LA RIVISTA DEL GRANDE ORIENTE EGIZIO DI MEMPHIS E … · LA RIVISTA DEL GRANDE ORIENTE EGIZIO DI...

12
SOVRANO GRAN SANTUARIO HARMONIUS LA RIVISTA DEL GRANDE ORIENTE EGIZIO DI MEMPHIS E MISRAIM “UMBERTO ECO E LA MASSONERIA” in libreria All'interno, i Lavori del: III CONVENTO DELLA GRAN LOGGIA EGIZIA D'ITALIA V CONVENTO GRANDE ORIENTE EGIZIO DI MEMPHIS E MISRAIM

Transcript of LA RIVISTA DEL GRANDE ORIENTE EGIZIO DI MEMPHIS E … · LA RIVISTA DEL GRANDE ORIENTE EGIZIO DI...

SOVRANO GRAN SANTUARIOHARMONIUS

LA RIVISTA DEL GRANDE ORIENTE EGIZIO DI MEMPHIS E MISRAIM

“UMBERTO ECO E LA MASSONERIA”

in libreria

All'interno, i Lavori del:

III CONVENTO DELLA GRAN LOGGIA EGIZIA D'ITALIA

V CONVENTO GRANDE ORIENTE EGIZIO DI MEMPHIS E MISRAIM

[NOTA EDITORIALE]Nota editoriale e aggiornamentiFr.·.Samkhiel - Grande Patriarca Conservatorepag. 3

Novità in libreriapag. 5

Verso il Santo de SantiFr.·.Akira - Sovrano Gran MaestroGrande Jerofante Generalepag. 6

La dove si intravede la città di DioFr.·.Tyr - Grande eletto Kadoshpag. 10

A cosa serve un vaso rottoFr.·.Samkhiel - Grande Patriarca Conservatorepag. 13

Il trattato sulla reintegrazione degli es-seri di Martinez de PasquallyFr.·.Aquileus - Sublime Maestro della Grande Operapag. 15

Le emozioni della prima voltaFr.·.Mumiah - Apprendistapag. 22

on grande piacere vi presentiamo il nuovo numero diHORUS. Come di consueto la prima parte raccoglie leallocuzioni del V° Convento Nazionale del GrandeOriente Egizio di Memphis Misraim e del III Convento

della Gran Loggia Egizia d'Italia. Un bilancio sulle cosefatte, sulle difficoltà affrontate, ma anche un sereno guar-

dare avanti. Erano presenti le delegazioni della Gran LoggiaRegolare di Serbia e della Gran Loggia Francese di Misraim, rappre-

sentata dal suo Gran Maestro.La seconda parte è invece dedicata all'analisi e allo studio, con due interventi,uno dedicato a Martinez de Pasqually il cui Ordine degli Eletti Cohen è statorecentemente restaurato e un secondo che racconta le prime emozioni di unapprendista, il giorno dopo la sua iniziazione.

«Quando fai qualcosa, sappi che avrai contro quelli che volevano fare la stessacosa, quelli che volevano fare il contrario e la stragrande maggioranza diquelli che non volevano fare niente». Lo scriveva Confucio. E aveva ragione.

Fr.·. SamkhielGrande Patriarca Conservatore

Sommario

3N.5 - Novembre 2016 | HORUS2 HORUS | SOVRANO GRAN SANTUARIO HARMONIUS

HORUS - Quaderni di studio aperiodici delSovrano Gran Santuario Harmonius

N. 5 A∴ L∴ E∴ 3308

Direttore responsabile: Fr∴ Samkhiel

Collaborazioni con Horus:I Fratelli interessati a pubblicare i loro contributi pos-

sono scrivere a questo indirizzo:[email protected]

La direzione di HORUS si riserva ogni valutazione in merito,sentito il Sovrano Santuario.

5N.5 - Novembre 2016 | HORUS4 HORUS | SOVRANO GRAN SANTUARIO HARMONIUS

UMbERTO ECO E LA MASSONERIAMauro CascioTipheret 2015

La passione di essere nelmondo. Questa è la Massone-ria. Con la voglia di interro-garlo, di rubargli il segretodel suo senso e di stupirsi.Questo fanno i 'muratori',oggi, e lo fanno insieme: co-struiscono edifici di com-prensione e questo si chiama,a rigore, 'Spirito'. UmbertoEco non ne ha fatto parte, èstato sempre in un angolo, araccontare, a criticare, a stu-diare. E restituire la sua voceè un contributo prezioso, si-gnifica fare i conti con sestessi, anche a sporcarsi,anche a farsi male. Ma sonorischi che ogni operaio delpensiero ha già messo inconto.«Umberto Eco e la Massone-ria» è il nuovo libro di MauroCascio, pubblicato dalla Ti-pheret - Gruppo Editorialebonanno.

in libreriaAggiornamenti1 - A Parigi, il 24 settembre 2016 è stato sottoscritto un trattato d'amicizia tra la Gran Loggia Egizia d'Italiae la Gran Loggia Francese di Misraim. La firma del trattato è avvenuta in occasione del Convento nazionale diquesta obbedienza, alla presenza di 80 fratelli e deidelegati di 9 Gran Logge, tra cui il Gran MaestroAggiunto della Gran Loggia di Francia.

2 - Il 21 ottobre 2016, nel Tempio maggiore dellaGran Loggia di Francia a Parigi, si è tenuto il con-vegno di commemorazione del centenario del Fr.·.Papus (1916-2016), che fu Sovrano Gran Maestrodell'Ordine Martinista nonché Gran Maestro perla Francia dei Riti Egizi.A seguire, nel corso di una solenne e a tratti com-movente tornata rituale, il GranMaestro dell'Ordine Martinista "diPapus" Fr::: Sitael ha trasmessodopo 38 anni i poteri al Gr::: Mae-stro Aggiunto Fr::: Gabriel, cuivanno tutti i nostri migliori auguri.Come da libro presenze, alla storicacerimonia erano presenti solo due ca-tene martiniste italiane, una delle quali è quella della Società degli In-dipendenti, rappresentata dall'Iniziatore Fr::: Purusha, S.·. I.·.,Sostituto Gran Jerofante Gran Maestro Internazionale del Nostro Ve-nerabile Ordine.Possano tutte le filiazioni martiniste che genuinamente onorano i Maestri Passati Louis-Claude de Saint-Martine Papus, marciare fianco a fianco verso l'unica meta.

Ringraziamo tutti i Fratelli per la partecipazione, l’impegno e la dedizione.UNIONE, PROSPERITÀ E CORAGGIO

Il Sovrano Gran Santuario "Harmonius"

6 HORUS | SOVRANO GRAN SANTUARIO HARMONIUS

Iddio Onnipotente, autore di ogni bene, fonte di ogni cle-menza, diffondi sui nostri

lavori le tue benedizioni, rafforza i nostri impegni nei le-gami d'azione fraterna. Ci

inchiniamo davanti alle leggi eterne della tua sapienza,invochiamo il tuo nome,

perché noi siamo i tuoi figli. Dissipa le tenebre della no-stra anima, continua a

stendere su di noi la tua mano protettrice, e guidaci co-stantemente verso il bene,

la cui perfezione risiede in te.

