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Thomas Carlyle La Rivoluzione Francese Volume terzo www.liberliber.it

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Thomas CarlyleLa Rivoluzione Francese

Volume terzo

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QUESTO E-BOOK:

TITOLO: La Rivoluzione francese Volume terzoAUTORE: Carlyle, ThomasTRADUTTORE: DErrico Ciccotti, ErnestinaCURATORE: NOTE: CODICE ISBN E-BOOK: n. d.

DIRITTI D'AUTORE: no

LICENZA: questo testo distribuito con la licenzaspecificata al seguente indirizzo Internet:http://www.liberliber.it/online/opere/libri/licenze/

COPERTINA: n. d.

TRATTO DA: La rivoluzione francese / Carlyle ; tra-duzione di Ernestina Ciccotti-D'Errico ; precede unsaggio di Vittore Cherbuliez. - Milano : Bietti,1951. - 3 voll. p. 366. 19 cm.

CODICE ISBN FONTE: n. d.

1a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 5 aprile 20182a EDIZIONE ELETTRONICA DEL: 18 aprile 2018

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INDICE DI AFFIDABILIT: 20: affidabilit bassa1: affidabilit standard2: affidabilit buona3: affidabilit ottima

SOGGETTO:HIS013000 STORIA / Europa / Francia

DIGITALIZZAZIONE:Paolo Alberti, [email protected]

REVISIONE:Catia Righi, [email protected] Paganelli, [email protected]

IMPAGINAZIONE:Paolo Alberti, [email protected]

PUBBLICAZIONE:Catia Righi, [email protected]

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Indice generale

Liber Liber......................................................................4LIBRO PRIMOSETTEMBRE...............................................................11

CAPITOLO I.LA COMUNE IMPROVVISATA............................12CAPITOLO IIDANTON.................................................................30CAPITOLO IIIDUMOURIEZ..........................................................37CAPITOLO IVSETTEMBRE A PARIGI.........................................43CAPITOLO VUNA TRILOGIA......................................................56CAPITOLO VILA CIRCOLARE.....................................................67CAPITOLO VIISETTEMBRE NELL'ARGONNE...........................81CAPITOLO VIIIEXEUNT..................................................................96

LIBRO SECONDOREGICIDIO................................................................108

CAPITOLO IIL POTERE DELIBERANTE................................109CAPITOLO IIL'ESECUTIVO.......................................................123

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CAPITOLO IIIDETRONIZZATO..................................................130CAPITOLO IVCHI PERDE PAGA................................................134CAPITOLO VESTENSIONE DI FORMULE...............................139CAPITOLO VIALLA SBARRA.....................................................147CAPITOLO VIILE TRE VOTAZIONI............................................160CAPITOLO VIIIPLACE DE LA REVOLUTION............................169

LIBRO TERZOI GIRONDINI.............................................................180

CAPITOLO ICAUSA ED EFFETTO..........................................181CAPITOLO IICULOTTISMO E SANCULOTTISMO................191CAPITOLO IIICRESCE L'ACREDINE.........................................199CAPITOLO IVLA PATRIA IN PERICOLO...................................205CAPITOLO VIL SANCULOTTISMO ARMATO........................218CAPITOLO VIIL TRADITORE.....................................................224CAPITOLO VIIIN LOTTA..............................................................231CAPITOLO VIII

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STRETTA MORTALE...........................................235CAPITOLO IXESTINTI.................................................................244

LIBRO QUARTOIL TERRORE.............................................................254

CAPITOLO I.CHARLOTTE CORDAY.......................................255CAPITOLO IIGUERRA CIVILE..................................................267CAPITOLO IIILA RITIRATA DEGLI UNDICI............................273CAPITOLO IVO NATURA!...........................................................280CAPITOLO VSPADA AFFILATA................................................288CAPITOLO VILA RISCOSSA CONTRO I TIRANNI..................294CAPITOLO VIIMARIE ANTOINETTE.........................................300CAPITOLO VIIII VENTIDUE..........................................................305

LIBRO QUINTOIL TERRORE ALL'ORDINE DEL GIORNO............311

CAPITOLO IA PRECIPIZIO.......................................................312CAPITOLO IIMORTE..................................................................319CAPITOLO IIIDISTRUZIONE......................................................329

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CAPITOLO IVCARMAGNOLE COMPLTE..............................343CAPITOLO VCOME UNA NUVOLA TEMPORALESCA.........353CAPITOLO VIFA' IL TUO DOVERE............................................360CAPITOLO VIIIPITTURA DI FIAMME.........................................371

LIBRO SESTOTERMIDORO............................................................378

CAPITOLO IGLI DEI HANNO SETE........................................379CAPITOLO IINIENTE DEBOLEZZA, O DANTON!.................388CAPITOLO IIII CARRI DELLA MORTE.....................................397CAPITOLO IVMUMBO-JUMBO..................................................405CAPITOLO VLE PRIGIONI.........................................................411CAPITOLO VIPER FINIRE IL TERRORE...................................416CAPITOLO VIIVERSO L'ABISSO.................................................424

LIBRO SETTIMOVENDEMIAIRE........................................................436

CAPITOLO IDECADENZA........................................................437CAPITOLO II

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LA CABARRUS.....................................................443CAPITOLO IIIQUIBERON............................................................450CAPITOLO IVIL LEONE NON MORTO..................................455CAPITOLO VGLI ULTIMI ANELITI DEL LEONE....................461CAPITOLO VIARINGHE ALLA GRATELLA.............................472CAPITOLO VIIIL SOFFIO DELLA MITRAGLIA........................477CAPITOLO VIIIFINIS......................................................................487

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TOMMASO CARLYLE

LaRivoluzione Francese

Traduzione dall'inglese diErnestina D' Errico Ciccotti

VOLUME TERZO

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LIBRO PRIMOSETTEMBRE

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CAPITOLO I.LA COMUNE IMPROVVISATA

Voi dunque l'avete sollevata, o Emigrati e Despoti delmondo; la Francia sollevata! Da tempo voi l'avete ser-moneggiata e tenuta sotto tutela questa povera Nazione,da pedagoghi crudeli, non richiesti, colpendola con info-cate verghe d'acciaio: a lungo voi la pungeste, la stuzzi-caste, l'impauriste, mentre derelitta si avvolgeva nel su-dario d'una Costituzione; voi conveniste da ogni luogoper raccogliervi in essa coi vostri armamenti, coi vostricomplotti, coi vostri truculenti bravacci; ed ecco, alfi-ne, l'avete punta sul vivo, ed essa si scuote e le bolle ilsangue. Il sudario s' mutato in ragnatela, ed ecco cheessa vi sta di faccia con quella terribile forza di Natura,che nessun uomo ha misurata, ed tale che giunge allaDemenza, all'Inferno: vedete ora qual trattamento voleteusarle.

Questo mese di Settembre del 1792, che divenutouno dei pi memorabili mesi della Storia, si presentasotto due aspetti assai diversi: da un lato tutto buio,dall'altro tutto luce. Quanto v' di crudele nel panicofrenetico di Venticinque Milioni d'uomini, quanto v' digrande nella simultanea sfida mortale di VenticinqueMilioni d'uomini, si trovano in brusco contrasto l'uno

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accanto all'altro. E, se la cosa naturale allorch un soluomo si trova lanciato di recente oltre i limiti, tantopi naturale quando ci avviene ad una Nazione di uo-mini. Perch la Natura, comunque sia verde il suo am-biente, riposa ovunque su orride fondamenta, ove ancornoi discenderemo; e Pan, alla cui musica danzano leNinfe, possiede un grido che pu rendere dementi gliuomini.

spaventevole quando una Nazione, squarciando lesue Costituzioni, i suoi Regolamenti, che erano divenutiun sudario per essa, diviene trascendentale; e deve trac-ciarsi la sua via selvaggia attraverso il Nuovo, il Caoti-co, dove la Forza non ancora fa distinzioni tra il Leci-to e l'Illecito, dove il Delitto e la Virt procedono indivi-si nel dominio di quelle che noi diciamo Passioni, diquelli che noi chiamiamo Miracoli e Portenti! cos chenoi per circa tre anni rimireremo la Francia in questoTerzo Volume finale della nostra Storia. Il Sanculotti-smo regnante in tutta la sua grandezza e in tutto il suoorrore: il Vangelo (Messaggio di Dio) dei Diritti del-l'Uomo, delle potenze o delle forze dell'Uomo, ancorapi irrefragabilmente predicato e divulgato; insieme aquesto, e a volte in tono pi alto pei tempi, il pi spa-ventoso e diabolico Messaggio della debolezza e dellecolpe dell'Uomo; tutto su tale una gamma, sotto untale aspetto di fosca nascita-morte d'un mondo; dismisurata nuvola di fumo, striata di raggi che paiono delcielo, da un lato, cinta dal fuoco dell'inferno, dall'altro!La Storia ci dice molte cose: ma, degli ultimi mille anni

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e pi, che ci ha mai detto che possa assomigliare a tuttoquesto? Perci noi due, o Lettore, intratteniamoci un po'di buon grado sul soggetto; e dal suo significato infinitocerchiamo di trarre tutto quello che nelle presenti circo-stanze pu essere adatto per noi.

Qual disgrazia, ben naturale per altro, che la storia diquesto Periodo sia stata scritta in genere convulsiva-mente! Onde, esagerazione, esacrazione, lamenti; e, nelcomplesso, oscurit. Ma anche cos accadde quando laimmonda e vecchia Roma doveva essere spazzata dallaTerra, e quegli uomini del Nord, e altri orridi figli dellaNatura, vi penetrarono, inghiottendovi le formulecome fanno ora i Francesi: l'immonda e vecchia Romaurl con tutte le sue forze, esecrando; al punto che lavera forma di tante cose andata perduta per noi. GliUnni di Attila avevano braccia di tale lunghezza che po-tevano raccogliere una pietra senza chinarsi. Nel corpodei poveri Tatars l'esecranda storia romana intercala unalettera alfabetica, ed essi divengono Tartars della trucenatura Tartarea, e tali restano fin oggi. Qui, nello stessomodo, per quanto cerchiamo in questi multiformi e in-numerevoli Ricordi francesi, spesso li troviamo avvoltinell'oscurit, spesso siamo disorientati da una vera fre-nesia. Riesce difficile immaginare che in questo Settem-bre il sole risplendesse come in tutti gli altri. Eppure innegabile che il sole risplendette; che vi furono varia-zioni atmosferiche e lavoro, anzi, quanto a questo, vifu un tempo molto cattivo pei lavori della msse! Un di-sgraziato autore deve fare del suo meglio; e dopo tutto,

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deve chiedere indulgenza.

