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La Riforma1517-1555

Erasmo da Rotterdam (1466-1536)

Elogio della folliaElogio della follia(1509)

ERASMO, Moriae Encomium (1509)[Elogio della follia, edizione principale Basilea 1515]

Versetto LVII - I vescovi

Già da un pezzo i sommi pontefici, i cardinali ed i vescovi hanno preso conimpegno a modello il genere di vita dei prìncipi, e con un successo forsemaggiore. Certo, se uno riflettesse sul significato della veste di lino, splendidadi niveo candore, simbolo d’una vita senza macchia; e pensasse a quello dellamitra a due punte riunite in un solo nodo, a indicare una perfetta conoscenzadel Vecchio e del Nuovo Testamento; o delle mani coperte dai guanti, segnodella purezza, immune da ogni umano cedimento, con cui vengonosomministrati i sacramenti; se si chiedesse che vuol dire il pastorale, simbolodella purezza, immune da ogni umano cedimento, con cui vengonosomministrati i sacramenti; se si chiedesse che vuol dire il pastorale, simbolodella cura estrema con cui si veglia sul proprio gregge; che cosa la croce cheprecede indicando la vittoria su tutte le umane passioni; se, dico, unoriflettesse a queste cose, e a molte altre del genere, che vita sarebbe la sua,piena di malinconie e di affanni! Bene fanno quelli che pensano soltanto adingozzarsi, e la cura del gregge, o la rimettono a Cristo medesimo, o lascaricano su coloro che chiamano fratelli o vicari. Del significato del loro nomedi vescovi neppure si ricordano: vescovo vuol dire fatica, preoccupazione,sollecita premura. Vescovi sono sul serio nell’arraffare quattrini: in questo laloro vigilanza è tutta occhi.

http://it.wikisource.org/wiki/Elogio_della_Follia/Elogio_della_Follia#versetto66

ERASMO, Moriae Encomium (1509)[Elogio della follia, edizione principale Basilea 1515]

Versetto LVIII - I cardinali

Altrettanto dicasi dei cardinali, che dovrebbero ricordarsi che sono i successoridegli Apostoli, e che da loro si esigono le stesse opere: non padroni, maamministratori dei beni spirituali, di cui tra breve dovranno rendere conto conla massima precisione. Riflettessero un po’ anche al loro paludamento e sichiedessero: che significa il candore della cotta se non estrema e rara purezzadi vita? Che cosa la porpora che la cotta ricopre, se non ardentissimo amore diDio? Che cosa l’ampio mantello che con le sue pieghe fluenti ricopre tutta laDio? Che cosa l’ampio mantello che con le sue pieghe fluenti ricopre tutta lacavalcatura di sua Eminenza, e che basterebbe a coprire anche un cammello?Non significa forse la carità che ovunque si diffonde per venire in aiuto a tutti,cioè per insegnare, esortare, consolare, rimproverare, ammonire, risolvere iconflitti e per opporsi ai prìncipi malvagi? Non significa il generoso sacrificio,non solo delle proprie ricchezze, ma anche del proprio sangue, per amore delgregge? A che scopo le ricchezze, se i cardinali fanno le veci degli Apostoli, cheerano poveri? Se riflettessero su queste cose, dico, terrebbero poco alla carica:deporla sarebbe un piacere; oppure si sobbarcherebbero una vita tutta presada cure travagliate, alla maniera degli antichi Apostoli..

ERASMO, Moriae Encomium (1509)

[Elogio della follia, edizione principale Basilea 1515]

Versetto LIX - Contro i papi

Ora è la volta dei sommi pontefici, che fanno le veci di Cristo. Nessuno più diloro si troverebbe a soffrire, se tentassero di imitarne la vita: povertà, travagli,dottrina, croce, disprezzo del mondo; se pensassero al loro nome PAPA, cioèpadre, e alla loro qualifica di SANTISSIMO! Chi mai spenderebbe tanto percomprarsi quel posto da difendere poi con la spada, col veleno, con tutte leforze? A quanti vantaggi dovrebbero dire addio, se la saggezza riuscisse appenaa farsi sentire! Ma che dico, saggezza? Dovrei dire un grano di quel salemenzionato da Cristo. Addio a tante ricchezze, a tanti onori, e a tanto potere, amenzionato da Cristo. Addio a tante ricchezze, a tanti onori, e a tanto potere, atante vittorie, a tante cariche, a tante dispense, a tante imposte, a tanteindulgenze, e a tanti cavalli, muli, servi e piaceri. Guardate un po’ che mercato,che razza di messe rigogliosa, che mare di ricchezze ho concentrato in pocheparole! Al loro posto veglie, digiuni, lacrime, preghiere, prediche, studio,sospiri e mille gravose occupazioni del genere. Ancora - particolare nontrascurabile - sarebbero ridotti alla fame tanti scrivani, copisti, notai, avvocati,promotori, segretari, mulattieri, palafrenieri, banchieri, ruffiani - e stavo peraggiungere un’espressione più sguaiata, ma temo che offenda l’orecchio,insomma, una così folta schiera che costituisce l’onere - è un LAPSUS, volevodire l’onore - della curia romana. Sarebbe proprio inumano, anzi un delittoabominevole! ma sarebbe molto peggio riportare al bastone e alla bisacciaquei sommi prìncipi della Chiesa, che sono la vera luce del mondo.



