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LA SALUTE MENTALE DELL’ADOLESCENTE: GRUPPI E STRATEGIE PREVENTIVE Giuseppe Corlito Coordinatore DSM ASL 9 di Grosseto CENTRO BASAGLIA Arezzo, 16 giugno 2006

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LA SALUTE MENTALE DELL’ADOLESCENTE: GRUPPI

E STRATEGIE PREVENTIVE

Giuseppe Corlito

Coordinatore DSM

ASL 9 di Grosseto

CENTRO BASAGLIA

Arezzo, 16 giugno 2006

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G. Corlito, Arezzo, 16.06.062

I giovani del pianeta terra

“ Sul pianeta terra il gioco all’infinito dei giovani dentro l’umanità per vivere contro l’andamento del mondo sembra essere tutt’uno con l’esistenza dell’umanità, soggetto ora al rialzo ora al ribasso nei tempi e negli spazi del mondo. La pagina più bella resta forse ancora da scrivere.”

Maria Corti, Le pietre verbali, Einaudi, 2001

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G. Corlito, Arezzo, 16.06.063

Adolescenza e pubertà

Sono due fatti diversi L’adolescenza è un problema culturale e

sociale e quindi psicologico (Mead, 1954) La pubertà è l’insieme dei cambiamenti

somatici, ormonali e sessuali, che determinano la trasformazione del corpo umano dall’infanzia all’età adulta (Kaplan, 1993)

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Individualismo nel consumo e nella produzione Cambiamenti della famiglia nucleare Famiglia “lunga” e sindrome di Peter Pan “Eclissi dei padri” Gruppo dei pari e “branco” (ruolo positivo e ruolo

negativo del gruppo) Perdita del valore emancipativo del lavoro Dal futuro come “promessa” al futuro come

“minaccia” (Benasayag, Shmith, 2004)

Adolescenza e alta modernità

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Adolescenza e disagio psichico

Dilagare tra i giovani delle “patologie dell’inclusione” (depressione, ansia, ADP, DCA, uso di sostanze, disturbi di personalità)

Pandemia giovanile dell’alcol e delle droghe Morte per incidente stradale e per suicidio Gli adolescenti nei paesi occidentali si configurano come

una “minoranza” in una società “gerontocratica” CONCLUSIONE: oggi gli adolescenti sono di per

sé una categoria a rischio !

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L’emergenza “adolescenti” in Provincia di Grosseto

1. Abbandono scolastico tra i peggiori delle province toscane * (Osservatorio provinciale)

2. La più bassa percentuale di diplomati sui 19enni residenti *

3. Il più alto tasso di disoccupazione giovanile *

4. Elevati tassi di patologie alcol-correlate nelle fasce giovanili (zona 1) ** (Relazione sanitaria ASL 2002)

5. Decessi per overdose più alti nell’area vasta (AR-SI-GR)**

6. Elevato tasso di mortalità per incidente stradale nelle fasce giovanili **

7. Mortalità per suicidio dei giovani maschi 40% più elevata del tasso regionale **

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PREVALENZA (%) DEI CONSUMATORI DI BEVANDE ALCOLICHE IN ITALIA AL DI SOTTO DELL’ETA’ LEGALE

sesso età 1998 1999 2000 2001 1998/01

Diff. %

Maschi 14 aa 34.3% 39.3% 46.1% 43.3% +26.2

Maschi 15 aa 42.3% 51.8% 50.7% 52.1% +23.2

Maschi 16 aa 61.0% 58.8% 61.2% 59.1% - 3.1

Femmine 14 aa 31.8% 28.7% 31.4% 34.7% + 9.1

Femmine 15 aa 33.3% 37.9% 42.8% 40.7% +22.2

Femmine 16 aa 41.3% 45.0% 42.3% 49.6% +20.1

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G. Corlito, Arezzo, 16.06.068

29,2

78,1

70,8

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18

Età (anni)

Pe

rce

ntu

ale

cu

mu

lati

va

Maschi Femmine Pop. Tot.

Fig. 10 - Distribuzione cumulativa percentuale, specifica per sesso, dell'età (anni) in cui gli studenti delle Scuole Medie di 2° grado coinvolti nel Progetto "Happy Hours" (A.S. 2004/2005) affermano di aver fatto la loro prima esperienza con le bevande alcoliche.

29,2

78,1

70,8

0,0

10,0

20,0

30,0

40,0

50,0

60,0

70,0

80,0

90,0

100,0

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18

Età (anni)

Per

cent

uale

cum

ulat

iva

Maschi Femmine Pop. Tot.

