Climatizzazione nei beni storico-artistici Climatizzazione ... · 40 #43 Climatizzazione per il...

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#43 40 Galleria dei Sarcofagi Climatizzazione per il nuovo Museo Egizio di Torino Climatizzazione nei beni storico-artistici

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#4340Galleria dei Sarcofagi

Climatizzazioneper il nuovoMuseo Egizio

di Torino

Climatizzazione nei beni storico-artistici

#43 41

I L CAMBIAMENTO DEL MUSEO EGIZIO è stato avviato nel con l’istituzione della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, primo esempio in

Italia di gestione a partecipazione pubblico-privata, che ha reso possibile il conferimento delle colle-zioni da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e lo stanziamento dei fondi necessari da parte degli altri soci fondatori quali Città di Torino, Provincia di Torino, Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT.

«La sfi da architettonica rappresentata da una collezione di arte dell’Antico Egitto custodita in un palazzo del ’600 è stata note-vole. Numerosi sono, infatti, i vincoli imposti da un edifi cio così antico che spesso limi-tano e condizionano l’intervento dell’archi-tetto. Inoltre, una collezione come quella del Museo Egizio ha necessità espositive e conservative molto particolari. Non posso che ribadire l’importanza di un progetto tanto delicato quanto innovativo, oltre che ricordare il clima di estrema collabo-razione riscontrato nel gruppo di lavoro»[arch. Aimaro Oreglia d’Isola, presentazione del progetto alla stampa, 2009]

Epoca Tarda

Figura – Il Collegio dei Nobili, sede del Museo Egizio di Torino

Deir El Medina

Epoca Predinastica/Antico Regno

La progettazione, la direzione lavori e il collaudo degli impianti di climatizzazione del nuovo Museo Egizio di Torino hanno richiesto non solo competenze impiantistiche ma anche passione e capacità di interagire in un gruppo di progettazione multidisciplinare e con un Committente molto esigente

di G. Bonfante e M. Filippi*

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Climatizzazioneper il nuovoMuseo Egizio

di Torino

#43 41

I L CAMBIAMENTO DEL MUSEO EGIZIO è stato avviato nel con l’istituzione della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino, primo esempio in

Italia di gestione a partecipazione pubblico-privata, che ha reso possibile il conferimento delle colle-zioni da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e lo stanziamento dei fondi necessari da parte degli altri soci fondatori quali Città di Torino, Provincia di Torino, Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT.

«La sfi da architettonica rappresentata da una collezione di arte dell’Antico Egitto custodita in un palazzo del ’600 è stata note-vole. Numerosi sono, infatti, i vincoli imposti da un edifi cio così antico che spesso limi-tano e condizionano l’intervento dell’archi-tetto. Inoltre, una collezione come quella del Museo Egizio ha necessità espositive e conservative molto particolari. Non posso che ribadire l’importanza di un progetto tanto delicato quanto innovativo, oltre che ricordare il clima di estrema collabo-razione riscontrato nel gruppo di lavoro»[arch. Aimaro Oreglia d’Isola, presentazione del progetto alla stampa, 2009]

Epoca Tarda

Figura – Il Collegio dei Nobili, sede del Museo Egizio di Torino

Deir El Medina

Epoca Predinastica/Antico Regno

La progettazione, la direzione lavori e il collaudo degli impianti di climatizzazione del nuovo Museo Egizio di Torino hanno richiesto non solo competenze impiantistiche ma anche passione e capacità di interagire in un gruppo di progettazione multidisciplinare e con un Committente molto esigente

di G. Bonfante e M. Filippi*

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L’allestimento permette la per-cezione del contesto architettonico di cui il museo è ospite e la visione d’insieme delle collezioni nella loro esposizione corale si alterna con la possibilità di uno studio attento e rav-vicinato del singolo reperto: accanto alle lapidi e alle statue, gli eccezionali reperti, che sono i veri protagonisti del museo, galleggiano dentro più di cento trasparenti teche di medie e grandi dimensioni, come mostrato nelle immagini in apertura.

Gli spazi necessari alla gestione del Museo, che hanno un accesso indipendente, occupano gli ultimi livelli e sono direttamente colle-gati alle sale espositive e ai depo-siti. Inoltre nella Manica Schiapparelli si trovano una biblioteca e una caf-fetteria con roof garden.

Il progetto e la realizzazione degli impianti di climatizzazione

È stato oggetto del progetto di climatizzazione un volume costruito di . m³ e l’importo dei lavori è risultato pari a circa .. €.

La particolarità del manufatto edilizio, che presenta notevoli diso-mogeneità a causa degli interventi succedutisi in varie epoche, e le dif-ferenti destinazioni d’uso degli spazi così come previste a progetto hanno richiesto un notevole sforzo nell’in-dividuazione di soluzioni impiantisti-che il più possibile ripetitive, ma, allo stesso tempo, valide in termini presta-zionali e accettabili in termini estetici.

Fin dall’inizio, in sede di pro-gettazione, sono state aff rontate le tematiche della conservazione dei reperti, in stretta collaborazione con i responsabili della tutela del patri-monio museale, individuando idonei

Il progetto ha riguardato il primo museo nella storia interamente dedicato all’arte e alla cultura dell’Antico Egitto, già inserito nel seicentesco Collegio dei Nobili a Torino, in Figura , sede anche dell’Acca-demia delle Scienze e della Galleria Sabauda, com-portandone un profondo rinnovamento al fi ne di riportare uno dei gioielli dell’off erta culturale ita-liana in linea con gli attuali parametri internazionali.

Il progetto ha assegnato al nuovo Museo oltre . m di spazi nuovi e restaurati e oltre mille metri lineari di nuove vetrine pronte a ospitare, esporre e valorizzare circa . pezzi scelti tra gli oltre . conservati dal Museo.

Con il progetto, oltre a raddoppiare l’originale superfi cie del Museo, sono state risolte questioni fondamentali quali gli accessi e i collegamenti verticali e orizzontali, il recupero dell’immagine dell’edifi cio, la rifunzionalizzazione degli spazi esi-stenti, l’invenzione di nuove superfi ci, l’imposta-zione di uno schema di allestimento che preserva e valorizza l’edifi cio, restituendo dignità e spet-tacolarità alla collezione.

