La Regione Puglia con ragione - Gero Grassi · Regione esprima il bisogno di sanità che sale dai...

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La Regione Puglia con ragione di Gero Grassi Prefazione di Nichy Vendola e Pietro Pepe Editore: Cooperativa Culturale R.T.S.

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La Regione Pugliacon ragionedi Gero Grassi

Prefazionedi Nichy Vendola e Pietro Pepe

Editore: Cooperativa Culturale R.T.S.

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L’Autore ringrazia per la collaborazione:Angela Cassano, Antonella Provvisionato, Vichy Sisto,Enzo Del Vecchio, Maria Teresa De Scisciolo, Anna DiCanio, Rosa Melodia, Nicola Scelsi, Giacobbe Vallarelli.

Copyright © 2006Proprietà letteraria riservata

Cooperativa Culturale Radio Terlizzi StereoArco della Madonna, 1tel. 0803516625Presidente: Damiano Guastamacchia

Copertina e impaginazione:Iride arte grafica di Gianpiero Morgese · Terlizzi (Ba)

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Indice

Prefazione:• La Regione Puglia con ragione

di Gero Grassi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 9

Presentazioni:• Per me l’amicizia è un valore assoluto

di Nichy Vendola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 25• Puglia: Regione con le gambe

nel Mediterraneo e la testa in Europadi Pietro Pepe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 29

Cimelio:• Una verità non mediata dalla politica

di Nichy Vendola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 35

Testo:• Partiti e società civile per la Puglia che verrà . . . . . . . .» 37 • Il PPE: un partito di destra che guarda al centro . . . . . .» 41 • Margherita Puglia: Direzione Regionale

Relazione del Coordinatore Regionale . . . . . . . . . . . . . .» 43 • La sfida dell’Ulivo parte dal Sud . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 67 • Lettera aperta al Commissario Provinciale AN . . . . . . .» 69 • I panini all’olio del Panificio Centrale . . . . . . . . . . . . . .» 71 • La costituzione della Margherita nella VI provincia:

un punto di riferimento per l’intero territorio . . . . . . .» 75 • Grassi: sceglieremo con il voto palese.

Ballottaggio se non c’è maggioranza . . . . . . . . . . . . . . .» 79 • Sindaci e Presidenti candidano l’Assessore.

Boccia è l’anti-Fitto, Vendola non si ritira . . . . . . . . . . .» 83 • La città della pietra dura e pulita . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 85 • Grassi: così ci prepariamo

alla grande sfida delle primarie . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 89 • Grassi: il candidato

doveva essere più vicino alla gente . . . . . . . . . . . . . . . .» 93

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• Nichy non è mangiapreti, ma politico del dialogo . . .pag. 97 • Donne in politica: obiettivo della Margherita . . . . . . . .» 103 • La nostra Sanità è diversa da quella di Fitto . . . . . . . . . .» 105 • Povertà sociale: la Puglia dovrà cambiare registro . . . . .» 109 • Aldo Moro sempre attuale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 111 • Destagionalizzazione del Turismo . . . . . . . . . . . . . . . . .» 115 • Puglia: Dipartimento della Sicurezza Alimentare . . . . .» 117• La nostra seria proposta per Terlizzi

e i suoi fiori . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 119 • La famiglia normale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 121 • Sanità e più occupazione: sono queste le priorità

del nuovo Governo della Puglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 123 • Gli Assessori li sceglieremo in Puglia.

Trattative senza nessun dominus . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 127 • Il Coordinatore della Margherita:

piano ospedaliero e salari d’ingresso.No agli Assessori tecnici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 131

• Grassi: Noi governeremo per tutti i pugliesi.Coinvolta la minoranza. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 133

• Aldo Moro: un atto di riconoscenza . . . . . . . . . . . . . . .» 137 • Federazione Uniti nell’Ulivo: una grande

occasione per il Centrosinistra Pugliese . . . . . . . . . . . .» 139 • Grassi: ma perché il Cavaliere non vende

le sue ville al mare? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 141 • Sì, c’è la rissa sulle nomine

ma è per fare un Governo forte . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 143 • Grassi difende l’esecutivo.

Non è radicale, Nichi è il vero riformista . . . . . . . . . . .» 145 • Una proposta all’Assessore Regionale alla Sanità: offrire

risposte simbolo tenendo al centro il cittadino . . . . . . .» 147 • Nichy Vendola: un terlizzese guida la Regione Puglia . .» 151 • Per i pugliesi l’Acquedotto senza nebbie . . . . . . . . . . . .» 155 • Mostrare i muscoli è sbagliato e nuoce . . . . . . . . . . . . .» 159 • Grassi: “Bentornato a casa a chi stava per andare via” .» 163 • Troppi giovani disoccupati.

Serve un patto per il lavoro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 165 • Si punti alla ripresa economica . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 169 • Riflessioni sull’agricoltura pugliese . . . . . . . . . . . . . . .» 171 • Terlizzi e Regione Puglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 175

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• Gli oratori non si toccano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag.179 • Grassi: non esiste il progetto per il grande centro . . . .» 181• Acquedotto, due ragioni per lasciarlo pubblico . . . . . .» 183• Abbiamo scoperto un extraterrestre.

Si chiama Raffaele Fitto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 187• Caro Romano reti all’Acquedotto (che resti pubblico) .» 191• Si al progetto del Partito Democratico . . . . . . . . . . . . .» 193• Il Partito Democratico è una grande sfida . . . . . . . . . . .» 195• Il disagio dell’Acquedotto nasce da scelte mancate

su innovazioni ed investimenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 201• Insieme per cambiare la Puglia e far emergere

una nuova classe dirigente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 205• Gero e Nichy fuori Terlizzi:

Intervista all’avv. Lea Cosentino . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 211

Altro cimelio:• Lettera aperta, senza voto, a Nichy Vendola, “onorevole”

di Gero Grassi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 217

Appendice:• Note sull’Autore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 221 • Collana Editoriale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .» 224

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Terlizzi: luglio 2005. Visita al Mercato dei Fiori. Gero Grassi, Enzo Russo e Nichy Vendola.

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“Per meil valore più importantedella vita è l’Amicizia,cui dedico gran partedelle mie energie”.

Questo libro è dedicatoalle Amiche ed agli Amiciche in tanti annidi impegno sociale e politicomi hanno sempre sostenuto.

Gero Grassi

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Bari: giugno 2005. Presentazione del libro “La salute impaziente”. Pietro Pepe, Nichy Vendola, Rosy Bindi, Federico Pirro,Guglielmo Epifani e Gero Grassi.

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La Regione Puglia con ragionedi Gero Grassi

Coordinatore Regionale Margherita Puglia

Perché la Regione Puglia con ragioneIl libro contiene articoli scritti dall’Autore nel

periodo agosto 2004 - dicembre 2005: fase che vadalla rif lessione post-vittoria delle elezioni ammini-strative e provinciali del 2004 a quella dei primi passidel Governo regionale presieduto da Nichy Vendola.

Fase che passa attraverso la scelta del candidatoPresidente della Regione Puglia con le primarie e checontiene gli spunti programmatici evidenziati nelladura e difficile competizione elettorale Fitto-Vendolafino alla formazione della Giunta Vendola.

Nel libro sono contenuti, altresì, alcuni articoli,apparentemente, tutti “terlizzesi”. Sono parte essen-ziale di un modo di concepire la politica e di vivere lavita quotidiana.

Qual è il motivo di ricordare in un libro vicendesulle quali, forse, è troppo presto esprimere un giudi-zio?

È importante ricordare perché sul ricordo di ieri sifonda il nostro domani.

Ciò che il libro non contiene, tenterò di eviden-ziarlo in questa prefazione. Senza alcuna pretesa diverità, né di esaustività.

La vita, come lo scritto, è continua ricerca di veri-tà.

La telefonata di Michele Emiliano

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PREFAZIONE

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È un pomeriggio caldo ed afoso del luglio 2004quando ricevo una telefonata dal Sindaco di BariMichele Emiliano, ormai prossimo alla composizionedella sua Giunta.

Sono nella sede della Margherita insieme conFabiano Amati, Vicecoordinatore regionale.

Con voce teutonica il Sindaco di Bari mi comunicadi aver pensato, per l’Assessorato all’Economia, alprof. Francesco Boccia. Aggiunge che potrebbenascere così una valida alternativa al Presidente dellaRegione Puglia Raffaele Fitto. Si vota la prossima pri-mavera.

Con la mia voce cavernicola rispondo all’argutopensiero di Michele: va bene. Andiamo avanti. Se ritie-ni giusto indicare Francesco Boccia quale Assessore,procediamo. Trattasi di un buon investimento. Sentiticon la Margherita barese, aggiungo, e con ilCentrosinistra.

Il pensiero corre intanto ad altri possibili candidatidei quali pure informalmente si è parlato: il senatoreAntonio Gaglione e il professore Michele Mirabella,noto conduttore televisivo.

Penso alle numerose interviste da me rilasciate aigiornali e nelle quali è permanentemente espressa lanecessità che il candidato alla Presidenza dellaRegione esprima il bisogno di sanità che sale dai cit-tadini pugliesi dopo il Piano di Riordino Ospedalierovarato da Fitto.

Mai penso a Nichy Vendola, anche perché so chelui non ci pensa. La individuazione del candidatoPresidente di una Regione come la Puglia deve neces-sariamente avvenire attraverso una concertazionelarga, molto più larga di quella telefonica tra il Sindacodi Bari ed il Coordinatore Regionale della Margherita.Comunque se ne poteva, intanto, discutere.

Francesco Boccia, nonostante la sua estraneitàintrinseca al territorio pugliese, può essere una buonapensata. È in linea con il mio agire politico: immagi-

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nare e realizzare la crescita di una nuova classe diri-gente.

Fabiano Amati, sempre portato alla rif lessione ealla interrogazione, quasi vestisse i panni di unPubblico Ministero, invece che quelli più agevoli diavvocato, intanto mi guarda. Nel suo volto leggo daun lato commiserazione verso la mia totale “pazzia”,dall’altro incredulità verso una persona completa-mente fuori dalla logica regionale. Inutilmente tentodi convincerlo, in realtà convinco solo me stesso.

Perché lo faccio? La partita si può giocare ... e poi;Michele Emiliano mi dà fiducia. Ha stravinto le comu-nali di Bari, vuole innovare la politica inserendoci laforza travolgente dei cittadini protagonisti.

Il mio pensiero corre a Roberto Ruffilli, tragica-mente assassinato nell’aprile del 1988 dalle BrigateRosse, che aveva parlato di cittadino arbitro.

Arriva Francesco BocciaCi raggiunge Francesco Boccia, preceduto da una

telefonata amichevole di Enrico Letta che ne tracciaprofilo, capacità, possibilità. Ad Enrico dico subito,secondo il mio stile rude, ma realista e sincero, che ènecessario “pugliesizzare” Boccia e che la partita maisi sarebbe potuta giocare senza il totale consensodella Margherita, dei DS e del Centrosinistra regiona-le. Gli aggiungo elimini dalla sua mente l’idea, semmail’abbia, di considerare la Puglia “colonia romana”.Perché l’idea dei proconsoli non appartiene alla miacultura. Enrico mi tranquillizza.

Conosco Francesco Boccia dai tempi del PartitoPopolare. Qualche mese prima lo presento alla reda-zione barese di “Repubblica” con la quale egli iniziauna collaborazione.

Professionalmente bravo, con una bella presenzada settentrionale illuminato. Educato ed anglosassonenei modi. Quasi freddo e distaccato dal sole e dallaterra pugliese, nonostante la sua nascita a Bisceglie.

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Qualche giorno dopo leggo su “Repubblica” unadichiarazione di Nichy Vendola che esprime parerepositivo sulla candidatura Boccia. Non ci eravamosentiti, ma, come spesso accade, abbracciamo la stes-sa idea. Nessuno ci credette allora, immagino oggi!Più tardi saprò che Boccia lo aveva cercato e sentito.

La querelle sul candidato PresidentePer tutto il mese di agosto sui giornali pugliesi

imperversa il caso Boccia. Non senza distinguo: iDemocratici di Sinistra pubblicamente e privatamen-te evidenziano il loro dissenso, altri amici autorevolidel Centrosinistra manifestano distacco dal metodo,spesso intenzionati a colpire Emiliano con pietre tira-te a Boccia.

Dalla Margherita pugliese nessuna parola ufficiale.Come mai avrei potuto? Il Partito non si è mai espres-so. Il 30 agosto, però, siamo bravissimi: nel corso diuna Direzione Regionale della Margherita parliamo diRegione Puglia e di candidato Presidente senza mainominare Boccia. Presente l’Amico on. GiuseppeFioroni, di fatto diciamo sì a Francesco Boccia senzacitarlo. Lungi dal volerlo bruciare e dall’indispettire iDS che mai si erano espressi positivamente. Anzi pri-vatamente, autorevoli dirigenti avevano sostenuto chenon c’era alcuna possibilità.

Esistono, a proposito, due versioni più o menoaccreditate: secondo quella del Sindaco di Bari, unparere positivo era stato espresso. Io confermo che ame i DS avevano parlato sin da luglio della possibilecandidatura di Vincenzo Divella, neo elettoPresidente della Provincia di Bari. Ricevendone inverità immediatamente un alto parere positivo sullapersona, insieme con la totale contrarietà all’idea diindicare un amico appena insediato alla Presidenzadella Provincia di Bari. È impossibile sciogliere antici-patamente l’Amministrazione Provinciale.

Nel frattempo la Margherita Nazionale, con la quale

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parlo dell’ipotesi Boccia, è glaciale. La Puglia vieneconsiderata Regione persa per il Centrosinistra eRoma non vuole addossarsi la responsabilità di unasconfitta. Pensa, piuttosto, alla Calabria, allaBasilicata, alle Marche, all’Abruzzo e al Piemonte. Epoi perché Boccia? Chi è Boccia? Quali meriti ha?Perché io scelgo Boccia, sconosciuto all’intero circui-to?

Il 2 settembre 2004, con una intervista al Corrieredel Mezzogiorno, raccolta da Rosanna Lampugnani,lancio ufficialmente la candidatura di FrancescoBoccia alla valutazione del Centrosinistra. Aggiungoche ove i DS intendano candidare Nicola Rossi trove-rebbero il totale e leale appoggio della Margherita.

Il giorno dopo su “Repubblica”, il SegretarioRegionale DS Michele Bordo così mi risponde:“Boccia è un nome degno come gli altri”. Ed il 15 set-tembre sul “Corriere del Mezzogiorno” precisa: “ConBoccia perdiamo”.

Le stesse domande si pone il popolo dellaMargherita intervistato da Francesco Strippoli sulCorriere del Mezzogiorno il 7 settembre 2004 duran-te la Festa Nazionale della Margherita a Polignano eMonopoli.

Giusto durante tale Festa si inizia a parlare diPrimarie e quindi di candidato Presidente. Spuntanonel frattempo altri nomi: Natuzzi, Tatò, Rossi, DeBartolomeo, Dentamaro, Laterza, Lavarra, Tedesco.

Francesco Boccia si ritiraIl 20 ottobre Francesco Boccia, dopo inutili e logo-

ranti discussioni, nelle quali interviene anche Fittocon la proposta provocatoria di candidare D’Alema,d’intesa con la Margherita, ritira la sua candidatura.

Il giorno dopo, con un colpo a sorpresa,Rifondazione Comunista candida Nichy Vendola aPresidente della Regione Puglia.

Nichy dichiara: “La mia è una candidatura vera”.

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Intuisco che non scherza. Lo conosco dalla nascita eso che se dice una cosa ne è pienamente convinto. IDS reagiscono fortemente. Poteva essere diversamen-te? Hanno impiegato due mesi per il ritiro della can-didatura di Boccia ed ora si ritrovano Vendola.

Passano i giorni, si riparla di primarie, torna inpista l’ipotesi Boccia. Prima quale ipotesi, poi semprepiù quale scelta, sino a quando il 26 novembre i DSdicono: “Boccia è il nostro candidato”. Vendolarisponde: “Non mi ritiro”.

L’on. Giuseppe Fioroni, Responsabile NazionaleEnti Locali della Margherita, dichiara alla “Gazzettadel Mezzogiorno”: “Sicuramente Nichy Vendola puòvincere. I sondaggi e le volte in cui è stato eletto lodimostrano. Si è candidato in Puglia, mica a NewYork. Non esiste nessun elemento ostativo.”

Frattanto il centrosinistra continua a discuteredelle primarie e di come organizzarle. A livello nazio-nale pian piano si scelgono i candidati presidenti dellediverse regioni.

Rutelli, Marini e Franceschini mentre da un lato miinvitano a tenere unita la coalizione, dall’altro riten-gono possibile la candidatura di Nichy. Altri amiciconsiderano fuori luogo la candidatura di Boccia che,a Roma non scalda nessuno. Io insisto per le primarie... che vengono fissate per domenica 16 gennaio2005, dopo due appassionate telefonate di ArturoParisi e Franco Marini che mi indicano la necessità ditenere unita la coalizione dando a RifondazioneComunista la possibilità delle primarie. Ne sono per-fettamente convinto.

Spunta Nichy VendolaFrancesco Boccia più volte mi precisa che trattasi

di una candidatura strumentale e che Nichy almomento opportuno si sarebbe fatto da parte.

A questa opinione sempre contrappongo la mia:Nichy non si ritira. Francesco insiste. Nelle feste nata-

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lizie, a primarie ormai avviate, incontro a TerlizziNichy e ne parliamo. Ho la conferma che la sua can-didatura è reale e che mai aveva concordato conBoccia la possibilità di ritiro. Semmai è Boccia chepensava di poterlo far ritirare.

In Puglia si fronteggiano Vendola e Boccia con unacampagna elettorale vera. Giorni freddi, cuore caldo.Nichy parla al cuore della gente, Francesco, piùsobrio, parla al cervello e al portafogli.

La Margherita è leale, io stesso giro per le piazze diPuglia ed i Circoli della Margherita per sponsorizzareBoccia. Comizi, incontri, cene. La partita a tavolinonon ha storia. Ma avverto l’aria che si respira. Intantotiro la carretta anche quando altri amici sono in ferie.

Il venerdì precedente le primarie, fissate per ladomenica 16 gennaio, dichiaro a Lello Parise di“Repubblica”: “Supereremo abbondantemente i cin-quantamila votanti per le primarie. Lo so, tutti ripeto-no che Boccia ha già vinto e probabilmente, per que-sto motivo, diversi Parlamentari e Sindaci non s’impe-gnano. Però, per dirne una, molti diessini indicheran-no Vendola, che potrebbe raggiungere e superare il40% dei consensi.”

Ammonisco anche i diessini del correntone chemanifestano palesemente per Vendola, quasi comesfida a D’Alema.

Il sabato successivo a Palombaio, frazione diBitonto, dopo una manifestazione elettorale perNicola Latorre, candidato alle suppletive senatoriali diModugno, nell’auto di Massimo D’Alema che mi chie-de notizie circa l’indomani dico: “Vinciamo di poco,ma che Dio ce la mandi buona perché tanti diessinivotano Vendola e non solo loro”.

Apprendo in seguito che D’Alema si è impegnatotantissimo per Boccia. Lealmente ha fatto il possibilescontrandosi con quella parte di diessini che, per sto-ria comune, attrazione naturale, idiosincrasia versol’attuale dirigenza regionale, ha palesemente indicato

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la preferenza per Nichy.Prima di recarmi a Palombaio, verso le 13,30, in

una Terlizzi deserta per l’ora e per l’insolito climainvernale, sono con Nichy. Tutti due in auto, da soli ingiro per la città. A parlare come sempre. Lui postco-munista, io postdemocristiano. Amici da sempre, lealiavversari.

Nichy è contentissimo per l’impegno profuso nelleprimarie e per il calore raccolto nell’intera Puglia.

Mi dice: “Perdo, ma vinco lo stesso perché il risul-tato sarà brillante. Vorrei vincere anche solo per unvoto e rinunciare”. “Se vinci, si va avanti”, rispondo.

Il giorno delle primarieGiornata insolita per la Puglia. Neve e freddo gla-

ciale. Code lunghissime ai seggi. Gli onorevoli ArturoParisi, Rino Piscitello e Nello Formisano visitano conme e Giovanni Procacci i seggi di Bitonto, Modugno,Monopoli ed incontrano nella sezione dellaMargherita di Terlizzi, alla presenza di giornalisti arri-vati da tutta Italia, i due rivali Boccia e Vendola.

A Terlizzi io e Nichy votiamo insieme, seppure inmaniera diversa!

Grande giornata di festa con 113 seggi sparsi intutta la regione, con scrutatori e presidenti segnalatidai partiti e cittadini interessati all’esperimento pri-marie.

Fitto e la Casa della Libertà parlano di primarie-blufperché in pochissimi si sarebbero recati alle urne.Fitto, dimostrando di sbagliarle proprio tutte, addirit-tura auspica la vittoria di Nichy, più facile da sconfig-gere.

Dopo le 22, raccolta dati nella sede dellaMargherita regionale. Sin dall’inizio il risultato apparecomplesso perché il distacco tra Francesco e Nichy èesiguo con tantissimi voti a favore di Nichy anche lìdove si pensa che la vittoria di Boccia sarebbe statalarga, Bari in testa.

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Passano le ore, Arturo Parisi, Willer Bordon, BeppeFioroni chiamano continuamente da Roma e si ralle-grano per la grandissima partecipazione. RomanoProdi segue l’intera vicenda. L’iniziale vantaggio diBoccia si restringe sempre più sino a diventare scon-fitta poco dopo la mezzanotte quando Nichy vincecon 40.358 a fronte dei 38.676 di Francesco.

Nelle giornate successive i sostenitori di Nichyfesteggiano, mentre noialtri discutiamo sul perchédella sconfitta. Abbiamo fatto il possibile? Doveavremmo sbagliato?

A Franco Giuliano della Gazzetta del Mezzogiornoavanzo l’ipotesi di avere forse sbagliato candidato.Nella Margherita succede il finimondo. Anche tuttiquelli che mai avrebbero voluto Boccia, li conoscotutti! mi attaccano. Sembra quasi che abbia commes-so il reato di lesa maestà. Ho solo avanzato il dubbioche un candidato radicato come Nichy ha vinto su uncandidato meno radicato come Francesco. Il mio erasoltanto un dubbio. La vittoria di Nichy, invece, l’a-veva sancita il popolo pugliese!

So bene che le primarie si potevano organizzaremeglio, che si poteva fare di più. So bene tutto, ma glialtri che ora parlano dov’erano? E poi ora bisognaattrezzarsi per battere Fitto. Forse con Nichy possia-mo farcela. Lo sento e raccolgo il vero messaggio delleprimarie. Bisogna scuotere la Puglia, bisogna puntaresulla partecipazione, sul coinvolgimento dei cittadini.Si deve lanciare un messaggio di speranza, di unaPuglia migliore, di una Regione diversa.

Nichy Presidente della Regione PugliaLe elezioni regionali 2005 si prevedono durissime.

Altissima è la posta in gioco. Ed è una partita nazio-nale, oltre che locale.

Fitto si presenta come candidato eccellente, conuna squadra potentissima e con risorse immense. Perfar bene ha anche preparato una lista personale che

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poi raccoglie tantisissimi consensi. Nei sondaggi e nelle valutazioni degli opinionisti,

oltre che del ceto politico, la Puglia è, con il Lazio,Regione data al centrodestra. Vincere, pertanto, inPuglia ha un sapore diverso che vincere in Basilicatao in Emilia-Romagna.

E vinciamo! Bene, al di là dei quattordicimila voti discarto.

È vittoria grande perché inaspettata da molti,auspicata da tanti.

La Margherita ha profuso grande impegno ed iopure.

Nichy, bravo ed il centrosinistra compatto. Ipugliesi determinanti con il loro no alle sabbie mobi-li e alla politica paludosa di Fitto. Si alla speranza di undomani migliore, quello disegnato da Nichy e dal cen-trosinistra.

La mia amicizia con NichyNasciamo nello stesso anno: il 1958. Io il 20 aprile,

lui il 26 agosto.A quell’epoca lo zio materno di Nichy, l’ins. Vito La

Tegola, è a Terlizzi il leader incontrastato del PCI. Mio zio materno, il prof. Giuseppe Colasanto, è

invece Consigliere Comunale ad Andria, ove poi saràSindaco. Eletto alla Regione Puglia nel 1975, sarà piùvolte Assessore e Presidente della Giunta Regionaledal 1988 al 1990. Terlizzese di nascita, Colasanto, suc-cede a Salvatore Fitto, improvvisamente deceduto nel-l’agosto 1988 a seguito di incidente automobilistico.

Il padre di Nichy, Francesco, è nel PartitoComunista. Diventerà Consigliere Comunale nel 1963e lo sarà sino al 1983.

Mio padre, è invece, Segretario Amministrativodella DC locale. Sarà Assessore nel periodo 1959-1967, mentre il padre e lo zio di Nichy saranno all’op-posizione.

Nasciamo in famiglie modeste della Terlizzi che si

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avvia al boom della f loricoltura. Una Terlizzi forte-mente di destra, monarchica. Una Terlizzi che vede iseguaci di Lauro e Covelli presenti in ConsiglioComunale sino al 1970.

Il padre di Nichy è impiegato postale, mio padreinsegna al pari di mia madre.

Nichy è il terzogenito. Sono già nati Gianni (1953)ed Enzo (1955), poi arriverà Patrizia, la piccola comeancora oggi viene chiamata nonostante la sua nascitarisalga al lontanissimo 1964.

Io sono il primogenito, dopo arrivano Michele(1959) e Mara (1961).

Nasco in via Bovio, periferia del paese, Nichy in viaDe Napoli, nucleo antico. Nel 1961, per puro caso, inostri genitori si trasferiscono in una zona di nuovecostruzioni. Abitiamo in due palazzi contigui ed ini-ziamo a giocare al pallone. Per strada. Le auto sonouna rarità e la vita di noi ragazzi trascorre felicemen-te.

Frequentiamo anche la Sacro Cuore, l’AssociazioneCattolica di don Michele Fiore dove impariamo ilrispetto delle diversità e la tolleranza. Tocchiamo permano anche la povertà di quella Terlizzi dove i ragaz-zi, e non solo loro, portano le toppe ai pantaloni rivol-tati, i maglioni stracciati e non hanno il telefono.Giochiamo al pallone: i Vendola molto più forti deiGrassi anche per età e numero, tre contro due.

Sono gli anni 1963, 1964, 1965, 1966. Nessunopensa alla Regione anche perché allora ancora non èstata istituita.

Dopo le elementari e le medie, il Liceo Classico perme, lo Scientifico di Ruvo per Nichy.

Nel frattempo Azione Cattolica e campeggi. Con la scuola superiore, invece, inizia la politica.In piena tradizione familiare, io nella DC, Nichy

nel PCI. Viviamo gli anni della solidarietà nazionale diMoro e di Berlinguer. Attraversiamo gli anni del terro-rismo. Litighiamo spesso pur sempre con grande ami-

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cizia e passione politica. Nel 1983 Nichy “succede” al padre in Consiglio

Comunale. Nel 1984 viene rieletto dopo lo sciogli-mento anticipato del Consiglio. Nel 1986 si dimetteperché si trasferisce a Roma alla FIGC nazionale.Inizia l’attività giornalistica. Sempre bellissimi gli arti-coli di Nichy, a me spesso letti per telefono la seraprima della pubblicazione.

Nel 1989, in occasione del rinnovo del ConsiglioComunale di Terlizzi, risulto primo eletto nella DC.Nel PCI è eletto Gianni Vendola, fratello maggiore diNichy.

Il 18 giugno 1990 formiamo una Amministrazioneanomala DC-PCI-PSI-PSDI. Io pretendo che Assessoredel PCI sia Gianni Vendola: non è solo per consolida-ta amicizia, ma anche perché trattasi diAmministrazione difficile con mezza DC all’opposi-zione. Gianni in Giunta è motivo di garanzia dellatenuta del PCI. Accetto di fare il Sindaco dopo averavuto da Gianni e Nichy la garanzia della volontà seriadel PCI di formare un’Amministrazione, che quantoprima sarà scomunicata dalla DC ufficiale.

Nel marzo 1991 nasce Rifondazione Comunista eGianni resta in Giunta. È la prima Giunta con demo-cristiani e rifondaroli insieme.

Nichy da Roma segue poco l’attività amministrati-va, pur restandone vicino.

Alle elezioni politiche del 1992 Nichy capeggia lalista per la Circoscrizione Bari-Foggia di Rifondazionee viene eletto. Terlizzi ha il suo Deputato. In verità,aveva avuto un altro dal dopoguerra agli anni ‘60.L’ing. Domenico Colasanto, Sindacalista CISL, eletto aNapoli e Sottosegretario ai Trasporti. Era cugino dimia madre. Nel 1983 Terlizzi aveva espresso qualeSenatore il missino avvocato Nino Giangregorio.

Nel 1994 Nichy è rieletto alla Camera dei Deputatinel collegio camerale Bitonto, Giovinazzo, Palo,Terlizzi per la coalizione dei Progressisti. Nel 1996 e

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2001, eletto quale capolista per la Puglia inRifondazione Comunista.

Nel 1996, eletto nella Segreteria Provinciale delPPI, ne divento nel 2000 Segretario Provinciale. Nel2002, Coordinatore Provinciale della Margherita diBari e nel 2004 Coordinatore Regionale dellaMargherita Puglia.

La nostra amicizia è sempre stata al di sopra dellevicende politiche, dove non sempre, almeno inizial-mente, al contrario, questa è una costante, le visionisono state comuni.

Nonostante la nostra amicizia sia sempre al disopra delle vicende politiche, una costante c’è: lavisione lineare ed etica della conduzione della cosapubblica.

Insieme viviamo gli anni del ritorno della destra ter-lizzese nel periodo 1995-2003, quando addirittura aTerlizzi si raccolgono le firme per cacciare NichyVendola dalla città.

Quando il Sindaco “monarchico” ed antidemocrati-co non consente che dietro le processioni conl’Amministrazione Comunale potesse stare l’onorevo-le Nichy Vendola, quasi a volerlo bollare come sog-getto estraneo alla comunità!

Certi personaggi della destra forcaiola ci accusanodi tutto, ci deridono, ci insultano.

Addirittura nel 1995, nel corso di un comizio delladestra, l’oratore dice che siamo andati insieme inAmerica e lì abbiamo deciso il candidato sindaco delcentrosinistra. Chiamandoci “ragazzacci”. Nel miocomizio di replica, faccio presente al maldestro ora-tore che quanto da lui sostenuto non è materialmentepossibile, perché mentre io sono negli USA, l’onore-vole Nichy è a Sanremo.

Chiamo affettuosamente “Nichy” l’onorevole can-tante. Da allora così noi amici, lo apostrofiamo.

È persona intelligentissima. Crede nella cose chefa. Spende la sua vita per affermare le diversità. Per se

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stesso non chiede o pretende nulla. Mangia pane epolitica, come me. Capace di fare chilometri e chilo-metri per un comizio, si spaventa alla vista di un gattonero. È tremendamente superstizioso ed ha il terroredella malattia. In questo è identico a me. Entrambiassistiti dal dottor Gianni, fratello di Nichy.

Nel 2003, dopo l’elezione a Sindaco di Terlizzi diVincenzo di Tria, siamo entrambi stati AssessoriComunali per un anno. In Giunta è bellissimo. Grandeaccordo, grande volontà. Io e Nichy discutiamo dipolitica, di Michele Emiliano da candidare a Bari, diVincenzo Divella da proiettare in Provincia.

Sempre grande accordo nonostante quella Giuntasia nata da un grande litigio tra la mia fedeltà allapurezza del Centrosinistra e la volontà di Nichy diallargarlo. Ovviamente Nichy è molto più doroteo dime in questo! Ma poi, una volta, vinte le elezioniinsieme a lavorare per Terlizzi.

Seguono le elezioni regionali, con la iniziale condi-visione di un progetto: quello di Boccia candidato,seppur non concordato. Quindi la divisione sulle pri-marie ed infine la grande unione per la sconfitta diFitto.

Bellissimo l’ingresso alla Presidenza della GiuntaRegionale il primo giorno di Nichy Presidente.

Il Popolo nella stanza fredda del potere con i voltisconcertati dei colleghi della Presidenza della Giunta.

Ed oggi insieme, da ruoli diversi, al Governo dellaPuglia: lui Presidente della Regione, altro terlizzesesucceduto ad altro Fitto. Io in qualità di CoordinatoreRegionale della Margherita, secondo partito dellacoalizione.

Entrambi disinteressati a vicende personali.Appassionati dall’idea comune della politica che tengaal centro la persona ed i suoi diritti.

Fortemente orientati all’idea etica della politica,una politica che sia veramente alta forma di carità,una politica che metta insieme il vero riformisno della

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migliore cultura italiana. Una politica erede del grande filone storico-cultu-

rale di Moro, di Di Vittorio e di Salvemini, capace diparlare alla gente e soprattutto di ascoltarne bisogniper offrirvi risposte adeguate.

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Per me l’amiciziaè un valore assoluto

di Nichy VendolaPresidente Giunta Regionale Puglia

Gero ha la mania degli archivisti e la pazienza deibibliotecari. Non perde mai un foglietto. Lui le suecarte, i ritagli di stampa, le fotocopie di documenti, sasempre ordinarli, raggrupparli, conservarli. Su questadiligenza fonda il segreto di una memoria prodigiosa,consultabile al momento come un elenco telefonico.

Io sono l’esatto contrario, vivo in un labirinto car-taceo in cui mi smarrisco continuamente, ho unamemoria labile e danzerina. Però ricordo che andava-mo insieme dal barbiere appena ragazzini, e mentreTonino ci sforbiciava la chioma litigavamo su Gramscie su De Gasperi.

All’oratorio, anzi all’Azione Cattolica, su per le ripi-dissime scalinate delle stanze costruite sul retro dellaCattedrale, lui si sbracciava nelle partite di ping pong,io chiacchieravo sulla differenza tra esser cattolico eessere cristiano.

Lo sport non è mai stato il mio forte, i giochi com-petitivi mi hanno sempre fatto ritrarre in una sorta ditimidezza nativa. Diciamo che me la cavavo meglio abigliardino. Ma la mia passione vera era la lettura, coni libri divorati confusamente andavo impastando lamia formazione politica.

E più leggevo meglio litigavo con Gero. Ci cono-sciamo dalla culla. Gli ho sempre fatto pelo e contro-pelo, ho sempre sottolineato i suoi difetti, ma non homai smesso di essergli amico.

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PRESENTAZIONE

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Approfitto per dire che ciò che non ho mai capitodei democristiani è l’intensità con cui hanno coltivatole inimicizie frutto dei dissidi intestini alla Balenabianca.

Per me l’amicizia è un valore assoluto, non soppor-to le rotture e le perdite. Anche nel contrasto piùaspro cerco di non smarrire quel filo che mi lega allapersona con cui vivo una contesa che non dovrebbemai superare una certa soglia.

In cuor mio avrei desiderato un altro tipo di rap-porto umano persino con Raffaele Fitto, ma poi misono convinto che non ne vale la pena.

Con Gero abbiamo costruito una “amicizia dialetti-ca”, fatta di confronti continui e anche di dissidi pla-teali. Ma non abbiamo mai dimenticato di quando,bambini, giocavamo sullo stesso marciapiede inse-guendo quel pallone che misurò a poco a poco la miastatura di “schiappa professionale”.

L’altra passione di Gero è quella di rif lettere e rac-contare, di getto e continuamente, le cose che nellapolitica vive da testimone e da protagonista.

Un cronista pedante, alla impossibile ricerca di unasua cifra di oggettività, un resocontista sobrio ma par-tigiano che cuce fatti piccoli e fatti grandi, che sullagrande scena delle vicende nazionali sempre inanellale piccole cronache di Terlizzi, la mia, la sua città.

Ora abbiamo i capelli bianchi e siamo pezzi diquella cosa strana che si chiama classe dirigente.Abbiamo, insieme, condiviso percorsi azzardati, scon-fitte brucianti, ma anche qualche vittoria.

Lui sa che io lavoro come un dannato solo per gua-dagnare la gloria di aver contribuito a ridare una spe-ranza a questo Sud in affanno.

Lo vedo correre su e giù per la Puglia a costruire lasua Margherita, a tarda sera affila le sue carte e tagliale sue cronache, spesso di primo mattino mi chiamaper dirmi di un progetto o di un’idea o di una dellemille minuscole catastrofi che assediano la quotidia-nità del governare.

Lui sa che io ho disamore per il potere e che lo vivocome una prova, come una sfida con me stesso e con

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l’universo intero.Gero mi capisce e di questo gli sono molto grato.Alla fine ho dovuto dargli ragione almeno su un

punto della sua storia: Aldo Moro. Lì c’era e c’è unorizzonte luminoso del nostro passato ma anche delnostro futuro. Ma non vorrei esagerare nel ricono-scergli altre ragioni.

Lui è pur sempre un democristiano, potrebbeapprofittarne…

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Puglia: Regione con le gambenel Mediterraneo

e la testa in Europadi Pietro Pepe

Presidente Consiglio Regionale Puglia

Questo libro di Gero Grassi è molto più di una sem-plice raccolta d'interventi e interviste pubblicati suigiornali pugliesi. Sarebbe, infatti, riduttivo interpreta-re questa ennesima “fatica” di Grassi, come una meramiscellanea di opinioni, priva di pathos e passione.Così non è.

