La riqualificazione del centro storico di Narni Un ...

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Anno XVII – N. 65 – Gennaio - Marzo 2006 – Sped. inA.P. – 45% – Filiale di Terni PERIODICO DI INFORMAZIONE DELL’ORDINE DEGLI INGEGNERI DELLA PROVINCIA DITERNI www.ordingtr.it La riqualificazione del centro storico di Narni Un ospedale sempre più inaccessibile

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La riqualificazione del centro storico di Narni

Un ospedale sempre più inaccessibile

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Anno XVI - n. 65gennaio - marzo 2006

[email protected]

Direttore responsabile:CARLO NIRI

[email protected]

Segreteria di redazione:GIORGIO BANDINISIMONE MONOTTI

MARCO RATINI

Redazione:ALBERTO FRANCESCHINI

(Presidente Ordine)

MARIO BIANCIFIORI(Urbanistica)

CLAUDIO CAPORALI(Lavori Pubblici)

GIORGIO CAPUTO(Ambiente)

BRUNO CAVALIERI(Sicurezza)

MARCO CORRADI(Università)

FRANCESCO MARTINELLI(Strutture)

ATTILIO LUCCIOLI(Impiantistica Industriale)

EMILIO MASSARINI(Impiantistica Civile)

Consulente per la divulgazione scientifica:GINO PAPULI

Sommario5 Diterpeni

5 Sarà la volta buona ? di Carlo Niri

6 “Ocriculum” e il porto dell’olio di Antonio Liberati

8 “Letteratura e pregiudizio...” di Telesforo Nanni

9 Riqualificare il centro storico di Narni di Moreno Ciavattini

12 Ricostruiamo il “Verdi” di Simone Monotti

14 Prospettive delle celle a combustibile di Aldo Buscaglione

17 Un ospedale sempre più inaccesibile di Carlo Niri

21 La ferita di Amelia di Marco Tomassini e Christian Servi

25 Il piano di manutenzione di Claudio Caporali

27 L’Umbria tra Susa e Messina di Giorgio Caputo

29 Qui Young Engineers a cura di Simone Monotti

31 Vita dell’Ordine a cura di Giorgio Bandini

34 Qui Inarcassa a cura di Marco Ratini

EditoreOrdine degli Ingegneri della Provincia di Terni

05100 Terni - C.so del Popolo, 54

Responsabile editorialePresidente pro-tempore

Dott. Ing. ALBERTO FRANCESCHINI

Direzione, redazione ed amministrazioneOrdine degli Ingegneri della Provincia di Terni

C.so del Popolo, 54 - 05100 TerniTel. 0744/403284 - Fax 0744/431043

Autorizzazione del Tribunaledi Terni n. 3 del 15/5/1990

Composizione elettronica: MacAugStampa: Tipolitografia ViscontiViale Campofregoso, 27 - Terni

Tel. 0744/59749

In copertina:Il complesso di S. Agostinoa Narni (v. articolo a pag. 9)

Il contenuto degli articoli firmatirappresenta l’opinione dei singoli Autori.

Questo numero affronta molti temi. Si va dalle ultime iniziative di ricerca medica ed energetica, come le Cellule staminali e lecelle a combustibile, fino ai recenti progetti innovativi sui territori di Otricoli e Narni, senza dimenticare le problematiche sempreaperte (parcheggi ospedale) ed i rischi di perdita della nostra memoria storica (crollo delle mura di Amelia e decadenza dell'anticoteatro Verdi)

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DITERPENI

L'istituto Mario Negri di Milanoha finalmente divulgato scientifica-mente quello che molti di noi si augu-ravano: “la tazzina di caffè fa bene al-la salute”. Ormai è ufficiale che, oltreai benefici di cardiotonicità e dige-stione, il caffè contiene i "diterpeni"che sono molecole anti-ossidanti ca-paci di combattere le cirrosi ed i tu-mori del fegato. Ma le indagini scien-tifiche dicono anche che, a secondadel tipo di caffè, i benefici possonovariare. Dal che si deduce, per esem-pio, che se prendiamo il caffè da Paz-zaglia non è la stessa cosa che se logustiamo da Carletti. Perchè cambia-no sicuramente le miscele. Eppoi, da-to che per noi italiani il caffè è un ve-ro rito, dovremmo fare anche altreconsiderazioni. Come lo prendiamo ilcaffè? Amaro o con lo zucchero?Normale o decaffeinato? Lo vogliamolungo o corto? Magari ci piace anchemacchiato? E in questo caso lo prefe-riamo macchiato caldo o macchiatofreddo? Come si vede la casistica èestremamente variata ed il problema -come diciamo noi ingegneri - ha trop-pe "condizioni al contorno". Vorrà di-re che, pur essendo pignoli per for-mazione professionale, questa volta cilimiteremo a gustarci il nostro caffèsenza la certezza di un riscontroscientifico.

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Si torna a parlare del centro ternanodelle Cellule Staminali. Per la verità laquestione non era stata mai abbandonatama, in questi ultimi tempi, gli sviluppi so-no stati notevoli. Vediamo di riassumeregli aspetti principali della questione.

La realizzazione del centro di ricercasi era fermata qualche anno fa. Con la ca-duta dell'iniziativa Agarini si erano im-provvisamente dissolte tutte le prospetti-ve. Persino il gruppo di operatori cheavrebbe dovuto prendere in carico lastruttura sembrava scomparso. Insomma,proprio all'atto di essere messa in mare lanave del centro di ricerca aveva perdutosia il carburante che lo stesso equipaggio(v.INGENIUM n°58-Aprile 2004).

Da allora l'edificio predisposto per lasede non è stato più portato avanti. Il can-tiere è rimasto abbandonato. Intanto nelterritorio si susseguivano i tentativi di ri-lancio dell'iniziativa e le proposte di in-terventi alternativi. Le soluzioni "perugi-ne", appoggiate all'università, si sono ac-cavallate a tentativi più autonomi, orien-tati ad iniziative cosidette "ternane" di va-rio tipo. Innumerevoli sono state le ipote-si sperimentate, molti i sondaggi politici,infinite le discussioni. Finchè, all'inizio diquest'anno, si è finalmente consolidatauna nuova iniziativa. Con la partecipazio-ne di varie istituzioni locali ed il ventila-to appoggio del Ministero della sanità, ènata una nuova “Fondazione delle Cellu-le Staminali” con sede in Terni, pressol'Azienda Ospedaliera di colle Obito. Adessa, lo scorso 10 febbraio, ha aderito an-che il Consiglio Comunale, approvando-ne la bozza di statuto che delinea gli sco-

pi di promozione e sostegno alla ricerca,gli ambiti finanziari e gli organi costituti-vi.

Il centro ternano sulle cellule stami-nali sembra dunque riprendere la suamarcia. Si parte di nuovo per realizzareun polo di ricerca destinato a raggiunge-re significativi risultati nella cura dellepatologie cerebrali (il centro viene ap-punto designato con la sigla “IBR”, chesta per “Institute for Brain Repair”).

Anche il cantiere edilizio sta per ri-prendere vita poichè, a cura dell'ATERlocale, è stato rapidamente approntato unprogetto di completamento della struttu-ra. Il nuovo progetto, già approvato emesso in gara con relativo bando, preve-de lavori di ristrutturazione e completa-mento per circa cinque milioni di euro.La gara è stata già svolta ed i lavori sonoin via di affidamento alla ditta "Procest"aggiudicataria dell'appalto.

Verranno apportate varianti edilizie edimpiantistiche sostanziali. Sarà modifica-ta la sagoma dell'edificio, verrà aumenta-ta l'altezza complessiva ed incrementatoil volume generale. I locali saranno dota-ti di attrezzature e climatizzazione ade-guata.

Malgrado l'appalto non preveda uncompletamento definitivo del complesso(viene tralasciata la sistemazione di alcu-ni spazi al primo piano) questa volta sem-bra proprio che il centro Cellule Stami-nali di Terni sia sulla buona strada. Spe-riamo che si possa partire davvero.

Carlo Niri

Il centro ternano sulle Cellule Staminali riprende la marcia

SARÀ LA VOLTABUONA?

Il fronte sud del nuovo Centro IBR recentemente appaltato

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Ogni amministrazione, di qualsiasiterritorio, ha il dovere di progettare lo svi-luppo dello stesso, tenendo in debita con-siderazione le proprie valenze ambientali,storiche, culturali, nonché la disponibilitàe le attitudini della popolazione residente;il tutto integrato in un contesto più ampio,determinato dalle scelte che gli enti so-vraccomunali come Provincia, Regione eGoverno centrale hanno fatto o program-mato di fare.

È partendo da questi basilari concettiche l’Amministrazione Comunale di Otri-coli, dal Novembre 2004, sta sviluppandol’ambizioso progetto di navigabilità sulfiume Tevere nel tratto compreso tra lastazione di Orte e la nostra Zona Archeo-logica. Un percorso di 10 Km, durante ilquale è possibile apprezzare la foce delnera, l’isolotto di San Vito, ma soprattut-to la varietà della flora e della fauna dicui è ricco questo comprensorio. Dopocirca 70 minuti di navigazione si raggiun-ge l’antico centro di “Ocriculum”, uno deisiti archeologici più importanti d’Italia.Sorto dapprima, in età preromana, sull’al-tura su cui è ubicato anche l’attuale paesedi Otricoli, fu successivamente trasferito,probabilmente alla fine dell’età repubbli-cana, nella piana sottostante, presso unagrande ansa del Tevere su cui si sviluppòil porto della città. L'insediamento urbanodi “Ocriculum” era attraversato da una di-ramazione della via Flaminia che fu ne-cessario creare proprio in conseguenza delfatto che questa cittadina sorse sul piano-ro prospiciente il corso del fiume Tevere,e quindi lontano da quello che era il per-corso originario della via.

Alleata di Roma nel 308 a.c., dopo labattaglia di Mevania, “Ocriculum” svolsefunzione strategica come città di confinefra l'Umbria e la Sabina e come punto discambio tra la viabilità fluviale e quellaterrestre lungo la via Flaminia. I rapporticommerciali con Roma erano intensi gra-zie al vicino porto fluviale sul Tevere det-to “Porto dell’Olio” (di origine romanama usato anche in tutta l’età papale) ed al-

la Via Flaminia realizzata nel 220 a.c. dalconsole Caio Flaminio. Per decenni,“Ocricolum” fu la città più importantedell’Umbria.

Fin dalla fine del XVIII secolo questerovine furono oggetto di scavi, riportandoalla luce una quantità enorme di opered’arte e di iscrizioni. Importanti nuclei dimateriali si trovano tuttora ad Otricoli, inparte riutilizzati nella costruzione dell’at-tuale città, in parte nei musei comunali edin parte in collezioni private.

In questi ultimi anni le ricerche sonostate riprese a cura della SoprintendenzaArcheologica dell’Umbria. Sono stati ese-guiti scavi ed indagini archeologiche in al-cuni punti della città antica, volti soprat-tutto a ricostruire l’antica topografia oltreche alla sistemazione ed alla valorizzazio-ne dell’area.

Della città romana posta tra il colle eil Tevere, estesa su un’area di circa 36 et-tari e visitabile in percorsi quasi esclusi-vamente pedonali, sono attualmente benvisibili i principali monumenti: il prospe-ro e suggestivo foro (“foedus aequum”, inonore del trattato con Roma del 309 a.c.);la fonte pubblica; uno stupendo tratto di

strada basolata in pietra lavica larga circa9 metri, che costituisce un perfetto esem-pio-tipo di strada romana, ai margini del-la quale si rilevano i “crepidini”, le cana-lette per il deflusso delle acque e soglierelative ai resti delle pareti di una fila re-golare di “tabernae”; le Terme del II sec.d.c., di cui è riconoscibile l’aula ottagona-le dalla quale proviene il mosaico poli-cromo, ora pavimento nella rotonda delVaticano. Queste terme hanno l’interes-sante particolarità di essere state costruitesu una spianata artificiale, creata inseren-do in un cunicolo sotterraneo l’attuale rioSan Vittore. Inoltre si possono apprezzareil grande anfiteatro, il teatro, e le GrandiSostruzioni, edifici di imponenti dimen-sioni, a più piani, con una serie di am-bienti voltati, forse di pertinenza religio-sa.

Per poter consentire la visita di que-sto gioiello modellatosi in oltre duemilaanni di storia, nonché dell’ambiente flu-viale in un tratto di grande valenza am-bientale, si è proceduto dapprima alla pro-gettazione di quattro approdi, di cui due(in località S.Vittore e Montetosto) sonogià in fase di realizzazione.

2000 anni di storia da rivivere fra il Tevere e la Flaminia

“OCRICULUM” E IL PORTODELL’OLIO

Particolare palificata viva a doppia parete armata con scogliera di massi

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nelle immediate vicinanze, grazie all’ini-ziativa privata, si stanno sviluppando nu-merose strutture ricettive in grado di for-nire buoni servizi.

Altra opportunità è riservata a quei tu-risti che possono raggiungere l’area (si-tuata a meno di 2 chilometri dall’uscita diMagliano Sabina sull’A1) in autobus.Questi vengono divisi in due gruppi, aiquali un personale qualificato consente al-ternativamente di visitare la zona archeo-logica e navigare il Tevere.

Per i turisti non organizzati in gruppisarà possibile effettuare le visite guidatenella stupenda area archeologica, utiliz-zando sentieri che arrivano al fiume e lolambiscono per diversi chilometri. Inoltresarà possibile visitare il centro storico, ilmuseo comunale, la cattedrale e le muraurbiche.

Antonio Liberati(Sindaco di Otricoli)

di facilitare il rinverdimento complessivodell’opera.

Verrà realizzata inoltre una palificataviva per il consolidamento dei pendii inerosione sovrastanti l'approdo.

A ridosso delle banchine di approdoverranno realizzate aree pavimentate intufo con interstizi inerbiti.

Essendo questo un progetto polivalen-te, in grado di determinare, fra l’altro, an-che un forte impulso economico a tutto ilcomprensorio, non è mancato l’impegnodella Regione dell’Umbria, dei Ministeridelle Infrastrutture e dei Beni Culturali edella Soprintendenza per i beni archeolo-gici dell’Umbria. È anche grazie ai loro fi-nanziamenti che si potrà realizzare unprogetto a bassissimo impatto ambientale,prerogativa fondamentale, considerata labellezza naturale di tutto il comprensorio.