Jean Étienne Marconis de Nègre, Il Ramo d'oro di Eleusi

a Massoneria è una cosagrande, una cosa eterna. Nonsolo mette in grado i suoi figlidi comprendere le correnti diidee provenienti da tutti ipunti dell'orizzonte, a collo-

care nel proprio giusto ambitotutti gli atti della persona o dell'in-

dividuo umano, ma è l'agorà di tutte le iniziazioni an-tiche e moderne; di più, essa le riassume e ne è, altempo stesso, la quintessenza. Il massone veramenteiniziato può presentarsi ovunque a testa alta, in ogniluogo egli è al suo posto. Se egli ha impastato la suaanima, forgiato il suo cuore e la sua intelligenza congli strumenti della Massoneria e secondo il suo spirito,nulla gli è precluso, perché possiede la chiave univer-sale, questa clavicola della quale Salomone, principetra gli adepti, pretendeva di avere il segreto1.Carissimi Fratelli, nello scrigno interiore in cuiciascuno di noi accoglie sogni e speranze ha tro-vato spazio il lavoro massonico.Vi è entrato al momento della nostra iniziazione,con una forza simbolica senza pari, che ha reso

indelebile e indimenticabile quel momento.Questo spazio si è dilatato nel corso degli anni, ela Massoneria è divenuta nel tempo parte dellanostra vita, rendendoci scintille luminose di uneggregore antico e forte.Abbiamo percepito e percepiamo il concetto diuniversalità con chiarezza immediata, e parteci-piamo alla catena invisibile che lega gli iniziatil'uno all'altro.Questa catena d'unione, seppur invisibile ad oc-chio umano, è forte e salda, e ci congiunge aiMaestri Passati.Percorrendo la Scala di perfezione del nostro Ve-nerabile Rito, grado dopo grado conquistiamo afatica un ulteriore tassello del mosaico più ampiodella Tradizione.Servono dunque davvero gli Alti Gradi? «Perve-nuti a questo stadio dell'iniziazione (alla Mae-stria), la gran parte dei massoni, il maggiornumero, credono di essere al termine del periplo.Essi sono convinti di aver ottenuto la totalitàdella scienza relativa, la tecnica completa e ilmassimo della perfezione, compatibili con l'inse-gnamento dottrinale dell'Ordine.Nel campo del simbolismo, dell'allegoria e del-l'arte pratica accessibile agli uomini comuni, essihanno ragione. Sul piano delle realizzazioni tra-scendenti, ovvero della magia del pensiero e deigesti, essi hanno torto.Non c'è dubbio che un chicco di grano contienenella sua infima sostanza il germe e gli elementiprimitivi da cui emergono più tardi lo stelo e laspiga, senza dubbio contiene l'essenza del panein mancanza del quale gli uomini non trarrebberosostentamento per la loro vita, ma se l'agricoltorenon l'affida al suolo, matrice di tutta la vegeta-zione, rimarrà immutabile nella sua solitudine e

il raccolto non fiorirà sotto la volta limpida del cielo.Questo è il motivo per cui la Massoneria continua a di-stribuire la scienza iniziatica attraverso i meandri degliAlti Gradi, al fine di concimare i germi latenti conser-vati nella Camera di mezzo, come il grano in un silo.Negare l'utilità degli Alti Gradi vuol dire fermarela crescita iniziatica, la cui fine non può mai es-sere raggiunta; altrimenti sarà bene fare dellacamera di mezzo un atanòr di perpetue trasfor-mazioni in cui tutti gli aspetti dell'evoluzionesaranno confusi e rendere impossibile la sele-zione del grano e del loglio, dell'oro puro e deimetalli inferiori.D'altra parte, imporre i grandi misteri a tutti èuna profanazione poiché i Maestri massoni nonhanno tutti il medesimo sviluppo spirituale; al-cuni sono chiamati a comprendere e sperimen-tare ciò che altri dovranno sempre ignorare.Del resto, questi maestri devono essere dei maestri,dei giudici e dei difensori: abbiamo bisogno di sa-cerdoti del culto. Non possiamo lasciare sempre lacazzuola per prendere la spada, né sorvegliare glioperai mentre costruiscono i piani del palazzo. Unasola cosa si può discutere, ed è il modo in cui i Maestrimassoni considerano gli Alti Gradi e di conseguenza igrandi misteri, e soprattutto il modo in cui li usano. Seper loro non sono che sonagli di una vanità infantile,essi sono, in effetti, del tutto inutili e non hanno nulla incomune con il marchio iniziatico; ma solo gli stupidi li pos-sono considerare tali perché sono strumento di ascesi perso-nale e di conseguenza causa di pesanti responsabilità.I piccoli misteri, la Massoneria simbolica, formano gli operai,gli esecutori, i soldati dell'idea, le chiare intelligenze e le maniesperte alle quali il lavoro è affidato, in una parola la clericaturadell'umanità. I grandi misteri, la Massoneria degliAlti Gradi, formano i capi, gli architetti, i sa-cerdoti, coloro che consigliano e dirigono,sapendo dove bussare per riuscire, poichéessi sono pervenuti ad una illuminazionecerta e progressiva.Gli Alti Gradi surclassano l'iniziazionedel portico, e ci conducono a passilenti e sicuri verso il Santo dei Santi2”.L'Arca Venerata della Tradizione dicui ci sentiamo custodi, e della quale

VERSO IL SANTO DEI SANTI

1. Constant Chevillon, La Massoneria Iniziatica, Testo estratto dalla rivista « BELISANE» anno 1978, che non riportala fonte originale, presumibilmente la rivista Annali Iniziatici.

L'allocuzione del Sovrano Gran Maestro Grande Jerofante Generale in occasionedel III Convento nazionale della Gran Loggia Egizia d'Italia e del V Convento del

Grande Oriente Egizio di Memphis e Misraim.

7N.5 - Novembre 2016 | HORUS

[VERSO IL SANTO DEI SANTI]

8 HORUS | SOVRANO GRAN SANTUARIO HARMONIUS

ognigiorno avvertiamo il peso, coincide proprio

con lo scrigno simbolico al quale ho fatto riferi-mento, poiché il Tempio esteriore in cui lavo-riamo e che abbiamo giurato di custodire altronon è che la proiezione esterna e materiale delTempio interiore che portiamo nel cuore: unacondotta di vita non ispirata ai valori, agli inse-gnamenti e ai principi della Via iniziatica non èsoltanto un tradimento dei nostri giuramenti edelle Costituzioni massoniche che siamo chia-mati a rispettare. È soprattutto un tradimentodella nostra anima.Vorrei tanto che capiste che la Massoneria non è unimpegno, una cosa da fare o una delle tante appar-tenenze: la Massoneria è la vostra casa nei tempibelli ed il vostro rifugio nei tempi difficili. Perchéquesto? Perché la Massoneria è una delle chiavi concui potete accedere al vostro mondo interiore.Ed è solo lì, sub specie interioritatis, che poteteaccedere alla vera beatitudine, alla vera Gnosi,alla vera Vita3.La Massoneria Egizia in particolare è un unicum,

