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[email protected] - www.cadiai.it [email protected] - www.cadiai.it Nasce l’Immobiliare della Cooperazione Sociale Approvato e finanziato il progetto europeo “AGID” Il Codice Etico di Cadiai Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB BO numero 33 settembre 2011 La Residenza “Parco del Navile” è pronta Un importante investimento rivolto agli anziani. La Residenza “Parco del Navile” è pronta Un importante investimento rivolto agli anziani.

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[email protected] - [email protected] - www.cadiai.it

Nasce l’Immobiliaredella CooperazioneSociale

Approvato efinanziato il progettoeuropeo “AGID”

Il Codice Eticodi Cadiai

Poste Italiane s.p.a.Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n° 46)art. 1, comma 2, DCB BO

numero 33settembre 2011

La Residenza“Parco del Navile” è prontaUn importante investimentorivolto agli anziani.

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numero 33settembre 2011

Il nuovo Centro Parco del Navile.

sommario1 Editoriale

A cosa serveuna cooperativa?

2 In copertinaLa residenza“Parco del Navile” è pronta

5 L’impegno di Cadiai6 Cooperazione

Nasce l'Immobiliare dellaCooperazione Sociale

8 10 anni di Impronta Etica7 Pari opportunità

Donne: perché reginesolo in casa?

9 Il Codice Etico di Cadiai8 Attività sociale

“AGID”. Un nuovo progetto,una tematica nota per unasfida ambiziosa.

11 Race for the Cure 201112 Monografia

Centro Diurno “Casa deiBoschini” Bologna

14 ServiziEstate in allegria alcentro estivo di Minerbio

15 Le cronache di Minerbio16 Una Villa per tutti17 Novità nei servizi

per l’infanzia18 Le Nonnolimpiadi

19 In previsionedi un inserimentoun po’ speciale

20 Il burka invisibile22 Anziani al centro

della riflessione23 Noi… I ragazzi

di Albero Blu24 20 anni di Casa Rodari25 Liber Libero

Parti in fretta e non tornare26 Altre realtà

Associazione AMACI27 Lettere28 Testimonianze

Dalla Danimarca…in trasferta

30 RaccontoGood morningVilla Mestizia

31 I ritratti di LeleEnrico

32 RubricheConvenzioni e vantaggiper i SociDiamo i numeriPillole VerdiDono-Presto-CercoLa vignetta di AlexNati in CADIAI

Periodico trimestrale di CADIAIRegistrazione Tribunale di Bologna:n. 7703 del 18/10/2006

Direttore Responsabile:Gianluca Montante

Comitato di redazione:Ornella Montanari, Gloria Verricelli

Proprietario ed Editore:CADIAI Cooperativa Socialevia Boldrini 8 - 40121 Bologna

Direzione e Redazione:via Boldrini 8 - 40121 BolognaTel 051 74 19 001Fax 051 74 57 288

Coordinatrice di redazione:Giulia Casarini

Collaboratori:Anna Chiara Achilli, Cristina Anteghini,Anna Soccorsa Antonelli, Annalita Bellei,Monica Bernabiti, Silvia Bonazzi,Lucia Cardone, Nicola Cucca,Francesca De Fazio, Anna Di Lucia,Sonia Liberata Fabiano, Lisa Lambertini,Imma Massesio, Caterina Mastrosimone,Raffaele Montanarella, Laura Piana,Maria Angela Piccinelli, Giuseppina Reto,Giada Roma, David Rossi, Rosaria Tessier,Veronica Trauzzi, Sandra Varani, DeborahVenturoli, Laura Zarlenga.

Progetto grafico Impaginazione:Service Group - Galleria dei Notai, 140124 Bologna

Stampa:Casmatipolitovia Provaglia 3/b, 3/c, 3/d40138 Bologna

Questa rivista è stata stampata su cartariciclata 100% ecologica che ha ottenutoil marchio Greenlabel dell’Unione Euro-pea riservato ai prodotti a minor impattoambientale.

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editorialeA cosa serveuna cooperativa?Come spesso capita, anche in questigiorni le cooperative sono al centrodi diverse questioni che interessanol’opinione pubblica.La più recente riguarda la manovra fi-nanziaria che il Governo si apprestaa varare in queste prime giornate disettembre e che contiene l’ennesimoritocco agli sgravi fiscali di cui go-dono le cooperative. Si tratta di queglisgravi che portano spesso a dire, sem-plicisticamente, che le cooperative nonpagano le tasse e sono sgravi chehanno una motivazione ben precisa,legata alla natura stessa dell’impresacooperativa.Innanzitutto non è vero che le coo-perative non pagano le tasse: noi lepaghiamo tutte, come è doveroso, ebasta guardare il nostro bilancio percapire che non sono neppure così po-che come qualcuno continua a soste-nere: solo nel 2010 abbiamo versato al-l’erario ben € 581.816 tra IVA, IRAP, ICI,TARSU, ecc ecc.L’unica tassa che non paghiamo, a dif-ferenza delle società di capitale, èquella che riguarda gli utili di bilanciomessi a riserva ed il motivo è semplice:mentre nelle società di capitale gli utilivengono distribuiti tra i soci e ogni so-cio ne fa poi quello che vuole, nelle so-cietà cooperative è stabilito per leggeche una parte degli utili (il 30%) deveessere messo a riserva INDIVISIBILEed è quella la parte di utili che nonviene tassata, perché serve ad incre-mentare il patrimonio che la coope-rativa potrà utilizzare per ulterioriinvestimenti.Che il patrimonio della cooperativa siaindivisibile poi, vuol dire che nessunsocio se lo può portare a casa, solo lacooperativa può utilizzarlo e se la coo-perativa cessa di esistere il suo patri-monio viene destinato al fondo nazio-

nale di promozione cooperativa.Questo è il motivo per cui le coopera-tive sono tra le imprese più longevedella storia d’Italia e questa è la ragioneper cui sono anche tra le imprese che,in questa fase di crisi, hanno meglio ri-sposto al bisogno dei propri soci: nes-suno può farsi prendere dalla tenta-zione di abbandonare la partita, ditirare i remi in barca e vivere di rendita;l’unica cosa che una cooperativa può edeve fare è portare avanti il progetto, loscopo per cui è nata.E qui veniamo alla domanda del titolo:ma perché nasce una cooperativa, acosa serve una cooperativa? Le coo-perative di consumo nascono per tu-telare il potere d’acquisto dei soci, lecooperative di abitazione nascono peraiutare i soci a trovare una casa, Ca-diai è nata per garantire meglio il la-voro a 23 persone che facevano lebadanti.Precarie come erano, legate alla varia-bilità delle esigenze delle famigliepresso cui lavoravano, queste personehanno deciso di organizzarsi in formacooperativa per difendere il proprio la-voro e renderlo più tutelato, più sicuro,più garantito nel tempo.Cadiai quindi è nata come coopera-tiva di lavoro, che ha come scopomutualistico l’assicurazione del la-voro ai propri soci.Sono passati 37 anni, da 23 siamo pas-sati a 750, accanto ai soci ci sono oggi500 lavoratori dipendenti, ma lo scopoè rimasto lo stesso: assicurare ai soci eai dipendenti un lavoro tutelato, sicuro,garantito nel tempo.Durante questo lungo cammino ab-biamo anche fatto la scelta di trasfor-marci in cooperativa sociale di tipo Aovvero in cooperativa di operatorisociali. Così, accanto allo scopo mu-tualistico del lavoro, abbiamo messo loscopo sociale della tutela delle fascedeboli della popolazione e della pro-mozione della coesione sociale. Si ètrattato di un’aggiunta, di un’evolu-

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EDITORIALE

zione che però non ha offuscato loscopo principale, legato al lavoro.Garantire il lavoro, difendere l’occupa-zione, oggi è particolarmente difficile:se è vero, come dicono in tanti, chequesta crisi economica è la più gravedopo quella che ha colpito i paesi oc-cidentali nel 1929, allora si può direche questa è la crisi economica piùgrave che la Cadiai ha mai dovutoaffrontare.Come stiamo reagendo? Per ora ab-bastanza bene: l’occupazione tiene, ilcontrollo di gestione nel primo seme-stre dà un risultato positivo, abbiamodelle prospettive di sviluppo: è appenapartito il nuovo asilo nido“Giovannino”presso l’ASP Giovanni XXIII; entro la finedi ottobre apriranno le due nuove resi-denze assistite “Parco del Navile” a Bo-logna e“Parco della Graziosa”a Manzo-lino (MO). È dall’autunno del 2008 chela crisi imperversa e non accenna a mol-lare la presa. Anzi, nel nostro Paese siaggrava ogni giorno di più, ma Cadiainon solo ha sempre chiuso i propri bi-lanci in attivo, ma ha continuato a cre-scere al ritmo del 5-8% ogni anno.Perché? Siamo forse più bravi o piùfortunati?No: siamo coerenti! Coerenti con lenostre scelte iniziali e con la nostranatura.Siamo impresa e abbiamo sviluppatobuone competenze imprenditorialimettendole al servizio dello sviluppoe consolidamento della nostra attività.Siamo cresciuti nel tempo ma non perla crescita in sé. Non ci interessa cre-scere per crescere, ci interessa cre-scere nella misura in cui questo ciserve per consolidare l’attività e ga-rantire il lavoro.Siamo cooperativa e abbiamo svilup-pato il governo democratico della no-stra impresa favorendo la partecipa-zione, la trasparenza, la condivisionedelle scelte. Valorizzando l’apporto delsocio e tenendo sempre fede allo scopomutualistico: garantire ai soci le migliori

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obiettivi gestionali: offrire risposte con-crete ai complessi bisogni della non au-tosufficienza nell’ambito dell’offerta re-sidenziale rivolta ai privati ed apertaalla programmazione pubblica.

La residenza “Parcodel Navile” è pronta

Un importanteinvestimento rivoltoagli anziani.

Nel giugno scorso si è costituito il Con-sorzio KEDOS, nato dalla volontà di in-tegrare l’esperienza pluriennale di Ca-diai e Gulliver nella logica di una reteevoluta di servizi offerti al cittadino.Il consorzio, di cui fa parte anche la coo-perativa Agriverde, presenta oggi lenuove realizzazioni oggetto dei suoi in-vestimenti.Si tratta delle Residenze Assistite Parcodel Navile a Bologna e Parco della Gra-ziosa a Manzolino di Castelfranco Emi-lia (MO); generate da percorsi differenti,ma entrambe approdate ai medesimi

La Residenza Parco del Navile è fruttodi un lungo lavoro di analisi, program-mazione e progettazione avviato nelcorso del 2007 e sostanzialmente indi-rizzato ai bisogni in cambiamento di

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condizioni di lavoro. Abbiamo pro-gressivamente affinato anche glistrumenti interni che ci consentonoquesta coerenza: ultimo in ordine ditempo il Codice Etico ed il sistema valo-riale di riferimento, costruito attraversoun confronto interno ed esterno moltoimportante.Siamo cooperativa sociale e quindimanteniamo forte l’attenzione al-l’utente, alla qualità dei servizi, allafunzione sociale allargata che la no-stra azione possiede, in termini dimantenimento della coesione socialenei territori in cui operiamo.Per questo abbiamo esteso la nostrarete di relazioni aderendo ad agenziedi promozione della legalità (Coope-rare con Libera Terra), di promozionedella responsabilità Sociale di Impresa(Impronta Etica) e di promozione dellapace e dello sviluppo di altri paesi(collaborazione con Gerusalemme econ Tuzla).

Siamo una risorsa: per i lavoratori, pergli utenti, per la comunità, perchél’attività quotidiana dei nostri servizigenera relazioni sociali importanti,che tengono insieme le persone e lecomunità, offrono, oltre che cura edassistenza, occasioni di crescita e diconoscenza per tutti, e sviluppo an-che economico.Basta pensare a quante altre attivitàproduttive sono connesse alla nostra:pasti - parafarmaci e farmaci - co-struzione e manutenzione degli edi-fici - manutenzione del verde - divisee calzature da lavoro ecc ecc; bastapensare alla crescita reciproca chepromuoviamo grazie alla collabora-zione con le associazioni culturali,sportive e di volontariato che ci sonosui territori.Basterà tutto questo a metterci alsicuro dall’incalzare costante dellacrisi economica?Certo che no.

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Dovremo sempre tutti mantenere unimpegno costante sul lavoro, do-vremo essere capaci di affrontare icambiamenti che questa situazionedi crisi strutturale ci impone; do-vremo sempre e comunque difen-dere la qualità dei nostri servizi e lanostra reputazione, anche da giudizie pregiudizi che generalizzano situa-zioni invece molto specifiche, chenulla hanno a che fare con il modo dioperare della nostra cooperativa.In altre parole dovremo rimanerecoerenti: con le nostre scelte ini-ziali e la nostra natura.

Franca GuglielmettiPresidente di Cadiai

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una società che, invecchiando, produceforme sempre più evolute di non auto-sufficienza o di patologie assimilabili.Conseguente a ciò è l’intensificazionedella domanda di servizi di qualità adun ritmo non corrisposto dalla pro-grammazione territoriale a cui “Parcodel Navile” intende fornire una rispo-sta professionale in ambito socio-sani-tario e confortevole in termini di spazialberghieri e servizi aggiuntivi.La residenza Parco della Graziosa na-sce, invece, come iniziativa della Fon-dazione Casarini Camangi Paolo, isti-tuita con lo scopo di mettere a frutto diutilità sociale il generoso lascito delproprio fondatore. La residenza, an-

ch’essa realizzata nel corso degli ultimitre anni, è stata oggetto di una proce-dura di gara ed il consorzio Kedos se neè aggiudicata la gestione per i prossimi18 anni impegnandosi al completa-mento degli arredi e al riconoscimentodi un canone di locazione destinato a fi-nanziare le attività di ricerca della Fon-dazione. Anche in questo caso la resi-denza esprime la risposta ai bisogni delterritorio del distretto di CastelfrancoEmilia e aggiunge all’attività residen-ziale la possibilità di frequentare il cen-tro diurno annesso alla struttura. En-trambe le residenze prevedono unagestione fortemente integrata, ununico service amministrativo, un diret-

tore tecnico della produzione ed i me-desimi obiettivi di qualità quale fruttodella collaborazione progettuale av-viata negli ultimi anni tra i soggetti pro-ponenti.Alla cooperativa Cadiai, nella persona diRoberto Malaguti, il compito di coordi-nare operativamente“Navile”; a Gulliveril medesimo ruolo per “Graziosa” nellafigura di Linda Cavallaro.Il 24 e il 30 settembre è avvenuta lapresentazione dei due servizi: per“Parco della Graziosa” si è trattato diuna vera e propria inaugurazione allapresenza delle istituzioni e nella cornicedella tradizionale festa paesana che harichiamato l’interesse dell’intera comu-nità; per“Parco del Navile”è stato realiz-zato un “open day” per consentire agliaddetti ai lavori sia pubblici che privati,con i quali abbiamo una costante inte-razione, di visitare la struttura.L’apertura è prevista per il mese di di-cembre al termine dei percorsi auto-rizzativi.Un numero verde (800 502081) è già at-tivo per acquisire ulteriori informazionie/o prendere appuntamento per co-noscere in modo più dettagliato i ser-vizi del consorzio Kedos ed eventual-mente visitarli.

