LA RETATA BLITZ DEL PM GRATTERI: “COME IL MAXI-PROCESSO … 12 19 Il.Fatto.Quotidiano L… · ha...
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Venerdì 20 dicembre 2 01 9 – Anno 11 – n° 350 e 1,80 – Arretrati: e 3 ,0 0Redazione: via di Sant’Erasmo n° 2 – 00184 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)
tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009
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a 1,50 -Arretrati: a 3,00 - a 8,00 con il libro “Cosa nostra spiegata ai ragazzi”a 1,80 - Arretrati: a 3,00 - a 12,00 con il libro “Piazza Fontana i colpevoli”
Secondo Matteo
» MARCO TRAVAGLIO
E siamo a sei in meno di unmese. Con quella annun-ciata urbi et orbi l’a l t r o i e-
ri, le cause civili scagliate dallostalker di Rignano sull’Ar nocontro il Fatto e/o il sottoscrittodal 26 novembre a oggi ammon-tano a sei. Forse ha saputo che,arrivato a quota 10, riceverà inpremio una bambolina. O forse,dopo aver infranto i record pre-cedentemente detenuti da B. &Salvini, vuol battere anche quel-lo della presidentessa-avvoca-tessa-senatrice Maria Elisabet-ta Alberti Casellati SerbelloniMazzanti Vien dal Mare che, perportarsi in vantaggio, suole re-capitare ai nostri cronisti appo-siti avvertimenti a domicilio, so-stenendo che lo impone il Codi-ce civile (naturalmente non è ve-ro). Fino a un mese fa, ogni voltache un pm apriva un’indagine suun suo parente o amico, lui de-nunciava noi. Ora si è aggravato:ci fa causa non appena lo nomi-niamo o parliamo di lui in termi-ni men che lusinghieri, abituatocom’è alle fellatiodei giornaloni.Non potendoci esimere dall’o c-cuparci di lui per via del suo ruo-lo pubblico, ma volendo evitaresovraccarichi di lavoro ai nostriavvocati, tenteremo l’impresa diparlarne senza urtare la sua au-gusta suscettibilità.
Il figlio di San Tiziano e SantaLaura nasce il 25 dicembre di po-chissimi anni fa in una grotta diRignano, sormontata da apposi-ta cometa, fra il bue e l’asinello.Dodici giorni dopo riceve la vi-sita di tre magi, provenientidall’Arabia Saudita, dal Qatar edal Lussemburgo, che portanoin dono Open, Eyu e Big Bang. Ilsanto bambinello cresce in sa-pienza, età e grazia, insegnandole grandi riforme ai sommi sa-cerdoti del tempio e moltipli-cando i pani e i pesci alla Ruotadella Fortuna. Poco prima dei 30anni entra nella vita pubblicapredicando il verbo della rotta-mazione e facendosi nominaredirigente di un’azienda paterna(poi inspiegabilmente fallita)pochi giorni prima di essere e-letto presidente della provinciadi Firenze, mantenendo ovvia-mente lo stesso stipendio e glistessi contributi pensionisticiche aveva appena iniziato a ri-cevere dal babbo. Altri pubbliciamministratori, per un similetrucco, sono stati condannatiper truffa: lui però è santo e nonriceve neppure un avviso di ga-ranzia. Assume nella sua segre-teria i suoi primi quattro disce-poli, fra cui Marco Carrai, pur-troppo privi dei requisiti previ-sti dalla legge (tipo la laurea) edunque pagati con stipendi nondovuti, creando un danno era-riale che la Corte dei Conti stimain 2 milioni condannandolo a ri-sarcire 14 mila euro. Ma in ap-pello lo assolve perché è sì lau-reato in legge, ma è un “non ad-detto ai lavori”, dunque le ille-gittimità sono per lui “di difficilepercezione”.
SEGUE A PAGINA 24
E VA S I O N I 200 mila conti saranno inviati al Fisco
Pm a caccia degl’italiani coi soldiin Svizzera: ci devono 1 miliardo
q DE RUBERTIS A PAG. 14
Mannelli
La cattiveriaSalvini su Carola Rackete:“Sfrutta i migranti per farep ol i t i c a”. Violando la suae s cl u s i va
WWW.SPINOZA.IT
A MOSCA SI SPARA
Lubjanka, assaltoarmato: 2 mortie troppi misteri
GIANNA NANNINI
“Io come VirginiaWoolf in quellastanza a Londra”
CHE C’È DI BELLO
Il film sul Ritratto,Luc a&Lucreziae l’arte di Vedova
q IACCARINO A PAG. 17 q SCANZI A PAG. 19 DA PAG. 20 A PAG. 23
LA RETATA
q SALVATORE CANNAVÒ A PAG. 13
“S E Q U E S T RO ” Voto in Giunta il 20 gennaio
Salvini, Gregorettiè diversa da Diciottip Luigi Di Maio stavolta non difen-derà il leader della Lega e anchePalazzo Chigi nega qualsiasi analo-gia. Nel secondo caso, infatti, ilmeccanismo delle ricollocazioniera stato già avviato da Conte
q MANTOVANI E PROIETTI A PAG. 5
IDEE Nuove proposte anche alle tivù di B.
