Deliberazione n° 26/2002/G - Portale Cdc · Il Patto per l’Appennino Centrale da Patto...

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Deliberazione n° 26/2002/G REPUBBLICA ITALIANA la Corte dei conti in Sezione centrale del controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato Collegi I e II in seduta congiunta nell’adunanza del 14 dicembre 2001 * * * Visto il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con r.d. 12 luglio 1934, n°1214; vista la legge 21 marzo 1953 n°161; vista la legge 14 gennaio 1994 n°20; visto il decreto legge 23 ottobre 1996 n°543, convertito nella legge 20 dicembre 1996 n°639; visto l’art.3 del decreto legislativo 30 luglio 1999 n°286; visto il regolamento adottato dalle Sezioni riunite della Corte dei conti con deliberazione n°14/DEL/2000 del 16 giugno 2000; vista la deliberazione n°15/2000 della Sezione del controllo in adunanza plenaria, di approvazione del programma di controllo successivo sulla gestione per l’anno 2000; vista l’ordinanza n° 6/ORD./2000 del 3 marzo 2000 del Presidente della Corte dei conti, di nomina dei magistrati istruttori dell’indagine sui Patti territoriali, con riguardo a quelli attuati, nelle persone dei Consiglieri Alberto Longo (coordinatore) e Sonia Martelli, del Primo

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Deliberazione n° 26/2002/G

REPUBBLICA ITALIANA

la

Corte dei conti

in

Sezione centrale del controllo

sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato

Collegi I e II in seduta congiunta

nell’adunanza del 14 dicembre 2001

* * *

Visto il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con r.d. 12 luglio 1934,

n°1214;

vista la legge 21 marzo 1953 n°161;

vista la legge 14 gennaio 1994 n°20;

visto il decreto legge 23 ottobre 1996 n°543, convertito nella legge 20 dicembre 1996

n°639;

visto l’art.3 del decreto legislativo 30 luglio 1999 n°286;

visto il regolamento adottato dalle Sezioni riunite della Corte dei conti con deliberazione

n°14/DEL/2000 del 16 giugno 2000;

vista la deliberazione n°15/2000 della Sezione del controllo in adunanza plenaria, di

approvazione del programma di controllo successivo sulla gestione per l’anno 2000;

vista l’ordinanza n° 6/ORD./2000 del 3 marzo 2000 del Presidente della Corte dei conti,

di nomina dei magistrati istruttori dell’indagine sui Patti territoriali, con riguardo a quelli

attuati, nelle persone dei Consiglieri Alberto Longo (coordinatore) e Sonia Martelli, del Primo

referendario Giuseppe De Rosa e del Referendario dott.Antonio Nenna;

vista la nota del Presidente preposto al Coordinamento del controllo successivo sulla

gestione prot. n°1213/00 del 17 luglio 2000, di nomina a magistrato istruttore dell’indagine

suindicata del cons.Marco Pieroni;

vista la nota prot.1971/01 del 19 novembre 2001 con la quale il magistrato

coordinatore ha trasmesso – per il deferimento alla Sezione – la relazione sugli esiti del

controllo eseguito relativamente alla gestione dei Patti territoriali con riguardo a quelli attuati;

vista l’ordinanza in data 26 novembre 2001, con la quale il Presidente della Sezione

centrale di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato ha convocato, in adunanza

congiunta, il I e II Collegio della Sezione centrale di controllo sulla gestione delle

amministrazioni dello Stato per l’esame della relazione sopra citata;

vista la nota del 26 Novembre 2001 prot.844/01/G con la quale il Direttore dell’Ufficio

per l’esecuzione degli adempimenti relativi alle adunanze delle Sezioni centrali di controllo

Stato ha trasmesso, rispettivamente, copia della relazione sopra citata ai Gabinetti del

Ministero delle Attività produttive e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, alla Direzione

generale per il Coordinamento e gli incentivi alle imprese presso il Ministero delle Attività

produttive e ai Dipartimenti per le politiche di sviluppo e di coesione, e della Ragioneria

generale dello Stato;

uditi il cons. Alberto Longo in qualità di relatore, ed i consiglieri Marco Pieroni e Sonia

Martelli, il Primo Referendario Giuseppe De Rosa e il Referendario dott. Antonio Nenna in

qualità di correlatori;

uditi i rappresentanti delle Amministrazioni, dott. Sappino, Direttore della Direzione

generale coordinamento e incentivi alle imprese presso il Ministero delle Attività produttive, e

dott. Donato del Servizio per la programmazione negoziata nel Ministero dell’Economia e delle

Finanze, il primo dei quali ha fatto pervenire memoria in data 10 dicembre 2001;

ritenuto che la relazione stessa debba essere approvata dalla Sezione del controllo, con

le modifiche emerse nella discussione in Camera di consiglio;

DELIBERA

di approvare, ai sensi dell’art.3 comma 4, legge 14 gennaio 1994 n°20 l’unita relazione con le

modifiche e le integrazioni richieste dal Collegio;

ORDINA

che la presente deliberazione, corredata dalla relazione di cui sopra, sia trasmessa, a cura della

Segreteria della Sezione del controllo successivo sulla gestione delle amministrazioni dello

Stato, alle Presidenze della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, al Gabinetto

del Ministero delle Attività produttive e alla Direzione generale coordinamento e incentivi alle

imprese dello stesso Ministero; al Gabinetto del Ministro dell’Economia e delle Finanze e ai

Dipartimenti per le politiche di sviluppo e di coesione e della Ragioneria generale dello Stato

dello stesso Ministero.

IL PRESIDENTE

Dott. Tullio LAZZARO

f.to T. Lazzaro

IL RELATORE

Cons. Alberto LONGO

f.to A. Longo

I CORRELATORI

Cons. Marco PIERONI

f.to M. Pieroni

Cons. Sonia MARTELLI

f.to S. Martelli

Primo Referendario Giuseppe DE ROSA

f.to G. De Rosa

Referendario Antonio NENNA

f.to A. Nenna

1

RELAZIONE SUI PATTI TERRITORIALI CON RIGUARDO A

QUELLI ATTUATI

II

RELAZIONE PATTI TERRITORIALI

INDICE

Cap. 1. Motivi e obiettivi dell’indagine pag. 2

1.1. Indagine sui singoli Patti: criteri di scelta del campione e singole

metodologie pag. 2

1.2. Attività ministeriale con particolare riguardo alla scelta delle

società convenzionate per l’istruttoria e l’assistenza ai Patti pag. 8

1.3 Attività ministeriale con riguardo al “Sistema di monitoraggio

degli investimenti pubblici (MIP)” pag. 11

PARTE PRIMA

Patti territoriali di prima generazione

Cap. 2 Il Patto Territoriale della provincia di Benevento pag. 14

2.1 I Soggetti partecipanti pag. 14

2.2. Il Soggetto Responsabile pag. 16

2.3. Ruolo del sistema creditizio pag. 17

2.4 Gli obiettivi del Patto pag. 18

2.5 Valutazione complessiva del Patto: l’impatto socio-

economico.

Effetti pag. 23

2.6. Documentazione acquisita dal Ministero del Tesoro del Bilan-

cio

e della Programmazione economica pag. 26

2.7. Verifiche UVER: considerazioni generali e comparative pag. 29

2.8. Documentazione acquisita dal Soggetto Responsabile pag. 31

2.9. Le relazioni bancarie pag. 38

III

2.10. Le relazioni bancarie, dell’UVER e semestrali del soggetto

responsabile. Comparazioni pag. 40

2.11 Considerazioni conclusive pag. 60

Cap. 3. Il Patto Territoriale della provincia di Brindisi pag. 61

3.1. Documentazione acquisita da MTBPE pag. 61

3.2. Revoche pag. 65

3.3. Documentazione acquisita dal Soggetto Responsabile pag. 67

3.4 Relazioni bancarie: raffronto con verifiche UVER e

relazioni semestrali pag. 72

3.5 Considerazioni conclusive pag. 117

Cap. 4 Il Patto Territoriale della provincia di Enna pag. 119

Cap. 5. Il Patto Territoriale della provincia di Lecce pag. 122

5.1. Premessa pag. 122

5.2. Situazione delle iniziative alla fine del 2000 pag. 122

5.3. Aziende con agevolazioni decadute pag. 123

5.4. Aziende oggetto di particolare monitoraggio pag. 123

5.5. Aziende che hanno completato l’investimento al 31 dicembre

2000 pag. 123

5.6. Avanzamento degli investimenti ed occupazione pag. 124

5.7. Le opere infrastrutturali pag. 125

5.8. Riepilogo risorse finanziarie derivanti da rinunce, revoche ed

economie da utilizzare in sede di rimodulazione

(Delibera CIPE 9 giugno 1999) pag. 125

5.9. Schede relative alla descrizione analitica dello stato di attuazio-

ne

delle iniziative pag. 125

5.10. Considerazioni di sintesi sul Patto di Lecce pag. 125

Cap. 6. Il Patto Territoriale di Miglio D’Oro pag. 127

6.1. Descrizione del Patto pag. 127

6.2. Considerazioni conclusive pag. 134

IV

Cap.7. Il Patto Territoriale della provincia di Nuoro pag. 137

7.1. Descrizione del Patto pag. 137

7.2. Considerazioni finali pag. 142

PARTE SECONDA

Patti territoriali di seconda generazione

Patti Territoriali di seconda generazione pag. 146

Cap. 8. Il Patto Territoriale per Ferrara pag. 148

8.1. Nota introduttiva pag. 148

8.2. I presupposti del Patto per Ferrara pag. 148

8.3. La promozione del Patto per Ferrara pag. 153

8.4. La fase della concertazione pag. 153

8.5. La definizione degli obiettivi e degli interventi pag. 155

8.6. L’individuazione dei progetti infrastrutturali pag. 158

8.7. La fase dell’assistenza tecnica pag. 158

8.8. La presentazione dei progetti imprenditoriali pag. 159

8.9. La fase istruttoria pag. 160

8.10 L’approvazione e la stipulazione del patto. Il ruolo della regione

Emilia-Romagna pag. 168

8.11. L’attuazione del patto: Il Soggetto Responsabile pag. 170

8.12. (segue) – Il monitoraggio degli interventi infrastrutturali pag. 172

8.13. (segue) – Il monitoraggio degli investimenti produttivi pag. 174

8.14. (segue) – La tempistica degli interventi e le problematiche in at-

to pag. 177

8.15. (segue) – Le dinamiche occupazionali pag. 181

8.16. (segue) – L’erogazione delle risorse finanziarie pag. 184

8.17. (segue) – La riutilizzazione delle somme resisi disponibili pag. 189

8.18. (segue) – Le verifiche ministeriali pag. 191

8.19. Considerazioni conclusive pag. 192

Cap. 9. Il Patto Territoriale per l’occupazione “Appennino Cen-

trale” pag. 198

9.1. Nota introduttiva pag. 198

9.2. I presupposti del Patto per l’Appennino Centrale pag. 198

V

9.3. La promozione del Patto per l’Appennino Centrale pag. 211

9.4. La fase della concertazione pag. 212

9.5. Il Patto per l’Appennino Centrale da Patto “Cipe” a Patto

“Comunitario” pag. 213

9.6. Il programma operativo del Patto ed il rispetto della normativa

comunitaria pag. 215

9.7. La definizione degli obiettivi e degli interventi pag. 218

9.8. La fase dell’assistenza tecnica pag. 222

9.9. La definizione dei progetti infrastrutturali pag. 223

9.10. La presentazione dei progetti imprenditoriali pag. 223

9.11. La fase istruttoria pag. 224

9.12. Il finanziamento del Patto e la relativa approvazione pag. 226

9.13. Il quadro di riferimento delle fasi d’attuazione pag. 226

9.14. Il soggetto intermediario locale pag. 227

9.15. Il monitoraggio degli interventi pag. 229

9.16. Le verifiche ministeriali pag. 230

9.17. Considerazioni conclusive pag. 231

Cap. 10. Il Patto Territoriale area sud Basilicata pag. 233

10.1. Caratteristiche geo-economiche del territorio del Patto pag. 233

10.2. Gli obiettivi del Patto pag. 233

10.3. Le iniziative approvate pag. 234

10.4. Valutazioni pag. 244

Cap. 11. Il Patto Territoriale della provincia di Matera pag. 247

11.1. Le caratteristiche geo-economiche del territorio del Patto pag. 247

11.2. Gli obiettivi del Patto pag. 248

11.3. Le iniziative approvate pag. 249

11.4. Valutazioni pag. 256

PARTE TERZA

Valutazioni conclusive

Cap. 12. Sintesi delle valutazioni sull’attività ministeriale e sui singoli Patti

pag. 260

12.1.Conclusioni sul supplemento istruttorio concernente l’attività ministeriale pag.260

VI

12.2.1 Patti di Prima Generazione pag. 263

12.2.2. Benevento pag. 265

12.2.3. Brindisi pag. 266

12.2.4. Enna pag. 268

12.2.5. Lecce pag. 269

12.2.6. Miglio D’Oro pag. 269

12.2.7. Nuoro pag. 270

12.3. Patti di seconda generazione e a disciplina comunitaria pag. 273

12.3.1. Ferrara e Appennino Centrale pag. 273

12.3.2. Patto area sud Basilicata e Patto della Provincia di Matera pag. 274

Cap.13.ValutazionicomparativesuiPatti

pag.277

13.1.1Patti di primagenerazione pag.277

13.1.2 Patti di secondagenerazione pag.282

7

RELAZIONE SUI PATTI TERRITORIALI CON RIGUARDO A QUELLI ATTUATI

8

Cap. 1. Motivi e obiettivi dell’indagine.

1.1. Indagine sui singoli Patti: criteri di scelta del campione e singole

metodologie.

A seguito della deliberazione n. 15/2000 dell’Adunanza Plenaria della Sezione del

Controllo della Corte dei conti, il Presidente della stessa, con ordinanza n. 6/2000,

ha previsto una indagine di controllo (ai sensi dell’art. 3 comma 4 della legge 14

gennaio 1994, n. 20) sui “Patti Territoriali con riguardo a quelli attuati”.

Come si ricava dall’argomento oggetto dell’indagine selettiva di controllo, la

stessa si pone in rapporto di completamento e conclusione rispetto a quella concer-

nente l’attività dell’amministrazione centrale relativa ai Patti Territoriali, approvata

con deliberazione n°98 del 7 luglio 2000 dall’allora Sezione centrale del controllo1 e

depositata il 19 ottobre dello stesso anno.

Con riguardo alle caratteristiche dell’istituto, si ricorda che l’articolo 2, comma

203, lett. d) della legge n. 662/96 definisce Patto Territoriale l’accordo, promosso

da enti locali, parti sociali, o da altri soggetti pubblici o privati con i contenuti di cui

alla lettera c)2, relativo all’attuazione di un programma di interventi caratterizzato

da specifici obiettivi di promozione dello sviluppo locale.

In virtù di tale norma sono nati i cosiddetti Patti Territoriali di prima generazione,

caratterizzati da un procedimento in cui il ruolo svolto da parte delle amministrazio-

ni centrali dello Stato Ministero del Tesoro Bilancio e Programmazione Economica e

Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (da ora in poi MTBPE

e CDP), è di grande rilevanza non solo sotto il profilo strettamente contributivo fi-

nanziario ma anche sotto il profilo dell’attività di impulso di direttiva, di coordina-

mento e di verifica e infine di referto.

1 Attualmente Sezione Centrale del Controllo successivo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, a seguito delle modifiche apportate all’organizzazione delle funzioni di controllo della Corte dei conti con de-liberazione delle SS.RR. n°14 del 16 giugno 2000. 2 L’articolo 2, comma 203, lett. c) della legge n. 662/96 definisce l’Accordo di programma quadro, da inten-dersi come “l'accordo con enti locali ed altri soggetti pubblici e privati promosso dagli organismi di cui alla lettera b), in attuazione di una intesa istituzionale di programma per la definizione di un programma esecu-tivo di interventi di interesse comune o funzionalmente collegati. L'accordo di programma quadro indica in particolare: 1) le attività e gli interventi da realizzare, con i relativi tempi e modalità di attuazione e con i termini ridotti per gli adempimenti procedimentali; 2) i soggetti responsabili dell'attuazione delle singole at-tività ed interventi; 3) gli eventuali accordi di programma ai sensi dell'articolo 27 della legge 8 giugno 1990, n. 142; 4) le eventuali conferenze di servizi o convenzioni necessarie per l'attuazione dell'accordo; 5) gli impegni di ciascun soggetto, nonché del soggetto cui competono poteri sostitutivi in caso di inerzie, ritardi o inadempienze; 6) i procedimenti di conciliazione o definizione di conflitti tra i soggetti partecipanti all'ac-cordo; 7) le risorse finanziarie occorrenti per le diverse tipologie di intervento, a valere sugli stanziamenti pubblici o anche reperite tramite finanziamenti privati; 8) le procedure ed i soggetti responsabili per il moni-toraggio e la verifica dei risultati. L'accordo di programma quadro è vincolante per tutti i soggetti che vi par-tecipano. I controlli sugli atti e sulle attività posti in essere in attuazione dell'accordo di programma quadro sono in ogni caso successivi”.

9

Successivamente, con la delibera del Comitato Interministeriale per la Program-

mazione Economica (da ora in poi C.I.P.E.) n.29 del 21 marzo 1997, si è dato inizio

ai c.d. Patti Territoriali di seconda generazione, caratterizzati, invece, da un mag-

gior ruolo, in termini di autonomia propulsiva e gestoria, degli enti locali e dal tra-

sferimento delle funzioni dell’allora M.T.B.P.E., quale autorità centrale

dell’istruttoria della programmazione negoziata, al sistema bancario.

Tutto ciò nel tentativo di assicurare una maggiore velocità, efficacia ed efficienza

negli interventi programmati, attraverso il superamento delle cause dei ritardi e

delle disfunzioni procedurali ed operative lamentate per i Patti di prima generazio-

ne.

Si richiama al riguardo quanto sostenuto dall’Amministrazione centrale del Mini-

stero del Tesoro in occasione della precedente indagine, secondo la quale3:

“…. nel quadro di rielaborazione normativa della programmazione negoziata e

dei Patti Territoriali in particolare, possono essere individuate quattro fasi:

� la prima di sperimentazione, durante la quale, a seguito dell’azione di promo-

zione esercitata dal CNEL, le parti sociali del Mezzogiorno, di concerto con le ammi-

nistrazioni locali e i soggetti imprenditoriali hanno avviato alcuni “laboratori territo-

riali” per la costruzione dei Patti per lo sviluppo;

� la seconda, di recepimento normativo dell’esperienza, durante la quale ha

preso corpo la disciplina che ha rivisitato, sistemizzandolo, tutto il complesso degli

istituti della programmazione negoziata, orientandoli a nuove logiche di rapporto tra

centro e periferia e riconoscendo ai Patti il ruolo di strumento primario per lo svi-

luppo locale;

� la terza, segnata da un processo di adeguamento delle istituzioni centrali

(riorganizzazione dei Ministeri del Tesoro e del Bilancio e della P.E. e attivazione del

Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coesione) della normativa ai nuovi stru-

menti;

� la quarta, infine, caratterizzata dall’assunzione di provvedimenti tesi a dare

trasparenza al processo di selezione e a superare le difficoltà procedurali ed opera-

tive che ostacolano il loro corretto funzionamento.

� Conseguentemente i 61 Patti, fino ad oggi sottoscritti4, possono distinguersi

in:

- n. 12 Patti Territoriali di prima generazione (approvati nel 1996 e nel 1997

con la vecchia procedura che prevedeva l’istruttoria delle singole iniziative ad

opera del Ministero);

3 Lettera prot. 04/7495/99 del 12 ottobre ’99, pagg. 1 e 2. 4 Vedi nota precedente.

10

- n. 39 Patti di seconda generazione (approvati con la nuova procedura delinea-

ta tra il luglio del 1998 e il febbraio 1999, in relazione con i due bandi rispetti-

vamente del 30/11/98 e del 10/4/99);

- n. 8 “Patti comunitari” per l’occupazione, approvati conformemente ai regola-

menti comunitari, e un Patto denominato “Sangro Aventino” non più ricadente

nell’obiettivo comunitario n. 1, interamente finanziato con risorse nazionali ma

proceduralmente legato alla normativa europea. Va, inoltre, considerato un

ulteriore Patto Territoriale indicato come “Appennino Centrale”5, avente carat-

tere pluriregionale e le cui procedure sono, tuttora, in corso di definizione. An-

che il Patto in questione è interamente finanziato con risorse nazionali”.

Con riguardo all’oggetto della presente relazione, concernente in particolare, ol-

tre all’attività ministeriale, quella dei soggetti responsabili e dei titolari delle singole

iniziative Pattizie, già in occasione della precedente indagine si era rilevato che, a

fronte di una copertura finanziaria, nel triennio 1996/98, assicurata per complessivi

L. 3.828,4 mln alla data del 19 febbraio 19996, l’effettiva utilizzazione delle risorse

era iniziata solo nel corso dell’ultimo anno previsto (1998) con erogazioni limitate, a

quella data, secondo la risposta fornita dall'amministrazione alla data del 4/4/2000,

per i Patti di prima generazione, a L. 68,24 mln.

Per quanto riguarda i Patti di seconda generazione, la situazione percentuale si

presentava ancora peggiore, essendo iniziata l'erogazione nel 1999 e solo per alcuni

di essi.

Il fenomeno delle rinunce era apparso, per i Patti di prima generazione, molto

consistente, il che, se da un lato costituisce un indice del grado di successo delle i-

niziative, da valutare in sede territoriale e nazionale, dall'altro ha posto il problema

dei modi e dei tempi di riutilizzo delle disponibilità rivenienti dalle rinunce medesi-

me.

In ogni caso, dalle elaborazioni dei dati ministeriali aggiornati alla data suindicata

era risultato come la percentuale media dei pagamenti per i Patti di prima genera-

zione fosse ferma al 21,64% e per i Patti di seconda al 7,42%.

Dall’esame di un’istruttoria condotta dall’amministrazione centrale , trasmessa a

mero titolo esemplificativo, era emerso quanto ammesso dalla stessa, e cioè che

era stata seguita una metodologia di tipo “cartolare” consistente nel mero controllo

formale della documentazione trasmessa dal S.R., riservandosi particolare attenzio-

ne al "business plan" ed alla relazione bancaria.

5 Per quanto riguarda l’Appennino centrale si rinvia allo specifico approfondimento nel corpo del testo. 6 Data del deliberazione CIPE con la quale si era effettuata una ricognizione delle risorse destinate, all’epoca, a tale istituto.

11

Per quanto concerne i controlli ministeriali, i rapporti di verifica dell'UVER si pre-

sentavano di particolare interesse per rendersi conto dell'andamento dei Patti, in

quanto costituiscono per l'amministrazione l'unica fonte di controllo diretto della ge-

stione dell'iniziativa.

Le attività di monitoraggio dei Patti e dei relativi dati occupazionali, infatti, pur

provando che l'attività di vigilanza e controllo da parte del MTBPE c'era effettiva-

mente stata, specie dopo l'avvio dell'indagine da parte della Corte dei conti, eviden-

ziavano dati tutt'altro che tranquillizzanti, in quanto denotavano un preoccupante

stallo di talune iniziative comprese nei Patti di prima generazione.

Erano descritti, infatti, casi di cantieri in condizioni di abbandono, come di inizia-

tive ancora non avviate pur con cospicue erogazioni e si riferiva di comunicazioni

all'autorità giudiziaria e alla guardia di finanza, fenomeni che imponevano, come i

dati sopra riferiti, un’indagine sia pure a campione sulla gestione di singoli Patti

Territoriali.

Dal contenuto dei provvedimenti CIPE si ricava che prima del 9 luglio ‘98, data

della deliberazione dell'accelerazione delle attività istruttorie dei dodici Patti Territo-

riali di prima generazione - ma, in realtà, prima del 5 settembre ‘98, data di pubbli-

cazione di quest'ultima deliberazione sulla G.U.- le istruttorie concernenti i dodici

Patti di prima generazione non erano state ancora espletate e ad esse dovevano es-

sere applicate - per le parti compatibili - le procedure previste per i Patti di secon-

da.

Non era risultato peraltro che le modifiche adottate in itinere anche per i Patti di

prima generazione avessero determinato un’accelerazione significativa delle istrut-

torie. Medesima considerazione può farsi per le modalità istruttorie delineate per le

altre due tipologie di Patti Territoriali. I casi di ritardata presentazione delle relazio-

ni dei soggetti responsabili anche per i successivi trentanove, pur ammettendo le

date relativamente recenti della loro approvazione, avevano provocato, quanto me-

no, la mancata conoscenza sistematizzata e non episodica dello stato dei singoli

progetti, la quale avrebbe consentito al Ministero di intervenire in modo più mirato

con i propri organismi di vigilanza, disporre di elementi aggiornati per le attività di

referto e verificare la disponibilità delle risorse non utilizzate per rimodulare quelle

da trasferire.

Ai fini della prima indagine nessun dato complessivo era stato ancora fornito per

il raggiungimento degli obiettivi occupazionali, obiettando l'amministrazione, alla

precisa richiesta in tal senso avanzata dalla Corte, che l'occupazione diretta, conse-

guente agli investimenti, non era ancora definibile perché le iniziative erano ancora

in corso di attuazione.

12

Rientra, quindi, tra gli obiettivi della presente indagine completare l’esame di

quanto operato dall’amministrazione centrale con riguardo ai modi di scelta dei

soggetti esterni, come richiesto dalla stessa Sezione del controllo nell’adunanza del

7 luglio 2000, per poi passare all’analisi ed alle conseguenti valutazioni della mede-

sima attività nei rapporti con i soggetti responsabili ed i titolari delle singole iniziati-

ve alla stregua dei parametri previsti dall’art.3 della legge 14 gennaio 1994 n. 20 e

compiere, con riguardo ad essi, le valutazioni previste nel medesimo articolo.

A tal fine il gruppo di magistrati cui è stata affidata l’indagine con ordinanza pre-

sidenziale n. 6 del 3 marzo 2000, ha elaborato un campione composto in prevalen-

za dei Patti più risalenti nel tempo, e precisamente i Patti di prima generazione di

Benevento, Brindisi, Enna, Lecce, Miglio d’oro e Nuoro, onde esaminare l’istituto

con la maggiore compiutezza compatibile con lo stato di avanzamento dei singoli

Patti sotto il profilo dei risultati raggiunti, delle risorse impiegate, del tempo tra-

scorso rispetto a quello previsto, dell’attuazione delle norme disciplinatrici l’attività

amministrativa.

Per riscontrare poi sotto il profilo gestorio l’effettiva sussistenza delle differenze

evolutive sostenute dall’amministrazione con riguardo ai Patti di seconda genera-

zione rispetto a quelli di prima sono stati esaminati, nell’area meridionale, i Patti di

seconda generazione Area sud della Basilicata ed il Patto Territoriale della provincia

di Matera, e nell’area settentrionale i Patti di Ferrara e dell’Appennino centrale, il

quale ultimo è particolarmente rilevante, in quanto costituisce l’unico Patto Territo-

riale pluriregionale tra quelli approvati dal CIPE e, al tempo stesso, soggetto alle

procedure comunitarie in quanto parte integrante dell’esperienza pilota comunitaria

attivata dalla Commissione europea nel 1997 nell’ambito della proposta “Patti Terri-

toriali per l’occupazione”.

Ai fini istruttori dei singoli Patti sono stati chiesti al MTBPE gli atti e i documenti

dei quali era, o avrebbe dovuto essere, in possesso, costituiti tra l’altro dai decreti

di concessione provvisoria dei contributi, dalle relazioni dei comitati di verifica delle

società di consulenza, dalle relazioni dell’UVER e dalle relazioni semestrali dei Sog-

getti responsabili.

Al riguardo, l’Amministrazione ha rappresentato numerose difficoltà organizzati-

ve (nel fornire copie dei documenti di archivio, per la mole degli stessi, per la diver-

sa dislocazione territoriale degli uffici competenti, per completare la documentazio-

ne più volte richiesta, la diversità dei dati relativi alla medesima iniziativa) per cui,

in considerazione della frammentarietà della documentazione ottenuta dal Ministero

e del tempo trascorso per ottenerla, sono stati svolti accertamenti diretti sia presso

il Ministero stesso che presso le sedi di alcuni S.R. dei Patti.

13

1.2. Attività ministeriale con particolare riguardo alla scelta delle socie-

tà convenzionate per l’istruttoria e l’assistenza ai Patti.

Come già riferito, la Sezione del Controllo, II collegio, nel corso dell’adunanza

del 7 luglio 2000, ha approvato la relazione avente ad oggetto “L’attività

dell’Amministrazione centrale riguardo ai Patti Territoriali”. In quella sede è stata

avvertita l’esigenza di interpellare il Ministero del tesoro, del bilancio e della pro-

grammazione economica al fine di acquisire opportune delucidazioni in merito ad

alcuni momenti gestionali dell’attività svolta dal soppresso Ministero del Bilancio

per dare attuazione alla delibera CIPE del 21 marzo 1997.

In questa ultima, infatti, si prevede (v. punto 2.10.2) che quel Dicastero stipuli

con “soggetti selezionati mediante gara” convenzioni aventi ad oggetto, alcune,

l’istruttoria dei progetti contenuti nei Patti destinatari di finanziamenti da parte del

14

CIPE, altre, l’attività di assistenza ai soggetti promotori ed ai sottoscrittori dei Patti

nell’approntamento degli elementi utili a documentare i requisiti per l’attuazione

del Patto medesimo. Al riguardo, la Sezione ha ritenuto che l’Amministrazione do-

vesse non solo fornire più precisi elementi di conoscenza sulle modalità di svolgi-

mento delle gare tenute per selezionare le società cui sarebbero state affidate le

citate attività di istruttoria e di assistenza, ma anche per rendere palese se le con-

venzioni successivamente stipulate con le società prescelte fossero o meno state

approvate dal competente Direttore Generale.

Il Collegio ha, inoltre, giudicato necessario che l’Amministrazione indicasse i

motivi di diritto sulla cui base aveva modificato talune clausole delle summenzio-

nate convenzioni con il “comunicato” pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 lu-

glio 1998 (cfr. pagg. 29 e 30 della deliberazione n. 98/2000).

Il Ministero del Tesoro, interpellato con nota n. 1794 del 17 novembre 2000, ha

dato riscontro alle richieste della Corte con lettera che reca la data del 17 marzo

2001.

Per quanto attiene ai procedimenti di selezione delle società cui era stata affi-

data l’istruttoria e l’assistenza, il Servizio per la programmazione negoziata ha

rappresentato che, nonostante un’approfondita ricerca svolta anche presso il diri-

gente all’epoca Presidente delle due Commissioni, non è stato possibile reperire la

documentazione richiesta. Questa – secondo il predetto Ufficio – potrebbe at-

tualmente essere depositata presso un capannone della Protezione Civile a Castel-

nuovo di Porto, a causa dei lavori di ristrutturazione in atto nel palazzo ove ave-

vano sede gli uffici competenti.

Rebus sic stantibus, non possono in questa sede essere modificate le conside-

razioni svolte nella precedente relazione, lì dove veniva evidenziato come il proce-

dimento seguito per l’aggiudicazione fosse stato diverso da quello previamente

stabilito nel bando (v. p. 24 deliberazione n. 98/2000).

E’ doveroso a questo punto riferire che, nel corso dell’istruttoria, è emerso co-

me le più volte menzionate convenzioni stipulate per l’affidamento dei Servizi di

assistenza tecnica ed amministrativa, siano state oggetto di una procedura di in-

frazione ex art. 226 del Trattato di Roma, da parte della Commissione Europea.

Questa ha, infatti, rilevato che il procedimento seguito presentava “profili di in-

compatibilità con le disposizioni della direttiva n. 92/50 del Consiglio, del 18 giu-

gno 1992”.

Per tali motivi, il Ministero, pur rappresentando in sede di controdeduzioni di-

rette alla Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione Europea (v. nota n.

0027146 del 10 luglio 2000) che “la scelta della procedura contestata - peraltro

15

discussa a suo tempo con gli Uffici della Commissione - era sembrata quella me-

glio in grado di garantire una selezione delle imprese offerenti secondo criteri di

professionalità e idoneità a svolgere un servizio del tutto peculiare, che non trova

riscontro nella prassi di questa Amministrazione”, ha reso noto di aver preso atto

dei rilievi della Commissione e di aver adottato i provvedimenti necessari per con-

formarsi al citato parere motivato. Con delibera CIPE del 17 marzo 2000 n. 31 era

stata, infatti, “sospesa la concessione dell’autorizzazione ai soggetti promotori di

Patti Territoriali ad avvalersi delle società convenzionate per l’attività di supporto e

assistenza tecnica, prevista dal punto 2.10.1 della propria delibera 21 marzo

1997”.

Tornando ai chiarimenti richiesti da questa Corte con la nota n.1794/2000

del 17 novembre 2000, si rappresenta come, con riferimento ai decreti di appro-

vazione delle convenzioni in argomento, sia stato reso noto che nessuna di quelle

stipulate è stata oggetto di successiva approvazione. Il competente Servizio “ha

preso atto del rilievo formulato dalla Corte ed ha pertanto disposto la sospensione

dei pagamenti dovuti ai soggetti incaricati delle istruttorie, informando della rile-

vata illegittimità il Capo del Dipartimento”. Contestualmente è stato dichiarato

l’intendimento di sottoporre alla medesima Autorità la sottoscrizione dei decreti

approvativi delle convenzioni esistenti.

L’acquisita certezza di tale omissione consente di poter ribadire quanto già so-

stenuto in merito alla mancata efficacia di quei contratti, i quali, peraltro, risultano

già eseguiti.

Del resto non appare in questa sede ultroneo ricordare che l’attribuzione a sog-

getti esterni alla Pubblica Amministrazione della competenza a svolgere

l’istruttoria di progetti di investimenti per iniziative imprenditoriali si rinviene

nell’ordinamento giuridico in sede di attuazione della legge n. 488/92 da parte del

Ministero dell’Industria, il quale – si rammenta - ne aveva disciplinato le modalità

e le procedure con quel decreto 20 ottobre 1995, n. 527, la cui applicazione ai

Patti Territoriali è espressamente richiamata al punto 2.10 della delibera CIPE del

21 marzo 1997. Quel Ministero, peraltro, nel porre in essere i contratti de quibus

ha legittimamente ritenuto che gli stessi dovessero essere approvati con decreto

del Direttore Generale (v. decreto MICA in data 25 marzo 1996).

Per quanto, infine, attiene all’effetto modificativo che il “Comunicato” pubblicato

sulla G.U. del 29 luglio 1998 n.175, dovrebbe aver avuto sulle clausole delle più

volte citate convenzioni, l’Amministrazione ha sottolineato che “nelle norme tran-

sitorie e finali delle convenzioni l’ipotesi di variazione di normative di riferimento è

prevista e ne sono anche disciplinate le eventuali conseguenze”.

16

Al riguardo va evidenziato che è vero che l’art. 13 delle convenzioni in esame

prescrive che, in caso di variazione della normativa di riferimento, il Ministero e le

singole società siano tenute ad adeguarsi alle variazioni intervenute, ma è anche

vero che le modifiche in questione non sembrano essere collegate ad alcuna nor-

ma di legge o di regolamento la cui entrata in vigore, successiva alla stipula delle

convenzioni medesime, possa aver indotto l’Amministrazione a ridisciplinare il

contenuto delle clausole che con quelle disposizioni contrasterebbero. Né sembra

giuridicamente possibile sostenere che il “comunicato” sia esso il provvedimento

normativo intervenuto.

In disparte, infatti, la considerazione che quell’atto non sembra possedere nes-

suno dei requisiti indicati dal terzo comma dell’art. 17 della legge n. 400/88, la cui

presenza è necessaria per configurare un regolamento, si fa presente che, qualora

si seguisse tale tesi, l’atto medesimo non avrebbe alcuna efficacia.

Si ritiene, pertanto, che le precisazioni fornite dall’amministrazione non consen-

tono di modificare le valutazioni espresse nella relazione approvata con la menzio-

nata delibera n. 98/2000.

Sembra opportuno, peraltro, rappresentare che dall’esame di taluni documenti

acquisiti in sede istruttoria è emerso come le società summenzionate abbiano par-

tecipato alla stesura del comunicato e che, pertanto, le stesse sono state, sia pur

non formalmente, consenzienti alle modifiche di quelle convenzioni.

Tanto è emerso dai verbali delle riunioni tenute dai Comitati per la verifica ed il

coordinamento delle attività di assistenza tecnica ed amministrativa, costituiti in

adesione a quanto disposto dalle convenzioni in parola. Quegli organi collegiali, si

rammenta, erano composti da un rappresentante del Ministero, cui spettavano le

funzioni di Presidente, da un rappresentante della società di assistenza e da un

rappresentante dei soggetti promotori del Patto, e avevano il compito di approvare

il programma operativo che la società di assistenza doveva realizzare, di verificar-

ne lo stato di avanzamento e di fornire un parere sulla richiesta di corrispettivo

formulato da quella società. Orbene, nei resoconti delle riunioni tenute da quei

Comitati è dato espressamente atto che il Comunicato de quo è stato “concordato

con le società di assistenza tecnica e con le banche ai fini di una più chiara e tra-

sparente conoscenza delle clausole contenute nelle Convenzioni, cui ha fatto se-

guito la formale trasmissione del Comunicato medesimo alle società convenzionate

per l’assistenza tecnica e per l’istruttoria” e che “nel corso delle riunioni che hanno

portato alla stesura del predetto Comunicato è stata predisposta una specifica

modulistica, sia per quanto concerne l’assistenza tecnica (un modulo), sia per

l’istruttoria bancaria (tre moduli)”.

17

1.3. Attività ministeriale con riguardo al “Sistema di monitoraggio degli

investimenti pubblici (MIP)”.

E’ rilevante, ai fini dell’aggiornamento del quadro dell’attività ministeriale fornito

in occasione della precedente relazione approvata con deliberazione n°98/2000, ri-

ferire che il Direttore del Servizio centrale di segreteria del CIPE, Dipartimento per

le politiche di sviluppo e di coesione, rispondendo alla richiesta della Corte di invio

dei rapporti semestrali del CIPE sul sistema di monitoraggio degli investimenti pub-

blici faceva presente, in data 16 marzo 2001, per il tramite del Servizio centrale

della programmazione negoziata, che la previsione contenuta nel comma 6

dell’art.1 della legge 17 maggio 1999 n. 144, secondo il quale il Sistema sopra cita-

to avrebbe dovuto essere creato con il compito di fornire tempestivamente informa-

zioni sull’attuazione delle politiche di sviluppo, sulla base dell’attività di monitorag-

gio svolta da appositi Nuclei, da istituire presso le amministrazioni centrali, e il CIPE

avrebbe dovuto riferire sui risultati del monitoraggio con un apposito rapporto se-

mestrale al Parlamento non aveva ricevuto attuazione, “data la complessità ed il

tempo occorrenti per consentirne l’attivazione”.

Le attività finalizzate a consentire la definizione del Sistema e della connessa

banca dati presso il CIPE era ancora in corso, come anche l’istituzione dei Nuclei di

valutazione e verifica.

Si univa documentazione relativa a due specifici organismi collegiali creati allo

scopo, costituiti dal “Comitato tecnico paritetico Stato-Regioni per l’avvio dei Nuclei”

e dal “Gruppo di coordinamento per la definizione del Sistema di monitoraggio e del

codice unico di progetto.”

Al riguardo non può non segnalarsi il lasso di tempo trascorso della previsione

normativa senza che ad essa sia stata data pratica attuazione, durante il quale è

mancato uno degli strumenti caratterizzanti i rapporti fra amministrazione centrale

e organismi pubblici territoriali, quali i Soggetti Responsabili del Patto, i quali, a loro

volta, nei casi segnalati dalla stessa amministrazione (cfr. al riguardo quanto emer-

ge dalla delibera n. 98/2000) difettano nel fornire tempestivamente attraverso

le forme di referto loro proprie il quadro aggiornato delle singole iniziative.

Il tutto, in contrasto con un indirizzo legislativo che tende sempre più ad identifi-

care l’amministrazione centrale attraverso le funzioni di indirizzo, coordinamento,

direttiva, vigilanza e controllo in stretto rapporto di interdipendenza fra di loro, co-

me prova il decreto legislativo n. 286 del 1999 di riforma dei controlli interni.7

7 Giova richiamare, sul punto, come particolarmente rilevante la sentenza della Corte costituzionale n°3 14 del 12 luglio 2001, la quale, nel dichiarare non fondate le questioni di illegittimità costituzionale dell’art.1, commi 1 e 2,

18

PATTI TERRITORIALI

DI PRIMA GENERAZIONE

lett.a) e c), 3 e 9 della precitata legge 17 maggio 1999 n°144 – ma, contemporaneamente, illegittime q uelle di cui all’art.1 comma 4 della stessa legge nella parte in cui ricomprende, fra i propri destinatari, la Regione Trentino Alto Adige e le Province autonome di Trento e Bolzano – in quanto dirette “ad enunciare principi di organizzazio-ne, riconducibili alle esigenze della necessaria valutazione tecnico economica delle decisioni concernenti gli in-vestimenti e del monitoraggio su scala nazionale degli stessi, in vista della creazione di un quadro coordinato ed unitario, in raccordo anche con la disciplina dei fondi comunitari e con le relative tecniche di valutazione, monito-raggio e verifica”, ha affermato che le stesse costituiscono norme fondamentali delle riforme economico-sociali le quali, essendo volte a realizzare una complessiva e profonda innovazione normativa in un settore che assume importanza nazionale, sono suscettibili, come tali, di condizionare, per pacifica giurisprudenza della stessa Corte, anche la legislazione esclusiva delle Regioni e delle Province autonome.

19

Cap. 2. Il Patto Territoriale della provincia di Benevento8.

2.1. I Soggetti partecipanti.

Secondo quanto riportato nel documento di presentazione del Patto, redatto a

ottobre del 1997 a cura della S.C.R.L. Patto Territoriale della provincia di Beneven-

to, avente sede presso l’Unione degli Industriali della provincia medesima, l’idea di

dare avvio ad una fase di concertazione fra tutti i soggetti sociali per individuare

un’ipotesi di intervento concreto nella provincia è nata alla fine del 1994.

Con l’emanazione delle disposizioni contenute nei dd.ll. n. 32 dell’ 8 febbraio

1995 e n. 123 del successivo 24 aprile, quest’ultimo prorogato dal D.l. 26.6, n. 244

e convertiti, rispettivamente, nelle leggi n. 104 del 7 aprile e n. 341 in data 8 ago-

sto dello stesso anno, che fra l’altro definivano il campo di attuazione e di interven-

to del Patto Territoriale, fu individuata in tale strumento la possibilità di dar vita ad

una programmazione territoriale costruita dal basso.

Al termine di una serie d’incontri delle parti sociali (organizzazioni imprenditoriali

e sindacati) con la Camera di Commercio, la Provincia, i comuni di Benevento, Airo-

la, Montesarchio, Associazioni datoriali dell’artigianato, del commercio e del mondo

agricolo, cinquantotto imprenditori candidarono i loro progetti alla fase di presele-

zione, che condusse alla sottoscrizione del Patto a dicembre del 1995 presso il

CNEL.

Con esso s’intendeva realizzare un progetto incentrato sul rafforzamento di un

sistema di piccole e medie imprese legate al territorio che, pur operando in settori

diversi, tendesse a un processo integrato tale da produrre il potenziamento dei le-

gami industriali e la nascita di iniziative di supporto dal punto di vista delle infra-

strutture.

Sotto tale aspetto l’area si presentava poco sviluppata e con una struttura eco-

nomica arretrata, condizionata da una forte presenza agricola, dalle caratteristiche

geografiche proprie di un territorio interno con conformazione orografica accidenta-

ta; dalla marginalità nell’ambito del processo di sviluppo campano; dalla perifericità

rispetto ai principali assi viari (autostrada Napoli Salerno Reggio Calabria) ed ai poli

industriali campani (fascia costiera Caserta Napoli e Irpinia).

La dotazione di infrastrutture di trasporto presentava un indice di valore molto

più basso di quello medio campano (76,4% rispetto al 102,2% del livello medio) e

un bassissimo livello di elettrificazione dei trasporti ferroviari, con ricadute negative

sulla domanda di mobilità.

8 A titolo esemplificativo per i Patti di questa generazione si riporta il quadro complessivo progettuale del Patto.

20

Molto lontano era anche l’indice di infrastrutture idriche, anche inferiore al già

basso livello dell’intera regione.

Oltre alla ben collegata area di sviluppo industriale (ASI) di Ponte Valentino esi-

stevano le aree di PIP in contrada Olivola di Benevento e nei comuni di Airola e

Montesarchio.

Si rilevava peraltro che tali ultimi insediamenti si trovavano già nelle zone dalle

caratteristiche demografiche relativamente più sviluppate come popolazione resi-

dente, densità e variazione della medesima, percentuale di laureati e diplomati sulla

popolazione con più di quattordici anni (dati del censimento del 1991). In particola-

re Montesarchio risultava il comune a più elevato indice di ricambio generazionale.

Alla realizzazione del Patto avrebbero dovuto concorrere i privati, le rappresen-

tanze di categoria, le amministrazioni pubbliche sottoindicate:

1. Unione industriali della provincia di Benevento;

2. C.G.I.L.;

3. C.I.S.L.;

4. U.I.L.;

5. C.N.A. e Confartigianato provinciali;

6. Confesercenti e Confcommercio provinciali;

7. Regione Campania;

8. Amministrazione provinciale;

9. Camera di Commercio;

10. Comune di Benevento;

11. Organizzazioni professionali agricole (Coldiretti, Unione agricoltori, Confedera-

zione Italiana Agricoltori);

12. Comune di Montesarchio;

13. Consorzio ASI di Ponte Valentino;

14. Consorzio Fortam;

15. Imprese aderenti all’iniziativa del Patto Territoriale.

I proponenti si erano avvalsi, ai fini della realizzazione del patto, del Banco di

Napoli, della GEPI, del Parco scientifico e tecnologico dell’Università degli studi di

Salerno (Facoltà di Economia e Commercio).

In particolare, il Banco di Napoli avrebbe dovuto certificare gli investimenti indu-

striali previa analisi di tipo tecnico economico e finanziario, nonché del relativo pro-

getto industriale, previo riconoscimento di costi con accordi allora da definire.

21

2.2. Il Soggetto Responsabile.

Soggetto Responsabile (da ora in poi anche S.R.), dal settembre 1997, è un o-

monimo consorzio, (Patto Territoriale della provincia di Benevento S.c.r.l.) scelto ai

fini di una reale rappresentatività degli interessi coinvolti e per la flessibilità che lo

caratterizza, ferma restando la possibilità di attivare forme di servizi funzionali a

tutti gli associati.

Il consorzio era dotato di un capitale sociale di cinquecento mln, al cui versa-

mento hanno contribuito gli enti locali, comuni e provincia nella misura del 60%,

con il 20% ciascuno e gli enti pubblici con il 71%. Il privato che ha fornito il mag-

gior apporto è l’Unione degli industriali e degli artigiani della provincia di Beneven-

to.

Degni di rilievo, tra i compiti del Consorzio, l’individuazione e la verifica di fattibi-

lità tecnica, economica, finanziaria e ambientale dei programmi e dei progetti ela-

borati, il monitoraggio delle iniziative, lo svolgimento di attività istruttoria, di valu-

tazione e selezione dei progetti presentati dai destinatari, di gestione e controllo

dell’impiego delle risorse.

Il Consiglio di amministrazione del consorzio era affiancato da un Comitato tecni-

co operativo e da una segreteria ed il S.R. era integrato da un Comitato territoriale

comprendente anche soggetti non direttamente presenti in esso.

Tra le attività di monitoraggio che il S.R. si prefiggeva di svolgere erano compre-

se:

1. raccolta ed elaborazione della documentazione contabile relativa alle singole

aziende per verificare lo stato d’avanzamento, il rispetto dei programmi e dei

tempi previsti;

2. elaborazione di questionari da distribuire alle aziende per verificare gli even-

tuali problemi e le necessità emergenti nella fase di attuazione degli investimen-

ti;

3. elaborazione di analisi periodiche, così come di indagini sul campo, tendenti

ad evidenziare lo stato di attuazione del Patto e l’imPatto dello stesso sul territo-

rio.

Inizialmente non era previsto che il responsabile del Patto fruisse di una finanza

specifica, per cui si preferiva demandare la fornitura di servizi al BIC, (Business In-

novation Center) per il quale si sarebbe dovuto elaborare un progetto specifico.

Al riguardo è da segnalare che il BIC era considerato come uno dei punti di forza

per l’erogazione dei servizi e degli strumenti operativi ma non risulta successiva-

mente costituito.

22

Il relativo assetto societario avrebbe dovuto essere perfezionato “quanto prima”

definendone, in un progetto allegato, funzioni e modalità operative e d’intervento e

si sarebbe dovuto richiederne il riconoscimento alla C.E. come E.C.BIC.

2.3. Ruolo del sistema creditizio.

Alla luce della carente diffusione del credito, appariva evidente la necessità di

garantire la sostenibilità finanziaria del programma, “tenuto conto del quadro finan-

ziario presentato, e dell’articolazione temporale dell’investimento ed in considera-

zione del fatto che i contributi avrebbero dovuto essere erogati per fasi e i mezzi

propri delle imprese non sarebbero stati necessariamente resi disponibili immedia-

tamente, emergeva la necessità di prospettare un adeguato supporto per consenti-

re la copertura del fabbisogno complessivo”.

Con questa finalità il Banco di Napoli ha aderito al protocollo d’intesa come sog-

getto di supporto al Patto ed ha proceduto ad un esame per verificarne la finanzia-

bilità eventualmente con altri istituti di credito.

Con riguardo al sistema bancario locale, premesso che, sempre secondo lo stes-

so documento9, il sistema produttivo provinciale era caratterizzato dalla piccolissi-

ma dimensione delle imprese, con oltre il 90% delle unità locali manifatturiere con

meno di dieci addetti, e assente la grande industria, con sole otto unità produttive

con più di cento addetti, e nessuna oltre le cinquecento (dati al 1991), il sistema

creditizio era giudicato dai proponenti il Patto come uno tra i “vincoli forti” allo svi-

luppo della provincia, in quanto scarsamente promotore dello sviluppo. Se da un la-

to una ragione comune di ciò si rinviene nella rischiosità degli impieghi superiore al-

la media regionale, dall’altro la piccola dimensione avrebbe comportato per la banca

un aumento dei costi di monitoraggio. Altra causa era la scarsa diffusione, nella re-

gione, dei sistemi consortili di garanzia fidi. Dall’altro lato, ancora, la scarsa dispo-

nibilità degli imprenditori a trasferire i diritti di proprietà, condividendo il controllo

dell’impresa, faceva sì che il credito bancario a breve termine divenisse il quasi e-

sclusivo canale di finanziamento utilizzato dalle imprese10.

9 Confronta pag.16 documento di presentazione del Patto redatto ad ottobre del 1997 a cura del S.R. 10 Sotto il profilo delle fasce di sviluppo cui apparterrebbe l’area beneventana si distingue quella del rurale profondo, che caratterizza quarantasei comuni, da quella delle città medie, cui apparterrebbero soltanto nove comuni, ed una terza categoria, che il S.R. denomina aree in bilico, che si presenta come un’area a metà strada tra un contesto rurale ed una situazione caratterizzata da processi di inurbamento e cenni di industrializzazione, ma contrassegnata da forte disoccupazione. Con tutti i suoi vincoli di sviluppo (carenze infrastrutturali, bassa imprenditorialità, scarsità di servizi alle imprese, assenza delle istituzioni, rarefazione del credito), la provincia di Benevento presenta un relativo equilibrio sociale, caratterizzato da un livello di criminalità tollerabile, con un ecosistema non irrimediabilmente compromesso, ed una convergenza ritro-vata attorno all’ipotesi di sviluppo promossa dal Patto Territoriale.

23

2.4. Gli obiettivi del patto.

La descrizione del Patto nel documento di presentazione, già dalla intestazione

del capitolo: “La gerarchia degli interessi: gli obiettivi del patto” indica che si è scel-

to di perseguirne di più limitati rispetto “ad uno sviluppo integrato in maniera capil-

lare”, causa, secondo il S.R. la diffusione della situazione di depressione.

Il campo d’intervento è, infatti, limitato alla zona occidentale e meridionale della

provincia, dove esistono potenzialità nell’ambito della fascia delle città medie e delle

aree in bilico (descritte in nota precedente).

Gli elementi forniti dalla relazione a giustificazione della scelta operata relativa-

mente a comuni nei quali esistono una densità abitativa e un livello di scolarizza-

zione relativamente elevati, abbondanza di risorse umane ed esistenza di buoni col-

legamenti stradali - tra Benevento e l’area industriale di Caserta Montesarchio- alta

presenza del settore commerciale, indicano che si è perseguito, piuttosto che

l’obiettivo di animazione economica di settori emarginati o in crisi, quello del “raf-

forzamento della base industriale”, puntando sul sistema delle piccole e medie im-

prese nei settori “già presenti nell’area”, cui avrebbero potuto contribuire i piccoli

progetti di infrastrutturazione complementari e funzionali consentiti dal Patto Terri-

toriale, riguardanti “piccoli adeguamenti”per Contrada Olivola, nel comune di Bene-

vento, e per l’area PIP di Montesarchio.

Il progetto del Patto appare pertanto, sin dall’inizio, ispirato a criteri di prudenza,

puntando su imprese e settori economici già presenti nell’area ed in via di relativo

sviluppo.

Come già accennato, la istituzione del centro di produzione di servizi per eccel-

lenza, il BIC, anche se prevista dal patto, non è stata finanziata a carico dello stes-

so, il che ha introdotto un ulteriore elemento di incertezza nelle prospettive di coe-

sione economica innescabili dallo strumento di concertazione.

Questo, infatti, avrebbe dovuto rappresentare un centro di servizi a supporto

particolare delle aziende del Patto e più in generale del territorio provinciale, “con-

tribuendo alla diffusione della cultura imprenditoriale ed al rafforzamento del lega-

me tra il mondo della formazione, della ricerca e della produzione, indispensabile

per la crescita del sistema produttivo”11.

Obiettivo collaterale della creazione delle infrastrutture complementari avrebbe

dovuto essere l’accrescimento dell’”attrattività” dell’area beneventana mediante il

trasferimento e la localizzazione di nuove attività produttive ancora insediate in

ambito urbano, in contesti più consoni.

11 Confronta pp.29 e ss. del documento.

24

La localizzazione delle risorse e delle infrastrutture, e la scelta della tipologia ter-

ritoriale, lasciano quindi intravedere un approccio cauto e limitato rispetto agli o-

biettivi di sviluppo del patto, come illustrati dal S.R.

20

Obiettivo di sviluppo: potenziamento del sistema di industrializzazione leggera finalizzato ad uno sviluppo socioeconomico

Obiettivi a medio lungo e lungo termine

Obiettivi intermedi

Sub obiettivi

Risultati

I. Aumento livello di

industrializzazione

II. Valorizzazione

risorse umane

Realizzazione

del BIC

Diffusione della

cultura di impresa

Aumento del 5% del n° delle imprese

operative

Potenziamento del

mercato formativo

Rafforzamento dei legami tra formazio-

ne, ricerca e produz.ne

Misure per la flessibilità sul

mercato del lavoro

Promozione e accompagnamento alla

nascita di nuove imprese

Aumento occupazionale

del 6%

Aumento del livello di saturazione delle aree industriali

Nuovi progetti comuni di

sviluppo territoriale

Rilocalizzazione sistema produttivo e

decongestionamentosi-stema urbano

Realizzazione di nuovi momenti di concertazione

Realizzazione di Infrastrutture

funzionali

III. Aumento dei

fattori localizzativi

IV. Sviluppo di un sistema permanente

di concertazione

Costituzione del soggetto responsabile e dei gruppi di lavoro

21

Si osservi, al riguardo, che due delle iniziative di maggior impegno comprese nel

Patto sono localizzate a Ponte Valentino, dove già esisteva un’area di sviluppo indu-

striale e ove erano previsti degli ampliamenti di aziende preesistenti.

Secondo quanto avvertito nel documento di presentazione del Patto, quest’ultimo

era destinato a rappresentare un processo di sensibilizzazione e selezione avviato

alla fine del 1995, allorché il protocollo d’intesa fu sottoscritto da trentanove impre-

se, cresciute fino ad oltre cinquanta, corrispondente ad oltre 500 Mld di investimen-

ti.

Tuttavia, nel prosieguo, come avvertito dallo stesso documento, alcune circo-

stanze avrebbero portato alla contrazione forte del numero delle imprese aderenti

alla iniziativa in quanto:

1. alcune aziende hanno rinunciato, avendo, nel frattempo, conseguito i finan-

ziamenti richiesti attraverso la legge 488/92, la cui graduatoria era uscita alla fine

del mese di novembre 1996, quindi ancor prima della presentazione del Patto Terri-

toriale;

2. altre hanno perseguito altre forme di finanziamento, sia per la dimensione e-

levata dello stesso, che mal si conciliava con la filosofia del Patto, sia per

l’eccentricità geografica e settoriale del complessivo programma di investimenti;

3. altre ancora sono state indotte a recedere dalla difficoltà di predisporre dei

progetti idonei a rendere l’iniziativa seriamente e positivamente valutabile;

4. due delle iniziative proposte, infine, non sono state ritenute ammissibili ai fi-

nanziamenti del Patto, ai sensi della deliberazione del CIPE in data 23 aprile 1997.

Al riguardo si osserva che questo progressivo assottigliamento delle iniziative

ammesse, che sembrerebbe negativo rispetto agli auspici, avrebbe potuto, vicever-

sa, essere interpretato come un sintomo della serietà della selezione e della chia-

rezza dei requisiti richiesti, a condizione che la pattuglia delle imprese rimaste a-

vesse consentito di raggiungere gli obiettivi di aumento dell’occupazione e di svi-

luppo della coesione, previsti per la zona prescelta.

Purtroppo, come si avrà modo di chiarire meglio in seguito, ancora non è stato

possibile misurare il raggiungimento o meno degli obiettivi, ma solo lo scostamento

peggiorativo dagli stessi in termini di costi, modi e tempi delle iniziative.

Nelle previsioni, il S.R. era anche riuscito a misurare, in sede previsionale, il gra-

do di interrelazione possibile tra le aziende del Patto e tra di esse ed il territorio,

sotto il profilo della mano d’opera diretta, delle esigenze formative e dei servizi alla

produzione, come risulta dalla unita tabella:

22

Il livello dell’interrelazione possibiletra le aziende del Patto territoriale di Benevento e tra di esse ed il territorio

Agrigel CD Galvacen-ter

Il Chiostro Italbloc

Sud Izzo Pelli

Legno

Design Metalpl

ex MLS Pan

Centro Polinval. Rossana

R. All. Vecchio forno

Grado di innovati-

vità

Legame con il

territorio Agrigel

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CD - ��� - - - - - - - - - - - � �

Galvacenter - - ��� - � - - - - - - - - � �

Il Chiostro �� �� �� ��� �� � � � �� �� �� �� �� � ���

Italbloc Sud - - - - ��� - - - - - - - - � �

Izzo Pelli - - - - - ��� - - - - - - - � ��

Legno Design � � � � � � ��� � - � - � � � ��

Metalplex - - � - � - - ��� - - - � - �� �

MLS - - - - - - - - ��� - - - - � ��

Pan - - - - - - - - - ��� � - - �� ��

Centro Poli-val. Rossana

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R. All. - - - - � - - � - - - ��� - � �

Vecchio forno - - - - - - - - - - �� ��� � ��

Manodopera diretta

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Esigenze for-mative

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Servizi alla produzione

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Legenda: - irrilevante; � poco significativo; �� abbastanza significativo; ��� molto significativo

23

La realizzazione del complesso degli impianti programmati avrebbe dovuto con-

sentire un investimento complessivo di L. 102,374 mln, con un impegno di finan-

ziamento pubblico pari al 76% ed una oscillazione da un minimo del 73% ad un

massimo dell’81% per azienda.

Per quanto concerne gli investimenti infrastrutturali, non era prevista la copertu-

ra con risorse del Patto di interventi nelle aree interessate dagli altri insediamenti,

poiché le opere infrastrutturali di base erano in corso di realizzazione ad opera di

altri soggetti (Airola, area ASI di Ponte Valentino, Apice). In particolare l’area PIP di

Olivola poteva ospitare fino a cento aziende e all’epoca, dei tre lotti previsti, erano

stati completati sul secondo la rete stradale, la rete fognaria, la rete idrica,

l’impianto di pubblica illuminazione e la rete telefonica, nonché la rete di metaniz-

zazione. Erano ivi allocate nove aziende e ventotto avevano presentato domanda di

insediamento, comprese cinque del Patto. Oltre ai completamenti delle reti sopra

indicate, erano previsti l’impianto di depurazione ed il serbatoio idrico sopra eleva-

to.

Più vasti gli interventi nell’altra area di Montesarchio, ove la capienza era di set-

tantacinque insediamenti, da inquadrare – nota di particolare rilievo per un Patto –

nel PRT dell’ASI ed in interventi più generali previsti per un importo superiore ai

quattordici Mld, destinati ad accrescere l’attrattività della zona e consistenti in viabi-

lità, impianto d’illuminazione, impianto fognario, acquedotto, rete per il metano, re-

te telefonica. Gli interventi potevano essere modulati in relazione alla tipologia delle

aziende che chiedevano d’insediarsi nell’area il che, se da un lato costituisce tipica

espressione di una politica di sviluppo di coesione, dall’altro ne indica il limite, rap-

presentato dalle ripercussioni degli scostamenti e delle modifiche del Patto nel pri-

vato a causa dell’intervento pubblico e viceversa.

2.5. Valutazione complessiva del patto: l’impatto socio-economico; ef-

fetti.

In sede previsionale sono state distinte due fasi: di realizzazione degli investi-

menti e di regime.

Per quanto riguarda la prima fase, denominata fase di cantiere, era previsto un

investimento complessivo pari ad oltre 63 Mld, che doveva avere luogo prevalente-

mente entro il 1998, come secondo anno dell’investimento. L’effetto occupazionale

complessivo avrebbe dovuto elevarsi ad un livello di 336 unità di lavoro, da distri-

buire sui due anni 1997 e 1998.

I redditi di lavoro si sarebbero dovuti collocare su un livello di circa L. 14,5 Mld.

L’impatto si sarebbe dovuto esercitare localmente per il 33,9%, per il 20% nel resto

della Campania e per il 46,1% nel resto dell’Italia o all’estero.

24

Per quanto riguarda la fase a regime, si sarebbe dovuta creare occupazione indi-

retta per 227 posti di lavoro per complessivi L. 5,8 Mld, dei quali il 26,4% si sareb-

be dovuto esplicare localmente, un 28% nel resto della Campania, e, per un ulterio-

re 20%, in Italia e all’estero.

Secondo il S.R. un effetto positivo sarebbe stato in ogni caso costituito dalla na-

scita di un clima cooperativo tra istituzioni pubbliche e altri soggetti, pubblici e pri-

vati, infrangendosi in tal modo il clima di separatezza e di mancanza di trasparenza

che ha accompagnato nel Mezzogiorno l’azione degli operatori nel passato.

Esso sarebbe emblematico del risveglio del territorio, per cui il coordinamento da

parte del S.R. avrebbe dovuto garantire una maggiore efficacia delle politiche di svi-

luppo locale, spesso contrassegnate dall’impossibilità, di fatto, di far lavorare in

maniera sinergica gli attori locali, per cui l’effetto di sicuro impatto avrebbe potuto

essere dato dal “rafforzamento del livello d’integrazione economico-produttiva sca-

turente dal fatto di mettere in contatto imprese operanti in settori diversi ma tra lo-

ro collegabili”12.

Per i progetti infrastrutturali si sarebbe dovuta avere una occupazione di cantiere

pari a circa 190 persone. I benefici stimati dagli interventi sono riassunti dal docu-

mento di presentazione riprodotto nella tabella che segue:

Indicatori significativi Area PIP

Olivola

Area PIP

Montesarchio

Investimento Patto 10,888,8 5.000

Occupati/anno (fase di cantiere) 130 60

Occupati/anno (fase di regime) 7 2

Risparmi di tempo (regime) 1.103.8 569,2

Risparmi di costo (regime) 51,8 34,9

Risparmi costi depurazione (regime) 91,44 _

Economie di agglomerazione (regime) 567 670

TIR economico (%) 12,3 9,8

12 cfr. documento di presentazione p.67.

25

2.6. Documentazione acquisita dal Ministero del Tesoro, del Bilancio e

della programmazione economica.

Relazioni semestrali del S.R..

Dalle relazioni si evince che sono state ammesse 13 iniziative secondo il seguen-

te piano d'investimenti13.

Tab. 3

N. Impresa Settore / Attività Investimento proposto

Onere Stato

Occupati totali

Occupati nuovi

1 Italbloc Sud S.r.l. Fabbr. Strutt. Metall. 2.839,5 2.330,4 25 8

2 C.D. S.r.l. Conf. Art. vestiario 10.431 8.787,5 45 45

3 Il Chiostro Stampa arti grafiche 1.400 1.144,6 15 15

4 M.L.S. s.n.c. Estrazione edilizia 4.550,5 3.665,7 18 16

5 Metalplex S.p.a. Fabb. Mobili metall. 31.984,3 25.491,3 105 35

6 Pan S.r.l. Fabb. Profumi,aromi 7.304 5.950,8 44 44

7 Legno Design S.r.l. Fabb. Mobili 2.397 1.966,6 14 9

8 Compl. Pol. Rossana Prod. Cibi precotti 12.016,6 9.822,7 30 30

9 Vecchio Forno S.r.l. Fabb. Prod. Panetteria 2.949,6 2.429,7 14 14

10 Galvacenter S.r.l. Tratt. E rivest. Metalli 8.987,7 7.223,8 23 23

11 Izzo Pelli S.r.l. Prep. E concia cuoio 6.008,6 4.822 22 11

12 Agri Tel. S.r.l. Colt. Ortaggi, fiori 3.535,7 2.833,4 12 12

13 Russo Alluminio S.r.l. Tratt. E riv. Metallici 6.596,5 5.437,2 17 17

Totali 101.001 81.905,7 384 279

Il piano degli interventi da realizzare nell'ambito di questo Patto riguarda iniziati-

ve imprenditoriali e interventi infrastrutturali per un ammontare complessivo pro-

posto inizialmente di 116.890 mln di lire con un onere a carico dello stato di

97.794 mln e una nuova occupazione prevista di 279 unità su 384 occupati totali.