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PARCO DEL NAVILE

La residenza assistita “Parco del Na-vile” si trova in zona Arcoveggio a Bo-logna, in via del Sostegnazzo 5, all’ini-zio del parco fluviale del Navile, in unatranquilla zona residenziale, chiusa altraffico, facilmente raggiungibile siain auto che con i mezzi pubblici (au-tobus, linee 11C e 11B).

È costituita da due fabbricati, colle-gati fra loro, che per tipologia e percolori richiamano la tradizione bolo-gnese, inserendosi perfettamente nelpaesaggio naturalistico circostante.Fino a metà del Novecento questocomplesso ospitava una cartiera;dopo decenni di abbandono è stato

fedelmente ricostruito con la finalità diospitare una moderna struttura socio-sanitaria, nel rispetto degli standardprevisti dalla più recente normativa re-lativa a questa tipologia di servizio.

È in grado di accogliere anziani nonautosufficienti e tutti coloro che ne-cessitano di assistenza medica, infer-mieristica e trattamenti riabilitativi peril mantenimento ed il miglioramentodello stato di salute e di benessere:persone affette da demenza, con esitida ictus stabilizzato, con esiti di fratturetraumatiche in dimissione ospedalierapossono quindi trovare le professiona-lità e le competenze adeguate alla loropresa in carico.

Il servizio è operativo 24 ore su 24,per 365 giorni all’anno.

Dispone di 108 posti letto, suddivisiin 65 camere (22 singole e 43 dop-pie). È dotata di un ampio giardino,di una palestra attrezzata, di variesale da pranzo e soggiorni per losvolgimento delle attività collettivee di animazione.Tutta la struttura è dotata di im-pianto di climatizzazione per garan-tire il miglior benessere termico neimesi estivi e invernali.Gli ambienti, luminosi e accoglienti,sono strutturati e arredati in modoche gli ospiti possano vivere in unadimensione che si avvicini il più pos-sibile a quella domestica.

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PARCO DELLA GRAZIOSA

La residenza assistita“Parco della Gra-ziosa” si trova a Manzolino di Castel-franco Emilia, in via Madre Teresa diCalcutta 1/a – 1/b, in una zona resi-denziale vicina alla campagna, facileda raggiungere.

La struttura, priva di barriere archi-tettoniche, è stata realizzata dallaFondazione Casarini Camangi se-condo le più recenti normative delsettore.Gli ambienti sono ideati ed arredatiper creare una dimensione più possi-bile familiare.

La Residenza accoglie anziani con di-versi gradi di non autosufficienza epersone affette da patologie assimila-bili, fornendo servizi abitativi, alber-ghieri, di assistenza tutelare, infermie-ristica e medica.

Dispone di 40 posti letto in Casa Resi-denza e 10 posti per il Centro Diurno.

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È stato acquistato un nuovo ambulatoriomobile attrezzato che verrà uti-lizzato dai medici competenti del Servizio di Sorveglianza Sanitaria delSettore di Prevenzione e Protezione di Cadiai in aziende, prevalente-mente edili, che non hanno un luogo all’interno del quale effettuare levisite mediche.

L’impegno di CadiaiSituazione di crisi nelcomparto delle cooperativesociali.

Non rientrano nel novero delle buonenotizie i segnali preoccupanti prove-nienti dal settore dei servizi di soste-gno rivolti all’handicap nelle scuole ea domicilio.L’estate trascorsa è stata segnata dallamessa in liquidazione della coopera-tiva Geco e del consorzio Epta a cuiquesta aderiva. Si tratta di una coope-rativa nata nel 2010 che svolgeva per-lopiù servizi educativi concentrati tra idistretti di Bologna, San Lazzaro e Ca-salecchio.In questo frangente Cadiai, insieme allealtre cooperative associate in ATI conGeco, è stata impegnata in lunghe trat-tative con le Organizzazioni Sindacali,finalizzate all’assorbimento dei lavora-tori e all’acquisizione dei servizi cheGeco non era più in grado di garantire.Si è trattato di un confronto difficile, incui importante è stato il ruolo svoltoanche da LEGACOOP, contraddistintodalla difficoltà di trovare un equilibriotra le aspettative di lavoro dei dipen-denti e la gestione di servizi caratteriz-zati da particolare variabilità nei volumie nella qualità degli interventi richiesti.Al termine del faticoso percorso la coo-perativa Cadiai si è fatta carico dell’as-sunzione di 47 lavoratori, tutti con con-tratto di lavoro a tempo indeterminato.Si tratta di un’importante impegno cheda un lato offre prospettive di occupa-zione e riconoscimento dell’anzianitàdi servizio ad operatori precarizzatidalla crisi aziendale e dall’altro con-sente a Cadiai di acquisire nuove ge-stioni in cui, tuttavia, sarà necessarioun importante lavoro organizzativo -gestionale per consentire di stabiliz-zarle nel corso del tempo.Anche in questa prospettiva, prece-

dentemente, in luglio, Cadiai ha parte-cipato al bando di gara per il rinnovodell’appalto dei servizi di sostegnoall’handicap del comune di Bologna.Affidato in gestione da una ventinad’anni a Società Dolce, e recentementein ATI con Geco, il servizio avrebbe do-vuto certificare l’ingresso della nostracooperativa, a fianco di Dolce (capofiladell’appalto), nella gestione di inter-venti educativi di sostegno in tre quar-tieri della nostra città. I risultati dellaprocedura di gara, tuttavia, hanno evi-denziato il successo della cooperativaQuadrifoglio di Pinerolo. In questo caso,

pertanto, nessuna assunzione di per-sonale ex-Geco ed una svolta decisa-mente significativa nell’ambito degliaffidamenti di servizi socio-educativinella città di Bologna.Quest’esito del tutto imprevisto ha resopiù difficile il raggiungimento di unodegli obiettivi della trattativa che ha ri-guardato i lavoratori di Geco ovvero ilcompattamento del loro tempo lavoropresso un’unica cooperativa.

Franca GuglielmettiPresidente di Cadiai

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numero 33settembre 2011 cooperazione

Nasce l'Immobiliaredella CooperazioneSociale

Un’Immobiliare per dare piùforza e opportunità di crescitaalle cooperative sociali.

Una società che per conto delle coo-perative acquisirà o realizzerà im-mobili necessari allo sviluppo delleattività. Operazioni che spesso nonriescono a sostenere da sole, a causaanche della limitata redditività delsettore.Si chiama Società immobiliare per lecooperative sociali (SIS) ed è stata co-stituita a Bologna da tre strutture fi-nanziarie di Legacoop - Coopfond,CCFS e Cooperare - e da 20 impresenazionali del settore.Alle cooperative sociali viene richie-sta sempre più spesso non solo la ge-stione, ma anche la costruzione dellastruttura entro cui sarà erogato ilservizio. Solo pochissime cooperativesociali dispongono, però, delle risorsefinanziarie necessarie per accollarsi an-che questo compito. Tante rischianocosì di perdere opportunità importanti,mentre anche chi riesce a farlo – bloc-cando gran parte delle proprie risorseper costruire l’immobile – deve limitaregli investimenti per innovazione e mi-glioramento della qualità dei servizi.Obiettivo di SIS è rimuovere questoblocco e aprire per ogni cooperativasociale maggiori opportunità di svi-luppo e qualificazione, per il propriosviluppo e per il benessere degliutenti. “La costituzione dell’Immobiliare- conferma Dora Iacobelli, direttore diprogetto di Coopfond e presidentedella nuova società - si inserisce a pienotitolo negli orientamenti più recenti dellapolitica finanziaria di Legacoop, indiriz-zata a progettare strumenti fortemente

specializzati in gradodi rispondere al piùampio ventaglio possibile di esigenzedelle cooperative associate”.“Questa nuova società - spiega PaolaMenetti, presidente di Legacoopsociali- èun risultato importante e innovativodiunpercorsodi elaborazione congiunta, incui la crescente esigenza delle coopera-tive sociali di affrontare investimenti an-che significativi per poter disporre degliimmobili necessari allo sviluppo delleproprie attività caratteristiche ha trovatoriscontro nella crescente attenzione esensibilità degli strumenti finanziari delmondoLegacoop. Il nostroauspicio è chedaSIS vengaunutile e concreto supportoal percorso di riposizionamento impren-ditoriale che vede impegnate le coope-rative sociali in questa difficile fase dicambiamento del welfare italiano”.Nel capitale sociale dell’Immobiliaretroviamo Coopfond, CCFS e Cooperarecon 2 milioni di euro ciascuna e 20 re-altà della cooperazione sociale che ge-stiscono già immobili per diverse tipo-logie di servizi o sono interessate adacquisirne o a realizzarne. Queste ul-time orientativamente parteciperannoal capitale con una quota di 10.000euro ciascuna.Una volta a regime la maggioranza delcapitale della società sarà detenutadalle cooperative sociali.Ogni investimento sarà coperto per il30% con mezzi propri della società eper il restante 70% attraverso il ricorsoall’indebitamento. La durata dei con-tratti di affitto degli immobili sarà paria 18 anni. Il rischio imprenditoriale delle

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attività svolte all’interno degli immo-bili rimarrà a carico delle cooperativesociali, che potranno comunque essereparzialmente sostenute da Coopfondper far fronte agli oneri dell’operazione.È previsto un Consiglio d’Amministra-zione di 11 membri: 6 espressione deisoggetti finanziari e 5 delle coopera-tive sociali. La realizzazione degli inter-venti immobiliari e le relative forme dicoperture saranno deliberate dal CdAcon decisione a maggioranza qualifi-cata (70%). I progetti saranno sottopo-sti all’approvazione del CdA, previaanalisi e valutazione da parte di un co-mitato tecnico, rappresentativo dei socifinanziatori e delle cooperative sociali.La sede legale della società sarà aRoma. Per il primo esercizio, si prevedeche la gestione amministrativa siasvolta in service da CCFS, successiva-mente SIS si doterà di una propria strut-tura tecnico-amministrativa.Le imprese che hanno già aderito a SISsono le cooperative sociali Anteo e Val-docco del Piemonte; la cooperativa Itacadel Friuli; Codess, Socioculturale e il Con-sorzio Coc del Veneto; le cooperativeCadiai, Cidas, Coopselios, Gulliver, Pro-ges e il Consorzio In Rete dell’Emilia-Ro-magna; le cooperative Arca, Rosa Libri,Cuore e Di Vittorio della Toscana; il Con-sorzio Cento per Cento delle Marche; lecooperative Altri Colori e Meta e il Con-sorzio Parsifal del Lazio.

Tratto dal comunicato stampadi Legacoopsociali

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prie strategie i principi della responsabi-lità sociale facendone una leva per lacompetitività, in grado di garantire mag-giore uguaglianza attraverso politiche diredistribuzione della ricchezza, concor-rendo al maggiore benessere per tutti.Temi sui quali sono intervenuti, coordi-nati dal giornalista di Radio24 MaurizioMelis, sia i relatori europei - oltre a Ka-therine Scrivens e Iris Kroening, Ste-fan Crets, direttore di CSR Europe, Si-mon Pickard, direttore generale diEABIS - sia gli interlocutori italiani: dal-l’assessore regionale Gian Carlo Muz-zarelli alla vicesindaco di Bologna,Silvia Giannini, da Luciano Sita, vi-cepresidente di Nomisma, a MarcoGallicani, redattore di Altraeconomiae Luca Lambertini professore ordi-nario all’Università di Bologna.

Comunicato stampae immagini di Impronta Etica

10 annidi Impronta Etica

Impronta Etica, di cuiCadiai fa parte, lanciail proprio Manifestoper il 2020: una grandealleanza per la sostenibilitàtra imprese, cittadini,istituzioni.

“Al nostro Paese serve una grande alle-anza tra imprese, cittadini, istituzioni chepromuova la sostenibilità ambientale,sociale, culturale ed economica che offralavoro e qualità di vita”: Pierluigi Ste-fanini, presidente di Unipol e vicepre-sidente di Impronta Etica, ha sottoli-neato così, intervenendo al convegnopromosso dall’associazione per i suoidieci anni, alcuni aspetti chiave del Ma-nifesto col quale Impronta Etica pro-pone di muoversi verso il 2020.Un traguardo al quale punta anche l’Eu-ropa che, con la strategia Europa 2020,presentata da Iris Kroening della Com-missione europea, e con la prossima co-municazione sulla responsabilità socialed’impresa che uscirà quest’autunno, af-ferma l’importanza di una responsabilitàcondivisa fra i diversi attori sociali.L’impresa come attore fra gli attori checontribuisce allo sviluppo del capitaleterritoriale, in un’ottica in cui il benesseresociale necessita sempre di più di nuove

metriche qualitative oltre il PIL.Questo l’impegno e il lavoro che staportando avanti l’Ocse attraverso l’in-dice Better Life, volto a misurare il pro-gresso sociale dei Paesi attraverso un-dici parametri, illustrato da KatherineScrivens, della Direzione Statistica del-l’organizzazione.Impronta Etica guarda ai prossimi diecianni focalizzandosi sulla situazione at-tuale dell’Italia, ma inserendola piena-mente nel contesto europeo.“É necessario investire nella ricerca, nellagreen economyenelmade in Italy”, l’As-sessore regionale Muzzarelli enunciacosì la via d’uscita dall’empasse in cui citroviamo oggi.Si è ragionato di partnership pubblico-privato, insieme al Comune di Bologna,rappresentato dalla vicesindaco SilviaGiannini, che ha lanciato la proposta diun bilancio del welfare integrato tratutti gli attori del territorio operanti inquesto settore.“Il contesto in cui viviamo è in continuomutamento -ha osservato il presidentedi Impronta Etica, l’Amministratore De-legato di Hera Maurizio Chiarini - e,rispetto adieci anni fa,molte più impresehanno capito che vi è una correlazionediretta fra gestione sostenibile, respon-sabilità sociale e le sue possibilità di es-sere competitiva”.Da questa considerazione di fondo sca-turiscono i punti che sono al centro delManifesto per il 2020: l’impresa comepartecipe attore di sviluppo del capitaleterritoriale, capace di integrare nelle pro-

Pubblicate le sceltee gli importi del5 per mille del 2009ACadiai destinati 4.870 euro.