Il libro di Grassi mostra una attualità che va al di làe supera la cronaca che spesso “lega” e costringe leopinioni nella “gabbia forzata” della contingenza edella politica quotidiana. Grassi riesce, e questo tra-spare anche dalla corposa introduzione, a legare lapassione del protagonista delle vicende politiche dellaPuglia, che lo portano a dialogare, a costruire, maanche a polemizzare, con la capacità di “leggere” edinterpretare fatti, uomini ed avvenimenti attraverso lalente dell’osservatore e dell’analista. Una qualità que-st’ultima che è merce rara nel mondo della politica, eche traspare anche dalla tensione critica ed autocriti-ca sia verso se stesso, sia verso le vicende della politi-ca pugliese.

La Puglia negli ultimi anni è stata protagonista didue “ondate” che hanno cambiato il volto degli entilocali: prima con la “primavera pugliese” delle ammi-nistrative del 2004, quando gran parte degli enti loca-

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PRESENTAZIONE

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li furono conquistati dal centrosinistra e, poi, con leregionali del 2005, con la spallata finale e la conquistadella Regione Puglia con la travolgente vittoria diNichi Vendola.

Due anni, quindi, nei quali la Puglia ha imboccatola strada del cambiamento, attraverso la costruzionedi un circolo virtuoso tra partiti, associazioni e socie-tà civile.

E’ questo il senso, la qualità del modello-Puglia: lamiscela positiva tra soggetti diversi che hanno saputocostruire un rapporto positivo e fecondo sulla basedel reciproco rispetto, senza tentazioni o velleità ege-moniche. A questo, poi, si aggiunge il dato simbolicodell’ultima stagione politica pugliese: la scelta dellostrumento delle primarie per la scelta del candidato-presidente.

Su questa materia, sia in tempo reale, cioè quandoquella stagione si è consumata, sia a posteriori, Grassiespone una rif lessione sulla quale, un po’ tutti, dob-biamo tornare. La stagione della scelta del candidatopresidente per le regionali è stata – sarebbe da miopinon riconoscerlo – piena di tensioni. Mesi di discus-sioni, confronti e scontri.

La Margherita, con lealtà, fece sua la candidaturadel prof. Francesco Boccia, sponsorizzata dal Sindacodi Bari Michele Emiliano, e cercò in ogni sede, sia dicarattere nazionale che regionale, di portarla a com-pimento. La storia andò in altra direzione, ma, finoall’ultimo, il gruppo dirigente della Margherita e ilSegretario Regionale Gero Grassi tentarono tutte lestrade per giungere all’obiettivo finale. Le indicazionie gli equilibri nazionali fecero maturare l’idea vera-mente innovativa delle “primarie aperte” per sceglie-re il candidato da opporre al Presidente Fitto. Unascelta che apparve a molti affascinante, ma anchericca di incognite: quanta gente si sarebbe presentataalle urne? Come gestire uno strumento così innovati-vo, figlio della tradizione anglo-sassone, mai speri-

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mentato in Italia? Non fu impresa facile mettere inmoto una “macchina” il cui motore era a tutti scono-sciuto.

Gero Grassi fu tra i protagonisti della preparazionedell’evento politico e mediatico di maggiore rilievodella politica nazionale di questi ultimi anni.

Per la Margherita fu una stagione impegnativa.Nella sua interezza il partito appoggiò il prof. Boccia,anche vincendo e superando alcune resistenze chegià erano emerse, verso una candidatura che andava“pugliesizzata”. Così, in una fredda domenica di gen-naio, il centrosinistra, mettendo a dura propria capa-cità e autorevolezza, chiese al “suo” popolo di sce-gliere liberamente il candidato-presidente. E la rispo-sta fu travolgente: oltre ottantamila pugliesi si recaro-no alle urne. Una vittoria della democrazia e della par-tecipazione politica e democratica.

Dal voto emerse la vittoria di Nichi Vendola, e laMargherita, immediatamente, si pose al servizio,senza remore e con grande partecipazione, del candi-dato presidente. Quel giorno furono poste le basi perla vittoria di Vendola contro Fitto. La partecipazionepopolare al voto e la voglia di cambiamento diventa-rono volano di un movimento di opinione che contri-buì a far mutare il vento anche in Puglia. Pochi avreb-bero scommesso nella vittoria di Vendola. Per i “pri-gionieri” di vecchie categorie interpretative, diimpianto politicista, un candidato di Rifondazionecomunista non avrebbe avuto alcuna chance di vitto-ria. Nulla di più sbagliato. Il voto pugliese ha dimo-strato che dinanzi alla voglia di cambiamento e al fal-limento delle politiche liberiste del centrodestra, lagente supera gli schematismi cari solo agli addetti ailavori e concede la propria fiducia a colui che megliodi altri riesce ad incarnare la possibilità di vittoria.

Se è vero, come dice il prof. Sartori, che nel siste-ma bipolare la competizione si vince al centro, con-quistando gli elettori di frontiera, è anche vero che le

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elezioni si vincono in ogni luogo. Ed è chiaro che aVendola è riuscito il “miracolo” di portare alle urne i“delusi” del centrosinistra che probabilmente avreb-bero alimentato il mondo degli astenuti. Non solo:come stanno a dimostrare i dati sul voto disgiunto,Vendola ha sfondato anche tra gli scontenti del cen-trodestra. Un dato, questo, che deve far rif lettere.

La Puglia lascia in eredità alla politica nazionale lasperimentazione dello strumento delle primarie. Checerto va affinato, migliorato e modulato rispetto alleesigenze di legittimare la leadership nazionale dellacoalizione. La Puglia ha fatto da apripista, ha svolto ilruolo di officina, di laboratorio di una stagione cheora lascia in eredità alla politica nazionale. La regionedi destra per eccellenza, liberandosi di “padroni epadrini”, ad aprile ha svoltato. E lo ha fatto non inpreda ad un colpo di testa – è questa la tesi accomo-dante che circola nel centrodestra – ma votando conil cuore e con la testa. Vendola ha incarnato la spe-ranza, l’idea del cambiamento possibile, del rifiuto delpassato. Il presidente e la coalizione hanno ridatofiducia e speranza ai pugliesi. Un popolo che appari-va stanco, sfibrato dopo dieci anni di governo di cen-trodestra che, nella migliore delle ipotesi, hanno con-tribuito a sacralizzare il declino e la stagnazione.

E’ questo il compito che oggi abbiamo dinanzi anoi. Fermare il declino e ridare speranza e fiducia aicittadini. La Puglia, infatti, vive una fase di grande dif-ficoltà dal punto di vista economico. I dati della Bancad’Italia dimostrano la perdita di peso di settori strate-gici del sistema-Puglia, nonché il calo dei consumi.Non solo la Puglia perde posizioni nel sistema dellacompetizione economica e territoriale, ma ritornanotendenze che apparivano superate. Penso alla ripresadell’emigrazione da parte di tanti nostri giovani che,come fecero i loro nonni, sono oggi costretti a dovererifare la valigia per cercare fortuna al Nord. Questonon è tollerabile dal punto di vista sociale ed econo-

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mico. I giovani sono la nostra ricchezza, il loro talen-to rappresenta il capitale umano che deve essereposto alla base della crescita della Puglia. L’altra gran-de questione, che è in cima al programma di svilup-po, riguarda la sanità. Un settore nevralgico su cui ilnuovo governo regionale intende giocare una partitadecisiva. Le politiche sanitarie e del welfare sonoparte fondamentale di una politica che intende porrela persona al centro del suo impegno. La sanità deveessere in funzione della persona. Non può avvenire ilcontrario. Vengono innanzitutto prima le esigenzedell’uomo e poi quelle del bilancio. Nessuno discono-sce i vincoli contabili, che vanno rispettati. Ma la prio-rità resta il cittadino, l’ammalato. Non è stato così inpassato. E su questo tema non intendiamo fare unpasso indietro.

Allo stesso modo, è nostro intendimento ridaredecoro e slancio al Consiglio regionale che negli ulti-mi anni ha dovuto assumere il ruolo o di silente notaiodi decisioni assunte dal governo regionale oppure dimera palestra della protesta a parole di chi non riusci-va a far sentire la propria voce. Per le responsabilitàche ci sono state attribuite, intendiamo fare delConsiglio la “casa di tutti i pugliesi”, rendendolo isti-tuzione aperta al confronto e al dibattito politico siainterno che con l’esterno. Nasce, quindi, una nuovaPuglia che intende recuperare la sua vocazione diregione-ponte, di luogo di simbiosi e scambi tra cul-ture diverse.

Una regione con le gambe nel Mediterraneo e latesta in Europa. Siamo ad un passaggio d’epoca fon-damentale. Oggi la competizione diventa sempre piùdi carattere territoriale. Sta alla classe politica puglie-se assolvere a questo compito.

Il libro di Gero Grassi ci aiuta a comprenderemeglio i segni del nuovo tempo.

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Terlizzi: luglio 2005. Pietro Pepe, Enzo Russo, Nichy Vendola, Fabiano Amati, Gianni Carbonella, Giusy Servodio, FrancoCarbotti, Vito Marinelli, Gero Grassi.

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Una verità non mediatadalla politicadi Nichy Vendola

Carissimo Gero,è la stima e la vecchia amicizia che mi spingono a scri-verti, in un momento che so per te difficile.

Ti prego soltanto, per intuibili motivi, di non darepubblicità alcuna a questa mia. Ho saputo della tualettera al M.G. D.C. (che ho avuto modo di leggere), edella tua conseguente decisione di allontanarti dalpartito, di non prendere più attivamente parte dellavita politica.

Credo di comprendere l’amarezza e la stanchezzacui si giunge in un partito dove, più che altrove, la bat-taglia ideale e politica tende a trasformarsi in lotteintestine ed in beghe personali. Comprendo la tuarabbia per i pregiudizi e le incomprensioni di cui seifatto oggetto.

Capisco tutto ciò perfettamente ma, proprio perl’impellente necessità di un profondo ed autenticorinnovamento del tuo partito, non condivido la tuascelta che spero suscettibile di ripensamenti.

Dovrebbe sorreggerti, oggi più che mai, un amordi partito forte e coerente, che ti conduca, per le tueidee aperte ed oneste, anche ad aspre polemiche, mache sappia in ogni caso sempre svincolarti dai perico-li della rinuncia, dall’abbandono della vita politicaattiva.

Pensa a quanto cara debba essere costata al ‘pulito’Moro la politica degli “omissis”, che io comunque

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CIMELIO

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considero un errore ed una colpa, ma che rivela quan-to attaccamento ci fosse al proprio partito in quel-l’uomo politico, uno dei pochissimi che nulla avevada temere da un’opera di pulizia e di giustizia.

Non devi assolutamente mettere in discussione latua identità di d.c. Devi, io credo, verificare autocriti-camente il tuo modo di portare avanti la linea del rin-novamento all’interno del M.G. D.C. L’autocritica èpropria degli umili e l’umiltà è una qualità tipicamen-te ‘morotea’. Situazioni difficili si determinano certoper fattori oggettivi, ma a volte anche per sbagli pro-pri. Spesso la grettezza altrui è determinata dallaintolleranza nostra e l’intolleranza altrui dalla presun-zione nostra. Mai scender a compromessi (striscianti),indubbiamente, ma se tacer sulla menzogna e sull’im-broglio è una colpa, parlarne col tono dei paladinidella verità è un errore. L’abilità deve essere di farediventare “onesta” e verità un costume politico e men-tale diffuso nel partito, senso comune dei d.c.

Una posizione radicale a volte si rivela infruttuosa,aristocratica, individualistica. Non ci servono profetio santi. Ci serve una battaglia politica seria, dura,coerente, di massa.

Bisogna dire “no” all’aut aut: “o con la politica ocon la verità”. Dobbiamo continuare ad impegnarci,pure tra mille difficoltà, per inventare un futuromigliore. Una verità non mediata dalla politica, chenon diventi cioè carne e sangue e coscienza di popo-lo, serve a ben poco.

Scusami l’intrusione in cose tue.

Terlizzi, 8 novembre 1978Tuo Nichy Vendola

P.S. E’ una lettera inviata da Nichy dopo aver saputo dellamia volontà di abbandonare il Movimento Giovanile DC aseguito di forti contrasti esistenti all’interno della organizza-zione giovanile DC.

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Partiti e società civileper la Puglia che verrà

“La Repubblica Puglia”7 agosto 2004

L’intervento del prof. Chiariello - ospitato qualchegiorno fa dalle pagine di “Repubblica” giornale - sti-mola di molto il dibattito in atto sulle capacità chedovranno conservare i partiti a mantenere aperto illoro sguardo verso la società civile “organizzata omolecolare” in vista dei nuovi appuntamenti elettora-li.

Sia chiaro ancora una volta: a nessuno sfugge ilsignificativo appeal che i candidati Sindaci ePresidenti di Provincia hanno avuto, con il loro appor-to, nei confronti della società civile organizzata e nondurante l’ultima competizione elettorale.

Un contributo di metodo, di coinvolgimento, dipassione, di partecipazione e di speranza verso uncambiamento tanto auspicato e finalmente realizzato.

In questo momento di evidentissima transizione, iPartiti non possono che prendere atto (e lo fanno conpiacere) di questa ineluttabile evoluzione che la socie-tà contemporanea sta subendo e del fatto che unpezzo della società mal riesce a farsi rappresentaredagli stessi, nutrendo il bisogno crescente di forme diaggregazione più elastiche e più vicine alle loro esi-genze.

Attenzione a non commettere lo sbaglio di parlaredi queste forme alternative di rappresentanza solo“nei tempi elettorali” o solo nella formulazione di

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identikit per trovare i possibili candidati.Il progetto di una società civile organizzata e ben

rappresentata non è importante solo ai fini della vit-toria, ma è indispensabile per il futuro del buongoverno dei nostri enti locali.

La sua voce, affianco a quella dei partiti, deve ali-mentare costantemente il dibattito politico ammini-strativo. La strada non è quella di abdicare versonuove forme di aggregazione politica ma riempire icontenitori di contenuti politico-programmatici ingrado di soddisfare le molteplici esigenze di un elet-torato sempre più disincantato.

I nuovi leader delle coalizioni di centrosinistra algoverno. Dovranno soprattutto farsi carico della tenu-ta di uesta “unione”, fugando i rischi che dall’ideolo-gismo del passato si arrivi al personalismo del futuro.

In quest’ottica ben vengano nuove “convenzioni”,che discutano in maniera itinerante metodi, scelte edopportunità di governo per una nuova stagione per laPuglia.

Parallelamente, però, i partiti devono avereanch’essi la forza di interpretare gli interessi nascenti,i nuovi bisogni, le nuove emarginazioni, i nuovi squi-libri e le nuove povertà, rimuovendo le cause di talu-ne disaffezioni.

La sfida del nuovo all’interno dei partiti sarà quelladi occuparsi del quotidiano trattamento dei problemi,di interpretare nella migliore maniera possibile l’inte-ra società e non solo una parte di essa.

Il partito, quindi, deve essere “un ponte tra il dirit-to a discutere ed il dovere a decidere”.

I lusinghieri risultati conseguiti dalla coalizione dicentro-sinistra nelle ultime elezioni certificano unaforte competitività della stessa.

In Puglia bisogna caratterizzare la nostra azione suitemi della cosiddetta “sfida del sud”: sanità, sicurezza,ricerca e innovazione, sostegno all’economia, infra-strutture, qualità della vita, integrazione per la socie-

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tà multietnica, modernizzazione delle professionipolitiche e sociali, famiglia e sviluppo dei governi ter-ritoriali.

Per far ciò dovremmo elevarci, senza paura di per-dere un pò della nostra sovranità; in tal senso la lista“Uniti nell’Ulivo” continuerà a rappresentare un faroper il progetto riformista e riformatore del nostropaese.

Continuiamo, allora, a dare segni evidenti dellanostra vitalità politica con la confederazione dei grup-pi consiliari sotto le insegne di “Uniti nell’Ulivo”, atutti i livelli e in tutte le realtà locali.

Così facendo potremo continuare ad offrire quel-l’impulso di novità che ci viene richiesto da una socie-tà in completo fermento.

Insieme, quindi, penseremo a promuovere un con-fronto con le forze sociali, economiche e culturalidella realtà pugliese al fine di individuare un candida-to alla Presidenza della Regione capace di realizzare lepiù ampie convergenze tra ceti sociali, interessi diffu-si e soggetti politici, per poi organizzareun’Assemblea programmatica nella quale esplicitarela nostra proposta di governo della Regione.

Questa ci sembra la mappa più giusta per la nostracoalizione e per la Puglia che verrà.

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Terlizzi: luglio 2005. Vito De Leo, Nichy Vendola e Gero Grassi.

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Il PPE: un partito di destrache guarda al centro“La Gazzetta del Mezzogiorno”

25 agosto 2004

L’adesione di autorevoli personaggi alla “chiama”del Presidente della Regione Raffaele Fitto sullacostruzione di una lista civica regionale è legittima,ma l’ispirazione rischia di travisare l’odierna realtàallorquando le principali motivazioni addotte a soste-nere la scelta rispondono “al grande richiamo delPartito Popolare Europeo”.

Appare evidente, infatti, che il tentativo di barri-carsi sotto l’ombrello del PPE, da parte di alcuninostalgici, risponde esclusivamente alla logica di affi-darsi alla storica casa dei Democristiani d’Europa atte-nuando i crescenti mal di pancia della militanza, inItalia, in una destra i cui atteggiamenti rasentano ilridicolo.

Ma il PPE odierno non è quello di De Gasperi,Schuman e Adenauer, quello dei Padri Fondatori, quel-lo nato per sostenere l’integrazione Europea e un’ideaforte di Europa unita, omogenea e protagonista sullascena Mondiale. Quel PPE fondava il suo essere sull’i-dea di pace europea e di Europa di popoli.

Il PPE attuale non è nemmeno più quello deiRumor e dei Colombo.

Il PPE odierno è quello della deriva conservatricedi destra, quello dei post Franchisti della Spagna di

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Aznar, dei Tories Conservatori Inglesi, della NeaDemocratia Greca, del conservatorismo dei PaesiNordici e quello pronto ad aprire le porte alla destraitaliana di Fini.

Il Popolarismo Europeo ha smarrito le ragioni veredella sua esistenza, quelle di “un partito di centro cheguarda a sinistra” come disse De Gasperi, la cui eredi-tà in questi giorni, che ricorre l’anniversario della suamorte, è stata, a torto, da molti rivendicata.

Profetiche sembrano, oggi, le parole di HelmutKohl quando il 5 maggio 1998 affermò che “il PPE stadiventando la pattumiera di tutti gli scontentidell’Europa”.

Che nessuno si trinceri, quindi, dietro una realtàche non esiste più. Chi oggi si ispira al PartitoPopolare Europeo si ispira ad un modello neo conser-vatore, ad un’identità priva di radici popolari con unnetto distacco dai valori cristiani e un atteggiamentotiepido nei confronti dell'Europa.

I Partiti Popolari progressisti, tra cui il PartitoPopolare Italiano prima e la Margherita oggi, già all’e-poca dell’adesione al “gruppo Atene” hanno preso ledistanze da questa insostenibile deriva a destra.

E questi raggruppamenti hanno sempre rivendica-to la loro autonomia e la loro identità, dimostrandosialleati ma mai subalterni alla sinistra democraticaItaliana ed Europea.

Stiamo attenti quindi a non fare confusione e adaggrapparci ad una storia che oggi si è fatta menonobile ed alternativa a quella dei Padri.

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Margherita Puglia:Direzione Regionale

Relazione del Coordinatore Regionale 30 agosto 2004

1. PremessaAbbiamo organizzato l’incontro della Direzione

Regionale della Margherita Puglia il 30 agosto, bensapendo che siamo ancora in periodo estivo, masapendo anche che i prossimi giorni vivremo delicatied intensi momenti di vita politica.

La ripresa dell’attività politica, quest’anno, coinci-de con i Giorni della Margherita che, grazie alla volon-tà del livello Federale della Margherita e delPresidente Francesco Rutelli, si tengono nelle bellelocalità di Polignano a Mare e Monopoli dal 5 all’11settembre.

A tale proposito ci piace ricordare e salutare lecomunità che ci ospiteranno e gli amici tutti dellaMargherita delle città di Monopoli e Polignano.Entrambe le città hanno al governo cittadino duecoalizioni di Centrosinistra e due Sindaci dellaMargherita: gli amici Paolo Leoci a Monopoli eSimone Di Giorgio a Polignano.

Riteniamo che lo svolgimento della Festa Nazionalein Puglia sia una grande attenzione alla nostra Regionee sia anche la dimostrazione della non marginalità delnostro Partito all’interno del circuito nazionale. Ènecessario, però, dare alla Festa la migliore rispostapossibile assicurando una forte e qualificata presenzache, ovviamente pur puntando la sua centralità sugli

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amici di Polignano, Monopoli ed i paesi viciniori, nonpuò che comprendere l’intero circuito dellaMargherita di Puglia.

Alla Direzione Regionale abbiamo pensato di invi-tare i Consiglieri ed Assessori Comunali, i Consiglieried Assessori Provinciali ed i Coordinatori delle Cittàcapoluogo, certi che questa qualificata platea diamministratori e dirigenti di partito, offrirà un grandecontributo all’idea di partito aperto. Li abbiamo invi-tati perché rappresentano una fetta importante delnostro elettorato.

Ringraziamo tutti quanti oggi vivranno questa gior-nata con noi. Una giornata di partecipazione e deci-sioni comuni.

Ringraziamo l’amico onorevole Giuseppe Fioroni,Responsabile Nazionale Enti Locali della Margheritaper aver accettato di condividere un’intensa giornatadi rif lessione politico-amministrativa. Lo ringraziamoanche, in questa occasione ufficiale, per le continueattenzioni e presenze che egli dimostra verso la nostraregione.

Cari amici, oggi riprendiamo l’attività politicadopo la pausa estiva, quest’anno molto ridotta.

Non possiamo che ripartire da alcune considera-zioni sul nostro Partito per giungere ad una rif lessio-ne sull’appuntamento elettorale delle regionali 2005che per noi, e non solo per noi, rappresenta unosnodo nevralgico.

Nel prossimo autunno si svolgeranno anche le ele-zioni suppletive del Collegio Camerale di Gallipoli perla sostituzione dell’onorevole Massimo D’Alema elettoEuroparlamentare.

La Margherita di Puglia ritiene che l’amico LorenzoRia, Presidente uscente della Provincia di Lecce, doveha ben operato per nove lunghi anni, mantenendosempre saldo il legame di coalizione, possa essere can-didato alla sostituzione del Presidente Nazionale DS.Per la particolarità del Collegio camerale e per l’auto-

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revolezza del Deputato uscente, oltre che per il signi-ficato politico che la elezione di Lorenzo Ria avrebbe,auspichiamo che queste elezioni suppletive siano vis-sute, ad iniziare dagli amici leccesi, come fatto digrande rilevanza regionale e non come semplice ele-zione locale.

2. La Margherita: dalla nascita alla fase del conso-lidamento.

Il lusinghiero ed inaspettato risultato elettoraledelle politiche 2001 consegnò, direttamente dalleurne, una grande responsabilità alle forze costituentila Margherita. Ebbero una vera e propria forza per ilgoverno del Paese.

Quel risultato preannunciò le forti potenzialitàdella Margherita.

Si disse: “Siamo un partito nuovo e non un nuovopartito”, un partito lontano da tentazioni di tipo ideo-logico-identitarie, un partito definitosi “plurale” e checontinua a fare di questa scelta la sua identità.

Nel pluralismo delle sue culture politiche la nostraè una casa che può essere definita “popolare” per lasua capacità di rappresentanza, “democratica” per lasua vita interna, partecipativa per la sua capacità diascolto ed apertura alla società.

Una casa grande, la nostra, che per la prima voltanella storia della Repubblica Italiana riesce a far con-vivere, sotto le stesso tetto, l’esperienza Cattolico-Democratica, quella Laico-Riformista, quella Liberal-Democratica e quella Ambientalista.

Tutti abbiamo creduto, sin dal primo momento,che il progetto Margherita non era l’ennesima espe-rienza politica transitoria italiana, ma un soggettopolitico a pieno titolo, vitale, saldamente collocato alcentro dello schieramento di Centrosinistra a serviziodello stesso con un forte contributo di idee e proget-ti.

Ecco perché non ci appassionano i dibattiti sul

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futuro della Margherita. Come non ci appassionano lediscussioni sulla proiezione da dare al nostro partito.

Vogliamo vivere il presente in questo Partito,vogliamo migliorarlo, farlo crescere.

Vogliamo fare tutto questo sapendo che più fortesarà la Margherita, più forte sarà il Centrosinistra.

Vogliamo essere Margherita sapendo che da tempoil nostro destino è legato indissolubilmente ad altri.Sapendo, anche, però, che questo destino è un desti-no di libertà, di democrazia, di solidarietà, di euro-peismo. Ed è il destino di una grande storia comune amolti di noi.

La nostra Regione, la Puglia, pur nel dominioincontrastato della Casa della Libertà, con il 16% deivoti conferito alla Margherita nelle elezioni politichedel 2001, contribuì fortemente al desiderio di costru-zione di un “nuovo” che fosse in grado di vincere erappresentare una larga parte di società che non vole-va farsi condizionare da visioni massimalistiche.

Ecco che, superata la fase di rodaggio e le difficol-tà iniziali, dovute alla convivenza in un unico partitodi esperienze e storie di diversa provenienza, oggi laMargherita si appresta a vivere la delicata fase del suoconsolidamento politico ed organizzativo, forte di unagrande spinta unitaria, da più parti invocata e di unacapacità progettuale limpida e risoluta.

Il consolidarsi dell’azione politica della Margheritanon può prescindere dalla sua capacità di evitare chela stessa diventi un partito di soli addetti ai lavori etendenzialmente, quindi, autoreferenziale.

Bisogna restare un partito “aperto” e pronto adascoltare la sempre più evidente domanda di buongoverno che ci viene dal basso. Bisogna creare unapiù efficace e rinnovata integrazione tra i vari livellidei gruppi dirigenti e non da ultimo bisogna ricerca-re, con tutte le forze, le più acute forme di interazio-ne con i partner della coalizione di Centrosinistra,anche a costo di perdere un po’ della nostra sovranità

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a vantaggio del comune obiettivo dello stare insieme.La Margherita non è nata per dar luogo ad una “ege-

monia” - che sarebbe incompatibile con la vocazionestessa del partito e con le ragioni dell’Ulivo - ma perrendere credibile, più forte, oltre che attrattivo, ilCentrosinistra.

Solo attraverso queste certezze noi potremo esserecerti del consolidamento e della crescita del Partito,per raccogliere le sfide future e prepararci con formae vigore a diventare partito di Governo.

3. La stagione congressuale: un esempio di parti-to organizzato.

In Puglia, come in tutto il resto della penisola, lafase del consolidamento organizzativo del Partito èstata contrassegnata dall’avvincente stagione con-gressuale.

Una stagione durata otto lunghi mesi, che ha vistola costituzione di un numero considerevole di circolisull’intero territorio Pugliese, la celebrazione di oltreduecento congressi cittadini, di 3 pre-congressi e 5congressi provinciali ed infine del congresso regiona-le.

La Margherita si è costituita nelle realtà periferichecome nei grandi centri, nei coordinamenti di collegioe nei luoghi di lavoro.

La visione federale del partito ci ha dato la possibi-lità in Puglia - seconda regione in Italia, dopo l’EmiliaRomagna - di concepire uno statuto regionale studiatoe disegnato ad hoc per le particolari peculiarità ed iconnotati territoriali della nostra regione, fornendo alCoordinamento Regionale un concreto potere auto-nomo e decisionale.

A tale proposito informo gli amici della DirezioneRegionale Puglia che lo Statuto sarà approvato, dal-l’apposita Commissione Nazionale, il prossimo 30 set-tembre. A quel punto sarà opportunamente divulgatoall’interno del Partito.

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Di qui la forte necessità di mettere in circolo e difar interagire tutte le energie vive del nostro partito,dai dirigenti agli eletti, dagli amministratori ai circoli,a tutte quelle realtà e personalità della società civile,del mondo dell’associazionismo, del volontariato,delle categorie produttive e delle professioni cheguardano con estrema attenzione alla Margheritacome partito in grado di dare voce alle loro esigenzee forza alle loro aspettative.

La prima fase congressuale, conclusasi fino al livel-lo regionale, ci ha portati a celebrare il II CongressoNazionale della Margherita con la unanime riconfer-ma della linea politica interpretata da FrancescoRutelli alla guida del Partito.

Nell’immediato futuro saremo chiamati a rinnova-re i nostri organi periferici in previsione di nuovicongressi cittadini e provinciali che si celebrerannonell’autunno del 2005.

Lo faremo con assoluta serenità e con l’estenuantericerca di soluzioni unitarie, non certo soffocanti ladialettica interna delle sezioni, ma concreto sinonimodi una visione politico-strategica unilaterale e com-patta, evitando - forti di alcune esperienze negativepassate - casi di degenerazione derivanti dal metodo diattribuzione del potere all’interno dei partiti.

Mai più una concezione arcaica dei partiti di tesse-re, ma una forte aspirazione a costruire partiti fatti dipersone, di donne e di uomini che hanno a cuore ildestino del proprio paese e che vogliono determinarele scelte per il miglioramento della qualità della lorovita.

La Margherita potrà continuare ad essere “faro” peruna nuova proposta politica, anche in base alla suacapacità di organizzarsi al meglio - al proprio internoe a tutti i livelli, ma soprattutto se riuscirà ad attuareun processo virtuoso di interazione spontanea tra ivari livelli territoriali.

Nel prossimo mese, invece, cercheremo di concer-

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to con i livelli provinciali, di costituire il Partito inquei Comuni dove è ancora assente.

In quest’ottica si ritiene ancora importante ed asso-lutamente innovativa la presenza dei circoli, la loroautonomia concertata con i livelli locali, la loro pro-posta, la loro capacità di osservare le cose da un ango-lo più acuto e la loro genuina dimensione politica.

Ben presto abbiamo frettolosamente sancito il falli-mento di questi strumenti non convenzionali di par-tecipazione politica, ma a nostro avviso bisogna rin-vigorire l’idea e dare strumenti ed opportunità dirif lessione agli stessi. In tal senso qualche passo avan-ti si sta già facendo.

A tale proposito deve aiutarci il fatto cheResponsabile Nazionale dei Circoli della Margherita èl’amico Giovanni Procacci. In Puglia potremmo tenta-re realmente l’esperimento dei Circoli quali cinghia ditrasmissione con la società. A tale proposito ricordo aiCoordinatori Provinciali la necessità di indicare, quan-to prima, i responsabili Provinciali dei Circoli, unita-mente ai Responsabili Elettorali.

Non crediamo, per vocazione e per storia, che unPartito possa sopravvivere senza organizzazione.

Dopo meno di sette mesi dal Congresso RegionalePuglia, possiamo dire con orgoglio, che la organizza-zione del nostro Partito è avviata, con successo, a tuttii livelli.

Per il Coordinamento Regionale non esistono elen-chi, numeri o nomi.

Per noi il Partito è composto da persone, da citta-dini, da città che sempre hanno un volto chiaro edidentificato.

Non abbiamo mai pensato di gestire la Margheritastando dietro una scrivania a dare ordini. Abbiamopensato di condividere con la base anche le scelte dif-ficili. Abbiamo immaginato di interagire, in unaRegione estesa come la nostra, con quanti hanno rite-nuto di immaginare percorsi di scelte comuni.

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In pochi mesi abbiamo realizzato una Margheritastrutturata e presente in un grande territorio regiona-le.

Abbiamo lavorato sapendo che alla periferia eall’intero circuito del Partito bisogna offrire semprestrumenti di rif lessione, strumenti operativi, collabo-razione.

Verso i Comuni e le Province l’attenzione è statagrande anche in termini di collaborazione economicaavendo il livello regionale assunto su di sé la organiz-zazione e gli oneri derivanti dalle manifestazioni elet-torali europee svoltesi nel territorio regionale. Edancora avendo assunto l’onere d’inoltro al livellocomunale di tutto il materiale pubblicitario e propa-gandistico che perviene da Roma.

Siamo un Partito che fonda sul volontariato la suaragione di essere. Penso che in questa Margherita nes-suna possa sentirsi solo perché il CoordinamentoRegionale quasi sempre riesce a dare voce a chi vuoleaverla.

Dobbiamo ringraziare sinceramente quanti in que-sti mesi, coincisi con un’estenuante e lunga campagnaelettorale, si sono impegnati per il radicamento terri-toriale e politico della Margherita. Così come ringra-ziamo ancora una volta l’intero circuito nazionale delPartito che sta investendo sulla Puglia e sta garanten-do in modo continuativo una forte e qualificata pre-senza di esponenti nazionali.

Vogliamo anche informare gli amici dellaDirezione Regionale che sono stati costituiti iDipartimenti che sono seguiti dal VicecoordinatoreRegionale Fabiano Amati e, sempre al fine di miglio-rare e rafforzare la presenza del Partito, sono stati isti-tuiti i seguenti Uffici: Elettorale ed Enti Locali conResponsabile Enzo Del Vecchio, Circoli responsabileCarmela Capobianco, Organizzazione Rosa Melodia,Eventi e propaganda Loredana Tomasicchio.

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4. La Lista Unitaria e le elezioni 2004: un nettotrionfo.

Costruire la Margherita, però, significa immergersinella piena consapevolezza che il nostro futuro pro-grammatico e politico è tutto proteso all’orizzontedell’Ulivo e alla costruzione di un soggetto politicoche sia all’altezza della sfida.

La lista Unitaria, seppur con alcuni limiti di carat-tere organizzativo e temporali, è stata la vera novitàdella politica italiana in questi ultimi anni.

Essa ha acceso la fiammella della speranza non soloin tanti militanti e agli addetti ai lavori, ma a tutte lefamiglie che faticano a far quadrare i conti a finemese, agli operai in lotta per non perdere il posto dilavoro, agli insegnanti convinti che una buona scuolarappresenti una grande opportunità, agli imprendito-ri che vorrebbero che l'etica dell'impresa fosse unvalore e a tutti coloro i quali hanno a cuore un Paesediverso, fatto di sfide civili da perseguire per l’esclu-sivo interesse della collettività.

Questa gente, però, ci chiede di restare uniti, al dilà delle formule o dei contenitori.

Non si fa appassionare se lo strumento di questaunità debba essere un partito unico, la federazione, lacooperazione rafforzata o quant’altro. Alla gente inte-ressa la direzione di marcia e la costruzione di unnocciolo forte dell’area riformista.

Ecco perché, nel rispetto dell’autonomia regiona-le, bene abbiamo fatto quando abbiamo deciso, nelcorso della Direzione Regionale scorsa, di presentarcialle elezioni regionali del 2005 con una lista propria econ il nostro simbolo. L’attuale sistema elettorale nonconsente scelta diversa se intendiamo dare alla politi-ca un senso di realismo.

Nessuno interpreti questa scelta come atto di con-trarietà alla lista Uniti nell’Ulivo sulla quale pesa ilgrande problema dei Gruppi Consiliari unici.

Abbiamo più volte espresso il nostro convinto si

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alla federazione del nuovo Ulivo come strumento disintesi per una nuova politica e nella nostra regioneabbiamo fatto qualche passo in avanti proponendo, dasubito, l’unificazione dei Gruppi Consiliari a tutti ilivelli, per dare netta la sensazione di un sentire comu-ne.

Dobbiamo anche dire di non aver ricevuto alcunarisposta dai partiti del Centrosinistra, così come nonl’abbiamo ricevuta da quei soggetti singoli o associatiche spesso, sui giornali, propugnano la nuova politi-ca.

Durante le ultime elezioni europee, in Puglia diver-se migliaia di cittadini hanno scommesso con speran-za e fiducia su questa nuova iniziativa politica che ciha fatto rivivere, in parte, lo spirito unitario e il gran-de trionfo del 1996.

La nostra regione è balzata alle cronache nazionaliperché il dato elettorale è risultato storico: abbiamoconfermato la Provincia di Bari con Vincenzo Divella,quella di Lecce con Giovanni Pellegrino, abbiamostrappato alla destra il Comune di Foggia con l’amicodella Margherita Orazio Ciliberti, la Provincia diTaranto con Gianni Florido e quella di Brindisi conMichele Errico.

Senza dimenticare le vittorie in moltissimi Comunitra i quali ricordo San Severo, Putignano, Polignano,Gioia, Ostuni, Casarano.

La Margherita ha fortemente voluto e condiviso lescelte di tutti i candidati succitati determinandone inmaniera preponderante la loro candidatura prima e laelezione dopo.

Forte e travolgente è stato anche il contributo delcandidato Pugliese al Parlamento Europeo: l’amicoGiovanni Procacci, che sfiorando le 100.000 prefe-renze, pur non risultando eletto, ha fortemente trai-nato la lista Unitaria nel Mezzogiorno.

5. La delicata fase della gestione della vittoria.

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Vincere questa larga tornata elettorale ha significa-to aver saputo convincere gli elettori sulla bontà dellanostra proposta e sulla chiarezza delle nostre idee, maforse il momento più difficile sarà gestire nella manie-ra più serena il post-vittoria, conferendo alla stessa unsenso preciso, un valore importante ed un ideale dalquale non schiodarsi mai.