Renzi ci riprova:docu per Mediasetp Dopo il filmato su Firenzeper cui Presta gli ha versato454 mila euro (ma Discoverypagò solo 20 mila), l’ex premierpropone altri progetti pureal Biscione, che rifiutò il primo
q PACELLI E TECCE A PAG. 8
LE SARDINE E IL FUTURO DEI 5S: GRILLOHA LANCIATO UN SASSO NELLO STAGNO
q DANIELA RANIERI A PAG. 13
I CIMELI DI CASA VERDINI: UN RITRATTODEL GENERO MATTEO E IL LIMONCELLO
BLITZ DEL PM GRATTERI: “COME IL MAXI-PROCESSODI PALERMO, CALABRIA SMONTATA COME IL LEGO”
IL GOVERNISSIMODELLA ’N DR A NGH E TA
334 ARRESTATI, TRA CUI PITTELLI (FI), MAFIOSI, MASSONI,CARABINIERI, IMPRENDITORI. FRA I 416 INDAGATI, POLITICI
DI DESTRA E DEL PD (CON IL SOLITO ADAMO). È IL PARTITOTRASVERSALE CHE DA SEMPRE STRANGOLA LA REGIONE
IL PROCURATORE ANTIMAFIA
De Raho: “È la neo-mafia 2.0,i social e il 5G nuove lupare”
q MUSOLINO A PAG. 2 - 3 CON UN’ANALISI DI ENRICO FIERRO A PAG. 3
q BARBACETTO A PAG. 4
Autost rade : il dl Milleproroghe rinvia gli au me nt i chiesti dalla SocietàStavolta non ci sarà la solita sorpresa di fine anno sul r i nca ro ai cas elli
» SELVAGGIA LUCARELLI
Ieri, il direttore de Il Giorna-l e Alessandro Sallusti ha
dedicato un intero editorialealla sottoscritta, di quelli che se-guono il nobile filone “Nilde Iotti era brava aletto” (che però era il capolavoro di un gior-nalista di Libero).
SEGUE A PAGINA 11
“Z O C C O L AG G I N E ” Sul Giornale
Gli insulti di Sallusti,suffragetto di D’Ur s o
INTERCETTAZIONI E SEGRETI
Accordo 5S-Pd sul bavaglio:la legge Orlando in soffitta
q DE CAROLIS A PAG. 7
2 » CRONACA | IL FATTO QUOTIDIANO | Venerdì 20 Dicembre 2019
334 arresti e Gratteri esulta:“Calabria come un Lego”Smontato il sistema politica-massoneria-’ndrangheta. Il magistrato:“Per una fuga di notizie abbiamo dovuto anticipare il blitz di 24 ore”
Potere, sante e grembiulini Tra gli arrestati, il sindaco di Pizzo e l’ex senatore di Fi PittelliTUTTI I NOMI
Partito unico dei clanterra governatada un solo padrone
dall’inviato a Catanzaro
’Ndrangheta, politica e pezzi in-fedeli dello Stato. Il blitzdell’operazione “R i n a s c i-ta-Scott” è scattato ieri matti-
na all’alba: 334 arrestiper un totale di 416 inda-gati. La Dda di Catanzaroha smantellato la coscaMancuso che, in provin-cia di Vibo Valentia, con-trolla anche il respirodelle persone. In manet-te sono finiti i boss diLimbadi, come il mam-m a s a n t i s s i m a L u i g iMancuso detto lo Zio e ’o Supremo e i lorogregari. Ma anche ex parlamentari, exconsiglieri regionali, sindaci e professio-nisti al servizio dei clan. E avvocati mas-soni come Giancarlo Pittelli. Due coman-danti della polizia municipale di Vibo e
Pizzo e l’ex comandante del Nucleo ope-rativo dei carabinieri di Catanzaro, Gior-gio Naselli, da ieri sono agli arresti su di-sposizione del gip che ha accolto la richie-sta della Procura di Catanzaro.
I POLITICI arrestati sonoil sindaco di Pizzo Gia-nluca Callipo (ex Pd), ilconsigliere regionaleLuigi Incarnato e l’exparlamentare Nicola A-damo. Per quest’u lt im o,accusato di traffico di in-fluenze, è stato dispostoil divieto di dimora in Ca-
labria. Tra gli indagati c’è anche un ma-resciallo della Guardia di finanza, Miche-le Marinaro, poi trasferito in servizio allaPresidenza del Consiglio. In manette è fi-nito Orazio De Stefano, boss di Archi fra-tello del defunto “don Paolino” che, stan-
do all’indagine si è rivolto a un suo uomoper far riscuotere un debito che interessaalla cosca Mancuso. Gli arresti sono statieseguiti in 12 regioni e anche all’es ter o:Germania, Bulgaria e Svizzera. Associa-zione mafiosa, omicidio, estorsione, usu-ra, fittizia intestazione di beni, riciclaggioe altri numerosi reati aggravati dalle mo-dalità mafiose. “È la più grande operazio-ne dopo quella che portò al maxi-processodi Palermo a Cosa Nostra –sostiene il pro-curatore capo Gratteri – e ha rischiato diessere danneggiata più volte da fughe dinotizie, l’ultima volta mercoledì sera.Tanto che i 3mila carabinieri hanno do-vuto accelerare anticipando l’operazionedi 24 ore. Oggi è giornata storica e non soloper la Calabria. Ho dedicato più di 30 annidel mio lavoro a questa terra: smontare laCalabria come un Lego e poi rimontarlapiano piano”.