I turisti, attraverso i nuovi percorsi pe-donali e ciclabili, potranno ammirare tut-ti i monumenti archeologici recuperati siada un punto di vista strutturale che archi-tettonico, e potranno visitare il centro diorientamento dove, oltre ad una mostrapermanente di pregiati reperti, sarà alle-stito un laboratorio didattico.

L’offerta turistica prevede per i grup-pi, come scolaresche o anziani, la possibi-lità di raggiungere in treno la stazione diOrte che, essendo situata sulla direttissi-ma Roma - Milano, ha un ipotetico baci-no di utenza, al di sotto delle due ore diviaggio, di quasi venti milioni di persone.Da qui con un percorso pedonale di circa500 metri ci si imbarca su un battello lacui portata massima è di 30 persone, e chein circa 70 minuti consente di raggiunge-re la zona archeologica. Al suo interno, e

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Nei pressi della chiesa di S. Vittore,situata all’interno della zona archeologi-ca, verrà realizzata un'opera di difesaspondale mediante scogliera di massi ci-clopici che fungerà anche da molo di at-tracco per battelli fluviali. Anche l'appro-do di Montetosto verrà realizzato conte-stualmente ad un intervento di difesaspondale. Sul filo della sponda verrà rica-vato inoltre un ricovero protetto dalla cor-rente per il rimessaggio del battello flu-viale. L'invaso del ricovero verrà realizza-to attraverso uno scavo di limitate dimen-sioni, opportunamente raccordato con lalinea di sponda esistente, mentre il molosi estenderà moderatamente verso l'alveoper proteggere l'invaso dagli effetti dellacorrente e dall'eventuale trasporto del fiu-me. Sia il molo che l'invaso di rimessag-gio saranno ricompresi in una scogliera dimassi ciclopici per la difesa spondale deltratto fluviale interessato.

Le scogliere si eleveranno ad una quo-ta pari al massimo livello idrico ordinariomaggiorato di un franco di sicurezza di 50cm. Si assume come massimo livello idri-co ordinario il livello massimo di regola-zione dalla diga di Ponte Felice, pari a42,50 m sul livello del mare. Il fossatoche sfocia nel Tevere nei pressi del ponti-le esistente sarà oggetto di un'opera diconsolidamento, che avverrà attraversol'imbrigliamento del tratto terminale inte-grato nella scogliera di difesa spondale.Le scogliere, costituite da massi posati agravità, verranno incassate nel fondo delfiume per una profondità di circa un me-tro, avranno una pendenza di circa 60°, esi attesteranno agli estremi con elementiad angolo retto incassati all'interno dellasponda per uno sviluppo di circa quattrometri e cinquanta a monte e tre metri avalle. I massi verranno posti a gravità eformeranno una parete continua con pen-denza variabile dai 60° in corrispondenzadegli approdi ai 45° degli altri tratti. Dovele scogliere andranno a costituire le ban-chine dei moli di attracco per i battelli flu-viali, il piano di calpestio dovrà risultareuniforme e sufficientemente levigato, se-lezionando a tal fine il pietrame disponi-bile, e, ove necessario, colmando con pie-trisco di pezzatura più fine gli interstizi tramasso e masso. Altrove i massi sarannosemicoperti nella parte a vista con terrenovegetale proveniente dagli scavi su cui an-dranno collocate le talee di salice al fine

Planimetria dell’approdo “Montefosco” sul fiume Tevere

OPERE DI RECUPERODEL “PORTO DELL’OLIO”

progettisti:

Dott. Arch. Sandro di Mattia

Dott. Ing. Mauro Fabbri

Dott. Arch. Luciano Bassotti

Dott. Geol. Federico Sabatini

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Le settimane che hanno distinto il tra-passo dal vecchio al nuovo anno sono sta-te qualificate da un ventaglio di iniziativeculturali, in virtù delle quali Terni può van-tare, nel quadro regionale, un ruolo ben vi-sibile, meritevole di attenzione. La città hamanifestato una potenzialità di impegno edi rigore, destando, in una parte dei terna-ni, stupore e compiacenza. Si sono confer-mati interessi per la cultura, tutt'altro cheapprossimativi, consolidando e maturandouna evidente tendenza affiorata con forzada qualche tempo. Gli incontri, i convegni,i concerti e le mostre d'arte hanno registra-to la presenza di un numeroso pubblico,sensibile ed interessato, tale da suscitaredibattiti e confronti al di là delle aspettati-ve. Un risultato non deludente è stato rag-giunto dalle presentazioni di libri scritti dastimabili autori, tra i quali possiamo porrealcuni ternani. Infatti, questi si sono quali-ficati trattando vari temi; ci hanno offertogradite pubblicazioni che riguardano laraccolta di stampe antiche, lo studio del-l'architettura e dell'uso di palazzi gentilizi,di storia del Risorgimento a Terni e la na-scita dell'industria nella Val ternana. Testiche si impongono per la ricchezza delle ar-gomentazioni e per il recupero di memorieda non obliare; l'acutezza della ricerca e loscrupolo filologico li rendono pregevoli. Cisi permetta, tuttavia, una segnalazione; èuscito un libro che risalta per singolarità edottrina nel panorama sommariamente de-scritto. In apparenza sembra che esso sicollochi in uno spazio riservato a chi si at-tarda nella inutile difesa della classicità.

È vero il contrario, poiché la sua con-temporaneità è indiscutibile. Il riferimentoè rivolto a "Letteratura e pregiudizio Di-versità e Identità nella cultura greca", acura di Walter Veltroni Rubbettino; ne èautore Franco Giustinelli che compie unadoverosa operazione di richiamo alla cul-tura ellenica, in un momento in cui si pri-vilegia la " modernità" con il suo tecnici-smo e con il suo frastornante presente.Nondimeno senza far torto a nessuno, am-mettiamo che l'opera è riservata ad unacerchia di specialisti; non si tratta di "ari-

stocratici e raffinati" lettori. Franco Giusti-nelli ci ha consegnato un lavoro che esigeuna rigorosa applicazione ed una costanteriflessione. La vasta conoscenza che l'Au-tore ha del mondo greco si impone con tut-to il suo peso e la sua validità; pertanto ri-chiede una particolare cura nell'intenderlae nell'apprezzarla. Franco Giustinelli conun impegno, protrattosi certamente perlungo tempo, propone una vasta e profon-da documentazione del mondo greco nel-l'età classica, avvalendosi del mito, della fi-losofia e dell'arte; pure la storia politica fala sua parte in modo da costituirne la strut-tura portante. Il superficiale lettore, nelloscorrere le pagine di "Letteratura e Pregiu-dizio... " può ritenerle una rassegna di cu-riosità, a volte piccanti, e di insolite erudi-zioni. Ciò è inaccettabile. Franco Giusti-nelli acutamente ci sollecita a ripensare e aprendere atto di valori e di pregiudizi se-colari che condizionano l'Europa; concompetenza stabilisce un utile legame tral'antico e il moderno, recuperando la "me-moria" di una civiltà, di cui abbiamo smar-rito la vantaggiosa fisionomia. La ricchez-za delle fonti e la molteplicità dei temi af-frontati incalzano il lettore interessato allacomprensione di una società di miti, pas-sioni, amori, viltà, coraggio, vendette emagnanimità, in un costante rapporto di in-contro-scontro (amore e timore) tra gli uo-mini e gli dei olimpici. L'Autore è esem-plare nell'illustrare il mondo greco privo diquell'armonia, che retoricamente nel corsodei secoli gli è stata attribuita; mondo com-posto, complesso ed intricante in un conte-sto politico, dove si elaborano dottrine edideologie, con cui ancora dobbiamo misu-rarci. Il ruolo della polis, strutturata secon-do le divisioni in classi, è un dato inconte-stabile; Franco Giustinelli gli riserva pagi-ne illuminanti. "Letteratura e Pregiudi-zio..." è un testo costruito con il retaggiodella poesia e del teatro senza essere pri-vato dall'apporto della storiografia e delpensiero filosofico-politico. Gli argomentitrattati rappresentano un materiale cheFranco Giustinelli padroneggia con pas-sione e tensione intellettuale, tanto che i ri-

sultati appaiono decisamente positivi. L'e-videnza del successo è nella riuscita arti-colazione dei problemi affrontati, partendodal mito per approdare alla problematicitàdi Platone e di Aristotele, completata daglistorici Erodoto e Tucidide; è una conclu-sione che trova il suo completamento nelcapitolo "Dall'Ellenismo al tramonto", at-testazione della fine di una civiltà alla qua-le è doveroso essere debitori. La doviziadei riferimenti bibliografici e la soliditàculturale dei capitoli non favoriscono il re-censore; in un breve scritto c'è il rischio dimortificare il valore dell'opera. Nondime-no non si possono omettere delle somma-rie informazioni, che permettono al lettoredi orientarsi. Il nucleo del libro di FrancoGiustinelli consiste nella "differenziazionetra uomo e persona, nel senso che non tut-ti gli uomini sarebbero persone; dunque idiritti dell'uomo dovrebbero più esatta-mente venire chiamati diritti della perso-na". Il mito è la premessa da cui si svolgein un crescendo, "Letteratura e Pregiudi-zio..." Il mito ci riporta all' "Olimpo ab-bandonato"; "La "sterminata operazionedella fantasia" trasferisce volti, connotati,comportamenti umani al non-umano, ge-nerando così un circolo vitale unico tra uo-mini e cultura, tra persone, animali e coseinanimate...". La riuscita distinzione tra laprima e la seconda parte del volume è fun-zionale alla narrazione del pregiudizio edella identità nella società greca.

L'Autore è convincente nel rendereesplicita la diversità che si precisa nellapretesa superiorità ellenica rispetto al "bar-baro", nella condizione della donna, nelladiffidenza nei riguardi dello straniero; nonda meno è la ripartizione del libro riserva-ta agli schiavi, alla pazzia e all'eros. La di-ligenza che Franco Giustinelli ha messonell'affrontare quesiti complessi, ancoraaperti a ricerche e a soluzioni è da ammi-rare. "Letteratura e Pregiudizio..." rendemeno aridi i "giorni frananti" del presente"impoetico, perché ha perso illusioni e pas-sioni" (Zib. Leopardi).

Telesforo Nanni

Un pregevole libro di Franco Giustinelli sul mondo greco

“LETTERATURAE PREGIUDIZIO...”

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Non se ne vedono ancora i segni, nétantomeno gli effetti, (che sarà possibilestimare solo negli anni a venire), ma ilcentro storico di Narni è interessato, soloda pochi mesi, da un programma di ri-qualificazione complessiva di portata ecomplessità che non hanno precedentinella storia recente del centro antico.

Nell’arco di un triennio si sviluppe-ranno interventi su edifici privati e pub-blici, sulle infrastrutture e sui servizi perun investimento totale stimato in circa 14milioni di euro, ai quali si confida possa-no aggiungersene altri, riguardanti inter-venti di privati, “trainati” dal programmadi iniziativa pubblica.

Tutto nasce dalla consapevolezza, dif-fusa nella comunità locale, della grave cri-si che sta attraversando il centro storico,segnata da una forte perdita di popolazio-ne, associata ad un sensibile invecchia-mento degli abitanti, ad una continua

espulsione di attività e servizi, che si sonospostati verso siti più accessibili da partedi una popolazione sempre più dispersa econdizionata dal trasporto veicolare pri-vato.

Ormai da tempo, oltretutto, la inarre-stabile contrazione del settore industrialeha imposto di ripensare il modello di svi-luppo del territorio comunale e quindi , al-l’interno di esso, anche il ruolo del centroantico che, è opinione diffusa, dovrà ave-re nella cultura, nell’università e nel turi-smo culturale, gli unici elementi sui qualisperare di fondare una solida via di uscitadalla attuale situazione di crisi.

In questo quadro il primo PUC (preli-minare), presentato dal comune di Narnialla regione dell’Umbria, riguardava l’in-tera città antica e tendeva a delineare pro-prio tale nuovo ruolo del centro, raffor-zando un modello funzionale e morfolo-gico, strutturato per parti con distinte fun-

zioni e vocazioni, già esistente in via po-tenziale, ma ancora debole e di cui non sisono sfruttate appieno, almeno sinora, tut-te le potenzialità.

Vi si possono distinguere :a - i luoghi delle sedi istituzionali, dei

servizi culturali di ambito territoriale, delterziario, del commercio di qualità, com-presi quelli rivolti alla valorizzazione deiprodotti territoriali, culturali, artigianali edenogastronomici. Il PUC si propone dimigliorarne l’accessibilità e di favorire lasostituzione di attività dequalificate, conaltre pienamente congruenti con le voca-zioni della parte urbana.

b - La fascia compresa tra l’ospedalee l’attuale parcheggio del Suffragio, costi-tuente la “porta di accesso alla città”, luo-go dei servizi alla mobilità, dei serviziaventi spiccate esigenze di accessibilitàanche veicolare, del commercio anche de-specializzato, con capacità di “attrazione”

Avviato un Programma Urbano (PUC) da 14 milioni di euro

RIQUALIFICARE IL CENTROSTORICO DI NARNI

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Fotomontaggio del futuro Centro di Servizio nei pressi del suffragio

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dei consumatori ai quali questa parte, puòoffrire un’offerta diversificata e associataad elevati elementi di suggestione, certosuperiori a quelli garantiti dai centri com-merciali di nuova realizzazione, nei qualiviene in fondo artificiosamente ricostrui-ta la complessità della città storica. Talevocazione sarà incrementata dal PUC tra-mite una serie di azioni coordinate consi-stenti:

- nel potenziamento dei parcheggipubblici esistenti e della viabilità di ac-cesso al centro, nonché nella realizzazio-ne di nuove autorimesse per i residenti;

- nella localizzazione di attività di ser-vizio di nuovo impianto, e anche nel tra-sferimento di attività ora site nel centroantico ma in luoghi inaccessibili o in edi-fici inadeguati (casi delle Poste, dei Cara-binieri, del Distretto Sociosanitario).