poiché le sue peculiarità la rendono illuogo di elezione di un lavoro iniziatico

realmente eautentica-

m e n t eo r i e n t a t o

verso Dio:per questosarà sempreuna Massone-ria aristocraticaed elitaria, di fe-lici pochi, i cui nu-meri non si contano, masi pesano.E si pesano perché sotto le sue insegnesi raccolgono da sempre e sempre si raccoglie-ranno i più sinceri ed entusiasti Cercatori delloSpirito, ovvero coloro che si addentrano con zeloe senza risparmiarsi nello studio e soprattuttonella pratica delle scienze tradizionali.In un frammento del rituale del 39° grado,Cavaliere dell'Aquila Rossa, è scritto: «Ilnostro Ordine ha costruito i suoi templi nelmezzo del deserto, in modo che nessun indivi-duo non preparato possa scoprirli. Occorre piùche zelo per trovare questo Santuario ed entrarvi».Occorre più che zelo, Fratelli miei: il significatodella Massoneria Egizia è racchiuso in questepoche parole. Nel corso degli anni abbiamo superato ostacolidi ogni genere, e continuiamo a lavorare conmaggior forza e vigore di prima, perché non ab-biamo avuto paura di perseverare, seguitando acamminare tra le sabbie di Memphis. Oggi rice-viamo ulteriori riconoscimenti, ulteriori patentiche rafforzano la regolarità del nostro Rito, chemai tuttavia l'aveva smarrita, in quanto come ènoto i brevetti, e i gradi trasmessi non possonoscomparire con un tratto di penna.Ci è stato recentemente trasmesso molto altro, losapete bene, ma la Jerofania permarrà velata fin

quando sarà necessario. Tuttavia al momento op-portuno disveleremo il contenuto della SacraArca, e la sua Luce accecherà ancora una volta i

servi del ser-pente.«Sublime Artefice deiMondi, infiamma i no-stri cuori d'amore per inostri simili, ispiraci il desi-derio ardente di lavoraresenza sosta per il bene del-l'umanità, obiettivo costantedella nostra Istituzione riverita,mantieni nelle nostre coscienze la pu-rezza che hai loro comunicata, e preser-vaci da qualsiasi azione dannosa sia pernoi che per i nostri simili; continua a pro-teggere i nostri lavori, e indirizzali sempre dipiù verso la perfezione».

Roma, 8 ottobre 2016 dell'era volgare, 6016 di Vera LuceSer. Fr. Akira

33:.66:.90:.95:.97:.99:.Sovrano Gran Maestro Grande Hyerophante Generale

2. Constant Chevillon, La Massoneria Iniziatica, op. cit.3. Purusha.

9N.5 - Novembre 2016 | HORUS

11N.5 - Novembre 2016 | HORUS10 HORUS | SOVRANO GRAN SANTUARIO HARMONIUS

erenissimo Gran JerofanteFr:. Akira, Sublime Sosti-tuto Gran Jerofante Fr:.Purusha, Sublimi Membri

del Sovrano Gran Santua-rio Harmonius del Grande

Oriente Egizio di Memphis eMisraim, Dignitari che sedete al-

l’Oriente, Carissimi Fratelli,un altro anno masso-nico è trascorso. Un anno pieno di cambiamenti e ricco di tra-guardi per la nostra Comunità. Ma soprattutto,un altro anno di vera fratellanza iniziatica.Guardandomi intorno, qui, nel nostro meravi-glioso Tempio così gremito, io non vedo altro chefratelli, i Miei Fratelli, Iniziati che camminano conme per raggiungere assieme la sommità della pi-ramide solare. I Fratelli della Grande Oriente Egi-zio di Memphis e Misraim non sono miglioridegli altri – guai a portare hybris all’interno di untempio! – ma sono sicuramente diversi dagli altri;essi hanno scelto infatti un lavoro di osirifica-zione su loro stessi, un lavoro sorretto da unagrande eggregore collettiva che li porta ognigiorno più vicini alla vetta della montagna, làdove si intravede la Città di Dio.Un’area rarefatta, di alto lignaggio, arcana ed an-cestrale, è quella che si percepisce e si crea du-rante ogni tornata di una Loggia egizia; un ritualeche affonda le sue parole nei millenni, che risve-glia quelle primitive forze troppo a lungo dimen-ticate: è questo che si fa in Loggia, quando siopera secondo la Tradizione. Sono certo cheognuno di noi, bussando per la prima volta alla

Porta del Tempio, non si aspettava certo di tro-vare questo: la Massoneria è “utile” – gli dice-vano alcuni – la Massoneria è “interessante” – glidicevano altri – la Massoneria è “piacevole” – loinvogliavano altri ancora… ecco, la MassoneriaEgizia non è niente di tutto ciò. Il nostro lavoronon è utile, non è interessante, non è piacevole…il nostro lavoro è necessario, per noi stessi e pergli altri, vitale come il Limo del Nilo e il Cuoredell’Uomo.Vitale diviene allora per noi la ricostruzionedell’Antico Tempio dell’Uomo, di quell’Uomoche è immagine e somiglianza di Dio. Un Uomosmembrato dalla vita profana, dilaniato dalle ini-quità del mondo, distrutto dalla malvagità del-l’altro, che deve trovare nei propri fratelli enell’eggregore di Loggia quella linfa vitale per Ri-costruire e Rivitalizzare il corpo di Osiride, che èil proprio corpo. «Il mito osirideo pone particolare attenzione allosmembramento del corpo del Dio in 14 pezzi,operato dal fratello e rivale Seth. I pezzi furonodispersi nelle acque del Fiume Sacro […], e suc-cessivamente raccolti e riuniti dalla lunga e ap-passionata ricerca della Sposa e Sorella Iside, tuttiad eccezione del fallo divorato dal pesce ANT.Mentre quindi la potenzialità fecondatrice di Osi-

La DOVE SI INTRAVEDE LA CITta DI DIO

L'allocuzione del Grande Oratore della Gran Loggia in occasionedel III Convento nazionale della Gran Loggia Egizia d'Italia e

del V Convento del Grande Oriente Egizio di Memphis e Misraim.

ride si trasportò sui piani sottilie venne ad identificarsi con leAcque del Fiume apportatore diVita, la Cifra di Dio passò dallaciclicità lunare del Quattordicialla Unità Solare del Tredici –che raccoglie in sé il Sole ed iDodici Segni Zodiacali – edebbe perciò il potere di generareHorus, il Falco Aureo, il Corpodi Splendore Vittorioso sullamateria e sul tempo. Così l’Es-senza e l’Opera Rituale dei Do-dici nelle Logge che adottano irituali simbolici del [GrandeOriente Egizio di Memphis eMisraim] ricompongono du-rante i lavori l’Unità del Corpodi Osiride, la cui testa (il Tredi-cesimo Pezzo) è naturalmenterappresentata dal S.A.D.M., lacui necessaria presenza è invo-cata all’apertura». (La Massone-ria Egizia, La Storia-I Simboli-IRiti, 2014, 57)Noi siamo, cari fratelli miei, lemembra sparse nel mondo delcorpo di Osiride, e solo attra-verso il lavoro rituale di Loggiapossiamo sperare, un giorno, diricomporci nel nostro amatoMaestro. La nostra operatività