Ai volumi storici dell’originario Museo e della preesistente Galleria Sabauda, recuperati e restau-rati per le funzioni espositive, sono stati aggiunti tre nuovi piani, scavati al di sotto della corte, per dare ampio respiro ai servizi dell’accoglienza, alle cen-trali energetiche e ai depositi dei reperti museali. Inoltre, sono stati recuperati tutti i sottotetti, nei quali sono state allocate le unità di trattamento dell’aria e una centrale termica, a servizio sia del Museo che dell’adiacente Accademia delle Scienze.

Nel nuovo Museo il fl usso dei visitatori viene indirizzato prima alla grande sala ipogea sotto la corte, cui ampi lucernari garantiscono luce natu-rale e dove vi sono le aree destinate all’accoglienza quali biglietteria, bookshop e laboratori didattici, poi, mediante un collegamento verticale garan-tito da ascensori e scale mobili e accompagnato dal tracciato del Nilo, aff ascinante installazione di Dante Ferretti, direttamente al più alto piano museale, una grande sala a tre livelli lunga m, dove inizia il percorso di visita. Dagli ultimi piani i visitatori attraversano le sale e scendono verso il basso seguendo il percorso delle scale stori-che dell’edifi cio.

Figura – Analisi della distribuzione delle temperature in una sala espositiva in presenza di una vetrina (condizioni di progetto estive)

Figura – Particolari di costruzione

Salone ipogeo – pannelli radianti

Lucernari – diff usione aria

Ventilconvettori con rivestimento fonoassorbente

Roof Garden – ventilconvettori a pavimento

HVAC SYSTEMS FOR THE NEW EGYPTIAN MUSEUM IN TURINThe fi rst day of April 2015 a new Museum of the Egyptian antiquities was born in Turin (Italy). It is the only museum other than the Cairo Museum that is dedicated solely to Egyptian art and culture. About 26.000 artifacts have found their place in the same ancient building (Collegio dei Nobili) in which the old Museum, founded in 1824, and the Painting Gallery of the House of Savoy were hosted. The project consisted in the deep renovation of more than 10.000 square meters of the existing building: reception and exhibition halls, deposits, HVAC systems, electrical systems, heat and cold generation, power station were re-designed and achieved. The con-struction activities were carried out with the museum open and visitors inside. In this article the designer of the HVAC system and the commissioning agent briefl y tell the story of the project. They highlight design challenges, technological solutions, details of the development of the work, and commissioning process in order to give an idea of the complexity of the project and of the diffi -culties encountered in transforming the historic building into a modern museum. For this project the designer of the HVAC systems received the 2015 award of the European Association for Renewable Energy.Keywords: deep renovation, historic building, museum, Egyptian antiquities, HVAC systems design, HVAC systems commissioning

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con conseguente riduzione delle dimensioni delle condotte aerauliche, delle unità di trat-tamento aria e della realizzazione di soluzioni impiantistiche reversibili. In questi ambienti la temperatura dell’aria è controllata prevalente-mente mediante pannelli radianti a pavimento, in grado di reagire alle variazioni locali di carico termico; sono anche presenti radiatori nei ser-vizi igienici e ventilconvettori di quattro diff e-renti tipologie: incassati a pavimento, incassati a parete o a soffi tto, verticali in vista. Al fi ne di incrementare l’effi cienza del sistema di produ-zione dell’energia termica, tutti i terminali ad acqua sono stati dimensionati per funzionare con acqua calda a bassa temperatura.In Figura sono riportate alcune immagini

che si riferiscono alle diverse tipologie di termi-nali ad acqua e ad aria installati.

I grandi numeri che caratterizzano la dimensione del progetto di climatizzazione sono i seguenti:• . m di pannelli radianti a pavimento;• ventilconvettori;• radiatori;• unità di trattamento dell’aria;• diff usori di aria in ambiente, di più tipologie.

Le soluzioni studiate in fase di progetto per la diff usione dell’aria in ambiente sono state sup-portate da analisi termo-fl uidodinamiche sia per valutarne l’effi cacia, sia per mettere in luce even-tuali criticità connesse con la presenza di vetrine museali di grandi dimensioni: in Figura si può vedere come la posizione della vetrina posta di fronte al diff usore dell’aria a parete genera il feno-meno della formazione di una sacca di aria fredda a monte della vetrina e di una disuniformità della distribuzione delle temperature nell’ambiente nel suo complesso. I risultati dell’analisi portarono alla scelta di vetrine rialzate dal pavimento, in modo da consentire la miscelazione dell’aria immessa e dell’aria ambiente ed evitare così la disuniformità di temperatura, ma in fase esecutiva la soluzione progettuale fu poi oggetto di ulteriore modifi ca in relazione a mutate esigenze allestitive.

Inoltre, nell’ambito del progetto è stato stu-diato il disturbo acustico prodotto dagli impianti di climatizzazione, al fi ne di individuare soluzioni atte a contenere il livello di rumore di fondo e il fenomeno della riverberazione sonora tipica dei grandi volumi confi nati.

Particolare attenzione è stata posta all’acu-stica del salone ipogeo di accoglienza (Figura .). In Figura . è riportata la mappa dello Speech Transmission Index STI, ottenuta mediante simula-zione numerica. Dalla mappa emerge che all’interno dell’ambiente i valori di STI (Speech Transmission Index) sono superiori a , in tutti i punti e quindi si ha una classe di qualità della comunicazione buona. Inoltre, si osserva una distribuzione uni-forme dell’indice all’interno dell’ambiente, indi-cativo di condizioni ottimali per l’intelligibilità della parola.