Le vittorie, non meno delle sconfitte, portano sem-pre alle loro spalle possibili motivi di incomprensio-ne, sia negli equilibri interni di partito o coi partnerdella coalizione che negli assetti amministrativi.

Un partito forte e responsabile come il nostro deveriuscire sempre a contemplare le ragioni dell’unità,che rappresentano l’elemento fondamentale oltre chela bussola della ispirazione cristiana comune a moltinostri militanti.

Non meno faticante per i dirigenti locali, provin-ciali e regionali del nostro partito, è stata la formazio-ne delle giunte ai vari livelli istituzionali.

La Margherita, come metodo e direzione di marcia,ha sempre prediletto scelte di altissima qualità, dinotevole spessore professionale, culturale e politicooltre che di elevata condizione morale, anche quandoqueste caratteristiche fondamentali hanno protesoalla scelta di amici esterni al circuito dei partiti e quin-di anche a danno del nostro stesso partito.

Le giunte cittadine di Bari e Foggia, quelle provin-ciali di Bari, Brindisi, Lecce e Taranto, insieme a quel-le dei Comuni dove il Centrosinistra è risultato vitto-rioso, sono tutte ed indistintamente rappresentative erappresentate da donne e uomini il cui esclusivo inte-resse è la passione per la costruzione di una Comunitàmigliore.

La Margherita di Puglia intende fornire il massimoascolto ed il costante supporto a tutti gli amministra-tori locali scelti per rappresentare il Partito nellerispettive Amministrazioni, dalle Circoscrizioni alleComunità Montane, dalle Amministrazioni Comunali

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a quelle Provinciali.Nostro intendimento, oltre alla preparazione di

un’Assemblea Regionale degli Amministratori ed elet-ti di tutta la Puglia, prevista per il prossimo autunno,è quello di organizzare corsi di formazione ed aggior-namento sull’ordinamento degli enti locali e sullacomplicata macchina amministrativa, al fine di forni-re un supporto utile di ampliamento delle conoscen-ze non solo a chi si avvicina per la prima volta a que-sta esperienza ma anche a coloro che hanno già dime-stichezza ed esperienza con la “pratica amministrati-va”.

In questo modo, attraverso un’utile palestra, con-tribuiremo a “non sotterrare i nostri talenti” e forma-re una classe dirigente di elevata capacità politica eprofessionale, in grado di fornire qualità all’azioneamministrativa delle nostre comunità locali e capacedi raccogliere la sfide che ci attendono nell’immedia-to futuro.

Siamo anche convinti che la gestione della vittoriacomporti una grande attenzione a due temi: da un latola buona amministrazione che per essere tale deveessere sempre rivolta ai cittadini e deve prescindereda interessi personali, dall’altro la coesione program-matica e gestionale della coalizione che deve esserealiena da litigi e rissosità.

6. Gli eletti: le energie vive del partito.Insieme agli Amministratori, la Margherita Puglia

intende valorizzare al meglio gli eletti a tutti i livelli, levere energie vive del partito, coloro che danno voce achi non ha voce, quelli che rappresentano le idee e leposizioni del partito nei rispettivi livelli di rappresen-tanza.

A tale proposito va ricordato che la MargheritaPuglia, ai sensi dello Statuto, considera eletti anche unnumero pari di non eletti e li coinvolge in tutta l’atti-vità interna ed esterna di Partito. Tale prassi deve esse-

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re, ovviamente seguita, anche dai livelli provinciali ecomunali.

È stata avviata già una discussione itinerante contutti gli eletti dei “grandi centri”, al fine di analizzareun fenomeno sociologico comune in tutte le grandicittà di Italia riguardante la perdita dei consensi con-feriti alla Margherita nelle stesse. A questo propositova ricordato che tale fenomeno non ha riguardato laCittà di Foggia dove la Margherita risulta essere ilprimo Partito.

Ci piace ricordare, non solo per nostalgia, il pen-siero sturziano allorquando sosteneva che gli elettirappresentano il cuore pulsante del nostro Partito,sono il terminale dello stesso nelle Istituzioni.

Ci rendiamo conto, però, che l’attuale legge eletto-rale ha dato un grande potere di rappresentanza e rap-presentatività non solo ai Presidenti e ai Sindaci maanche ai Consiglieri, generando non pochi casi dimancata disciplina nei confronti dell’opinione delPartito.

La Margherita ritiene fondamentale l’apporto deisuoi eletti ma ritiene, altresì, indiscutibile il ruolo delPartito come unico organo collegiale in grado di assu-mere poteri decisionali.

Questo perché non siamo il partito-padrone o ilpartito degli eletti o peggio ancora il partito di pochisoggetti che con la pratica dell’autoreferenzialitàdeterminano le sorti di un’intera classe dirigente e dimigliaia di liberi cittadini.

Il partito non deve mai perdere la sua centralità,deve conferire fiducia ed esigere rispetto, elaborareproposte e offrire risposte chiare ed inequivocabili aibisogni dei cittadini.

Nelle Istituzioni gli eletti devono sapere che sonouna parte importante, ma non esaustiva del Partito.

Il Partito deve sempre ricordare che con gli eletti,un ruolo importante devono averlo i candidati tutti,gli iscritti ed i cittadini stessi che non possono essere

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coinvolti solo nel momento della formulazione delleliste o in occasione di consultazioni elettorali.

I Circoli possono, se vogliamo e se ci crediamo,diventare un luogo di ascolto e di confronto continuocon i cittadini.

7. Regionali 2005: prima il programma poi gliuomini.

Tra meno di otto mesi saremo chiamati a scegliereil nuovo governo per la Regione Puglia.

Si è fatto un gran parlare in queste settimane dipossibili candidati e di relative coalizioni, di liste civi-che di supporto e di coinvolgimento della società civi-le, di Forum e di modello Bari, di centralità dei parti-ti, attraverso i loro uomini e di tecnocrati in prestitoalla politica.

Si è parlato di tutto, ma non s’è mai ampiamente eseriamente parlato del fattore fondamentale su cuidovrà reggersi l’impianto del Centrosinistra ed il suocandidato presidente: il programma di governo alter-nativo a quello del Centrodestra di Fitto.

Una coalizione forte è tale se riesce a ricercare l’u-nità possibile sulle cose da fare, sui programmi daattuare, su un canovaccio preciso che deve rappre-sentare la sua stella polare ed un forte tratto di distin-zione sul programma del Centrodestra.

Dobbiamo trasformare la Puglia di Fitto, che è unaregione di pochi privilegiati, nella Puglia delCentrosinistra che deve essere la regione di tutti i cit-tadini.

Siamo convinti che la Puglia è una regione che habisogno di grandi trasformazioni, sociali, economi-che, politiche. Occorrono un rinnovamento profondodelle strutture e della organizzazione sociale. Questetrasformazioni non possono operarsi senza il coinvol-gimento delle grandi forze sociali e politiche.

La Puglia ha anche bisogno, diciamolo con serenitàe senza trionfalismi, di una etica della responsabilità

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istituzionale che ai Governi di Centrodestra chehanno governato la Regione è totalmente mancata.

Parliamo di etica non solo nel senso di disinteressepersonale nella gestione della cosa pubblica, maanche di etica della responsabilità verso i milioni dicittadini amministrati.

In quest’ottica attardarsi con tutte le energie acostruire o stravolgere l’identikit del possibile candi-dato presidente del Centrosinistra, diventa importan-te ma non fondamentale, e solo concentrandosi sullecose da fare i partiti interiorizzeranno al meglio la lorocapacità di proporre idee forti al di la degli uominisulle quali gambe tali idee dovranno camminare.

Oggi c’è un estremo bisogno di cominciare a guar-dare, con l'apertura che serve, alle diversità dellanostra comunità, traendo i giusti valori dal passato,ma con la ostinata voglia di costruire le condizioniamministrative della Puglia che verrà, una Puglia chedice no ai cesarismi ed alla incaponita deriva dellapersonalizzazione della politica.

La buona sanità, il welfare nella nuova composizio-ne sociale, il ruolo del pubblico, l'utilizzo degli spazi,dei territori, dei luoghi della socialità, le forme didemocrazia partecipata e di coinvolgimento dei citta-dini alle scelte del governo: questi saranno tra i temidi elaborazione di una politica condivisa, quellasegnata dal desiderio di costruire un progetto per ilgoverno contraddistinto dalle parole d'ordine dellaqualità, dell'innovazione, della solidarietà.

Non si può parlare di sviluppo locale e pensaresolo a redigere un teorico “piano”. Non dico comeredatto perché brillantemente commentato in piùoccasioni dagli amici Consiglieri Regionali.

Sviluppo locale è la capacità di sviluppare reti trasoggetti e lavorare concretamente intorno a quellache è l’idea forza di sviluppo di un territorio, di uncontesto. Gli attori dello sviluppo locale sono leimprese, le istituzioni locali, gli intermediari finanzia-

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ri, le associazioni, i sindacati. La forza della Istituzione Regione è proprio quella

di concertare e valorizzare al meglio (per esempioattraverso strumenti normativi sufficientemente f les-sibili), le risorse del territorio.

Il paese, la nostra Puglia ha bisogno di un’efficacepolitica di sviluppo economico ed industriale cherilanci il sistema produttivo e la competitività delleimprese.

C’è bisogno di coniugare risanamento e sviluppo,destinare risorse alla ripresa economica investendonei settori dell'innovazione, della ricerca e della scuo-la.

L’intero Mezzogiorno oggi è più povero.Diminuisce il reddito pro capite dei cittadini meridio-nali e cala drammaticamente il potere d’acquisto dellefamiglie.

Basti pensare che dall’ultima Finanziaria dell’Ulivodel 2001 ad oggi il Mezzogiorno ha perso, in terminidi risorse stanziate dal Governo, circa il 30%.

Per non parlare degli investimenti dove il Governodel Centrodestra “vanta” una paurosa caduta di f lussieconomici.

Ed ancora nell’occupazione dove si registra, sem-pre rispetto all’ultimo anno di Governo dell’Ulivo, uncalo di occupati di diverse migliaia di cittadini.

Anche per gli Enti Locali del Mezzogiorno regi-striamo, ingiustamente, una maggiore riduzione deitrasferimenti con una penalizzazione accentuatarispetto alle altre aree geografiche del Paese.

Bisogna portare la Puglia a diventare il nuovo moto-re propulsore del Mezzogiorno d’Italia. Deve diventa-re terra di coraggiosa innovazione se non vuole esse-re ricacciata indietro di decenni per le sue condizionidi svantaggio competitivo.

Per creare condizioni di vantaggio competitivo,bisogna incentivare gli investimenti, riproponendo algoverno centrale la rimessa in circolo di tutti quei

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meccanismi di incentivazione (crediti d’imposta, pre-stito d’onore, legge 488, finanziamenti alla program-mazione negoziata locale) che negli anni dei governidi Centrosinistra sono stati indirizzati stabilmente ecoerentemente al Sud.

C’è bisogno che la pianificazione delle reti e delleinfrastrutture sia credibile e concertata tra le istitu-zioni territoriali e centrali, che gli investimenti sul“capitale umano” siano all’altezza delle sfide, ancheper arrestare la fuga di giovani diplomati e laureati.

Dobbiamo impegnarci perché sia riservato alMezzogiorno almeno il 50% degli investimenti pubbli-ci - e non il 30% promesso e non ancora attuato dalGoverno Berlusconi. Dobbiamo destinare questi fondialla infrastrutturazione materiale civile (trasporto ecomunicazione) ed al sostegno ed incentivazione diturismo, agricoltura ed agroalimentare.

È necessaria una Regione capace di intervenireperché l’elenco delle infrastrutture che il CIPE haapprovato sia modificato, prevedendo lo stessopochissimi interventi nel Sud Italia.

Una Regione capace di garantire l’addizionalità deiFondi Strutturali e Comunitari rispetto a quelli nazio-nali.

Una Regione insomma che valorizzi le sue peculia-rità e si consideri Regione dell’Europa dei Popoli dovenon è “la protesi” a garantire lo sviluppo ma la vogliadi partecipazione e di riscatto sociale della interacomunità.

La Regione Puglia deve subire radicali cambiamen-ti e profonde trasformazioni. Le riforme, però, sifanno anzitutto di concerto con i soggetti istituziona-li, poi si fanno per la gente e con la gente e non mili-tarizzando le piazze come ha fatto Fitto sulla sanità.

Per vincere dobbiamo sentire il bisogno di convin-cere i cittadini pugliesi sulla bontà della nostra pro-posta e non solo sull’incapacità di governare e sulledistorsioni emerse dall’attuale governo di

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Centrodestra.In merito agli uomini è necessario ribadire che la

Margherita ha sempre sostenuto che non avrebbefatto barricate privilegiando la grande coalizione el’uomo che meglio ne interpreta bisogni, idee e spe-ranze.

Conosciamo tutti i nomi che sui giornali sono cir-colati nel dibattito mediatico.

Si consideri che tra quegli uomini e quelle donne,tutti autorevoli e competenti, ce ne sono alcuni facil-mente riconducibili alla Margherita perché espressio-ne del nostro Partito nelle Istituzioni, così come ce nesono altri vicini alla Margherita e che ben interpreta-no le ragioni della coalizione.

La Margherita pugliese deve essere orgogliosa chetra i nomi proposti ci sono autorevoli suoi rappresen-tanti a dimostrazione di un partito vivo e capace diattrarre.

Analogamente deve essere orgogliosa che ilSindaco della Città capoluogo di Regione MicheleEmiliano ritenga un Assessore della Margherita ottimocandidato presidente.

A noi, però, non deve eccessivamente appassiona-re il dibattito sul nome.

Siamo convinti che la Direzione Regionale nondebba indicare alcun nome.

La Margherita deve essere al tavolo delCentrosinistra conscia che il candidato Presidentedovrà essere chi unisce ed interpreta meglio le ragio-ni della intera coalizione. Consapevole anche che ilcandidato Presidente della Regione non può esserefrutto di mediazione alcuna, né di concertazionenazionale.

Deve essere scelto, in Puglia, insieme dall’interacoalizione.

8. Liste forti e rappresentative.Ad ognuno di noi non sfugge la particolare impor-

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tanza del momento storico: se saremo in grado di vin-cere le regionali del 2005 potremo apporre l‘ultimopuzzle al costituendo nuovo mosaico delCentrosinistra Pugliese.

Ma per far ciò dovremo, di concerto con laPresidenza Federale del Partito ed i Coordinatori pro-vinciali, costruire liste forti e rappresentative dell’in-tero Partito ma non solo.

Il Coordinamento Regionale si adopererà affinchéall’interno delle cinque liste provinciali sia dato il giu-sto spazio a quel mondo esterno, rappresentante dellepiù variegate categorie, da quelle sociali a quelle pro-duttive, sindacali e professionali.

Non ci saranno candidati cosiddetti “riempilista”,ma a tutti sarà data la possibilità di offrire il loro pre-zioso apporto elettorale attraverso una sana ed avvin-cente competizione. Così come non ci potranno esse-re candidati “protetti”.

Il livello Federale della Margherita, sin dal prossi-mo autunno si farà carico di fornire i mezzi organiz-zativi atti ad affrontare un impegno gravoso comequello delle elezioni regionali e ad organizzare semi-nari ad hoc finalizzati allo studio e alla ricerca delconsenso elettorale e dei punti chiave del programmaelettorale.

Notevolmente importante sarà, altresì, la presenzae il ruolo della componente femminile nelle liste.

La Margherita, già durante il congresso federaledella primavera scorsa si espresse in maniera inequi-vocabile sulla sua volontà di incentivare la rappresen-tanza femminile all’interno dei propri organi, preve-dendone una quota pari al 30%.

A tale proposito va data piena ed immediata attua-zione a quanto stabilito nell’ultima DirezioneRegionale quando si decise di inserire nelCoordinamento venti donne.

In ultimo dobbiamo sottolineare e ringraziare illavoro del Gruppo Consiliare Regionale della

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Margherita, arricchitosi ultimamente di una ulteriorepresenza, quella dell’amica Tina Fiorentino, per lapuntuale e qualificata presenza istituzionale e nonassicurata dal Capogruppo Pietro Pepe e dagli amiciConsiglieri Regionali Tina Fiorentino, Enzo Russo,Michele Pelillo ed Emanuele Sannicandro.

Ai Consiglieri Regionali tutti chiediamo, in questiultimi mesi che ci separano dalla consultazione regio-nale, un maggiore raccordo con il partito in modo daconcertare quotidianamente le diverse iniziative che ilGruppo riterrà di assumere e di finalizzare le stessealla proposta programmatica della Margherita.

9. Partiti e società civile.Il Centrosinistra pugliese ha già cominciato a dis-

cutere, con idee diverse, sulla necessità di favorire lapresenza di liste civiche di supporto durante la com-petizione elettorale regionale.

La posizione ufficiale della Margherita deve esserefavorevole a patto che il contributo di queste liste siapositivo e finalizzato alla vittoria.

A nessuno sfugge, infatti, il significativo appeal chealcuni Sindaci e alcuni Presidenti di Provincia hannoavuto, con il loro apporto, nei confronti della societàcivile organizzata e non durante l’ultima competizio-ne elettorale. Un contributo di metodo, di coinvolgi-mento, di passione, di partecipazione e di speranzaverso un cambiamento tanto auspicato e finalmenterealizzato.

In questo momento di evidentissima transizione, iPartiti non possono che prendere atto (e lo fanno conpiacere) della ineluttabile evoluzione che la societàcontemporanea sta subendo e del fatto che un pezzodella società mal riesce a farsi rappresentare daglistessi, nutrendo il bisogno crescente di forme diaggregazione più elastiche e più vicine alle loro esi-genze.

Ma attenzione a non commettere lo sbaglio di par-

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lare di queste forme alternative di rappresentanzasolo “nei tempi elettorali” o solo nella formulazione diidentikit per trovare i possibili candidati.

Il progetto di una società civile organizzata e benrappresentata non è importante solo ai fini della vit-toria, ma è indispensabile per il futuro del buongoverno dei nostri enti locali.

La sua voce, affianco a quella dei partiti, deve ali-mentare costantemente il dibattito politico ammini-strativo, la strada non è quella di abdicare verso nuoveforme di aggregazione politica ma riempire i conteni-tori di contenuti politico-programmatici in grado disoddisfare le molteplici esigenze di un elettorato sem-pre più disincantato.

Abbiamo notizia certa che il Sindaco di Bari, l’ami-co Michele Emiliano, sta tentando, d’intesa con altrefigure istituzionali pugliesi, di costruire una lista civi-ca per le elezioni regionali. Sappiamo anche cheMichele intende così rafforzare il Centrosinistra.

Su tale ipotesi i pareri dei partiti e dei rappresen-tanti istituzionali sono diversi.

Noi Margherita dobbiamo favorire questa lista civi-ca, non temendo un nostro ridimensionamento.Dobbiamo favorire la nascita di contenitori politiciche si aggiungono a quelli classici. Non possiamo enon dobbiamo vivere questi fenomeni in termini dicontrarietà precostituita.

Certo i nuovi soggetti politici non possono essereil rifugio per quanti vivono ed operano nei partiti.Devono essere, invece, un approdo per quanti volen-dosi affacciare all’impegno istituzionale e politicoritengono gradualmente di vivere prima l’esperienzadel movimento o della lista civica.

Un’esperienza, quale quella vissuta da MicheleEmiliano a Bari, che ricordo a me stesso, ci ha con-sentito dopo un lungo e faticoso decennio di opposi-zione, di essere classe di governo nel capoluogopugliese, non può essere frenata. Va indirizzata, va

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aiutata a comprendere le diversità delle situazioni. Ecco perché la Margherita deve favorire la nascita

della lista civica per le regionali. La stimolazione dellasocietà all’impegno politico è uno dei compiti dellaMargherita.

La Margherita non può e non deve avere paura delnuovo, quando è veramente nuovo. Deve saper viveregli avvenimenti indirizzandoli alla crescita generale.

Sta benissimo a noi che il Sindaco di Centrosinistradella Città capoluogo di regione operi perché la Cittàdi Bari, pur nelle sue diversità, viva le elezioni regio-nali con la passione e la determinazione necessarie afar sì che il momento elettorale non sia soltanto unaconta di voti, ma sia il presupposto per un progetto dirinascita civile e democratica che veda la Puglia pro-tagonista nell’Europa dei popoli.

10. Governare la Puglia per governare il Paese.Se riusciremo, come abbiamo buoni motivi di rite-

nere, a vincere e a costruire un Governo solido nellanostra regione, allora potremo prepararci, senza indu-gi, a fungere da battistrada per la conquista delGoverno del Paese.

Dobbiamo fare tutte queste cose insieme tenendosempre ferme alcune convinzioni.

La prima: siamo nel sistema maggioritario e quindiagiamo nella convinzione che il futuro appartienesolo in parte a noi.

La seconda: tutto quello che facciamo risponda allalogica di un nesso inscindibile tra dimensione etica,passione civile e politica.

Il pullman di Romano Prodi, che ci condusse allastrepitosa vittoria del 1996, partì proprio dall’estremolembo di Puglia ed il sogno avveratosi allora è pariall’auspicio odierno di edificare una nuova alleanza digoverno per l’Italia.

Il progetto di Romano Prodi rappresenta un’auten-tica sfida modernizzatrice, in grado di fare dell’Italia

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un paese più coeso e solidale, incrementandone svi-luppo, ricerca e formazione.

Che inizi pure, quindi, “il viaggio dell’ascolto” intutta la penisola per costruire con la gente un pro-gramma in grado di rispondere concretamente alleistanze degli Italiani e legittimi il Centrosinistra adiventare una reale e credibile alternativa di Governo.

Che inizi anche stavolta dalla Puglia.La Festa Nazionale della Margherita a Monopoli e

Polignano sia di buon auspicio.

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Terlizzi: luglio 2005. Gianni Florido e Carmine Stallone.

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La sfida dell’Ulivo parte dal Sud“La Gazzetta del Mezzogiorno”

settembre 2004

Non è passata inosservata la provocazione fatta dal-l’ex Ministro Giulio Tremonti, già sostenitore dellafinanza creativa, sulla possibilità di far nascere unaBanca per rivitalizzare il Sud. La predica è arrivataproprio da quel pulpito, che nei tre anni di gestionedel super ministero dell’Economia, aveva cancellatodalle priorità del governo il Mezzogiorno d’Italia.

Siamo stanchi di ribadire lo stesso ritornello: con ilcentrodestra al Governo il Sud è stato ampiamenteemarginato e penalizzato, la sua crescita economicabloccata, gli investimenti calati a picco e l’occupazio-ne fortemente in discesa.

A questo si è aggiunto la cancellazione della legge488, del credito di imposta e della contrattazionenegoziata, tutti strumenti che avevano dato respiroalla ripresa economica.

Non parliamo dell’ultimo regalo che il Governo haconfezionato agli enti locali con il decreto tagliafondi, oltre al calo delle risorse finanziarie erogate daBruxelles a favore delle aree meno sviluppate.

La difficoltà di attrarre investimenti, poi, si è acu-tizzata dal crescente ruolo assunto dagli istituti di cre-dito sempre più teso a chiedere garanzie che le impre-se non sono in grado di sottoscrivere, facendo aumen-tare il rischio dell’usura, la criminalità ed il lavoronero.

I vari istituti di ricerca ci consegnano un dato tri-stissimo: il tasso di disoccupazione nel Meridione

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d’Italia si attesta intorno al 18%. Al Sud sono 500.000le famiglie che non hanno nemmeno un posto di lavo-ro e ogni anno 130.000 giovani lasciano la loro regio-ne per cercar fortuna altrove.

In Puglia la situazione è identica, non solo per lalatitanza delle Istituzioni ad assistere l’attuale faticosocammino delle imprese manifatturiere, ma anche peri finanziamenti alle infrastrutture, ad un’offerta turi-stica che va ripensata per qualità e quantità, ad unariconsiderazione dei beni culturali come veri e propristrumenti di fruizione e non solo di conservazione, adun’intelligente uso della cultura e dell’arte.

Un sistema vivo e sinergico nel quale le Istituzioniprogrammano e scelgono e il mercato trova le risorse,seleziona i progetti e soddisfa i bisogni.

Per far rinascere il Mezzogiorno ci vuole un diffe-rente approccio di pensiero che rivaluti la cosiddettaconcertazione, una procedura tante volte auspicataquanto mai applicata.

Con essa potremo raccogliere le sfide per risolle-vare il Sud e ritornare ad occuparci seriamente deisuoi problemi, dell’ordine pubblico, della lotta al lavo-ro nero, delle infrastrutture, degli investimenti, dellaformazione, dell’innovazione e della ricerca tecnolo-gica.

Ecco perché riteniamo che il centrosinistra, a par-tire dal livello nazionale, debba far proprio il rilanciodel Paese e del Mezzogiorno attraverso una fortemobilitazione a sostegno dello sviluppo economico, apartire dal Sud.

Noi del centrosinistra pugliese vorremmo comin-ciare a fare la nostra parte, poiché riteniamo che sianoquesti gli ingredienti per il rilancio del sistema eco-nomico, sociale e culturale del Paese.

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Lettera apertaal Commissario Provinciale AN,

Rosario Polizzi22 settembre 2004

Carissimo Rosario, ho appreso con felicità la Tua nomina a

Commissario Provinciale di Alleanza Nazionale e Tiauguro di ben operare nell’interesse generale dellacomunità barese.

Trattasi di giusto riconoscimento per il Tuo impe-gno, la Tua serietà, la Tua professionalità e la Tuavisione della politica, che come sai trova granderiscontro anche nella mia.

Tenterò, per quanto possibile, di sottrarre a Te e alTuo Partito tutti i voti possibili. Analogamente saròimpegnato, come sempre generosamente ed in primalinea, nel tentativo di ribaltare la gestione dellaRegione Puglia, ormai da troppi anni nelle mani delCentrodestra.

So anche che Tu farai il contrario. È legittimo.Se tutto questo entrambi lo faremo con reciproca

lealtà e nel rispetto degli interessi della popolazione,sono certo che tutti ne ricaveremo benessere.

Così la Puglia crescerà e la popolazione avrà unacorretta maggioranza ed un’altrettanta corretta mino-ranza.

Sappi che Ti considero un avversario e non unnemico. Comunque un Amico.

Auguri a Te per il lavoro che dovrai fare nella spe-

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ranza di vederti … sempre in maggioranza nel Tuopartito ed in minoranza nelle Istituzioni.

Un abbraccio amichevole.

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I panini all’oliodel Panificio Centrale

“Il Confronto delle Idee”ottobre 2004

Erano iniziati da poco gli anni ’60. L’Italia viveva ilboom economico. La Fiat sfornava le 500 e le 600 cheavrebbero raccorciato l’Italia ed invaso le autostradeda poco costruite.

Terlizzi, dopo il periodo del Sindaco monarchicoprof. Antonio La Tegola, aveva un’Amministrazione aguida democristiana capeggiata dall’avvocatoAntonio de Chirico. I monarchici erano in giunta,nonostante la Repubblica fosse stata sancita conReferendum il lontano 2 giugno 1946.

Comandante dei Vigili Urbani era il rispettato etemuto Giuseppe Parisi. A noi ragazzi incuteva timoreil solo guardarlo. Le auto erano pochissime e la vita sisvolgeva praticamente per strada.

Terlizzi era una cittadina uscita dalla guerra contanti morti, miseria abbondante, grande analfabeti-smo. Erano diffusissimi i pantaloni rivoltati, le scarperotte e le toppe dappertutto.

Terlizzi voleva crescere ed iniziava a coltivare fiori.I negozi erano pochi: tra questi ricordiamo nei

pressi della Cattedrale il generi alimentari dei fratelliUrbano, le macellerie dei fratelli Oreste, il tabacchinodi Francesco Guastamacchia, la cartolibreria Roselli.Nella piazza coperta, come allora si chiamava, c’eranodiversi fruttivendoli e due fontanine d’acqua.

Noi ragazzi, quelli nati negli anni 1954-1960, fre-

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quentavamo la Sacro Cuore dove era appena arrivatoil giovanissimo don Michele Fiore. Parroco era donMichele Cagnetta, oggi novantenne.

La Sacro Cuore, associazione della Cattedrale, erauna fucina di ragazzi. Tra i più grandi ricordo PietroFusaro, Vito Altieri, Raimondo D’Elia. Tra i miei coeta-nei Franco D’Elia, Girolamo Giangaspero, NichyVendola, Nicola Scagliola, Franco Vendola.

Giocavamo a ping-pong, a biliardino. Ascoltavamoi racconti di don Michele Fiore su “mest Francesc”, unpersonaggio che somigliava tanto ad un Robin Hooddei poveri. Crescevamo anche nello spirito in unambiente sano.

La nostra vita d’estate si sviluppava nelle stradinelimitrofe alla Cattedrale: Via Fratelli Bandiera, viaPozzo Marango, via Giulia Superba, largo Galliani.

Giocavamo a palla. Il pallone era un’ambizione eco-nomica troppo lontana. Giocavamo a “zumbb e mittsott”, alle figurine Panini, con i noccioli delle albicoc-che, con le sciabole di legno appositamente create dairesidui delle casse d’imballaggio della ditta alimentareGiuseppe De Vanna.

Nei vicoli della Cattedrale le donne, d’estate, sten-devano le mandorle ad asciugare ed asciugavano ipanni. Il profumo del ragù, la domenica, inebriava noiragazzi all’uscita della Messa delle nove. Era un ragùpovero, ma denso di armonia e felicità. La carne, allo-ra, per chi la mangiava, si consumava di domenica.

In quel periodo un intraprendente imprenditoreterlizzese Gino De Donato iniziò l’attività di panifica-tore e di vendita del pane in quella che attualmente èvia Mafalda di Savoia, allora vico I corso Umberto. Ilnegozio si chiamava Panificio Centrale: produceva evendeva pane di ogni tipo.

I locali avevano anche un’uscita in via Michele DeNapoli.

Noi ragazzi eravamo entusiasmati dalla bellezza delPanificio Centrale. I supermercati non si vedevano

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nemmeno nei films e a Terlizzi i negozi, quasi tutti fati-scenti, avevano ancora il quaderno con la copertinanera, dove si segnava la spesa di chi pagava, quandopagava, a fine mese. Si comprava a credito. Il danaroscarseggiava, la carta di credito non esisteva.Dell’Euro manco a parlarne.

Nel Panificio Centrale imperava la signora Maria.Imperava veramente. Era una carabiniera, nel sensobuono della parola. Lavorava sodo: da mattina a seravendeva focacce, panini, pane. Nel negozio lei era lavera padrona. Sempre sorridente, sempre disponibile,sempre di corsa nel servire per passare ad altri clien-ti.

Con lei la fidata Gina collaborava nel passare dalforno al locale vendita i prodotti. Ricordo anche ilpancione della signora Maria. Giovanissima, attendevail primo figlio. Continuò a lavorare sino all’arrivodelle doglie. Prima l’economia, poi la salute.

Lo sforzo sostenuto da Gino De Donato per aprirequell’esercizio commerciale era stato grande e biso-gnava produrre. Si lavorava sempre anche di domeni-ca!

Ricordo in particolare il sapore, la f lagranza deipanini all’olio appena sfornati. Noi ragazzi li compra-vamo poco dopo l’imbrunire. Erano di un sapore par-ticolare. Costavano venti lire quello più grande, dieciquello più piccolo. Lo scontrino fiscale non esisteva.

Mangiavi il panino per strada e ti sentivi ricco.Vedevi altri ragazzi, poverissimi, radunarsi intornonella speranza di riceverne un boccone.

Il colore dei panini ricordava la terra della nostracampagna. Il sapore era un misto d'aria pura, acquapulita, aspirazione di benessere, tranquillità.Mangiavamo quei panini all’olio con avidità.Rappresentavano una gran novità nella nostra alimen-tazione. Erano anche un sintomo di benessere econo-mico. Allora c’era ancora chi faceva il pane in casa ochi consumava pane vecchio per impossibilità econo-

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mica a comprarlo quotidianamente.Quella Terlizzi non esiste più. Io ricordo, come un

sogno, i profumi che il centro storico di Terlizzi ema-nava. Ricordo i sapori delle mandorle, del ragù e deipanini all’olio. Quel sapore non l’ho più ritrovato.Forse perché quel sapore è collegato alla bella età fan-ciullesca che non torna più. Forse perché quel saporenon esiste più.

Oggi Gino De Donato e la signora Maria, insiemecon i figli e la fidata Gina, gestiscono un avviatissimosupermercato in Via Pasquale Fiore.

Nel supermercato si vende di tutto: dai findus allabresaola, dallo yogurt alla nutella. Tutta merce chenegli anni ’60 non esisteva.

I tempi sono cambiati. I panini all’olio si produco-no ancora e Gino De Donato continua a sfornarli. Nonrappresentano più un miraggio per i bambini d'oggi.Merendine e prodotti d'ogni tipo hanno invaso l’ali-mentazione quotidiana di tutti.

Io ricorderò sempre il sapore di quei panini all’o-lio.

Lo ricorderò sempre perchè è il sapore di unaTerlizzi, povera, ma felice.

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La costituzione della Margherita nella VI Provincia:

punto di riferimentoper l’intero territorio“La Gazzetta del Mezzogiorno”

26 ottobre 2004

La Margherita pugliese avrà il suo sestoCoordinamento Provinciale: quello della Provincia diBarletta, Andria e Trani.

Non è stata una corsa contro il tempo, nemmenouno sprint per giunger primi, ma solo l’acuta esigen-za di un partito “ispirato” che, nel solco della sua sto-ria, trova le ragioni per tratteggiare il suo futuro.

Un partito della “prima ora” che, insieme a moltialtri, ha fortemente perorato la causa di questo straor-dinario processo di autodeterminazione di una popo-lazione, quella del nord-barese e del sud-foggiano. Aldi la delle legittime primogeniture storiche.

Un partito che ha saputo sfoderare, in maniera iti-nerante, la sua argenteria di famiglia a sostegno di unagiusta causa. A partire da Giannicola Sinisi fautore deldisegno di legge per finire ai suoi dirigenti, ammini-stratori ed eletti a tutti i livelli che, già da tempi nonsospetti, hanno sentito l’esigenza di strutturarsi e daresostanza alla Margherita di questo territorio.

Non era ancora istituita la Provincia, infatti, quan-do la Margherita Puglia in sede di approvazione delloStatuto Regionale sentì l’esigenza di prevedere, anchecon un pizzico di anacronismo, la costituzione prov-

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visoria del 6° Coordinamento Provinciale. Non perprendere le distanze da qualsiasi processo neocentra-listico che avrebbe continuato a considerare il capo-luogo di Regione come il baricentro della politica -cosa che per fortuna, nel nostro partito non è maiavvenuta - ma per dar corpo ad un progetto di cen-tralità, sviluppo e crescita delle autonomie locali, pro-prio come sosteneva quel passionale rivoluzionarioche fu Luigi Sturzo.

Il territorio del Nord Barese è stato uno dei motoripropulsori della Terra di Bari, basta osservare la cospi-cua quota di PIL prodotto, oltre che considerare levocazioni dei singoli comuni: il distretto del tessile-abbigliamento-calzaturiero di Barletta, l’agricoltura e imarchi di origine protetta di Andria, l’industria estrat-tiva di Trani, la propensione turistica dell’intera costae l’economia nostrana della Murgia.

Un territorio che nonostante attraversi, come tuttoil Paese, un momento di particolare crisi economicain tutti i suoi settori, vuole rimanere con la “schienadiritta” a sostenere una tra le sue ricorrenti domande:l’esigenza di un’adeguata classe dirigente che sappiainteragire con disinvoltura con i processi di cambia-mento istituzionale, economico e sociale.

Con il Comprensorio nord-barese negli anni ‘60 e ilpatto territoriale negli anni ’90, la popolazione haampiamente dimostrato la capacità di sapersi autode-terminare. Con la nascita della 6^ Provincia dovrà con-solidare queste sue potenzialità e riuscire a fare “siste-ma” in un clima di dialogo permanente.

Solo una classe dirigente - a partire da quella poli-tica - sana, capace e responsabile contribuirà a risol-levare le sorti dell’economia di questo territorio,proiettandolo verso i suoi meritati traguardi.

La Margherita, nei sette comuni su dieci governatidal centrosinistra, sta già facendo la sua parte.Contribuirà al meglio affinché si materializzi questonuovo modo di governare, di servire le nostre cittadi-

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nanze, di percepire i loro bisogni e di offrire le miglio-ri risposte per l’esclusivo interesse delle comunitàamministrate.

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Terlizzi: luglio 2005. Enzo Russo e Gigi Nestola.

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Grassi:sceglieremo con il voto palese.

Ballottaggio se non c’èmaggioranza

“Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno”20 novembre 2004

"Non pensate al regolamento per l’assemblea deigrandi elettori calabresi, quello nostro è diverso".Gero Grassi, leader regionale della Margherita, è statoincaricato di preparare una bozza con le norme daseguire nell’assemblea del 2 dicembre convocata perscegliere lo sfidante di Raffaele Fitto nelle elezioni del2005. Su una cosa vuole mettere il suo imprinting: "Sisceglierà il candidato con il voto palese, per evitaretrabocchetti".