LU. MU.
» LUCIO MUSOLINO
inviato a Catanzaro
I334 arresti dell’i n c h ie s t a“R i n a s c i t a -S c o t t ” c o l p i-scono e affondano il cen-tro di potere calabrese
condiviso da ’ndrangheta, po-litica corrotta e massoneriadeviata. Tra gli indagati ci so-no personaggi che hanno fattola storia della politica calabre-se degli ultimi 20 anni. Ne e-scono tutti a pezzi: dall’ex par-lamentare dem Nicola Ada-mo, costretto al divieto di di-mora in Calabria, passandoper il segretario regionale deisocialisti Luigi Incarnato eper l’ex consigliere regionaledella Margherita Pi etroGiam borino, ai domiciliari,fino al sindaco di Pizzo G i a-nluca Callipo, l’ex renzianoche nel 2014 si era candidatoalle primarie contro Oliverio,omonimo ma neppure paren-te dell’attuale candidato alleRegionali Pippo Callippo det-to “il re del tonno”. Presidentede ll’Anci, Gianluca Callipomollò il Pd ma non avrebbemollato le famiglie legate alclan Bonavota che lo avrebbe-ro sostenuto alle Comunali del2017 e adesso è in carcere.
L’ORDINANZA del gip confer-ma che, in Calabria, il partito dimaggioranza è quello della ’n-drangheta: colpisce la trasver-salità di questi politici calabre-si che avrebbero sguazzato tracosche e massoneria. La sinte-si plastica di questo “coacer -v o” è l’avvocato Gi a nc a rl oP it t e ll i , ex parlamentare di
Forza Italia coinvolto più di 10anni fa nell’inchiesta “W hyNot”. Il lavoro dell’allora pmLuigi de Magistris, oggi sinda-co di Napoli, era solo la puntadi questo iceberg. I magistratinon hanno dubbi: Pittelli è“l’affarista massone dei bossdella ’ndrangheta” che con luiè riuscita a relazionarsi “con icircuiti bancari, con le societàstraniere, con le università econ le istituzioni tutte”.
Per i pm, in sostanza, era ilpas separt out del boss LuigiMancuso. Ogni qualvolta il“mamma santissima ” di Lim-badi aveva bisogno dell’avvo -cato, Pittelli ci sarebbe stato.Come quando sua figlia, Tere-sa Mancuso, studentessa diMedicina all’Università diMessina, non superava l’esa -me di Istologia. Una telefonataal numero giusto e il problemalo risolve l’ex senatore: TeresaMancuso faccia a faccia con ilrettore dell’ateneo messinese.Lo racconta lo stesso Pittelli inu n’intercettazione: “T er es avieni qua con me, sai chi è que-sto signore?”.“Sì, il rettore del-la mia università”. “Bravissi -ma”. “Questa ragazzina scop-pia a piangere – ricorda – e mifaceva ‘troppo avvocato, trop-po avvocato’...”. I pm parlano
di “partecipazione vera e pro-pria del Pittelli alla consorte-ria”: era “la cerniera tra i duemondi” in una “sorta di circo-lare rapporto ‘a tre’ tra il po-litico, il professionista e il fac-cendiere”. Per gli inquirenti, ilsuo posto era “in quella parti-colare frangia di collegamentocon la società civile, rappre-sentata dal limbo delle loggecoperte”. I boss lo nominava-no loro avvocato “in quantocapace di mettere mano ai pro-cessi con le sue ambigue cono-scenze e rapporti di ‘amicizia’con magistrati”. Nei brogliaccidel Ros è finita una sua telefo-nata pure “con Lorenzo Cesatramite il quale sperava di po-ter ottenere una sponsorizza-
zione per l’elezione a membrolaico del Csm”. Il vizio di o-stentare amicizie togate ce l’a-veva pure l’ex parlamentareNicola Adamo, marito delladeputata Enza Bruno Bossio,accusato di traffico di influen-ze. Nell’aprile 2018, l’ex con-sigliere regionale Pie troGiamborino sottopone ad A-damo il problema di una socie-tà siciliana che, dopo aver per-so una gara d’appalto a ViboValentia, aveva impugnato ilprovvedimento davanti al TarCalabria. Adamo rassicura:“Andiamo e parliamo con Du-rante allora”.