(Versetto LIX)

Ora, se fatiche ci sono, si lasciano a Pietro e a Paolo che ditempo libero ne hanno tanto, e si mantengono per sé la gloria eil piacere, quando ci sono. Così, col mio aiuto, non c’è quasinessuno che più di loro faccia, in perfetta tranquillità, una granbella vita; convinti di avere assolto in pieno i doveri verso Cristo,se adempiono alla loro funzione di vescovi con un apparatose adempiono alla loro funzione di vescovi con un apparatorituale che ha movenze da palcoscenico, con cerimoniali eprofusione di titoli: beatitudine, reverenza, santità; ebenedizioni e anatemi. Non si usa più far miracoli: roba d’altritempi. Insegnare ai fedeli è faticoso; interpretare le SacreScritture è lavoro da farsi a scuola; pregare è una perdita ditempo; spargere lacrime è misero e femmineo; vivere in povertàè spregevole. Turpe la sconfitta e indegna di chi a mala penaammette il re al bacio dei suoi piedi beati: infine, spiacevole lamorte, e infamante la morte sulla croce.



(Versetto LIX)

Rimangono solo le armi e le "dolci benedizioni" di cui parla san Paolo, e di cuifanno uso con tanta larghezza: interdetti, sospensioni, condanne aggravate,anatemi, esposizione di ritratti a titolo di vergogna, e quella tremenda folgorecon cui, a un cenno del capo, mandano le anime dei mortali all’inferno e oltre.Di quella folgore, i santissimi padri in Cristo, e di Cristo vicari, si servono colmassimo della violenza, soprattutto contro coloro che, per diabolico impulso,tentano di rimpicciolire e rosicchiare il patrimonio di Pietro. Benché le parolemassimo della violenza, soprattutto contro coloro che, per diabolico impulso,tentano di rimpicciolire e rosicchiare il patrimonio di Pietro. Benché le paroledell’Apostolo nel Vangelo siano: "Abbiamo abbandonato tutto e ti abbiamoseguito", essi identificano il patrimonio di Pietro con i campi, le città, i tributi, idazi, il potere. E mentre, accesi dall’amore di Cristo, combattono per questecose col ferro e col fuoco, non senza grandissimo spargimento di sanguecristiano, credono di difendere apostolicamente la Chiesa, sposa di Cristo,annientando da valorosi quelli che chiamano i nemici. Come se la Chiesaavesse nemici peggiori dei pontefici empi; di Cristo non fanno parola: fosse perloro, svanirebbe nell’oblio; legiferando all’insegna dell’avidità, lo mettono incatene; con le loro interpretazioni forzate ne alterano l’insegnamento; coi loroturpi costumi lo uccidono.



(Versetto LIX)

Poiché la Chiesa cristiana è stata fondata, rafforzata e ingrandita colsangue, ora, come se Cristo fosse morto lasciando i fedeli senza unaprotezione conforme alla sua legge, governano con la spada, e, puressendo la guerra una cosa tanto crudele da convenire alle belve piùche agli uomini, tanto pazza che anche i poeti hanno immaginatofossero le Furie a scatenarla, così rovinosa da portare con sé la totalecorruzione dei costumi, tanto ingiusta da offrire ai peggiori predoni lamigliore occasione di affermarsi, tanto empia da non avere nulla inmigliore occasione di affermarsi, tanto empia da non avere nulla incomune con Cristo, tuttavia, trascurando tutto il resto, fanno solo laguerra. Si possono vedere vecchi decrepiti che, inalberando unvigoroso spirito giovanile, non si sgomentano davanti alle spese, noncedono alle fatiche, non indietreggiano di un pollice se si trovano amettere a soqquadro le leggi, la religione, la pace, I’intero genereumano. Né mancano colti adulatori, pronti a chiamare questaevidente follia zelo, pietà, fortezza, escogitando stratagemmi chepermettono d’impugnare il ferro mortale e di immergerlo nelleviscere del fratello senza venir meno a quella suprema carità chesecondo il dettato di Cristo un cristiano deve al suo prossimo.