collocate le vetrine e quelli di umidità relativa vengono mantenuti coerenti con le esigenze di conservazione utilizzando sistemi di stabiliz-zazione di tipo passivo; invero in sede proget-tuale erano state previste vetrine dotate di un impianto di controllo dell’umidità relativa, ma in un secondo tempo la direzione del Museo ha deciso di rinunciare a tale soluzione;

c. i macro-ambienti destinati a sale espositive e ad attività collaterali al museo, quali uffi ci, caf-fetteria, bookshop e biglietteria, in cui le con-dizioni termoigrometriche e la qualità dell’aria sono gestiti con ampi margini di tolleranza, garantendo comunque le migliori condizioni di comfort per i visitatori e per il personale del museo. Laddove non vi sono specifi che esigenze di conservazione da soddisfare, in quanto al di fuori delle vetrine sono esposti in prevalenza reperti lapidei, si utilizzano impianti misti aria-acqua con controllo dell’umidità relativa a larga tolleranza (± %): in questo modo si evita di immettere le grandi portate di aria che sareb-bero necessarie per mantenere stabile l’umidità relativa e si immettono soltanto le portate di aria esterna atte a fornire la necessaria ventilazione in relazione alla prevista affl uenza di visitatori,

livelli prestazionali e soluzioni proget-tuali. Per soddisfare le esigenze fre-quentemente confl ittuali tra comfort delle persone e conservazione dei reperti si sono classifi cate tre diverse tipologie di ambienti climatizzati:a. i macro-ambienti destinati a depo-

siti, in cui le condizioni termoigro-metriche e la qualità dell’aria sono gestiti con stretti margini di tolle-ranza, specie per l’umidità relativa (± %), in ragione delle necessità di soddisfare esclusivamente le esigenze di conservazione; allo scopo sono stati installati impianti a tutt’aria;

b. i micro-ambienti delle vetrine, in cui i reperti vengono tenuti in condizioni termoigrometriche e di qualità dell’aria controllate in funzione delle loro specifi che esi-genze di conservazione, mediante sistemi di controllo autonomi e integrati nell’allestimento. I valori di temperatura dell’aria sono quelli delle sale espositive in cui sono

Figura . – Mappa di STI all’interno del salone ipogeo nel caso di sforzo vocale “normale” e sorgenti sonore

Figura . – Salone ipogeo di accoglienza

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HVAC SYSTEMS FOR THE NEW EGYPTIAN MUSEUM IN TURIN

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con conseguente riduzione delle dimensioni delle condotte aerauliche, delle unità di trat-tamento aria e della realizzazione di soluzioni impiantistiche reversibili. In questi ambienti la temperatura dell’aria è controllata prevalente-mente mediante pannelli radianti a pavimento, in grado di reagire alle variazioni locali di carico termico; sono anche presenti radiatori nei ser-vizi igienici e ventilconvettori di quattro diff e-renti tipologie: incassati a pavimento, incassati a parete o a soffi tto, verticali in vista. Al fi ne di incrementare l’effi cienza del sistema di produ-zione dell’energia termica, tutti i terminali ad acqua sono stati dimensionati per funzionare con acqua calda a bassa temperatura.In Figura sono riportate alcune immagini

che si riferiscono alle diverse tipologie di termi-nali ad acqua e ad aria installati.

I grandi numeri che caratterizzano la dimensione del progetto di climatizzazione sono i seguenti:• . m di pannelli radianti a pavimento;• ventilconvettori;• radiatori;• unità di trattamento dell’aria;• diff usori di aria in ambiente, di più tipologie.

Le soluzioni studiate in fase di progetto per la diff usione dell’aria in ambiente sono state sup-portate da analisi termo-fl uidodinamiche sia per valutarne l’effi cacia, sia per mettere in luce even-tuali criticità connesse con la presenza di vetrine museali di grandi dimensioni: in Figura si può vedere come la posizione della vetrina posta di fronte al diff usore dell’aria a parete genera il feno-meno della formazione di una sacca di aria fredda a monte della vetrina e di una disuniformità della distribuzione delle temperature nell’ambiente nel suo complesso. I risultati dell’analisi portarono alla scelta di vetrine rialzate dal pavimento, in modo da consentire la miscelazione dell’aria immessa e dell’aria ambiente ed evitare così la disuniformità di temperatura, ma in fase esecutiva la soluzione progettuale fu poi oggetto di ulteriore modifi ca in relazione a mutate esigenze allestitive.

Inoltre, nell’ambito del progetto è stato stu-diato il disturbo acustico prodotto dagli impianti di climatizzazione, al fi ne di individuare soluzioni atte a contenere il livello di rumore di fondo e il fenomeno della riverberazione sonora tipica dei grandi volumi confi nati.

Particolare attenzione è stata posta all’acu-stica del salone ipogeo di accoglienza (Figura .). In Figura . è riportata la mappa dello Speech Transmission Index STI, ottenuta mediante simula-zione numerica. Dalla mappa emerge che all’interno dell’ambiente i valori di STI (Speech Transmission Index) sono superiori a , in tutti i punti e quindi si ha una classe di qualità della comunicazione buona. Inoltre, si osserva una distribuzione uni-forme dell’indice all’interno dell’ambiente, indi-cativo di condizioni ottimali per l’intelligibilità della parola.

collocate le vetrine e quelli di umidità relativa vengono mantenuti coerenti con le esigenze di conservazione utilizzando sistemi di stabiliz-zazione di tipo passivo; invero in sede proget-tuale erano state previste vetrine dotate di un impianto di controllo dell’umidità relativa, ma in un secondo tempo la direzione del Museo ha deciso di rinunciare a tale soluzione;

c. i macro-ambienti destinati a sale espositive e ad attività collaterali al museo, quali uffi ci, caf-fetteria, bookshop e biglietteria, in cui le con-dizioni termoigrometriche e la qualità dell’aria sono gestiti con ampi margini di tolleranza, garantendo comunque le migliori condizioni di comfort per i visitatori e per il personale del museo. Laddove non vi sono specifi che esigenze di conservazione da soddisfare, in quanto al di fuori delle vetrine sono esposti in prevalenza reperti lapidei, si utilizzano impianti misti aria-acqua con controllo dell’umidità relativa a larga tolleranza (± %): in questo modo si evita di immettere le grandi portate di aria che sareb-bero necessarie per mantenere stabile l’umidità relativa e si immettono soltanto le portate di aria esterna atte a fornire la necessaria ventilazione in relazione alla prevista affl uenza di visitatori,

livelli prestazionali e soluzioni proget-tuali. Per soddisfare le esigenze fre-quentemente confl ittuali tra comfort delle persone e conservazione dei reperti si sono classifi cate tre diverse tipologie di ambienti climatizzati:a. i macro-ambienti destinati a depo-

siti, in cui le condizioni termoigro-metriche e la qualità dell’aria sono gestiti con stretti margini di tolle-ranza, specie per l’umidità relativa (± %), in ragione delle necessità di soddisfare esclusivamente le esigenze di conservazione; allo scopo sono stati installati impianti a tutt’aria;

b. i micro-ambienti delle vetrine, in cui i reperti vengono tenuti in condizioni termoigrometriche e di qualità dell’aria controllate in funzione delle loro specifi che esi-genze di conservazione, mediante sistemi di controllo autonomi e integrati nell’allestimento. I valori di temperatura dell’aria sono quelli delle sale espositive in cui sono

Figura . – Mappa di STI all’interno del salone ipogeo nel caso di sforzo vocale “normale” e sorgenti sonore

Figura . – Salone ipogeo di accoglienza

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energetico alla legislazione vigente sullo sfruttamento delle energie rin-novabili, D.Lgs. /, sebbene l’e-difi cio avesse potuto derogare al Decreto. Valori di COP medi stagio-nali pari a , e valori di EER variabili fra , (% del carico nominale) e , (% del carico nominale) por-tano al % la percentuale di coper-tura con energia rinnovabile.

