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La riorganizzazione della Rete Ospedaliera

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Lo Stato dell’Arte

Ospedale di Piacenza

Criticità:

• spazi non sufficienti, carenza sale operatorie e blocchi tecnico-specialistici,

gestione degli spazi

• configurazione «a padiglione» altamente diseconomica e di ostacolo

all’integrazione interdisciplinare; non adeguata a una struttura di carattere

provinciale

• difficoltà logistiche per i pazienti e per i dipendenti che devono raggiungere

l’Ospedale (parcheggio)

• prossima alla naturale conclusione del «ciclo di vita»

Il NUOVO OSPEDALE risolverà queste criticità, ma solo tra 7-8 anni

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Ospedale di Piacenza: PL medi gestiti 2015

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Lo Stato dell’Arte

Ospedali di Fiorenzuola e Castel San Giovanni

Criticità:

• strutture di carattere generalistico con meno di 150 PL

• difficoltà nel mantenere e sviluppare la clinical competence

• difficoltà nel mantenere e garantire requisiti di economicità

• difficoltà nell’attrarre e mantenere professionisti di valore

• sovrapposizione Fiorenzuola - Fidenza

Incertezza sul posizionamento nel medio-lungo periodo

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Ospedale di Fiorenzuola: PL medi gestiti 2015 (e 2013)

PL Medi Gestiti - 2015

ORD % OCC. DH CHIR. DH MED. PL TOT

MEDICINA INTERNA 40,0 96,65 6,0

LUNGODEGENZA (MEDICINA) 17,7 93,57

LUNGODEGENZA PARE (ORTOPEDIA) 0,3 99,90

Totale 58,0 95,73 0,0 6,0

Fiorenzuola64,0

PL al 01/01/2013 (da flussi RER)

UU. OO. ORD DH CHIR. DH MED.

CHIRURGIA GENERALE 16 5

ORTOPEDIA E TRAUMATOLOGIA 18 3

PARE 7

PEDIATRIA 9 3

OSTETRICIA E GINECOLOGIA 18 2

ORL 3 4

MEDICINA GENERALE 40 6

LUNGODEGENZA 10

MEDICINA D'URGENZA 4

Totale 125 17 6

Fiorenzuola 148

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Ospedale di CSG: PL medi gestiti 2015

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Lo Stato dell’Arte

Ospedale di Bobbio

Criticità:

• adeguamento al Piano Regionale della Rete Ospedaliera: trasformazione

della struttura in OSCO

• difficoltà nel garantire continuità assistenziale

• difficoltà nel mantenere la dotazione organica coperta

PL Medi Gestiti 2015

ORD % OCC. DH CHIR. DH MED. PL TOT

MEDICINA INTERNA 14,0 91,98 2,0

LUNGODEGENZA 10,0 76,85

Totale 24,0 85,68 0,0 2,0

26,0Bobbio

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Lo Stato dell’Arte

UNITA’ SPINALE di Villanova

Criticità:

• difficoltà a garantire i determinanti del percorso clinico «U.O. Riabilitazione

Spinale»: impossibilità di accogliere casistica complessa e in fase precoce per

assenza della necessaria rete di supporto in loco e difficoltà di gestione delle

interfacce specialistiche collocate presso altre strutture

• rischio di perdita della funzione di hub regionale

• obsolescenza della struttura e della dotazione strutturale e necessità di

adeguamento all’antisismica

• alti livelli di inefficienza economica, dovuti soprattutto al dimensionamento

della struttura e alla necessità di garantire continuità assistenziale

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UNITA’ SPINALE di Villanova: PL medi gestiti 2015

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Lo Stato dell’Arte

Rete dell’Emergenza-Urgenza

Criticità:

• i numeri della competence clinica e organizzativa dimostrano che

è impossibile garantire adeguati livelli qualitativi di risposta alle

emergenze gravi in tutti gli ospedali

• necessità di perfezionare funzionalmente la rete dei PS e i

protocolli dell’emergenza territoriale

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Criticità generali

Area chirurgica

dispersione della casistica: prendendo in esame il 2013,

anno in cui era ancora attivo l’Ospedale di Fiorenzuola, la

casistica correlata all’esito di cura evidenzia per le singole

strutture volumi inferiori o al limite dello standard richiesto

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Criticità generali

Area medica

conciliazione tra specialità e gestione del paziente pluri-

patologico o «non caratterizzato»

governo dell’accesso e della dimissione

necessità di affrontare la crescita della cronicità: co-

gestione dei percorsi e caratterizzazione dei setting

assistenziali

consolidamento della concentrazione della casistica

per alcune discipline/percorsi

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Criticità generali

Area oncologica

estensione dell’approccio multidisciplinare: Onco-Team

gestione della crescita della domanda

governo dell’innovazione tecnologica

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Perché riorganizzare?

1. Obiettivi di mandato Direttore Generale

Elementi chiave della DGR 2040/2015

Fa propri gli elementi chiave del D.M. 70/2015, superando la

classificazione degli ospedali, e stabilisce che la programmazione della

rete ospedaliera regionale avvenga secondo il principio prioritario della

concentrazione della casistica, basandosi in particolare sui criteri del

Piano Nazionale Esiti (documento che ogni anno individua la casistica

minima per una molteplicità di procedure chirurgiche e non).

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Perché riorganizzare?

2. Cambiano i bisogni di salute e i percorsi di cura

Assistiamo a un calo della domanda di ricoveri ospedalieri e ad un forte

incremento, potenzialmente esplosivo nel medio periodo, dei bisogni

legati alla cronicità. Conseguentemente, cambiano i percorsi di cura:

nuovi farmaci e nuove tecnologie sono sempre di più fattori di successo

nel miglioramento delle cure (unitamente alla specializzazione delle

discipline). Assume, dunque, sempre più rilevanza quella parte di

percorso di cura che avviene fuori dall’ospedale, oltre alla necessità di

intercettare sempre più precocemente le patologie.

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Perché riorganizzare?

3. Clinical competence

Oggi abbiamo percorsi di cura più efficaci di quelli di 15 anni fa (minore mortalità, minori esiti negativi). Questo risultato è stato raggiunto attraverso i progressi nelle tecnologie e nei farmaci e attraverso la progressiva specializzazione delle discipline sanitarie (in particolare quelle chirurgiche: 20 anni fa chirurghi generalisti, oggi chirurghi sempre più specializzati).

Quanto più aumenta la specializzazione, tanto più diventa essenziale che il chirurgo possa avere un numero di casi sufficienti per possedere la c.d. «competenza clinica»: le soglie minime sono definite dal Piano Nazionale Esiti.

L’attuale organizzazione della rete ospedaliera piacentina (frazionamento degli interventi sui 3 ospedali) non consente nella maggioranza dei casi di raggiungere tali soglie minime (vedi Tabella PNE).

Questa situazione comporta che le équipe chirurgiche si avviino a perdere la competence e che, soprattutto, i nuovi chirurghi non saranno in grado di acquisirla.

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Perché riorganizzare?

CSG BVT PC FLA BB

N N N N N

riparazione aneurisma aorta addominale

non rottomortalità ospedaliera o a 30 gg 60

36 36 33 3 26 62

PTCA in IMA (*) mortalità ospedaliera o a 30 gg 347 347 336 11 34 381

PTCA non in IMA (*) mortalità ospedaliera o a 30 gg 253 253 231 22 82 335

artroplastica al ginocchio reintervento entro 6 mesi 100 60 26 93 179 203 -24 158 337

chirurgia CA colon mortalità ospedaliera o a 30 gg 50-70 29 85 114 125 -11 32 146

chirurgia CA polmone mortalità ospedaliera o a 30 gg 50-70 40 40 34 6 22 62

chirurgia CA prostata riammissioni entro 30 gg 25-50 34 34 36 -2 50 84

chirurgia CA stomaco mortalità ospedaliera o a 30 gg 20-30 13 29 42 33 9 10 52

chirurgia CA vescica mortalità ospedaliera o a 30 gg 20-30 10 10 13 -3 11 21

colecistectomia laparoscopica (*) complicanze a 30 gg 100 90 270 360 391 -31 87 447

endoarteriectomia carotidea riammissioni entro 30 gg 75-100 65 65 80 -15 36 101

intervento per frattura del femore mortalità ospedaliera o a 30 gg 50-100 25 47 405 477 520 61 538

