La questione produttività e il patto sociale

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La questione produttività e il patto sociale Leonello Tronti (Università di Roma Tre) 19 novembre 2007

Transcript of La questione produttività e il patto sociale

La questione produttivitàe il patto sociale

Leonello Tronti (Università di Roma Tre) 19 novembre 2007

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ArgomentiProduttività del lavoro e crescita economica

Il pilLa produttività pro capiteLa produttività oraria

Distribuzione primaria del reddito e produttività: il «nuovo scambio politico»

Quota dei profitti e crescitaA chi conviene “fare produttività”?

Le ricadute macroeconomicheProtocollo welfare e nuovo Patto sociale

garantire la stabilità delle quote distributive; un patto sociale per la riorganizzazione dei luoghi e dei rapporti di lavoro.

3

Crescita reale media annua del Pil – 1995-2006

Fonte: Eurostat

1,3 1,5 1,5 1,5

2,2 2,2 2,3 2,3 2,3 2,42,7 2,8 3,0 3,0 3,1 3,2

3,8 3,8 3,8 3,94,4

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5,0

6,0

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Pil pro capite in PPA – 1995 e 2006 (numeri indice media Ue15=100)

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140,0

160,0

BG PL SK HU PT CZ SI GR ES IT FREU

15 JP DE FI SE UK BE DK AT NL CH IE US NO

1995 2006

Fonte: Eurostat

5

Pil pro capite – Differenze 2006-1995 (numeri indice media Ue15=100)

-13,5-12,1

-7,9-6,3

-4,2-2,9

-0,3 -0,2

0,01,5 1,8 2,8

4,7

8,3 8,810,5 10,6 10,8 11,7

14,7 15,1 15,5 16,0

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6

Produttività per occupato in PPA –1995 e 2005 (numeri indice, media Ue15=100)

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128

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70,0

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110,0

130,0

150,0

PL PT JP ES EU 25 CH GR DE DK SE FI EU 15 IT UK NL AT FR BE IE US NO

19952005

7

Produttività per occupato – Differenze 2005-1995 (numeri indice media Ue15=100)

-14,4

-3,8-2,5 -2,0 -1,6 -0,5

0,01,9 2,2 3,2 4,2 4,9 5,1 6,1 6,4

8,910,2

15,717,9 18,6

38,9

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50,0

IT ES PT CH DE FR EU 15 BE FI EU 25 SE AT JP DK NL US UK PL IE GR NO

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Produttività oraria in PPA – 1995 e 2005 (numeri indice media Ue15=100)

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44 4439

60 61

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109 109116 113

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52 55 57 59

72

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89 9095

99 99 100 100 102 102 102110

117 118 119 121

129

161 162

0,0

20,0

40,0

60,0

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160,0

180,0

LT CK HU SK PT GR JP ES IT FI

CH AT UKEU15 SEEURO

DK DE US FR NL IE BE NO LU

19952005

9

Produttività oraria – Differenze 2005-1995 (numeri indice, media Ue15=100)

-14,8

-4,2-2,7 -2,2 -2 -1,2 -1 -0,8

0 0,7 1,3 1,7 2,54,4 5,3

7,6 8,410 11,2 11,2

12,9

16,618,5

24,5

45,2

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50,0

IT ES DKEURO BE CH PT ATEU15 DE FI

FR SE JP NL US CK UK GR HU LT LU SK IE NO

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La quota del lavoro italiana in prospettiva internazionale (1992 e 2005)

30,00

40,00

50,00

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70,00

80,00

90,00

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19922005

11

La caduta della quota del lavoro in Italia e nei principali paesi avanzati (2005-1992)

-11,8

-10,8 -10,7-10,4

-9,8

-7,6

-5,8

-5,2

-4,2

-3,5-3,3 -3,3

-2,5

-2,0 -1,8

-0,7

-13,00

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-3,00

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1,00

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Il “nuovo scambio politico”: aumento della quota dei profitti contro crescita economica

3,31

1,431,34

0,970,86 0,85 0,82

0,71

0,500,39 0,36 0,35 0,33 0,29 0,26

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Elasticità della crescita del Pil all'aumentodella quota dei profitti (1992-2005)

13

Effetto macroeconomico combinato dei due livelli negoziali

Contrattazione nazionale

Produttività del lavoro

Contrattazione decentrata

Quota del lavoro nel reddito

Preserva il potere d'acquisto delle

retribuzioniCresce

Non distribuisce tutti i guadagni di produttività

→ Si riduce

Preserva il potere d'acquisto delle

retribuzioniCresce

Distribuisce tutti i guadagni di produttività

→ Stabile

Preserva il potere d'acquisto delle

retribuzioniNon cresce Si ferma → Stabile

Preserva il potere d'acquisto delle

retribuzioniSi riduce Si ferma → Cresce

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Conveniva ai lavoratori fare produttività?