Per quanto riguarda l’esecu-zione dei lavori, il coordinamento

dell’edifi cio, che è costituita da caldaie a con-densazione in acciaio inox, complete di brucia-tori a premiscelazione a bassa emissione di NOx, modulanti, con potenzialità termica di kW (tem-peratura dell’acqua calda °C) e che ha anche funzione di back-up nei confronti della centrale termofrigorifera.

La soluzione progettuale adottata, refrigera-tori d’acqua con possibilità di funzionamento in pompa di calore e alimentati da acqua di falda a una temperatura costante tutto l’anno (circa °C), ha consentito l’adeguamento del sistema

Per quanto riguarda la produzione di energia termica e frigorifera, tutte le macchine più rumo-rose, pesanti e ingombranti sono state collocate nel piano interrato dell’edifi cio, sotto la grande sala ipogea destinata all’accoglienza; il sottotetto, come si è detto in precedenza, è stato utilizzato per la collocazione della centrale termica e delle unità di trattamento dell’aria, ripercorrendo una soluzione già adottata in un precedente pro-getto, il riallestimento della Galleria Sabauda, a cura dell’arch. Barbiano di Belgioioso e della dott.ssa Tardito Amerio nel al fi ne di non impat-tare sugli spazi espositivi. La collocazione delle macchine pesanti e rumorose nel secondo semin-terrato e di quelle meno pesanti, ma pur sempre rumorose, nel sottotetto ha consentito di conte-nere sia il rumore all’interno degli ambienti museali sia il disturbo acustico verso l’esterno.

La centrale termofrigorifera ipogea è compo-sta da refrigeratori d’acqua con compressore a vite raff reddati ad acqua di falda, con potenzialità frigorifera di kW (acqua refrigerata a °C) e, in funzionamento a pompa di calore, con potenza termica di kW (acqua calda a °C); una serie di scambiatori di calore a piastre che garantiscono lo scambio termico delle macchine frigorifere con la sorgente geotermica (prelievo di calore durante il funzionamento invernale e cessione di calore durante la stagione estiva); pozzi di emungi-mento dell’acqua di falda di portata nominale di l/s; pozzo di restituzione dell’acqua di falda di portata nominale di l/s e un sistema di pro-duzione di acqua calda sanitaria.

La soluzione impiantistica adottata consente di poter disporre contemporaneamente di acqua calda e di acqua refrigerata. In questo modo, durante le mezze stagioni, può essere ulteriormente mas-simizzata l’effi cienza del sistema di produzione recuperando l’energia frigorifera resa disponibile dalle pompe di calore che, diversamente, ver-rebbe dispersa cedendola alla sola acqua di falda. In Figura è presentato lo schema di funziona-mento della centrale termofrigorifera in regime estivo e invernale.

Al di sotto della centrale termofrigorifera è presente una grande vasca in muratura imper-meabilizzata, suddivisa in due sezioni, ciascuna delle quali, della capacità di circa m³, ha le seguenti funzioni: sezione di stoccaggio e accu-mulo dell’acqua di falda prelevata dai pozzi di emungimento, utilizzata quale sorgente termica nel periodo invernale e dispersore termico nel periodo estivo, e sezione di reimmissione e accu-mulo dell’acqua di falda utilizzata dalle pompe di calore o dai refrigeratori, in caso di eccesso di portata, al fi ne di equilibrare la portata del pozzo di restituzione.

Nel sottotetto dell’edifi cio, in Figura , è ubi-cata la centrale termica a servizio delle utenze ad alta temperatura del Museo e dell’Accademia delle Scienze, Ente che condivide con il Museo parte

Figura – Schemi di funzionamento della centrale termofrigorifera in regime estivo (sopra) e in regime invernale (sotto)

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generale tra gli architetti, i restauratori, i direttori dei lavori operativi (strutture e impianti) e gli enti di vigilanza esterni non è stato semplice e non poche volte è stato risolutivo l’intervento diretto del Committente.

La direzione lavori è stata molto impegna-tiva, con più di riunioni per le varie discipline e innumerevoli sopralluoghi e con particolari dif-fi coltà connesse al mantenimento in funzione del Museo durante tutta la durata del cantiere e al perseguimento di due obiettivi di avanza-mento lavori: quello dell’apertura al pubblico degli ambienti ipogei e del contestuale passag-gio del cantiere ai piani superiori (prima inaugura-zione: //) e quello dell’apertura generale al pubblico, che doveva anticipare l’avvio dell’e-sposizione universale Expo (seconda inau-gurazione: //).

Inoltre, come è noto, nella riqualifi cazione di un edifi cio storico nel centro di una città metro-politana non c’è nulla di semplice, dall’approvvi-gionamento dei materiali alla loro installazione nel manufatto edilizio architettonico. Sicuramente una fase critica che merita di essere ricordata è stata quella connessa al trasporto dal piano stradale al secondo piano interrato nella corte interna dei refrigeratori d’acqua, con un tiro in alto di appa-recchiature da quintali, sorvolando un edifi cio storico di grande valore architettonico e con un prezioso contenuto, come mostrato in Figura .

Il collaudo degli impianti di climatizzazione

Le attività di collaudo in corso d’opera, fun-zionale e prestazionale, sono state formalmente svolte in due successive fasi, in coerenza logica e temporale con l’analoga suddivisione dei lavori.