LA QUESTIONE riguardava icomponenti di una commis-sione che avrebbe dovuto va-lutare la regolarità dell’appal -to. “Gli si dovrebbero dire i no-mi da nominare. Che gara è?”.Nicola Adamo si finge possibi-lista e Giamborino capisce alvolo: “Lavori pubblici. Eccoperché gli ho detto ieri 50 milaeuro… ma qua già”. Il Durantetirato in ballo è il presidentedella II sezione del Tar NicolaDurante che non è indagato.Lo fa Adamo: “Se può nomina-re una commissione amica è u-na cosa”. “Per interessare ildottore Durante – scrive il gip
– Adamo “si faceva promette-re l’importo di 50 mila euro”.Giamborino, invece, è stato il“regista di tutta la vicenda”. Lostesso aveva fatto con Luigi In-carnato, il consigliere regiona-le accusato di corruzione elet-torale. Mancavano due setti-mane al 4 marzo 2018 e il po-litico, segretario regionale delPsi, era candidato con il Pd alleultime politiche. Erano giornifrenetici. “Per ottenere, a pro-prio vantaggio il voto elettora-le”Incarnato avrebbe offerto aPietro Giamborino e all’i m-prenditore Pino Cuomo, lapropria disponibilità a favorir-li nel loro progetto di realizza-zione, nel Comune di Paola, diun centro di accoglienzastraordinario per migranti. Civuole tempo, intanto i giornipassano e le elezioni si avvici-nano: il 3 marzo Giamborinoricorda all’imprenditore “ilsuo obbligo –scrivono i pm –diconsegnargli il denaro pattui-to per aver interessato Incar-nato”.
“Mi stai preparando i gela-ti?”. “In settimana chiudiamopure quel conto”. “F am miquesto piacere”. “Mar ted ì,massimo mercoledì…grazie ditutto”.
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“Rinascita-Scott ”È il nome della maxi-operazione, “la piùgrande dopo il MaxiProcesso di Palermo”
Nel frame,u n’i m m ag i nedel blitznella nottetra mercoledìe giovedì
I MAGISTRATISC R I VO N O
Pittelli era la chiavedi un circolarerapporto ‘a tre’: tra ilpolitico -professionista-fa cce n d i e re ,l’operatore di impresae la cosca mafiosa
Le ’ndrinefa n n op a r tedel l amassoneria ,sonos o tt oi massoni,hannole stessere gole
LU I G IM A N C U SO
’O SUPREMO
La figliadel boss
n T E R E SAMANCUSOfiglia del boss
Luigi,
s t u d e n te ss a
di Medicina,
non riusciva
a superare
l’esame
di Istologia
all’a te n e o
di Messina
n L’A I U TOCosì Pittelli
la porta
al cospetto
del rettore:
“Lo sai
chi è questo
s i g n o re? ”
”Sì, il rettore”
PRESO IL “C USTODE ” DEI TESTI
I magi e Carlo Magno:riti e gradi nei pizzinitrovati dai carabinieri
q“A NOME di Gaspare-Mel-
chiorre-Baldessarre e Carlo
Magno, che con il suo cavallo bianco
distrussero tutti i nemici del suo re-
gno, con una mantella sulle spalle e a
fianco uno spadino formarono il Tre-
quar tino”. È questo il testo del “piz-
z i n o”, scritto in un italiano incerto,
trovato ieri dai carabinieri del Ros
durante l’operazione “Rinasci-
t a -S co t t ” contro la cosca Mancuso.
Il “trequar tino” è uno dei gradi più
importanti per gli affiliati alla mafia
calabrese dopo quello del “p a d r i n o”
e del “quar tino”. In un altro pizzino,
invece, c’erano l’elenco dei gradi del-
la ‘ndrangheta. Tra gli arrestati con
l’accusa di associazione mafiosa
dalla Dda di Catanzaro c’è pure l’af-
filiato Salvatore Furlano. Per la cosca
dei Pardea Ranisi si occupava di e-
sercizio abusivo del credito e usura.
Secondo i pm aveva il compito di cu-
stodire “armi e scritti importanti co-
me le annotazioni su formule rituali
e regole sociali dell’o rga n i zza z i o -
ne”.
Venerdì 20 Dicembre 2019 | IL FATTO QUOTIDIANO | CRONACA » 3
Nella Regione distruttadalla massomafiala politica è a pezziElezioni alle porte: destra data vincente (ma divisa sul nome)Pd e 5stelle per conto loro. Qui alla fine comandano le “famiglie ”
» ENRICO FIERRO
L’inchiesta su ’ndr an-gheta, politica e mas-soneria in Calabriauccide ogni speranza
di riscatto dei calabresi. Oltremille pagine, un film oscenosui rapporti incestuosi tra uo-mini delle istituzioni, impren-ditori, politici, affaristi incap-pucciati e boss. Una “cameradi compensazione”dove si de-cidevano appalti, incarichi eaffari, dove il potere si sedevaallo stesso tavolo con capi ’n-drine dai nomi fantasiosi: ’oS up re m o, S c am us c ia , P it ta ,C ar ne r a, P e pp ar i je u, Pa dr ePio, 38. Tutti insieme allegra-mente a succhiare il sangue diuna regione che sta morendo.Uccisa da chi blatera di lottaalla mafia e di riscatto a favoredi telecamera, e poi risponde auna sola regola, quella della“m asso mafi a”. Perché comedice il boss Luigi Mancuso ’oSupremo “la ’ndrangheta faparte della massoneria, è sottola massoneria. Hanno le stesseregole”.