- Nella localizzazione di attività com-merciali, non competitive con quelle delcentro antico ma dotate di notevole attrat-tività,

c - La città della cultura “residenziale”e della istruzione superiore, della Univer-sità, dei centri di ricerca, e delle residenzespecializzate connesse, dei servizi di ac-coglienza per gli utenti residenti e pendo-lari. Si tratta del settore ovest del centroantico, compreso tra piazza Galeotto Mar-zio e la Cattedrale, luogo dei conventi edei grossi contenitori di edilizia non bor-ghese. In questa prospettiva il PUC pre-vede interventi di miglioramento della

qualità della scena urbana e di recupero diimportanti contenitori come Palazzo Ba-rilatti su piazza Caiola.

d - La città del “consumo” culturale,dei convegni, delle mostre, della acco-glienza dei consumatori della cultura. E’costituita dalla fascia sud del centro anti-co, imperniata sulla Rocca albornoziana.

e - la città del tessuto edilizio minutoe della residenza. E’ costituito dall’insie-me degli edifici più minuti, attestati sullarete viaria minore più difficilmente acces-sibile, spesso frazionati, ma dotati co-munque di elevate caratteristiche architet-toniche ed ambientali, di cui il PUC in-tende favorire il pieno utilizzo e la ricosti-tuzione dell’apparato edilizio e composi-tivo, spesso disperso a seguito di inter-venti incongrui, effettuati in tempi recen-ti.

L’intervento in concreto riguarderà:• Edifici privati: L’entrata in vigore

della LR 23/03, ha limitato i più ampi set-tori di intervento dell’originario PUC, li-mitando i finanziamenti:

- agli interventi per favorire l’incre-mento di alloggi destinati alla locazionepermanente o temporanea;

- agli interventi per favorire l’incre-mento di alloggi da destinare alla locazio-ne a studenti universitari;

- agli interventi volti al recupero di in-teri isolati e di quelli di solo recupero pri-mario di singoli edifici.

La predisposizione di strumenti di cal-

colo rapido dei costi e dei finanziamentirichiesti ha permesso un efficace determi-nazione della spesa secondo i criteri sta-biliti per un complesso di circa 30 edifici.

• Interventi pubblici- Complesso Monumentale S.Agostino L’intervento si propone di valorizzare

le mure urbiche e il bastione cinquecente-schi, con la realizzazione di giardini e per-corsi pedonali di connessione con la zonaa servizi del Suffragio e di recuperare sial’ala diruta del refettorio del complessoedilizio (quale spazio all’aperto per mani-festazioni culturali/spettacoli/cinema/mu-sica), sia l’ala est del convento e i locali alpt per attività connesse allo spettacolo ealla didattica (stage/master/corsi didattici).Di fondamentale importanza per la riqua-lificazione della parte urbana sarà il pre-visto collegamento verticale meccanizza-to, tra il bastione e il chiostro.

- Palazzo dei Priori: L’intervento sipropone di restituire alla monumentaleloggia la funzione di piazza coperta e dicollegamento con gli spazi scoperti e ailocali retrostanti tramite il ripristino degliantichi percorsi interni, trasferendo il mer-cato nel terrapieno retrostante il Palazzodei Priori, e destinando gli ambienti cosìresi disponibili ad attività turistico-alber-ghiere e ad attività connesse alla promo-zione dei prodotti tipici locali. L’interven-to permetterà infine di recuperare il pianonobile di Palazzo dei Priori, riportando al-

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la luce l’”aula della vergine”, reinsedian-do la storica destinazione a sala del consi-glio di cernita e le sedi di rappresentanzaed esposizione dei terzieri e dell’EnteCorsa all’Anello.

- Il parcheggio del Suffragio: L’inter-vento intende dare attuazione alla più im-portante trasformazione prevista dal nuo-vo PRG del comune di Narni. Consistenel potenziamento di un parcheggio pub-blico pluripiano costruito nell’ultimo ven-tennio e già dotato di due impianti di risa-lita: uno verticale, che dà accesso a viaRoma e uno obliquo, di più recente im-pianto che, associato ad un ulterioreascensore verticale interno ai fabbricatidella ex Arena Vittoria, permette di acce-dere direttamente, con modesti sposta-menti orizzontali, alle piazze superioriCavour e dei Priori

Al potenziamento del parcheggio, or-mai dimostratosi insufficiente, si assoceràla localizzazione di nuove attività e in par-ticolare di 60 autorimesse private, 150 po-sti auto pubblici o di uso pubblico, 2300mq di superfici per commercio ed altri perservizi, oltre ad una piazza coperta ed unascoperta contrapposte.

L’attuazione di tale importante com-plesso è prevista tramite l’individuazionedi un soggetto privato, che realizzerebbel’intervento, previa acquisizione del dirit-to di superficie dal Comune, e che poivenderebbe le autorimesse, gli spazi com-merciali (al rustico), e locherebbe la Ca-serma dei Carabinieri e l’Ufficio Postale.L’impegno finanziario per il Comune eper la Regione sarebbe nullo a fronte diuna notevole contropartita in termini ur-banistici.

Moreno Ciavattini

Il Progetto Preliminare del PUC, predisposto dal comune nel corsodell’ultimo trimestre 2002, riguardava l’intero centro storico.La Regione dell’Umbria, con D. G. R., n. 2055/2003 ammise il PUC allastesura definitiva, imponendo però riducendolo in fondo al solo quadrantenord-orientale del centro storico, che contiene comunque gli interventipubblici più significativi, oltre ad un congruo numero di edifici privati. IlPUC definitivo è stato approvato dalla regione dell’Umbria con dgr 2053del 22-12-2004 e in data 9-05-2005 è stato sottoscritto il relativo accordodi programma.Il programma è stato redatto da un gruppo di lavoro misto costituito da:Area Dipartimentale Gestione ed Organizzazione del Territorio del Comunedi Narni- arch. Antonio Zitti (dirigente)- arch. Gianluca Del Frate (coordinamento)- geom. Moreno Lignini (U. O. Urbanistica)Consulenti Esterni- arch. Moreno Ciavattini- arch. Claudio Di Loreto

Foto inserimento del nuovo centro di servizio presso il parcheggio del Suffragio

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Fin dai tempi dell’antica Grecia il tea-tro ha svolto un ruolo di primaria importan-za nel settore della comunicazione socio-culturale ed artistica, e proprio per questoogni centro urbano degno di nota presenta-va e presenta un teatro nel suo arredo. An-che da noi, passeggiando per le tante e sug-gestive località che costellano la ProvinciaTernana, ci si imbatte spesso in veri e pro-pri gioielli di ingegneria, architettura ed ar-te figurativa. L’elenco delle opere di eccel-lenza che si possono visitare

è assai lungo e comprende, ad esempio,i teatri di Orvieto, di Narni, di Amelia, e co-sì via.

Purtroppo però attualmente a Terni nonesistono teatri realmente degni di tale nome.La circostanza deriva dal risultato di com-plessi fattori che hanno visto la concomi-tanza delle barbarie della guerra e di scelteoperative decisamente discutibili.

In questo ambito Terni è stata in passa-to una città di prestigio. Le vie della cittàospitavano teatri di grande raffinatezza enotevole gusto estetico. Su tutti primeggia-

va senza dubbio il teatro che fu poi dedica-to a Giuseppe Verdi.

Più antico di esso era il “Vecchio Tea-tro”, poi chiamato “Teatro Goldoni”, attivogià dal 1661 e situato nei pressi dell’attualePiazza San Francesco. Ivi era solita all’e-poca dare rappresentazioni la “Filodram-matica dei Costanti” anche perché propriol’Accademia dei Costanti ha gestito l’edifi-cio fino al 1736, quando il teatro divennecomunale. Nei frontespizi dei libretti di sa-la, realizzati in occasione delle rappresenta-zioni, il “Goldoni” veniva definito “il Nobi-le Teatro Ternano”. La sua attività terminònel 1849, quando fu inaugurato il grandeteatro “Verdi”.

Un'altro esempio di prestigio fu l’Anfi-teatro Gazzoli, che sorgeva nel sito dell'at-tuale cinema Politeama. Fu fatto costruireda Paolo Gazzoli verso la prima metà del1800 ed inizialmente, essendo privo di co-pertura, era adibito solo a rappresentazioniestive. Nel 1888 fu dotato di copertura dal-l’allora proprietario Virgilio Alterocca. Suc-cessivamente tra il 1969 e il 1971 fu ristrut-

turato per volontà del nuovo proprietarioFernando Lucioli, prendendo poi il nome diNuovo Politeama Lucioli.

Ma la vera perla cittadina in questo am-bito era senza ombra di dubbio il TeatroVerdi.

Esso sorge sulle fondazioni dell’anticoPalazzo dei Priori che, essendo stato lesio-nato dal terremoto del 1703, dopo varie etortuose vicissitudini fu demolito per farspazio al nuovo grande teatro della città.

La prima pietra fu posta nel 1840, al co-spetto del Direttore dei Lavori e ProgettistaArch. Luigi Poletti, il quale progettò anchei teatri di Fermo e di Rimini. I lavori termi-narono nel 1848 ed in tale data la strutturafu inaugurata con la rappresentazione delmelodramma “Saffo” musicato da Giovan-ni Pacini.

L’interno eccelleva per cura e raffina-tezza, oltre che per qualità acustiche. Comericorda anche la pubblicazione”Umbria –Manuali per il Territorio”: “Nell’interno, lacui perdita è da considerare tra le più gra-vi del patrimonio architettonico della città,

Terni antica città di teatri

RICOSTRUIAMO IL “VERDI”

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il Poletti aveva ritrovato la nitidezza di mi-sure e di ritmi classicheggianti che distin-gue le sue opere migliori, come l’internodel San Venanzio di Camerino. L’elevazio-ne della sala era dominata dalle due serieintermedie delle gallerie, risolte in un uni-co ordine scandito da snelle colonne sca-nalate e rastremate e tagliato a metà daariose transenne. La soluzione assumeva ilgiusto risultato perché era accostata al so-brio motivo dei palchi di platea, trattati co-me semplici vani quadrati, ed a quello del-la galleria superiore, spartita da erme informa di geni alati. La finezza degli ornatiin stucco ed in pittura dava l’ultimo toccoalla forbita eleganza di questo calcolatissi-mo interno”.

Negli anni successivi il teatro subì di-versi restauri ed ammodernamenti per lopiù impiantistici. La cura per ogni dettagliofu sempre elevata. Bisogna anche ricordareche, in virtù delle grandi centrali elettricheche in quel tempo venivano costruite a Ter-ni, il “Verdi” fu tra i primi teatri italiani adessere dotato di illuminazione elettrica.Molti sostengono che sia stato addirittura ilprimo in assoluto in Italia e fra i primi inEuropa.

Al termine del restauro del 1908 il tea-tro fu ribattezzato “Teatro Comunale Giu-seppe Verdi” ed in occasione della nuovainaugurazione fu messo in scena “l’Otello”.

Nel 1930 si effettuarono ulteriori mi-gliorie tecniche ed in occasione dell’ulti-mazione di questo restauro fu rappresenta-ta l’opera “Turandot” di Puccini.

Purtroppo nel 1943-44, con i bombar-damenti della guerra, fu devastata tutta lastruttura. Rimase intatto soltanto il prospet-to anteriore.

Dopo la guerra “il Verdi” venne rico-struito dandogli l’aspetto attuale, che è piùquello di un cinema che non di un teatro,senza tener in alcun conto l’opera del Po-letti (ad eccezione unica della facciata cheera sopravvissuta ai bombardamenti).

Cosa resta oggi di tanto splendore? Po-co più di nulla, eccetto la facciata, qualchefotografia ormai ingiallita dal tempo ed i“cartoni” o “spolveri” dell’artista Bruschi,utilizzati per decorare gli interni, ed attual-mente depositati nella pinacoteca comuna-le.

Il Teatro Verdi è da sempre comunale,cioè di proprietà del Comune di Terni. Tut-tavia dopo la ricostruzione del dopoguerral’amministrazione ternana di allora decisedi darlo in gestione ad un privato, tramite

contratto della durata di sessanta anni. Talecontratto è ormai in imminente procinto discadere.

E’evidente inoltre che il Teatro ad ogginecessita di interventi di manutenzione e ri-strutturazione.

Una città come Terni merita senza dub-bio un teatro degno di tale nome, propriocome accadeva in un passato non ancoracosì remoto da essere perduto irreparabil-mente.

La città sta dimostrando in questi ultimianni una ritrovata ed incoraggiante atten-zione e sensibilità artistico-culturale, comedimostrano eventi e manifestazioni di cre-scente interesse anche nel settore della ci-nematografia. Ridare al Verdi il lustro di untempo sarebbe senza dubbio un impulso vi-tale per la vita cittadina. Ciò permetterebbe

un nuovo slancio ed interesse di produzio-ni e rappresentazioni in un settore come ilteatro, da sempre considerato di eccellenzanel panorama culturale di qualsivoglia co-munità.

Sarebbe forse interessante a tale propo-sito tenere in seria considerazione questavolta l’eccellente opera del Poletti, resti-tuendo al Verdi i motivi e lo stile che avevaun tempo. Ciò di fatto per cui era conside-rato un punto di riferimento nel Centro Ita-lia.

Un sogno forse finalmente realizzabileè vedere il nostro Teatro risorgere dalle pro-prie ceneri come un’Araba Fenice o piùpropriamente come il Teatro “La Fenice” diVenezia.

Simone Monotti

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trochimica rispettivamente idrogeno edossigeno.

Nel caso della cella a combustibile(nel seguito indicata come CAC) il pro-cesso è esotermico, per cui è necessarioestrarre calore dal sistema per mantener-ne stabile la temperatura.

Si ha quindi un sistema elettrochimi-co capace di convertire in energia elettri-ca l’energia chimica di un combustibile(l’idrogeno) senza l’intervento intermediodi un processo termico, che in una certamisura si sottrae al secondo principio del-la termodinamica, realizzando rendimen-ti di conversione in linea di principio benpiù elevati di quelli delle macchine termi-

Ricordiamo che il funzionamento diuna cella a combustibile si basa su un pro-cesso chimico-elettrico noto da 166 anni:infatti i primi esperimenti risalgono all’o-pera del fisico inglese William Grove, chenel 1839 riuscì a produrre energia elettri-ca immergendo in una soluzione di acidosolforico due elettrodi di platino attraver-so i quali arrivavano rispettivamente idro-geno ed ossigeno, che venivano combina-ti formando acqua.

Si tratta di un processo duale rispettoa quello ben noto dell’elettrolisi dell’ac-qua, mediante il quale, facendo passareuna corrente continua nell’acqua si pro-ducono ai due elettrodi per scissione elet-

che convenzionali.Sotto un diverso punto di vista una

CAC può essere immaginata come unabatteria, in quanto anch’essa produceenergia elettrica mediante un processoelettrochimico, con la differenza però checonsuma sostanze provenienti dall’ester-no ed è in grado di funzionare solo finchèal sistema viene fornito combustibile(idrogeno) ed ossidante (ossigeno).