Al termine della prima fase, ad agosto , erano state realizzate le opere relative alla centrale termofrigorifera, a delle unità di trattamento aria e a una parte degli impianti di climatizzazione, quelli a servizio dei depositi interrati, della biblio-teca, provvisoriamente utilizzata come uffi ci, e delle nuove aree espositive già visitabili. La rego-lazione delle macchine avveniva prevalentemente in locale, anche se il sistema di supervisione e regolazione del sistema impiantistico, il BMS, era già parzialmente funzionante. Gli esiti dei moni-toraggi di temperatura e umidità relativa dell’a-ria eseguiti non risultarono soddisfacenti, vuoi per intempestivi interventi sui sistemi di regola-zione, vuoi per inesperienza dei conduttori. Fu inoltre richiesta la sostituzione di una serie di ven-tilconvettori a pavimento per eccessiva rumo-rosità e si consigliò l’installazione di contatori di energia termica ed elettrica dedicati alla verifi ca dell’effi cienza energetica dei refrigeratori/pompe di calore installati nella centrale termofrigorifera.

Considerando la natura dei sistemi impianti-stici installati, il collaudo funzionale e prestazio-nale vero e proprio venne eff ettuato al termine

Figura – Trasporto delle pompe di calore sopra l’edifi cio storico

Figura – Piano sottotetto: centrale termica (sopra); unità di trattamento d’aria e distribuzione dei fl uidi (sotto)

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energetico alla legislazione vigente sullo sfruttamento delle energie rin-novabili, D.Lgs. /, sebbene l’e-difi cio avesse potuto derogare al Decreto. Valori di COP medi stagio-nali pari a , e valori di EER variabili fra , (% del carico nominale) e , (% del carico nominale) por-tano al % la percentuale di coper-tura con energia rinnovabile.

Per quanto riguarda l’esecu-zione dei lavori, il coordinamento

dell’edifi cio, che è costituita da caldaie a con-densazione in acciaio inox, complete di brucia-tori a premiscelazione a bassa emissione di NOx, modulanti, con potenzialità termica di kW (tem-peratura dell’acqua calda °C) e che ha anche funzione di back-up nei confronti della centrale termofrigorifera.

La soluzione progettuale adottata, refrigera-tori d’acqua con possibilità di funzionamento in pompa di calore e alimentati da acqua di falda a una temperatura costante tutto l’anno (circa °C), ha consentito l’adeguamento del sistema

Per quanto riguarda la produzione di energia termica e frigorifera, tutte le macchine più rumo-rose, pesanti e ingombranti sono state collocate nel piano interrato dell’edifi cio, sotto la grande sala ipogea destinata all’accoglienza; il sottotetto, come si è detto in precedenza, è stato utilizzato per la collocazione della centrale termica e delle unità di trattamento dell’aria, ripercorrendo una soluzione già adottata in un precedente pro-getto, il riallestimento della Galleria Sabauda, a cura dell’arch. Barbiano di Belgioioso e della dott.ssa Tardito Amerio nel al fi ne di non impat-tare sugli spazi espositivi. La collocazione delle macchine pesanti e rumorose nel secondo semin-terrato e di quelle meno pesanti, ma pur sempre rumorose, nel sottotetto ha consentito di conte-nere sia il rumore all’interno degli ambienti museali sia il disturbo acustico verso l’esterno.

La centrale termofrigorifera ipogea è compo-sta da refrigeratori d’acqua con compressore a vite raff reddati ad acqua di falda, con potenzialità frigorifera di kW (acqua refrigerata a °C) e, in funzionamento a pompa di calore, con potenza termica di kW (acqua calda a °C); una serie di scambiatori di calore a piastre che garantiscono lo scambio termico delle macchine frigorifere con la sorgente geotermica (prelievo di calore durante il funzionamento invernale e cessione di calore durante la stagione estiva); pozzi di emungi-mento dell’acqua di falda di portata nominale di l/s; pozzo di restituzione dell’acqua di falda di portata nominale di l/s e un sistema di pro-duzione di acqua calda sanitaria.

La soluzione impiantistica adottata consente di poter disporre contemporaneamente di acqua calda e di acqua refrigerata. In questo modo, durante le mezze stagioni, può essere ulteriormente mas-simizzata l’effi cienza del sistema di produzione recuperando l’energia frigorifera resa disponibile dalle pompe di calore che, diversamente, ver-rebbe dispersa cedendola alla sola acqua di falda. In Figura è presentato lo schema di funziona-mento della centrale termofrigorifera in regime estivo e invernale.

Al di sotto della centrale termofrigorifera è presente una grande vasca in muratura imper-meabilizzata, suddivisa in due sezioni, ciascuna delle quali, della capacità di circa m³, ha le seguenti funzioni: sezione di stoccaggio e accu-mulo dell’acqua di falda prelevata dai pozzi di emungimento, utilizzata quale sorgente termica nel periodo invernale e dispersore termico nel periodo estivo, e sezione di reimmissione e accu-mulo dell’acqua di falda utilizzata dalle pompe di calore o dai refrigeratori, in caso di eccesso di portata, al fi ne di equilibrare la portata del pozzo di restituzione.

Nel sottotetto dell’edifi cio, in Figura , è ubi-cata la centrale termica a servizio delle utenze ad alta temperatura del Museo e dell’Accademia delle Scienze, Ente che condivide con il Museo parte

Figura – Schemi di funzionamento della centrale termofrigorifera in regime estivo (sopra) e in regime invernale (sotto)

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generale tra gli architetti, i restauratori, i direttori dei lavori operativi (strutture e impianti) e gli enti di vigilanza esterni non è stato semplice e non poche volte è stato risolutivo l’intervento diretto del Committente.

La direzione lavori è stata molto impegna-tiva, con più di riunioni per le varie discipline e innumerevoli sopralluoghi e con particolari dif-fi coltà connesse al mantenimento in funzione del Museo durante tutta la durata del cantiere e al perseguimento di due obiettivi di avanza-mento lavori: quello dell’apertura al pubblico degli ambienti ipogei e del contestuale passag-gio del cantiere ai piani superiori (prima inaugura-zione: //) e quello dell’apertura generale al pubblico, che doveva anticipare l’avvio dell’e-sposizione universale Expo (seconda inau-gurazione: //).

Inoltre, come è noto, nella riqualifi cazione di un edifi cio storico nel centro di una città metro-politana non c’è nulla di semplice, dall’approvvi-gionamento dei materiali alla loro installazione nel manufatto edilizio architettonico. Sicuramente una fase critica che merita di essere ricordata è stata quella connessa al trasporto dal piano stradale al secondo piano interrato nella corte interna dei refrigeratori d’acqua, con un tiro in alto di appa-recchiature da quintali, sorvolando un edifi cio storico di grande valore architettonico e con un prezioso contenuto, come mostrato in Figura .

