IntroduzioneIl Sistema Sanitario Nazionale italiano si inserisce nel solco dei modelli sanitari universalistici tipici dell’Europa occidentale, basati sull’accesso universale alle cure mediche di base per tutti.

Questo sistema, per quanto eticamente corretto, soffre di svariate problematiche legate principalmente a problemi di bilancio: l’Italia si pone nei posti più bassi per la spesa sanitaria, sia come percentuale di spesa sanitaria sul PIL che come spesa sanitaria pro-capite, come èpossibile vedere dalle tabelle successive.

Spesa sanitaria nei principali Paesi dell’Europa Occidentale (dati OCSE 2013)

1990 2000 2005 2008 2009 2010 2011 Media

Austria 8,4% 10,0% 10,4% 10,5% 11,2% 11,0% 11,8% 10,5%

Belgio 7,2% 8,1% 10,0% 9,9% 10,6% 10,5% 10,5% 9,5%

Francia 8,4% 10,1% 11,0% 11,0% 11,7% 11,7% 11,6% 10,8%

Germania 8,3% 10,4% 10,8% 10,7% 11,8% 11,5% 11,3% 10,7%

Grecia 6,7% 8,0% 9,7% 10,1% 10,2% 9,5% 9,1% 9,0%

Irlanda 6,0% 6,1% 7,6% 9,1% 10,0% 9,3% 8,9% 8,1%

Italia 7,7% 7,9% 8,7% 8,9% 9,4% 9,4% 9,2% 8,7%

Norvegia 7,6% 8,4% 9,0% 8,6% 9,7% 94,0% 9,3% 20,9%

Olanda 8,0% 8,0% 10,9% 11,0% 11,9% 12,1% 11,9% 10,5%

Portogallo 5,7% 9,3% 10,4% 10,2% 10,8% 10,8% 10,2% 9,6%

Regno Unito 5,8% 7,0% 8,3% 9,0% 9,9% 9,6% 9,4% 8,4%

Spagna 6,5% 7,2% 8,3% 8,9% 9,6% 9,6% 9,3% 8,5%

Svezia 8,2% 8,2% 9,1% 9,2% 9,9% 9,5% 9,5% 9,1%

Svizzera 8,0% 9,9% 10,9% 10,3% 11,0% 10,9% 11,0% 10,3%

Media annua 7,3% 8,5% 9,7% 9,8% 10,6% 16,4% 10,2%

Spesa Sanitaria Pro-Capite (Dati OCSE)

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011

Francia € 2.019,84 € 2.156,56 € 2.326,73 € 2.298,42 € 2.400,19 € 2.528,76 € 2.652,00 € 2.781,33 € 2.891,03 € 3.049,93 € 3.090,18 € 3.160,53

Germania € 2.129,62 € 2.225,70 € 2.326,51 € 2.430,30 € 2.430,69 € 2.576,88 € 2.723,15 € 2.843,88 € 3.037,33 € 3.215,50 € 3.337,21 € 3.436,27

Italia € 1.505,18 € 1.669,14 € 1.674,74 € 1.696,78 € 1.810,70 € 1.927,31 € 2.097,48 € 2.131,47 € 2.342,34 € 2.389,47 € 2.370,15 € 2.344,50

Olanda € 1.476,01 € 1.604,47 € 1.769,47 € 1.895,82 € 1.979,14 € 2.470,16 € 3.198,46 € 3.428,20 € 3.721,20 € 3.875,10 € 4.004,47 € 4.054,91

Svezia € 1.940,92 € 2.029,72 € 2.199,93 € 2.323,37 € 2.403,09 € 2.405,03 € 2.588,57 € 2.789,99 € 2.979,67 € 3.018,02 € 3.029,49 € 3.203,57

Regno Unito € 1.445,80 € 1.592,33 € 1.740,55 € 1.853,04 € 2.091,13 € 2.235,83 € 2.437,51 € 2.480,00 € 2.653,32 € 2.854,24 € 2.858,63 € 2.821,10

Queste contrazioni della spesa sanitaria rendono necessaria la definizione di fonti alternative per il sostentamento della sanitàpubblica e per garantire alle fasce della popolazione piùsvantaggiate l’accesso gratuito ai servizi essenziali – il cosiddetto Livello Essenziale di Assistenza (LEA), che è garantito attraverso il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale. Questo miglioramento della Sanità potrebbe passare, secondo il progetto di riforma in attuazione, attraverso lo sdoppiamento tra sanità di base, ossia i servizi sanitari garantiti a tutti, e una sanitàconfort, che è «riservata» alle fasce di reddito più alte o ai sottoscrittori di apposite polizze assicurative volte a garantire l’accesso a tali servizi.