Grassi, chi saranno i grandi elettori?"Centosessanta saranno espressione dei partiti,

proporzionalmente ai voti ottenuti nelle elezioni pro-vinciali. Chi, come il Psdi, non ha partecipato alle ele-zioni, avrà comunque una rappresentanza, anche seminima. Cento saranno i grandi elettori espressi dalleassociazioni, dalle forze sociali e professionali, chedevono sottoscrivere l’adesione al centrosinistra.Duecento, infine saranno gli eletti: parlamentari ita-liani ed europei, consiglieri e assessori provinciali,sindaci dei Comuni oltre i 30mila abitanti".

Non sono pochi rispetto alla popolazione puglie-se?

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"Naturalmente questa è una proposta, non è ilVangelo di Grassi. Le candidature saranno libere,chiunque potrà presentarle entro giovedì prossimo,giornata in cui si insedierà anche l’assemblea deigaranti".

Come voterete?"Con il voto palese. Tutti devono assumersi le pro-

prie responsabilità".Cosa accadrà il 2 dicembre?"Si voterà per scegliere il candidato-presidente e si

discuterà della bozza di programma che potrà esseremodificata su richiesta del 10% degli aventi diritto alvoto".

Se si presenterà un solo candidato con qualequorum potrà essere eletto?

"Con la maggioranza, con il 50% dei voti più uno".E se ci saranno più candidati?"Vince chi ottiene la maggioranza assoluta dei voti;

se nessuno raggiunge questa quota si andrà al ballot-taggio il giorno stesso".

Dove si svolgeranno queste primarie?"A Bari in un albergo o alla Fiera del Levante, non

abbiamo ancora deciso. Certamente ci sarà una gran-de mobilitazione, perché vogliamo anticipare Fittoche la convention l’ha organizzata per il 4 dicembre".

Grassi, insistiamo: perché il voto palese? Non èpiù democratico il voto segreto?

"È una mia fissazione il voto palese. Noi dobbiamoscegliere colui che rappresenterà la coalizione, nonpossiamo permetterci imboscate. Il candidato presi-dente non si sceglie nascondendosi dietro il votosegreto. E comunque c’è un vincolo per tutti coloroche parteciperanno alla votazione: bisogna accettareil responso dell’urna e anche per questo si deve avereun voto palese".

I suoi alleati sono tutti d’accordo su questo meto-do?

"Quando ci siamo parlati tutti ci siamo augurati la

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massima trasparenza e, dunque, io mi sono messo inquesta direzione".

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Terlizzi: luglio 2005. Maria Antonietta Albanese, Beppe Fioroni, Nichy Vendola e Guglielmo Minervini.

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Sindaci e Presidenticandidano l’Assessore.

Boccia è l’anti-Fitto,Vendola non si ritira.

Grassi:svolta politica nel centrosinistra

“Gazzetta del Mezzogiorno”20 novembre 2004

Vendola o Boccia. Uno dei due sarà il candidatopresidente che il centrosinistra pugliese presenteràalla Puglia per sconfiggere il centrodestra e Fitto. Laconvention del 2 dicembre (con eventuali primarie)stabilirà le scelte definitive.

Con un comunicato, Presidenti di Provincia eSindaci (Divella, Errico, Stallone, Pellegrino, Florido,Ciliberti ed Emiliano) spigano come e perché pro-pongono il nome di Boccia, mentre ieri si è svolto l’e-secutivo regionale della Margherita che ha discusso dilegge elettorale, ma anche del nuovo scenario politi-co. Ne parliamo con Gero Grassi, coordinatore regio-nale.

Segretario, qual è l’esito dell’Esecutivo dellaMargherita?

"Abbiamo preso atto della svolta verificatasi dopol’incontro di giovedì: il centrosinistra ha dato dimo-strazione di maturità. C’è la candidatura di Vendola.Poi, Sindaci e Presidenti delle Province hanno propo-

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sto Boccia, indicazione condivisa da tutti i partiti. Oradobbiamo sapere se Boccia accetta. C’è la consapevo-lezza di poter vincere da parte del centrosinistra e siè ritrovata unità per questo obiettivo. Probabilmentein passato c’è stato un difetto di comunicazione o dimetodologia. Va dato atto al presidente della Provinciadi Bari di aver promosso un’ottima iniziativa e di averemesso attorno ad un tavolo i soggetti istituzionali chesono stati protagonisti della primavera pugliese".

Qualche esponente della coalizione dovrà adessorimangiarsi qualche dichiarazione contro Boccia?

"Nessuno si rimangia nulla perché la politica è con-tinuo divenire. Il nostro avversario è Fitto, gli ospeda-li che si chiudono, il neocentralismo, i disoccupatiche aumentano".

Cosa direbbe a Boccia?"Di condividere questo percorso esaltante per dare

nuova dignità alla politica pugliese".Vendola è ancora in campo. Come si risolve que-

sto problema?"Non si tratta di un problema. Vendola è un candi-

dato autorevole e ove permangano due candidature siandrà alle primarie. Vendola è persona di granderesponsabilità".

Ma se il tavolo nazionale dovesse decidere che laPuglia spetta a Rifondazione?

"A Roma non c’è una spartizione selvaggia diregioni. Si decide in Puglia. L’autorevolezza dei sog-getti e l’unità del centrosinistra non lasciano spazio asoluzioni terze. Rifondazione è parte integrante delcentrosinistra, e non c’è un rischio di rottura. E que-sto vale sia se si decide in un senso sia nell’altro".

C’è il rischio di una terza ipotesi?"In campo c’è una candidatura autorevole ed un’al-

tra possibile. Non vedo spazi per una terza soluzione".

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La città della pietra dura e pulita“Il Confronto delle Idee”

novembre 2004

L’Amministrazione di Centrosinistra di Terlizzi,guidata da Vincenzo di Tria, ha da circa un mese rin-novato la Giunta con l’ingresso di sei nuovi Assessorie con la conferma del solo Vicesindaco.

Ho letto parecchio sui diversi giornali cittadini. Perrispetto non ho profferito parola durante le fasi suc-cessive alle mie dimissioni da Assessore. Non volevominimamente incidere sulle evidenti difficoltà. Oggi,a Giunta ricomposta, credo di poter rif lettere sullaCittà.

Anzitutto chiarisco il perché delle dimissioni. Erostato nominato Assessore ai Lavori Pubblici edUrbanistica non perché lo avessi chiesto. Non ci pen-savo minimamente. Avevo accettato l’incarico qualegesto di amore verso Terlizzi. Avevo subito precisatoche non poteva protrarsi a lungo, anche perché è giu-sto che nella costruzione della città si misurino altriamici. Non va dimenticato che la mia presenza inConsiglio Comunale si limita alla sola elezione del1989.

Nonostante le mie oggettive difficoltà derivanti daincarichi di Partito (gratuiti) non ho lesinato impe-gno, cuore e passione determinando la ripresa di unaserie di lavori pubblici sospesi o abbandonati (pensoalla fogna nella zona artigianale ultimata dopo anni,alla risistemazione urbana di largo La Ginestra ed adaltro ancora). Penso anche alla nuova illuminazionedel Centro Storico, alla sistemazione urbana di piazza

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Cavour, alla rivitalizzazione della zona retrostante laConcattedrale, alle 150 panchine installate su VialeRoma e Corso Dante. E poi i lavori di sistemazionedella zona antistante la Scuola Elementare don Boscoe quelli che partiranno tra breve dinanzi al Portale diAnseramo da Trani. Che dire poi dell’iter ripreso sulPRG che ha già visto le prime lottizzazioni inConsiglio Comunale?

Si poteva fare di più e meglio. Certamente.A qualcuno è sfuggito, però, che le mie dimissioni

siano arrivate qualche giorno prima la discussionedella prima lottizzazione.

Da anni preferisco la elaborazione politica allagestione. Ho sempre rifiutato di ricoprire incarichiretribuiti. Ho sempre evitato, sinora riuscendoci, dioccupare ambiti Assessorati provinciali o Presidenzedi Enti. Qualcuno pensa che non mi siano stati offertio che non abbia avuto la possibilità di autoaffidarme-li? Preferisco la Politica alla gestione. È un modo peresorcizzare il tempo, per fare quello che mi piace eper non essere soggetto alle brutture della “gestione”.Ultimamente ho, qualcuno dice inopportunamente,rifiutato anche solo di parlare dell’ipotesi dellaPresidenza dell’Amministrazione Provinciale di Bari.

Non sono interessato alla gestione, non sono inte-ressato al danaro. Mi piace la politica che mi porta allarif lessione ed elaborazione culturale. Sto bene quan-do parlo agli Amministratori di questione morale chevuol dire anzitutto uso rigoroso del danaro pubblico.Sono contento quando, dovunque, sono invitato aricordare personaggi che hanno fatto la storia d’Italiae del cattolicesimo democratico: De Gasperi, Moro,Sturzo, La Pira.

Mi piace discutere di Costituzione materiale e for-male oppure analizzare perché la Costituzione oggi èsmantellata sotto i colpi della devolution di Bossi eTremonti mentre al sud si volta indirettamente Lega.

Sono stato contentissimo quando, nei primi giorni

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dello scorso agosto, il Presidente del mio PartitoFrancesco Rutelli ha voluto affidarmi laResponsabilità dei rapporti con gli Amministratoridel Mezzogiorno d’Italia. Oggi sono impegnato in untour di incontri in otto regioni meridionali a spiegareperché il Governo Berlusconi mortifica il Sud. A direalla gente che il Mezzogiorno è una risorsa e non unproblema.

Mi piace costruire la Politica parlando di Ulivo, diFederazione, di Europa dei Popoli.

Amo Terlizzi che vedo quasi sempre di notte. Alrientro verso casa, nelle ore notturne, la ammiro nellasua bellezza. Mi piace la pietra dura e viva della miacittà. Mi ritrovo pienamente in quella pietra. Dura epulita. Come la mia testa e la mia anima.

Prima di tornare a casa passo sempre per le piazzecentrali della città, poi svolto per Corso Dante e pro-seguo per Corso Garibaldi. Infine percorro via Bovio.Un itinerario di bellezza che sbalordisce i non terliz-zesi e che mi appaga di essere cittadino della città deifiori.

Terlizzi è di tutti. Ieri come oggi. Della maggioran-za e della minoranza. Di chi perde e di chi vince.Nessuno può sentirsi padrone della città. Nessunodeve avere atteggiamenti che offendono la città.

La città non può essere considerata preda. Deveessere amata. In tutti i comportamenti. Deve essereesaltata nelle sue differenze. Senza preconcetti.

Oggi è guidata dal Sindaco di Tria, eletto per ammi-nistrare e non per ricevere insulti gratuiti.

Il Sindaco, la Giunta e la maggioranza diCentrosinistra dovranno essere giudicati per quantohanno fatto, avendo nei comportamenti quotidianisempre il limite della propria esperienza e la consa-pevolezza che una politica bipartisan su certi eventinon solo è opportuna, ma direi necessaria.

Gli Amministratori non possono vivere una condi-zione di estraneità interiore alla città. I cittadini non

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devono considerare gli Amministratori nemici.Terlizzi è molto bella. Abbiamo tutti il dovere di proteggerla e di miglio-

rarla. Possiamo farlo, tutti, senza rinunciare allenostre idee e convinzioni, soltanto anteponendo gliinteressi generali a quelli particolari.

Possiamo farlo cercando di ricordare sempre che lacittà è dei cittadini e che la Politica è tensione mora-le, non arido calcolo dei propri interessi.

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Grassi: così ci prepariamo allagrande sfida delle primarieAspettiamo 50mila elettori

che sceglierannofra Vendola e Boccia

“Repubblica Puglia”14 gennaio 2005

Mancano ancora quarantott’ore, e poi si alzerà ilsipario su "un avvenimento unico in Italia" gongolaGero Grassi, segretario della Margherita. Domenica,dopo le dieci di sera, proprio nel quartier generalebarese dei diellini conf luiranno uno via l’altro i risul-tati delle prime primarie della storia repubblicana. Anotte fonda salterà fuori il nome del candidato madein centrosinistra che, tra l’economista FrancescoBoccia e il deputato Nichi Vendola, contenderà a Fittola poltrona di governatore alle elezioni regionali d’a-prile.

Racconta Grassi: "La Rai è già al lavoro nella nostrasede perché tutto sia pronto per i collegamenti indiretta con i telegiornali. Da Roma arriveranno ArturoParisi, presidente del partito, l’onorevole GiuseppeFioroni, responsabile degli Enti locali e l’onorevoleRino Piscitello".

Massimo D’Alema che sarà da domani nel capoluo-go pugliese, non eviterà di fare capolinea nella trinceapolitico-mediatica di piazza Moro.

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Grassi riprende a raccontare: "Abbiamo gli occhi ditutti addosso. Romano Prodi le primarie per sceglierechi sfiderà Berlusconi nel 2006, vuole celebrale a mag-gio e il test pugliese è importante soprattutto sulpiano organizzativo".

Problemi?"Logistici, in particolare. I pugliesi voteranno per

la maggior parte dei casi all’interno delle sezioni dipartito, che spesso sono troppo piccole. Non possia-mo sapere quale sarà l’aff luenza alle urne, ma rischia-mo un vai e vieni spaventoso".

Un’idea al riguardo, l’avrete."Abbiamo stampato mezzo milione di schede".Esagerati?"Io credo che supereremo abbondantemente le cin-

quantamila preferenze e che, per questo, ci sarannocode lunghissime davanti ai seggi".

Se i pugliesi elettori fossero così tanti, sarebbeun successo. Senza ombre?

"Qualcuna".Cioè?

"A Valenzano, per esempio, si voterà nella sede diRifondazione, che è in giunta con An: per questaragione pare che i diessini e quelli della Margherita,non vogliano metterci piede".

Quanto costeranno le primarie?"Cinquanta mila euro, almeno. Diecimila euro

sono stati spesi solo per il materiale tipografico: mani-festi, schede e quant’altro. Inoltre in alcune cittàabbiamo dovuto affittare spazi adeguati: il teatro Curcia Barletta o ad Andria, l’hotel dei Pini".

Boccia è sostenuto dalla stragrande maggioranzadei partiti del centrosinistra, Vendola da Prc eVerdi. La battaglia è impari e l’esito, prevedibile.

"Invece, non è così. Lo so, tutti ripetono che“Boccia ha già vinto” e probabilmente, per questomotivo diversi parlamentari o sindaci non s’impegna-no. Però, per dirne una, molti diessini indicheranno

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Vendola, che potrebbe raggiungere il 40 per cento deiconsensi".

Comunque, non sarebbero sufficienti per averela meglio rispetto a Boccia.

"Ma farebbero salire le quotazioni di Rifondazionee ridimensionerebbero i Ds, dove non tutti hannocompreso questo pericolo".

Tutti chi, scusi?"Quelli del correntone, quelli che vogliono andare

contro D’Alema, quelli che hanno un’attrazione natu-rale per Vendola, più passionale e più conosciuto. Inogni caso, l’affermazione di Boccia è scontata: è ilmigliore competitore per la presidenza della Regione.Non è scontato che Boccia stravinca, col 70 percento".

Saranno dunque primarie al veleno?"Tutt’altro. I pugliesi, per la prima volta, designe-

ranno il candidato. Nel centrodestra, è Berlusconi adecidere tutto e per tutti. Questa è la differenza, enon mi sembra poco conto".

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Terlizzi: luglio 2005. Ruggero Mennea, Gero Grassi e Nichy Vendola.

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Grassi: il candidato dovevaessere più vicino alla gente

“La Gazzetta del Mezzogiorno”18 gennaio 2005

"Ha vinto tutto il centrosinistra" è il commento acaldo dei partiti protagonisti delle primarie per il can-didato da contrapporre a Fitto. Trattandosi però diuna competizione elettorale, c’è stato chi ha vinto, echi invece ha perso. Gero Grassi, lei è il coordinatoredella Margherita, e uno degli artefici di quella sceltabocciata dagli elettori. Pensa che la risposta di tuttostia in quella frase di Vendola che a caldo ha detto: "LaPuglia è oltre la politica?"

"Nichi è molto sentimentale, vuole molto bene a sestesso. È molto narcisista nel senso migliore del ter-mine. Non può dire, però che la “Puglia è oltre la poli-tica”. Quello che è avvenuto domenica è politica. E leprimarie fanno parte della politica. Anzi una bellapolitica".

Insomma perché ha vinto Vendola?"Ha vinto perché la gente non è stata d’accordo

con l’indicazione dei partiti. Bisogna però tener contodi due elementi. Per come si sono svolte le primarie èchiaro che il candidato Vendola, molto conosciuto eradicato, a tratto vantaggio dal fatto di avere di fronteun candidato poco radicato e poco conosciuto. C’è unaltro particolare: Nichi è un candidato di sinistra chefa parte della storia della sinistra pugliese e quindi hatratto tantissimi voti da quella sinistra che si è ritrova-ta su quella idea che il candidato rappresentava. Per

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questo c’è stata molta gente che, pur avendo indica-zioni dai propri partiti, ha votato per Vendola.Bisogna aggiungere che la capacità di mobilitazione diRifondazione è stata militare a differenza di quelladegli altri partiti di centrosinistra ".

Dunque, non pensa neppure per un attimo che ivertici dei partiti possano avere sbagliato?

"Boccia è stato bravo. Alla luce del risultato dob-biamo comunque interrogarci sul candidato cheabbiamo proposto. Prendo atto che si doveva farediversamente".

Vuole dire che bisognava candidare una personache era più vicina alla gente?

"Forse. Mi chiedo però chi poteva essere. È diffici-le individuare un candidato vicino alla gente. Vendolaha vinto anche perché era vicino alla gente".

Lei è convinto che in queste primarie ha votatoanche chi non doveva farlo. Cosa vuol dire?

"È normale che in una consultazione di questedimensioni possa esserci stata una fetta di cittadiniche, pur appartenendo al centrodestra, abbia votatoper Vendola. Io so per certo che c’è gente di destramandata a votare".

Senta, pensa di avere sbagliato?"Non ritengo di avere sbagliato. In una consultazio-

ne c’è sempre chi vince e chi perde. Probabilmentetra gli stessi sponsor di Boccia molti non si sono datida fare. E invece Rifondazione ha fatto il miracolo.Comunque, non ritengo di avere perso da solo, sonoin ottima compagnia. Non solo in Puglia, anche a livel-lo nazionale. Noi abbiamo pagato anche un ritardo disei mesi sulla candidatura. Se possono servire, allorale mettiamo in gioco".

Lei ha perso?"Hanno perso i sostenitori di Boccia: i Ds, la

Margherita; lo Sdi, Italia dei Valori… Emiliano, Divella,Pellegrino, Florido. Abbiamo perso tutti. Anche io. Mapenso anche che le primarie siano un esperimento da

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diffondere anche se vanno riviste. Ora ci dobbiamoorganizzare, dobbiamo rif lettere ma abbiamo le sup-pletive del 23 gennaio e in questa settimana dobbia-mo pensare innanzitutto a fare eleggere NicolaLatorre al Senato, poi penseremo alle regionali".

Segretario, per concludere, chi ha vinto questeprimarie?

"Ha vinto innanzitutto il popolo pugliese che hapartecipato a questo esperimento ardito e innovativo.Poi ha vinto Nichi Vendola; ha vinto una idea dellapolitica che Vendola incarna e verso il quale noi sare-mo molto leali e corretti".

Ora, pensate di poter recuperare il tempo perso?"Le primarie sono state importanti. Penso che que-

sto centrosinistra sia in grado di battere Fitto.Soprattutto se riuscirà a parlare un linguaggio chepiace alla gente".

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Terlizzi: luglio 2005. Antonio Gaglione, Enzo Cappellini e Pietro Pepe.

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Nichy non è mangiapreti,ma politico del dialogo

“La Gazzetta del Mezzogiorno”24 febbraio 2005

L’intervento del Capogruppo UDC della Provinciadi Lecce Giuseppe De Filippis, sulla “Gazzetta delMezzogiorno”, è un tentativo di spostare il dibattitopolitico delle elezioni regionali su un terreno diversoda quello della politica corretta.

Il tempo in cui la Chiesa fu costretta ad interveni-re direttamente nell’agone politico è lontano grazieall’impegno di quanti ritennero, negli anni successivial dopoguerra, di orientare l’Italia verso la libertà, lademocrazia, la pace. Quel tempo è stato giustamenteesaltato dal Presidente del Consiglio MassimoD’Alema nel 1999, quando onestamente riconobbeche, per fortuna, il 18 aprile 1948 vinse laDemocrazia Cristiana e non il frontismo.

Da allora la società italiana ha fatto passi avanti. Ilbenessere diffuso, la democrazia, la convivenza civile,l’istruzione, la sanità sono valori cui tutti fanno riferi-mento e nessuno, almeno formalmente, contesta più.

Non spetta a me difendere i sacerdoti che ritengo-no, in quanto cittadini, promuovere una partecipazio-ne democratica ed un arricchimento culturale cheuna campagna elettorale vera può offrire. Una cam-pagna elettorale fatta di ascolto, di crescita comune,non di slogan ed insulti. Analogamente non spetta ame criticare quei sacerdoti che ritengono di mantene-re un atteggiamento più riservato, spesso solo pubbli-

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camente. Voglio, invece, sottolineare alcuni concettilegati alla persona ed al candidato Nichy Vendola, altrilegati al ruolo che la Margherita assume nella coali-zione di Centrosinistra.

Parlare di Nichy, del quale sono amico sin dallanascita, essendo anche io un “terlizzese” è facilissimo.(Uso il termine “terlizzese” in maniera asettica, a dif-ferenza di quanto sottende il termine nell’accezionedi De Filippis).

Nichy è sempre stata Persona che ha esaltato ilgusto della vita, della partecipazione, del rispettodelle idee altrui. La sua diversità consiste nella grandecapacità morotea di riconoscere che dialogando, par-lando, confrontandosi, negli interlocutori si fa stradail dubbio. E con il dubbio rimane nell’interlocutorel’essenza della società civile: il confronto e la dialetti-ca democratica.

Sono lontani i tempi in cui entrambi, figli di uomi-ni impegnati in politica, nei Movimenti Giovanili DCe PCI ci interrogavamo sulla necessità di abbattere glisteccati ideologici, di mettere insieme le forze miglio-ri della società italiana, di eliminare le incrostazioniderivanti dalla conventio ad excludendum della DCverso il PCI da un lato e di superare il centralismodemocratico, la dittatura del proletariato e la idealiz-zazione dell’Impero sovietico dall’altro. Erano gli anniin cui Moro e Berlinguer, due figure storiche dellapolitica italiana, parlavano di questione morale, diattenzione ai giovani, di politica come servizio, diconfronto tra posizioni politiche diverse nella unitàdello Stato italiano.

Eravamo entrambi stati formati dall’AzioneCattolica del mitico don Michele Fiore, un sacerdoteche dell’impegno sociale e civile in favore dei poveri,degli esclusi, dei tossicodipendenti fa tuttora unaragione di vita. Vivevamo i decreti delegati ed i primipassi nella vita politica della fine degli anni ’70 in unclima diverso da quello del ’48. Lo sforzo della demo-

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crazia compiuta.In tutti questi anni non ho mai conosciuto un

Nichy violento, un Nichy razzista, un Nichy mangia-preti, un Nichy poco attento alle grandi ragioni dellaChiesa, che restano quelle degli uomini. Ho semprevisto e conosciuto Nichy interrogarsi sui “soggettismarriti”, sforzarsi di capire gli altri, impegnarsi per-ché i più diversi, gli esclusi, i meno difesi da unasocietà spesso tendente a muoversi come un tritacar-ne, fossero considerati creature di Dio prima e citta-dini dopo.

Moltissimi nella Margherita sono cattolici e vivonol’impegno politico con grande fede. Attenzione, però,nelle Istituzioni e nella Politica essere cattolici cosavuol dire? Richiamare Don Sturzo, De Gasperi e Moroè pleonastico. Dico soltanto che essere cattolici signi-fica stare nelle Istituzioni ed in Politica sapendo che lapromozione umana e la carità, intesa nella forma piùalta, sono valori irrinunciabili. Ma in politica i cattoli-ci devono essere laici perché la società non è solo deicattolici. I cattolici dovrebbero ricordare di diffonde-re benessere, assicurare sanità a tutti, non piegare allelogiche del potere personale la disperata ricerca di unposto di lavoro, amministrare sapendo che il danaropubblico non può essere utilizzato per la crescita delconsenso personale, sforzarsi di immaginare e realiz-zare una società nella quale non ci siano ultimi.Certamente un cattolico nelle priorità non può direche “tutto viene prima di tutto” e poi realizzare e pro-muovere solo se stesso ed i propri clienti “prima ditutto”. Un cattolico nell’amministrare deve indicarepriorità e le priorità devono seguire i valori ed i biso-gni. Di tutti.

La Margherita non crede ad una Coalizione diCentrosinistra che sia gabbia. Non arretrerà un attimosu valori quali la famiglia, la solidarietà, la sussidiarie-ta, la libertà di istruzione, il diritto alla salute, l’eco-nomia di mercato. Non arretrerà sul valore che all’e-

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conomia bisogna dare quando si è in presenza di cit-tadini che non riescono a sopravvivere. Un’economiache sia funzionale all’uomo e non al capitale.

Romano Prodi ha realizzato l’Europa dei Popoli,non quella delle banche.

L’impegno della Margherita in Consiglio Regionalein questi anni ha prodotto interventi e proposte ten-denti ad assicurare a questi valori atti amministrativiconcreti.

La Margherita sa bene, così come lo sanno i partitidel centrosinistra e lo stesso Nichy Vendola, che unacoalizione tanto estesa è un valore. Trattasi di unacoalizione nella quale non c’è un “dominus”, non c’èchi paga. Il confronto è a 360 gradi. Una coalizionenella quale la Margherita non cederà sui valori chiave.

Da orgogliosi terlizzesi e pugliesi io e Nichy sonoquarantasei anni che litighiamo e discutiamo.

“Litighiamo”, io da postdemocristiano e lui da post-comunista, per consolidare un’idea di democrazianella quale esista la maggioranza e la minoranza. Unasocietà nella quale la minoranza non sia nemica.

Litighiamo per realizzare un mondo nel quale cisiano risorse che debellino l’assurdità dei morti persete e fame. Litighiamo quando immaginiamo che lacasa debba essere conquista per tutti. Litighiamoquando vediamo il lavoro come diritto e momento diesaltazione dell’uomo.

Litighiamo per immaginare una società nella qualeil danaro serva a costruire la pace e non le armi.

Litighiamo per costruire una Puglia nella quale gliospedali siano aperti e non chiusi (non solo aTerlizzi). Litighiamo quando immaginiamo che ilPiano di riordino sanitario non debba essere piegatoalla logica del profitto. Litighiamo quando pensiamoche la sanità non può essere subordinata al reddito delmalato. Litighiamo quando poniamo al centro dellasanità l’ammalato.

Litighiamo quando pensiamo che l’agricoltura e la

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f loricultura pugliese debbano essere promosse edassistite da una Regione amica, non predatrice dirisorse. Litighiamo quando immaginiamo l’artigianatoed il turismo pugliese come risorse da spendere in unmondo senza confini.

Continueremo a litigare, mi auguro per almenoaltri quarantasei anni, per un mondo nel quale ognu-no possa sentirsi a casa. Un mondo nel quale alla per-sona sia riconosciuto il diritto di creatura umana enessuno sia sottoposto a sfruttamento di alcun tipo.Un mondo nel quale al centro ci sia sempre la perso-na. Un mondo nel quale nessuno resti solo.

Non sappiamo se litigare per questi motivi o pen-sare un mondo nel quale tutti possano gridare libertà,democrazia, uguaglianza, giustizia, pace sia coerentecon i principi del cattolicesimo. Ci interroghiamospesso su questo.

Sappiamo, però, che continueremo a litigare per-ché la Puglia ed il mondo abbiano più pace, più giu-stizia, più uguaglianza, più democrazia, più libertà.

E sarà un bel litigare. L’augurio è che con noi “litighino” anche tutti quei

pugliesi che immaginano e vogliono realizzare laPuglia di tutti, sostituendola alla Puglia dei pochi.

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Gero Grassi, Franco Marini, Francesco Rutelli e Michele Lauria. Festa Nazionale della Margherita. Polignano 2004.

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Donne in politica:obiettivo della Margherita

“Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno”5 marzo 2005

Anche nella democratica Atene di Clistere, che, nel509 rese praticamente possibile a tutti i cittadini dellasua città la partecipazione alla vita civile e politica,sulla scorta della provenienza territoriale (un po’come i nostri collegi elettorali), la donne erano sì libe-re, ma non di dire la loro sui vari problemi della città,né tantomeno di poter accedere ad alcuna carica poli-tica.

Eppure, agli albori della storia, la società umanaera una società matriarcale, in cui chi comandavaerano le donne!!!

Oggi, senza scomodare Dan Brown e il suo femmi-nino sacro del suo più famoso “Il Codice da Vinci”,possiamo essere certi che, sicuramente, l’apportodelle donne alla vita civile e politica di un paese èdeterminante per una democrazia più compiuta.

È noto a tutti che sensibilità e competenza femmi-nili possono arrecare significativi ed efficaci contri-buti alla soluzione dei problemi che si incontrano inogni ambiente, eppure… di donne impegnate in poli-tica, anche nella nostra democratica Italia, ce ne sonomolto poche. La Puglia non fa eccezione!

Concretamente non c’è nulla che ostacoli tale par-tecipazione. Per la donna, però, tutto è subordinatoalla vita familiare, soprattutto se è sposata. Se è diven-tato più facile che la donna lavori e che per il lavoro

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stia fuori di casa, nel momento in cui è necessario par-tecipare alla vita politica, cominciano i problemi.

Non è certo vittimismo dire che c’è ancora unlungo cammino da fare per vedere più donne impe-gnate in politica: un cammino, però culturale, cheveda nuove collaborazioni sia all’interno della fami-glia, ma anche sociali, istituzionali, perché la donnache abbia voglia e capacità di farlo, non si trovi adover decidere se realizzare il suo bisogno di parteci-pazione o se rendere più serena la vita di chi è vicino.

È auspicabile che questo cammino abbia inizio alpiù presto perché il diritto alla partecipazione, cometutti i diritti, prescinde dall’età, dal ceto sociale, dalsesso, dalla propria regione o nazionalità!!!

Tutti, non solo le donne, ne ricaverebbero certa-mente tanto!

La Margherita Puglia si muove in questa direzione.

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La nostra Sanitàè diversa da quella di Fitto

“La Gazzetta del Mezzogiorno”8 marzo 2005

La sanità di FittoElabora un Piano Sanitario Regionale senza il

necessario confronto con gli utenti e gli operatori delsettore.

Istituisce il 118, tra le ultime Regioni in Italia, sem-plicemente requisendo le dotazioni di ambulanzedegli Ospedali ed affidando il servizio a personaleprecario, nulla investendo in formazione e non coin-volgendo gli operatori del settore. Realizza, così, unarete di taxi che scaricano nell’Ospedale più vicinoqualsiasi urgenza-emergenza.

Impone un Piano di riordino ospedaliero, ancorauna volta senza un confronto approfondito con utentied operatori, procedendo a tagli, che dovrebberoessere destinati a liberare risorse da investire nellarealizzazione di nuovi servizi e dell’Eccellenza (quan-do si tratta di salute ogni bisogno deve trovare lamigliore risposta possibile. Questo è il concetto eticodell’eccellenza, non certamente il Centro super-attrezzato “all’americana” per dispensare l’immortali-tà). In realtà chiude servizi a volte fatiscenti, a volteefficienti, con squisita logica clientelare (Conversano,Fasano, Terlizzi, Massafra, Molfetta, Conversano, SanMarco in Lamis). Inaugura solo strutture ripitturate epiene di attrezzature, senza capire che un servizio insanità per essere efficiente deve essere erogato da

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operatori correttamente ed adeguatamente formati,fortemente motivati, coinvolti e gratificati. Per procu-rarsi tale personale bisogna responsabilizzare e nonmortificare gli operatori, utilizzandoli anche in com-piti di formazione permanente d’intesa conl’Università, la quale, peraltro, è rimasta estranea, alprocesso di pianificazione dell’organizzazione dei ser-vizi sanitari. Il fenomeno dei Poli medici e chirurgiciè stata una geniale invenzione, non presente né pre-vista da nessuna parte nel mondo e da nessuna socie-tà scientifica. Il fenomeno produce danni incredibilial Cittadino che si vede trasportato, due o tre voltenell’arco della stessa giornata, lì per la Tac, qui per ilneurologo, lì per la neurochirurgia, qui per la riani-mazione – non è un caso ipotetico, ma storia di ognigiorno per un trauma cranico, per un’emorragia cere-brale, etc. La mancata attivazione di nuovi servizi diassistenza territoriale e la riduzione dei posti lettodelle divisioni di medicina, non bilanciato dall’aper-tura delle lungodegenze e geriatrie (le quali, quandoattivate, non hanno utilizzato nuove risorse di perso-nale ma solo quelle sottratte alle medicine – la neces-sità di assistenza in queste aree, invece, è maggiorenon inferiore) ha creato un sovraffollamento degliospedali, liste di attesa e calo dalla qualità dei servizi.

Il mancato coinvolgimento e la mancata responsa-bilizzazione dei “competenti” in un’organizzazionecrea demotivazione, frustrazione che ostacolano ilcambiamento; se poi il peggioramento (senso di pre-carietà, mancato riconoscimento del ruolo, impossi-bilità a rispondere alla domanda di servizio per ina-deguatezza degli strumenti a disposizione) è palese, il“morale delle truppe” è basso e la qualità del servizionon può di sicuro migliorare.

La Sanità dopo – FittoIl sistema va ripensato partendo dai bisogni di salu-

te dei pugliesi, che conosciuti ed analizzati, consenta-

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no di programmare un’offerta di servizi sanitari bendistribuiti sul territorio della Puglia. Un pugliese nonpuò essere sfortunato perché è stato colpito dall’in-farto e perché gli è successo mentre si trovava sulGargano o sulle Murge. Non è accettabile che unanziano ammalato non possa essere assistito da nessu-no o che un malato cronico o un portatore di handi-cap siano solo un costo. Dobbiamo creare un sistemache conti su un equo investimento di risorse pubbli-che, giacchè il livello di salute è l’indice più sensibiledella civiltà di un popolo, come sostiene giustamentel’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Il diritto alla salute, riconosciuto dallaCostituzione, non può essere realizzato a macchia dileopardo. Non è possibile disattivare posti letto senzaattivarne altri.

Decidere insieme sulla sanita’ non è atto di corte-sia. È una necessita’. E quando una necessita’ non èrealizzata rimaniano tutti sconfitti. Ecco perché inuna materia come la sanità non si può prescindere dauna grande concertazione con Enti Locali e leOrganizzazioni Professionali.

Questa idea di sanità la Margherita vuole realizzarecon Nichy Vendola Presidente e con il Centrosinistra.

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Renzo Lusetti, Francesco Rutelli e Gero Grassi. Festa Nazionale della Margherita. Polignano 2004.

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Povertà sociale:la Puglia dovrà cambiare registro

“La Repubblica Puglia”10 marzo 2005

La legge 328/00, legge quadro per la realizzazionedel sistema integrato di interventi e servizi sociali, hal’obiettivo di garantire alle persone e alle famiglie unsistema integrato di interventi e servizi sociali, atti agarantire tutti quei diritti “dovuti” in funzione dellapromozione di un’autonomia economica e sociale,momento fondamentale per assicurare una qualitàdella vita che possa salvaguardare le categorie piùdeboli, potenziando tutti quei processi di uniformitàdi condizioni vitali di base.

La Puglia nel 2003 (L. Reg. 17/03) ha avviato unprocesso che tenta di diffondere un linguaggio comu-ne nel pubblico e nel privato sociale. Dal 2000 al 2003la Regione si è sforzata di aprire gli occhi e rendersiconto di quanto fossero diversificate le realtà socialima soprattutto capire cosa significasse applicare, nonconoscendo l’esistente, quello che era stato pensato elegiferato.

Quando si è trattato di recepire le somme stanziatedal Governo di centrosinistra attraverso la legge Turco(L. 285/97: "Disposizioni per la promozione dei dirit-ti e opportunità per l’infanzia e adolescenza"), laPuglia è arrivata in ritardo di tre anni, provocandogravi conseguenze sul sistema dei servizi sociali dellaRegione, rallentando notevolmente tutti i servizi rivol-ti a questa utenza e facendoci perdere somme ingenti

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(nell’ordine di diverse decine di milioni di euro)messe a disposizione dal Governo.

La Margherita ha sempre sostenuto il diritto ad usu-fruire dei servizi socio-sanitari con personale compe-tente, in grado di anticipare e soddisfare i bisognidella cittadinanza, consapevole che nella RegionePuglia non è attivo nessun servizio regionale di anali-si dei bisogni e un sistema di monitoraggio e valuta-zione dei servizi offerti.

In un’epoca in cui sembra che la “qualità” sia ilvalore aggiunto di ogni servizio, non si capisce per-ché non ci siano strumenti di valutazione “meritocra-tici” dei servizi pubblici ma solo una valutazione deibisogni, o presunta tale, con dati numerici: nondimentichiamo il piano di riordino ospedaliero basa-tosi solo su questa valutazione.

La Margherita apprezza il tentativo di uniformare il“linguaggio” dei servizi sociali ma riscontra ancheun’assenza di personale competente (si pensi allaredazione dei Piani di Zona).