13 Formula per il calcolo delle quote di agevolazioni. L’esistenza di percentuali di agevolazioni nominali, nell’ambito dei Patti Territoriali, superiori al 65%, di cui 50% ESN e 15% ESL può essere spiegata dal pro-cesso di attualizzazione del contributo e dal fatto che parte della percentuale agevolativa massima conce-dibile è generalmente espressa in ESN-Equivalente Sovvenzione Netta. L’intensità massima degli aiuti è, in questo caso, fissata al netto delle imposte, ossia previa detrazione dei tributi inerenti alla loro erogazio-ne, in particolare dell’imposta sugli utili. Ne deriva una percentuale di agevolazione nominale superiore a quella espressa in ESN, la verifica del rispetto della quale va quindi effettuata, in sostanza, dopo aver de-tratto le imposte dal contributo nominale. Si riporta a titolo esemplificativo una formula di calcolo dell’erogazione da effettuare in tre quote, ripresa dalla Guida alla L. 4/88, che fa vedere come operano i suddetti meccanismi. Formula per il calcolo dell’erogazione da effettuare in tre quote: e3=X*A*qn*Fr3*(ESL+ESN/(1-(1/m)*t*Fap)), dove E=3*e3 ammontare del contributo concedibile; e3 ammon-tare di ciascuna delle 3 quote annuali erogabili; X misura richiesta rispetto alle agevolazioni massime con-cedibili (per i Patti questa è sempre pari a 1, poiché non è premiata la scelta di chiedere di meno); A am-montare degli investimenti attualizzati all’anno dell’avvio della realizzazione del loro programma; q(1+i) coefficiente di attualizzazione; i tasso di attualizzazione vigente all’avvio della realizzazione del program-ma; n numero di anni solari intercorrenti fra la data di avvio e quella della prima disponibilità; Fr3=q2*i/(q3-1) fattore di rateizzazione in tre rate costanti; ESL misura massima delle agevolazioni espressa in equiva-lente sovvenzione lordo; ESN misura massima delle agevolazioni espressa in equivalente sovvenzione netto; t aliquota fiscale; Fap=(qm-1)/(i*qm) fattore di accumulazione di m rate annuali costanti posticipate; m numero medio di esercizi in cui, convenzionalmente, ciascuna delle quote erogate concorre, direttamente o indirettamente, alla formazione del reddito dell’impresa beneficiaria.

26

Secondo quanto relazionato dal S.R., alla data del 31 dicembre 2000, per quanto

riguarda le undici aziende che avevano ricevuto il decreto provvisorio di concessio-

ne, risultava la seguente situazione:

Tab. 4

Imprese

Investimen-to da proget-to esecutivo

Investimento ammesso

Contributo in c/cap. conces-so da decreto

Stato di avan-zamento in-tervento al

31/12/00 (%)

Izzo Pelli S.r.l. 6.290,7 6.008,6 4.805,0 67,9%

Galvacenter S.r.l. 8.987,7 8.987,7 7.046,4 75,8%

Russo Alluminio S.r.l. 6.596,5 6.596,5 5.248,8 67,8%

M.L.S. S.n.c. 4.595,3 4.208,0 3.323,0 29,7%

Legno Design S.r.l. 2.397,0 1.873,5 1.482,6 37,7%

Italbloc Sud S.r.l. 3.069,4 2.864,5 2.216,2 100%

Compl. Pol. Rossana

S.r.l.

12.016,7 12.016,7 9.812,8 100%

C.D. S.r.l. 11.097,1 10.500,0 8.392,5 7,7%

Metalplex S.p.a. 31.984,4 31.984,4 25.168,8 3,0%

Vecchio Forno S.r.l. 2.949,6 2.949,6 2.373,7 0%

Agri. Tel S.n.c. 3.535,7 3.154,5 2.516,0 0%

Totali 93.520,1 91.144,0 72.385,8

Per il progetto Polivalente Rossana vedi pag.28.

Per il rilascio dei decreti di concessione a tutte le imprese che avevano superato

la fase dell'istruttoria ministeriale, ci sono voluti due anni (dal 23.12.1997 al

2.11.1999).Tutte avevano ottenuto la fideiussione bancaria.

Il S.R. nella sua relazione precisa che la data di inizio dei lavori, analogamente a

quanto previsto per le iniziative finanziate direttamente ai sensi della legge n.

488/92, si considera decorrere dalla prima spesa effettuata prevista nell'ambito del

programma, che va da un minimo di due ad un massimo di tre anni.

Per quanto riguarda le opere infrastrutturali, entrambi i comuni (Benevento e

Montesarchio) avevano iniziato i lavori a marzo del 2000.

Il comune di Montesarchio, tuttavia, li aveva sospesi un mese dopo averli iniziati

per redigere una perizia di variante, "resa necessaria per adeguare le opere infra-

strutturali alle esigenze degli insediamenti produttivi già presenti nell'area"per poi

riprenderli a settembre del 2000.

Stando alla motivazione della perizia, si ritiene si potesse sopperire, se non col

progetto di massima, quanto meno con una più oculata redazione del progetto ese-

cutivo, tenuto conto di quanto previsto per i sui contenuti dalla legge n°109 del ’94

e successive modifiche ed integrazioni.

A Benevento al 31/12/00 nella contrada di Olivola per l’impianto di depurazione

era stato speso il 59,5% contro il 70% previsto nel 2000 e la realizzazione del ser-

batoio idrico era pari al 58,5% contro il 100% del previsto.

27

Per quanto riguarda Montesarchio, sulla base dell’ultima relazione disponibile a

marzo 2001 risultava uno stato di avanzamento pari al 10% dei lavori previsti come

da contratto d’appalto ed erano stati spesi 300 milioni contro 2900 previsti. I lavori

non erano proseguiti “a causa delle avverse condizioni atmosferiche”.

Se si considera inoltre di quale tipo di iniziative si tratta, - per Benevento, serba-

toio idrico sopraelevato a servizio delle urbanizzazioni primarie, impianto di depura-

zione a servizio della zona P.I.P., completamento urbanizzazione primaria; per il

comune di Montesarchio, urbanizzazione primaria area P.I.P., primo stralcio Via Be-

nevento - si comprende, da un lato, la rilevanza dell'intervento pubblico per la riu-

scita del patto, dall'altro l'effetto che deriva, anche in termini di proseguibilità delle

iniziative private, da un ritardo protratto oltre l'inizio dei cicli produttivi per le singo-

le iniziative, considerato anche che l’armonizzazione delle iniziative pubbliche con le

private dovrebbe essere la caratteristica fondamentale degli strumenti attuativi del-

le politiche di coesione.

Degna di nota, sotto l’ aspetto dello scostamento previsionale, la circostanza che

il Patto è stato proposto a dicembre del 1995 e che tra i soggetti promotori figura-

vano i due comuni suindicati, i quali hanno iniziato i lavori fra dicembre 1999 e

gennaio del 2000.

********

Dalla relazione del S.R. si ricava che per il complesso polivalente Rossana degli

importi documentati quali stati di avanzamento pari a L. 12.015,6 mln sono state

riconosciute L. 10.336,9 mln a seguito degli accertamenti finali condotti dallo stesso

S.R..

Pertanto di tale diminuzione di spesa riconoscibile dovrà tenersi conto nel la con-

cessione contributiva da provvisoria a definitiva.

Di tale ultimo importo risultano erogate L. 4.906 mln come da tabella 6.

Dall'esame delle singole schede compilate per ogni iniziativa e unite alla relazio-

ne si ricava, a conferma di quanto riferito dal Ministero del Tesoro nel controdedur-

re alla richiesta istruttoria nel corso della precedente indagine, il concentrarsi del-

l'incremento di avanzamento nel corso del 1999, ma anche l’accrescimento ulteriore

dello stesso nel successivo esercizio, come nel caso della Italbloc sud S.r.l. (67%)

della Russo Alluminio S.r.l. (50%) della Legno Design Napoletano S.r.l. (46,4%)

della progetto Metalplex S.p.a (43%).

Nel complesso, quindi, la diversità di decorrenza tra l'inizio dell'attività di spesa e

la capacità d'impegno tra iniziativa ed iniziativa appare marcata. come si conferma

in linea generale, la tendenza all'aumento di quest'ultima nell'ultimo biennio in e-

same (1999-2000).

28

2.7. Verifiche UVER: Considerazioni generali e comparative.

Come già precedentemente accennato, il MTBPE ha inviato due rapporti di verifi-

ca relativi a questo Patto svolti successivamente alla precedente indagine, riguar-

danti rispettivamente l'iniziativa "Russo Alluminio" S.r.l. e l'iniziativa Izzo Pelli S.r.l..

Nella relazione relativa all’iniziativa “Russo Alluminio” si avverte anche che la re-

lazione semestrale del S.R. aggiornata al 31 dicembre del 1999, considera nell'a-

vanzamento le spese effettuate, anche se non ancora pagate, per accordi tra le par-

ti "di differimento parziale del pagamento, mentre l'accertamento considerava solo

le spese già quietanzate".

Il criterio seguito dal responsabile del Patto, che include anche le spese non

quietanzate, ammette implicitamente che un pagamento possa essere effettuato in

una fase diversa da quella della emissione della fattura, il che, per le iniziative sog-

gette al regime pubblicistico, è prassi ammissibile solo con le fatture “in sospeso” o

“differite” che non ammette ipotesi di accordi.

Gli indici di bilancio (risultato netto d'esercizio/mezzi propri, reddito operati-

vo/capitale investito reddito operativo/ricavi netti, ricavi-costo del venduto+costo

del lavoro) non sono sviluppati, venendo meno in tal modo, come già precedente-

mente accennato, in occasione della precedente relazione, il presupposto per una

valutazione di monitoraggio conseguente ad una specifica verifica.

Naturalmente, il fatto che gli indici di bilancio non siano disponibili per una inizia-

tiva completamente nuova è del tutto giustificabile, meno per una iniziativa di am-

pliamento e, meno ancora, per le iniziative che abbiano fruito del lavoro di nuovi

occupati prima che la nuova iniziativa sia terminata.

Il componente l'unità di verifica tiene a precisare al riguardo che "la dinamica oc-

cupazionale durante le fasi di attuazione dell'investimento non è indicativa del rag-

giungimento dell'obiettivo occupazionale fino all'entrata in funzione delle linee pro-

duttive previste dall'investimento".

L'osservazione merita tuttavia una riflessione, nel senso che scopo del controllo

interno di gestione è anche quello di consentire di correggere tempestivamente e-

ventuali scostamenti del cronoprogramma dalla realizzazione e della occupazione

realizzata rispetto a quella prevista alla data di entrata a regime dell'impianto, es-

sendo lo sviluppo coordinato nel tempo l'obiettivo caratterizzante un Patto Territo-

riale, e non la semplice realizzazione dell'impianto.

Inoltre, riscontrare il ripetersi di inconvenienti nella fase realizzatoria per più ini-

ziative comprese nel Patto e di più fenomeni distorsivi nell'ambito di diversi Patti da

parte delle UVER, può indurre il S.R. a svolgere attività correttive ed il MTBPE ad in-

tervenire a livello regolamentare ed organizzativo.

29

La considerazione che l'entrata a regime dell'ampliamento produttivo conseguen-

te all'investimento non si discosti dalla previsione progettuale suscita perplessità, se

si tiene conto della precedente del mancato rispetto del cronoprogramma realizzati-

vo e della mancata rispondenza dei flussi finanziari alle esigenze realizzatorie. La

verifica si conclude con l’affermazione che “non è stato possibile constatare il pieno

raggiungimento degli obiettivi del finanziamento, non essendo ancora completato il

piano finanziario e quello produttivo” che avrebbe dovuto presumibilmente entrare

a regime entro il dicembre dell'anno in corso. Anche per l'altra iniziativa esaminata

dall'UVER, quella della IZZO Pelli S.r.l, una impresa di lavorazione e commercializ-

zazione di pellami bovini, caprini ed ovini vi sono state modificazioni del progetto

originario con varianti strutturali, peraltro non ancora istruite ed approvate da parte

del S.R..

Anche in questo caso si riscontra il ricorrere di una divergenza fra opere fatturate

considerate dal S.R. e dal verificatore UVER, con la differenza che quì è stato il re-

sponsabile del progetto a sottoindicare il fatturato, non ritenendo esporre quello re-

lativo alle varianti progettuali, al contrario del verificatore che mantiene intatto il

criterio di esporre il pagato quietanzato rispetto all'iniziativa.

La verifica del raggiungimento degli obiettivi anche in questo caso è stata rinvia-

ta ai primi mesi del 2001, per cui ogni pronuncia sull'efficacia dell'intervento è dal-

l'UVER rinviata di oltre un anno rispetto alle previsioni di completamento.

2.8. Documentazione acquisita dal S.R..

Nel corso dell’accertamento svolto presso il S.R., oltre ad acquisire gli aggiorna-

menti precedentemente ricordati relativamente allo stato di avanzamento del Patto

forniti con la relazione semestrale relativa al secondo semestre del 2000, redatta in

data 12/03/2001 e spedita al MTBPE con nota del 3 aprile s.a. sono stati posti una

serie di quesiti e acquisita ulteriore documentazione.

Secondo la relazione aggiornata al 31 dicembre 2000 e trasmessa dal Ministero,

presentata dal S.R. del Patto della provincia beneventana in data 12 marzo 2001

ma acquisita direttamente da parte del S.R., la previsione per gli investimenti in

opere infrastrutturali è rimasta invariata, consistendo nella realizzazione dell'urba-

nizzazione primaria dei PIP di Montesarchio (L. 5.000 mln) e della contrada Olivola

di Benevento (L. 10.889 mln) come nella precedente relazione al 31 dicembre

2000.

Per tali infrastrutture, alla stessa data, dalla relazione risultava la seguente si-

tuazione:

Tab. 5

30

Situazione delle opere infrastrutturali

Comune Opere da rea-

lizzare Importo ope-

re Importo ope-re a base d'asta

Importo ag-giudicato

Ditta aggiu-dicataria

Benevento c. da Oli-vola

Serbatoio idrico 1.373.523.924

1.012.067.723

736.026.252 Fucci Costruz. S.r.l.

Benevento c. da Oli-vola

Impianto di de-purazione

5.150.000.000

4.215.538.750

3.255.112.557 G.E.A.

Benevento c. da Oli-vola

Urbanizzazione primaria

4.365.304.070

3.795.916.583

2.242.247.926

Ati La-bit+Pro.Ber

Montesarchio Urbanizzazione primaria

5.000.000.000

3.446.897.835

2.350.163.882

Demarco S.r.l.

Totale aggiudicato 8.583.550.617

Importo Ribasso 3.886.870.275

Totali Stanziamento 15.888.827.9 12.470.420.8 12.470.420.8

A seguito dell’accertamento diretto di cui in seguito, è stata acquisita la richiesta

del Presidente del Consiglio di amministrazione del S.R. in data 29 gennaio 2001,

diretta al Ministero, per la corresponsione di un acconto pari al 40% dell’importo fi-

nanziato, dalla quale risulta che, a quella data, per le opere infrastrutturali a carico

del Comune di Benevento era stata spesa la somma di L. 3.047,80 mln, superiori al

60% dell’anticipazione già concessa, ammontante a complessive L. 4.355,6 mln,

pari a circa il 28% dell’impegno complessivamente previsto per la realizzazione del-

le opere.

Per quanto riguarda le iniziative delle imprese, il S.R. riferisce di ritardi, nell'av-

vio della fase di realizzazione, dovuti prevalentemente ai tempi di emanazione dei

decreti ministeriali di concessione provvisoria del contributo (otto mesi per i primi

tre) ed al rilascio delle polizze fideiussorie per le imprese che avevano fatto ricorso

al sistema dell'anticipazione.

Nell'analizzare le fasi in cui è possibile suddividere la preparazione dell'attuazione

del Patto, il S.R. distingue l'istruttoria dal procedimento per il decreto di concessio-

ne provvisoria, e quest'ultimo dal rilascio della polizza fideiussoria.

Lo stesso S.R. riferisce che, alla data della relazione, c'erano ancora tre iniziative

in fase istruttoria, vale a dire quella di: PAN S.r.l. (profumi ed aromi), IL CHIOSTRO

S.r.l. (stampa di arti grafiche) per i quali è emerso, nel corso dell’accertamento di-

retto svolto il 26 giugno del c.a. che non era stato emesso decreto di concessione

provvisoria e l'AGRI TEL S.n.c. (coltivazione, ortaggi e fiori) per il quale il decreto

stesso era stato emesso a settembre del 2000 e l’anticipazione corrisposta a mag-

gio del 2001.

31

Spiace constatare che si tratta di iniziative che prevedevano il 100% di nuovi oc-

cupati, trattandosi quindi anche di iniziative completamente nuove nel territorio e

alle quali il documento di presentazione sembrava annettere particolare rilevanza.

Comunque, alla data del 31 dicembre 2000 le aziende Pan S.r.l. e il Chiostro non

avevano concluso l’istruttoria e il S.R. aveva avanzato richiesta di rimodulazione dei

fondi residui.

In tale situazione è difficile concludere che la politica di coesione sottesa al Patto

sia stata rispettata e risulti rinsaldata ai fini della principale innovazione caratteristi-

ca dell’istituto, costituita dall’innesco di un circolo di sviluppo economico virtuoso

che produca fenomeni di ulteriore induzione e, in definitiva, di autoalimentazione,

dato lo sgranarsi eccessivo nel tempo dello svolgimento delle iniziative e del ritardo

nella realizzazione delle infrastrutture pubbliche, e riesce difficile credere che non si

ricada nella vecchia logica dell’intervento straordinario, che limitava l’effetto al con-

tributo alla singola impresa indipendentemente da una spinta propulsiva e coordina-

ta degli attori locali e più in generale del mercato indotto.

Che vi sia la tendenza a rivedere in tale direzione l’istituto pattizio, tuttavia, tra-

spare sia dal prolungamento effettivo nel tempo dei termini realizzatori, sia dalla di-

sposizione contenuta nell’ultima legge finanziaria, per cui la misura adottata dal

Consiglio di amministrazione con delibera del 30 06 2000, secondo la quale, per

ogni iniziativa doveva applicarsi un ribasso del 20% sui prezzi di tariffa Regione

Campania, detratti ancora del 5%, non ha avuto attuazione, in seguito all’entrata in

vigore, per questo, come per tutti i Patti Territoriali, dell’art.65 comma 4 della legge

finanziaria 2001, in base al quale dall’elenco dei soggetti tenuti al rispetto della leg-

ge n°109 del 1994, che imponeva l’obbligo della gara per l’affidamento delle opere,

andavano cancellati gli “edifici industriali d’importo superiore al mln di ECU” (gli edi-

fici sotto tale soglia già non avevano tale obbligo).

Con ciò peraltro, a giudizio del rappresentante del S.R. comunicato nel corso

dell’accertamento diretto, si era eliminata una disposizione che, applicata estensi-

vamente nella delibera suindicata per i lavori e le opere sotto e sopra soglia, minac-

ciava di divenire spunto per un potenziale, esteso contenzioso con le ditte ammesse

a contributo che non avevano effettuato le selezioni previste per legge e richiamate

in sede di verifica anche per altri Patti.

Una certa tendenza ad una applicazione piuttosto elastica delle norme si nota

con riguardo all’adempimento all’art.3 comma 3 dei decreti di concessione provviso-

ria, mediante “autodichiarazioni” rese dai soggetti e inviate al MTBPE in data 16 no-

vembre 1999, per quanto attiene l’avvenuto esborso entro trenta giorni dalla sca-

denza dell’anno in cui è stata erogata la prima anticipazione delle spese per inve-

32

stimenti, a fronte delle quali l’anticipazione medesima è stata incassata, e

l’avvenuta immissione della corrispondente quota del 30% di mezzi propri.

Invero, qualora tale esborso non avesse raggiunto almeno 1/3 dell’importo com-

plessivo degli investimenti e quindi non fosse risultato compatibile con

l’anticipazione erogata, il Servizio per la contrattazione programmata avrebbe do-

vuto dedurre la quota parte dell’anticipazione erogata in eccedenza, maggiorata de-

gli interessi semplici, dalla successiva rata annuale in conto capitale, ovvero, richie-

dere la restituzione della quota parte eccedentaria.

L’interpretazione, occorre precisare, non è riferibile tanto ai modi di dimostrazio-

ne dell’avvenuto esborso, dovendo comunque seguire all’autodichiarazione, da par-

te pubblica, uno specifico programma di controllo anche a campione della veridicità

delle dichiarazioni medesime, bensì all’ammissibilità che all’immissione di mezzi

propri pari al 30% dell’investimento realizzato, si ritenesse ottemperato con un ver-

bale di assemblea da cui risultasse l’impegno a versare “in conto futuro aumento di

capitale”, un importo corrispondente a tale percentuale.

Da una blanda interpretazione del rischio dell’imprenditore, sono scaturite con-

seguenze non irrilevanti, ove si consideri che, ultroneamente rispetto alle norme,

molti imprenditori hanno ritenuto di non dover iniziare l’investimento se non ad av-

venuta erogazione dell’anticipazione, ascrivendo la responsabilità del ritardato inizio

dei lavori alla tardiva corresponsione dell’anticipazione e scambiando l’avvenuta

concessione della corrispondente fideiussione bancaria – avente limitate finalità di

recupero dell’anticipazione stessa – come un requisito per la riscossione

dell’anticipo e, al tempo stesso, una condizione sospensiva per l’inizio dei lavori con

il conseguente effetto di moltiplicazione dei ritardi connessi alla anticipazione.

Il meccanismo dei ritardi nei lavori, collegato alla particolare macchinosità del

procedimento istruttorio, nel caso dei Patti di prima generazione, ha comportato un

allungamento dei termini con punte fino a quattro anni oltre alla previsione conte-

nuta nei primi decreti CIPE approvativi dei Patti che prevedevano la conclusione

delle iniziative entro quarantotto mesi dalla pubblicazione del decreto approvativo

del Patto sulla gazzetta ufficiale.

A questo riguardo occorre chiarire che tale termine, in base alle deliberazioni CI-

PE (cfr. da ultimo ed in particolare deliberazione CIPE del 22 giugno 2000) decorre-

va, per tali Patti, dalla data di rilascio del decreto di concessione provvisorio

dell’agevolazione per ciascuna iniziativa imprenditoriale, il quale, peraltro, è oggetto

anche di eventuali proroghe rispetto al cronoprogramma realizzatorio della singola

iniziativa.

Per quanto riguarda le infrastrutture lo stato d’avanzamento alla data del 23

gennaio 2001 aveva consentito al comune di Benevento di inoltrare la richiesta del-

33

la seconda rata di acconto pari al 40% dell’importo di finanziamento, segno che lo

stato di avanzamento dei mandati emessi in favore delle appaltanti era giunto al

60% delle anticipazioni già concesse.

Tuttavia il termine di scadenza delle realizzazioni dei Patti territoriali è stato og-

getto di forme alterne di regolamentazione in più deliberazioni del CIPE oltre a quel-

le approvative dei singoli Patti in esame che prevedevano il termine di quarantotto

mesi dalla data di approvazione del singolo Patto.

La delibera n°31 del 17 marzo 2000, al punto 1, prevedeva che, entro il 30 giu-

gno 2000, dovessero essere definite, e non più riproposte, tutte le istruttorie in cor-

so alla data di adozione della medesima. La stessa delibera prevedeva la revoca

delle iniziative imprenditoriali non avviate entro dodici mesi dalla data della sua

pubblicazione o dalla data in cui fossero divenute definitive le necessarie autorizza-

zioni, ove successive, salva proroga di sei mesi per cause di forza maggiore.

Doveva essere dichiarata la decadenza dalle agevolazioni per tutte le iniziative

per le quali, entro trenta giorni dalla data di pubblicazione della stessa delibera, non

fossero stati presentati i progetti esecutivi o le integrazioni progettuali richieste.

La successiva delibera in data 22 giugno 2000 sopra citata, per quanto riguarda i

Patti territoriali di prima generazione, prevedeva che il termine di quarantotto mesi

per la realizzazione degli investimenti decorresse dalla data di “rilascio” del decreto

di concessione provvisorio “per ciascuna iniziativa imprenditoriale” .

Sembrava in tal modo risolto il problema interpretativo per quelle istruttorie in-

serite nei Patti territoriali di prima generazione in corso alla data della precedente

delibera n. 31 che potevano incorrere nella decadenza per impossibilità del ri-

spetto dei termini ivi contenuti.

Successivamente il regolamento concernente:”Disciplina per l’erogazione delle

agevolazioni relative ai contratti d’area ed ai patti territoriali” approvato con D.M.

31 luglio 2000, prevedeva, alla lett.e del comma 3 dell’art.12, la revoca

dell’iniziativa qualora la stessa non fosse stata ultimata entro quarantotto mesi dal-

la data d’inizio dell’istruttoria, convenzionalmente identificata con la data di presen-

tazione della richiesta, salvo che il termine stesso non fosse stato prorogato per

una sola volta e per un periodo non superiore a dodici mesi.

Nella stessa lettera si aggiungeva che “Per i patti territoriali approvati con delibe-

razioni CIPE del 18 dicembre 1996, 23 aprile 1997 e 26 giugno 1997 ”(Patti di pri-

ma generazione) il termine decorreva dalla data di rilascio della concessione provvi-

soria se successiva a quella di inizio dell’istruttoria”.

Con ciò il problema delle istruttorie avviate e non concluse e non prorogate, o

non ulteriormente prorogabili, comprese nei Patti territoriali di prima generazione i

cui decreti provvisori di concessione fossero anteriori all’inizio dell’istruttoria era ri-

34

solto in modo più restrittivo rispetto alla delibera del 22 giugno 2000 e con un ritor-

no al criterio previsto dalla precedente deliberazione del 31 marzo14.

La situazione aggiornata alla da più recente delle singole iniziative e delle infra-

strutture è quello risalente all’unito prospetto aggiornato al 26/04/2001 consegnato

all’atto dell’accertamento diretto.

14 Lo stesso S.R. ha reso noto, durante l’accertamento, che era in corso di firma il disciplinare predi-

sposto dal MTBPE volto a regolare, ai sensi del decreto ministeriale del 31 luglio 2000, i compiti gestionali e di responsabilità del Responsabile unico o del S.R.. Dalla sua approvazione doveva derivare la possibili-tà di assegnare, allo stesso Soggetto, un contributo globale unico delle spese ritenute ammissibili nella misura del 100% ai sensi della normativa comunitaria, nella misura di una componente fissa pari a quat-trocento mln e una componente variabile pari all'uno per cento dell’importo agevolato CIPE, comunque non superiore a due Mld.

Lasciando alle eventuali verifiche successive trarre un bilancio da tale ultima innovazione, in ogni caso, l’aver lasciato a lungo nella indeterminatezza il problema delle spese di gestione e incentivazione di un centro che, nella previsione normativa, doveva essere di indirizzo, verifica e coordinamento di un istituto nuovo e complesso sin da quando, con la Deliberazione in data 21 marzo 1997 esso è stato ridisciplinato, da un lato ha costituito un alibi di fronte all’addebito di scarsa efficienza di taluni S.R., dall’altro non ha de-posto per una gestione efficace ed efficiente del sistema pattizio ed ha costituito causa della condizione di precarietà nell’attività organizzativa, sottolineata da molti Soggetti nelle relazioni semestrali i cui effetti si sono ripercossi sull’andamento stesso del singolo Patto.

35

N. AZIENDE Investimento ammesso

Contributo concesso

n. rat.

Data decreto

Data inizio

1998 1999 2000 2001 2002

anticipa-zioni e-rogate

data erogazio-

ne

Spesa sostenuta

al 31/12/20

0 %

1 RUSSO ALLUMINIO S.R.L. 6596,5 5248,4 3 23/12/199

7 01/04/199

8 2300,0 3,296,5 1,000,0 1749,6

09/10/1998

4472,6 67,8

2 IZZO PELLI S.R.L. 6008,6 4805,0 2 23/12/199

7 1998 4535,9 1472,7 2402,5

12/10/1998

4081,1 67,92

3 LEGNO DESIGN S.R.L. 1873,5 1482,6 3 23/12/199

7 1998 621,3 869,6 382,6 494,2

13/10/1998

707,1 37,74

4 GALVACENTER S.R.L. 8987,7 7046,4 2 13/02/199

8 01/01/199

8 4500,0 4487,0 3611,9

09/10/1998

6815,2 75,83

5 MLS SNC 4208,0 3323,0 2 13/02/199

8 01/09/199

7 68,0 2355,0 1785,0 1661,5

12/10/1998

1249,1 29,68

6 COMPLESSO POLIV.ROSSANA *12016,6 9812,8 2 28/07/199

8 04/09/199

7 2093,0 9923,6 4906,0

17/05/1999

12155,0 101,15

7 ITALBLOC SUD S.R.L. 2864,5 2216,2 2 02/11/199

8 01/08/197

7 11,3 934,3 1918,9 1108,0

30/06/1999

2901,6 101,3

8 C.D. S.R.L. 11097,1 8787,5 3 30/12/199

8 01/01/199

9 4000,0 4420,0

2.677,10 2797,5

12/12/2000

852,1 7,68

9 METAL PLEX S.P.A. 31894,3 25168,8 2 18/06/200

0 1998 236,9

13.801,50

17.946,00

12584,4 13/10/200

0 955,7 3,00

10 VECCHIO FORNO S.R.L. 2949,7 2373,70 2 02/11/199

9 1999 1776,4 1173,3 1186,8

10/10/2000

11 AGRITEL S.N.C. 3435,7 2516,0 3 27/09/200

0 01/10/200

0 1900,0 1635,7

TOTALI 91932,2 72780,4 32502,4 34189,5 37,19

OPERE INFRASTRUTTURALI

1 COMUNE DI BENEVENTO 10889,0 10889,0 2 01/07/199

9 01/01/200

0 4355,6 1470,0 13,50

2 COMUNE DI MONTESARCHIO 5000,0 5000,0 2 01/07/199

9 01/01/200

0 500,0 0,0

TOTALI 15889,0 15889,0 4855,6 1470,0 13,50

AZIENDE NON DECRETATE

12 PAN PROFUMI ED AROMI S.R.L. 7304,0 5950,8

13 STAMPA E GRAFICA IL CHIO-STRO

1400,0 1144,6

TOTALE 8704,0 7095,4

36

*Tale importo dovrà essere modificato a seguito della riduzione della spesa ammissibile derivante dagli accertamenti finali del soggetto respon-

sabile (vedi par. 2.6).

37

2.9 Le relazioni bancarie.

Già in occasione della precedente indagine15 si era sottolineata l’importanza delle

relazioni bancarie unite alla documentazione presentata per l’ammissibilità delle ini-

ziative comprese nel Patto, non senza rilevare la distinzione fra ruolo di ausilio tec-

nico delle Banche e funzione valutativa del MTBPE, inerente la validità del Patto nel

suo complesso, oltre che delle singole iniziative.

In quella occasione era emerso, infatti, come l’amministrazione si fosse limitata

a seguire “una logica di tipo “cartolare” consistente nel mero controllo formale della

documentazione trasmessa dal S.R., riservandosi particolare attenzione al Business

Plan ed alla Relazione bancaria.Di tali atti era stata verificata la regolarità formale e

sostanziale, con l’intesa che l’assegnazione di contributo aveva carattere di provvi-

sorietà fino alla verifica finale e al saldo definitivo”.

Anche per questo motivo, riferendosi l’indagine innanzi tutto ai Patti più antichi,

è sembrato opportuno, nel procedere ad un esame più all’interno di essi, addentrar-

si nell’analisi delle relazioni bancarie, riscontrando, in pari tempo, attraverso la do-

cumentazione fornita dal S.R., lo stato dell’iniziativa in rapporto alle previsioni con-

tenute nelle stesse.

Esaminandone la struttura16, si è riscontrato che essa contiene, o avrebbe dovu-

to contenere, ulteriori e non secondari elementi di valutazione per la riuscita

dell’iniziativa17.

Che ciò fosse necessario per l’inserimento dell’iniziativa stessa in un piano di svi-

luppo coeso, non solo è intuitivo, ma si ricava dalle stesse Deliberazioni del CIPE le

quali, accanto ad un’istruttoria sulla solidità patrimoniale dei proponenti l’iniziativa,

richiedevano un’analisi delle prospettive di mercato.

Quest’ultima, a sua volta, costituiva uno degli elementi del “Business Plan”, arti-

colato sui seguenti aspetti:

1. Analisi delle prospettive di mercato;

2. piano annuale degli investimenti;

3. volumi produttivi dall’anno d’avvio in produzione a quello a regime;

4. volume delle vendite;

5. capacità produttiva a regime;

15 Cfr.deliberazione n°98/2000; pagg.13 e ss. 16 Il MTBPE ha trasmesso uno schema di relazione e, a titolo esemplificativo, una relazione bancaria con-dotta per una iniziativa compresa nel Patto Territoriale di Lecce. 17 Secondo quanto riferito dal Ministero, l’esame istruttorio condotto dal medesimo seguiva il percorso cri-tico di seguito delineato: - verifica della presenza/assenza della regolarità formale di tutta la documentazione; - verifica della presenza/assenza della valutazione della rilevanza dei bilanci degli ultimi due esercizi;

38

6. stati patrimoniali, conti economici e piani finanziari di fabbisogni e copertu-

re;

7. occupazione nuova e/o mantenuta.

Sulla base di quanto riferito dal MTBPE, tali elementi sono stati assunti princi-

palmente ai fini della determinazione delle spese ammissibili. Tuttavia, integrati

con i dati rivenienti dalle relazioni bancarie, avrebbero dovuto costituire presuppo-

sto per il monitoraggio dell’iniziativa, onde evitare il fenomeno di abbandoni o ridi-

mensionamenti e, più in generale di rimodulazioni del Patto, frequentemente verifi-

catisi nel prosieguo.

La relazione bancaria, inoltre, sempre secondo le prescrizioni ministeriali, avreb-

be dovuto contenere risposte ai seguenti punti:

• validità tecnico economica dell’iniziativa, con particolare riguardo alla sua

redditività, alle prospettive di mercato ed agli effetti occupazionali;

• validità del piano finanziario articolato annualmente, per la copertura dei

fabbisogni derivanti dalla realizzazione dell’iniziativa e della sua gestione;

• affidabilità morale, tecnica imprenditoriale e patrimoniale del soggetto bene-

ficiario, anche nell’ottica generale dell’eventuale gruppo cui appartiene;

• disponibilità di mezzi propri del soggetto beneficiario in misura non inferiore

al 30% dell’investimento proposto;

• dichiarazione esplicita sulla validità tecnico-economica, la redditività e la co-

pertura finanziaria dell’investimento.

In particolare, per la verifica di attendibilità delle prospettive di mercato, l’analisi

tecnico-economica e di redditività, la pianificazione finanziaria e il rispetto del vin-

colo del 30% di mezzi propri, il Ministero fa riferimento pressoché esclusivo alla re-

lazione bancaria e, per la parte non coperta dal contributo o da mezzi propri, alla

delibera di finanziamento bancario.

Inquadrate in linea generale caratteristiche e funzioni delle relazioni bancarie, è

possibile analizzarne l’applicazione, e riscontrarne la fondatezza in rapporto agli an-

damenti successivi e alle relative verifiche, soprattutto per quelle iniziative che, nel

corso della realizzazione del Patto, hanno costituito oggetto di rinunce o revoche di

finanziamento o, in ogni modo, modifiche e/o scostamenti rilevanti rispetto alle va-

lutazioni delle Banche.

- verifica della rispondenza con l’oggetto e le finalità dell’iniziativa della documentazione riguardante il

suolo o l’immobile, degli elaborati progettuali e degli altri documenti (computo metrico, capitolato, elen-co macchinari, layout, ecc.) e atti relativi al progetto esecutivo (concessione edilizia, varianti, ecc.);

39

2.10 Le relazioni bancarie dell’UVER e semestrali del S.R. Comparazio-

ni.

ITALBLOC SUD

Azienda specializzata nella costruzione di prefabbricati ed altre strutture metalli-

che, con un capitale di L. 500 mln (nel 1997) la cui attività si svolge nell’indotto del

gruppo FIAT, ma anche di altri grossi gruppi industriali (Magneti Marelli, Pirelli,

ecc.). Il piano espansivo in tutto il territorio nazionale l’aveva spinta a creare una

struttura produttiva decentrata nel centro-sud. Inizialmente, la localizzazione prov-

visoria era stata stabilita in un capannone in fitto presso San Salvatore Telesino.

L’inadeguatezza delle strutture sia dal punto di vista operativo che normativo,

che comportava un esteso ricorso a lavorazioni esterne, aveva motivato l’impresa a

progettare la realizzazione di un nuovo stabilimento nell’area PIP di Benevento.

La relazione riferiva che, all’epoca della proposta, l’iniziativa presentava maggio-

ri possibilità di espansione nel comparto automobilistico, che stava vivendo un mo-

mento di espansione grazie ai provvedimenti legislativi incentivanti. La ditta stava

cercando di diversificare il prodotto ampliando la clientele e puntando sulla qualità.

Era previsto il raggiungimento della produzione a regime nella misura massima

nell’anno 1999 e, nello stesso anno, l’incremento occupazionale di otto unità fermo

restando il numero totale di venticinque addetti rispetto ai dieci del 1996.

I macchinari usati nella sede provvisoria erano composti da materiale obsoleto

accanto ad altro più nuovo ed adeguato, che avrebbe dovuto essere trasferito nel

nuovo stabilimento.

La Banca riteneva tecnicamente ammissibile un investimento di L. 2.864,5 mln

contro una previsione dell’impresa di L. 3.069,4 mln (prevalenza maggiore di mac-

chinari), ma si adeguava alla determinazione provvisoria nel contributo pari a L.

2.839,5 mln.

Per quanto riguarda la quota di mezzi propri del 30% vi erano state due delibe-

razioni di aumento del capitale sociale: una in data 2.9.97 a L. 550 mln, di cui ver-

sati i 3/10 in data 16/9/97; l’altra a quest’ultima data per un “futuro” aumento di

capitale pari a L. 562 mln.

Al riguardo, la relazione medesima avvertiva che la disponibilità di mezzi propri

non era stata ancora dimostrata, almeno fino ad ottobre del 1997, ma tale apporto

appariva ragionevole ed in linea con le potenzialità dell’azionista di riferimento.

La data di avvio a realizzazione del nuovo programma era prevista ricadere

nell’Agosto 1997, la data di ultimazione al 1998 e la data di entrata a regime nel

1999.

40

Dalla relazione del S.R. si rileva invece che l’entrata a regime, prevista per il

1999 era slittata al 2000. La data del decreto provvisorio di concessione risaliva alla

fine del 1998 e la prima rata era stata concessa il 30/6/99, ciò nonostante lo stato

di avanzamento dell’intervento fosse pervenuto, a tale data, al 100%.

Sempre secondo la relazione semestrale del S.R., redatta il 12 marzo di

quest’anno, il ritardo, nell’avvio della realizzazione, sarebbe stato determinato da

problemi di ordine tecnico amministrativo connessi al rilascio del decreto di conces-

sione provvisoria “come del resto è avvenuto per tutti i progetti di Patto Territoriale

approvati”18

Inoltre, per tutte le imprese, sarebbe stato necessario attendere l’esito per la ul-

teriore istruttoria svolta dal Banco di Napoli per la corresponsione

dell’anticipazione.19

Fasi non sempre coincidenti tra loro e con riflessi, oltre che sui tempi di realizza-

zione effettiva, anche sulla possibilità che iniziative, dapprima inserite nel Patto,

giungessero a termine.

IL CHIOSTRO S.n.c.

E’ una delle iniziative che, alla data dell’ultima relazione del S.R., non aveva an-

cora ottenuto il decreto di concessione provvisoria del contributo.

Nella relazione bancaria si sottolineava la situazione pregressa, caratterizzata da

modestia degli spazi e delle dotazioni disponibili per la Società, che esercitava la

sua attività nel settore della tipografia ed editoria, ma che intendeva esercitare,

nella nuova sede dello stabilimento, attività produttiva nel campo della legatoria e

dell’allestimento di agende, calendari, album e simili.

I dati relativi agli esercizi precedenti non risultano illustrati nella relazione “per-

ché poco significativi per l’esiguità dei risultati conseguiti”. Le fonti di copertura e-

rano, in ogni caso, giudicate congrue e idonee ad una copertura dei fabbisogni ade-

guata e tempestiva. La Banca peraltro, riferiva, nelle sue conclusioni, che la dispo-

nibilità di mezzi propri non era stata dimostrata, ed alla dichiarata disponibilità ad

aumentare il capitale sociale non aveva ancora fatto seguito la relativa delibera.

Nel prevedere un aumento di occupazione da una a tredici unità rispetto alla uni-

ca unità in servizio nel 1996 la Banca giudicava il progetto “correttamente dimen-

18 Il soggetto responsabile si riferisce, evidentemente, ai soli Patti di prima generazione, in quanto il decre-to relativo ai Patti di seconda è rilasciato per il complesso delle iniziative. 19 In sostanza, stando ai documenti presentati dal S.R. ed in particolare al documento di presentazione, la stessa Banca avrebbe talvolta svolto due istruttorie, con esiti non sempre coincidenti: la prima per l’analisi tecnico economica degli investimenti industriali e del progetto industriale; la seconda per il rilascio della polizza fideiussoria ai fini della corresponsione dell’anticipazione.

41

sionato” e indicava come tempo utile per la realizzazione il periodo dal 1997 al

2000.

A fronte di tali conclusioni stavano le riserve formulate nella relazione relativa-

mente all’analisi del prodotto ed alle prospettive di mercato e destinazione della

produzione.

Il mercato di riferimento era stato caratterizzato, infatti, già dal 1996, da un so-

stanziale ristagno dell’attività produttiva (-1,4%) ma da un fatturato stabile. De-

crementi particolarmente significativi si riscontravano nei settori editoriale e degli

stampati pubblicitari. La tendenza appariva confermata dall’esame specifico

dell’industria cartotecnica, dove ad un incremento delle produzioni corrispondeva

una diminuzione del fatturato.

La relazione, concludendo l’esame di tale aspetto, nell’affermare che il settore

cui si rivolgeva l’iniziativa non sembrava presentare, a breve, prospettive di intenso

sviluppo, indicava il vero punto di forza nella situazione locale, ponendosi essa co-

me solo riferimento, per la tipologia di servizi, nelle province di Benevento ed Avel-

lino e, in parte, di Campobasso.

Tale previsione risultava peraltro smentita dalle circostanze riferite dal S.R., nella

sua più recente relazione semestrale, secondo la quale la Società non era riuscita a

superare positivamente l’istruttoria, e non aveva ottenuto in tempo utile il Decreto

di concessione provvisoria del contributo20, per cui lo stesso S.R. aveva fatto richie-

sta di rimodulazione del finanziamento destinato in sede revisionale a tale iniziativa.

MLS S.N.C.

Iniziativa operante nel settore della lavorazione degli inerti fluviali, diretta

all’ampliamento di un impianto di estrazione già esistente, attraverso la realizzazio-

ne di un nuovo impianto e la diversificazione produttiva mediante nuove linee. La

scelta di ampliare la gamma delle produzioni industriali e le vie commerciali era di-

retta a limitare i rischi connessi con le dinamiche evolutive del primigenio mercato

di sbocco.

Per quanto riguarda le prospettive di mercato, il settore era stato caratterizzato,

negli ultimi anni, da una bassa dinamica, con qualche segno di ripresa nel 1996 per

quanto riguardava il settore delle opere pubbliche. L’impresa presentava un positivo

volume di affari nell’ultimo triennio ed era previsto un incremento del fatturato.

La relazione aveva valutato con stime prudenziali il regime produttivo raggiun-

gibile al termine del periodo previsto (2000), sia per il settore degli inerti che per la

nuova linea produttiva diretta alla pavimentazione, per l’inadeguatezza degli im-

42

pianti e per le possibilità di mercato, con un incremento del personale pari a quat-

tordici unità, raggiungibile sempre a fine del 2000, più realisticamente ritenuto dalla

Banca limitato a sei nuove unità.

Essa si era espressa altresì per un ridimensionamento dell’area proposta per le

produzioni e i depositi (capannone di 1000 mq.), anche in considerazione del fatto

che buona parte delle materie prime e dei prodotti finiti era idonea ad uno stoccag-

gio all’aperto. Non si riteneva, inoltre, necessaria l’abitazione del custode, non es-

sendo tale figura prevista nell’organico aziendale, né effettivamente necessaria.

Come data di avvio della realizzazione era previsto settembre 1997 e, come data

di entrata a regime il 2000, per un totale di L. 4.550,5 mln dei quali L. 3.665,7 mln

a carico dello Stato e 16 nuovi occupati rispetto al totale.

La copertura finanziaria risultava complessivamente adeguata, sia per la compo-

nente dovuta agli investimenti che per quanto concerne le necessità di circolante.

In particolare, per i mezzi propri, era prevista un’anticipazione di L. 500 mln ne-

cessaria per compensare la sfasatura temporale evidenziatasi nell’ultimo anno di

realizzazione dell’investimento tra il sostentamento delle spese e l’incasso della ter-

za tranche di contributo secondo la tempistica sopra citata. Ad essa si sarebbe fatto

fronte con la vendita di un terreno, consentendo il rientro di questa anticipazione

con il saldo dell’ultima rata contributiva.

Alla data del 12 novembre 1997, la disponibilità di mezzi propri non era stata an-

cora dimostrata, ancorché risultasse in favore dei promotori “una significativa pos-

sidenza patrimoniale”. Gli apporti necessari erano all’epoca previsti in una “delibe-

razione informale” esibita per L. 1.374,9 mln.

A distanza di tre anni, dalla relazione del S.R. relativa all’ultimo periodo (II se-

mestre 2000) si ricava che lo stato di avanzamento dell’intervento era pari al

29,7% considerando il 2000 ultimo anno per le richieste di pagamento previste dal

progetto esecutivo. A fronte di una previsione che indicava l’1,6% nel 1997, il 56%

d nel 1998, il 42,4% nel 1999, stava la percentuale derivante dagli stati di avanza-

mento pari all’1,6% nel 1997, il 5,8% nel 1998, il 4,6 % nel 1999 ed il 17,6% nel

2000. Una percentuale di investimenti crescente, ma largamente inferiore alle pre-

visioni ed in un periodo di tempo che supera di anni le previsioni stesse, rendendo

quindi impossibile verificare il raggiungimento degli obiettivi alla scadenza prevista.

METALPLEX S.R.L.

L’impresa opera in due distinti settori di attività, meccanico ed elettronico, me-

diante la costruzione di armadi con serrature ad alta sicurezza per armi o valori e

20 In base alla Deliberazione del CIPE in data 4 agosto 2000, entro il 30 novembre 2000;

43

con prodotti innovativi come il “caddy fone”21 ed i distributori automatici. L’iniziativa

era di ampliamento con la realizzazione di un nuovo capannone e l’acquisto di nuovi

macchinari. Per l’elettronica, l’ampliamento era imperniato sulla realizzazione di un

impianto di diffusione al silicio per la realizzazione di circuiti integrati ASIC22 che

consentissero di fronteggiare la concorrenza proveniente dall’Estremo Oriente.

Secondo l’analisi del prodotto, delle prospettive di mercato e della destinazione

della produzione, il mercato in cui operava l’impresa nel 1997 presentava sufficien-

ti margini di crescita della domanda, ed in particolare era previsto un incremento

delle spese della P.A. per la pubblica sicurezza, settore in cui la Metalplex era a-

zienda leader. Per quanto riguarda la produzione di ASIC, l’azienda aveva in corso

accordi commerciali con l’Alenia per l’interesse di quest’ultima ad affidare

all’esterno un intero ciclo di produzione della propria linea elettronica.

Nel giudizio conclusivo, la Banca riteneva affidabili i promotori, in quanto intesta-

tari di beni immobili di valore, e valido e molto avanzato il progetto tecnico e tecno-

logico. Il piano degli investimenti appariva pertinente all’attività svolta ed idoneo al

raggiungimento dei risultati produttivi preventivati.

Il livello occupazionale avrebbe dovuto essere incrementato di 34,6 unità, dalle

70,4 del 1997 alle 105 previste a regime nel 2003.

Per quanto riguardava l’apporto di mezzi propri, il soggetto beneficiario risultava

in grado di raggiungere il 30% dell’investimento previsto attraverso il ricorso alle

riserve patrimoniali aziendali libere.

Il programma degli investimenti inizialmente avrebbe dovuto svilupparsi negli

anni 1998 e 1999, rispettivamente per L. 7.467 mln e per L. 24.517,4 mln per un

totale di L.31.984,4 mln, e la produzione avrebbe dovuto entrare a regime per il 31

dicembre 2002. Con una successiva puntualizzazione bancaria, il programma subiva

un lieve slittamento, prevedendosi l’inizio ad aprile del ‘98 ed una diversa distribu-

zione degli investimenti con L. 10.662 mln nel 1998, L. 15.000 nel 1999 e L.

6.322,4 nel 2000.

Nella puntualizzazione si riferiva altresì della necessità di un ricorso

all’indebitamento bancario, non previsto dalla Società, necessario per la copertura

del fabbisogno in termini di capitale d’esercizio incrementale stimato per effetto

dell’investimento, pur segnalando che la Società era adeguatamente affidata dal si-

stema bancario.

Per quanto riguarda l’apporto di mezzi propri da investire nel progetto, agli inizi

del 1998 era stato deliberato l’utilizzo della disponibilità aziendale temporaneamen-

21 Cabina telefonica; 22 Application Specific Integrated Circuit;

44

te depositata presso la Banca di Roma per L. 4.300 MLD, al fine di far fronte alle

necessità urgenti connesse all’inizio dei lavori relativi all’iniziativa e, contemporane-

amente, si autorizzava l’amministratore a rendere disponibili le riserve facoltative

accumulate al 31 dicembre 1996, limitatamente a quella parte costituente vera li-

quidità aziendale.

Era previsto, infine, un aumento del capitale sociale peraltro, alla data della pun-

tualizzazione della banca, (28 aprile 1998) non ancora deliberato.

La banca concludeva che dalla documentazione esibita emergeva “un quadro di

confortante disponibilità di mezzi propri potenzialmente utilizzabili”.

Dai dati desumibili dalla relazione semestrale del S.R. risultava che il decreto di

concessione provvisoria era stato emanato il 31 maggio 1999, ben oltre l’inizio pre-

visto dell’attività, ed il contributo in conto anticipazione corrisposto il 13 ottobre

2000, a distanza di tre anni dall’invio del progetto esecutivo, era stato quantificato

da parte dell’impresa peraltro nella misura di L. 12.584,4 mln.

Rispetto a quest’ultimo e rispetto ad un programma di pagamenti annuali che

doveva concludersi nel 2000 per L. 31.984,4 mln, alla fine di quest’ultimo anno ri-

sultavano realizzati investimenti complessivi pari a L. 955,7 mln, corrispondenti al

3% del previsto.

Nella relazione semestrale del S.R. non c’é spiegazione del fenomeno, ed in par-

ticolare dell’enorme differenza tra somme incassate a titolo contributivo e somme

investite e delle vistose differenze fra tempi previsti e tempi effettivi

dell’investimento. Mancano esiti di una qualsiasi attività di monitoraggio.

PAN S.R.L.

Dalle relazioni semestrali del S.R. si evince che l’iniziativa avrebbe potuto avere

una forte riuscita per il prodotto non ancora sviluppato nella provincia di Benevento,

(produzione di noccioline) ma che il Ministero non aveva, alla data dell’ultima rela-

zione, ancora emesso alcun decreto concessivo del contributo.

Ciò appare conseguente alla relazione bancaria, peraltro dimostratasi alquanto

benevola sulle valutazioni d’idoneità contributiva dell’iniziativa.

Con riguardo al giudizio tecnico conclusivo sulla rispondenza del progetto alle fi-

nalità, l’istituto bancario dichiarava, infatti, di “accettare acriticamente, così come

denunciato” l’intero ammontare per la spesa presentata dall’impresa, per mancanza

di dati metrici e di costo specifici relativi alle opere murarie, agli impianti ed alle at-

trezzature occorrenti, ad esclusione della linea di produzione.

La Banca, a fronte di tali carenze, si era limitata ad affermare che gli importi e-

sposti a consuntivo (?!) avrebbero dovuto essere verificati “in base alle opere effet-

tivamente realizzate ed alle spese sostenute e documentate”. Subito dopo tale af-

45

fermazione la Banca denunciava peraltro l’assenza di relazione geologica e geotec-

nica, della Concessione edilizia, della relazione sull’impianto antinquinamento. Piut-

tosto cauta appariva l’affermazione finale contenuta nelle conclusioni, secondo la

quale il programma esaminato mostrava caratteristiche di mero progetto di massi-

ma, per cui un giudizio “più compiuto” avrebbe potuto essere formulato solo a se-

guito di circostanziati elementi chiarificatori dei punti più qualificanti del progetto

(iniziativa, mercato, redditività economica, occupazione e costo impianti).

LEGNO DESIGN NAPOLITANO S.R.L.

La ditta svolge la sua attività nella produzione di infissi interni ed esterni, in le-

gno e metallo, e di mobili di legno, ed intende trasferire la produzione ubicata in Ai-

rola in un nuovo stabilimento a Montesarchio. Essa si rivolge ad una clientela di pic-

coli imprenditori edili e di privati.

Dalla puntualizzazione della Banca in merito alla relazione sulla validità e fattibili-

tà dell’iniziativa e sul relativo piano finanziario si desumeva che, a seguito di dichia-

razione della Società in data 18 dicembre 1997, la realizzazione dell’iniziativa ave-

va subito uno slittamento, per cui la spesa prevista slittava da L. 678 mln nel 1997,

L 1.094 mln nel 1998, L. 440 mln nel 1999 - per un totale di L. 2.212 mln - a L.

772 mln nel 1998, L. 1000 mln nel 1999 e L. 440 mln nel 2000, per un totale dello

stesso importo.

Fermo restando l’incremento occupazionale di nove addetti a regime, l’iniziativa

avrebbe dovuto occupare quindici unità. Nella relazione si soggiungeva, a conferma,

che a libro matricola al 21.3.1997 risultavano sei unità lavorative.

Stando alle conclusioni della prima relazione in data 1 ottobre 1997, la spesa ri-

conoscibile era ridotta da L. 3.397 mln a L. 2.212 mln ed il contributo spese ridotto

da L. 1966,6 a L. 1.747,1 mln.

Nella successiva puntualizzazione i dati produttivi dell’azienda erano confermati,

ma quale anno d’esercizio a regime era assunto il 2002, modificandosi in tal modo

la previsione dell’azienda di raggiungere le condizioni finali nel 2000 “in modo da

dare più tempo all’azienda di raggiungere i risultati proposti”.

Anche in tal caso, come in non pochi precedenti, la disponibilità della quota di

mezzi propri non era stata dimostrata. Tuttavia, secondo l’istituto creditizio, che pe-

raltro lasciava trasparire qualche incertezza sul punto, i promotori avrebbero potuto

essere in grado di assicurare un adeguato impegno per coprire la quota di capitale a

loro carico, che sembrava in linea con le loro reali possibilità. In ogni modo,

l’impegno di apporto di mezzi propri era assunto nella forma dell’aumento di capita-

le sociale con delibera assembleare del 4 settembre 1997.

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Dai dati desumibili dalla relazione semestrale risulta che il progetto esecutivo era

stato trasmesso il 28 ottobre 1997 e l’iniziativa avviata il 4 febbraio 1999, dopo che

era stato emesso decreto provvisorio di concessione in data 23 dicembre 1997. Es-

sa era quindi iniziata oggettivamente in ritardo anche rispetto allo stesso decreto

concessorio e all’anticipazione di L. 494,5 mln, se si tiene conto che era stata corri-

sposta il 15 ottobre 1998, quindi cinque mesi prima della prima fattura pagata e

quietanzata, e con una esposizione a tutto il 1999 di L. 211,6 mln rispetto allo stato

di avanzamento raggiunto in questo ultimo anno (L. 706,1 mln). Inoltre, fino alla

data della relazione (marzo 2001), non si erano sostanzialmente più avuti ulteriori

avanzamenti (se si esclude L. 1 mln nel 2000) tanto che, nella stessa ultima rela-

zione tale fenomeno era oggetto di apposita segnalazione.

VECCHIO FORNO S.R.L.

Il programma riguardava la costruzione di uno stabilimento per la produzione di

pane di qualità, da ubicare nell’area P. I. P. di Montesarchio, in provincia di Bene-

vento, con un mercato prevalente nei “fast food”.

L’investimento riconosciuto era pari a L.2.949,6 mln, ma con una misura contri-

butiva ed una ripartizione temporale diverse da quelle inizialmente previste, per cui

si imponeva un ricorso temporaneo al credito bancario a breve.

Il contributo doveva passare da L. 2.429 mln a L. 2.267,5 mln e, per quanto ri-

guarda la ripartizione temporale, inizialmente, per il 1997, a fronte di investimenti

pari a L. 775,8 mln, era previsto un contributo per L. 1.133,7 ed un apporto di

L. 440 mln in conto aumento capitale sociale e nel 1998, a fronte di un investimen-

to per L. 2.173,8 mln un contributo ed un apporto in mezzi propri di importo pari al

precedente esercizio.

Nella puntualizzazione bancaria in data 27.8.1998 si riconosceva uno slittamento

di un anno nella realizzazione dell’iniziativa, per cui la ripartizione dell’investimento

risultava pari a L. 1.776,4 nel 1998 e a L. 1.173,3 mln nel 1999. Valutando il fabbi-

sogno in L. 3.403,9 mln (onere investimento più capitale di esercizio per L. 454,2

mln) le fonti di copertura erano indicate, oltre che nel contributo per L. 2.330 mln,

in L. 900 mln come mezzi propri e in L. 200 mln come debiti a breve.

Quale anno di esercizio era confermato il 2000, in quanto il tempo proposto ap-

pariva adeguato per raggiungere i risultati previsti.

Per quanto riguarda l’affidabilità e la disponibilità di mezzi propri, la relazione

bancaria affermava la sussistenza di entrambe, ma subordinava l’erogazione della

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prima tranche di contributo all’effettivo versamento della somma di L. 650 mln in

conto aumento capitale sociale.

Nonostante tali confortanti premesse, dalla relazione del S.R. relativa al secondo

semestre del 2000 il decreto di provvisoria concessione contributiva risultava emes-

so in data 2.11.1999 e, a fronte del pur cospicuo contributo in conto anticipazione

concesso nella misura di L. 1.186,8 mln, non risultava iniziato alcun lavoro, né cer-

tificato alcuno stato di avanzamento. Dallo stesso S.R. risulta emessa e pagata po-

lizza fideiussoria di copertura dell’anticipazione. Si rileva trattarsi del terzo nuovo

impianto compreso nel Patto che non ha consentito il raggiungimento di nuovi oc-

cupati nell’impresa.

IZZO PELLI S.R.L.

Azienda specializzata nella produzione di pellami conciati. Secondo il più recente

documento bancario il mercato nazionale del 2000 era stato caratterizzato da un

andamento positivo, con un incremento dell’export del 41% ed un fatturato di

12.200 Mld (il 40% in più rispetto al 1999).

Nel 2001 si erano manifestate preoccupazioni a seguito di una contrazione dei

consumi determinato da vari fattori, tra i quali la crisi economica in atto negli Stati

Uniti d’America, il fenomeno della “mucca pazza” con riduzione delle disponibilità di

materia prima. In ogni modo la Banca giudicava le prospettive di mercato nel com-

plesso “sufficientemente positive”.

L’ammontare dell’investimento ritenuto ammissibile dalla Banca risultava pari a

L. 6.876 mln, ed il contributo in conto capitale concedibile pari a L. 4.805 mln, per

una spesa risultata infine ammissibile di L. 6008,6 mln. La società aveva un pro-

gramma di ampliamento di quello originario, quest’ultimo pure aggiornato successi-

vamente, ma la sua realizzazione era subordinata all’ottenimento di risorse aggiun-

tive a valere sul Patto stesso o su altre leggi agevolative. Questa ipotesi, a parte i

problemi di variante del progetto che aveva rappresentato nei rapporti con

l’amministrazione, non sembrava avere evocato nel S.R. il dubbio che fosse contra-

ria alla normativa vigente.

L’ultimazione del programma, in ogni caso, era prevista per il dicembre di

quest’anno e l’entrata a regime per il 31 dicembre del 2003.

Il volume della produzione, nel 1997, ammontava a L. 3.214,6 mln ed era previ-

sta, per l’anno 2004, una produzione pari a L. 27.764 mln.

La relazione avverte, però che tale ultimo dato si riferiva a previsioni relative al

programma ampliato, comprensivo di una maggiore dotazione di macchinario, pe-

48

raltro corrispondente alle dimensioni dell’impianto. Sempre secondo la banca, oc-

correva, al riguardo, una valutazione più attenta del mercato di riferimento, e per

poter esprimere un giudizio motivato occorreva tener conto di clienti, territorio e

dimensione. Occorreva, in sintesi, un’accurata analisi delle potenzialità dell’impresa

in rapporto al mercato, che è uno degli aspetti della valutazione bancaria e del bu-

siness plan.

Sotto tale profilo gli stati patrimoniali, i conti economici ed i piani finanziari, non-

ché i fabbisogni e i mezzi di copertura appaiono tutti superati sia dal punto di vista

temporale che economico, tenuto conto dell’incertezza programmatica e

dell’indeterminatezza del contributo rispetto alle due ipotesi in campo.

Stessa constatazione deve farsi con riguardo al numero degli occupati possibili,

che poteva aumentare dai ventisette previsti fino ai trenta dipendenti del program-

ma più esteso ma che, all’epoca della relazione, era fermo ad undici. Era comunque

confermata dalla Banca la validità tecnico economica dela iniziativa, con le sole mo-

difiche apportate alle opere murarie. Anche il piano finanziario di copertura finanzia-

ria della spesa appariva alla banca ben strutturato, e affidabile la famiglia che ge-

stiva l’attività imprenditoriale.

La copertura finanziaria della spesa appariva congrua, compatibile e tempestiva,

a patto di fare ricorso temporaneo al credito bancario.

RELAZIONE DELL’UVER

Riguardo alla circostanza che la maggiore consistenza della nuova costruzione

potesse giustificare l’introduzione di indici di proporzionalità del contributo, e quindi

delle spese ammissibili, il verificatore, in data 23.02.2000 si era dichiarato in disac-

cordo. Rinviava in ogni modo la valutazione dell’eventuale richiesta di rimodulazio-

ne al S.R. del patto, il quale, a sua volta rinviava all’istruttoria da parte dell’Istituto

bancario.

Quest’ultimo, a sua volta ancora, rilevava che “un puntuale giudizio

sull’opportunità di realizzare un programma più esteso era subordinato ad un ag-

giornamento della verifica del mercato di riferimento dell’azienda sulla base di nuovi

elementi non ancora disponibili”.

RELAZIONE SEMESTRALE DEL S.R..

Il contributo era stato concesso il 23/12/97 ed era stata erogata una anticipazio-

ne in data 12/10/98. Al 31 dicembre ’00, l’investimento era stato realizzato al

67,9%, ed era presumibile il rispetto dei tempi previsti per la realizzazione. Perma-

49

neva all’epoca della relazione, marzo 2001, l’incertezza sui limiti di essa, e sulla

perseguibilità del programma esteso in rapporto ai mezzi contributivi.

Il Presidente della società S.R. del Patto, in data 13 giugno 2001 aveva inviato il

proprio parere favorevole alle variazioni apportate dall’azienda, in quanto, non mo-

dificando gli aspetti produttivi già esistenti, in futuro avrebbero dovuto favorire uno

sviluppo complessivo della produzione e del suo indotto.

Allo stato, non si ha notizia dell’esito ministeriale dato alla proposta di variante,

peraltro già in corso di attuazione.

RUSSO ALLUMINIO

L’impresa si occupava, prima del completamento dell’iniziativa, di commercializ-

zazione al dettaglio e all’ingrosso di profilati in alluminio ed accessori di tutti i ma-

nufatti in alluminio, nonché di macchine ed attrezzature per la lavorazione dei pro-

dotti.

Il mercato dei profilati si distingueva in due principali aree di affari: per l’edilizia

e per altri usi. Quest’ultima attività si era affermata nel corso dell’anno precedente

all’avvio dell’iniziativa. Vi erano aziende già potenziali clienti dell’impresa e nella

provincia non risultavano concorrenti.

La distribuzione temporale dell’investimento risultava essere la seguente: data

inizio: 1/4/98 per L. 2.300 mln; impegno 1999: L. 3.296,6 mln; 2000 (termine rea-

lizzazione): L. 1.000 mln per un totale di L. 6.596 mln.

La data di entrata a regime era prevista per il 31 dicembre 2001.

Per quanto riguarda il volume delle vendite, l’attività commerciale non aveva da-

to luogo a tassi di redditività molto soddisfacenti, “e ciò poteva avere indotto i soci

a progettare la nuova attività industriale al fine di migliorare i propri margini di pro-

fitto”.

Per quanto riguarda il volume della produzione, il fatturato previsto a regime sa-

rebbe risultato pari a L. 4.237,2 mln, in linea con i valori medi di mercato per il

trattamento ed il rivestimento dei metalli, nonché delle lavorazioni.

Lo stato patrimoniale ipotizzato dal richiedente risultava pari a L. 9.084,2 mln,

rettificato dalla Banca in misura pari a L. 8.718 mln. Anche il conto economico era

rettificato da un utile di L. 556,8 mln a L. 362 mln. La banca, nel riconoscere al

passivo investimenti per l’importo sopra citato, indicava fonti di copertura per un

totale di L. 9.969 mln, aumentando del doppio i prestiti da richiedere.

Gli occupati sarebbero dovuti aumentare dai sei addetti alla semplice commercia-

lizzazione ai ventitré occupati addetti alla manifattura e alla commercializzazione.

Era ribadita la validità tecnica dell’investimento e la corrispondenza del progetto alle

finalità produttive dell’impresa. Il piano finanziario appariva ben strutturato e tem-

50

pestivo. La Russo Alluminio era giudicata pienamente affidabile dall’Istituto bancario

del quale era cliente. L’oggetto sociale, aggiungeva la Banca, doveva comunque es-

sere ampliato al trattamento, alla verniciatura e al rivestimento dei metalli in conto

terzi, in quanto attività giustificative delle agevolazioni in questione.