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L’organizzazione del Sistema

Sanitario Nazionale

italiano

Il finanziamento del Sistema Sanitario Nazionale – la cui suddivisione è mostrata nello schema qui di fianco –si basa su finanziamenti provenienti principalmente da tre fonti:

•Bilancio statale (attraverso il Fondo per il Fabbisogno Sanitario, istituito con il DL 56/2000)

•Fiscalità delle Regioni, ossia IRPEF ed IRAP

• Le regioni a statuto speciale hanno regole autonome

•Entrate proprie delle Aziende Sanitarie, come ticket e quote di compartecipazione per i medici che operano privatamente negli ospedali pubblici

Oltre questi fondi il SSN può contare su fondi vincolati per obiettivi specifici (come per i servizio sanitario in carcere), fondi per investimenti e fondi aggiuntivi derivanti da gettiti maggiori del Fisco.

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Il Livello Essenziale di Assistenza (LEA)Secondo il DPCM 29 novembre 2001, aggiornato dal DPCM 5 marzo 2007, rientrano nel Livello Essenziale di Assistenza:

� Assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro

� Assistenza distrettuale (medicina di base e di emergenza)

� Assistenza farmaceutica

� Assistenza integrativa e specialistica ambulatoriale

Questo livello di assistenza basilare varia nella sua qualità da Regione a Regione, e il suo costo è a carico del Servizio Sanitario Nazionale –ossia al massimo è necessario pagare un ticket per il servizio. Ovviamente, l’enorme mole di richieste di accesso al Servizio Sanitario fa si che, in quelle Regioni il cui gettito fiscale non sia sufficiente, la qualità del servizio sanitario non sia all’altezza delle aspettative del cittadino. Per cercare di risolvere questa problematica è stata pensata una riforma che induca i cittadini – di reddito dal medio-basso a salire – a sottoscrivere forme di sanità integrativa.

La sanità integrativa – DefinizioneLa sanità integrativa consiste in varie forme di assistenza sanitaria che si configurano come complementari o sostitutive della sanitàpubblica.

�Le forme complementari sono pensate per coprire le spese aggiuntive legate ai servizi essenziali (degenza, ticket) e le spese sanitarie non essenziali (ad es., le visite odontoiatriche).

�Le forme sostitutive sono in genere derivanti dalla sottoscrizione di polizze sanitarie ad alta copertura, che consentono al sottoscrittore di usufruire della sanità privata senza dover sostenere il grosso delle spese di tasca propria.

Rientrano nella sanità integrativa:

�Interventi curativi/riabilitativi ad alto costo ma a bassa probabilità

�Esami diagnostici, odontoiatrici, visite specialistiche

�Spese farmaceutiche straordinarie

�Cure terminali e medicina alternativa

Non rientrano però nella sanità integrativa le cure per le malattie congenite e/o croniche.

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Spesa sanitaria privataNegli ultimi anni si è avuto un incremento della spesa sanitaria privata, suddivisa in out-of-pocket (ossia pagata direttamente dal cittadino) e fondi di vario tipo (non doc, casse di mutuo soccorso, fondi di associazioni professionali, assicurazioni). Attualmente la quota della sanità privata raggiunge il 30%, ma è previsto che se continueranno i tagli alla spesa sanitaria secondo la tendenza di questi anni di crisi la tendenza sarà verso un sempre maggiore ricorso alla sanità privata.

In questo senso è stato previsto lo sviluppo di una serie di Fondi Sanitari (non pubblici) che consentano di sgravare le spese sanitarie sostenute dai cittadini e contemporaneamente garantiscano una diminuzione della pressione sul Servizio Sanitario Nazionale, deviando una parte della domanda di servizi sulla sanità privata.