Vi stato un savio Francese che, guardando molto davicino il desolante aspetto della Francia, agitata e turbi-nante, in nuovi modi, impensati, ha potuto discerneredove era il movimento cardinale, quale tendenza lo gui-dava e gli dava la direzione principale! Ma a quaranta-quattro anni di distanza, tutt'altra cosa. Per tutti ormaidue movimenti precipui, o due grandi tendenze, nel tur-bine del Settembre, sono divenuti abbastanza visibili: latempestosa affluenza alle frontiere, e l'affollarsi freneti-co ai Municipii e alle Aule consigliari all'interno. LaFrancia selvaggia irrompe alle frontiere, sfidando dispe-ratamente la morte, per difendersi dai Despoti stranieri;si affolla nei Municipii e nei locali dei Comitati elettora-li, per difendersi dagli Aristocratici di casa sua. Che ilLettore si renda ben conto di questi due movimenti car-dinali, e delle correnti laterali e degl'infiniti vortici chepossono derivarne. Del pari il lettore giudicher, se inuna tale subitanea rovina di tutte le antiche Autorit, duemovimenti cardinali di tal fatta, in s stessi mezzo frene-tici, potevano essere di natura mite! Come nell'arido Sa-hara, quando i venti destano l'immensit della sabbia, ela sollevano e la spargono ovunque! Tutta l'aria (diconoi viaggiatori) una massa di sabbia; e, in una fosca lon-tana visione, i pi meravigliosi indefiniti colonnati disabbia, accumulata in pilastri, si slanciano turbinando daun lato e dall'altro, come tanti folli Dervisci filanti, dicento piedi d'altezza, ed eseguono la loro smisurata dan-

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za del Deserto!Senonch, in tutti i movimenti umani, avessero pure

un sol giorno di vita, vi ordine, o un principio di ordi-ne. Considerate due cose in questa danza del Sahara diVenticinque Milioni di Francesi; o piuttosto una cosa, ela speranza di una cosa: la Comune (Municipalit) diParigi, che gi qui; la Convenzione nazionale che sarqui tra poche settimane. La Comune insurrezionale, cheimprovvisandosi la vigilia del 10 Agosto, oper con unoscoppio violento questa sempre memorabile Liberazio-ne, deve dominarla finch non si aduni la Convenzio-ne. Questa Comune, che possono ben chiamare una Co-mune spontanea o improvvisata, , pel momento, so-vrana della Francia. Il Potere Legislativo, che attinge lasua autorit dall'Antico, come pu pi avere autorit,quando l'Antico stato distrutto dall'insurrezione?Come un avanzo galleggiante di naufragio, alcune cose,persone, ed interessi possono ancora attaccarsi ad essa:difensori volontar, armati di carabine e di picche, inuniforme verde, o in berretto rosso (bonnet rouge) sfila-no quotidianamente innanzi ad essa, volando versoBrunswick, brandendo le armi, sempre con qualche toc-co di eloquenza da Leonida, spesso con tal fuoco di au-dacia, che minaccia di digradarne Erode; le Gallerie,specialmente quelle delle Signore, non rifiniscono dal-l'applaudire1. Questi Indirizzi ed altri di tal sorta posso-no essere ricevuti, ed avere una risposta destinata ad es-

1 Journal di Moore, I, 85.

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sere udita da tutta la Francia; la Salle de Mange anco-ra utile come luogo di proclamazione; e per quest'uso,invero, serve principalmente adesso. Vergniaud vi tienedei discorsi che scuotono gli spiriti; ma sempre in unsenso profetico soltanto, in attesa dell'avvento dellaConvenzione. Perisca la nostra memoria, grida Ver-gniaud, ma sia libera la Francia! A queste paroletutti gli astanti balzano in piedi, applaudendo e rispon-dendo: S, s, prisse notre mmoire, pourvu que laFrance soit libre!2. Lo sfratato Chabot scongiura ilCielo che almeno ci liberi dai Re; e d'un subito, comela polvere sotto la scintilla, tutti c'infiammiamo una vol-ta ancora, e agitando i cappelli, applaudiamo e giuria-mo: S, nous le jurons: plus de rois!3. Tutto ci, comemetodo di proclamazione, molto conveniente.

Del resto, che i nostri affaccendati Brissot, i rigorosiRoland, uomini che ebbero una volta autorit, ed ora nehanno sempre meno; uomini che amano la legge, e vo-gliono anche un'Esplosione che esploda da s stessa ilpi lontanamente possibile, secondo la legge, trovinoquesto stato di cose niente officiale e niente soddisfa-cente, innegabile. Si muovono doglianze; si fannotentativi; ma senza niun effetto. E i tentativi produconoun rinculo, e bisogna rinunciarvi per paura di peggio; loscettro s' dipartito da questa Legislativa una volta persempre. Povera Legislativa, cos dura fu la sua sorte,

2 Hist. Parl. XVII, 467.3 Ibid. XVII, 437.

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che da s stessa si lasci mettere i ceppi e inchiodarealla roccia come un'Andromeda; l non poteva far altroche gemere rivolta al Cielo e alla Terra; intanto un Per-seo alato (o una Comune improvvisata) apparve miraco-losamente nello spazio Azzurro, e venne a slegarla; edora sar lei che con la sua parola dolce e musicale, o luiche, col suo ardimento, la sua scimitarra e la sua egida,avr il voto decisivo? Un melodioso accordo di voto:tale sarebbe la regola! Ma, se altrimenti, e v' divergen-za di voti, allora sicuramente ad Andromeda non restache piangere, versando, se possibile, lagrime di gra-titudine soltanto.

Sii contenta, o Francia, di questa Comune improvvi-sata! Essa ha gli attrezzi e ha le mani: il tempo non lungo. La Domenica del 26 Agosto, le nostre AssembleePrimarie si riuniranno e cominceranno dall'eleggere gliElettori; la Domenica del 2 Settembre (possa quel gior-no essere avventuroso!) gli Elettori cominceranno dall'e-leggere i Deputati; e cos una Convenzione Nazionaleche tutto risana sar messa insieme. Non pi marc d'ar-gent, o distinzione di attivo e passivo oltraggiano ormaiil Patriota Francese: vi suffragio universale, illimitatalibert di scelta. I vecchi Costituenti, i presenti Legisla-tori, tutta la Francia eleggibile, Anzi, pu dirsi che ilfiore di tutto l'Universo (de l'Univers) sia eleggibile;poich proprio in questi giorni, con atto dell'Assemblea,naturalizziamo i principali Stranieri Amici dell'Uma-nit: Priestley, perseguitato per noi a Birmingham;Klopstock, genio di tutti i paesi; Geremia Bentham, abi-

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le giureconsulto; il noto Paine, il sarto ribelle; alcunidei quali possono essere scelti. Il che molto confacentead una Convenzione di tal genere. In una parola, sette-centoquarantacinque sovrani senza ceppi, ammirati dal-l'Universo, surrogheranno questa impotente e miserevo-le Legislativa, di cui probabile che i migliori membrie la Montagna in massa possano essere rieletti. Rolandsta approntando la Salle des cent Suisses, come prelimi-nare rendez-vous per loro; in quel vuoto palazzo delleTuileries, ora vuoto e Nazionale, che non un Palazzo,ma un carovanserraglio.

Quanto alla Comune Spontanea, si pu dire che maifuvvi sulla Terra un pi strano Consiglio Comunale.L'Amministrazione, non d'una grande Citt, ma di ungran Regno in uno stato di rivolta e di frenesia, ecco ilcompito che le era toccato. Arrolare, provvedere, giudi-care; progettare, decidere, fare, adoprarsi a fare: a me-ravigliare se il cervello umano pot resistere a tutto que-sto senza venir meno. Ma, per fortuna, il cervello umanoha molto talento nell'assumersi semplicemente quelloche pu sopportare, ignorando tutto il resto, lasciandoda parte tutto il resto come se non esistesse! Onde aqualche cosa si realmente provveduto; o tante cosehanno trovato la via da s stesse. Questa Comune im-provvisata procede, senza esitare, facendo fronte conprontezza, senza paura e senza perplessit, in qualunqueoccorrenza, ai bisogni del momento. Se il mondo fossein fiamme, un improvvisato Municipale tricolore nonavrebbe che una vita da perdere. Essi sono la quintes-

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senza e i prescelti del Patriottismo Sanculottico; destina-ti alle imprese pi arrischiate; una vittoria ineffabile o laforca, ecco il loro guiderdone. Questi sorprendenti Mu-nicipali tricolori siedono nel Palazzo Municipale; inConsiglio generale; in Comitato di sorveglianza (deSurveillance, che diverr anche de Salut Public, di Salu-te Pubblica) o in altri Comitati e Sottocomitati occorren-ti; mantenendo una corrispondenza enorme, facendodecreti senza fine; si sa d'un Decreto che era il novan-tottesimo del giorno. Pronto! la parola. Portano pisto-le cariche nelle tasche, ed anche qualche merenda im-provvisata che fa loro da pasto. Oppure i traiteurs con-trattano per fornire immediatamente i pasti, da mangiar-si sul luogo, troppo prodigalmente, come fu poi la-mentato. Tali sono essi: cinti della loro fascia tricolore;con la carta da scrivere municipale in una mano, e nel-l'altra un'arma da fuoco. Hanno i loro Agenti sparsi pertutta la Francia, che parlano nei Municipii, nei Mercati,nelle vie principali e in quelle secondarie; che si agita-no, che incitano a prendere le armi; e tutti i cuori fremo-no nell'udirli. grande il fuoco dell'Eloquenza antiari-stocratica: anzi alcuni, come il Bibliopola Momoro,hanno l'aria di rimontare a qualche cosa che ha odore diLegge Agraria, e di suggerire qualche operazione chirur-gica alle casse forti affette da idropisia; senonch, l'ardi-to librario corre rischio d'essere impiccato, e l'Ex Costi-tuente Buzot lo aiuta a prendere il largo clandestinamen-

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te.4Gli Uomini di governo, anche intrinsecamente insi-

gnificanti, hanno per la maggior parte scrittori di Me-morie in abbondanza; e i curiosi dei tempi che seguonopossono apprendere minutamente tutti i particolari che liconcernono; e poich si ha sempre desiderio di conosce-re i propri simili che si trovano in situazioni singolari, questo un conforto nel suo genere. Non cos per questiGovernanti ora al Municipio! Eppure, quale dei pi ori-ginali, tra i Governanti, sia Gran Cancelliere, o Re, oImperatore, o Segretario dell'Interno o degli esteri, ebbeuna vicenda pari a quella dello Scrivano Tallien, delProcuratore Manuel, del futuro Procuratore Chaumette,qui, in questa danza di sabbia che stanno compiendoVenticinque Milioni d'uomini? O fratelli mortali: tu,Avvocato Panis, amico di Danton, congiunto di Santer-re; tu, Incisore Sergent, chiamato poi Agate Sergent; tu,Huguenin, con la campana a martello nel cuore! Ma,come dice Orazio, essi mancano dello scrittore delle sa-cre memorie (sacro vate); e non li conosciamo. La gentesi glori dell'Agosto e dei suoi fatti, celebrandoli; ma diquesto Settembre n ora n appresso qualcuno menervanto. Il mondo del Settembre rimane scuro, fuligginosocome la mezzanotte magica della Lapponia; onde, in-vero, strane figure si evolveranno.

Intanto, notate questo: l'incorruttibile Robespierrenon manca, ora che l'impeto della battaglia passato;

4 Mmoires di Buzot (Paris, 1823), pag. 88.

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l'uomo verdemare siede col di soppiatto, e i suoi occhifelini spiccano nel crepuscolo. E notate, ancora, un fattoche ne val tanti: quel Marat, non solo l, ma ha un po-sto d'onore a lui assegnato, una tribune particulire.Qual cambiamento per Marat, innalzato dalla sua oscuracantina fino a questa luminosa tribuna particolare!Ogni cane ha il suo giorno: anche i cani arrabbiati. Tri-sto, inguaribile Filottete Marat; senza il quale Troia nonpu esser presa! Quivi, come uno dei principali elementidel Potere Governante, Marat stato innalzato. La stam-pa realista, poich abbiamo soppressi gli innumerevo-li Durosoy e i Royou, magari cacciandoli in prigione, la stampa realista sostituisce la vecchia stampa spessostrappata dalle mani di un Amico del Popolo nei cattivitempi antichi. Nella nostra tribuna particolare scrivia-mo e redigiamo: Manifesti che sono un debito ammoni-mento di terrore; Amis du Peuple (ora sotto il nome diJournal de la Rpublique); e l sediamo obbediti dagliuomini. Marat, dice uno, la coscienza dell'Htel-de-Ville. Il Custode, come qualcuno lo chiama, dellaCoscienza Sovrana; che, di certo, in tali mani, non reste-r nascosta in un tovagliolo!

