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LA RIFORMA DEGLI ISTITUTI PROFESSIONALI

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LA RIFORMA DEGLI

ISTITUTI

PROFESSIONALI

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Implicazioni organizzative e prospettive didattiche

alla luce del D.lg. 61/2017 e del regolamento di cui

all’art. 3 comma 3 del D.M. n. 92 del 24 Maggio 2014

pubblicato in G.U. del 27 luglio 2018

Perché questa riforma?

- Contrastare il progressivo calo delle iscrizioni;

- Riduzione della dispersione scolastica;

- Assicurare all’istruzione professionale un’identità più precisa, rispetto agli IT e agli IeFP, superando

la concorrenza tra i due sistemi formativi professionalizzanti;

- Rispondere meglio alla domanda economica, sociale e culturale proveniente dai giovani, dal mondo

del lavoro e dal territorio;

- Rispondere alla raccomandazione del Parlamento europeo del 2008 sulla referenziazione dei titoli al

Quadro Europeo delle Qualifiche e alla formazione dei Quadri nazionali per l’apprendimento

permanente e alla raccomandazione del 2017 sulla necessità di sviluppare maggiori competenze

imprenditoriali, sociali e civiche.

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Il nuovo profilo dei percorsi professionali

Gli Istituti professionali come «Scuole dell’innovazione»

Il sistema dell’istruzione professionale ha la finalità di:

- Formare gli studenti ad arti, mestieri e professioni strategici per l’economia del Paese;

- Produrre un « saper fare di qualità » comunemente chiamato made in Italy;

- Facilitare la transazione nel mondo del lavoro e delle professioni.

Attraverso la competenza cioè combinazione tra:

- conoscenze

- Abilità

- Atteggiamenti (disposizione/mentalità per agire e reagire a idee, persone e situazioni)

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Le NUOVE COMPETENZE sono state declinate:

- Competenza alfabetica funzionale;

- Competenza multilinguistica;

- Competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria;

- Competenze digitali;

- Competenza personale, sociale e capacità di imparare ad imparare;

- Competenza in materia di cittadinanza;

- Competenza imprenditoriale;

- Competenza in materia di consapevolezza ed espressioni culturali.

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LA NUOVA IDENTITA’ DEI PERCORSI IP

L’IP mantiene una propria identità istituzionale, organizzativa e funzionale rispetto agli IT e alle IeFP.

Il decreto assicura la compresenza di due sistemi di istruzione professionalizzante (IP e IeFP), distinti e

diversi, ma nello stesso tempo raccordanti.

L’offerta formativa delle IeFP sarà pienamente garantita dalla Regione, mediante la realizzazione di

percorsi formativi per il raggiungimento sia della qualifica a fine triennio, sia del diploma al termine

del quadriennio.

Al termine del percorso scolastico i diplomati della IP possono accedere a:

- Università

- Istituzioni dell’alta formazione artistica, musicale e coreutica

- Agli Istituti tecnici superiori (ITS)

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SUSSIDIARIETA’ INTEGRATIVA E COMPLEMENTARE

Viene superato il regime di sussidiarietà tra percorsi statali e regionali e rafforzato il passaggio da un

sistema all’altro.

Viene prevista la «filiera professionalizzante» che consente alle IP di attivare percorsi per il

conseguimento del diploma professionale delle IeFP.

La reversibilità delle scelte dei percorsi è sempre garantita

- Sia con la possibilità di passaggio tra percorsi IeFP e IP e viceversa;

- Sia con l’accesso all’esame di qualifica o diploma professionale;

- Possono essere previsti interventi integrativi.

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INTERVENTI INTEGRATIVI

Gli IP, per consentire agli studenti di sostenere l’esame di qualifica triennale

Possono progettare

Interventi integrativi dei percorsi IP

Attraverso:

- Nel biennio: con la quota di 264 ore del monte orario per la personalizzazione degli apprendimenti;

- Nel terzo anno: attraverso gli spazi di flessibilità (40% dell’orario complessivo)

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ASSETTO ORGANIZZATIVO

• L’orario complessivo annuale delle attività e degli insegnamenti

• I periodi didattici

• Gli strumenti per l’attuazione dell’autonomia e della flessibilità

• Le collaborazioni di esperti esterni

• Il Comitato Tecnico Scientifico

• I partenariati territoriali

• I Dipartimenti

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Le scuole possono articolare il biennio unitario con modelli organizzativi che, superando la struttura

usuale della ripartizione “insegnamento/quadro orario settimanale/monte ore annuale”, utilizzano gli

strumenti disponibili come:

la rimodulazione dei quadri orari,

la progettazione per unità di apprendimento

la personalizzazione educativa (a partire dalle 264 disponibili nel primo biennio) che si concretizza nel

Progetto formativo individuale (PFI) definito per ciascuno studente.

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PERIODI DIDATTICI

Il monte ore annuale di uno o più insegnamenti o attività potrebbe essere articolato, anziché nella

tradizionale durata dell’anno scolastico, in interventi intensivi di durata inferiore (bimestre,

quadrimestre, semestre ecc.), al fine di rispondere più efficacemente alle esigenze di singoli studenti

o gruppi di studenti, nel rispetto degli stili e dei ritmi di apprendimento degli allievi.