QUI SI VOTA il prossimo 26gennaio e i partiti sono nelcaos. Zingaretti ha fatto unacoraggiosa operazione di rin-novamento escludendo il go-vernatore uscente Mario Oli-verio e candidando l’impren -ditore Pippo Callipo. Ma il Pdcalabrese è spaccato, Oliveriosi presenterà comunque. E orail coraggio del Nazareno si mi-surerà sulla trasparenza dellecandidature. Anche la destra,che i sondaggi danno vincentecon qualsiasi candidato, è infrantumi. In una cena ad Ar-core di pochi giorni fa, SilvioBerlusconi ha deciso la candi-datura della pupilla di CesarePreviti, Jole Santelli. Da Co-senza, però, dicono no e insi-stono per il sindaco della cittàMario Occhiuto. La Lega ha leliste pronte e Fratelli d’Italiapunta su Wanda Ferro. Teatri-no. Perché la politica, da que-ste parti, è da anni lotta per fin-ta. Di fronte agli affari e agli in-teressi, non esiste destra, né si-nistra, esistono le “famiglie”, igruppi di potere. E alloranell’operazione “Rinas cita”della procura di Nicola Grat-teri, ecco apparire un grandemanovratore: Giancarlo Pit-telli. Avvocato di grido e giàparlamentare di Forza Italiafedelissimo di Berlusconi,passato due anni fa a Fratellid’Italia incassando gli applau-
si di Giorgia Meloni che su T-witter esultava: “La comunitàdi Fratelli d’Italia cresce, sirafforza e dà il suo benvenutoa Giancarlo Pittelli: un valoreaggiunto per la Calabria e pertutta l’Italia”. Già. Massonedel Goi, Pittelli, ma anche dilogge coperte, ha contribuito,“pur non facendone formal-mente parte, al rafforzamento,alla conservazione e alla rea-lizzazione degli scopi della ’n-d ra n gh e ta ”, scrivono i pm.L’avvocato era affascinato dalmito del boss Luigi Mancuso,’o Supremo, per il quale svol-geva il ruolo di “uomo di cer-niera” con le logge massoni-che. “Per la formazione diForza Italia, Dell’Utri contat-tò i Piromalli”, racconta l’exparlamentare a un suo inter-locutore, accostando i potentiboss di Gioia Tauro a LuigiMancuso.
A disposizione della cosca,l’avvocato metteva la sua fittarete di relazioni politiche, conuomini dell’economia e appa-rati dello Stato. Ma Pittelli, orain carcere, era personaggio inbuoni rapporti con Nicola A-damo, già vicepresidente dellagiunta regionale. Adamo èconsiderato il “puparo”del go-vernatore Oliverio, il registadelle scelte per le prossime Re-gionali. Ora Adamo ha il divie-to di dimora in Calabria. Perl’accusa avrebbe favorito unaserie di interessi imprendito-riali “aggiustando sentenze”grazie a un suo amico magi-strato. In cambio gli vengonopromessi 50 mila euro. Che luinon rifiuta. Qualcuno forse sa-peva dell’inchiesta. E tremava.Il 2 novembre scorso, davanti auna affollata platea di dirigentidel Pd e giornalisti, l’onorevo -le Enza Bruno Bossio (mogliedi Adamo) attacca il procura-tore di Catanzaro: “Gratteri ha
ordinato a Zingaretti di non ri-candidare Oliverio”. GianlucaCallipo, classe 1982, era unagiovane promessa del Pd ren-ziano. Sindaco di Pizzo Cala-bro, guardava con interesse alnuovo partito di Renzi, ItaliaViva, ma per le Regionali si di-ceva pronto a sostenere la can-didatura del forzista MarioOcchiuto. Anche lui è in car-cere. Formalmente non fa par-te della ’ndrangheta, ma di fat-to – secondo le accuse – la fa-voriva negli affari.
POVERA Calabria, dove pochigiorni fa è stato arrestato il sin-daco di Villa San Giovanni,Giovanni Siclari (Forza Italia),fratello del senatore Marco,dello stesso partito. Sullo sfon-do la solita storia di appalti efavori alla Caronte&Touristche ha il monopolio dell’attra -versamento dello Stretto. Fra-telli d’Italia, invece, si è vistaammanettare il suo coordina-tore regionale Alessandro Ni-colò. La Procura antimafia diReggio Calabria lo ritiene un“pupo”nelle mani della poten-te cosca Libri. Giorgia Melonie Wanda Ferro, aspirante go-vernatrice della Regione,brindarono quando Nicolòpassò da Forza Italia a Fratellid’Italia. Povera terra senzasperanze e con flebili possibi-lità di Rinascita. Lo scriviamocon la maiuscola, perché cosìsi chiama l’inchiesta della Pro-cura di Catanzaro.