Come dicevamo, due grandi movimenti agitano que-sto sconvolto spirito nazionale: una corrente contro iTraditori domestici, e una corrente contro i Despoti stra-nieri. L'uno e l'altro son movimenti folli che nessunalegge cognita pu infrenare; poich le pi forti passionidella natura umana li sostengono, amore, odio, dolore

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vendicativo, vanagloria di nazionalit, anche animatadallo spirito di vendetta, e sopratutto il pallido Panico!Legislatori! Milleduecento patrioti trucidati non implo-rano forse la vendetta dalle loro oscure catacombe conle espressioni mute della morte? Tale fu la rabbia di-struttrice di questi Aristocratici, nel Dieci Agosto, sem-pre memorabile! Ma, a prescindere dalla vendetta eguardando solo alla Pubblica Salvezza, non vi sono tut-tora in questa Parigi Trentamila Aristocratici (cifra ro-tonda) del pi malvagio umore, ridotti a giuocare la loroultima carta? Siate pazienti, o patrioti: la nostra nuovaAlta Corte, il Tribunale dei Diciassette, in funzione;ogni Sezione ha mandato Quattro Giurati; e Danton, eli-minando i giudici non atti al loro ufficio ed ogni sconcioovunque si trova, lo stesso uomo che avete conosciu-to ai Cordeliers. Con un tal Ministro della Giustizia, possibile che non si faccia giustizia? Che sia pronta al-lora, risponde universalmente il Patriottismo; prontae sicura!

a sperare che questo Tribunale dei Diciassette siapi rapido degli altri. Gi il 21, mentre la nostra Cortenon esiste che da quattro giorni, Collenot d'Angremont,il realista arruolatore (sensale, embaucheur), muore alume di torce. Poich eccola la grande Guillotine, mera-vigliosa a vedersi, che ora drizzata col; l'Idea delDottore divenuta Legno e Ferro: la grande asse ciclo-pica cade nelle sue scanalature come la mazzaranga delbattipalo, rapida, spegnendo la luce dell'uomo! Maisvous, Gualches, che avete inventato) Questo? Quel

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povero vecchio di Laporte, Intendente della Lista Civile,vien subito dopo, quietamente, il dolce vecchio. Poi Du-rosoy, Scrittore realista di placards, cassiere di tutti gliAntirivoluzionarii dell'interno: egli venne allegramen-te, dicendo che un Realista come lui doveva morire pre-feribilmente quel giorno, il 25, Giorno di San Luigi.Tutti questi erano stati processati e condannati fra gliapplausi delle Gallerie, e affidati all'Idea Realizzata neltermine d'una settimana. Quelli poi che assolviamo, fragli applausi delle Gallerie, sono mandati via, o sono ma-gari accompagnati in prigione, poich le Gallerie comin-ciano a urlare ed anche a minacciare, a tumultuare5. Non languido questo Tribunale.

N s'infiacchisce l'altro movimento, la corrente controi Despoti stranieri. Forze potenti s'incontreranno in unamischia mortale; l'Europa disciplinata contro la Franciainsana, indisciplinata; e strane conclusioni se ne trarran-no. Immaginate, perci, in un pallido grado, il tumultoche turbina in questa Francia, in questa Parigi! Manife-sti della Sezione, della Comune, della Legislativa, mani-festi individuali di Patrioti, fiammeggiano su tutti imuri, ammonitori. Bandiere di Pericolo della Patriasventolano all'Htel de Ville; sul Pont-Neuf sulle statueabbattute dei Re. un continuo arruolarsi di tutti, unagran fretta d'arruolarsi; un arruolarsi fra le lagrime e lerodomontate; una marcia disordinata sulla Gran Via delNord-Est. I Marsigliesi cantano il loro selvaggio All'ar-

5 Moore's Journal, I, 159-168.

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mi, in coro; che ora, tutti, uomini, donne e fanciulli,hanno imparato e cantano in coro nei teatri, pei Boule-vards, per le vie; e il cuore arde in ogni petto: Aux ar-mes! Marchons! Ora, pensate come i vostri Aristocra-tici si pongano al sicuro nei nascondigli. Bertrand Mole-ville, per esempio, resta nascosto in una soffitta dellastrada Aubry-le-boucher, con un povero chirurgo che miaveva conosciuto! Madame de Stael ha nascosto il suoNarbonne, non sapendo che farsi di lui in questo mondo.Le Barriere sono aperte qualche volta, pi spesso chiu-se; non possibile avere passaporti; Emissar del Muni-cipio, dagli occhi e dagli artigli di falco, volteggiano inogni punto del vostro orizzonte! In due parole: il Tribu-nale dei Diciassette, affaccendato sotto le Gallerie urlan-ti; il Prussiano Brunswick, su uno spazio di quarantamiglia, col suo bagaglio di guerra e i fulmini addor-mentati, e le sessantaseimila6 mani destre di Briareo, che s'avanzano, s'avanzano!

Oh Cielo! negli ultimi giorni di Agosto, egli venuto!Durosoy non era stato ancora ghigliottinato quando ven-ne la notizia che i Prussiani razziavano e devastavanointorno a Metz; non pi di quattro giorni dopo, si vienea sapere che Longwy, la nostra prima piazza forte sullafrontiera, caduta in quindici ore. Presto, perci, oMunicipali improvvisati; presto, sempre pi presto! IMunicipali improvvisati sopperiscono anche a questo.Urgono gli arruolamenti, e gli abiti, e le armi. I nostri

6 Vedi Toulongeon: Hist. de France, II, c. 5.

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ufficiali hanno ora spalline di lana, poich il regnodell'Uguaglianza, e anche della Necessit. N le personesi dicono pi ormai monsieur e signore, l'un l'altro; ci-toyen (cittadino) pi appropriato; diamo anche del tu,come facevano i popoli liberi dell'Antichit: cos han-no suggerito i giornali e la Comune improvvisata; e sarbene.

Infinitamente meglio intanto, potremmo suggerirenoi, sarebbe il trovare le armi. Per ora i nostri Citoyenscantano in coro All'armi; e non hanno armi! Si cercanole armi, con passione; ogni moschetto cagione di gio-ia. Inoltre, si fanno trincee intorno a Parigi: sui pendii diMontmartre si fanno scavi e movimenti di terra; quan-tunque anche i semplici sospettino che questa cosa dadisperati. Essi scavano, e le fasce tricolori hanno paroled'incoraggiamento e di sprone. Alfine, dodici Membridalla Legislativa vanno tutti i giorni, non solo per inco-raggiare, ma per dare una mano, per zappare anch'essi:ci fu decretato per acclamazione. Ma delle armi biso-gna provvedersi; o il talento dell'uomo si spunta e divie-ne stoltezza. Il gracile Beaumarchais, credendo di servi-re la Patria, e dare un impulso al commercio all'anticamaniera, ha commesso un carico di settantamila buonearmi in Olanda: volesse il cielo, pel bene della patria esuo, che giungessero! Intanto si strappano le grate, e sene fanno picche; le stesse catene saranno messe insiemee ridotte in picche. Anche le bare si tireranno fuori, everranno fuse per farne palle. Tutte le campane delleChiese saranno gettate nella fornace per divenire canno-

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ni; tutta l'argenteria delle Chiese passer alla Zecca perdivenire moneta. E mirate anche i belli stuoli di cigni, leCitoyennes, che hanno fermato il volo nelle Chiese, e lmostrano i nivei colli, mentre cuciono tende e unifor-mi! N mancano i Regali patriottici da parte di quelliche posseggono ancora qualche cosa, e sono offerti sen-za taccagneria; le belle Villaumes, madre e figlia, modi-ste della Rue St.-Martin, danno un ditale d'argento e unamoneta di quindici soldi, con altri oggetti di simil gene-re; e si offrono, la madre almeno, a montare la guardia.Gli uomini che non hanno neppure un ditale da offrire,danno un ditale pieno magari d'invenzioni. Un cittadinoha tracciato lo schema di un cannone di legno; di cui laFrancia esclusivamente dovr servirsi alla prima occor-renza; dev'esser fatto di doghe, da bottai; d'un calibroquasi senza limiti; ma quanto alla forza, la riuscita in-certa! Cos: si martellava, s'inventava, si cuciva, si fon-deva, con tutto il cuore, con tutta l'anima. Due campanesoltanto dovevano restare per ogni parrocchia per so-nare a stormo e per altri usi.

E notate ancora che proprio mentre le batterie prus-siane giuocavano di bersaglio a Longwy, al Nord-Est, eil nostro vile Lavergne non sapeva far altro che arren-dersi; all'Ovest, nella remota, patriarcale Vandea, quel-l'acre fermento intorno ai preti dissidenti, dopo un lungolavoro, maturo ed esplode: nel momento meno oppor-tuno per noi! Cos, abbiamo che ottomila contadini aChtillon-sur-Svre non vogliono esser sorteggiaticome soldati; non vogliono che i loro Curati siano mole-

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stati. A questi si aggiungeranno i Bonchamp, i Laroche-jaquelein, e tanti Signori di parte realista, con Stofflet eCharette; con Eroi e Chouans Contrabbandieri; in mez-zo al sincero ardore di un popolo semplice, tutto infiamme e furore per suggestione teologica e dei Signori!E si combatter di dietro ai fossati, partiranno scarichemortali di dietro alle boscaglie, dai burroni dei fiumi;saranno incendiati tugur; le povere donne, coi figliuolisul dorso, correranno in cerca di rifugio; i campi incoltibiancheggeranno d'ossa umane; ottomila d'ogni et,d'ogni condizione, d'ogni sesso, fuggiranno attraverso laLoira, con gemiti portati lontano dai venti: in breve,per degli anni avvenire avremo tale un seguito di scenecui nessuna guerra gloriosa ci ha fatto assistere in questeultime et, dacch finirono quelle degli Albigesi e deiCrociati, salvo qualche occasionale Palatinato, che noipotemmo bruciare per eccezione. Gli ottomila aiChtillon saranno dispersi pel momento: fuoco sparpa-gliato, non spento. Alle conseguenze e ai danni dellabattaglia esterna bisogna aggiungere d'ora in poi unacancrena interna pi letale.

Questa sollevazione della Vandea si seppe a Parigi ilmercoled 29 Agosto; proprio nel momento in cui era-no stati eletti i nostri Elettori; e a dispetto di Brunswicke di Longwy, si sperava, col volere del Cielo, di avereuna Convenzione Nazionale. Ma invero questo mercole-d dev'essere altrimenti considerato come uno dei pinotevoli che Parigi abbia visto; notizie tristi arrivanosuccessivamente come messaggeri di Giobbe, e s'incon-

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trano con risposte tristi. Della mossa della Sardegna perinvadere il Sud-Est, della Spagna che minaccia il Sud,non parliamo. Ma non sono i Prussiani padroni diLongwy (consegnata, si direbbe, con tradimento); che sipreparano ad assediare Verdun? Clairfait e i suoi Au-striaci circuiscono Thionville, oscurando il Nord. Non laprovincia di Metz ora, ma tutto il Clermontais sar mo-lestato; Ulani cacciatori e Ussari sono stati visti sulla viadi Chlons, quasi fino a Sainte-Menehould. Coraggio, oPatrioti: se voi perdete il coraggio, tutto perduto!

Non senza una emozione drammatica si legge nei Di-battimenti Parlamentari della sera di mercoled, dopole sette, la scena dei militari fuggiti da Longwy. Trafe-lati, coperti di polvere, disanimati, quei poveretti entra-no nella Legislativa, verso il tramonto o pi tardi; narra-no nei pi patetici particolari della spaventevole condi-zione in cui si trovavano: i Prussiani che affluiscono tut-t'intorno, a miriadi, e lanciano fuoco come vulcani perquindici ore: noi disseminati, sparsi sui bastioni, con ap-pena un cannoniere ogni due cannoni; il nostro vile Co-mandante Lavergne che non si lascia vedere in nessunluogo; i foconi che non prendevano fuoco: non v'erapolvere nelle bombe. Che potevamo fare? Mourir;Morire! rispondono prontamente delle voci7; e i polve-rosi fuggitivi dovettero svignarsela, per andare altrove achiedere conforto. S, Mourir, questa ora la parola.