L’Agenzia delle Entrate ha pubblicatole scelte e gli importi relativi al 5 per

mille dell’anno finanziario 2009. I datirelativi alla nostra cooperativa sono:- numero di scelte: 173- importo scelte espresse: 4.361,11 €- importo proporzionale

per le scelte generiche: 509,85 €Totale: 4.870,96 €

I fondi raccolti contribuiranno alla rea-lizzazione di progetti rivolti agli utenti

dei nostri servizi.Cogliamo l’occasione per ringraziarechi ha scelto di destinare in 5 per millea Cadiai, sostenendo in questo modo lacooperativa nella realizzazione di altreiniziative utili al perseguimento dei pro-pri scopi sociali.

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pariopportunitànumero 33settembre 2011

Donne: perché reginesolo in casa?Una ricerca internazionaleindaga la situazione delledonne di oggi.

È stata pubblicata, nel mese di giugno,una ricerca internazionale che, attra-verso 6500 interviste in 21 Paesi ha cer-cato di indagare sull’universo femmi-nile partendo dalla domanda su comesi sentono le donne di oggi. Indiane,spagnole, messicane, francesi, russe, in-glesi rispondono così: fuori di testa, di-strutte dalla fatica, sempre di corsa,espropriate della loro vita personale. Sisentono protagoniste del mondo madichiarano di non farcela quasi più.Le donne italiane, insieme alle francesi,sono le più stressate. Sempre di corsafra bambini, famiglia e lavoro e conmeno opportunità rispetto a donne dialtri Paesi, spesso, si rifugiano nel ruolodi mamme e regine della casa.A conferma di ciò sorprende, infatti, il ri-sultato della ricerca per quanto ri-guarda le donne italiane.“La figura femminile italiana si confermaancora a schemi mentali tradizionali: ri-tiene che l’uomo sia ancora il soggettopiù adatto per ricoprire ruoli di maggiorprestigio professionale o politico”.L’unico luogo nel quale la maggioranzadelle donne italiane sente di esercitareil proprio potere resta la casa. Tantesono convinte che la cosa migliore peruna donna sia quella di sposarsi e dicostruirsi una famiglia e lasciare che gliuomini lavorino e facciano carriera.Eppure, in Europa, le donne italianesono quelle che contribuiscono di piùall’economia familiare. Il 54% (superatosolo dal 55% della Germania) dichiaral’entrata di due stipendi in famiglia eovviamente quello delle donne è sem-pre più basso.È pur vero che la statistica rischia distravolgere i dati di realtà perché l’età,

il livello di istruzione e il luogo di pro-venienza delle donne che hanno rispo-sto alla ricerca sono molto importanti.È pur vero che questi dati confermanociò che altre ricerche evidenziano ecioè l’arretratezza della cultura di va-lorizzazione delle donne e di pari op-portunità che è ancora scarsamentepresente in Italia.Purtroppo anche molte donne fannoproprio questo senso comune e sonoben convinte che tocchi a loro e solo aloro fare determinati lavori.In Spagna si sta tentando di superarequesta visione dei ruoli. In Italia se unadonna lavora fuori casa le stesse ore diun uomo, quando torna a casa è suodovere accudire, fare da mangiare, pu-lire, lavare, stirare ecc.Pare quasi vengano prese da un sensodi colpa se non adempiono a questidoveri imposti per cultura.Pare anche che si siano rassegnate allaloro condizione e faticano ad immagi-nare una società capace di organiz-zarsi in modo diverso e dare loro piùopportunità. In primo luogo lavoro e,a parità di lavoro, parità di stipendio,possibilità di carriera, possibilità di oc-cupare posizioni di rilievo e di arrivareai vertici decisionali.Negli ultimi mesi una parte, non pic-cola, di donne ha manifestato nellepiazze per rivendicare la propria libertà,l’affermazione dei propri diritti e le pariopportunità.Forte è anche la preoccupazione legataad una manovra economica che colpi-sce in particolare le donne.In primo luogo diminuisce fortementela possibilità di mantenere il posto dilavoro o di trovare un’occupazionesempre meno precaria. In secondoluogo, il taglio dei trasferimenti agliEnti Locali, si tradurrà inevitabilmentein una riduzione dei servizi sostitutividel lavoro di cura.L’aumento poi dell’età pensionabile a65 anni, per le donne, pone seriamenteil problema della carenza di politiche disupporto alla conciliazione fra vita pri-

vata e lavorativa, tenendo conto di unimpegno prevalente delle donne nellavoro domestico e di cura e di una an-cora scarsa richiesta dei congedi pa-rentali da parte degli uomini.A coloro che si occupano delle scelte digoverno e a quegli uomini e quelledonne che pensano che le donne nonpossono essere altro che regine dellacasa, va ricordato che se non si capiscequanta energia innovatrice e quantacompetenza e intelligenza esprimonole donne, si rimane fuori dalla storia e senon si capisce che anziché tagliare, oc-corre potenziare l’occupazione femmi-nile, anche attraverso il potenziamentodei servizi, non si persegue una strate-gia di uscita dalla crisi economica.

Vania ZanottiResponsabile per le politiche

di Pari Opportunità

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Il Codice Eticodi CadiaiUno strumento guidaper l’etica in cooperativa.Nell’Assemblea dei Soci del 26 mag-gio 2011 è stato approvato il CodiceEtico Cadiai.L’elaborazione del documento ha ri-chiesto un percorso partecipativo cheha visto non solo l’impegno della Di-rezione Operativa e del Consiglio diAmministrazione, ma anche il coin-volgimento di soci/lavoratori, com-mittenti/clienti e utenti dei servizi. Intal modo si sono potuti raccoglierediverse voci che hanno contribuitocon importanti spunti alla definizionedei contenuti finali.Il Codice Etico è uno strumento vo-lontario con cui l’impresa dichiara leproprie intenzioni e si prende specificiimpegni riguardo ad alcuni ambitidella sua attività.Ogni impresa possiede delle particola-rità che la legge, vista la sua necessariageneralità, non può prevedere e suc-cede così che per molte questioni (an-che assai rilevanti) si possono produrredei dubbi e dei dilemmi. Proprio a que-sto serve il Codice Etico: a definire nelmodo più chiaro possibile come ci sideve comportare in determinate oc-correnze che la legge, gli statuti o i re-golamenti non definiscono del tutto.Il Codice Etico si può considerare unodegli strumenti della responsabilità so-ciale delle imprese per la promozione dibuone pratiche di comportamento eimpegna tutti coloro da cui - a vario ti-tolo - dipende la vita e lo sviluppo del-l’organizzazione e che sono dunquechiamati a concorrere alla realizzazionedella sua missione. Si tratta quindi an-che di uno degli strumenti della gover-nance, dato che specifica le attribuzionie gli obblighi dei differenti attori interni(a partire da amministratori e manage-ment) nei confronti di specifici interlo-

numero 33settembre 2011

cutori, quali i dipendenti, i soci, i forni-tori, ecc... Un passaggio che deve esserechiaro, però, è che il Codice Etico nonsostituisce le leggi o le norme contrat-tuali, ma le integra colmando l’inevita-bile distanza che esiste tra ciò che leleggi prevedono e le reali occorrenze ditutti i giorni.Il Codice serve proprio a ridurre lo statodi indeterminatezza che accompagnale decisioni, indicando gli indirizzi chefacilitino questa incombenza.Nelle imprese come Cadiai che svolgonoservizi alla persona questa regolamen-tazione interna assume particolare ri-lievo poiché è evidente l’importanza de-gli effetti che le attività svolte hannonella vita degli utenti e delle famiglie.In tal senso è importante precisare cheil Codice serve certamente a sanzio-nare i comportamenti consideratiscorretti, ma ancor prima deve servirea ridurre i margini di dubbio riguardoai dilemmi che possano presentarsi suquale sia il “comportamento giusto”.Deve così essere interpretato soprat-tutto in modo positivo, non come unostrumento rivolto innanzitutto a san-zionare, ma rivolto a indirizzare: unprotocollo che aiuti i suoi destinatariad affrontare i problemi etici (che sonopoi un tutt’uno con quelli organizza-tivi) che si presentano nell’attività ditutti i giorni.

L’organismo di controllo che è desti-nato a controllare la sua applicazioneviene denominato Collegio Etico ed ècomposto da 5 persone proposte dallaDirezione e nominate dal Consiglio diAmministrazione con delibera nell’in-contro del 30 settembre. I criteri definitiper l’individuazione sono i seguenti: es-sere dipendenti di spiccata onestà,lunga esperienza in Cadiai e apparte-nere a diversi ambiti lavorativi che limettano in condizione di conoscere edessere conosciuti da tutte le aree di at-tività. È importante sottolineare che piùche come un istituto giudicante, devedunque essere inteso (e fatto funzio-

nare) come un’entità di promozione edi sviluppo dei comportamenti posi-tivi: proprio per questo si è prevista lanecessità che periodicamente vi sia unmomento di valutazione sulla “condi-zione etica complessiva” dell’organiz-zazione, e che da essa prendano vitainiziative volte a migliorarla.Il Collegio Etico Cadiai che rimarrà in ca-rica per 3 anni è così composto:

- Ornella Montanari (Presidente)- Pierluigi Signaroldi- Mariangela Piccinelli- Simonetta Malaguti- Laura Morini

Il percorso di definizione del Codice e dinomina del Collegio Etico ha visto lapresentazione e l’approvazione del te-sto nell’Assemblea dei soci di Cadiai:questo momento non deve essere con-siderato la fine del percorso, bensì l’av-vio del cammino intrapreso verso lapromozione di buone pratiche di com-portamento.Dopo questa prima fase Cadiai si dedi-cherà alla attivazione di un piano di for-mazione e informazione diretto versotutta la base occupazionale e verso ipropri stakeholder, sì da produrre la piùampia diffusione degli impegni assuntinel Codice. Si tratta di una fase impre-scindibile, perché funzionale a metteretutti i soggetti interessati nella condi-zione di verificare la funzionalità delCodice stesso.È dunque anche per questa ragione,che il Codice vivrà una “fase speri-mentale” di tre anni, durante i qualiCadiai potrà riscontrarne la capacitàdi rispondere alle attese; alla scadenzadi questo periodo, la Cooperativa siimpegna sin d’ora a verificare ed even-tualmente revisionare il testo del Co-dice per meglio arricchire le pratichedi responsabilità sociale.

Pierluigi SignaroldiResponsabile Servizio Formazione

e Sviluppo Risorse Umane

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invecchiano. L’invecchiamento dei di-sabili è un tema a noi noto, rispetto alquale Cadiai sta lavorando da vari anni.Già con il progetto Grundtvig, si è vo-luto delineare un percorso che con-sentisse il confronto e lo scambio dibuone prassi tra vari paesi rispetto adiverse tematiche legate all’invecchia-mento dei disabili: si è parlato di svi-luppo dei servizi, di partecipazione de-gli utenti e di coesione sociale nellacomunità circostante.Ora, con il progetto“Agid”, l’attenzionesi focalizza sulla formazione degli ope-ratori, ovvero sui professionisti che, sesostenuti con un “training” adeguato,potranno incidere in modo significa-tivo sulla qualità di vita delle personedisabili che invecchiano.

Che cosa ci spinge ad approfondireancora questa tematica?Sicuramente l’incremento, negli ultimianni, delle persone disabili che arri-vano ad un’età avanzata e che dopo i40 anni, generalmente, hanno unagrossa perdita di autonomia. A questova aggiunto l’invecchiamento delle fa-miglie che non sono più in grado di ri-spondere ai bisogni dei propri cari, l’in-sorgere di nuove patologie, purtropposempre più numerose, e le conse-guenti nuove tipologie di utenza,senza dimenticare la scarsità di risorsepubbliche con le quali l’Europa si deveconfrontare…Di fronte a questo panorama, risulta diestrema importanza la formazionedella

“front line staff” ovvero di tutti gli ope-ratori, medici e specialisti che nonhanno avuto l’opportunità di una for-mazione specifica, che permetta lorodi operare con questa“nuova”tipologiadi utenza utilizzando maggiori e piùmirate competenze.

Quale la sfida di questo progetto?Attraverso una serie di passaggi suc-cessivi, che prevedono studi, confrontoed approfondimenti da parte di diverseprofessionalità, si vuole costruire unostrumento on-line funzionale ai pro-fessionisti che desiderano aumentare leproprie competenze.Il percorso prevede la partecipazione dipiù soggetti e l’utilizzo di strategie in-novative, per questo motivo la North-Umbria University (Gran Bretagna) met-terà a disposizione alcuni esperti cheavranno la funzione di supervisionare ilpercorso e monitorare l’andamento delprogetto.Cadiai intende, per quanto possibile,estendere la partecipazione ad opera-tori, responsabili di struttura e, insiemea Legacoop Emilia-Romagna (silentpartner nel progetto), mantenere sem-pre un dialogo aperto con la pubblicaamministrazione attraverso incontri egruppi di lavoro tematici.

Lara Furieri

attività socialenumero 33settembre 2011

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“AGID”. Un nuovoprogetto, unatematica nota peruna sfida ambiziosa.La formazione deiprofessionisti attraversol’uso di nuove tecnologie.

“AGID” è il titolo del nuovo Leonardo,un progetto finanziato dall’Unione Eu-ropea, che avrà inizio a gennaio 2012 esi svilupperà nei due anni successivi.I progetti Leonardo Da Vinci sono partedei programmi Life Long Learningdell’Unione Europea e hanno, tra i variscopi, quello di contribuire al finanzia-mento di iniziative volte a confrontare,a livello europeo, competenze e ap-procci innovativi, migliorando la capa-cità di analisi e anticipazione dei biso-gni, diffondendo l’insieme dei risultatidella rete di partenariato, facendoli cosìdiventare patrimonio condiviso nei di-versi paesi. Parole chiave che caratte-rizzano questa tipologia di progettisono innovazione, applicabilità in con-testi e a livelli diversi, transnazionalità emultiattorialità.I partner che lavoreranno insieme fino al2014 sono: la Fondazione Apemh (Lus-semburgo), l’Università di Vienna, l’as-sociazione ARFIE (di cui Cadiai è parte),l’Associazione Genert D’Or (Francia), l’Or-ganizzazione Zonnelied (Belga), l’Uni-versità inglese di NorthUmbria e natu-ralmente Cadiai.Tutte queste realtà si sono confrontateper dare una risposta innovativa ad unaproblematica oggi, ma soprattutto nelprossimo futuro, di grande attualità: laformazione degli operatori che si tro-vano a lavorare con utenti disabili che

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Race for the Cure2011Il 25 settembre si è svoltala quinta edizione dellaminimaratona di raccoltafondi per la ricerca controi tumori del seno.