Versetto LXVI

“La religione è una forma di pazzia”“La religione è una forma di pazzia”

Pietro Querini e Paolo Giustiniani, Pietro Querini e Paolo Giustiniani,

Libellus ad Leonem X (1513)

Pietro Querini, Paolo Giustiniani, Libellus ad Leonem X (1513)

“… Così come è certissimo che i vizi che turbano la puraosservanza della religione cristiana, che corrompono lacristiana semplicità e la purezza dei costumi, e infine cheprecludono la via e l’accesso all’eterna beatitudine,hanno origine dai religiosi, così è noto che alcuni di essisi trasmettono dai religiosi al popolo […]. Noi crediamoche i più grandi e i più terribili di questi vizi sianoche i più grandi e i più terribili di questi vizi sianol’ignoranza, la superstizione, la discordia, l’ambizione,l’avarizia, l’abbondanza di ricchezze, la scarsa osservanzadella regola e della professione […]. Ma tu, BeatissimoPadre, sei il solo che, come un espertissimo medicochiamato da Dio a curare la sua famiglia, possa spazzarevia queste malattie dalla cristianità da te affidata …”.

[G. Dall’Olio, Storia moderna. I temi e le fonti, Roma, Carocci, 2004, p. 183]


“… nessuno può avere più dubbi sul fatto che dei vizi cheabbiamo enumerato , il più grave e l’origine di tutti i maliè l’ignoranza; ed è tanto più grave e più pericolosa, inquanto è più diffusa tra coloro che non solo dovrebberosapere essi stessi, ma anche insegnare agli altri […] Cisono molte migliaia di religiosi che non sanno nemmenosono molte migliaia di religiosi che non sanno nemmenoleggere e sanno scrivere mediocremente. In unamoltitudine così numerosa di religiosi, a malapena duesu cento, o dieci su mille hanno imparato quel tanto dilatino che basta a capire le cose che leggonoquotidianamente in chiesa …”.



“… Gioverà anche se tra la grande quantità di libri ecclesiastici,che ora vengono letti senza nessun discrimine, i buoni coicattivi, i buoni venissero approvati da te e letti nelle chiese,mentre i cattivi venissero vietati, e soprattutto quelli in cui lestorie dei santi e le vite degli antichi Padri vengono narrate conmolte falsità […]

Abbiamo […] spesso pensato che non c’è niente che possaAbbiamo […] spesso pensato che non c’è niente che possaistruire gli uomini sulle cose umane e divine più delle sacreScritture, del vecchio e del nuovo Testamento […]. Dalmomento che ora, su tante migliaia di fedeli e una grandequantità di sacerdoti e di religiosi, molto pochi sono coloro checapiscono il latino, che cosa mai vieta di imitare gli antichipadri e di tradurre la sacra Scrittura dalle lingue ignote a quellenote? … ”.


Martin Luther(Eisleben, 1483-1546)

Martin Lutero, Prefazione all’edizione completa degli scritti, 1545

1511-13 “Ero stato preso da un incredibile desiderio di conoscere [quello chediceva] san Paolo nella Lettera ai Romani, ma fino ad allora ero statoostacolato non dalla freddezza del mio sanguo, bensì da una sola parola, cioè,nel capitolo I: Iustitia Dei revelatur in illo [1, 17]. Infatti, io odiavo quella parola“giustizia di Dio”, che, secondo l’usanza e la consuetudine di tutti i dottori, eroabituato a intendere filosoficamente, come giustizia formale (come dicono),cioè attiva, per la quale Dio è giusto e punisce i peccatori ingiusti.