RELAZIONE DELL’UVER

Alla data della visita risultava realizzato il 67,5 % del progetto, la cui esecuzione

era stata avviata il 28/4/98 ed avrebbe dovuto comunque essere ultimata entro il

31/12/2000. Era stato accertato il versamento di L. 1.900 mln che peraltro erano

stati effettuati in precedenza e patrimonializzati con del.ne dell’11/12/1997.

La realizzazione aveva subito ritardi a causa della resistenza dell’occupante il sito

destinato ad area dello stabilimento a liberarlo. Inoltre, dopo l’approvazione del

progetto l’imprenditore aveva voluto accorpare in un unico capannone anche gli

spazi destinati ad uffici e servizi, per cui la variante aveva determinato il rallenta-

mento della dinamica realizzatoria. Le opere edili erano state realizzate al 95% ma

mancava circa il 30% dei macchinari. L’entrata a regime avrebbe dovuto avvenire,

stando così la situazione, presumibilmente entro il 2001.

AGRI.TEL

Nella relazione istruttoria bancaria in data 3.10.97 risultava che l’iniziativa Agri-

tel riguardava un impianto per la produzione di ortofrutticoli in serra con ciclo tec-

nologico accelerato mediante coltura idroponica, e si completa con impianto di con-

fezionamento dei prodotti agricoli. L’iniziativa era classificabile con il codice ISTAT

91-01.12 (coltivazione ortaggi).

Si prevedeva la costruzione di un nuovo impianto dotato di serra per effettuare

due fasi di lavorazione:

1) coltivazione idroponica di ortaggi

2) confezionamento del prodotto, pronto per la commercializzazione, da effet-

tuarsi in capannone dotato di macchinari e impiantistica a corredo.

Tale iniziativa non era stata ritenuta ammissibile dal Ministero del Bilancio in

quanto non riferibile ad alcuna iniziativa agevolata.

Con successiva relazione di puntualizzazione per l’ammissibilità dell’iniziativa al

Patto in data 24.8.98 l’Agri.tel segnalava che la medesima poteva rientrare nei se-

guenti quadri normativi:

• L. 488/92 per le caratteristiche industriali del ciclo;

• L. 44/86 per la composizione societaria;

51

• Misura 4.4.2 impianti di valorizzazione delle produzioni agricole e forestali

del P.O.P. Campania, sottoprogramma agricoltura.

Escluse le prime due ipotesi normative, la banca titolare dell’istruttoria riteneva

che l’iniziativa dell’Agri.tel avesse i requisiti previsti dalla misura 4.4.2 del P.O.P.

Campania allegando a corredo idonea documentazione.

Il Ministero del Bilancio, nonostante le puntualizzazioni fornite, non aveva ritenu-

to che l’iniziativa Agri.tel fosse ammissibile alle agevolazioni del Patto, in quanto

non rispondente ai requisiti normativi fissati dalla UE per il comparto.

Con istruttoria del 21.7.2000, si presentava un progetto di investimenti che so-

stituiva quello oggetto di iniziale domanda di agevolazione, riguardante la costru-

zione di uno stabilimento industriale destinato alle coltivazioni miste di ortaggi e

specialità orticole in serra, rientrante con caratteri prevalenti nella classificazione

ISTAT 01.12. -ramo agricoltura- e per il confezionamento finale, rientrante nella

classificazione ISTAT 15.33.

Dopo tale variazione l’iniziativa Agri.tel riguardava la costruzione di uno stabili-

mento industriale per la produzione di marmellate, confetture e conserve di frutta e

ortaggi in aceto e olio, da realizzare nella medesima area. Il costo dell’iniziativa

che, nella prima relazione bancaria era stato dichiarato congruo in L. 3.684,6. mln

restava invariato.

La ditta non chiedeva le agevolazioni sull’intero importo, ma solo su L. 3.535,7

mln restando a suo carico la differenza di L. 148,9 mln. Il calcolo della agevolazione

massima spettante, fatto tenendo conto della delibera CIPE del 23.04.97 (compor-

tante un onere massimo per lo Stato di L. 2.833,4 mln) e della verifica del contribu-

to massimo concedibile in relazione alle disposizioni sui Patti Territoriali, era deter-

minato in L. 2.743,3 mln (3.535,7–2.743,3=792,4). Il capitale minimo da investire

nell’iniziativa ammontava a L. 1.060,71 mln, (30% di L. 3.535,7 mln).

L’iniziativa prevedeva un incremento occupazionale pari a dodici unità lavorative,

ed i tempi di realizzazione dell’iniziativa, inizialmente previsti dal 1.9.97 al

1.1.2001, erano, nella successiva rimodulazione, slittati al 2000/2002.

Il decreto provvisorio di concessione, in data 27/09/2000, riconosceva

all’iniziativa Agri.tel un investimento ammissibile di L. 3.154,5 mln con un onere per

lo Stato di L. 2.516,0 mln (79,7%di 3.154,5).

Relazione semestrale del S.R.

Al 12.03.2001 l’iniziativa non era ancora decollata.

52

C.D. s.r.l.

Il progetto riguardava la realizzazione di un nuovo stabilimento industriale per la

produzione di jeans con annessa lavanderia industriale. Le ragioni dell’iniziativa ri-

siedevano nella particolare preparazione professionale dei soci e nel desiderio di at-

tivarsi in un settore ritenuto suscettibile di ulteriore sviluppo. I tempi di realizzazio-

ne del programma coprivano un arco temporale che si estendeva dal 1997 al

1.1.2000, anno di entrata a regime. A fronte di una spesa dichiarata di L. 11.097,1

mln è stata considerata ammissibile alle agevolazioni una spesa complessiva di L.

10.500,0 mln l’incremento occupazionale è di n.45 nuove unità lavorative.

Al 09.09.97, il programma di investimento non era stato ancora avviato.

Con dichiarazione sostitutiva di atto notorio, resa in pari data, la società aveva

precisato che la data di avvio dell’investimento avrebbe dovuto presumibilmente

coincidere con l’emissione del decreto di concessione del contributo in c/capitale.

Si era ritenuto, pertanto di dover far slittare di un anno l’avvio dei lavori. Per

queste ragioni la data di avvio di realizzazione del programma slittava al 1998 con

entrata a regime prevista per il 01.01.2002.

L’iniziativa della C.D.srl , proposta da operatori impegnati da molti anni nel set-

tore tessile e dell’abbigliamento, appariva valida sotto gli aspetti tecnico-economici,

commerciali e reddituali.

I promotori, conosciuti in ambito bancario come operatori affidabili, sembravano

in grado di far fronte agli impegni da assumere nel corso della realizzazione del

programma. Nel decreto provvisorio di concessione del contributo, in data

30.12.98, si riconosceva ammissibile per l’iniziativa C.D. s.r.l un importo pari a L.

10.500,0 mln con un onere per lo Stato di L. 8.392,5 mln (80% di L. 10.500 mln) in

tre rate di L. 2.797,5 mln (l’importo approvato dal CIPE era di L. 10.431,0 mln one-

re per lo Stato L. 8.787,5 mln).

Relazione semestrale del S.R..

In base a quest’ultima risultava che la prima anticipazione era stata riscossa il

12.12.2000 ad oltre due anni dall’avvio previsto per la realizzazione.

Al 31.12.2000 l’investimento realizzato era pari al 7,7%. Mancano enti di moni-

toraggio.

COMPLESSO POLIVALENTE ROSSANA

Il progetto riguardava la realizzazione di un nuovo stabilimento industriale per la

produzione di sughi e piatti pronti sterilizzati e surgelati, da fornire a mense azienda-

li, universitarie e scolastiche ed a piccole e grandi comunità. I promotori

53

dell’iniziativa erano da molti anni imprenditori in vari settori sia in Italia che

all’estero, con grande competenza e professionalità.

Attualmente l’attività è invece rivolta a due settori industriali:

• quello dei fitofarmaci, con uno stabilimento di produzione in Benevento, di

recente costruzione ed all’avanguardia dal punto di vista tecnologico.

• quello alimentare, con uno stabilimento industriale per la lavorazione della

carne, anch’esso all’avanguardia tecnologicamente e per quanto riguarda gli

aspetti igienico-sanitari.

I presupposti dell’iniziativa erano legati alla constatazione che nella provincia di

Benevento, a fronte di una crescente richiesta di cibi precotti da parte di mense a-

ziendali, comunità, ospedali,etc., non vi erano aziende industriali operanti nel setto-

re.

In base alla relazione bancaria la spesa prevista ammontava a L 12.016,7 mln.

L’incremento occupazionale previsto doveva ammontare a 30 unità lavorative. I la-

vori dovevano iniziare il 05.09.97 e concludersi entro il 31.12.98.

In base al D.P.C. il contributo concesso ammontava a L.9.812,8 mln.pari

all’81,7% dell’investimento, ripartito in due rate di L. 4.906,4 mln.

Nella seconda relazione istruttoria del 26.01.98 era articolato differentemente il

dettaglio del capitolo di spesa “Opere murarie e assimilate” fermo restando

l’ammontare complessivo della spesa.

Inoltre –con dichiarazione sostitutiva di atto notorio in data 19.12.97.-la società

precisava che il programma di investimento era stato avviato in data 04.09.97 con

il sostenimento delle spese di acconto sull’acquisto del terreno, allegando fattura in

pari data. (ciò sembrerebbe contrastare con quanto sostenuto nella relazione del

S.R. dove il primo titolo di spesa è del 17.07.97). Si riconfermava inoltre, il giudizio

positivo sul progetto precisando che i proprietari erano impegnati nelle seguenti ini-

ziative:

• Carni Sannite Srl -realizzazione di un complesso industriale per la macella-

zione e lavorazione di carni bovine e suine,e per questa iniziativa la società

ha goduto dei benefici della L. 64/86.

• Immobiliare Dodici Stelle Srl –realizzazione di un complesso industriale per

la produzione di fitofarmaci, tale iniziativa è stata ammessa ai contributi del-

la L. 488/92.

Infine a completamento del profilo imprenditoriale dei proponenti si segnalava

che una dei proponenti era proprietaria di un terreno edificabile in Benevento, per il

quale aveva richiesto la concessione edilizia per la realizzazione di una struttura ri-

54

cettiva (residence con 108 posti letto ), con annesso ristorante, palestra e super-

mercato.

Con l’iniziativa in questione i soci intendevano rafforzare la penetrazione nel set-

tore alimentare sfruttando le sinergie di Gruppo.

Relazione semestrale del S.R..

Si sottolinea il diverso dato del primo titolo di spesa, e la data di riscossione della

prima rata al 17.05.99.a quasi un anno dal D.P.C.

La data di effettiva ultimazione della realizzazione era il 06.04.00.

Lo stato di avanzamento del progetto corrispondeva al 100%

Come già riferito nelle pagine precednti, degli importi documentati quali stati di

avanzamento erano state riconosciute, su L.12.015,6, L.10.336,9 mln.

GALVACENTER S.r.l.

Con tale iniziativa s’intendeva costruire un nuovo stabilimento nella zona A.S.I.

di Ponte Valentino per il trattamento, la verniciatura ed il rivestimento dei metalli

c/terzi, in particolare di zincatura a caldo di materiali ferrosi.

L’impresa era totalmente partecipata dall’I.ME.VA s.p.a., un’azienda di medie

dimensioni con un fatturato di L.18.439 mln al 1996 ed un attivo di L.24.347,4 mln

nello stesso esercizio e 94 dipendenti. La controllante era stata fondata nel 1968 ed

era specializzata nella costruzione di barriere stradali di sicurezza, condotte portanti

di lamiera ed altri prodotti in carpenteria metallica, collocandosi fra le prime del set-

tore in Campania.23

La proprietaria del capitale aveva come obiettivo la delocalizzazione dell’attuale

impianto situato al centro di Benevento, per le esigenze produttive dell’I.ME.VA, 2/3

delle quali sarebbero state trasferite alla GALVACENTER.

La banca segnalava la buona consistenza patrimoniale della Società controllante

e, nell’ultimo bilancio, un elevato valore delle disponibilità liquide, rappresentate da

consistenze di c/c bancarie. Per contro, si segnalava un tempo medio d’incasso dei

crediti non breve e bassi tassi di redditività.

Nelle analisi del prodotto e delle prospettive di mercato e destinazione della pro-

duzione si ricordava che la zincatura a caldo era un procedimento per la protezione

della corrosione dei materiali ferrosi con le più varie applicazioni nell’industria e a-

spettative di commesse dalle amministrazioni di servizi pubblici industriali, come

FF.SS., ENEL, ANAS, TELECOM.

23 Tuttavia i dati degli ultimi due bilanci evidenziavano una diminuzione dell’attivo patrimoniale, del fat-turato e degli ammortamenti, nonché del cash-flow, a fronte di un aumento delle spese del personale e dell’utile netto.

55

Si attendeva lo sviluppo del settore della carpenteria e principalmente dei guard-

rails per effetto degli investimenti sulla A3 (SA-RC).

Si prevedeva a regime (nel 2002) una produzione massima di 23,936 tonnellate

al giorno per 220 giorni ed un fabbisogno di centoquindici unità produttive, con au-

mento netto di ventuno unità lavorative.

Il fatturato medio per addetto era sostanzialmente in linea con il valore medio

del settore.

L’ultimazione del nuovo programma per la realizzazione dell’impianto era previ-

sta al 31/12/99 e la data d’entrata a regime al 31/12/2001, per un totale di

L.8.987,6 mln d’investimento, ripartito in L.2.631,9 mln. nel 1998 e L.6.355,7 nel

1999.

Il suolo non era ammissibile a contributo, perché già di proprietà della control-

lante. Esso sarebbe stato trasferito alla Galvacenter dopo l’approvazione del frazio-

namento.

Il costo delle opere murarie, degli impianti e dei macchinari produttivi appariva

congruo rispetto alla consistenza ed alla tecnologia degli stessi.

Per quanto riguardava la copertura finanziaria, si riteneva che l’impresa potesse

sostenere l’aumento del capitale sociale ad almeno il 30% dell’investimento previ-

sto.

Gli indici di redditività a regime (ROI, ROE e ROS), in mancanza di raffronti col

passato apparivano tutti positivi.

Il rapporto fra fabbisogno e fonti di copertura a cinque anni, sulla base dei dati

rettificati, dava uno sbilancio di L.4.331 mln a favore delle fonti di copertura

(L.13.319 mln su L.8967,6 mln).

In definitiva, alla Banca, il programma d’investimento si presentava valido sotto

gli aspetti tecnico-economici, commerciali e reddituali, il piano finanziario appariva

corretto e rispondente alla specifica normativa di riferimento, il soggetto beneficia-

rio affidabile e la situazione finanziaria dei proponenti solida, in modo da sostenere

gli impegni in merito alla copertura finanziaria tramite mezzi propri nella misura

prevista dalla legge. Questo alla data del 1 ottobre 1997.

Successivamente era presentata dalla Banca una relazione sulle modifiche al

progetto originario comprensiva delle osservazioni relative a due varianti presentate

dalla Società nel 1999 e nel 2000, le prime riguardanti le opere murarie ed assimi-

late, i macchinari, gli impianti e le attrezzature e l’ultima una diversa collocazione

dei fabbricati l’ottimizzazione dell’impiantisca e della movimentazione interna.

56

La banca concludeva che le modifiche apportate dalla Galvacenter S.r.l. al pro-

getto originariamente approvato apparivano tecnicamente valide ed economica-

mente convincenti.

Ma c’è da constatare che, a parità di obiettivi, esse si traducevano in un ulteriore

aggravio di costi. Le varianti al progetto, infatti, comportavano un aumento di spe-

sa per un totale di L.10.884,9 mln, di cui.10.684,9 mln. ammissibili alle agevolazio-

ni, con un incremento di L.1.697,2 mln. rispetto alle previsioni d’istruttoria. Le va-

rianti riguardavano anche il suolo aziendale, ammissibile limitatamente alle siste-

mazione esterne per L.28,6 mln, in quanto il suolo aziendale era di proprietà della

controllante.

E’ da rilevare che, nonostante fosse in corso l’autorizzazione per tali varianti, la

Banca riferiva che alla data del sopralluogo il complesso era quasi ultimato per

quanto concerneva le opere murarie, le finiture e gli impianti nei fabbricati a desti-

nazione civile ed anche la maggior parte degli impianti produttivi.

La previsione era per l’entrata in funzione, a collaudi ultimati, entro la fine del

2001, con uno scostamento di due anni rispetto alla originaria in data 1 ottobre

1997.

Relazione semestrale.

Riguardo alle varianti il S.R., nella relazione relativa al 31 dicembre del 2000,

non confermava come ammissibili le proposte della Banca, facendo presente che,

così come richiesto dal MTBPE il progetto era stato trasmesso all’Istituto bancario

presso il quale era tuttora in corso la relativa istruttoria24 e che, per parte sua, era-

no confermate le osservazioni riportate nella precedente relazione relativa a al I

semestre del 2000, trasmessa il 30/10/2000, secondo le quali, descritte le varianti

del 99 e attestato che esse non modificavano sostanzialmente gli obiettivi produtti-

vi, economici ed occupazionali indicati in sede di domanda originaria, l’importo co-

municato per L.9.641,1 milioni complessivi (di allora) nella seconda relazione era

stato rettificato il L.8.950,3 mln a seguito di un riscontro di errori materiali.

L’importo ritenuto ammissibile a tale data scendeva quindi a L.8.577,7 mln., di po-

co inferiore al dato relativo a quello ammesso a decreto provvisorio di concessione,

ammontante a L.8.987,7 mln, che era tenuto fermo nell’ultima relazione disponibi-

le, ma che, a sua volta, è decisamente inferiore all’importo ritenuto congruo e am-

missibile dall’istituto bancario, di L.10.684,9 il quale, allo stato dei dati forniti dal

Ministero e dal S.R., non può ancora ritenersi autorizzato.

57

Rispetto alla data d’inizio effettivo della realizzazione pertanto, la stessa era per-

venuta, alla fine del 2000, a spendere L. 6.815,2 mln pari al 75,8% del totale auto-

rizzato di L. 8.987,7 mln ma era ancora lontana da quello proposto come ammissi-

bile dall’Istituto bancario, pari a L. 10.684,9 mln, con una percentuale effettiva pari

al 64,12%.

2.11 Considerazioni conclusive.

In conclusione i fenomeni più rilevanti di scostamento sono costituiti:

1. dal pressoché generalizzato eccessivo decorso del tempo dell’avvio delle ini-

ziative rispetto alle previsioni, tanto da comprometterne, in alcuni casi, lo

stesso inizio per il mutamento del contesto produttivo e di mercato;

2. dalla diffusa indeterminatezza e genericità delle attestazioni sul possesso dei

mezzi propri da parte degli imprenditori, spesso rinviata nel tempo come ac-

certamento dell’effettivo versamento;

3. da analisi di mercato talvolta decisamente negative rispetto a iniziative poi

ammesse a confrontarsi con esso, pur con nessuna esperienza nel settore

dove operare, nel presupposto di un presunta e non dimostrata diversità del-

la situazione locale;

4. per contro, da differenze fra analisi positive e situazioni realizzatorie mode-

stissime, inesplicabili in assenza di dati rivenienti da controlli interni e referti

specifici;

5. da ritardi talvolta di anni fra data dell’invio del progetto esecutivo e appro-

vazione contributiva da parte del MTBPE;

6. dal richiamo inesatto alla possibilità che l’iniziativa potesse reperire risorse a

carico di altre leggi agevolative dell’investimento;

7. dalla circostanza, riscontrata anche in altre situazioni pattizie, dell’avere i

controlli interni riguardato le situazioni produttive più avanzate, e non anche

quelle che rappresentavano maggiori difficoltà;

8. dal mancato chiarimento della funzione dell’anticipazione che, in ogni caso,

non costituisce sospensiva per l’avvio della realizzazione;

10. dalla tardiva corresponsione della stessa nei casi in cui vi era maggior ri-

schio d’impresa da parte dei proponenti le iniziative;

24 La relazione semestrale del S.R. è stata trasmessa al MTBPE ad aprile del 2001, la perizia di variante della Banca non è datata ma è sicuramente successiva al 1/3/2001, data indicata per il sopralluogo dell’istituto bancario medesimo.

58

11. dai casi di iniziative del tutto nuove non decollate entro i termini previsti o

affatto decollate;

12.dal deludente esito, allo stato delle realizzazioni, del tentativo di creare un

clima sinergico fra apparati pubblici e privati e fra imprese operanti in setto-

ri diversi e fra di loro collegati.

13. dai ritardi delle variazioni progettuali comportanti un aggravio contributivo

derivanti dalle differenti interpretazioni sulla competenza a decidere da par-

te dei diversi organi competenti.

Cap. 3. Il Patto Territoriale della provincia di Brindisi.

3.1. Documentazione acquisita dal MTBPE.

Secondo i dati più aggiornati forniti dal S.R., alla data del 19/07/01, le aziende

ammesse a finanziamento a carico delle risorse previste per il Patto erano 42, per

investimenti complessivi pari a L.108.921 mln., con un onere per lo Stato pari a

L.72.076 mln. ed un incremento delle unità occupazionali pari a n. 573 unità lavo-

rative.

Alla fine del 1998 avevano rinunciato 9 aziende, con una diminuzione dell'inve-

stimento pari a L.-16.585 mln.(15,22% in meno) dell'onere a carico dello stato pari

a L. 11.092,4 mln.(15,38%) ed un numero inferiore di occupati pari a -106 uni-

tà (18,49% in meno).

Erano stati emessi 24 decreti provvisori di concessione per investimenti totali pa-

ri a L. 63.014 mln ed un onere dello stato pari al 57,85% ed un incremento occupa-

zionale pari a 319 unità (57,67%).

Sempre alla stessa data erano state erogate anticipazioni a favore di dieci azien-

de, per un importo complessivo pari a L.5.365 mln.

Come opera infrastrutturale era prevista l'urbanizzazione primaria del comparto

centrale sud dell'agglomerato industriale di Brindisi, con un investimento pari a L

.4.160 mln ed un onere corrispondente da parte dello Stato.

Nella relazione concernente lo stato di avanzamento del Patto al 30 giugno 1999

– pervenuta al MTBPE il successivo 6 ottobre - otto imprese, le cui iniziative preve-

devano investimenti pari a L.16.502 mln. ed una previsione di incremento occupa-

zionale di 105 unità lavorative, risultavano rinunciatarie25.

Altre tre imprese non avevano risposto alle richieste del S.R,. per cui quest'ulti-

mo le aveva considerate “sostanzialmente”rinunciatarie, inviando copia delle comu-

nicazioni al Ministero del bilancio. Risultano ancora 24 decreti provvisori di conces-

59

sione di contributo ed erano di prossima emanazione, secondo una comunicazione

dei responsabili nel corso di una riunione convocata dal Ministero del Bilancio al 21

giugno precedente, altri 4 decreti.

Nel primo semestre 1999 risultavano ammesse a contributo 23 aziende per un

investimento pari a complessivi L. 57.420 mln (semestre prec..46.278) con un con-

tributo riconosciuto pari a L.38.014,5 mln ( semestre prec.L.30.830,3.) per un tota-

le di L.18.663 mln (semestre prec.5.356,5). Le anticipazioni erano state accreditate

a 21 delle 23 aziende che ne avevano fatto richiesta, per un importo complessivo

pari a L.17.757 mln.

Per le opere infrastrutturali era stato emesso in data 21 giugno 1999 decreto

provvisorio di concessione per 4.160 mln e, con comunicazione in data 30 settem-

bre 1999, era stata avanzata richiesta di erogazione dell’anticipazione di L.416 mln,

pari al 10% del contributo finanziario concesso, in quanto il Consorzio beneficiario

aveva proceduto ad indire la gara d’appalto per la realizzazione dell’opera.

Dai dati riepilogativi a giugno 1999 (comunicati a settembre s.a.) emergeva che

su un totale di investimenti di aziende private ammessi per L.57.420 mln ne erano

stati effettuati a dicembre del 1998 per L.7.816 mln, pari al 13,6%, saliti a

L.12.305 mln al 30 giugno successivo, pari al 21,43%, con un incremento del

7,83%.

Dietro il valore percentuale finanziario sussistono situazioni assai diversificate.

A fronte di anticipi incassati nel periodo maggio-giugno 1999 vi erano cinque im-

prese che non presentavano alcuno stato di avanzamento. Per due di esse, secondo

il S.R., la stessa anticipazione era stata corrisposta in ritardo.

Tuttavia, vi erano imprese che, nello stesso periodo, avevano avviato i lavori an-

che in attesa dell’anticipo e altre ancora che presentavano due fasi per stati di a-

vanzamento, pur avendo ottenuto solo l’anticipo. Quattro investimenti erano com-

pletati, dei quali uno allo stato finale in attesa di sopralluogo.

Esaminando gli stati di avanzamento secondo il parametro delle categorie di la-

vori, quelle che soffrivano i maggiori ritardi erano le infrastrutture specifiche (cabi-

ne di trasformazione e di decompressione metano, pozzi e convogliamento acqua e

allacciamenti esterni) e gli impianti antinquinamento (residui liquidi e gassosi). I la-

vori con scostamento relativamente minore rispetto alla previsione erano quelli re-

lativi al suolo aziendale (-49% rispetto alle previsioni) seguiti dalle opere murarie (-

77,5%) ivi compresi i basamenti (-47%) e dalle recinzioni (-76,3%), dagli oneri di

progettazione (-80,7%) dagli oneri di urbanizzazione (–57,2%) dalla sistemazione

25 La diminuzione di una impresa rispetto al numero delle precedenti dichiarate rinunciatarie, dipende dal computo di una di esse fa quelle, considerate aggiuntive rispetto alle stesse, che non avevano dato riscon-

60

del suolo (-88,6%) e dall’impiantistica (-93,6%), fino a giungere alle infrastrutture

sopra citate, completamente non realizzate alla data del 30 6 99.

Ferma restando la riserva in ordine alla variabilità delle situazioni relative a sin-

gole iniziative a quella data, resta il fatto che nel complesso il Patto si trovava,

all’epoca, in una situazione meramente iniziale e con una nutrita schiera di iniziative

(undici su quarantadue) che non erano affatto decollate ed erano o erano conside-

rate rinunciatarie.

Per una iniziativa si era riscontrata la situazione di potenziale doppia contribuzio-

ne, (per i Patti presso il MTBPE e presso il MICA ai sensi della legge 488/92) che ha

costituito la motivazione di origine dell’indagine sui Patti Territoriali.

Nella relazione relativa al II semestre 2000 si avvertiva che questa era stata im-

postata in modo difforme rispetto alle precedenti “al fine di evidenziare in modo più

chiaro i dati e le informazioni relativi allo stato di avanzamento dei programmi di

investimento previsti dalle ditte ammesse al Patto Territoriale di Brindisi”.

Nel quadro sintetico del Patto si riassume che, a fronte di 42 investimenti previsti

erano stati emessi 29 decreti di concessione provvisoria e, a fronte di un contributo

deliberato di L. 72.076,1 mln su L. 108,921 mln di investimenti erano stati decreta-

te 29 concessioni contributive - poi ridottisi a 28 per un annullamento - per L.

67.390 mln.

A fronte di una occupazione prevista per 573 unità, quella possibile in base alle

concessioni contributive era, allora, di 336.

Le anticipazioni sul contributo erano pari, a quella data, a L.20.398,4 mln oltre

all’anticipazione erogata al SISRI per il progetto delle infrastrutture, che non grava

sul contributo specifico per le stesse, bensì su quello alle imprese.

Ancora una iniziativa era in fase di istruttoria per L.13.906 mln.

Le rinunce erano pari a 12, per un importo di investimenti pari a L.25.298 mln.,

un decremento di nuova occupazione pari a 161 unità e un importo di contributi pa-

ri a L.16.824,8 mln.

La ditta Cantieri Navali, oltre a problemi di ordine urbanistico, non aveva ottenu-

to l’integrazione istruttoria da parte del proprio istituto bancario.

In tali condizioni il Ministero, invece di procedere alla revoca aveva chiesto

all’imprenditore di rinunciare e, ottenendo in cambio il rifiuto, aveva ritenuto la

stessa “rinunciataria d’ufficio”.

I progetti completati con inoltro della richiesta della seconda tranche di eroga-

zione erano cinque, ma per due di questi si era avviato il procedimento di revoca da

parte del Ministero, essendo una di esse, pur al termine della realizzazione, destina-

tro ai solleciti del soggetto responsabile ed erano da questi ritenute "sostanzialmente" rinunciatarie

61

taria di altra forma di contributo pubblico e l’altra sotto inchiesta della Guardia di

Finanza per una forma di realizzazione non consentita dalla tipologia contributiva.

In tutto, dopo oltre tre anni dall’inizio delle attività del Patto, erano state com-

pletate tre iniziative sulle quarantadue originariamente ammesse e si era consegui-

to un aumento occupazionale, tramite le stesse, di tredici unità rispetto alle cinque-

centosettantatrè inizialmente previste.

La relazione aggiunge testualmente:

“E’ definitivamente accertato che i tempi di realizzazione dei singoli programmi

non rispetteranno la pianificazione temporale originaria”.

Essa ribadisce che una delle cause dei ritardi è da ricercarsi nei tempi

dell’emissione di decreti e nell’erogazione delle anticipazioni a favore delle imprese

beneficiarie nel periodo inverno 1998-primavera 1999.

Ma, contemporaneamente, ammette e denuncia che “generalmente le imprese

stanno realizzando i loro ritardi per motivi quasi sempre legati a carenza di liquidità,

ad indisponibilità contingente e in alcuni casi strutturale dei mezzi propri da immet-

tere nella percentuale minima.(…) Numerosi programmi d’investimento, fin dalla lo-

ro originaria impostazione erano sovradimensionati sia rispetto alle capacità mana-

geriali dei proponenti sia alla loro consistenza patrimoniale e finanziaria, oltre che

alle effettive opportunità di mercato che i settori economici “bersaglio” presentava-

no”.

62

3.2. Revoche.

La situazione aggiornata delle revoche e dei provvedimenti di avvio delle stesse

è stata trasmessa dal Ministero dopo la seconda richiesta del magistrato istruttore.

Essa risulta dal prospetto che segue, aggiornato a giugno del 2001.

Tab.

1

Data notizia Nome impresa Data

provvedimento

Tipo

provvedimento

Motivo

provvedimento

Comun.S.R.

Del 7.7.2000

ARETA S.r.l. 6 febbraio 2001 Comunicazione avvio

Mero rinnovo parti macchinari

Visita UVER

Del 12.7.2000

TCT26 6 febbraio 2001 Comunicazione avvio

Mancata riconversione attività produttive

Visita UVER

Del 12.7.2000

Martellini France-sco27

6 febbraio2001 Comunicazione avvio

Insufficienti capacità imprenditoriali

Segnalazione S.R. del 7.7.2000

Monna De’ Lizia 6 febbraio 2001 Comunicazione avvio

Fruizione di doppia contr.ne per medesi-ma iniziativa (L.488/92)

Relazione del S.R. del 5/9/2000

TI.GI CALZE 21 maggio 2001 Decreto revoca Fruizione di doppia contr.ne per medesi-ma iniziativa (L.488/92)

Visita UVER del 12/7/2000

CHIRICO Luigi 21 maggio 2001 Decreto revoca Non effettuata alcuna spesa

Lettera curatore del 15/12/2000

F.lli NITTI 7 febbraio 2001 Decreto revoca Dichiarazione fallimen-to

La situazione sopra esposta dimostra:

1. che per il procedimento di solo avvio della revoca sono occorsi almeno otto

mesi, che influiranno senz’altro sulla rimodulazione rassegnazione delle risor-

se;

2. che il dubbio della Sezione del controllo in sede di controllo preventivo, sulla

possibilità che potessero esistere situazioni di doppia contribuzione, si è in

questo caso rivelato fondato, anche attraverso indagini parallele disposte dalla

magistratura ordinaria e svolte dalla Guardia di Finanza;

3. che il filtro dell’istruttoria, in alcuni dei casi suindicati, preesistendo la situa-

zione impeditiva sopra citata, si era rivelato insufficiente;

4. che lo spazio di discrezionalità esercitato dal Ministero nell’annunciare revo-

che, poi sospese o ritirate non è indifferente, come pure la resistenza dimo-

strata dalle imprese oggetto del provvedimento.

26 con nota del 25 5 01 è stata concessa all’iniziativa una proroga di sei mesi nell’ambito dei 48 previsti. 27 Con nota del 25 5 01 è stato chiesto di inviare le evidenze contabili delle spese e dell’immissione di mezzi propri entro 30gg. pena l’emissione del decreto di revoca.

63

Lo dimostrano le comunicazioni inviate nel primo semestre del c.a. dal Servizio

per la programmazione negoziata, ai titolari di iniziative quali MONNA DE’LIZIA,

T.C.T., MARTELLINI FRANCESCO, cui sono seguiti dei provvedimenti di sospensiva

della procedura di revoca o delle controdeduzioni attraverso memorie difensive (A-

RETA s.r.l. e MONNA DE’LIZIA) che hanno comportato il protrarsi dell’esito

dell’iniziativa.

Allo stato è stato trasmesso il decreto di revoca della concessione provvisoria so-

lo per le iniziative fratelli NITTI e TI.GI. calze; (DD.MM. del 7.2.2001 e del

21.5.2001).

Per l’impresa CHIRICO è stata acquisita copia della trasmissione del rapporto

dell’UVER all’autorità giudiziaria (nota del 6.2.01).

Il Ministero infine, dopo la seconda richiesta avanzata a tal fine per raffrontare le

date di emissione e stabilire i termini di conclusione delle singole iniziative, ed in

definitiva del Patto Territoriale, nel trasmettere copie dei decreti provvisori di con-

cessione del contributo, aveva espresso il seguente giudizio sul Patto, riportato su

di un documento redatto per uso interno ma espressamente fatto pervenire al con-

trollo28:

“La situazione del Patto si presentava estremamente critica sotto il profilo

dell’andamento degli investimenti agevolati in esso inclusi e delle probabilità di suc-

cesso del Patto nel suo complesso.

Alla data odierna, 25/06/01, risultano rinunciatarie o decadute n° 14 imprese,

sulle 42 incluse nella delibera CIPE, per una quota di investimenti di L. 41.254, pari

al 38% del totale risultante dalla delibera CIPE.

Per tre imprese erano stati emessi decreti di revoca per una quota di investimen-

ti pari a L. 2.464 mln e per altre sei erano stati avviati gli stessi procedimenti per

una quota di L. 17.220,30 mln. pari al 15,81% del totale. Altre cinque imprese, per

una ulteriore quota di L. 8.293,9 mln. pari al 7,61% erano a rischio (per ritardi ma-

turati ovvero vicende legate al mercato di riferimento o altre cause di ritardo nella

realizzazione).

Dodici imprese, per una quota di investimenti di L. 38.316 mln, (35,18% del to-

tale) erano in ritardo sui tempi di realizzazione.

Due imprese avevano concluso l’investimento, per una quota di investimenti di

L. 1.176,9 mln. Pari all’1,08% del totale.

28 Appunto in data 25.06.2001, del Dirigente Ufficio VI del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione, Servizio per la programmazione negoziata, unito alla nota n. 0027352 del 2.7.01 diretta al Ma-gistrato istruttore della Corte dei conti.

64

Il documento conclude che solo il 36,26% degli investimenti previsti presentava

alla fine di giugno del 2001, ragionevoli probabilità di concludersi con successo, an-

che includendo in tale categoria le imprese in ritardo.

Sul piano occupazionale questo si traduceva in una percentuale di occupati pos-

sibili sui 573 previsti pari al 28,1% degli stessi”.

3.3. Documentazione acquisita dal S.R..

Nel corso dell’accertamento diretto svolto presso la sede della “società consortile

pacchetto localizzativo di Brindisi, era stata richiesta l’acquisizione della seguente

documentazione:

1. copia del Patto Territoriale con i relativi allegati;

2. copia dell’avvio dei procedimenti di revoca;

3. copia delle relazioni bancarie relative all’istruttoria;

4. copia del progetto di massima e della relazione per la realizzazione delle infra-

strutture da parte del Consorzio SISRI;

5. per quanto riguarda lo stato di avanzamento dei lavori infrastrutturali specifici

e per gli impianti antinquinamento, onde avere contezza dello stato dei lavori

e delle competenze nello svolgimento degli stessi da parte del Consorzio SI-

SRI era stata richiesta copia del contratto di appalto per il progetto delle in-

frastrutture e del Centro direzionale del comparto centrale sud

dell’agglomerato industriale di Brindisi secondo stralcio.

Dal telefax trasmesso dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale e dei Servizi Reali

alle Imprese (SISRI) di Brindisi, in data 25.5.01, risulta che, alla data del 3.5.01, lo

stato di avanzamento relativo alla realizzazione delle infrastrutture al Comparto Sud

dell’agglomerato industriale di Brindisi, rispetto ad un totale di L. 3.075 mln per la-

vori a base d’asta, aveva raggiunto, sulla base dei certificati, L. 1.992,6 mln e il to-

tale dei lavori avrebbe dovuto terminare il 31.8.01.

Di tutta la documentazione richiesta era stato chiesto l’inoltro tramite posta cele-

re.

Per quanto riguarda la situazione della società ARETA erano acquisite le contro-

deduzioni avverso il provvedimento del 6/2/2001 n° 5394, relativo all’avvio del pro-

cedimento di revoca.

Era stato altresì richiesto l’invio dell’ultima relazione relativa al primo semestre

2001.

Era confermata la segnalazione di parecchie situazioni di pagamenti per cassa,

ma il S.R. dichiarava di non ritenere che tale prassi potesse essere influente ai fini

65

della rendicontazione, che era effettuata solo per i pagamenti regolarmente quie-

tanzati.

E’ stato altresì consegnato il prospetto aggiornato alla data del 25 giugno 2001

che dimostra come, a quella data, su un totale di L.113.081,8 mln. di investimenti

ammessi sono stati deliberati L. 76.236,1 mln per investimenti pari al 67,4%, di cui

decretati L. 71.550 mln.pari al 63,27% ed erogati L.48.689 mln.pari al 43,05%.

Le rinunce avevano comportato una minore contribuzione pari a L. 16.824,8 mln

(14,8% del contributo), ed un minore investimento per L. 25.298,1 mln. pari al

22,37% dello stesso, le revoche una diminuzione degli investimenti per L. 2.502,5

pari al loro 2,2% ed una diminuzione del contributo pari a L. 1.646,7 corrisponden-

te al 2,16%di quest’ultimo.

Era stata fornita altresì documentazione della modifica di settore produttivo da

parte della COGIT, che aveva portato all’emanazione di un nuovo decreto di con-

cessione provvisoria da parte del MTBPE in data 26 febbraio 2001 in novazione a

quello precedente , e degli esposti presentati e le memorie difensive presentati da

taluni titolari di iniziative per le quali era in corso o era stato emanato decreto di

revoca.

Da ultimo era stata acquisita copia della nota con la quale il S.R. chiedeva che

fosse avviato l’iter necessario per l’assegnazione dei fondi residui a seguito di un

nuovo tavolo di concertazione per il settore turismo, quale attività economica cui

destinare i fondi disponibili per L. 18.750 mln per nuove iniziative e L. 9.155,9 mln

per nuove infrastrutture. La nota reca la data del 21 giugno 2001.

Il Presidente del Pacchetto Localizzativo di Brindisi, espressamente interrogato

sul patto, ha dichiarato di ritenere positiva, nonostante le diverse defezioni,

l’esperienza, considerato che si trattava della prima esperienza nel settore per il

territorio, nella quale alcuni partecipanti hanno sopravvalutato le proprie potenziali-

tà.

Puntando sulla rimodulazione dei fondi residui per la seconda fase concertativa

sull’attività turistica si poteva, infatti, ottenere una riutilizzazione dei fondi in tempo

utile.

A questo punto non si può non condividere il giudizio pessimistico espresso, sia

pure informalmente, dall’amministrazione ministeriale, per lo meno dal punto di vi-

sta della possibilità di ottenere uno sviluppo coeso entro tempi compatibili con le

previsioni, considerato che, ad oltre quattro anni dall’inizio, neppure la metà delle

risorse dell’attività Pattizia risulta utilmente impiegata.

Oltre tutto, la rimodulazione dei fondi non riesce ad evitare il problema di fon-

do, costituito dalla scarsa capacità delle attività istruttorie di attirare iniziative vali-

66

de, e dalla caratteristica, per tale fase dei Patti, di esaurire lo slancio concertativo in

tante piccole vicende che, trascinandosi nel tempo, finiscono per essere sempre si-

mili più a quelle vissute in occasione dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno

che all’ipotizzato, innovativo modello di sviluppo.

Dietro specifica sollecitazione del magistrato istruttore è stato infine acquisito

il prospetto illustrativo dello Stato del Patto al 19/7/2001 di seguito riportato (vedi

all.).

67

IMPORTI IN MILIONI DI LIRE PATTO TERRITORIALE DI BRINDISI

approvato con deliberazione C.I.P.E. del 23.04.1997

PROGETTO PATTO TERRI-TORIALE DE-LIBERATO

DECRETO PROVVISIORIO RATE DI PAGAMENTO

1^rata 2^rata 3^rata 4^rata n

.

Società’ Investi-

mento

Conti-

buto

n. data Investi-

mento

Contri-

buto Importo Richie-

sta Incas-sata

Impor-to

Richie-sta

Incas-sata

Impor-to

Richie-sta

Incas-sata

Importo Richie-sta

Incas-sata

2.379, 1.563, 84 22/06/ 2.373,5 1.563,2 781,60 26/01/9 24/06/9 625,28

2 C.M.I. 680,0 462,2 841 03/06/ 679,4 231,10 231,10 08/07/9 21/12/9 184,90

3 S.Marco sub. 79,2 56,2 rinunciato in data 26/04/2000

4 Tekna 578,6 396,3 rinunciato in data 31/03/1998

5 Santoro Cosimo 1.174, 777,7 83 03/06/ 1.173,1 775,0 387,50 17/07/9 04/12/9 310,00 24/04/0 77,50

6 D’Amico F. 403,9 281,3 83 13/10/ 390,0 266,4 133,20 11/11/9 04/05/9 106,60 31/10/0 16/03/0 26,60 21/03/0

7 Winsol 1.540, 1.065, 85 22/06/ 1.540,0 1.065,9 532,95 18/12/9 24/05/9 426,38 106,59

8 Cogit 6.500, 4.373, 87 28/07/ 6.483,1 4.371,0 2.185,5 07/10/9 04/05/9 1.748,4 437,10

9 Scanduizzi 5.802, 3.848, 87 28/07/ rinunciato in data

1 Saponaro 406,2 280,2 rinunciato in data 19/09/1997

1 Sacim 2.868, 1.870, 74 13/02/ 2.868,0 1.870,4 935,20 09/06/9 Nov. 98 748,10 187,10

1 G. S. E. 5.043, 3.419, rinunciato in data 23/11/1998 25/08/9

1 Edilmas 1.724, 1.163, 84 03/06/ 1.706,3 1.157,2 578,60 22/09/9 21/12/9 462,90 115,70

1 F.lli Nitti 293,0 200,0 85 22/06/ 270,3 185,2 92,60 04/05/9 74,08 18,52

1 M. Spartaco 900,0 605,1 rinunciato in data 23/09/1997

1 Cant. Nav. Danese 3.272, 2.113, 96 30/12/ 3.228,0 2.063,4 687,80 23/02/9 24/06/9 687,80 481,50 206,3

1 Icem 484,0 330,0 84 03/06/ 484,0 330,0 165,00 08/07/9 21/12/9 132,00 10/01/0 31/03/0 33,00

1 Ri. Be. 1.493, 1.001, 85 22/06/ 1.468,3 988,6 494,30 17/11/9 15/12/9 395,44 98,86

1 I. C. M. 8.235, 5.474, 87 28/07/ 8.235,0 5.474,2 2.737,1 28/10/9 21/05/9 2.189,9 547,20

2 Areta ( 3.955, 2.658, 74 06/03/ 3.955,0 2.658,5 1.329,2 25/06/9 28/10/9 1.063,4 28/07/0 265,85

2 Camassa S. 1.431, 943,7 rinunciato in data 03/02/1998

2 Chirico Luigi 506,3 325,0 87 22/07/ 498,7 325,0 162,50 04/02/9 11/06/9 130,00 32,50

2 TI. GI. Calze 1.703, 1.121, 84 03/06/ 1.687,4 1.121,7 560,80 15/09/9 Dic. 98 448,70 112,20

2 Hotel Sorgente 1.200, 816,7 20 03/11/ 1.200,0 816,7 408,35 28/07/0 07/12/0 326,68 81,67

2 Potenza (Hotel Ro- 1.065, 720,5 20 03/11/ 1.065,3 705,8 352,90 22/02/0 23/08/0 828,32 70,58

2 Camping Lamaforca 2.304, 1.523, 22 24/03/ 2.304,0 1.523,7 761,85 06/06/0 16/10/0 609,48 152,37

2 Nettuno Parking 4.779, 3.044, 22 24/03/ 4.779,9 3.044,8 1.522,4 05/03/0 1.217,9 304,48

2 Hotel Incanto 620,0 423,8 20 15/12/ 620,0 423,8 211,90 18/04/0 10/10/0 169,52 42,38

2 Arseni Davide 831,5 578,5 87 28/07/ 786,9 552,6 276,30 25/08/9 22/12/9 221,04 16/10/0 55,26

3 A. G. Scavi 2.018, 1.324, rinunciato in data 26/04/2000

3 Cant. Nav. Brindisi 2.050, 1.400, non decretabile 0,0

68

3 PPE 5.140, 3.375, rinunciato in data 15/06/1998 PATTO TERRITORIALE DI BRINDISI

approvato con deliberazione C.I.P.E. del 23.04.1997

PROGETTO PATTO TER-

RITORIALE DECRETO PROVVISIORIO RATE DI PAGAMENTO

1^ rata 2^ rata 3^ rata 4^ rata n. Società’ Inve-

sti-mento

Contri-

buto n. data Inve-

sti-mento

Contri-

buto impor-to

richie-sta

incas-sata

impor-to

richie-sta

incas-sata

impor-to

richie-sta

incas-sata

impor-to

richie-sta

incas-sata

3 Polyman 2.557, 1.712, rinunciato in data 19/09/1997

3 De Giorgi Ag. 891,8 559,9 rinunciato in data 26/04/2000

3 T.C.T. (*) 1.810, 1.229, 876 28/07/ 1.780, 1.220,4 610,20 11/11/9 04/05/9 488,20 122,00

3 Mertellini F 5.040, 3.243, 850 28/08/ 5.042, 3.232,6 1.818,3 12/02/9 11/06/9 1.293,0 323,28

3 Monna De’ Lizia 1.155, 785,4 848 22/05/ 1.138, 785,4 392,70 29/07/9 28/12/9 314,16 17/12/9 78,54

3 Revisud 1.500, 1.000, 839 03/06/ 1.482, 1.000,0 500,00 09/06/9 15/10/9 400,00 100,00

3 Giano Plastica 8.920, 5.721, 825 24/06/ 8.920, 5.721,5 2.860,8 18/11/9 06/05/9 2.288,6 572,10

4 Vinicola Lomazzi 1.230, 824,1 877 26/07/ 1.230, 824,1 412,10 22/09/9 14/12/9 329,60 82,40

4 B. & C. Project 450,0 303,6 rinunciato in data 22/09/1997

4 Consorzio Fasano ( 13.906 9.155, non decretabile 0,0

Totale 108.92 72.076 67.390 44.529, 21.920, 21.920, 20.398, 17.674, 2.147,2 459,64 4.727,7 26,60 206,30

Cons.- SISRI Brin- 4.160, 4.160, 108 21/08/ 4.180, 4.180,0 418,00 30/09/9 20/12/9 1.248,0 10/01/0 28/03/0 1.884,0 832

Totale generale 113.08 76.236 71.550 48.689, 22.338, 22.338, 20.814, 18.922, 3.395,2 1.707,6 8.391,7 28,80 1.038,3

Totale rinunce 25.29 16.82

Totale revoche 6.457, 4.305

Cons. Fasano 13.908 9.155,

Cant. Nav. Brindisi 2.050, 1.400,

Totale 15.956 10.558

69

3.4 Relazioni Bancarie: raffronto con verifiche UVER e relazioni seme-

strali.

Dell’importanza delle relazioni bancarie e del business plan, e delle possibili

comparazioni fra le previsioni in esse contenute e le risultanze rivenienti dalle rela-

zioni dell’UVER, nonché dalla più recente del S.R. del Patto, (dicembre 2000), si è

già riferito in occasione dell’esame svolto relativamente al Patto territoriale della

Provincia di Benevento.

Nel richiamare le considerazioni svolte all’inizio di quel paragrafo, si passa quindi

direttamente all’esame delle relazioni bancarie relative a singole iniziative del Patto

territoriale di Brindisi, ed ai raffronti con le risultanze degli organi di controllo inter-

no, ove trasmesse, e con quanto riferito nella relazione relativa all’ultimo semestre

del 2000 da parte del S.R..

ARTIGEL

Il programma d’investimenti era finalizzato alla costruzione di uno stabilimento

industriale tecnicamente organizzato per la produzione di prodotti alimentari surge-

lati. In particolare l'azienda doveva produrre "panzerotti, rustici e salatini" surgelati.

Il piano annuale degli investimenti prevedeva L.48 mln. nel 1997, L.1.351 mln.

nel 1998, L.980 mln. nel 1999 ed il termine dell’iniziativa nel 2000.

Capacità produttive a regime.

Soddisfacenti apparivano i risultati previsti per l'esercizio a regime sia in termini

di redditività e sia di autofinanziamento;

Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.

Il piano finanziario era sufficientemente organico ed equilibrato. Il progetto pre-

vedeva l'intervento di mezzi propri da parte dei soci in misura tale da garantire, u-

nitamente all'agevolazione richiesta, la copertura dell'investimento.Il ricorso all'in-

debitamento a breve era destinato esclusivamente a far fronte ai fabbisogni deri-

vanti dalle necessità di capitale d'esercizio e non avrebbe dovuto determinare squi-

librio finanziario dell'impresa;

Occupazione nuova o mantenuta.

L'Artigel aveva tre dipendenti nell'esercizio precedente l'avvio dell'iniziativa. Era

prevista l'assunzione di ulteriori ventuno unità, sì da portare la forza lavoro a venti-

quattro dipendenti, le cui mansioni erano dettagliate nel Business Plan.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

Il progetto dell'impresa evidenziava l'acquisto di macchinari aventi un elevato

grado tecnologico, tale da mettere l'azienda in condizioni di operare con la massima

70

tecnologia. Si evidenziava uno sforzo dell'azienda ad organizzare la produzione in

modo razionale al fine di arrivare agli scopi prefissati. I programmi dell'azienda pre-

vedevano la produzione di prodotti surgelati già di largo consumo. La strategia a-

ziendale avrebbe dovuto portare ad affrontare sia il mercato provinciale sia quello

regionale e/o nazionale nel momento in cui si fosse pervenuti al programmato au-

mento della capacità produttiva.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

L'intera compagine societaria dell'Artigel operava nel settore della produzione di

prodotti surgelati da numerosi anni ed aveva acquisito la necessaria esperienza

tecnica e imprenditoriale. L’intero management aziendale era dotato delle necessa-

rie esperienze tecniche ed affidabilità tecniche.

Copertura del 30% di mezzi propri.

Gli aumenti del capitale sociale erano già versati o erano da versare nell'arco

temporale di realizzazione del programma di investimenti. L’ammontare dei mezzi

propri era di L.720 mln, quindi congruo rispetto a quanto stabilito dalla normativa

sui Patti territoriali (30%).

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Il piano finanziario risultava adeguatamente strutturato alle necessità dell'inve-

stimento. Rispetto al programma d’investimento stesso erano stati versati L,144 so-

lo nel 2001

Dall'esame del Business Plan e delle prospettive di mercato delle previsioni pro-

duttive e di reddito, si riteneva di poter esprimere un parere positivo sull'iniziativa

in programma tenuto conto dell'affidabilità imprenditoriale e tecnica dei soggetti

proponenti.

RELAZIONE DELL’UVER

Alla data della visita dei verificatori UVER (1/07/2000), lo stato dell’avanzamento

fisico delle opere murarie era superiore all’avanzamento finanziario, che era del

21,37% sul progetto, la cui esecuzione era stata avviata il 20/12/1997 ed avrebbe

dovuto essere ultimata entro il 31/12/2000, ed entrare a regime entro il 2001 per

difficoltà finanziarie dell’impresa.

Non erano state apportate variazioni del progetto se non marginali modifiche alla

suddivisione interna dell’opificio.

Alla data del 30/6/99 il contributo statale versato era di L.781,6 mln., i mezzi

propri effettivamente versati L.255,4 mln.. La forza lavoro presente in azienda

nell’anno precedente l’avvio dell’investimento (1996) dichiarata nel business plan

71

non aveva trovato riscontro nel libro matricola. Il passaggio dagli attuali due dipen-

denti ai ventiquattro previsti sembrava irrealizzabile.

Non si avevano sinergie con altre aziende del Patto né con altre aziende

dell’ambito territoriale del Patto. L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.

Relazione semestrale.

La società prevedeva di ultimare i lavori entro il 2001. Considerato, però che non

aveva effettuato alcun pagamento e non aveva ricevuto alcuna anticipazione, non si

riteneva potesse ultimare i suoi impegni. La situazione degli occupati non faceva

che aumentare le incertezze. Si riteneva che il programma finanziato fosse ecce-

dente le precedenti e le attuali capacità di penetrazione sul mercato dell’impresa, di

managerialità, patrimoniali e finanziarie dei soci.

Tale situazione era certamente sussistente già al momento della presentazione

della domanda.

Si proponeva al Ministero di avviare le procedure per la revoca.

CANTIERI NAVALI DANESI

Analisi delle prospettive di mercato.

I programmi dell'azienda prevedevano la produzione di imbarcazioni fra le più

presenti sul mercato locale e nazionale.

Piano annuale degli investimenti.

Il piano prevedeva L. 24 mln. nel 1998; L.1.576 mln. nel 1999; L.1672,2 mln.

nel 2000.

La data termine iniziativa in base al decreto di concessione provvisoria era il

31/12/2000;

Capacità produttive a regime.

Soddisfacenti i risultati previsti a regime in termini di redditività di autofinanzia-

mento;

Stato patrimoniale ed economico, fabbisogno e mezzi di copertura.

La situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto risultava valida ed adegua-

ta all'iniziativa;

Occupazione nuova o mantenuta.

L'impresa denunziava otto dipendenti nell'esercizio precedente l'avvio dell'inizia-

tiva. Era prevista l'assunzione di ulteriori ventuno unità sì da portare la forza lavoro

a ventinove dipendenti le cui mansioni erano dettagliate nel Business Plan.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

72

Si era nel settore delle produzioni di imbarcazioni. I programmi dell'azienda pre-

vedevano la produzione di una fascia di imbarcazioni fra le più presenti sul mercato

locale e nazionale. La strategia aziendale portava ad affrontare il mercato provincia-

le e regionale soprattutto grazie alle particolari politiche di prezzo che l'azienda sa-

rebbe stata in grado di praticare.

Copertura del 30% di mezzi propri.

Il capitale proprio investito nell'iniziativa appariva congruo rispetto a quanto sta-

bilito dalla normativa sui Patti.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Dall'esame del Business Plan rassegnato, delle prospettive di mercato nonché

delle previsioni produttive e reddituali in esso evidenziate, si riteneva di poter e-

sprimere un parere positivo sull'iniziativa in programma tenuto conto dell'affidabilità

imprenditoriale e tecnica dei soggetti proponenti.

RELAZIONE DELL’UVER.

Non c’erano state variazioni sul progetto originario. Alla data della verifica UVER

(14/2/2000) lo stato d’avanzamento era dell’ 8% sul progetto. Il piano degli inve-

stimenti era stato rimodulato a seguito dello spostamento al 1/10/98 dell’avvio del

programma. Della nuova programmazione era stata data comunicazione al Ministe-

ro con nota n.1974 del 30/11/98 del Responsabile del Patto. L’avvio era previsto

per il 1/10/98 e la data di ultimazione al 31/12/2000. I tempi, a dire dei verificatori,

non erano stati rispettati per il ritardo nella erogazione dell’anticipo del contributo

per cui il progetto non si poteva realizzare nei termini. L’imprenditore non aveva

ancora reso disponibili le risorse proprie nella quantità prevista, non essendo stato

avviato il programma di costruzione dell’edificio. La variazione occupazionale regi-

strata nel 1998 e mantenuta nel 1999 era indicativa dell’orientamento espansivo

dell’impresa, pur non essendo direttamente collegabile all’investimento. Le sinergie

con altre aziende del Patto erano medie, così come con le altre aziende dell’ambito

territoriale del Patto. L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.

Relazione semestrale

Il programma degli investimenti era in forte ritardo. Si aveva l'impressione che il

programma originario fosse stato sovradimensionato sia per quanto atteneva le

spese da sostenere sia per le prospettive di mercato, oltre che per le reali disponi-

bilità economiche. Si proponeva pertanto la revoca del contributo.

73

CHIRICO L.

Analisi delle prospettive di mercato.

L’impresa risultava avere fatturati molto bassi. Tuttavia, nel corso dell'ultimo e-

sercizio precedente la richiesta, l'azienda aveva avviato la commercializzazione in

proprio della produzione di calze con conseguente incremento del fatturato. La tra-

sformazione in corso dell'azienda, che riguardava il passaggio dall'attuale attività

commerciale ad attività di produzione diretta, non permetteva di confrontare in

maniera omogenea i dati relativi agli ultimi due esercizi.

Piano annuale degli investimenti.

Si prevedeva l’investimento di L.7,6 mln. nel 1997, L.446,4 mln. nel 1998 e L

.52,3 mln. nel periodo 1999. Il termine della realizzazione era previsto nel 2000.

Capacità produttive a regime.

Il business plan risultava redatto in maniera sufficientemente organica e funzio-

nale per rappresentare il progetto dell'impresa. Le simulazioni compiute sulla base

dei dati forniti risultavano essere sostanzialmente in linea con quanto formulato nel

business plan analitico.

Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.

Il piano finanziario era organico ed equilibrato. Il progetto prevedeva l'intervento

dei mezzi propri da parte dei soci in misura tale da garantire, unitamente all'agevo-

lazione richiesta, la copertura dell'investimento. Il ricorso all'indebitamento a breve

era destinato esclusivamente a far fronte al fabbisogno derivante dalle necessità di

capitale d'esercizio.

Occupazione nuova o mantenuta.

Era previsto l'impiego di almeno sei nuovi addetti a regime, da aggiungere ai tre

già esistenti a libro paga.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

Il titolare dell'attività risultava essere soggetto di provate capacità tecnico-

imprenditoriali, già operante nel settore da anni.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

Il giudizio in merito all'affidabilità morale e patrimoniale del promotore era posi-

tivo.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Sia dal punto di vista tecnico che economico si poteva dare un giudizio positivo,

derivato da una buona considerazione delle possibili offerte sul mercato. Le previ-

sioni sui possibili volumi d'affari erano confortate anche dai contatti già allacciati

con le ditte che si rifornivano dall’impresa Chirico.

74

RELAZIONE DELL’UVER.

Il progetto relativo all’investimento era stato approvato per la ristrutturazione

dell’opificio e l’acquisto di macchinari per la lavorazione delle tende e dei teloni e

produzione di calzetteria a maglia. Non c’erano variazioni sul progetto iniziale. Alla

data della visita UVER (6/4/2000) lo stato d’avanzamento era dello 0%. La data di

avvio era stata prevista per il 3/1/1997; la data di ultimazione nel 2000; l’entrata a

regime nel 2001. In sede istruttoria erano stati stralciati dall’importo dei macchinari

per L.7,6 mln., relativi ad una fattura antecedente alla data dell’investimento, di-

chiarata con atto notorio del 23/3/1997. Non risultavano immessi mezzi propri. Non

essendo, l’iniziativa, ancora stata avviata non vi potevano essere nuovi occupati. La

rata di anticipazione era stata versata ma non risultava alcun investimento.

L’opificio era stato trovato chiuso e l’impresa si era trasferita in altra sede non

identificabile.

La situazione appariva grave in quanto, stante l’erogazione della prima rata, non

era stato effettuato alcun investimento.

Relazione semestrale

A fronte di un investimento ammissibile di L.498,7 mln29 risultava, alla fine del

2000 e sin dal 1997, anno in cui era previsto, come da atto notorio su indicato,

l’inizio dell’attività realizzatoria, uno stato di avanzamento pari a zero. Era stata e-

rogata anticipazione l’11/06/1999, nella misura di L.162,5 mln. Non era stato pos-

sibile verificare l’immissione di mezzi propri, in quanto l’impresa non aveva reso di-

sponibile la documentazione che le era stata più volte richiesta con note

dell’11/04/00, 20/06/00, 01/09/00.

Nel commentare sinteticamente lo stato del programma, il S.R. faceva presente

che, in data 6/02/01, era stato avviato il procedimento di revoca dell’agevolazione

con comunicazione del Ministero. Il giudizio finale era di irrealizzabilità del pro-

gramma.

C.M.I.

Analisi delle prospettive di mercato.

La C.M.I. intendeva realizzare l'investimento per il quale erano richieste le age-

volazioni finanziarie previste dal Patto, al fine di produrre serramenti in alluminio.

La domanda degli infissi era strettamente legata all'andamento dell'attività produt-

29 Rispetto al totale proposto di L.506,3 mln. vi era stata una riduzione di L.7,6 mln relative ad una fattura del 9/12/96 emessa antecedentemente all’inizio dell’investimento, dichiarato al 3/01/97;

75

tiva residenziale, sia privata che pubblica. I dati ricavati dall'ISTAT evidenziavano

che, negli ultimi anni, c'era stata una notevole crescita di tale attività, destinata ad

un utilizzo diverso da quello abitativo, ed in particolare ad uso vacanza.Gli incre-

menti più significativi derivavano dalle regioni, e in special modo dalla Puglia e poi-

ché la C.M.I operava prevalentemente nell'ambito provinciale e regionale, avrebbe

dovuto avere un buon incremento.

Piano annuale degli investimenti.

Il piano annuale degli investimenti prevedeva L. 65,8 mln. nel 1997, L. 555,3

mln. nel 1998 e L. 59,2 mln. nel 1999. Il termine dell’iniziativa era previsto per il

2001.

Capacità produttive a regime.

Soddisfacenti apparivano i risultati per l'esercizio a regime sia nei termini di red-

ditività e sia di autofinanziamento

Stato patrimoniale ed economico, fabbisogno e mezzi di copertura.

Il giudizio che si poteva esprimere era positivo, atteso che ogni esercizio genera-

va disponibilità nette che potevano essere utilizzate per far fronte anche al pro-

grammato investimento. Tenuto conto dei mezzi finanziari già immessi e delle di-

sponibilità immobiliari dei soci (rilevate dalla documentazione fiscale e della situa-

zione patrimoniale consegnata alla banca) e degli utili che la CMI sicuramente a-

vrebbe prodotto e reinvestito, sussisteva la reale consistenza dei mezzi propri ne-

cessari per raggiungere il 30% dell'investimento programmato.

Occupazione nuova o mantenuta.

La CMI nell'esercizio precedente l'avvio dell'iniziativa aveva quattro dipendenti

Era prevista l'assunzione di ulteriori dieci unità, in modo da portare la forza lavoro

a quattordici dipendenti le cui mansioni erano dettagliate nel Business Plan.

Validità tecnico economica dell’iniziativa.

Dall'esame del ciclo produttivo si evidenziava lo sforzo da parte dell’impresa di

raggiungere lo scopo. I programmi dell'azienda prevedevano la produzione di infissi

e facciate in alluminio sia per l'edilizia privata che pubblica. Il mercato regionale era

abbastanza attivo, atteso che in tutte le province della regione vi erano dati signifi-

cativi di crescita nel settore edilizio (in particolar modo in case destinate a soggiorni

di vacanza). Interessanti ed articolate potevano definirsi le strategie aziendali.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

La CMI operava nel settore della produzione di infissi da numerosi anni ed aveva

acquisito la necessaria esperienza tecnica e imprenditoriale. L'intero management

aziendale era dotato delle necessarie esperienze ed affidabilità tecniche. Si trattava

di nominativi dalla elevata affidabilità morale e imprenditoriale. La situazione finan-

76

ziaria e patrimoniale del soggetto richiedente risultava valida ed adeguata

all’iniziativa.

Copertura del 30% di mezzi propri.

Il totale di mezzi propri previsti da destinare alla realizzazione dell'investimento

ammontava a L.224 mln. Il capitale proprio investito nell'iniziativa appariva congruo

rispetto a quanto stabilito dalla normativa sui Patti poiché era del 32,9%.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Il piano finanziario era adeguatamente strutturato alle necessità dell'investimen-

to. Dalle prospettive di mercato delle previsioni produttive e reddituali evidenziate

nel Business Plan si riteneva di poter esprimere un parere favorevole sull'iniziativa

in programma tenuto conto dell'affidabilità imprenditoriale e tecnica dei proponenti.

RELAZIONE DELL’UVER.

L’investimento era finalizzato all’adeguamento del capannone alle norme antin-

fortunistiche ed alle esigenze lavorative ed acquisto di nuovi macchinari. Alla data

della visita UVER (26/6/2000) lo stato d’avanzamento era del 34,6% sul progetto

aggiornato.

Questo aveva subito variazioni a livello di costi, perché le spese sostenute per

l’adeguamento del capannone risultavano superiori a quelle previste dal progetto

originario. Si prevedeva un lieve aumento dei costi per l’acquisto dei macchinari.

L’iniziativa era stata avviata il 24/1/1997 e doveva essere ultimata entro il

31/12/2000 ed entrare a regime il 1/1/2001. Questo non era stato possibile per un

ritardo nell’avvio degli investimenti, a seguito di ritardata emissione del D.P.C. ed

inerzia attuativa del soggetto beneficiario.Per quanto riguarda l’apporto di mezzi

propri, il soggetto beneficiario a fronte, di un’immissione prevista di L. 224 milioni

ne aveva versati solo 92 e, per far fronte ai propri impegni finanziari, l’impresa a-

veva fatto ampio ricorso al credito a breve garantito da fideiussioni personali, il che

poteva essere indice di una non adeguata disponibilità economica del soggetto be-

neficiario. La crescita dell’azienda aveva portato l’occupazione a 14,5 unità, avendo

già l’impresa assunto 10.5 nuove unità a fronte di un incremento previsto a regime

di 10 unità e quindi già superiore al previsto.