Il collaudo degli impianti di climatizzazione

Le attività di collaudo in corso d’opera, fun-zionale e prestazionale, sono state formalmente svolte in due successive fasi, in coerenza logica e temporale con l’analoga suddivisione dei lavori.

Al termine della prima fase, ad agosto , erano state realizzate le opere relative alla centrale termofrigorifera, a delle unità di trattamento aria e a una parte degli impianti di climatizzazione, quelli a servizio dei depositi interrati, della biblio-teca, provvisoriamente utilizzata come uffi ci, e delle nuove aree espositive già visitabili. La rego-lazione delle macchine avveniva prevalentemente in locale, anche se il sistema di supervisione e regolazione del sistema impiantistico, il BMS, era già parzialmente funzionante. Gli esiti dei moni-toraggi di temperatura e umidità relativa dell’a-ria eseguiti non risultarono soddisfacenti, vuoi per intempestivi interventi sui sistemi di regola-zione, vuoi per inesperienza dei conduttori. Fu inoltre richiesta la sostituzione di una serie di ven-tilconvettori a pavimento per eccessiva rumo-rosità e si consigliò l’installazione di contatori di energia termica ed elettrica dedicati alla verifi ca dell’effi cienza energetica dei refrigeratori/pompe di calore installati nella centrale termofrigorifera.

Considerando la natura dei sistemi impianti-stici installati, il collaudo funzionale e prestazio-nale vero e proprio venne eff ettuato al termine

Figura – Trasporto delle pompe di calore sopra l’edifi cio storico

Figura – Piano sottotetto: centrale termica (sopra); unità di trattamento d’aria e distribuzione dei fl uidi (sotto)

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della seconda fase, aprile , e si concluse solo nell’estate del suc-cessivo anno, sia perché nei primi mesi l’impresa dovette procedere a eseguire dei lavori di perfeziona-mento, sia perché il collaudo pre-stazionale consistette nella verifi ca della prestazione dell’impianto di cli-matizzazione attraverso un monito-raggio ambientale di temperatura e umidità relativa dell’aria protrat-tosi per un intero anno, da luglio a giugno .

Il collaudo di seconda fase non poteva prescindere da quanto già osservato nelle precedenti opera-zioni di collaudo e comportò, ove ritenuto necessario e con la piena disponibilità dell’Appaltatore, ogni indispensabile opera di perfeziona-mento degli impianti già realizzati e collaudati in precedenza.

Già nel capitolato speciale d’ap-palto era previsto il monitoraggio in continuo degli impianti di climatiz-zazione per un periodo di tempo comprendente una intera e conse-cutiva stagione invernale e una intera e consecutiva stagione estiva. A par-tire dall’ luglio , il Collaudatore avviò una campagna di monitorag-gio ambientale in ambienti al fi ne di verifi care l’adeguato dimensiona-mento degli impianti, il corretto inter-vento dei sistemi di regolazione e controllo e la veridicità delle informa-zioni fornite sul cruscotto del BMS. I valori di temperatura, T, e umidità relativa, UR, dell’aria furono rilevati, per tutto il periodo di monitoraggio, ogni minuti. L’attività di monito-raggio terminò in data agosto , producendo nell’insieme rapporti periodici, di volta in volta discussi con il conduttore degli impianti, il progettista e l’impresa appaltatrice.

Nelle Figure e sono riportate, a titolo esemplifi cativo, due schede tratte dai rapporti di collaudo con gli esiti del monitoraggio ambien-tale relativo a due diversi ambienti e a due diversi periodi.

Per ciascuno dei punti moni-torati e per ciascun periodo consi-derato i rapporti di monitoraggio contengono i valori medi, massimi e minimi di T e UR rilevati nel periodo, gli istogrammi con la distribuzione in frequenza dei valori, gli indici di scostamento, PI+ e PI-, rispetto ai valori di set point di volta in volta

Figura – Esiti di monitoraggio ambientale: Sala – Soppalco; novembre-dicembre

Figura – Esiti di monitoraggio ambientale in sede di collaudo: Sala – Tomba degli Ignoti; agosto

#43 47

European Association for Renewable Energy): il progetto è infatti stato premiato per l’applicazione di soluzioni di risparmio energetico nell’ambito della riqualifi cazione di edifi ci storici. La cerimo-nia di consegna del Premio si è tenuta presso Waldstein Palace di Praga.

Il nuovo Museo Egizio di Torino, grazie anche agli impianti di climatizzazione realizzati, è stato oggetto di uno straordinario e radicale rilancio che lo ha portato a valorizzare e rendere piena-mente fruibili i grandi tesori della sua collezione, esso è oggi uno dei musei maggiormente visi-tati in Italia. Nei primi mesi di apertura il museo ha accolto più di un milione di visitatori.

* Giuseppe Bonfante, PROECO, Torino Marco Filippi, Politecnico di Torino

– Past President di AiCARR

una temperatura dell’aria molto bassa, pari a ± °C, assai inferiore a quella prevista a progetto, ± °C. Si è spiegato al Committente che, pur risul-tando le unità di trattamento in grado di bilanciare i carichi termici sensibili anche con bassa tem-peratura ambiente, dimostrando un certo sovra-dimensionamento, le macchine frigorifere e le batterie delle stesse unità di trattamento dell’a-ria non erano in grado di deumidifi care l’aria a tal punto da ottenere valori di umidità relativa in ambiente dell’ordine del -% con temperature dell’ordine di - °C. La direzione del Museo ha prediletto l’ottenimento di basse temperature in ambiente, anche con qualche protesta dei visita-tori, piuttosto che il mantenimento dell’umidità relativa entro l’intervallo di tolleranza concordato in sede di progetto.

ConclusioneLa progettazione, la direzione lavori e il col-

laudo degli impianti di climatizzazione del nuovo Museo Egizio di Torino hanno richiesto non solo competenze impiantistiche, ma anche passione e capacità di interagire in un gruppo di proget-tazione multidisciplinare e con un Committente molto esigente.

La realizzazione ha completamente soddisfatto le attese, come dimostrano gli esiti delle attività di collaudo prestazionale, l’assenza di carenze funzio-nali, la generale soddisfazione del Committente e, non ultimo, il crescente numero di visitatori.