La struttura base di una cella acombustibile ad idrogeno.

La cella base è composta di due elet-trodi in materiale poroso, nei quali avven-gono le reazioni catalitiche che coinvol-gono l’idrogeno e l’ossigeno con forma-zione di acqua, e di un elettrolita .

Questo ha la funzione di condurre gliioni prodotti dalle reazioni verso i dueelettrodi. I vari elementi hanno in generela forma di piastre.

Una singola cella produce normal-mente una tensione continua di 0,7 V eduna corrente continua che dipende dall’e-stensione e dalla natura dell’elettrolita edegli elettrodi: tale corrente può andare da0,3 a 0,8 A/cm

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. Volendo aumentare la potenza prodot-

ta si impilano varie piastre e si aumenta lasuperficie delle piastre, venendo a forma-re la struttura base del sistema (“stack”).Gli stack vengono assemblati in moduli,onde ottenere la potenza richiesta.

Al fine di utilizzare i vari combustibi-li disponibili in pratica, non limitandosi alsolo idrogeno, i vari tipi di CAC prevedo-no un’operazione che precede a monte ilprocesso elettrochimico, destinata a con-vertire il combustibile prescelto in idroge-no (convertitore o “reformer”). Questaoperazione nelle CAC a bassa temperatu-ra richiede un componente apposito, men-tre in quelle ad alta temperatura essa haluogo direttamente nella cella medesima.Con questa operazione, e a seconda dellevarie tecnologie, le CAC possono oggi es-

Struttura economia e progetti

PROSPETTIVE DELLE CELLE A COMBUSTIBILE

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sere alimentate con varie specie di com-bustibili: oltre che idrogeno, gas naturale,distillati leggeri del petrolio, carbone fos-sile, biomasse, residui di processo, ecc.

Le varie tecnologie delle celle acombustibile.

In genere le CAC vengono distinte inbase alla natura dell’elettrolita, degli elet-trodi ed alla temperatura di funzionamen-to. Queste proprietà sono strettamente le-gate fra di loro (vedi tabella alla pag. pre-cedente).

Le AFC non hanno ormai molto inte-resse a causa dell’eccessiva sensibilità al-le eventuali impurezze nel gas di alimen-tazione, mentre le PEFC hanno avuto neldecennio passato ed hanno tuttora un for-te sviluppo nel campo della sperimenta-zione e dei prototipi, specialmente nelleapplicazioni residenziali di piccola poten-za e per la trazione di autoveicoli, in que-st’ultima applicazione ad opera delle prin-cipali case produttrici negli USA, in Giap-pone ed in Europa. Tuttavia i costi sonoancora notevolmente maggiori di quellicon motori a benzina.

Le PAFC presentano migliori prospet-tive grazie alla maggiore temperatura diesercizio, che consente l’alimentazioneanche con gas non estremamente puri;quindi sono molto adatte ad essere ali-mentate con reforming di idrocarburi. So-no stati segnalati in Europa, specie in Ger-mania, negli ultimi anni numerosi esempidi impianti pilota stazionari, anche in im-pieghi per cogenerazione con potenzeelettriche anche maggiori di 1 MW. In ge-nerale il combustibile usato è il gas natu-rale.

Le MCFC presentano al momento lemigliori prospettive di sviluppo per impie-ghi stazionari anche di media potenza edin particolare per cogenerazione sia nel te-leriscaldamento che negli usi industriali.L’elevata temperatura di funzionamentopermette non solo di ottenere rendimentielettrici anche superiori al 50%, ma anchedi generare calore a livelli coerenti con gliusi tecnologici. Inoltre l’insensibilità alleimpurezze nel gas di alimentazione è mol-to migliore di quella delle tecnologie ope-ranti a temperatura più bassa (peraltro conl’eccezione per il CO). Per lo stesso moti-vo questa tecnologia permette di elimina-re lo stadio “reforming” e di prestarsi al-

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l’impiego di vari combustibili.In Italia è stato completato recente-

mente un programma congiuntoENEA/Ansaldo, partito a metà degli anni’80, che ha consentito di produrre modu-li pilota dell’ordine di 300 kW, dei qualiuno, alimentato a gas naturale, è in servi-zio presso il CESI (Milano) dopo un pe-riodo sperimentale in Spagna, ed uno do-vrebbe entrare in servizio presso il centroENEA della Trisaia (Basilicata), per esse-re alimentato con biomasse.

Attualmente l’Ansaldo ha sviluppatoil progetto di un modulo da 500 kW , chedovrebbe costituire la base per impiantimodulari da 1 a 4 MW, destinati ad appli-cazioni per cogenerazione, per l’utilizzodi scarti e residui di processo, per appli-cazioni navali, ecc.

Infine le SOFC presentano interessan-ti prospettive per futuri impieghi di poten-za, specie in cogenerazione ed anchecombinate, grazie all’alta temperatura de-gli effluenti utili, con l’impiego di turbo-

gas, per ora nella scala del MW. Tuttaviaad oggi vari problemi devono essere an-cora risolti, a causa delle conseguenzedell’alta temperatura sui materiali impie-gati.

L’economia delle celle a combusti-bile.

Per ciò che riguarda i costi di eserci-zio, in particolare quelli per il combusti-bile, le CAC in genere, e in specie quellead alta temperatura, sono già oggi netta-mente concorrenziali rispetto agli altri si-stemi tradizionali in virtù dell’elevato ren-dimento della conversione elettrica. Adesempio le MCFC, come sopra accenna-to, si approssimano al rendimento elettri-co del 50%, simile a quello dei più avan-zati grandi impianti termoelettrici in ciclocombinato; offrendo in aggiunta una no-tevole prestazione di cogenerazione, la lo-ro efficienza globale (in termini entalpici)è certamente molto elevata, superioreall’80% e quindi i costi energetici risulta-

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no corrispondentemente ridotti. La naturaessenzialmente statica rende minimi an-che i costi di conduzione e manutenzione.

Sono invece tuttora più elevati i costidi impianto, per le MCFC dell’ordine di1500 kW, ossia circa il 50% più alti cheper un gruppo elettrogeneratore tradizio-nale. Quindi, vista nell’ottica di una pro-duzione elettrica effettuata con combusti-bili fossili di mercato, anche se in coge-nerazione, l’adozione di una CAC in as-senza di specifici sostegni non presente-rebbe al momento netti vantaggi sul pia-no economico. Tuttavia sul piano energe-tico e ambientale le CAC presentano no-tevoli vantaggi, sia per l’elevato rendi-mento, che comporta una rilevante dimi-nuzione delle emissioni di gas ad effettoserra e la riduzione a quasi zero delle al-tre emissioni inquinanti, incluse quelleacustiche. Ciò giustifica ampiamentel’ammissione anche nel nostro paese del-la produzione elettrica effettuata con l’im-piego di CAC al meccanismo dei certifi-cati verdi per un periodo di otto anni inbase al comma 71 dell’art. 1 della L.239/04 ed al relativo decreto di attuazione(DM 24.10.2005 – Ministero attività pro-duttive - G.Uff. 14.11.2005 S. g. n. 265).

Il progetto di cooperazione Ansal-do/Assocarta.

Molto diverso e ben più interessanterisulta però il discorso nel caso in cui l’a-dozione di una CAC consenta di associa-re all’elevata resa energetica il vantaggiodel superamento di un problema che at-tualmente obbliga ad oneri importanti perl’esercizio di un processo industriale.

È questo ad esempio il caso propostoda un accordo di programma stipulato tra

l’Ansaldo e l’Assocarta (l’associazionedelle industrie cartarie italiane), che pre-vede l’impiego di MCFC capaci di utiliz-zare come combustibile gli scarti solidi dicartiera. In questo modo al vantaggio del-l’autoproduzione in cogenerazione ad al-to rendimento da un combustibile a costozero si assocerebbe l’eliminazione (oquanto meno una forte riduzione) dell’o-nere attualmente sostenuto dalle cartiereper lo stoccaggio, la spedizione e il con-ferimento agli appositi centri di smalti-mento dei residui solidi suddetti.

Si tenga presente che il problema del-lo smaltimento dei residui delle lavora-zioni cartarie risponde a precisi obblighidi legge ed interessa attualmente la mag-gior parte delle cartiere italiane, per unamassa totale di circa 1 milione di tonnel-late di residui all’anno, in gran parte deri-vata dall’uso sempre più diffuso di cartada macero proveniente dalla raccolta dif-ferenziata.

La possibilità di destinare una parte si-gnificativa dei rifiuti del processo ad unoscopo utile anziché all’oneroso smalti-mento attuale, producendo energia elettri-ca e calore utile, migliorerebbe sostan-zialmente la competitività delle nostre in-dustrie cartarie sul piano internazionale enel contempo apporterebbe un importan-te beneficio all’economia generale (ri-sparmio di combustibili) e alla protezionedell’ambiente (eliminazione dei rifiuti econtemporanea riduzione delle emissioniin atmosfera di gas ad effetto serra).

Celle a combustibile e biogasPer lo stesso genere di considerazioni

può acquistare grande significato anchel’impiego di CAC alimentate con biogas,

prodotto sia con la gassificazione di pro-dotti legnosi od agricoli, oppure generatodalla metanizzazione di residui biologici.(caso delle discariche e dei rifiuti liquididegli insediamenti urbani e degli alleva-menti di animali). Infatti pure in questi ca-si sarebbe possibile trasformare un pro-blema oneroso di smaltimento e depura-zione in una preziosa risorsa energetica avantaggio della protezione dell’ambientee della salute pubblica. In realtà esistonoparecchi esempi nei quali il biogas è utliz-zato in impianti di produzione termoelet-trica di modesta taglia, equipaggiati inprevalenza con gruppi a combustione in-terna. Si tratta però di produzioni con ren-dimento elettrico piuttosto modesto e, nelcaso di cogenerazione, con calore forni-to a basso livello termico.

Su entrambi questi punti le CAC pre-senterebbero un notevole passo avanti, ca-ratterizzate come sono da elevati rendi-menti termodinamici e, specie per il tipoMCFC, dall’elevata temperatura del calo-re utile fornito.

Recentemente è stata presentata allaCommissione Europea una proposta diprogetto dimostrativo quadriennale (2006– 2009), nel quale cooperano varie indu-strie ed istituti di ricerca applicata di Ger-mania, Italia e Spagna, proprio al fine difare avanzare sostanzialmente l’impiegodi CAC con l’utilizzo del biogas. Uno deidue impianti dimostrativi previsti sarà rea-lizzato e gestito dall’ASM di Terni e saràequipaggiato con un’unità di potenza elet-trica da 1 MW, realizzata da AFCo (grup-po Ansaldo).

Aldo Buscaglione

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Andare all'ospedale non è mai piacevo-le. Neanche se si va soltanto, come visitato-ri, a trovare un conoscente malato. L'aspet-to dimesso dei pazienti, la presenza sinistradei camici bianchi e il girovagare dei carrel-li medicali incutono sempre un certo timo-re. È una visita che non si fa mai troppo vo-lentieri. Per noi ternani, però è ancora peg-gio. Chi non usa i mezzi pubblici ha un di-sagio in più: quello di cercarsi un parcheg-gio per l'auto. Perché trovare un posto inmezzo al mare di macchine che invade tuttala collina di Colle Obito è come vincere al-la lotteria. Bisogna girare per ore. E poi far-si a piedi chilometri di strada.

Il problema sussiste ormai da più ditrent'anni perché, fin dall'apertura del nuovoospedale negli anni settanta, i pochi spaziesterni alla recinzione risultarono del tuttoinsufficienti. La motivazione era semplice.Non solo il complesso ospedaliero occupa-va quasi tutta la collina, ma la vicina stradadi Piano Regolatore era stata progettata conun'ansa innaturale che eliminava ogni spa-zio libero di fronte all'accesso. Si trattavadella cosiddetta "curva Possenti" di vialeTrento. Una curva che, per ampliare la zonaedificabile di Campomicciolo, aveva schiac-ciato la vicina area ospedaliera facendo na-scere l'ospedale di Terni con un grave han-dicap funzionale esterno.

Soltanto nel 1990, quando i disagi di-vennero insopportabili, fu costruito comeunico vero parcheggio quello tuttora in usonella zona sud-ovest. Ma si capì subito chela soluzione non poteva essere risolutiva, siaperchè i circa 200 posti-auto reperiti non sa-rebbero stati sufficienti, sia perchè l'area ri-sultava talmente lontana che la gente si sa-rebbe lamentata di dover affrontare un per-corso così lungo. Oltretutto la ristrettezza fi-nanziaria dell'epoca non contribuì ad alle-viare i disagi della situazione. Le abbrevia-zioni di percorso che erano state ipotizzate(tapis-roulants, sottopassaggi, scale mobili)rimasero una pia illusione. Ancora oggi ilsentiero da percorrere, oltre che lungo, èmolto disagevole. In alcuni tratti manca ad-dirittura di un minimo spazio di marciapie-de, tanto che i pedoni sono costretti a cam-minare direttamente sulla carreggiata.

Da allora, comunque, tutto è rimastoimmutato. Le prestazioni ed i servizi ospe-dalieri sono cresciuti ma i parcheggi a di-sposizione sono rimasti sempre gli stessi.Sempre più strapieni, sempre più lontani,sempre più caotici. È un assalto continuo.Un mare di auto che assedia quotidiana-mente l'ospedale, invadendo anche le straderesidenziali del vicino quartiere. Di soluzio-ni per la verità, da quei lontani anni novan-ta, ne sono state prospettate più di una. Ma

tutte, in un modo o nell'altro, sono rimastesulla carta. Tra le tante faremo solo un ac-cenno a quella del "silo verticale", avanza-ta cinque o sei anni fa e poi lentamente ab-bandonata. Si trattava di un parcheggio plu-ripiano di circa 1.500 posti-macchina, im-postato a ridosso della collina ospedaliera.L'accesso carrabile inferiore, ubicato a livel-lo della grande viabilità cittadina, permette-va di lasciare l'auto all'interno del "silo" e sa-lire rapidamente al livello del corpo ospeda-liero con alcuni ascensori. Nella strutturaerano anche contenuti i necessari servizi diportineria, bar, tavola calda, ufficio postale,banca e così via. C'era persino il supermer-cato alimentari ed un piccolo albergo-fore-steria.