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La futura candidata del centrodestra Jole Santelli con Silvio Berlusconi, nel 2011 La Pre ss e
Al voto il 26 gennaioZingaretti ha provatoa rinnovare mollandoOliverio. Berlusconipunta su Jole Santelli
I PROTAGONISTI
La rete del potere• GIANCARLO PITTELLI66 anni. Arrestato.
Avvocato, massone, già
parlamentare di Forza Italia
ultra-berlusconiano, è poi
passato con Fratelli d’Italia;
affascinato dal mito del boss
Luigi Mancuso ‘o Supremo
era per i pm “l’u o m o - ce r n i e ra ”
tra cosche e logge massoniche
I nostri figlisono fuorie nont o r n e ra n n o ,p e rch és e n zas p e ra n zeD obbiamononrassegnarci ,e avereil coraggiodi occuparegli spaziche con‘R i n a s c i t a’abb i a m ol ib e ra t o
P RO C U R ATO R EDI CATANZARO
COLLETTI BIANCHI
Un vero esercitoal soldo dei bossDal carabiniereal funzionario
dall’inviato a Catanzaro
Oltre alle intercettazio-ni è stato il pentito An-
drea Mantella ad aprire u-no squarcio non solos u l l’ala militare della co-sca Mancusom a a n c h esull’e l e n-co stermi-n a t o d i“c ol let t ib i a n c h i ”venuti fuorid a l l e d e l l ’ i n-chiesta “Rinascita-Scott”.Professionisti che, secon-do la Dda, sarebbero statial servizio della ’n dr an-gheta. Il collante che uni-sce i due mondi è semprela massoneria. Tra gli in-dagati per concorso ester-no, infatti, c’è il gran mae-stro onorario del Goi UgoBellantoni, oggi ottanta-treenne dopo una vita pas-sata alla guida dell’Ufficiotecnico del Comune di Vi-bo Valentia. Nei suoi con-fronti il gip non ha ritenu-to sufficiente la gravità in-diziaria delle accuse ma ilsuo nome era stato fattodal collaboratore Mantel-la: “Avevano rapporti conla ’ndrangheta, nel sensoche gli chiedevano dei fa-vori e loro si mettono a di-sposizione, per ottenereprovvedimenti ammini-strativi e autorizzazioni,favori in ospedale, posti dilavoro”.
A PROPOSITO di massone-ria, Mantella punta il ditocontro uno dei principaliindagati: l’avvocato ed exsenatore di Forza ItaliaGiancarlo Pittelli: “So percerto che è un massoneche si prestava a fare favoriai suoi assistiti e a soggettidiversi, anche se non era-no stati nominati. Me lodisse Saverio Razionale(che si occupava della ge-stione economico-finan-ziaria della cosca, n dr )quando mi disse che l’av -vocato Pittelli era un ‘ami -c o’ e lo definiva ‘uno deinostri’”. I favori all’ex par-lamentare li faceva anchel’ex comandante del Nu-cleo operativo dei carabi-nieri di Catanzaro GiorgioNaselli. Il militare era so-lito, secondo la Procura,passare informazioni ri-servate a Pittelli e quindi,secondo gli inquirenti, fa-voriva la ’ndrangheta. Incarcere è finito pure l’exdifensore del pentito, l’av -vocato Francesco Stilo, di-fensore dell’uomo che,qualche settimana fa, hacercato di varcare la fron-tiera tra Italia e Svizzeracon un assegno da 100 mi-lioni di euro.
LU. MU.
IL CUGINO PENTITO RACCONTA
“I gay nella ’ndrinanon devono esistere”Così morì ’u picciottu
qUCCISO dalla sua stessa cosca per-
ché gay. Ai pm di Catanzaro, la storia
di Filippo Gangitano detto ’u picciottu la rac-
conta suo cugino, il collaboratore di giusti-
zia Andrea Mantella. Stando al suo verbale
finito nell’ordinanza dell’operazione “Rina-
s c i t a -S co t t ”, insieme avevano commesso
omicidi per conto della cosca Lo Bian-
co-Barba. Il clan lo aveva scoperto dopo
che Gangitano era andato a vivere a casa
del padre con il compagno. L’onta doveva
essere lavata in famiglia per cui fu incari-
cato lo stesso Mantella dell’omicidio. A
nulla servirono i tentativi di convincere i
boss Carmelo Lo Bianco (deceduto) e Vin-
cenzo Barba a salvargli la vita. “Cercai di
risolvere la situazione – sono le parole del
pentito – facendolo cacciare, ma tutti e due
mi dissero che queste cose ‘non devono e-
s i s te re ’. Non ci potevamo permettere di a-
vere o di avere avuto un gay nella cosca”. A
sparare a Filippo Gangitano, nel 2002, è
stato Francesco Scrugli, poi ucciso in un ag-
guato. I fratelli del pentito lo avvolsero in dei
sacchi del mangime e lo sotterrarono in un
luogo sterrato dove poi fu realizzata una
s t ra d a .