7 Hist. Parl. XVII, 148.

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Sia Longwy di scherno proverbiale tra le piazze fortifrancesi: che esso sia (dice la Legislativa) cancellatopiuttosto dalla faccia disonorata della Terra; e cos, si decretato che Longwy, appena ne fossero usciti i Prus-siani, dovesse essere raso, non restando altro che unaterra arabile.

Ora i Giacobini sono pi dolci; e come possibile, seessi erano il fiore del patriottismo? La povera SignoraLavergne, moglie del povero Comandante, prese il suoombrellino, una sera, e, accompagnata da suo padre,venne nella Sala della Madre Onnipotente, per leggereuna memoria tendente a giustificare il Comandante diLongwy. Il Presidente Lafarge le risponde: Cittadina,la Nazione giudicher Lavergne; i Giacobini sono tenutia dirgli la verit. Egli avrebbe terminata l la sua carrie-ra (termin sa carrire), se avesse amato l'onore del suopaese8.

CAPITOLO IIDANTON

Ma pi che radere al suolo Longwy, pi che rimbrot-tare i soldati impolverati o le loro mogli, Danton venneiersera a chiedere un Decreto per requisire le armi, dac-ch non erano offerte volontariamente. Si facciano vi-

8 Ibid. XIX, 300.

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site domiciliari, a questo scopo, col rigore dell'autorit.Si cerchino armi; si cerchino cavalli, l'Aristocrazia sifa trascinare nelle sue carrozze, mentre il Patriottismonon pu trascinare i suoi cannoni. Si faccia ricerca dimunizioni da guerra nelle case delle persone sospette ed anche, quando sembri opportuno, si prendano e simettano in prigione quelle stesse persone sospette! Nel-la Prigione i loro complotti diverranno innocui; nellaPrigione saranno come ostaggi per noi, e non senza uti-lit. L'energico Ministro della Giustizia chiese iersera,ed ottenne questo Decreto; da eseguirsi la notte stessa; esi stava eseguendo nel momento in cui quei soldati co-perti di polvere furono salutati con la parola Mourir. Siconta che duemila armature sono stato requisite a questomodo; e circa quattrocento teste di nuovi Prigionieri; e,tutto sommato, era tale il terrore, tale l'abbattimento dacui gli Aristocratici erano stati invasi, che tutti, eccettua-to il Patriottismo, ed anche il Patriottismo che non fossestato a quegli estremi, dovevano sentirne piet. S, si-gnori! Se Brunswick ridurr in cenere Parigi, probabil-mente ridurr in cenere anche le prigioni di Parigi: Ter-rore orrendo, che se noi abbiamo provato, sapremo an-che ispirare con la profondit degli orrori che racchiude;lo stesso fondo pieno di crepacci ci trasposta tutti inqueste acque selvagge.

Si pu immaginare che agitazione v'era ormai fra itrentamila Realisti; i Cospiratori o gli accusati di co-spirazione si rannicchiavano sempre pi nei loro na-scondigli, come Bertrand de Moleville, che guardava ar-

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dentemente in direzione di Longwy, con la speranza cheil tempo si manterrebbe bello. Essi indossavano gli abitidei valletti, come Narbonne, che pass in Inghilterra inqualit di famulo del Dottor Bollman; mentre Madamede Stal s'ingegnava a discutere con Manuel come unaconsorella in letteratura, disputando anche col Cancel-liere Tallien: una preda d'inenarrabali dolori9. Il RealistaPeltier, scrittore di pamphlets, ci d una commoventeDescrizione (non mancante d'elevatezza e di colorito)dei terrori di quella notte. Dalle cinque del pomeriggiouna grande citt un d'un subito immersa nel silenzio;non si ode che il rullo dei tamburi e lo scalpitio di piediin marcia; e a quando a quando lo spaventevole tuonaredel martello di qualche porta al giungere di un Commis-sario Tricolore con le suo guardie bleues. Tutte le stradesono deserte dice Peltier occupate da guardie adogni estremit; si dato ordine a tutti i cittadini di star-sene in casa. Sul fiume galleggiano barche di sentinelle,per tema che si prenda la fuga in acqua; le Barriere sonoermeticamente chiuse. spaventevole! Splende il sole,correndo serenamente verso l'occidente, in un cielosgombro, senza vapori; Parigi come addormentata,come morta: Parigi trattiene il respiro, per vedere qualcolpa cadr su di essa. Povero Peltier! Gli Atti degliApostoli e tutta la giocondit degli Articoli di fondosono scomparsi, dando luogo, invece, ad una serietamara; la satira elegante omai mutata in una mordacit

9 De Stal, Considerations sur la Revolution, II, 67-81.

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volgare (tutta a base di oltraggi); tutta la logica ridottaa quest'unica tesi primitiva: occhio per occhio, dente perdente! Peltier, dolorosamente edotto di questo, tienbassa la testa; fugge incolume in Inghilterra, per provo-care di nuovo col la guerra d'inchiostro; per avere unprocesso giudicato dalla Giuria in tempo debito, e l'as-soluzione che ottiene mediante l'eloquenza d'un giovaneWhig, celebrato dal mondo per un giorno.

Dei trentamila, molti, naturalmente, non furono mole-stati; ma, come dicemmo, circa quattrocento, indicaticome persone sospette, furon presi, e un indicibileterrore invase tutti. Guai a chi reo di cospirazione, diAnticivismo, di Realismo, di Feuillantismo; che, reo onon reo, abbia un nemico che lo dichiari reo! Quel po-vero vecchio Signor de Cazotte preso, e con lui la gio-vane e amata figliuola, che rifiuta di lasciarlo. Perch oCazotte, smettesti dal far romanzi e il Diable Amoureux,per una realt come questa? E quel povero vecchio delSignor de Sombreuil, quello degli Invalides, anche preso; uomo guardato bieco dal Patriottismo fin daigiorni della Bastiglia; anch'egli ha una figliuola affet-tuosa, che non vuol lasciarlo. Son lagrime giovanili astento rattenute; la vecchiaia debole e vacillante cheappare un'altra volta. Oh fratelli miei, oh mie sorelle!

Tal' per chi ha fama, tal' per chi noto; tal' per glisconosciuti se hanno un accusatore: tutti vanno. Il mari-to di Lamotte dalla Collana trovasi in queste prigioni(ella da tempo s' sfracellata sul lastricato di Londra);ma liberato. Il grosso Le Morande del Courrier de

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l'Europe va pazzamente avanti e indietro; zoppicando,sulle grucce leggere e bene adatte; ma essi lo lascianopur zoppicare; la sua ora non ancora venuta. L'Avvo-cato Maton de la Varenne, assai debole in salute, strap-pato alla madre e ai parenti; il Tricolore Rossignol (la-vorante orefice, gi malandrino, e ora uomo che si fat-ta una posizione) ricorda un'antica Arringa di Maton!Jourgniac di Saint-Mard va: l'ardito e franco soldato;egli si trov nell'ammutinamento di Nancy, nell'effer-vescente Rgiment du Roi, dalla parte del torto. Mala cosa pi triste l'Abate Sicard, un prete che non potgiurare, ma che pot fare da insegnante ai sordomuti.Nella sua sezione un uomo, egli dice, gli portava invi-dia; un uomo, nel momento opportuno, lancia contro dilui un'accusa, che trova presa. Nel quartiere dell'Arsena-le vi sono cuori muti che gemono, con segni, con gestiselvaggi; egli, il miracoloso consolatore, il donatore del-la parola, rapito loro.

Con gli arresti di questa notte del Ventinove, e conquelli che sono seguiti, pi o meno, giorno e notte, finoal Dieci, si pu immaginare che cosa erano ormai dive-nute le prigioni: agglomeramento e confusione; e cheurtarsi, che scompiglio, che veemenza, che terrore! Del-le povere amiche della Regina, che l'avevano seguita alTemple, e poi erano state mandate in altre prigioni, alcu-ne, come la Governante de Tourzelle, son lasciate libere;non cos la povera Principessa di Lamballe, che aspettanelle celle della prigione La Force altri eventi.

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Fra tante centinaia di persone colpite da mandati diarresto, che sono trascinate nell'Aula Municipale o inquella delle Sezioni, nelle Case di detenzione preventi-va, e sospinti ivi come armenti in un ovile, dobbiamo farmenzione di un altro: Caron de Beaumarchais, autore diFigaro, vincitore dei Parlamenti di Maupeou e dei canidell'inferno di Goezman; una volta annoverato fra i iSe-midei; ed ora? Noi lo lasciammo nel suo apogeo; qualterribile decadenza, quando di nuovo fissiamo su di luilo sguardo! A mezzanotte (era ancora il 12 Agosto) ilservo, in camicia, cogli occhi stralunati, entra in came-ra: Signore, alzatevi; tutto il popolo viene a cercarvi;essi picchiano da sfondare la porta. Difatti picchiavanoin una terribile maniera (d'une faon terrible). Infilo ilmio abito, dimenticando il gil, con in piedi le sole pan-tofole, e gli parlo. Ed egli, ohim, non fa che rispon-dere con delle incoerenze, delle interiezioni, preso da ti-mor panico. Attraverso le imposte e le fessure di frontee di dietro, i foschi lampioni della strada riflettono figu-re truci e squallide che rumoreggiano tenendo alte lepicche; e voi correte all'impazzata, cercando un'uscitache non potete trovare: e dovete rifugiarvi nella cre-denza, a pie' della scala, e restarvi palpitante, in quel co-stume incompleto, mentre i lumi danzano attraverso ilbuco della serratura, scalpitano i piedi sulla vostra testa,e un tumulto satanico si prolunga per quattr'ore e pi!E delle vecchie Signore del quartiere balzarono in piedispaventate (ci fu detto il mattino seguente); suonaronoper le loro bonnes e si fecero portare delle gocce di cor-

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diale, lamentandosi con acute esclamazioni; dei vecchiSignori poi, in camicia, saltarono su pei muri dei giar-dini, mettendosi a correre, bench nessuno li inseguis-se; uno di essi sfortunatamente si ruppe una gamba10. In-tanto le sessantamila armature d'Olanda (che mai arriva-no), e l'ardita trovata commerciale sono andate a finirecos male!

Beaumarchais se la sgattaiol per quella volta; manon fu cos l'altra volta, dieci giorni dopo. La sera delventinove egli ancora in quel caos delle prigioni, lot-tando nella pi triste condizione, impotente ad otteneregiustizia o udienza. Panis si gratta la testa quando gliparlate, e si allontana. Frattanto sappia l'amatore di Fi-garo che il Procureur Manuel, fratello in letteratura, lotrov e lo liber ancora una volta. Ma il povero Semi-deo, spogliato ormai del suo splendore, doveva nascon-dersi nei granai, andar ramingo pei campi in cultura,palpitando per la vita; doveva attendere sotto le gronda-ie, starsene nell'oscurit sui Boulevards fra i ciottoli e irottami delle vie, anelante di ricevere una parola da unMinistro o da uno Scrivano di Ministro, intorno a queimalaugurati moschetti olandesi, senza mai ottenerla; struggendosi nell'ipocondria, nel terrore, e in una rabbiacanina repressa; oim, come il veloce e astuto segugio,un tempo degno d'appartenere a Diana, rompe adesso isuoi vecchi denti rodendo basalto; e deve fuggire in In-

10 Narrazione di Beaumarchais: Mmoires sur les prisons (Pa-ris 1832), I, 179-90.

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ghilterra, e, tornando, deve cacciarsi in un angolo, egiacere tranquillo, senza denti (senza danaro). Pensi atutto questo l'amatore di Figaro, e ne pianga. Qui noi,senza piangere, ma non senza tristezza, diamo il nostroaddio al compagno mortale appassito. II suo Figaro tornato sulla scena francese, e oggigiorno trovatoqualche volta la migliore produzione. E invero, finch lavita dell'uomo si fonder soltanto sull'artificiale, sull'ari-do; mentre ogni nuova Rivolta, ogni cambiamento di di-nastia, diviene nient'altro che un nuovo strato di aridirottami, e il sottosuolo resta nascosto; non forse beneprotestare contro una tal vita, in tante maniere, e anchenella maniera di Figaro?