Con il Piano Sociale Regionale si è salvaguardatol’esistente ma non si è stati in grado di “generarenuova pensabilità positiva” che significa ampliare l’o-rizzonte delle possibilità ed essere nella condizione dipoter scegliere il meglio, sia come utenti dei serviziche come classe di governo.

Promuovere e incentivare la formazione di nuovefamiglie ha senso se a latere si garantiscono tutti i ser-vizi necessari per una qualità della vita che sia digni-tosa per tutti.

La Margherita Puglia si batte perché temi quali l’in-clusione sociale, le pari opportunità, la disabilità, l’in-fanzia/adolescenza, la famiglia, gli anziani, i tossicodi-pendenti, gli immigrati possano essere garantiti inuna logica di lotta alla povertà che non è solo quellaeconomica ma anche e soprattutto quella sociale.

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Aldo Moro sempre attuale“La Gazzetta del Mezzogiorno”

16 marzo 2005

Nessuna forza politica resiste nel tempo se non sicollega alle sue radici storiche culturali con un ritor-no alla politica “mite” come ammoniva Aldo Moro,dove allo scontro frontale è sempre auspicabile il con-fronto, il dialogo, la mediazione.

Con queste fondamentali motivazioni abbiamointeso ricordare quello che resta il nodo tragico dellanostra storia: l’uccisione della scorta ed il rapimentodell’on. Aldo Moro, lo statista democristiano poi ucci-so dalle Brigate Rosse il 9 maggio 1978, dopo 55 gior-ni di prigionia.

In una fase di logoramento delle Istituzioni, di crisipolitica, di disorientamento giovanile, di mancanza diveri maestri, di assenza di modelli e di lezioni che sol-lecitino ad accostarsi alla politica, ricordare l’uomopolitico più amato dai cittadini pugliesi, perché sem-pre estraneo ai giochi del potere fine a se stesso,all’attivismo dispersivo e senza prospettiva, ad azionidi partito statiche e settarie, vuol dire anche avvertireil bisogno di ispirare il proprio impegno culturale,civile e politico ad una guida morale e politica che siproponeva come esempio di cristiana speranza, di ret-titudine, di razionalità, di disponibilità paziente al dia-logo e al confronto, di ricerca di soluzioni unitarie aiproblemi, di visioni lungimiranti, di strategie operati-ve coerenti.

“Questo Paese non si salverà: la stagione dei dirittie delle libertà si rileverà effimera, se non nascerà un

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nuovo senso del dovere” (Aldo Moro).Gli obiettivi programmatici della Margherita,

anche nella campagna elettorale per il rinnovo delConsiglio Regionale pugliese, sono sicuramente ilfrutto del suo insegnamento: lo sviluppo della solida-rietà sociale, della cooperazione e della pace; il dialo-go fra le culture; la lotta alle disuguaglianze e aglisquilibri tra il Nord e il Sud dell’Italia e del mondo; ilconfronto aperto e leale tra le forze politiche e socia-li; la valorizzazione del ruolo delle nuove generazioni;l’intelligenza degli avvenimenti; l’acquisizione di unrinnovato senso della responsabilità e del dovere,posta anche se a base di un servizio politico alla col-lettività trasparente e fondato sul consenso e sulla par-tecipazione.

“Camminiamo insieme, perché l’avvenire appartie-ne in grande misura a noi” (Aldo Moro).

Nel momento in cui emerge irresistibile il senso diuna umanità, di una più diretta partecipazione allavita politica, gli uomini della Margherita e dell’Unionedi Centrosinistra scendono in campo aperto, oggicome ieri, con più ferma iniziativa, con maggiorecoraggio e fiducia, con quella carica di energia, dientusiasmo, di novità che corrisponde ai compitinuovi che la nostra società in continua trasformazio-ne sollecita.

È urgente uscire dalla mediocrità, dalla superficia-lità, dalla provvisorietà, dall’equivoco. È urgente deci-dere, impegnarsi, scegliere i protagonisti che sianocapaci di coinvolgere al massimo possibile i cittadiniseri ed onesti.

Noi abbiamo fatto, con piena convinzione, comeieri per Aldo Moro, la nostra scelta politica perl’Unione e per il candidato presidente Nichi Vendola,una prestigiosa candidatura che condivide con noi,tra le altre cose, l’obiettivo di offrire ai cittadinipugliesi di esprimere una liberà ed autentica parteci-pazione.

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Noi cattolici democratici, noi che c’ispiriamo all’e-sperienza culturale e politica di Aldo Moro, noi dellaMargherita, noi dell’Unione, non possiamo rimanereinerti, silenti, meri osservatori dello sfilacciamentodella comunità regionale e nazionale.

Nel ricordare l’insegnamento moroteo che la poli-tica è soprattutto informazione, consapevolezza,responsabilità, confronto, scelta, decisione, parteci-pazione, impegno e dovere, ribadiamo il nostro impe-gno di democratici di andare oltre le difficoltà, oltregli ostacoli volutamente posti da chi pensa alla pro-pria marcia soltanto, ai propri interessi, ai propriobiettivi.

Tempi nuovi si annunciano e avanzano come nonmai!

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TERLIZZI: 21 giugno 1991. È questo l’unico comizio tenutosi inItalia con i simboli di Rifondazione Comunista, DemocraziaCristiana e Partito Democratico di Sinistra. L’oratore è Gero Grassi,Nichy Vendola è alle sue spalle.

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Destagionalizzazionedel Turismo

“La Gazzetta del Mezzogiorno”26 marzo 2005

Le potenzialità turistiche della Puglia sono semprestate note a tutti: difficilmente un turista dopo avervisitato la nostra regione va via senza nostalgia dellebellezze naturali di questa terra.

Già dal 1240 Federico II di Svevia, simbolo di unassoluto e indistinto potere imperiale, ma anche dellacommistione delle culture, scelse la Puglia comeluogo in cui realizzare l’ambizioso desiderio dicostruire Castel del Monte, castello medievale, che trale varie funzioni la storia racconta essere stata ladimora estiva del sovrano.

Oggi assistiamo ad un mancata valorizzazione dellepotenzialità turistiche del nostro territorio regionale.

La Puglia “turistica” risente molto della stagionalitàdei relativi f lussi, concentrati nei soli mesi estivi.

Il centro-destra della Regione Puglia ha più volteannunciato interventi di adeguamento agli standardqualitativi europei delle strutture turistiche pugliesisenza mai intervenire realmente.

L’osservazione nazionale sul turismo italiano chemonitora il settore e le tendenze in atto costantemen-te a livello nazionale e internazionale, conferma comei prodotti turistici più venduti in Italia e in Europa,relativi alla Puglia, siano prevalentemente mare, cittàd’arte e in percentuale residuale gli itinerari tematici.

La Margherita Puglia rileva come la criticità più rile-

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vante dell’offerta e dell’organizzazione turistica regio-nale sia una debole rete di collaborazione tra operato-ri turistici, amministratori locali, mezzi di trasporto(si pensi a quelle mete irraggiungibili agevolmentecon i mezzi pubblici) e necessità varie dell’utenza.

Un esempio di queste necessità dell’utenza è lariduzione notevole, negli ultimi anni, dei consumiper le vacanze da parte delle famiglie italiane a causadei costi elevati delle offerte turistiche.

La “qualità” delle imprese turistiche, in realtà, nonè, secondo la Margherita Puglia, una semplice certifi-cazione, in ogni caso importante, ma un intervento disupporto ai principali attori di questo settore: opera-tori e clienti.

La domanda dei clienti si fa sempre più specifica el’offerta degli operatori dovrebbe essere più specia-lizzata rispetto alla diversa tipologia di clientela.

La destagionalizzazione che auspichiamo per valo-rizzare la Puglia prende in considerazione anche lacostruzione di porti turistici opportunamente distan-ziati lungo la costa (si pensi agli 800 km di costapugliese) e potrebbe costituire un polo di attrazioneper forme di turismo non solo di massa ma anchetematico e un po’ più ricercato, tipico del turista “con-sumatore di emozioni, di storia e di sentimenti”.

Quando parliamo di turismo tematico ci riferiamoa quel turismo che è strettamente connesso con letipicità del territorio in cui si sviluppa e soddisfa esi-genze particolari: può essere culturale, ambientale,religioso, enogastronomico, rurale e siamo certi chela Puglia abbia tutte le caratteristiche per implemen-tare questa tipologia di turismo che può svilupparsi intutti i periodi dell’anno.

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Puglia: Dipartimento dellaSicurezza Alimentare

“Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno” 25 marzo 2005

La mitologia greca narra che Cadmo, al momentodi fondare la città di Tebe, visse una violenta espe-rienza che segnò il destino dei suoi discendenti: ucci-se un drago rampollo, mandato da Ares, dio dellaguerra, che aveva sterminato i compagni che avreb-bero dovuto costruire con lui la città di Tebe.

Cadmo, ritrovatosi da solo, ascoltò allora il consi-glio di Atena: seminare i denti del drago. Subito nenacquero uomini armati, contro i quali Cadmo iniziòa gettare i sassi. Questi uomini non si accorsero del-l’eroe, si credettero assaliti l’uno dall’altro e, in unfurioso combattimento, si uccisero a vicenda. Vifurono solo cinque superstiti che, placatisi, divenne-ro, insieme a Cadmo, i fondatori della città di Tebe.

Onde evitare che il rischio di “cannibalismo” siaanche il nostro, non riconoscendo i messaggi dellaclasse di governo uscente, in quanto poco chiari epoco attenti alla salute pubblica, la Margherita Pugliasollecita il processo di trasparenza nel processo deci-sionale e informazione sui rischi alimentari, promuo-vendo azioni concrete per la tutela dei consumatori.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce lasalute come uno “stato di completo benessere fisico,mentale e sociale in continuo divenire e non una sem-plice assenza di malattia”.

Prima di occuparsi della patologia conclamata lacui cura è diventata difficile in Puglia, visti i tempi di

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attesa e le distanze dai luoghi preposti, è opportunoprestare attenzione alla prevenzione che nell’ambitodella sicurezza alimentare significa anche eliminare econtrastare i fattori di rischio.

I nuovi regolamenti comunitari relativi alla sicurez-za alimentare, definiti come “pacchetto igiene”,richiedono un reale adeguamento del proprio sistemaorganizzativo di controllo da parte di ciascun Statomembro e da parte di ogni Regione.

La Margherita Puglia è orientata a creare unDipartimento regionale della sicurezza alimentare chepossa unitariamente coordinare e programmare azio-ni di prevenzione e gestione del rischio alimentare.Ciò prevede una riorganizzazione dei sistemi di con-trollo che consideri la distribuzione di aziende agroa-limentari e zootecniche nel territorio pugliese, lapopolazione locale, le industrie che potrebbero avereeffetti sulla contaminazione ambientale.

Importante è un sistema di raccolta ed elaborazio-ne dati attinenti la sicurezza alimentare, provenientisia dai sistemi di controllo ufficiali degli alimenti,ambiente, animali sia dal mondo medico-scientificoche possa monitorare costantemente gli interventi disettore.

In un momento storico in cui tra le tante patologie,le allergie alimentari si stanno diffondendo considere-volmente anche in età avanzata, si nota come stianocambiando radicalmente anche le abitudini sociali,tanto che i locali addetti alla ristorazione lentamentesi stanno adeguando a questo “nuovo mercato”.

La Margherita Puglia, allora sente forte il dovere digarantire i cittadini migliorando la qualità della vita apartire anche da una sana alimentazione che significapotersi servire di alimenti “sicuri” e poter essereinformati sull’attività degli organi preposti all’accerta-mento della salubrità degli alimenti e sui rischi checerti alimenti possono presentare per determinatigruppi di persone.

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La nostra seria propostaper Terlizzi e i suoi fiori

“La Repubblica Puglia”30 marzo 2005

In una regione come la Puglia, in cui il tessutoimprenditoriale è composto prevalentemente daimprese di piccola e media dimensione e in alcunearee territoriali caratterizzate da elevati livelli di spe-cializzazione produttiva, l’idea dell’alleanza e dellaprogettazione comune si realizzano nei distretti pro-duttivi come strumento idoneo per essere più com-petitivi nel mercato e per avere maggiore incidenzanello stesso.

I vantaggi concorrenziali dell’appartenenza ad undistretto si possono sintetizzare con la capacità dellepmi di soddisfare le richieste differenziate dei clienti(f lessibilità), tempestività di risposta al cambiamentodella domanda (versatilità) e capacità di risponderealle richieste del mercato con una innovazione tecno-logica adeguata a quella dei competitors nazionali.

La coltivazione dei fiori ha come fulcro la città diterlizzi seguita da Molfetta, Ruvo, Bisceglie, Bitonto eGiovinazzo. intorno a questo mercato, si sviluppaquello dei prodotti complementari al fiore (si pensiall’imballaggio, al packaging, ai vasi di ceramica) nelnord barese, Andria, Corato e Trani.

L’estensione della f loricoltura e soprattutto l’espe-rienza e la competenza degli operatori locali del set-tore rendono importante la crescita e lo sviluppo diquesto mercato.

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La Margherita Puglia propone la costituzione diuna reale costituzione del distretto della f loricolturaincludendo anche i comuni che sviluppano quelle atti-vità affini alla coltivazione dei fiori.

La stagnazione della domanda, la globalizzazionedei mercati, che fa sì che sempre nuovi competitori siaffaccino sui mercati nazionali e internazionali, stan-no generando la necessità di ricercare nuove capacitàdi affermazione per le nostre aziende. il rilancio dellenostre aziende parte dalla qualità dei prodotti e dalloro contenuto innovativo.

La costituzione e l’ampliamento del distretto f lori-colo è ritenuto dalla Margherita Puglia, come un’oc-casione di cooperazione tra imprese dello stesso set-tore.

L’innovatività delle aziende f loricole può esserepotenziata da un confronto costante e continuo dioperatori dello stesso settore, da uno scambio di espe-rienze e da un pianificazione condivisa delle strategiedi mercato che non solo evita una concorrenza trapotenziali alleati, ma rafforza la “rete operativa” svi-luppando la dimensione sociale di tali rapporti.

I f loricoltori si conoscono tra loro, per lo più con-dividono regole sociali e di comportamento ispirate alealtà e fiducia e questo costituisce quel valore aggiun-to importante nella gestione delle trattative nel mer-cato locale, regionale e nazionale. viene garantita cosìuna uniformità di trattamento per cui nello stessotempo si assicura ogni impresa.

L’elevata f lessibilità e capacità produttiva di questosistema nel nord barese contribuiscono a tratteggiarei contorni generali di uno scenario produttivo ad ele-vata integrazione e diversificazione, fortemente orien-tato all’esportazione.

La Margherita Puglia ritiene importante valorizzarequesto polo produttivo, noto in tutta Italia e non solo,riconoscendo in tale azione una valorizzazione di tuttala regione.

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La famiglia normale“La Repubblica Puglia”

1°Aprile 2005

Nessuno è mai riuscito a definire la “normalità”,impresa difficile e mai oggettiva perché passa sempredall’interpretazione personale di ciascuno.

La famiglia definita dalla costituzione fa riferimen-to a quella fondata sul matrimonio, sacramento indi-scutibile e che nessuno mette in dubbio.

La famiglia rappresenta una dimensione importan-te nella nostra identità personale, culturale e sociale.È una delle agenzie educative fondamentali, è laprima piccola società in cui acquisiamo le nostre abi-lità sociali, in cui sperimentiamo il passaggio dalladipendenza all’autonomia, dalla fanciullezza all’etàadulta, il luogo deputato ad essere “laboratorio” perpoi affrontare la realtà esterna.

Tutto questo inevitabilmente viene amalgamatodalla presenza di sentimenti sani di unione e condivi-sione, di investimento emotivo illimitato per il benedei componenti del nucleo familiare.

La Margherita Puglia prende atto che oggi ormai loscenario è cambiato. Non sempre i sentimenti sanisono presenti solo nelle famiglie tradizionali compo-ste da padre, madre e bambini ma bisogna prendereatto che la famiglia è diventata ricca di forme: le fami-glie composte da un solo genitore e figlio/i, famigliericomposte, famiglie di fatto in cui i genitori non sonosposati.

Il rammarico più grande della Margherita è che sipensa che anche i sentimenti passino attraverso cal-

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coli matematici e che il buon funzionamento di unafamiglia passi solo dall’aspetto economico, sicura-mente importante ma non solo. In realtà assistiamo adun disinteresse totale da ogni punto di vista da partedel governo.

La Margherita Puglia non vuole stravolgere gli equi-libri naturali esistenti nella nostra società ma ricono-sce che la lungimiranza di chi rappresenta la colletti-vità nelle sue più diversificate espressioni consisteproprio nel far sì che nessuno si senta escluso e chequesta “possibilità” di vita possa essere significativaper tutti senza pregiudizi.

La coalizione di centrosinistra che sostiene NichiVendola Presidente della Regione Puglia non ha ege-monie culturali, né immagina un Presidente - padro-ne.

La Margherita assicura che nel programma digoverno la famiglia avrà ruolo centrale non solo incampagna elettorale, come per Fitto e Mantovano.

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Sanità e più occupazione:sono queste le priorità del nuovo

Governo della Puglia“La Gazzetta del Mezzogiorno”

7 aprile 2005

Le elezioni regionali hanno ripagato la Margheritae l’intero centrosinistra dell’impegno e la tenaciaavuta nel credere che una nuova occasione di governoera possibile.

“Potere” è bello, consente di soddisfare bisogni erealizzare desideri, generare risultati utili, importanti,guidare persone, sentirsi degni di attenzione e rassi-curati.

Il “potere” cui fa riferimento la margherita è quel-lo relazionale che considera questa occasione unapossibilità di mobilitazione della propria energia peril miglioramento della qualità della vita di tutti i citta-dini.

Lunedì 4 aprile 2005 il centrosinistra è stato inve-stito di una grande responsabilità, ridare fiducia e spe-ranza agli sfiduciati, garanzie ai cittadini “saccheggia-ti” nei loro diritti fondamentali, restituire il senso diappartenenza ad una comunità regionale che ormaistentava a riconoscere i volti di chi istituzionalmentedoveva rappresentarla.

La Margherita Puglia è orgogliosa del risultatoavuto, ma soprattutto di ciò che questo significa: rida-re voce ai cittadini, non solo rispondere alle domandema nella logica di una politica partecipata, condivisa

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e concertata impegnarsi a prevenire sempre più i“quesiti” della popolazione piuttosto che rispondere.

Strategica diventa l’unione di tutta la coalizioneche così come fortemente unita concorreva alla presi-denza, altrettanto farà nella sua azione di governo.

Nichi Vendola, terlizzese come me, mio compagnodi vita ed Azione Cattolica, appassionato sin da picco-lo alla politica, pur diverso da me nella scelta dellamilitanza partitica mi è vicino nella condivisione discelte rivolte al bene di tutti. Condividiamo le prioritàdi questo governo: sanità e occupazione.

Il ripristino di una sanità di tutti parte dalla volon-tà di incontrare il personale sanitario per iniziare adelineare la strategia di recupero di tale diritto, permigliorare le condizioni di lavoro dei professionisti disettore e di conseguenza migliorare la qualità de ser-vizi offerti ai cittadini.

L’altro problema per cui subito ci batteremo è l’oc-cupazione, riorganizzare il sistema occupazionale apartire dai potenziali datori di lavoro.

Vogliamo che i giovani della nostra Puglia torninoa casa senza dover sacrificare la loro competenza eprofessionalità.

L’impoverimento della Puglia è passato anche daquesta migrazione di cuori e menti.

Il centrosinistra è consapevole che l’unico vincoloche in questo momento ha è nei confronti della citta-dinanza pugliese per risolvere il problema della sani-tà, occupazione, risollevare l’economia locale valoriz-zando le proprie risorse.

Nell’immaginario collettivo la Margherita è il fioredai mille petali, petali che non vengono strappati unoalla volta ma che rappresentano ciascuno nuove pos-sibilità, cercando di uscire dal vissuto di “mono” pos-sibilità a cui ci hanno sottoposto.

Una gran voglia di lavorare chiedendo ai cittadinidi partecipare in ogni momento, sicuri che dall’altraparte c’è un governo composto di persone che prima

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di essere classe dirigente, sono cittadini con gli stessidiritti e doveri degli altri.

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TERLIZZI: Aprile 1996. Si festeggia la vittoria dell’Ulivo. Si riconoscono da sinistra Nichy Vendola, Gero Grassi, DamianoGuastamacchia e Nino Grieco.

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Gli Assessori li sceglieremoin Puglia.

Trattative senzanessun dominus.Lo chiede Grassidella Margherita

di Massimo Melillo“Il Quotidiano di Lecce”

10 aprile 2005

Gero Grassi, Coordinatore Regionale dellaMargherita, dopo una campagna elettorale sofferta ecombattuta sino all’ultimo voto, rif lette sulla vittoriadel comunista Nichi Vendola, nuovo Presidente dellaRegione Puglia, che sul filo di 14mila voti in più èriuscito, con la sua “rivoluzione gentile”, a porre fineal decennale governo regionale del centrodestra diRaffaele Fitto.

Reduce da 120 comizi tenuti in tutta la Puglia,Grassi non si mostra sorpreso dallo straordinario risul-tato ottenuto dalla coalizione del centrosinistrapugliese, anzi ne parla non solo come “successo spe-rato ma, soprattutto, come vittoria già somatizzatadurante tutta la campagna elettorale, poiché chi inqueste settimane è andato per le strade e le piazzedella nostra regione ha avvertito con nettezza tutto ilmalessere dei pugliesi per come Fitto ha governato inquesti anni a partire dalla chiusura degli ospedali, da

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uno sviluppo che non c’è mai stato, da un’economiain discesa libera”.

Non salva proprio niente del Governo Fitto?La gestione del potere di Fitto non ha mai fatto decol-lare l’economia e il dato più eclatante è nella disoccu-pazione, che in Puglia registra i più alti indici di tuttoil Mezzogiorno. È stato un voto anche controBerlusconi e il ricatto della Lega di Bossi sulla “devo-lution”, che spacca in due il Paese e rende più pove-ro il Sud. Sul risultato ha pesato l’indisponibilità cul-turale a farsi partecipe di un progetto: Fitto si è isola-to e ibernato, per questo ha perso”.Viene in mente il monito che Aldo Moro rivolse aiparlamentari democristiani a fine febbraio dell’or-mai lontano 1978: “Meglio sbagliare insieme cheavere ragione da soli”.“Il grande leader e statista della DC, assassinato poidalle Brigate rosse, indicava un modello da percorre-re per il buon governo: bisogna proporre e convince-re altrimenti si innescano i perversi meccanismi dellasolitudine del potere. La sensazione che ce l’avremmofatta l’ho sempre avuta, così come Fitto e il suo“entourage” avevano quella della sconfitta, tanto chein tutti i miei comizi l’ho sempre chiamato ex presi-dente”.La sfida è stata vinta ed è già alle nostre spalle. Chedomani si configura per il Salento?“Non è questo il problema né tantomeno possiamoaprire il fornite della territorialità, commettendo l’er-rore di Fitto. Il Salento ha espresso personalità di pesoed è giusto che abbia la giusta considerazione nellanuova Giunta. Ne discuteremo insieme all’intera coali-zione, ma una cosa però deve essere certa: una voltaraggiunta l’intesa tra i partiti sull’assetto futuro, ognu-no poi deciderà al proprio interno chi indicare comeassessore”Venerdì scorso il colloquio romano Vendola-Prodi,

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ieri i DS pugliesi hanno incontrato D’Alema e mar-tedì prossimo la riunione della coalizione, mentregià iniziano a circolare i primi nomi dei possibiliassessori. Cosa bolle in pentola?“Ne discuteremo a partire da dopodomani durante ilvertice del centrosinistra e in quella sede ci confron-teremo in modo unitario. È giusto che Vendola abbiaincontrato Prodi, ma non è il leader dell’Unione a sce-gliere gli assessori pugliesi, anche perché sarebberiduttivo per lui occuparsi della nuova giunta. Adesso,invece, bisogna tradurre in atti concreti la tensioneideale che ci ha contraddistinti. Senza rivalità esovraesposizione, dobbiamo sederci intorno ad untavolo senza nessun “dominus”, riaffermando lo spiri-to vincente della coalizione”.L’effetto Vendola non ha premiato Rifondazionecomunista.“Dirò di più, la lista dei presidenti della “Primaverapugliese” ha inf luito negativamente sulla Margherita esui DS, mentre con ogni probabilità c’è stato uno spo-stamento di voti da Rifondazione ai Comunisti italia-ni”.Che fare dinnanzi ad una regione spaccata a metà?“Noi non siamo la Puglia, siamo il Governo dellaPuglia che si confronterà con Fitto. Abbiamo vinto,ma non siamo i padroni del vapore né i governatoridell’impero romano. Da subito agiremo per la rimo-dulazione del riordino ospedaliero dopo un grandedibattito con Comuni e categorie professionali, perl’abolizione del ticket e per l’incentivazione delle pic-cole e medie imprese in modo da far scattare la molladell’occupazione”.Con quali risorse?Rivedremo il bilancio eliminando gli sprechi nellasanità, le spese superf lue come il ricorso ai legaliesterni alla regione o promozioni turistiche che nonhanno promosso un bel niente”.

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Donato Mosella, Francesco Rutelli e Gero Grassi. Festa Nazionale della Margherita. Polignano 2004.

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Il Coordinatoredella Margherita:piano ospedalieroe salari d’ingresso.

No agli assessori tecnicidi Lello Parise

“La Repubblica Puglia”12 aprile 2005

Oggi pomeriggio per la prima volta da quandoabbiamo vinto l’elezioni, ascolterete quello che ciracconterà Vendola. Parlerete di assessorati e diassessori, segretario Gero Grassi?Parleremo innanzi tutto, del metodo di lavoro chevorrà seguire il nuovo Presidente della Giunta. Senzadare niente per scontato. Compresi i nomi che circo-lano in questi giorni sulle pagine dei giornali.Sarà una Giunta composta da uomini politici eanche tecnici?Non è detto che chi non viene dai partiti sia miglioredi chi viene dai partiti.Significa che l’idea di un governo tecnico, dove lacompetenza prevale sul vecchio manuale Cancelli,tramonta prima ancora di vedere la luce?Significa semplicemente che io non credo agliAssessori tecnici.Ma quali sono le “cose da fare” immediatamenteperché la giunta di Vendola non sia giudicataun’occasione sprecata?

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Rivedere il piano ospedaliero, introdurre il salariod’ingresso a favore dei disoccupati e un bonus per icittadini che devono acquistare la prima casa.Non è che continuate a promettere più di quelloche poi sarete in grado di mantenere?Io so soltanto che non vogliamo fare figuracce. Acominciare dal PRC, che si è assunto una responsabi-lità di governo.Non ha proprio nessun tipo di preoccupazione?No. A meno che Vendola non voglia vestire i panni deldoroteo di ritorno.Cioè?Sostenere una cosa e fare esattamente il contrario.Se pure fosse così, la Margherita non potrebbe alza-re la voce più di tanto. Nelle urne non avete fattouna bellissima figura.Il risultato è soltanto apparentemente mediocre.Pare che siate pronti a dare il benvenuto nellevostre file, ai moderati del polo.Le nostre porte sono sempre aperte, ma non è il casodi svenarsi per raccogliere chiunque.Darete vita nell’ambito dell’Unione alla Fed? In pra-tica: Ds, Margherita e Sdi insieme appassionata-mente, come avete programmato prima delle regio-nali?Si, e inoltre la Fed si aprirà ad altre realtà politiche:dalla Lista Primavera all’intera area socialista.

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Grassi: Noi governeremo per tuttii pugliesi.

Coinvolta la minoranza.di Michele Cozzi

“La Gazzetta del Mezzogiorno”12 aprile 2005

La Puglia volta pagina. Gero Grassi, terlizzesecome Vendola, Segretario Regionale dellaMargherita, parla di svolta.

È una vittoria storica e anche inaspettata per molti,ma non per noi che abbiamo sempre creduto che l’eradi Fitto si era consumata nella distruzione della sanitàe nella gestione arrogante del potere.Da dove occorrerà ricominciare?Innanzitutto dalla rivisitazione del piano sanitario,con l’abolizione del tiket e con una grande concerta-zione che ci porti a rivedere il piano ospedaliero diFitto. Fitto ha commesso tanti errori, molti dei qualimetodologici, ma la Puglia questi anni ha fatto deipassi avanti. Il centrosinistra ricomincia da dove Fittoha lasciato.Fitto ha sottovalutato l’avversario, festeggiando lavittoria di Vendola la notte delle primarie?Sicuramente ha sottovalutato l’avversario pensandoche un comunista non potesse vincere nel 2005. nonha capito che in un mondo che ha sconfitto il comu-nismo, non ha vinto il comunista, ma ha vinto NichiVendola, punto di riferimento di un centrosinistralargo e composto, nel quale, quelli che Fitto chiama

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moderati, sono parte centrale della coalizione. Fittonon ha compreso l’arrabbiatura del popolo puglieseper la mancanza di servizi sanitari e per il drammadella disoccupazione.La Puglia è spaccata in due. Governerete contro?L’esito del voto aumenta la responsabilità del neopre-sidente e della coalizione. Il centrosinistra non puòpensare di comandare ma deve governare e ci sonotante tematiche e problemi che non si possono gesti-re se non con qualche forma di concertazione anchecon l’opposizione. La Puglia è di tutti, e l’opposizione,che tra l’altro è fortissima, va compresa, non nellagestione ma nel confronto dialettico e politico.In campagna elettorale c’è stata fusione tra alariformista e quella radicale. Teme che possanoemergere problemi a livello di gestione?No. Conosco Vendola dalla nascita, e so che lui è radi-cato, come ha detto Prodi, e molto meno radicale.Nella stanza del presidente della Regione i radicalisminon devono entrare. Ci vuole equilibrio nella gestionedella Puglia e la Margherita si sforzerà di tenere labarra nel posto giusto. Non ci saranno problemi.Certamente la nostra funzione è quella di ricordare alpresidente che ha vinto la coalizione del centrosini-stra.Il clima della campagna elettorale è stato infuocato.Sentite l’esigenza di rasserenare gli animi?Sono completamente riappacificato con tutto il cen-trodestra. Quando la campagna elettorale finisce sideve governare per tutti i cittadini, sono solo per lapropria parte. Ricordo che, nel dopoguerra, PalmiroTogliatti sancì l’amnistia per tutti i fascisti. Noi nonpossiamo riprodurre per cinque anni una rivalsa anti-Fitto o anti-centrodestra. Si va a governare per tutti.Noi su questo saremo vigili, non ci sono vendette dacompiere.Ci può essere un problema di cultura di governo,con un presidente che proviene da un partito stori-

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camente di opposizione?Il Pesidente è persona intelligente che viene da unacultura di opposizione, ma che in campagna elettora-le ha dimostrato di essere interprete della cultura digoverno di partiti storici come Margherita e Ds. Oraabbiamo il problema di dare risposte, non possiamopiù immaginare sogni. Questi si devono trasformarein realtà.Precederete ad una sorta di rimozione del persona-le amministrativo legato alla vecchia giunta?Ci assumeremo la responsabilità della gestione. Tuttol’apparato che fa riferimento a Fitto, e che ha fallito,ovviamente sarà sostituito. Ma quei dirigenti chehanno ben operato non avranno nulla da temere. Èdifficile immaginare che il disastro sanitario o i bilan-ci completamente sballati delle Asl, possono ripro-durre effetti benefici su chi ha commesso errori digestione evidenti.Una Giunta politica di consiglieri o un esecutivo diesterni?La Giunta è sempre un organo politico. Non è che chista fuori vale di più di chi sta dentro vale di meno. Ilnostro sistema prevede che la gente si candidi e vengaeletta e che i partiti concorrano alla gestione. Quindi,giunta politica nella quale il Presidente non è il gover-natore, ma il rappresentante di una coalizione. Certo,non staremo a litigare per un assessorato in più o inmeno.

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TERLIZZI: 19 agosto 2002. Il Presidente della Regione Puglia Raffaele Fitto bloccato dai cittadini. Tra gli altri Vito Marinelli, NichyVendola, Giuseppe Rossiello e Gero Grassi.

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Aldo Moro:un atto di riconoscenza

“La Gazzetta del Mezzogiorno”14 aprile 2005

La Margherita Puglia condivide la proposta di inti-tolare il nuovo aeroporto al grande statista puglieseAldo Moro.

Un significativo riconoscimento alle idee, alla vitae all’impegno politico di un pugliese sacrificato sul-l’altare della democrazia.

Uomo di grande spessore umano e politico, AldoMoro ha rappresentato per noi pugliesi un punto disvolta. un uomo che aveva in sé i germi di una inno-vatività senza precedenti, attento a che la vita politicanon fosse un affare di pochi ma una possibilità dimiglioramento per tutti. Idee come inclusione socia-le, attenzione alle persone, allargamento della demo-crazia erano idee centrali nella cultura morotea.

In un momento come questo, in cui il senso diappartenenza alla propria comunità regionale è inforte crisi, intitolare il nuovo aeroporto ad Aldo Moropensiamo rappresenti da un lato un segno forte disvolta, riconoscenza e di attenzione alla dimensioneumana dei cittadini e dall’altro il riconoscimento a chisi è sacrificato per lo stato.

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Vito Tricarico, Gero Grassi e Francesco Rutelli. Festa Nazionale della Margherita. Polignano 2004.

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Federazione Uniti nell’Ulivo:una grande occasione

per il Centrosinistra Pugliese“Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno”

15 aprile 2005

Nel nuovo scenario politico pugliese, ilCentrosinistra regionale inizia a muovere i suoi primipassi nella direzione di innovatività ed efficacia.

Rafforzati dall’esperienza vincente della tornataelettorale, in cui il “lavoro di squadra” tra i Partiti diCentrosinistra ha funzionato e ha consentito di rag-giungere gli obiettivi prefissati e in sintonia con lescelte nazionali, si deve costituire in Puglia laFederazione “Uniti nell’Ulivo” formata dallaMargherita, Democratici di Sinistra, SocialistiDemocratici Italiani, Repubblicani Europei ed apertaai soggetti che vorranno aderirvi.

Un segno inequivocabile di crescita e maturità poli-tica da parte dei Partiti che riconoscono l’importanzadi non bloccare il processo di coesione innescato conle elezioni regionali e di valorizzare i risultati ottenuti.

La Margherita Puglia propone che la Federazione“Uniti nell’Ulivo” sia rappresentata dall’unione deiGruppi Consiliari con Portavoce unico in seno alConsiglio Regionale.

Una Federazione che rafforzi il Centrosinistra intoto e che sostenga il Presidente della GiuntaRegionale Nichi Vendola, in maniera incisiva.

Inizia una nuova era per i Partiti di Centrosinistra

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in cui la leadrship non viene attribuita alle caratteri-stiche di una sola persona per cui essa tende ad acqui-sire consenso, ma viene intesa come la capacità diacquisire autorevolezza come gruppo di Governo.

Si riduce la dimensione individuale della politicaper far spazio all’idea di gruppo politico con tenden-za centripeta nei confronti di una gestione partecipa-ta del bene comune.

Una Federazione dove ognuno tende a dare la suamigliore prestazione, a crescere, ad innovarsi, adassumersi quelle responsabilità che come gruppo si èassunta nei confronti della comunità regionale.

La Margherita Puglia ritiene la Federazione Unitinell’Ulivo un’occasione di grande miglioramento pertutti i Partiti di Centrosinistra e soprattutto un “saltodi qualità” che vede nelle potenzialità dei membridell’Unione la ricchezza del Presidente della RegioneNichi Vendola.

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Grassi: ma perché il Cavalierenon vende le sue ville al mare?

“La Gazzetta del Mezzogiorno”29 aprile 2005

L’idea stravagante di “finanza cattiva” del neo vice-premier Tremonti ci lascia tutti stupefatti, non fossealtro che per quella innocenza da bambino con cuil’ha lanciata sui mass-media.

Parla prime di vendere le spiagge. Poi si rimangiatutto e dice che ha parlato di concederle per un seco-lo. Poi fa stime di entrate (30-40 miliardi di euro) chegià evidentemente conosceva dalla società controllatadal Tesoro, la Patrimonio S.p.A.

Insomma, della serie: “come le penso le dico,anche se sono fesserie”.

Il vice premier non sa forse che la competenza suldemanio marittimo è stata delegata alle Regioni e soloqueste hanno poteri concessori e di pianificazionedelle coste. Per cui chi è legittimato a prendere unadecisione così stravolgente sono solo ed esclusiva-mente le Regioni.

Il creativo Tremonti non sa che i concessionaridemaniali pagano un canone all’Erario Statale e solo ilmisero 10% di questo canone viene versato nelle casseregionali. Un po’ poco per dare sostegno all’economiaturistica.

Sarebbe stato più sensato proporre di versare l’in-tero canone demaniale dei concessionari nelle cassedella propria regione e sganciare questo capitolo dalbilancio dello Stato.

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È più corretto che gli imprenditori balneari venga-no sostenuti dalla Regione nella quale operano e chequesta lo faccia in maniera autonoma, con una pro-pria politica turistica e senza ricorrere alle idee stram-palate di vendere le nostre coste.

In Puglia le risorse le abbiamo e le vogliamo con-servare impiegandole nel nostro territorio. Non pos-siamo accettare la politica dei regalini estivi diTremonti che da buon nordista ha solo il compito didimostrare che il suo capo, pure nordista, ha improv-visamente posto l’attenzione sul Sud.