La Race for the Cure si riconferma unappuntamento a cui non mancare perBologna e per Cadiai.Quest’anno si sono superati i 10.000partecipanti (contro gli 8.000 dell’annoscorso) tra i quali ben 71 erano i com-ponenti della squadra Cadiai. Dob-biamo ammettere, leggermente menodell’anno precedente (93 nel 2010), manon sono mancati gli iscritti dell’ultimominuto, quella mattina stessa, magaricon famiglia e amici.Cadiai, come in passato, ha sostenuto ilcosto d’iscrizione di soci e dipendenti,

versando così 710 euro all’associazioneKomen Italia.Una novità di quest’anno è stata l’ade-sione, da parte di Cadiai, anche al ser-vizio di prevenzione messo in atto dallaKomen proprio presso gli stand deiGiardini Margherita e che ha permessodi prenotare viste senologiche, ecogra-fie e mammografie, completamentegratuite, per le socie e le dipendentiche ne avessero fatto richiesta. Comeprima volta l’adesione è stata buona:ben 11 visite con esami correlati e tuttesi sono dette molto soddisfatte della

professionalità dei medici (tutti prove-nienti dagli ospedali cittadini).Un’ulteriore azione lungo la strada dellaprevenzione!

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mente a tale evoluzione.A tale proposito, negli ultimi due anni sisono svolte queste attività formative:- supervisione del gruppo di lavoro te-

nuta da Maurizio Stupiggia, psico-logo-psicoterapeuta direttore dellaScuola Biosistemica di Bologna, sulletematiche della comunicazione al-l’interno del gruppo e sulla gestionedella conflittualità;

- corso sull’ICF di 40 ore e sul nuovo si-stema di informatizzazione delle car-telle degli utenti, organizzato dallanostra cooperativa;

- corso sulle tecniche artistiche: haavuto la finalità di accrescere lecompetenze manuali - espressivedegli educatori per realizzare atti-vità laboratoriali con gli utenti sem-pre più varie.

Le attivitàall’interno del Centro

Laboratori espressivo - manuali:fanno parte di queste attività quellestrutturate come i laboratori di creta, difalegnameria, di disegno e decorazioni.

monografiaCentro DiurnoCasa dei BoschiniBolognaIl Centro Diurno socio-riabilitativo perdisabili adulti“Casa dei Boschini”è natonel 1985 in convenzione con l’aziendaAusl di Bologna ed è gestito da Cadiaisin dalla sua apertura. È situato nelquartiere Borgo Panigale e attualmenteospita 10 utenti: 8 adulti portatori dideficit psicofisici che frequentano il ser-vizio a tempo pieno (3 uomini e 5donne) e 2 adulti portatori di deficitpsicofisici che utilizzano il servizio confrequenza modulare (2 uomini).

Il personale presente al Centro è for-mato dalle seguenti figure professio-nali:- 1 Coordinatore- 1 Pedagogista consulente- 4 Educatori Professionali- 2 Educatori per le sostituzioni- 1 Oss- 1 Autista

Il Centro Diurno è aperto dalle 8 alle15 dal lunedì al venerdì e il lunedì pro-segue l’orario di apertura fino alle 17,30per lo svolgimento dell’incontro setti-manale di verifica da parte del gruppodi lavoro.

Il servizio opera seguendo la metodo-logia del progetto educativo indivi-dualizzato a cui sono collegate diversefunzioni:- rendere visibili ed esplicite le pratiche

educative/riabilitative svolte;- facilitare l’evoluzione di tali pratiche

in collegamento e sintonia con ilcambiamento del bisogno degliutenti;

- verificare l’andamento di tali prati-che, la loro efficacia, la loro perti-nenza al bisogno;

- facilitare la comunicazione tra glioperatori che mettono in atto l’inter-

vento educativo;- facilitare la comunicazione tra gli

operatori del servizio e i famigliaridegli utenti;

- facilitare la comunicazione con glioperatori dei servizi dell’ASL;

- documentare l’intervento svolto.

Tale progetto educativo individualiz-zato, una volta presentato e condivisodal gruppo di lavoro, viene sottopostoall’operatore ASL referente del caso e aifamigliari; l’operatore ASL sociale rap-presenta il raccordo tra la progetta-zione del Centro Diurno e la progetta-zione dell’ASL.Momento fondamentale per la vita delCentro è la programmazione che sisvolge ad inizio anno, che delinea le at-tività che si svolgeranno al centro e cheviene incentrata sulle esigenze e atti-tudini degli utenti.Il gruppo di lavoro ritiene necessariala formazione considerandola ele-mento fondamentale per manteneree innalzare la qualità del servizio chesi evolve continuamente e in partico-lare per la crescita personale e pro-fessionale atta a far fronte adeguata-

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sperimentano percorsi verdi anche aldi fuori del territorio circostante (par-chi, collina) dove si affinano le propriecompetenze motorie anche su terreniimpervi.

La passione per il nostro lavoro e la con-divisione degli obiettivi fanno sì chetutto ciò qui riportato si svolga quoti-dianamente al meglio... così ci pare.

dell’AIASPORT. Questa attività stimolale funzioni dell’equilibrio e della con-centrazione, la tonicità muscolare, ilcontrollo e la coordinazione dei movi-menti volontari. Inoltre il rapporto conl’animale risveglia vissuti emozionaliche infondono benessere e serenità.

Passeggiate e uscite:sono sempre numerose le occasionidi uscita in piccolo o grande gruppo.L’attività è finalizzata principalmente aconsolidare un percorso di “aperturaall’esterno”, favorendo la socializza-zione ed ampliando il bagaglio espe-rienziale personale. Le uscite in pic-colo gruppo avvengono nelquotidiano e vi partecipano a rota-zione tutti gli utenti. Particolarmenteapprezzata è l’uscita al centro com-merciale per fare la spesa.Le uscite collettive (partecipazione afeste, pic-nic e pranzi), quelle serali e legite hanno un carattere più occasio-nale e si svolgono prevalentemente du-rante la programmazione estiva.Per quanto riguarda le passeggiate si

Questi tipi di lavorazione prevedonol’utilizzo di semplici tecniche che, inogni fase, sono accessibili agli utentiche realizzano oggetti che provvede-ranno a dipingere: cornici, vasetti e ma-nufatti in creta. Sono attività in cui glieducatori guidano e assecondano lafantasia e la creatività degli utenti. Leattività libere invece si svolgono neitempi morti, come l’ascolto della mu-sica, il ballo e la creazione di momentipiacevoli come la preparazione di ape-ritivi nel giardino del centro.

Danza terapia:è un’attività che viene condotta daun’esperta esterna, una volta alla setti-mana, che mira soprattutto alla cono-scenza del proprio corpo e a ciò che sipuò fare con esso per dar modo agliutenti di “sentirsi” e di muoversi nellospazio in modo consapevole, permet-tendo inoltre all’energia a volte nega-tiva/aggressiva di fuoriuscire, trasfor-mandosi in un atto creativo/positivo.

…e quelleesterne al Centro…

Attività di borsa - lavoro:per alcuni utenti sono attivati percorsilavorativi in contesti esterni, affiancatida un operatore. Tali progetti sono natigrazie alla collaborazione con altri entio cooperative. Sono attività che valo-rizzano l’identità adulta, puntano allagratificazione personale e al riconosci-mento sociale.Il primo progetto di borsa - lavoro è il“Green Garden”e consiste in lavoretti digiardinaggio da parte di due utenti,una volta a settimana, nelle serre di“Casa Gianni” della cooperativa socialeAsat. Il secondo progetto è un’attivitàindividuale che si svolge, una volta asettimana, presso le officine dell’ATC.

Attività equestre:diversi utenti ogni settimana si recanoin un maneggio gestito da istruttori

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Estate in allegria alcentro estivo diMinerbioIl centro estivo anche peri più piccoli, una nuova ebella esperienza per Cadiai.

Esperienza nuova presso la scuola del-l'Infanzia di Minerbio per Cadiai: ge-stione del centro estivo per i bambinida tre a cinque anni.Data la novità della situazione, il giornoin cui incontrammo la nostra coordina-trice Stefania Pellegrino, ci chiedemmoovviamente cosa dovessimo aspettarci.Un'equipe formata da educatrici sco-nosciute, condizione che poteva esserein un certo senso svantaggiosa che in-vece si è rivelata positiva.Ognuno di noi, fin dalla sera stessadella riunione, ha cercato di dare il me-glio di sé, proponendo idee e met-tendo a disposizione le proprie espe-rienze lavorative.Il risultato? Centro estivo ben organiz-zato, clima sereno e accogliente peradulti e bambini e tanto contatto conla natura.A questo proposito, ogni tanto veniva atrovarci un'educatrice Cadiai, Laura Dra-ghetti, che, nei panni di un personaggiodi fantasia chiamato “Gea”, incantava i

nostri bimbi raccontando delle fiabe ecoinvolgendoli in piccole attività.Il nostro rapporto con la terra e con isuoi frutti ci ha dato l'occasione per rea-lizzare oggetti sonori, strumenti musi-cali, quadretti, gioielli e cartelloni, uti-lizzando acqua, riso, legumi, pasta,bottiglie di plastica e conchiglie.I bambini sono stati coccolati, consolatinei momenti di nostalgia e nelle gior-nate di caldo intenso hanno avutomodo di rinfrescarsi e divertirsi in duepiscine gonfiabili molto grandi, allestitein giardino.Anche gli itinerari scelti per le nostregite (Bondy Beach, il Bosco delle Fate ela Casa delle Farfalle, lo Zoo) hannocontribuito a rendere piacevole il per-

manere dei bimbi al centro estivo.Siamo andati alla scoperta della naturaed abbiamo avuto modo di apprezzareciò che la caratterizza: dal sassolino al-l'insetto, dalla farfalla al leone. Anchenei nostri viaggi abbiamo incontratopersonaggi fantastici come fate, follettie streghe.Si è cercato di rendere l'estate dei nostribambini allegra e divertente e dai com-plimenti ricevuti, pensiamo di averfatto un buon lavoro. Sicuramente lamaggior parte di noi educatrici ne con-serva un bel ricordo e nutre in sé anchela voglia di ripetere l'esperienza.Un ringraziamento alle collaboratriciAnna, Alessandra, Rosa Anna e Robertache ci hanno aiutato nella gestione dei

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momenti più delicati, la pedagogistaElisabetta Benfenati che ci ha soste-nuto nei momenti di difficoltà, a Stefa-nia Pellegrino che ha accolto col sorrisoi nostri sfoghi e le nostre richieste.Un altro grande grazie alle colleghe/iche hanno condiviso con me quellegiornate di lavoro intenso ma piace-vole: Patrizia, Silvia, Chiara, Barbara, Fa-biola, Elena, Monica, Arianna, Daniela,Luana, Matteo e Grazia.

LiviaEducatrice del centro estivo

Le cronachedi MinerbioReportage di viaggio:itinerari di Giramondoper le strade dell'estate.

Il treno di Giramondo, detto anche cen-tro estivo, ha viaggiato quasi ininter-rottamente da giugno a settembre. Ilnostro capolinea era la scuola primariadi Minerbio, i nostri passeggeri si aggi-ravano dai 6 agli 11 anni e la locomo-tiva era guidata da un variegato teamdi educatori e educatrici.Dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle18.00 i vagoni di Giramondo si affolla-vano e il treno partiva da Minerbio allascoperta dell'estate.Dalle prime stazioni più difficili e caoti-

che siamo passati per stazioni dislo-cate in ogni dove per creare un gruppoaffiatato dove si respirasse un clima dirispetto reciproco, gioco, divertimentoe esplorazione.Abbiamo viaggiato all'interno dei lo-cali della scuola. Giochi di conoscenza,giochi cooperativi, travestimenti, gio-chi di equilibrio e fiducia, tornei di pingpong, gare di ballo, cacce al tesoro, gio-chi di abilità fisica e mentale, giochi disocietà, gare di aerei di carta, giochi dilogica e memoria sono solo alcunedelle numerose attività assaggiate daGiramondo.Teatro, recupero di materiali e riciclo,origami, percussioni, creta, costruzionidi scenografie, invenzione e anima-zione di storie, balli e danze sono i la-boratori che hanno arricchito il viag-gio di Giramondo.Abbiamo esplorato il territorio di Mi-nerbio per assaggiare gelati, conoscereparchi e giardini, vivere tutto il paese enon rinchiuderci nei locali della scuoladove bambini ed educatori alberganogià da settembre a giungo.Abbiamo sfruttato con fervore tutti gliimpianti sportivi presenti a Minerbio,ma non ci siamo impegnati in allena-menti. Il nostro scopo era far fare espe-rienze. Così accanto ai tradizionali cal-cio, pallavolo e basket abbiamo ideatoe sperimentato varianti che permet-tessero il coinvolgimento dei più pic-

coli e permettessero loro di dare il pro-prio contributo, divertendosi e “riscat-tandosi” agli occhi dei bambini piùgrandi, i quali tendevano a dominare ilcampo.Ci siamo addentrati con entusiasmo al-l'interno di sport e discipline meno co-nosciute e praticate come il baseball, iltennis, il beach volley, la ginnasticaacrobatica, lo yoga e il ping pong.Abbiamo caricato il treno di Giramondosul pullman e per un'intera mattina,tutte le settimane, abbiamo nuotatonella piscina di Altedo.Non ancora sazi, ogni settimana ab-biamo portato Giramondo in stazionipiù lontane dove ci siamo fermati pertutto il giorno: AcquaJoss, Bagno Le Pi-ramidi al Lido di Spina, Villaggio Na-tura, BondyBeach, Triton's Park, Villag-gio della Salute, AcquaVip e la FattoriaDidattica Dulcamara.L'esperienza di Giramondo è stata riccae variegata ed ha visto la partecipa-zione di tanti passeggeri. Ognuno hadato il suo contributo ed è difficile farrientrare tutto in una pagina.L'autunno è arrivato e il viaggio di Gira-mondo è per quest'anno terminato. Gi-ramondo si è fermato per studiare nuoviricchi e stimolanti itinerari da riproporrecon passione la prossima estate.

GraziaEducatrice del centro estivo

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Una Villa per tuttiUna nuova esperienza dicentro estivo presso i localidi Villa Serena a Bologna.