CAPITOLO IIIDUMOURIEZ

Tali sono gli ultimi giorni dell'Agosto 1792; giorni fo-schi, disastrosi e di cattivo auspicio. Che diverr maiquesta povera Francia? Dumouriez si rec dal campo diMaulde, verso l'Est, a Sdan; e marted scorso, il 28 delmese, pass in rivista il cosiddetto Esercito lasciato inabbandono da Lafayette; i soldati abbandonati si agglo-merano intorno a lui, e fu sentito che brontolavano alsuo indirizzo: Questo uno di quelli, celui-l, che fece

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dichiarare la guerra.11Esercito poco promettente! Le reclute vi affluiscono,

arrivandovi da Dpt in Dpt; ma semplici reclute,mancanti di tutto, fortunate se avevano delle armi. CosLongwy era caduto vilmente; e Brunswick e il Re diPrussia con sessantamila dei suoi assedieranno Verdun;Clairfait e gli Austriaci stringono pi da presso le fron-tiere del Nord: circa centocinquantamila, secondo ilcalcolo della paura, ottantamila, come dimostrano irapporti che abbiamo; e dietro di loro l'Europa Cim-meria. Abbiamo la cavalleria di Castries e Broglie; laFanteria Realista dai pantaloni di nanking coi risvoltirossi, che respirano la morte e la forca.

Ed ecco, finalmente! che a Verdun la domenica del 2Settembre 1792, Brunswick qui. Col suo re e sessanta-mila uomini brilla sulle alture; di l dalle sinuosit delfiume Meuse, egli guarda nel basso, noi e la nostra ele-vata cittadella e tutti i nostri forni da dolcieri (giacchnoi abbiamo rinomanza come dolcieri); ed ha mandatiordini cortesi, per evitare spargimento di sangue! Re-sistergli fino alla morte? Non era ogni giorno di ritardoprezioso? Oh Generale Beaurepaire (chiede la Munici-palit sgomenta), dovremo noi resistergli? Noi Munici-pali di Verdun, non vediamo possibile la resistenza. Nonha egli sessantamila uomini e un'artiglieria senza fine? IlRitardo buono, buono il Patriottismo; ma del pari desiderabile di cuocere pacificamente al forno la pastic-

11 Dumouriez Mmoires, II, 383.

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ceria e di dormire con la pelle intatta, Il disgraziatoBeaurepaire protende le mani, e perora con passione, innome del paese, dell'onore, del Cielo e della Terra: inva-no. I Municipali hanno, per legge, il potere di delibera-re; con un esercito comandato dal Realismo o crypto-realismo, una tal Legge sembrava necessaria; ed essi de-cisero, da pacifici pasticcieri non da eroici Patrioti: di arrendersi! Beaurepaire si reca a casa con passo af-frettato: il suo servo, entrando in camera, lo vede in-tento a scrivere frettolosamente, e si ritira. Dopo pochiminuti il servo sente un colpo di pistola: Beaurepairegiace morto; lo scritto frettoloso era un breve addio delsuicida. In questa maniera mor Beaurepaire, pianto dal-la Francia; sepolto nel Pantheon, con un'onorevole pen-sione alla sua Vedova e queste parole per epitaffio: pre-fer la morte piuttosto che arrendersi ai Despoti. I Prus-siani, scendendo dalle alture, divengono pacificamentepadroni di Verdun.

Cos Brunswick s'avanza a poco a poco: chi mai potrarrestarlo, mentre copre quaranta miglia di territorio? Iforaggieri corrono lontano; i villaggi del Nord-Est sonosaccheggiati; il vostro foraggiere assiano non ha chetre soldi al giorno; si dice che gli stessi emigrati s'im-padroniranno dell'argenteria, per vendetta. Clermont,Sainte-Menehould, Varennes, specialmente, tutte le cittdella Notte degli Speroni, tremate! Il Procuratore Saussee i Magistrati di Varennes sono fuggiti; il bravo Bonifa-ce Le Blanc del Bras d'Or nei boschi. La Signora LeBlanc, giovane di bello aspetto, col suo figliuolo, co-

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stretta a vivere nei verdi boschi, come una Bessy Belledella Canzone, in una capanna coperta di giunchi; bu-scandosi un reumatismo prematuro12. Clermont pu bensuonare a stormo ormai, e illuminarsi a suo piacere!Giace Clermont a pie' della sua Vacca (o Vache, come chiamata col quella montagna), preda del bottino As-siano: le sue belle donne, pi belle che mai, sono deru-bate, non della vita, o di ci che pi caro, ma di tuttoci che pi a buon mercato e pi trasportabile; poichla Necessit, con tre soldi al giorno, non ha legge. ASainte-Menchould il nemico stato aspettato pi d'unavolta, mentre i nostri Nazionali sono tutti in armi; manon s' visto ancora. Il Fornitore della posta, Drouet,non nei boschi, ma pensa alla sua elezione; e siederalla Convenzione, da notevole Prenditore di re, e da ar-dito Vecchio Dragone qual'.

Cos, nel Nord-Est, tutto va alla ventura e segue lasua via; e un determinato giorno, la cui data la storianon pu trovare, Brunswick ha preso impegno di pran-zare a Parigi volendolo le Potenze. E a Parigi, nelcentro, avviene quel che vedemmo; e la Sardegna nelSud-Est, e la Spagna al Sud, e Clairfait con l'Austria el'assediata Thionville nel Nord; e tutta la Francia saltafreneticamente come il Sahara in preda al vento, solle-vando colonne di sabbia! Nessun paese si trov mai incondizioni pi disperate. Un paese che la Maest di

12 Helen Maria Williams, Letters from France (London, 1791-93), III, 96.

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Prussia (se le piacesse) potrebbe dividere e tagliare apezzi come la Polonia; gettando il resto al povero fratel-lo Luigi, con la raccomandazione di mantenerlo tran-quillo, o altrimenti lo faremo noi per lui!

O, forse, le Potenze Superiori, pensando che un nuo-vo capitolo della Storia Universale debba cominciarequi e non oltre, hanno disposto tutt'altrimenti? In questocaso, Brunswick non pranzer a Parigi nel giorno desi-gnato; n v' chi sappia quando ci potr accadere! Veramente in questo naufragio, in cui la povera Franciasi prostra da s stessa nella polvere e precipita verso unaruina senza limiti, chi sa che un miracoloso punto d'ap-poggio, di Liberazione e di Nuova Vita non abbia gicominciato ad esistere, non abbia gi cominciato adoperare, quantunque l'occhio umano non lo discerna an-cora! Nella notte di quello stesso ventotto Agosto, gior-no della rivista poco promettente in Sdan, Dumouriezriunisce col un Consiglio di guerra a casa sua. Egli di-stende la pianta di questo abbandonato teatro di guerra; iPrussiani son qua, l gli Austriaci; entrambi vittoriosi, inpossesso della grande via, con lieve ostacolo, fino a Pa-rigi: mentre noi siamo sparsi, senz'aiuto, qua e l; chefare? I Generali, sconosciuti a Dumouriez, sembrano ab-bastanza sgomenti; non sanno che consigliare, se nonche ritirarsi, o ritirarsi finch si accumulino le nostre re-clute; forse finch il capitolo della fortuna volti qualchepagina per noi; almeno, in ogni caso, Parigi sia saccheg-giato il pi tardi possibile. L'uomo dai molteplici consi-gli che non ha chiuso occhio per tre notti, ascolta con

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poche parole questi discorsi lunghi e poco allegri, guar-dando semplicemente l'interlocutore, per poterlo cono-scere; poi augura a tutti la buona notte; ma fa cenno aun giovane, certo Thouvenot, di cui gli sono piaciuti glisguardi di fuoco, di attendere un momento. Thouvenotattende. Voil! dice Polymetis, indicando la carta geo-grafica. Quella la foresta d'Argonne, quella lungastriscia di montagne rocciose e di boschi selvaggi; dellalunghezza di quasi quaranta miglia, con solo cinque oforse anche tre passaggi praticabili; questa foresta, giac-ch essi l'hanno dimenticata, non si potrebbe ancora oc-cupare, bench Clairfait si trovi cos vicino? Una voltapresa, la Champagne chiamata l'Affamata (o peggio,Champagne Pouilleuse) sul loro lato; i tre pingui vesco-vadi e la Francia volenterosa dalla nostra parte; e lepioggie dell'equinozio non lontane; queste Argonnepotrebbero essere le Termopoli della Francia.13

Oh, pronto Polymetis Dumouriez, dal cervello fecon-do, che gli Dei ti esaudiscano! Polymetis, comunquesia, pieg la sua carta geografica, e si butt sul letto, ri-soluto a tentare, il mattino della dimane. Ma di quantaastuzia, di quanta sveltezza, di quanta audacia si dovevadar prova! Bisognava esser volpe e leone ed aver la for-tuna per s.

13 Dumouriez, II, 391.

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CAPITOLO IVSETTEMBRE A PARIGI

A Parigi, una falsa Voce, che si rivel poi profetica everidica, rese nota la caduta di Verdun, qualche ora pri-ma che avvenisse. Domenica due Settembre, il lavoromanuale non impedisce quello del pensiero. Verdun caduta (bench alcuni ancora lo neghino); i Prussiani inpiena marcia, col capestro, il fuoco e le fascine! Trenta-mila Aristocratici nelle nostre mura, e appena i quattrodecimi di essi posti in prigione! Anzi, corre voce, cheanche questi si rivolteranno. Il sieur Jean Julien, carret-tiere di Vaugirard14, messo alla gogna Venerd scorso, sipose d'un tratto a gridare, ch'egli d'ora in poi sarebbeben vendicato, che gli amici del Re in prigione si sareb-bero slanciati fuori, avrebbero forzato il Temple, messoil Re a cavallo, e, aiutati dai non imprigionati, ci avreb-bero calpestati tutti sotto i ferri dei loro cavalli. Questoproclam il disgraziato carrettiere di Vaugirard con tuttala forza dei suoi polmoni; quando fu trascinato al Palaz-zo di citt, vi persistette sempre ad alta voce; iersera,quando lo ghigliottinarono, mor con la schiuma di quel-le parole sulle labbra15. Poich la mente d'un uomo inca-tenato alla gogna pu giungere alla pazzia; e tutti gli uo-mini possono divenir matti, e credergli, come i frene-tici faranno, ... perch impossibile.

14 Moore, I, 178.15 Hist. Parl., XVII, 409.

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dunque questo il nodo della crisi, e si all'ultimaagonia della Francia? Tenete testa a ci, o Comune Im-provvisata, o forte Danton, e chiunque sia forte! I lettoripossano giudicare se la Bandiera della Patria in Pericoloaleggi con blandizie o con furia sui cuori degli uomini,quel giorno.

Ma la Comune Improvvisata, ma il forte Danton nonvengono meno, ciascuno dal canto suo. Manifesti im-mensi vengono incollati sui muri; alle due suoneranno lecampane a stormo, sar dato fuoco al cannone di allar-me; tutta Parigi correr allo Champ-de-Mars, e sar ar-ruolata. Senz'armi, invero, e senza disciplina; ma dispe-rati, in preda alla forza della frenesia. Affrettatevi, o uo-mini; e voi, donne, offritevi a montare la guardia e aporvi in ispalla il fosco moschetto: deboli galline chioc-cianti, che nella disperazione si accenteranno al musodel mastino; e magari lo atterreranno con la loro vee-menza! Lo stesso terrore, quando ha raggiunto un gradotrascendentale, diviene una specie di coraggio; comeuna brinata molto intensa, secondo il poeta Milton, bru-cer. Danton, la scorsa notte, nel Comitato Legislativodella Difesa Generale, quando gli altri Ministri e Legi-slatori ebbero tutti manifestata la loro opinione, disse,che non bisognava lasciare Parigi per rifugiarsi a Sau-mur; che essi dovevano rimanere a Parigi; e tenere taleattitudine da far paura ai loro nemici, faire peur; paro-la sua, che stata spesso ripetuta e ristampata in corsi-

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vo.16Alle due, Beaurepaire, come vedemmo, si sparato a

Verdun; e in Europa i mortali vanno al sermone pomeri-diano. Ma a Parigi il clangore dei campanili non pelsermone; il cannone di allarme, rimbomba di minuto inminuto; il Campo di Marte e l'Altare della Patria ribollo-no d'un disperato terrore che coraggio: qual misereresale al Cielo da questa capitale che fu un tempo del ReCristianissimo! La Legislativa siede in uno stato che sialterna fra il timore e l'effervescenza. Vergniaud propo-ne che i dodici debbano andare di persona a scavare suMontmartre; ed decretato per acclamazione.