Le sinergie con altre aziende del Patto erano scarse, così come con le altre a-

ziende dell’ambito territoriale del Patto. L’iniziativa non era inserita in filiere indu-

striali.

Relazione Semestrale.

77

L’impresa aveva inserito spese non previste che interessavano il capitolo opere

murarie, concernenti migliorie apportate al capannone industriale. Era stata richie-

sta in data 12 settembre 2000, una relazione sullo stato di avanzamento dei lavori

con esplicito riferimento ai lavori non previsti. Alla data della relazione non era an-

cora pervenuta alcuna risposta.

Si evinceva un ritardo nella realizzazione del programma di investimenti. Nel se-

condo semestre del 2000 l’impresa non aveva sostenuto spese in conto program-

ma. Il S.R. si riservava di verificare lo stato di avanzamento al 30/6/2001, per pro-

porre al Ministero l'eventuale avvio del procedimento di revoca.

COGIT

Analisi delle prospettive di mercato.

Il mercato nautico era sempre stato limitato ad una fascia di utenti molto ristret-

ta. L’impresa intendeva però utilizzare il Patto per piccole imbarcazioni del tipo pe-

dalò, catamarani ecc.per stabilimenti balneari. Al fine di far conoscere il prodotto la

COGIT aveva individuato una strategia commerciale tesa a far conoscere mediante

inserzioni il proprio prodotto. Inoltre, con la distribuzione nei grossi centri commer-

ciali e negli ipermercati, così come nei relativi negozi di nautica e del tempo libero,

la COGIT intendeva aggredire la consistente fascia degli utilizzatori privati.

Capacità produttive a regime.

Soddisfacenti erano i risultati previsti per l'esercizio a regime sia in termini di

redditività sia di autofinanziamento.

Stato patrimoniale ed economico, fabbisogno e mezzi di copertura.

In base ai documenti contabili esposti dall’impresa e tenuto conto dei mezzi fi-

nanziari già immessi, delle disponibilità anche immobiliari dei soci e degli utili che la

COGIT sicuramente avrebbe prodotto e reinvestito, si poteva ragionevolmente con-

cordare ed approvare il piano finanziario di copertura degli investimenti esposto

dall'azienda.

Occupazione nuova o mantenuta.

La COGIT prevedeva l'assunzione di venti unità le cui mansioni erano ben detta-

gliate nel Business Plan. Naturalmente si trattava di nuove unità lavorative da adi-

bire esclusivamente alla Divisione Nautica che aveva generato l'investimento in

programma.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

78

Il progetto di impresa evidenziava l'acquisto di macchinari aventi un buon grado

tecnologico. I programmi dell'azienda prevedevano la produzione di catamarani.

L'intero mercato nazionale era abbastanza attivo ed orientato verso queste piccole

imbarcazioni in virtù della loro estrema maneggevolezza e del loro limitato costo.

Non risultava esserci, in zona, concorrenza produttiva adeguatamente organizzata.

Interessanti ed articolate potevano definirsi le strategie aziendali.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

La COGIT aveva operato fino ad allora con notevole profitto nel campo delle co-

struzioni edili e meccaniche.

L'intero management aziendale era dotato delle necessarie esperienze ed affida-

bilità tecniche, che sarebbero state utilizzate anche per la nuova iniziativa anche se

supportate da ulteriore personale, con notevole esperienza nello specifico nuovo

settore. Si trattava di nominativi dalla elevate affidabilità morali ed imprenditoriali.

La situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto risultava assai valida ed ade-

guata all'iniziativa.

Copertura del 30% di mezzi propri.

L’ammontare dei mezzi propri preesistenti era pari a L.280 mln, l’ammontare

della parte nuova di mezzi propri pari a L.1.700 mln. Il rapporto percentuale mezzi

propri attualizzati/totali investimenti attualizzati era: 1839,0/5.850.2= 31,4%.

Quindi il capitale proprio era congruo rispetto a quanto stabilito dalla normativa sui

Patti Territoriali.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Il piano finanziario risultava adeguatamente strutturato alle necessità dell'inve-

stimento.

Sulla base dell'esame del Business Plan rassegnato e, quindi, delle prospettive di

mercato, delle previsioni produttive e reddituali in esso evidenziate e della validità

tecnica complessiva, si esprimeva parere positivo sull'iniziativa in programma, te-

nuto conto anche dell'affidabilità imprenditoriale e tecnica dei soggetti proponenti.

RELAZIONE DELL’UVER.

Alla data dell’ultima relazione UVER (6/7/2000) risultava realizzato il 22% del

progetto; l’avanzamento fisico risultava del 40% circa, la cui esecuzione era stata

avviata nel 1997, la data di ultimazione dell’investimento era prevista per il

31/12/1999, la data di entrata a regime per il 1/1/2001. L’iniziativa era nata per

produrre imbarcazioni da diporto tipo catamarani, anche se l’impresa svolgeva atti-

vità nel campo delle costruzioni edili. Vi erano state delle variazioni nella distribu-

79

zione dei locali ad uso ufficio. Il nuovo progetto aveva altresì previsto una variazio-

ne dei macchinari da acquistare, in linea con diversa produzione prevista nel campo

dello stampaggio dei prodotti di plastica. L’aggiornamento dei tempi di svolgimento

del piano era condizionato alla rapida approvazione del piano stesso da parte degli

organi competenti. Non era stato rispettato il cronoprogramma realizzativo per la

variazione degli obiettivi e della struttura del piano, con modifica delle opere civili e

conseguente assetto dei macchinari previsti. Per quanto riguarda la disponibilità dei

mezzi propri la società aveva aumentato il capitale sociale, portandolo dagli origina-

ri L.1.200 milioni a L.4.000 milioni di cui L.3.500 interamente versati. Il dato occu-

pazionale era riscontrabile solo dopo la conclusione dell’investimento.

Non si rinvenivano sinergie con altre aziende del Patto né con altre aziende

dell’ambito territoriale del Patto. L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.

Relazione semestrale.

Con l’immissione nella società di un nuovo socio, leader nello stampaggio del

materiale plastico, si aveva come riferimento un mercato composto di più segmen-

ti, che poteva consentire di rendere molto più flessibile la struttura tecnico produtti-

va, che beneficiava di tecnologie più avanzate.

Infatti, in data 1/3/2000 era stata inviata agli uffici del Ministero la rimodulazio-

ne del programma di investimenti derivante da una più realistica e contingente de-

finizione del programma originario degli investimenti, che nel loro volume comples-

sivo non subivano variazioni. Gli uffici del Ministero avevano comunicato “informal-

mente” l’avvenuto accoglimento della rimodulazione del programma e

dell’emissione del relativo decreto di modifica del precedente.

Il programma degli investimenti era in fase avanzata di realizzazione e l’impresa

prevedeva di completare entro il primo semestre del 2001.

EDILMAS

Il progetto riguardava la costruzione di un capannone e relativi uffici e l’acquisto

di macchinari per la produzione ed il commercio di manufatti in cemento e materiali

per l’edilizia nella zona industriale di Mesagne

Analisi delle prospettive di mercato.

I timidi segnali di ripresa che il mercato dell’edilizia aveva mostrato, ed in parti-

colare il risveglio della richiesta di lavori di ristrutturazione, incoraggiati dai possibili

incentivi riguardanti tali interventi, abbinati alle possibilità offerte nelle zone limitro-

fe per la costruzione di abitazioni per la villeggiatura, rendevano credibili le prospet-

tive di mercato indicate dalla EDILMAS srl.

80

Atteso l'elevato peso dei manufatti che si andava a produrre, e tenuto conto del-

la relativa povertà dei medesimi, non era ipotizzabile un mercato che andasse oltre

a quello locale, al limite con proiezioni provinciali, per manufatti particolarmente

ricchi.

Il piano annuale degli investimenti.

Prevedeva nel 1997 L. 66.4 mln.; nel 1998 L. 1.427.7 mln; nel 1999 L. 229.9

mln; nel 2000 L. 0.

Capacità produttive a regime.

Dall'esame dei preventivi e dei computi metrici era emersa una sostanziale ed

equilibrata congruità delle spese prospettate riguardo ai programmi di produzione.

Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.

Il business plan risultava redatto in maniera organica e funzionale e rappresen-

tava compiutamente il progetto dell'impresa.

Sostanzialmente attendibili apparivano anche le previsioni economico-finanziarie

formulate.

Si rilevava comunque che l'azienda aveva ipotizzato costi limitati derivanti da

oneri finanziari, in quanto per la copertura dell'investimento non era previsto il ri-

corso al sistema bancario, se non per far fronte alle necessità di capitale d'esercizio.

Occupazione nuova o mantenuta.

Il progetto prevedeva l'incremento delle maestranze occupate, pari a nove unità,

per portare l'occupazione globale a dodici unità. Le precedenti tre unità non svolge-

vano mansioni collegate al progetto in parola per cui esse non potevano considerar-

si relative alla costruenda unità produttiva.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

Il progetto si riteneva valido sia dal punto di vista tecnico, economico, finanziario

che imprenditoriale.

Per quel che riguardava gli impianti generali la previsione era “forse” ottimistica.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

L'intera compagine societaria della Edilmas operava nel settore della distribuzio-

ne di materiali per l'edilizia da numerosi anni ed aveva quindi acquisito la necessa-

ria esperienza tecnica e imprenditoriale.

La ditta era operativa solo sul piano commerciale e non possedeva strutture pro-

prie, ma operava in un magazzino con annesso punto vendita.

Il management aziendale era dotato delle necessarie esperienze ed affidabilità

tecniche. La situazione patrimoniale relativa all'ultimo bilancio era tipica di un'a-

zienda scarsamente immobilizzata. Dal punto di vista reddituale il fatturato 1996

pari a L. 897 mln. aveva generato un risultato operativo di circa L. 64 mln con un

81

utile netto di circa L. 8 mln ed ammortamenti per L. 15 mln. La situazione fi-

nanziaria e patrimoniale del soggetto richiedente risultava valida ed adeguata all'i-

niziativa.

Copertura del 30% di mezzi propri.

La disponibilità di mezzi propri da parte del soggetto beneficiario risultava essere

non inferiore al 30% dell'investimento proposto, dell'ammontare di L. 1.724 mln.

In data 9/9/97 l’assemblea dei soci aveva deliberato la sottoscrizione del versa-

mento della somma di L. 535 mln in conto futuro aumento del Capitale sociale, a

fronte degli investimenti previsti.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Il piano finanziario risultava essere organico ed equilibrato.

Il progetto prevedeva l'intervento di mezzi propri da parte dei soci in misura su-

periore al 30% dell'investimento che garantivano, unitamente all'agevolazione ri-

chiesta, la totale copertura dell'investimento programmato; il ricorso all'indebita-

mento a breve era destinato esclusivamente a far fronte ai fabbisogni derivanti da

necessità di capitale d'esercizio e non determinava pertanto alcuno squilibrio nel-

l'assetto finanziario dell'impresa.

RELAZIONE UVER.

Non c’era stata nessuna variazione rispetto al progetto originario.

Alla data del 16/02/2000, di verifica della UVER, lo stato di avanzamento era del

57% sul progetto. Erano state completate le opere murarie e gli impianti infrastrut-

turali.

L’acquisto dei macchinari era stato realizzato parzialmente, a causa di un furto

dei macchinari mobili (carrello e sollevatore).

La realizzazione era stata avviata il 15/12/1997 e si prevedeva l’ultimazione, ini-

zialmente prevista per il 31/12/1999, aggiornata al 30/04/2000. La data di entrata

a regime era prevista per il 01/01/2001.

Il cronoprogramma non era stato rispettato a causa del furto con conseguenti

tempi di rifinanziamento dell’acquisto dei macchinari rubati, mediante disponibilità

proprie dell’imprenditore aggiuntive al programma.

I mezzi propri effettivamente versati alla data della visita erano di L.924 mln, dei

quali 389 nel 2000.

Il piano prevedeva l’incremento occupazionale solo a regime, essendo collegato

alla nuova produzione.

82

Le sinergie con altre aziende del Patto risultavano nulle, così come con le altre

aziende dell’ambito territoriale del Patto.

L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.

Non erano state ammesse a contributo le spese riguardanti i mezzi rubati, in

quanto non realizzavano gli effetti previsti ed erano imputabili alla scelta

dell’imprenditore di non aver provveduto alla loro copertura assicurativa.

La verifica non aveva potuto constatare il pieno raggiungimento degli obiettivi

del finanziamento, non essendo stato ancora completato il piano finanziario e quello

produttivo.

Relazione semestrale.

Lo stato di avanzamento del programma nel periodo luglio/dicembre 2000 pre-

sentava un importo modesto delle spese ed il loro totale alla data del 31/12/00

rappresentava - ancora - solo il 57,5% del totale programmato.

Permanevano le osservazioni fatte dalla relazione al SAL del 30/6/00 che erano

le seguenti: il programma era stato realizzato relativamente alle opere murarie ed a

parte delle attrezzature produttive, ma non sarebbe stato interamente completato,

come confermato dall’impresa perché alcune spese per attrezzature non potevano

essere dalla stessa sostenute per carenza di mezzi finanziari.Le opere murarie rea-

lizzate erano tutte destinate ad uffici deposito di materiale edilizio e show-room,

mentre le attività produttive erano svolte all'esterno dell'immobile. Tale situazione

non era stata specificata nell'ambito del Business Plan facente parte integrante del-

la domanda di finanziamento, pertanto si poteva constatare che la costruzione del-

l'immobile aveva finalità legate più all'attività commerciale che a quella industriale.

Ciò era espressamente rilevato perché in contrasto con le finalità del Patto che

prevedeva, fra le stesse, il finanziamento di investimenti destinati alla produzione

manifatturiera.

Questo era riferito al 31/12/2000, quando la fruizione degli impianti era prevista

nella precedente relazione UVER ad aprile del 2000.

GIANO PLASTICA

Analisi delle prospettive di mercato.

Il progetto riguardava un nuovo insediamento atto a produrre fusti, doghe, brac-

cioli, piedi ed accessori per divani. Il mercato del monouso era in costante aumen-

to. I fusti in propilene presentavano vantaggi di tipo ecologico in ordine al mancato

utilizzo del legname di trasporto, e di tipo logistico per la minore esigenza di spazio

83

per falena all'interno degli stabilimenti.; erano emerse delle variazioni riguardo al

programma; comunque gli investimenti erano in fase di ultimazione.

Il piano annuale degli investimenti prevedeva per il 1997 L. 1.633 mln; ; per il

1998 L. 4.383 mln ; per il 1999 L. 2.904 mln.

Come data termine dell’iniziativa dal decreto di concessione provvisoria era pre-

visto il 31/12/1999.

Capacità produttive a regime.

Considerato che, al momento, non esisteva alcuna iniziativa similare, lo sbocco

operativo avrebbe dovuto determinare per l'azienda una posizione di monopolio con

gli intuibili vantaggi economici.

Stato patrimoniale economico, fabbisogno e mezzi di copertura.

I mezzi propri nel 1997 rappresentavano il 41% degli impieghi. La redditività o-

perativa e quella globale erano al di sopra della media del settore. I soci disponeva-

no di un patrimonio sufficiente ad assicurare il completamento dei versamenti di

capitale sociale entro le scadenze previste.

Occupazione nuova o mantenuta.

L'incremento occupazionale previsto dalla realizzazione della nuova produttività

era compatibile e congruo in relazione al progetto. Si precisa che i ventotto occupati

riferiti nell'anno precedente erano relativi allo stabilimento di Bari.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

L'azienda si era imposta di standardizzare la produzione dei fusti per salotti. Le

strategie di mercato erano indirizzate a soddisfare la richiesta crescente di prodotti

monouso e a divulgare la conoscenza dei fusti da salotto presso salottifici leaders

nella qualità e nella innovazione tecnologica.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

L'esperienza e l'affidabilità tecnica del management erano senz'altro di alto profi-

lo ed affidabili.

Erano in corso gli approfondimenti di rito per la verifica dell'esistenza di carichi

pendenti e di eventuali procedimenti concorsuali. La situazione finanziaria e patri-

moniale era equilibrata.

Copertura del 30% di mezzi propri.

In considerazione del valore del capitale proprio preesistente, si poteva dire con-

gruo rispetto a quanto stabilito dalla normativa sui Patti territoriali.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Il piano finanziario dell’impresa presentava elementi di criticità nella copertura

dell'attivo immobilizzato negli ultimi anni di realizzazione. L'azienda però avrebbe

84

potuto eventualmente ricorrere ad adeguate fonti finanziarie per coprire gli sfasa-

menti temporali nella realizzazione dell'investimento.

RELAZIONE DELL’UVER.

C’era stata variazione rispetto al progetto originario per quanto riguardava le

spese per l’acquisto dei macchinari che avrebbe dovuto essere verificata in sede di

rendicontazione finale.

Alla data della verifica UVER (28/6/2000), lo stato di avanzamento era del

94,8% sul progetto ammesso. La realizzazione era stata avviata il 1/10/1997 e si

prevedeva l’ultimazione il 31/12/1999, successivamente aggiornato al 30/9/2000.

L’entrata a regime era prevista per il 1/1/2001.

Il cronoprogramma realizzatorio non avrebbe potuto essere rispettato per il ri-

tardo nell’emissione del decreto e nell’erogazione dell’anticipazione. I mezzi propri

effettivamente versati alla data del 6/5/99 erano di L 1.825,2 mln. Risultavano as-

sunti dai libri di matricola quattro operai.

Le sinergie con altre aziende del Patto erano alte, così come con le altre aziende

dell’ambito territoriale del Patto. L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.

Relazione semestrale.

Il contributo assegnato era pari a L. 5.721,5 mln dei quali erano stati erogati an-

ticipatamente L. 2.860,8 mln in data 6/5/99. Al 31/12/00 erano stati spesi L.

7.399,7 mln rispetto alla spesa totale da decreto pari a L. 8.920 mln.

Rispetto alle trenta unità in più previste ne erano state assunte diciotto.

Per quanto riguardava i mezzi propri al 7/10/00 dalle scritture contabili era stata

rilevata un’immissione pari a L. 2.032,0 mln.

Tuttavia – notava il S.R. nella relazione – alcuni apporti non erano avvenuti tra-

mite versamenti diretti, bensì tramite “inusuali scritture per compensazione, delle

quali andava verificata con attenzione la validità”

Erano emerse delle variazioni riguardo al programma. Si era provveduto a ri-

chiedere una relazione contenente le motivazioni che avevano determinato gli sco-

stamenti;

Non risultava se la relazione era pervenuta, comunque gli investimenti erano in

fase di ultimazione.

HOTEL ROSA

Analisi delle prospettive di mercato.

85

L'attività, sia alberghiera che di ristorazione, aveva avuto un costante sviluppo

fino alla metà degli anni settanta quando, in seguito alla crescita del turismo nelle

zone collinari e marittime nei dintorni di Fasano, era iniziata una graduale riduzione

delle presenze nel centro della città, con conseguenze negative per l'attività dell'Ho-

tel Rosa che si era visto costretto a chiudere la sala ristorazioni e quella dei ricevi-

menti.

In seguito all'apertura del complesso faunistico dello Zoosafari si era verificato

un aumento dell’ afflusso di visitatori, con un'inversione di tendenza, ed un incre-

mento della richiesta di pernottamenti proprio nel centro della cittadina. Su tale scia

era stato studiato il programma di ristrutturazione in esame.

Piano annuale degli investimenti.

Esso prevedeva nel 1997 L. 135,7 mln; nel 1998 L. 47 mln; nel 1999 L. 512,20

mln; nel 2000 L. 546,2 mln.Come termine dell’iniziativa dal decreto concessione

provvisoria era previsto il 31/12/2000.

Capacità produttive a regime.

L'azienda appariva in grado di rispettare il programma e l'imprenditore si dimo-

strava motivato.

Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.

Gli ultimi due bilanci, chiusi al 31/12/95 e al 31/12/96, evidenziavano un volume

di attività piuttosto ridotto, seppur in lieve crescita. Gli ultimi dati ufficiali esposti

erano di entità modesta e non risultava alcun tipo di indebitamento nei confronti del

sistema bancario. Era comunque sottolineato che i bilanci non fornivano un'imma-

gine esaustiva circa la situazione economico-finanziaria dell'azienda, in quanto deri-

vavano da una contabilità semplificata e quindi poco analitica.

Occupazione nuova o mantenuta.

Il personale impiegato al momento della presentazione della domanda di contri-

buto era pari a zero, infatti il titolare gestiva l'iniziativa personalmente, coadiuvato

da alcuni collaboratori esterni. Si prevedeva a regime un incremento occupazionale

di sei unità.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

Era prevista la ristrutturazione dell'Hotel. La motivazione dell'investimento era

rappresentata dal fatto che l'Hotel Rosa risultava essere l'unica struttura ricettiva

presente nell'abitato della cittadina di Fasano. Negli ultimi anni era aumentata la

presenza di turisti e di operatori economici ma questi, per mancanza di strutture ri-

cettive, erano stati costretti a cercare alberghi decentrati presso i Comuni più vicini.

Tale realtà, come detto, aveva convinto il promotore a rilanciare il proprio albergo,

realizzando il programma di ristrutturazione immobiliare e di rilancio dell'attività.

86

Le previsioni di fatturato apparivano ottimistiche, ma l’Istituto bancario riteneva

che, anche in presenza di un mancato raggiungimento dei volumi di ricavo eviden-

ziati per l’anno 2000, il collocamento del punto di pareggio su livelli molto bassi, a-

vrebbe assicurato comunque esiti reddituali adeguati.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

L’impresa, affidata dallo stesso Istituto referente, era referenziata in relazione al-

l'affidabilità morale, commerciale e imprenditoriale.

Copertura del 30% di mezzi propri.

Dai dati sulla valutazione del patrimonio del promotore, derivanti da informazioni

assunte tramite le filiali territorialmente competenti e dai documenti presentati in

sede istruttoria, l’imprenditore risultava essere in grado di concorrere al sostegno

finanziario del progetto, mediante capitali per un importo superiore al 30% dell'in-

vestimento in programma.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

L'azienda appariva in grado di rispettare il programma proposto e l'imprenditore

si dimostrava motivato. Il piano finanziario prospettico appariva adeguato e preve-

deva l'immissione di mezzi propri per oltre il 30% dell'investimento.

RELAZIONE UVER.

L’intervento prevedeva l’ammodernamento dell’albergo esistente, in particolare

un nuovo arredo delle stanze, la realizzazione di un ascensore, il ripristino della sala

ristorante con rifacimento delle annesse cucine, la creazione di locali tecnici.

Non c’erano state variazioni rispetto al progetto originario.

Alla data della verifica UVER del 27/06/2000 lo stato di avanzamento era del

7,4% sul progetto ammesso.

La realizzazione era stata avviata il 15/09/1997 e si prevedeva l’ultimazione il

31/12/2000, aggiornata al 31/12/2001. L’entrata a regime era prevista per il

31/12/2001.

Il cronoprogramma realizzativo non sarebbe stato rispettato per il ritardo

nell’erogazione dell’anticipazione; sussistevano incertezze dell’imprenditore sulla

realizzazione dell’intervento.

Si faceva presente che la domanda di anticipazione, presentata a febbraio, era

ancora in attesa di erogazione.

Le sinergie con altre aziende del Patto risultavano nulle, così come con le altre

aziende dell’ambito territoriale del Patto. L’iniziativa non è inserita in filiere indu-

striali.

87

Si faceva presente che all’atto della visita le opere risultavano sospese,

l’imprenditore aveva infatti dichiarato che all’atto della partecipazione al Patto non

conosceva il meccanismo di erogazione dei contributi e il fatto che l’ultima tranche

degli stessi sarebbe stata erogata a conclusione dei lavori lo aveva indotto ad una

“pausa di riflessione” sulla propria capacità finanziaria di anticipare le somme occor-

renti per la chiusura dell’intervento.

Il titolare dell’albergo si era dichiarato intenzionato a riprendere i lavori non ap-

pena gli fosse stata accreditata l’anticipazione.

La possibilità, a detta del verificatore, che potesse essere erogata la seconda ra-

ta anche con fatture non saldate previa fideiussione bancaria, induceva a ritenere

possibile il completamento dell’intervento.

Relazione semestrale.

Il programma degli investimenti, a dire del S.R., era stato rallentato dal ritardato

incasso dell'anticipazione, avvenuto il 23/08/00 nella misura di L.352,9 mln contro

uno stato di avanzamento dell’investimento di L. 293,3 mln a tutto il 2000.

Il titolare sembrava intenzionato ad ultimare in tempi brevi il programma degli

investimenti.

MARTELLINI FRANCESCO

Analisi delle prospettive di mercato.

Il settore era quello delle acque minerali, e l'azienda era tesa ad affrontare sia il

mercato provinciale che quello regionale, soprattutto grazie alle politiche di prezzo.

Il progetto di impresa evidenziava, oltre che la realizzazione dell'opificio, l'acquisto

di macchinari aventi un elevato grado tecnologico, tale da mettere l'azienda in con-

dizioni di operare con il massimo della tecnologia e dell'automazione esistente.

Il piano annuale degli investimenti prevedeva nel 1997 L. 300 mln; nel 1998 L.

1.340 mln e nel 1999 L. 3.402,5 mln;

La data prevista come termine iniziativa dal decreto concessione provvisoria era

il 30/06/2001.

Capacità produttive a regime.

Soddisfacenti i risultati previsti per l'esercizio a regime sia in termini di redditivi-

tà che di autofinanziamento.

Stato patrimoniale ed economico, fabbisogno e mezzi di copertura.

Il giudizio che si poteva esprimere dai bilanci d'esercizio e dalle scritture contabili

era senz'altro positivo, atteso che ogni esercizio generava disponibilità nette che

potevano essere utilizzate per far fronte anche al programmato investimento.

88

Occupazione nuova o mantenuta.

Era prevista l'assunzione di nove unità, sì da portare la forza lavoro a venticin-

que dipendenti, le cui mansioni erano dettagliate nel Business Plan.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

I programmi dell'azienda prevedevano la produzione di confezioni di largo con-

sumo, di grande utilizzo da parte sia dei privati che delle grandi organizzazioni

commerciali. La strategia aziendale era tesa ad affrontare sia il mercato provinciale

che quello regionale, soprattutto grazie alle particolari politiche di prezzo che l'a-

zienda era in grado di praticare.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

Il titolare dell'iniziativa era efficacemente supportato da collaboratori familiari ed

era noto per capacità e esperienza. L'intero management aziendale appariva dotato

delle necessarie esperienze ed affidabilità tecniche. L'imprenditore godeva di affida-

bilità morale. La situazione patrimoniale e finanziaria del soggetto richiedente risul-

tava valida ed adeguata all'iniziativa.

Copertura del 30% di mezzi propri.

Al fine di accertare la disponibilità di mezzi propri pari al 30% dell'investimento,

la banca aveva acquisito una perizia di stima di immobili in proprietà valutati com-

plessivamente in L. 1.881 mln.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Dall'esame del Business Plan, delle previsioni produttive e reddituali nonché delle

prospettive di mercato, si riteneva di poter esprimere un parere positivo sull'inizia-

tiva in programma tenuto anche conto dell'affidabilità imprenditoriale e tecnica dei

soggetti proponenti.

RELAZIONE DELL’UVER.

Il progetto prevedeva la realizzazione delle opere di captazione e presa dalla

sorgente delle acque minerali. C’era stata variazione rispetto al progetto originario

relativo al costo di opere murarie la cui valutazione originaria risultava sottostimata

ed un lieve aumento della spesa per macchinari attribuibile a lievitazione costi. Alla

data della verifica UVER (22/6/2000), l’avanzamento dell’investimento era del

36,3% sul progetto ammesso. La data di avvio era prevista per il 3/2/1997; la data

di ultimazione il 30/6/2001 e l’entrata a regime nel 2000. Non si era rispettato il

cronoprogramma dei tempi per lentezza esecutiva. Per quanto riguarda la disponibi-

lità di mezzi propri non era stata presentata sufficiente documentazione probatoria

89

dei versamenti effettuati. Non si erano riscontrati occupati in quanto lo stabilimento

era ancora in fase di realizzazione.

Le sinergie con altre aziende erano nulle così come con altre aziende dell’ambito

del Patto.

Relazione semestrale.

Al 31 dicembre 2000 risultavano investiti L. 1.991,8 mln contro una previsione

del termine dell’impiego del finanziamento fissata al dicembre del 1999. Era stata

corrisposta, l’11/06/1999, un’anticipazione di L. 1.616,3 mln.

I prospetti delle attività e delle passività erano giudicati “poco attendibi-

li”.Ripresentati dall’impresa, non erano risultati facilmente verificabili per il regime

di contabilità semplificata.

Secondo il commento sullo stato del programma, il titolare stava compiendo e-

normi sforzi per cercare di portare a termine lo stesso. Dalle informazioni acquisite,

si rilevava che egli non sembrava disporre delle risorse finanziarie necessarie per

ultimare l'investimento ed aveva incontrato difficoltà ad ottenere finanziamenti da-

gli istituti di credito. L'imprenditore aveva contattato una banca e sembra che la

stessa gli stesse concedendo un mutuo con il quale poter ultimare l'investimento.

Permaneva da parte del S.R. il giudizio già espresso nel semestre precedente, circa

l’inadeguatezza manageriale, patrimoniale e finanziaria del titolare rispetto agli o-

biettivi indicati. Il 6/2/01 il Ministero aveva inviato la comunicazione di avvio del

procedimento di revoca del decreto provvisorio di concessione.

MONNA DE' LIZIA

Analisi delle prospettive di mercato.

Il progetto consisteva nella realizzazione di un nuovo stabilimento per la produ-

zione di pasta fresca. Il ciclo di lavorazione, evolutosi nel corso del tempo, presen-

tava caratteristiche tecnologiche d'avanguardia, che consentivano alla società di

conseguire standard di qualità elevata a prezzi piuttosto contenuti. Pertanto, con il

programma stabilito non erano previste innovazioni di rilievo e si puntava ad accre-

scere la capacità di produzione al fine di soddisfare le crescenti richieste.;

Piano annuale degli investimenti.

Il piano prevedeva, nel 1996, un investimento di L. 40 mln; L. 890 mln nel

1997; L. 251 mln nel 1998; Come data termine dell’iniziativa nel decreto conces-

sione provvisoria era previsto il 29/01/1999;

Capacità produttive a regime.

90

La previsione di incremento del valore della produzione fino a L. 3 Mld nel 1997

per giungere successivamente fino a L. 3,8 Mld, trovava fondamento nella presenza

di capacità produttiva inutilizzata e nell'acquisto di nuovi macchinari.

Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.

Il contributo statale sommato ai mezzi propri che sarebbero stati immessi dai so-

ci assicurava la completa copertura finanziaria dell'investimento. Inoltre si prevede-

vano flussi di cassa netti positivi anche negli esercizi in cui si sarebbe dovuto realiz-

zare il programma (97/98). Non era previsto il ricorso a finanziamenti a M/L termi-

ne. L'equilibrio finanziario e la solidità patrimoniale nonché la sua redditività assicu-

ravano alla società un agevole accesso al credito bancario.

Occupazione nuova o mantenuta.

Il programma di investimento implicava l'occupazione di venti unità, con un in-

cremento pari a dieci unità.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

Il mercato della pasta fresca era in forte aumento, e negli anni successivi si pre-

vedeva una conferma di tale trend sulla base dei seguenti elementi: evoluzione del

gusto di prodotti tipici regionali; affermazione all'estero della dieta mediterranea;

ottimo rapporto prezzo/valore nutritivo.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

I nominativi a cui faceva capo la società richiedente risultavano essere operatori

corretti e sul cui conto non si ravvisavano elementi negativi ad eccezione di un ille-

cito amministrativo sul quale era stata pronunziata sentenza di assoluzione.

Copertura del 30% di mezzi propri.

L'assemblea straordinaria del 23/12/97 della Società richiedente aveva delibera-

to l'aumento del capitale sociale e l'utilizzo della sovvenzione dei soci. Si riteneva

pertanto di poter assumere l'importo preventivato di L. 364,5 mln quale ammontare

dei mezzi propri utilizzabili esclusivamente per la realizzazione dell'investimento.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

La validità si appoggiava su di un reale bisogno di potenziamento della capacità

produttiva, atteso che, al momento, la Società non riusciva a soddisfare pienamen-

te le richieste avanzate dalla propria clientela; il mercato di riferimento era in cre-

scita; la società adeguatamente patrimonializzata ed equilibrata finanziariamente; il

programma trovava adeguata e coerente copertura finanziaria; la percentuale dei

mezzi propri superiore al 30%; l'ultimazione dell'investimento era previsto per il

31/12/2001.

91

RELAZIONE UVER.

Il progetto prevedeva la ristrutturazione e l’adeguamento dell’immobile e

l’acquisto di macchinari ad integrazione del precedente assetto industriale.

Non c’era stata alcuna variazione rispetto al progetto originario.

Alla data della verifica UVER del 03/02/2000, lo stato di avanzamento era del

100% sul progetto ammesso.

La realizzazione era stata avviata l’08/01/1997 con previsione di ultimazione nel

marzo 1998, aggiornata al 29/01/99 (effettiva) e l’entrata a regime era prevista per

il 30/04/1999.

Il cronoprogramma realizzativo era stato rispettato.

I mezzi propri effettivamente versati alla data del 28/12/1998 ammontavano a L.

410 mln.

Dai libri matricola risultavano assunti sedici nuovi occupati con un incremento di

sei unità rispetto alla previsione.

L’iniziativa non risultava inserita in filiere industriali.

Dal rapporto di verifica risultava che erano stati raggiunti gli obiettivi del finan-

ziamento e la regolarità e conformità, risultante dalla documentazione, delle spese

effettuate rispetto al programma di investimento.

Relazione semestrale.

Con la comunicazione del 17/12/99 inviata dal S.R. al Ministero, si era attestato

l'avvenuto esborso delle spese per investimenti per L. 1.164 mln, pari al 102% del

totale investimento ammesso da decreto. In data 7/7/00 lo stesso Soggetto aveva

comunicato al Ministero che, in seguito alla segnalazione della Guardia di Finanza,

era stato accertato che l’impresa aveva presentato domanda di agevolazione ex L.

488/92 e che avrebbe ottenuto altra agevolazione pubblica per il medesimo pro-

gramma di investimento, contravvenendo a quanto previsto dall'art.5 del decreto

provvisorio di concessione. Con la comunicazione del Ministero del 6/2/01 inviata

alla impresa, si era dato avvio al procedimento di revoca dell'agevolazione ex

D.P.C. 22/6/98 ed ai sensi dell'art. 7 della L. 7/8/90 n.241.

NITTI

Analisi delle prospettive di mercato.

Il programma di investimenti era finalizzato all'ampliamento del proprio stabili-

mento industriale tecnicamente organizzato per la produzione e la trasformazione

del marmo. I programmi dell'azienda prevedevano la produzione di manufatti di

largo consumo, soprattutto nel settore dell'edilizia privata.;

92

Il piano annuale degli investimenti prevedeva nel 1997 L. 0 mln; nel 1998 L. 44

mln; nel 1999 L. 93 mln; nel 2000 n.d..

Capacità produttive a regime.

Soddisfacenti i risultati previsti per l'esercizio a regime sia in termini di redditivi-

tà e sia di autofinanziamento.

Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.

Il giudizio era favorevole, compresa la preventivata necessità di capitale di eser-

cizio, atteso che ogni esercizio generava disponibilità nette che potevano essere uti-

lizzate per far fronte anche al programmato investimento.

Occupazione nuova o mantenuta.

La società Nitti denunziava cinque dipendenti nell'esercizio precedente l'avvio

dell'iniziativa. Era prevista l'assunzione di ulteriori 3 unità sì da portare la forza la-

voro a otto dipendenti.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

Il progetto evidenziava oltre che all'acquisto dell'opificio, anche all'acquisto di

nuovi macchinari ad un elevato grado tecnologico. La strategia aziendale era tesa

ad affrontare sia il mercato provinciale che quello regionale, grazie al programmato

aumento della capacità produttiva.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

Si trattava di nominativi di alta esperienza ed affidabilità tecnica, morale ed im-

prenditoriale. La situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto richiedente era

valida ed adeguata all'iniziativa.

Copertura del 30% di mezzi propri.

Tenuto conto dell'importo limitato dell'investimento, delle disponibilità immobilia-

ri anche dei soci, si poteva concordare con il piano finanziario esposto dall'azienda e

sulla capacità dei soci ad immettere mezzi propri, pari almeno al 30% dell'iniziativa.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Dall'esame nel Business Plan delle previsioni produttive e reddituali e delle pro-

spettive di mercato si riteneva esprimere un parere positivo sull'iniziativa in pro-

gramma, tenuto conto anche dell'affidabilità imprenditoriale e tecnica dei soggetti

proponenti.

RELAZIONE DELL’UVER.

Il progetto prevedeva la ristrutturazione del capannone esistente e l’acquisto di

tre macchinari. Non c’era stata nessuna variazione sul progetto iniziale. Alla data

della verifica UVER (6/7/2000) lo stato d’avanzamento era dello 0% sul progetto.

Dal carteggio acquisito presso il Servizio della programmazione negoziata non era

93

stato possibile all’UVER accertare le voci ed i relativi importi non ritenuti ammissibili

in sede di istruttoria della domanda di finanziamento. L’avvio di realizzazione era

previsto per il 1/12/97 la data di ultimazione non determinata, la data di entrata a

regime non determinata. Quindi non si era rispettato il cronoprogramma in quanto

non era stato possibile acquisire notizie di merito. Non si potevano evidenziare ne-

anche i mezzi propri né l’occupazione.

La relazione bancaria,ad avviso del verificatore, non evidenziava che successi-

vamente al periodo dell’iniziativa il mercato delle seconde case aveva subito una

segnata flessione.

Relazione semestrale.

La società aveva ricevuto in data 4 maggio 1999 un’anticipazione pari a L. 92,6

mln, su di un contributo pari a L. 185 mln ed un investimento ammesso pari a L.

270,3 mln.

In data 12/12/00 la società che aveva assunto la responsabilità del Patto, aveva

ricevuto comunicazione del fallimento della Nitti.

In data 15/2/01 il Ministero aveva comunicato l'avvenuta emissione del decreto

di revoca.

REVISUD

Analisi delle prospettive di mercato.

Il settore della subfornitura meccanica in cui operava Revisud, aveva registrato

nell'ultimo decennio significativi segnali di recessione a fronte della congiuntura

sfavorevole che aveva investito la grande industria in tutto il territorio nazionale. La

crisi sembrava essere superata e la Revisud, attraverso un ottimale rapporto quali-

tà/prezzo, aveva potuto beneficiare dei segnali di ripresa come era possibile rileva-

re dal costante incremento del fatturato degli ultimi anni.

Il piano annuale degli investimenti prevedeva nel 1997 L. 50 mln e nel 1998

L. 40 mln per un totale di L. 1.482,7 mln.

Data termine iniziativa da decreto era il 19/12/1999.

Capacità produttive a regime.

Presenta notevoli potenzialità di incremento della propria capacità produttiva

specialmente nel campo della meccanica di precisione connessa all'attività di manu-

tenzione, ma anche rivolta ad un mercato non solo su commessa.

Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.

94

Sulla base dei conti economici e degli stati patrimoniali di previsione era indicato

un saggio interno di rendimento del programma di investimenti pari al 26,18%

Occupazione nuova o mantenuta.

In termini di incremento occupazionale si prevedeva, a regime, l'assunzione di

cinque unità in aggiunta alle quarantuno già esistenti nel 1997.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

Sulla base dei conti economici e a seguito dell'entrata in funzione di un nuovo

reparto Enichem all'avvio della centrale ENEL, l'iniziativa si poteva considerare vali-

da.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

L'esperienza tecnica ed imprenditoriale maturata nel corso degli anni e l'affidabi-

lità morale del management aziendale offrivano condizioni adeguate al programma

di investimenti proposto.

Copertura del 30% di mezzi propri.

In base ai bilanci presentati l’impresa in base al valore del proprio capitale non

aveva bisogno di fare ricorso a strumenti per il ripristino dell'equilibrio finanziario.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Sulla base dei dati e delle notizie contenuti nel business plan e nella scheda pro-

getto imprenditoriale, ed in considerazione della sperimentata relazione tra la socie-

tà ed il nostro istituto, si riteneva di poter esprimere un giudizio positivo

sull’iniziativa.

RELAZIONE DELL’UVER.

L’investimento riguardava l’ampliamento di opifici per la costruzione, manuten-

zione e revisione di apparecchiature meccaniche di precisione.

C’era stata una notevole variazione del progetto per l’acquisto di un terreno limi-

trofo e non più per la costruzione di opere murarie. Alla data della verifica UVER

(27/1/200l) lo stato d’avanzamento era del 15,6% sul progetto. La data di avvio

della realizzazione era previsto per il 28/12/1997; la data di ultimazione il

19/12/1999 e l’entrata a regime il 1/1/2000. Non erano stati rispettati i tempi. I

mezzi propri effettivamente versati ammontavano a L. 495 mln. Per quanto riguar-

da l’utilizzo dell’anticipazione si sottolineava che, a distanza di circa 15 mesi

dall’erogazione della stessa, l’impresa aveva finora utilizzato, secondo la documen-

tazione esaminata, appena L. 232 mln, per cui, anche su questo aspetto, si poneva

l’esigenza di sollecitare quest’ultima alla conclusione di tutte le iniziative di compe-

95

tenza finalizzate all’impiego di dette risorse, unitamente al versamento della corre-

lata quota di mezzi propri.

Relazione semestrale.

Nel 1998 era stata erogata una anticipazione di L. 500 mln, a fronte della quale

c’era stato un avanzamento, al 31/12/00, di L. 485 mln.

Si evidenziava un notevole ritardo nella realizzazione dell'investimento. Le anno-

tazioni da fare erano relative alla situazione finanziaria dell’impresa, fortemente

squilibrata, sussistente già dal tempo della presentazione della domanda, e che era

caratterizzata da una elevata situazione debitoria, sproporzionata rispetto

all’andamento gestionale ed operativo. Le difficoltà relative alla realizzazione dell'i-

niziativa erano legate a natura finanziaria. Il fatturato annuo era poco più di un ter-

zo del totale dei debiti esistenti, che non erano legati a spese per investimenti. Sus-

sistendo tale situazione, il relatore aveva difficoltà a ritenere fattibile il programma

dell’impresa, secondo gli originari impegni.

Si proponeva al Ministero l’avvio della procedura di revoca.

RI BE

Analisi delle prospettive di mercato.

Il programma degli investimenti era finalizzato alla costruzione di uno stabili-

mento industriale tecnicamente organizzato per la produzione e la riproduzione di

cassette audio e video. Il progetto contemplava una produzione di largo consumo

sia da parte dei privati che da parte di organizzazioni commerciali.

Piano annuale degli investimenti.

Il piano annuale degli investimenti prevedeva L. 37 mln. nel 1997, L. 1.115,30

mln nel 1998, L. 316 mln nel 1999 e il termine della realizzazione nel 2001.

Capacità produttive a regime.

Soddisfacenti apparivano i risultati previsti per l'esercizio a regime, sia in termini

di redditività che di autofinanziamento.

Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.

Sulla scorta dei documenti esibiti dall’impresa riguardo ai bilanci d'esercizio, te-

nuto conto anche delle disponibilità immobiliari personali, dell'autofinanziamento

complessivo che RIBE sicuramente avrebbe prodotto e reinvestito, si poteva ragio-

nevolmente concordare con il piano finanziario di copertura esposto dall'azienda e

sulla capacità di immettere mezzi propri, pari ad almeno il 30%.

Occupazione nuova o mantenuta.

96

Nell'esercizio precedente l'avvio dell'iniziativa l'impresa denunziava tre dipenden-

ti. Era prevista l'assunzione di ulteriori sei unità, sì da portare la forza lavoro a nove

dipendenti le cui mansioni erano dettagliate nel Business Plan.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

Il progetto dell'impresa evidenziava, oltre alla realizzazione dell'opificio, l'acqui-

sto di macchinari altamente tecnologici che dovevano consentire all'azienda di ope-

rare con il massimo dell'automazione. I programmi prevedevano la produzione di

largo consumo, molto richiesta sia dai privati che dalle grandi organizzazioni com-

merciali. La strategia aziendale era tesa ad affrontare sia il mercato provinciale che

quello nazionale, soprattutto grazie alle particolari politiche di prezzo che l'azienda

sarebbe stata in grado di praticare.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

L'imprenditore operava nel settore della produzione e riproduzione di cassette

audio e video da numerosi anni ed aveva acquisito la necessaria esperienza. L'inte-

ro management aziendale era dotato delle necessarie esperienze ed affidabilità tec-

niche. Si trattava di nominativi dalla elevata affidabilità morale ed imprenditoriale.

La situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto richiedente risultava valida ed

adeguata all'iniziativa.

Copertura del 30% di mezzi propri.

Non occorreva che l’impresa facesse ricorso a strumenti per il ripristino dell'equi-

librio finanziario; esisteva documentazione relativa agli impegni di incremento dei

mezzi propri. In base al totale di tali mezzi da destinare alla realizzazione dell'inve-

stimento ed alle spese facenti parte del programma di investimento, si poteva con-

cludere che il capitale proprio era congruo rispetto a quanto previsto dalla normati-

va del Patto.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Il piano finanziario risulta adeguatamente strutturato alle necessità dell'investi-

mento. Dall'esame del Business Plan rassegnato, delle previsioni produttive in esso

evidenziate, nonché delle prospettive di mercato, si riteneva di poter esprimere un

parere positivo sull'iniziativa in programma, tenuto conto dell'affidabilità imprendi-

toriale e tecnica dei soggetti proponenti.

RELAZIONE DELL’UVER.

Il progetto era previsto per la costruzione di un capannone e relativi uffici, ac-

quisto di macchinari per la produzione. Non c’era stata nessuna variazione rispetto

al progetto originario. Alla data della verifica UVER (16.2.2000), lo stato

97

d’avanzamento era del 3,1% sul progetto. L’iniziativa era stata avviata il

1/11/1997, e doveva essere ultimata il 31/12/98. Secondo la UVER non si erano

potuti rispettare i tempi per la mancata anticipazione, avvenuta soltanto il

15/12/1999. L’avvio delle attività del piano di investimento era ancora in fase pre-

liminare. L’impresa avrebbe dovuto effettuare il versamento di mezzi propri quando

si fossero rese attuali le esigenze finanziarie. L’impresa prevedeva di ultimare

l’iniziativa entro settembre 2000, in modo da rispettare il termine di avvio a regime

previsto per il 1/1/2001. I livelli occupazionali previsti non erano attualmente ri-

spettati, in quanto il livello produttivo non aveva ancora determinato l’espansione

occupazionale.

Non risultava che l’impresa avesse sinergie con altre ditte del Patto né con altre

aziende dell’ambito del Patto stesso. L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.

Relazione semestrale.

L’impresa stava procedendo, anche se con qualche ritardo, nella realizzazione del

programma degli investimenti. e rispondeva con prontezza alle richieste nell'ambito

delle attività di monitoraggio e controllo. Aveva assunto nel 2000 una unità lavora-

tiva in più. Aveva utilizzato pienamente la quota di contributo incassata a fronte

degli investimenti realizzati. Secondo il S.R. vi era una differenza di L. 24,7 mln fra

l’importo finanziato dal CIPE (L. 1.493 mln) e quello indicato nel progetto esecutivo

(L. 1.468,3 mln) a sfavore del primo.

SACIM

Analisi delle prospettive di mercato.

Era evidente come nel settore in cui si andava ad operare, costituito dalle co-

struzioni metalmeccaniche, sezione caldarerie, con specializzazioni nella produzione

di silos, serbatoi in acciaio, scambiatori di calore, esistevano notevolissime oppor-

tunità di successo per i potenziali entranti.

Dall'analisi svolta dall'azienda, le opportunità di mercato risultavano interessanti

in quanto le aree erano assolutamente non presediate dalla concorrenza.

Piano annuale degli investimento.

Era previsto l’investimento di L. 1.406 mln nel 1997, di L. 1.312 mln. nel 1998,

di L. 1.150 mln nel 1999 e il 2000 come termine dell’iniziativa.

Capacità produttive a regime.

Soddisfacenti i risultati previsti a regime sia in termini di redditività e sia di auto-

finanziamento.

Stato patrimoniale ed economico, fabbisogno e mezzi di copertura.

98

Dai bilanci degli esercizi precedenti l'investimento si poteva esprimere un giudi-

zio favorevole, poiché risultavano mezzi finanziari già immessi, disponibilità dei soci

e degli utili che la SACIM sicuramente avrebbe prodotto e reinvestito.

Occupazione nuova o mantenuta.

La Sacim nell'esercizio precedente l'avvio aveva dieci dipendenti. Era prevista

l'assunzione di ulteriori ventuno unità in modo da portare la forza lavoro a trentuno

dipendenti.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

L'intera compagine della società lavorava da numerosi anni nel settore. L'intero

management era dotato di notevoli esperienze ed affidabilità morali e tecniche. La

situazione finanziaria e patrimoniale del Soggetto richiedente risulta valida ed ade-

guata all'iniziativa.

Copertura del 30% di mezzi propri.

In base all'ammontare dei mezzi propri si poteva concludere che il capitale pro-

prio investito nell'iniziativa era congruo a quanto stabilito dalla normativa del Patto.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Dall'esame del business-plan e dalle prospettive di mercato, delle previsioni pro-

duttive e reddituali in esso evidenziate, si riteneva di poter esprimere un parere po-

sitivo sull'iniziativa in programma, tenuto conto dell'affidabilità imprenditoriale e

tecnica dei soggetti proponenti.

RELAZIONE DELL’UVER.

Erano state apportate variazioni legate a nuove tecnologie introdotte nello speci-

fico settore produttivo. Alla data della visita UVER (19/9/99) lo stato

d’avanzamento era del 72% sul progetto. Sull’avanzamento accertato per L. 2.056

mln, erano stati effettuati pagamenti per L. 1.996 mln30. L’avvio della realizzazione

era previsto dal 12/2/1997 e la data di ultimazione il 31/12/99. Si prevedeva la

realizzazione nei termini. Il contributo statale versato alla data del novembre 98

era di L. 935,2 mln; i mezzi propri di L. 540 mln. Il progetto risultava quasi ultimato

e aveva portato anche nuova occupazione per sette unità, rispetto a quella prevista

dal business plan stimata in tre unità.Le sinergie con altre aziende del Patto erano

basse; con altre aziende dell’ambito territoriale del Patto alte. L’iniziativa era inseri-

ta in filiere industriali.

99

Relazione semestrale.

Il progetto imprenditoriale era pressoché ultimato, tuttavia i dati della relazione

divergevano da quelli dell’UVER per quanto riguardava lo stato di avanzamento, in-

fatti, nella relazione si indicavano come spesi al 31 dicembre’00 L. 1.771,9 mln. Al

riguardo il S.R,. nel commento relativo alle variazioni di spesa proposte, riferiva che

nel corso dei diversi sopralluoghi, la ditta aveva informato il S.R. che il programma

originario avrebbe subito un ridimensionamento che avrebbe interessato, partico-

larmente, l’acquisto di macchinari ed attrezzature che la ditta preferiva acquistare

usati e, pertanto, non ammissibili a contributo.

Le motivazioni alla base di tale decisione avrebbero dovuto essere comunicate in

tempi brevi: dopo circa nove mesi dall’ultimo sopralluogo, non erano state fornite

comunicazioni sul programma finale.

Si rileva, per memoria, che il S.R. ha inviato al Ministero del Bilancio in data

28.5.99 una comunicazione con la quale veniva chiesto quale procedura seguire in

presenza di fatture di fornitori di materiale edile, utilizzato dalle ditte incaricate dei

lavori di costruzione, direttamente ricevute dalla ditta, a cui non è stato dato nes-

sun riscontro.

Si constata che il fenomeno non è stato rilevato dall’UVER e non risulta alcun re-

ferto ministeriale.

Vi era stato un aumento di dodici unità lavorative nel periodo dal 1998 al 2000.

SANTORO COSIMO

Il progetto da realizzare prevedeva la costruzione di una nuova struttura pro-

duttiva, consistente in un laboratorio. Inoltre era prevista la realizzazione di una

palazzina uffici separata ove ospitare anche l’alloggio del custode e la guardiana.

Analisi delle prospettive di mercato.

Il notevole interesse con il quale sono considerate le attività produttive legate al-

l'ulivo è molto elevato. La produzione di olio nel nostro Paese subisce delle varia-

zioni annuali. La struttura dell'industria olearia nazionale è caratterizzata da frantoi

capillarmente diffusi sul territorio delle regioni produttrici.

I punti di produzione erano frazionati e le più moderne industrie andavano a

sopperire a quelle più antiquate.

30 occorre probabilmente interpretare che taluni fornitori attendevano ancora il pagamento. Riguardo alla differenza fra fatturazioni e pagamenti si rinvia a quanto precisato in via generale dal S.R. circa la prassi

100

Per quanto attiene le politiche di prezzo, l'azienda intendeva consolidare il suo

posizionamento nell'area della qualità a fronte di un prezzo sicuramente competiti-

vo.

Piano annuale degli investimenti.

Tale piano prevedeva L. 120 mln nel 1997, L. 554 mln nel 1998 e L. 500,9 mln

nel 1999. Come termine della realizzazione era previsto il 2000.

Capacità produttive a regime.

Soddisfacenti i risultati per l'esercizio a regime sia in termini di redditività sia di

autofinanziamento.

Stato patrimoniale ed economico, fabbisogno e mezzi di copertura.

I costi risultavano in linea con quelli di mercato e con quanto indicato nel Prezza-

rio Architetti. Le spese tecniche risultavano contenute nei limiti previsti dal Tariffa-

rio degli Ingegneri. Tenuto conto delle disponibilità anche immobiliari del titolare e

dell'autofinanziamento dell’impresa, si poteva concordare con il piano finanziario di

copertura degli investimenti esposto.

Occupazione nuova o mantenuta.

L'impresa denunziava tre dipendenti nell'esercizio precedente l'avvio dell'iniziati-

va. Era prevista l'assunzione di ulteriori dodici unità, sì da portare la forza lavoro a

quindici dipendenti, le cui mansioni erano dettagliate nel Business Plan.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

L'imprenditore operava nel settore della produzione e nella manutenzione di

macchine ed attrezzature per i frantoi oleari, ed aveva acquistato la necessaria e-

sperienza tecnica e imprenditoriale. L'intero management aziendale appariva dotato

di elevate affidabilità tecniche. Si trattava di nominativi dalla riconosciuta moralità.

Copertura del 30% di mezzi propri.

Il capitale proprio nell'iniziativa appariva congruo rispetto a quanto stabilito dalla

normativa sui Patti.(37,03%).

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Il piano finanziario risultava adeguatamente strutturato alle necessità dell'inve-

stimento. Dall'esame del Business Plan e delle prospettive di mercato, delle previ-

sioni produttive e reddituali in esso evidenziate, si riteneva dare un giudizio favore-

vole sull'iniziativa, tenuto anche conto dell'affidabilità imprenditoriale e tecnica dei

soggetti proponenti.

irregolare dei pagamenti per cassa.

101

RELAZIONE DELL’UVER.

C’era stata una variazione relativa ad un lieve aumento del costo di realizzazione

delle opere civili. Alla data della visita UVER, effettuata in data 27/6/2000, lo stato

d’avanzamento era del 69,6%.

La data di avvio era prevista per 15/7/1997, la data di ultimazione

dell’investimento per il 31/12/1999, successivamente aggiornata al 31/8/2000, e

l’entrata a regime per l’1/1/2001.

Non erano stati rispettati i tempi per il ritardo nell’avvio della realizzazione.

I mezzi propri, alla data del 4/12/98, erano stati versati in misura pari a L. 243,9

mln.

Quelli previsti ammontavano a L. 215 mln. Il contributo statale era stato versato

in data 4/12/98, nella misura di L. 387,5 mln. Per quanto riguardava i dati occupa-

zionali, pur non essendo ancora entrato in produzione il nuovo stabilimento, nel

1999 erano state assunte cinque nuove unità che lavoravano nella vecchia sede.

Non risultavano sinergie con altre aziende del Patto né con altre aziende

dell’ambito territoriale. L’iniziativa era inserita in filiere industriali.

Relazione semestrale.

A fronte di un investimento complessivo ammissibile, risultante dal decreto di

concessione pari a L. 1.173,1 mln31, la società, a tutto il 2000, aveva sostenuto

spese pari al 74,78% dello stesso. Esso, quindi, doveva proseguire nel 2001. Al 31

dicembre 2000, rispetto al totale di investimenti per L. 1.175,6 mln, era riferito, in-

fatti, uno stato di avanzamento pari a L. 877,3 mln ed una occupazione pari a 9 u-

nità rispetto alle 12 previste. Era stata corrisposta anticipazione per L. 387,5 mln in

data 4/12/98. Per quanto riguardava i mezzi propri l’impresa aveva versato al

31/12/00 L. 430,9 mln. sotto forma di aumento del patrimonio netto.

Inoltre l’impresa intendeva chiedere il pagamento della seconda rata stipulando

polizza fideiussoria, in quanto i documenti fiscali giustificativi degli investimenti non

risultavano del tutto saldati. Infatti risultava una differenza fra fatturato totale pari

a L. 1.224 mln e spese sostenute al 31/12/00 pari a L. 877,3 mln, di L. 346,7

mln.

E’ appena il caso di sottolineare quanto il fenomeno assuma una rilevanza, sotto

il profilo della regolarità fiscale, maggiore di quella denunciata dal S.R dei “paga-

menti per cassa”, solo parzialmente mitigata dal fatto che tale differenza non risulta

esposta come spesa sostenuta, ai fini dell’avanzamento dell’investimento.

31 Il progetto aveva subito una riduzione di L.2,5 mln. rispetto al progetto esecutivo per ricondurre la voce suolo entro i limiti del 10% dell’importo ammesso;

102

T.C.T.

Il programma di investimento era finalizzato a migliorare il ciclo di produzione di

manufatti prefabbricati in cemento a struttura monolitica autoportante. Le cabine

elettriche pre-fabbricate,venivano fornite complete di apparecchiature elettromec-

caniche, ad eccezione dei trasformatori ed una nuova linea di produzione di pozzetti

in cemento armato.

Analisi delle prospettive di mercato.

Considerato che nell'area del Mezzogiorno non risultava esserci concorrenza pro-

duttiva adeguatamente organizzata, e le cabine elettriche non erano in genere do-

tate di misure di sicurezza, si presumeva che la produzione di nuove cabine presen-

tasse elevati requisiti tecnici avesse un regime particolarmente elevato.

L’evoluzione del mercato era giudicata positivamente in quanto la TCT aveva stipu-

lato un contratto con la Telecom che le assicurava il completo ed integrale assorbi-

mento per la produzione del successivo triennio.

Piano annuale degli investimenti.

Erano previsti nel 1997 L. 432,8 mln, nel 1998 L. 1.000 mln e nel 1999 L. 377,2

mln.

Come data termine iniziativa il decreto di concessione provvisoria prevedeva il

31/12/1999.

Capacità produttive a regime.

Soddisfacenti i risultati previsti per l'esercizio a regime sia in termini di redditivi-

tà che di auto finanziamento.

Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.

Tenuto conto dei mezzi finanziari già immessi, delle disponibilità anche immobi-

liari dei soci e degli utili che la TCT sicuramente avrebbe prodotto e reinvestito, si

poteva approvare il piano finanziario di copertura degli investimenti esposto dall'a-

zienda.

Occupazione nuova o mantenuta.

La T.C.T. nell'esercizio precedente l'avvio dell'iniziativa denunciava dodici dipen-

denti. Era prevista l'assunzione di ulteriori otto unità, sì da portare la forza lavoro a

venti dipendenti.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

103

L'evoluzione del mercato era ritenuta positiva, atteso che la normativa in tema di

infortunistica imponeva la necessità di cabine elettriche a norma di legge e che la

produzione di pozzetti ben si inseriva nel programma di cablatura dell'intero territo-

rio nazionale con la posa in opera in fibre ottiche.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

L'intera compagine societaria vantava una lunga esperienza tecnica e imprendi-

toriale, come pure il management aziendale era composto da persone serie ed e-

sperte nello specifico settore. Trattasi di nominativi dalle indiscutibili doti morali. La

situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto richiedente risultava valida ed a-

deguata all'iniziativa proposta.

Copertura del 30% di mezzi propri.

Tenuto conto dei mezzi finanziari già immessi delle disponibilità anche immobilia-

ri dei soci e degli utili che la TCT sicuramente avrebbe prodotto e reinvestito, si po-

teva ragionevolmente concordare con la capacità dei soci di far fronte all'immissio-

ne dei mezzi propri per almeno il 30% dell'investimento programmato.Il totale dei

mezzi propri da destinare al finanziamento ammontava, infatti, a L. 726,2 mln.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

Esaminata la documentazione prodotta dalla impresa e valutato attentamente il

Business Plan si poteva affermare che il piano finanziario risultava adeguatamente

strutturato alle necessità dell'investimento.

RELAZIONE DELL’UVER.

Il progetto prevede l’ampliamento del capannone esistente, il potenziamento del-

la centrale di betonaggio, il potenziamento della linea produzione “cabine elettriche”

e la realizzazione di una nuova linea di produzione “tombini” prefabbricati.

Alla data della verifica UVER del 26/06/2000 lo stato di avanzamento era del

24,3% sul progetto esecutivo.

La realizzazione era stata avviata il 03/03/1997 con previsione di ultimazione al

31/12/1999 ( data non di aggiornamento); l’importo dell’investimento ammesso era

pari a L. 1.780 mln.

L’importo totale dell’investimento ammontava a L. 1.810,2 mln.

I mezzi propri effettivamente versati alla data del 04/05/1999 ammontavano a

L. 144 mln (versato 30% di quanto realizzato).

Erano state assunte tre nuove unità che prestavano servizio sulla preesistente li-

nea di lavorazione.

104

Le sinergie con altre aziende del Patto risultavano nulle, così come con le altre

aziende dell’ambito territoriale del Patto.

L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.

Il piano di investimento sopra descritto scaturiva dall’acquisizione da parte della

T.C.T di una grossa commessa TELECOM S.p.A. nell’ambito della realizzazione del

“PROGETTO SOCRATE” di cablaggio in fibre ottiche, di seguito abbandonato dalla

stessa.

Per tale motivo il S.R. di Patto aveva più volte richiesto alla T.C.T. una rimodula-

zione del programma di investimento senza ottenere risposta.

In occasione della visita ispettiva il Presidente della Società aveva affermato che

non si era ancora in grado di formulare programmi precisi e risultava realizzato un

investimento pari a L. 440,9 mln. Da quanto rendicontato era sottratta la spesa di

L. 13,1 mln per la realizzazione dell’impianto antintrusione, ritenuta erroneamente

ammissibile dal responsabile del Patto. Alcune delle spese sostenute fino ad allora

(ad es. macchina formatrice dei tombini, il cui utilizzo futuro appariva improbabile o

minimo) avrebbero potuto, in fase di rimodulazione del programma, non essere più

ritenute agevolabili.

Da quanto sopra esposto emergevano le seguenti problematiche:

- l’investimento non poteva essere realizzato secondo il progetto originario e

doveva, comunque, essere mutato il prodotto finale;

- la T.C.T non era ancora in grado di formulare una rimodulazione del pro-

gramma e, conseguentemente, una data di conclusione dello stesso;

- gran parte della spesa documentata avrebbe potuto essere stralciata;

- come evidenziato dal fatturato del 1999 anche la linea di produzione della

cabine prefabbricate sembrava avere problemi di sbocchi di mercato.

Dal rapporto di verifica emergevano motivati dubbi sulla positiva conclusione

dell’intervento.

La data della verifica UVER risaliva al 26/06/2000. L’idea della diversificazione

produttiva nasceva dall’acquisizione di una grossa commessa Telecom, nell’ambito

del cablaggio delle fibre ottiche. A parte la perplessità derivante dal finanziamento

di un programma d’investimento per una sola commessa, l’abbandono del progetto

Socrate da parte della Telecom S.p.a., a giudizio del S.R., rendeva inutile il proget-

to come presentato.

Il programma degli investimenti prevedeva la realizzazione di un edificio di com-

plessivi mq. 1050, e l’acquisto di quindici macchine operatrici elettroniche.

Non erano intervenute variazioni al progetto originario.

105

La realizzazione risultava avviata in data 10/01/1998, la data di ultimazione

dell’intervento non era disponibile, ed era prevista una data di entrata a regime nel

2001.

La stessa linea di produzione delle cabine prefabbricate sembrava avere problemi

di sbocchi di mercato.

Relazione semestrale.

Nel corso dell'anno 2000 la Società aveva rallentato la realizzazione del pro-

gramma degli investimenti. Era stata sollecitata ripetutamente a comunicare le sue

decisioni circa la rimodulazione del progetto, il cui stato di avanzamento era sostan-

zialmente fermo al 30/06/2000.

Il programma era stato realizzato in misura nettamente modesta, causa la previ-

sione di sviluppo di una attività unicamente nell’ambito del programma di utilizza-

zione di fibre ottiche nella telefonia.

Il programma era stato inserito fra quelli del Patto nonostante le evidenti, nega-

tive prospettive di sviluppo delle fibre ottiche.

Il Ministero, con comunicazione in data 6/02/01, aveva dato avvio al procedi-

mento di revoca dell’agevolazione.

TI.GI. CALZE S.a.s.

Analisi delle prospettive di mercato.

Le indagini di mercato, così come riportate nel business plan redatto dall’azienda

enucleavano un mercato in buona crescita ed in grado di assorbire la produzione

prevista a regime.

Il Piano annuale degli investimenti.

Nel 1997 L. 0 mln; nel 1998 L. 1.280 mln; nel 1999 L. 423,6 mln; nel 2000 L. 0

mln.

Capacità produttive a regime.