• NICOLA ADAMO60 anni. Divieto di dimora
in Calabria. Politico di lungo
corso, ha attraversato
il potere dal Pci al Pd, vice
governatore della Calabria
dal 2005 al 2009. È ora
considerato il regista
dell’attuale governatore
Oliverio pronto a ricandidarsi
contro il suo ex partito, il Pd
• LUIGI INCARNATO64 anni. Arresti domiciliari.
Segretario regionale del Psi,
commissario liquidatore della
Sorical, la società delle risorse
idriche calabresi, è accusato
di corruzione elettorale. È tra
i principali sostenitori della
ricandidatura dell’u s ce n te
Oliverio alla presidenza
della Regione Calabria
• GIANLUCA CALLIPO37 anni. Arrestato. Rieletto
per la seconda volta sindaco
di Pizzo Calabro nel 2017,
presidente dell’Anci, “g i ova n e
p ro m e ss a ” del Pd renziano,
guardava ora a Italia viva con
interesse. È accusato di aver
ricevuto beneficio elettorale
dalla famiglia di ’n d ra n g h e t a
Bonavota alle ultime comunali
4 » POLITICA | IL FATTO QUOTIDIANO | Venerdì 20 Dicembre 2019
» GIANNI BARBACETTO
L’operazione di iericontro la ’ndranghe -ta è valutata da Fede-r i c o C a f i e r o D e
Raho, procuratore nazionaleantimafia, come “u n’o p er a-zione di grandissima impor-tanza che dimostra, da unaparte, qual è la forza di con-trasto degli organismi di po-lizia giudiziaria sul territoriocalabrese; dall’altra, l’a m-piezza della pre-senza delle co-s c h e i n C a l a-bria”.
Oltre 330 ar-resti di affiliatie fiancheggia-tori delle co-sche di ViboVa l e n t i a .
Un numero cosìrilevante di arre-s t i e v i d e n z i aquanto sia ampia la presenzamafiosa nel territorio cala-brese e quanto sia difficile peri cittadini per bene non essereinfangati, coinvolti e magariaddirittura risucchiati nelvortice ’ndranghetista.
Tra gli arrestati e gli indagatici sono professionisti, mas-soni, politici.
Questa operazione dimostracome la ’ndrangheta abbia lacapacità di attirare profes-sionisti, la componente chele ha permesso di fare un sal-to di qualità e di passare dallecosche dalle regole quasi ru-dimentali, basate sui legamidi sangue, a un’o r g a ni z z a-zione che ha saputo esplode-re nel mondo economico e hasaputo stringere rapporti an-che con la politica. Ha saputomuoversi con un’i nt el li ge n-za particolarmente raffina-ta, con scelte che la sottraes-sero per anni all’at t en zi on egiudiziaria. Nei primi AnniNovanta, la ’ndrangheta erastata coinvolta dai Corleone-si di Cosa nostra nella strate-gia stragista di guerra alloStato. Nel 1994 tutti i capi ’n-dranghetisti riuniti a Nicotraavevano però deciso di so-spendere la loro partecipa-zione: da ora basta, avevanodeciso, noi stiamo bene conle istituzioni, basta guerra al-lo Stato. Questo è il segnalechiaro di quale sia la strategiadella ’ndrangheta, che simuove per infiltrarsi, attra-verso la massoneria, nelmondo dell’economia, dellaborghesia, e per raggiungereanche la politica.
Oggi qualche boss mafiosocerca di alleviare la propria
P rocuratoren a z ion a lea nt i m a f i aI nte rce t t a z io -ni ambientalidei Carabinie-ri. A lato, Fe-derico CafieroDe Raho Ansa
situazione carceraria di-chiarandosi “d i ss oc i ato”,ma senza collaborare con lag i u st i z i a .
La dissociazione è stata un fe-nomeno che si è manifestatotra la fine degli Anni Ottanta el’inizio dei Novanta soprat-tutto in alcuni processi di ca-morra. È stata una mina va-gante, in cui i boss si procla-mavano dissociati senza di-mostrare però una vera rot-tura con il mondo mafiosod’appartenenza. In un caso,un dissociato, uscito dal car-cere, è tornato a fare il capodel suo gruppo mafioso. Oggitorna lo spettro della disso-ciazione, vuota e impalpabi-le. È chiaro che la dissociazio-ne non può avere alcun rico-noscimento, se non è accom-pagnata dalla dimostrazionedi aver davvero rotto con ilmondo mafioso.
Ma la recente sentenza dellaCorte costituzionale ha sta-bilito che la collaborazionecon la giustizia non è più l’u-nico requisito che possa su-perare l’ergastolo ostativo eaprire alla concessione dipermessi premio.