Ma meglio che andare a scavare di persona, fra gliapplausi, guardiamo Danton che entra; i neri sopracci-gli rannuvolati, la figura colossale che s'avanza con pas-so grave; un'energia spaventevole che traspare da tutti ilineamenti dell'uomo rude! forte, questo terribile Fi-glio della Francia e Figlio della Terra; una Realt, nonuna Formula anch'egli: e, di certo, ora pi che mai, es-sendo cos bassamente vilipeso, sulla Terra e sulleRealt che egli riposa. Legislatori, dice la voce sten-torea, con parole che i giornali accora ci conservano,non il cannone d'allarme che voi udite: il pas-de-charge contro i nostri nemici. Per conquistarli, per re-spingerli, di che abbiamo bisogno? Il nous faut de l'au-dace, et encore de l'audace, et toujours de l'audace!

16 Biographie des Ministres, Bruxelles, 1826, p. 96.

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Osare, e sempre osare, osar senza fine!17 Cos va bene,o robusto Titano; non v' per te altra via d'uscita. O vec-chi, che l'udiste, voi potete dire come quella voce si ri-percuoteva in tutti i cuori, in quel momento; o li gonfia-va e li teneva avvinti, e si diffondeva penetrante in tuttala Francia, come una forza elettrica, come una paroladetta opportunamente.

Ma, e la Comune che arruola al Campo di Marte? Ma,e il Comitato di Sorveglianza, che diviene ora Comitatodella Salute Pubblica, di cui Marat la coscienza? LaComune fa molti arruolamenti; provvede Tende in quelCampo di Marte, perch si possa marciare all'alba delladimane: sia data lode a questa parte della Comune! Nonlode a Marat e al Comitato della Sorveglianza; e nep-pure biasimo, come si potrebbe esprimerlo in questi no-stri dialetti insufficienti; piuttosto un silenzio espressivo,significativo! Il solitario Marat, l'uomo proibito, medi-tante da tempo nelle sue cantine che gli servivano da ri-fugio, sulla sua Colonna da Stilita, non poteva vedere lasalvezza che in una sola cosa; nella caduta di duecen-tosessantamila teste di Aristocratici. Con una quantitdi Bravi Napoletani, ognuno con un pugnale nella manodestra e un manicotto nella sinistra, egli voleva attraver-sare la Francia per venire a capo. Ma il mondo rise,prendendo in gioco la severa benevolenza d'un Amicodel Popolo; la sua idea non poteva essere messa inatto, e doveva restare un'idea fissa. Ma ecco che egli

17 Moniteur, in Hist. Parl., XVII, 347.

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dalla sua Colonna di Stilita, discende ad una Tribuneparticulire; qui, senza i pugnali, senza i manicotti al-meno, anche se fossero divenuti possibili, ora nel cuo-re delle crisi, quando la salvezza o la perdita pendonodall'ora!

La torre di Ghiaccio di Avignone fece molto rumore,e perdura nella memoria di tutti, ma gli autori non furo-no puniti; anzi, vedemmo Jourdan Coupe-ttes portatosulle spalle dagli uomini come un Portento di rame, at-traverso le citt del Sud. Quali fantasmi, squallidi,orridi, in atto di agitare i loro pugnali e i loro manicottidanzino nel cervello di Marat, in questo vertiginososcampanio di miserere e di demenza universale, non cer-care d'indovinarlo, o Lettore! Non indovinare ci chepensava il crudele Billaud nella sua corta veste bruna;n Sergent, non ancora Agate-Sergent; n Panis, il confi-dente di Danton; n, in una parola, come l'Orco tene-broso genera nel suo fosco seno e foggia quei suoi mo-stri e quei suoi prodigi che sono gli Eventi, che tu glivedi partorire. Il terrore nelle strade di Parigi, terrore erabbia, lagrime e demenza. Le campane fanno echeggia-re nell'aria il loro miserere; la disperazione selvaggiaspinge alla battaglia; le madri, cogli occhi inondati di la-grime e con la ferocia nel cuore, mandano i loro figliuo-li a morire. I cavalli delle carrozze son presi per le bri-glie, e menati a trasportare i cannoni; tagliati i tiragli,le vetture sono abbandonate. In un tale scampanio diMiserere, in un tal fosco sbalordimento insano, nonsono a portata di mano la Strage, Ate e tutte le Furie? A

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un lieve cenno chiss quanto lieve! non potr venirela strage; e con la sua testa sfavillante di serpenti illumi-nare queste tenebre?

Come ci avvenne, qual premeditazione vi fu, ci chefu improvvisato e accidentale, non si sapr mai fin chenon lo renda noto il gran Giorno del Giudizio. Ma conMarat per depositario della coscienza Sovrana... E noisappiamo qual' l'ultima ratio dei Sovrani quando essivi sono trascinati! Vi sono in questa Parigi degli uominitanto perversi (un centinaio o pi), che non ne esistonodi simili in tutta la Terra: che si possono ingaggiare efare agire; o lasciare che agiscano, per proprio conto,senza ingaggiarli. Inoltre vogliamo notare che la pre-meditazione stessa non esecuzione, non sicurezza diesecuzione; che, tutt'al pi, , forse, la sicurezza di la-sciare che chiunque il voglia, esegua. Dal proposito deldelitto all'atto del delitto un abisso: meraviglioso a im-maginarsi. Il dito si ferma sulla pistola; ma l'uomo non ancora un assassino; anzi, quando tutta la sua natura esi-ta di fronte a tale consumazione, non vi piuttosto unapausa confusa, un ultimo istante di possibilit per lui?Non ancora un assassino; dipende da un nonnulla che lapi fissa delle idee non vacilli. La lieve contrazione d'unmuscolo, e il colpo mortale parte: egli diviene assassinoe sar tale per tutta l'Eternit; e la Terra divenuta perlui un Tartaro di pena; il suo orizzonte cinto ormai nonpi dall'aurea speranza, ma dalle fiamme rosse del ri-morso; voci dal profondo della Natura mormorano: Siamaledetto, sia maledetto!

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Di tale materia siam fatti noialtri; su tali mine di pol-vere d'infinita nequizia e criminalit cammina il pipuro di noi, se, come ben si dice, non frenato daDio. Vi sono nell'uomo profondit che vanno al pibasso dell'Inferno, come vi sono altezze che raggiungo-no il sommo del Cielo; poich non sono forse il Cieloe l'Inferno, fatti di lui, e da lui, miracolo sempiterno emistero quale egli ? Ma guardando su questo Champ-de-Mars, con le sue tende che si ergono e il suo arruola-mento frenetico; su questa fosca e gorgogliante Parigi,con le sue prigioni zeppe (credute sul punto di scoppia-re), col suo scampanio di Miserere, con le madri in la-grime, coi soldati che fanno echeggiare i loro addii; l'anima pia avrebbe pregato quel giorno perch la graziadi Dio vi ponesse un freno, un gran freno; altrimenti alpi piccolo cenno o indizio, la Follia, l'Orrore, l'Eccidioapparirebbero, e quel giorno di Settembre, quel Sabato,diverrebbe un Giorno nefasto negli Annali degli uomini.

Lo scampanio diviene sempre pi alto, gli orologisuonano le Tre senza essere uditi, quando il poveroAbb Sicard con un'altra trentina di preti Nongiuranti,in sei carrozze, percorrono le vie, partendo dalla loroprima Casa di Detenzione al Palazzo Civico, diretti al-l'Ovest verso la Prigione dell'Abbadia. Tante carrozzesono abbandonate per le vie; solo queste sei si muovo-no, tra una moltitudine furiosa, che impreca mentrepassano. Maledetti Tartufi Aristocratici, a questo puntoci avete ridotti! Ed ora volete forzare le prigioni e porreCapeto Veto a cavallo facendolo passare sui nostri cor-

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pi? Vergogna, oh preti di Belzeb e di Moloch; della tar-tuferia, di Mammone e delle Forche Prussiane, che voichiamate Madre Chiesa e Dio! Questi rimproveri epeggio debbono sopportare i poveri Nongiuranti, che iPatrioti frenetici gettano loro sul viso, montando fin sul-le predelline delle carrozze; e le guardie possono a sten-to frenarli. Volete tirar su le persiane? No! Risponde ilPatriottismo, battendo la sua zampa callosa sulle persia-ne delle carrozze e facendole ricadere. La pazienza nel-l'oppressione ha i suoi limiti: siamo presso all'Abbadia ela cosa andata per le lunghe: un povero Nongiurante,di carattere pi vivace, colpisce col bastone la zampacallosa; anzi, trovandovi un po' di sollievo, colpisce latesta scarmigliata con forza, e con pi forza una secondavolta in modo che noi vediamo chiaramente e tutti ve-dano. Ed l'ultima cosa che vediamo distintamente.Ohim, un momento dopo, le vetture sono accerchiate ebloccate da una folla tumultuante di straccioni, con urlisordi al grido implorante grazia, cui si risponde con laspada immersa nel cuore18. I trenta Preti sono tutti mal-menati, massacrati presso la Porta della Prigione, l'undopo l'altro; solo il povero Abb Sicard, che conosce-va un corto Moton, orologiaio, che eroicamente cerc disalvarlo nascondendolo nella Prigione, sfugge per farneil racconto; ed Notte, Orco; e la testa del Delittoscintillante di serpi sorta nelle tenebre!

18 Flmhesi (anagramma per Mhe Fils), La Verit tout en-tire, sur les vrais auteurs de la journe du 2 Septembre 1792 (re-printed in Hist. Parl., XVIII, 156-181), p. 167.

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Dal pomeriggio di Domenica (esclusi gli intervalli ele pause non finali) fino alla sera del Gioved, si seguo-no consecutivamente Cento Ore. Queste cento ore deb-bono essere annoverate con le ore della strage di S. Bar-tolomeo, dei Massacri di D'Armagnac, dei Vespri Sici-liani, o di quanto v' di pi selvaggio negli annali delmondo. orribile l'ora in cui l'anima dell'uomo, nel suoparossismo, rovescia le barriere e le leggi; e mostra checaverne, che abissi racchiude! La Notte e l'Orco, lo ripe-tiamo, come fu da tempo profetizzato, sono piombatiqui, in questa Parigi, dalla loro prigione sotterranea; cheorrore, che confusione! fa pena ad arrestarvi lo sguardo;eppure tutto ci non pu e non deve essere dimenticato.

Il Lettore che guarda intensamente attraverso questaannebbiata Fantasmagoria dell'Abisso, discerner pochioggetti fissi e certi; e pochi soltanto. Osserver in questaPrigione dell'Abbadia, compiuto il repentino massacrodei Preti, una strana Corte di Giustizia, o Corte dellaVendetta, della Giustizia Selvaggia che dir si voglia, cheimmediatamente si forma e prende posto intorno ad unatavola, coi Registri dei prigionieri dinanzi; StanislaoMaillard, l'eroe della Bastiglia, famoso capo delle Me-nadi, alla presidenza. O Stanislao, si sperava d'incon-trarti in tutt'altro luogo che questo; o furbo Usciere ca-valcante e con un barlume di Legge! Anche questo lavo-ro tu devi fare; poi devi scomparire per sempre dal no-stro sguardo. Alla Force, allo Chtelet, alle Concierge-rie, si forma la stessa Corte, cogli stessi accompagna-menti; ci che fa un uomo, tutti gli uomini possono fare.