Ma io, che, nonostante conducessi una vita monastica irreprensibile, misentivo di fronte a Dio un peccatore dalla coscienza molto agitata e non potevosentivo di fronte a Dio un peccatore dalla coscienza molto agitata e non potevoraggiungere una serena fiducia, non amavo, anzi odiavo il Dio giusto chepunisce i peccatori e, se proprio non lo bestemmiavo tra me e me, ero comeminimo in collera con Dio e dicevo: ‘Come se non fosse abbastanza, per deimiseri peccatori già destinati alla dannazione eterna dal peccato originale,essere colpiti da ogni genere di disgrazie e oppressi dalla legge del decalogo,perché Dio, attraverso il vangelo, aggiunga dolore a dolore e volga contro di noila sua giustizia e la sua ira anche attraverso il vangelo!’ Ero rabbioso, la miacoscienza era ferocemente turbata, e tuttavia continuavo importuno a scrutarequel luogo di san Paolo, con ardentissima sete di sapere che cosa egli volesse[dire]”.


Martin Lutero, Prefazione all’edizione completa degli scritti, 1545

“Alla fine Dio ebbe pietà di me e, mentre trascorrevo meditabondo igiorni e le notti esaminando la sequenza delle parole, cioè: IustitiaDei revelatur in illo, sicut scriptum est: Iustus ex fide vivit, cominciai aintendere la ‘giustizia di Dio’ come la giustizia per la quale il giustovive per dono di Dio, cioè [che deriva] dalla fede, e chequell’espressione, cioè che attraverso il vangelo si rivela la giustizia diDio, voleva dire la giustizia passiva, attraverso la quale Diomisericordioso ci giustifica per fede, così com’è scritto: ‘Il giusto vivràper la fede’. Mi sentii rinascere, come se fossi entrato addirittura inparadiso attraverso le porte spalancate. Da quel momento in poi, leparadiso attraverso le porte spalancate. Da quel momento in poi, leSacre Scritture mi apparvero in tutt’altra luce. Le scorrevo a memoriae coglievo la stessa analogia in altre espressioni: ‘opera di Dio’, cioèciò che Dio opera in noi; ‘potenza [virtus] di Dio’, attraverso la qualeci rende forti, la saggezza di Dio, con la quale ci rende saggi; ‘la forzadi Dio’, ‘la salvezza di Dio’, ‘la gloria di Dio’.

“Con quanto odio avevo già detestato quella parola ‘giustizia di Dio’,con altrettanto amore ora la esaltavo come a me dolcissima, tantoquel luogo di san paolo rappresentò per me davvero le porte delparadiso”.[G. Dall’Olio, Storia moderna. I temi e le fonti, Roma, Carocci, 2004, p. 171]

La Riforma: sacerdozio universale e comunità evangelica

M. Lutero, La cattività avignonese della Chiesa, 1520

Sul sacramento dell’ORDINE.

«La Chiesa di Dio ignora questo sacramento inventato dalla Chiesa del papa: infatti nonsolo non contiene alcuna promessa di grazia, ma tutto il Nuovo Testamento non nefa cenno neppure con una parola… Vorrei fosse ben chiaro e fondato sulla SacraScrittura ciò che riteniamo articolo di fede, il che non possiamo affermare neppurelontanamente per il sacramento in questione… Evidentemente ci si è proposti diseminare la discordia tra sacerdoti e i laici, più divisi che cielo e terra, per offenderela grazia del battesimo ed introdurre il disordine nella comunità evangelica. Di qui èla grazia del battesimo ed introdurre il disordine nella comunità evangelica. Di qui ècominciata la detestabile tirannide degli ecclesiastici sui laici... Così è andata inrovina la fraternità cristiana: così da pastori sono diventati lupi, da ministri tiranni,da uomini di chiesa potenza mondana.

«Se fossero costretti ad ammettere che noi, avendo ricevuto il battesimo, siamo tuttisacerdoti, come è in realtà, e che ad essi è stato affidato un ministero col nostroconsenso, dovrebbero riconoscere che non hanno su di noi alcun potere se nonquello che noi spontaneamente riconosciamo loro… Siamo dunque tutti sacerdoti,e siamo cristiani. Quelli che noi chiamiamo sacerdoti sono ministri eletti da noi, peragire a nostro nome, e il sacerdozio non è altro che un ministero…».