Fig. 10 - Distribuzione cumulativa percentuale, specifica per sesso, dell'età (anni) incui gli studenti delle Scuole Medie di 2° grado coinvolti nel Progetto "Happy Hours"(A.S. 2004/2005) affermano di aver fatto la loro prima esperienza con le bevande

alcoliche.

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Il modello teorico della prevenzione modificata da R. Piccione (1998)

RISCHIO (Vulnerabilità)

PROTEZIONE(Resistenza)

INDIVIDUO

CONDIZIONE

DI

SALUTE

MENTALE

BENESSERE

DISAGIO

DISTURBO

DISTURBO

STABILIZZATO

Fattori biologici

Fattori psicologici

Fattori sociali

Fattori ambientali

Fattori sanitari

Eq

uilib

rio

ecolo

gic

o

DESTABILIZZAZIONE

RESTITUZIONE

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Il Progetto Adolescenza del DSM della ASL 9 di Grosseto

Il DSM di Grosseto per 3 anni (2001-04) ha promosso il Progetto Interdipartimentale Adolescenza di prevenzione primaria e secondaria, che ha coinvolto il 15-20% degli studenti delle superiori

I dati disponibili sono tendenzialmente significativi Il costo è stato contenuto Il Progetto è stato “tagliato” dalla Direzione Aziendale nel

2005 C’era bisogno di andare avanti fino ad istituire un servizio

interdisciplinare per gli adolescenti in un’ottica preventiva, che lavorasse per l’agio prima che per il disagio, all’interno dell’UFSM Infanzia Adolescenza.

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Un progetto su due livelli

Il primo livello è di prevenzione primaria e di tipo universale: cerca di prevenire la destabilizzazione della salute mentale verso i disagio in tutta la popolazione scolastica

Il secondo livello è di prevenzione primaria e di tipo mirato sui casi individuati come ad alto rischio (quando il disturbo è all’esordio) nell’ambito del lavoro per attivare l’educazione socio-affettiva nei gruppi classe

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Che cosa è stato il Progetto Adolescenza ?

Un progetto “interdisciplinare”, a cui hanno partecipato servizi socio-sanitari ed enti diversi.

Un progetto di prevenzione “corale” a cui hanno partecipato operatori socio-sanitari, volontari, insegnanti, studenti e genitori di 4 poli scolastici superiori della provincia di Grosseto (Follonica, Orbetello, Castel del Piano, Grosseto)

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Un progetto in cui ci sono gli adulti L’adolescenza è “la linea d’ombra”: bisogna attraversarla

per diventare “grandi” nella comunità umana Allora in questo passaggio gli adulti devono essere punto di

riferimento, assumersi le proprie responsabilità: non ci può essere crescita senza di loro!

Al centro del nostro progetto è stata la “comunità scolastica”, che è fatta di studenti, insegnanti e genitori

Abbiamo puntato agli insegnanti come facilitatori dei gruppi classe, al miglioramento della loro relazione con i ragazzi

Limiti della peer education: serve a trasmettere contenuti nuovi e non quelli di più recente acquisizione (Francescato, 2004)

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Un progetto di prevenzione

FASE I

FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI COME “FACILITATORI” FASE II

* EDUCAZIONE SOCIOAFFETTIVA in CLASSE

(metodo Gordon: ascolto attivo; messaggio Io; problem

solving; circle time)

* GRUPPI DI DISCUSSIONE CON I GENITORI

* GRUPPI DI AUTO-AIUTO DEGLI STUDENTI FASE III

VALUTAZIONE E VERIFICA PROGETTO

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I “numeri” del Progetto

355551

730

1183

1107

0 500 1000 1500

n° Classi

n° studenti

2003-2004

2002-2003

2001-2002

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INDICE GENERALE DI RELAZIONE AL TRI (Test delle Relazioni Interpersonali)Maschi

ETA

1716151413

Mea

n ig

r_gr

ezzo

520

510

500

490

480

470

460

Femmine

ETA

1917151413

Mean ig

r_gre

zzo

560

540

520

500

480

460

Campione italiano (Erickson, 2001)Tutte le relazioni vanno in crisi tra 14 e 16 anni.