Questa si chiama politica elettorale creativa edisperata. Altro che politica del Mezzogiorno.

Questo modo di fare è offensivo nei confronti ditutti i pugliesi ai quali non si può chiedere di privarsidei gioielli di famiglia solo perché Berlusconi ha capi-to che dopo aver perso dodici Regioni Italiane sta perperdere tutto il Paese. Perché non vende le sue bel-lissime ville?

Il nostro è un popolo vissuto nei sacrifici ed èpronto a farne di altri.

Anche quello di sopportare per qualche altro meseancora la disperazione di Berlusconi e Tremonti.Proprio due tipi da spiaggia.

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Si, c’è la rissa sulle nominema è per fare un Governo forte

“La Repubblica Puglia”5 maggio 2005

I partiti cosiddetti minori si sentono umiliati. E,quando sembrava vicina la quadratura del cerchio,ecco il partito di maggioranza relativa, i DS, chealzano la voce per dire di sentirsi penalizzati dallescelte che sta per fare il presidente della Regione,Nichi Vendola. È un ragionamento che fa anche laMargherita?

Il dimensionamento di un partito in un organismoimportante come la Giunta Regionale è un fatto rela-tivo. Anche la Margherita potrebbe sentirsi sottodi-mensionata rispetto alla capacità di contribuire a ungrande progetto di cambiamento della Regione. Con ilpresidente stiamo collaborando alla costruzione delgoverno regionale che è concetto più ampio dellagiunta regionale. Il governo riguarda la struttura dellaRegione che è amplissima e darà spazi e possibilità atutti i consiglieri, ai partiti e a quella parte della socie-tà che ritiene di dover contribuire a questo cambia-mento. È riduttivo pensare che tutto debba concen-trarsi nelle 14 figure assessorili.

C’è chi apertamente ora dice che sono troppi treassessori in quota a Vendola e che il presidentedovrebbe rinunciare a qualcosa per garantire lapresenza a tutti i partiti della coalizione.

È una domanda da fare al Presidente.Ma la condivide?

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Io non credo ai tecnici ma, non credo nemmenoche i nomi di cui parla siano presenze tecniche per-ché hanno qualità professionali e politiche che sononote. Sono, però, persone di alto profilo. E poi è lalegge che consente al presidente di sceglierle. Si puòanche non condividere le scelte ma al primo postotutti devono mettere la governabilità. Il presidenterimane comunque la sintesi non solo dei partiti ma ditutto il corpo elettorale che ha permesso la vittoria.

Perché in questo ragionamento non c’è statoaltro da fare per Francesco Boccia che fare unpasso indietro?

Il partito ritiene che il presidente Vendola debbapromuovere una convinta, autorevole e forte iniziati-va politica, per coinvolgere il professor Boccia nel-l’architrave della gestione regionale.

Boccia è da coinvolgere ma fuori dalla giunta?Sì è così, anche se avremmo preferito che Boccia

fosse inserito nella quota del presidente. Ma rispettia-mo la valutazione del presidente che ha fatto diversa-mente.

Ha fatto diversamente anche la Margherita,negando al Presidente la copertura politica diBoccia.

Il Gruppo Consigliare della Margherita ha deciso diindividuare gli assessori al suo interno. È un Gruppoche può offrire competenze di elevata qualità. È neldiritto del Gruppo prendere questa scelta che appro-vo e condivido. Non dimentichiamo, però, che Bocciaè assessore al Comune di Bari e che i ritmi della poli-tica impongono qualche volta di stare in secondopiano per esigenze generali.

C’è chi osserva che potrebbe nascere una giuntaschiacciata su Bari e chi sottolinea che il nuovo ese-cutivo sia troppo sbilanciato a sinistra. È unapreoccupazione anche della Margherita?

Faremo la barricate sui contenuti di governo, nonsulle formule.

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Grassi difende l’esecutivo.Non è radicale,

Nichi è il vero riformista“Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno”

10 maggio 2005

“Questa non è una giunta radicale e Nichi Vendola,per chi lo conosce bene, è un vero riformista che haun progetto riformista.”

Gero Grassi, Segretario Regionale della Margherita,scende in campo dopo la querelle sulla composizionedella Giunta troppo spostata a sinistra, cosa che pena-lizza l’area riformista.

«Forse nelle etichette, ma non nella sostanza», com-menta. Guai a parlargli di una Margherita che ha con-corso al ridimensionamento dei DS, insieme all’asserosso-verde.

“Qui nessuno si alza la mattina pensando a comedistruggere i DS, che sono stati fedeli alleati.Tutt’altro. D’altra parte, lo stesso Saponaro, assessoreal Bilancio, già quando era il capogruppo del Pci allaRegione, non era un oltranzista, ma apparteneva all’a-rea migliorista. Chi ragiona così, continua Grassi, èfiglio di logiche vecchie. C’è stato un tempo di questaRepubblica in cui i partiti giocavano l’uno contro l’al-tro. Non è così, adesso. La modernità di questo ragio-namento sta proprio nell’aver composto una giuntache è un giusto mix fra esperienza e capacità di rin-novamento.”

Quanto alle proteste sulle facce vecchie presenti

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nell’Esecutivo, Grassi commenta: «Questa Giuntarispecchia questa coalizione. Quelle persone non pos-sono andar bene quando devono andare in lista eprendere i voti e, dopo, non servono più. Se ne esal-tano le virtù prima e si deprecano, poi. È gente che hatenuto il passo contro Fitto negli ultimi 10 anni».

“Vendola, continua, ha pensato di fare una giuntabuona, non bella, una Giunta che fosse subito ingrado di gestire e governare, senza quelli che a voltesono orpelli del bello. Questo, magari, ha significatorinunciare a qualche nome alto, che pure si era spesoin campagna elettorale.”

Per Grassi, Vendola ha solo orientato la giuntaverso il possibile.

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Una proposta all’AssessoreRegionale alla Sanità:

offrire risposte simbolotenendo al centro il cittadino

“La Gazzetta del Mezzogiorno”13 maggio 2005

Il settore nel quale la Giunta Regionale deve dareassoluta dimostrazione di grande impegno, perrispondere in modo adeguato alla richiesta sociale, èla sanità. In questo campo la Giunta Fitto ha dimo-strato la totale inadeguatezza per avere gestito il set-tore, anteponendo alla persona l’economia, salvaguar-dando gli interessi forti e spesso dimenticando il cit-tadino-paziente.

La Margherita intende essere sempre interlocutoreautorevole e ritiene che i primi segnali vadano datinell’area dove più violento è stato l’impatto delle scel-te sciagurate di Fitto.

Comuni come Terlizzi, epicentro della protestasociale, Nardò, Massafra, Conversano, Poggiardo edaltri ancora devono essere rivalutati alla luce di unpiano di riordino sanitario rivisto e riattualizzato.

È indifferibile, anche, l’individuazione dei servizisanitari per la nuova provincia BAT (Barletta, Andria,Trani) con la conseguenziale riorganizzazione dellestrutture sanitarie afferenti prevalentemente la AUSLBa/1 (Andria, Canosa, Minervino, Ruvo, Spinazzola,Corato, Terlizzi) e la AUSL Ba/2 (Barletta, Bisceglie,

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Giovinazzo, Molfetta, Trani.). Accanto bisognerà rive-dere il posizionamento delle città, sinora inserite nellaProvincia di Foggia, Trinitapoli, Margherita di Savoia,San Ferdinando.

In questa situazione si enuclea un territorio tra Barie la BAT, per tradizione abbastanza omogeneo in ter-mini socio-economici, oltre che sotto il profilo deicollegi elettorali (nei quali sarebbe possibile rintrac-ciare il consenso dei cittadini verso aggregazioni sta-bili dei servizi sanitari), che ospita e serve una popo-lazione all’incirca di 300mila abitanti, residenti neiComuni di Corato, Ruvo, Terlizzi, Molfetta,Giovinazzo, Bitonto, Palo, Toritto, Binetto, Bitetto.

Una nuova Azienda sanitaria in questo territoriopotrebbe servire d’esempio all’intera Regione Pugliaper quanto si riferisce all’applicazione dei nuovimodelli di gestione dei servizi per la salute voluti dalGoverno Vendola, che intende puntare alla preven-zione al fine anche di liberare risorse strategiche perun pieno rilancio del diritto alla salute.

Infatti la scarsezza, se non l’assenza di una rete diservizi territoriali in questa area, consente di realizza-re, con la pronta attivazione di questi, un modello digestione delle problematiche della salute dei cittadinia partire dai servizi territoriali, armonizzandoli suc-cessivamente con l’assistenza ospedaliera, che diven-ta una delle possibilità di assistenza fornita daiDistretti Sanitari e non la sola.

Gli Ospedali di Terlizzi (110pl), Corato (100pl) eMolfetta (110pl), integrati per livelli di assistenza(giammai per poli specialistici), opportunamentepotenziati e riorganizzati sulla base di una conoscen-za epidemiologica del territorio servito, potrebberocostruire un reale momento di assistenza ospedalieraadeguata al bisogno, secondo il modello del “piccoloè bello, funzionale, efficace e perciò, umano”. Livellidi assistenza ospedaliera più complessi in terminiorganizzativi potrebbero, invece, essere assicurati da

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un integrazione forte con i servizi sanitari dell’areabarese, ottimamente collegata ai Comuni in oggetto ericcamente fornite di presidi ospedalieri, favorendo,in questo modo, anche l’efficienza della spesa perquegli ospedali.

Riteniamo che solo mettendo in relazione i bisognireali con le risorse disponibili si può costruire un’or-ganizzazione efficace, il cui obiettivo sia la buona qua-lità dei servizi, giacché quest’ultima genera automati-camente risparmio ed impatto sociale positivo, men-tre porsi l’obiettivo del risparmio economico nongenera automaticamente una buona qualità dei servi-zi e produce danno sociale.

La struttura ospedaliera di Bitonto, opportuna-mente potenziata con l’astanteria e tutti i serviziambulatoriali, potrebbe entrare in rete con gli ospe-dali di Terlizzi, Molfetta e Corato per forme particola-ri di assistenza riabilitativa, ortopedica – neurologica– pneumologica – cardiologica.

L’ospedale di Comunità di Ruvo, convenientemen-te potenziato, potrebbe consentire anche l’erogazio-ne di assistenza umanitaria a pazienti terminali.

Queste idee offriamo all’Assessore Regionale allasanità Alberto Tedesco che sappiamo impegnato astudiare e realizzare, d’intesa con il PresidenteVendola, una sanità che tenga al centro la persona.

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Paolo Leoci, Giovanni Procacci, Arturo Parisi, Franco Marini, Gero Grassi e Vincenzo Divella.Festa Nazionale della Margherita. Polignano 2004.

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Nichy Vendola: un terlizzese

guida la Regione Pugliaa cura di Maria Teresa de Scisciolo

“Il Confronto delle Idee”maggio 2005

Parliamo con Gero Grassi, Coordinatore Regionaledella Margherita del terlizzese Nichy VendolaPresidente della Regione Puglia e dell’attuale momen-to politico.

Sentimenti, passione, problemi, avvenimenti. ConTerlizzi nel cuore.

Abbiamo a Terlizzi il Presidente della RegionePuglia. Un tuo parere.

Esprimo sentimenti di grande gioia. Sono convintoche la città trarrà enormi vantaggi.

Come si vive la terlizzesità intorno al tavolo dellaRegione dove tu ti incontri con Nichy?

Guardandosi negli occhi io e Nichy ci capiamo alvolo. Qualche volta scappa anche la parola dialettale aconforto di un grande amore verso il paese natio.

È stata difficile la trattativa per la composizionedella Giunta Regionale?

Nichy è persona di grande equilibrio ed ha forma-to un’ottima Giunta Regionale.

Avete mai litigato nella diversità di ruolo?No. Io so che lui è il Presidente della Regione. Lui

sa che io sono al vertice del secondo partito della

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coalizione di Centrosinistra. Entrambi sappiamo diavere grandissima responsabilità verso i cittadini aiquali dobbiamo dare risposte. È difficile dimenticareda dove veniamo, così come è impossibile dimentica-re chi eravamo.

Come è un Presidente di RifondazioneComunista?

Come tutte le persone oneste, di buon senso, intel-ligenti che avvertono il peso della responsabilità del-l’incarico. È un Presidente sorridente e molto giovia-le. Rifondazione è un partito della coalizione. IlPresidente è il Presidente di tutti i cittadini, anche diquelli che non lo hanno votato.

Quale impatto il giorno in cui siete entrati inPresidenza?

Grande festa in un luogo in cui Fitto aveva vissutoda solo, spesso non curandosi di quelli che sonofuori: i cittadini. Ogni tanto io e Nichy ci guardavamoe sorridevamo quasi fossimo soli. In quelle occhiatec’era tutta la terlizzesità.

Nichy come era?Felice, spaesato, fortemente impegnato a capire.Tu a cosa pensavi?Ho pensato a quando entrambi bambini giocavamo

a pallone in Azione Cattolica. Ho pensato anche alfatto che ero uscito da quella stanza nel lontano 1990e volutamente non ci avevo messo più piede. Ho pen-sato anche che sino a qualche mese fa eravamoentrambi assessori comunali a Terlizzi della Giunta diTria.

Ritenevi che Fitto sarebbe stato sconfitto?Sin dall’inizio. Nichy giustamente non ha inseguito

Fitto. Ha parlato alla gente disegnando il sogno di unaRegione diversa, migliore, amica. Fitto è stato semprein affanno. Girando la Puglia sentivo la gente cheesprimeva rancore verso chi aveva tagliato la sanità eridotto l’occupazione.

Come sarà Nichy da Presidente?

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Come sempre: umile e disponibile. In più avràgrandissima responsabilità.

Qualcuno maligna e dice che la Margherita creaproblemi.

Per la verità nella Margherita dicono che io sonotroppo amico di Nichy e penso che dicano il vero.

In campagna elettorale la Margherita è stata lealecon Nichy?

Come sempre la Margherita è leale. Io ho fatto 120comizi girando la Puglia da mattina a sera. In Pugliasono venuti Rutelli, Bindi, Castagnetti, Letta, Marini,Franceschini, Fioroni, Bordon, D’Antoni, Lusetti,Parisi e D’Antoni. Nel maggioritario la lealtà di coali-zione viene al primo posto.

Come hanno preso i vertici nazionali del tuopartito la vittoria in Puglia?

Non ci credeva quasi nessuno. Qualcuno pensavache io fossi un grande ottimista quando dicevo cheavremmo vinto. Devo dire, però, che un importantedirigente nazionale della Margherita non solo si è bat-tuto perché Nichy fosse candidato, ma con me hacondiviso sempre la certezza della vittoria.

A chi ti riferisci?Chiedetelo a Nichy. Lui ne è a conoscenza. È anche

suo amico.Perché la Margherita ha scelto, tra l’altro, l’agri-

coltura come Assessorato?Trattasi di settore nevralgico. E poi io ho pensato

anche alla f loricultura, all’agricoltura nostrana e alMercato dei Fiori. Un pò di terlizzesità non guasta.

Perché Guglielmo Minervini Assessore dopo loscontro avuto sulla Segreteria Regionale?

Guglielmo fa parte della storia del mio partito ed iosono il Coordinatore di tutti.

Quindi perfetta sintonia con il Presidente?Certamente. Il Presidente guarda al cielo, io devo

guardare anche alla terra.Sull’Ospedale “Sarcone” come la mettiamo?

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È una priorità. Stiamo lavorando. Bisognerà studia-re un piano che risarcisca Terlizzi nell’armonia dellasanità regionale. Forse servirà una legge regionale perridisegnare le ASL anche alla luce della istituzionedella sesta provincia.

È vero che tu ed il Presidente avete fatto sbarra-mento sulla sanità scegliendo Alberto Tedesco?

Gli Assessori sono tutti scelti dal Presidente che,giustamente, si confronta, accetta consigli e poi deci-de. Altrimenti sarebbe come Fitto che viveva tutto insolitudine.

Ai terlizzesi cosa intendi dire?Bisogna aiutare Nichy. Perché così si aiuta Terlizzi

che cambierà in meglio. Anzi sta già cambiando. Ilpaese del Presidente della Regione è sotto l’occhio ditutti. I concittadini da un lato devono essere orgoglio-si, dall’altro avere grande responsabilità.

Possiamo dire: due terlizzesi al vertice della poli-tica pugliese? Non era mai accaduto.

Io direi: due amici al servizio dell’intera comunità.

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Per i pugliesil’Acquedotto senza nebbie

”La Gazzetta del Mezzogiorno”3 giugno 2005

La Margherita Puglia vuole sostituire l’ottimismodella volontà del fare bene all’allarmismo con cui alcu-ni hanno ‘imposto’ la questione Acquedotto alPresidente della Regione Puglia Nichy Vendola.

Conveniamo sui gravi problemi che la gestioneRaffaele Fitto e Francesco Divella lascia. Conosciamobene i ritardi e le disfunzioni, le scelte strategicheerrate come la cessione delle partecipazioni allagestione del servizio idrico integrato per la Provinciadi Latina o per la Regione Calabria e la rinuncia aimpegnarsi nei grandi progetti dei sistemi idrici per iPaesi che si affacciano sul Mediterraneo, l’emorragiadi manager di valore e la profonda demotivazione deidipendenti tutti, con buona eccezione delle promo-zioni e degli assunti dell’ultima ora, poco prima epoco dopo il 4 aprile.

Siamo consapevoli che la situazione finanziaria èpeggiorata e che il ricorso ai “bond”, venduto comegrande riconoscimento internazionale di credibilità,nasconde una profonda crisi di redditività nella gestio-ne e incapacità a pianificare e finalizzare le scelteoperative. Il buon governo delle aziende pubblichemerita stili di management e visioni di ampio respiroche nessuno certo ha riscontrato nelle scelte di Fitto.

Quello che pensiamo serva per l’AcquedottoPugliese è una serena analisi politica per progettare il

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suo futuro. Qui ci sentiamo più vicini al PresidenteVendola quando parla di una grande rilancio, di pro-getti di alto profilo che guardino all’Europa e soprat-tutto al Mediterraneo.

Al pessimismo della ragione ed all’elencazione deiproblemi che derivano dalle cose non fatte o fattemale in passato, ci piace più ispirarci a un grande pro-getto industriale, a una prova d’orgoglio di questanuova dirigenza politica del centrosinistra pugliese edegli “uomini dell’Acquedotto”, degli oltre cioé due-mila dipendenti e delle loro famiglie che da sempreripongono tutta la loro fiducia ed i loro destini in que-sta grande centenaria azienda, patrimonio non solodella Puglia ma dell’intero Paese. Solo dopo aver tutticonvenuto sugli obiettivi, valuteremo se l’Acquedottopuò farcela da solo o avrà bisogno di un partner indu-striale e finanziario. Solo in questa logica laMargherita è disposta a confrontarsi sulla “privatizza-zione”.

Pensiamo che occorrerà operare con grande tra-sparenza e condivisione di tutti, istituzioni e cittadini-utenti ma anche, non dimentichiamolo, azionistidell’Acquedotto Pugliese. Vogliamo che si parli conchiarezza delle scelte da compiere e degli obiettivi, abreve e lungo termine, che indicheremo. I cittadinidevono sentirsi partecipi di un importante e com-plesso progetto di trasparenza ed efficienza nellagestione dell’azienda che porta l’acqua in tutte lecase, trasportandola per centinaia di chilometri dal-l’altra parte dell’Appennino.

Per far questo riteniamo opportuno che le valuta-zioni e le scelte, le verifiche che si percorra corretta-mente la strada indicata, debbano svolgersi allargandola capacità di conoscere ed intervenire. In questalogica un Consiglio di Amministrazione che rappre-senti le forze politiche che sostengono il Presidente cida più garanzie di un unico interlocutore plenipoten-ziario come un amministratore unico. Altrimenti

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sarebbe continuità negativa dei commissariamenti diFitto.

Siamo convinti che il prezzo dell’acqua debba epossa essere ridotto e non continuamente aumentatocome negli ultimi tre anni. Ma va ben spiegato che ciòsi ottiene riducendo le perdite che oggi superano il50% e riducendo i costi di gestione. È l’unica strada dapercorrere, quella dell’efficienza nella gestione,abbandonando la strada degli sprechi e iniziandofinalmente a valorizzare le risorse e le professionalitàa lungo trascurate. Per fare ciò sono disponibili oltrequattro miliardi di euro, derivanti da più fonti difinanziamento, resi disponibili per l’attuazione diopere ed interventi previsti dal Piano d’Ambito ela-borato da Fitto quale commissario delegato all’emer-genza ambientale, correggendone indirizzi e strategieche non abbiamo mai condiviso.

Sicuramente quel piano va rivisto, attualizzato edintegrato in sintonia col nuovo grande progetto cheinsieme elaboreremo per l’Acquedotto. Dovremorecuperare i ritardi accumulati. È un’opportunità dacogliere quella di avere oggi la possibilità di ridise-gnare le linee guida di quel Piano dell’Ambito Puglia,in sintonia e accordo con l’Autorità d’Ambito, cherappresenta l’Assemblea di tutti i Comuni pugliesi,veri proprietarie delle reti idriche e fognarie gestitedall’Acquedotto.

Siamo fiduciosi che una nuova visione in meritoagli obiettivi ed alle strategie del sistema di gestionedell’acqua per la nostra Regione e una valorizzazionedel patrimonio di competenze che risiede in questanostra grande azienda meritino una gestione piùampia e partecipata di quella degli ultimi anni. Siamoprofondamente convinti di avere il dovere di ascolta-re i bisogni e le priorità che vengono dai cittadini edai loro Comuni e con loro e per loro riprogettare ilpiano degli investimenti da realizzare e le priorità darispettare.

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Se riusciremo a trasformare il palazzo delle “neb-bie” di via Cognetti, come è stato ridotto in questianni, in un luogo dove fare impresa e cultura dell’ac-qua, dove discutere dei grandi temi che riguardano lacarenza della risorsa idrica dei paesi del Mediterraneoed elaborare progettualità e soluzioni solidali che uti-lizzino e valorizzino la grande storia dell’AcquedottoPugliese, avremo perseguito e centrato uno degliobiettivi più importanti ed ambizioni della nuovaamministrazione.

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Mostrare i muscoliè sbagliato e nuoce

“Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno”8 giugno 2005

Nel dibattito interno alla Margherita sulla lista uni-taria compito della classe dirigente che pensi agli inte-ressi generali del Paese è quello di abbassare i toni edevitare proclami che non riscaldano nemmeno lacurva nord dei tifosi. I silenzi si interpretano anchecome volontà di evitare rotture e consentire unamaturata e convinta ricomposizione umana e politica.I proclami tentano di dimostrare una “supposta” forzadi muscoli che nuoce soltanto.

È inevitabile considerare che qualunque ipotesi discissione produca effetti negativi superiori a quellipositivi. È anche inevitabile considerare che, in unsistema democratico quando si vota, e nellaAssemblea Federale della Margherita si è votato, gli“sconfitti” accettino le decisioni democraticamenteadottate. Ma su cosa abbiamo votato? Il documentoproposto da Rutelli, Marini e Franceschini dicevatanti sì ed un solo no. Si alla leadership di RomanoProdi con un Governo stabile e “forte”, si all’Unionedei partiti del Centrosinistra, si all’Ulivo e si allaFederazione quale cooperazione rafforzata tra i parti-ti riformisti.

Il no riguardava la lista unica da presentare nelsistema proporzionale Camera Deputati in occasionedelle elezioni del 2006. Interessava, cioé, il 25% del-l’attribuzione dei seggi camerali e solo questi. Questo

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documento ha raccolto l’80% dei consensi tra cui ilmio e quello di tanti altri pugliesi.

Nessuna ipotesi neocentrista, né tantomeno undietrofront rispetto alle ragioni costitutive della nasci-ta della Margherita. Per quanto mi riguarda le ipotesineocentriste non ci sono mai state, neanche ai tempidella DC quando ritenevo e praticavo l’incontro traculture diverse che avevano prodotto, in tanti anni diRepubblica, la democrazia italiana seppur da angola-zioni diverse. Ricordo di essere stato il primo Sindacodemocristiano d’Italia ad avere in Giunta, con l’alloraPDS, Rifondazione Comunista. Non era una necessitàpersonale. Ero convinto, per dirla con Moro, chefosse necessario inserire nel circuito del potere quan-ti ne erano stati esclusi, giustamente, per anni ed avvi-cinarli alla responsabilità di governo. Il mondo cam-biava, le ragioni del 1948 erano un bel ricordo supe-rato dalla storia. La forza dei vincitori era andare avan-ti, non indietreggiare.

Detto questo, dico anche che una Margherita fuoridal Centrosinistra non ha senso e nessuno la ipotizza.Quindi tale demonizzazione tende soltanto a coprirele proprie responsabilità. Le storie personali e politi-che di Rutelli, Marini e Franceschini e di tanti altrisono garanzia assoluta.

A me i fax non piacciono. Ricordo quello triste evigliacco di Martinazzoli quando si dimise dal PPI.Ricordo anche quelli di Craxi da Hammamet. Eranofax di un esiliato e di un ricercato. Fax pieni di livoree rabbia, forse giustificabili umanamente, assoluta-mente da respingere sul piano politico.

In politica non si impone, si propone e si convin-ce. Quale reato si commette quando si evidenzia lanecessità di presentare il simbolo della Margherita alproporzionale? Quale rottura si produce? Quale disin-teresse di dimostra contro l’unità del Centrosinistra?

Perché chi vuole imporre non commette lo stessoerrore? Perché chi produce documenti scissionisti

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non crea danno al Centrosinistra? Perché chi fa pro-clami e mortifica la Margherita non mette in atto unprocesso di delegittimazione? Sono domande allequali rispondere è pleonastico. Si potrebbe risponde-re che non siamo solo “belli guaglioni”!

Sono convinto che in Italia sia giunto il momentodi lavorare per un grande partito democratico e rifor-mista. Penso che la Federazione sia un buon mezzo.Ritengo che tale processo non passi ovviamente attra-verso l’adesione al percorso socialista come quellorealizzato al Parlamento Europeo dai DS. Penso chenessuno possa realizzare questo progetto con minac-ce di scissione, con fusioni a tavolino, con incorpora-zioni. I processi politici si costruiscono dal basso ematurano nella coscienza delle persone. Impongonoanche una grande convergenza programmatica sullecose da fare. E su questo penso che andrebbe accen-tuata la discussione.

Nessuno può imporre un progetto così alto edinnovatore. Nessuno può ritenersi leader dopo averprovocato una scissione. L’imposizione frena il pro-cesso stesso invece di aiutarlo a crescere.

Ecco perché alle rivendicazioni ed ai proclamivanno anteposti certi silenzi che non sono sinonimodi incapacità di scelta, ma di rif lessione, mediazione,senso di responsabilità verso i reali bisogni dei citta-dini che oggi si traducono in occupazione, sviluppo,sanità, efficienza della Pubblica Amministrazione.

La lista unitaria al proporzionale non produce red-dito ai cittadini e nemmeno pane e cicoria.

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Agazio Loiero, Luigi Lusi, Francesco Rutelli e Gero Grassi. Festa Nazionale della Margherita. Polignano 2004.

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Grassi: “Bentornato a casaa chi stava per andare via”

Gero Grassi, segretario regionale dellaMargherita, è contento come una Pasqua. Non soloperché il partito non ha subito fratture, ma perchéla linea del Piave quella Rutelli e Marini insieme, ii suoi referenti nazionali – ha tenuto ed ha vinto.

Grassi, dal suo punto di vista cosa è successo?“È successo che la Margherita ha tenuto il suo sta-

tus giuridico e politico all’interno del centrosinistra.Anche i DS hanno compreso che si stava andandoverso lo sfascio e che i processi politici non si impon-gono, ma si propongono e si fanno maturare neltempo. Tranne qualcuno che brigava per la scissione.”

Chi?“Parlo dalla curva nord del mio partito.

Ovviamente tutti hanno capito. Ovviamente tuttihanno capito che la scissione non avrebbe riguardatosolo il nostro partito.”

Beh, Prodi ha anche capito che si stava giocandola leadership.

“Anche questo, perché la partita non si potevaavvitare, su un 25% di voti nel proporzionale. Non èstato spiegato alla gente, ma si è trattato di questo,non di derive neocentriste come qualcuno ha detto.Moro ci ha messo tre anni per far capire che bisogna-va allargare a sinistra, Io credo che la linea di Prodi siavincente, ma ci vuole più tempo, strutture di partitodiverse. E poi mi chiedo: dove saremmo andati tutti,

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nel Pse? Io non sto più nel Ppe, ma dico a D’alema chenon sono ancora socialdemocratico.”

In Puglia si apre la caccia alle streghe?“Per niente. Prodi ha chiesto garanzie per i suoi

che già avevano. In Puglia io non ho fatto riunioni diarea, ma mi fa piacere che chi aveva già affittato illocale per ospitare il nuovo partito ora potrà rispar-miare sul fitto. Si sta tutti insieme.”

Ma perché scelgono di venire qui Prodi e Rutelliinsieme?

“Rutelli ieri sera (l’altra sera n.d.r. ) quando mi hachiamato mi ha ribadito che la Margherita sceglie ilSud perché qui è andato fortissimo. Ed anche, credo,perché la stragrande maggioranza in Puglia è semprestata con Rutelli e Marini.”

D’accordo sulle primarie?“D’accordissimo, voteremo Prodi con entusiasmo.

Prodi è ora sulle nostre posizioni e non potevamochiedere di più.”

E a Procacci cosa vuol dire?“Ben tornato.”

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Troppi giovani disoccupati.Serve un patto per il lavoro

“La Repubblica Puglia”22 giugno 2005

Dal dibattito che si è aperto nel Paese, sui temidella crisi economica ed occupazionale, emergonospunti di rif lessione che ritengo, in qualità diCoordinatore Regionale della Margherita Puglia, sia ilcaso di evidenziare e proporre al nuovo governoregionale pugliese. Primo tra tutti, per l’importanzastrategica che ricopre, la questione del lavoro e dellavoro dei giovani in particolare. Il tema non è di quel-li di facile impatto per almeno due motivi: primo, per-ché non può essere discusso al di fuori di un ragiona-mento complessivo sul quadro generale dell’econo-mia della Regione Puglia; secondo perché è difficilecontinuare a pensare che nulla sia cambiato nelnostro mercato del lavoro e che solo con manovre dicarattere episodico, sia ancora possibile creare nuoviposti di lavoro stabili e sufficientemente retribuiti.

Nel mercato del lavoro pugliese tante cose sonocambiate e nelle città la percezione di questi muta-menti è ancora più evidente. Soprattutto i giovanisanno, perché lo vivono quotidianamente sulla loropelle, che tante regole consolidate non esistono più.

Il buon titolo di studio corrisponde sempre meno,nell’immediato, ad un buon lavoro di qualità. Solopochi possono ancora ambire ad un lavoro per tuttala vita; termini come “co.co.pro.”, contratti a tempo,lavoratore in affitto, sono ormai entrati nel lessico

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comune di un segmento giovanile, quello compresotra i 25 ed i 35 anni, che si misura ormai da tempocon il problema dell’ingresso e della permanenza nelmoderno mercato del lavoro. A ciò si aggiunga unapermanente difficoltà delle Istituzioni nel comunicareche questo segmento importante della popolazioneattiva.

Nelle città della Puglia il fenomeno è ancora piùevidente. In esse si concentra il 62 per cento del tota-le regionale della popolazione in cerca di lavoro e laquota più rilevante è rappresentata da giovani al disotto dei 29 anni; un segmento ben secolarizzato espesso lontano dalle soglie di povertà. Un potenzialedi ricchezza strategico al quale non si può continuarea raccontare chiacchiere. Occorre quindi da subito:mettere mano alla realizzazione di un Patto regionaleper il lavoro giovanile, nella forma di un vero e pro-prio complemento di programma aggiuntivo, concer-tato tra glie enti locali e la Regione e realizzato con lapartecipazione diretta degli attori locali.

E poi riformare la “non riforma Fitto” della forma-zione professionale in Puglia, prevedendo una delegaalle Province che sia ponderata e realistica nei tempi,nelle risorse finanziarie e negli impegni per la forma-zione del personale che a livello provinciale gestirà leattività programmate dalla Regione Puglia; potenziareil monitoraggio ed il controllo sociale della spesa peril lavoro, la formazione e gli investimenti produttivi,coordinando i tanti organismi esistenti nella Regionee le risorse professionali messe a disposizione dallaRegione e da Enti pubblici nazionali (Isfol, Formez,Sviluppo Italia, Italia Lavoro) magari attraverso unpotenziamento del ruolo della task force per l’occu-pazione regionale, recentemente rinnovata dallaGiunta Vendola.

Occorre, infine, negoziare, questa volta da unaposizione di forza, con il governo nazionale e nell’am-bito della tanto proclamata nuova legge sulla compe-

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titività, un nuovo regime di ammortizzatori sociali chepreveda anche forme locali di incentivo alla assunzio-ne di manodopera giovanile. Si tratta solo di alcunedelle molte priorità che il nuovo Governo regionale sitrova ad affrontare. Un Governo al quale – comeMargherita Puglia – non faremo mancare l’appoggio,ma che continueremo a stimolare e pungolare perrisolvere al meglio le emergenze della nostra societàpugliese.

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Terlizzi: luglio 2005. Antonella Provvisionato, Loredana Tomasicchio, Gero Grassi, Angela Cassano con Rosanna Guastamacchia.

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Si puntialla ripresa economica“La Gazzetta del Mezzogiorno”

26 luglio 2005

Lo sterile dibattito instaurato attorno alla cosiddet-ta “parentopoli Pugliese”, ha tutte le caratteristicheper essere considerato come il solito tormentone esti-vo, rischiando di spostare l’interesse della classe poli-tica dai problemi reali della Puglia.

Non dobbiamo mai dimenticare, infatti, che questanuova classe dirigente ha ereditato una Puglia in decli-no, stretta nella morsa di politiche dissennate e ildovere principale del nuovo governo è quello di nondeludere le aspettative dei tanti cittadini sul qualehanno riposto fiducia.

Lo sviluppo economico Pugliese - come del restoquello dell’intero Mezzogiorno d’Italia - degli ultimidieci anni ha subito una forte recessione, le sueimprese sono cresciute meno della media nazionale,l’export ha subito un significativo calo, il settore cre-ditizio continua ad essere colonia del potere delle ban-che del nord e si è ridotta notevolmente la capacità diattrarre investimenti.

Ai precedenti governi della Puglia è mancata lacapacità di programmazione economica, una efficacepolitica industriale a supporto delle imprese. Non hascommesso sui distretti industriali come ulteriorevolano della crescita economica e produttiva.

Ma la sfida del centrosinistra non può esaurirsi nelpiangersi addosso e nel denunciare le evidenti ina-

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dempienze delle gestioni passate. Il nuovo governo hal’obbligo di regolare le priorità, calendarizzare gliinterventi, scegliere gli strumenti, pianificare e pro-gettare politiche adeguate in grado di concorrere allacrescita economica della nostra Puglia.

Con una seria e rinnovata politica industriale, sipotranno determinare quelle economie di scala, ingrado di far fare alla Puglia il salto di qualità meritatoe ponendo le basi per ritornare a farle recitare la parteche gli spetta sul palcoscenico nazionale.

Diversamente, rischiamo di occuparci esclusiva-mente del piccolo cabotaggio alimentando polemichefine a se stesse, che rischiano di ingessare l’azioneamministrativa.

Bari, 25 luglio 2005

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Riflessioni sull’agricoltura pugliese

“La Gazzetta del Mezzogiorno”29 luglio 2005

La Margherita Puglia ritiene che gran parte degliinterventi e delle politiche realizzate in questi ultimianni, in agricoltura, purtroppo, partivano da duegrandi errori: lo scenario che si analizzava era troppo“stretto”(solo la nostra regione) e viziato da vecchielogiche.

Partendo da questi due grandi errori si sono pro-grammati gli interventi in maniera scollegata (il fulcrodell’intervento è stata la singola azienda agricola enon il sistema delle aziende agricole ed agroalimenta-ri) e senza alcuna proiezione a medio termine.

In futuro una seria programmazione che pongarimedio a questa situazione, non potrà prescinderedalle caratteristiche dell’imprenditore, delle aziende edelle produzioni pugliesi e definire specifiche edorganiche politiche per abbattere i vincoli e proiet-tarle al mercato.

Attualmente c’è un imprenditore naturalmentedestinato ad uscire dal mercato. Esistono infatti tan-tissimi operatori con aziende piccolissime e con pro-duzioni estensive che non sono organizzati con strut-ture economiche consortili valide, che non hannonessun potere contrattuale nel mercato e che contri-buiscono ad abbassare il prezzo di cessione del pro-dotto, assorbendo la maggior parte dei fondi regiona-li e comunitari. Bisognerebbe accompagnare questi

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imprenditori fuori dal mercato con un serio piano diprepensionamento e la contemporanea costituzionedi un’agenzia per il riordino fondiario.