Dottrina luterana

Riforma teologica

1. Giustificazione per fede

2. Sola scriptura

3. Disconoscimento dei sacramenti non previsti dal 3. Disconoscimento dei sacramenti non previsti dal Nuovo testamento

Riforma ecclesiologica

1. Sacerdozio universale

2. Chiesa come comunità di credenti organizzata su base nazionale e regionale

Politicizzazione della Riforma

Bibliografia

R. Bainton, Lutero, Torino, Einaudi, 1960;

G. Miegge, Lutero giovane, Milano, Feltrinelli, 1964;

H.A. Oberman, Martin Lutero: un uomo tra Dio e il diavolo, Roma-Bari, laterza, 1987;diavolo, Roma-Bari, laterza, 1987;

B.M.G. Reardon, Il pensiero religioso della Riforma, Roma-Bari, laterza, 1987;

H. Schilling, Ascesa e crisi. La Germania dal 1517 al 1648, Bologna, il Mulino, 1997;

P. Blickle, La riforma luterana e la guerra dei contadini, Bologna, il Mulino, 1983.

Cronologia1508 Lutero, monaco agostiniano, inizia a insegnare presso

l’Università di Wittemberg (Sassonia elettorale)

1512 circa Lutero si dedica allo studio dell’Epistola ai Romani di San Paolo

1514 Papa Leone X concede l’indulgenza plenaria per chi si confessi, si comunichi e faccia offerta per la costruzione della basilica di San Pietro

1517 Lutero elabora 95 tesi contro la predicazione svolta dal 1517 Lutero elabora 95 tesi contro la predicazione svolta dal monaco Tetzel a favore della vendita delle indulgenze, per conto dell’arcivescovo di Magdeburgo Alberto di Brandeburgo

1518 Lutero convocato dall’ordine agostiniano

1520 Primi trattati di Lutero (Alla nobiltà cristiana di nazione tedesca sul perfezionamento della comunità cristiana; Preludio alla cattività babilonese della Chiesa; Della libertà del cristiano)

Bolla papale Exurge domine [Leone X]

1521 Bolla papale Decet romanum Pontificem (atto di scomunica)

DIETA IMPERIALE DI WORMS (aprile)

Dieta di Worms, 18 aprile 1521(Luther auf dem Reichstag in Worms, xilografia dipinta 1557 )

Comunità vs coscienza: la Riforma

Dieta di Worms, 18 aprile 1521

LUTERO

Alla domanda se fosse pronto o no a ritrattare Lutero rispose in latino:

«Poiché la vostra maestà e le vostre signorie domandano una rispostasemplice, ne darò una senza corna né denti: se non sarò convintosemplice, ne darò una senza corna né denti: se non sarò convintomediante le testimonianze della Scrittura e chiare ragioni – poichénon credo né al papa, né ai concili da soli, poiché è evidente chehanno errato e si contraddicono – io sono vinto dalla mia coscienza eprigioniero della Parola di Dio, a motivo dei passi della Sacra Scritturache ho addotti. Perciò non posso né voglio ritrattarmi, poiché non èsicuro né salutare fare alcunché contro la coscienza». Ed aggiunse intedesco «Dio mi aiuti. Amen».

G. Miegge, Lutero giovane, Milano, Feltrinelli, 1977, p. 464

Comunità vs coscienza: la Riforma

Dieta di Worms, 19 aprile 1521

CARLO V:

“Voi sapete che io discendo dai cristianissimi imperatori della nobile nazionetedesca, dai re cattolici di Spagna, dagli arciduchi d’Austria, dai duchi diBorgogna, i quali tutti furono sino alla morte figli fedeli della Chiesaromana, difensori della fede cattolica, dei sacri usi, decreti e consuetudinidel culto, i quali, alla loro morte, mi hanno rimesso tutto ciò in eredità, esecondo il cui esempio sono anche vissuto fino a quest’ora. Perciò sonorisoluto ad attenermi a tutto quanto è stato stabilito dal Concilio diCostanza in poi. Poiché è indubitato che un singolo fratello è nell’errorequando si pone contro l’opinione di tutta la cristianità, altrimenti laquando si pone contro l’opinione di tutta la cristianità, altrimenti lacristianità sarebbe dovuta essere nell’errore per mille e più anni. Pertantosono risoluto ad arrischiare i miei regni e possessi, i miei amici, il miocorpo e il mio sangue, la mia vita e la mia anima. Giacché sarebbe unavergogna per noi e per voi, membri della nobile nazione tedesca, se nelnostro tempo per nostra negligenza, anche solo un’apparenza di eresia edi pregiudizio recato alla religione cristiana penetrasse nel cuore degliuomini. Dopo che ieri abbiamo udito qui il discorso di Lutero, vi dico chedeploro di aver tardato così a lungo a procedere contro di lui. Io non loascolterò mai più: si abbia pure il suo salvacondotto; ma da oggi in poi loconsidererò come un eretico notorio, e spero che voi, da buoni cristianifarete altrettanto”.