IMA mortalità ospedaliera o a 30 gg 100-150 39 527 72 2 640 661 -21 123 763

chirurgia CA mammella (*) 150 267 267 273 -6 87 354

TOT. AUSL

+ PASSIVA

250

TOT AUSL

2014Delta

ASSOCIAZIONE POSITIVA TRA

VOLUMI ED ESITIESITO

SOGLIA

PNE

TOT AUSL

2015

PASSIVA

PNE 2015

(*) Soglia D.M. 70/2015

Piano Nazionale Esiti 2015 – AUSL di Piacenza

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Perché riorganizzare?

4. Mantenere professionisti di valore

Entro 5 anni quasi un terzo del corpo clinico dell’Azienda andrà

in pensione; contestualmente, nei prossimi 10 anni

assisteremo a un’importante riduzione del numero dei medici

in Italia. In questo quadro, Piacenza dovrà reclutare

professionisti di valore in competizione con i migliori ospedali

del Paese: solo una rete che offra ai giovani chirurghi la

possibilità di specializzarsi e la casistica sufficiente alla crescita

professionale potrà attrarre e mantenere personale qualificato.

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Perché riorganizzare?

5. Sostenibilità

Ospedali non specializzati con piccoli volumi e piccoli bacini

di utenza hanno un costo per caso trattato maggiore di

quelli specializzati a parità di posti letto.

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Perché riorganizzare?

6. Sopravvivenza nel lungo periodo

Abbiamo 5 ospedali generali, di cui 3 piccoli, su 90 km di Via

Emilia: le indicazioni della normativa nazionale e

considerazioni di buon senso rendono facile ipotizzare come

nel medio periodo gli ospedali troppo piccoli siano destinati a

sparire. La condizione per la sopravvivenza è riuscire a

dimostrare di avere i numeri della competence, un livello di

efficienza sostenibile e, soprattutto, un ruolo univoco e

insostituibile nella rete provinciale.

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Perché riorganizzare?

7. Opportunità

L’attuale debolezza della vicina Lombardia e alcune specifiche

carenze di offerta nella rete della Emilia Nord creano un

ventaglio di opportunità che può e deve essere colta dalla rete

provinciale per occupare «spazi di mercato» al fine di reperire

risorse, ma soprattutto casistica, per il sistema provinciale. La

strategia della specializzazione, se e solo se accompagnata

dalla tempestività di azione, può consentire di cogliere queste

opportunità.

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Perché riorganizzare?

8. Riequilibrare le risorse

Il sistema ha bisogno di risorse per nuovi farmaci e

dispositivi, nuove tecnologie e per potenziare il territorio: la

riorganizzazione della rete ospedaliera consentirà in parte di

liberare risorse, ma soprattutto di poter destinare le nuove

risorse ai nuovi bisogni.

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Obiettivi della riorganizzazione

Necessità di riorganizzazione nel segno della specializzazione, al fine di presidiare i

seguenti aspetti strategici, tra loro correlati:

• mantenimento e sviluppo della clinical competence attraverso la

concentrazione della casistica

• diminuzione e controllo del rischio clinico

• miglioramento della qualità e delle opportunità delle attività di ricerca

• miglioramento attrattività nei confronti dei professionisti interni ed eventualmente di

quelli esterni

• gestione delle cronicità e dei pdta

• sviluppo delle basi organizzative e dimensionali per diventare poli di riferimento

interprovinciale, considerando le reti di aerea vasta organizzate secondo il modello

Hub&Spokes e in base agli standard previsti dal DM 70/2015

• razionalizzazione della struttura produttiva

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Criteri della riorganizzazione

1. Area Medica

Occorre potenziare le Aree Mediche degli ospedali di

Castel San Giovanni e Fiorenzuola per consentire la

gestione di maggiore complessità e volumi

tendenzialmente crescenti, prevedendo un rafforzamento

delle competenze di natura specialistica internistica

(reumatologia, cardiologia, neurologia, etc.)