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Vi sono a Parigi sette prigioni, e tutte son piene di Ari-stocratici che cospirano; neppure Bictre e la Salp-trire sfuggiranno coi loro Fabbricatori di Assegnati; evi sono settanta volte settecento cuori di patrioti in istatodi frenesia. I cuori scellerati neppur mancano, perfetticome ne contiene il Mondo se questi sono necessar.Per i quali la legge non esiste, e l'uccisione, comunquesi voglia chiamarla, non che un lavoro da compiere.

Cos siedono queste improvvisate Corti di GiustiziaSelvaggia, coi registri delle prigioni dinanzi; con un in-solito tumultuare furioso tutt'intorno; mentre i Prigionie-ri stanno nell'interno in preda al terrore dell'attesa. Allalesta: chiamato un nome; cigolano i chiavistelli, unprigioniero l. Si fanno poche domande; rapidamenteil Giur improvvisato decide: cospiratore Realista, o no? chiaro che no: in questo caso il prigioniero rilasciatocon un Vive la Nation. Probabilmente s; anche allora ilprigioniero rilasciato, ma senza Vive la Nation; ovverosi ordina: Che il prigioniero sia condotto alla Force.Alla Force poi la loro formula : Che il prigioniero siacondotto all'Abbadia. Alla Force, allora! I birri volon-tar prendono il prigioniero; egli alla porta esterna; li-bero, o scortato; non condotto alle Force, ma inmezzo a un mare urlante; sotto un arco di sciabole sel-vagge, di scuri e di picche, fatto a pezzi. Ne sprofondaun altro e un altro ancora; si accumula ivi un mucchio dicadaveri, e si formano dei rigagnoli rossi. Immaginategli urli di quegli uomini, i loro visi bagnati di sudore edi sangue; gli urli pi crudeli di quelle donne, poich vi

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sono anche le donne; un fratello mortale lanciato nudol in mezzo! Jourgniac de Saint-Mard ne ha visto dibattaglie, ha visto un effervescente Rgiment du Roi inrivolta; ma il cuore pi coraggioso non pu reggere atanto. I Prigionieri Svizzeri, avanzi del Dieci Agosto, siavviticchiano l'uno all'altro spasmodicamente, e indie-treggiano; grigi veterani gridano: Grazia, Signori; ah,grazia! Ma non v'era grazia. D'un subito per, uno diquegli uomini si fa innanzi. Indossava una giubba azzur-ra; sembrava di circa trent'anni, la sua statura era al di-sopra della comune, il suo sguardo nobile e marziale.Io vado pel primo, disse, giacch cos dev'essere: ad-dio! Poi, scagliando con forza il suo cappello dietro dilui. Da qual parte? grid ai briganti. Indicatemela,dunque! Essi aprono le porte a due battenti, e lo annun-ziano alla moltitudine. Egli resta un momento immoto,poi si slancia tra le picche, e muore di mille ferite19.

Un uomo dopo l'altro fatto a pezzi; le sciabole han-no bisogno d'essere affilate, gli uccisori si ristorano conboccali di vino. Procede, procede sempre il macello; glialti urli si affievoliscono in bassi grugniti. Una moltitu-dine triste dai visi furbi li guarda, approvando o disap-provando tristemente, riconoscendo tristemente che ci necessario. Un Inglese con un pastrano nocciuola fuvisto, o si credette di vederlo, che distribuiva liquorecon una bottiglia d'acquavite; con quale scopo, se nonera ad istigazione di Pitt, Satana e lui lo possono sape-

19 Flmhesi, La Vrit toute entire (ut sopra), pag. 173.

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re! Lo spiritoso dottor Moore si sent male nell'avvici-narsi a quel luogo, e dov cambiare strada20. Abbastanzaalla lesta procede questa Corte di Giustizia; e rigorosa-mente. Non sono risparmiati n i bravi, n i belli, n ideboli. Il vecchio M. de Montmorin, il fratello del Mini-stro, assoluto dal Tribunale dei Diciassette ed riman-dato, sballottato dalle gallerie che schiamazzano; manon assoluto qui. La Principessa di Lamballe s'era ada-giata sul letto. Signora, voi dovete essere trasportata al-l'Abbadia. Io non desidero d'essere trasportata, sto ab-bastanza bene qui. Ma necessario il trasporto. Alloraella vuole un po' aggiustare le sue vesti; e voci rudi ledicono: Non mica lontano che dovete andare. Anchelei, condotta alla porta dell'Inferno; perch una mani-festa amica della Regina. Ella retrocede alla vista dellesciabole sanguinanti; ma di l non si ritorna: Avanti!Quella bella testa spaccata dalla scure; separata dalcollo. Quel bel corpo tagliato a pezzi; con indegnit,con orrori osceni di mustacchio grandes-lvres, che lanatura umana dovrebbe senz'altro trovare incredibili; che saranno letti solo nel linguaggio originale. Ella erabella, era buona e non aveva conosciuta la felicit. I gio-vani cuori delle generazioni che si seguiranno, pense-ranno nel loro intimo: Oh, degna d'adorazione, che di-scendevi da Re, che discendevi da Dio; oh povera sorel-la! perch non ero io l con una Spada di Balmung o unMartello di Thor in mano? La sua testa fissata su una

20 Moore's Journal, I, 185-195.

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picca ed esposta sotto le finestre del Temple, perch unapersona ancora pi odiata, Marie Antoinette, possa ve-derla. Un Municipale, che si trovava in quel momentocoi Regali Prigionieri nel Temple, disse: Guardate fuo-ri. Un altro bisbigli con premura: Non guardate. Ilcircuito del Temple guardato, in quelle ore, da un este-so cordone tricolore; vi penetra il terrore, e il clangored'un tumulto infinito; finora, non si tratta del regicidio,quantunque anche a questo si pu arrivare.

Ma pi edificante il notare quali profondit di affet-to, quali frammenti di virt selvagge balzano fuori daqueste scosse che disgiungono l'esistenza umana; poichanche in questo v' una proporzione. Notate il vecchioMarchese Cazotte: egli condannato a morire; ma lasua giovine figliuola lo avvince tra le sue braccia, conuna ispirazione di eloquenza, con un amore che piforte della morte: il cuore degli uccisori tocco, il vec-chio risparmiato. Intanto egli era reo, se il cospirareper il proprio Re delitto: dieci giorni dopo, una Cortedi Giustizia lo condannava, ed egli dov morire altrove,legando alla sua Figliuola una ciocca dei suoi vecchi ca-pelli grigi. Notate il vecchio Signor de Sombreuil, cheanche aveva una figlia; Mio padre non un Aristo-cratico. O buoni Signori, io lo giurer, lo attester, loprover in mille modi; noi non siamo Aristocratici; noiodiamo gli Aristocratici! Vuoi tu bere il sangue degliAristocratici? L'uomo le present il sangue (se si deve

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prestar fede alle voci)21; la povera fanciulla bevve.Questo Sombreuil innocente, allora! S, certo, edora notate, sopratutto, come le picche insanguinate, aquesta novella, s'abbassano rumoreggiando al suolo; egli urli da tigre divengono scopp di giubilo per un fra-tello salvato; e il vecchio e la sua figliuola sono strettida quei seni coperti di sangue, con calde lagrime; e por-tati a casa in trionfo, al grido di Vive la Nation, e gli uc-cisori rifiutano anche il danaro! Non sembra strano que-sto loro carattere? Eppure il fatto pare accertato e prova-to dalla testimonianza di Realisti in altri esempi22; ed molto significativo.

CAPITOLO VUNA TRILOGIA

Poich ogni Descrizione, in questi tempi, foss'anchedelle pi epiche, che parla e non canta, deve trovarefondamento o sulla Fede o sulla dimostrabilit del Fatto,o non avere fondamento veruno (n alcuna esistenza, senon quella dei ragnateli ondeggianti), il Lettore forsepreferir di dare una occhiata con gli occhi del testimo-ne oculare; ed osservare da se stesso come and. Il bra-

21 Dulaure: Esquisses historiques des principaux vnementsde la Rvolution, II, 206 (citato in Montgaillard, III, 205).

22 Bertrand-Moleville (Mm. particuliers, II, 213), etc. etc.

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vo Jourgniac, l'innocente Abb Sicard, il giudizioso av-vocato Maton, comprimendosi molto, parleranno, ognu-no per un istante. L'Agonia delle trentotto ore di Jour-gniac arriv a oltre cento edizioni, quantunque fosse,intrinsecamente, una povera cosa. Alcune parti di essapossono sorpassare la centounesima, per mancanza dimeglio.

Verso le sette (la sera della domenica all'Abbadia;poich Jourgniac procede per ordine di date): Vedem-mo entrare due uomini con le mani insanguinate e arma-ti di sciabole. Un sottocarceriere con una torcia li guida-va; ed accenn al letto dello sventurato Svizzero, Re-ding. Reding parlava con una voce morente, e uno diessi si arrest; ma l'altro grid: Allons, donc; sollev ildisgraziato, se lo caric sulle spalle e lo trasport inistrada, ove fu massacrato.

Noi ci guardammo tutti in silenzio, ci stringemmoreciprocamente la mano. Immoti, cogli occhi sbarrati,fissavamo il pavimento della nostra prigione, che illumi-nava il raggio lunare rigato dalle triplici sbarre delle fi-nestre.

Ore tre del mattino: Stavano sfondando una delleporte della prigione. In sulle prime pensammo che ve-nissero per ucciderci nella nostra camera; ma sentimmoda voci su per le scale, che si trattava d'una camera dovealcuni prigionieri s'erano barricati. Essi furono tuttisgozzati col, come in breve apprendemmo.

Ore dieci: L'Abb Lenfant e l'Abb de Chapt-Rasti-gnac comparvero sul pulpito della cappella, che era la

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nostra prigione, entrando da una porta sulla scala. Essici dissero che era prossima la nostra fine, che noi dove-vamo prepararci per ricevere la loro ultima benedizione.Un movimento elettrico, che non si pu definire, ci fececadere tutti in ginocchio, e la ricevemmo. Quei due vec-chi dai bianchi capelli, ci benedissero dall'alto, la mortealeggiava sul nostro capo e tutto intorno a noi; quel mo-mento non si pu mai dimenticare. Una mezz'ora pitardi furono entrambi massacrati e noi udimmo le lorogrida23. Cos Jourgniac nella sua Agonia nell'Abbadia.

Ma ora lasciamo parlare il buon Maton, di ci che an-che egli nella Force, in quelle stesse ore, soffre e vede.Questa sua Resurrection certo il migliore, il meno tea-trale dei Pamphlet, ed corredato di documenti:

Verso le sei, la sera di Domenica, i prigionierispesso erano chiamati, e non tornavano pi. Ognuno dinoi si spiegava a suo modo questa singolarit: ma i no-stri animi divennero calmi quando ci persuademmo cheil memoriale che avevo redatto per l'Assemblea Nazio-nale produceva il suo effetto.

All'una del mattino la grata che conduceva al nostroquartiere si apr di nuovo. Quattro uomini in uniforme,con la sciabola sguainata, al chiarore delle torcie, venne-ro su verso il nostro corridoio, preceduti da un sottocar-ceriere; ed entrarono in un camerone accanto al nostro,per aprirvi una cassa che noi sentimmo rompere. Ci

23 Jourgniac Saint-Mard: Mon agonie de trente-huit heures(ristampato nell'Hist. Parl., XVIII, 103-135).

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fatto, accompagnarono nella galleria e interrogarono untal Cuissa, per sapere dove fosse Lamotte (il Vedovodella Collana). Dissero che Lamotte aveva, alcuni mesiaddietro, sotto pretesto di un tesoro a lui noto, scroccatoad uno di loro la somma di trecento lire, invitandolo apranzo con questo scopo. Lo sventurato Cuissa, ora nel-le loro mani, e che fin col perdere la vita quella notte,rispose tremando, che ricordava bene il fatto ma che nonpoteva dire che n'era stato di Lamotte. Determinati a tro-vare Lamotte per confrontarlo con Cuissa, lo ricercaro-no con quest'ultimo per vari altri cameroni; ma senzavenirne a capo; perch sentimmo che dicevano: Venite acercarlo fra i cadaveri, allora; poich, nom de Dieu! noidobbiamo trovarlo!