La mancanza di parcheggi sta portandola situazione ospedaliera ternana in condi-zioni veramente drammatiche. La sua gra-vità non è tanto dovuta al fatto che una talecarenza si trascini ormai da così tanti anniquanto, soprattutto, alla circostanza che con-tinua a mancare qualsiasi provvedimento ri-solutivo. E questo non può che indicare fo-sche prospettive, con ulteriori disagi ed ag-gravamenti della situazione.

Carlo Niri

L'annoso problema dei parcheggi

UN’OSPEDALE SEMPRE PIÙ INACCESIBILE

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LegendaA Foto aerea dell'area ospedaliera di Terni da cui è possibile individuare:

1. La "curva" di viale Trento prevista nel Piano Vecchio Regolatore di Ridolfiche schiaccia il complesso ospedaliero.2. La piccola zona di accesso, nei pressi della portineria esterna, ricolma diauto (i tentativi di trasformarla con interventi in ampliamento – anche sot-terraneo – sono tutti falliti).3. Il parcheggio attuale della zona sud-ovest, realizzato nel 1990, con il per-corso pedonale di risalita all'ospedale.4. Le due alternative previste (4a e 4b) per la localizzazione del parcheggiopluripiano a "silo verticale" ipotizzato negli anni 2000-2001, con accessodalla viabilità cittadina sottostante e sbarco pedonale a quota ospedale.

B La testata del progetto con cui fu realizzato nel 1990 il parcheggio sud-ovestindicava, già allora, l'assedio delle auto all'edificio ospedaliero

C Il progetto di parcheggio "integrativo" con sosta riservata, realizzato recente-

mente dall'Amministrazione utilizzando lo spazio sotto gli alberi del piccolo bo-

sco di pini esistente all'interno dell'area ospedaliera (il boschetto era stato pre-

visto negli anni sessanta come relax salutistico e panoramico dei ricoverati con-

valescenti).

D-E Il lungo percorso pedonale di risalita dal parcheggio è spesso privo di mar-

ciapiede ed interferisce con quello carrabile di uscita delle auto.

F Lo Studio di fattibilità per la realizzazione di un "parcheggio a silo verticale"

che la societtà Europrogetti & finanza di Roma aveva elaborato nel Dicembre

2001, di concerto con il Comune di Terni, l'Azienda Ospedaliera, e l'Azienda ATC

(otto piani di parcheggio più due piani di servizi commerciali ed alberghieri col-

legati all'ospedale da un ponte pedonale).

UN OSPEDALE SEMPRE PIÙ INACCESSIBILE

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“Oggi 18 gennaio, alle 7 e dieci conun boato simile ad un terremoto è crolla-to, sulla strada di Circonvallazione, untratto delle millenarie mura poligonalicompreso tra la Torre dell'Ascensore ePorta Leone. Il crollo ha investito ancheparte dell'antistante parcheggio.

In queste ore i Vigili del Fuoco stannoapprontando i primi interventi. Non si saancora esattamente cosa vi sia sotto lemacerie, la cui rimozione appare fin daora molto complessa.

Sull'area crollata si stavano effettuan-do dei lavori di consolidamento. Sembratuttavia che le copiose piogge abbianocontribuito in maniera consistente al di-sastro”.

In questo modo aprivano l’edizionepomeridiana la maggior parte dei notizia-ri regionali e così scrivevano il giorno do-po anche i quotidiani d’informazione a ti-ratura nazionale.

I tecnici intervenuti sul luogo hanno

te confinanti, quali quella Etrusca, quellaUmbra e quella Romana.

Si possono individuare due recinti. Ilprimo, risalente al VII-VI secolo a.C., fueretto a protezione della città contro le po-polazioni più antiche. Il secondo , più re-cente, risalente al IV-III secolo a.C., era fi-nalizzato ad impedire la presa della cittàda parte di Roma.

In questo continuum architettonicospicca in particolare la splendida PortaRomana, il principale accesso alla città,realizzato su progetto di Antonio da San-gallo il Giovane intorno all’anno 1518.

Fu verso la fine del XVIII secolo chel’antico termine “ciclopiche”, coniato da-gli antichi secondo una leggenda la qualenarrava che date le dimensioni dei massipotessero essere state erette solamente daciclopi, fu sostituito dalla denominazione“poligonie irregolari”, in riferimento allatecnica costruttiva con la quale sono stateerette le mura.

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individuato le cause dell’improvviso crol-lo nell’elevata spinta del terrapieno dimonte, negli accumuli di acqua in prossi-mità della cinta muraria e nell’apertura difessurazioni tra i conci murari con susse-guente invasione di acqua meteorica.

Per affrontare il problema del crollo sisono istituite due commissioni, l’una for-mata da membri dell’amministrazione co-munale, l’altra comprendente diversi tec-nici ed esperti a livello regionale e nazio-nale.

Ma che cosa sono le mura di Amelia eperché sono ritenute patrimonio storico eculturale non solo della città ma dell’inte-ra nazione?

La cinta muraria dell’antica città di“Ameria” - che si sviluppa per una lun-ghezza di circa 2060 m e raggiunge i 14ml di altezza - è sorta come risposta al-l’accrescersi della minaccia di invasioneportata dalle popolazioni immediatamen-

Considerazioni sul crollo delle mura ciclopiche

LA FERITA DI AMELIA

Un aspetto del crollo di cinta muraria avvenuto il 18 gennaio 2006

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Studi condotti alla fine degli Anni Ot-tanta hanno messo in luce come la strut-tura delle mura Amerine, composte dapietre di forma poligonale poste ad inca-stro disordinato senza l’ausilio di malta le-gante, sia stata tanto efficace da durare neltempo.

Il Prof. Mario Pincherle effettuò unaprova di resistenza della struttura simu-lando un terremoto per mezzo di uno“scuotitore elettromagnetico” ponendolaa confronto con un’altra struttura formatada pietre squadrate poste in filari orizzon-tali.

Mentre con il graduale aumento dellesollecitazioni il muro “ordinato” crollòmiseramente, la struttura “disordinata” di-mostrò un'ottima resistenza.

Probabilmente la scelta di modella-zione poligonale fu dovuta alla maggiorefacilità di sagomare una pietra di forma“rotondeggiante”, disponibile in natura odistaccata in cava, nella forma semplice di

poligono, forma che favorisce una sorta di“incastro” naturale.

Per quanto riguarda come furono rea-lizzate le mura si fa riferimento allo stu-dio condotto negli ultimi trent’anni sui si-ti Incas, che presentano notevoli affinitàformali e costruttive con le mura amerine.

Le testimonianze raccolte dagli stu-diosi riportano trattati databili intorno al-l’inizio del XV secolo che ci raccontanocome i popoli delle Americhe pre-colom-biane si ingegnassero nella costruzione diqueste enormi opere.

Le pietre venivano tagliate con unaprecisione certosina, tanto che una voltaassemblate non avrebbero permesso ad unago di infilarsi fra di loro. Non veniva usa-ta malta legante ma, in fase di posa, veni-va steso un leggero strato di argilla cheserviva da mordente e lubrificante.

Per la lavorazione si usavano martellidi quarzite e calcedonia. Per separare iblocchi probabilmente si faceva uso di

sbarrette di bronzo o biette di legno chevenivano dilatate con l’acqua.

Il trasporto e l’alloggio era molto in-gegnoso. Una volta trascinate le pietre nelluogo indicato e creata una prima fila, ve-niva fatto un terrapieno di terra battuta al-to come le pietre già posizionate. Veniva-no quindi trascinate sul terrapieno le pie-tre necessarie per la seconda fila e così viafino ad avere un muro a secco alto comeil terrapieno formatosi.

Questa tecnica di costruzione, anchese risalente ad un’età molto recente, ri-porta molte affinità tecniche con il modoin cui sono state erette le mura Amerine.

Le cause del crollo sono probabil-mente molteplici ed imputabili solamenteal tempo e al susseguirsi degli eventi edelle popolazioni che hanno abitato Ame-lia negli ultimi 2500 anni.

Il continuo monitoraggio, la grandeattenzione e l’impegno profuso dall’am-ministrazione locale non sono riusciti apreservare ed a sconfiggere lo scorreredella Storia.

Con tutta probabilità, inoltre, gli anti-chi costruttori delle mura non potevanoconoscere le proprietà del terreno di fon-dazione. Fondate come baluardo controgli invasori vennero anche usate comemuro di contenimento nei periodi di paceper permettere la formazione di orti colti-vabili.

Dopo il medioevo poi, con la nascitadella polvere da sparo, venne inserito unterrapieno per permettere l’alloggiamentodei cannoni. Questo fatto caricò ancor dipiù la struttura.

In ogni modo, il crollo di un pezzo diStoria di Amelia ha fatto si che le Istitu-zioni si iniziassero a muovere per aiuta-re la città, in primo luogo per far si chequesta “ferita” fosse rimarginata al piùpresto con un attenta ricostruzione ed unoculato restauro, ed in secondo luogo,perché si creino le condizioni affinchéquesto tipo di evento non si verifichiun’altra volta.

Marco TomassiniChristian Servi

Schema insediativo della città di Amelia (da Franco Della Rosa)

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(continua dal numero precedente)

Una volta costituito il manuale di ma-nutenzione completo di tutte le informa-zioni richieste (e comunque di tutte leinformazioni di cui si è in possesso, con-siderando che se c’è qualche informazio-ne in più da quanto richiesto dal regola-mento non succede niente), gerarchica-mente organizzate, si procede alla stesuradel manuale d’uso. Questo conterrà, se-condo la suddivisione richiesta dal rego-lamento, con un opportuno linguaggio leinformazioni desumibili dal manuale dimanutenzione, “atte a permettere all’u-tente di conoscere le modalità di fruizio-ne del bene, nonché tutti gli elementi ne-cessari per limitare quanto più possibile idanni derivanti da un’utilizzazione impro-pria, per consentire di eseguire tutte leoperazioni atte alla sua conservazione chenon richiedono conoscenze specialistichee per riconoscere tempestivamente feno-meni di deterioramento anomalo al fine disollecitare interventi specialistici”. Peresempio, per quanto riguarda la strutturaportante, è evidente che il manuale di ma-nutenzione deve contenere le carpenterie(ed anche i calcoli), ma per il manualed’uso sarà sufficiente una serie di plani-metrie (magari in scala al 200) con ripor-tate le portanze e le tessiture dei singolisolai, oltre all’assoluto divieto di qualun-que manomissione degli elementi struttu-rali e qualche indicazione su possibilianomalie. Come accennato, le parti del-l’opera da prendere in considerazione so-no le più importanti:

la loro elencazione è compito del re-sponsabile del procedimento o, in man-canza, è lasciata alla professionalità delprogettista.

Si vuol evidenziare che buona partedel contenuto del manuale di manutenzio-ne è costituito dagli stessi elaborati pro-gettuali e da una serie di informazioni chevengono fornite dai costruttori e che, inpassato, spesso venivano trascurate e cheora, invece, divengono preziose. Il proget-

tista, nella scelta dei vari componenti,consulta schede tecniche e depliants, sen-te i costruttori, acquisisce varie informa-zioni sulle prestazioni dei materiali in re-lazione ai requisiti. In genere, una voltaeffettuata la scelta, questa è inserita neglielaborati progettuali con l’indicazione ditipo (per es. pavimento vinilico tipo…),disperdendo tutte le informazioni tecnicheche aveva acquisito relativamente al pro-dotto scelto. Questo materiale riporta, ingenere, una quantità di informazioni fon-damentali per la redazione del piano dimanutenzione (descrizione, prestazioni,norme di riferimento, anomalie riscontra-bili, modalità d’uso, di pulizia, ecc.). Laraccolta ordinata di questo materiale co-stituisce la premessa per la redazione deimanuali. Si fa presente ancora che talvol-ta i manuali tecnici forniti dai costruttorispesso riportano indicazioni d’uso e ma-nutenzione anche di parti minute (peresempio i componenti del bruciatore del-la caldaia). Anche questo materiale va rac-colto e codificato secondo la griglia di di-sarticolazione predisposta, che può risul-tare, pertanto, disomogenea, perché seb-bene ricca di informazioni su componen-ti minori, può essere carente di compo-nenti di livello superiore. Si ritiene che ciònon costituisca un grave problema poichéi manuali vanno considerati elementi di-namici che possono e debbono essere ar-ricchiti durante l’uso del bene e comun-que tutte le informazioni, purché correttee razionalmente ordinate sono utili nellagestione dell’opera. Evidentemente i ma-nuali, redatti dal progettista, devono esse-re aggiornati e completati dal direttore deilavori poiché capita che alcuni compo-nenti vengano scelti o modificati in corsod’opera e i manuali hanno senso solo se leinformazioni corrispondono a quanto èstato realizzato. Il piano è costituito anchedal programma di manutenzione, che, co-me dispone il regolamento, deve esserecostituito da tre sottoprogrammi (delle

prestazioni, dei controlli e degli interven-ti di manutenzione).

La redazione del programma presentanotevoli difficoltà poiché non si possiedo-no, in genere, adeguate informazioni sulcomportamento dei componenti nel tem-po. Particolarmente complessa risulta es-sere la stesura del sottoprogramma delleprestazioni “che prende in considerazio-ne, per classe di requisito, le prestazionifornite dal bene e dalle sue parti nel corsodel suo ciclo di vita”. Per ogni parte delbene presa in considerazione e per ogniclasse di requisito (per esempio nel subsi-stema serramenti la tenuta all’aria, la te-nuta al vento, ecc.) bisognerebbe cono-scere l’andamento, nel tempo, delle pre-stazioni e cioè il loro decadimento. In al-tre parole occorre conoscere l’andamentodella curva di decadimento prestazionaledi quella parte per ogni determinato re-quisito. Come accennato, essendo il de-grado causato da agenti fisici la cono-scenza del suo andamento è teoricamentepossibile. Mentre per i componenti im-piantistici è possibile conoscere, con di-screta precisione, la loro durata (per esem-pio le ore di accensione di una lampada oil numero di giri di un cuscinetto), per icomponenti edili il livello di conoscenzaè molto più basso poiché non si dispone,in genere, di dati di durabilità (che dipen-dono moltissimo dalle condizioni d’uso).

Si stanno creando banche dati in pro-posito, ma si ritiene che, in considerazio-ne dei lunghi tempi di decadimento e del-la rapida obsolescenza dei prodotti, que-ste risulteranno scarsamente utili: quandosi avranno dati attendibili sulla durabilitàdi alcuni componenti questi non sarannopiù in produzione. Appare più ragionevo-le fare affidamento sui dati dei produttorisoprattutto se procedono a prove di labo-ratorio di invecchiamento accelerato.