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Criteri della riorganizzazione

2. Area Chirurgica

a. Tema sicurezza: non esiste sufficiente spazio clinico per 3 poli chirurgici.

Il frazionamento della casistica impedisce il raggiungimento degli standard di clinical

competence indicati dal D.M. 70/2015.

b. Occorre risolvere il problema dei lunghi tempi di attesa per la chirurgia breve: la

riorganizzazione punta su 2 poli chirurgici, definendone la specializzazione clinica e

organizzativa. In particolare, il piano di riorganizzazione individua le aree di

specializzazione clinica per Piacenza e Castel San Giovanni per la chirurgia a 7 giorni,

caratterizzando inoltre l’ospedale della Val Tidone come il polo di riferimento per la

chirurgia breve, che consenta di diminuire i tempi di attesa e, contestualmente, di

aumentare i volumi.

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Criteri della riorganizzazione

3. Emergenza-Urgenza

a. Occorre completare la centralizzazione sul PS di Piacenza delle emergenze

gravi (infarto, ictus, politraumi, gravi emergenze chirurgiche tempo-dipendenti):

solo l’Ospedale di Piacenza presenta gli standard organizzativi adatti a

consentire la gestione di queste emergenze nella massima sicurezza possibile.

b. La riorganizzazione prevede di garantire il mantenimento dei 3 Pronto

Soccorso funzionanti H24 con tutte le specialità necessarie e di mantenere il PPI

di Bobbio.

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Criteri della riorganizzazione

4. Visite specialistiche e Diagnostica strumentale

L’offerta di queste prestazioni va potenziata per far fronte

ai volumi crescenti dei prossimi anni, attraverso il

rafforzamento delle aree ospedaliere e, anche, dei servizi

presenti nelle Case della Salute.

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Criteri della riorganizzazione

5. Riabilitazione

L’area riabilitativa risulta molto critica per l’Emilia, sia nell’offerta attuale

sia nella prospettiva di crescita della domanda.

La riorganizzazione vuole creare un polo di riabilitazione di II

livello interprovinciale che serva il territorio di Piacenza, Parma e

(parzialmente) quello di Reggio Emilia.

Le competenze maturate in questo polo serviranno anche da traino per

lo sviluppo della riabilitazione territoriale.

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Piano di riorganizzazione

Ospedale di Piacenza

• Struttura di riferimento per i casi ad alta complessità tecnico-professionale

e organizzativa con particolare riferimento a:

o chirurgia di emergenze-urgenza

o chirurgia specialistica

o patologia oncologica

o assistenza ostetrico-ginecologica e pediatrica

o specialistica medica di II livello

• Chirurgia oncologica: qualificazione organizzativa attraverso Onco team di

patologia

• Concentrazione delle attività di patologia clinica, anatomia patologica e

medicina immunotrasfusionale

• Riferimento unico per emergenza e urgenza grave

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Piano di riorganizzazione

Ospedale di Piacenza

• Organizzazione in base a:

o Aree funzionali e omogenee

o Intensità delle cure e complessità assistenziali

o Durata della degenza

o Percorsi

• Sicuramente presenti: area materno-infantile, area chirurgica, area medica

• Area chirurgica organizzata in base a 2 linee produttive (ch. programmata e ch.

d’urgenza)

• Area medica: riferimento tecnico-professionale e organizzativo nell’ambito

specialistico di II livello per le altre strutture della rete (il cosiddetto Hub)

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Piano di riorganizzazione

Ospedale di Castel San Giovanni

• Struttura di riferimento per chirurgia programmata

• Area degenza fino a 5 giorni per

o Chirurgia

o Ortopedia

o Ginecologia

• Area degenza a 7 giorni per interventi chirurgici programmati a più alta intensità di

cura (ad es., chirurgia del colon o ortopedia protesica)