rituale diviene un ritorno versol’Unità, una Celebrazionedell’Uno-Tutto, l’Adamo di-sperso nella Molteplicità checerca la Reintegrazione con Dio.Ricorderò sempre un fratelloche, un attimo prima di entrarein Loggia, di fronte la porta an-cora chiusa del nostro Tempiodisse: “facciamo silenzio ora, econcentriamoci: stiamo per en-trare in guerra”. Questa frase,così diretta e perentoria, cheavrebbe sicuramente generatoilarità in altre Obbedienze, fuinvece presa da tutti noi moltoseriamente. Quella frase ciaveva ricordato il vero motivodel nostro riunirci e del nostrostare assieme: non per il gioco,non per il sollazzo, ma per sor-reggerci l’un l’altro nel peri-glioso e difficile percorsoiniziatico. Quando si entra inLoggia, quando si compiono ilavori rituali, se si è coscienti econsapevoli di quello che si stafacendo si entra necessaria-mente in contatto con il soprasensibile, con il trascendente,con quel S.'.A.'.D.'.M.'. che in-cessantemente veglia sui nostri

lavori. Sta poi a noi cercare di go-vernare ed ordinare questa ener-gia, affinché essa penetri nelnostro Io più profondo e lo facciaricongiungere con il nostro Sé.Ogni volta che entriamo in Log-gia, Fratelli miei, dobbiamo ri-cordare come monito le paroledi quel Fratello ed essere consa-pevoli di ciò che realmentestiamo facendo.«[…] è un processo doloroso,

ma necessario se si vuol speraredi arrivare alla Realtà stessa,alla riscoperta di autentici se-greti nascosti nella profonditàdi noi stessi, all’individuazionedella nostra intima, aurea esi-stenza, del nostro Sé. Un lavoropesante ma non ingrato, il cuiscopo è la Gnosi ultima […] mache ha come “effetti collaterali”un maggior equilibrio, la capa-cità di “essere serenità” e tra-smetterla, di astenersi dalcriticismo, e talvolta perfino ilrisveglio di facoltà spiritualidormienti in noi […]”. (La Mas-soneria Egizia, La Storia-I Simboli-I Riti, 2014, 38)».Certo, questo non è un lavoroper tutti. Non è un caso che, sto-

“un lavoro sorretto da unagrande eggregore collettiva che liporta ogni giorno più vicini allavetta della montagna, là dove si

intravede la Città di Dio”

13N.5 - Novembre 2016 | HORUS12 HORUS | SOVRANO GRAN SANTUARIO HARMONIUS

ricamente, le logge egizie siano sempre statecomposte da un esiguo numero di fratelli: il la-voro igneo e solare che si compie tra le sabbie diMemphis non ha eguali nell’intero panoramaMassonico internazionale. Mentre altri preferi-scono raziocinare, elucubrare, disquisire lunga-mente su tavole spesso noiose edautoreferenziali, Noi cerchiamo di rendere le no-stre tornate operative, trasmutatorie, vibranti e

piene d’amore, nel solco di quella Tradizione tra-smessaci dai Maestri Passati, sempre custodi delfuoco e mai adoratori della cenere. Operiamodunque.Ho detto.

Fr:. TYRGrande Eletto Kadosh

Grande Oratore della Gran Loggia Egizia d’Italia

A COSA SERVE UN VASO ROTTOL'Allocuzione del Grande Oratore del Rito in occasione del IIIConvento nazionale della Gran Loggia Egizia d'Italia e del VConvento del Grande Oriente Egizio di Memphis e Misraim

«Solo chi ha gustato la libertà, può capire il desiderio di trovare dovunque analogia con

essa, di estenderla a tutto l'universo. Chi non perviene alla fi-

losofia per questa via, segue gli altri e fa semplicemente ciò che essi fanno;

senza sentire perché lo fanno» (F.W.J. Schelling, Ricerche storiche sull'essenza della li-

bertà umana)

na volta in un paese dellaCina c'era un portatore d'ac-qua che così si guadagnavada vivere. E queste erano lesue giornate: uscire di casa

presto, arrivare alla sorgente cheera molto lontana dal suo villaggio,

e tornare indietro. Lo faceva due volte al giorno. Conle prime luci dell'alba e appena dopo pranzo, quandoil sole picchiava forte. Aveva due grandi vasi attaccatiad un'asta di legno che si caricava sulle spalle. Unodei due vasi era intatto e riusciva a trattenere tuttal'acqua, quell'altro invece aveva una piccola crepa percui non c'era verso: nel viaggio di ritorno quasi tuttal'acqua veniva perduta. Chissà, probabilmente nonc'erano soldi o magari il portatore d'acqua non si eraaccorto della crepa e pensava che fossero altre le causedello svuotamento, magari la sua andatura, o il caldodi mezzogiorno che la faceva evaporare. Il vaso incri-nato ne soffriva, ma un giorno prese coraggio e disse:«Mi dispiace davvero di questa mia inutilità». In re-altà aveva paura di essere buttato via. Ma il portatoreinvece gli sorrise. Anzi: addirittura lo carezzò. «Do-mani, lungo la strada, guarda attentamente cosa c'ènel ciglio». E il vaso così fece. E cosa vide? Tantissimifiori, che erano nati grazie all'acqua che non era riu-scito a trattenere.

Questa storiella orientale ci riflettere sul nostrolavoro. La nostra comunità ha attraversato tantedifficoltà, a volte il nostro cammino è sembratoinutile. È l'afflizione con cui uno giudica l'imme-diato presente. E c'è lo sconforto di quella chesembra una sconfitta, cioè il non sentirsi all'al-tezza di un determinato compito oil non sentirsi adeguati inuna determinata situa-zione. Lì per lì non te neaccorgi, sarà qualcosadi cui avrai consa-p e v o l e z z ad o p o ,q u a n d osarà tempodi un bi-l a n c i o ,q u a n d osarà iltempo diuna rifles-sione. Ca-pisci il tuovalore daifiori che hailasciato. E ilnostro Ordine eil nostro Rito difiori ne hanno la-sciati parecchi, tutticolorati e profumati.basta saper guardareoltre le difficoltà e analiz-zare serenamente il lavoro chene è restato. Lo dicevamo negli anniscorsi: noi non siamo qui per capriccio, noi siamo

qui per restare. E il segno che stiamo lasciando losi vede dall'amore dei fratelli per il lavoro chesvolgono, a Roma, a Napoli, a Savona, a Pescara,a Latina, lo si vede dall'autorevolezza del gior-nale intorno a cui ci troviamo, «Horus» che è co-nosciuto e apprezzato anche a Parigi, lo si vededalla quantità di libri che produciamo sulla spe-cificità del nostro essere egizi, e sulla saggisticaintorno agli Eletti Cohen, che è una nostra pecu-liarità. Autori come Martinez de Pasqually, Jean-baptiste Willermoz, Louis-Claude deSaint-Martin, Leonard-Joseph Prunélle de Lière,Jean bricaud, Costant Chevillon, Gerard En-causse sono oggi autori conosciuti e i saggi criticiesistenti fanno tutti riferimento solo ed esclusi-vamente alla nostra filiazione e al nostro Gran Je-rofante che come è noto è anche il Sovrano degli