K. Brandi, Carlo V, Torino 1961, p. 315

Cronologia

1521 Editto di Worms: Lutero bandito

dall’Impero per decisione della Dieta →

si rifugia in Sassonia sotto la protezione

dall’elettore Federico III;dall’elettore Federico III;

1522 Lutero pubblica la sua traduzione in

tedesco del Nuovo Testamento, consultato

nell’edizione greco-latina di Erasmo

Torna a insegnare a Wittemberg.

Martin Lutero

ritratto di

Lucas Cranach

1529

Federico III di Sassonia

ritratto postumo di

Lucas Cranach,

1532

Fattori espansivi della Riforma

- Utilizzo della stampa per la diffusione di testi e immagini;

- Estesa predicazione da parte di religiosi seguaci o ispirati da Lutero (Carlostadio, seguaci o ispirati da Lutero (Carlostadio, Bucero, Melantone, Capitone, Zwingli, Ecolampadio, Müntzer);

- Ricettività dei ceti e della popolazione in genere al messaggio evangelico;

- Lenta reazione della Chiesa romana;

- Complessità della posizione di Carlo V.

Primi conflitti generati dalla Riforma nell’Impero

1522 La RIVOLTA DEI CAVALIERI IMPERIALI nell’area del Palatinato: attacco all’arcivescovato di Treviri

I cavalieri:I cavalieri:

- Vedono nella Riforma un’occasione di riscatto dalla propria condizione declinante;

- Sono sensibili al richiamo rivolto da Lutero alla nobiltà tedesca;

- Sono sensibili alle istanze di ritorno alle Scritture e anticlericali;

- Aspirano a impossessarsi delle terre ecclesiastiche;

- Aspirano a impossessarsi dei principati ecclesiastici.


1524-26 La GUERRA DEI CONTADINI [Bauernkrieg]

- Ambito geografico: origine in Alta Svevia, madiffusione in tutta la Germania centro-meridionale(Valle del Reno, Alsazia, Franconia, Turingia, Sassonia,(Valle del Reno, Alsazia, Franconia, Turingia, Sassonia,Carinzia, Tirolo)

- Protagonisti: le comunità contadine; in numerosi casialleanza con le comunità urbane delle città imperialie territoriali; talvolta con le comunità di minatori;

- Controparti: la signoria terriera, laica o ecclesiastica;i consigli cittadini; la signoria territoriale;l’imperatore.

Geografia

della Guerra

dei contadini


1524-26 La GUERRA DEI CONTADINI

[Bauernkrieg]

- L’offensiva popolare si qualifica come“RIVOLUZIONE DELL’UOMO COMUNE” e agganciale proprie pretese politiche e giuridicheall’insegnamento evangelico;

- In Turingia la rivolta è guidata dal predicatoreThomas Müntzer, approdato a posizioni radicali;

I Dodici articoli di Memmingen (1525)

Nel febbraio 1525 inizia a circolare in Svevia un

testo, i Dodici articoli, che sintetizza le istanze di

protesta più diffuse e che viene adottato dalle protesta più diffuse e che viene adottato dalle

comunità rivoltose.

I Dodici articoli sono stati redatti nella città

imperiale di Memmingen, da un pellicciaio,

Sebastian Lotzer, vicino al predicatore riformato

Christoph Schappeler.

I Dodici articoli di Memmingen (1525)

“Preambolo

I principali e corretti articoli di tutti i contadini e sudditi di signori

ecclesiastici e secolari, riguardanti le questioni nelle quali si sentono

oppressi.

Al lettore cristiano: la pace e la grazia di Dio attraverso Cristo.

Vi sono molti Anticristi che di recente hanno preso a pretesto le

assemblee dei contadini per coprire di scherno il Vangelo, dicendo:assemblee dei contadini per coprire di scherno il Vangelo, dicendo:

“Sarebbero questi dunque i frutti del nuovo Vangelo, che nessuno più

debba obbedire, ma anzi, sollevarsi ovunque in rivolta, adunarsi in

gran copia e cospirare per riformare e abbattere le autorità

ecclesiastiche e secolari, o persino ucciderle?” I seguenti articoli

confutano tutti questi critici empi e malvagi, in primo luogo al fine di

rimuovere dalla Parola di Dio questa calunnia e in secondo luogo per

dare una risposta cristiana all’accusa secondo cui tutti i contadini

sarebbero disobbedienti o addirittura rivoltosi […]

I Dodici articoli (Memmingen, 1525)