Questi fondi – che si affiancheranno alle compagnie assicurative giàesistenti – si configurano come Fondi DOC (complementari al Sistema Sanitario Nazionale) e Fondi non DOC (complementari e sostitutivi al Fondo Sanitario Nazionale), e hanno l’obiettivo di coprire quelle spese non comprese nei LEA definiti presso la Conferenza Stato-Regione. Nell’ambito dei fondi non DOC rientrano

• fondi sanitari di categoria

• casse di mutuo soccorso

• casse mutua aziendali/interaziendali

• casse di previdenza professionali

• casse edili

Dipendenti 50%

Di categoria 40,32%

Professionisti ed autonomi 10% (circa)

Questi fondi (in genere) coprono sia le spese per i servizi sanitari rientranti nei LEA che le spese sanitarie aggiuntive sia per i sottoscrittori che per i membri delle loro famiglie (80% dei fondi hanno questa garanzia estesa), ponendosi come forma di assicurazione sanitaria integrativa.

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Sul territorio nazionale è diffuso il ricorso alle assicurazioni private in campo sanitario, soprattutto nel Centro-Nord (20% della popolazione, contro il 7% del Centro-Sud) e nella fascia d’età compresa tra i 40 e i 50 anni.

Per quanto concerne il lato dell’offerta, le agenzie assicurative offrono polizze individuali e polizze collettive.

Polizze individuali Polizze collettive

• Sottoscritte da una persona fisica• In genere coprono anche il suo

nucleo familiare

• Compongono la maggior parte del mercato assicurativo sanitario italiano

• Sottoscritte da aziende e cooperative per i propri dipendenti, possono essere:• A gruppo chiuso, ossia

stipulata dal datore di lavoro per i propri dipendenti

• A gruppo aperto, ossia quelle sottoscritte da associazioni e cooperative, cui l’adesione èvolontaria

Queste polizze sono generalmente a semplice funzione integrativa, e non sostitutiva; qualora vi sia il desiderio di ottenere coperture sostitutive, è necessario sottoscrivere un livello assicurativo più elevato.

Inoltre, le assicurazioni, per proteggersi dal rischio di truffe e di moral hazard cui sono soggette molte compagnie hanno sviluppato una serie di metodologie di contrasto:

• Franchigie• Scoperti• Massimali• Periodi di carenza• Rimborsi predeterminati

Le compagnie assicurative hanno determinato poi vari sbarramento all’accesso, in modo da evitare di sottoscrivere assicurazioni che possano non essere «convenienti» per loro – un esempio su tutte, laLong Term Care, ossia la forma assicurativa che garantisce la copertura di tutti i bisogni sanitari e le spese in caso di perdita dell’autosufficienza: l’accesso ad una simile forma di assicurazione sanitaria è sottoposta a rigidi controlli pre-sottoscrizione e richiede un premio ben più consistente di molte altre forme assicurative.

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Prospettive italiane per la sanità integrativaLa riduzione dei fondi disponibili per la sanità a causa dei tagli inclusi nel Patto di Stabilità rende fondamentale il ruolo delle Regioni nella definizione dello sviluppo della Sanità integrativa, vista la consistente riduzione dei fondi disponibili per i servizi non rientranti nei LEA.

Alle Regioni spetterà il ruolo di determinare le regole in base alle quali i cittadini si orienteranno sui fondi DOC, non DOC e sulle assicurazioni commerciali. La questione principale per le Regioni saràdeterminare la strada più efficiente per ottenere la migliore copertura sanitaria senza gravare ulteriormente di tasse i cittadini – in particolare nelle Regioni più povere.

In questo senso la scelta più utile per gli amministratori regionali – in un ottica di costi/benefici – sarebbe il favorire lo sviluppo di Fondi DOC e non DOC regionali, attraverso cui supplire ai deficit di spesa sanitaria. Ovviamente, un’operazione in tal senso necessita anche un lavoro volto all’incremento della domanda, incentivando i cittadini a sottoscrivere questo tipo di polizze sanitarie integrative.

I vantaggi di un sistema di sanità integrata, soprattutto per le Regioni meno ricche, sono vari. Tra questi:

•Il ricorso alla sanità privata (o comunque attraverso fondi integrativi) consentirebbe di ridurre la pressione sul sistema pubblico da parte della classe media e medio-alta, senza però privarli dell’accesso;•Garantirebbe maggiori disponibilità di fondi per il Sistema Sanitario Regionale;•Estenderebbe l’accesso alla Sanità – in generale – attraverso la riduzione dei costi d’accesso;•Consentirebbe di garantire LEA più elevati, soprattutto per i meno abbienti.

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