Nell’anno il progetto ha ricevuto un impor-tante riconoscimento da parte di EUROSOLAR (The

stabiliti dalla direzione del Museo, i diagrammi T-UR che mettono espli-citamente in evidenza gli scosta-menti rispetto alle attese.

Negli istogrammi si legge la distribuzione in frequenza dei valori assunti dalla grandezza misurata nel periodo di misura e la curva della frequenza cumulata. In tale rap-presentazione non è rintracciabile il momento in cui si è verifi cato un superamento dei valori di set point, ma appare subito evidente se tale superamento vi è stato e se, in ter-mini di frequenza, è stato signifi -cativo oppure no. Essendo poi la frequenza cumulata la somma della frequenza assoluta di un valore e di quelle dei valori che lo precedono, ogni percentuale indicata sull’asse delle ordinate corrisponde alla per-centuale di dati rilevati che si sono mantenuti al di sotto del corrispon-dente valore della grandezza indicato sull’asse delle ascisse e si possono facilmente individuare le percentuali di tempo in cui il valore della gran-dezza è stato inferiore o superiore ai imiti predefi niti. Tali percentuali consentono di esprimere in forma sintetica un giudizio sulla qualità dell’ambiente defi nendo un indice di prestazione, PI, che rappresenta la percentuale di dati rilevati che sono risultati all’interno dell’inter-vallo di accettabilità oppure sono risultati superiori (PI+) o inferiori (PI-). Un elevato valore di PI è rappresen-tativo della capacità dell’impianto di climatizzazione e del suo sistema di regolazione e controllo di con-tenere le variazioni del microclima indotte da fattori esterni o interni.

Anche nei diagrammi T-UR si legge la qualità dell’ambiente moni-torato con riferimento agli obiettivi prefi ssati; rispetto all’istogramma esso è risultato di più facile e immediata lettura per la direzione del Museo.

In generale gli esiti dei collaudi eseguiti sono risultati positivi.

Si annota soltanto, a titolo di aneddoto, che nel periodo di moni-toraggio ambientale estivo, di cui un esempio è in Figura , nelle sale espositive del Museo sono stati rile-vati valori di umidità relativa assai superiori a quello di progetto, pari a ± %, con punte prossime al %, ciò a causa della decisione della direzione del Museo di mantenere

Premiazione dei progettisti degli impianti meccanici (ing. G. Bonfante, per.ind. F. Pautasso – PROECO)

COMMISSIONE DI COLLAUDO• prof. Ing. Marco Filippi• arch. Gennaro Napoli• ing. Carlo Savasta

RESPONSABILE UNICO DI PROCEDIMENTO• ing. Andrea Conci

IMPRESE REALIZZATRICI• ATI Zoppoli & Pulcher SpA e Nicola Restauri srl• subappaltatore impianti meccanici: Pussetto e Pollano srl• subappaltatore impianti elettrici: Imp. Electric srl

TEAM DI PROGETTAZIONE E DIREZIONE LAVORI• Architettura: ISOLARCHITETTI srl, ICIS srl, arch. Aymonino, arch. Marconi, arch.

Barbini• Restauro architettonico: arch. Marconi, arch. Battista, arch. Grimaldi• Restauro artistico: dott.sa De Monte• Allestimenti: Arch. Ferretti, ISOLARCHITETTI srl, ICIS srl• Strutture: ICIS Srl, dott. geol. Accotto• Impianti elettrici: ITACA spa• Impianti meccanici: PROECO ss• Sostenibilità e comfort ambientale: ONLECO srl

Il gruppo di progettazione è risultato vincitore della gara internazionale bandita nel 2007 dalla Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino; successivamente è stata bandita la gara per la realizzazione dei lavori ed è stata nomi-nata la commissione di collaudo in corso d’opera. I lavori sono stati svolti dal novembre 2011 al marzo 2015, assicurando per tutta la durata del cantiere la continuità di apertura del Museo ai visitatori e senza spostare un solo reperto al di fuori dell’edifi cio; una prima inaugurazione, relativa al compimento dei lavori relativi a una prima fase, è avvenuta in data 1 agosto 2013, una seconda in data 1 aprile 2015.

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della seconda fase, aprile , e si concluse solo nell’estate del suc-cessivo anno, sia perché nei primi mesi l’impresa dovette procedere a eseguire dei lavori di perfeziona-mento, sia perché il collaudo pre-stazionale consistette nella verifi ca della prestazione dell’impianto di cli-matizzazione attraverso un monito-raggio ambientale di temperatura e umidità relativa dell’aria protrat-tosi per un intero anno, da luglio a giugno .

Il collaudo di seconda fase non poteva prescindere da quanto già osservato nelle precedenti opera-zioni di collaudo e comportò, ove ritenuto necessario e con la piena disponibilità dell’Appaltatore, ogni indispensabile opera di perfeziona-mento degli impianti già realizzati e collaudati in precedenza.

Già nel capitolato speciale d’ap-palto era previsto il monitoraggio in continuo degli impianti di climatiz-zazione per un periodo di tempo comprendente una intera e conse-cutiva stagione invernale e una intera e consecutiva stagione estiva. A par-tire dall’ luglio , il Collaudatore avviò una campagna di monitorag-gio ambientale in ambienti al fi ne di verifi care l’adeguato dimensiona-mento degli impianti, il corretto inter-vento dei sistemi di regolazione e controllo e la veridicità delle informa-zioni fornite sul cruscotto del BMS. I valori di temperatura, T, e umidità relativa, UR, dell’aria furono rilevati, per tutto il periodo di monitoraggio, ogni minuti. L’attività di monito-raggio terminò in data agosto , producendo nell’insieme rapporti periodici, di volta in volta discussi con il conduttore degli impianti, il progettista e l’impresa appaltatrice.

Nelle Figure e sono riportate, a titolo esemplifi cativo, due schede tratte dai rapporti di collaudo con gli esiti del monitoraggio ambien-tale relativo a due diversi ambienti e a due diversi periodi.

Per ciascuno dei punti moni-torati e per ciascun periodo consi-derato i rapporti di monitoraggio contengono i valori medi, massimi e minimi di T e UR rilevati nel periodo, gli istogrammi con la distribuzione in frequenza dei valori, gli indici di scostamento, PI+ e PI-, rispetto ai valori di set point di volta in volta

Figura – Esiti di monitoraggio ambientale: Sala – Soppalco; novembre-dicembre

Figura – Esiti di monitoraggio ambientale in sede di collaudo: Sala – Tomba degli Ignoti; agosto

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European Association for Renewable Energy): il progetto è infatti stato premiato per l’applicazione di soluzioni di risparmio energetico nell’ambito della riqualifi cazione di edifi ci storici. La cerimo-nia di consegna del Premio si è tenuta presso Waldstein Palace di Praga.