Eletti Cohen. Lo si vede dalla cura e dall'at-tenzione con cui abbiamo sistemato il

cammino formativo della nostrascala, lo scrupoloso lavoro fi-

lologico che abbiamo dedi-cato all'Ordine degli

Eletti Cohen, un'esat-tezza e una ric-

chezza chenessuna filia-

zione, al-meno in

I t a l i a ,p u ò

vantare. E questo ormai ci viene riconosciuto, danoi ma anche all'estero. Dobbiamo ricordarci una cosa, fratelli cari: che ifiori non nascono per caso, e che noi siamo quiper custodire e trasmettere una Tradizione chenon ha pari nella storia occidentale. Perché non èuna tradizione qualsiasi, ma quella con la T ma-iuscola. Noi non abbiamo pezzi, deviazioni, rein-terpretazioni, invenzioni. Noi stiamo lavorandoper restituirle la sua purezza e la sua interezza. Èdi questo, soprattutto, di cui dobbiamo andareorgogliosi. Perché questa attenzione, altrove, nonc'è. Noi non facciamo i collezionisti, non facciamoi rigattieri, siamo tutti impegnati in un percorsoche è centrale nella nostra vita di iniziati, quelpercorso che qui nel rito egizio chiamiamo osiri-ficazione. Per questo non dobbiamo contentarcidi fare crescere fiori ai lati della strada. Non èquesto il nostro compito. Il nostro compito èquello di fare fiorire tutto il giardino.Guardare avanti, dunque. Lasciando per stradagli attori drammatici che hanno il palcoscenicoper sé e mai applausi per altri, quelli oggi hannouna fede e domani un'altra. Quelli che voglionodimostrare distruggendo e che sono fatti nient'al-tro di verità, a sentir loro. Noi costruiremo giornodopo giorno nel Tempio della Piramide, perchésiamo operai in un grande disegno e in ungrande progetto. Che non è fatto di parole, ma difatti concreti, che non si nutre di proclami ma dipiccoli sacrifici quotidiani. E sarà difficile, carifratelli delle sabbie di Memphis, ma sarà qual-cosa di straordinario, perché un giorno potremo

guardarci indietro e saremo fieri di quello che cisiamo lasciati dietro: la nostra storia.

Fr.'. Samkhiel33:.66:.90:.95:.

Grande Oratore del GrandeOriente Egizio di Mem-

phis Misraim

[A COSA SERVE UN VASO ROTTO]

l percorso personale di Martinez de Pasqually nonè noto; egli è riconosciuto come un profondo co-noscitore del mondo esoterico.«Aborro fin dall'infanzia la menzogna, l'orgoglio,

li ho abiurati per non professare che la Verità dellecose spirituali, divine, spirituali temporali».

Egli stesso dichiara a chi gli domanda l'origine deisuoi insegnamenti : «Li ho avuti da coloro che sono

stati incaricati di mostrarmeli».Di certo Martinez de Pasqually non è stato influenzato dalleidee e dalle correnti filosofiche dell'epoca, ma si riferisce adun insegnamento preciso, con rituali e diagrammi che de-finirei "magici". Sviluppa infatti un sistema vario, difficil-mente gestibile; si comprende il suo discepolo LouisClaude de Saint Martin che, influenzato dalla correnteromantica e dai filosofi tedeschi, tra cui Jacob bohme,rinuncerà a tutte quelle operazioni preferendo quellache verrà poi chiamata "la via cardiaca". Il Trattato è una rilettura della bibbia, in quanto "lascrittura ha tralasciato soggetti molto interessanti perl' Uomo di desiderio". Da sempre Dio produce diverse categorie di Esseri,emana Spiriti a sua gloria ad essi sono devoluti di-versi compiti di ordine, ed essi agiranno dunquecome cause seconde nella manifestazione. Non sonoaltro che gli Angeli di cui parla l'esoterismo cri-stiano. Malauguratamente però certe entità, giunteal termine della missione per la quale Dio le avevaemanate, si rifiutano ad reintegrare l'Assoluto, il PianoDivino.Preferiscono il Sé momentaneo, illusorio rispetto al Séeterno, reale. Si allontanano quindi momentaneamente da Dio, vo-

IL TRATTATO SULLA REINTEGRAZIONE

DEGLI ESSERI DI MARTINEZ DE PASQUALLYUn'opera fondamentale del pensiero iniziatico occidentale. Il presupposto teorico, ecosmogonico, di quella meravigliosa avventura dello Spirito che è l'Ordine degliEletti Cohen

15N.5 - Novembre 2016 | HORUS14 HORUS | SOVRANO GRAN SANTUARIO HARMONIUS

[MARTINISMO]

17N.5 - Novembre 2016 | HORUS16 HORUS | SOVRANO GRAN SANTUARIO HARMONIUS

lendosi eguagliare a Dio ed emanare a loro voltadelle creature che sarebbero dipese da Essi.In attesa del ritorno alla Luce, permangono :1) ribelli all'offerta divina;2) smarriti in quanto lontani dai loro destini;3) perversi in quanto viventi al di fuori delbene.Ora, nel campo spirituale più ancora che inquello materiale, ciò che è corrotto tende a cor-rompere ciò che è sano, in quanto vi si intreccianol'invidia o la gelosia, l'orgoglio e l'in-telligenza (per l'esecuzionedel male ).La Tradizione designal'insieme di questiEsseri SpiritualiPerversi comeil Male.Non po-tendo essir i m a n e r esul pianoche eraloro devo-luto, Diocrea unpiano chesarà il lorot e r r i t o r i o .L'Uomo ( AdamKadmon ) viene al-lora emanato con lamissione di reggere que-sto territorio degli Spiriti Per-versi. L'Uomo sarà ad immagine diDio. Sarà come Dio dotato di un certo potere diCreazione. Il Verbo dell'Uomo primitivo e il Verbo Divino sa-ranno simili ma non identici.Malauguratamente, l'insieme dell'Eggregore delMale agirà su Adamo incitandolo a varcare i li-miti delle sue possibilità naturali. Sotto l'im-pulso di queste Entità Perverse, l'Uomo sitrasformerà in demiurgo indipendente e, ripe-tendo l'errore degli Angeli, tenderà a farsi crea-

tore a sua volta per eguagliare Dio.Secondo Martinez de Pasqually, Lucifero, primodegli Angeli, il portatore di Luce è Adamo primodegli uomini.Mentre Dio ha delle possibilità infinite, l'Uomo,creatura dalle possibilità limitate, non può cheoggettivare ciò che ha in lui. Invece di una formasimile alla sua non arriverà a creare che unaforma tenebrosa, una forma materiale.Appena il suo crimine è compiuto, il Creatore tra-

smuta la forma primitiva di Adamo inquella forma di passiva materia

che Adamo aveva lui stessoprodotta.