Le aziende agricole hanno bisogno di alcuni ele-menti per crescere, migliorare e competere. L’acqua,l’energia, i servizi, i mercati, la ricerca, i capitali e laqualità degli addetti sono elementi minimi di base perfar sviluppare un’impresa.• Acqua: è necessaria una programmazione sul repe-

rimento, la gestione e l’utilizzo;• Energia: va introdotto l’uso dell’energia alternativa

o la produzione di energia attraverso le biomasse(attualmente smaltite con costi aggiuntivi);

• Servizi: finita l’epoca dei Consorzi agrari edell’Ente sviluppo, l’azienda non ha attualmentealcun riferimento per i servizi di assistenza tecnicané per la sicurezza;

• Mercati: la Puglia è lontana dai grandi mercati diconsumo. Bisogna presentarsi su pochi ma solidimercati, consolidando la nostra forza di sistema, epoi allargarsi;

• Ricerca: è intempestivo pensare ad un centrounico finalizzato alla ricerca in agricoltura. E’ piùproficuo l’inserimento del nostro sistema nei gran-di circuiti di ricerca e sperimentazione;

• Capitali: è necessario un intervento pubblico fina-lizzato alla ristrutturazione del debito delle azien-de. Bisogna, inoltre, che il rapporto imprese agri-cole - sistema bancario sia mediato da un sistema di“consorzi fidi”, convenientemente capitalizzati;

• Uomini: sono indispensabili programmi di forma-zione costante e diffusa, organizzati dal pubblico einterventi infrastrutturali per stabilizzare la mano-dopera extracomunitaria.In merito alle produzioni, infine, la Margherita

ritiene che vadano riorganizzati e potenziati iConsorzi di bonifica. Bisogna promuovere i Consorzidi Difesa, attorno ai quali deve svilupparsi tutta l’atti-

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vità di difesa attiva e passiva. Per sostituire l’Ente disviluppo, invece, è necessario costituire un’Agenziadi coordinamento e non di gestione, che sia di indi-rizzo sulla ricerca, sulla formazione, sull’assistenza esulla programmazione in agricoltura.

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Terlizzi: luglio 2005. Gaetano Piepoli, Sandro Desiderato, Ruggero Mennea, Franco Bux e Antonio Gaglione.

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Terlizzi e Regione Puglia “Confronto”luglio 2005

Maria Teresa De Scisciolo, brava Direttrice del“Confronto”, mi chiede gentilmente alcune rif lessionisul rapporto Regione Puglia - Terlizzi a circa tre mesidall’insediamento di Nichy Vendola a Presidente dellaRegione Puglia.

Non so se sono la persona giusta per un bilanciopolitico-amministrativo, per via del ruolo politico diCoordinatore Regionale della Margherita Puglia. Ciproverò. Senza retorica e senza enfasi, cercando dioffrire spunti di rif lessione.

Supero le condizioni generali della Regione eredi-tata da Fitto. Condizioni disastrose sotto ogni punto divista.

Vado al cuore del problema: Terlizzi, che é ilComune del Presidente e quello mio, da entrambiamato. La buona amministrazione, però, deve guarda-re sempre agli interessi generali di tutti i Comunipugliesi.

Vediamo gli atti regionali come si intersecano congli interessi della nostra cittadina.

Uno dei primi atti della Giunta Regionale Vendola éstato quello di approvare alcune “lottizzazioni” che,pronte, giacevano da mesi all’Assessorato RegionaleUrbanistica, forse solo perché riguardavano ilComune di Terlizzi.

Poi si é proceduto con un sostanziale contributo alComune che ha offerto i fiori per la storica visita delPapa a Bari, nel maggio scorso. In materia di cultura

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notevole é stato l’intervento della Regione per la rea-lizzazione della apertura della Pinacoteca De Napoli ela mostra sui Fiori dei Medici, evento non ancora com-pletamente metabolizzato dai terlizzesi.

In materia sanitaria, partendo dalla necessità dirivedere l’assetto delle ASL dopo la istituzione dellasesta provincia pugliese, la Giunta Regionale haapprovato la Modifica alla Legge Regionale 18/1994inerente gli ambiti territoriali ASL. Terlizzi costituirà,con i Comuni di Molfetta, Giovinazzo, Ruvo, Corato,Bitonto e Palo la ASL del Nord Barese. La popolazionedell’intero bacino é di 253.678 abitanti. Tale inter-vento non riguarda solo la composizione ASL, ma toc-cherà a breve le riforme strutturali ed organiche cheporranno rimedio alle insensate scelte del GovernoRegionale precedente. Non si tratta di favorire lanostra ASL, ma di dare giustizia alla sanità puglieseresa un colabrodo da interessi localistici e politici dichi ha visto alla sanità non come diritto sancito dallaCostituzione, ma come mezzo per irrobustire il pote-re personale e clientelare.

Tanto questo é vero che la iniziativa della Regionenon si limita alla nostra ASL, ma punta alla elimina-zione del concetto assurdo della divisione del PoloMedico da quello Chirurgico, presente solo nellaPuglia di Fitto.

Alla fine del percorso legislativo ed amministrati-vo, nel caso di Terlizzi, d’intesa con gli operatori sani-tari e parasanitari, il Comune e le organizzazioni pro-fessionali, si giungerà ad un Ospedale di circa 150posti letto dotato di Area di Pronto Soccorso con lettidi Osservazione Breve Intensiva, Rianimazione,Funzione Traumatologica-ortopedica; il DipartimentoInternistico con funzioni di Medicina Interna,Cardiologia, Gastroenterologia, Neurologia; unDipartimento Chirurgico; un’Area Materno-Infantilecon funzioni di Ostetricia, Casa Parto; un’Area deiServizi con funzioni laboratoristiche, emotrasfusiona-

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li, radiologia, anestesia, farmacia. Il nostro Ospedale sarà, insieme a quello di

Molfetta e Corato, in grado di assicurare i servizi pri-mari per una sanità europea. E soprattutto consentiràai degenti di non dover ricorrere al tour sanitario inoccasioni di bisogno.

Analogamente, ai fini di incentivare la occupazionee la qualità della vita a Terlizzi, la Regione Puglia, d’in-tesa con il Comune ed il Laterificio Scianatico, stalavorando alla delocalizzazione dello Stabilimento.Non é materia quella ambientale che può essere risol-ta facendo riferimento alla carta bollata. La concerta-zione, i tempi, le reciproche volontà devono produrrela delocalizzazione dello stabilimento del quale spessosi é parlato senza andare al cuore del problema. Nonsi tratta di spostare un quadro, ma un insediamentoproduttivo. Lo si farà nella misura in cui le diverseforze si muoveranno nella stessa ed identica direzio-ne. I primi passi nel settore dimostrano che la volon-tà di tutti é la stessa. Ci sono gli auspici per lavorarebene e raggiungere il risultato atteso da decenni.

Sempre in materia di occupazione e sviluppo, laRegione Puglia, su proprio suolo ricadente in area diCesano, sta favorendo un insediamento produttivoche offrirà diverse decine di posti di lavoro attraversol’insediamento di un’azienda di conservazione e tra-sformazione di prodotti agricoli. Alla Regione Pugliatale intervento non costerà un euro essendo prevista,invece, a totale carico dell’azienda una spesa di circa15 miliardi di vecchie lire.

Qualche giorno fa, l’Assessore Regionaleall’Agricoltura Enzo Russo, il Presidente della RegioneNichy, io stesso e gli Amministratori Comunali abbia-mo visitato il vecchio ed il nuovo Mercato dei Fioridopo aver accertato che le promesse di Fitto sull’im-porto stanziato in bilancio per il completamento delnuovo Mercato dei Fiori erano state le ennesime bugiedel giovane-vecchio ex Presidente della Puglia.

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Immediatamente é stato attivato un tavolo di studioche dopo l’estate sarà in grado di indicare dove repe-rire le risorse necessarie per il completamento dellastruttura di via Mariotto.

Questi i fatti. Forse aridi, ma sintetici. Fatti che nondicono quanto lavoro quotidiano sta alle spalle.

Sanità, Strumenti Urbanistici, Qualità della vita edambiente, Occupazione, Agricoltura e Floricultura iprimi decisi e sostanziali interventi della RegionePuglia per Terlizzi.

Un’ultima annotazione. Senza alcuna polemica. Io e Nichy, nella diversità dei ruoli, collaboriamo in

perfetta intesa, quotidianamente, non solo perTerlizzi, ma per l’intera Puglia.

Terlizzi deve essere città competitiva con una clas-se politica locale che assuma atti e comportamentiall’altezza della situazione e con cittadini che, nelladiversità dei ruoli, dicano no alla logica dei piagnistei,delle sterili polemiche, delle inutili gelosie e contrap-pongono a questi elementi negativi la consapevolezzache insieme possiamo trasformare la nostra Terlizzi inuna città aperta, di pace, di grande sviluppo, di cul-tura.

Io e Nichy lavoriamo per questo. Ce la faremo, tuttiinsieme, se la Città sarà all’altezza del compito.

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Gli oratori non si toccano “Barisera”

4 agosto 2005

Senza il rischio di alimentare inutili polemiche, èopportuno fornire un piccolo contributo alla discus-sione sulla vicenda del finanziamento agli Oratori,sollevata da alcuni consiglieri dei Verdi e del partitodella Rifondazione Comunista.

E’ inconfutabile la funzione sociale svolta dagli ora-tori, intesi come veri e propri luoghi di incontro epunti di riferimento di molti giovani, che attraversoquesti encomiabili luoghi di aggregazione, forgiano laloro educazione, arricchiscono la loro formazione esi preparano ad affrontare le sfide che la società glipone innanzi.

Non c’è necessità, pertanto, di ribadire la compro-vata azione educativa e l’alto valore sociale di questiimportantissimi contenitori (cattolici e non), ma ovece ne fosse ancora bisogno, ribadiamo la nostra com-pleta propensione ad alimentare la loro insostituibilefunzione.

Detto ciò, però, ci rendiamo conto che come pertutti gli altri problemi sul tappeto, occorre una pro-grammazione a monte. E’ necessario regolare i biso-gni, ordinarli a seconda delle urgenze e destinare ledovute risorse per il loro finanziamento.

E’ inutile entrare nel merito di quello che è avve-nuto durante la gestione passata, dobbiamo necessa-riamente guardare avanti.

E guardare avanti, per noi, significa sostenere ilprincipio del loro importante esercizio sociale, senza

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mai dimenticare un’adeguata gestione finanziaria, cheeviti gli sprechi e non leda ulteriori iniziative di cre-scita sociale.

Se sapremo coniugare il valore delle nostre propo-ste con un’oculata gestione delle risorse, marcheremonettamente l’inversione di quella tendenza viziosa cheha caratterizzato la Puglia negli ultimi anni, interpre-tando appieno la crescente domanda di cambiamentoche proviene dai cittadini.

Bari, 3/8/2005

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“Grassi: non esiste il progettoper il grande centro”

Intervista di Franzi De Palma“La Gazzetta del Mezzogiorno”

29 agosto 2005

Gero Grassi, Coordinatore regionale dellaMargherita interviene nel dibattito di questi giorniche ha provocato scintille nell’Unione e soprattuttotra il suo partito e i DS.

“Il Grande centro? Non se ne parla proprio. Anzimi sembra strano che ogni tanto venga evocato.”

Non si può dedurre, solo dopo un incontro conFormigoni il al meeting di CL a Rimini, che Rutellimira a fare i grande centro?

“E’ una forzatura che purtroppo alcuni alleati ognitanto fanno”.

Ma è oggetto di discussione anche di molti com-mentatori politici?

“La verità è che il nostro sistema bipolare funzionamale. Deve essere modificato. Il senatore Latorre pro-pone il maggioritario a doppio turno, io propendoper il sistema tedesco con lo sbarramento. Abbiamofatto il bipolarismo per avere maggiore organicità nelsistema politico. Ha prodotto invece una parcellizza-zione dei partiti che alterano e minano alla base ilsistema perché per raggiungere il 51% si è costretti afare accordi anche con il diavolo.”

Che cia sia tensione nella coalizione di centrosi-nistra è sotto gli occhi di tutti?

“Le fibrillazioni derivano dal fatto che qualcuno

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ritiene il centrosinistra una coalizione bloccata. Chi èil primo partito deve rimanere tale e c’è in sensorifastidio all’attivismo del secondo. La competizioneall’interno del centrosinistra invece è importante ed èun valore in più. I DS sono i nostri migliori alleati manon possono pensare di essere sempre il partito dimaggioranza relativa, noi aspiriamo a diventarlo.”

Volete contarvi e per questo avete bloccato lalista unitaria?

“Non solo. E’ una questione politica, andare inordine sparso significa mantenere all’interno del pro-getto di centrosinistra la propria identità. I processidevono maturare, forzare la mano come ha fattoFassino il giorno prima della Direzione Nazionaledella Margherita, è sbagliato, blocca il processo. C’èanche un problema da non sottovalutare: questo par-tito riformista dove si colloca in Europa? Perché se idiessini non possono venire nel Ppe, così noi nonandremo mai nel Pse.”

Gli elettori vi chiedono unità e con le primariealle porte queste polemiche non aiutano a metterea punto un programma condiviso da tutti per potergovernare il Paese?

“Certo bisognerà fare un po’ chiarezza ma sonosicuro che il centrosinistra sulle grandi questioni èunito. Le primarie servono anche a questo e noisosterremo Prodi con forza”.

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Acquedotto, due ragioniper lasciarlo pubblico

“Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno”30 settembre 2005

Nelle sue dichiarazioni programmatiche ilPresidente della Giunta Regionale Vendola ha affer-mato la necessità di una ripubblicizzazionedell’Acquedotto Pugliese S.p.a., una scelta che anchela Margherita Regionale Puglia sostiene, ritenendolastrategica e quanto mai opportuna.

La realizzazione di un processo di privatizzazionerappresenterebbe per le grandi multinazionali del set-tore, l’occasione ideale per acquistare a poco prezzouno dei più grandi acquedotti del mondo, trasforman-dolo in un mero meccanismo di produzione utili enon di un servizio idrico, atto a contribuire alla cre-scita economica e civile della nostra regione.

La Margherita Puglia, attraverso l’analisi del Pianod’Ambito di ATO Puglia, che ha individuato il pro-gramma degli investimenti complessivi nei prossimi30 anni, necessari per garantire un livello adeguatodel servizio di distribuzione idrica, ha elaborato duepossibili modelli di ripubblicizzazione, entrambi rea-lizzabili con il ricorso strumenti di c.d. finanza sosti-tutiva.

A) Ripubblicizzazione parziale Il piano d’ambito dell’ATO di Puglia ipotizza un

finanziamento da parte del soggetto pubblico di circa955 milioni di euro da destinare a parziale copertura

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degli investimenti previsti dal Piano d’Ambito per ilperiodo 2003/2018 con un impegno a carico dellatariffa e, quindi, del futuro gestore, commisurato allaquota residuale, pari a 3.715 milioni di euro. In parti-colare il problema più urgente cui destinare il finan-ziamento pubblico aggiuntivo è rappresentato dallariduzione delle perdite delle reti idriche cittadine, diproprietà delle Amministrazioni Comunali.

Dal piano risulta che le perdite in adduzione sonodel 13,7% mentre le perdite in distribuzione 35,80%.L’investimento previsto nel Piano d’Ambito nel tren-tennio per il recupero delle perdite fino ad una per-centuale del 9% in adduzione e del 15% in distribu-zione è pari a 875 milioni di euro, distinto in investi-menti per manutenzione acquedotto (577) fognature(122) depurazione (176). Pertanto se la riduzionedelle perdite, conseguente agli interventi di manuten-zione, fosse anticipato al II anno, a seguito dell’imme-diata disponibilità dei citati 875 milioni di euro,necessari per coprire le spese di manutenzione previ-ste nell’arco del trentennio, è ragionevole prevedereun effetto positivo sulla possibilità per la tariffa all’u-tenza di sopportare un maggiore livello d’investimen-ti nella fase iniziale della gestione, consentendo cosil’accelerazione dei tempi necessari per il consegui-mento degli standard ottimali dei livelli di servizio.

La provvista finanziaria di 438 milioni di euro (cor-rispondenti al cofinanziamento necessario per acce-dere ai Fondi CEE per un uguale importo) potrebbeessere realizzata attraverso l’emissione, da parte delleAmministrazioni Comunali pugliesi di BuoniObbligazionari Comunali per un importo di 438milioni di euro (possibile sulla base della capacitàd’indebitamento attualmente disponibile) che con-sentirebbe l’accesso ai fondi CEE e l’immediato rea-lizzo dell’intervento. Tuttavia per non annullare deltutto per molti anni la capacità d’indebitamento deicomuni detti BOC dovrebbero (art. 35 legge finanzia-

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ria 2004) essere convertibili in obbligazioni assunteda Infrastrutture Spa che, a sua volta, potrebbe con-tare sul recupero del capitale a seguito dell’aumentodel fatturato, conseguente all’anticipata realizzazionedegli interventi di manutenzione.

B) Ripubblicizzazione totaleDalle previsioni elaborate dal piano d’Ambito

(ATO) Puglia, tuttavia, si evince che detto interventoè solo parzialmente risolutore del vero problema rap-presentato dalla debole consistenza patrimonialedell’A.Q.P. spa, che autorizza seri dubbi sulla realecapacità di sopportare nel corso dei trent’anni l’in-gente sforzo (715 milioni di euro) posto a suo totalecarico per l’adeguamento del rete del servizio idrico.

A tal fine una soluzione che conferisca all’AQP lastabilità patrimoniale e l’efficienza allocativa realmen-te necessaria, senza comprometterne la natura pub-blica e rispettando il ruolo di Comuni è rappresenta-ta dal conferimento nel capitale sociale dell’AQP dellereti idriche di distribuzione cittadine di proprietàcomunale, valore non inferiore ai 4.500 miliardi divecchie lire. Sulla base di detto capitale sociale è pos-sibile effettuare un’emissione di azioni pari al 30% dafar sottoscrivere ad Infrastrutture Spa ( natura pubbli-ca essendo partecipata al 100% dalla Cassa Depositi ePrestiti Spa). In tal modo con i proventi di detta dis-missione e quelli derivanti dai ricavi gestionali è real-mente possibile realizzare le condizioni necessarieper far conseguire al servizio idrico integrato gli stan-dards di livelli europei richiesti.Questa ipotesi sareb-be definitivamente rafforzata se nell’A.Q.P. s.p.a. fos-sero conferite anche le reti cittadine di distribuzionedel gas, anch’esse di proprietà comunali e l’Amet,azienda elettrica di proprietà del Comune di Trani. Intal modo si disporrebbe di un’azienda capace di ero-gare, acqua, gas ed elettricità. La proprietà rimarreb-be pubblica e potremmo avere realmente un soggetto

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capace d’imprimere la spinta decisiva allo sviluppoeconomico pugliese.

A tal proposito mi limiterò a ricordare l’esperienzapositiva dell’ACEA di Roma, dell’Azienda del gas diGenova che oltre ad acquistare la Galileo Ferrari (ser-vizio dell’acqua) si è fusa con l’AziendaMunicipalizzata Elettricità di Torino ed alle Holdingdella Lombardia, del Veneto e della Lombardia.

Per realizzare questo secondo modello di ripubbli-cizzazione è pero necessaria una specifica iniziativalegislativa che potrebbe essere presa dai Parlamentaripugliesi in occasione della discussione della prossimafinanziaria. Non costerebbe un euro al bilancio delloStato e risolverebbe con le sole forze dei pugliesi ilsecolare problema dell’acqua.

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Abbiamo scopertoun extraterrestre.

Si chiama Raffaele Fitto“Gazzetta del Mezzogiorno”

7 ottobre 2005

Abbiamo scoperto finalmente che gli extraterrestriesistono. Sì, è questa la sensazione che si ricava leg-gendo la nota dell’ex presidente della Regione,Raffaele Fitto, pubblicata dalla Gazzetta. Sembra chel’ex presidente sia atterrato per la prima volta inPuglia e che assista sconvolto ad un panorama politi-co a lui sconosciuto.

Invece i pugliesi sanno molto bene, e lo hannodimostrato con le elezioni di aprile, che l’exPresidente è un politico di “lungo corso”. Anzi, la suagestione del potere si è caratterizzato con un’impron-ta tutta tecnicista, lontana dal benché minimo riferi-mento ai valori. L’ex presidente - sicuramente senzasaperlo - può essere iscritto nel filone filosofico dicoloro che credono che la Tecnica sia il nuovo credo.

Il Coordinatore regionale di Forza Italia rivendicadi attenersi ai principi della Chiesa.

Al di là della portata un po’ troppo impegnativadell’affermazione, mi chiedo come questa petizionedi principio si sia materializzata quando l’ex presi-dente ha ispirato un piano ospedaliero che non haposto l’uomo, con i suoi bisogni, al centro del proget-to, ma un’astratta concezione tecnocratica e ragione-ristica; mi chiedo come l’insegnamento della Chiesa,

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al quale l’ex presidente dice di ispirarsi, si sia manife-stato quando per anni sono stati congelati centinaia dimiliardi di lire per i servizi sociali e per le fasce piùdeboli. E l’elenco potrebbe continuare.

Al di là dell’autoassoluzione, il fittismo al potere èstato un concentrato di pure esercizio di potere,senza senso e senza ideali.

La questione, quindi, è molto più seria rispetto allebasi culturali che emergono dallo scritto di Fitto.

Aldo Moro diceva che dobbiamo vivere nel tempoche ci è dato vivere; e noi viviamo in un’epoca digrandi rivolgimenti politici e culturali. Un’epoca cheha disegnato una nuova concezione della modernità,che ha condotto ad una secolarizzazione sempre piùaccentuata, che ha prodotto e reso senso comunenuovi modi di essere. Chi si rifà alla dottrina e all’in-segnamento della Chiesa deve vivere il suo tempo,cercando di essere vicini ai più poveri, agli emargina-ti, alle “vite da scarto”, di cui parla il sociologoBauman, prodotti dalla competizione globale. E deveessere parte integrante del suo tempo, cercando dinon rinunciare ai proprio ideali e all’insegnamentodella Chiesa.

Tutti hanno il diritto di esprimere liberamente leproprie opinioni e nessuno può arrogarsi il diritto diescludere dal contesto democratico e civile le ideedegli altri, a maggior ragione se non le si condividono.E nessuno può negare alla Chiesa, della quale siamofigli fedeli, pur nella consapevolezza che errare èparte integrante della vita umana, il diritto di espri-mere il rispetto della fede e dei propri valori.

Non ci piacciono i fondamentalismi, di qualsiasitipo o colorazione politica siano.

L’ex Presidente Fitto tenta di resuscitare una sortadi “questione romana”, con stile e linguaggio che sem-brano figli dell’Ottocento. Chi come noi, si è formatonel clima del cattolicesimo democratico, non ha nullada farsi perdonare per il passato. La giusta linea di

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demarcazione dei rapporti tra politica e religione èiscritta nel nostro codice genetico da almeno cin-quant’anni, e si fonda sull’insegnamento di DeGasperi e Moro. Noi dobbiamo attenerci sulla lineatracciata dai padri fondatori della democrazia e dellanostra Costituzione. Restano questi i punti fondamen-tali della nostra concezione della politica.

Lasciamo ad altri piccole operazioni per politichedi piccolo respiro.

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Margherita di Savoia: novembre 2004. Ruggero Mennea, Gero Grassi, Giannicola Sinisi e Antonella Cusmai.

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Caro Romano reti all’Acquedotto(che resti pubblico)“Gazzetta del Mezzogiorno”

17 ottobre 2005

Caro Romano,con entusiasmo e impegno la Margherita Puglia haaffrontato le Elezioni Primarie, il cui esito ha premia-to i nostri sforzi e ha reso l’Unione più forte e coesa.

La Tua vittoria ha ufficializzato una leadership chesentivamo già reale e concreta nei mesi precedenti eche ora ci permette di affrontare con fiducia e deter-minazione la sfida elettorale che ci attende.

Ci rivolgiamo a Te nell’assoluta certezza che Tu aguiderai l’Unione al Governo del Paese e Ti chiediamodi assumere un impegno quale futuro Presidente delConsiglio.

Sentiamo l’esigenza di affermare sin d’ora la lineache guiderà la nostra futura azione politica, rivolta arisanare l’economia italiana, così provata dalla gestio-ne scellerata di questa maggioranza e in particolare arisollevare le sorti di un Mezzogiorno tradito e abban-donato a se stesso.

Le Regioni del sud patiscono l’enorme difficoltà diconseguire un livello di reddito compatibile con glistandards europei. La forte crisi infrastrutturale, cau-sata dall’interruzione del f lusso di capitali provenien-ti dal Centro Nord, è uno degli ostacoli maggiori.

In Puglia si impone un intervento che permettal’ormai improrogabile ristrutturazione del servizioidrico integrato.

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La Margherita ha elaborato una proposta che, inconsiderazione della debole consistenza patrimonialedell’Acquedotto Pugliese e senza comprometterne lanatura pubblica, si propone di risolvere il problemadel reperimento delle ingenti risorse finanziare chesono necessarie, consentendo di ridurre progressiva-mente l’entità degli stanziamenti a carico dello Stato.

Ti chiediamo pertanto di impegnare, già da ora, iParlamentari dell’Unione nella presentazione di unemendamento da inserire nella Finanziaria 2006, conil quale sia consentito il conferimento all’AQP degliimpianti e delle reti idriche o la cessione temporanea,fino ad un massimo di 10 anni, anche quando gli entiproprietari non partecipino alla società di gestione.

L’approvazione di tale emendamento rappresente-rebbe la soluzione di un problema che limita e bloccalo sviluppo del Sud, permettendo alla Regione Pugliadi rendersi protagonista del proprio destino, senzaincorrere nelle passate logiche di assistenzialismo e didipendenza dall’ intervento statale.

Ti chiediamo di farti promotore di questa azioneche costituirà il primo dei moltissimi interventi cheinsieme faremo per far crescere il Paese.

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Si al progettodel Partito Democratico

“La Repubblica Puglia” 20 ottobre 2005

La posizione politica della Margherita, esplicitatadal Presidente Francesco Rutelli all’indomani dellePrimarie dell’Unione, è ampiamente condivisibile.Una lista unica tra DS e Margherita alla Camera deiDeputati, che spero si concretizzi anche al Senato, è ilprimo significativo passo per il più ambizioso proget-to del Partito Democratico dei Riformisti.

Del resto, la Margherita si è già espressa favorevol-mente al progetto riformista da tempi non sospetti.Una proposta di chiarezza politica che rispecchia intoto l’inequivocabile segnale di semplificazione cheproviene dall’esterno, dai cittadini. L’esaltante esitodelle Primarie ci impone di effettuare considerazionie scelte senza prescindere dalla volontà che provienedalla base dell’elettorato attivo.

La meta ambiziosa dei riformisti italiani è quella diun Partito Democratico, nel quale possano conviverele differenti esperienze e si possa dare risalto ad unacostruttiva contaminazione culturale tra il pensierocattolico-democratico-popolare e quello socialdemo-cratico e riformista.

Un’idea che, spero, preveda da subito l’unificazio-ne dei Gruppi consiliari a tutti i livelli, che si concre-tizzi con i Gruppi parlamentari unici e che trovi respi-ro anche in Europa, dove non si può che prendereatto del superamento ideologico e strutturale delle

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due grandi famiglie politiche (PPE e PSE) e costruireun progetto autentico intorno al già nato PartitoDemocratico Europeo.

Non si tratta di sacrificare sull’altare dell’identità lanostra cultura, poiché in un disegno politico di ampiorespiro la nostra sfida resterà quella di difendere leidee delle quali, da sempre, siamo stati portatori.Proprio come ci ha insegnato Aldo Moro, quandososteneva che “non bisogna avere paura delle sfideche abbiamo innanzi, perché il futuro appartiene, inlarga misura, ancora a noi”.

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Il Partito Democraticoè una grande sfida

“Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno”3 novembre 2005

Accetto la provocazione-sfida del dibattito sulPartito Democratico, intelligentemente posta dalCorriere del Mezzogiorno, attraverso le autorevolipenne di Fistetti e Mastroleo.

La politica e la società migliorano se ognuno di noisi mette in discussione ed accetta le sfide dei tempi incui vive.

Da un lato ritengo che il professore Fistetti ha coltopienamente l’assenza di dibattito in Puglia sulla novi-tà politica del momento, forse dovuta alla paura del“nuovo”. Dall’altro all’avvocato Mastroleo devo neces-sariamente qualche precisazione per ‘aiutarlo’ a leg-gere il significato di azioni politiche che non possonoessere ridotte alla furbizia, né lette con gli occhi delsocialismo di “Grazie Bari”. Dico questo con amiciziae stima.

E’ vero non ho mai pensato di morire socialdemo-cratico. Non temo di morire postcomunista avendoassistito da parecchio al crollo del comunismo e allafine della Democrazia Cristiana esauritasi dopo averconcluso il compito per il quale era stata fondata.

Per la verità non penso ancora alla morte, ma amigliorare la vita dei cittadini tutti, iniziando da quel-li pugliesi che aspirano ad una sanità migliore, a svi-luppo economico, crescita sociale e maggiore parte-cipazione.

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Quando nel maggio scorso io, la stragrande mag-gioranza della Margherita Puglia, Rutelli, Marini edoltre l’80% dei componenti l’Assemblea Federale dellaMargherita abbiamo detto no al Partito unico eravamoin presenza di una legge elettorale diversa da quella“squallida” che Berlusconi ed il Polo stanno confezio-nando per ridurre i margini della sconfitta. Eravamoanche lontani dal popolo delle primarie che ha sanci-to indubbiamente un cambiamento negli osservatoriattenti della politica italiana. In quel popolo sta tan-tissima gente che ha accolto le indicazioni e la sensi-bilizzazione dei partiti, ma ne sta altrettanta che ante-pone al partito un contenitore più largo nel quale con-vivano esperienze politico-culturali diverse ma ingrado di coesistere all’interno di un programmacomune. Lo ha riconosciuto anche Ciriaco De Mita.

Il mio si odierno al Partito Democratico non è con-traddittorio. E’ conseguenza perché la politica ècuore e passione ma non può essere slegata daltempo. E’ conseguenza coerente di un atteggiamentoche coglie la sfida di far coesistere tradizioni diverseche già da tempo operano comunemente. E’ anchelineare conseguenza del mio percorso politico tuttodentro la concezione morotea. E’ sfida a me e ai pro-tagonisti della politica attuale.

La differenza tra il Partito Democratico ed altre for-mule (la Cosa 1, quella 2 o addirittura la volontà di faraderire l’intero Centrosinistra italiano al PSE) sta nellavolontà di superare per contenere le attuali esperien-ze. Nessuna annessione o nessun scioglimento in con-tenitori preesistenti. La Margherita non propone l’a-desione al PPE, ma nessuno deve proporci l’adesioneal PSE. Sono entrambi strumenti obsoleti e superati,frutto della concezione partitica del novecento.

Non si tratta di creare un contenitore indistinto,ma di forgiarne uno nel quale l’intransigenza laica diPeppino Caldarola conviva con il rigore cattolico diPeppino Giacovazzo. E’ questa la sfida dei prossimi

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anni, una sfida che si concretizza nell’azione di buonGoverno, una sfida che è partita con l’Ulivo nel lonta-no 1996, una sfida che è in atto ogni giorno nelle tan-tissime amministrazioni dove postdemocristiani epostcomunisti, condividono ansie, speranze, proble-mi ed insieme immaginano sviluppo, crescita sociale,progresso. Una sfida che io, Bordo e tanti altri viviamoquotidianamente.

Pensare al 1948 o alla competizione tra eredi diBerlinguer ed eredi di Moro tenutasi per anni, vuoldire guardare a ieri, immaginare una società statica.Vuol dire non comprendere che la sfida della globa-lizzazione rende inutili e vuoti i nostri piccoli conte-nitori immaginati e realizzati sulla società dell’inizio‘900. Vuol dire anche non cogliere nella società che icittadini, anticipando certa classe politica, hanno giàrealizzato in tantissime occasioni il PartitoDemocratico che non potrà essere monoculturale mapoliedrico e capace di comprendere tante sensibilità.Un Partito capace di vincere le prossime politiche, masoprattutto di governare con visione strategica unpaese che va risanato non solo economicamente, masoprattutto nella fiducia in se stesso.

Passare dal maggioritario ad un sistema proporzio-nale, come quello voluto dal Polo, è difficile. Non sipossono annientare l’Ulivo e la capacità di stare insie-me. Ecco perché la scelta del Partito Democratico èrisposta saggia non solo al sistema elettorale, ma aiproblemi della società italiana. La risposta presuppo-ne rinunce, sacrifici, rimodulazione dei sistemi orga-nizzativi e la soluzione di tre grandi problemi: la col-locazione internazionale, il superamento dei collate-ralismi, l’obbligo di un sicuro pluralismo democraticonelle nuove forme organizzate della politica.

Questa sfida è la sfida della nuova politica cui nes-suno deve sottrarsi. Qualcuno pensa che Aldo Moroabbia avuto minori difficoltà quando alla fine deglianni ’50 iniziò a parlare di centrosinistra o quando

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teorizzò la strategia del confronto all’inizio degli anni‘70? Le distanze erano molto più profonde.

Ed allora in Puglia si faccia veramente ilLaboratorio Politico, anche contando sullla presenzaalla Presidenza della Giunta Regionale di NichyVendola, un Amico che non guarda alla politica comeconservazione del presente e gestione del potere, ingrado di immaginare percorsi difficili ma sempre ten-denti a porre l’uomo al centro della società. Potrebbeessere un ulteriore ottimo confronto con la sinistraradicale ed un tentativo saggio di aiutare questi amicial superamento di modelli vecchi. Nichy alla Fiera delLevante, sconcertando quanti non lo conoscono, haricordato Moro.

Quale risposta allora? La Margherita è disponibilesin d’ora ai Gruppi Consiliari unici. Nei Comuni, nelleProvince e alla Regione con i Democratici di Sinistrae con quanti immaginano analoga prospettiva politi-ca. Così come senza veti e senza diktat è disponibile araccogliere la sfida dei prossimi anni. Tutta da costrui-re sapendo che dobbiamo insieme creare l’alternativaa noi stessi e al nostro attuale modo di essere classedirigente. Insieme si può.

In Puglia da anni è eletto Massimo D’Alema, leaderDS ed autorevole Uomo di Governo. A D’Alema, sonocerto, per analisi culturale, lungimiranza politica,capacità di immaginare nuovi percorsi, il recinto dies-sino risulta troppo stretto.

Si faccia promotore, l’onorevole D’Alema, nella suaRegione di una iniziativa forte che unifichi i percorsipolitici omogenei all’interno del Partito Democratico.Sarebbe una bella sfida positiva e darebbe alla Puglia,così come ieri lo fu Moro, un leader senza confini.

La Margherita è pronta.Tempi nuovi ci attendono, diceva Aldo Moro.

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Integrazioni inseritedopo la prima edizione del libro

nel gennaio 2006

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Terlizzi: 16 dicembre 2005. Gianni Vendola, Rino Valente, Nichy Vendola, Rocco Canosa e Gero Grassi.

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Il disagio dell’Acquedottonasce da scelte mancate

su innovazioni ed investimenti“La Gazzetta del Mezzogiorno”

24 novembre 2005

E' apprezzabile la preoccupazione dell'Assessorecomunale di Bari Francesco Boccia sul mancato coin-volgimento dei Comuni da parte dell'AQP per lagestione dei servizi integrati, all'unisono conl'Azienda Pubblica.

E' il caso di evidenziare, però, che il nuovoConsiglio di Amministrazione dell'AQP, insediatosicompiutamente da pochissimo, ha dovuto "fare iconti" con una realtà probabilmente diversa da quellaprospettata dai precedenti amministratori e dalle noti-zie diffuse, anche attraverso i mezzi di comunicazio-ne.

In realtà il Presidente Petrella, comprendendo ilvalore del bene "acqua" fino in fondo, attribuisceanche un ruolo sociale e di solidarietà diffusaall'Azienda Pubblica Regionale che distribuisce que-sto bene prezioso e si prepara ad una riduzione oaddirittura ad un azzeramento del costo dell'acquaper le famiglie meno abbienti.

Il problema del coinvolgimento dei Comuni è sicu-ramente importante, ma non è una priorità assolutadell'Amministrazione dell'AQP, che oggi vive una real-tà di disagio economico e strutturale, poichè ereditapesantemente una situazione di gravi lacune gestiona-

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li e di scelte strategiche discutibili,almeno sotto il pro-filo dell'innovazione o degli investimenti.

L'AQP ha dovuto sopportare i costi di una politicavolta semplicemente al consolidamento di situazionidi potere, a danno di nuove strategie aziendali cheavrebbero potuto incentivare il mercato della liberaconcorrenza e della trasparenza amministrativa.

Oggi l'AQP ha l'esigenza di abbattere i costi azien-dali derivanti dalla vecchia gestione conservatrice edispendiosa per tutti i cittadini, senza, però, dimenti-care che l'acqua è un bene irrinunciabile per tutti.Nessuno può farne a meno e va garantito anche a chinon può pagare i costi di tariffe alte, quali quelledell'Acquedotto Pugliese.

E' compito dei nuovi amministratori dell'AQP quel-lo di pretendere una collaborazione costante e pro-duttiva con il territorio, con i Comuni e con l'ATO,che dovrebbero agevolare l'Azienda e recuperaretutte quelle somme relative alla distribuzione dell'ac-qua che è difficile fatturare e, quindi, esigere.