Articolo primo

Primo, umilmente noi chiediamo – secondo la volontà e

l’intendimento di noi tutti – che in futuro tutta la

comunità goda dell’autorità piena di eleggersi ecomunità goda dell’autorità piena di eleggersi e

scegliersi il pastore; e che nostro sia anche il potere

di deporlo qualora egli dovesse mostrarsi indegno. Lo

stesso pastore eletto deve predicarci il Santo Vangelo

con purezza e chiarezza, senza l’aggiunta di

insegnamenti o comandamenti umani. […]


1524-26 La GUERRA DEI CONTADINI [Bauernkrieg]

- Lutero stigmatizza la rivolta pubblicando un testo nelmaggio 1525: Contro le bande brigantesche e assassine deicontadini;

- Signori e città colpite intraprendono una durissimarepressione. Nel conflitto muoiono circa 100.000 persone;repressione. Nel conflitto muoiono circa 100.000 persone;

- L’Impero cerca di mantenere una posizione equidistante: laDieta imperiale di Spira del 1526 adotta un documento(Delibera della Grande Commissione) che riconosce inparte le istanze dei contadini e indica delle soluzioniminime;

- Alcuni principi territoriali, alcune città, alcune signoriefondiarie ritengono opportuno intervenire per migliorare lecondizioni dei contadini e porre limitazioni ai poterisignorili, ripristinando la validità dei contratti agrari che isignori avevano preso a violare sistematicamente.


1523-1531

Predicazione riformata in Svizzera con Ulrich ZwingliPredicazione riformata in Svizzera con Ulrich Zwingli

(centro a Zurigo) e reazione cattolica

1534

Esperienza anabattista a Münster (Westfalia) e

repressione

La Riforma nell’Impero: l’”età dei principi” (1)

1526 La Dieta imperiale (Spira) vota la sospensione del disposto dell’editto di Worms che vieta il culto riformato in attesa di un concilio ecumenico [ai ceti imperiali riconosciuta libertà di scelta, “in modo che ognuno spera e confida di poter giustificare davanti a Dio e alla sua Maestà”];

i ceti protestanti stipulano una lega difensiva a Torgau;i ceti protestanti stipulano una lega difensiva a Torgau;

i principi di Sassonia e di Assia rivendicano per sé il governo della chiesa territoriale per riformarla [iusreformandi]

1529 Seconda dieta di Spira: ripristina l’editto di Worms→ documento di “protesta” della minoranza luterana, [protestor: dichiaro pubblicamente];

La Riforma nell’Impero: l’ ”età dei principi” (2)

1530 Dieta imperiale di Augusta: Carlo V, dopo la pace con il papa, intende ricucire la lacerazione religiosa;

i maestri protestanZ dichiarano la loro do[rina → confessio augustana [testo fondamentale delle chiese luterane]→ i teologi ca[olici rige[ano la confessio con una confutatio → Carlo V ribadisce il disposto dell’editto di Worms; →confessio con una confutatio → Carlo V ribadisce il disposto dell’editto di Worms; →

1531 I principi e le città libere protestanti si riuniscono nella Lega di Smalcalda:

- principati secolari: Assia, Sassonia, Anhalt, Brunswick-Lüneburg;

- città libere: Brema, Magdeburgo Mansfeld, Strasburgo, Ulm;

La Riforma nell’Impero: l’ “età dei principi” (3)

1532 Interim di Norimberga: perché l’Impero possa fronteggiare compatto il pericolo turco Carlo V concede una sospensione temporanea dell’editto di Worms;

1538 I principi cattolici stipulano un’alleanza;

1539 Interim di Francoforte; Carlo V prende tempo, 1539 Interim di Francoforte; Carlo V prende tempo, mirando alla convocazione di un concilio ecumenico;

1541 Dieta imperiale di Ratisbona: nuovi colloqui religiosi, promossi dai principi moderati del Brandeburgo e del Palatinato; la trattativa si rompe sulla dottrina della giustificazione per fede;

1542 La Lega di Smalcalda conquista il ducato di Braunschweig-Wolfenbüttel;

La Riforma nell’Impero: la “guerra dei principi”

1545 Apertura del Concilio di Trento: i protestanti non partecipano;

1546 Ro[ura definiZva della tregua fra ca[olici e protestanZ → conflitto militare;

1547 Carlo V, appoggiato dalla Baviera e da un ramo collaterale della dinastia sassone, sconfigge la Lega smalcaldica a Mühlberg ander Elbe;