Le prime settimane di settembre VillaSerena ha ospitato un centro estivo.Questa frase molto semplice in realtàracchiude un’esperienza molto bella acui io ed Fabrizio abbiamo partecipato.Il centro estivo era veramente a misuradi bambino.Il numero dei posti era al massimo 21,bambini di età compresa tra i 6 e gli 11anni. Questi numeri hanno permesso difare un lavoro quotidiano di relazione edi progetto, gomito a gomito con ibimbi che partecipavano.Così, in modo spontaneo, naturale e pro-fondo abbiamo creato: un museo al-l’aperto con ruderi, reperti trovati nelparco, visita guidata a gruppi e confe-renze di esperti, a seguire abbiamo co-struito una casa nell’albero, con legni,foglie e antifurto (!), abbiamo poi creatostrumenti musicali e raccontato moltestorie. Abbiamo avuto, anche, l’occa-sione di fare una Gita, con la G maiu-

scola, all’Oasi faunistica di Monte Adone.Sono state settimane intense, che cihanno permesso di osservare e vivereda vicino la duttilità (tipica) dei bam-bini, il loro trovarsi bene in tutte quellesituazioni in cui si sentono liberi dimuoversi, e nello stesso tempo conte-nuti e seguiti. Seguirli e dare loro sti-moli è stato semplice e molto naturale.In questo percorso è stata fondamen-tale l’accoglienza che abbiamo ricevutodai genitori, che da subito si sono mo-strati entusiasti del percorso che sta-

vamo approntando e colpiti dal rap-porto stretto instaurato con i bambini.I piccoli numeri creano grandi numeri(intesi come risultati), questa potrebbeessere la sintesi del centro estivo di VillaSerena. La sensazione forte chiudendol’esperienza è stata di avere seminatomolto e di intravedere, nemmeno tantoin lontananza, i frutti del raccolto, fattodi consenso, voglia di ripetere, e rico-noscimento.

Laura Draghettieducatrice

Una bella donazioneper i nostri Centri DiurniI Centri Diurni “Graziella Fava” e “Casadei Boschini” ringraziano sentitamenteladirigentedelCentrodi LinguaTedescadi Bologna, Ingrid Malzer, per la dona-zione di diversi mobili e oggetti di arre-damento (tavoli, sedie, cornici, bachechee tanto altro) che contribuiranno a rin-novare e a rendere più accoglienti e co-lorati gli spazi dei centri. VielenDank!

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Novità nell’appaltodei servizi a SanLazzaro di SavenaCadiai gestiscenuovamente una sezionedi materna.Il nuovo anno scolastico si apre condelle novità per quello che riguardal’appalto dei servizi generali del Co-mune di San Lazzaro di Savena:presso la scuola dell’infanzia Di Vit-torio abbiamo infatti in gestione la 4a

sezione.La crescente difficoltà degli enti pub-

blici nel non poter più fare assunzionidel personale docente e collaboratore,fa sì che rivolgersi alle realtà coopera-tive sia l’unica soluzione per garantirecontinuità e qualità del lavoro con ibambini. Infatti la 4a sezione è gestitada insegnanti in organico nella stessascuola da oltre due anni e questo hapotuto confortare i genitori, interessatie proseguire il lavoro educativo con ibambini, malgrado il pensionamentodi alcune insegnati comunali.Alessandra Berarducci e Barbara Sam-marchi si trovano così ad affrontarequesta nuova avventura, ricche del-l’esperienza acquisita e spronate dal-l’entusiasmo per la prova da affron-tare, comunque sicure dell’appoggio

del pedagogista della cooperativa, En-rico Mantovani.Ricordiamo che nella stessa scuola è incarico all’ATI (Cadiai – Gesser - Dolce)tutto il personale collaboratore, gli in-segnanti del sostegno all’handicap e ilpost- scuola per la sezione statale.Ricordiamo inoltre che Cadiai ritornaad occuparsi della gestione di scuoledell’infanzia dopo qualche anno, l’ul-tima esperienza risale infatti alla se-zione di materna privata presso il nido“Progetto 1/6” in via Pier Crescenzi,un’esperienza felice che troverà degnoproseguimento con le colleghe ope-ranti a San Lazzaro.

Gloria Verricelli

Novità nei serviziper l’infanziaNuovi nidi e nuove gestionia Bologna.

Il mese di settembre ed il nuovo annoeducativo registrano l’apertura di duenuovi servizi a gestione Cadiai. Sitratta dei nidi d’infanzia aziendale del-l’Asp Giovanni XXIII e di Unicredit.

Il “Giovannino”di viale Roma nasce daun investimento del consorzio Kara-bakOtto al fine di progettare, realiz-zare e gestire per i prossimi 30 anni unnido d’infanzia dedicato per 10 posti aidipendenti dell’Asp Giovanni XXIII eper ulteriori 32 posti ai cittadini delQuartiere Savena. Frutto della par-tnership consolidata con le imprese delconsorzio (Manutencoop, Camst, Cipea,Società Dolce) nella logica della par-tnership pubblico/privato, il nido siqualifica come struttura all’avanguardiain termini di progetto pedagogico edelementi architettonici realizzati attra-verso le più moderne tecniche bio-edi-lizie. Il personale (dieci operatrici, al mo-

mento, tra coordinatrice, educatrici eausiliarie) è a cura di Cadiai. Tra le par-ticolarità del progetto educativo è dasegnalare la sperimentazione, del tuttooriginale nel panorama dei servizi dellaprovincia, di proposte di contatto,scambio e animazione tra gli ospitidella residenza anziani dell’Asp ed ibambini del nido d’infanzia.

L’“Arcobaleno dei Pulcini” di viale Ve-stri è il servizio che Unicredit ha dedi-cato all’inserimento dei figli dei propridipendenti nell’ambito delle politicheconciliative aprendo le proprie porte aposti convenzionati, voucher e privatidel territorio. Attivo dal 2009 il nido èrecentemente passato in gestione a Ca-diai. Autorizzato per complessivamente49 bambini, anche se attualmente ope-

rativo per una ventina, si tratta del set-timo nido a gestione completa Cadiainel comune di Bologna.

Vale, infine, una menzione il “Filonido”di via della Villa, recentemente inaugu-rato dal consorzio KarabakNove di cuiCadiai è socia. Anche in questo caso sitratta di un'iniziativa di costruzione egestione dedicata per 40 posti a nidod'infanzia interaziendale (Regione Emi-lia Romagna, Legacoop, Unipol edHera) e per 20 posti aperta al territorioin regime di convenzionamento con ilComune di Bologna. In questo caso lagestione del personale educativo è diSocietà Dolce.

Alessandro MicichResponsabile gare e progetti

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zione motoria”, proprio perché muo-vere il corpo significa mettere in mo-vimento anche l’anima: per questodalla pratica della geromotricità si puòfacilmente allargarsi al concetto di ani-mazione, per attraversare il territoriodella riabilitazione, della ginnasticadolce, della psicomotricità e della mu-sicoterapia.Come è facile intuire, tutto questo rien-tra a pieno nell’ottica preventiva e mul-tidisciplinare della nuova geriatria, che

serviziLe Nonnolimpiadi2° edizione di giochi motoridei Centri Diurni AnzianiCadiai.

Continua anche quest’anno l’appunta-mento che ha visto impegnati, a metàSettembre, i Centri Diurni per AnzianiCadiai nella gara di giochi motori ospi-tato dal Centro Diurno Anziani i Tuli-pani del Quartiere San Donato.La differenza, rispetto alla prima edi-zione, è stata la partecipazione questavolta del Centro Diurno Arcobaleno delComune di San Lazzaro che si è aggiu-dicato un 2° posto sul podio mentre ilprimo posto, come lo scorso anno, èandato al Centro Diurno Cà Mazzetti diCasalecchio di Reno, il 3° posto del Cen-tro Diurno Pizzoli del Quartiere Navile,il 4° del Centro Diurno Castelletto Quar-tiere Savena e l’ultimo posto del CentroDiurno ospitante di San Donato.Quest’anno c’è stata la possibilità di ga-reggiare sfruttando completamente ilbellissimo spazio verde esterno delCentro I Tulipani che da un anno acco-glie l’iniziativa di un progetto speri-mentale di Garden Terapeutico per an-ziani e che vedrà il 30 di Settembre lasua inaugurazione.Hanno fatto da sfondo all’iniziativa lecoppe interamente realizzate dagli an-ziani con materiale di recupero, com-pletamente diverse dall’anno scorso, ei capellini ognuno di colore e di costru-zione diversa, il tutto accresciuto dal-l’ideazione per ogni squadra di un urloincitativo per ogni centro.Questo tipo di “coreografia” anticipa eprepara mentalmente l’anziano all’ini-ziativa, orientandolo verso un obiettivocomune e allo spirito di gruppo e allacooperazione, senza tralasciare l’im-portanza della stimolazione manualecon materiali diversi che ne deriva.La geromotricità è una metodologia dimovimento, specificamente studiata

per la persona anziana che nasce e sisviluppa a Torino intorno alla fine deglianni Settanta. Si tratta di una propostamotoria globale, preventiva, di gruppo,finalizzata al mantenimento dello statodi salute e al miglioramento della qua-lità di vita dell'anziano, anche in situa-zione di disabilità, dimostrandosi nelcorso degli anni un valido strumento diattivazione psico-fisica.Con questi presupposti mi piace l’ideadi definire questa giornata di “anima-

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sta finalmente superando l’interpreta-zione del concetto di salute in sensounicamente “clinico”, andando semprepiù verso un modello rispettoso dellapersona nella sua interezza e globalità,attraverso l’utilizzo di discipline alter-native, riabilitative ed espressive.Per questo è importante che il contestoistituzionale debba essere organizzatonon soltanto per curare deficit funzio-nali, ma anche per promuovere le si-tuazioni atte a potenziare le capacitàdei residenti, in modo da trasformare ilcircolo vizioso della dipendenza del-l’anziano in un “circolo virtuoso del-l’autonomia”.È ovvio che coinvolgere l’anziano e sti-molarlo ad eseguire da solo i compiti divita quotidiana che ancora può svol-gere non è facile né da parte dell’orga-nizzazione della struttura (è molto piùveloce vestire un anziano con difficoltàmotorie o lavarlo o trasportarlo su unacarrozzina piuttosto che aiutarlo men-tre cerca di vestirsi da solo, di lavarsi odi camminare) e spesso incontra resi-stenze anche da parte dell’anzianostesso, che magari è rassegnato datempo ad essere “gestito” da altri. Gliinterventi in questo senso risultanoparticolarmente infruttuosi se poi l’an-ziano ha davanti a sé la prospettiva dipassare tutta la sua giornata in unastanza davanti alla televisione o nellapiù totale inattività.Solo l’offerta di ruoli sociali all’internodella struttura e la partecipazione adattività di gruppo più o meno organiz-zate possono offrire ai residenti oppor-tunità di scelta e di decisioni: se dav-vero ci sono queste reali opportunitàsulle quali esercitare di volta in voltaadesione oppure rifiuto, allora può ri-mettersi in moto il meccanismo dellamotivazione al mantenimento e al-l’esercizio dell’autonomia residua.Se dunque l’anziano è posto in condi-zione di impegnarsi in qualche attivitào iniziativa di sua scelta durante la gior-nata, e se le attività proposte risultano

In previsionedi un inserimentoun po’ specialeA Casa Rodari vieneavviato un progetto dipet education.

Il 13 ottobre ha avuto inizio la for-mazione per tutti gli operatori diCasa Rodari "Approcci e gestionecorretta del cane in struttura".Il progetto di un possibile inseri-mento di un cane presso la strut-tura per disabili ha avuto avvio nel-l'aprile 2010 attraverso i primicontatti presi con i veterinari del-l'Ausl ed è andato strutturandosi finoad arrivare ad oggi con una conven-zione approvata e firmata fra la Pro-vincia di Bologna, il Dipartimento diScienze Mediche Veterinarie del-l'Università di Bologna, l'AziendaU.S.L. Città di Bologna e Cadiai.L'interesse da parte degli Enti colla-boratori è dato anche e in particolaredalla realizzazione di un progettosperimentale che possa dare l'op-portunità di valutare e documentareeventuali giovamenti da parte ditutti i conviventi della "casa".A sostegno dell’adozione di animali,pensiamo di accogliere un cane pro-

veniente dal canile.Il percorso formativo sarà svolto da unmedico veterinario con competenzein medicina comportamentale e ser-virà a fornire a tutti gli operatori unabase di conoscenza necessaria perl'avvicinamento e la gestione dell'ani-male in una condizione di convivenzache vede necessariamente l'opera-tore come mediatore nella relazionetra l'utente e il cane.Un ulteriore percorso formativo piùspecifico e dettagliato sulla "Gestionedei problemi e individuazione delle suemanifestazioni" seguirà per quegli ope-ratori individuati come referenti.Si prevede l'inserimento del "nuovoospite" all'inizio del nuovo anno.

Rita BattistiniCoordinatrice di Casa Rodari

stimolanti e “a misura”, allora le moti-vazioni a fare da solo si amplierannonotevolmente: una persona soddi-sfatta e interessata a qualche attività èanche più desiderosa di alzarsi e ve-stirsi ogni mattina.Se si aggiunge inoltre all’interno delleattività la grande collaborazione e si-nergia tra le figure operanti, comequella sentita durante l’iniziativa delleNonnolimpiadi, fa sì di creare un climain cui l’anziano si senta rassicurato, pro-

tetto e capito, condividendone dellagiornata il divertimento comune nel-l’attesa l’anno successivo di una terzaedizione.

Anna Chiara AchilliMusicoterapeuta

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Il burka* invisibileL’esperienza delle borselavoro nel Centro Bambinie Genitori di Calderaradi Reno.

Nell’agosto 2010 Cadiai vince l’appaltoper la gestione di alcuni servizi per l’in-fanzia nel territorio di Calderara diReno e mi viene affidato il coordina-mento pedagogico di un nido e di unCentro Bambini e Genitori nella fra-zione di Longara. Quest’ultimo è at-trezzato per accogliere bambini dazero a tre anni durante la mattinata eda tre a otto anni nel pomeriggio, ac-compagnati dai loro genitori.È così che ho l’occasione di incontrare il“Rifugio di Emilio”. Ha una storia di diecianni alle spalle, è stato anche un pic-colo nucleo educativo per un periodo(una educatrice con cinque bambinidai due ai tre anni). È una realtà felice-mente consolidata nel territorio, dovel’educatrice, ex insegnante della scuoladell’infanzia, ha saputo tessere, in ac-cordo con la pedagogista del comune,un intreccio educativo fatto di propostelegate agli spazi ed ai materiali, ma an-che alla sapiente capacità di accoglierele persone che arrivano al centro,

ognuno con le sue caratteristiche,ognuno a suo modo. È un luogo dove sista bene, dove i genitori hanno piaceredi stare.