Il nuovo Museo Egizio di Torino, grazie anche agli impianti di climatizzazione realizzati, è stato oggetto di uno straordinario e radicale rilancio che lo ha portato a valorizzare e rendere piena-mente fruibili i grandi tesori della sua collezione, esso è oggi uno dei musei maggiormente visi-tati in Italia. Nei primi mesi di apertura il museo ha accolto più di un milione di visitatori.

* Giuseppe Bonfante, PROECO, Torino Marco Filippi, Politecnico di Torino

– Past President di AiCARR

una temperatura dell’aria molto bassa, pari a ± °C, assai inferiore a quella prevista a progetto, ± °C. Si è spiegato al Committente che, pur risul-tando le unità di trattamento in grado di bilanciare i carichi termici sensibili anche con bassa tem-peratura ambiente, dimostrando un certo sovra-dimensionamento, le macchine frigorifere e le batterie delle stesse unità di trattamento dell’a-ria non erano in grado di deumidifi care l’aria a tal punto da ottenere valori di umidità relativa in ambiente dell’ordine del -% con temperature dell’ordine di - °C. La direzione del Museo ha prediletto l’ottenimento di basse temperature in ambiente, anche con qualche protesta dei visita-tori, piuttosto che il mantenimento dell’umidità relativa entro l’intervallo di tolleranza concordato in sede di progetto.

ConclusioneLa progettazione, la direzione lavori e il col-

laudo degli impianti di climatizzazione del nuovo Museo Egizio di Torino hanno richiesto non solo competenze impiantistiche, ma anche passione e capacità di interagire in un gruppo di proget-tazione multidisciplinare e con un Committente molto esigente.

La realizzazione ha completamente soddisfatto le attese, come dimostrano gli esiti delle attività di collaudo prestazionale, l’assenza di carenze funzio-nali, la generale soddisfazione del Committente e, non ultimo, il crescente numero di visitatori.

Nell’anno il progetto ha ricevuto un impor-tante riconoscimento da parte di EUROSOLAR (The

stabiliti dalla direzione del Museo, i diagrammi T-UR che mettono espli-citamente in evidenza gli scosta-menti rispetto alle attese.

Negli istogrammi si legge la distribuzione in frequenza dei valori assunti dalla grandezza misurata nel periodo di misura e la curva della frequenza cumulata. In tale rap-presentazione non è rintracciabile il momento in cui si è verifi cato un superamento dei valori di set point, ma appare subito evidente se tale superamento vi è stato e se, in ter-mini di frequenza, è stato signifi -cativo oppure no. Essendo poi la frequenza cumulata la somma della frequenza assoluta di un valore e di quelle dei valori che lo precedono, ogni percentuale indicata sull’asse delle ordinate corrisponde alla per-centuale di dati rilevati che si sono mantenuti al di sotto del corrispon-dente valore della grandezza indicato sull’asse delle ascisse e si possono facilmente individuare le percentuali di tempo in cui il valore della gran-dezza è stato inferiore o superiore ai imiti predefi niti. Tali percentuali consentono di esprimere in forma sintetica un giudizio sulla qualità dell’ambiente defi nendo un indice di prestazione, PI, che rappresenta la percentuale di dati rilevati che sono risultati all’interno dell’inter-vallo di accettabilità oppure sono risultati superiori (PI+) o inferiori (PI-). Un elevato valore di PI è rappresen-tativo della capacità dell’impianto di climatizzazione e del suo sistema di regolazione e controllo di con-tenere le variazioni del microclima indotte da fattori esterni o interni.

Anche nei diagrammi T-UR si legge la qualità dell’ambiente moni-torato con riferimento agli obiettivi prefi ssati; rispetto all’istogramma esso è risultato di più facile e immediata lettura per la direzione del Museo.

In generale gli esiti dei collaudi eseguiti sono risultati positivi.

Si annota soltanto, a titolo di aneddoto, che nel periodo di moni-toraggio ambientale estivo, di cui un esempio è in Figura , nelle sale espositive del Museo sono stati rile-vati valori di umidità relativa assai superiori a quello di progetto, pari a ± %, con punte prossime al %, ciò a causa della decisione della direzione del Museo di mantenere

Premiazione dei progettisti degli impianti meccanici (ing. G. Bonfante, per.ind. F. Pautasso – PROECO)

COMMISSIONE DI COLLAUDO• prof. Ing. Marco Filippi• arch. Gennaro Napoli• ing. Carlo Savasta

RESPONSABILE UNICO DI PROCEDIMENTO• ing. Andrea Conci

IMPRESE REALIZZATRICI• ATI Zoppoli & Pulcher SpA e Nicola Restauri srl• subappaltatore impianti meccanici: Pussetto e Pollano srl• subappaltatore impianti elettrici: Imp. Electric srl

TEAM DI PROGETTAZIONE E DIREZIONE LAVORI• Architettura: ISOLARCHITETTI srl, ICIS srl, arch. Aymonino, arch. Marconi, arch.

Barbini• Restauro architettonico: arch. Marconi, arch. Battista, arch. Grimaldi• Restauro artistico: dott.sa De Monte• Allestimenti: Arch. Ferretti, ISOLARCHITETTI srl, ICIS srl• Strutture: ICIS Srl, dott. geol. Accotto• Impianti elettrici: ITACA spa• Impianti meccanici: PROECO ss• Sostenibilità e comfort ambientale: ONLECO srl

Il gruppo di progettazione è risultato vincitore della gara internazionale bandita nel 2007 dalla Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino; successivamente è stata bandita la gara per la realizzazione dei lavori ed è stata nomi-nata la commissione di collaudo in corso d’opera. I lavori sono stati svolti dal novembre 2011 al marzo 2015, assicurando per tutta la durata del cantiere la continuità di apertura del Museo ai visitatori e senza spostare un solo reperto al di fuori dell’edifi cio; una prima inaugurazione, relativa al compimento dei lavori relativi a una prima fase, è avvenuta in data 1 agosto 2013, una seconda in data 1 aprile 2015.