Per quanto riguarda la capacità produttiva degli impianti dall'esercizio di avvio a

quello a regime e dei relativi tempi di completamento degli investimenti, consente il

raggiungimento del massimo livello di redditività la capacità produttiva degli im-

pianti in fase d’avvio e quella a regime, già nel 2000 avrebbero dovuto consentire il

massimo livello di redditività, cioè con un anno di anticipo rispetto all'esercizio a re-

gime.

Stato patrimoniale c/economico fabbisogno e mezzi di copertura.

Il piano finanziario di copertura risultava valido nel suo insieme.

106

Occupazione nuova o mantenuta.

L'azienda prevedeva di occupare a regime venticinque dipendenti con un incre-

mento di diciassette unità rispetto all'esercizio precedente l'avvio della realizzazione

dell'iniziativa.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

L'azienda produceva e continuava a produrre calze sportive e per il tempo libero.

L'investimento in programma prevedeva l'acquisto di macchinari ad elevata tec-

nologia che consentivano alla stessa di pervenire ad un prodotto finito con econo-

mie di risorse.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

L'azienda, in virtù dell'attività sin qui svolta, aveva maturato l'affidabilità e la

competenza tecnica richiesta dall'iniziativa. Si intravedeva la capacità dell'azienda

di far fronte agli impegni assunti. Sotto il profilo economico reddituale si riscontra-

va che la crescita del fatturato registrata negli esercizi 1995/1996 non aveva de-

terminato risultati d'esercizio proporzionati al capitale investito. Le previsioni for-

mulate per l'esercizio 1997 e seguenti sottolineavano una corretta crescita della ca-

pacità reddituale.

Copertura del 30% di mezzi propri.

Il piano finanziario di copertura risultava valido nel suo insieme. L'aumento di

capitale sociale, limitatamente alla tranche di 70/mln del 1999, come desunto dalla

specifica scheda del business plan, era stato anticipato all'anno 1998.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

La ditta risultava dotata di una sufficiente esperienza e della capacità tecnica ri-

chiesta. Aveva formulato previsioni in ordine alla crescita reddituale che si riteneva-

no valide; aveva validità sul piano finanziario; prometteva un incremento occupa-

zionale di 17 unità; quindi la banca esprimeva una valutazione positiva sulla validità

e fattibilità dell'iniziativa.

RELAZIONE DELL’UVER.

Il cronoprogramma non era stato rispettato in quanto i lavori di realizzazione

dell’edificio erano stati sospesi.

Nel corso della visita non era stato possibile visionare i libri matricola.

Le sinergie con altre aziende del Patto risultavano nulle, basse risultavano quelle

con altre aziende dell’ambito territoriale del Patto.

L’iniziativa non era inserita in filiere industriali.

107

Durante la visita la rappresentante della Società, attesa l’indisponibilità della do-

cumentazione necessaria alla stesura del rapporto dell’UVER presso la sede operati-

va, si era impegnata a far recapitare quanto richiesto.

A distanza di oltre 40 giorni, nulla era pervenuto, malgrado numerosi solleciti,

pertanto il rapporto non conteneva tutte le informazioni previste.

Il cantiere era risultato in totale stato di abbandono, quanto realizzato non sem-

brava corrispondere in termini finanziari a quanto indicato dal Responsabile di Patto

nella relazione al 30/06/1999.

In via informale l’imprenditrice aveva evidenziato difficoltà nei rapporti con la so-

cietà appaltatrice, culminati con la rescissione del contratto d’appalto.

L’unità segnalava l’esigenza di un monitoraggio particolare sull’iniziativa, al fine

di adottare tempestivamente ogni iniziativa che si rendesse necessaria per la tutela

del pubblico erario.

Relazione semestrale.

Gli investimenti ammessi ammontavano a L. 1.687,4 mln con inizio al 10/01/98

ed una occupazione finale di diciassette unità. L’anticipazione era stata corrisposta

a dicembre del 1998 per L. 560,8 mln contro uno stato di avanzamento di L. 578,2

mln al 31/12/00.

La ditta aveva informato il S.R. che intendeva acquistare dei macchinari già usati

perché il programma avrebbe subito un ridimensionamento, pur non essendo questi

ultimi ammissibili a contributo.

Nel corso del 2000 la Società aveva rallentato la realizzazione del programma ed

era stata ripetutamente invitata, senza esito, a comunicare le sue decisioni circa il

completamento del programma.

VINICOLA LOMAZZI

Analisi delle prospettive di mercato.

Il mercato del settore vinicolo italiano aveva registrato una rapida trasformazio-

ne della struttura produttiva a causa dell'ingresso di un gran numero di imprese di

piccole dimensioni ed all'incremento della presenza di imprese del centro sud

dell’Italia. Da un’offerta caratterizzata dalla predominanza di grandi aziende si era

giunti, pertanto, ad una decentrata e frammentata che aveva consentito l'espansio-

ne e la crescita di piccole aziende come la Soc. Lomazzi.

Piano annuale degli investimenti.

108

Era previsto un investimento complessivo di L. 1.230 mln., di cui L. 213,5 mln.

nel 1997, L. 1.016,5 mln. nel 1998. Il decreto di provvisoria concessione prevedeva

il termine dell’iniziativa nel 2000.

Capacità produttive a regime.

Soddisfacenti i risultati previsti per l'esercizio a regime sia in termini di redditivi-

tà che di autofinanziamento.

Stato patrimoniale ed economico fabbisogno e mezzi di copertura.

In base ai bilanci d'esercizio presentati dall’impresa e tenuto conto delle disponi-

bilità immobiliari e finanziarie dei soci e dell'autofinanziamento complessivo che la

società sicuramente avrebbe prodotto e reinvestito, sussisteva ad avviso della Ban-

ca, la reale consistenza dei mezzi propri necessari per raggiungere il 30% dell'inve-

stimento programmato.

Occupazione nuova o mantenuta.

L’impresa evidenziava dieci dipendenti nell'esercizio precedente l'avvio dell'inizia-

tiva. Era prevista l'assunzione di ulteriori sei unità sì da portare la forza lavoro a

sedici dipendenti.

Validità tecnico economica dell'iniziativa.

Il progetto era relativo ad un’opera di ammodernamento. Si era nel settore della

vinificazione delle uve. I programmi dell'azienda prevedevano la produzione di vini

speciali e spumanti. Il mercato dei vini speciali e degli spumanti rappresentava in

Italia il 52% della produzione. Anche in tale settore, mentre sino ad allora l'offerta

di questi prodotti era effettuata prevalentemente da grandi aziende, la produzione

si andava decentrando verso le piccole e medie imprese.

Affidabilità morale, tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.

La Lomazzi Vinicola operava nel settore da numerosi anni, quindi aveva acquisito

la dovuta esperienza .L'intero management aziendale era dotato delle necessarie

esperienze ed affidabilità tecniche. Si trattava di nominativi dalla elevata affidabilità

morale e imprenditoriale. La situazione finanziaria e patrimoniale del soggetto ri-

chiedente risultava valida ed adeguata all'iniziativa.

Copertura del 30% di mezzi propri.

In base al totale di mezzi propri da apportare all'investimento, all'aumento di ca-

pitale sociale si poteva concludere che il capitale proprio investito nell'iniziativa fos-

se congruo rispetto a quanto stabilito dalla normativa del Patto.

Dichiarazione esplicita della validità tecnico-economica, della redditività

e della copertura finanziaria dell'investimento.

109

Il piano finanziario risulta adeguatamente strutturato alle necessità dell'investi-

mento, Dall'esame della documentazione relativa alle prospettive di mercato ed alle

prospettive reddituali si poteva esprimere un giudizio positivo sull'iniziativa in pro-

gramma, tenuto conto dell'affidabilità morale, imprenditoriale e tecnica dei soggetti

proponenti.

RELAZIONE DELL’UVER.

Il progetto iniziale era partito per la ristrutturazione degli edifici aziendali e ac-

quisto macchinari. La società aveva modificato sia il progetto delle opere murarie

che quello relativo all’acquisto dei macchinari. Detta variazione era stata notificata

al S.R..

Alla data della verifica UVER (6/7/2000) lo stato d’avanzamento era del 16% sul

progetto, considerato che la data dell’avvio della realizzazione era al 29/12/1997 e

la data di ultimazione prevista nel 1998, così come la data di entrata a regime era

prevista per il 15/12/1998. Non si erano potuti mantenere questi tempi, in quanto

l’impresa era stata trasformata in Azienda Agricola Vitivinicola Lomazzi. Di questa

trasformazione il Servizio per la Programmazione Negoziata aveva preso atto con

decreto dirigenziale n. 1097 dell’1/7/1999.

In attesa che intervenisse tale provvedimento, che impediva l’erogazione delle

quote di contributo, l’Azienda aveva ritenuto, in via prudenziale, di rallentare

l’investimento. L’immissione di mezzi propri si presentava formalmente aderente al-

le prescrizioni della vigente normativa ma, nella sostanza dei successivi esercizi, la

situazione avrebbe potuto essere diversa. La società, negli ultimi due anni, aveva

infatti chiuso i propri bilanci in passivo, ricorrendo all’utilizzo dei versamenti in

c/futuro aumento di capitale per il loro ripianamento.Tali versamenti avrebbero do-

vuto, in effetti, essere vincolati alla realizzazione dell’investimento, quanto meno

per la durata dello stesso. Il raggiungimento dei livelli occupazionali previsti si pre-

sentava di difficile realizzabilità. La trasformazione da società in

nome collettivo in società a responsabilità limitata aveva portato anche a modifiche

sul piano dell’attività produttiva che, all’atto della visita, era limitata alla lavorazio-

ne delle uve acquistate da impresa collegata, e alla commercializzazione del prodot-

to. Conseguentemente la forza lavoro stagionale precedentemente impegnata nei

periodi antecedenti e successivi alla vendemmia era in carico a quest’ultima. Le uni-

tà lavorative presenti in azienda erano quattro, a fronte delle dieci indicate nel bu-

siness plan nell’anno antecedente l’avvio dell’investimento; era da sottolineare che

delle dieci unità ben otto erano riferite a lavoratori stagionali.

110

Anche in questo caso secondo l’istituto bancario, l’iniziativa non aveva sinergie

con altre aziende del Patto né con altre aziende dell’ambito territoriale. L’iniziativa

non era inserita in filiere industriali.

Relazione semestrale.

Alla data del 31/12/00 lo stato di avanzamento del programma ammontava a

L. 267 mln contro una previsione che voleva il programma terminato nel 1998 con

un investimento di L. 1.016,3 mln. Il numero di occupati era di quattro unità contro

le tre esistenti nel 1997. Il S.R. denunciava che nel progetto esecutivo la situazione

iniziale dichiarata era pari a dieci unità, ma inclusi i braccianti agricoli. In realtà il

numero effettivo dei dipendenti era di tre addetti.

Si evinceva un consistente ritardo nella realizzazione del programma di investi-

menti, dovuto principalmente alla circostanza che l’impresa aveva variato il pro-

gramma a seguito di innovazioni tecniche e legislative che avevano fatto ritenere

opportuno modificare la lavorazione, acquistando macchinari diversi da quelli previ-

sti inizialmente.

111

3.5 Considerazioni conclusive.

Diversi punti delle relazioni bancarie appaiono ripetitivi, come nel caso

dell’affidabilità tecnica, imprenditoriale e patrimoniale.Quasi tutte le previsioni in

esse contenute risultano smentite dal seguito avuto dalle iniziative. Appare evidente

la volontà degli Istituti creditizi di non ostacolare l’ammissibilità delle iniziative, lad-

dove, in luogo di una mera perplessità sulla fattibilità, sarebbe occorso un giudizio

più esplicito.

Sulla base del raffronto fra tali documenti e le relazioni degli organi di monito-

raggio e dei Soggetti responsabili, pressoché generalizzato è lo scostamento tempo-

rale e il mancato rispetto del cronoprogramma realizzatorio. Troppo frequente ap-

pare anche quello relativo alle reali condizioni economiche e patrimoniali del richie-

dente il contributo.

Frequenti risultano anche le modifiche progettuali, non escluse quelle profonde,

rispetto a quello originario. Non mancano inoltre accenni critici degli organi di moni-

toraggio rispetto all’azione ministeriale, con particolare riferimento alla ritardata

corresponsione dell’anticipazione. Ricorrenti, da parte del S.R., sono gli accenti cri-

tici nei confronti dell’istruttoria bancaria, che non avrebbe svolto in misura adegua-

ta la funzione di filtro delle migliori iniziative a scapito della riuscita delle stesse e,

in definitiva, del Patto territoriale come formula di innesco di un circolo produttivo

virtuoso.

Frequentissimi risultano altresì i casi di revoca del decreto provvisorio di conces-

sione del contributo.

Quasi completamente assenti le sinergie all’interno del Patto fra le singole inizia-

tive e le possibilità d’inserimento delle stesse in filiere industriali locali. Ricorrenti le

divergenze fra versamenti di mezzi propri previsti e versamenti effettivi. Non man-

cano ipotesi di irregolarità contabili nella dimostrazione del possesso di tali mezzi, il

cui accertamento doveva essere particolarmente accurato nell’istruttoria bancaria,

dimostratasi più severa nel caso in cui gli imprenditori si sono rivolti al credito per

situazioni emerse successivamente all’ammissione al Patto territoriale.

Perdurante, anche nei giudizi formulati dall’UVER, è la prassi di considerare la

corresponsione della anticipazione come condizione sospensiva dell’inizio delle atti-

vità realizzatorie fino al punto di compromettere le stesse nei casi di ritardi partico-

larmente rilevanti. Emerge il prolungarsi di tali fenomeni nei casi in cui si consente

il pagamento della seconda rata del contributo anche in assenza di fatture idonee al

raggiungimento della percentuale di avanzamento prescritta nel decreto di conces-

sione provvisoria del contributo, ma in presenza di fideiussione bancaria.

112

Le ipotesi che hanno dato origine ad indagini da parte delle magistrature sia di

controllo che ordinaria, e cioè la contemporanea fruizione di diverse forme di inter-

vento statale, in particolare fra contributi per iniziative comprese nei Patti Territo-

riali e iniziative finanziate ai sensi della L. 488/92, hanno ricevuto delle conferme,

sia pure limitate e fronteggiate in tempo utile, almeno nei casi denunciati.

Riscontrati altresì dei casi in cui, a fronte di una positiva relazione bancaria lo

stato di avanzamento a distanza di anni si è rivelato pari allo zero pur in presenza

di contributi corrisposti in fase di anticipazione.

Inesplicabili appaiono i casi in cui, a fronte di un inadempimento pressoché tota-

le da parte dell’impresa non risulta ancora emanato il decreto di revoca della con-

cessione contributiva.

Infine, non risulta verificabile in misura generalizzata, tranne poche eccezioni,

l’efficacia dell’intervento per assenza totale o quasi di occupati a causa del ritardo

realizzatorio, soprattutto nelle ipotesi di nuove sedi o variazioni di linee produttive.

113

Cap. 4. Il Patto Territoriale della provincia di Enna.

Il Patto è stato approvato con delibera Cipe del 18 dicembre 1996.

Risultano, originariamente, ammesse 22 iniziative imprenditoriali, per un am-

montare di L. 117,983 Mld e un onere a carico dello Stato di L. 97,044 Mld.

Il Patto non prevede la realizzazione di opere infrastrutturali.

L’occupazione prevista era di 492 unità, di cui 404 nuove assunzioni.

Il Patto, a seguito della rinuncia di due ditte (Belco Avia e Caseificio S.Giorgio),

comporta, ora, investimenti per L. 100,7 Mld, di cui L. 79,4 Mld a carico dello Stato,

con un’occupazione prevista a regime di 455 unità, di cui 362 nuovi occupati.

Alla data del 31 dicembre 2000, risultano investimenti per L. 76,6 Mld, pari al

75% di quelli complessivamente previsti; l’incremento occupazionale è di 51 nuove

unità sulle 362 previste, con un indice del 14%.

La tabella che segue mostra la situazione delle iniziative aggiornata alla fine del

2000.

120

Importi in mln di lire Tab. 1

Azienda Tipologia di in-tervento

Importo investi-mento agevolabile

Onere Stato Occupati ag-giuntivi Previsti

Data avvio Erogazioni al 31.12.00

Investimenti effettuati

Occupati ag-giuntivi 31.12.00

Immissione mezzi propri

Agriplast Ampliamento 1.739,20 1.491,80 14 27.12.97 1.342,60 2.115,46 4 600,00

Cerere srl Costr.nuov.imp. 42.796,30 33.912,10 90 2.4.98 16.956,10 33.007,06 0 13.00,00

Cesit srl Costr.nuov.imp 14.000,00 10.997,20 28 6.2.98 9.897,40 12.915,99 3 2.540,00

Cloting station Costr.nuov.imp 2.153,00 1.697,80 12 15.9.98 848,9 1.293,26 4 300,00

Coim edil Costr.nuov.imp 564,6 460 8 1.9.98 230 417,00 3 187,00

Cons col diretti Costr.nuov.imp 202 154,2 3 77,1 0

Cosil srl Costr.nuov.imp 11.049,90 8.756,80 55 15.7.98 4.382,90 5.810,98 0 1.945,00

Damen moda Costr.nuov.imp 3.562,60 2.814,40 52 1.9.98 1.407,20 1.935,99 0 940,48

For.ma srl Ampliamento 2.200 1.702,50 23 28.12.98 851,25 277,21 6 45,00

Gesal srl Ristrutturazione 1.685 1.324,60 28 28.11.97 1.195,14 1.685,10 6 506,00

Ica srl Ampliamento 3.294,70 2.678,10 15 15.4.99 1.359,05 2.767,16 0 1.000,00

Cavalca.re Costr.nuov.imp 1.701,10 1.341,20 4 25.1.99 670 1.358,30 0 286,00

K2serv. Costr.nuov.imp 298,7 240,6 18 5.8.00 120,3 289,60 1 58,10

Dolciaria Costr.nuov.imp 500 406,4 7 21.7.98 365,7 500,23 154,75

Milla Ristrutturazione 1.000 789,2 14 20.10.97 394,6 1.187,53 4 310,00

Mulinello Ampliamento 7.000 5.314,10 20 28.2.98 2.657,10 6.338,00 5 2.004,42

Se.bo srl Ampliamento 523,5 432,4 10 12.9.97 389,2 575,26 6 157,05

Selene Ristrutturazione 1.300 874,6 10 14.11.99 437,3 465,13 0 30,00

Solomaglie Costr.nuov.imp 4.738,90 3.749,20 38 15.9.98 1.874,60 3.350,16 5 500,00

Tecnosys Ampliamento 400 315 6 28.2.98 157,5 404,10 4 120,00

Totale 100.709,50 79.452,20 362 45.614,54 76.693,52 51 24.683,80

121

Allo stato, risultano avere ultimato i lavori le seguenti aziende: Gesal, Agriplast,

Se.Bo., la Dolciaria, Cesit e Tecnosys; tutte le aziende che hanno ultimato i lavori

entreranno a regime alla fine del 2001.

E’ da segnalare che il Consorzio Tutela Pesco Leonfortese non ha ancora avviato

l’investimento in quanto sono sorte problematiche all’interno del Consorzio mede-

simo, solo ora in fase di risoluzione.

A seguito di rinunzia di Belco Avia e Caseificio San Giorgio, ammesse preceden-

temente a finanziamento, attraverso la rimodulazione delle risorse residue, verran-

no finanziate altre cinque imprese.

Il S.R. del Patto Territoriale di Enna ha posto in evidenza che, a causa di proble-

matiche emerse in sede di acquisizione di dati, è stato costituito un apposito Ufficio

di coordinamento tecnico del Patto mentre il S.R., per parte sua, ha continuato a

trattenere i rapporti con il Ministero e le aziende.

Il S.R. del Patto ha, inoltre, rappresentato che sono emerse problematiche con il

Ministero in ordine all’esigenza di uniformare il metodo di verifica delle singole ini-

ziative imprenditoriali.

122

Cap. 5. Il Patto Territoriale della provincia di Lecce.

5.1. Premessa.

Il Patto Territoriale di Lecce è stato approvato con delibera Cipe del 23 aprile

1997. Esso prevedeva, originariamente, l’ammissione al Patto stesso di 87 iniziative

imprenditoriali e la realizzazione di cinque opere infrastrutturali, relative alla viabili-

tà.

I settori maggiormente coinvolti dalle iniziative imprenditoriali erano quelli

dell’abbigliamento, dell’alimentazione e delle calzature, con prevalenza di parteci-

pazione da parte di piccole imprese: dal documento definitivo del Patto, si evince

che, per poco meno della metà delle iniziative, si trattava di nuovi impianti, am-

pliamenti e di pochi ammodernamenti; erano previsti investimenti produttivi delle

imprese del Centro-nord.

Gli investimenti complessivi ammontavano a L. 152,093,9 Mld (di cui 118.036,3

per quelli relativi alle iniziative e 34.057,6 per le opere infrastrutturali), con un o-

nere a carico dello Stato pari a L. 100 Mld, di cui L. 76,191 Mld per contributi alle

87 aziende ammesse e L. 23,808 Mld per le opere infrastrutturali.

Risultanze della Relazione semestrale 31 dicembre 2000 presentata dal Presiden-

te del Centro integrato per lo Sviluppo dell’imprenditorialità.

Dalla relazione semestrale 31 dicembre 2000 presentata dal Presidente del Cen-

tro integrato per lo Sviluppo dell’imprenditorialità, risulta quanto segue.

5.2. Situazione delle iniziative alla fine del 2000.

Al termine dell’esercizio 2000, 64 risultano le ditte destinatarie dei contributi del-

lo Stato, per un importo complessivo di L. 54.900 mln, e un investimento comples-

sivo di L. 85.530,9 mln. A seguito dei sette decreti di decadenza e di un decreto di

revoca, il numero delle decreti “attivi” riguarda 56 imprese, che, a fronte di inve-

stimenti per L. 77.678,8 mln, prevedono, a carico dello Stato L. 50.044,3

mln.

Soltanto per due iniziative risultano concessi contributi superiori ai tre miliardi; si

tratta della società Sud gas (L. 3.050 mln) e la Dol.mi (con L. 4.061 mln).

La nuova occupazione prevista attraverso l’attivazione del Patto è pari a 1.184

unità.

Soltanto in quattro casi si superano 50 unità di nuovi occupati.

Delle predette 56 ditte, 53 hanno ottenuto l’accredito della prima rata, pari a

complessive L. 21.579,9 mln su un contributo previsto di L. 46.358,8 mln. Per

quanto riguarda l’azienda Foot Look S.r.l. risulta evidenziato che la realizzazione

123

dell’investimento presenta problematiche che necessitano di apposita verifica da

parte del Ministero.

Le aziende che hanno richiesto la rata per stato di avanzamento sono 27.

Di tali ditte una ha richiesto la prima rata per stato di avanzamento (L. 291

mln); cinque hanno richiesto la seconda rata intermedia per stato di avanzamento

(L. 1.396,9 mln); venti aziende hanno richiesto la seconda rata finale per stato di

avanzamento (L. 5.498,3 mln); una ha richiesto la terza rata finale per stato di

avanzamento (L. 190,3 mln).

5.3. Aziende con agevolazioni decadute.

Alla data del 31 dicembre 2000, alle 19 aziende che avevano già rinunciato alle

agevolazioni a valere sulle risorse del Patto, si sono aggiunte 7 aziende per le quali

il Ministero ha sancito la decadenza delle agevolazioni.

5.4. Aziende oggetto di particolare monitoraggio.

Tre sono le ditte che presentano, alla fine del 2000, situazioni problematiche, in

relazione alle quali il Ministero del tesoro procederà ad un costante monitoraggio. Si

tratta delle seguenti ditte: Mediterranea Confezioni srl e Filabel srl, che presentano

ritardi nella realizzazione degli interventi programmati; Bermon srl, per la quale è

stato dichiarato fallimento con sentenza del Tribunale di Lecce.

5.5. Aziende che hanno completato l’investimento al 31 dicembre 2000.

Alla data del 31 dicembre 2000, ventiquattro sono le ditte che hanno completato

l’investimento.

Di tali ditte, una ha concluso in data 31 dicembre 1998, sette nel corso del 1999

e le restanti nel 2000.

A fronte di un investimento ammissibile pari a L. 26.081,4 mln, è stato concesso

un contributo pari a L. 16.509,2 mln.

L’investimento più cospicuo in termini finanziari è quello della Blueprint con

L. 3.159 mln, di cui L. 2.142,4 mln concessi. Si tratta di un’iniziativa di ampliamen-

to attraverso la costruzione di un nuovo corpo di fabbrica articolato su due livelli.

Per quanto riguarda l’occupazione, risulta che a fronte di una occupazione pro-

grammata di 375 unità, gli occupati effettivi sono stati pari a 280 unità (-25,3% ri-

spetto al previsto).

Anche con riferimento all’occupazione realizzata, l’iniziativa Blueprint risulta, tra

quelle concluse, quella che, in termini assoluti, presenta il valore più elevato, pari a

51 unità occupate.

124

L’iniziativa che mostra l’indicatore più elevato “contributo concesso per nuovi oc-

cupati” è quella portata a termine dalla società Milda con un valore di L. 20,8 mln

per occupato, a fronte di una media di L. 58,9 mln per occupato.

Soltanto in un caso (iniziativa Cuisine) risulta, per l’occupazione, un dato miglio-

re rispetto a quello programmato, con 41 nuove unità occupate, a fronte di una oc-

cupazione programmata di 19 unità.

Va, inoltre, evidenziato che per alcune iniziative, l’obiettivo occupazione non è

stato conseguito. E’ il caso della ditta Gio.mas. che prevedeva 23 occupati e quello

della ditta Darf plast, che prevedeva 4 nuove unità.

Vi sono poi alcuni casi in cui l’occupazione realizzata è ben inferiore a quella pro-

grammata. E’ il caso della ditta Fileur con 5 nuovi occupati su 14 programmati, la

ditta Sartorie mediterranea, con 17 occupati su 31, la ditta Barbetta con 6 occupati

su 40 e la ditta Coopas, con 3 occupati su 22 programmati.

5.6. Avanzamento degli investimenti ed occupazione.

Sulle 57 aziende con decreto ancora attivo, 56 hanno fornito dati sullo stato di

avanzamento; la Società Bermon S.r.l. non ha fornito elementi; per tale ditta risulta

essere stato dichiarato fallimento con sentenza dell’11 dicembre 2000; per questa

iniziativa, con nota del 6 febbraio 2001, il Dipartimento per le politiche di sviluppo e

coesione ha comunicato l’avvio del procedimento di revoca dell’agevolazione ex de-

creto provvisorio di concessione n. 863 del 24 luglio 1998, ai sensi dell’art. 7 della

legge n. 241/1990.

In relazione alle citate 56 aziende, ivi incluse quelle che hanno completato

l’investimento, a fronte di un investimento di L. 76.244,6 mln, sono stati realizzati

investimenti pari a L. 58.882,3 mln. A fronte delle 1.001 nuove unità programmate,

ne risultano occupate 500.

Le economie conseguite in sede di attuazione sono state pari a L. 4.224 mln.

5.7. Le opere infrastrutturali.

Alla data del 31 dicembre 2000, la situazione realizzativa delle opere infrastrut-

turali previste dal Patto è la seguente.

Tab. 1

Tipologia di intervento

Investimenti (in mln)

Costo per lo Stato (in mln)

Importo tota-le erogato (in mln)

% su contributo

Sistemazione S.P. 68 Casarano-Taviano 6.300,0 6.050,6 2.420,2 40

Tangenziale ovest Maglie 7.700,0 7.700,0 3.080,0 40

Progetto viabilità Trifase-Specchia-Miggiano 6.557,6 6.557,6 5.246,0 80

125

Completamento area Castrano 3.500,0 3.500,0 2.800,0 80

Impianto di smaltimento di rifiuti industriali 10.000,0 - - -

34.057,6 23.808,2 13.546,3 56,89

5.8. Riepilogo risorse finanziarie derivanti da rinunce revoche ed eco-

nomie da utilizzare in sede di rimodulazione (Delibera Cipe 9 giu-

gno 1999).

Le risorse finanziarie disponibili a seguito di rinunce, revoche ed economie da

utilizzare in sede di rimodulazione risultano pari, a fine 2000, a L. 23.907,5 mln.

Di tali risorse, L. 4.224 mln derivano da economie conseguite in sede di attua-

zione; L. 10.375,1 mln da rinunce; L. 8.914,1 mln da economie per decadenze; L.

394,3 mln da revoche.

5.9. Schede relative alla descrizione analitica dello stato di attuazione

delle iniziative.

A fronte delle 56 iniziative relative al Patto di Lecce, il Dipartimento per le politi-

che di sviluppo e coesione – Unità di verifica degli investimenti pubblici ha inviato

alla Corte 19 esiti delle visite effettuate in loco.

5.10. Considerazioni di sintesi sul Patto di Lecce.

Rispetto alla previsione di partenza, a seguito di rinunce, revoche ed economie

da utilizzare in sede di rimodulazione, le iniziative ancora attive sono 56 sulle 87 o-

riginarie.

L’indicatore delle erogazioni sull’importo ammesso risulta elevato (pari al

77,2%). Il risultato è ancora più soddisfacente se si considera che i Patti di prima

generazione mostrano, mediamente, un indicatore pari al 38% di risorse erogate su

quelle ammesse con decreto di concessione sulla base dei dati forniti al Parlamento.

In relazione all’occupazione realizzata a fronte di quella aggiuntiva attesa, il ri-

sultato è pari al 49,9% di nuove unità occupate rispetto a quelle previste. Il dato

non supera quindi la metà dell’obiettivo prefissato. Al riguardo, occorre osservare

che se è ben vero che le iniziative concluse, rispetto a quelle ancora attive sono pari

al 42,8%, e che, quindi, non è ancora possibile avanzare valutazioni conclusive in

ordine al raggiungimento degli obiettivi occupazionali, è anche vero che i documenti

forniti dall’Amministrazione omettono di dare il dovuto risalto al rispetto, da parte

delle singole aziende, del cosiddetto “business plan”, che è, in pratica, il documento

di pianificazione temporale delle singole iniziative con riferimento al conseguimento

126

dell’obiettivo occupazione, tenuto conto del progressivo avanzamento dello stato di

realizzazione delle iniziative medesime.

Cap. 6. Il Patto Territoriale di Miglio d’oro.

6.1. Descrizione del Patto.

Il Patto Territoriale di Miglio d’oro approvato dal CIPE in data 26 giugno 1997

prevedeva la realizzazione entro quarantotto mesi dalla pubblicazione della delibera

nella Gazzetta Ufficiale (e cioè entro il 13 ottobre 2001) di “un articolato piano di

investimenti per iniziative imprenditoriali ed interventi infrastrutturali, per un am-

montare complessivo di L. 122.922 mln (recte L. 121.689 mln), con un onere a ca-

rico dello Stato di L. 75.618 mln (recte L. 75.617,9 mln) e con un’occupazione a re-

gime di n. 661 addetti, di cui n. 581 nuovi occupati”. Il relativo piano generale, che

contemplava n.30 progetti imprenditoriali ed una opera infrastrutturale era così ar-

ticolato:

127

Opere infrastrutturali

N. S o ci e tà A tt i vi tà

In ve s t i m e n to pro pos to ( i n m i l i o n i

d i l i re )

O n e re de l l o S ta to

( i n m i l i on i di l i re )

N u m e ro o ccu pa t i

to ta l i

N u m e ro n u o vi

occu pa t i

1 Co m et a P roduzio n i m ult im ediali 8 6 5 ,0 5 96 ,7 39 1 5

2 Fo rt ex P roduzio n e bian cheria p erson ale 7 2 0 ,0 4 91 ,7 2 2 2 2

3 Drago P roduzio n e f it o co sm et ici 1 3 7 ,0 9 31 ,2 2 6 2 4

4 Sabbiam ica St abilim en t o balneare 1 .70 1 ,0 1 .1 17 ,2 3 0 3 0

5 T ro isi An t o n ella Inset t ar io 5 7 2 ,0 3 90 ,7 1 5 1 5

6 Co op erat iv a M asan iello P roduzio n e e co m m erc io f io ri 5.50 6 ,0 3 .6 88 ,0 3 9 3 1

7 Bagn o A rt uro Due St abilim en t o balneare 3 .70 0 ,0 1 .9 45 ,1 8 8

8 L a P o rt a de l P arco Ost ello ed alt re at t razio n i t ur ist ich e 7 .97 0 ,0 5 .5 11 ,5 2 2 2 2

9 CA.D I.P A . A lbergo 1 6 .19 7 ,0 1 1 .0 50 ,5 4 8 4 8

10 M at ro ne Vin cen zo A llev am en t o st ruzz i 4 7 3 ,0 3 23 ,0 9 9

11 M edit erranea P h it o cosm et ica P roduzio n e f it o co sm et ici 5 9 5 ,0 4 12 ,4 1 5 1 5

12 Cam p in g la Co llina Cam p eggio 5 .81 0 ,0 3 .8 66 ,4 1 8 1 8

13 Villa D 'Am o re A t t rezzat ure e serv izi al t urism o 1 .41 3,0 9 65 ,8 4 4

14 Oasi Verde P arco at t rezzat o 8 5 0 ,0 5 83 ,8 9 9

15 Casa della M usica e della cult ura Nap o let an a In t rat ten im en t o e spet t aco lo 2 4 5 ,0 1 67 ,3 8 2

16 Calà - Villa Bruno Rist o raz io ne 4 7 0 ,0 3 21 ,0 8 8

17 Bo rgo Bo rbo n ico del Gran at ello A lbergo 2 .54 0 ,0 1 .7 36 ,6 1 4 1 4

18 Regn o dei Bo rbon e P roduzio n e CD 2 5 0 ,0 1 70 ,9 1 5 1 5

19 P egaso Selezio n e e co m m . abit i usat i 2 9 .19 3 ,0 1 8 .8 59 ,9 12 0 12 0

20 Asso ciazion e Cit t à Im m agine Serv izi t ur ist ic i 7 6 ,0 51 ,9 4 4

21 Gast ro n om ia 2 00 0 P roduzio n e cibi p reco t t i 1 .93 2 ,0 1 .3 33 ,0 1 6 1 6

22 Cisia Serv izi m o n it o raggio am bien t ale 4 6 5 ,0 3 30 ,1 2 0 1 3

23 Cam p an ia Fo rn it ure P roduz. m acch in e indust r ia li e alim en t are 1 .11 0 ,0 7 48 ,7 6 4

24 L ia Gr izzio t t is P roduzio n e abbigliam en t o 4 .00 0 ,0 2 .7 30,5 3 0 1 1

25 I .T .S. Serv izi t elem at ici 2 .43 3 ,0 1 .6 84 ,3 4 1 3 4

26 P o ly - P ro ject Serv izio m on it o raggio am bien t ale 7 3 0 ,0 6 04 ,1 7 6

27 Acque M in erali San Ciro Inbo t t igliam en t o acqua m in erale 6 .06 1 ,0 4 .0 69 ,9 1 4 1 0

28 CI.CA .M . Sv ilupp o so f t ware 2 .02 0 ,0 1 .3 78 ,8 2 2 2 2

29 In fo rm azio ne Co m m un icazion e E dit o r ia 1 .58 0 ,0 1 .0 78 ,5 2 0 2 0

30 Co nn ect P roduzio n e m ult im edia le 2 .07 5 ,0 1 .4 78 ,4 1 2 1 2

TO TALE R IP O RTA TO N ELLA D ELIB ER A C IP E 1 0 2 .9 2 2 ,0 6 8 .6 18 ,0 66 1 58 1

TO TALE RIS CONTRATO 1 0 1 .6 8 9 ,0 6 8 .6 1 7 ,9 6 6 1 5 8 1

Proge tti inpre nditoriali ammiss ibili

Proponente Opera Invest imento Onere dello Stato

Comune di Ercolano Acquisizione area ex Kerasav 20.000,0 7.000,0

Tab. 1

128

Il Servizio per la Contrattazione programmata del Ministero del Bilancio e della

Programmazione economica il 16 ottobre 1997 ha comunicato le prescrizioni per la

presentazione dei progetti esecutivi al S.R., che è “il Miglio d’oro S.c.p.a.”. Il Mini-

stero ha ciò provveduto e il 9 gennaio 1998 ha trasmesso, insieme ai citati progetti,

le relazioni delle banche prescelte dai soggetti beneficiari ed il testo del Patto stipu-

lato.

In data 13 febbraio 1998, nelle more del completamento dell’esame dei progetti

esecutivi delle iniziative comprese nel Patto, il Ministero del Bilancio ha emanato il

decreto generale provvisorio di concessione delle risorse assegnate dal CIPE, for-

nendo anche un preciso grado di riferimento procedurale per la corretta attuazione

del Patto medesimo.

A seguito dell’istruttoria -che ha avuto tempi diversi per ciascuno degli interven-

ti- sono state approvate 8 iniziative (Acqua minerale S. Ciro S.r.l. il 13 ottobre

1998; Campania Forniture S.r.l., Conisco, Poly Project s.a.s e I.T.S., il 26 maggio

1999; CA.DI.PA. S.r.l. il 27 luglio di quell’anno; Borgo Borbonico e CISIA S.r.l. il 10

maggio 2000).

Al contrario, sedici ditte inserite nell’elenco contenuto nella delibera CIPE del 26

giugno 1997 hanno, nel frattempo, rinunciato allo status di beneficiario adducendo

motivazioni di tipo diverso.Trattasi delle iniziative: Trosi Antonella,Cooperativa Ma-

saniello, La porta del Parco, Matrone Vincenzo, Villa d’amore, Oasi verde, Galà Villa

Bruno, Fortex, Lia Griziottis, Associazione Città Immagine, Regno dei Borbone, Co-

meta, Camping la Collina, CI.CA.M., Casa della musica e della cultura napoletana e

Petaso.

Da alcune schede prodotte dal S.R., allegate alla relazione semestrale, emerge,

infatti, che sei ditte non sono riuscite a trovare l’immobile o l’area in cui localizzare

l’iniziativa, per due l’investimento è risultato incompatibile con il Piano Paesistico,

altre due invece hanno lamentato che i tempi dell’istruttoria sono risultati troppo

lunghi rispetto alle esigenze del proponente l’iniziativa, ecc..

Per quanto attiene alle restanti 6 iniziative ancora in attesa di decreto di conces-

sione, dalla documentazione in possesso della Corte è possibile evincere come per

quattro di esse (e cioè le iniziative CONNECT, Drago, Gastronomia 2000 e Mediter-

ranea Phitocosmetica) si attende il completamento dell’intervento infrastrutturale,

in quanto le medesime dovranno ubicarsi proprio nell’area che ne è oggetto (area

ex Kerasav). Con riferimento alle altre, invece, si nota che una (Sabbiamica) è in

attesa di concessione comunale; mentre un’altra (Bagno Arturo 2) ha, di recente,

ricevuto quel provvedimento e, pertanto, a breve dovrebbe essere emanato il de-

creto provvisorio di concessione.

129

Il quadro economico conseguente alle rinunce è rappresentato dalla Società “Il

Miglio d’oro” in un prospetto che, che reca la data del 24 gennaio 2001.

Da esso emerge che le iniziative imprenditoriali e l’iniziativa infrastrutturale de-

cretate comportano globalmente un onere per lo Stato di L. 26.898,0 mln. Il mede-

simo prospetto evidenzia, inoltre, come l’importo residuo (L. 48.728,0 mln) sia sta-

to decurtato del 20% “previsto dalla lettera di autorizzazione”32 e che, pertanto, la

somma che resta è pari a L. 38.976,0 mln. Di questi, L. 16.401 mln sono stati og-

getto di rimodulazione, rimanendo così ancora da impiegare L. 22.575,0 mln.

Il S.R. ha, al riguardo, comunicato che l’8 agosto 2000 è stato emanato un ban-

do pubblico, con scadenza il successivo 27 ottobre, al quale hanno partecipato 12

progetti imprenditoriali. L’esame di questi è stato effettuato dalla Europrogetti e Fi-

nanza S.p.a., la quale ha redatto una graduatoria che, alla data del 15 giugno

2001, non risulta pubblicata.

Per quanto attiene le iniziative avviate, l’organo di controllo ha reputato oppor-

tuno interpellare il S.R., cui è stata diretta la nota n. 541/VAR/2001 del 7 giugno

2001, con la quale è stata richiesta una serie di notizie relative a ciascuna delle ini-

ziative in questione, nonché valutazioni sulla rispondenza di quanto realizzato ri-

spetto ai programmi e su eventuali inadempimenti delle imprese agli obblighi pre-

visti nei singoli decreti di concessione. Tale richiesta è stata da quel Soggetto tra-

smessa alle ditte interessate, le cui risposte sono state a loro volta inviate – prive

di qualsiasi annotazione – a questa Corte.

I dati ricevuti (riportati nel prospetto di seguito allegato) evidenziano come nes-

suna delle iniziative abbia a tutt’oggi ricevuto la seconda erogazione (anche se dagli

atti trasmessi risulta che una abbia prodotto apposita istanza in tal senso il 31

maggio u.s.), anzi va sottolineato come la metà di esse abbia percepito la prima

quota solo nel corso di quest’anno. Quasi tutte le imprese, poi, dichiarano una per-

centuale di investimento molto bassa (ad eccezione della POLY PROJECT che ha at-

tivato il 62,7% dell’investimento) e prevedono che lo stesso possa essere ultimato

in epoca successiva a quella prevista nel decreto di approvazione, con ciò, ovvia-

mente, posticipando anche la realizzazione a regime dei nuovi occupati, il cui nume-

32 Nel corso dell’istruttoria è stato accertato che trattasi dell’accantonamento previsto nel punto 3 della de-libera CIPE n. 31/2000, ai sensi della quale “una quota non superiore al 20% delle risorse destinate dallo Stato al finanziamento delle iniziative comprese in Patti Territoriali o in Patti d’area, che si rendessero di-sponibili in seguito a provvedimenti di rideterminazione del finanziamento successivi alla data della pre-sente delibera, può essere utilizzata per corrispondere ai Soggetti responsabili dei Patti Territoriali e ai responsabili unici dei contratti d’area le somme per lo svolgimento del compito di cui all’art.2 comma 203 e seguenti della legge 23 dicembre 1996, n.662, come modificato dall’art. 43, comma 2, della legge 17 mag-gio 1999, n.144”.

130

ro ad oggi è abbastanza scarso (37 unità + 5 free lance e cioè collaboratori occa-

sionali).

Del resto, che le iniziative avviate si muovessero con lentezza era emerso dai

verbali relativi alle ispezioni effettuate dall’UVER.

Le medesime hanno riguardato il 27 luglio 1999 le società “Acqua Minerale San

Ciro ”e “I.T.S. Information Tecnology Services S.r.l.”, ed il 24 febbraio 2000 la so-

cietà “Campania Forniture”. In particolare per le prime due ditte, l’Unità di verifica

dà atto, oltre che di taluni problemi operativi insorti nella fase iniziale

dell’investimento, delle difficoltà che le medesime hanno incontrato nell’acquisizione

della fideiussione necessaria per ottenere l’anticipazione della prima rata del contri-

buto, al quale entrambe le imprese subordinavano l’avvio dell’investimento mede-

simo.

Per quanto, invece, riguarda la terza ispezione, il relativo verbale denuncia che:

“la verifica non ha potuto constatare il pieno raggiungimento degli obbiettivi del fi-

nanziamento, non essendo stato ancora completato il piano finanziario e quello

produttivo che entrerà a regime presumibilmente entro il dicembre dell’anno in cor-

so” (2000).

Deve comunque darsi atto che dall’esame di ulteriori atti acquisiti nel corso

dell’istruttoria è emerso che le problematiche evidenziate sono state superate. In-

fatti, le prime due ditte hanno ricevuto l’anticipazione rispettivamente il 26 gennaio

2001 l’Acqua minerale San Ciro e il 26 novembre 1999, l’I.T.S., e la Campania For-

niture S.p.a. ha prodotto istanza per ricevere la seconda quota.

Con riferimento all’unica iniziativa infrastrutturale, si rende noto che con decreto

n.998 del 18 febbraio 1999 è stato concesso in via provvisoria al Comune di Portici

“il finanziamento di L. 7 Mld per l’acquisizione dell’ area ex Kerasav, comprensivo di

ogni altro onere accessorio (spese tecniche e generali, IVA e imprevisti)”. Il connes-

so disciplinare prevede che le erogazioni devono essere effettuate dal Servizio per

la contrattazione programmata con le modalità qui di seguito indicate, le quali – ac-

cettate dal Ministero – sono state proposte dal S.R. a modifica di quelle previamen-

te stabilite nella delibera del CIPE, in quanto il Comune di Portici aveva già provve-

duto al saldo completo del costo dell’acquisizione e si trovava “in una preoccupante

situazione finanziaria”.

In particolare, l’art. 2.1 di quel disciplinare prevede che “il servizio erogherà il

finanziamento alle seguenti condizioni e con le seguenti modalità:

a) un’anticipazione pari al 30% del finanziamento alla ricezione del provvedi-

mento di accettazione del presente disciplinare e del connesso decreto di

concessione in via provvisoria, adottato dal competente organo dell’Ente;

131

b) un’ulteriore anticipazione del 50% del finanziamento all’atto della presenta-

zione della seguente documentazione da parte dell’Ente;

• atto di impegno da stipularsi tra l’Ente e le Aziende afferenti il Patto in

cui siano individuati i relativi spazi di insediamento, nonché le modalità di

ripartizione delle spese di ristrutturazione tra le parti contraenti;

• piano finanziario di copertura delle spese di ristrutturazione del comples-

so approvato con delibera degli Organi Competenti per rendere fruibile

l’area alle aziende del Patto;

• delibera di approvazione del progetto esecutivo di recupero dell’area e

degli immobili destinati alle finalità del Patto;

• piano temporale di attivazione delle opere di ristrutturazione;

• pareri, approvazioni e nulla-osta resi dalle Competenti Autorità relativa-

mente all’intervento di recupero del complesso;

c) la rata di saldo sarà erogata all’atto dell’emanazione del decreto di conces-

sione definitiva, da emanarsi previa presentazione da parte dell’Ente della

delibera di approvazione del bando di gara di appalto dei lavori del citato in-

tervento di recupero del complesso.”

La constatazione che tali modalità operative siano diverse da quelle previste da

altri Patti Territoriali - relativamente ai quali si è potuto verificare che l’intervento

infrastrutturale consiste nella realizzazione di un’opera pubblica - nonché la lettura

del disposto dell’art. 7 della delibera CIPE di approvazione del Patto in esame che,

nel disciplinare il procedimento relativo alle opere infrastrutturale richiama testual-

mente disposizioni della legge quadro in materia di lavori pubblici, hanno indotto la

scrivente a chiedere chiarimenti al riguardo al Ministero del Tesoro e al S.R..

L’amministrazione centrale non ha fornito alcun riscontro alla richiesta di

quest’organo di controllo, mentre la società “il Miglio d’oro” ha, a tal fine, interpella-

to il Comune di Portici il quale con nota n.4637 del 3 luglio 2000 ha rappresentato

quanto segue: “in virtù dell’art. 2 del disciplinare allegato al decreto, è stata eroga-

ta dal Servizio ministeriale una anticipazione del 30% dell’importo finanziato, pari a

L. 2.1 Mld, peraltro in contrasto con la deliberazione CIPE del 26/06/97.

Questa Amministrazione, a tutt’oggi, non ha approvato alcun progetto definitivo

di recupero e riqualificazione dell’area, effettuando lo “studio di fattibilità” per

l’intervento da realizzare, approvato con atto di Giunta Comunale n.380 in data 22

aprile 1998, nel quale è stata prevista la spesa tra L. 22 Mld e L. 30 Mld, secondo

due ipotesi progettuali”.

Pertanto, considerato che l’anticipazione era dal Ministero dovuta alla ricezione

del provvedimento di accettazione del disciplinare e del connesso decreto di conces-

132

sione in via provvisoria, sembra verosimile ritenere che per l’intervento in questione

nulla sia stato ancora realizzato.

Deve, inoltre, evidenziarsi che il mancato riscontro da parte del Ministero del Te-

soro alla richiesta di chiarimenti formulata da quest’organo di controllo non consen-

te neanche di conoscere quale sia l’intendimento dell’Amministrazione centrale di

fronte alla situazione rappresentata.

133

6.2. Considerazioni conclusive.

In conclusione, sulla base delle relazioni semestrali depositate dal S.R. presso il

Ministero del Tesoro, nonché dell’ulteriore documentazione acquisita da

quest’organo di controllo direttamente da quella Società, è emerso che il Patto Ter-

ritoriale di Miglio d’oro si trova in uno stato di attuazione che è ben lontano dal cor-

rispondere alla realizzazione del piano generale degli investimenti contemplati dalla

delibera del CIPE, i quali, secondo quanto in quella sede previsto, avrebbero dovu-

to, ad oggi, essere stati completati.

E’, infatti, risultato che più della metà (e cioè 16) delle imprese indicate in quel

provvedimento ha rinunciato allo status di beneficiario, mentre sei di quelle rimaste

sono ancora in attesa del decreto di concessione provvisorio.

Per quanto riguarda, invece, le otto iniziative avviate, è stato messo in luce

come le medesime hanno ricevuto solo la prima rata (quattro di esse nei primi mesi

dell’anno in corso) e che una sola ditta ha fatto richiesta della seconda quota.

In tutto sono stati versati contributi per L.10.065 mln (L. 7.965,25 mln per le i-

niziative imprenditoriali e L.3 Mld per l’intervento infrastrutturale), pari al 25,22%

di quanto previsto quale onere dello Stato per le medesime iniziative.

Del resto, anche i dati relativi agli investimenti e all’occupazione evidenziano un

basso livello di avanzamento del Patto: dalle dichiarazioni rese dalle ditte e comuni-

cate, tramite il S.R., a questo organo di controllo, si evince che l’investimento me-

dio è attualmente pari al 29,81% di quello programmato e che il numero degli oc-

cupati realizzati è di 37 unità a fronte delle 145 che le stessa imprese, una volta a

regime, devono raggiungere. Va, inoltre, rilevato, che quasi tutte le ditte dichiarano

di non essere in grado di rispettare il cronoprogramma previsto.

Ora, pur tenendo conto che a seguito della delibera CIPE n.69 del 21 giugno

2000, il termine per la realizzazione degli investimenti è di 48 mesi decorrenti dalla

data di rilascio del decreto provvisorio di concessione, è verosimile credere che la

lentezza con cui è stato avviato l’investimento determinerà un ritardo nella creazio-

ne della nuova occupazione (e conseguentemente dello sviluppo della zona), so-

prattutto in considerazione del fatto che per talune iniziative l’occupazione medesi-

ma potrà determinarsi solo successivamente alla realizzazione dell’intervento (trat-

tasi di alberghi).

E’, inoltre, risultato che l’intervento infrastrutturale si trova ancora in uno stadio

iniziale, non solo perché non è stato approvato alcun progetto definitivo di recupero

e di riqualificazione dell’area, ma anche perché il Comune, pur avendo incamerato

la prima rata a titolo di anticipazione pari al 30%, non ha ancora prodotto la docu-

mentazione richiesta dal disciplinare. Sarebbe stato opportuno,pertanto,che il Mini-

134

stero del Tesoro- il quale, si rammenta, non ha fornito alcun chiarimento alla richie-

sta rivoltagli al riguardo da questa Corte- avesse esperito indagini tendenti ad ac-

certare la realtà della situazione ed adottato i conseguenti provvedimenti.

1

35

%

%

%

%

%

%

%

%

Media %

%

Investi-mento

realizzato

9,2

31,3

100

0,3

10

25

62,7

29,813

MEZZI

PROPRI (In mi-lioni

di lire)

170,00

1.510,40

382,50

20,00

114,00

NP

NP

105,00

D

I C H I A R A T 4

0

10

0

4 1+5 free lance 18

0

37+ 5

free lance

OCCUPA-TI

NUOVI P

R E V I S T I

10

48

4

14

9

20

34

6

145

TOTALE EROGA-

ZIONI (In milioni di

lire)

1.966,00

3.422,60

374,35

750,70

123,60

539,00

543,80

245,70

7.965,75

IMPORTO

(In milioni di lire)

2^ QUOTA

DATA

IM-PORTO (In mi-lioni di lire)

1.966,00

3.422,60

374,35

750,70

123,60

539,00

543,80

245,70

7.965,75

EROGAZIONI

1^ QUOTA

DA-TA

26/01/01

20/03/00 14/12/99 18/04/01 10/03/01 03/04/00 26/11/99 20/02/01

ONERE STA-TO (In

milio-ni di lire)

3.932,0

10.267,8

748,7

1.501,4

246,8

1.078,5

1.631,4

491,4

19.898

INVE-STIMEN-

TO AMMES-

SO (In mi-

lioni di li-re)

6.023,5

15.502,1

1.135,5

2.248,7

360,1

1.580,0

2.433,0

730,4

30.013,3

DATA DE-

CRETO CON-CES-SIONE

13/10/98

27/07/99 26/05/99 10/05/00 10/05/00 26/05/99 26/05/99 26/05/99

ACQUA MINERA-

LE S. CIRO CA.DI.P

A. CAM-PANIA FORNI-TURE Borgo Borbo-CISIA S.r.l

CONI-SCO

I.T.S. POLY PRO-JECT

PATTO TERRITORIALE DI MIGLIO D’ORO (situazione al 15/06/2001) (1)

PROGETTI IMPRENDITORIALI

INIZIATIVA

1

2

3

4

5

6

7

8 TOTALE

INIZIATI-VE

(In milioni di lire)

TOTALE DA

EROGARE (In mi-4.900,0

TOTALE EROGATO (In mi-lioni di 2.100,0

Onere Stato

(In mi-lioni di 7.000,0

Investi-mento

Ammesso 20.000,

0

Data de-creto

conces-18/02/

99

OPERE INFRASTRUTTURALI (1)

Soggetto propo-nente COMU-

NE PORTI-

CI

(1) fonte dei dati: Ministero del Tesoro e Soggetto responsabile

136

Cap.7. Il Patto Territoriale della provincia di Nuoro.

7.1. Descrizione del Patto.

Il Patto Territoriale di Nuoro approvato dal CIPE in data 23 aprile 1997 prevede

la realizzazione entro quarantotto mesi dalla pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale

della delibera del CIPE (e cioè entro il 31 luglio 2001) di “un articolato piano di in-

vestimenti per iniziative imprenditoriali ed interventi infrastrutturali, per un am-

montare complessivo di L. 53.858,1 mln, con un onere a carico dello Stato di L.

44.371,1 mln e con un’occupazione a regime di n.308 addetti, di cui n.198 nuovi

occupati”. Il relativo piano generale, che contemplava 16 progetti imprenditoriali ed

un’opera infrastrutturale, era così distinto:

N. S o ci e tà A t t i vi tà

In ve s ti m e n to pro pos to ( i n m i l i o n i

di l i re )

O n e re de l l o S ta to

( i n m i l i o n i di l i re )

Nu m e ro occu pa ti

to ta l i

Nu m e ro n u ovi

occu pa t i

1 Agro fo rn it ure Lav . P ro d. Cerealico li p er alim . An im . 1 .7 80 ,00 1 .5 07 ,00 12 1 2

2 M arro n co lo r P ro d. Idrop it t ure e r ivest im en t i 2 .9 91 ,00 2 .4 55 ,00 2 9 6

3 Bassu e Bo i P ro d. uo v a da con sum o 2 .9 04 ,00 2 .4 59 ,00 1 1 9

4 Cen t ral sugh ero Racco lt a e lavo razion e sugh ero 3 .2 60 ,00 2 .7 15 ,00 1 5 1 5

5 Caffè Dev o t o T o rrefazio n e caffè 2 .2 16 ,00 1 .7 61 ,00 2 4 1 6

6 Fum u Giusep p e Carpen t eria p er im p ian t ist ica gen . 2 .6 86 ,00 2 .1 77 ,00 1 3 8

7 Im p . Edil. Deledda-M o rit t u P ro d.carp en t eria m et allica 6 50 ,00 5 50 ,00 9 5

8 Salum if ic io M urru A . P ro duzio ne di salum i 1 .8 00 ,00 1 .488 ,00 1 3 8

9 Euro graf ica P ro duzio ne t ip o -lit igraf iche 2 .2 00 ,00 1 .6 83 ,00 2 1 9

1 0 Nuov a T essit . M o m p ian o P ro duzio ne di t essut i in lana 8 00 ,00 6 77 ,00 4 8 5

1 1 Sarda Em if lex P ro d. t ubi m et allic i, com pensat o ri 18 .265 ,00 14 .6 39 ,00 4 7 4 7

1 2 Cro m o t ec Sy st em Lavo raz. acciai ret t if icat i - crom ati 8 .6 00 ,00 7 .1 20 ,00 3 9 3 9

1 3 T o rt uo v o P ro duz.di p ast a r ip ien a surgelat a 1 .5 12 ,00 1 .2 80 ,00 1 3 7

1 4 Eco edil P ro d. m anuf. legn o m ineralizzat o 1 .4 76 ,00 1 .2 27 ,00 5 5

1 5 Fadda Carn i P ro duzio ne p ro sciut t i e in saccat i 7 83 ,00 6 63 ,00 4 4

1 6 Silfo P ro d. fo rm aggi sp alm abili e t radiz. 9 50 ,00 8 04 ,00 5 3

TO TALE RIPO RTATO NELLA DELIB ERA C IPE 52 .8 73 ,00 43 .3 86 ,00 3 0 8 1 9 8

TOTALE RIS CONTRATO 52 .873 ,00 43 .205 ,00 308 198

Proge tti inpre nditoriali ammiss ibili

Ope re infras trutturali

Comune di S ilanus

Completamento infras trutture primarie

In ve s ti m e n ti ( i n m i l i o n i di l i re )

C o s to pe r l o S ta to ( i n m i l i o n i di l i re )

985 ,10 985 ,10

Progetti imprenditoriali ammissibili Tab. 4

Progetti imprenditoriali ammissibili Tab. 4

137

Il Servizio per la Contrattazione programmata del Ministero del Bilancio e della

Programmazione Economica nel giorno successivo alla pubblicazione sulla G.U. ha

comunicato le prescrizioni per la presentazione dei progetti esecutivi al S.R. del

Patto, che è la Società consortile Patto Territoriale della provincia di Nuoro S.r.l..

Questa ha trasmesso il 28 ottobre dello stesso anno il testo del Patto stipulato in-

sieme ai citati progetti e alle relazioni delle banche prescelte dai soggetti beneficia-

ri.

Nelle more del completamento dell’esame delle singole iniziative, il Ministero del

Bilancio in data 27 febbraio 1998 ha emanato il decreto generale provvisorio di

concessione delle risorse assegnate dal CIPE, con il quale è stato fornito anche un

preciso grado di riferimento procedurale per la corretta attuazione del Patto in e-

same.

Al termine dell’istruttoria -che ha avuto tempi diversi per ciascuno degli inter-

venti- sono state approvate 11 iniziative (sei in data 31 luglio 1998, due il succes-

sivo 24 novembre, una il 30 dello stesso mese, un’altra in data 11 maggio 2000 e

l’ultima il 19 settembre di quell’anno).

Le restanti cinque ditte (Caffè Devoto, Salumificio Murru A., Nuova Tessiture

Mompiano, Sarda Emiflex e Cromotec System) hanno rinunciato allo status di bene-

ficiario del Patto Territoriale, come emerge dalla relazione del S.R. depositata il 2

giugno 1999. A seguito di tali rinunce si sono resi disponibili L. 25.685 mln, dei

quali L. 20.278,4 mln sono stati oggetto di un piano di rimodulazione pre-

sentato dalla Società consortile ed approvato dal Ministero del Tesoro con decreto

del 22 dicembre 2000.

Dalle premesse di quel decreto risulta che l’unica iniziativa giudicata ammissibile

dall’istituto che ha svolto l’istruttoria è quella prodotta dalla “FIL.Ma.R.”, impresa

che, nel corso del 1999, ha già dato inizio ai lavori di costruzione di uno stabilimen-

to e, per la quale è stato deciso di dover “tutelare il legittimo affidamento ingenera-

to nell’imprenditore, consentendo pertanto, che l’eleggibilità della spesa decorra dal

momento della presentazione per l’istruttoria delle iniziative selezionate” dal S.R.

del Patto.

Pertanto, ad oggi, le ditte beneficiarie sono 12, comportano un onere per lo Sta-

to di L. 36.930,1 mln e dovranno realizzare 161 nuovi occupati. Con riferimento

all’unico intervento infrastrutturale compreso nel Patto, quel Dicastero ha reso noto

che con decreto n.2019 del 27 luglio 1999 è stato concesso in via provvisoria al

Comune di Silanus il finanziamento di L. 985,1 mln, per il completamento delle in-

frastrutture primarie da realizzarsi entro il 30 luglio 2001.

138

Per quanto riguarda lo stato delle erogazioni, dai documenti trasmessi a questa

Corte dal Ministero del Tesoro si evince che alla data del 31 maggio 2001 sono stati

globalmente versati contributi per L. 10.144,3 mln, di cui L. 394 mln in favore

dell’intervento infrastrutturale, e L. 9.750,3 mln in favore di 10 imprese. Va rileva-

to che quattro di esse (Agroforniture, Deledda e Morittu, Eurografica e Marroncolor)

hanno ricevuto due rate, mentre sei (Central Sughero, Ecoedil, Fadda carni, Fumu

Giuseppe, Tortuovo, Bassu e Boi e Fil.Mar) hanno beneficiato solo della prima, a ti-

tolo di anticipazione. Peraltro,le prime cinque delle ditte da ultimo indicate, non

hanno prodotto -in adesione a quanto prescritto dall’art.3 del decreto generale

provvisorio di concessione- la dichiarazione attestante “l’avvenuto esborso delle

spese per investimenti a fronte delle quali è stata erogata l’anticipazione e

l’avvenuta immissione della corrispondente quota del 30% di mezzi propri”, e per-

tanto il competente Servizio della Programmazione negoziata ha ad esse, di recen-

te, comunicato l’avvio del procedimento di revoca del finanziamento.

Dalla documentazione ricevuta dall’Amministrazione centrale è, inoltre, emerso

che il Ministero ha provveduto, tramite l’UVER, ad effettuare due verifiche. Le me-

desime, tenutesi entrambe il 23 febbraio 2000, hanno riguardato le iniziative EU-

ROGRAFICA e MARRONCOLOR. I relativi verbali evidenziano la presenza di talune

difficoltà operative che, peraltro -come risulta da ulteriori atti acquisiti da questa

Corte- appaiono oggi superate. Infatti, con riferimento alla prima, l’UVER palesa

che: “la relazione bancaria predisposta dal Banco di Sardegna prevede l’immissione

di mezzi propri con le modalità e gli importi sopra riportati. In sede di verifica è

stato, tuttavia, acquisito un verbale dell’assemblea ordinaria nella quale è previsto

un conferimento dei soci in c/capitale per L. 660 mln da versarsi quanto a L. 330

mln entro il 31.12.99. Tale impegno non risulta essere stato rispettato ed in sede di

visita l’amministratore unico ha comunicato che con l’approvazione del bilancio

1999 si sarebbe dato adempimento all’obbligo di immissione dei mezzi propri previ-

sti. Tale assicurazione potrà essere verificata in sede di richiesta della 2^ rata del

contributo previsto”.

Per quanto attiene, invece, alla MARRONCOLOR l’ispezione ha evidenziato che

l’impresa ha versato L. 450 mln (a fronte dei 525 previsti nella relazione effettuata

dalla Banca di Sardegna ed assunta come base per l’istruttoria del Servizio della

programmazione negoziata), in quanto la medesima reputa eccessiva

un’immissione di mezzi propri pari al 35% dell’investimento.

In ambedue le fattispecie descritte, gli atti allegati alla richiesta di erogazione al-

la seconda quota dimostrano che le Società si sono adeguate ai rilievi formulati

dall’Unità di verifica.

139

Per ultimo, dalla documentazione trasmessa dal Ministero del tesoro è emerso

come quel Dicastero ha più volte richiamato il S.R. ad essere più solerte e puntuale

nel presentare la dovuta relazione semestrale, tenuto conto che dal 17 aprile 2000

tale adempimento non è stato rispettato.

L’ultimo sollecito reca la data del 4 aprile 2001. A questo ha fatto immediata-

mente seguito la risposta di quel S.R., il quale ha rappresentato che “l’attività ad

esso assegnata viene svolta con enormi difficoltà, stante la mancanza di risorse

umane ed economiche a cui la Società ha sopperito, in questi cinque anni, con il

contributo volontaristico degli amministrativi e di alcuni collaboratori in prestito, re-

sisi disponibili da parte di componenti l’assetto societario”.

Tale situazione ha indotto quest’organo di controllo a rivolgersi direttamente a

quella Società consortile (con nota n. 489/Var/2001 del 31 maggio 2001), onde

conoscere l’attuale stato di attuazione del Patto. In esito a tale istanza, quel S.R.

ha fornito le notizie richieste trasmettendo il successivo 21 giugno apposita relazio-

ne, della quale appare necessario, in questa sede, evidenziare quanto segue:

- il comune di Silanus ha ricevuto nel corso del 2001 la terza rata pari a L.394

mln. I relativi lavori sono stati completati e l’amministrazione locale è attualmente

in attesa dell’emanazione del decreto definitivo di concessione e dell’erogazione del

saldo residuo da parte del Ministero;

- una delle società che ha ricevuto due quote (l’Eurografica) ha completamente

realizzato l’investimento, ma deve ancora ricevere il saldo dell’erogazione che è su-

bordinato alla verifica sulla documentazione finale di spesa da parte

dell’Amministrazione centrale;

- con riferimento alle altre tre iniziative destinatarie della seconda quota (Agro-

forniture, Marroncolor e Deledda &Morittu), è illustrato lo stato degli interventi ed è

rappresentato che le prime due ditte stanno predisponendo la documentazione ne-

cessaria per ricevere il saldo;

- relativamente alle ditte destinatarie di avviso di revoca del finanziamento si

precisa che due di esse (Central Sughero ed Ecoedil) sono impegnate “nella predi-

sposizione di memorie scritte e di documenti pertinenti l’oggetto del procedimen-

to.” Per quanto attiene alle altre tre, sono evidenziate le difficoltà operative da loro

incontrate, difficoltà che in un caso (Fadda) sono state tali da determinare

l’interruzione dei lavori e la sottoposizione in data 11 giugno 2001 al Ministero di

una richiesta di autorizzazione alla variante progettuale. Per le restanti due (Fumu

Giuseppe e Tortuovo) invece il ritardo nella realizzazione del programma non do-

vrebbe impedire il completamento dell’investimento nell’anno in corso. Di tali diffi-

140

coltà è stata data, peraltro, notizia al Ministero rispettivamente con note n.132 del

15 giugno 2001 e n.135 del successivo 18 giugno;

- la FILMAR ha ricevuto dalla Cassa Depositi e Prestiti l’erogazione della prima

quota a titolo di anticipazione.