Una volta attuata questa fondamentale ricognizionedei servizi erogati e per i quali vi sono perdite digestione, attraverso la collaborazione dei Comuni edell'ATO, sarà lo stesso AQP a valutare l'opportunità divalorizzare le infrastrutture del sottosuolo e quindi larete, esaltando il ruolo stesso dei Comuni.

Secondo la Margherita Puglia per fare tutto questooccorre attivare un processo culturale ed educativoad uno stile di vita dell'Azienda che veda al centro ibisogni della comunità, la valorizzazione delle risorseumane finora mortificate da una politica di fortedemoralizzazione e, soprattutto, ripensare ab imisl'intera rete strutturale che si presenta carente e obso-leta, sia sotto il profilo della tenuta, considerando chein grande percentuale l'acqua si disperde nella falda,in mille rivoli, sia sotto il profilo dell'acqua (intesacome potabilità e certificazione di qualità).

Vi sono problematiche attinenti a quest'ultimo pro-

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filo che hanno rischiato quest'estate di esplodereanche per l'impossibilità di soluzioni unitarie, deter-minate dalla frammentazione amministrativa degliEnti preposti a risolverle.

I Comuni, insieme all'ATO devono essere organi-smi di supporto istituzionale, partners imprescindibi-li per tavoli tecnici ed Accordi di Programma per cer-care la semplificazione amministrativa e non un'ulte-riore frammentazione.

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Terlizzi: 19 dicembre 2005. Nichy Vendola, Lea Cosentino e Gero Grassi.

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Insieme per cambiare la Pugliae far emergere

una nuova classe dirigenteIntervista a Gero Grassi

a cura di Maria Teresa De Scisciolo“Il Confronto”

novembre 2005

Il mese scorso abbiamo intervistato NichyVendola. Un tuo giudizio sui primi mesi di attivitàregionale.

Governare la Puglia è impresa titanica per i grandiproblemi che la gestione Fitto ha lasciato. Mancano isoldi, i progetti, gli uomini. Tutto ciò non può esseregiustificazione e Nichy ed il Governo stanno lavoran-do sodo.

Come si muove Nichy, solitamente portato adessere opposizione?

Le persone intelligenti studiano, imparano e sannostare nel ruolo. Poi il Governo Vendola non è arte soli-taria.

Quali le prime novità della Giunta Vendola?A me è caro il tema della sanità. Penso che la

vicenda nomina manager abbia sancito un primo cam-biamento, anche metodologico e generazionale.L’impostazione data da Nichy, da Alberto Tedesco edal Centrosinistra induce a segnali di grande speran-za per una sanità che tenga al centro la persona e chesia priva di malaffare.

I tichet?Importantissimi averli eliminati a circa l’80% dei

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pugliesi, quelli che hanno un reddito fino a 22.000euro.

La CISL regionale ha mugugnato.Mary Rina non ha diritto di parlare su questo tema

avendo taciuto quando Fitto i tichet li mise. La nostra ASL come funziona?Avevo preannunciato sulla “Gazzetta del Mezzo-

giorno” che era necessaria una legge regionale per laistituzione di una nuova ASL. Il Consiglio Regionalel’ha approvata. Avevo anche suggerito che Giovinazzofosse la sede della ASL e questo è stato deciso. Perquesto sono felice.

Quali difficoltà?Va dato atto al Direttore Generale Rocco Canosa, al

Direttore Sanitario Franco Bux e al DirettoreAmministrativo Rino Valente di muoversi con intelli-genza, ascoltando i cittadini e sapendo vedere gliobiettivi. Le difficoltà sono connesse allo scorporo dialcuni Comuni dalla vecchia ASL e alla gestione delpersonale che è totalmente insufficiente anche graziea Berlusconi.

Ti ricordi di quel giorno in cui tu, Nichy e tantis-simi cittadini bloccaste Fitto dinanzi all’ospedale?

Era il 19 agosto 2002. Quel giorno assumemmol’impegno di ridare a Terlizzi l’Ospedale. Ce la fare-mo. Stiamo lavorando per questo. Non è impresa faci-le e serve la collaborazione di tutti, operatori sanitari,parasanitari, amministrativi e cittadini.

Quando nascerà il primo bambino all’Ospedale“Sarcone”?

Presto, molto presto. Forse tra pochissimi mesi. Maaccanto all’ostetricia ci sarà l’Ospedale con le divisio-ni necessarie e le professionalità occorrenti. Sonointeressato al nome di quel bambino.

Quale assetto alla nostra ASL.La sanità del Presidente Vendola e della Margherita

non prevede vendette, ma razionalizzazione. Gli ospe-dali saranno ristrutturati, molti servizi saranno spo-

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stati sul territorio, nessun Comune sarà penalizzato.C’è un problema serio di deospedalizzazione che poiè anche un problema economico e di gestione ocula-ta delle risorse.

Com’è Nichy da Presidente?Come sempre. Impegnatissimo, disinteressato a

vicende personali, giusto, equilibrato. Infine umana-mente superstizioso e fifone.

Una critica.Io e Nichy ci vediamo e sentiamo quotidianamente.

A certi livelli non ci si muove per critiche. Si valutainsieme, si discute, ci si confronta, poi si decide eNichy sa decidere anche quando si tratta di sacrifica-re interessi legittimi o aspettative giuste. La vita è scel-ta.

Se dovessi dare un voto al Presidente Vendola?Otto. Giudizio positivo all’intera squadra di

Governo. Sarà dieci quando i giovani non saranno piùcostretti ad emigrare per cercare un posto di lavoro.

Come emerge in Puglia la nuova classe dirigen-te?

Questo è un problema serio. Le scelte del Governoregionale sono mirate a persone di grande qualità conaltissima professionalità.

In questi mesi c’è una scelta che ha visto te eNichy divisi?

Indubbiamente sì. I ruoli sono diversi però. Io rap-presento la Margherita regionale, Nichy è ilPresidente di tutti. Riconosco però che le scelte ope-rate sono di altissimo livello. Un appunto? Avrei valo-rizzato maggiormente le esperienze pugliesi ed avreicoinvolto di più i Consiglieri Regionali.

C’è invece una situazione della quale tu puoiessere orgoglioso?

Tante perché il mio ruolo mi consente di parteci-pare al grande cambiamento della Puglia e alle sceltestrategiche. E’ un sogno che si realizza e poi io sonoin ottimi rapporti con l’intera Regione. Dagli

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Assessori, ai Consiglieri alla struttura amministrativa.Avverto su di me grande responsabilità e cerco dirispondere con lavoro, studio dei problemi e serietàdi comportamenti.

Se dovessi indicare una scelta della quale vantar-si?

Vantarsi mai. Essere fiero ed orgoglioso si. Quale? Aver determinato, per il mio livello di responsabi-

lità, la scelta di un Direttore Generale ASL donna,prima Manager della sanità pugliese. Anche così cre-sce la nuova classe dirigente.

Chi è? Scelta perché donna?L’avvocato Lea Cosentino, nata a Ruvo nel 1968,

ma residente a Lecce, già Direttore Generale dell’ASIdi Lecce, ora al vertice della ASL di Altamura. Sceltaperché bravissima, intelligentissima, capace di inter-pretare al meglio il senso della innovazione sanitariadel Centrosinistra e di gestire tenendo sempre pre-sente che la sanità deve avere la persona al centro.

Quindi segui anche la ASL di Altamura?La politica deve stare fuori dalla gestione quotidia-

na della sanità. Io seguo, con l’Assessore Tedesco, lapolitica sanitaria della intera Regione, così comeseguo i trasporti, l’agricoltura, la formazione profes-sionale e tutte le materie di competenza regionale. Epoi Lea Cosentino è tanto brava che non ha bisognoalcuno di essere seguita. E’ lei che spesso, per amici-zia e competenza, collabora con me nello studio diproblemi regionali. La ringrazio pubblicamente per latotale dedizione ad un incarico vissuto come missio-ne.

Hai acquisito anche il ruolo di promoter dimanager ora?

L’ho sempre fatto. Sai quanta gente ho contribuitoa far crescere. In questa occasione mi rende felice lanovità della donna manager che per la Puglia, e percome si è sviluppata la vicenda, è veramente un fatto

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eccezionale. Invece dovrebbe essere un fatto norma-le. Lavoriamo perché i fatti eccezionali diventino nor-mali.

Parli tanto bene dell’avvocato Lea Cosentino chedovremmo sperare un giorno di averla alla nostraASL?

Rocco Canosa è bravo e a Terlizzi sta benissimo.Dopo la Direzione Generale della ASL BA/3, sicuroche Lea lascerà un grande segno di cambiamento, diinnovazione e di efficienza, per quanto potrò, farò inmodo che la sua professionalità varchi altri e piùambiziosi traguardi.

Dove hai conosciuto l’avvocato Lea Cosentino?All’ospedale Fazzi di Lecce il 23 luglio 2005 quan-

do lì mi recai con Nichy per una visita al presidioospedaliero leccese e a quelli di Poggiardo e Nardò.Mentre il Presidente visitava il nosocomio ed ascolta-va medici e personale, io conobbi Lea e capii subitoche sarebbe stata un ottimo manager. Un pò comequando De Gasperi andava in Vaticano a parlare colPapa mentre Andreotti, che lo accompagnava, discu-teva con i sacerdoti. I voti li portavano, allora, i sacer-doti. In questa occasione il Manager donna e compe-tente l’ho trovato io, ovviamente poi Nichy l’ha offi-ciata. Se no che Presidente sarebbe a farsi sfuggireuna tale occasione!

La Margherita Puglia come sta?Bene. In crescita. Come me sempre in movimento.Sarai candidato alla Camera dei Deputati?Chi lo ha detto?Lo dicono giornali, televisioni e lo dice soprat-

tutto la gente.Non lo so. E’ vero lo dicono tutti. Ricorda, però,

che nella storia dei Papi ci fu anche Celestino V. Io,non per viltà, ma per altri sentimenti, forse inimma-ginabili alle persone normali, potrei anche rinuncia-re.

Allora non sei normale?Perché oggi lo scopri!

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Terlizzi: 19 dicembre 2005. Pietro Pepe, Lea Cosentino, Gero Grassi e Nicola Pontrelli.

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Gero e Nichy fuori TerlizziIntervista a Lea Cosentino

Direttore Generale ASL Ba/3di Maria Teresa De Scisciolo

“Il Confronto”dicembre 2005

Abbiamo pensato di intervistare l’avvocato LeaCosentino, Direttore Generale della ASL BA/3(Altamura) per porgerle alcune domande sui dueconcittadini presenti in prima linea nella politicaregionale.

Lo abbiamo fatto sinceramente e con schiettezza.Nello stesso modo in cui ci sono state date le rispo-ste. Senza veli domande e risposte.

Nostro scopo era quello di far parlare di Nichy eGero una persona non terlizzese che li conoscevaentrambi.

Gero e Nichy sembrano due personaggi d’altritempi. Democristiano uno, comunista l’altro.Credono in quello che fanno e fanno quello in cuicredono. Sono due persone vere. In alcuni casibistrattati nella propria città ed amati fuori. Spessosuccede così.

A Terlizzi in molti se li ricordano da bambini,quando giocavano sul sagrato della Chiesa di SantaLucia, oppure quando litigavano per la Russia e gliUSA. O quando partecipavano ai comizi infuocatidegli anni ’60. Avevano appena pochi anni, essendonati entrambi nel 1958. Pane e politica. Mortadellae nutella.

E’ bello vedere i due passare dal Consiglio

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Comunale di Terlizzi al vertice della politica regio-nale. Deve essere bello per tutti noi terlizzesi sapereche lassù qualcuno ci ama. E sono gli stessi ragazzidi tanti anni fa. Ragazzi ieri, oggi uomini delleIstituzioni ma sempre legatissimi.

Infine una considerazione sul Direttore GeneraleASL BA/3 avv. Lea Cosentino.

Se Gero e Nichy producono queste scelte, alloranoi terlizzesi siamo felicissimi. Vuol dire che stannolavorando benissimo perché così si fa nascere unanuova lasse dirigente. Trattasi di manager compe-tente, brava, con grande senso di equilibrio, in pos-sesso di una maestria politica ed oratoria invidia-bile. Basta vedere come ha pittato i due concittadi-ni facendo della sincerità l’elemento predominante.

Auguri anche all’avvocato Lea Cosentino. ConGero e Nichy, grazie alle sue capacità, prima o poila vedremo scalare ulteriori e prestigiosi traguardi.

E Terlizzi ancora una volta si renderà conto cheha due Politici degni di grandissima considerazio-ne.

Ha letto il Confronto di novembre dove si parladi lei?

Si, l’ho letto, e mi è piaciuto molto.Cosa ne pensa di quanto dichiarato da Gero a

proposito della sua nomina a Direttore GeneraleASL Ba/3?

Sono stata fortunata ad incontrare persone autore-voli che hanno creduto in me e nella possibilità che iopotessi rappresentare il nuovo corso della sanitàpugliese.

E' vero che il Coordinatore Regionale dellaMargherita sotto il solleone, il 23 luglio scorso,all'Ospedale "Fazzi" di Lecce mentre Nichy parlava,cercava manager?

Non so se Gero il 23 luglio scorso faceva il mana-gerscout, poiché era quello il primo giorno in cui loconoscevo e lo incontravo.

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Quale impressione le fece conoscere Gero?Mi ha fatto immediatamente un’ottima impressio-

ne, poiché ho notato la sua predisposizione allo scam-bio, alla conoscenza ed al dialogo.

Quando ha conosciuto Nichy?L’ho visto varie volte in campagna elettorale però

l’ho conosciuto di persona quel famoso 23 luglio alFazzi di Lecce.

Sapeva che erano amici?Si, è un fatto notorio.Era a conoscenza che entrambi provengono da

Terlizzi?Si, lo sapevo.E' mai stata a Terlizzi?Un paio di volte.Ricorda gli avvenimenti che videro Terlizzi al

centro della vicenda sanitaria pugliese contro l'al-lora Presidente della Regione Fitto?

Li ricordo vagamente poiché seguivo con maggioreattenzione le vicende del territorio salentino.

Ha votato Vendola Presidente?Certo, ho votato Nichy convintamente.Secondo lei quali i pregi particolari di Nichy?E’ un uomo sensibile, capace di ascoltare gli altri,

di immedesimarsi nelle situazioni dei suoi interlocu-tori, di comunicare emozioni, sensazioni e stati d’ani-mo in modo penetrante ed ha una cultura ed una uma-nità incredibili che traspaiono in ogni comportamen-to, discorso o suo scritto.

...ed i suoi difetti?E’ poco incline a riconoscere i meriti degli altri, ma

solo se gli altri sono democristiani.Ed i pregi di Gero?E’ un uomo generoso, intelligente, sensibile ed allo

stesso tempo pragmatico e capace di cogliere ognisfumatura e dettaglio della personalità degli altri e,per questo può considerarsi un vero e proprio talent-scout.

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...ed i suoi difetti?Gero è un po’ permaloso.E' iscritta ad un Partito?Non sono mai stata iscritta a nessun partito.Con chi mantiene rapporti più frequenti tra i

due?Con Gero, che vedo di frequente.Cosa si dice nella Provincia di Lecce dei due ter-

lizzesi?Che sono sempre stati molto amici e che è la

schiettezza a contraddistinguere il loro rapporto.Partecipa a manifestazioni politiche dove sono

presenti i nostri?Solo se si parla di sanità o se ci sono amici come

relatori.Nella vicenda ASL perchè, secondo lei, ha avuto

l'incarico di Direttore Generale?Perché è stato valutato attentamente il mio curri-

culum. La Giunta Vendola ha voluto spezzare l’incan-tesimo dei managers troppo adulti e solo uomini.

Ha avuto il dubbio che questa nomina potessesfuggirle?

Si, chi ha solo certezze penso che non riesca a vive-re una vita autentica. Il dubbio e l’ansia fanno partedel mio essere e sono gli ingredienti e la molla che miinducono ad essere autocritica e mi provocano lo sti-molo continuo a cercare delle certezze.

Se dovesse ringraziare qualcuno, chi?Ringrazio in particolare Nichy, Gero ed Enzo

Russo che sono le persone che più fortemente hannocreduto in me.

Come vive oggi questo suo prestigioso incarico?Con grande senso di umiltà e di responsabilità poi-

ché non voglio deludere le aspettative di tutti coloroche credono in me ma soprattutto di quanti pensanoche ci possa essere una “Sanità migliore”.

Immagino che il Direttore Generale nel corsodella sua attività ogni tanto abbia anche bisogno diconsigli. Come fa, a chi si rivolge?

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Mi rivolgo spesso al Signore in cui credo fortemen-te e attuo la politica del confronto con i miei più stret-ti collaboratori.

E' difficile essere donna manager?E’ difficilissimo perché, purtroppo, mi spiace

dirlo, bisogna vincere il gap del pregiudizio diffusosulle capacità e sulla professionalità del managementfemminile. Le donne devono lavorare il doppio degliuomini per dimostrare di valere almeno la metà.Spero di riuscirci!

Dica a Nichy una cosa che vorrebbe dirgli e nongli ha mai detto.

Grazie di averci consentito di pensare e di sognarein una Puglia migliore.

...ed a Gero.Grazie di essere uno di quei pochi uomini che non

hanno il pregiudizio di pensare che le donne possonovalere meno degli uomini e di essere vero, diretto eleale.

Quando stanno insieme i due, in sua presenza,ha mai riscontrato l'amicizia esistente?

L’amicizia tra i due si percepisce e traspare inmaniera così netta che è impossibile non accorgerse-ne.

La terlizzesità viene fuori anche lontano dalpaese natio?

Si, l’attaccamento alle radici viene fuori in ognicontesto geografico e ambientale per entrambi.

Gero, nei suoi discorsi, rivendica spesso la vitto-ria conseguita con il Direttore Generale ASL donnabrava e competente. Cosa ne pensa?

Lo ringrazio per questa considerazione che ha dime e spero che non debba pentirsene mai. Penso,altresì, che Gero abbia dato dimostrazione anche digrande coraggio nel puntare su una persona che, infondo, conosceva da pochissimo.

Si dice che Gero sarà candidato alle prossimepolitiche. Pensa di votarlo?

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Sicuramente si, merita tutto il mio consenso mora-le, oltre che politico.

Alla fine della nostra intervista le facciamo unadomanda strana. Lei è nata a Ruvo, vive a Lecce, orasi sente un pò terlizzese?

Mi sento un pò leccese, un pò ruvese, ma ancheterlizzese e altamurana. Sono pugliese e sento di esse-re cittadina del mondo.

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Lettera aperta, senza voto,a Nichy Vendola, “onorevole”

“Il Confronto”febbraio 1992

Carissimo Nichy,ho letto attentamente il Tuo libro “Soggetti smarriti:memorie e presente nel racconto di una passionecomunista”, da Te regalatomi in occasione del SantoNatale.

Ti ringrazio per averlo scritto innanzitutto, peraver pensato di regalarmelo, addirittura con dedica.

La dedica, però, mi induce a rif lettere sugli anniche passano.

Quanto tempo è passato dai giorni in cui, nonancora scolari, entrambi, con i rispettivi fratelli, gio-cavamo in quella che allora era vico I Garibaldi e cheoggi è via Kennedy. Non avevano ancora costruito lasede della SIP e la strada terminava al civico 38.Giocavamo per strada. Alla palla. Il pallone, per noi,fu una scoperta successiva. Le automobili le vedeva-mo in piazza. Le strade erano libere!

Terlizzi, eravamo agli inizi anni ’60, era un paesetranquillo dove i bambini passavano il proprio tempolibero familiarizzando nelle strade.

Poi, frequentammo la scuola elementare “Don Pie-tro Pappagallo” e la scuola media “Prof. GioacchinoGesmundo”. Ricorderai certamente i presidi Vangi eBerardi, le prime gite scolastiche, la contestazione stu-dentesca.

Ai tempi del liceo, per me il classico, per Te lo

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ALTRO CIMELIO

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scientifico a Ruvo, i primi appassionati passi nellapolitica “nostrana”.

Secondo tradizione e, non solo per questo, Tu nelPCI (allora esisteva ancora!), io nella DC.

I primi scontri… dialettici.Le prime intese, all’epoca della “solidarietà nazio-

nale” di Aldo Moro ed Enrico Berlinguer.Quanti ricordi! Quanti anni passati!Hai dimenticato la lettera che mi inviasti nel

novembre del 1978 quando, a seguito di aspri contra-sti all’interno del Movimento Giovanile DC, direttoall’epoca dall’amico Cosimo Urbano, annunciai le miedimissioni dalla DC? Mi dimettevo perché qualcunodall’esterno del Movimento Giovanile voleva condi-zionare uomini e cose, voleva impedirci di crescere.

Scrivevi, invitandomi a non abbandonare il parti-to,: “Dobbiamo continuare ad impegnarci, pur tramille difficoltà, per inventare un futuro migliore “. Cisiamo riusciti? Chissà!

Non lasciai il partito e ripresi il cammino. Un cam-mino molte lento, sempre reso difficile dai conserva-tori e dai personaggi poco affidabili che pure esistononel mio partito, come nel Tuo.

Nonostante tutto, bei tempi, e lo ricordo sempreall’amico Pinuccio Calò, segretario della DC dell’epo-ca. Un segretario sempre tanto bistratto da noi giova-ni democristiani che mal sopportavamo, all’epoca, lamorsa in cui il partito era tenuto da un connubio pocopolitico tra lattanziani e morotei. Quante ne abbiamocombinate al segretario Calò, sempre in un clima dienorme civiltà e rispetto.

Nonostante tutto, bei tempi.Ti chiederai, forse, cosa centra tutto questo.Questa aria di democrazia, questo desiderio di

libertà, di romanticismo, di filantropismo sono neltuo libro.

“Soggetti smarriti”, per molti versi, mi sembra diconoscerlo.

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Forse è perché conoscevo Te. O forse perchéavevo vissuto anch’io quel periodo.

Ora, caro Nichy, pare che Tu, dopo aver fatto partedella Segreteria Nazionale della FGCI e del ComitatoCentrale del PCI, dopo essere stato giornalista diRinascita e dell’Unità, dopo aver avuto il prestigiosoincarico nella Direzione Nazionale di RifondazioneComunista, pare che Tu debba essere capolista delTuo partito nella Circoscrizione Bari-Foggia per la ele-zione alla Camera dei Deputati.

Non ti voterò e Tu lo sai.Cercherò di sottrarti il massimo dei voti, e sai

anche questo. Voterò come sempre DemocraziaCristiana.

Sai che sarà una campagna elettorale “spietata”,per tanti motivi. E Tu, accanto a tanti concorrenti edavversari, avrai anche me.

Ti sarò avversario, non nemico.Con la massima lealtà ci confronteremo.Non attaccare indiscriminatamente la DC. Non

impostare una campagna elettorale contro qualcuno.Non è opportuno. Imposta la “partita” a favore diqualcuno e di qualcosa.

Sai, anche Tu, hai sbagliato quando hai attaccato,lancia in resta, la DC ed alcuni democristiani.

Organizza la Tua campagna elettorale “in positivo”.Ti auguro, con tanto affetto e sincerità, senza invi-

dia, di essere eletto onorevole, nonostante tale GeroGrassi da Terlizzi.

Perché, passata la confusione ed il trambusto dellacampagna elettorale, si ricomincia a lavorare per ilpaese, con serietà, onestà, preparazione e trasparen-za.

Questi valori non hanno colore!Forza Nichy! Avanti tutta!Ci vediamo alla Camera dei Deputati, a Roma.

Prepara il “passi” per un democristiano, Tuo amico dasempre.

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Bari: dicembre 2005. Lea Cosentino, Gero Grassi e Nichy Vendola.

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Note sull’Autore

• Gerolamo Grassi è nato a Terlizzi (Bari) il 20 apri-le 1958. Coniugato con Rosa Tesoro, ha due figli:Giuseppe (1985) e Daniele Gaetano (1988).

• Si forma nell’Azione Cattolica: Parrocchia SacroCuore.

• Nel 1972 fonda, con tre amici ed il fratelloMichele, il Circolo Tennis Tavolo Terlizzi. Gioca inserie D. È Campione Provinciale (singolo e doppio)nei Giochi della Gioventù del 1973. Conclude lacarriera sportiva da Arbitro F.I.Te.T. negli anni ‘90.

• Dipendente della Regione Puglia: UfficioLegislativo della Presidenza della Giunta.

• Giornalista pubblicista. • Direttore dell’emittente RTS, ha diretto il mensile

“Il Confronto”. Dirige “Collegamento Bari”, quin-dicinale del Sindacato Unitario Lavoratori Polizia,“Grandangolo” di Andria, “Paese vivrai” diLocorotondo, “Margherita Puglia”.

• Fondatore delle ACLI di Terlizzi: è stato Segretario,Presidente e Consigliere Provinciale.

• Nel 1974 aderisce alla DC e ricopre il ruolo diSegretario Amministrativo dal 1982 al 1989.

• Sindaco di Terlizzi con una Giunta di Centro-Sinistra (DC, PSI, PSDI, PDS, PRC) nel 1990-1991.

• Nel 1995 aderisce al Partito Popolare Italiano.Eletto in Segreteria Provinciale (1996), assume laResponsabilità degli Enti Locali. Nel 1997 è elettoin Segreteria Regionale PPI.

• Nel 2000, all’unanimità, è eletto SegretarioProvinciale del PPI di Bari.

• Il 17 marzo 2002 è eletto, all’unanimità,Coordinatore Provinciale della Margherita di Bari econserva l’incarico sino al 26 ottobre 2003.

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• Dal 6 maggio al 5 luglio 2003 è Assessore alComune di Gravina.

• Dal 7 luglio 2003 al 30 giugno 2004 è Assessore alComune di Terlizzi.

• L’11 gennaio 2004 è eletto con l’83% dei consensiCoordinatore Regionale della Margherita Puglia.

• Il 1° agosto 2004 è incaricato dal PresidenteFederale della Margherita Francesco Rutelli diseguire i Rapporti con gli Amministratori delMezzogiorno per la Margherita.

• Dello stesso Autore: 1. Terlizzi racconta: avvenimenti descritti dai prota-

gonisti (1984)2. R.T.S.: dieci anni della nostra storia (1988)3. Progetto città (1993)4. Il Cittadino (1995)5. Aldo Moro: non solo per ricordare (1998)6. Piccola e grande Terlizzi (1999)7. Alcide De Gasperi: La nostra Patria Europa (1999)8. Benigno Zaccagnini: Gli anni del Confronto

(1999)9. Guida al servizio del cittadino: l’Autocertificazio-

ne (1999)10. Ordinamento locale: Testo coordinato leggi 142/

1990 e 265/1999 (1999)11. Don Luigi Sturzo: Il Prete scomodo e i sacerdoti

Segretari del PPI della Provincia di Bari (2000)12. Storia civile e democratica di Terlizzi: dall’8 set-

tembre 1943 al 2000 (2000)13. Crescita, sviluppo, Solidarietà: è il progetto

Popolare (2000)14. Appunti di vita terlizzese (2001)15. Ordinamento locale 2. Le novità legislative (2001)16. 50 anni di vita democratica della Provincia di Bari

(2001)17. Piazza Moro, Piazza del Gesù e dintorni. Dal paese

dei fiori Terlizzi alla Margherita (2002)

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18. L’Italia fuori binario. Dalla tragedia del Pendolinodi Piacenza alla Fondazione ‘Gaetano Morgese’ diTerlizzi (2002)

19. La disubbidienza civile di Terlizzi (2003)20. L’attualità di Aldo Moro (2003)21. Ricordiamo Aldo Moro (2004) 22. Giorgio La Pira: il Profeta della pace (2004)23. Cuore e Passione (2004)24. Vittorio Bachelet: Fede e Politica (2004)25. Giuseppe Donati: Stampa e Politica (2005)26. La Regione Puglia con ragione (2005)

27. Solo per gli intimi (in preparazione)

• Ha curato per l’Istituto “Don Luigi Sturzo” di Romala ricostruzione storica dell’Archivio della Demo-crazia Cristiana di Terra di Bari dal 1952 al 1995.

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Collana: Cattolici Democratici1. - Peppino Colasanto: una vita al servizio della Terra diPugliadi Pietro PetraroloPrefazione di Aldo Loiodice1993 - pag. 74

2. - Aldo Moro: non solo per ricordareInterventi di Gerardo Bianco, Maria Eletta Martini,Gerolamo Grassi, Nicola Fusillo, Tonio Tondo, GiuseppePirro, Giusy Servodio1998 - pag. 108. I, II e III edizioneTitolo esaurito

3. - Aldo Moro: L’ultimo discorso del febbraio 19781998 - CD di 60 minutiTitolo esaurito

4. - Alcide De Gasperi: La nostra Patria EuropaInterventi di Gerardo Bianco, Gerolamo Grassi, NicolaFusillo, Tonio Tondo, Giuseppe Pirro, Giusy Servodio1999 - pag. 150. I e II edizioneTitolo esaurito

5. - Benigno Zaccagnini: Gli anni del ConfrontoInterventi di Dario Franceschini, Maria Eletta Martini,Gerolamo Grassi, Giuseppe Pirro, Tonio Tondo1999 - pag. 130Titolo esaurito

6. - Luigi Sturzo: Il Prete scomodoInterventi di Pierluigi Castagnetti, Gerolamo Grassi, DarioFranceschini, Nicola Fusillo, Pietro Pepe, Tonio Tondo,Giuseppe Pirro, Pasquale Massaro, Nicola Stragapede,Giuseppe Grieco, Enzo Delvecchio2000 - pag. 184Titolo esaurito

7. - Crescita, Sviluppo, Solidarietà: È il progetto Popolare!Interventi di Nicola Fusillo, Giuseppe Giacovazzo,Gerolamo Grassi, Giuseppe Pirro, Giusy Servodio, MarcelloVernola2000 - pag. 104Titolo esaurito

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8. - Piazza Moro, Piazza del Gesù e dintornidi Gerolamo GrassiPrefazione di Pietro Pepe2002 - pag. 136Titolo esaurito

9. - L’attualità di Aldo MoroPrefazione di Gerolamo Grassi2003 - pag. 86Titolo esaurito

10. - Atti del I Congresso Provinciale della Margherita diBariPrefazione di Emanuele Sannicandro e Gerolamo Grassi2003 - pag. 180Titolo esaurito

11. - Atti del I Congresso Regionale della Margherita diPugliaPrefazione di Gerolamo Grassi2004 - pag. 146Titolo esaurito

12. - Ricordiamo Aldo MoroInterventi di Gerolamo Grassi, Gerardo Bianco, GiuseppeGiacovazzo, Nicola Mancino, Franco Marini, GiovanniProcacci, Romano Prodi, Oscar Luigi Scalfaro2004 - pag. 66Titolo esaurito

13. - Giorgio La Pira: Il Profeta della PaceInterventi di Maria Teresa De Scisciolo, Pietro Pepe,Giovanni Procacci e Gerolamo Grassi2004 - pag. 60Titolo esaurito

14. - Cuore e Passionedi Gerolamo GrassiPrefazione di Maria Teresa De Scisciolo2004 - pag. 136

15. - Vittorio Bachelet: fede e politica.Introduzione di Pietro Pepe, Gero Grassi e Fabiano Amatia cura di Maria Teresa De Scisciolo2004 - pag. 48

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16. - Giuseppe Donati: Stampa e Politica.Interventi di Pietro Pepe, Gero Grassi e Giovanni Procaccia cura di Maria Teresa De Scisciolo2005 - pag. 70

Collana: La nostra Terlizzi1. - Terlizzi racconta: avvenimenti descritti dai protago-nistidi Gerolamo Grassi e Felice Giangaspero1984 - pag. 348 Prefazione di Michele De PalmaTitolo esaurito

2. - RTS: 10 anni. 19 marzo 1978 - 19 marzo 1988di Gerolamo Grassi e Felice Giangaspero1988 - pag. 110 Titolo esaurito

3. - Progetto Città. ACLI 1979-1993. Quindici annidi Gerolamo Grassi1993 - pag. 100 Prefazione di Giovanni BianchiTitolo esaurito

4. - Il Cittadinodi Gerolamo Grassi1995 - pag. 232Prefazione di Federico PirroTitolo esaurito

5. - Piccola e grande Terlizzidi Gerolamo Grassi1999 - pag. 116Prefazione di Maria Teresa De SciscioloTitolo esaurito

6. - Storia civile e democratica di Terlizzi: dall’8 settem-bre 1943 al 2000di Gerolamo Grassi2000 - pag. 440

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Prefazione di Franco de VannaPresentazione di Luciano Violante

7. - Appunti di vita terlizzese. 1988-2000di Maria Teresa De Scisciolo, Massimo Resta e GerolamoGrassi2001 - pag. 156Titolo esaurito

8. - Pareti a seccodi Michele De Santis2001 - pag. 194Titolo esaurito

10. L’Italia fuori binario. Dalla tragedia del Pendolino diPiacenza alla Fondazione “Gaetano Morgese” di Terlizzidi Gerolamo GrassiPrefazione di Giuseppe Giacovazzo e Mario Volpe2002 - pag. 161Titolo esaurito

11. La disubbidienza civile di Terlizzi in favoredell’Ospedale “Michele Sarcone”di Gerolamo GrassiPrefazione di Tina Fiorentino, Pietro Pepe, EmanueleSannicandro2003 - pag. 68Titolo esaurito

12. La Cordata e la Vettadi Antonio De ChiricoPrefazione di Vincenzo Paduanelli e Gerolamo Grassi2005 - pag. 76

Collana: Terlizzi nel tempo1. - Terlizzi: La Repubblica Partenopea 1799Volume I - Terlizzi nell’Ottocentodi Michele De Santis1996 - pag. 238Prefazione di Gerolamo Grassi e Nicolò VolpeTitolo esaurito

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2. - Terlizzi: La Prima Restaurazione 1800-1805Volume II - Terlizzi nell’Ottocentodi Michele De Santis1997 - pag. 228Prefazione di Gerolamo GrassiTitolo esaurito

3. - Terlizzi, un paese cosìdi Giuseppe Grassi1997 - pag.232Prefazione di Vittorio Zinni e Michele De Palma

4. - Terlizzi: Il Decennio Francese - Prima Parte 1806-1810Volume III - Terlizzi nell’Ottocentodi Michele De Santis2000 - pag. 300Prefazione di Pietro Porfilio

5. - Terlizzi: Il Decennio Francese - Seconda Parte 1811-1815Volume IV - Terlizzi nell’Ottocentodi Michele De Santis2002 - pag. 300Prefazione di Maria Teresa De Scisciolo

6. - Io, Maestro di scuole paralleledi Giuseppe Grassi2002 - pag. 160Prefazione di Gianni Manzini

7. - Terlizzi è come Napolidi Giuseppe Grassi2003 - pag. 214Prefazione di Vincenzo di Tria, Michele De Palma,Giuseppe Cannizzaro

8. - Terlizzi: Il risveglio della coscienza politica, i moticarbonari e la Costituzione 1816 - 1820Volume V - Terlizzi nell’Ottocentodi Michele De SantisPrefazione di Maria Teresa De Scisciolo2004 - pag. 420

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9. - Processo ai Liberi Muratori di Capodimonte nelregno di maria carolina, Ferdinando IV, Tanucci ePallante, in un racconto di Felice Lioy, “antico e fedeleservitore” di re Ferdinando.di Michele De Santis2004 - pag. 388

10. - Solo per intimi: passeggiata storico familiare dal1587 al 2005di Gerolamo GrassiIn preparazione

Collana: Istituzioni

1. - Guida al servizio del Cittadino: L’Autocertificazionea cura di Gioacchino Ruggieri, Gerolamo Grassi eMarcello VernolaPrefazione di Pietro Pepe1999 - pag. 48I, II, III e IV edizioneTitolo esaurito

2. - Ordinamento autonomie locali: Legge 3 agosto1999, n. 265 - Legge 8 giugno 1990, n. 142. Testo coordi-nato e comparato Prefazione di Pietro Pepe e Gerolamo Grassi1999 - pag. 202I e II edizioneTitolo esaurito

3. - Il mio impegno per la comunità pugliesedi Pietro PepePrefazione di Gerolamo Grassi e Giovanni Tria2000 - pag. 300Titolo esaurito

4. - Uccellacci e uccellini dei tempi nostridi Nicola FusilloPrefazione di Vittorino Curci2001 - pag. 64Titolo esaurito

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5. - Ordinamento Autonomie Locali 2Stato, Regione, Provincia, Comune: le novità legislativedi Pietro Pepe, Enzo Russo e Gerolamo Grassi2001 - pag. 440Titolo esaurito

6. - 50 anni di vita democratica della Provincia di Baridi Gerolamo GrassiPrefazione di Alfonso Pisicchio e Marcello Vernola2001 - pag. 112Titolo esaurito

7. - La Regione Puglia con ragionedi Gerolamo GrassiPrefazione di Nichy Vendola e Pietro Pepe2005 - pag. 208

Collana: Miscellanea1. - Guida ai luoghi del Centro Storico di Biscegliedi Gianfranco Borraccetti2003 - pag. 77Titolo esaurito

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finito di stampare nel mese di Gennaio 2006 nel

CENTRO STAMPA litograficadi Scardigno F.sco & Pansini V.zo s.n.c.

70038 TERLIZZI (Bari) - Via Sarcone, 67Te le fono e Fax 080 .35 .19 .627

E-MAIL: [email protected]

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