Proprio per questo i periodi didattici richiedono alle scuole un notevole sforzo organizzativo che deve

necessariamente contare su una progettualita condivisa a tutti i livelli.

Inoltre e importante che ogni scuola introduca le innovazioni in modo sostenibile, mirato e

progressivo.

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AUTONOMIA E FLESSIBILITA’

A. insegnamenti e attivita dell’area generale: le istituzioni scolastiche di I.P. possono diminuire le

ore, per il biennio e per ciascuna classe del triennio, non oltre il 20 per cento rispetto al monte

ore previsto per ciascuno di essi

B. insegnamenti ed attivita dell’area di indirizzo: le istituzioni scolastiche di I.P. garantiscono

l’inserimento, nel percorso formativo, del monte ore minimo previsto per ciascuno di essi

C. le Istituzioni scolastiche di I.P. possono utilizzare gli spazi di flessibilita del 40 per cento

dell’orario complessivo previsto per il terzo, quarto e quinto anno, nei limiti delle dotazioni

organiche assegnate senza determinare esuberi di personale a norma dell’articolo 9 del decreto

legislativo e garantendo comunque l’inserimento nel percorso formativo del monte ore minimo

previsto per ciascun insegnamento e attivita

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L’ASSETTO DIDATTICO

Sono previsti tre dispositivi essenziali:

il Progetto Formativo Individuale (PFI)

Il Bilancio personale

l’Unità di apprendimento (UdA)

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LA PROGETTAZIONE INTERDISCIPLINARE PER ASSI CULTURALI E PER COMPETENZE

Il Regolamento non definisce contenuti didattici per singola disciplina, ma individua i risultati di

apprendimento per ciascun profilo unitario, declinati in termini di competenze, abilità e conoscenze,

per rendere effettiva l’integrazione degli insegnamenti all’interno degli Assi e tra Assi.

Per questo è necessario:

• Individuare gli insegnamenti, le attività ed i nuclei fondanti delle discipline che concorrono

all’acquisizione delle diverse competenze,

• Strutturare le UDA che permettano di conseguire e attestare i risultati di apprendimento in esito ai

percorsi

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DALLE DISCIPLINE AGLI ASSI CULTURALI

B I E N N I O

T R I E N N I O

Area di istruzione generale

1320 h

8 discipline

Area di indirizzo

792 h

da 5 a 7 discipline

Area di istruzione generale

1485 h

6 discipline

Area di indirizzo

1683 h

da 4 a 7 discipline

Area di istruzione generale

1188 h

Area di istruzione generale

1386 h

Area di indirizzo

924 h

Area di indirizzo

1782 h

B I E N N I O

T R I E N N I O

3 assi culturali

di cui 264 h personalizzazione apprendimenti

asse scient./tecn.

3 assi culturali asse scient./tecn.

Aree disc.

D.P.R. 87/2010 D. Lgs. 61/2017

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ELEMENTI PER LA GESTIONE DIDATTICA

• I periodi didattici che consentono una maggiore flessibilizzazione

• L’alternanza scuola – lavoro, attivabile dal secondo anno

• Metodologie di tipo attivo e induttivo, basate su: esperienze di laboratorio (con orario rafforzato) e

in contesti operativi (stage aziendali), analisi e soluzioni di problemi relativi alle attività di

riferimento, lavoro cooperativo, gestione per progetti e su commessa

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L’UNITA’ DI APPRENDIMENTO (UdA)

• Costituisce un insieme autonomamente significativo di competenze, abilita e conoscenze in cui e

organizzato il percorso formativo.

• Rappresenta il necessario riferimento per la valutazione, la certificazione e il riconoscimento dei

crediti, soprattutto nel caso di passaggi ad altri percorsi di istruzione e formazione.

• E’ caratterizzata da obiettivi formativi adatti e significativi, a partire dai quali si valuta anche il

livello delle conoscenze e delle abilita acquisite (con le relative evidenze) e la misura in cui lo

studente ha maturato le competenze attese.

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LA VALUTAZIONE DEGLI APPRENDIMENTI

• La valutazione e effettuata in modo da accertare il livello delle competenze, delle abilita e

delle conoscenze maturate da ciascuno studente in relazione alle UdA.

• Le UdA costituiscono il riferimento per la valutazione, la certificazione e il riconoscimento

dei crediti (nel caso di passaggi ad altri percorsi di istruzione e formazione).

• La valutazione intermedia è effettuata al termine del primo biennio.

• I percorsi si concludono con l’esame di Stato (disciplinato dal d.lgs. n. 62/2017) il cui

superamento consente il rilascio del diploma finale che attesta l’indirizzo di studio seguito, la

durata del corso, il punteggio complessivo conseguito, e l’indicazione del codice ATECO attribuito

all’indirizzo.

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LA VALUTAZIONE INTERMEDIA

• Gli IP effettuano, al termine del primo anno, la valutazione intermedia concernente i risultati

delle unita di apprendimento inserite nel P.F.I.