Nella relazione de qua è, inoltre, fornita una descrizione dei singoli interventi ef-

fettuati da ciascuna delle ditte ed è riportato il numero degli occupati già realizzati.

Ad essa ha fatto seguito un’ulteriore relazione (trasmessa il 3 luglio c.a.) con la

quale sono stati comunicati anche i dati relativi all’importo dei lavori eseguiti, ed

alla percentuale dello stato di avanzamento delle spese sostenute in rapporto sia

all’importo complessivo dell’investimento ammissibile che a quello dell’investimento

approvato.

Sulla base degli elementi ricevuti dal Ministero e dal S.R. è stata elaborata la ta-

bella riassuntiva, posta al termine della presente relazione, dalla quale risultano i

dati più significativi emersi nel corso dell’istruttoria svolta da questa Corte.

141

7.2. Considerazioni finali.

Conclusivamente, può rilevarsi come l’esame svolto alla metà del 2001 sul Patto

Territoriale di Nuoro abbia messo in luce una situazione articolata e multiforme.

Deve, infatti, darsi atto che, per quanto attiene all’unico intervento infrastrutturale,

l’opera appare realizzata e il contributo erogato è pari all’80% del finanziamento,

mentre per quanto riguarda le iniziative imprenditoriali i dati emersi evidenziano

che un terzo (5 su 16) delle iniziative approvate dalla succitata delibera CIPE ha ri-

nunciato allo status di beneficiario del Patto; per quanto, invece, riguarda le 11 ri-

maste, alle quali va aggiunta quella ammessa a seguito della rimodulazione appro-

vata il 22 dicembre 2000, si deve, in primis, sottolineare come i relativi decreti di

concessione sono stati emanati in un lungo arco di tempo (i primi il 31 luglio 1998,

l’ultimo il 19 settembre 2000), determinandosi, così, uno sfasamento nei tempi di

attuazione del Patto, il cui termine – a seguito della delibera CIPE n.69 del 21 giu-

gno 2000 – non è più unico per tutte le iniziative, bensì differente a seconda della

data di approvazione di ognuna di esse.

Composito è apparso anche lo stato delle erogazioni, relativamente alle quali è

risultato che il totale dei contributi versati dal Ministero ammonta a L. 17.297,7

mln corrispondenti al 45,62% dell’onere a carico dello Stato globalmente previsto

per le iniziative avviate. E’, inoltre, emerso che, a tutt’oggi, nessun intervento ha

percepito il saldo finale, che quattro ditte hanno ricevuto la seconda quota, otto so-

lo la prima a titolo di anticipazione, e che cinque di queste sono state destinatarie

della comunicazione di avvio del procedimento di revoca del finanziamento, in

quanto non hanno ancora attestato l’immissione percentuale dei mezzi propri.

Relativamente, poi, allo stato di attuazione dei singoli progetti imprenditoriali, la

società consortile – a seguito di apposita richiesta di quest’organo di controllo- ha,

con nota del 5 giugno 2001, reso noto che tre ditte presentano uno stato di avan-

zamento delle spese sostenute in rapporto all’importo complessivo

dell’investimento ammissibile pari o superiore al 100% che quasi tutte le altre si

trovano in uno stato di avanzata attuazione. Solo una ditta (la Fadda carni s.n.c.)

non ha eseguito alcun lavoro. Nessuna notizia è, invece, fornita in merito

all’iniziativa aggiunta a seguito della rimodulazione (la Fil.mar.), in quanto la me-

desima non ha ancora prodotto alcuno stato di avanzamento.

E’, infine, emerso che il numero dei nuovi occupati è di 59 unità a fronte dei 161

previsti dalla delibera CIPE per le medesime iniziative (pari al 36,64%).

Sulla base di quanto illustrato può sostenersi che, se pur quanto finora realizzato

non corrisponde a quanto previsto dal piano generale approvato dal CIPE (che - si

rammenta - avrebbe dovuto essere già portato a compimento), tuttavia sembra

142

che il progetto in quella sede approvato sia riuscito in qualche modo a decollare.

Del resto, anche la rimodulazione approvata alla fine del 2000 sembra costituire un

chiaro sintomo della volontà locale di non disperdere quelle energie che avevano

trovato forma nel Patto approvato nel 1997.

Appare, pertanto, verosimile ritenere che, nonostante le problematiche ancora in

atto (di cui le difficoltà denunciate dal S.R. costituiscono senza dubbio un sintomo),

gli attori del Patto Territoriale di Nuoro si trovino ancora nelle condizioni di poter

realizzare quello sviluppo locale che costituisce l’obiettivo specifico e primario

dell’istituto qui in esame.

143

Tab. 5

(1)

PROGETTI IMPRENDITORIALI

Investimento realizzato con

rifermento all'investimento

ammesso

OCCUPATI NUOVI

PREVISTI

DICHIARATI

DATA DECRETO CONCESSIONE

TOTALE EROGAZIONI

(In milioni di lire)

1^ QUOTA 2^ QUOTA

INIZIATIVAINVESTIMENTO

AMMESSO (In milioni di lire)

ONERE STATO

(In milioni di lire)

PATTO TERRITORIALE DI NUORO (situazione al 21/06/2001)

E R O G A Z I O N I

DATAIMPORTO (In milioni

di lire)DATA

IMPORTO (In milioni

di lire)

1 AGRO FORNITURE 1.722,7 1.356,2 14/09/1999 678,1 05/12/2000 542,5 1.220,6 12 2 89 %

2 BASSU e BOI 2.904,0 2.459,0 19/09/2000 1.229,5 1.229,5 9 2 44,65 %

3 CENTRAL SUGHERO 3.253,8 2.550,6 01/07/1999 1.275,3 1.275,3 15 1 127 %

4 DELEDDA e MORITTU 641,5 507,6 14/04/1999 253,8 05/12/2000 203,0 456,8 5 6 62,72 %

5 ECOEDIL 1.476,0 1.158,8 08/06/1999 579,4 579,4 5 124 %

6 EUROGRAFICA 2.200,0 1.683,0 14/04/1999 841,5 16/10/2000 673,2 1.514,7 9 24 100 %

7 FADDA CARNI 783,0 606,8 06/09/1999 303,4 303,4 4 0 %

8 FUMU GIUSEPPE 2.556,0 2.018,1 01/07/1999 672,7 672,7 8 61,94 %

9 MARRONCOLOR 2.991,0 2.344,8 14/04/1999 1.172,4 22/11/2000 937,9 2.110,3 6 22 80,84 %

10 SILFO 950,0 804,0 IN CORSO 0,0 3 2 75,87 %

11 TORTUOVO 1.512,0 1.162,8 14/04/1999 387,6 387,6 7 29,22 %

12 FILMAR 31.814,4 20.278,4 25/05/2001 6.759,4 6.759,4 78 NP %

52.804,4 36.930,1 14.153,1 2.356,6 16.509,7 161 59 66,27media %

Investimento realizzato con

rifermento all'investimento

ammesso

TOTALE INIZIATIVE (In milioni di lire)

PREVISTI

DICHIARATI

31/07/1998

11/05/2000

24/11/1998

31/07/1998

31/07/1998

DATA DECRETO CONCESSIONE

19/09/2000

31/07/1998

22/12/2000

31/07/1998

24/11/1998

30/11/1998

31/07/1998

TOTALE EROGAZIONI

(In milioni di lire)

1^ QUOTA 2^ QUOTA

INIZIATIVAINVESTIMENTO

AMMESSO (In milioni di lire)

ONERE STATO

(In milioni di lire)

Soggetto proponenteData decreto concessione

Investimento ammesso (In milioni di lire)

Onere Stato (In milioni di

lire)

TOTALE EROGATO

(In milioni di lire)

TOTALE DA

EROGARE (In milioni di

lire)

COMUNE SILANUS 27/07/1999 985,1 985,1 788 197,1

OPERE INFRASTRUTTURALI

(1) fonte dei dati: Ministero del Tesoro e Soggetto responsabile.

Tab. 6

144

PARTE SECONDA

PATTI TERRITORIALI DI SECONDA GENERAZIONE

145

Patti Territoriali di seconda generazione. Premessa

Con tale espressione, il MTBPE suole riferirsi ai 39 Patti approvati con le nuove

procedure, in base alle deliberazioni del CIPE in date 9 luglio 1998 n. 70 e 19 feb-

braio 1999 n. 10. Con la prima, l’importo complessivo di 1500 Mld è stato riservato

ai Patti alla data della delibera stessa oggetto di apposita comunicazione al Ministe-

ro del Tesoro relativa alla favorevole conclusione dell’istruttoria bancaria, in altre

parole a quei Patti la cui istruttoria, pur essendo ancora in corso, fosse conclusa con

comunicazione al MTBPE entro il 30 novembre 1998. Essi sarebbero stati inseriti,

entro il 15 dicembre 1998, in apposita graduatoria formata secondo la metodologia

prevista nell’allegato sub uno alla delibera medesima, diretta a premiare i Patti con

le iniziative più efficaci nella creazione di nuova occupazione e più efficienti con la

massima integrazione con le infrastrutture. Il CIPE avrebbe dovuto dettare, entro il

successivo 30 dicembre, i criteri per il trattamento dei Patti non finanziati.

Con delibera CIPE del 19 febbraio 1999 n. 10, poiché alla data del 9 luglio 1998

un solo Patto Territoriale aveva concluso positivamente l’istruttoria bancaria e per-

tanto, al netto del finanziamento di tale Patto, residuava l’importo di L.1.400,2 Mld

per la graduatoria prevista dalla delibera n. 70/98, tenuto conto che nella graduato-

ria conclusasi a gennaio 1999 erano stati utilmente inseriti ventitré Patti Territoriali,

per un importo complessivo di L. 1.414,8 Mld, si decideva di incrementare la som-

ma di L. 14,6 Mld e la somma di L. 1.500 Mld destinata ai Patti che alla data della

delibera n° 70/98 avessero già concluso positivamente l’istruttoria bancaria ovvero

che alla data del 30 novembre 1998 avessero comunicato al Ministero del Tesoro,

del Bilancio e della programmazione economica l’avvenuta conclusione

dell’istruttoria bancaria.

Tra i preindicati Patti rientrano il Patto Territoriale di Ferrara, il Patto dell’Area

Sud della Basilicata ed il Patto di Matera, oggetto del seguito della presente indagi-

ne.

Il Patto Territoriale dell’Appennino centrale è stato prescelto e inserito nel cam-

pione esaminato per la duplice circostanza di essere oggetto dell’applicazione delle

norme comunitarie, pur non essendo direttamente finanziato dalla CE, e di essere il

primo esempio di Patto Territoriale multiregionale.

A tali Patti, come ricordato nella deliberazione della Sezione centrale del controllo

n. 98 del 19 ottobre 2000, si applicano integralmente le nuove procedure delineate

in base alla legge n. 662 del 96 ed alla deliberazione CIPE del 21 marzo 1997, in

particolare per quanto attiene: lo sviluppo Patti da parte anche dei Soggetti privati

e delle rappresentanze locali di categoria; il contenuto delle proposte e l’ordine di

146

preferenza delle iniziative da dichiarare nella proposta; la previsione e la disciplina

dell’assistenza tecnica dei suoi obiettivi e dei casi in cui non si fosse di essa fruito;

le modalità ed i termini dell’istruttoria da parte dei soggetti convenzionati; i pre-

supposti per procedere all’approvazione del Patto da parte del MTBPE; i Soggetti

sottoscrittori; i compiti del S.R. cui, a seguito della modifica introdotta dalla legge

n°144 del 17 maggio 1999, sono direttamente erogate le risorse sulla base dello

stato di avanzamento delle iniziative perché provveda al pagamento in favore dei

soggetti beneficiari.

147

Cap. 8. Il Patto Territoriale per Ferrara.

8.1. Nota introduttiva.

L’indagine è rivolta a verificare le modalità, i tempi di svolgimento e i risultati

conseguiti nell’attuazione di singoli Patti Territoriali, ancorché in taluni casi ancora

in itinere. L’iniziativa consegue al controllo sull’attività dell’Amministrazione centrale

- relativa all’implementazione dello specifico strumento di programmazione nego-

ziata - che recentemente ha trovato esito nella deliberazione n. 98/2000 del 19 ot-

tobre 2000 della Sezione centrale del controllo.

La sostanziale continuità della tematica riguardata da entrambe le indagini, per-

tanto, ha indotto ad articolare l’odierna disamina prendendo avvio dalle risultanze

del controllo già definito, al fine di favorire il confronto tra quanto osservato nei

confronti del MTBPE e quanto emergente dalla verifica sull’attuazione dello specifico

Patto.

Sulla base di quanto appena esposto, dunque, per la disamina complessiva del

quadro normativo di riferimento si rinvia al primo capitolo della relazione approvata

dalla precitata deliberazione n. 98/2000 nonché, per l’individuazione della disciplina

dei Patti c.d. di seconda generazione, tra cui va annoverato il Patto all’esame, alle

allegate e conclusive schede. La trattazione che segue fornisce in ogni caso riscon-

tro delle novità successivamente intervenute.

8.2. I presupposti del Patto per Ferrara.

L’area oggetto del Patto è classificabile “zona depressa” ai sensi dell’art. 1 del

decreto-legge 8 febbraio 1995, n. 32 (Disposizioni urgenti per accelerare la conces-

sione delle agevolazioni alle attività gestite dalla soppressa Agenzia per la promo-

zione e lo sviluppo del Mezzogiorno, per la sistemazione del relativo personale,

nonché per l’avvio dell’intervento ordinario nelle aree depresse del territorio nazio-

nale) come convertito dalla legge 7 aprile 1995, n. 10433, e comprende nel suo am-

bito 14 Comuni34.

33 Art. 1, cit.: “Ai fini dell’attuazione della politica di intervento nelle aree depresse del territorio nazionale e, in particolare dell’applicazione dell’art. 3, comma 1, della legge 19 dicembre 1992, n. 488, di conversione in legge, con modificazioni del decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415, e dell’art. 3 del decreto legislativo 3 aprile 1993, n. 96 e successive modificazioni ed integrazioni, si intende: a) per “aree depresse” quelle in-dividuate o che saranno individuate dalla Commissione delle Comunità europee come ammissibili agli in-terventi dei fondi strutturali, obiettivi 1, 2 e 5b, quelle eleggibili sulla base di analoghe caratteristiche e quelle rientranti nelle fattispecie dell’art. 92, paragrafo 3, lettera c), del Trattato di Roma, previo accordo con la Commissione; …”. 34 Sette Comuni sono oggetto del DOC.U.P. della Regione Emilia-Romagna (Obiettivo 5b) per il periodo 1994-1999: Berra, Codigoro, Comacchio (escluso il suo centro storico), Goro, Lagosanto, Mesola e Ostel-lato. Tre Comuni sono riguardati da DOC.U.P. (Obiettivo 2): Ferrara (parte), Copparo (parte) e Ro Ferrare-se. Gli ultimi due risultano solo recentemente inseriti nel documento per il periodo 1997-1999 nel quale, si annota, viene specificamente in rilievo il Patto Territoriale per la sub-area di Ferrara (in fase di concerta-zione), nel quadro dell’azione congiunta delle politiche economiche sociali e regionali (cfr. altresì l’art. 2 della Decisione (CE) 97/703 della Commissione europea d’approvazione del DOC.U.P. medesimo, in

148

Le specificità dell’area sono le seguenti35:

A. Le caratteristiche geografiche possono suddividersi sulla base di cinque tipo-

logie aventi influenza sull’assetto produttivo e sulla struttura settoriale e d’impresa:

1. zone dotate di buona infrastruttura primaria con giacitura superiore allo zero al-

timetrico (sussistenti alle operazioni di bonifica meccanica del territorio), costituite

dai Comuni di Ferrara e Copparo; 2. zone rivierasche al Po in cui l’insediamento

umano è direttamente determinato dalla presenza del fiume con infrastruttura pri-

maria più concentrata in corrispondenza di ponti e giacitura ancora prevalentemen-

te superiore allo zero altimetrico, costituite dai Comuni di Ro, Berra e buona parte

del Comune di Mesola; 3. zone costiere in cui l’economia d’acqua ha determinato

forme d’insediamento e d’infrastrutturazione primaria “debole”, costituite dai Co-

muni di Goro, Comacchio, Mesola (parte), Codigoro (parte) e Lagosanto; 4. zone

residuali non subsidenti con infrastrutturazione molto modesta, costituita dai Co-

muni di Codigoro, Massafiscaglia, Migliaro, Migliarino; 5. zone con presenza di va-

stissimi bacini di bonifica recente, vere e proprie conche fortemente subsidenti e

pressoché prive di insediamenti residenziali stabili, costituite dai Comuni di Jolanda

di Savoia e Ostellato (parte).

B. La popolazione provinciale si caratterizza per un progressivo decremento e

per rilevanti cambiamenti lungo tre fondamentali direttrici: 1. aumento considere-

vole della popolazione anziana correlato ad una diminuzione della popolazione in-

fantile; 2. aumento del numero delle famiglie (frammentazione verso la famiglia

mononucleare); 3. profonda modificazione della destinazione della popolazione atti-

G.U.C.E. 12 novembre 1997, n. L 308). Nelle aree dei tre Comuni - poiché coperte da deroga ex art. 92, paragrafo 3, lettera c), del Trattato di Roma istitutivo della Comunità economica europea (ora art. 87, lett. c), secondo la nuova numerazione prevista dal Trattato di Amsterdam) - risultano altresì ammissibili age-volazioni per le Grandi imprese. Sulla base di detti presupposti le medesime aree sono oggetto anche de-gli interventi ex legge n. 488 del 19 dicembre 1992, di conversione con modificazioni del decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415 recante modifiche alla legge 1° marzo 1986, n. 64, in tema di disciplina organica dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno e norme per l’agevolazione delle attività produttive. I Comuni di Massafiscaglia, Migliarino, Migliaro e Jolanda di Savoia costituiscono aree “eleggibili sulla ba-se di analoghe caratteristiche”, a mente del precitato decreto-legge n. 32 del 1995, in quanto oggetto delle misure straordinarie di politica attiva di lavoro intese a sostenere i livelli occupazionali ai sensi dell’art. 1 del decreto-legge 20 maggio 1993, n. 148 (Interventi urgenti a sostegno dell’occupazione), convertito dalla legge 19 luglio 1993, n. 236, e del correlato decreto del Ministero del lavoro da adottarsi sulla base delle intese raggiunte con la Commissione delle Comunità europee (D.M. 14 marzo 1995, d’Individuazione delle aree che presentano rilevante squilibrio tra domanda e offerta di lavoro, in G.U. 15 giugno 1995, n. 138). Tutti i summenzionati Comuni risultano compresi nell’ambito dello specifico “Programma speciale d’area Basso Ferrarese” - istituto di programmazione negoziata disciplinato dalla legge della Regione Emilia-Romagna 19 agosto 1996. n. 30 (in B.U.R. 23 agosto 1996, n. 96) - approvato con Decreto del Presidente della Giunta regionale 9 dicembre 1999, n. 478 (in B.U.R. 29 dicembre 1999, n. 150). Detto Programma, sulla base di interventi per complessivi 36,6 Mld di lire, ha come espressa finalità quella di “consolidare ed attivare meccanismi di sviluppo sostenibile, in collegamento con il sistema economico territoriale della Re-gione Emilia-Romagna, con particolare attenzione alla costituzione di nuova occupazione stabile con l’obiettivo di creare almeno 2.000 nuovi posti di lavoro in cinque anni.” (art. 1, Programma cit.). 35 La sintesi di cui nel testo trova fondamentale riferimento nella Relazione del soggetto promotore al sog-getto istruttore del Patto, prevista dal punto 1.9 del Comunicato del Ministero del Tesoro rivolto ad assicu-

149

va per settori d’attività, con il sensibile decremento dell’impiego in agricoltura cui fa

riscontro un forte incremento nel settore terziario.

C. Il mercato del lavoro è connotato da elevata disoccupazione e da riduzione di

posti stabili e qualificati, con conseguente incremento del precariato, del lavoro

part-time e del lavoro “irregolare” principalmente nelle piccole imprese. I dati ripor-

tati nel documento di Patto, aggiornati al terzo trimestre 1997, indicano un tasso di

disoccupazione, fortemente condizionato dalla situazione del settore agricolo, pari al

16,72% In ogni caso, il tasso di disoccupazione nei settori extra-agricoli è pari al

12,26%, e risulta comunque superiore a quello nazionale medio di riferimento.

Accanto al problema occupazionale viene registrata nell’area un trend negativo del-

la dinamica impreditoriale in quanto dal 1998 le imprese iscritte nell’apposito regi-

stro risultano d’entità inferiore a quelle cancellate. Il dato esprime dunque la diffi-

coltà a generare nuove energie imprenditoriali, presumibilmente per: 1. sottocapi-

talizzazione delle imprese (in particolare quelle di piccola dimensione); 2. debole

inserimento nella filiera produttiva; 3. scarsa diffusione di cultura imprenditoriale.

D. I principali settori produttivi sono i seguenti:

1. Agricoltura e agroindustria. L’agricoltura rappresenta un’importante componente

considerato che la produzione della provincia assume un posto di primo piano nel

panorama regionale36. Nonostante l’importanza del sistema agricolo, modestissimo

è tuttavia il peso dell’industria agroalimentare nella quale si registrano inoltre con-

trazioni d’attività nei settori della trasformazione delle carni, della lavorazione e

conservazione della frutta e di ortaggi, della lavorazione delle granaglie e dei pro-

dotti amidacei. Il sistema risulta costituito prevalentemente da microimprese aventi

meno di nove addetti.

2. Pesca e itticoltura. La pesca in mare ha vissuto diverse fasi e l’attuale appare ca-

ratterizzata da un orientamento sul prodotto di buona qualità destinato al consumo

fresco. E’ invece praticamente scomparso il pescato d’acqua dolce - fatta eccezione

per la pur critica situazione della vallicultura - a causa delle disastrate condizioni

rare trasparenza e pubblicità alle modalità e ai criteri relativi alle attività di assistenza tecnica e di istruttoria dei Patti Territoriali e contratti d’area (in G.U. 29 luglio 1998, n. 175). 36 Si annota che il Patto all’esame non contempla interventi a sostegno dell’agricoltura poiché l’avvio delle relative procedure è precedente all’emanazione della Deliberazione CIPE 11 novembre 1998 (Estensione degli strumenti previsti dalla programmazione negoziata all’agricoltura e alla pesca. Attuazione dell’art. 10 del decreto legislativo 30 aprile 1998, n. 173 – Delib. n. 127/98 in G.U. 7 gennaio 1999, n. 4), apportante modificazioni alla Deliberazione CIPE 21 marzo 1997 (Disciplina della programmazione negoziata - in G.U. 8 maggio 1997, n. 105). Con decisione della Commissione europea SG (99) D/7230 del 6 settembre 1999 sono state ritenute compatibili con il Trattato CE le misure relative all’estensione della programma-zione negoziata al settore agricolo e della pesca Il Patto contempla invece un intervento nel settore dei servizi afferenti alla “movimentazione ed il magazzi-naggio dei terminals e dei container, nonché il confezionamento, l’imballaggio, il reimballaggio, la pesatura e la campionatura delle merci, alimentari e non”, ricompreso dalla stessa Delib. n 127/98, a dispetto del titolo, tra quelli agevolabili con lo specifico strumento di programmazione negoziata. Sul punto si rinvia agli ulteriori approfondimenti svolti di seguito nel testo.

150

ambientali dei nostri fiumi. Pur tra non poche difficoltà - anche di tecnologie pro-

duttive - alcune produzioni di nicchia (storione, gambero) sembrano tentare nuove

vie commerciali e potranno forse costituire un punto di partenza per tentativi di ri-

presa di un comparto che, in ogni caso, appare comunque marginale nell’economia

provinciale. Di una certa importanza è invece la molluschicultura. Il volume d’affari

complessivo del settore è stimato in oltre 90 Mld, di cui oltre 50 per l’allevamento di

molluschi e per la produzione dei due stabilimenti di trasformazione in Goro e Ostel-

lato37.

3. Industria manifatturiera. I più importanti settori dell’area sono il chimico-

plastico, il meccanico e il tessile-abbigliamento.

3a. Il settore chimico. Per l’economia provinciale questo settore ha sempre avuto

una funzione trainante, pur riemergendo oggi la dicotomia tra ruolo e continuità

della chimica pubblica e prospettive della chimica privata. Tuttavia, la presenza di

un grande stabilimento petrolchimico, ormai contrassegnato da un forte assetto so-

cietario e multinazionale, non ha prodotto in passato un “indotto” se non nel settore

della cantieristica, che ne ha seguito le successive riorganizzazioni, subendo, a par-

tire dagli anni settanta, un forte ridimensionamento. Le motivazioni dell’incapacità

di diffondere nuove imprese sono state molteplici: dalla rigidità del ciclo legato al

craking dell’etilene, alle economie di scala realizzate in passato attraverso la chimi-

ca di base. Partendo dal presupposto che il lavoro in un contesto organizzativo for-

temente innovato e di tecnologia avanzata rappresenta comunque una formazione

all’impresa, si è sperimentato in passato l’uso di contratti a termine di durata an-

nuale per giovani diplomati e laureati, con un supporto formativo esterno, ed un in-

serimento lavorativo a rotazione su tutte le posizioni di lavoro previste. Al termine

di questa esperienza si profilano, per la creazione di nuove imprese, diverse ipotesi

che necessitano comunque di verifiche, in particolare con il Centro Ricerche di Mon-

tell S.p.a. e con i giovani coinvolti nel processo formativo.

3.b. Il settore meccanico. Il settore è il primo della provincia per addetti e annove-

ra alcune importanti imprese. Tuttavia, se nella zona di Cento ciò ha determinato lo

sviluppo di un distretto industriale riconosciuto dalla Regione Emilia-Romagna (indi-

ce di industrializzazione del 53,57%), il medesimo effetto non si è determinato in

altre zone. Nell’area interessata dal Patto, relativa al Basso Ferrarese, si è riscon-

trata l’esistenza di due tipologie di imprese. Una prima, minoritaria, notevolmente

sensibile ai temi dell’innovazione, sia di processo sia di prodotto, che può essere

definita “industriale”. Una seconda, non specializzata e finalizzata alla realizzazione

37 Cfr. quanto richiamato nella prima parte della precedente nota.

151

di prodotti diversificati per conto terzi - spesso carpenterie medio-pesanti e lavora-

zioni di tornitura - definibile “artigianale”38.

3c. Il settore tessile. Il settore è il secondo nella provincia per numero di addetti,

con punte significative nel Basso Ferrarese dovute alla presenza di imprese conto-

terziste operanti in prevalenza per il modenese, il Veneto, il Piemonte e la Lombar-

dia. La struttura impreditoriale è di piccola dimensione e, nel corso del tempo, ha

contribuito alla nascita di piccole imprese subfornitrici senza tuttavia comportare un

rafforzamento della medesima. Inoltre, anche la “subfornitura” tessile del ferrarese

non si sottrae alla congiuntura critica ed alla stagnazione che interessa il settore a

livello nazionale, con aggravanti in più derivanti dalla sottocapitalizzazione delle im-

prese, dall’elevato costo del lavoro, dalla scarsa flessibilità prevista nei contratti di

lavoro, dalla diversificazione della committenza.

4. Il turismo. Il turismo emiliano-romagnolo non appare aver pienamente superato

la dura crisi della fine degli anni ottanta che, senza comprometterne la posizione di

leadership a livello nazionale, ha tuttavia messo allo scoperto diversi punti di debo-

lezza. I problemi del settore si presentano come questioni non settoriali e le temati-

che sono quelle dell’utilizzo non distruttivo dell’ambiente, dell’ammodernamento

d’un sistema imprenditoriale basato su piccole unità produttive in grado di reggere

la sfida del turismo dei grandi operatori e delle grandi strutture, oltretutto in uno

scenario che rende più accesa la competizione con le altre aree economiche regio-

nali.

8.3. La promozione del Patto per Ferrara.

Il soggetto promotore è la Provincia di Ferrara che ha colto l’opportunità offerta

dalla normativa sui Patti Territoriali per reperire risorse aggiuntive39, da destinare

allo sviluppo di reddito e di occupazione di zone depresse od equiparabili, puntando

sull’incentivazione di interventi in grado, nelle aspettative, di favorire la creazione di

sistemi produttivi locali nella sostanziale considerazione che l’assetto economico e

produttivo dell’area del Patto risulta perlopiù caratterizzato da “episodi imprendito-

riali” non riconducibili ad alcun sistema di rete locale in grado di sostenere, nel

tempo, sviluppo ed occupazione40.

38 Lo schema viene definito applicabile sommariamente all’intera area del Patto. Su detta base, come si vedrà, tra le linee d’azione del Patto risultano la qualificazione della sub-fornitura ed il sostegno alla crea-zione di un indotto. 39 Rispetto i finanziamenti correlati ai documenti di programmazione richiamati supra, nota 31. 40 Nella relazione conclusiva dell’istruttoria sui progetti del Patto si da atto che il soggetto promotore: “non risulta in dissesto finanziario ai sensi dell’art. 45 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504 e suc-

152

8.4. La fase della concertazione.

La concertazione tra le parti sociali costituisce uno dei requisiti per l’attivazione

del Patto Territoriale. La concertazione va certificata con la stipulazione d’uno speci-

fico protocollo d’intesa (punto 2.10.1. lettera a) della Deliberazione CIPE 21 marzo

1997).

Il protocollo d’intesa del Patto per Ferrara è stato siglato il 23 dicembre 1997.

Non risultano tra i firmatari i seguenti enti41: Regione Emilia-Romagna42, Comune di

Migliarino, Associazione commercianti di Ferrara e l’A.G.C.I. regionale. Il protocollo

in particolare impegna:

La Provincia a semplificare gli adempimenti burocratici che attengono ai progetti

e a collaborare col S.R. per dare la più ampia informazione e promozione alle finali-

tà ed ai contenuti del Patto, nonché a predisporre e/o rafforzare strumenti tecni-

co/organizzativi in grado di fornire informazioni e assistenza nell’ambito delle pro-

cedure attivate. Ulteriori obblighi, in tema di coordinamento e programmazione

d’interventi di sostegno, formazione professionale e tutela della condizioni ambien-

tali, discendono inoltre sia dalla normativa nazionale che regionale.

I Comuni sia a snellire e semplificare le procedure amministrative di loro compe-

tenza per il rilascio delle concessioni edilizie per nuovi insediamenti produttivi, sia a

precedere ad una progressiva omogeneizzazione delle procedure medesime e degli

iter burocratici e di controllo in genere. In particolare s’impegnano a rispettare i

termini previsti e, ove possibile, ridurli ulteriormente ed a ottimizzare la comunica-

zione tra i diversi enti competenti al rilancio di pareri e autorizzazioni anche attra-

verso l’uso di strumenti tra cui la Conferenza dei servizi. L’impegno prevede altresì

l’adozione di una medesima procedura da concertarsi con tutti gli organismi compe-

tenti in materia e sottoscrittori del protocollo d’intesa.

Le Associazioni di categoria imprenditoriali e cooperative, operanti nei settori

dell’agricoltura, dell’industria, dell’artigianato, del commercio e servizi a promuove-

re iniziative finalizzate allo sviluppo dell’area, a stimolare attivamente e assistere da

un punto di vista tecnico, con i propri servizi e le proprie strutture, gli associati nel-

cessive integrazioni e modificazioni, né è stato oggetto di provvedimenti ai sensi del disposto dell’art. 15 bis della legge n. 55 del 1990”. 41 Nonostante indicati tra i sottoscrittori nella Relazione del soggetto istruttore del 30 novembre 1998. 42 L’impegno che avrebbe assunto la Regione Emilia-Romagna, risultante dal menzionato protocollo, sa-rebbe stato il seguente: “partecipare attivamente alla realizzazione delle diverse azioni del Patto, a favorire l’integrazione tra le azioni e i programmi regionali ordinari e straordinari di finanziamento nonché a pro-muovere il coordinamento con i propri strumenti di programmazione concertata, segnatamente il Progetto speciale d’area interessante i Comuni del Basso Ferrarese. A questo proposito la Regione si impegna a sostenere tramite lo strumento del Progetto speciale d’area le iniziative promosse da istituzioni di Migliaro, Migliarino, Massafiscaglia e Jolanda di Savoia, Comuni inclusi nel Patto Territoriale ma non direttamente

153

la realizzazione di nuovi investimenti. Specifico impegno riguarda la formazione e

qualificazione professionale, in base al quale le associazioni garantiscono interventi

in favore di lavoratori già occupati e non, nonché per gli imprenditori.

Le Organizzazioni sindacali a concertare strumenti utili a realizzare un ambiente

favorevole a nuove iniziative imprenditoriali ed al rilancio degli investimenti.

Gli Istituti di credito a partecipare al programma mettendo a disposizione risorse

finanziarie a condizioni migliori rispetto quelle applicate in operazioni con i Consorzi

fidi regionali. Ulteriore impegno è quello dell’assistenza alle imprese nella fase

d’implementazione del Patto.

I Consorzi di garanzia fidi ad assicurare il supporto alle imprese nella gestione fi-

nanziaria attraverso strutture regionali (Artigiancredit, Cooperfidi e Finindustria) già

individuate dalla Regione Emilia-Romagna e dall’Unione Europea quali soggetti at-

tuatori delle misure di sostengo alle PMI (piccole e medie imprese) previste dal

DOC.U.P. (Documento unico di programmazione alla base dell’intervento finanziato

con i Fondi strutturali comunitari) della Regione Emilia-Romagna per il periodo

1997-1999 (obiettivo 2), per alcune zone della provincia di Ferrara. In particolare

l’impegno è quello di pervenire a convenzioni ad hoc per supportare efficacemente i

progetti d’investimento delle imprese che li hanno dichiarati, per operazioni di fi-

nanziamento a medio termine (48, 60, 84 mesi). Inoltre, poiché il finanziamento di

progetti, piuttosto che di imprese, presenta profili di rischio superiori e sconta la

diffidenza del mondo del credito, i Consorzi si rendono disponibili a considerare la

possibilità dell’istituzione di un Fondo rischi sulla cui base i Consorzi fidi regionali

potrebbero aumentare i limiti di garanzia normalmente concessi (tra il 30 e il 50 %

del finanziamento) sino a percentuali sicuramente interessanti per le piccole e me-

die imprese (70 – 80% del finanziamento). In detto modo si consentirebbe la pos-

sibilità di finanziamento non solo in relazione alla consistenza patrimoniale delle im-

prese, e si otterrebbe altresì l’apertura di spazi di contrattazione dei tassi

d’interesse di convenienza per l’intero settore imprenditoriale.

La Camera di commercio ad assicurare i necessari supporti e gli strumenti cono-

scitivi, informativi ed operativi di cui dispone, nonché ad attivare servizi alle impre-

se per l’innovazione, la qualificazione delle risorse umane, l’informazione e la pro-

mozione del territorio. Quale compito istituzionale, s’impegna inoltre a favorire

l’accesso e l’acquisizione dei dati statistici e delle notizie utili a gestire i processi di

sviluppo territoriale e a valutare gli effetti del Patto Territoriale rispetto agli obiettivi

prefissati e i risultati via via conseguiti.

beneficiari delle relative risorse poiché non compresi nell’ambito territoriale soggetto all’intervento finanzia-to con i Fondi strutturali comunitari.”

154

L’ARPA (Agenzia regionale per l’ambiente), l’Azienda Unità sanitaria locale di Fer-

rara e il locale Comando dei Vigili del Fuoco ad attivarsi per snellire le procedure di

loro competenza per assicurare alle imprese il conseguimento in tempi certi e brevi

delle necessarie autorizzazioni legate all’apertura di nuovi insediamenti produttivi

e/o di ampliamenti e ristrutturazioni d’insediamenti esistenti, altresì garantendo la

necessaria assistenza tecnica alle imprese nella fase di redazione dei progetti.

8.5. La definizione degli obiettivi e degli interventi.

La normativa concernente i Patti Territoriali, vigente nella fase d’avvio del Patto

per Ferrara, prevedeva la concessione di finanziamenti per l’attuazione di un pro-

gramma di interventi nei settori dell’industria, agroindustria, servizi, turismo ed in

quello dell’apparato infrastrutturale, tra loro integrati. E’ inoltre previsto che il Patto

debba essere caratterizzato da obiettivi di promozione dello sviluppo locale in ambi-

to subregionale compatibili con uno sviluppo ecosostenibile (punto 2.1 della Delibe-

razione CIPE 21 marzo 1997)43.

Obiettivo prioritario del Patto per Ferrara è quindi l’attrazione di imprese in grado

di produrre effetti rilevanti sulle economie locali da un punto di vista produttivo

(creazione di indotto, valorizzazione della qualificata sub-fornitura esistente) e da

un punto di vista occupazionale.

Al fine del conseguimento di detto obiettivo il Patto definisce i seguenti assi

d’intervento corredati da specifiche azioni.

Asse 1. Miglioramento dell’ambiente esterno alle imprese sotto il profilo delle

dotazioni infrastrutturali e delle prestazioni (interventi sulle infrastrutture per mobi-

lità, interventi sul mercato del credito, snellimento delle procedure burocratiche) e

politiche di attrazione e degli investimenti produttivi (attrazione di investimenti pro-

duttivi per il potenziamento dei poli industriali e occupazionali);

43 Si richiama che la Deliberazione CIPE 21 marzo 1997, fondamentalmente disciplinante l’istituto del Pat-to Territoriale e degli ulteriori strumenti di programmazione negoziata, è stata assoggettata al vaglio della Commissione Europea poiché recante “aiuti concessi dallo Stato”, materia specificamente riguardata dal Trattato di Roma istitutivo della Comunità economica europea. Nel merito le Autorità italiane chiarirono che attraverso gli istituti del Patto Territoriale e del Contratto d’area vengono erogati aiuti conformi a strumenti vigenti già notificati ed approvati dalla Commissione (il regime di aiuto introdotto dalla legge n. 488 del 1992, approvato dalla Commissione con decisione comunicata con lettera del 30 giugno 1997 SG.97/D/4949, e gli aiuti alla ricerca e innovazione approvati con decisione comunicata con lettera del 17 novembre 1997 SG 97.D/9536). La Commissione Europea, con nota 13 marzo 1998, ha quindi constatato che i menzionati istituti non costituiscono un regime nuovo rispetto quelli già notificati ed approvati e, con-seguentemente, ha affermato che la disciplina prevista per i Patti Territoriali (e i Contratti d’area) costitui-sce solo una diversa modalità amministrativa del regime di aiuto già autorizzato per la legge n. 488 del 1992. Ciò posto, si chiarisce inoltre che taluni settori d’intervento, richiamati dalla Deliberazione 21 marzo 1997, sono soggetti a divieti e limitazioni derivanti dalla normativa comunitaria (agricoltura, pesca e i setto-ri c.d. “sensibili” della siderurgia, della cantieristica navale, delle fibre sintetiche e dell’industria automobili-stica). Nessuno di questi viene in rilievo nell’ambito del Patto per Ferrara.

155

Asse 2. Rafforzamento del potenziale e delle eccellenze presenti sul territorio (fi-

liere agroalimentari, piccola impresa tessile e meccanica, grande impresa e territo-

rio, servizi per la qualificazione e lo sviluppo competitivo);

Asse 3. Qualificazione del potenziale turistico dell’area (progetto Volano e diver-

sificazione dell’offerta costiera).

I contenuti delle azioni sono i seguenti:

Asse 1 – infrastrutture. Il problema principale viene individuato nella chiusura

delle reti viarie esistenti, frammentate oppure non più adeguate, a completamento

delle reti principali di connessione infrastrutturale e a sostegno della domanda turi-

stica differenziata.

Asse 1 – finanza. La promozione dello sviluppo e degli investimenti abbisogna di

interventi per favorire l’accesso al credito alle piccole e medie imprese locali e

dell’individuazione di nuovi strumenti finanziari per gli investimenti produttivi (ad

es. fondo di rotazione e project financing, ecc.). Le iniziative individuate trovano ri-

scontro nei protocolli d’intesa firmati tra gli Istituti di credito maggiormente rappre-

sentati a livello locale ed il Consorzio regionale fidi.

Asse 1 – snellimento delle procedure. La tematica del miglioramento dell’azione

della P.A. e degli organismi coinvolti nelle procedure del Patto trova un iniziale ri-

scontro nei protocolli d’intesa stipulati nell’ambito del Patto medesimo.

Asse 1 – attrazione investimenti produttivi. Il territorio interessato dal Patto pre-

senta nel suo complesso aree utilizzabili per nuovi insediamenti produttivi con con-

dizioni di contorno favorevoli ai nuovi insediamenti. Si prevede al riguardo d’agire

con molteplici azioni che vanno dalla creazione delle condizioni infrastrutturali di

base, alla dotazione dei siti con i necessari standard, alla messa in campo di servizi

di accompagnamento alla localizzazione di nuove imprese, fino alla realizzazione di

iniziative di marketing territoriale e di semplificazione delle procedure per

l’insediamento.

Asse 2 – filiere agroalimentari. Vengono registrate a livello locale necessità di

potenziare alcuni passaggi della catena, principalmente per ciò che riguarda la tra-

sformazione (innovazione del livello tecnologico degli impianti), la conservazione e

la commercializzazione.

Asse 2 – piccola impresa tessile e meccanica. Il settore è interessato da inter-

venti anche strutturali (ad es. la creazione di una Borsa della sub-fornitura,

l’attivazione di corsi di formazione, la territorializzazione dei servizi per le imprese)

in corso di realizzazione ed in parte finanziati con risorse messe a disposizione del

DOC.U.P. della Regione Emilia-Romagna (Obiettivo 2). Nell’ambito del Patto vengo-

156

no considerate le proposte di progetti imprenditoriali finalizzate a favorire investi-

menti per l’ampliamento e/o l’ammodernamento degli impianti.

Asse 2 – grande impresa e territorio. Il disegno è quello di favorire la nascita e lo

sviluppo di realtà imprenditoriali collegate alle attività produttive delle grandi azien-

de, ubicate nel polo chimico di Ferrara e nel polo della meccanica che gravita attor-

no alla Berco S.p.a. di Copparo44.

Asse 2 – servizi per la qualificazione e lo sviluppo competitivo. Di fondamentale

importanza è il tema dei servizi alle imprese che s’intende affrontare con

l’attivazione di una gamma d’iniziative di animazione economica attraverso

l’estensione all’area del Patto di azioni già progettate o implementate nell’ambito di

Comuni compresi nel DOC.U.P. della Regione Emilia-Romagna (obiettivo 2)45.

Asse 3 – progetto Volano. Gli interventi intendono cogliere la complessità del

mercato turistico in espansione – contrazione – differenziazione.

Asse 3 – diversificazione dell’offerta costiera. L’azione sulla costa viene conside-

rata determinante sia perché il balneare risulta ancora di gran lunga la maggior

componente dell’offerta turistica ferrarese, sia perché proprio sulla costa sono evi-

denti i limiti di uno sviluppo turistico non mirato, in cui il fattore sviluppo è stato

sempre identificato con la crescita fisica degli insediamenti turistici e con il conse-

guente elevato consumo della risorsa primaria Territorio, senza la quale anche

l’attività economica non può sopravvivere.

8.6. L’individuazione dei progetti infrastrutturali.

La definizione dei progetti per infrastrutture è stata effettuata dalla Provincia di

Ferrara con Deliberazione di Consiglio 10 giugno 1998, n. 65/25358, approvante il

programma degli interventi finalizzati alla realizzazione del Patto Territoriale ed i re-

lativi progetti preliminari, questi ultimi per quanto di competenza

dell’Amministrazione medesima.

8.7. La fase dell’assistenza tecnica.

La disponibilità di progetti d’investimento per iniziative imprenditoriali nei diversi

settori e la complessiva integrazione di tutte le iniziative contenute nel Patto - tale

da rendere coerenti gli interventi con gli obiettivi individuati - costituisce il secondo

44 La realizzazione di un incubatore a Copparo, in collaborazione con la Berco si colloca in questo filone sperimentale. Inoltre, una specifica azione per la creazione di nuove imprese coinvolge la Montell S.p.a. nell’ambito della Misura 1.6 del DOC.U.P. della Regione Emilia-Romagna (obiettivo 2). 45 I Comuni già interessati dalla Misura 2.2, sottomisura A, del DOC.U.P. della Regione Emilia-Romagna (Obiettivo 2) sono quelli di Ferrara, Copparo e Ro. I relativi obiettivi risultano articolati in un Programma operativo redatto dalla S.I.PRO. S.p.a. che della misura stessa è soggetto attuatore.

157

requisito per l’attivazione del Patto stesso46. Per agevolare la predisposizione dei

progetti, è previsto che i soggetti promotori del Patto ed il S.R. possano chiedere

agli uffici del MTBPE assistenza nell’approntamento di elementi utili a documentare i

requisiti dei progetti medesimi, fornibile anche attraverso apposite convenzioni con

società di servizi47.

Nell’ambito del Patto per Ferrara non vi è stato il ricorso a società di servizi con-

venzionate col MTBPE. Della circostanza viene fatta menzione nella nota del 10 lu-

glio 1998 della Provincia di Ferrara al soggetto istruttore, di richiesta d’avvio

dell’istruttoria sui progetti. Si annota, al riguardo, che nell’ambito del protocollo

d’intesa è stato ricorrente l’impegno formulato nel senso di garantire la necessaria

assistenza alle imprese nell’elaborazione dei progetti (in termini la Provincia, le As-

sociazioni di categoria, i Consorzi di garanzia fidi, l’ARPA, l’Azienda Usl, ed i Vigili

del Fuoco).

In conseguenza, si sono determinati un minor aggravio procedurale e di spesa.

Si consideri infatti che all’attivazione dell’opzione normativamente prevista, a tacere

del risparmio sui compensi, si ricollega automaticamente la nomina d’un Comitato

di verifica e coordinamento al quale sono attribuiti compiti di valutazione del pro-

gramma operativo predisposto dalla società d’assistenza, e di monitoraggio sul rela-

tivo stato d’avanzamento “almeno ogni 15 giorni”48.

Ciò nonostante l’esito dell’istruttoria, come si vedrà, ingenera talune perplessità

sulle modalità di gestione di detta fase del Patto49.

8.8. La presentazione dei progetti imprenditoriali.

46 Punto 2.10.1, comma 1, lettera b) della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997. 47 Punto 2.10.1, comma 2, della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997. La normativa di riferimento, la proce-dura di selezione delle società per l’assistenza ai Patti Territoriali nonché i contenuti delle convenzioni sti-pulate con le singole società sono state oggetto di puntuale ricognizione nell’ambito della Delib. n. 98/2000 di questa Corte (Relazione, capitolo 3 dal titolo: ”L’attività dei Soggetti Esterni al Patto”). Particolare censu-ra è riferita al fatto che “la stipula delle convenzioni non è stata da sola sufficiente ad assicurare trasparen-za e pubblicità alle modalità e ai criteri relativi alle attività di assistenza e di istruttoria di Patti in quanto nel-la seduta del 9 luglio 1998 il CIPE ha demandato al MTBPE la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di apposito comunicato per ottenere quei risultati che si sono appena indicati”. Censure sono mosse inoltre al “Comunicato rivolto ad assicurare trasparenza e pubblicità alle modalità ed ai criteri relativi alle attività di assistenza tecnica ed istruttoria dei Patti Territoriali”, pubblicato in G.U. del 29 luglio 1998. Al riguardo si osserva che “L’atto non reca né data né firma. La sua lettura evidenzia che lo stesso è in parte identico alle convenzioni esaminate, in parte modificativo di quelle. Rilevando che non è chiara la natura giuridica di tale atto può in ogni caso affermarsi che lo stesso quale “COMUNICATO” non appare idoneo a modifi-care unilateralmente le clausole contrattuali contenute nelle convenzioni per l’assistenza...” (Relazione, cit., p. 23 e ss.). Si omette l’indicazione delle modifiche in argomento poiché non rilevanti nell’ambito del Patto per Ferrara. Cfr. infra nel testo. (48) Comunicato MBTPE, parte I, punti 1.4, commi 3 e 4, 1.6, 1.7, 1.8. Al riguardo si richiamano le censure formulate nella Delib. n. 98/2000 di questa Corte per la quale: 1) il Comunicato MTBPE non aveva tra le sue finalità la disciplina di attività di controllo; 2) l’istituzione di ulteriori organi di controllo, oltre che esulare dagli obiettivi del Comunicato medesimo, si pone in contrasto sia con la legislazione vigente sia con le stesse premesse del Comunicato stesso. 49 Vedi infra, p. 16

158

La fase dell’acquisizione dei progetti ai fini dell’accesso per le imprese ai benefici

articolati dal Patto non risulta espressamente disciplinata dalle specifiche disposi-

zioni concernenti i Patti Territoriali.

Il Patto per Ferrara si caratterizza nel merito per la mancanza di un bando di

concorso. Il S.R. ha al riguardo chiarito che l’iniziativa è parsa in origine di bassa

spinta agli investimenti e di scarsa attrazione di risorse. Le motivazioni addotte

consistono nei tempi non brevi previsti per l’erogazione complessiva dei benefici.

Quanto alle specifiche procedure di manifestazione d’interesse attivate, il S.R. ha

chiarito che: “Relativamente alla pubblicità data all’iniziativa di Patto, si fa presente

che fu scelta la strada del coinvolgimento sin dall’inizio di tutte le categorie econo-

miche provinciali, dei sindacati, degli istituti di credito operanti nel territorio (tutti)

oltre che di tutti i consorzi di garanzia regionali, tra l’altro usando come canale

d’informazione anche le linee già avviate per il Programma speciale d’area Basso

Ferrarese (sostenuto su base di legge regionale) che comprendevano anche iniziati-

ve di marketing territoriale verso l’intorno interregionale di riferimento per Ferrara.

Dopo la sottoscrizione del primo protocollo d’intesa tra Enti locali (Provincia + 14

Comuni) nel dicembre 1996, si è costituito un tavolo permanente per la concerta-

zione con tutti i soggetti sopra indicati che ha operato a partire dall’ 8 gennaio 1997

- e che ancora oggi è attivo sul Patto - con almeno 11 riunioni plenarie e con nume-

rosi incontri su temi specifici. La pubblicità data all’iniziativa in questo modo portò

alla raccolta di numerosissime intenzioni di progetto da parte di imprese, che di-

vennero (al dicembre 1997) 145 candidature formali (di cui 28 nei servizi e 7 nel

turismo) per un investimento previsto di 936 Mld ed una nuova occupazione stimata

in 1.334 unità. La documentazione di questo percorso è disponibile presso

l’Amministrazione provinciale di Ferrara che ha promosso il Tavolo della concerta-

zione”50.

8.9. La fase istruttoria.

L’istruttoria sui progetti raccolti è stata effettuata dalla società Europroget-

ti&Finanza S.p.a., convenzionata col MTBPE ai sensi del punto 2.10.1, comma 1,

lett. b) della Deliberazione CIPE 21 marzo 199751 e l’individuazione della medesima

50 Nota e-mail del Soggetto responsabile del 23 maggio 2001. 51 Sulla base della convenzione, stipulata il 16 dicembre 1997, la Società ha assunto la responsabilità del corretto e puntuale espletamento del servizio d’istruttoria e di tutti gli adempimenti connessi, ed in partico-lare: a) della completezza e idoneità degli elementi e documenti acquisiti nel corso dell’istruttoria; b) dell’esito istruttorio, anche in riferimento - in sede di verifica della documentazione di spesa - alle even-tuali condizioni e prescrizioni poste a carico dei soggetti titolari dell’investimento, nonché in ordine all’obbligo di notifica da parte del Ministero del Tesoro, del bilancio e della programmazione economica alla Commissione europea delle iniziative soggette a tale adempimento; c) della tempestiva notifica di tutti gli elementi che possono determinare la eventuale revoca, parziale o totale, dei finanziamenti, di cui sia

159

- istituto di medio credito della Cassa di risparmio di Ferrara (una delle tre banche

socie del S.R. del Patto), già soggetto istruttore di altra procedura di sostegno per

le attività economico produttive della provincia (ex legge n. 488 del 1992) - è stata

effettuata con Deliberazione della Giunta provinciale di Ferrara 3 febbraio 1998, n.

41/503052.

L’istruttoria è stata formalmente avviata il 13 luglio 1998 (data della comunica-

zione d’avvio al MTBPE), a seguito della richiesta del 10 luglio 1998

dell’Amministrazione provinciale di Ferrara, ed ha registrato una sospensione di 60

giorni - dal 6 agosto 1998 al 5 ottobre 1998 - per richieste di completamento della

documentazione concernenti i cinquantotto progetti53.

Risultano avviate in istruttoria domande per n. 58 progetti, pari ad un ammonta-

re di 56 Mld di richieste di sovvenzioni statali. I criteri sostanziali54 applicati nella

selezione dei progetti sono quelli previsti dalla Deliberazione 21 marzo 1997.

Detti criteri sono stati specificati ed in parte integrati dalle prescrizioni del più

volte richiamato Comunicato MTBPE (punto 2.1)55.

Dei richiamati parametri la Relazione conclusiva dell’istruttoria fornisce puntuale

riscontro. Quanto alla rispondenza dei progetti ai criteri normativamente posti viene

venuta a conoscenza; d) della pertinenza e congruità delle spese ammissibili sostenute dai soggetti bene-ficiari dei finanziamenti e ritenuti ammissibili. Cfr. inoltre la seguente nota. 52 La normativa di riferimento, la procedura di selezione delle società per l’assistenza ai Patti Territoriali nonché i contenuti delle convenzioni stipulate con le singole società sono state oggetto di puntuale rico-gnizione nell’ambito della Delib. n. 98/2000 di questa Corte (Relazione, capitolo 3 dal titolo: “L’attività dei Soggetti Esterni al Patto”). Si richiama, come già svolto in precedente nota, che una particolare censura si è riferita al fatto che “la stipula delle convenzioni non è stata da sola sufficiente ad assicurare trasparenza e pubblicità alle modalità e ai criteri relativi alle attività di assistenza e di istruttoria di Patti in quanto nella seduta del 9 luglio 1998 il CIPE ha demandato al MTBPE la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di ap-posito comunicato per ottenere quei risultati che si sono appena indicati”. Ulteriore e sostanziale censura, inoltre, è formulata con riferimento al “Comunicato rivolto ad assicurare trasparenza e pubblicità alle moda-lità ed ai criteri relativi alle attività di assistenza tecnica ed istruttoria dei Patti Territoriali”, pubblicato in G.U. del 29 luglio 1998 (in seguito Comunicato MTBPE). Al riguardo si osserva che “L’atto non reca né data né firma. La sua lettura evidenzia che lo stesso è in parte identico alle convenzioni esaminate, in par-te modificativo di quelle. Rilevando che non è chiara la natura giuridica di tale atto può in ogni caso affer-marsi che lo stesso quale “COMUNICATO” non appare idoneo a modificare unilateralmente le clausole contrattuali contenute nelle convenzioni…”. Le specifiche censure rivolte dalla Delib. n. 98/2000, cit., al Comunicato MTBPE sono richiamate nel testo in riferimento alla disamina delle singole fasi riguardate dal documento medesimo. 53 La Delib. 98/2000 della Corte dei conti rileva che il punto 2.3, secondo periodo, del Comunicato MTBPE prevedente la sospensione per una sola volta del termine di 90 giorni, si pone in contrasto con l’art. 5, comma 3, della convenzione MTBPE- Società privata disponente che il termine richiamato possa essere interrotto una sola volta. 54 Quelli di forma relativi alla regolarità e completezza delle domande sono stati definiti al punto 2.1. del Comunicato MTBPE. La Delib. 98/2000 della Corte dei conti rileva che detto “punto” amplia il numero degli atti che devono essere presentati unitamente alla richiesta di istruttoria, la cui contemporanea presenza è necessaria a che si apra tale fase, ciò in modifica dell’art. 2.1.1. della convenzione stipulata tra MTBPE e Società privata. 55 In particolare, il Comunicato MTBPE specifica quali spese per beni acquistati tramite locazione finanzia-ria sono ammesse alle agevolazioni (punto 2.A del Comunicato, cit.).

160

tuttavia svolto rinvio alle risultanze istruttorie ai medesimi allegati56. Per quanto

concerne taluni dei parametri di valenza complessiva sopra richiamati si rileva che:

- la coerenza e l’integrazione tra le iniziative del Patto è affermata sulla base di

diagrammi dei quali non è dato conoscere il fondamento, considerato che gli Assi

d’intervento ivi schematizzati non trovano confronto con le linee d’intervento (Assi,

Interventi e Azioni) definite nel Patto per Ferrara;

- la valutazione della coerenza del Patto col più complessivo sistema di pro-

grammazione risulterebbe “estrapolata” sulla base della ricostruzione del menziona-

to sistema “esterno” attraverso diagrammi, di larga massima, concernenti le linee

d’intervento della programmazione regionale in atto (in relazione alla quale non è

dato conoscere quali siano i documenti di riferimento), e della programmazione co-

munitaria (“desunta” dal documento “Agenda 2000”). Detta metodologia non con-

sente di apprezzare i limiti intrinseci alle programmazioni medesime e, pertanto, di

poter sostanzialmente valutare la coerenza in argomento se non in termini mera-

mente terminologici. A sostegno di quanto esposto si rinvia alla disamina delle me-

todologie adottate nell’ambito di altri Patti57.

Il procedimento istruttorio si è concluso il 30 novembre 199858 - entro il termine

prescritto di 90 giorni, non computandosi dunque la sospensione - con

l’ammissione di 35 iniziative produttive (presentate da 34 imprese59) e di 3 progetti

infrastrutturali.

A monte delle ammissioni si sono registrate tre rinunce in corso di procedura

mentre all’esito della medesima sono state ritenute non ammissibili alle agevolazio-

ne 20 iniziative imprenditoriali.

Il giudizio di non ammissibilità importa, per il Patto all’esame, la non rilevanza

nel caso concreto della questione afferente i compensi spettanti al soggetto istrutto-

re correlati alla negativa valutazione di singoli progetti60.

56 Non sono state acquisite, nell’ambito del presente controllo, le risultanze delle singole istruttorie sui pro-getti. Queste risultano agli atti della Società Europrogetti & Finanza S.p.a. . 57 Si veda ad esempio, sul punto, la relazione istruttoria concernente il Patto per l’Appennino Centrale. 58 Data di comunicazione dell’avvenuto compimento della procedura al MTBPE. La conclusione dell’istruttoria alla predetta data avrebbe consentito, ai sensi della Deliberazione CIPE 9 luglio 1998, n. 70/98 (Riparto risorse di cui all’art. 1, comma 1, della legge 30 giugno 1998,n.208, in G.U., 22 agosto 1998, n. 195), l’inserimento del Patto in apposita graduatoria da predisporsi entro il 15 dicembre 1998 ai fini dell’assegnazione delle risorse stanziate dalla legge n. 208 del 1998 (1.500 Mld), precitata. In seguito, tuttavia, il termine per la formazione della graduatoria è stato prorogato al 31 gennaio 1999 dalla delibera-zione CIPE 22 dicembre 1998, n. 139. Tutti i 23 Patti utilmente collocati in graduatoria venivano finanziati con somme individuate - e per la quota parte non ancora attribuita per l’effetto assegnata al Ministero del Tesoro - con Deliberazione CIPE 19 febbraio 1999, n. 10/99 (in G.U. 3 aprile 1999, n. 78). 59 Due i progetti presentati dalla Reynolds Wheels S.p.a. ammessi al Patto. 60 Cfr. Sezione controllo CdC, delib. n. 98 del 2000 (Relazione, cit., p. 27), nella quale si rileva la mancan-za di una netta linea di demarcazione tra l’ipotesi in cui l’istruttoria su una singola iniziativa si concluda ne-gativamente (compenso per l’istruttore fisso intero e 50% variabile) e quella in cui sulla stessa sia stato espresso un giudizio di non ammissibilità (compenso solo fisso intero).

161

La motivazione delle singole esclusioni è stata comunicata dall’istruttore al S.R.

del Patto, su richiesta di questo, in data 16 febbraio 1999 e, quindi, presumibilmen-

te, solo successivamente a tale data le imprese non ammesse hanno avuto contez-

za delle ragioni dell’esito negativo61.

In particolare l’esclusione di 15 dei 20 progetti poggia sulla constatazione di ca-

renze, anche diffuse, di dati e documentazione necessarie alla valutazione tecnico,

economica e finanziaria dei programmi d’investimento ed ingenera pertanto dubbi,

nel caso dello specifico Patto, sulla correttezza della scelta del mancato ricorso al

supporto finalizzato alla predisposizione dei progetti, normativamente previsto.

I dati concernenti i progetti ammessi, imprenditoriali e infrastrutturali, sono con-

tenuti nelle seguenti tabelle (TAB da 1 a 4).

61 Nella lettera del soggetto istruttore, con richiamo alla legge n. 241 del 1990, viene tuttavia affermata la disponibilità ad accordare l’accesso alla documentazione relativa “a chiunque ne abbia interesse, previa richiesta al Ministero e relativo assenso”.

164

Iniziative produttive ammissibili- (fase istruttoria) - Iniziative produttive ammissibili Tab. 1

N. Nome progetto Investimento

totale (mln di lire)

Investimento agevolabile (mln di lire)

Onere per lo Stato (mln di lire)

Mezzi propri (mln di lire)

Tempi di rea-lizza-zione (n.

mesi)

% mezzi propri

Occupazione complessiva (n. occupa-

ti)

Occupazione aggiuntiva a

regime (n. occupa-

ti)

Investimento totale per

occupato ag-giuntivo a regime

(mln di lire)

Redditività economica

Intervento in-frastrutturale funzionalmente

connesso

Settore (ISTAT 91)

1 BBF srl 365 365 31,00 200 9 55% 104 5 73 151,00% P/60 25.24

2 BUI E BALESTRA snc 435 295 46,00 112 25 38% 13 4 74 54,00% 28.52

3 C.M.G. srl 1.800 964 230,20 600 18 62% 148 14 69 120,63% 29.56.1

4 C.R. ASSEMBLAGGI snc

759 659 111,81 260 16 39% 18 18 37 18,21% 29.71

5 CAINS MOORE srl 1.588 1.238 341,67 636 34 51% 24 3 413 13,78% P/60 17.72

6 COOPSER scral 4.930 2.579 375,13 1.000 30 39% 101 37 70 20,63% 63.1

7 CROMITAL spa 480 480 81,00 300 7 63% 11 2 240 121,00% P/60 24.01

8 F.B. INFISSI srl 488 239 40,00 130 37 54% 10 10 24 102,00% 25.23

9 F.lli ZUCCHINI srl 2.321 2.038 410,80 700 20 34% 74 4 510 30,17% P/60 24.66.4

10 FR.AN. 997 890 257,12 360 18 40% 7 7 127 21,35% P/60 28.11

11 G.M. STAMPI snc 282 282 87,44 86 22 30% 14 2 141 167,19% P/60 25.24

12 G.R.B. spa 7.040 6.940 2.102,06 2.082 19 30% 19 19 365 23,08% P/60 28.75.3

13 GOMMARIA snc 1.077 900 245,56 319 29 35% 17 4 225 144,55% P/60 34.30

14 IDROMEC DI R.A. 553 531 162,00 170 13 32% 11 2 266 8,00% P/60 28.52

15 JEAN KLEBERT spa 2.880 2.556 570,56 886 23 35% 48 11 232 68,07% P/60 24.52

16 LCM ELETTR. Snc 1.610 948 276,60 483 23 51% 18 6 158 18,93% P/60 30.10.1

17 MANFREDINI sas 1.416 1.216 333,72 425 16 35% 30 3 405 765,00% 26.61

18 MY LADY spa 500 303 91,65 362 13 119% 55 8 38 183,82% P/60 18.22.1

19 PLANT SERVICE srl 450 340 92,00 175 19 51% 15 5 68 34,00% P/60 28.11

20 PROTEC srl 883 613 52,16 500 15 82% 43 12 51 109.05% 25.22

21 RAGGI OLIVIERO 180 115 19,00 60 12 52% 5 2 58 22,00% 28.52

22 REYNOLDS WHEELS spa

7.592 7.313 1.144,16 2.655 23 36% 336 0 27,02% P/60 34.3

23 SEL OPTICAL srl 1.102 1.102 85,62 330 33 30% 170 9 122 7,62% 33.40.4

24 SIDERPOL INGEGNE-RIA srl

2.030 2.000 573,24 750 37 38% 15 6 333 14,00% P/60 29.56

25 SIES srl 4.095 2.415 321,60 1.230 41 51% 11 9 268 21,15% 63.1

26 SINTEXCAL 7.910 5.095 1.145,96 3.000 50 59% 6 2 2.548 3,43% P/60 23.20.4

27 SIRIO OFF. MECCA-NICHE

1.500 1.500 245,34 450 21 30% 70 40 38 20,20% P/60 28.52

28 SOC. MONTERASTEL-LI snc

24.000 13.307 3.515,40 4.000 26 30% 64 53 251 9,05% 55.11

29 STRIKE GROUP 10.580 9.702 1.420,89 2.900 48 30% 60 60 162 12,36% P/60 29.24.3

30 TAHITI srl 1.975 1.975 312,96 800 36 41% 29 9 219 29,97% 55,2

165

31 TETHYS srl 2.483 2.443 395,70 750 20 31% 21 21 116 10,23% 36,40

32 VOLTA & VERZELLA TORN.

2.917 2.726 821,00 960 30 35% 23 6 454 11,80% P/60 29.14.1

33 VORTEX HYDRA 1.510 1.450 336,50 617 19 43% 61 3 483 32,62% 29.56.3

34 VORTEX SYSTEM srl 2.963 2.859 599,58 900 22 31% 66 12 238 72,44% 29.56.2

TOTALE AZIENDE 101.691 78.378 16.875 29.188 24 45% 1.718 408 192 71,72% 46.147

Fonte: Relazione istruttoria Europrogetti & finanza S.p.a.