Il sottoprogramma dei controlli che halo scopo “di rilevare il livello prestaziona-le (qualitativo e quantitativo) nei succes-sivi momenti della vita del bene, indivi-duando la dinamica della caduta delle pre-

Progettare per i Lavori Pubblici

IL PIANO DI MANUTENZIONE

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stazioni aventi come estremi il valore dicollaudo e quello minimo di norma” do-vrebbe fissare i livelli minimi prestazio-nali. In generale possono essere indicatidei livelli minimi, raggiunti i quali, occor-re attivare l’intervento manutentivo: quan-do questi sono fissati dalla norma, non c’èproblema; altrimenti vanno consideraticome base per applicare la strategia dellamanutenzione secondo condizione, chetende sicuramente a divenire la strategiaprevalente.

Evidentemente fa parte del sottopro-gramma la scheda diagnostica.

La frequenza dei controlli e delle ve-rifiche deve essere commisurata all’anda-mento della curva di decadimento neltempo per il componente considerato.

Infine deve essere redatto il sottopro-gramma degli interventi di manutenzione“che riporta in ordine temporale i diffe-renti interventi di manutenzione, al fine difornire le informazioni per una correttaconservazione del bene”. Laddove è pos-sibile attuare una strategia di manutenzio-ne programmata possono essere indicatele cadenze temporali dei vari interventi,altrimenti si dovrà privilegiare ad una stra-tegia di manutenzione secondo condizio-ne facendo riferimento agli esiti del sotto-programma dei controlli. La manutenzio-ne programmata è largamente possibileper molti componenti impiantistici e puòessere utilmente generalizzata per degliinterventi elementari come la pulizia, lalubrificazione, ecc.. Evidentemente la re-dazione del piano di manutenzione, previ-sto dalla Merloni, richiede una notevolecapacità previsionale ed è comunque ca-ratterizzata da una certa dose di incertez-za. Ciò non deve preoccupare in modoparticolare poiché il piano è un documen-to che deve costituire la base per una ge-stione dinamica della manutenzione. Si ri-corda che, in concreto, la manutenzionedeve non solo contrastare il degrado (delquale si chiede la previsione), ma deve fa-vorire l’adeguamento verso nuovi livelliprestazionali e questo secondo aspetto ènormalmente più rilevante del primo. Indefinitiva il piano di manutenzione, inquesta fase, è l’insieme delle informazio-ni corrette e certe che definiscano conesattezza l’opera come è stata costruita edi dati previsionali sul comportamento neltempo della stessa. Questi ultimi hanno ri-levanza più che per la loro precisione per

il fatto che consentono di avviare un pro-cesso conoscitivo e gestionale dell’opera.

Sono stati dati suggerimenti per la re-dazione del piano di manutenzione del-l’opera e delle sue parti secondo le indi-cazioni della Legge Merloni, facendo am-pio riferimento a considerazioni dettatedal buon senso.

Claudio Caporali

Principali riferimenti legislativi ad og-gi vigenti nei quali, sotto varie forme,si fa riferimento alla manutenzione neisuoi molteplici aspetti, sono i seguenti:

• Legge Merloni (L. 109/94, art. 16, com-ma 5 – DPR 554/99, ART. 40)Il progetto esecutivo deve essere corre-dato da un piano di manutenzione dell’o-pera e delle sue parti.

• Decreti sulla sicurezza dei cantieri(D.Leg. 494/96 e 528/99, art 4)Il coordinatore per la progettazione devepredisporre un fascicolo contenente leinformazioni utili per prevenzione e pro-tezione dai rischi nei lavori successivisull’opera

• Decreto sulla sicurezza nei luoghi di la-voro ( D.Leg. 626/94, art 4 e 7)I luoghi di lavoro, gli impianti ed i di-spositivi devono essere sottoposti a rego-lare manutenzione

• Legge sui risparmi energetici (L. 10/91e DPR 412/93)Gli impianti termici devono essere man-tenuti con regolarità e da personale qua-lificato• Leggi regionali e nazionali sul fascico-lo di fabbricato

Si rileva, peraltro, che esiste la normaUNI 10831-1-2 – Documentazione edinformazioni di base per il servizio dimanutenzione da produrre per i progettidichiarati eseguibili ed eseguiti, che ha loscopo di definire ”una documentazionedell’opera edilizia e delle sue parti fun-zionali utile per la progettazione e la pro-grammazione della manutenzione dell’e-dificio e dell’esercizio degli impianti tec-nici”

Gli elaborati previsti dalla norma sonocomplessi e numerosi. Essi si articolanosecondo tre canali informativi: il canaledel capitolato, il canale del progetto ed ilcanale del controllo.

Documentazione ed informazioni di baseper il servizio di manutenzione – UNI10831

Documentazione dell’opera costruita conun livello adeguato alla complessità del-l’opera che non deve essere limitata aglielaborati grafici, ma deve essere accom-pagnata dalla definizione degli obiettivi edalla resocontazione degli esiti dei con-trolli.

La struttura dell’informazione è articolatainTre canali:

Documento di guida e controllo dell’in-tervento edilizio capitolato progetto

Insieme degli elaborati grafici e di altranatura che definiscono l’organismo edili-zio da realizzare nel definito ambito inse-diativo controllo

Insieme delle attività di verifica dellaconformità degli elementi spaziali e deglielementi tecnici dell’organismo ediliziorealizzato alle definizioni del capitolato edel progetto.

Sono previsti tre livelli di contenuti:

minimale

medio

ottimale

Le principali Norme UNI riferite alla ma-nutenzione dei patrimoni immobiliari sonole seguenti:

• UNI 10604 – Criteri di progettazione, ge-stione e controllo dei servizi di manuten-zione di immobili;• UNI 10831 1 – Documentazione ed infor-mazione di base per il servizio di manuten-zione da produrreper i progetti dichiarati eseguibili ed ese-guiti – Struttura, contenuti e livelli della do-cumentazione;• UNI 10831 2 – Documentazione ed infor-mazione di base per il servizio di manuten-zione da produrre per i progetti dichiaratieseguibili ed eseguiti – Articolazione deicontenuti della documentazione tecnica edunificazione dei tipi di elaborato;• UNI 10874 – Criteri di stesura dei ma-nuali di manutenzione;• UNI 10951 – Sistemi informativi per lagestione dei patrimoni immobiliari – Lineeguida.Vi sono poi norme di carattere più specifi-catamente tecnico ed impiantistico e traqueste si citano;• UNI 8364 – Impianti di riscaldamento –Controllo e manutenzione;• UNI 9317 – Impianti di riscaldamento –Conduzione e controllo. Si trovano inoltre riferimenti alla manuten-zione nelle norme specifiche: degli im-pianti fissi di estinzione a pioggia (UNI9489), delle alimentazioni idriche per gliimpianti automatici antincendio (UNI9490), dei sistemi di rilevazione incendio(UNI 9795), delle reti di idranti (UNI10779), degli estintori (UNI 9994), ed an-che negli impianti a gas per uso domestico(UNI 7129).

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ci siamo, perché non costruire anche il pontedi Messina? Seguendo questo principio di-struttivo è possibile che accadano episodi “sel-vaggi”, come è avvenuto in un ospedale ro-mano dove un immigrato extra-comunitario èstato lasciato per un’intera nottata su una ba-rella sotto la pioggia fino a farlo morire. Stu-pisce la facilità con cui la classe politica di-mentica che nella vita la cosa più importanteè la vita stessa. Il progresso tecnologico è sol-tanto una parte del progresso civile ed il suovero obiettivo deve essere appunto quello dimigliorare le condizioni di vita di tutti gli uo-mini. Al di fuori di questo non rimane che lafine della vita e dell’uomo. Crediamo chequesta drammatica realtà in cui viviamo – sianei suoi aspetti più generali, sia in quelli cheriguardano direttamente la nostra regione –debba essere oggetto di una riflessione piùampia di quanto fin’ora sia avvenuto. Non ènecessario, infatti, che per costruire una lineaferroviaria ad alta velocità si debba obbligato-riamente sventrare montagne, inquinare sor-genti d’acqua, rischiare di liberare sostanze in-quinanti, “terremotare” in pratica un interoterritorio.

Giorgio Caputo

L’Umbria è ancora una regione general-mente più verde delle altre regioni italiane.Non bisogna però dimenticare il contesto incui essa si trova. Le recenti manifestazioni diSusa e Messina lo dimostrano apertamente.Certo, ciò che colpisce maggiormente è il dis-sesto ambientale che gruppi “volenterosi”stanno creando nel nostro paese, ma l’aspettopiù importante risiede invece, a nostro avviso,nel distacco profondo che esiste tra questigruppi di potere e la grande massa di cittadi-ni che un simile potere subisce senza comple-tamente approvarlo. Il distacco tra i cittadini ela classe politica che li governa è stato sempremotivo centrale nella dissoluzione delle strut-ture politiche, sociali e culturali di ogni so-cietà, anche perché la cattiva amministrazio-ne, con il passare degli anni, diventa non sol-tanto abitudine, ma anche esempio da copia-re. La conclusione è immediata: “Se il miocapo imbroglia tanto bene da ricevere così nu-merosi apprezzamenti, allora lo posso fare an-ch’io”: Così, mancando una cultura del ri-spetto della vita, dell’uomo e dell’ambiente, èpossibile importare grano inquinato e riven-derlo per usi alimentari oppure trasformareun’intera regione in un’enorme discarica acielo aperto od infine riempire le spiagge ca-labresi di ridenti villette private. E, visto che

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Laboratorio UNIMASTprove su materiali e strutture(ufficiale ai sensi della legge 1086/71)Responsabile: prof. ing. Antonio Borri

Prove di caricoProve su calcestruzzo, acciaio, legnoProve sismicheProve meccanicheProve sulle malte

Loc. Pentima Bassa - 05100 TerniTel. / Fax 0744-492910 0744-492901349-5391495 [email protected]

L’UMBRIATRA SUSA E MESSINA

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QQQQUUUUIIII Young Engineersa cura di Simone Monotti

Come ben si sa l’Ingegnere per definizione dovrebbe essereuno “sveglio”, dotato di elevate capacità intellettive, logico-razio-nali, nonché intuitive. Tutte qualità indispensabili sia per portare atermine il lungo e difficoltoso iter di studio, sia per svolgere le at-tività impegnative del mondo del lavoro.

Ci si chiede però per quale motivo tali doti dovrebbero esseremesse ad esclusivo servizio del mondo professionale. Moltissimiingegneri ternani, infatti, a scapito del relax e delle accoglienti mu-ra domestiche, preferiscono settimanalmente arrovellarsi le cervellatra “donne di fiori”, “due di cuori” , “tre di picche”e lor compari,spremendosi le meningi per trovare la migliore tecnica di vittoriasugli avversari nel complesso mondo del gioco del Bridge.

Sembra infatti essere questo, più di ogni altro, il gioco di carteche agli ingegneri “casca a pennello”, essendo necessarie per gio-care - e soprattutto per vincere - le prerogative precedentemente ci-tate.

Si può dire che il Bridge è uno “sport” a tutti gli effetti con tan-to di “Olimpiadi” ed ovviamente non è un gioco d’azzardo!. Essofavorisce anche la socializzazione, visto che si gioca a coppie con-trapposte e, a detta degli esperti, il divertimento è assicurato.

L'attuale situazione ternana presenta un folto numero di esper-ti ingegneri - giocatori da anni - che sarebbero ben felici di veder“rinverdite” le sale da gioco con una ventata di gioventù, inse-gnando col tempo i “trucchi” ed i segreti del mestiere alle nuoveleve.

A tale riguardo si è attivato il decano Ing. Giorgio Bandini che,con la collaborazione del Circolo del Drago di Terni e di una del-le “Signore dell’Ordine” (Patrizia Bruschini), sta organizzando uncorso di “Avviamento al Bridge per giovani ingegneri” totalmentegratuito.

L'occasione è unica. Le lezioni, da non perdere, sono previstea Terni, nelle sale del Circolo Drago. Inoltre, tra una lezione e l’al-tra, i partecipanti al corso avranno anche il privilegio di assisterealle “vere” partite tra i più esperti. Superfluo sottolineare che cor-si simili, di solito, sono a pagamento oppure comportano l’obbli-go di divenire membri di circoli o clubs, mentre in questo caso l’u-nica cosa che viene richiesta è la voglia di imparare. Aderire noncomporta alcun impegno se non il seguire le lezioni ed anche i cu-riosi sono bene accetti.

Gli interessati possono contattare la sig.ra Bruschini presso lasegreteria dell’Ordine (0744403284) oppure l’Ing. Bandini(0744407559).

Il corso sarà attivato al raggiungimento di un numero minimodi adesioni.

Del resto, quale gioco potrebbe essere più adatto ad un inge-gnere di quello il cui nome significa “Ponte”.

CORSO DI “BRIDGE” PER GIOVANI INGEGNERI

Nel territorio locale sta nascendo un interessante duali-smo tra Ingegneria e diagnostica applicata ai beni culturali.

Si tratta, in pratica, di applicare alla conservazione del pa-trimonio storico-artistico le conoscenze tecniche e chimichedei materiali proprie di alcuni settori ingegneristici. Ha for-temente creduto nelle potenzialità di questo settore il giova-ne dottore in ingegneria Luca Papi di Otricoli (TR) il quale,statistiche e certificati alla mano, dimostra di essere il primoin Italia ad avere un titolo accademico specialistico in dia-gnostica applicata ai beni culturali. Il suo percorso di studioinizia a Terni dove consegue nel 2002 il Diploma Universita-rio in Materiali per la Manutenzione del Costruito Antico eModerno presso la locale Facoltà di Ingegneria e, qualche an-no più tardi, la Laurea di 1° livello in Ingegneria dei Mate-riali. Prosegue poi gli studi all’Università “La Sapienza”diRoma, conseguendo una Laurea Specialistica in Scienze Ap-

plicate ai Beni Culturali ed alla Diagnostica per la loro Con-servazione.

Nello specifico, il settore curato dal Papi con le sue tesi,riguarda la possibilità di rilevare la concentrazione del con-tenuto di umidità nelle opere d’arte ed in modo particolarenelle murature affrescate. Il tutto effettuato con utilizzo di tec-niche non distruttive e non invasive, finalizzate alla conser-vazione ed alla valorizzazione dell’opera stessa.