In quello stesso momento sentii fare il nome diLouis Bardy, dell'Abb Bardy; egli fu portato fuori emassacrato immediatamente, mi fu detto. Era stato, cin-que o sei anni prima, accusato insieme alla sua concubi-na di avere assassinato e fatto a pezzi un suo fratello,Uditore alla Chambre des Comptes di Montpellier; ma,con la sua astuzia e la sua destrezza e pi con la sua elo-quenza, ingann i giudici, e se la svign.

Si pu immaginare qual terrore mi avevano messoquelle parole: Venite a cercarlo fra i cadaveri, allora.Io non vidi altro rimedio che rassegnarmi a morire.Scrissi il mio testamento, pregando e scongiurando, nelterminarlo, che la carta fosse mandata al suo indirizzo.Avevo appena lasciata la penna, quando vennero altridue uomini in uniforme; uno di essi, il quale aveva il

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braccio e la manica coperti di sangue fino all'omero, alpari della sua sciabola, disse che era stanco come unmanovale che avesse battuto l'intonaco.

Baudin de la Chenaye fu chiamato; sessant'anni divirt non lo potettero salvare. Gli dissero: A' l'Abbaye.Egli pass la porta fatale; mand un grido di terrore allavista dei cadaveri ammucchiati; si copr gli occhi con lemani, e mor d'innumerevoli ferite. Ad ogni nuovo aprir-si della grata, credevo d'udire il mio nome e vedere en-trare Rossignol.

Buttai via la mia veste da camera e il berretto; miposi addosso una camicia ruvida e sudicia, un abito la-cero senza farsetto e un vecchio cappello rotondo; que-ste cose me l'ero fatte portare alcuni giorni addietro, neltimore di quel che poteva accadere.

Le camere di quel corridoio erano state tutte vuotate,tranne la nostra. Eravamo in quattro; forse ci avevanodimenticati; rivolgemmo in comune la nostra preghieraall'Eterno, perch ci liberasse da quel periglio.

Battista il Sottocarceriere venne su di sua iniziativa,per vederci. Io lo presi per le mani, scongiurandolo disalvarci; gli promisi cento luigi, se voleva ricondurmi acasa. Un rumore che veniva dalle grate lo fece retroce-dere rapidamente.

Questo rumore era prodotto da dodici o quindici uo-mini armati fino ai denti; e, poich noi ci eravamo messiper terra per non essere veduti, potevamo guardare dallenostre finestre. Andiamo su! dissero; e che niuno ri-manga. Tirai fuori il mio temperino e pensai ove dove-

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vo colpirmi, ma riflettei che la lama era troppo corta, epoi pensai anche alla religione.

Finalmente tra le sette e le otto del mattino entraro-no quattro uomini con randelli e con sciabole! Ad unodi essi il mio camerata Grard bisbigli qualche cosa daparte con ardore. Durante il loro colloquio, io cercaidappertutto le scarpe per lasciare le calzature di Avvoca-to (pantoufles de Palais) che avevo in piedi, ma non lepotetti trovare. Constant, detto le Sauvage, Grard eun terzo il cui nome m' sfuggito, furono lasciati liberi:quanto a me, quattro sciabole furono incrociate sul miopetto, e mi condussero abbasso. Fui condotto alla lorosbarra, dinanzi al Personaggio cinto di sciarpa, che sede-va l come giudice. Egli era zoppo, di statura alta, stec-chito. Costui mi riconobbe in istrada e mi parl settemesi dopo. Mi stato assicurato che egli era figlio d'unprocuratore in ritiro per nome Chepy. Attraversando laCorte detta des Nourrices, vidi Manuel che arringava inisciarpa tricolore. Il giudizio, come vediamo, finiscecon l'assoluzione e la rsurrection24.

Il povero Sicard, dal violon dell'Abbadia, dir pocheparole: veridiche, quantunque tremanti. Verso le tre delmattino gli uccisori si ricordarono di questo piccolo vio-lon, e picchiarono dalla corte. Io picchiai pian piano,temendo che gli uccisori potessero udire dalla porta op-posta, ove la Sezione del Comitato si adunava: essi ri-

24 Maton de la Varenne: Ma Rsurrection (nell'Hist. Parl.,XVIII, 135-136).

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sposero burberamente che non avevano chiave. Erava-mo in tre in questo violon; i miei compagni credettero discorgere una specie di soffitta in alto, al disopra dellenostre teste. Ma era molto alta, e soltanto uno di noi po-teva giungervi montando sulle spalle degli altri due.Uno di loro mi disse che la mia vita era pi utile delleloro: io resistetti, quelli insistettero: non fu possibile sot-trarvisi! Mi slanciai al collo di quei due liberatori; n vifu mai scena pi commovente. Monto sulle spalle delprimo, poi su quelle del secondo, e finalmente sulla sof-fitta; e rivolgo ai due miei compagni l'espressioned'un'anima riboccante di spontanea commozione.25

I due generosi compagni, constatiamolo con gioia,non perirono; ma tempo che Jourgniac de Saint-Marddica la sua ultima parola e finisca questa strana trilogia.La notte divenuta giorno; e il giorno di nuovo dive-nuto notte. Jourgniac, stanco, in preda ad un'agitazioneestrema, si addorment e fece un sogno lieto; egli si anche ingegnato di far conoscenza con uno degli ispet-tori volontar, ed ha parlato con lui nel nativo provenza-le. Il marted, verso l'una del mattino, la sua Agonia arri-va alla sua crisi.

Al lume di due torce, io scorgo il terribile Tribunale,che deve decidere della mia vita o della mia morte. IlPresidente, in abito grigio, con una sciabola a lato, stavain piedi, appoggiandosi con le mani ad una tavola, ove

25 Abb Sicard: Relation adresse a un de ses amis (Hist.Parl., XVIII, 98-103).

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erano delle carte, un calamaio, delle pipe e alcune botti-glie.

Intorno alla tavola v'erano una decina di persone, se-dute o in piedi, di cui due in giacca e grembiule; altridormivano distesi sui banchi. Due uomini, con le cami-cie insanguinate, guardavano la porta; un vecchio carce-riere aveva la mano nella serratura. Di fronte al Presi-dente tre uomini tenevano un Prigioniero, che potevaavere sessant'anni (o settanta: egli era il vecchio Mare-sciallo Maill, delle Tuileries e del 10 Agosto). Mi pose-ro in un angolo; le mie guardie incrociarono le sciabolesul mio petto. Guardai dappertutto in cerca del mio Pro-venzale: due guardie Nazionali, di cui una ubriaca, pre-sentarono un appello della Sezione della Croix-Rouge infavore del prigioniero: l'Uomo vestito di grigio rispose:Sono inutili gli appelli pei traditori! Allora il Prigio-niero esclam: spaventevole; il vostro giudizio unomicidio! Il Presidente, soggiunge: Io me ne sono la-vato le mani! conducete via Maill. E lo trascinaronoin istrada; ove, attraverso l'apertura della porta, vidi chelo massacravano.

Il Presidente sedette e si pose a scrivere, per regi-strare, suppongo, il nome di colui che avevano finito;poi gli sentii dire: Un altro, un autre.

Ed eccomi trascinato innanzi a questo Tribunale le-sto e sanguinoso, ove la migliore protezione era quelladi non averne nessuna, ove tutte le risorse dell'ingegnodivenivano nulle se non erano fondate sulla verit. Duedelle guardie mi tenevano per le mani, una terza pel col-

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lare del mio vestito. Il vostro nome, la vostra profes-sione! disse il Presidente. La pi piccola bugia vi ro-vina, aggiunse uno dei Giudici. Il mio nome Jour-gniac Saint-Mrard; ho servito vent'anni come ufficiale;comparisco al vostro Tribunale con la sicurezza d'un in-nocente, che perci non mentir!. Questo lo vedre-mo, disse il Presidente. Sapete voi perch siete arre-stato? S, Signor Presidente, io sono accusato di re-digere il Journal de la Cour et de la Ville. Ma spero diprovare la falsit di quest'accusa.

Ma no; la prova di falsit di Jourgniac e la difesa ingenere, quantunque d'un eccellente effetto come difesanon interessante a leggersi; troppo lunga, e v' nel ri-portarla una molle teatralit, che non ha l'aspetto di fin-zione, ma tende ed essa. Noi immagineremo la sua riu-scita, oltre ogni speranza, nel dare prove e controprove;e come pot evitare la catastrofe, quasi trovandosi a duepassi da essa.

Ma dopo tutto, disse uno dei Giudici, non v'fumo senza fiamma; diteci perch vi accusano di que-sto. Io ero sul punto di farlo Jourgniac lo fa, conun successo sempre crescente.

Inoltre, continuai io, mi accusano anche di reclu-tare per gli emigrati! A quelle parole sorse un mormo-rio generale. Oh Signori, oh Signori, esclamai alzandola voce, la mia volta a parlare; prego il signor Presi-dente ad avere la bont di conservarmi la parola; chemai fu pi necessaria! vero, vero, dissero quasitutti i Giudici ridendo; silence.

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Mentre erano occupati ad esaminare le prove ch'ioavevo prodotte, fu introdotto un nuovo prigioniero, econdotto innanzi al Presidente. Era ancora un Prete,che dicevano di avere scovato nella cappella. Dopo po-chissime domande: la Force! Egli gett il suo bre-viario sulla tavola: lo spinsero fuori e lo massacrarono.Io ricomparvi innanzi al Tribunale.

Voi non fate che dirci, esclam uno dei Giudici,con un tono d'impazienza, che non siete questo, nonsiete quello; ma infine che siete voi? Io fui un apertoRealista. Sorse un mormorio generale, che fu miraco-losamente sedato da un altro di quegli uomini, che ave-va mostrato di prendere interesse a me. Noi non siamoqui per giudicare delle opinioni, egli disse, ma pergiudicare dei loro risultati. Se Rousseau e Voltaire, inun sol uomo, avessero perorato in mio favore, avrebberoforse potuto dir meglio? S, Signori, gridai, sem-pre, fino al dieci Agosto fui un aperto Realista, ma daldieci Agosto in poi questa causa finita! Io sono unFrancese fedele al mio paese. Fui sempre un uomo d'o-nore. I miei soldati mai sospettarono di me. Anzi, duegiorni prima del fatto di Nancy, quando il sospetto suiloro ufficiali avea raggiunto il colmo, scelsero me a co-mandante, per condurli a Lunville, a riprendere i Pri-gionieri del Reggimento Mestre-de-Camp, e per impa-dronirsi del Generale Malseigne. Per grande fortuna,questo fatto pu confermarlo un individuo presente me-diante un contrassegno veridico.

Terminato questo incrocio di domande, il Presidente

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si tolse il cappello, e disse: Io non veggo nulla che fac-cia sospettare quest'uomo; e opino che lo si debba met-tere in libert. questo il vostro voto? Tutti i Giudicirisposero: Oui, oui; giusto!

Seguirono evviva dentro e fuori26, scortato da tre,fra applausi e abbracci: cos Jourgniac sfugg dal pro-cesso e dalle fauci della morte. Maton e Sicard, o pernon provata reit, giacch il macilento Presidente Chepynon trov assolutamente nulla; o per l'evasione, o pernuovi favori del bravo orologiaio Moton, sfuggo