È il simbolico rivesti-mento di "pelle" di

cui parla la Genesi:«E Dio fece al-l'Uomo e allaDonna dellevesti di pelle econ esse li ri-vestì...».bisogna osser-vare una con-seguenza della

Caduta: mentreprima della Ca-

duta l'Uomo pri-mitivo era il

reggente dei diversicerchi planetari e dei di-

versi piani dove si facevanosentire le loro influenze, da que-

sto momento in poi l'anima dell'Uomodecaduto prenderà da questi una parte della lorosostanza per incarnarsi, l'Uomo decaduto saràsempre soggetto alle influenze planetarie.L'essenza superiore di Adam Kadmon, integratain seno alla nuova materia, dopo la Caduta, è di-ventata lo Zolfo; l'Essenza seconda, ciò che costi-tuiva la "forma di Adamo", è diventata ilMercurio; la materia sorta è il Sale, il supporto, ilricettacolo, la prigione. Siccome l'anima del-l'Uomo - Archetipo è prigioniera della materia

universale, l'anima dell'uomoindividuo è prigioniera del suocorpo materiale e le entità deca-dute così manifestano il loro po-tere sull'uomo decaduto con lamorte e la reincarnazione che sisusseguono.Tuttavia non disprezziamotroppo il corpo che è diventato lanostra prigione, in quanto questocorpo è sempre ad immagine delprimo corpo spirituale di Adamo.È in questa speranza che si basail concetto della REINTEGRA-ZIONE.

Non dimenti-chiamo chel'intero Uni-verso è il risul-t a t odell'azione delverbo divino,e, di conse-guenza, tuttol'universo nonè altro che illinguaggio at-traverso cui ilVerbo ci parla.Per cui, tuttol'Universo nonè che un sim-bolo e secondol'assioma "ciòche è in basso ècome ciò che èin alto", è suffi-ciente saperleggere questolibro delmondo per ac-quisire tutta lascienza.La grandeopera del-

l'uomo sarà dunque di ritrovarequel regno perduto, quel regnoche non è di questo mondo(come dicono i Vangeli).È la Reintegrazione spirituale.Compito che sarà arduo inquanto dopo la caduta, l'uomosi lascia invischiare dalla Mate-ria e diventa assetato di suc-cesso materiale.L'uomo, invischiato tra il finitoe l'infinito, rischia di dimenti-care l'amore di Dio che lochiama. Per percepire questo ri-chiamo, occorre prestare l'orec-

chio del cuore.Dio ci chiama non con il nostronome profano ( il Sé perituro ),ma ci chiama con il nostro veronome, il nome del nostro Sé ( ilSé imperituro ), lo Spiritus.Se questo richiamo viene sen-tito, la risposta sarà di lasciarela periferia per entrare dentro.L'uomo si volge a se stesso, co-mincia a scendere nel cuore, inun lento e continuo camminoverso il centro. Si può parlare diconversione in quanto il "viag-giatore" che discendeva lastrada si volta per risalirla.L'uomo è dunque alla ricercadel profondo dell'essere: «Co-nosci te Stesso».Chi si impegna nell'itinerarioverso l'interiore, si accorgeràche se la strada percorsa in di-scesa è larga e agevole, questa è,al contrario, stretta e difficoltosanella salita.Per percorrerla è necessario unarmonioso equilibrio.Lao-Tse disse: «Quando unuomo preparato intende laVoce, egli la abbraccia con zelo;quando un uomo mediocre in-tende la Voce, l'ascolta e la di-mentica; quando un uomovolgare intende la Voce, scoppiaa ridere. La Voce se egli non ri-desse non sarebbe più la Voce».Questa prima tappa è dunqueuna lotta interiore. Durantequesta lotta le Entità Perverse edecadute non vedono di buongrado un uomo elevarsi e ridi-ventare ciò che è di diritto e cioèil loro padrone. Esse tenterannodi tutto per opporsi a questo ri-torno. Contro di loro l'uomo

[MARTINISMO]

19N.5 - Novembre 2016 | HORUS

che strappanoalla terra ele-menti per la pro-pria vita. La possibilità digiungere ad unacompleta realiz-zazione teur-gica e magica sibasa su una co-noscenza di-retta es p e r i m e n t a l eche l’operatoreha di potenzespirituali costi-tuenti l’intimaessenza dellarealtà, allaquale cono-scenza si giungecon il compiereun rito che aiutaa svelare pro-prie facoltàignote o troppotrascurate.A tutti noi è statoassegnato l’ar-duo compito diricercare, nel-l’angusto spaziodella nostraesperienza tem-porale, il sensodella nostra esi-

stenza; il motivo recondito che ci porta a doversuperare esperienze molto spesso terrificanti, di-rette e indirette, frammischiate da deboli istantidi felicità: istanti che ci portano a cercare, a desi-derare di capire. Quanto possiamo ammirare eassaporare non può essere dovuto a un qualchefenomeno bislacco dovuto al caso, come se nientein realtà sia veritiero. Tutto invece ci fa pensareall’esistenza di una verità e di un’armonia pro-

fonda in tutto il nostro universo. Einstein: «L’esperienza più bella e più profondache un uomo possa avere è il senso del mistero.È il principio soggiacente alla religione, così comea ogni impresa, chi non abbia mai fatto una talesperienza, mi pare se non proprio morto almenocieco. La sensazione che dietro ogni cosa chepossa essere sperimentata vi sia qualcosa che ilnostro spirito non può raggiungere, la cui bel-lezza e il sublime ci raggiungono solo indiretta-mente, come un luminoso riflesso lontano, èquesto il religioso. Mi basta meravigliarmi difronte a tali segreti e tentare umilmente di ap-prendere con il mio spirito una semplice imma-gine della struttura di tutto ciò che è».Una considerazione :- per  lo Gnosticismo l'uomo è la creaturadegli Spiriti ribelli, che l'hanno creato senza lapartecipazione della Causa Prima;  secondo laReintegrazione era in origine superiore ed in se-guito alla colpa di Adamo è caduto.Perciò secondo gli Gnostici lo scopo cui tendereè la redenzione per la liberazione della scintilladivina; per Pasqually "la restaurazione dell'uomosul trono dove comandava"; gli gnostici dividono l'umanità nelle tre classi:a) Pneumatici (possessori della gnosi);b) psichici (che possono essere salvati se ascol-tano i pneumatici);c) Ilici (incapaci di liberarsi dai lacci della mate-ria).così come Pasqually distingue fra:

a) Minori Eletti;b) Minori Spirituali (della discendenza di

Noè, con culto misto spirituale e materiale);c) Minori figli di Caino.

Reintegrazione e RiconciliazioneDopo la caduta, l’uomo è privo di comunicazionediretta con il Creatore. Il solo mezzo che ancoraha di parlare con il suo Creatore, la sola cosa chegli rimane del suo primitivo potere di creazione,sono le Immagini del Culto teurgico che deve es-sere reso al Creatore. Il Minore Eletto trasmetteràdunque all’uomo le istruzioni precise sul Culto.