1,69 1,67

0,05

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1980-92 1993-2000 2001-05 1993-2005 Differenze tra 1980-92 e 1993-2005

Produttività del lavoroRetribuzione lorda realeElasticità della retribuzione alla produttività

Fonte: Istat, Conti nazionali

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Investimenti: rapporti caratteristici

19,5

20,5

21,5

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26,5

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1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 200456,0

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104,0

110,0

In rapporto ai profitti lordi(scala di destra)

In rapporto al prodotto lordo (scala di sinistra)

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Investimenti: relazione con la quota del lavoro

50,0

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Investimenti f.l./profitti lordiQuota del lavoro (scala di destra)

ε++−= LSIfl ln4527,4124,15ln 7205,02 =R

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La quota del lavoro influenza la crescita?

0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

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6,0

42,0 44,0 46,0 48,0 50,0 52,0 54,0 56,0

Quota del lavoro dipendente

Tass

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VPIL = - 11,235 + 0,2759QLR2 = 0,4528

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Il modello di Blanchard e Giavazzi

Liberalizzazione dei mercati di prodotti e servizi

Flessibilizzazione del mercato del lavoro

Innovazione

Incremento produttività Contenimento prezzi Moderazione salariale

Incremento competitività Aumento del potere d'acquisto

Crescita

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Il caso italiano

Liberalizzazione dei mercati di prodotti e servizi

Flessibilizzazione del mercato del lavoro

Innovazione

Incremento produttività Contenimento prezzi Moderazione salariale

Perdita di competitività Compressione del potere d'acquisto

Stagnazione

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Completare il disegno del Protocollo di luglio

Far rispettare a tutti gli attori l’inflazione programmata.Assicurare la stabilità delle quote distributive. Sviluppare la contrattazione di secondo livello.Completare il meccanismo per il pubblico impiego, con variabili di sostenibilità della spesa.

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Assicurare la stabilità della quota del lavoro

Riformare il meccanismo negoziale in modo da garantire nel medio periodo la tenuta della quota del lavoro.Oltre ad essere un costo per l’impresa, infatti:

il salario non è soltanto la principale componente della domanda aggregata;è anche il principale incentivo all’aumento della produttività dei lavoratori,e il principale pungolo alle imprese per l’innovazione tecnologica e organizzativa (Sylos Labini).

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Per assicurare la stabilità della quota del lavoro

Negoziare sul primo livello gli incrementi di produttività che non si riescono a distribuire attraverso il secondo;

fino a quando e nei comparti in cui il secondo livello negoziale (impresa/territorio) è diffuso in modo insufficiente.

Incentivo a imprese e rappresentanze sindacali locali a sviluppare il secondo livello.

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Lo sviluppo della contrattazione decentrata secondo il Protocollo welfare

Sgravio del costo del lavoro per le imprese che erogano premi di risultato attraverso le procedure di contrattazione di secondo livello; Sgravio dei contributi a carico dei lavoratori sui premi di risultato fino al cinque per cento della retribuzione annua e loro corresponsione in busta paga; Pensionabilità di tutta la retribuzione di risultato così agevolata.

24

Rinnovare le imprese e i luoghi di lavoro

La letteratura empirica internazionale (e, in misura crescente, anche nazionale) riconosce che la gran parte della crescita della produttività:

scaturisce dagli effetti congiunti (e moltiplicativi):

1. delle nuove tecnologie,2. della riorganizzazione dei luoghi di

lavoro e dell’impresa,3. della riorganizzazione dei rapporti

di lavoro.

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Crescita delle produttività totale dei fattori nelle imprese americane

Reingegnerizzazione e nuove pratiche; 1,4; 89%

Altri fattori; 0,2; 11%

Fonte: Black e Lynch, 2004.

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Conclusioni: un nuovo patto sociale

La questione produttività è ormai tale da richiamare la necessità di un impegno forte, diffuso, generale.

Il problema è talmente grave che non se ne esce soltanto con misure di politica economica, di incentivazione fiscale di comportamenti virtuosi.

È necessario un grande sforzo collettivo, chiamare energie collettive alla mobilitazione. La chiamata, come è stato negli episodi salienti della storia del nostro sviluppo economico e sociale (la ricostruzione, il rientro dall’inflazione, l’entrata nel club dell’euro), può avvenire soltanto attraverso un nuovo patto sociale.

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Il nuovo patto sociale sulla produttività e la crescita

A livello nazionale i tre attori siglano un protocollo in cui: le parti sociali si impegnino a riorganizzare i luoghi e i rapporti di lavoro secondo i principi dell’impresa innovativa; e il governo si impegna:

a sostenere finanziariamente le riorganizzazioni;e ad applicare gli stessi principi nel pubblico impiego.

A livello aziendale, di categoria o territorialele imprese e le RSU sottoscrivono progetti di riorganizzazione delle imprese secondo i principi del protocollo;le imprese possono accedere (a stato di avanzamento) alle risorse pubbliche;e i lavoratori aumentano il potere d’acquisto delle retribuzioni nella misura della crescita della produttività del lavoro.