In questo contesto, l’assistente socialedel comune propone all’educatrice delRifugio di Emilio l’inserimento di tre ra-gazze in qualità di borse lavoro, a par-tire dal mese di Gennaio 2011.Vivono tutte e tre nel territorio, pro-vengono dal Marocco e sono di reli-gione musulmana. In passato hannogià frequentato il centro nel pomerig-gio, ma da quest’anno la frequenza èdiventata a pagamento e non riesconopiù a partecipare.Questo rappresenta per loro un dispia-cere, anche perché il venerdì c’è un’ul-teriore possibilità educativa offerta dalRifugio, grazie alla presenza di un altroeducatore, che consente l’attività diaiuto ai compiti.L’idea è quella di una borsa lavoro checomporti - e consenta - anche l’iscri-zione dei figli e la loro partecipazionealle attività del Rifugio. C’è dietroun’idea di comunità, la volontà di met-tere in contatto risorse ed istituzioni,che va oltre l’idea di intercultura. Rac-conta l’assistente sociale: “il mio ap-proccio non è sul caso singolo, ma è unapproccio del lavoro di comunità. Devo

dare risposte alle esigenze del singolo,ma devo fare emergere anche risposteper la comunità locale”.Il Rifugio di Emilio sembra il luogo giu-sto per questa esperienza. Dice ancoral’assistente sociale: “l’ambiente acco-gliente, dove poter andare con i bambini,poteva permettere di sperimentarsi inun’altra veste, come persone attive cheagiscono in prima persona per miglio-rare questo servizio. Questa idea miaveva preso”.

Due di loro vengono affiancate alla col-laboratrice del Rifugio, con il ruolo disupporto alle pulizie del centro.Alla terza, viene richiesta la presenzaal mattino, come aiuto per la sistema-zione degli spazi e per la pulizia, maanche come affiancamento all’educa-trice durante la mattinata. Può portareanche sua figlia M. di un anno.A. è la ragazza che parla meglio l’ita-liano ed è anche quella che indossa ilburka.All’inizio A. pensa che anche lei sarà im-piegata nelle pulizie, con un orario chenon implica il contatto con le famiglie.Quando comprende la richiesta che leviene fatta, ha un po’ di disorienta-mento. Teme ci possano essere delledifficoltà per il velo. Inoltre, avendoquattro figli, avrebbe preferito nonuscire di casa presto, o quanto menonon prima di avere riassettato e lasciatotutto bene in ordine.Accetta comunque, anche se, all’inizio,le si legge nel volto un po’di titubanza.All’inizio rimane molto nell’ambiente

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cucina, più familiare, più simile ad uncontesto dove è solita esprimere le suecompetenze nel quotidiano. Riordina,chiede se va tutto bene. Le dispiace sesua figlia, mentre lei lavora, deve es-sere guardata dalle altre mamme, per-ché non vuole disturbare. Alza il veloquando non ci sono papà e uomini e loriabbassa quando ci sono.

Dice A. mamma di J. : “Non voleva darciunpeso…noi eravamomoltodisponibili,ma lei aveva paura di disturbarci. Nonvoleva che ci pesasse il nostro appoggiocon la bimba, il volerle dare una mano”.Qualche genitore e nonno fa un po’ fa-tica a capire. Pochissimi ne fanno moltae manifestano disagio nella convivenza.Può essere infatti molto faticoso capireche l’altro non possa adattarsi ai nostricostumi. Qualcuno decide di non iscri-versi al centro.Racconta sempre la mamma di J.:“Tabù di noi mamme e nonne io ne honotati, perché qualcuno si è allontanatodal centro per la suapresenza. Ho sentitofrasi un po’ cattive, del tipo: se c’è lei nonci sono io…”.Dopo un paio di mesi, c’è un mo-mento di cedimento da parte di A.Ha paura che le persone possano nonvenire al centro per la sua presenza. Cisi incontra assieme nuovamente(borsa lavoro, educatrice, assistentesociale, responsabile ufficio scuola,coordinatrice gestionale e pedago-gica della cooperativa) e grazie al sup-porto di tutti si va avanti.È molto forte il lavoro di mediazionedell’educatrice, che crea un clima checonsente lo scambio. La maggior partedei genitori capiscono, e riescono avedere A. come una donna e unamamma, con le loro stesse paure edapprensioni.La rete formata dai frequentanti il cen-tro, mamme, papà, nonne - c’è ancheun nonno che ha lavorato nei paesiarabi e che scambia quotidianamentecon lei parole in arabo - è di grande

aiuto nel superamento delle differenze.Le mamme coinvolgono la bimba di A.mentre lei pulisce, e cercano anche dicoinvolgere lei nello stare con loro.Per A., all’inizio, è difficile comprendereche stare seduta a parlare con le altremamme senza pulire e riordinare, facciaparte dell’esperienza della borsa lavoro.È un lavoro parlare o condividere pen-sieri? Per questo motivo, la presenza dicose da fare pratiche, nella prima partedell’esperienza, ha aiutato A. ad esserepresente, con un ruolo ed una funzionepiù chiare, per arrivare poi, gradual-mente, a scambiare anche pensieri edidee con le persone presenti. Raccontache una sua difficoltà iniziale è stata“capire la gente com’è. Ci sono personecheparlano, altre chenonparlano…Par-lando ci si capisce”.

Mi ha molto emozionato condividerecon i genitori intervistati e con l’educa-trice una bella sensazione ed un pen-siero. Quella del “velo invisibile”. Laprima volta che ho incontrato A. cer-cavo il suo sguardo ed anche l’educa-trice racconta, indirettamente, nell’in-tervista, la sua abilità nel cogliere leemozioni di A. “rubando” informazionidallo sguardo: “quando è in difficoltà,io la capisco dagli occhi, perché un oc-chio le diventa un po’ più fermo”. Perquanto mi riguarda, con il tempo, il velo

è diventato secondario. Ora non cipenso più, non lo vedo più.Anche C. mamma di R. e M. dice : “Tu lavedi con il volto coperto,maquando tu ciparli il volto lo vedi scoperto. Vedi il velo,ma nella realtà è una persona come te;non la devi vedere diversa solo perché hadei costumi diversi”.E l’educatrice racconta: “il velo io non lovedo. Non so se dipende dal fatto chelavoro sempre inmezzo alle famiglie. Ioil velo non lo vedo più. È un grande in-segnamento sulle relazioni. Per relazio-narci con le persone spesso ci basiamosull’aspetto, ci piace, non ci piace. Leinon risponde alle aspettative fisiche per-ché non vedi il voltoma solo lo sguardo.[…] Il velo è stata una grande scom-messa per arrivare ad ascoltare. Non èl’aspetto che ti può fare stare bene. Dob-biamo andare oltre, imparare ad ascol-tarci un po’ di più… Alcune personehanno il burka nella mente, lei è moltovicina anche con il velo…”.

Silvia TravagliniPedagogista

(*) In realtà il velo utilizzato da A. è il Ni-jab (nel Burka infatti anche lo sguardo ècoperto). Abbiamo utilizzato questo ter-mine anche se inesatto, solo perchémolto più conosciuto e diffuso nel lin-guaggio comune.

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Anziani al centrodella riflessioneA Bologna si sono svoltidue importanti momenti diapprofondimento sui temidell’invecchiamento.

Il 17 settembre scorso si è tenuto a VillaRanuzzi un convegno su L’approccio in-tegratoallademenzaavanzata, un temadi particolare interesse per tutti coloroche lavorano nelle residenze per anzianie che sempre più spesso si trovano adassistere persone ormai in fine vita.Si è discusso di aspetti ambientali, dellagestione (farmacologica e non) dei di-sturbi cognitivi, affettivi e comporta-mentali correlati alla demenza, dei pro-blemi etici sollevati dagli interventidiagnostici e terapeutici praticati nelfine vita, ivi compreso il tema del te-stamento biologico.Particolarmente interessanti, sotto que-sto punto di vista, le relazioni di MircoVanelli Coralli, dirigente geriatra del-l’Ospedale di Bentivoglio, Maura Co-veri, dirigente geriatra dell’Ospedale

Maggiore e Vincenzo Castiglione, giu-rista e presidente dell’ARAD.Nel corso della mattinata Clelia D’Ana-stasio, responsabile del Progetto Azien-dale Demenze dell’Azianda Usl di Bolo-gna, ha presentato i dati sul percorso dimiglioramento dell’assistenza alle per-sone affette da demenza, raccolti negliultimi tre anni con la collaborazione co-stante delle strutture convenzionate ditutto il territorio provinciale.

In occasione della XVIII Giornata Mon-diale dell’Alzheimer l’ARAD (Associa-zione Ricerca e Assistenza Demenze)ha invece organizzato un seminario sultema L’anziano fragile: quale tutela?,che si è svolto nella giornata di venerdì23 settembre presso la sede dell’ASPGiovanni XXIII, in viale Roma.L’argomento è stato affrontato dalpunto di vista geriatrico - numerosi irappresentanti della geriatria ospeda-liera che si sono alternati al tavolo, daDomenico Cucinotta a Vincenzo Pe-done, da Maria Lia Lunardelli a Gio-vanni Savorani - dal punto di vista le-gale, con l’intervento dell’avvocatoLudergnani Meliota e del notaio Za-nelli e biopsicosociale, con la relazione

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delle psicologhe Christine Melon diCadiai e Susanna Giorgi dell’ASP Po-veri Vergognosi.Fra il pubblico operatori del settore, maanche diversi familiari caregiver e al-cuni anziani interessati al tema dellaprevenzione nell’invecchiamento.

A cura di Marie Christine Melon

HALT - HealthcareAssociated Infectionsin Long-Term CareFacilitiesIl Corniolo, casa – residenza per an-

ziani di Baricella, ha partecipato adun progetto di ricerca europea cheaveva lo scopo di monitorare la pre-senza di infezioni e l’utilizzo di anti-biotici all’interno delle strutture.Appena i dati relativi a questa inda-gine saranno disponibili ne sarà dataadeguata comunicazione.

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Noi… I ragazzidi Albero BluUna mostra fotograficaper una giornata di festa.

“Albero Blu”apre i battenti il 24 ottobre2008 e nasce come residenza socialeper disabili adulti, si trova presso il cen-tro sperimentale “Alessandro Ancona”di via Portazza a Bologna.Viviamo insieme ad altre realtà: ilgruppo appartamento “Sant’Isaia”, ilCentro Diurno “Azzurro Prato” e il Cen-tro Diurno ergoterapico.

Abbiamo organizzato una mostra conl’intenzione di farci conoscere e farvivedere quante cose facciamo in questafamiglia speciale, dove la diversità nonè una barriera, ma una ricchezza.

Il 13 luglio scorso si è così aperta unamostra sia fotografica che espositiva:le foto rappresentavano momenti diquotidianità nella nostra casa mentregli oggetti erano prodotti di creta efimo, una particolare pasta sintetica,creati proprio dai nostri utenti.Questa giornata di festa si è conclusacon un ricco buffet e... una bella ca-scata di gavettoni!

Tutto sommato ci siamo divertiti, anchese ci è dispiaciuto molto che l'invitonon sia stato accolto, se non dal gruppoappartamento “Sant'Isaia”, dagli stessioperatori di Albero Blu e dall'Associa-zione Movida; la loro presenza ha reso,per gli ospiti di Albero Blu, l'assenza dimolte persone meno pesante.

A parte questa lieve nota negativa, rin-graziamo quanti hanno preso parte,nella speranza che, alle prossime feste,la partecipazione si più numerosa.

Filippo Collodoro e Sonia Fabiano

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20 annidi Casa RodariLa residenza per disabilisi avvicina al ventesimocompleanno.

Vent’anni fa, l'11 novembre 1991,apriva la residenza socioriabilitativaper disabili adulti Casa Rodari, in ViaFossolo 60 a Bologna, a conclusionedi un percorso di "accompagna-mento" di ex degenti dell'OspedalePsichiatrico "Roncati" verso la dimis-sione definitiva e la faticosa riammis-sione in società.L'apertura della struttura residenzialeCasa Rodari fu infatti il punto di arrivodi un percorso non breve, nè facile cheracchiuse molti significati.Ma fu anche il punto di partenza di unaltro percorso, quello di un gruppo dipersone per le quali si ipotizzava lariammissione in società, dopo lunghianni di assenza.

La storia del progetto ebbe infatti ini-zio da lontano, all'indomani dell'en-trata in vigore della legge 180, con laquale si imponeva il superamento del-l'ospedale psichiatrico, che per oltreun secolo aveva funzionato come con-tenitore indifferenziato dei più etero-genei stati di sofferenza di natura sa-nitaria e sociale, psichiatrica e nonpsichiatrica.Nel progettare soluzioni alternativealla degenza psichiatrica, l'unica viapossibile era quella di ricominciaredalla diversificazione delle persone,riscoperte nelle specificità dei rispet-tivi bisogni.A questo fine, prima dell'apertura diCasa Rodari, venne istituito, all'in-terno del "Roncati", il reparto 7H peraccogliere, in osservazione, quelle per-sone, le cui affinità, caratteristichecomportamentali e patologie, rendes-sero ipotizzabile nel tempo la realiz-

zazione del progetto di dimissionedall'OP e di stanziamento nella strut-tura residenziale.Casa Rodari fu l'ardita scommessa diriuscire a restituire a coloro, cui l'isti-tuzione manicomiale aveva negato ildiritto di essere riconosciuti nella pro-pria identità, la possibilità di condurreuna vita in mezzo agli altri, attraversoun progetto riabilitativo che contem-plava il passaggio da una gestionedi tipo sanitario e psichiatrico aduna gestione prevalentemente so-

cioeducativa all'interno di un conte-sto abitativo adeguato alle esigenzesingole e di un contesto residenziale diquartiere, dove promuovere interventidi integrazione sociale.

Tra le non poche difficoltà ad imple-mentare un progetto di tale innova-zione che richiedeva la costante ri-cerca di linguaggi ed intenti comunitra i soggetti coinvolti (Azienda USL,Comune di Bologna, enti gestori, ecc),particolarmente delicata fu la co-

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liber liberoLa rubrica dedicata ai suggerimenti dilettura è uno spazio a disposizione ditutti. Chiunque volesse scrivere uncommento o un’impressione su un li-bro che si è apprezzato e che si vuolcondividere con gli altri, può contat-tare la redazione allo 051 7419001 oscrivendo a [email protected]

Parti infrettaenontornare

Fred Vargas,Einaudi

È da un anno a questa parte che nonriesco a stare lontana da Fred Var-gas, pseudonimo di Frèdèrique Au-doin - Rouzenau, archeozoologa edesperta in storia medievale che, du-rante le vacanze, un mese all’anno,scrive i suoi “polar” (così in Franciachiamano i romanzi gialli).I personaggi principali, protagoni-sti di più romanzi, sono atipici, lo-

gorati dalla vita, geniali e in loro fa ri-vivere le sue passioni… Adamsberg, ilcommissario, uomo lento e sgualcito,Marc, squattrinato medievalista e Ma-thias, geologo un po’ orso.Vi suggerisco alcuni titoli:• Parti in fretta e non tornare• Io sono il tenebroso• Un po’ più in là sulla destra• L’uomo dei cerchi azzurri.