• A seguito della valutazione, il Consiglio di classe comunica allo studente le carenze riscontrate ai

fini della revisione del P.F.I. e della definizione delle relative misure di recupero, sostegno ed

eventuale ri-orientamento da attuare nell’ambito della quota oraria di personalizzazione (non

superiore a 264 ore nel biennio).

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CHE COSA E’ IL PIANO FORMATIVO INDIVIDUALIZZATO (PFI)

È un «progetto che ha il fine di motivare e orientare lo studente nella progressiva costruzione del

proprio percorso formativo e lavorativo, di supportarlo per migliorare il successo formativo e di

accompagnarlo negli eventuali passaggi tra i sistemi formativi di cui all’articolo 8 del decreto legislativo

13 aprile 2017, n. 61, con l’assistenza di un tutor individuato all’interno del consiglio di classe.

Il progetto formativo individuale si basa sul bilancio personale, è effettuato nel primo anno di frequenza

del percorso di istruzione professionale ed è aggiornato per tutta la sua durata». («Regolamento», Art. 2,

comma 1)

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CARATTERISTICHE DEL PFI

• Tiene conto dei saperi e delle competenze acquisite dallo studente, anche nei contesti informali e

non formali

• Si fonda sul «bilancio personale»

• Si correla ed integra il P.E.Cu.P. del gruppo classe

• Gli studenti partecipano alla sua attuazione e sviluppo

• I Docenti tutor hanno funzioni di supporto e guida agli studenti

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ELABORAZIONE PFI

Il PFI è deliberato - entro il 31 gennaio del primo anno di corso - dal Consiglio di classe (con la sola

presenza dei docenti) ed è relativo a ciascun studente.

Esso ha come base oraria la quota riservata alla personalizzazione (264 ore nel primo biennio)

Viene verificato almeno al termine di ciascun anno scolastico successivo.

E’ necessario prevedere una adeguata fase istruttoria volta a garantire la partecipazione dello studente

e della famiglia quantomeno alla redazione del bilancio personale iniziale e alla definizione degli

obiettivi.

A tale fine saranno molto importanti l’osservazione dell’alunno da parte di tutto il consiglio di classe e

l’attività di accoglienza, ascolto e orientamento svolta dal tutor.

Il PFI deve essere un documento estremamente snello e flessibile, uno strumento di lavoro formativo

ancor prima che certificativo.

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IL TUTOR E LA SUA FUNZIONE

Il tutor è individuato dal dirigente scolastico sentiti i consigli di classe.

• Accoglie e accompagna lo studente all’arrivo nella scuola.

• Tiene i contatti con la famiglia.

• Redige il bilancio iniziale, consultando anche la famiglia e lo studente.

• Redige la bozza di PFI da sottoporre al consiglio di classe.

• Monitora, orienta e riorienta lo studente.

• Avanza proposte per la personalizzazione.

• Svolge la funzione di tutor scolastico in relazione ai percorsi di alternanza.

• Propone al consiglio di classe eventuali modifiche al PFI.

• Tiene aggiornato il PFI.

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BILANCIO PERSONALE INIZIALE

- Competenze acquisite in contesti formali:

Titoli di studio già conseguiti; competenze certificate in esito al primo ciclo; precedenti esperienze di

istruzione e formazione; precedenti esperienze di alternanza/apprendistato; attività particolarmente

significative, eventuali debiti in ingresso, eventuali crediti dimostrabili acquisiti. livello di conoscenza

della lingua italiana; eventuali competenze basate evidenze derivabili da prove di ingresso, test,

questionari e/o osservazione diretta;

-Competenze acquisite in contesti non formali o informali

problematiche sociali o personali emerse; attitudini; risorse e motivazione; aspettative per il futuro;

capacità di studiare, vivere e lavorare con altri.

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La revisione degli indirizzi di studio

1. AGRICOLTURA, SVILUPPO RURALE VALORIZZAZIONE DEI PRODOTTI DEL TERRITORIO E GESTIONE DELLE

RISORSE FORESTALI E MONTANE SERVIZI PER L’AGRICOLTIRA E LO SVILUPPO RURALE

2. PESCA COMMERCIALE E PRODUZIONI ITTICHE

3. INDUSTRIA A ARTIGIANATO PER IL MADE IN ITALY PRODUZIONA INDUSTRAILI E ARTIGIANALI

4. MANUTENZIONE E ASSISTENZA TECNICA MANUTENZION E ASSISTENZA TECNICA

5. GESTIONE DELLA ACQUE E RISANAMENTO AMBIENTALE

6. SERVIZI COMMERCIALI SERVIZI COMMERCIALI

7. ENOGASTRONOMIA E OSPITALITA’ ALBERGHERA

8. SERVIZI CULTURALI E DELLO SPETTACOLO

9. SERVIZI PER LA SANITA’ E L’ASSISTENZA SOCIALE SERVIZI SOCIO SANITARI

10. ARTI AUSILIARIE DELLE PROFESSIONI SANITARIE.: ODONTOTECNICO

11. ARTI AUSILIARIE DELLE PROFESSIONI SANITARIE: OTTICO