Patto Territoriale per Ferrara

(Fase istruttoria)

Iniziative infrastrutturali

Principali elementi istruttori, di validità e coerenza delle infrastrutture agevolabili

Tab. 2

Relazioni funzionali dirette

N. Progetto Investimento

totale (mln lire)

Onere per lo Stato

(mln lire)

Occupazione aggiuntiva a

regime (n. occupati)

Equilibrio eco-nomico di ge-stione - Van primi 20 anni

Iniziative produttive

Investimenti corrispondenti

(mln lire)

P/41/59 Ampliamento Porto Turistico di Goro

7.500 7.500

P/41/52 1.975

P/41/60 Tangenziale Est - Interconnessione con Copparo

28.308,4 16.908,4

P/41/4/8/12/15/ 18/20/21/22/24/ 27/31/37/41/44/ 46/47/51/56

52.119

P/41/61 Raccordo 1.308,2 1.308,2

Totale infrastrutture 37.116,6 25.716,6 - - - 54.094

Fonte: Relazione istruttoria Europrogetti & finanza S.p.a.

166

Patto Territoriale per Ferrara

(Fase istruttoria)

Sintesi dei risultati

Iniziative produttive Tab. 3

Investimento totale (mln di lire)

Investimento agevolabile (mln di lire)

Onere per lo Stato (mln di lire)

Mezzi propri (mln di lire)

Tempi di rea-lizzazione (n. mesi)

% mezzi propri

Occupazione complessiva (n. occupati)

Occupazione ag-giuntiva a regime

(n. occupati)

Investimento agevola-bile per occupato ag-giuntivo a regime

(mln di lire)

101.691 78.378 16.875 29.188 27 45% 1.718 408 192

Iniziative infrastrutturali

Investimento totale (mln di lire)

Onere per lo Stato (mln di lire)

Occupazione aggiunti-va a regime (n. occupati)

37.116,6 25.716,6

indice medio di profitto = E E = 0,7172

indice medio di attivazione = S S = 5,206

indice di relazione funzionale = F F = 1,05 R = 0,59

Fonte: Relazione istruttoria Europrogetti & finanza S.p.a.

167

Tab. 4

Patto Territoriale per Ferrara

(Fase istruttoria)

Piano finanziario degli oneri per lo stato

(mln di lire)

N. NOME PROGETTO 1999 2000 2001 2002 2003 TOTALE

1 BBF srl 15,50 15,50 31,00

2 BUI E BALESTRA snc 15,30 15,30 15,30 45,90

3 C.M.G. srl 115,10 115,10 230,20

4 C.R. ASSEMBLAGGI snc 37,27 37,27 37,27 111,81

5 CAINS MOORE srl 113,89 113,89 113,89 341,67

6 COOPSER scral 125,04 125,04 125,04 375,12

7 CROMITAL spa 40,50 40,50 81,00

8 F.B. INFISSIsrl 20,00 20,00 40,00

9 F.lli ZUCCHINI srl 205,40 205,40 410,80

10 FR.AN. 128,56 128,56 257,12

11 G.M. STAMPI snc 43,72 43,72 87,44

12 G.R.B. spa 1.051,03 1.051,03 2.102,06

13 GOMMARIA snc 122,78 122,78 245,56

14 IDROMEC DI R.A. 81,00 81,00 162,00

15 JEAN KLEBERT spa 285,28 285,28 570,56

16 LCM ELETTR. Snc 92,20 92,20 92,20 276,60

17 MANFREDINI sas 166,86 166,86 333,72

18 MY LADY spa 30,55 30,55 30,55 91,65

19 PLANT SERVICE srl 46,00 46,00 92,00

20 PROTEC srl 26,08 26,08 52,16

21 RAGGI OLIVIERO 9,50 9,50 19,00

22 REYNOLDS WHEELS spa 572,08 572,08 1.144,16

23 SEL OPTICAL srl 28,54 28,54 28,54 85,62

24 SIDERPOL INGEGNERIA srl 191,08 191,08 191,08 573,24

25 SIES srl 107,20 107,20 107,20 321,60

26 SINTEXCAL 286,49 286,49 286,49 286,49 1.145,96

27 SIRIO OFF. MECCANICHE 122,67 122,67 245,34

28 SOC. MONTERASTELLI snc 0,00 878,85 878,85 878,85 878,85 3.515,40

29 STRIKE GROUP 0,00 473,63 473,63 473,63 1.420,89

30 TAHITI srl 156,48 156,48 312,96

31 TETHYS srl 197,85 197,85 395,70

32 VOLTA & VERZELLA 410,50 410,50 821,00

33 VORTEX HYDRA 112,17 112,17 112,17 336,51

34 VORTEX SYSTEM srl 299,79 299,79 599,58

Totale aziende 5.256 6.494 2.607 1.639 879 16.875

1 PORTO TURISTICO – GORO 1.875,00 1.875,00 1.875,00 1.875,00 7.500,00

2 TANGENZIALE - EST FERRARA 4.227,00 4.227,00 4.227,00 4.227,00 16.908,00

3 RACCORDO – CODIGORO 327,00 327,00 327,00 327,00 1.308,00

Totale infrastrutture 6.429 6.429 6.429 6.429 25.716

Totale aziende e infrastrutture 11.685 12.923 9.036 8.068 879 42.591

Fonte: Relazione istruttoria Europrogetti & finanza S.p.a.

168

8.10. L’approvazione e la stipulazione del patto. Il ruolo della regione

Emilia- Romagna.

Ai sensi del punto 2.10.1 della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997: “Il Ministero

del bilancio e della programmazione economica (oggi MTBPE) verifica la validità

complessiva del Patto e accerta la disponibilità delle risorse occorrenti a valere sulle

specifiche somme destinate dal CIPE. Il medesimo Ministero approva, con decreto

da emanarsi entro 45 giorni, il Patto da stipulare62.

Il Patto per Ferrara è stato approvato, per un importo complessivo di finanzia-

menti pari a L. 42.591.600.00063, con Decreto n. 995 del 29 gennaio 1999 del Di-

rettore generale del Servizio per la programmazione negoziata del Dipartimento per

le politiche di sviluppo e coesione del MTBPE ed ha quindi trovato utile collocazione

nella graduatoria predisposta per l’ammissione dei Patti Territoriali ai finanziamenti

assentiti64.

Nel provvedimento d’approvazione si da contestualmente atto della verifica di

validità complessiva del Patto “sulla base dell’istruttoria effettuata dalla società

convenzionata, nonché delle risultanze positive dell’istruttoria stessa”65, si menzio-

na il parere della Regione Emilia-Romagna di cui alla “nota 29 gennaio 1999”66 e si

prescrivono adempimenti burocratici in capo al S.R.67 68.

62 Il termine di 45 giorni, in mancanza d’espressa diversa indicazione, deve considerarsi decorrente dalla data di comunicazione, al MTBPE, della conclusione dell’istruttoria. 63 L’importo è pari al totale degli oneri per lo Stato definiti in sede istruttoria sia per le iniziative produttive (lire 16.875.000.000), sia per le infrastrutture (lire 25.716.600.000). 64 Circa la procedura di finanziamento si veda quanto esposto nella precedente nota 27. La graduatoria per l’ammissione ai finanziamenti dei 23 Patti Territoriali già approvati, tra i quali quello per Ferrara si col-locava al 12° posto, è stata approvata con Decreto n. 996 sempre del 29 gennaio 1999. 65 Fornendo il Ministero riscontro dell’avvenuta “valutazione”, apparirebbe conseguentemente circoscritta alla specifica vicenda concernente gli originari 12 Patti Territoriali - c.d. di prima generazione - la proble-matica della mancata verifica sulla “validità complessiva del patto” oggetto di censura nell’ambito della De-liberazione n. 98/2000, cit., di questa Corte (punto 2.2., p. 17). 66 Il formale parere della Regione - da acquisirsi sulla base del punto 2.10.1 della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997 - risulta tuttavia emanato il 1° febbra io 1999 (Deliberazione di Giunta 91/99 del 1° febbr aio 1999), sulla base della richiesta prot. 4/0492/99 in data 27 gennaio 1999 del Direttore generale del Servi-zio per la programmazione negoziata del MTBPE. Nel merito la Giunta ha deliberato “di ritenere piena-mente coerenti con gli obiettivi della programmazione regionale i contenuti del documento “Patto Territoria-le per Ferrara – obiettivi, strategie e interventi (luglio 1998)”.” 67 Questo è tenuto a richiedere la documentazione finale istruttoria direttamente alla società convenzionata prescelta, responsabile dell’espletamento del servizio relativo all’attività di istruttoria e di verifica del Patto Territoriale e di tutti gli adempimenti connessi, anche ai fini della trasmissione della stessa documentazio-ne finale istruttoria alla Cassa Depositi e Prestiti, ai sensi del decreto del Ministero del Tesoro del 4 agosto 1997. Inoltre il soggetto responsabile deve curare la presentazione alla Cassa DD.PP. dei documenti che la società convenzionata ha indicato nella documentazione istruttoria finale come necessari sotto il profilo tecnico ai fini della erogazione delle agevolazioni. 68 In merito all’individuazione del soggetto responsabile del Patto per Ferrara si rinvia al paragrafo concer-nente l’attuazione del Patto (infra, nel testo).

169

La stipulazione del Patto per Ferrara è avvenuta il 24 marzo 199969. Tutti i 14

Comuni dell’area e la Provincia di Ferrara risultano firmatari del documento. Con

protocolli integrativi di pari data, inoltre:

1. L’Amministrazione provinciale di Ferrara, i Comuni coinvolti, l’ARPA, l’Azienda

USL e i Vigili del Fuoco hanno definito adempimenti ed atti da adottarsi col ricorso

alla Conferenza dei servizi, nonché i termini dei procedimenti connessi. 2. Gli Istitu-

ti di credito e il Consorzio regionale fidi dell’Industria (Fidindustria) hanno stipulato

la convenzione per la concessione sia di finanziamenti a tasso di favore sia l’offerta

di servizi d’assistenza e consulenza alle imprese. 3. L’Unione industriali,

l’Associazione piccoli imprenditori e le Organizzazioni sindacali hanno disciplinato

procedure di regolazione delle relazioni sindacali nei nuovi insediamenti produttivi

previsti dal Patto.

La Provincia di Ferrara, inoltre, con atto unilaterale sempre del 24 marzo 1999,

si è impegnata alla realizzazione di due progetti: il Progetto “Kit delle opportunità

per investire a Ferrara: strumenti utili all’insediamento produttivo” ed il Progetto

“Rete unitaria della Pubblica amministrazione anche in funzione dell’attivazione de-

gli Sportelli Unici per le Imprese”70.

Tra le imprese già ammesse al Patto dall’istruttoria: la C.M.G. non ha stipulato il

Patto rinunciando in partenza ad effettuare l’investimento per l’indisponibilità

dell’immobile in cui intendeva ricollocarsi; inoltre, la F.B. infissi ha manifestato

l’intenzione di avvalersi, per l’investimento proposto, del contributo recato da altra

fonte normativa (legge n. 488 del 1992).

Va infine rilevato che la Regione Emilia-Romagna non risulta tra i soggetti sotto-

scrittori del Patto ed in conseguenza non troverebbe applicazione nei suoi confronti

la specifica disposizione secondo cui: “Il Patto può essere, inoltre, sottoscritto dalla

Regione…. La Regione, pertanto, inserisce il Patto tra le azioni e le iniziative attuati-

ve dei programmi regionali, compresi quelli di rilevanza comunitaria”71.

In disparte quanto appena accennato - ed a prescindere dalle modalità di formu-

lazione del parere dal laconico, sia pur conferente, contenuto sopra richiamato - il

ruolo svolto dalla Regione Emilia Romagna, nella complessiva materia della pro-

grammazione degli interventi sul territorio, non appariva supportato, all’epoca, da

69 Secondo il disposto del punto 2.10.2 della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997 “Il Patto Territoriale è sti-pulato entro 60 giorni dall’emanazione del decreto di cui al punto 2.10.1 (il decreto ministeriale d’approvazione)”. 70 I Progetti, che diventano pertanto parte integrante del Patto Territoriale per Ferrara, sono per intero fi-nanziati dalla Provincia e dalla Regione Emilia-Romagna. Il secondo, in particolare, si pone la finalità di costituire un supporto ideale ed integrativo dei servizi e delle opportunità offerte non solo dal Patto, ma anche dagli altri strumenti di promozione allo sviluppo locale (L.R. n. 30 del 1996, LEADER II, Fondi UE Ob. 2 e Ob. 5b). 71 Punto 2.4 della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997.

170

adeguate previsioni legislative. In effetti, solo con la legge regionale 24 marzo

2000, n. 20 è stato individuato lo strumento di raccordo dell’insieme dei piani e

programmi che interessano il territorio72.

Detta esigenza, non precedentemente assicurata, dunque, da strumenti di valen-

za generale della Regione Emilia-Romagna, è tuttavia la ratio di specifiche disposi-

zioni concernenti singole iniziative d’intervento73.

Per l’area riguardata anche dal Patto di Ferrara, va comunque rilevato che una

funzione di raccordo tecnico degli interventi effettuati sul territorio, anche sotto il

profilo programmatorio, appare svolta dalla S.I.PRO. S.p.a. che, come di successivo

chiarimento, riveste da tempo il ruolo di soggetto attuatore di più strumenti di so-

stegno.

8.11. L’attuazione del patto: Il S.R..

Il responsabile dell’attuazione del Patto per Ferrara, ai sensi del punto 2.5 della

Direttiva CIPE 21 marzo 1997, è stato individuato dai soggetti promotori del Patto

nella Società Interventi Produttivi per la promozione ed il coordinamento di inter-

venti ed iniziative per favorire l’infrastrutturazione di aree attrezzate e la localizza-

zione di nuovi insediamenti produttivi (S.I.PRO. S.p.a., di seguito “SIPRO” nel te-

sto). La società è stata costituita nel 1975, dai Comuni dell’area del Basso Ferrarese

d’intesa con la Provincia ed il Comune di Ferrara, per la promozione, progettazione,

esecuzione e gestione tecnico amministrativa di progetti complessi attinenti allo svi-

luppo locale74.

SIPRO, che ha capitale interamente versato pari a lire 7.018.800.000, in origine

aveva come finalità l’urbanizzazione e la vendita di aree industriali attrezzate. Al ri-

guardo ha operato nel Comune di Ostellato (area di S. Giovanni), dove risultano in-

sediate ormai oltre 20 imprese, per poi estendere l’attività d’urbanizzazione anche

72 Legge regionale 24 marzo 2000, n. 20 (Disciplina generale sulla tutela e l’uso del territorio, in B.U.R. 2 marzo 2000, n. 11 - S.O.), art. 23 (Piano territoriale regionale): “1. Il Piano territoriale regionale (PTR) è lo strumento di programmazione con il quale la Regione definisce gli obiettivi per assicurare lo sviluppo e la coesione sociale, accrescere la competitività del sistema territoriale regionale, garantire la riproducibilità, la qualificazione e la valorizzazione delle risorse sociali ed ambientali. 2. Il PTR è predisposto in coerenza con le strategie europee e nazionali di sviluppo del territorio. 3. Il PTR definisce indirizzi e direttive alla pianificazione di settore, ai Piani territoriali di coordinamento provinciali (PTCP) e agli strumenti della programmazione negoziata, per assicurare la r ealizzazione degli obiettivi di cui ai commi 1 e 2. 4. Il PTR può contenere prescrizioni, espresse attraverso una rappresentazione grafica atta a individua-re puntualmente gli ambiti interessati, che prevalgono sulle diverse previsioni contenute negli strumenti provinciali e comunali di pianificazione territoriale e urbanistica vigenti e adottati.”. 73 Quale, ad esempio, per i Patti Territoriali, non solo dalla previsione del parere regionale di cui si è sopra argomentato, ma in senso più sostanziale il punto 2.6 della Deliberazione CIPE 23 marzo 1997 che richie-de, nell’ambito dell’esplicitazione dei contenuti del Patto, anche l’indicazione dello “specifico e primario o-biettivo di sviluppo locale cui è finalizzato ed il suo raccordo con le linee generali della programmazione regionale eventualmente anche agricola”. Nel merito della tematica si veda tuttavia quanto rilevato circa il ruolo svolto dal soggetto istruttore del Patto per Ferrara.

171

in altri Comuni del ferrarese, in particolare nel capoluogo. Nell’area interessata dal

Patto, la società ha inoltre avviato la costituzione di un incubatore per piccole im-

prese nel Comune di Berra.

Con l’inclusione di Ferrara, Ro e Copparo nelle zone ex obiettivo 2 d’intervento

dei Fondi strutturali comunitari, SIPRO è stato individuato soggetto attuatore di due

delle tre misure dell’asse Ferrara del previgente DOC.U.P. (Documento unico di

programmazione, obiettivi 2 e 5b) dell’Emilia-Romagna. E’ inoltre soggetto attuato-

re del Programma speciale d’area “Basso Ferrarese”75.

Recentemente, la società ha approvato un nuovo statuto e partecipa, in qualità

di organo tecnico, alla definizione del DOC.U.P. (nuovo obiettivo 2) della Regione

Emilia-Romagna - nell’ambito dell’iniziativa comunitaria denominata Agenda 2000,

programma di regolamentazione degli aiuti strutturali per il periodo 2000-2006 -

nonché all’attività di concertazione riguardante l’implementazione di un nuovo Patto

Territoriale, agricolo, per Ferrara.

Numerosi sono i compiti assegnati al S.R. del Patto76. Tra questi assume partico-

lare rilievo la predisposizione della relazioni semestrali sullo stato d’attuazione del

Patto Territoriale, nelle quali devono evidenziarsi i risultati e le azioni di verifica e

monitoraggio effettuate. Sempre nelle relazioni vanno altresì indicati i progetti non

attivabili o non completabili e va conseguentemente dichiarata la disponibilità delle

risorse non utilizzate derivanti dalle specifiche somme destinate dal CIPE ai Patti

Territoriali77.

SIPRO, per l’effetto, ha presentato le prescritte relazione78. La successiva disa-

mina si basa fondamentalmente sulle risultanze di queste79.

74 Partecipano alla società, inoltre, la Banca nazionale del lavoro, la Cassa di risparmio di Ferrara, la Cas-sa di risparmio di Cento e l’Ente regionale per la valorizzazione economica del territorio (ERVET). 75 In tema di Programma speciale d’area cfr., supra, nota 31. 76 “Per il perseguimento delle finalità del Patto il soggetto responsabile provvede tra l’altro a: rappresentare in modo unitario gli interessi dei soggetti sottoscrittori; attivare risorse finanziarie per consentire l’anticipazione e/o il cofinanziamento di eventuali contributi statali, regionali e comunitari, ivi compresa la promozione del ricorso alle sovvenzioni globali; attivare le risorse tecniche ed organizzative necessarie alla realizzazione del patto; assicurare il monitoraggio e la verifica dei risultati; verificare il rispetto degli impegni e degli obblighi dei soggetti sottoscrittori ed assumere le iniziative ritenute necessarie in caso di inadempimenti o ritardi; verificare e garantire la coerenza di nuove iniziative con l’obiettivo di sviluppo loca-le a cui è finalizzato il patto; promuovere la convocazione, ove necessario di conferenze di servizi, assu-mere ogni altra iniziativa utile alla realizzazione del patto…” (punto 2.5 della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997). 77 Punto 2.5, ultimo comma, Deliberazione CIPE, cit. . 78 Le relazioni afferiscono al secondo semestre 1999 nonché al primo ed al secondo semestre 2000. 79 Chiarisce SIPRO nelle relazioni semestrali che la rilevazione dei dati di monitoraggio viene effettuata attraverso questionari compilati dalle imprese a firma del legale rappresentante. La valutazione degli in-crementi occupazionali è di norma rilevata dalle imprese come dato puntuale al momento della rilevazione. A partire dalla rilevazione del 30 giugno 2000, le imprese che hanno sostenuto importi di spesa superiori a quelle ammesse - e che nella precedente rilevazione risultavano con uno stato d’avanzamento lavori su-periore al 100 % - nell’impossibilità di procedere ad una corretta identificazione delle medesime le hanno indicate con percentuale pari a 100 e contraddistinte da apposito asterisco (cfr., in particolare, la Relazione relativa al primo semestre 2000).

172

8.12. (segue). - Il monitoraggio degli interventi infrastrutturali.

Premesso che il Patto prevede la messa in esercizio delle infrastrutture per la da-

ta del giugno 2004, la situazione dei 3 progetti in argomento viene di seguito rap-

presentata per singolo intervento.

1. Porto turistico di Goro. L’intervento, dall’ammontare complessivo pari a lire

7.500.000.000, consiste nell’ampliamento dagli attuale 120 a 500 posti barca della

parte turistica del porto regionale di Goro, in attuazione del programma provinciale

per la nautica da diporto (avviato già dal 1986 con fondi regionali e degli Enti locali)

e nel rispetto dei dimensionamenti di capienza dati dal Piano regionale della portua-

lità turistica. Le opere prevedono la realizzazione di servizi a terra, di reti tecnologi-

che di servizio all’impianto, di un impianto autonomo di depurazione dei reflui, di

dragaggi e posa di scogliere per la delimitazione del nuovo bacino nonché la collo-

cazione di pontili galleggianti per l’ormeggio dei natanti da diporto. La fase di pro-

gettazione esecutiva dell’infrastruttura è stata rallentata da richieste

d’adeguamento progettuale su talune particolari situazioni80 avanzate dalle Autorità

competenti nell’ambito della Conferenza dei servizi del 18 novembre 1999 e conse-

guente individuazione di una nuova localizzazione per il porto (all’esterno

dell’attuale difesa a mare).

Il 28 marzo 2000 SIPRO ha comunicato al MTBPE la necessità di variare la loca-

lizzazione dell’infrastruttura. A seguito di chiarimenti intervenuti tra MTBPE, Provin-

cia di Ferrara e SIPRO, su indicazione ministeriale si è deciso di dover procedere ad

una nuova istruttoria a cura di Europrogetti&Finanza S.p.a.81, attualmente in corso

di svolgimento. Su espressa richiesta istruttoria, il S.R. ha rappresentato che “E’ e-

vidente che in questo caso il ritardo accumulato è tale da rendere difficile la conclu-

sione dell’opera tassativamente entro i termini previsti per la conclusione del Patto.

Va tuttavia rilevato che:

- il ritardo non intralcia iniziative private che insistano sull’infrastruttura (le i-

potesi di nuove imprese impegnate nella gestione delle attività legate alla gestione

della struttura ed alla nautica da diporto erano evidentemente subordinate alla rea-

lizzazione dell’infrastruttura stessa;

- la riapertura delle procedura per la rimodulazione delle risorse nel settore

privato consentirebbe l’incentivazione di queste nuove attività, qualora appunto fos-

se possibile prorogare i termini per la realizzazione dell’infrastruttura”82.

80 Presenza di un’area ex discarica da bonificare, modifica del livello di banchinamento sul medio mare, inadeguatezza del depuratore comunale al recepimento degli scarichi del porto, esigenza di miglioramento dell’impatto visivo verso il lato prospicente il Bosco della Mesola. 81 La relativa delibera provinciale è stata approvata in data 29 dicembre 2000. 82 File allegato ad e-mail al magistrato istruttore del 20 aprile 2001.

173

La conclusione dell’intervento, prevista in sede di Patto, risulta fissata al primo

trimestre 2002.

2. Tangenziale Est di Ferrara. L’intervento, dall’ammontare complessivo pari a li-

re 28.308.400.000, consiste nella realizzazione di un itinerario stradale tangenziale

alla città di Ferrara, dalla Superstrada Ferrara-Mare sino alla intersezione con la

strada provinciale per Copparo, principalmente attraverso l’adeguamento di tracciati

viari comunali o provinciali esistenti. L’ente gestore del progetto, la Provincia di Fer-

rara, ha operato per la progettazione e la realizzazione dell’opera d’intesa con il

Comune di Ferrara, soggetto beneficiario, fin dal marzo 1988. Il Comune, inoltre, è

cofinanziatore dell’opera83.

La fase progettuale è stata ritardata dall’esigenza d’una variazione del tracciato

originariamente previsto, per motivi tecnici ed economici. Il progetto esecutivo è

stato approvato dall’Amministrazione provinciale l’ 11 luglio 2000. Il bando di gara

è stato pubblicato il 14 luglio 2000. Per recuperare il ritardo, la realizzazione è stata

ridotta a 600 giorni contro i 900 originariamente previsti. I lavori, che avrebbero

dovuto avviarsi nel mese di luglio 1999, risultano affidati con verbale

d’aggiudicazione dell’ 11 dicembre 2000. Nell’ambito delle relazioni del S.R. viene

chiarito che nei documenti di Patto è sempre stata correttamente indicata

l’originaria fase delle attività84, ma erroneamente riportato il termine di conclusione

del cantiere (terzo trimestre 2001 anziché terzo trimestre 2002)85.

3. Raccordo stradale in Comune di Codigoro, tra la strada statale 309 “Romea” e

aree produttive in località di Ponte Quaiotto. L’intervento, dall’ammontare comples-

sivo pari a lire 1.308.200.000, consiste nella realizzazione di uno svincolo sulla sta-

tale Romea e di una breve tratta per collegare un’area di nuovo insediamento per

una grande impresa industriale (Conserve Italia S.p.a.) e costituisce parte di un più

complessivo intervento d’urbanizzazione e di sistemazione tecnologica finanziato

con fondi regionali e locali per un importo di lire 2.800.000.000.

Il Comune di Codigoro ha approvato, nel dicembre 1999, il progetto esecutivo

dell’opera che è stato quindi appaltato. Il ritardo, sostanzialmente di un semestre

rispetto alla previsione dell’istruttoria, è stato determinato dalla connessione fun-

zionale dei due interventi d’urbanizzazione. La consegna dei lavori è stata delibera-

ta dalla Giunta comunale il 1° marzo 2000 e si prevede che questi saranno ultimati

nel maggio 2001, a fronte del termine del marzo 2000 previsto dal Patto.

83 Nel bilancio pluriennale 2000-2002 del Comune di Ferrara si è prevista l’assunzione d’un mutuo - da contrarsi con la Cassa Depositi e Presiti - per complessivi 11.400.000.000 corrispondenti alla quota di co-finanziamento a carico dell’Ente. 84 900 giorni per le opere e 90 per i collaudi e la messa in esercizio. 85 Cfr. la relazione relativa al secondo semestre 1999.

174

8.13. (segue). - Il monitoraggio degli investimenti produttivi.

Dei 32 progetti imprenditoriali risultanti alla stipulazione del Patto, 29 sono quelli

che hanno avuto effettivo avvio a seguito delle seguenti rinunce:

1. Vortex Hydra ha realizzato l’investimento avvalendosi del contributo recato

da altra fonte normativa (legge n. 488 del 1992);

2. S.I.E.S. ha rinunciato all’investimento previsto nel settore della logistica per

dar vita ad una nuova società che costruirà un’officina meccanica;

3. My Lady ha rinunciato all’investimento per difficoltà nel settore

dell’abbigliamento essenzialmente determinate dalla concorrenza sui costi di produ-

zione di altri paesi dell’est europeo.

Al 31 dicembre 2000 risultano altresì due ulteriori defezioni (G.M. stampi per

fallimento e Raggi Oliviero per difficoltà proprie). Le menzionate imprese non

hanno goduto di erogazioni di somme.

La seguente TAB 5 riepiloga la situazione complessiva monitorata alla data del

31 dicembre 2000. In questa vengono comprese anche le aziende rinunciatarie sia

prima che dopo la stipulazione del Patto (cfr. il dato di colonna 13).

175

Patto Territoriale per Ferrara - Monitoraggio investimenti produttivi al 31.12.200 Tab. 5

(Mln di lire Monit. Al 30.06.00 Monit. Al 31.12.00

Denomina-

zione

e ragione

sociale

Comune

Tipologia

intervento

Tipologia

intervento

Trasferi-

mento

Settore d'in-

tervento

Importo in-

vestimento

agevolazio-

ne

Onere Stato

Numero oc-

cupati totale

a regime

Occupati

aggiuntivi

Data avvio

investimen-

to effettiva

Annualità-

previste di

durata del-

l'investi-

mento

rinunce

form

alizzate

1° quota

erogazioni

AV/AN

Erogazioni

Investimenti

effettuati

Occupati

aggiuntivi

Erogazioni

Investimenti

effettuati

Occupati

aggiuntivi

1 2 3 4 5 6 7 8 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20

1 4-BBF srl

OSTEL-LATO 2 0 M/8 365 31,00 109 5 dic-98 2 AV 15,49 344,0 -19,0 15,5 356,0 -18,0

2 5-BUI E BALESTRA snc

OSTEL-LATO 2 0 M/10 295 45,80 13 4 27/01/00 3 AN 15,30 283,4 5,0 15,3 295,0 * 10,0

3 6-C.M.G. SI

4 7-C.R. ASSEMBLAG-GI snc

OSTEL-LATO 1 0 M/11 659 111,81 18 18 23/12/97 3 AV 37,27 654,0 25,0 37,3 659,0 * 20,0

5 8-CAINS MOORE srl FERRARA 1 1 M/2 1.238 341,67 24 3 18/02/98 AV 113,89 1.238,0 4,6 227,7 1.238,0

6 11-COOPSER scral FERRARA 2 0 S 2.579 375,12 101 37 lug-97 AN 125,03 2.433,5 40,0 250,0 2579,0 * 42,0

7 12-CROMITAL spa

OSTEL-LATO 2 0 M/7 480 81,00 13 2 giu-98 AV 40,49 480,0 1,0 40,5 480,0 * 2,0

8 14-F.B. INFISSI SI

9 15-F.lli ZUCCHINI srl FERRARA 2 0 M/7 2.038 410,80 67 4 30/06/98 3 AN 222,0 1,0 205,4 435,6 1,0

10 18-FR.AN. FERRARA 1 0 M/10 890 257,12 7 7 02/05/98 2 AN 128,55 890,0 6,0 128,6 890,0 * 4,0

11 20-G.M. STAMPI snc SI

12 21-G.R.B. spa

OSTEL-LATO 1 0 M/10 6.940 2.102,70 19 19 29/06/98 2 2.313,0 11,0 0,0 2.477,0 11,0

13 22-GOMMARIA snc FERRARA 1 1 M/10 900 245,56 17,0 4 18/06/97 2 342,5 3,0 0,0 361,5 4,0

14 23-IDROMEC DI R.A.

COPPA-RO 2 0 M/10 531 162,00 10,6 2,0 apr-99 2 188,2 2,9 0,0 54,4 0,4

15 24-JEAN KLEBERT spa FERRARA 2 0 M/7 2.556 570,56 48,0 11,0 04/09/99 AV 285,20 2.556,0 16,0 285,2 2.405,0 27,0

16 27-LCM ELETTR. Snc

COPPA-RO 2 1 M/12 948 276,60 18 6 10/10/98 3 AV 624,4 3,0 92,1 904,1 3,0

17 29-MANFREDINI sas FERRARA 2 0 M/9 1.216 333,72 30 3 22/02/99 2 432,0 2,0 0,0 897,0 -1,0

18 31-MY LADY spa SI

19 37-PLANT SERVICE srl FERRARA 4 0 M/10 340 92,00 15 5 16/03/98 2 AV 45,90 192,0 0,0 46,0 192,2 0,0

20 39-PROTEC srl

OSTEL-LATO 2 0 M/8 613 52,16 43 12 06/10/97 2 AV 26,07 613,0 10,0 26,0 405,7 12,0

21 40-RAGGI OLIVIERO SI

22 41/42-REYNOLDS WHEELS spa FERRARA 3 0 M/10 7.313 1.144,16 336 0 31/03/98 2 AV 572,07 7.313,0 45,0 572,1 7313,0 * 0,0

23 43-SEL OPTICAL srl

CODI-GORO 3 0 M/12 1.102 85,62 170 9 16/04/98 3 240,5 -25,0 0,0 285,0 17,0

24 44-SIDERPOL INGE-GNERIA srl FERRARA 2 0 M/9 2.000 573,24 18 6 24/11/00 3 45,0 3,0 0,0 77,0 6,0

25 45-SIES srl SI

26 46-SINTEXCAL FERRARA 1 1 M/6 5.095 1.145,96 6 2 giu-98 4 AV 2.097,0 0,0 121,8 2.191,1 0,0

176

27 47-SIRIO OFF. MEC-CANICHE

OSTEL-LATO 2 0 M/10 1.500 245,00 70 40 31/12/99 2 74,2 26,0 0,0 74,2 38,0

28 49-SOC. MONTERA-STELLI snc

COMAC-CHIO 1 0 T 13.307 3.515,40 63,6 53 4 0,0 0,0 0,0 61,2 0,0

29 51-STRIKE GROUP

OSTEL-LATO 1 0 M/11 9.702 1.420,89 60 60 01/07/98 3 808,0 16,0 0,0 1.467,0 13,0

30 52-TAHITI srl

COMAC-CHIO 2 0 T 1.975 313,00 29 9 31/03/97 2 1.255,2 7,0 0,0 1.763,7 -20,0

31 53-TETHYS srl

OSTEL-LATO 1 0 M/14 2.443 395,70 21 21 apr-98 2 AN 1.024,9 0,0 197,8 1.246,9 3,0

32 56-VOLTA & VERZEL-LA snc FERRARA 2 0 M/10 2.726 821,00 23 6 mag-98 2 AV 410,40 1.451,0 2,0 410,0 1.781,0 -3,0

33 57-VORTEX HYDRA SI

34 58-VORTEX SYSTEM srl

COPPA-RO 1 0 M/11 2.859 599,58 66 12 lug-97 2 AN 299,78 2.139,0 15,0 299,8 2859,0 * 15,0

Totali 72.610,00 15.749,

17 1.415,2

0 360,00 2.115,44 2.971,10 33.748,60 186,40

LEGENDA DI TAB. 5

Rinunce

Inoltrato richiesta verifica finale di spesa

Colonna 3

CODICE TIPOLOGIA INTERVENTO

1 COSTRUZIONE DI NUOVO IMPIANTO

2 AMPLIAMENTO

3 AMMODERNAMENTO

4 RISTRUTTURAZIONE

5 RICONVERSIONE

6 RIATTIVAZIONE

Colonna 4

CODICE TRASFERIMENTO

1 SI

2 NO

Colonna 5 Classificazione attività di tabella: S (servizi) T (turismo), M/1 (manifatturiero: alimentari, bevande, tabacco); M/2 (manifat-turiero: tessile e abbigliamento); M/3 (manifatturiero: cuoio, pelle e similari); M/4 (manifatturiero: legno e prodotti in le-gno); M/5 (manifatturiero: carta, stampa, editoria); M/6 (coke, petrolio,combustibili nucleari ); M/7 (manifatturiero: chimi-ca e fibre sintetiche e artificiali); M/8 (manifatturiero: gomme e materie plastiche); M/9 (manifatturiero: minerali non metal-liferi); M/10 (manifatturiero: metallo e prodotti in metallo); M/11 (manifatturiero: macchine e aparecchi meccanici); M/12 (manifatturiero: macchine elettriche, apparecchiature elettriche ed ottiche); M/13 (manifatturiero: mezzi di trasporto); M/14 (manifatturiero: altre industrie manifatturiere).

177

Colonna 19

Si considera come 100/100 la spesa ritenuta ammissibile, anche se le a-ziende hanno dichiarato una spesa sostenuta ad essa superiore.

*

Colonna 20

Rettifica dati. Alla luce del monitoraggio al 31.12.2000 si registrano alcuni errori d'interpretazione dei dati oggetto del monitoraggio precedente, in quanto le spese riportate includevano per intero il leasing e non unica-mente le rate quietanziate.

-

FONTE: Relazione S.I.PRO su richiesta istruttoria - Impostazione tabella modificata dal controllo.

La situazione per singolo Comune è rappresentata nelle seguenti cinque tabelle:

178

8.14. (segue) - La tempistica degli interventi e le problematiche in atto.

Premesso che per le spese ammissibili ad agevolazione il termine conclusivo è

quello di 48 mesi dalla data di inizio dell’istruttoria del Patto Territoriale86, la situa-

zione concernente l’evoluzione nel tempo dei progetti privati, alla data del 31 di-

cembre 2000 trova rappresentazione nella seguente Tab. 6.

Tab .

6

n. Impresa Avvio

previsto

Avvio

effettivo

Termine previsto

Termine

effettivo

A regime prevista

A regime effettiva

1 B.B.F. apr 1998 dic 1998 dic 1998 dic 1998

2 Bui e Balestra. ott 1998 27.01.2000 ott 2000 ott 2000

3 C.R. Assemblaggi dic 1997 23.12.1997 mar 1999 mar 1999

4 Cains Moore feb 1998 18.2.1998 dic 2000 giu 2000 gen 2001 giu 2000

5 Coopser lug 1997 lug 1997 dic 1999 mag 2000 dic 2000 mag

2000 6 Cromital mar 1998 giu 1998 ott 1998 set 2000 ott 2000 set 2000

7 F.lli Zucchini mag 1998 30.06.1998 dic 1999 dic 2000

8 FR.AN. mag 1998 02.05.1998 nov 1999 dic 2000

9 G.R.B. apr 1998 29.06.1998 nov 1999 dic 1999

10 Gommaria lug 1997 18.06.1997 nov 1999 nov 2000

11 Idromec mag 1998 apr 1999 giu 1999 giu 1999

12 Jean Klebert lug 1997 set 1997 giu 1999 gen 1999

13 L.C.M. mag 1998 10.10.1998 mar 2000 giu 2000

14 Manfredini set 1998 22.02.1999 dic 1999 giu 2000

15 Plant Service mar 1998 16.03.1998 ott 1999 gen 2000

16 Protec ott 1997 06.10.1997 dic 1998 apr 1998 gen 1999 apr 1998

17 Reynolds Wheels feb 1998 31.03.1998 dic 1999 dic 1999

18 SEL Optical feb 1998 16.04.1998 dic 2000 gen 2000

19 Siderpol mar 1998 mar 2000 mar 2001 mar 2003

20 Sintexcal nov 1997 giu 1998 dic 2001 gen 2002

21 Sirio apr 1998 31.12.1999 dic 1999 gen 2000

22 Monterastelli gen 1999 non avviato

23 Strike Group lug 1998 01.07.1998 giu 2002 dic 2002

24 Tahiti gen 1997 31.03.1997 giu 2000 giu 2001

25 Tethys apr 1998 apr 1998 nov 1999 dic 1999

26 Volta & Verzella mag 1998 mag 1998 dic 2000 gen 2001

27 Vortex Systems lug 1997 lug 1997 giu 1999 lug 2000 gen 2000 lug 2000

Fonte: dati acquisiti dal S.R. con richiesta istruttoria

86 Comunicato MTBPE, cit., punto 2.4, lettera A).

179

Dei 27 progetti, pertanto, solo 5 risultano ultimati. Tuttavia, lo stato

d’avanzamento degli investimenti ammessi ad agevolazione (spese ammissibili), al

31 dicembre 2000, fornisce un riscontro alquanto diverso, come testimoniato dalla

successiva Tab 7.

Tab. 7

n. Impresa % avanz.to spese

ammissibili al 31.12.99

% avanz.to spese

ammissibili al 30.06.00

% avanz.to spese

ammissibili al 31.12.00

1 B.B.F. 90,4 94,2 97,5

2 Bui e Balestra. 30 100 100

3 C.R. Assemblaggi 109 99,2 100

4 Cains Moore 104,81 100 100

5 Coopser 126,91 94,3 100

6 Cromital 125,21 100 100

7 F.lli Zucchini 12,4 10,9 21,3

8 FR.AN. 51,9 100 100

9 G.R.B. 127,31 33,3 35,7

10 Gommaria 30,3 38 40,1

11 Idromec 10,8 35,41 10,2

12 Jean Klebert 102,31 1001 94,12

13 L.C.M. 49 65,8 95,3

14 Manfredini 0 35,5 73,7

15 Plant Service 56,2 56,4 56,5

16 Protec 100 100 66,13

17 Reynolds Wheels 68,4 100 100

18 SEL Optical 16,4 21,8 25,84

19 Siderpol 0 2,2 3,8

20 Sintexcal 19,7 41,1 43

21 Sirio 2,8 4,9 4,9

22 Monterastelli 0 0 0,4

23 Strike Group 5,6 8,3 15,1

24 Tahiti 10,3 63,5 89,3

25 Tethys 31,3 42 51

26 Volta & Verzella 16,5 53,2 65,3

27 Vortex Systems 71,3 74,8 100

Fonte: elaborazione del controllo sulla base degli elementi acquisiti dal soggetto re-

sponsabile.

(1) Erronea inclusione dell’intero importo spese leasing; (2) Nonostante la percentuale non sia pari a 100, nella Relazione del secondo semestre 2000 s’indica regolarmente concluso l’investimento agevolabile;

180

(3) La Protec, produttrice di film di plastica, ha realizzato l’impianto previsto avendo tuttavia sostenuto spese per il 66,1 % di quelle ammissibili ad agevolazione, per la presenza significativa di un leasing sul totale dell’investimento, il cui importo è stato erroneamente considerato nella cifra d’avanzamento nell’ambito dei precedenti monito-raggi; (4) La SEL Optical, produttrice di occhiali da sole, ha considerevolmente modificato il progetto originariamente candidato acquistando solo uno dei macchinari previsti nel medesimo. Ciò avrebbe determinato, dal punto di vista degli indicatori, il raggiungimen-to degli obiettivi stabiliti nel programma d’investimento.

181

Quanto agli investimenti ammessi ad agevolazione, dunque, 11 risultano attuati

(Bui e Balestra, C.R. assemblaggi, Cains Moore, Coopeser, Cromital, FR.AN., Jean

Klebert, Protec, Reynolds Wheels, SEL e Vortex Systems). Degli ulteriori 16 che a-

vrebbero dovuto essere definiti, taluni da tempo, per 13 di questi le motivazioni de-

gli indugi vengono giustificate come segue87.

La L.C.M. ha subito un ritardo nella realizzazione dell’investimento che a portato,

nel giugno 1999, alla presentazione d’una istanza di proroga.

La F.lli Zucchini ha avviato con considerevole ritardo l’investimento - amplia-

mento dell’immobile e acquisizione di macchinari da destinare anche alla produzio-

ne di una nuova linea di sigillanti - per difficoltà sopraggiunte nel processo di indu-

strializzazione del nuovo prodotto. Per questo già dal dicembre 1999 ha avanzato

un’istanza di proroga.

La G.R.B. ha in atto un nuovo insediamento. Il ritardo è stato determinato dalla

scelta di modificare il piano finanziario del progetto, con inversione dell’equilibrio tra

le spese sostenute direttamente e le spese in locazione finanziaria. Ciò ha compor-

tato un carteggio con il soggetto istruttore per verificare la possibilità di ricalcolo del

contributo. Quindi, a seguito d’una verifica intercorsa col MTBPE, si è stabilito di

provvedere ad una nuova istruttoria, attualmente in corso.

La Idromec è in ritardo nella realizzazione del progetto in quanto ha privilegiato

un diverso investimento. Di questo l’impresa ha dato comunicazione nel gennaio

2000 al S.R.. Nel monitoraggio di giugno 2000 l’impresa ha erroneamente indicato

il dato relativo all’intero importo di un leasing.

La Plant Service ha mostrato nei monitoraggi una battuta d’arresto che è stata

motivata con l’affermazione della difficoltà a reperire commesse.

La Manfredini ha scontato un ritardo nell’ampliamento dell’immobile a seguito

di perizie suppletive necessarie alla concessione edilizia (relativa ad un impianto di

betonaggio), a seguito del quale il S.R. è intervenuto sollecitando, con esito favore-

vole, la competente Amministrazione comunale.

La Tethys ha subito un rallentamento nella realizzazione del nuovo impianto per

la produzione di articoli in fibre rinforzate ed in carbonio a causa dell’errata esecu-

zione del pavimento industriale del capannone oggetto dell’agevolazione, come do-

cumentato dall’istanza di proroga del 1° agosto 1999.

87 Seguono le specificazioni riguardanti 13 imprese. Di Monterastrelli si è già detto supra nel testo. Per B.B.F. non sono chiarite, nelle relazioni del soggetto responsabile, le motivazioni del ritardo dell’investimento agevolabile - che, in ragione dell’elevata percentuale conseguita da tempo nella realiz-zazione del progetto, sembra considerato praticamente concluso - mentre per Strike group le medesime non adducono rilievi, limitandosi a constatare che “Il programma d’investimento si snoda in un arco tempo-rale molto lungo..” (cfr. sul punto la precedente tabella).

182

La Volta&Verzella risente, nell’ampliamento della torneria meccanica, d’un co-

spicuo ritardo nella consegna dell’acciaio con il quale doveva essere interamente

costruito l’opificio nel quale andranno posizionati i macchinari già ordinati. Detta si-

tuazione è stata comunicata, nel novembre 2000, unitamente ad un’istanza di pro-

roga, al S.R..

La Gommaria registra un ritardo nella costruzione del nuovo impianto nel quale

trasferire ed ampliare l’attività di produzione di ruote ed assali. Il ritardo è stato

causato dall’attività volta alla produzione concomitante al trasloco ed alla riorganiz-

zazione del magazzino sito nel primo capannone di proprietà della società.

La Siderpol , produttrice di impianti di depurazione delle acque, nel nuovo stabi-

limento oggetto del progetto avrebbe dovuto assemblare e rifinire macchinari pro-

dotti da una joint venture con un'impresa turca, ma il terremoto in Turchia del 1999

ha fatto tramontare l’accordo. La Società ha tuttavia confermato l’intenzione di rea-

lizzare l’investimento procedendo all’acquisto del terreno, attraverso un leasing, e

sta provvedendo per la costruzione dell’immobile.

La Sintexcal, produttrice di conglomerati bituminosi, ha registrato difficoltà di

avvio per complicazioni insorte nel frazionamento del lotto di terreno su cui si collo-

ca il nuovo immobile.

La Sirio, nel monitoraggio del 1999, ha argomentato il peculiare ritardo con la

scelta di altri investimenti ritenuti prioritari non inclusi nel programma

d’investimento oggetto del Patto. In effetti la crescita dell’occupazione, illustrata di

seguito nel testo, confermerebbe l’espansione dell’attività dell’impresa.

La Tahiti, che ha puntato sull’ampliamento della propria attività di campeggio, in

relazione al contenzioso insorto col Comune di Comacchio - nel merito della desti-

nazione d’uso d’una parte del terreno su cui insiste la struttura turistica campeggio

- sconta un certo ritardo nell’investimento. Alla vigilia della stagione turistica 2000,

per potenziare la propria capacità ricettiva ha comunque investito nell’acquisto di

case mobili - installabili senza concessione - così superando l’ammontare delle spe-

se indicate nella sede istruttoria. La situazione, prospettata al soggetto istruttore, è

stata ritenuta non conforme al progetto approvato. L’impresa ha presentato

un’istanza di proroga.

Alla data del 31 dicembre 2000, pertanto, l’avanzamento del Patto rispetto al to-

tale dell’investimento agevolato, al netto delle rinunce, risulta pari al 46,48%.

8.15. (segue) - Le dinamiche occupazionali.

Sul versante occupazionale la situazione rappresentata nella precedente Tab 5

induce a riflessioni non tutte positive. All’obiettivo preventivato in fase di stipulazio-

183

ne del Patto (previsione di 384 nuovi occupati), fa da riscontro il risultato di sole

193 nuove assunzioni conseguite al 31 dicembre 2000 (50,26% del risultato atte-

so).

La situazione trova specifico riepilogo nelle seguenti Tab 8 e Tab 9.

TAB. 8

N. Impresa 1Aggiun. previste

2Unità a regime

3Aggiun. effettive

4Var. aggiun.

5% Var aggiun.

61 BBF 5 109 * -18 -23 -3602 Bui e Balestra 4 13 10 6 2503 CMG R 148 R R R4 CR assemblaggi 18 18 20 2 111,115 Cains moore 3 24,4 6,6 3,6 2206 Coopser 37 101 42 5 113,517 Cromital 2 13 * 2 0 1008 FB infissi R 10 R R R9 F.lli Zucchini 4 67 * 1 -3 25

10 FR.AN. 7 7 4 -3 57,1411 GM stampi 2 14 R R R12 GRB 19 19 11 -8 57,8913 Gommaria 4 17 4 0 10014 Idromec 2 11 0,4 -1,6 2015 Jean Klebert 11 48 27 16 245,4516 LCM 6 18 3 -3 5017 Manfredini 3 30 -1 -4 -33,3318 My Lady 8 55 R R R19 Plant Service 5 15 0 -5 020 Protec 12 43 12 0 10021 Raggi 2 5 R R R22 Reynolds 0 336 0 0 023 SEL OPTICAL 9 170 17 8 188,8924 Siderpol 6 18 * 6 0 10025 SIES 9 11 R R R26 Sintexcal 2 6 0 -2 027 Sirio 40 70 38 -2 9528 Monterastelli 53 64 0 -53 029 Strike 60 60 13 -47 21,6730 Tahiti 9 29 -20 -29 -222,2231 Tethys 21 21 3 -18 14,2932 Volta e Verzella 6 23 -3 -9 -5033 Vortex Hydra 3 61 R R R34 Vortex Systems 12 66 15 3 125

TOTALE 384 1.720,40 193 -167 50,26FONTE: Elaborazione del controllo sulla base degli elementi acquisiti dal soggetto responsabile

* Dati corretti e giustificati da SIPRO, su richiesta del controllo, rispetto quelli risultanti dall'istruttoria bancaria

Stato dell'occupazione aggiuntiva realizzata al 31 dicembre 2000Patto territoriale per Ferrara

184

Tab. 9

Patto Territoriale per Ferrara

Stato dell'occupazione aggiuntiva dei 26 progetti non oggetto di rinunce

N. Impresa

1

Unità regi-me 2

Agg. previste 3

Agg. effettive 4

variazione 5

% su obiettivo 6

1Bui e Balestra 13 4 10 6 250

2CR assemblaggi 18 18 20 2 111,11

3Cains moore 24,4 3 6,6 3,6 220

4Coopser 101 37 42 5 113,51

5Cromital 13 2 2 0 100

6FR.AN. 7 7 4 -3 57,14

7Jean Klebert 48 11 27 16 245,45

8Protec 43 12 12 0 100

9Reynolds 336 0 0 0 0

10SEL OPTICAL 170 9 17 8 188,89

11Vortex Systems 66 12 15 3 125

Sub tot. 839,4 115 155,6 40,6 135,30

12BBF 109 5 -18 -23 -360

13F.lli Zucchini 67 4 1 -3 25

14GRB 19 19 11 -8 57,89

15Idromec 11 2 0,4 -1,6 20

16LCM 18 6 3 -3 50

17Manfredini 30 3 -1 -4 -33,33

18Plant Service 15 5 0 -5 0

19Tethys 21 21 3 -18 14,29

20Volta & Verzella 23 6 -3 -9 -50

21Sirio 23 40 38 -2 95

Sub tot. 336 111 34,4 -76,6 30,99

22Gommaria 17 4 4 0 100

23Siderpol 18 6 6 0 100

24Sintexcal 6 2 0 -2 0

25Strike 60 60 13 -47 21,67

26Tahiti 29 9 -20 -29 -222,22

Sub tot. 130 81 3 -78 3,70

Totale 1305,4 307 193 -114 62,87

Fonte: elaborazione del controllo sulla base dei dati di monitoraggio.

Alla luce dei dati sopra riportati appare evidente che ad incidere pesantemente in

negativo sull’obiettivo occupazionale del Patto per Ferrara sono le rinunce determi-

natesi dopo l’approvazione del Patto medesimo. Al riguardo appaiono estremamen-

te mirate le valutazioni espresse da SIPRO, secondo cui “Il relativamente alto tasso

di “mortalità” dei progetti privati non può essere semplicemente spiegabile col ri-

185

corso ad altre fonti di finanziamento. E poiché tuttavia, se si eccettua il caso di un

fallimento, non possiamo dire che le imprese del Patto siano attualmente interessa-

te da una situazione congiunturale negativa, tale da bloccare investimenti e assun-

zioni, le cause di questo andamento sono probabilmente da ricercare nella bassa

quota di contribuzione prevista per le aree Obiettivo 2 e 5b, e per la rigidità del

meccanismo di realizzazione del programma. Questo non significa ipotizzare una

rimodulazione costante delle scelte delle singole imprese: non c’è dubbio tuttavia

che, dal momento di apertura dell’istruttoria a quello della realizzazione effettiva dei

programmi, molte condizioni, a partire da quelle creditizie, si siano modificate”88..

Analizzando il dato occupazionale in relazione allo stato d’avanzamento degli in-

vestimenti ammessi ad agevolazione, inoltre, si rileva quanto segue89.

Relativamente agli 11 investimenti definiti al 31 dicembre 2000, la maggiore oc-

cupazione realizzata ammonta a 155,6 unità rispetto al dato atteso di 115 unità

(135,3% del risultato atteso), con una differenza positiva di 40,6 addetti (cfr. la

precedente Tab. 9).

Per ulteriori 10 investimenti, la maggiore occupazione attesa di 111 unità si è

tradotta in 76,6 nuovi addetti (31% del risultato atteso)90.

La situazione per i 5 investimenti la cui ultimazione non è ancora intervenuta, ri-

spetto il previsto, è di una maggiore occupazione attesa pari a 81 unità mentre il

risultato effettivo è di sole 3 unità aggiuntive (3,7% del risultato atteso), con una

differenza negativa di 78 unità91.

Pervenendo, dunque, alla valutazione dei soli 26 progetti attualmente “validi”

all’interno del Patto - sommandosi alle 7 rinunce quella recentissima della Montera-

stelli - a fronte d’un incremento atteso di 307 addetti (rispetto le 384 alla stipula

del Patto), si registra attualmente un risultato pari a 193 unità aggiuntive (62,87%

del risultato atteso).

Nel merito vanno sottolineate la positiva correlazione tra i progetti già definiti

(quota parte agevolabile) ed i risultati occupazionali ottenuti - trovante speculare

conferma dalla correlazione, di segno negativo, che caratterizza gli investimenti

ammessi ad agevolazione ancora in corso - ed il poco soddisfacente, pur non defi-

nitivo, livello del dato percentuale complessivo.

88 Relazione sul monitoraggio relativo al secondo semestre 1999. 89 Non significativo è parso il riscontro sul dato dei progetti complessivi, in ragione del fatto che solo 5 di questi risultano conclusi. 90 Sul dato influisce pesantemente il differenziale, pari a 50 unità, tra risultati realizzati allo stato attuale e quelli attesi, di tre sole imprese: BBF (- 23) Tethys (- 18), Volta &Verzella (- 9). 91 Sul dato influisce pesantemente il differenziale pari a 76 unità tra i risultati realizzati allo stato attuale e quelli attesi, di due sole imprese: Strike (- 47) e di Tahiti (- 29).

186

Particolare menzione meritano, infine, le vicende di FR.AN.92 e di Manfredini93.

L’andamento negativo del dato occupazionale registrato è stato argomentato addu-

cendo difficoltà di reperimento di mano d’opera.

8.16. (segue). - L’erogazione delle risorse finanziarie.

L’erogazione delle somme destinate all’attuazione dei Patti Territoriali è discipli-

nata dal decreto 4 agosto 1997 del Ministero del Tesoro il quale stabilisce, in termi-

ni abbastanza analoghi per le iniziative imprenditoriali e per gli interventi infrastrut-

turali, che l’importo delle agevolazioni è reso disponibile dalla Cassa Depositi e Pre-

stiti “in quote annuali di pari importo correlate ai tempi previsti di realizzazione de-

gli investimenti”, sulla base di richieste d’erogazione formulate dai soggetti benefi-

ciari (per anticipazione, stato d’avanzamento lavori ovvero rendicontazione finale di

spesa)94.

In fase d’avvio del Patto per Ferrara si è determinato un sensibile ritardo

nell’erogazione delle risorse. La prima relazione predisposta di SIPRO motiva al ri-

guardo: “L’avvio delle iniziative che dovevano mettere S.R. e Imprese in condizione

d’accedere alle erogazioni è stato rallentato da alcuni elementi d’incertezza, che si

sono manifestati su più versanti. La stessa acquisizione delle relazioni complete

dell’istruttoria delle singole imprese, indispensabile per valutare la congruità della

documentazione necessaria alle richieste d’erogazione, richiesta a partire da gen-

naio (1999), è stata effettuata presso il Soggetto istruttore solo nel mese di maggio

(1999). Com’è noto la modulistica definitiva per le richieste è stata disponibile solo

a fine giugno (1999), ed è stata distribuita alle imprese anche su dischetto o e-

mail; già a partire dal 28 aprile tuttavia era stata inviata alle imprese una sorta di

“bozza” intestata alla Cassa depositi e Prestiti, che specificava la documentazione

da allegare alla richiesta, perché le imprese iniziassero a predisporla. Dal mese di

agosto(1999) si sono inoltrate alla Cassa le prime richieste di erogazio-

ne/anticipazione”95.

92 Occupati aggiuntivi pari a 4 rispetto i 7 previsti, con un calo di 2 unità nel confronto col monitoraggio al 30 giugno 2000. L’impresa opera nel settore delle lavorazioni meccaniche e carpenteria metallica. 93 Occupati aggiuntivi pari a –1 rispetto i 3 previsti, con un calo di 2 unità nel confronto col monitoraggio al 30 giugno 2000. L’impresa opera nel settore della produzione di prodotti in calcestruzzo per edilizia. 94 Cfr, il Decreto cit, in G.U. 5 settembre 1997, n. 207. Si segnala che con Decreto del MTBPE 31 luglio 2000, n. 320 (in S.O. alla G.U. 7 novembre 2000, n. 260), la materia è stata completamente innovata tra-sferendosi la competenza del pagamento delle somme dalla Cassa Depositi e Prestiti ai soggetti respon-sabili dei singoli Patti Territoriali. I compiti gestionali del soggetto responsabile devono trovare definizione in un disciplinare da sottoscriversi col MTBPE (art. 2, D.M. n. 320 del 2000, cit.). 95 Relazione sul monitoraggio relativo al secondo semestre 1999.

187

La situazione delle erogazioni costituisce l’oggetto delle due seguenti tabelle di

sintesi. Nella TAB 10 viene riassunta la situazione al 31 dicembre 2000 delle eroga-

zioni riguardanti le infrastrutture.

188

Patto Territoriale per Ferrara – Stato delle erogazioni per annualità previ-

ste al 31.12.2000.

Tab. 10 (mln di li-

re)

Onere Stato Annualità 1999

prevista

Erogazioni su

annualità

1999

Annualità 2000

prevista

Erogazioni

annualità

2000

Porto Goro 7.500 1.875 0 1.875 0

Tangenziale Est 16.908 4.227 0 4.227 0

Raccordo Romea 1.308 327 0 327 425,07

Totale 25.716 6.429 0 6.429 425,07

Fonte: elaborazione del controllo sulla base degli elementi acquisiti dal S.R..

I dati della precedente tabella non abbisognano di particolari commenti in quanto

rappresentano la conseguenza, sotto il profilo finanziario, dei ritardi sopra illustrati

nella realizzazione delle opere.

La successiva TAB 11 fornisce sintetico riscontro, sempre al 31 dicembre 2000,

delle erogazioni disposte in favore delle imprese del Patto, ordinate per le annualità

di riferimento 1999 e 2000. Il dato complessivo è quello di erogazioni pari al

29,39% di quanto programmato al netto delle rinunce.

189

Patto Territoriale per Ferrara - INVESTIMENTI PRIVATI - Stato delle erogazioni al 31 dicembre 2000 TAB. 11 (mln di lire)

N. Impresa Onere Stato Annualità 99 pre-

vista Erogazioni su annuali-

tà 99 Annualità 00 pre-

vista Erogazioni su annuali-

tà 00 NOTE

1 BBF 31,00 15,50 15,50 15,5 0,00

2 Bui e Balestra 45,90 15,30 15,30 15,3 0,00

3 CMG RITIRATO

4 CR assemblaggi 111,81 37,27 37,27 37,27 0,00 In attesa doc. per richiesta saldo

5 Cains moore 341,67 113,89 113,89 113,89 113,89 In attesa doc. per richiesta saldo

6 Coopser 375,12 125,04 125,04 125,04 125,04 Formulata rich. saldo il 20.11.00

7 Cromital 81,00 40,50 40,50 40,5 0,00 Formulata rich. saldo il 17.11.00

8 FB infissi RITIRATO

9 F.lli Zucchini 410,80 205,40 0,00 205,4 205,40

10 FR.AN. 257,12 128,56 128,56 128,56 0,00

11 GM stampi RITIRATO

12 GRB 2.102,06 1.051,03 0,00 1051,03 0,00

13 Gommaria 245,56 122,78 0,00 122,78 0,00

14 Idromec 162,00 81,00 0,00 81 0,00

15 Jean Klebert 570,56 285,28 285,28 285,28 0,00 Formulata rich. saldo il 14.12.00

16 LCM 276,60 92,20 0,00 92,2 92,20

17 Manfredini 333,72 166,86 0,00 166,86 0,00 In attesa doc. per richiesta saldo

18 My Lady RITIRATO

19 Plant Service 92,00 46,00 0,00 46 46,00

20 Protec 52,16 26,08 26,08 26,08 0,00 In attesa doc. per richiesta saldo

21 Raggi RITIRATO

22 Reynolds 1.144,16 572,08 0,00 572,08 572,10

23 SEL 85,62 28,54 0,00 28,54 0,00

24 Siderpol 573,24 191,08 0,00 191,08 0,00

25 SIES RITIRATO

26 Sintexcal 1.145,96 286,49 0,00 286,49 121,85

27 Sirio 245,34 122,67 0,00 122,67 0,00

28 Monterastelli RITIRATO

29 Strike 1.420,89 0,00 0,00 473,63 0,00

30 Tahiti 312,96 156,48 0,00 156,48 0,00

31 Tethys 395,70 197,85 0,00 197,85 197,85

32 Volta e Vergella 821,00 410,50 0,00 410,5 410,50

33 Vortex Hydra RITIRATO

34 Vortex Systems 599,58 299,79 299,79 299,79 0,00

Totale 12.233,53 4.818,17 1.087,21 5.292 1.884,83 % = 2.972,04:10.019,97x100=29,39 Fonte: dati prodotti dal Soggetto istruttore a seguito di richiesta istruttoria

190

Per quanto riguarda le iniziative imprenditoriali, oltre alle problematiche d’avvio

della procedura accennate ad inizio paragrafo - comuni ad entrambe le tipologie

d’intervento - SIPRO segnala, nel medesimo documento, due ulteriori aspetti sicu-

ramente incidenti sul basso livello delle erogazioni documentato nella tabella che

precede.

Per il S.R.: “… appare limitativo l’intervallo di 12 mesi tra l’erogazione di una rata

e l’altra (ci sono imprese che hanno già concluso l’investimento e non possono ac-

cedere al saldo prima dell’autunno); il secondo è che l’intero trattamento del

leasing nel Patto dovrebbe essere modificato sulla scorta di altre leggi

d’incentivazione. La questione è tanto più rilevante se perdura l’indicazione di non

poter accedere a protocolli aggiuntivi o a Patti tematici finché non sia stato erogato

il 50% della prima quota di contributi (orientamento assolutamente condivisibile, se

il processo di erogazione viene posto nelle condizioni di maggior speditezza possibi-

le).”

Inoltre, sempre il medesimo ha evidenziato che: “Permane un problema già se-

gnalato al Soggetto istruttore, ed emerso anche in sede d’ispezione ministeriale nel

mese di febbraio 2000, che determina incertezza nelle imprese: la difficoltà di iden-

tificare correttamente l’ammissibilità delle spese sulla scorta della scheda allegata

alle relazioni istruttorie, che solo in alcuni casi hanno un grado sufficiente di artico-

lazione. La preoccupazione di produrre una rendicontazione conclusiva degli inve-

stimenti non corretta ha in sostanza determinato una sorta di “attesa” che fa slitta-

re la formalizzazione della conclusione degli investimenti”96.

Come desumibile dalle annotazioni della precedente tabella, risultano inviate od

in fase d’invio al soggetto istruttore le richieste di saldo relative alle seguenti im-

prese: C.R. assemblaggi, Cains Moore, Coopser, Cromital, Jean Klebert, Manfredini

e Protec.

Recentemente, risultano deliberate dal CIPE ulteriori indicazioni in ordine alla

problematica delle spese ammissibili per l’acquisizione di beni in locazione finanzia-

ria ed alla possibilità dell’erogazione, a richiesta del beneficiario, del saldo anticipa-

to del contributo a valere sui canoni di locazione finanziaria97.

8.17. (segue). - La riutilizzazione delle somme resisi disponibili.

96 Relazione sul monitoraggio relativo al primo semestre 2000. 97 Delib. 69/2000 del 22 giugno 2000 (in G.U. 22 agosto 2000, n. 195), punto 3.1. La Deliberazione chiari-sce che le disposizioni si applicano anche alle iniziative già fruenti della concessione dell’agevolazione, nonché a quelle istruite o in corso d’istruttoria.

191

A seguito delle rinunce determinatesi, la situazione dei correlati fondi riutilizzabili

nell’ambito del Patto per Ferrara è quella riassunta nella seguente TAB 12.

Tab. 12

Patto Territoriale per Ferrara

Risorse disponibili per la rimodulazione

(situazione al 18 aprile 2001)

(mln di lire)

Impresa Ammontare del contributo Modalità

CMG 230,20 Lettera di rinuncia del 24.3.99 non ha stipu-lato il Patto

FB INFISSI 40,00 Lettera di rinuncia del 23.3.99 non ha stipu-lato il Patto

MY LADY 91,65 Lettera di rinuncia del 14.12.99

RAGGI OLIVIERO 19,00 Lettera di rinuncia del 22.3.2000

SIES 321,60 Lettera di rinuncia del 27.12.99

SOC. MONTERASTELLI 3515,40 Lettera di rinuncia del 6.4.2001

VORTEX HYDRA 336,50 Lettera di rinuncia del 23.12.99

GM STAMPI 87,44 Impresa fallita, documentazione in via di ac-quisizione

Totale 4641,79

Fonte: Dati formulati dal S.R. a seguito di richiesta istruttoria

Trovano pertanto ulteriore riscontro le considerazioni svolte all’esito della prece-

dente indagine, sull’Amministrazione centrale, in cui si sottolineava la rilevanza del-

la consistenza del fenomeno delle rinunce che: “se da un lato costituisce un indice

del grado di successo delle iniziative, da valutare in sede territoriale e nazionale,

dall’altro pone il problema dei modi e dei tempi di riutilizzo delle disponibilità rinve-

nienti dalle rinunce medesime”98.