“Parti in fretta e non tornare” mi è pia-ciuto particolarmente.Siamo a Parigi. In una caratteristicapiazzetta un banditore, improvvisatositale per sbarcare il lunario, legge inpubblico tutti i giorni una molteplicitàdi messaggi che vengono depositati inun’urna d’altri tempi, a cinque franchil’uno. Incominciano a comparire mes-saggi strani, in una lingua antica, chediventano sempre più inquietanti:sono quelli dell’assassino…

Considero i gialli di Fred Vargas avvin-centi, rilassanti e piacevoli, perfetti daalternare a letture più impegnative.

Sandra Varani.

struzione di relazioni di fiducia coni famigliari degli utenti che fatica-vano e tardavano nell'adesione aquello che, nel proprio immaginario,equivaleva forse ad un vero e propriosconvogimento, personale e culturale,perchè andava a modificare un si-stema che, dopo tanti anni, nel bene onel male, era stato il solo ad aver inqualche modo offerto una alternativ,nella gestione del proprio caro. I fami-gliari, i soli che nel tempo, con la loroassidua presenza, avevano consentitoun minimo contatto tra il degente edil mondo esterno, furono costante-mente coinvolti in ogni fase del pro-getto ed anche una volta completatoil passaggio alla nuova residenza, con-tinuarono a partecipare attivamente,chiamati in causa non solo per la pro-fonda conoscenza che del propriocaro avevano, ma anche per condivi-dere interventi di cura che, dal carat-tere custodialistico tipico dell'Ospe-dale Psichiatrico, ora assumevano unavalenza educativa e riabilitativa, nellariscoperta di quelle risorse ed abilitàpersonali che il lungo internamentoaveva sopito.Casa Rodari fu quindi un progetto adalta complessità, frutto della parteci-pazione attiva di una molteplicità disoggetti chiamati a svolgere propriefunzioni in un contesto di condivisione,volontà e responsabilità collettiva.

Negli anni, la struttura si è moltomodificata rispetto a quella che era lacomposizione originale dei residenti:c'è chi è stato trasferito in struttureper anziani, ma c'è anche chi si è am-malato e ci ha lasciati per sempre.Nel frattempo sono arrivate a Casa Ro-dari altre persone che, nonostante nonavessero la storia sofferta di interna-mento in Ospedale Psichiatrico, hannoin alcuni casi richiesto una presa in ca-rico particolarmente complessa.

Anche misurandosi con realtà diverse,ciò che si è sempre cercato di portare

avanti con coerenza è stato il lavorodi attenzione e rispetto nei con-fronti delle necessità personali e deibisogni vitali di chi veniva accolto aCasa Rodari, come quando, a dicem-bre del 2004, la struttura si è ampliata,con l'annessione alla comunità, di unappartamento accogliente due per-sone, una delle quali particolarmentedelicata e complessa sul versante so-

cio relazionale.Attualmente Casa Rodari, che in que-sti venti anni è sempre stata gestita daCadiai, in convenzione con l'AziendaUSL, accoglie sedici ospiti adulti.

Laura MoriniPedagogista di Casa Rodari

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Questo grazie anche all’aiuto del RotareBologna Ovest Guglielmo Marconi cheha costituito un“Fondo Primo Aiuto”perle famiglie provenienti dagli Stati dovenon esiste una reciprocità sanitaria.Quantificare le somme di denaro è dif-ficile poiché cerchiamo di essere di-sponibili in caso di emergenze, ungrande aiuto è dato anche da tutti i vo-lontari che intervengono in caso di ne-cessità, come è capitato per la bam-bina proveniente dall’Orfanotrofio diBetlemme e il bambino provenientedal Kosovo.Molte sono state le attività svolte al-l’interno del reparto, grazie alla siner-gia che si è creata con altre Associa-zioni, sia presenti all’interno delGozzadini che sul territorio, fra questela musicoterapia con il Progetto Ta-mino, vari spettacoli organizzati davari enti, tra cui “Il nonno in camicebianco”, organizzati da Cadiai.Quest’ultima iniziativa è stata moltoapprezzata dai bambini e dai loro ge-nitori, ma anche dai“protagonisti”deglispettacoli, persone “non più giovani”che hanno regalato, con la loro simpa-tia, un sorriso ai piccoli pazienti.

Il PresidentePier Paolo Redaelli

Associazione AMACIOspitiamo in questonumero un contributodell’Associazionedei genitori e degli amicidella Chirurgia Pediatrica“Gozzadini” di Bologna.

[email protected]

L’AMACI è l’associazione dei genitori edegli amici della Chirurgia Pediatrica“Gozzadini” e Ospedale Maggiore diBologna, nata nel 1990 per affiancarel’equipe medica e la Struttura Sanitariapubblica che si prendono cura dei no-stri bambini.L’associazione persegue le seguenti fi-nalità:- fornire ai genitori le informazioni

necessarie per porli nella condizionedi gestire le patologie dei propri figlial meglio, raggiungendo a volte unaprofessionalità pari a quella di un in-fermiere specializzato;

- garantire l’aggiornamento conti-nuo dei medici, grazie alla disponi-bilità di fondi da parte dell’Associa-zione: i giovani specializzandi, moltospesso, sono costretti a rinunciare apartecipare ad importanti congressiscientifici per mancanza di fondi daparte dell’Azienda Ospedaliera; grazieall’Associazione possono partecipare,senza dover sostenere personal-mente oneri finanziari;

- rendere operativo l’Ufficio che sioccupa del disbrigo delle pratichemediche e burocratiche, a disposi-zione di tutti i genitori;

- contribuire all’acquisto di mate-riale ed attrezzatura medica scien-tifica, materiale che viene poi donatoai vari reparti di Chirurgia Pediatrica.

Tutto questo per rendere più confor-tevole l’ospedalizzazione dei piccoli pa-zienti, provenienti da ogni parte delnostro Paese e non solo.

In questi anni abbiamo cercato di es-sere di supporto alle famiglie con aiutoeconomico e sociale, nonché morale epsicologico. Le ultime iniziative, non inordine di importanza perché per noi ilbambino è lo scopo principale, sonostate queste e non solo:

- aiuto finanziario per rientro nel pro-prio Paese, in aereo, ad un bambinoproveniente dal Camerun;

- aiuto finanziario per una famigliaproveniente della Sicilia per una per-manenza lunga in appartamento; ilbambino è purtroppo deceduto aBologna;

- aiuto ad un bambino proveniente dalMali per interventi;

- aiuto a una bambina provenientedall’Orfanotrofio di Betlemme che èstata ricoverata per problemi grossi alfegato;

- aiuto finanziario ad una giovane fa-miglia proveniente dal Kosovo per ilfiglio affetto da gravi malformazioni eche dovrà rimanere ricoverato permolti mesi, in questo caso ci siamooccupati del disbrigo delle praticherelative al permesso di soggiorno.

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altre realtà

Fotografie tratte dal sito dell’Associazione.

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lettere

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sco a privarmi dello sport, così a di-stanza e con un giorno di anticipo or-ganizzo la nostra presenza per un cal-cetto la sera dell´arrivo a Bologna. Iragazzi di sempre non si tirano indietroa coinvolgere me e due biondi nordici inuna partita dall’inizio duro, troppa afa ariempirla. Lo spilungone danese giocacome sa. Corre molto ma la lucidità fa-tica ad uscire con il caldo. Sbaglia moltoe si arrabbia, solo un goal lo placa un po’.Il più piccolo risparmia energie e su-dore. Si diverte già solo per essere incampo. Bloom aspetta appollaiato sullatraversa che finiamo. Non sembra an-noiato, direi incuriosito dal gioco. Non èmolto sportivo lui. A fine partita si va perfare assaggiare agli stranieri crescen-tine e tigelle. È qui che li aspettavo.Dopo tre morsi, la pizza al ristorante e ilprimo di mio padre cedono il passo allenuove regine nelle preferenze del ciboitaliano. La crescentina allunga di unpasso addirittura sulla tigella. Il ragùvero, non la schifezza che fanno loro, e

Dalla Danimarca…in trasfertaPubblichiamo un altroarticolo di MassimoAllegrezza, educatore pressoil Gruppo Appartamento“Sant’Isaia”, ora inaspettativa, che stafrequentando una scuola dicooperazione internazionalein Danimarca.Bloom siede su una panchina lontanada noi. Non è cattivo né tanto meno ti-mido, è fatto così. Preferisce guardare lecose da un altro punto di vista. È partitocon noi dalla Danimarca, pullmino dellasperanza, millesettecentonovantottochilometri dalla mia nuova casa in Lin-dersvold, fino alla casa dei miei geni-tori a Senigallia. Due giorni. Tante fer-mate di mezzo, ma alla fine siamoarrivati. Sono tre mesi che lavoriamoper questo. Sono tre mesi che cer-chiamo in giro materiale che la gentebutta via per allestire i nostri mercatinidelle pulci e raggranellare il denaro checi sarebbe servito per arrivare in Italia.Bloom tutto il tempo a guardarci da lon-tano, un po’ diffidente come me, sicu-ramente convinto che quei duemilaeuro che ci eravamo prefissati comeobiettivo non li avremmo mai raggiunti.E invece l’abbiamo smentito metten-done da parte addirittura duemilacin-quecento, ma usando la vecchia tecnicadel celarne una parte per le emergenze.Italian job. Bloom approva silenzioso elancia un sorriso. Bene, allora si dicevaarrivati in Italia. La prima pizza oltre con-fine [non che Trento sia famosa per lapizza] meglio dello schifo danese lo erae di gran lunga. Sorrisi persi in mezzo aquelle Alpi. Il sole che faceva capolinotra un picco e il successivo, un po’comegioca un bambino che si nasconde die-tro la spalla del genitore. Quindi le

montagne per il benvenuto e la stradaa sancire un patto con la nostra pro-posta iniziale. Viaggio in pullminomolto istruttivo e un po’devastante. Siarriva di notte a casa dei miei, Bloomche per protesta resta nel pullmino.Non avevamo previsto il suo letto e didormire con me non se ne parla. Vabene Bloom, tanto domani andiamoal mare. Non è facile impressionarequesti cuori vichinghi, né tanto menofarli emozionare di fronte ad un belpaesaggio o ad uno scorcio indimenti-cabile, ma il mare è maestro nelle sor-prese e glielo si legge negli occhi comequest’acqua, temperata rispetto allaloro, sia un habitat meraviglioso dovespendere le loro giornate. Pelli bian-chissime le loro, “Ragazzi crema prote-zione trenta, altrimenti domani portoin giro delle aragoste.” Bloom sorridesulla torretta del bagnino. Non ci la-scia soli, ma la sua indipendenza la di-fende come una bandiera. Lo capisco,non esce spesso e le vacanze mai pro-prio. Però quando non lo guardo sor-ride di gusto inseguendo le figure deiragazzi che giocano nell´acqua.Bologna ci accoglie con il suo caldo ir-respirabile. Grazie Dotta Signora pernon risparmiarci il tuo generoso eumido abbraccio. I ragazzi danesi ar-rancano, caldo inusuale dalle loro parti.Bloom zitto e guardingo non sprecafiato. Come sempre mi accade non rie-

testimonianzenumero 33settembre 2011

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la nutella su tutti i condimenti. Un verotrionfo. Si decide che il prossimo pro-getto in quel di Faxe sarà aprire una ti-gelleria e fare soldi a palate. Grandi pro-getti per prossimi viaggi. I ragazzi chesono con noi, i miei amici di sempre aBologna sono il mio vanto. B. che chiac-chiera con loro. B. il timido per naturache si lancia in un nuovo Esperanto cheè l’inglese misto ai gesti con i miei amici.Bloom mi guarda e approva. Bloom èdavvero convinto che avere un sacco diamici è molto meglio che avere unsacco di soldi. Adoro questi momentiin cui riesco a fondere ciò che sonostato, ciò che mi appartiene con quelloche ora vivo, con quello che ora sono.Sono dei giorni che sorrido senza sosta.Dentro mi sento leggero e rinfrancatoper quanto sia riuscito a far conoscere aquesti ragazzi danesi. La mia famigliache si è adattata a ricevere 5 persone incasa. Letti di fortuna e mangiata da 10persone a tavola. Il padre di un mio vec-chio utente che torna dal lavoro primaper mostrarci come funziona una vignae regalarci del vino, solo perché lochiamo e gli spiego che un gruppo didanesi sarebbe curioso di capire comesi coltiva il vino. E poi Bologna. Oltre gliamici Bologna c’è anche Cadiai che cipermette di dormire nell’appartamentodi via Mazzini. La Cadiai è Chiara che lacontatto dicendo ”Mi trovi un posto dadormire per noi 6” e lei che convince

Mario a lasciarci accampare all´Abs. LaCadiai è Salvo che è un ospite meravi-glioso e premuroso. E alla fine mi sentodavvero a casa qui, i miei ragazzi da-nesi lo percepiscono. Bloom si appog-gia al mio letto stanotte. Non se lasente di mancare di rispetto a tantagentilezza. Domani andremo a Veneziae poi faremo un po’ di mare, ma in-tanto stasera respiriamo ancora un po’Bologna e tutto il suo calore. Sia quellomateriale che un po’ infastidisce, masoprattutto quello delle persone chemi hanno aspettato, ecco di quello rie-sco a privarmi difficilmente.

Guardo Bloom e sorrido. Non riesco afarne a meno. Non riesco a non acco-stare la faccia di B. al mio fianco a quelladi Bloom. Hanno la stessa espressioneseria e concentrata. Guido da stamat-tina presto e ormai ho quasi quattro-cento chilometri alle spalle. B. è silen-zioso. A tratti chiude gli occhi e pensosi addormenti, ma non molla la sua po-sizione eretta e non cede con i muscolidel collo, dorme come un cavallo.Quando lo sbircio non si volta, non sose ne accorga o meno, non so se facciafinta, ma non importa di certo. Bloomsilenzioso rimbalza lo sguardo tra me eB. Stiamo tornando indietro. LasciamoItalia e amici alle spalle. Non è stato fa-cile, abbiamo guidato davvero tanto,ma la soddisfazione serpeggia tra le

facce stanche. Tutti lo speravamo, nes-suno però osava pensare che alla fineun viaggio che sembrava strano fin dalsuo concepimento, alla fine si risolvessecosì. La mia famiglia, quella di sangue equella allargata degli amici, ha contri-buito a marcare indelebilmente que-sto viaggio. Bloom approva “indelebil-mente” e “la mia famiglia”. Il loro caloreha contribuito a far conoscere unaspetto dell’Italia che questi ragazzonidanesi non potevano immaginare dauna guida turistica o da un video. Nonsi impara sui libri come cenare insiemee riconoscersi senza essersi mai in-contrati. Bloom sorride. Non si imparacome vivere una serata a casa nono-stante la casa sia a 1798 km da lì. Bloomsorride. Non si impara cosa significa ri-cevere dei regali solo perché l’altro è fe-lice di farlo anche se non lo rivedrai maipiù. Bloom non smette più di sorridere.Ora è contento davvero. Stiamo tor-nando a casa per lui, ma è contento diesserci ora e qui. Di esserci stato e diaver toccato con mano. Sempre in di-sparte, ma attento. Bloom è stato “pre-sente a se stesso” come adorava direun mio vecchio docente. Bloom non sabene cosa significa, ma suona bene egli piace.E soprattutto è contento di esserci, diesserci stato e di tornare a casa.