In una Nazione così ricca di opere di inestimabile valorestorico ed artistico è auspicabile che questo interessante set-tore applicativo dell’Ingegneria prenda sempre più piede nelfuturo.

Meglio ancora se proprio dal territorio locale si da il “là”allo sviluppo di questo ambito tecnico-scientifico.

A quanto pare si sono ottenuti già incoraggianti risultatisu diversi affreschi del Centro Italia.

INGEGNERIA E DIAGNOSTICA APPLICATA AI BENI CULTURALI

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QUOTE ASSOCIATIVE ANNO 2006

Si ricorda che il 28/02/2006 è scaduto il termine per il versamen-to della quota di iscrizione all’Ordine per il corrente anno (vedi cir-colare A5/25060).

I ritardatari possono verificare presso la segreteria dell’Ordine lapossibilità del saldo prima dell’emissione, con aggravio di spesa, del-la relativa cartella esattoriale.

CIRCOLARI DEL CNI

1 - circolare del 06/03/2006

Oggetto: Esami di Stato di abilitazione all’esercizio della pro-fessione di ingegnere e ingegnere junior per l’anno 2006 - ordi-nanza del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.

Con la presente si comunica che sulla G. U, quarta serie specia-le, Concorsi ed Esami, n. 13 del 17 febbraio 2006, è stata pubblica-ta l’ordinanza del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ri-cerca di indizione della prima e seconda sessione degli esami di Sta-to di abilitazione all’esercizio delle professioni disciplinate dal de-creto del Presidente della Repubblica n. 328/2001.

Nei mesi di giugno e novembre 2006 sono quindi indette rispet-tivamente la prima e la seconda sessione degli esami di stato di abi-litazione alla professione di ingegnere e ingegnere junior, da soste-nersi nelle sedi universitarie elencate nella tabella allegata all’ordi-nanza citata.

Si segnala, in particolare, che ai sensi dell’art. 6 dell’ordinanza icandidati per le professioni il cui Albo è diviso in sezioni sono tenu-ti ad indicare, per ciascuna sezione, “il settore per il quale chiedonodi partecipare agli esami in coerenza con lo specifico titolo accade-mico conseguito”. Inoltre i laureati in ingegneria secondo il previ-gente ordinamento “devono indicare a quale dei rami di ingegneriadesiderino che le prove prevalentemente si riferiscano”.

Ai sensi dell’art. 7) invece, è confermato che i possessori dei ti-toli conseguiti secondo l’ordinamento previgente svolgeranno le pro-ve degli esami di Stato secondo la disciplina antecedente al DPR328/2001

Per coloro che si trovano in queste condizioni l’art. 8 fissa per tut-te le sedi l’inizio degli esami di Stato il giorno 20 giugno 2006 per laprima sessione e il giorno 28 novembre 2006 per la seconda sessio-ne.

2 - circolare del 20/12/2005

Oggetto: Decreto legislativo 17 agosto 2005 n. 189 - approva-zione progetti opere strategiche - novità in tema di procedure di af-fidamento, tariffe professionali e società pubblica di progetto.

Con la presente si rende noto che sul s.o. n. 157 alla G.U. del 22settembre 2005 n. 221 è stato pubblicato il decreto legislativo 17 ago-sto 2005 n. 189 (“Modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 29agosto 2002 n. 190) in materia di redazione ed approvazione dei pro-getti e delle varianti, nonché di risoluzione delle interferenze per leopere strategiche e di preminente interesse nazionale”).

Si deve qui sottolineare che trattasi di una disciplina speciale, ov-vero quella afferente al settore delle opere cosiddette strategiche e de-gli insediamenti di preminente interesse nazionale (v. legge21/12/2005 n. 443: “Delega al Governo in materia dì infrastrutture edinsediamenti produttivi strategici ed altri interventi per il rilancio del-le attività produttive” cosiddetta legge obiettivo).

Non si tratta quindi di regole valevoli per l’affidamento in via ge-nerale dei lavori pubblici (L 109/ 1994) ma, anzi, di una disciplinaderogatoria rispetto a quella generale sugli appalti.

Il decreto legislativo 17 agosto 2005 n. 189 in esame ha apporta-to delle modifiche al testo del decreto legislativo, 20 agosto 2002n.190 (Attuazione della L. 21 dicembre 2000 n. 443, per la realizza-zione delle infrastrutture e degli insediamenti produttivi strategici edi interesse nazionale”), che é la normativa con cui é stata data attua-zione alla legge obiettivo, attraverso la individuazione e approvazio-ne delle modalità di progettazione e realizzazione delle infrastrutturestrategiche per il Paese, degli insediamenti produttivi strategici e del-le infrastrutture strategiche private di preminente interesse nazionale.

Varie sono le innovazioni introdotte per le infrastrutture strategi-che.

LE NOVITÀ IN TEMA DI PROGETTAZIONE

In primo luogo - per segnalare soltanto le previsioni di maggiorerilevanza – l’art. 1 del decreto legislativo n. 189/2005 (introducendol’art. 2..bis al decreto legislativo n. 190/2002) stabilisce che l’affida-mento delle attività di progettazione e degli altri servizi di ammon-tare pari o superiore alla soglia di applicazione delle normative co-munitarie in materia, è regolato dal decreto legislativo 17/03/1995 n.157 (sugli appalti pubblici dì servizi) e dal decreto legislativo17/03/1995 n. 158 (sugli appalti nei settori esclusi) a seconda del-l’ambito di applicazione.

Inoltre al fine di garantire le esigenze di trasparenza e di pubbli-cità, questi bandi di gara saranno pubblicati sui siti internet del Mini-stero delle infrastrutture e dei trasporti e delle Regioni interessate.

Mentre la nuova disciplina – per quel che concerne i servizi diammontare inferiore alla soglia comunitaria - dispone che essi sianoaffidati nel rispetto dei principi di trasparenza, adeguata pubblicità eimparzialità imposti dall’osservanza del Trattato UE.

Viene poi ribadita la regola di incompatibilità tra progettisti del-l’opera e soggetti incaricati delle attività esecutive (art. 2-bis) comma3, nuovo d.lgs. 190/2002).

È inoltre prevista la possibilità per i soggetti aggiudicatari, diestendere il divieto ai soggetti che abbiano collaborato ad altro titoloalla progettazione, a condizione di stabilirlo con apposita previsionenel bando di gara o nel contratto di progettazione.

È ivi prevista, in sede di progetto preliminare o definitivo, l’in-troduzione di linee guida per 1a stima degli oneri per la sicurezza deicantieri.

L’articolo dispone infine la mancata applicazione dell’art.17 leg-ge quadro sui lavori pubblici alle suddette attività di progettazione edapprovazione delle infrastrutture strategiche.

LE TARIFFE PROFESSIONALI

Il nuovo art. 2-bis, comma 7, d.1gs. 20 agosto 2002 n. 190 con-tiene una importante previsione in tema di .onorari professionali.

La disposizione stabilisce che “previa intesa con il Ministero del-la Giustizia” fino alla revisione delle tariffe professionali per le atti-vità di progettazione, per la determinazione del corrispettivo per le at-tività di progettazione oggetto del decreto legislativo i soggetti ag-giudicatari aumenteranno del 100 per cento l’aliquota prevista per i1progetto preliminare dalla tabella B del decreto Ministero Giustizia 4aprile 2001.

Mentre le aliquote previste dalla citata tabella per il progetto de-finitivo ed esecutivo vengono ridotte corrispondentemente e propor-

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zionalmente alle aliquote previste per il progetto definitivo ed esecu-tivo, in modo che l’aliquota totale risulti sempre pari a l.

È appena il caso di rilevare che l’espresso riferimento legislativoalle tariffe contenute nel DM 04/04/2001 costituisce l’ennesima con-ferma - se ce ne fosse bisogno – dell’attuale vigenza. e validità. delDM 04/04/2001 come sempre sostenuto dal Consiglio Nazionale (v.circolare CNI n. 270/2003).

CONFERENZA DI SERVIZI E ALTRE NOVITA

Il nuovo art. 4-ter del decreto legislativo n. 190/2002 contiene unaserie di previsioni procedurali relative alla organizzazione dei lavori.della conferenza di servizi convocata per la formulazione di proposteo richieste.

Si segnala la disciplina relativa ai soggetti esclusi dalla conferen-za e che invece dovevano essere invitati (art. 4-ter, comn1a 6).

L’art 5-bis del decreto è invece dedicato alla risoluzione delle in-terferenze.

Da ultimo l’art. 5-ter del decreto legislativo 190/2002 è dedicatoalla “società pubblica di progetto”

Si tratta. di una nuova figura, senza scopo di lucro, istituita perrealizzare un’attività coordinata di più soggetti pubblici, attributariadelle competenze necessarie per la realizzazione dell’opera e defini-ta autorità espropriante ai sensi del testo unico sugli espropri.

Alla società pubblica di progetto possono partecipare, oltre ai sog-getti aggiudicatari, le Camere di commercio e le Fondazioni banca-rie.

Come si vede, non poche sono le previsioni di interesse introdot-te dal decreto legislativo 17 agosto 2005 n. 189 - di cui in questa se-de si è operata una prima ricognizione - di modo che è necessariaun’attenta lettura di tutto il relativo articolato (presente sul sito Inter-net del CNI).

CIRCOLARE INPS

OGGETTO: Documento Unico di Regolarità Contributiva - Pre-cisazioni e chiarimenti

SOMMARIO:1) Imprese senza dipendenti e lavoratori autonomi2) Benefici e sovvenzioni comunitarie per investimenti3) Leggi regionali

1) IMPRESE SENZA DIPENDENTI E LAVORATORI AUTO-NOMI

In risposta al quesito con il quale l’Inps chiedeva se fosse am-missibile il rilascio del DURC ai lavoratori autonomi partecipanti adappalti di lavori pubblici, il Ministero del Lavoro e delle Politiche So-ciali, interpretando le norme in vigore1) ha precisato, con nota del 5dicembre 2005 prot. 2988 che i lavoratori autonomi artigiani senzadipendenti non sono destinatari del DURC.

A giudizio del Ministero, infatti, il decreto legislativo N.494/1996, art. 3, comma 8, distingue molto chiaramente la condizio-ne di “lavoratore autonomo” da quella delle “imprese esecutrici”,prevedendo per i primi unicamente l’obbligo di dimostrare l’idoneitàtecnico-professionale e ponendo invece in capo alle seconde ulterio-ri obblighi, tra i quali quello di dimostrare la regolarità contributiva.

Con successiva nota del 22 dicembre 2005 proto 3144, in rispo-sta ad un interpello inoltrato da CNA di Pistoia in tema di lavori edi-li privati, lo stesso Ministero ha fornito ulteriori precisazioni con ri-

guardo ai lavoratori autonomi e alle società senza dipendenti, alle im-prese non edili operanti nei cantieri nonché al periodo di validità delDurc.

In particolare:per il primo punto, nel ribadire le motivazioni già esposte in pre-

cedenza, ha specificato “che nel novero dei destinatari dell’obbligodi richiesta del Durc non rientrano i lavoratori autonomi e le societàsenza dipendenti”;

in ordine al secondo punto ha precisato che tutte le imprese ope-ranti nei cantieri hanno l’obbligo di dimostrare la regolarità contribu-tiva e che nell’ipotesi di imprese edili, il DURC deve essere rilascia-to dalle Casse Edili;

relativamente al terzo aspetto ha confermato il periodo di validitàdi un mese del documento unico dalla data del rilascio, limitatamen-te ai lavori privati in edilizia.

Pertanto, prendendo atto degli indirizzi ministeriali, sui quali pe-raltro potrebbero intervenire ulteriori chiarimenti, in futuro non saràpiù necessario presentare il DURC in occasione della denuncia dinuova attività o per ottenere la concessione edilizia nei casi in cui ilavori debbano essere svolti da una ditta artigiana senza dipendenti

Qualora invece la richiesta del DURC riguardi l’artigiano con di-pendenti, sia che eserciti individualmente, sia che svolga l’attività informa societaria, il controllo sulla regolarità contributiva nella ge-stione DM deve essere esteso anche alla contribuzione dovuta alla ge-stione dei lavoratori autonomi artigiani.

Infine l’artigiano, con familiari iscritti come coadiuvanti, non èassimilabile all’impresa ai fini del rilascio del DURC, ma qualora siavvalga anche di dipendenti, la regolarità deve riguardare anche lacontribuzione che lo stesso è tenuto a versare per i propri coadiuvan-ti iscritti alla gestione previdenziale dei lavoratori autonomi.

Si ritiene comunque opportuno precisare che indipendentementedalla ricorrenza dell’obbligo di dimostrare la regolarità, l’Istituto inqualità di “Amministrazione certificante” secondo la definizione del-l’art. 1 comma 1 lett. P) del D.P.R. n. 445/2000, è tenuto a rilasciarela certificazione tutte le volte che ne sia richiesto.

In tali casi, inoltre, il richiedente può senz’altro usufruire dellaspecifica procedura e modulistica disponibile nel portale www.spor-tellounicoprevidenziale.it , la cui finalità prioritaria è la semplifica-zione degli adempimenti, effettuando, pertanto, un’unica richiesta cheverrà inoltrata a Inps e Inail secondo le modalità descritte nelle Cir-colari Inail n.52/2005 e Inps n. 122/2005.

Si ritiene da ultimo opportuno sottolineare che quando l’Istitutoagisce in qualità di stazione appaltante, deve comunque acquisire laregolarità contributiva per verificare la sussistenza dei requisiti di or-dine generale relativi all’affidabilità morale ed economica dei con-traenti ed a tal fine è utilizzabile la procedura Durc.

BENEFICI E SOVVENZIONI COMUNITARIE PER IN-VESTIMENTI

La Legge Finanziaria 2006, al comma 553, ha apportato alcunemodifiche alle disposizioni in materia di sovvenzioni comunitarie eDURC già contenute nel collegato alla Finanziaria (art. 10 comma 7Decreto Legge n. 203/2005 convertito nella Legge n. 248/2005).

Più precisamente la nuova norma prevede che le imprese di tuttii settori sono tenute a presentare il Durc per accedere ai benefici e al-le sovvenzioni comunitarie esclusivamente per la realizzazione di in-vestimenti.

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LEGGI REGIONALI

La normativa nazionale in materia di regolarità contributiva èspesso integrata da leggi regionali che, senza essere in contrasto conla prima, individuano ulteriori momenti ovvero particolari esigenzedi acquisizione del documento (es. richiesta del certificato, nei casi dilavori privati in edilizia, anche alla fine dei lavori).