18 HORUS | SOVRANO GRAN SANTUARIO HARMONIUS

dovrà lottare.Il compito di risalita è talmentearduo che il Creatore provvedea distaccare dal suo Cerchio Spi-rituale Divino uno Spirito Mag-giore per essere la Guida,l'appoggio, il consiglio ed ilcompagno dell'uomo minore. Ma non basta, all'uomo che haintrapreso la risalita occorreràanche l'aiuto di un MinoreEletto, di un uomo che si già ri-conciliato e rigenerato, il qualelo condurrà, attraverso le istru-zioni precise del Culto, in co-municazione con il Creatore. IlMinore Eletto comunicherà agli"uomini di desiderio" i doni cheha ricevuto egli stesso. Queste operazioni di magia di-vina, secondo Martinez, fa-ranno si che l'uomo pentitosipotrà riottenere il perdono diDio e recuperare provvisoria-mente quei poteri di cui l'Eternoaveva rivestito Adamo. Allora,egli prenderà contatto con gliesseri spirituali, gli angeli rima-sti fedeli a Dio, ai quali dovrà ri-chiedere assistenza allo scopo diesorcizzare i demoni e reinte-grarli così come Adamo nellaprimitiva missione.Questa pratica teurgica richiedeuna vera consacrazione allafunzione sacerdotale, poiché iCohen, secondo Martinez, sonoproprio autentici preti del-l'Eterno.Non è che al termine di questolavoro interiore, che può duraresia una vita intera che ungiorno, che il Minore perverrà aritrovare quel centro perdutonel più profondo di se stesso.

Da quel momento, sarà in co-municazione diretta con quelloSpirito Maggiore che gli è statoinviato dal Creatore. Potrà dun-que conversare con lui. Datoche questo linguaggio non è ilnostro linguaggio comune ma illinguaggio angelico, questa con-versazione avverrà tramite sim-boli, segni, “passi” di cuioccorre possedere il codice perinterpretarli. I famosi “passi”non sono il fine ma questa vi-sione nell’astrale significheràper l’operatore che egli è alfinein comunicazione con l’AngeloIniziatore.Il TRATTATO DELLA REIN-TEGRAZIONE DEGLI ESSERIappare così custodire la basedottrinale indispensabile adogni vero Cohen. Siccomeogni pratica, qui più che al-trove, esige una conoscenzaperfetta della teoria chel'Opera e le Istruzioni dell'Or-dine contengono. Il primo movimento dell’uomoche cerca la via deve esserequello di spezzare l’immagineabituale che ha di se stesso. Gliuomini devono raggiungere ilsenso della realtà di se stessi.Essi sono limitati e ogni atto checompiono altro non è che una li-mitazione alla loro prigione, neilimiti del loro corpo. È come se un’aquila si immagi-nasse serpente e strisciasse alsuolo ignorando le sue ali.L’uomo è il centro dell’universo.I limiti del suo corpo non sonoche illusioni, sia che muove ilsuo pensiero o muove le suebraccia è tutto un mondo che si

muove con lui. Egli dovrà im-maginare che nella terra, nelleacque, nell’aria e nel fuoco visono forze che sanno di essere,e che dette forze naturali nonsono che modalità della nostrasostanza proiettate al di fuori.Non è la terra che fa vivere lapianta ma le forze nella pianta

[MARTINISMO]

21N.5 - Novembre 2016 | HORUS

quelle regioni da cui si era pri-mitivamente ritratta e le illu-sioni battezzate col nome dicreature, di esseri, di mondi,scompariranno e così si effet-tuerà “la vittoria” del bene sulMale con un semplice ritornodelle cose nel divino, il ritornonel Keter dei cabalisti.Questa era la filosofia o piutto-sto la teosofia dell’autore del“Trattato della Reintegrazione”che basava la sua fede nella per-fettibilità del genere umano edauspicava la ricostruzione deltempio dell’Uomo.A questo punto vorrei riflettere sucome un filo sottile che scorrequasi invisibile nell’arco dei mil-lenni della storia umana, lega tradi loro uomini di varia estrazionee collocazione storica. L’ermeti-smo in primis non è pura e sem-plice conoscenza , ma partendodalla conoscenza della realtà con-sente al vero iniziato di compiereoperazioni che lo possono reinte-grare con il principio Primo,l’Uno da cui tutto discende everso cui tutto tende. Nel Corpus Hermeticum si leg-gono parole adatte a descrivere lospirito con cui intraprendere ilcammino: «Innalzati oltre ogni al-tezza, discendi oltre ogni profon-dità, raccogli in te le sensazionidelle cose create, dell’acqua, delfuoco, del secco, dell’umido...comprendi tutto insieme: i tempi,i luoghi, le cose, le qualità e lequantità».La tradizione possiede un ine-stimabile tesoro e l’uomo, l’es-sere incompiuto, deve esseresempre aperto al mondo ed ac

c o -starsialla re-altà, co-sciente dinon arre-starsi mai e dinon lasciarsi ri-durre simile adun veicolo a rotaie.Un sistema di cono-scenza di qualsiasi ge-nerazione sarà beneficoper il progresso del pen-siero umano solo quando legenerazioni successive lofrantumeranno e lo ricompor-ranno in una nuova “costru-zione”, utilizzando nuovi edimprevisti gradi di libertà, poi-ché consci che chi non riesce araggiungere da sé la verità,nonpotrà mai riceverla da nessunaltro. L’uomo si evolve secondola corrente della vita, egli è peressenza un raccoglitore di infor-mazioni ed è l’essere riflessivo,l’unico che abbia pianificato laraccolta di informazioni su sestesso, adeguando il proprio ap-prendimento e il proprio com-portamento in funzione delleproprie esigenze. All’iniziazione dell’intelligenzadeve seguire quella della volontà. L’intelletto deve raggiungere laverità, l’anima la virtù, il corpola purezza. La purezza è il mezzo per ac-quisire la verità e la virtù. La cosa più difficile per l’uomonon è tentare di raggiungere la

per-f e -

z i o n e ,ma cono-

scere séstesso e libe-

rarsi, non dailegami che deri-

vano dalla so-cietà, ma dai legami

che gli derivano dallasua stessa natura, dai

limiti che egli stesso siimpone con i suoi pregiu-

dizi.

Fr.·. SamkhielGrande Patriarca Conservatore

20 HORUS | SOVRANO GRAN SANTUARIO HARMONIUS

In seconda istanza, egli comunicherà agli “uo-mini di desiderio” presso i quali è inviato, i donimistici che eglistesso ha ricevutoe con i quali mar-chierà con unsegno, un sigilloincancellabile ilMinore che diven-terà riconciliato.È qui che pos-siamo capire ilsenso profondodei misteriosi“passi”, di queisegni che l’opera-tore vedrà appa-rire nel corso dellecerimonie teurgi-che e di cui tutti ilibri che trattanodi Martinès de Pa-squally o dell’Or-dine degli ElettiCohen parlano. Loscopo di queste ce-rimonie consistenel far discenderelo Spirito Santosull’operatore af-finché sia mar-chiato da questaimpronta incancel-labile di cui ab-biamo parlato.Non è che al ter-mine di questo la-voro interiore chepuò durare sia unavita intera che ungiorno, che il Mi-nore perverrà a ri-trovare quel centroperduto nel più profondo di se stesso. Da quelmomento, sarà in comunicazione diretta con

quello Spirito Maggiore che gli è stato inviato dalCreatore. Potrà dunque conversare con lui. Dato

che questo lin-guaggio non è ilnostro linguaggiocomune ma il lin-guaggio angelico,questa conversa-zione avverrà tra-mite simboli,segni, “passi” dicui occorre posse-dere il codice perinterpretarli. I fa-mosi “passi” nonsono il fine maquesta visionenell’astrale signifi-cherà per l’opera-tore che egli èalfine in comuni-cazione con l’An-gelo Iniziatore.Allora soltanto, daquesta definitivaliberazione indivi-duale, sorgerà lagrande libera-zione collettivache permetterà laricostituzione del-l’Archetipo, poi lasua reintegrazionenel divino che asuo tempo loemanò. Abbando-nata a se stessadal suo emana-tore, la materia sidissolverà e saràallora “la fine delMondo” annun-ciata da tutte le