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La qualità dell’indice generale delle relazioni

indice generali medi52%

Indici generali negativi

31%

Indici generali estremamente

negativi10%

Indici generali positivi

7%

Indici generale estremamente

positivi0%

Indici generale estremamentepositivi

Indici generali positivi

indice generali medi

Indici generali negativi

Indici generali estremamentenegativi

((31% negativi+ 10% ex negativi= 41% ) vs (7% 31% negativi+ 10% ex negativi= 41% ) vs (7% positivi+ 0% expositivi)positivi+ 0% expositivi)

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Sul primo campione “trattato”

108

73

96111

190

0

20

40

60

80

100

120

140

160

180

200

Madre negative Padre negative Coetanei negative

Coetanee negative

Insegnanti negative

Sul totale di 443

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Le relazioni estremamente negative

58

4

16

30

0

5

10

15

20

25

30

35

Madreestremamente

negative

Padreestremamente

negative

Coetaneiestremamente

negative

Coetaneeestremamente

negative

Insegnantiestremamente

negative

Sul totale di 443.

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La popolazione generale 1

Progetto Interdipartimentale Adolescenza

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La popolazione generale 2

Progetto Interdipartimentale Adolescenza

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I cambiamenti successivi all’educazione socio-affettiva

GRUPPO N°SOGGETTI Punteggio medio

sperimentale 27 103

controllo 416 98

I valori sono standardizzati in modo da eliminare l’influenza di altre variabili come sesso, età, etc.

Il punteggio medio è riferito al Test delle relazioni interpersonali

I dati sono riferiti al secondo anno del progetto

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Indice di gradimento degli studenti

62%

64%

66%

68%

70%

72%

74%

Grupposperimentale

2003-2004

Gruppo di controllo / attività di base

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Che titolo ha il DSM ad occuparsi di questo ?

Art. 22 del Regolamento di Organizzazione dell’Azienda USL n. 9:

“Il DSM è rivolto alla promozione della salute mentale, alla prevenzione del disagio psichico, dei disturbi mentali e delle disabilità psicofisiche, alla presa in cura ed al trattamento intensivo dei soggetti affetti da malattie mentali, alla riabilitazione e al trattamento finalizzato al reinserimento sociale; alla prevenzione, presa in cura e riabilitazione dei disturbi neurologici psicopatologici e neuropsicologici in età evolutiva”

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… ovviamente non da soli !

Il DSM ha programmato il proprio servizio in questo settore che è l’Unità Funzionale Salute Mentale Infanzia Adolescenza, che deve essere costituita.

Ma devono essere coinvolti gli altri servizi e gli altri enti (Comuni, Provincia, scuole …) perché la salute mentale è parte importante della salute in generale, soprattutto quella dei giovani.

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Quale “servizio” per gli adolescenti ?

Un servizio per tutta la comunità, aperto a tutti i giovani e alle loro famiglie, tendenzialmente organizzati per gruppo

Un servizio di confine tra le varie competenze professionali centrato sull’intervento preventivo e precoce

Un servizio con finanziamenti sufficienti ed adeguati all’”emergenza” adolescenti

Un servizio che sia dentro ai prossimi Piani integrati di salute

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Auto-mutuo-aiuto e prevenzione

È possibile utilizzare la metodologia dell’auto-mutuo-aiuto per la prevenzione ?

Si pensi all’esperienza dei gruppi sul lutto, sulla vedovanza o sulla separazione rispetto alla prevenzione della depressione

Abbiamo già visto che non vi sono gruppi a rischio di adolescenti, perché tutti sono a rischio!

Allora possiamo usare i gruppi di auto-mutuo-aiuto degli adolescenti

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Auto aiuto e adolescenza

La letteratura disponibile riporta molte esperienze condotte con gruppi AMA di genitori di adolescenti (soprattutto quelli che usano le droghe, cfr. L’erba voglio dell’Ass. AMA di Trento, 2003)

Sarebbe utile sperimentare la metodologia dell’auto-mutuo-aiuto con gli adolescenti utilizzando gli insegnanti come facilitatori

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Gruppi Auto-Mutuo-Aiuto per l’adolescenza

Sono stati costituiti 5 gruppi di auto-mutuo-aiuto per adolescenti, di cui uno con orientamento tematico sul cinema

I facilitatori dei gruppi sono stati gli insegnanti, formati appositamente e supportati da psicologi preparati ad hoc

La metodologia è stata “per fasi” come per la costituzione degli altri gruppi AMA a Grosseto

Sono stati costituiti almeno 2 gruppi di auto-mutuo-aiuto per le famiglie con figli adolescenti

Il “taglio” del Progetto ci ha impedito di ottenere risultati statisticamente significativi

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Proteggere il futuro

Se la pagina più bella resta ancora da scrivere .. “Il più bello dei mari è quello che non navigammo. Il più bello dei nostri figli non è ancora cresciuto. I più belli dei nostri giorni non li abbiamo ancora vissuti. E quello che vorrei dirti di più bello non te l’ho ancora detto” Nazim Hikmet, Poesie d’amore, 1942

Per proteggere il futuro bisogna proteggere i giovani !