• Potenziamento dell’assistenza di area medica e cardiologica in modo da far

fronte alla massima complessità del contesto per linee specialistiche di I livello, in rete

con quelle di II livello presenti nell’Hub provinciale di Piacenza, per:

o Reumatologia

o Endocrinologia

o Neurologia

o Pneumologia

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Piano di riorganizzazione

Ospedale di Castel San Giovanni

• Terapia Intensiva con funzioni di cure intensive e sub-intensive a supporto di

attività internistica, specialistica, cardiologica e chirurgica

• Potenziamento area radiologica, in rete con l’Hub di Piacenza, soprattutto per

senologia e neuroradiologia

• Sede di supporto specialistico nei percorsi di presa in carico delle

patologie croniche, in integrazione con le Case della Salute

• Il numero di PL dell’Ospedale verrebbe mantenuto

• Mantenimento del Pronto Soccorso

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Piano di riorganizzazione

Ospedale di Fiorenzuola

• Polo riabilitativo dell’Emilia Nord (interprovinciale)

• Concentrazione tutte le funzioni riabilitative specialistiche presenti sul territorio

provinciale:

• Unità Spinale (dalla sede di Villanova)

• Unità di RRF neurologica, comprensiva dell’assistenza Gracer

• Unità di RRF cardiologica e respiratoria

• Riabilitazione ortopedica a valenza distrettuale

• Settore di terapia sub-intensiva a supporto dell’attività internistica e riabilitativa

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Piano di riorganizzazione

Ospedale di Fiorenzuola

• Potenziamento dell’assistenza di area medica e cardiologica in modo da far

fronte alla massima complessità del contesto per linee specialistiche di I livello, in

rete con quelle di II livello presenti nell’Hub provinciale di Piacenza

• Rafforzamento della attività specialistica ambulatoriale nelle discipline

direttamente coinvolte nelle attività riabilitative, come ad esempio la neurologia e

l’urologia

• Attività chirurgica in day hospital

• Sede di supporto specialistico nei percorsi di presa in carico delle

patologie croniche, in integrazione con le Case della Salute

• Il numero di PL dell’Ospedale verrebbe mantenuto

• Mantenimento del Pronto Soccorso

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Piano di riorganizzazione

Ospedale di Bobbio

• Trasformazione in Ospedale di Comunità (OSCO)

L’OSCO «è una struttura con un numero limitato di posti letto (15-20) gestito da

personale infermieristico, in cui l'assistenza medica è assicurata dai medici di medicina

generale o dai pediatri di libera scelta o da altri medici dipendenti o convenzionati con il

SSN […] Prende in carico pazienti che necessitano di interventi sanitari potenzialmente

erogabili a domicilio ma che necessitano di ricovero in queste strutture in mancanza di

idoneità del domicilio (strutturale e familiare) e di sorveglianza infermieristica

continuativa.[…] La sede fisica dell'ospedale di comunità potrà essere opportunamente

allocata presso presidi ospedalieri riconvertiti e/o presso strutture residenziali.» (D.M.

701/2015)

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Piano di riorganizzazione

Ospedale di Bobbio

• Accoglienza di casi a bassa intensità assistenziale come avviene oggi

• Riferimento per l’offerta di transitional e intermediate care, anche a valenza

riabilitativa

• A Bobbio verrebbe anche attivata una Casa della Salute, in modo da sviluppare

quel raccordo con i servizi territoriali così necessario e auspicato dal livello

regionale

• Mantenimento del PPI

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Piano di riorganizzazione

UNITA’ SPINALE di Villanova

• Per la struttura di Villanova è in corso di progettazione una riconversione che, in

sintesi, prevede la creazione di un Centro Polifunzionale non sanitario dedicato alle

disabilità motorie. Il progetto prevede di destinare la struttura di Villanova alla

creazione di un centro federale del Comitato Italiano Paralimpico (CIP) per il Nord

Italia, con ampliamento delle infrastrutture sportive per l’attività agonistica e di

avviamento allo sport, diventando così punto di riferimento per eventi legati al

tema. Potrebbero essere previste, e anzi sarebbero una grande opportunità, forme

di interazione tra il Centro e l’Unità Spinale nella fase riabilitativa dei pazienti.