1548 Interim di Augusta;1548 Interim di Augusta;

1551 Accordo segreto fra Maurizio di Sassonia divenuto elettore e Enrico II di Francia per contrastare Carlo V;

1552 La Lega evangelica sostenuta dalla Francia riprende la guerra → Carlo V in grandi difficoltà;

1555 Nella Dieta imperiale Ferdinando, re dei romani, negozia con i protestanti, per conto di Carlo V, la PACE DI AUGUSTA;

1556 Carlo V abdica al titolo imperiale; gli subentra per elezione il re dei romani come Ferdinando I.

Ferdinando I Asburgo

“padre della pace religiosa” (Schilling, Ascesa e crisi, p. 275)

ritratto di Hans Bocksberger il

vecchio, metà XVI secolo

Pace di Augusta, 1555 (1)

Adotta la formula tradizionale della pace territoriale nell’Impero:

“[Per] preservare la nazione tedesca, la nostra amata patria, dal definitivo disfacimento e tramonto, ci siamo accordati [sul fatto che ] la Maestà Imperiali e tutti noi ceti, anche in nome degli altri, con questa seguente costituzione religiosa e anche comune dobbiamo lasciare intatti tutti i contenuti della rafforzata pace territoriale…

“… la dignità imperiale e reale e l’onore dei principi tutelano parole e “… la dignità imperiale e reale e l’onore dei principi tutelano parole e pene della pace territoriale… [allo scopo di portare] la religione controversa a un’unanime, cristiana comprensione e conciliazione solo attraverso mezzi e modi cristiani, amichevoli, pacifici”.

[Schilling, Ascesa e crisi, cit., p. 276]

Testo originale integrale:

http://www.lwl.org/westfaelische-geschichte/portal/Internet/finde/langDatensatz.php?urlID=739&url_tabelle=tab_quelle


Articolo 2 - … La Sua Imperiale Maestà, Noi stessi, gli Elettori, i Principi e gli Stati del Sacro Romano Impero non invaderanno, danneggeranno od assaliranno alcun altro Stato dell’Impero a causa della Confessione di Augusta …

Articolo 3 - Similmente gli Stati che seguono la Confessione di Augusta permetteranno …

Articolo 5 - … Qualora un arcivescovo, vescovo, prelato …

Articolo 13 - … Ed i liberi cavalieri che dipendono direttamente dalla S.I. Maestà …

Articolo 14 - Poiché molte città libere …

[I sudditi possono emigrare, vendendo i propri beni – art. 11]

Gaeta-Villani, Documenti e testimonianze, Principato, 1967


- Ammette la doppia confessionalità del territorio imperiale;

- la scelta della religione fra cristianesimo luterano e cattolicesimo romano è attribuita ai ceti imperiali e con pienezza solo ai principi →

cuius regio, eius religio [Joachim Stephan, giurista];

- i principati ecclesiastici sono esclusi dal diritto riformato: per essi vale il reservatumecclesiasticum, cioè il divieto di aderire al culto riformato; la regola vale per i territori non secolarizzati fino al 1552; i principati ecclesiastici secolarizzati prima ecclesiasticum, cioè il divieto di aderire al culto riformato; la regola vale per i territori non secolarizzati fino al 1552; i principati ecclesiastici secolarizzati prima del 1552 conservano la condizione riformata; con una successiva declaratioFerdinando determina che ai nobili e alle città soggette al principe ecclesiastico sia lasciata libera scelta;

- ai sudditi dei principati secolari come individui è riconosciuto il beneficiumemigrandi;

- alle città libere (imperiali) viene riconosciuta la doppia confessionalità, con facoltà degli individui di praticare l’uno o l’altro culto; non sono menzionati limiti temporali.

Dopo la pace di Augusta

1555-1570 circa: periodo di coesistenza abbastanza pacifica dei due culti; applicazione morbida delle norme della pace;

1570-1585 processo di CONFESSIONALIZZAZIONE (definizione dottrinale) –

confessione = professione del proprio credo;

Fine XVI secolo: aggravamento dei problemi lasciati insoluti dalla Fine XVI secolo: aggravamento dei problemi lasciati insoluti dalla pace di Augusta;

1608-1609: costituzione delle due leghe, Unione evangelica e Liga cattolica;

1617: Ferdinando d’Asburgo, duca di Stiria e campione del cattolicesimo intransigente, diventa re di Boemia;

1618: Ferdinando re d’Ungheria

1619: Ferdinando eletto imperatore

1618-1648 GUERRA DEI TRENT’ANNI / PACE DI WESTFALIA

La Riforma - Unibg€¦ · P. Blickle, La riforma luterana e la guerra dei contadini, Bologna, il...

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