Anche in questi casi potrà essere utilizzata, ove tecnicamentecompatibile, la procedura realizzata a livello nazionale.

Nota 1) D. Lgs. n. 494/1996, articolo 3, comma 8, come modifi-cato dall’art. 86 del D. Lgs. n . 276/2003

CIRCOLARE MINISTERO DELLE FINANZE

OGGETTO: Nota di deposito

Si comunica che dal 13 febbraio 2006 presso le segreterie delleCommissioni tributarie della regione verrà attivata la nuova modalitàdi deposito atti mediante una apposita NOTA DI DEPOSITO che rap-presenta un primo momento ed un’anticipazione del processo tribu-tario on line, ed è costituita da un modello da consegnare (o spedire)alla commissione tributaria, insieme al deposito del ricorso, dell’ ap-pello e di ogni altro atto che s’intenda depositare (contro deduzioni,memorie, istanze, reclami avverso provvedimenti presidenziali ecc.)

Ove utilizzata, deve essere compilata con una serie di indicazio-ni, alcune obbligatorie (quelle evidenziate nel modello) altre di ca-rattere facoltativo, secondo quanto specificato nella “legenda” che èparte integrante dello stesso documento.

La nota di deposito, che va compilata da ogni parte in giudizio(contribuente, ufficio o ente impositore, interveniente ecc.) con le in-dicazioni necessarie alla costituzione del fascicolo del processo, è di-sponibile elettronicamente in formato PDF, scaricabile gratuitamen-te dal sito www.finanze.it , o in forma cartacea presso le commissio-ni tributarie.

Il modulo P.D.F può essere compilato utilizzando il programma“acrobat reader” della società Adobe, scaricabile gratuitamente dal si-to INTERNET della stessa società Adobe, distribuito gratuitamente.

La soluzione non comporta, quindi, oneri economici a carico de-gli utilizzatori.

La compilazione elettronica del modulo è notevolmente facilita-ta grazie alla selezione di liste che si aprono automaticamente. Peruna più precisa acquisizione dei dati è opportuno che il medesimo siacompilato prima della stampa; può procedersi anche manualmente,riempiendo a penna i diversi campi nei quali è articolato il moduloma, in tal caso, è necessaria una specifica acquisizione dei codici ri-portati nelle tabelle A (atti e documenti depositabili), B (uffici impo-sitori), C (tipologia atti impugnabili), D (tipologia imposte - materie),E (tipologia di specifiche della controversia), F (tipologia di rappre-sentanti), G (ordini professionali di soggetti deputati all’assistenzatecnica), H (tabella delle commissioni tributarie).

L’utilizzo della nota di deposito, oltre che agevolare l’immediataacquisizione del R.G.R./R.G.A. ed il collegamento con gli atti pro-cessuali che seguono, costituisce uno strumento per la segreteria del-la sezione giudicante ai fini di un corretto caricamento degli atti me-desimi al sistema informativo del contenzioso nonché rappresenta una“sintesi” illustrativa dell’instaurata vertenza, utile anche per i giudicitributari.

Il Dipartimento per le Politiche Fiscali ha già fornito sul predet-to sito www.finanze.it una comunicazione di massima che illustra leopportunità che offre l’utilizzo dello strumento in parola.

Si fa altresì presente che la società SO.GE.I ha in corso di realiz-zazione uno specifico modulo destinato ai contribuenti, scaricabiledal sito www.finanze.it che porrà quest’ultimi nella condizione di pro-cedere ad un’autonoma compilazione della nota di deposito.

Il personale delle commissioni tributarie offrirà la necessaria as-sistenza per la compilazione di detta nota a tutti coloro che ne fac-ciano richiesta.

Per ulteriori informazioni, tel. 075.5012723

PREVENZIONE INCENDI

E stato recentemente pubblicato il Decreto 22 febbraio 2006 –Approvazione delle regole tecniche di prevenzione incendi per la pro-gettazione, la costruzione e l’esercizio di edifici e/o locali destinati aduffici.

AGGIORNAMENTI

L’università di Perugia organizza un Master universitario di IIo li-vello in MANAGER per l’EXPORT. La scadenza per la presenta-zione delle domande è il 31.03.2006 e il costo d’iscrizione è di€ 2.500,00

Per informazioni www.unipg.it oppure tel 075/58.52.434————————Il Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università di Pisa,

nel periodo Aprile-dicembre 2006, organizza il Master Part Time inEconomia Aziendale e Management equivalente a 60 Crediti forma-tivi Universitari.

Le domande dovranno pervenire entro il 20 aprile 2006. La quo-ta di partecipazione è di € 4.800,00. Per ulteriori informazioni tel.050/22.16.359

————————-Si svolgerà a Milano nei giorni 29 e 30 marzo 2006 un semina-

rio di aggiornamento sul tema “Cadute dall’alto – opere provvisio-nali con specifica analisi dei ponteggi metallici fissi – Piano di mon-taggio, uso e smontaggio (PiMUS) e Calcolo strutturale”.

Quota di iscrizione € 990,00 +IVA . Per informazioni tel. 06/68.32.970

Giorgio Bandini

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M.AV. non ancora pagato? DICH 2005 (redditi 2004) non ancora spe-dita?

Il M.AV. scaduto il 31.12.2005 si può pagare con la maggiorazione del15% oltre interessi.

La DICH 2005 non inviata, può essere spedita con la sanzione di € 170.25.Tasso d’interesse in materia di rateazione debiti contributivi 2006.Il tasso, riferito all’anno nel quale è stata presentata la domanda, è fisso ed

invariabile per la durata del piano ed uguale al tasso BCE 2,25% + 6,4 punti per-centuali = 8,65%.

Sanzioni per scadenze.Ritardo nei pagamenti:1) entro 30 gg.: 3,75% del dovuto; 2) oltre 30

gg.:15% del dovuto;Ritardo dich. annuale: 1) entro 31.1 dell’anno successivo 7,5% contr. sogg.

minimo (c.s.m.)omessa, infedele, ritardata dich. annuale:2) oltre 31.1 dell’anno successivo 15% (c.s.m.); Ritardo pagamenti con 1) entro 30 gg. 3,75% del dovuto + 7,5% (c.s.m.);2) oltre 30 gg. 15% del dovuto + 7,5% (c.s.m.); 3) oltre il 31.1 anno successivo 40% del dovuto + 15% (c.s.m.); Iscrizione tardiva - dopo il 31.8 l’anno seguente i requisiti: 50% dovuto

+ 15% (c.s.m.); Iscrizione d’ufficio - dopo il 31.8 l’anno seguente i requisiti: 100% do-

vuto. Nei casi B2, C3, D, E, può richiedersi l’infrazione disciplinare all’ordine

d’appartenenza.Cosa ne pensate della rivista Inarcassa?Il numero 4/2005 (in arrivo) riporta un questionario rivolto ai lettori sul gra-

dimento del nostro organo ufficiale d’informazione. Le risposte, spero numero-se, consentiranno alla redazione di migliorare il dialogo con gli associati. Faxa-te il coupon allo 0541 - 622100

Approvate le modifiche alla Pensione di Reversibilità.Con decreto interministeriale del 31.1.06 approvate le modifiche all’art.30

comma 4 dello Statuto in materia d’erogazione della pensione di reversibilità aifigli superstiti maggiorenni e studenti. Il nuovo deliberato recita “Ai figli mino-ri sono equiparati i figli maggiorenni studenti non oltre il compimento dei

21 anni, nell’ipotesi di corsi di studio di scuola media superiore, ovvero nel-la ipotesi di corsi di studio universitari, sino al compimento dei 26 anni”.

Contributo integrativo Inarcassa ancora al 2%.Poiché giungono da più parti richieste di chiarimento si ricorda che il con-

tributo è fermo al 2%. Per la fatturazione delle Società di Professionisti, con In-gegneri e/o Architetti e Geometri, è valido l’esempio tipo di Società compostada un ingegnere e un geometra con partecipazione al 50%:

Ipotesi da verificare a consuntivo, con l’attribuzione dell’utile conseguito incapo ai singoli associati, sulla base della partecipazione ai sensi dell’art. 5 delT.U. Infatti, non solo è erroneo il riferimento del 50% all’imponibile, poiché lapartecipazione è riferita agli utili, ma la stessa quota è variabile entro l’ultimo ter-mine della Dichiarazione Redditi (31.10). Scartata l’ipotesi d’assoggettare tuttol’imponibile al 2%, l’esposizione unica al 4% denota un “comportamento fisca-le” scorretto.

Professionisti di laurea breve junior.I professionisti di laurea breve, ingegneri ed architetti, iscritti ai rispettivi

albi professionali alla sezione B (elenco triennali), in possesso di Partita Iva e nonsoggetti ad un’altra forma previdenziale obbligatoria sono tenuti all’iscrizione adInarcassa, con modalità e contribuzione analoga a tutti gli altri iscritti. Il comu-ne senso d’appartenenza ad una famiglia, non discrimina, distingue, ognuno conun proprio bagaglio di studi ed una responsabilità professionale diversa ma so-prattutto, ci vede lavorare insieme con un obiettivo previdenziale comune.

Decreto legislativo n.252/2005 – Disciplina delle forme pensionistichecomplementari – “Fondo pensione Professional Welfare”.

Si informa che con il D.lgs n.252, del 5 dicembre 2005, pubblicato sullaG.U. n. 289 del 13 dicembre 2005, il Governo ha dato attuazione alla delega con-feritagli con la Legge n. 243 del 23 agosto 2004 in materia di sostegno alla pre-videnza complementare. Tale decreto legislativo ha l’obiettivo di favorire lo svi-luppo dei fondi pensione e riconosce alle Casse di previdenza privatizzate la pos-sibilità di istituire forme pensionistiche complementari, sia direttamente, sia me-diante accordi fra lavoratori liberi professionisti, con l’obbligo della gestione se-parata. L’Adepp. Associazione degli enti previdenziali privatizzati, alla luce del-le novità introdotte nella normativa in materia di previdenza complementare, hapromosso la costituzione di un fondo pensione rivolto alla generalità dei liberiprofessionisti configurato come ente unico dotato di organi sociali. La bozza del-lo Statuto di tale fondo denominato”Fondo Pensione Professional Welfare”, cu-rata dal Prof. Lucio Francaruio e dal Notaio Dott. Pedrazzoli, è stata esaminatadal Consiglio di Amministrazione nella riunione del 15 e 22 febbraio 2006.

Totalizzazione dei periodi assicurativiIl 16.2.06 è stato pubblicato sulla G.U. n°39 il D. L. gs “Totalizzazione dei

periodi assicurativi” in attuazione della Legge delega del 23.8.04 n. 243 di rifor-ma del sistema previdenziale. Ferma la possibilità d’avvalersi della ricongiun-zione, il decreto prevede la possibilità di pensionamento per coloro che, a 65 an-ni d’età, possano totalizzare almeno 20 anni di contribuzione e non fruiscano al-tra pensione, oppure, a prescindere dall’età anagrafica, vantino 40 anni di con-tribuzione, con periodi di almeno 6 anni per ogni gestione. La facoltà di totaliz-zazione si applica dall’1.1.2006.

Nuove disposizioni in materia di indennità di maternità.L’articolo 70 del Decreto Legislativo 26 marzo 2001 n.151 riconosce a cia-

scuna libera professionista iscritta alla propria Cassa di previdenza calgoriale ildiritto ad una indennità di maternità per i due mesi antecedenti ed i tre mesi suc-cessivi la data del parto. Ad integrazione della norma di cui sopra il Consiglio diamministrazione ha deliberato nella riunione del 26 gennaio 2006, di revocaretutte le precedenti deliberazioni assunte in materia, stabilendo che hanno dirittodi percepire l’indennità di maternità anche le professioniste iscritte ad Inarcassaper un periodo che copra solo parzialmente i cinque mesi stabiliti dal predettodecreto. In tali casi, l’indennità viene liquidata pro quota, rapportando, in giorni,i cinque mesi potenzialmente indennizzabili al periodo di effettiva iscrizione econtribuzione maturato presso Inarcassa. Le nuove disposizioni trovano appli-cazione con riferimento a tutte le domande di indennità non ancora definite al 26gennaio2006, data della citata deliberazione consiliare, ed a quelle presentate suc-cessivamente. Gli importi minimo e massimo erogati da Inarcassa sono rispetti-vamente € 4.225,00 e € 21.125,00. Si ricorda che ai sensi della legge n.289 del15 ottobre 2003, l’importo dell’indennità è pari all’80% di cinque dodicesimi delsolo reddito percepito e denunciato ai fini fiscali come reddito da lavoro autono-mo dalla libera professionista nel secondo anno precedente a quello dell’evento.

Riscatti e Ricongiunzioni: nuovi coefficienti di calcolo.Deliberate dal CND nuove tabelle per il calcolo degli oneri di riscatto anni

di laurea e militare e di ricongiunzione di periodi contributivi presso altre gestioni,con sensibili risparmi su oneri da versare. Le tabelle entreranno in vigore dal30.6.2006; per le domande presentate dopo il 31.12.2004, se meno oneroso, saràridefinito il dovuto con le nuove tabelle.

Mutui iscritti Inarcassa per acquisto, costruzione, ristrutturazione ca-sa e/o studio.

Durata: 5,7,10,15 o 20 anni; Erogazione: PopoSondrio; Tassi: Fisso o va-riabile;

Fisso:per domande giunte entro 31.12.05,tasso IRS relativo alla durata +0,40% = 5 anni (3,15%) • 7 (3,37%) • 10 (3.65%) • 15 (3,93%) • 20 (4,07%); ra-te semestrali/€1000 di capitale = 5 anni (€ 108,87) • 7 (€ 80,78) • 10 (€ 60,13)• 15 (€ 44,44) • 20 (€ 37,39);

Variabile: media aritmetica semplice medie mensili su Sole 24h (rif. Feb-Mar rata scadenza 31.10 e Ago-Set rata del 30.4)dell’Euribor a 6 mesi + 0,7%;tasso entrata solo Ia rata (stipule entro 30.10.05) 2,88%; rate semestrali/€1000di capitale = 5 anni (€ 108,09) • 7 (€ 79,38) • 10 (€ 57,90) • 15 (€ 41,29) • 20(€ 33,69);

Contatti: attività[email protected]; 06.85274333; fax06.85274484.

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QQQQUUUUIIIIa cura di Marco Ratini

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