Tradizioni.L’essenza divina rioccuperà allora gradualmente

Preghiera a Dio – Voltaire , dal “Trattato sulla tolleranza”

Non è più dunque agli uomini che mi rivolgo; ma a te, Dio di tuttigli esseri, di tutti i mondi, di tutti i tempi:se è lecito che delle deboli creature, perse nell’immensità e impercet-tibili al resto dell’universo, osino domandare qualche cosa a te, chetutto hai donato,a te, i cui decreti sono e immutabili e eterni, degnati di guardare conmisericordia gli errori che derivano dalla nostra natura.Fa’ sì che questi errori non generino la nostra sventura.Tu non ci hai donato un cuore per odiarci l’un l’altro, né delle maniper sgozzarci a vicenda;fa’ che noi ci aiutiamo vicendevolmente a sopportare il fardello di unavita penosa e passeggera. Fa’ sì che le piccole differenze tra i vestitiche coprono i nostri deboli corpi,tra tutte le nostre lingue inadeguate, tra tutte le nostre usanze ridicole,tra tutte le nostre leggi imperfette, tra tutte le nostre opinioni insensate,tra tutte le nostre convinzioni così diseguali ai nostri occhi e così ugualidavanti a te,insomma che tutte queste piccole sfumature che distinguono gli atomichiamati “uomini” non siano altrettanti segnali di odio e di persecuzione.Fa’ in modo che coloro che accendono ceri in pieno giorno per cele-brarti sopportino coloro che si accontentano della luce del tuo sole;che coloro che coprono i loro abiti di una tela bianca per dire che bi-sogna amarti, non detestino coloro che dicono la stessa cosa sotto unmantello di lana nera;che sia uguale adorarti in un gergo nato da una lingua morta o inuno più nuovo.Fa’ che coloro il cui abito è tinto in rosso o in violetto, che dominano su unapiccola parte di un piccolo mucchio di fango di questo mondo,e che posseggono qualche frammento arrotondato di un certo metallo, gioi-scano senza inorgoglirsi di ciò che essi chiamano “grandezza” e “ricchezza”,e che gli altri li guardino senza invidia: perché tu sai che in queste cosevane non c’è nulla da invidiare, niente di cui inorgoglirsi.Possano tutti gli uomini ricordarsi che sono fratelli!Abbiano in orrore la tirannia esercitata sulle anime,come odiano il brigantaggio che strappa con la forza il frutto del la-voro e dell’attività pacifica!Se sono inevitabili i flagelli della guerra, non odiamoci, non laceria-moci gli uni con gli altri nei periodi di pace, ed impieghiamo il breveistante della nostra esistenza per benedire insieme in mille lingue di-verse, dal Siam alla California, la tua bontà che ci ha donato questo istante.

22 HORUS | SOVRANO GRAN SANTUARIO HARMONIUS 23N.5 - Novembre 2016 | HORUS

n giorno conobbi un si-gnore. Passate poche set-timane da quel giorno ciaccorgemmo di avere in-

teressi comuni tra i qualil'esoterismo. Mi consigliò

dei libri, mi chiese se medi-tavo... piano piano l'argomento diventòpressoché l'unico dei nostri discorsi.Così mi propose la via inizia-tica. La Massoneria. Io nefui felicissimo. E dopoqualche mese arrivò ilgiorno tanto atteso.Chiuso nel gabinetto di ri-flessione, guardandomiun po' attorno mi sonosentito come immersonello spazio. Ero iosolo in mezzo al nulla(le pareti nere con laluce fioca sembranoinfinite), nel silenzio...silenzio che cercavo di ripro-pormi anche mentalmente. Dopo aver visto isimboli, le scritte e gli oggetti simbolici che mi cir-condavano, ho chiuso gli occhi cercando di faremiei, per quanto possibile, i messaggi che avevoattorno. L'attesa della chiamata era interminabile.Ho pensato che anche questa facesse parte delsimbolismo: l'attesa, la pazienza, non mollare senon succede tutto e subito, non perdertid'animo... quando ormai credevo che ci avesseroripensato, qualcuno viene a chiamarmi: la miaguida. Chi decide di fare certe esperienze nonpuò muoversi da solo al buio ma necessita di es-sere accompagnato da una guida. Il profano in-fatti entra per chiedere la luce. Inizia il viaggioall'interno del tempio che in un primo momento

mi ha un po' disorientato. Tutto era permeato dicose che come frecce penetravano nel mio animo.Mi è rimasto impresso il rumore... quello dellepassioni da superare. Poi, dopo la terra che miero lasciato dietro, l'acqua, il fuoco... l'aria! L'ariasul terzo occhio ha spazzato via tutto il superfluo.Come se mi avesse svegliato dal sonno che stavo

facendo. Quando poi mi fu tolta la benda evidi tutti con la spada verso di me e con

la destra all'ordine ho davvero realiz-zato che questo non fosse un per-

corso per tutti. È stato come unennesimo avvertimento: tuttiin guardia, chiedendomi an-cora una volta se davvero po-tessero fidarsi di me, se ero lìdavvero con un cuore sin-

cero. Poi il momento com-movente in cui tutti mi

hanno riconosciutocome fratello.

Si entra da occidente(morte) e ci si rivolge

a oriente (nascita/rinascita). Unagrande energia mi ha attraversato il corpo dal-l'alto in basso per poi ritornare su come di ri-flesso, espandendosi attorno. È stato bellissimovedere la gioia negli occhi dei fratelli che parte-cipavano alla felicità di una persona che non ave-vamo mai visto prima. Ho sentito gli effetti diquell'energia positiva per giorni. È stata un'espe-rienza che ha lasciato il segno dentro di me. Ognigiorno ripercorrendola vi trovo qualcosa dinuovo. Lì tutto è sotto gli occhi di tutti.

Fr:. MumiahApprendista

HORUS, Quaderni di studio aperiodici del Sovrano Gran Santuario Harmonius.La pubblicazione è diretta dal Fr� Samkhiel.

I Fratelli interessati a pubblicare i loro contributi possono scrivere a questo indirizzo:[email protected]

www.memphismisraim.net

La direzione di HORUS si riserva ogni valutazione in merito,sentito il Sovrano Santuario

LE EMOZIONI DELLA PRIMA VOLTAUn Apprendista racconta le emozioni della prima volta. Una sera indimen-

ticabile in cui muore il vecchio Io e si entra nel vetro della distillazione