Se la collaborazione non è piùl’unica condizione, ora biso-gna dunque individuare qualisiano i comportamenti che di-mostrano la reale frattura conl’organizzazione mafiosa. Ladecisione non è più automa-tica, ma rimessa alla valuta-zione del giudice. Ma dev’e s-sere chiaro che la dissociazio-ne non basta, così come nonbasta la buona condotta incarcere: il mafioso è uno cheosserva le regole delle istitu-zioni, che considera interlo-
cutori da piegare ai suoi inte-ressi. È necessario dimostra-re che si è davvero rotto il vin-colo con l’or ganiz zazi onemafiosa. Come? Al momentonon siamo in grado di indica-re le modalità concrete.
Le nuove tecnologie di co-municazioni, come il G5,possono diventare un aiutoalle organizzazioni crimina-li? Come pure Facebook,Whatsapp e Instagram, chenon sono intercettabili.
Il pericolo è concreto. Lo stia-mo affrontando insieme, laDirezione nazionale antima-fia, le polizie, i servizi di sicu-rezza. Perché i canali non in-tercettabili possono essere u-sati dalle organizzazioni ma-fiose, ma anche dai gruppiterroristici. C’è un’in izi ati vacomune anche delle Procurenazionali italiana, francese,olandese, tedesca, che hannocoinvolto il Parlamento euro-peo e la commissione parla-mentare europea sulla Giu-stizia, per chiedere ai gestoridi telefonia e di servizi inter-net la possibilità di controllodei sistemi di comunicazione,per rendere possibili le inter-cettazioni quando richiesteper motivi di mafia e terrori-smo. È un problema che ab-biamo posto a livello euro-peo.
La riforma della prescrizio-ne, con la sua interruzionedopo la sentenza di primogrado, è un aiuto anche alcontrasto alla criminalitào r ga n i zz a t a?
Sì. La prescrizione comun-que è un problema. La mafia siinfiltra nei vari settori e si raf-forza laddove la giustizia non
riesce ad e-sercitare lap r o p r i ag i u r i s d i-zione, lad-dove vi so-no sacche diillegalità. Le ma-fie intervengono a oc-cupare gli spazi chesarebbero propri del-la giustizia. Pensate aun cittadino che nonriesce dopo anni avedere riconosciutii propri diritti, e siaffida allora alla giu-stizia parallela, quel-la illegale, quella mafiosa.Forse il primo compitodella politica dovrebbe es-sere quello di abbreviare itempi dei processi dando lerisorse necessarie alla mac-china della giustizia. Spesso siafferma che c’è un grande ar-retrato, facendo intendereche è colpa dei giudici. Ma lerilevazioni comparate con glialtri Paesi europei ci diconoche i giudici italiani sonoquelli che producono più sen-tenze. E allora forse il numerodei giudici non è sufficiente.Bisogna dunque interveniresul processo, renderlo più ve-loce, dare più risorse alla giu-stizia e aumentare anche ilnumero dei giudici. Resa piùveloce la giustizia, la prescri-zione può restare interrottacon la sentenza di primo gra-do. Il processo deve essere ce-lebrato e non deve essere o-stacolato. Pensare a una pre-scrizione interrotta dopo ilprimo grado è un passo in a-vanti.
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“E difficile per i cittadininon farsi risucchiare qui”
PERMESSI PREMIOPER I BOSS AL 41-BIS
La dissociazioneè una mina vagante,i boss si proclamanotali senza dimostrareperò una vera rotturacon il mondo mafiosod’a p p a r te n e n za
SERVONO RISORSEE PIÙ GIUDICI
Bisogna abbreviarei tempi dei processi sela giustizia è più veloce,la prescrizionepuò essere interrottacon la sentenzadi primo grado
L’I N T E RV I STA
Cafiero De Raho“I social media,la tecnologia 5G, i canalinon intercettabili, rendonole organizzazioni mafioseancora più pericolose”
L’EX RAS DELLE COOP ROMANE
“Mondo di mezzo”Buzzi ai domiciliaridopo cinque anni
qESCE DAL CARCERE e va ai domi-
ciliari uno dei principali protagonisti
dell’inchiesta Mondo di mezzo: Salvatore
Buzzi, il “ra s ” delle cooperative romane,
dopo cinque anni lascia la cella. Lo ha de-
ciso la Corte di appello di Roma accoglien-
do una istanza presentata dai difensori di
Buzzi, gli avvocati Pier Gerardo Santoro e
Alessandro Diddi. La richiesta della revoca
o della sostituzione della misura della de-
tenzione in carcere da parte dei legali di
Buzzi, condannato a 18 anni e 4 mesi, è ar-
rivata dopo che la Cassazione il 22 ottobre
scorso aveva fatto cadere l’accusa di asso-
ciazione a delinquere di stampo mafioso
decidendo in sostanza che il sodalizio che
imperversava nella capitale, forte anche di
una contiguità con la politica, non era ma-
fia. "Una prima istanza era stata rigettata
un mese fa ma un calcolo preciso dei ter-
mini di custodia cautelare ci ha fatto pro-
nosticare che fra poco più di un mese e
mezzo la misura si sarebbe estinta – spie-
gano Santoro e Diddi – e a questo punto
abbiamo osato riproporre gli arresti domi-
ciliari alla Corte di appello di Roma che ce li
ha accolti".