Massimo

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Good morningVilla Mestizia

Questo non è un raccontocomico. E soprattuttonon è fantascientifico.

Buongiorno mesti villeggianti, chi viparla è il vostro speakeducatore, inquesta nuova, bellissima giornata chesi apre alla Vuemme. Quante, quantecose ho da dirvi, ma come sempre vo-glio partire dalla nostra regola d’oro,vale a dire: il forte aiuta il debole, ok?Quindi, brontoloni, smettetela di la-mentarvi e di ricordare al vostro com-pagno di branda che un tempo ave-vate degli operatori che si occupavanodi voi, che non eravate costretti a faretutto da soli, che vi toccava un mate-rasso a testa e non uno in condivisionee altre buffe rimembranze di questotenore; ormai il vento è cambiato, lecose vanno così e non ha senso tuttaquesta nostalgia per quello che acca-deva chissà quante finanziarie fa; ed’altronde è ora che capiate che ilnuovo corso vi fa bene: finalmentestate cominciando a capire quanto èimportante sacrificarsi gli uni per gli al-tri, e allora continuate così; non ve lodico più: alzatevi, pigroni, e alzatechiunque intorno a voi non abbia lafortuna di essere in grado di farlo dasé. Cominciate, questo è ovvio, non dachi vi sta accanto ma da chi ha più ur-genza di andare in bagno.Vi ricordo che in sala potete già trovareil caffè e i nove biscotti della colazione;a dirla tutta i biscotti sarebbero dieci,ma visto che dividere dieci biscotti pervoi che siete diciotto sarebbe compli-cato, e visto che stamattina sonouscito presto da casa e senza mangiarela mia solita superbrioche, i biscottisono nove. Il caffè come d’abitudinenon è moltissimo, o per citare quelli divoi più maliziosi, è razionato, ma solo

perché non vogliamo che vi innervo-siate troppo: ci servite tranquilli!Dopo la colazione, non fate finta di di-menticarlo, sono previste le puliziedelle stanze.Nell’attesa che arrivino le speciali spaz-zole da infilare nel mozzo delle ruotedi chi tra voi, come si dice, è motoriz-zato, i turni spettano ancora una voltaa chi riesce a maneggiare il mocio conmaestria; e so per certo che almeno seidi voi primeggiano in quest’arte. Noncostringetemi a scegliere, suvvia, di-mostrate ancora una volta quel sensodi responsabilità per cui vi stimo cosìtanto e offritevi volontari, ok?Per quanto riguarda la vostra igiene,invece, voglio solo ricordarvi che lapulizia global-assistenziale della dittaconvenzionata è prevista per martedìprossimo, e che nell’attesa, come di-ceva il nostro glorioso ultimo coordi-natore quando ancora ne avevamouno, un leggero odorino di sudore nonha mai ucciso nessuno. Anzi, se mi èpermesso chiosare le parole del mae-stro, una tenue sfumatura di essereumano andato a male vi rende più in-teressanti. Ma se proprio non vedetel’ora di darvi una sistemata, non di-menticate che per ragioni di tempo edi risparmio idrico la ditta martedì ef-fettuerà la pulizia all’esterno dell’edifi-cio, con getto potente ad ampio spet-tro. I più delicati tra voi faranno benea munirsi di protezioni per il viso, perevitare gli infortuni del mese scorso.

Alle ore dieci avranno inizio le attivitàeducative, che quest’oggi si svolge-ranno nel ripostiglio e prevedonoesercizi per il rinforzo mnemonico.Non vorrei anticiparvi troppo, ma unpiccolo consiglio per partire colpiede giusto mi sento di darvelo: te-nete gli occhi aperti, e state pronti aeffettuare calcoli e conteggi; in ognicaso, per questa volta le esercitazioninon implicheranno l’utilizzo degli in-setti morti accumulati dietro le scopedi saggina.Il pranzo a buffet quest’oggi è a tema,e il tema è ‘mari e monti’. Bastoncini dimerluzzo e lo speck avanzato da ierisaranno disponibili dalle dodici menoun quarto sul tavolo meno traballantedella sala. Inutile ricordarvi che tuttihanno diritto di mangiare, e chequindi se vi ingozzate con più dei ventigrammi di speck e tre quarti di ba-stoncino che è ciò che vi spetta dimo-strate un egoismo incompatibile conla logica di convivenza civile. Frutta distagione, anche se non è ancora chiarodi quale stagione, e un blando dige-stivo con retrogusto di detersivo al li-mone completeranno il pranzo.Il pomeriggio come di consueto nonprevede attività strutturate, ragion percui il mio consiglio è di riposarvi re-stando a letto dalle tredici alle diciottoe trenta, ma consideratevi liberi di in-ventarvi un modo alternativo di tra-scorrere il tempo. Vi chiedo solo, seper caso decideste di guardare la tele-

racconto

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visione, di non stare a piagnucolareperché il bianco e nero vi sembra fuorimoda, o perché la programmazioneprevede un unico canale e quell’unicocanale trasmette esclusivamente tele-vendite riservate a maniaci del fitnesse della arrampicata libera, o perché lacolonnina che reggeva la mansardaprima di spezzarsi in due copre inparte la visuale dello schermo. Un at-teggiamento disfattista, lo sapete me-glio di me, non serve a nessuno.La cena, che come sempre avrà luogoper le diciotto e quaranta, sarà an-ch’essa a buffet. Il tema sarà ‘souvenirdi mari e monti’. Protagonisti del buf-fet saranno gli avanzi di bastoncini especk. Se per caso vi sarete già spaz-

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di LeleI ritratti di LeleEnricotremaredal latino tremere - verbo intransitivo(aus. avere; pres. io trèmo) esserescosso da piccole contrazioni musco-lari, dovuteapaura, freddoomalattia:Es: tremava per la febbre; tremavacome una foglia dall'emozione, averpaura, temere:Es: tremoal solo pensiero di quel che tipoteva capitare detto di cose, oscil-lare, fare piccoli movimenti:Es: le foglie tremano al vento; la terratrema.

Campanello.Ascensore.Specchio. Sguardo deciso.Entro e sospiro.Enrico trema.Ha una novantina d'anni.No, non è parkinson.Enrico ha paura.Tremacomeuna lavatrice impazzita enon puoi fermarlo.

Suamoglie, un perfetto incrocio tra San-dra Mondaini e la sig.na Rottermeier, èunamatrona d'altri tempi, col ventaglioin una mano e uno spartito di Debussynell'altra.Una donna talmente tosta che Enrico lachiamamamma.Anche oggi Enrico mi chiede come fer-mare il tremore.Io lo distraggoparlandodel Bologna F.C.1909, io gli parlo di Di Vaio, lui rispondecon Schiavio.Ma trema.Mi chiede come fermare il tremore.Io lo distraggo parlando dell'Appenninotosco-emiliano, io gli parlo di Castiglion-cello, lui risponde con Vidiciatico Matrema.Mi chiede come fermare il tremore.Io lo distraggo parlando della buona ta-vola emiliana, io gli parlo di tortellacci, luirisponde con tagliatelle Ma trema.Io lo distraggo parlando di profumo e didonne (lui lavorava alla Chanel)chiedendogli:Enrico, adesso che siamoda soli, facendoil tuo lavoro chissà quante ne hai cono-sciute di sventole eh…?

zolati tutto a pranzo, e non ci sarannoavanzi, prendetevela solo con voistessi e con la vostra ingordigia.Il dopocena sarà all’insegna del relax,e ognuno potrà decidere in autono-mia se andare a dormire presto o di-scutere attorno alla tavola. Se accet-tate un consiglio per un’eventualediscussione, potreste intavolare un di-battito sulla possibilità di formare unapiramide umana e chiudere il bucoche si è formato sul soffitto nella zonaest-sudest della sala; e se accettate unaltro consiglio, mettete due cosiddettimotorizzati a fianco della base dellapiramide, per puntellarla.Per la messa a letto, naturalmente, valelo stesso adagio dell’alzata, cari i miei

smemorati: il forte aiuta il debole; ilcorso di formazione di un quarto d’oraper il corretto uso del sollevatore e deidispositivi di sicurezza che avetesvolto l’anno scorso basta e avanzaper improvvisarvi operatori e comun-que se mai dovesse capitarvi di farecadere un altro ospite per disatten-zione o panico, state pur certi che nes-suno ve ne farà una colpa: sono coseche capitano anche ai professionistidel settore.E con questo per ora è tutto, ancorabuona giornata dal vostro speakedu-catore, statemi bene, e buona perma-nenza a Villa Mestizia.

Guido Casamichiela

Enrico non trema.4 anni d'assistenza e tremolio continuo.Enrico non trema.Alza lo sguardo e uno zigomo che ac-cenna lontanamente ad un sorriso.Rotea la mano come per indicare unaquantità enorme.E mi dice: ... Le donne sono come il pro-fumo... ce ne sono tanti buoni, alcuni ti siappiccicano addosso, altri sparisconodopo un giorno... il segreto è trovarequello giusto per la tua pelle... e di solitoè uno solo...L'urlo di sua moglie che ci chiama ci in-terrompe.Enrico trema.China la testa.Gli spruzzo del profumo.Sì stavolta ci vuole Enrico.

Raffaele MontanarellaOperatore del SAD Anziani

di San Lazzaro di Savena

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Pillole verdiPiccoli consigli di sostenibilitàambientaleUsare lavastovigliee lavatrici solo apieno carico!

rubricheConvenzioniin favore dei sociAssicoop Sicura - Agente UNIPOLUGF assicurazioni - UGF BancaConvenzione assicurativa e banca-ria per i soci CADIAI e familiari con-viventi. Condizioni di miglior favoree di sconti sulle principali polizze (adesempio: R.C. Auto, polizze per lapersona, la famiglia e la casa, polizzevita e gestione del risparmio, Unisa-lute - piani di assistenza sanitaria) esui prodotti e servizi bancari UGFBanca (conti correnti, mutui, prestitipersonali).

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Diamo i numeriDal primo gennaio al 30 settembre 2011 nei nidi Cadiai e nei nidi Karabak dinostra gestione sono stati utilizzati 141.276 pannolini ecologici per un impattoambientale di 12.573,40 kg di CO2. Se usassimo pannolini tradizionali, il nostroimpatto sull’ambiente sarebbe stato di ben 21.191,40 kg di CO2. Utilizzando ibio pannolini abbiamo così avuto un risparmio di CO2 pari a 8617,84 kg.

Fini SportNei punti vendita di Bologna:Via Indipendenza, 52 - BolognaVia San Giuseppe, 1/C - BolognaPiazza VIII Agosto, 4/D - BolognaVia Marco Emilio Lepido, 186/26 (pressoil Centro Borgo)Sconto del 10% in tutti i punti venditasugli articoli non scontati, in promo-zione o saldo.

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Nuovo Ambulatorio FelsineoVia F.lli Cairoli, 2 - BolognaTel. 051 4210644Ai soci che si rivolgeranno all’ambu-latorio per attività diagnostiche e diterapia fisico-riabilitativa, verrà ap-plicato un prezzo vantaggioso ri-spetto a quello di listino.

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Teatro “Arena del Sole” di BolognaViene applicato lo stesso sconto del20% sui biglietti di ingresso così comeprevisto per tutti gli associati dellecooperative aderenti a Legacoop.

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numero 33settembre 2011

Nati in CADIAICongratulazioni alle neomammeSara Bianchini

Claudia Ciarrocchi

Giuseppa Ciotto

Jessica Federici

Sujey Cristina Flores Yufra

Anna Pelliccelli

Annamaria Pilo

Aleyda Ximena Rios Luna

Lesya Rovenchuk

Elisabetta Scialò

Teresa Sirianni

Beatrice Tassinari

Dono-Presto-CercoLa rete di CADIAIper mettere in contattole persone e incrociarei loro bisogni.

Il DONO-PRESTO-CERCO è una mo-dalità di donazione e/o prestito, frai soci e i dipendenti della coopera-tiva, di quegli oggetti che hanno peri singoli terminato la propria utilità.È prevista anche la possibilità diCHIEDERE (“cerco la tal cosa…, c’èqualcuno che ce l’ha?”), perché il bi-sogno di qualcuno può far ricordaread altri di avere degli oggetti inuti-lizzati e magari sollecitare la dispo-nibilità a prestarli o donarli.

Come funziona?Chi vuole donare, prestare o cercare, fala propria segnalazione ad uno dei se-guenti referenti*, contattandoli diret-tamente presso i servizi in cui lavorano:• Cristina Anteghini, Monica Bernabiti,

(Residenza per disabili “La Corte delSole” di San Giovanni in Persiceto);

• Lara Girotti e Laura Piana (Nido ”Gat-to Talete” di Castel Maggiore);

• Giulia Casarini (uffici della sede);• Roberta Meotti (Casa protetta “Tor-

re di Galliera”);• Nada Milenkovic (Nido “Abba” di Bo-

logna);• Giuseppina Reto (“Balenido” di Ca-

salecchio).

Questa lista di persone è naturalmenteaperta ad altre che vi si volessero ag-gregare.

Le segnalazioni vengono espostenelle bacheche dei servizi e ripor-tate in una apposita pagina del sitowww.cadiai.it

Il DONO-PRESTO-CERCO è una reteinformativa che mette in contattole persone e le loro disponibilità edesigenze.Non è prevista alcuna modalità distoccaggio o deposito degli oggetti:le persone si accordano autonoma-mente per le consegne.

La vignetta di Alex

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Chi volesse scrivere una lettera può farlo via mail all'indirizzo [email protected] per posta a Scoop c/o CADIAI - Via Boldrini, 8 - 40121 Bologna

Per ricevere ogni mese la nostra newsletter nella tua casella di posta elettronica, iscriviti inserendo il tuo indirizzonell’apposito spazio della pagina principale del sito www.cadiai.it

Il 30 settembreCadiai ha compiuto 37 anni!