Va al riguardo richiamato che autorizzazioni al riutilizzo - delle somme resesi di-

sponibili all’interno dei singoli Patti, in favore dei soggetti responsabili - sono state

inizialmente disposte solo per i Patti c.d. di prima generazione e quelli riguardati

98 Delib. n. 98/2000, cit., Relazione, p. 47.

192

dal bando di finanziamento scadente il 31 maggio 199999. In seguito, la fattispecie

è stata estesa anche agli ulteriori Patti con Deliberazione CIPE 22 giugno 2000, nel

merito attribuente al Servizio del MTBPE l’onere dell’emanazione di specifiche istru-

zioni100.

Quanto alle modalità ed ai tempi di riutilizzo delle somme si è dunque appurato

che, per il Patto per Ferrara, è in fase d’attivazione una specifica richiesta, diretta al

MTBPE, con la quale sarà posto il problema della definizione delle relative procedu-

re, tematica sulla quale il S.R. già si esprimeva, nel gennaio 2000, nei seguenti

termini: “Vale la pena infine di sottolineare il problema dell’utilizzo delle risorse non

impegnate per le rinunce di alcune imprese: ammontano per il Patto di Ferrara a

circa 1.020 mln e sono destinate ad aumentare ragionevolmente a breve di un altro

centinaio di mln. Parrebbe ragionevole estendere a tutti i Patti la possibilità di ria-

prire i termini dell’adesione mediante bando, e di avviare all’istruttoria i progetti se-

lezionati: dalle associazioni delle imprese e anche da imprese singole ci viene spes-

so una richiesta di informazioni ed una pressione in tal senso”101.

In risposta ad una richiesta istruttoria integrativa, formulata nel corso della ste-

sura della presente relazione, SIPRO ha segnalato d’aver trasmesso una richiesta di

nulla osta ministeriale ai fini della rimodulazione delle risorse disponibili102. Nel me-

rito il S.R., nel chiedere al MTBPE indicazioni sulla competenza dei costi della nuova

istruttoria, ha ivi specificato che:

- la selezione dei progetti da avviare in istruttoria avverrà tramite un bando a-

deguatamente pubblicizzato, la cui elaborazione è in corso a cura di un gruppo tec-

nico designato dal Tavolo di Concertazione;

- il bando evidenzierà i vincoli di coerenza con gli obiettivi del Patto, raccordan-

doli altresì agli strumenti di programmazione economica regionali e comunitari at-

tualmente operanti sul territorio;

99 Cfr. le Deliberazioni CIPE 9 giugno 1999 (Patti Territoriali approvati dal CIPE: integrazione modalità at-tuative - Del. 78/99 in G.U. 6 agosto 1999, n. 183) e 9 giugno 1999 (Assegnazione di risorse per il finan-ziamento di nuovi Patti Territoriali - Del. 77/99 in G.U. 5 agosto 1999, n. 182). 100 “1.4. Rimodulazione delle risorse per Patti Territori ali e contratti d’area . Il punto 1 della propria de-libera n.77 del 9 giugno 1999 (Gazzetta ufficiale 20 luglio 1999, n. 183) si applica anche ai Patti Territoriali approvati ai sensi della propria delibera n. 29 del 21 marzo 1997 ed ai contratti d’area. Le risorse derivanti dal riutilizzo previsto dal punto 1 della medesima delibera possono essere destinate, fermo restando quan-to previsto al punto 3, primo capoverso della propria delibera 17 marzo 2000, n. 31, sulla base di istruzioni impartite dal servizio della programmazione negoziata, al finanziamento di nuove iniziative imprenditoriali o di nuovi interventi infrastrutturali, selezionati dai soggetti sottoscrittori in coerenza con gli obiettivi del Patto Territoriale o del contratto d’area, cui si applicano le procedure di cui alla delibera 21 marzo 1997, n. 29 (Gazzetta ufficiale 8 maggio 1997, n. 105). Alle iniziative e agli interventi così selezionati le agevolazioni saranno concesse nei limiti e in conformità al regime di aiuto vigente al momento dell’approvazione della rimodulazione delle risorse.” (Delib. n. 69/2000. cit., in G.U. 22 agosto 2000, n. 195). 101 Relazione sul monitoraggio relativo al secondo semestre 1999. 102 Nota e-mail del 23 maggio 2001 e telefax del 25 maggio 2001.

193

- i progetti selezionati saranno sottoposti ad istruttoria da Europrogetti & Finan-

za S.p.a., Soggetto istruttore del Patto Territoriale per Ferrara.

8.18. (segue). - Le verifiche ministeriali.

Al MTBPE spetta il compito della vigilanza sull’attuazione dei Patti poggiante es-

senzialmente, ma non necessariamente, sulle relazioni del soggetto istruttore e del

S.R.103. Ed in effetti, al mero impulso ministeriale104, sembrerebbero ricollegarsi le

visite ispettive demandate all’Unità di verifica degli investimenti pubblici (UVER), ef-

fettuate il 15 e il 16 febbraio 2000, presso le sedi delle imprese Jean Klebert S.p.a.,

Cains Moore S.r.l. e Coopser S.c.a.r.l. .

Le verifiche hanno avuto per oggetto il riscontro sia dei presupposti per

l’ammissione al beneficio delle imprese, sia lo stato d’attuazione degli investimenti

programmati. Com’è dato desumere da quanto sopra illustrato, le imprese prescelte

sono tra quelle che meno hanno accusato problematiche di rilievo nello svolgimento

degli investimenti. Le conclusioni, in effetti, risultano positive anche in via prospet-

tica105. La relazione sull’impresa Coopser, comunque, segnala al MTBPE che il relati-

vo investimento riguarda un’attività di servizi - agevolabili nell’ambito dell’istituto

del Patto Territoriale solo a seguito dell’integrazione apportata alla Deliberazione

CIPE 21 marzo 1997 dalla successiva Delib. n. 127 dell’ 11 novembre 1998 - in ri-

ferimento alla quale non risultano adottate specifiche decisioni da parte della Com-

missione europea106.

Recentemente, si registra, è stato altresì disposto che: “Gli accertamenti

sull’avvenuta realizzazione del programma degli investimenti agevolati nell’ambito

degli strumenti di programmazione negoziata sono eseguiti dal Dipartimento per le

politiche di sviluppo e coesione”107.

103 Le relazioni del soggetto istruttore sono quelle afferenti la certificazione finale della spesa o quelle ana-loghe, da rendersi su apposita richiesta del MTBPE, sulla base delle relazioni sullo stato d’attuazione del Patto Territoriale, predisposte dal soggetto responsabile (Punto 2.9 del Comunicato MTBPE). Ciò non ini-bisce, tuttavia, il diretto intervento del Ministero o sulla base delle segnalazioni svolte nelle relazioni del soggetto responsabile ovvero anche in assenza di specifiche segnalazioni. Quest’ultima osservazione consente di ritenere superabili per le fattispecie regolate dal punto 2.9 del Comunicato MTBPE, le censure al medesimo formulate per aver illegittimamente regolato ipotesi di controllo (Delib. n. 98/2000, cit., di que-sta Corte). 104 Le visite sono state disposte con telegramma del Capo Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e Coe-sione del MTBPE del 9 febbraio 2000. 105 I relativi verbali sono stati acquisiti all’esito d’una richiesta istruttoria formulata nei confronti del MTBPE. 106 Diversamente da quanto avvenuto per l’agricoltura e la pesca. Le attività in parola concernono segna-tamente la “movimentazione ed immagazzinaggio dei terminals e dei containers, nonché il confezionamen-to, l’imballaggio, il reimballaggio, la pesatura e la campionatura delle merci, alimentari e non” (Delib. n. 127/98, cit.) 107 Inoltre, “I relativi oneri sono a carico dei soggetti beneficiari delle agevolazioni, costituiscono spese ammissibili nei limiti del contributo massimo concedibile e sono regolati al momento della liquidazione dell’importo finale.” (Delib. CIPE 69/2000, cit.).

194

8.19. Considerazioni conclusive.

Come illustrato, estremamente ampi appaiono i contenuti del Patto Territoriale

per Ferrara, aspetto questo del resto in linea con il dettato della disciplina di riferi-

mento, in ragione della valenza “negoziale” della procedura coinvolgente una plura-

lità di soggetti, tendente in definitiva a determinare complessivi presupposti per lo

sviluppo delle aree riguardate dagli interventi oggetto di programmazione. In detto

ambito, dunque, è possibile individuare un articolato ventaglio di obiettivi ed impe-

gni la cui attuazione risulta quantificabile e qualitativamente valutabile. Nella pre-

sente indagine l’attenzione si è incentrata su taluni di detti parametri, oggetto per-

tanto delle successive considerazioni.

Il coordinamento degli interventi di sviluppo locale. In apertura di relazione si è

sinteticamente illustrato che l’area interessata dal Patto per Ferrara è interessata da

più iniziative finalizzate allo sviluppo locale, finanziate con risorse: comunitarie, na-

zionali, regionali e locali. Ciò imporrebbe innanzitutto, ad avviso del controllo, il ne-

cessario coordinamento delle diverse programmazioni che, lungi dal limitarsi a me

re verifiche di compatibilità e coerenza delle diverse linee d’intervento, deve dimo-

strarsi in grado d’assicurare l’effettivo raccordo funzionale dei diversi interventi gio-

coforza interagenti sul territorio. Nell’ambito dell’indagine, si è accertato che detto

raccordo si è sostanzialmente determinato per l’azione svolta da S.I.PRO. S.p.a. –

Soggetto Responsabile del Patto per Ferrara nonché Soggetto attuatore di ulteriori

iniziative di sostegno - partecipante, in qualità di organo tecnico, alla fase “ascen-

dente” di definizione degli obiettivi delle diverse programmazioni interessanti il ter-

ritorio della provincia di Ferrara. Un definitivo e più funzionale assetto, si ritiene,

potrà discendere dall’applicazione della recentissima legge regionale 24 marzo

2000, n. 20 individuante, nel Piano territoriale regionale, lo strumento di definizione

degli indirizzi e delle direttive concernenti la pianificazione di settore, i piani territo-

riali di coordinamento provinciale e gli strumenti della programmazione negoziata.

L’obiettivo prioritario del Patto. Il Patto per Ferrara, come visto, si è posto quale

scopo prioritario quello dell’attrazione di imprese in grado di produrre effetti rile-

vanti sulle economie locali, sia dal punto di vista produttivo che occupazionale. Al

riguardo, la verifica del conseguimento o meno di detto obiettivo può desumersi, in

via immediata, dall’avvio di nuove iniziative produttive oltreché, in via mediata, da

successive osservazioni sulla localizzazione di nuove realtà produttive nell’area del

Patto stesso. Sotto il primo profilo non può non rilevarsi lo scarso successo

dell’iniziativa, in termini d’adesione di imprese, aspetto giustificato e documentato

dal Soggetto Responsabile con la constatazione della “bassa spinta agli investimen-

ti” in ragione della rigida, non breve, tempistica d’erogazione dei contributi. Non

195

sembrerebbe casuale, pertanto, la circostanza che taluni imprenditori hanno prefe-

rito rinunciare ai benefici recati dal Patto optando per il più collaudato regime della

legge n. 488 del 1992. Quanto al secondo aspetto, invece, al momento non risulta

possibile formulare valutazioni sia perché gli effetti indotti potranno apprezzarsi solo

con la realizzazione di tutti gli interventi programmati - e tra questi, in particolare,

delle due infrastrutture di collegamento stradale - sia perché comunque occorrerà

scindere gli effetti del Patto da quelli correlati agli ulteriori interventi, in fase

d’attuazione, sul medesimo ambito territoriale. Al riguardo un positivo riscontro, in

termini di corretta impostazione delle linee d’intervento, è comunque rilevabile sulla

scorta del nuovo DOC.U.P. Obiettivo 2, considerante nell’ambito del processo di fe-

ed-back finalizzato alla definizione della nuova programmazione, anche le iniziative

del Patto Territoriale. Si ritiene peraltro, sulla base di quanto già argomentato al

punto che precede, che valutazioni sugli effetti in itinere (anche) del Patto per Fer-

rara dovranno costituire uno dei necessari presupposti per la definizione del Piano

territoriale regionale.

Il rapporto grande impresa e territorio. All’obiettivo prioritario, sopra richiamato,

appare ricollegarsi uno dei più significativi interventi programmati nel Patto - quello

individuato dall’Asse 2 “Grande impresa e territorio” - che non ha tuttavia sortito

effetti per la mancata adesione di imprese. Ad una specifica richiesta istruttoria sul

punto, il S.R. ha argomentato: “Quando ci interroghiamo sull’efficacia del Patto ad

aggredire il problema, ed analizziamo quello che non ha funzionato, dobbiamo an-

che chiederci se il Patto sia, di per sé, lo strumento adeguato per intervenire su

questo nodo”.

Le considerazioni nel merito formulate, di seguito riportate, giustificherebbero gli

sforzi prodotti nella predetta direzione: “In conclusione: il Patto ci ha consentito

qualche passo in avanti sul problema del rapporto tra le grandi imprese presenti ed

il territorio ferrarese, magari indiretto ma significativo (.....). E’ chiaro che c’è anco-

ra molta strada da percorrere, ma il fatto che quegli obiettivi del Patto restino

nell’agenda degli enti locali ferraresi e di S.I.PRO … documenta perlomeno la corret-

tezza dell’analisi del 1998 e la volontà di conseguire su quel versante risultati tan-

gibili.”. Pertanto, il disegno di favorire la nascita e lo sviluppo di realtà imprendito-

riali collegate alle attività produttive delle grandi imprese - ubicate nel polo chimico

di Ferrara e nel polo della meccanica di Copparo - risulterebbe obiettivo ancora at-

tuale ed in fase di perseguimento.

Il ruolo degli Enti locali. Una verifica, dal positivo e sintomatico esito, ha tratto

spunto dalle vicende concernenti le società Monterastelli e Tahiti. In relazione a ri-

tardi nello svolgimento degli interventi programmati, per “contenziosi” afferenti il

196

rilascio di concessioni edilizie da parte del Comune di Comacchio, il controllo ha ipo-

tizzato la mancata attuazione di impegni finalizzati a favorire lo svolgimento

d’adempimenti amministrativi connessi alla realizzazione degli investimenti produt-

tivi, assunti con la stipulazione del Patto. Nel merito, il Soggetto Responsabile ha

utilmente chiarito che: “Relativamente agli impegni assunti dal Comune di Comac-

chio - come da altri soggetti pubblici - non rileviamo ritardi od omissioni che abbia-

no portato alla mancata realizzazione di essi. La non semplice situazione di modifica

del PRG comunale per consentire la attuazione dell’intervento “Monterastelli” è sta-

ta sbloccata dalla possibilità di attivare varianti specifiche attraverso le procedure

offerte - per i progetti d’impresa - dalla istituzione degli Sportelli Unici; possibilità

che il Comune ha tempestivamente utilizzato partecipando attivamente alla costru-

zione della rete provinciale degli Sportelli sia applicando al progetto in questione

(primo in questo nella provincia e tra i primi nell’intera regione) le procedure

dell’art. 10 del D.l.vo n. 114 (n.d.r.: decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 re-

cante la “Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell’art.

4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59”). L’impresa “Tahity” è in possesso

della concessione edilizia e completerà l’investimento entro il giugno 2002. Debita

comunicazione sta per essere inviata al MTBPE”.

L’assistenza tecnica alle imprese.Nell’ambito del Patto per Ferrara, come visto,

non si è determinato il ricorso, per “assistenza tecnica”, a società di servizi conven-

zionate col MTBPE. Nell’ambito del protocollo d’intesa, in effetti, ricorrente è stato

l’impegno di garantire, da parte di più soggetti, la necessaria assistenza alle impre-

se nell’elaborazione dei progetti (in termini: la Provincia, le Associazioni di catego-

ria, i Consorzi di garanzia fidi, l’ARPA, l’Azienda Usl, ed i Vigili del Fuoco). Ciò ha pe-

raltro determinato minori aggravi procedurali e di spesa, nonché consentito il supe-

ramento in radice delle questioni di legittimità correlate ai sottostanti risvolti proce-

durali. Tuttavia, l’istruttoria bancaria ha negato l’ammissibilità ai benefici di 20 pro-

getti produttivi, e per 15 di questi la motivazione si è basata sulla constatazione di

carenze, anche diffuse, di dati e documentazione necessarie alla valutazione tecni-

co, economica e finanziaria dei singoli programmi d’investimento. Sia pure con va-

lutazione ex-post, si osserva dunque, apparirebbe potersi affermare che il ricorso

all’assistenza tecnica - normativamente prevista dalla disciplina dei Patti Territoriali,

peraltro non obbligatoria - avrebbe potuto contenere l’entità del fenomeno in paro-

la.

L’istruttoria bancaria.Nello specifico paragrafo si è rilevato che positive valuta-

zioni del Soggetto istruttore - in riferimento ai parametri della coerenza “interna”

del Patto, e dell’integrazione delle singole iniziative tra loro - non risultano esplici-

197

tate con chiara metodologia nella relativa relazione finale. Analoga osservazione si è

svolta per le positive valutazioni dell’istruttoria bancaria circa l’affermata coerenza

del Patto col sistema di programmazione “esterno”. Negativi risvolti, al riguardo,

sembrerebbero trovare sintesi nella vicenda “Monterastelli”. Quanto di successiva

illustrazione discende dalla disamina del fascicolo concernente la relativa istruttoria

bancaria. L’acquisizione del medesimo, si chiarisce, è avvenuta nell’ambito di ap-

profondimenti attivati su talune situazioni ritenute “patologiche”.

Risulta che l’investimento complessivo proposto dalla Monterastelli ammontava a

lire 24 Mld, con una richiesta di agevolazioni per lire 3,1517 Mld a valere sulla fi-

nanza del Patto. La società, operante nel settore dei servizi di ristorazione - titolare

d’un complesso turistico ricettivo di capienza complessiva pari a 7.000 posti, com-

posto da vari locali da ballo interni ed esterni, punti bar a servizio della struttura ed

un ristorante - proponeva per il finanziamento pubblico un progetto turistico con-

cernente la creazione, nel Comune di Comacchio, d’un complesso polifunzionale

comprensivo di varie strutture definite “sinergiche”, tra le quali: albergo (n. 224

camere o posti letto), centro congressi e business, fitness e polo sportivo compren-

sivo di piscina olimpionica e camping. Nella relazione del Soggetto istruttore si leg-

ge al punto X) (“Coerenza con le finalità del Patto”) che: “L’intervento punta al mi-

glioramento del servizio ricettivo sul territorio, sia dal punto di vista qualitativo che

quantitativo, e all’incremento del livello occupazionale, in coerenza con gli obiettivi

di Patto”. Tuttavia, gli obiettivi di Patto espressamente prevedono (Asse 3 – diversi-

ficazione dell’offerta costiera) azioni di riorganizzazione dell’offerta turistica, nel cui

ambito è dato riscontrare un chiaro giudizio di disvalore nei confronti della crescita

fisica degli insediamenti turistici, poiché determinanti un elevato consumo della ri-

sorsa primaria Territorio, considerato che senza detta risorsa “anche l’attività eco-

nomica non può sopravvivere”. Perplessità ingenerano dunque le conclusioni del

soggetto istruttore che, si ritiene, a riscontro delle richiamate indicazioni program-

matiche, avrebbe quantomeno dovuto più adeguatamente motivare il proprio favo-

revole giudizio sul punto.

L’attuazione delle iniziative infrastrutturali e degli investimenti produttivi. Come ri-

levato sensibili sono i ritardi nella realizzazione dei tre progetti di opere pubbliche,

fondamentalmente determinati da indugi concernenti la fase progettuale, problema-

tica questa comune a molti Patti ed esponenziale, pertanto, di carenze proprie degli

Enti locali di valenza strutturale. Per quanto riguarda le iniziative produttive, inoltre,

non poche sono le difficoltà registratesi nell’avanzamento degli investimenti. Ciò

nonostante, ancora lontane appaiono le scadenze temporali previste per il comple-

tamento delle iniziative del Patto (giugno 2004 per le infrastrutture e luglio 2002

198

per gli investimenti produttivi) e gli sviluppi ulteriori potrebbero consentire la defini-

zione degli interventi entro i termini, eventualmente anche col conseguimento degli

obiettivi occupazionali.

Più preoccupante appare invece il dato delle rinunce, cui fa da riscontro la pro-

blematica della riassegnazione delle risorse da riutilizzarsi. Al riguardo, poco tempe-

stiva apparirebbe la predisposizione della normativa di riferimento - la Deliberazio-

ne CIPE 22 giugno 2000, n. 69/2000 - e delle conseguenti iniziative ministeriali

d’attuazione.

L’erogazione delle risorse. Si è sopra illustrato che ritardi nell’erogazione delle risor-

se sono attribuibili non solo ad indugi connessi con l’avanzamento degli investimenti

ma, altresì, a problematiche relative alla rendicontazione delle spese ammissibili al

finanziamento statale, talune sostanziate anche nelle relazioni semestrali del Sog-

getto Responsabile del Patto per Ferrara. Deve comunque prendersi atto della re-

cente pubblicazione del Decreto ministeriale 31 luglio 2000, n. 320 (Regolamento

concernente la “Disciplina per l’erogazione delle agevolazioni relative ai contratti

d’area e ai Patti Territoriali”; in Suppl. Ord. alla G.U. 7 novembre 2000 n. 260), del

quale tuttavia non è ancora dato conoscere i relativi tempi d’attuazione.

Le verifiche ministeriali.Risulta ancora non chiarito, anche all’esito del contradditto-

rio svoltosi con le Amministrazioni centrali interessate, nell’ambito dell’adunanza

della Sezione centrale di controllo, il reale contributo dei controlli ministeriali – se-

gnatamente delle verifiche ispettive demandate all’Unità di verifica degli investi-

menti pubblici (UVER) – alla corretta applicazione dell’istituo. Si richiama, per quan-

to di rilievo nella presente relazione, che le ispezioni effettuate nel ferrarese, il 15 e

il 16 febbraio 2002, hanno riguardato tre imprese che meno appaiono aver accusa-

to problematiche nell’attuazione dei progetti. Cains Moore e Coopser, infatti, figura-

no tra le cinque società regolarmente realizzanti i complessivi investimenti pro-

grammati, mentre la Klebert, nel monitoraggio del Soggetto Responsabile al 31 di-

cembre 2000, compare nrl novero delle imprese concludenti la quota parte

d’investimento agevolabile.

199

Cap. 9. Il Patto Territoriale per l’occupazione“Appennino-

Centrale”.

9.1. Nota introduttiva.

L’indagine è rivolta a verificare le modalità, i tempi di svolgimento e i risultati

conseguiti nell’attuazione di singoli Patti Territoriali, ancorché in taluni casi ancora

in itinere. L’iniziativa consegue al controllo sull’attività dell’Amministrazione centrale

- relativa all’implementazione dello specifico strumento di programmazione nego-

ziata - che recentemente ha trovato esito nella deliberazione n. 98/2000 del 19 ot-

tobre 2000 della Sezione centrale del controllo.

La sostanziale continuità della tematica riguardata da entrambe le indagini, per-

tanto, ha indotto ad articolare l’odierna disamina prendendo avvio dalle risultanze

del controllo già definito al fine di favorire il confronto tra quanto osservato nei con-

fronti del Ministero del Tesoro, Bilancio e Programmazione Economica (nel prosie-

guo MTBPE) e quanto emergente dalla verifica sull’attuazione dello specifico Patto.

Sulla base di quanto appena esposto, dunque, per la disamina complessiva del

quadro normativo di riferimento si rinvia al primo capitolo della relazione approvata

dalla precitata deliberazione n. 98/2000 nonché, per l’individuazione della disciplina

dei Patti c.d. di seconda generazione, tra cui va annoverato il Patto all’esame, alle

allegate e conclusive schede. La trattazione che segue fornisce in ogni caso riscon-

tro delle novità successivamente intervenute.

9.2. I presupposti del Patto per l’Appennino centrale.

L’area oggetto del Patto è classificabile “zona depressa” ai sensi dell’art. 1 del

decreto-legge 8 febbraio 1995, n. 32 (Disposizioni urgenti per accelerare la conces-

sione delle agevolazioni alle attività gestite dalla soppressa Agenzia per la promo-

zione e lo sviluppo del Mezzogiorno, per la sistemazione del relativo personale,

nonché per l’avvio dell’intervento ordinario nelle aree depresse del territorio nazio-

nale) come convertito dalla legge 7 aprile 1995, n. 104108, e comprende nel suo

ambito 89 Comuni di quattro diverse Regioni.

Di questi, i seguenti 6 Comuni, tutti della provincia di Forlì – Cesena, non rien-

trano nell’Obiettivo 5b dei Fondi strutturali europei: Davadola, Modigliana, Borghi,

Civitella di Romagna, Meldola e Predappio.

108 Art. 1, cit.: “Ai fini dell’attuazione della politica di intervento nelle aree depresse del territorio nazionale e, in particolare dell’applicazione dell’art. 3, comma 1, della legge 19 dicembre 1992, n. 488, di conversio-ne in legge, con modificazioni del decreto-legge 22 ottobre 1992, n. 415, e dell’art. 3 del decreto legislativo 3 aprile 1993, n. 96 e successive modificazioni ed integrazioni, si intende: a) per “aree depresse” quelle individuate o che saranno individuate dalla Commissione delle Comunità europee come ammissibili agli interventi dei fondi strutturali, obiettivi 1, 2 e 5b, quelle eleggibili sulla base di analoghe caratteristiche e

200

La complessiva situazione è riepilogata dalla successiva tabella.

quelle rientranti nelle fattispecie dell’art. 92, paragrafo 3, lettera c), del Trattato di Roma, previo accordo con la Commissione; …”.

201

Tab. 1

Elenco dei comuni distribuiti per circoscrizioni amministrative per zone individuate ai sensi dell’art. 92.3.c del trattato di Roma e per

zone svantaggiate ai sensi della dir. 75/273/ce e successive modifiche ed integrazioni.

Elenco Comuni Popolazione Regione Provincia Comunità Montana Ob. 5b

Territori ai sensi dell’ art. 92.3.c del Trattato di

Roma

Zone svantaggiate ai sensi Dir. 75/273/CE e succ. mo-

difiche ed integr.

(Dec. 251/89 e 252/89)

1 Acqualagna 4014 Marche PS Del Catria e del Nerone si si no

2 Anghiari 5877 Toscana AR Valtiberina Toscana si no si (tot)

3 Apecchio 2209 Marche PS Del Catria e del Nerone si no si (tot)

4 Auditore 1369 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

5 Badia Tedalda 1302 Toscana AR Valtiberina Toscana si no si (tot)

6 Bagno di Romagna 6219 Emilia Romagna FO dell'Appennino Cesenate si no si (tot)

7 Belforte all'Isauro 691 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

8 Bibbiena 11240 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)

9 Borghi 1930 Emilia Romagna FO dell'Appennino Cesenate no no no

10 Borgo Pace 673 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si no si (tot)

11 Cagli 9262 Marche PS Del Catria e del Nerone si si si (tot)

12 Cantiano 2612 Marche PS Del Catria e del Nerone si no si (tot)

13 Capolona 4642 Toscana AR Del Casentino si no si (parz)

14 Caprese Michelangelo 1636 Toscana AR Valtiberina Toscana si no si (tot)

15 Carpegna 1569 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

16 Castel Focognano 3337 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)

Elenco Comuni Popolazione Regione Provincia Comunità Montana Ob. 5b

Territori ai sensi dell’ art. 92.3.c del Trattato di

Roma

Zone svantaggiate ai sensi Dir. 75/273/CE e succ. mo-

difiche ed integr.

(Dec. 251/89 e 252/89)

17 Castel San Niccolo' 2795 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)

18 Casteldelci 554 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (tot)

19 Chitignano 884 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)

202

20 Chiusi della Verna 2243 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)

21 Citerna 3052 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no

22 Citta' di Castello 38316 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no

23 Civitella di Romagna 3781 Emilia Romagna FO Dell’Appennino Forlivese no no si (tot)

24 Costacciaro 1298 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)

25 Dovadola 1534 Emilia Romagna FO Dell'Acqua Cheta no no si (tot)

26 Fermignano 7120 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si si no

27 Fossato di Vico 2402 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)

28 Frontino 369 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

29 Galeata 2246 Emilia Romagna FO Dell’Appennino Forlivese si no si (tot)

30 Gualdo Tadino 14514 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)

31 Gubbio 31276 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)

32 Lisciano Niccone 669 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no

33 Lunano 1151 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

34 Macerata Feltria 2024 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

35 Maiolo 813 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (tot)

Elenco Comuni Popolazione Regione Provincia Comunità Montana Ob. 5b

Territori ai sensi dell’ art. 92.3.c del Trattato di

Roma

Zone svantaggiate ai sensi Dir. 75/273/CE e succ. mo-

difiche ed integr.

(Dec. 251/89 e 252/89)

36 Meldola 9101 Emilia Romagna FO Dell’Appennino Forlivese no no si (parz)

37 Mercatello sul Metauro 1495 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si no si (tot)

38 Mercatino Conca 1020 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

39 Mercato Saraceno 6123 Emilia Romagna FO dell'Appennino Cesenate si no si (tot)

40 Modigliana 4758 Emilia Romagna FO Dell'Acqua Cheta no no si (tot)

41 Monte Cerignone 697 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

42 Monte S. Maria Tiberina 1234 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no

43 Montecalvo in Foglia 2319 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si no si(parz)

44 Montecopiolo 1235 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

203

45 Montegrimano 1126 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

46 Montemignaio 530 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)

47 Monterchi 1879 Toscana AR Valtiberina Toscana si no si (tot)

48 Montone 1562 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no

49 Novafeltria 6655 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (parz)

50 Ortignano Raggiolo 842 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)

51 Peglio 699 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si si si

52 Pennabilli 3122 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (tot)

53 Petriano 2356 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si no si (tot)

54 Piandimeleto 1877 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

Elenco Comuni Popolazione Regione Provincia Comunità Montana Ob. 5b

Territori ai sensi dell’ art. 92.3.c del Trattato di

Roma

Zone svantaggiate ai sensi Dir. 75/273/CE e succ. mo-

difiche ed integr.

(Dec. 251/89 e 252/89)

55 Pietralunga 2411 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si si (tot)

56 Pietrarubbia 684 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

57 Pieve Santo Stefano 3334 Toscana AR Valtiberina Toscana si no si (tot)

58 Piobbico 2001 Marche PS Del Catria e del Nerone si no si (tot)

59 Poppi 5657 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)

60 Portico e San Benedetto 906 Emilia Romagna FO Dell'Acqua Cheta si no si (tot)

61 Pratovecchio 3053 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)

62 Predappio 5946 Emilia Romagna FO Dell’Appennino Forlivese no no si (parz)

63 Premilcuore 897 Emilia Romagna FO Dell’Appennino Forlivese si no si (tot)

64 Rocca San Casciano 2121 Emilia Romagna FO Dell'Acqua Cheta si no si (tot)

65 Roncofreddo 2582 Emilia Romagna FO dell'Appennino Cesenate si no si (tot)

66 San Giustino 10117 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no

67 San Leo 2649 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (tot)

68 Sansepolcro 15616 Toscana AR Valtiberina Toscana si no no

69 Santa Sofia 4216 Emilia Romagna FO Dell’Appennino Forlivese si no si (tot)

204

70 Sant'Agata Feltria 2347 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (tot)

71 Sant'Angelo in Vado 3818 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si si si (tot)

72 Sarsina 3861 Emilia Romagna FO Dell'Appennino Cesenate si no si (tot)

73 Sassocorvaro 3466 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

Elenco Comuni Popolazione Regione Provincia Comunità Montana Ob. 5b

Territori ai sensi dell’ art. 92.3.c del Trattato di

Roma

Zone svantaggiate ai sensi Dir. 75/273/CE e succ. mo-

difiche ed integr.

(Dec. 251/89 e 252/89)

74 Sassofeltrio 1206 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

75 Scheggia e Pascelupo 1552 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)

76 Sestino 1477 Toscana AR Valtiberina Toscana si no si (tot)

77 Sigillo 2388 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)

78 Sogliano al Rubicone 2893 Emilia Romagna FO dell'Appennino Cesenate si no si (tot)

79 Stia 2951 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)

80 Sabbiano 4981 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)

81 Talamello 949 Marche PS Dell'Alta Val Marecchia si no si (parz)

82 Talla 1201 Toscana AR Del Casentino si no si (tot)

83 Tavolato 819 Marche PS Del Montefeltro si no si (tot)

84 Tredozio 1385 Emilia Romagna FO Dell'Acqua Cheta si no si (tot)

85 Umbertine 14957 Umbria PG Alta valle del Tevere Umbra si si no

86 Urbania 6572 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si si no

87 Urbino 15148 Marche PS Dell'Alto e Medio Metauro si no si

88 Valfabbrica 3486 Umbria PG Alto Chiascio si si si (tot)

89 Verghereto 2186 Emilia Romagna FO dell'Appennino Cesenate Si no si (tot)

(Fonte: elaborazione P.T.O. su dati ISTAT 1996)

205

Le specificità dell’area sono le seguenti:109

A. Il territorio interessato dal Patto riguarda 11 Comunità Montane confinanti con

le Regioni Toscana, Emilia Romagna, Marche ed Umbria; 4 Provincie -Pesaro e Ur-

bino, Arezzo, Perugia, Forlì-Cesena; 89 Comuni di cui 83 rientranti nell’Obiettivo 5b

dei fondi strutturali e ricadenti nei benefici dell’articolo 92/3 del Trattato di Roma.

L’area è considerata nel suo complesso, dalle programmazioni regionali, come un

insieme di zone svantaggiate per quanto riguarda le condizioni materiali di vita, le

possibilità di occupazione e le infrastrutture per la vita sociale. I territori del Patto

sono infatti caratterizzati da un basso livello di crescita del reddito, dal permanere

di una notevole importanza del settore agricolo rispetto all’industria, all’artigianato

(anche se nel territorio è presente una rete diffusa di aziende artigiane e di piccole

e medie imprese) e al terziario e da un rilevante processo di declino demografico

che genera diffusi fenomeni di desertificazione del territorio caratterizzato in preva-

lenza da territori montani e collinari (oltre l’80% secondo la classificazione ISTAT).

Il solo dato montano è pari al 53%.

B. Dal punto di vista territoriale, si registra una carenza nella rete infrastruttura-

le hard con problemi di collegamento viario e ferroviario (soprattutto in senso oriz-

zontale).

1. L’infrastruttura viaria è costituita da un reticolo di percorsi statali e provinciali

il cui tracciato è fortemente vincolato alle caratteristiche morfologiche dell’area. I-

noltre, a renderla inadeguata alle necessità di comunicazione interne ed esterne del

territorio sono le condizioni stesse della viabilità ordinaria che, non essendo stata

ristrutturata negli ultimi anni, risultano pessime; queste disfunzioni incidono sul

tessuto produttivo con un elevato costo dei trasporti. Gli assi viari principali (le Sta-

tali, come la 71, la 3, la 257, la 3 bis, la 76, la 67, la 310, o la 73 bis) e di scorri-

mento veloce (come l’asse nord-sud della Ravenna-Orte - E 45) sono l’unico vero

collegamento per molti comuni dell’area. A parte la E 45, mancano dei collegamenti

fluidi con la costiera adriatica, riminese in primo luogo, che consentirebbero alle zo-

ne interne di catturare una parte del flusso turistico romagnolo. Per quanto concer-

ne gli assi viari trasversali risalta il mancato completamento della superstrada E 78,

S.G.C. Fano – Grosseto, importante sistema di collegamento dell’Alto Marche con le

regioni centrali in grado di permettere un rapido inserimento del traffico regionale

sulle arterie nazionali ed europee110.

109 La sintesi di cui nel testo trova fondamentale riferimento nel Programma operativo del Patto per l’Appennino centrale, approvato, con osservazioni, dalla Commissione europea con Decisione n. 10583 del 21 dicembre 1999, nell’ambito delle valutazioni di competenza sul regime degli aiuti di Stato, in riferi-mento alla specifica misura relativa al settore agricolo (cfr. infra, p. 11). 110 A tal fine si ritiene strategico predisporre una valutazione trasportistico – economica e territoriale degli effetti di tale infrastruttura nell’area vasta del Patto. Risulterebbero inoltre strategici lo sviluppo e

206

2. La rete ferroviaria si presenta nel complesso ancora più carente, soprattutto

mancano linee ferroviarie che consentano di sfondare a Nord nella direttrice Roma-

Venezia, e di creare direttrici trasversali capaci di svolgere il compito di snodo per il

centro Italia e di collegamento con le linee Europee di alta velocità (nodo di Arez-

zo), nonché di riutilizzare le tratte di terzo livello in esercizio (Perugia – Umbertide

– Sansepolcro; Stia – Arezzo; Sinalunga – Arezzo) o di riproporre come attuali linee

diverse (Urbino - Fano; Fabriano – Pergola – Cagli – Fano), per questo si è svilup-

pata una rete di autolinee molto diffusa che mette in relazione tra loro i centri prin-

cipali e da questi, con percorsi secondari, i centri minori.

C. Sotto il profilo sociale e demografico i principali problemi, relativi allo spopo-

lamento, all’invecchiamento della popolazione e all’erosione delle strutture e dei

servizi del welfare, si presentano strettamente interconnessi. Il fenomeno di spopo-

lamento che si registra in molti comuni dell’area (la densità abitativa, con 53,2 abi-

tanti per Kmq si colloca molto al di sotto della media nazionale pari a 190,7), per la

maggior parte montani, porta con sé non solo rilevanti e costosi rischi ambientali,

ma anche problemi sociali. L’esodo da questi territori oggi si può dire arrestato, ma

le conseguenze dei processi migratori passati, che hanno allontanato soprattutto i

più giovani (accentuando così l’abbassamento del tasso di natalità dell’area) e i più

intraprendenti verso luoghi che potevano offrire possibilità lavorative e di vita

(quantità e qualità dei servizi offerti) più idonee alle loro capacità ed aspirazioni, si

manifestano ancora in livelli demografici progressivamente decrescenti e nella ten-

denza all’invecchiamento della popolazione (forte è la presenza percentuale delle

classi di età superiori ai 55 anni). Allo spopolamento inoltre, si associa normalmente

la progressiva erosione delle strutture e dei servizi del welfare, nell’area giudicati

carenti sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, soprattutto nei settori della

sanità e dei servizi sociali111.

D. Per quanto riguarda la situazione occupazionale, nelle condizioni di debolezza

del sistema economico s’inquadra la diffusa presenza di disoccupazione giovanile, in

special modo donne, diplomati e laureati che, anche a causa della “cultura del posto

fisso” e della scarsa propensione (dei giovani stessi e delle famiglie che potrebbero

sostenerli economicamente) a rischiare in attività imprenditoriali dagli esiti incerti,

non trovano lavoro in ambito locale.

l’ammodernamento di linee intervallive capaci spesso di congiungere poli di vasto interesse produttivo e anche in aree esterne a quella del Patto (Programma, cit.) 111 Si afferma, nel Programma operativo, che la marginalità caratterizzante questi territori è nata dalla loro estraneità al modello di crescita della produzione, dei consumi e dei servizi proprio delle realtà urbane. Tuttavia ciò sarebbe andato a vantaggio della qualità del territorio, consentendo la conservazione di valori ambientali e culturali propri e irripetibili che in certo modo fa da contrappeso alle condizioni sfavorevoli

207

Questa situazione, con un mercato del lavoro in cui la domanda è rivolta verso

l’apprendista o il lavoratore con contratto di formazione, dove l’età del laureato è

già fattore discriminante, fa inoltre registrare una carenza di manodopera specializ-

zata, sia di tipo tradizionale che innovativo. Comunque le competenze professionali

dell’area non mancano di qualità, anche se si individua un gap tra la preparazione

delle risorse professionali e le esigenze dei moderni sistemi di produzione, superabi-

le attraverso una collaborazione tra scuole e imprenditori (rapporto sinergico scuo-

la-lavoro).

Le attività del settore secondario comunque, creano più occupazione che non nella

media nazionale (44% contro 35%) mentre una situazione rovesciata si ha per il settore

terziario (45% contro 57%) indice quest’ultimo, insieme ad un peso del settore primario

molto maggiore rispetto a quello della media nazionale (oltre l’11% contro 8%) il carat-

tere che conferma spiccatamente rurale dell’area vasta del Patto.

Quanto rappresentato ai precedenti punti C e D trova sintesi nelle seguenti tabelle:

Tabella di sintesi: Area d’intervento del P.T.O ex Ob. 5b. Tab.

2

n. Comuni

Popolazione Superficie (in Kmq)

Densità Reddito (in mln)

Red. pro capite (in mln)

Provincia di Pesaro 36 96.690 1.801,31 53,7 888.602 9,190

Provincia di Forlì 12 35.635 1.180,18 30,2 354.604 9,951

Provincia di Arezzo 20 75.477 1.499,51 50,3 815.401 10,803

Provincia di Perugia 15 129.234 1.899,42 68,0 1.259.121 9,743

Totale 83 337.036 6.380,42 52,8 3.317.728 9,844

Popolazione attiva e tasso disoccupazione Tab. 3

Regione

Area del Patto Marche Umbria Toscana Emilia Romagna

Agricoltura 16.276 3.489 5.536 2.613 4.638 Popolazione attiva (Fonte ISTAT ’91)

Industria 64.636 16.317 22.261 14.858 11.200

aumentando la qualità della vita, legata anche ad una intensa socialità basata sui valori ancora saldi della solidarietà sociale, favorita da legami di parentela estesa, e su ritmi di vita non convulsi (Programma, cit.).

208

Servizi 65.912 17.904 23.046 13.771 11.191

TOTALE 154.890 37.710 50.843 31.242 27.029

Disoccupati 15.684 4.159 6.264 2.853 2.408

In cerca di prima occupa-zione

7.762 2.046 3.428 1.266 1.022

Tasso di di-soccupazione (Fonte ISTAT ‘91)

Tasso di disoccupazione 10.3 % 11% 12.3% 9.1% 8.9%

(Fonte: elaborazione P.T.O. su dati ISTAT 1996).

E. I principali settori produttivi sono i seguenti:

1. Agricoltura. L’analisi dell’economia locale evidenzia un settore agricolo, so-

prattutto nelle aree di alta collina e montagna, che può essere definito marginale

rispetto alle condizioni di competitività richieste da un mercato tradizionale ormai

saturo e sempre più aperto (tanto che viene definito “globale”), in considerazione

anche della revisione delle politiche comunitarie. Si tratta infatti di un sistema agri-

colo basato soprattutto su colture estensive, ma con dimensioni aziendali inadegua-

te che non consentono il raggiungimento di condizioni di efficienza tecnico-

economica. Tuttavia, la presenza di produzioni agro-zootecniche tipiche offre un

punto di partenza importante per il recupero del settore agricolo attraverso una

maggiore qualificazione di tali produzioni, anche sotto l’aspetto della compatibilità

ambientale, che consenta una presenza più incisiva nei mercati nazionali e interna-

zionali di questi prodotti.

2. Industria e artigianato. Una delle peculiarità positive dello sviluppo industriale ed

artigianale dell’area vasta del Patto Territoriale dell’Appennino Centrale è data dalla

molteplicità dei distretti a specializzazione produttiva che hanno trovato radicamento

nel territorio. I principali poli produttivi riguardano il comparto del mobile, del tessile-

abbigliamento, della grafica e cartotecnica, metalmeccanico, della ceramica e del ce-

mento. Il settore industriale però, anche in settori di consolidata tradizione e di

maggiore concorrenzialità, mostra evidenti segni di crisi, con casi di vera e propria

deindustrializzazione e con conseguente calo dell’occupazione che proseguirà in fu-

turo anche a seguito del blocco del turnover. Nel territorio la situazione è aggravata

dal fatto che molte piccole aziende (soprattutto nel settore tessile) hanno lavorato e

lavorano come façoniste risentendo quindi della crisi che ha investito le grandi a-

ziende committenti.

La dipendenza dall’esterno (dai mercati di esportazione del prodotto), legata

all’assenza di competenze commerciali nel settore dell’artigianato e della piccola

impresa, alla scarsa capacità di integrazione tra le imprese, alle difficoltà

nell’attuare il passaggio generazionale (a causa di un inadeguato livello manageriale

esterno al nucleo familiare dell’imprenditore) e alle difficoltà di accesso

209

all’innovazione tecnologica e organizzativa, carenze non compensate da adeguati

servizi alle imprese, rende il tessuto produttivo estremamente vulnerabile ed espo-

sto a rischi.

Lo sviluppo e consolidamento del tessuto della piccola e media impresa e

dell’impresa artigiana diffusa è anch’esso da realizzare attraverso una maggiore qualifi-

cazione della produzione ottenuta con innovazioni di prodotto e di processo puntando

inoltre al riconoscimento (individuazione) di questa qualità e tipicità (qualità-marchio-

immagine-professionalità) da parte del mercato. La rimozione del maggiore ostacolo a

questo processo, rappresentato dalla mancanza di capitali d’investimento delle aziende

(sottocapitalizzazione) implica necessariamente un maggiore coordinamento (coopera-

zione) fra le stesse.

3. Turismo. Un settore strategico per l’economia locale è senz’altro quello del tu-

rismo, infatti, fra i maggiori punti di forza dell’area si possono inquadrare, oltre al

già citato patrimonio ambientale (aree protette, luoghi ancora intatti dal punto di

vista ambientale), sia il patrimonio culturale, legato ai villaggi, ai piccoli borghi, sia

il grande patrimonio d’arte, storico, architettonico, religioso. La valorizzazione turi-

stica di queste peculiari risorse del territorio attraverso l’offerta di un prodotto turi-

stico locale (tipico) che funga da elemento di penetrazione del mercato nazionale ed

internazionale, rappresenta un importante strumento di rivitalizzazione sociale, cul-

turale ed economica anche indiretta, perché crea le condizioni per attrarre ulteriori

investimenti anche in altri campi di attività economica.

4. Commercio. Il settore commerciale infine, si trova in una situazione di stasi.

La rete distributiva è totalmente spiazzata perché costruita sul modello degli anni

‘80, ossia su un tipo di distribuzione generica e di vicinato, mentre la costruzione

dell’asse viario verticale (la E45) ha consentito la localizzazione di grandi centri di

distribuzione che hanno eroso completamente il flusso degli acquirenti nei piccoli

centri. Nelle nuove condizioni sembra essere entrata in crisi la tradizionale strategia

che vedeva i giovani che rimanevano all’interno dell’area, mettersi in proprio nel

settore del commercio contando anche sul sostegno finanziario della famiglia.

F. Per ciò che riguarda i servizi alle persone, quelli di tipo pubblico evidenziano

numerosi deficit quali-quantitativi, mentre dal lato privato sono presenti soprattutto

servizi di consumo (commerciali di massa). Sul fronte dei servizi alle imprese, inve-

ce, mancano servizi appropriati che consentano alle stesse di affrontare le nuove

esigenze di competitività dei mercati.

G. Sotto il profilo ambientale, quella appenninica è un’area di grande pregio ambien-

tale e naturalistico; il territorio locale ha conservato altissimi valori ambientali (bellez-

za, tranquillità, autenticità di cibi genuini, ecc.) da salvaguardare e valorizzare attra-

210

verso uno sviluppo del territorio che non stravolga gli attuali equilibri dell’ambiente ru-

rale ma ne consenta il mantenimento e il miglioramento al fine sia di contenere la ten-

denza all’abbandono, innescando nuovi processi di residenzialità con azione frenante

nei confronti dell’emigrazione, sia di sfruttare commercialmente tali valori ambientali

attraverso l’avvio di attività produttive (turismo rurale, gestione dello spazio rurale,

ecc.) che consentano, attraverso la fornitura di servizi di qualità, una migliore fruizione

di questi “beni” definibili in una maggiore qualità della vita112.

Le risorse ambientali più significative dell’area comprendono la catena appenni-

nica con i piani carsici in essa compresi, le dorsali appenniniche e i sistemi idrogra-

fici costituiti dall’Arno, Tevere, Chiascio, Metauro, Savio, Foglia, Conca, Marecchia e

dai loro affluenti. Il complesso di queste risorse è però caratterizzato, più che da ri-

sorse naturali particolari e di eccezionale rarità, dalla dotazione di una notevolissi-

ma qualità ambientale diffusa. L’elevato valore ambientale dell’area è confermato

dalla presenza di numerosi parchi naturali localizzati al suo interno (a cui si affian-

cano altre aree protette quali Riserve Naturali e Aree Floristiche)113. Non va infine

dimenticato che, nel complesso, l’Appennino centrale, specialmente il settore tosco-

emiliano, è forse quello che conserva ancora, anche nei riguardi del territorio nazio-

nale, la maggiore estensione di boschi.

9.3. La promozione del Patto per l’Appennino centrale.

Il soggetto promotore è la Comunità Montana “Valtiberina Toscana” che, ha svol-

to una dinamica azione d’implementazione delle nuove procedure sin dal marzo

1996. Nell’ambito di un’assemblea pubblica in San Sepolcro (AR), ove ha sede la

menzionata Comunità montana, alla presenza dei presidenti delle Comunità monta-

ne dell’area di confine fra le regioni Toscana, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, dei

Comuni, delle Camere di commercio, delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e

delle associazioni imprenditoriali e di categoria, viene redatto e sottoscritto un ver-

bale nel quale s’indica una prima perimetrazione dell’area del Patto e gli obiettivi da

perseguire rivolgendo formale richiesta al CNEL di “accompagnamento” della con-

certazione locale114.

112 In questo quadro, si afferma, le aree protette dovrebbero rappresentare delle opportunità per la tutela e la valorizzazione ambientale, in un territorio vivo e ricco di specificità naturali, storiche e culturali (Pro-gramma, cit.). 113 Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna; il Parco regionale Umbro del Monte Cucco; il Parco Naturale del Sasso Simone e Simoncello/Monte Carpegna; le aree protette e riser-ve naturali dell’Alpe della Luna Nerone, della gola del Furlo e del Monte Catria; l’area Wilderness vallone dei Mandrioli. 114 Procedura prevista dalla Deliberazione CIPE del 10 maggio 1995. Il CNEL, sulla base di quanto dispo-sto nella menzionata deliberazione e della successiva del 12 luglio 1996, ha in seguito individuato un per-corso “per tappe successive” che può sintetizzarsi nelle seguenti fasi: 1. avvio alla procedura e individua-zione del motore locale; 2. attivazione del tavolo di concertazione; 3. sottoscrizione del primo documento

211

Nel merito dei sistemi di conduzione e rapporti tra tecnici e politici, sin dalla co-

stituzione, l’organizzazione del Patto prevede:

- la Cabina di regia o Comitato Politico del Patto, un organismo sufficientemente

ristretto - in rappresentanza delle Comunità Montane, dei Comuni, delle Province,

delle Regioni e delle forze sociali - che svolge funzioni di indirizzo. La convocazione

periodica della Cabina di regia consente la discussione e la valutazione dei risultati

conseguiti ed il confronto con il Comitato tecnico;

- il Comitato tecnico, organo operativo del Patto, composto da esperti, da rap-

presentanti tecnici degli Enti pubblici e delle rappresentanze di categoria, con com-

piti di assistenza al Piano di Azione nonché di animazione e diffusione nonché di

monitoraggio dei risultati. L’assistenza consiste nella partecipazione all’elaborazione

di progetti specifici, tra cui lo stesso programma operativo del Patto Territoriale. Il

Comitato funge da raccordo con il mondo dell’impresa e quello del lavoro e contri-

buisce al dialogo continuo tra settore pubblico e quello privato;

- l’Assemblea del Patto, con la presenza oltre che delle Province, delle Comunità

Montane, delle Regioni, anche di tutti i Comuni. L’Assemblea ha il compito di garan-

tire che vi sia una rispondenza tra gli obiettivi, i contenuti, i programmi e le azioni

che vengono effettivamente intraprese, tenendo presenti anche gli interessi genera-

li dei territori di cui gli enti locali sono espressione;

- il Coordinatore istituzionale del Patto, con compiti di rappresentanza politica e

di responsabile del Patto in seno alla Commissione europea, al Ministero e alle Re-

gioni;

- il Coordinatore tecnico del Patto, con compiti di coordinamento del Comitato dei

tecnici e di relatore nelle riunioni politiche del Patto nonché come referente tecnico

sia nei confronti del partenariato locale che della Commissione europea, del Ministe-

ro, delle Regioni, del BAT;

- il S.I.L., Soggetto intermediario locale, società appositamente costituita dal

partenariato locale per l’implementazione del Piano di azione del Patto.

9.4. La fase della concertazione.

Il 13 gennaio 1997, presso il CNEL, secondo la disciplina previgente, è stato si-

glato il “Documento di concertazione locale”, primo atto formale di avvio del Patto

per l’Appennino centrale, da parte di 11 Comunità montane, 4 Province, oltre le

Camere di commercio e le Associazioni delle categorie produttive e sindacali115.

di concertazione locale; 4. progettazione definitiva del Patto Territoriale; 5. sottoscrizione del Protocollo d’intesa finale (Cfr. CNEL, La normativa sui Patti Territoriali. Analisi comparata, Roma, 1996). 115 In ordine a quanto esposto si richiama che l’avvio delle procedure concernenti il Patto per l’Appennino centrale si colloca temporalmente in un momento precedente la “riforma” di cui, in particolare, alla Delibe-

212

Al Documento hanno fatto seguito i seguenti Protocolli d’intesa:

- Protocollo tra gli enti pubblici aderenti al Patto Territoriale dell’Appennino cen-

trale per lo snellimento delle procedure e per la trasparenza nell’attuazione delle

opere pubbliche, ai sensi delle leggi n. 241 del 1990 (procedimento amministrativo)

e n. 15 del 1968 (autocertificazione)116;

- Protocollo del 9 dicembre 1997 di corrette e positive relazioni industriali per

l’Area “Alto Tevere Umbro”117;

- Protocollo del dicembre 1997 d’intenti con le Banche e i Consorzi fidi operanti

nelle province di Arezzo, Perugia, Forlì-Cesena, Pesaro-Urbino per il sostegno al

Patto Territoriale118;

Ulteriori protocolli d’intesa, come si vedrà, sono stati predisposti e sottoscritti in

momenti successivi.

9.5. Il Patto per l’Appennino centrale da Patto “Cipe” a Patto “Comuni-

tario”.

A seguito delle conclusioni del Consiglio Europeo di Firenze (giugno 1996), la

Commissione Europea attivava una procedura per definire un’esperienza pilota

d’intervento finalizzata al contrasto alla disoccupazione che, dopo estese consulta-

zioni tra i Governi degli Stati membri, dava origine alla proposta “Patti Territoriali

razione CIPE 21 marzo 1997, riconducente nell’ambito delle competenze del MTBPE, tra le altre, l’illustrata fase procedurale Inoltre, per quanto di successiva rappresentazione, talune fasi d’attuazione del Patto risultano disciplinate in conformità con le disposizioni comunitarie in tema d’attuazione degli interven-ti finanziati con i Fondi strutturali comunitari, ex Obiettivo 1. 116 Sottoscritto in sedi separate, tra i mesi di dicembre 1997 e gennaio 1998, dai seguenti Enti: Comunità Montana Valtiberina Toscana (AR) e i Comuni di Valtiberina, Badia Tebalda, Sansepolcro, Sestino, Capre-se Michelangelo, Anchiari, Pieve S. Stefano e Montevarchi; Comunità Montana del Catria e Nerone (PS) e i Comuni di Cagli, Piobbico, Apecchio, Acqualagna, Cantiano; Comunità Montana Alto e Medio Metauro-Urbania (PS) e i Comuni di Peglio, Urbania, Fermignano, Montecalvo, Mercatello sul Metauro, Urbino, Pe-triano, Sant’Angelo in Vado, Corgo Pace; Comunità Montana Casentino (AR) e i Comuni di Bibbiena, Ca-stel Focognano, Castel Niccolò, Chitigano, Chiusi della Verna, Capolona, Montemigaio, Orignano Raggia-lo, Poppi, Pratovecchio, Stia, sabbiano, Talla; Comunità Montana Appennino Cesenate (FO) e i Comuni di Borghi, Sogliano al Rubicone, Mercato Saraceno, Verghetto, Roncofreddo, Sarsina, Bagno di Romagna; Comunità Montana Alto Chiasco (PG) e i Comuni di Gubbio, Gualdo Tadino, Fossato di Vico, Sigillo, Co-stacciaro, Valfabbrica; Comunità Montana Alto Tevere Umbria (PG); Comunità Montana Alta Valmarecchia (PS) e i Comuni di Casteldelei, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, S. Agata Feltria, Talamello; Co-munità Montana Acqua Cheta (FO) e i Comuni di Portico S. Benedetto, Tredozio, Rocca San Casciano, Modigliana; Comunità Montana Appennino Forlivese (FO) e i Comuni di Galeata, Premilcuore, Meldola, Civitella di Romagna, Sana Sofia, Predappio; Comunità Montana del Montefeltro (PS) e i Comuni di Sas-soferrato, Mercatino Conca, Frontino, Belforte all’Isauro, Pian di Meleto, Lunano, Montecopiolo, Monte Gri-mano, Tavoletto, Sassocorvaro, Auditore, Macerata Feltria, Monte Cerignone, Carpegna; Comunità Mon-tana Alto Tevere Umbro (PG) e i Comuni di Citerna, Città di Castello, Lisciano Niccone, Monte S. M. Tibe-rina, Montone, Pietralunga, San Giustino; Umbertide. Inoltre, anche la Provincia di Forlì-Cesena, la Pro-vincia di Arezzo, La Provincia di Perugia e la Provincia di Pesaro. 117 Firmatari, presso la Sede della Comunità Montana “Alto Tevere Umbro” l’Associazione industriali, l’Associazione piccole e medie industrie, la Lega delle cooperative, la Confartigianato, la Confesercenti, la Confcommercio, le Organizzazioni sindacali C.G.I.L., C.I.S.L. e U.I.L. 118 Firmatari, presso la Sede della Comunità Montana “Alto Tevere Umbro” l’Associazione industriali, l’Associazione piccole e medie industrie, la Lega delle cooperative, la Confartigianato, la Confesercenti, la Confcommercio, le Organizzazioni sindacali C.G.I.L., C.I.S.L. e U.I.L.

213

per l’occupazione” destinati a rafforzare l’efficacia dei fondi strutturali in materia di

occupazione ai livelli regionali e locale119.

Al livello nazionale, dunque, con contestuale interruzione del percorso “CIPE”,

dieci iniziative sono state proposte per l’inserimento nel progetto pilota comunita-

rio: tra queste l’Appennino Centrale120.

In detto contesto il Patto per l’Appennino centrale ha ottenuto un contributo fi-

nanziario da parte della Comunità europea per l’attuazione d’un programma

d’assistenza tecnica per la preparazione, accompagnamento e diffusione dei risultati

del Patto medesimo. In particolare, la Commissione ha chiarito che “l’accettazione

.... del Piano di azioni dettagliato previsto a favore dell’occupazione, condizionerà il

riconoscimento comunitario del Patto Territoriale e la sua partecipazione alla rete

europea di scambio di esperienze”121.

Un Piano di azioni del Patto per l’Appennino centrale è stato presentato al MTBPE

e alla Commissione europea nel gennaio 1998. Il documento, di valenza “strategi-

ca” non operativa, ha individuato un articolato ventaglio d’iniziative che, in seguito,

si è ritenuto di dover procrastinare, in parte, ed inserire in ulteriori, diverse, inizia-

tive122.

Nell’agosto 1998 è stato quindi sottoposto alla Commissione europea il “Pro-

gramma operativo Multiregionale - Sviluppo locale / Patti Territoriali – Obiettivo 1”,

sulla base di Sottoprogrammi concernenti i nove Patti delle aree Obiettivo 1. In ra-

gione della relativa ubicazione territoriale, il Patto per l’Appennino centrale ha se-

guito il differenziato iter di successiva illustrazione.

Con Deliberazione del 22 dicembre 1998, il CIPE ha dato atto che il Patto per

l’Appennino centrale è parte integrante dell’esperienza pilota comunitaria per il ri-

lancio dell’occupazione, e che pertanto il medesimo è soggetto alle procedure co-

119 Iniziativa locale, compartecipazione, innovazione ed integrazione sono i concetti alla base dei Patti co-munitari. Finalità specifiche associate all’iniziativa sono la conoscenza delle cause della disoccupazione al livello locale nonché la definizione di risposte e strategie mirate (cfr. Guida dei Patti per l’occupazione, Commissione europea, 1997). Il documento precitato chiarisce che i Patti non costituiscono un nuovo pro-gramma di iniziativa comunitaria. Essi quindi non mettono in discussione le procedure esistenti in materia di attuazione degli interventi strutturali e in particolare il ruolo dei comitati di sorveglianza dei programmi, ma servono a rafforzare e completare il lavoro dei comitati promuovendo la cooperazione con un maggior numero di patner. Non sono previste al riguardo risorse finanziarie comunitarie aggiuntive rispetto quelle di cui dispongono gli Stati membri nel quadro dell’attuazione dei programmi di iniziativa nazionale o comuni-taria relativi ai Fondi strutturali (Guida, cit., p. 21). 120 Le ulteriori sono: Agro Nocerino Sarnese; Alto Belice Corleonese; Calatino sud Simeto; Catania sud; Matese; Area nord-est provincia di Napoli; Nord Barese Ofantino; Oristano; Sangro Aventino. 121 Note SG(97)D/6665 del 5 agosto 1997 e SG(97)D/7737 del 19 settembre 1997 della Commissione Eu-ropea. Il contributo è pari all’ 80 % dei costi totali ammissibili nel limite di 200 mila ECU. 122 La Commissione europea ha espresso parere favorevole sul Piano d’azione con nota 09431170XVIC3/LP D(98) del 16 settembre 1999.

214

munitarie, “in quanto compatibili con quelle nazionali”. Il relativo finanziamento è

stato tuttavia posto, per l’intero, a carico del bilancio dello Stato123.

Il Programma operativo del Patto, individuante le specifiche misure ed azioni

dell’intervento nell’ambito locale, è stato predisposto sulla base dei contenuti del

Piano d’azione e presentato, il 23 luglio 1999, alla Commissione europea per le va-

lutazioni in tema di aiuti di Stato.

La Commissione si è espressa unicamente nel merito d’una parte del primo asse

d’intervento, quello relativo alla valorizzazione delle risorse agricole, ritenendo le

ulteriori azioni rientranti nel campo d’applicazione del regime “de minimis” ovvero

della legge n. 488 del 1992124 125.

9.6. Il programma operativo del Patto ed il rispetto della normativa

comunitaria.

La forma d’intervento scelta dal Ministero del tesoro, bilancio e programmazione

economica è dunque quella del Programma Operativo - in analogia a quanto svolto

con i 9 Patti di cui alle aree ex Obiettivo 1 - documento che rappresenta un insie-

me organico di procedure ed azioni pluriennali sostenute attraverso contributi a

fondo perduto erogati dallo Stato.

Nel merito delle procedure, detto Programma prevede che alla certificazione del-

la spesa, ai meccanismi relativi agli impegni e ai pagamenti comunitari, alla dichia-

razione di spesa e domanda di pagamento nonché al controllo finanziario si applica-

no le disposizioni previste per gli interventi ex aree Obiettivo 1, ai sensi del punto

6.2 del correlato QCS (Quadro Comunitario di Sostegno).

Estremamente dettagliati, pertanto, risultano i contenuti sul rispetto delle politi-

che comunitarie.

Quanto ai criteri generali d’attuazione del Programma operativo, il riferimento è

rivolto alle schede esplicative “Spese ammissibili ai Fondi strutturali”, di cui alla de-

123 La Deliberazione CIPE è la n. 151/98 (in G.U. 1° apr ile 1999, n. 76). Il finanziamento accordato, pari a 100 Mld, trova successiva conferma nella Deliberazione CIPE 19 febbraio 1999, n. 10/99 (in G.U. 3 aprile 1999, n. 78). L’assegnazione definitiva è avvenuta con Deliberazione CIPE del 21 dicembre 1999, che ha impegnato i fondi a favore del S.I.L. al fine di consentire l’emissione del decreto di approvazione del Patto da parte del Servizio per la programmazione negoziata del MTBPE. 124 Ciò ai sensi dell’art. 88, paragrafo 3 del Trattato di Roma, come successivamente modificato dal Tratta-to di Amsterdam (già art. 93). La decisione della Commissione europea è stata comunicata con lettera n. SG (99) D/8425 del 25 ottobre 1999. 125 Il “de minimis” sfugge all’obbligo di comunicazione alla Commissione europea, concernendo aiuti di piccolo importo in materie non oggetto di regolamentazione comunitaria per specifici settori, e limite in e-rogazioni, nel triennio, non superiori alla soglia di 100.000 euro a favore di ogni singola impresa. Detta so-glia di 100.000 euro comprende qualsiasi aiuto statale, regionale o comunitario concesso a titolo di “de minimis”. Gli aiuti “de minimis” sono, per altro, cumulabili con aiuti concessi a titolo di regimi autorizzati dal-la Commissione (Comunicazione della Commissione sul “de minimis”, in GUCE nella serie C68 del 6 mar-zo 1996). Il regime di aiuto introdotto dalla legge n. 488 del 1992 è stato invece autorizzato dalla Commis-sione europea con decisione comunicata allo Stato italiano con lettera del 30 giugno 1997 SG.97/D/4949.

215

cisione CE 23.4.97 SEM 2000, per quanto non espressamente indicato nelle schede

tecniche delle Misure del Patto126 127.

Viene inoltre identificato nel S.I.L. il soggetto preposto a determinare, nel quadro

delle prescrizioni della UE (cfr. scheda n°7 SEM 2000), le condizioni di ammissibilità

dei cofinanziamenti in natura da parte dei soggetti beneficiari qualora le stesse fos-

sero previste all’interno delle Misure.

Quanto all’informazione e pubblicità, si prevede che, in applicazione della Diretti-

va 94/342/CE del 31.05.1994, il Soggetto intermediario locale è responsabile delle

azioni di sensibilizzazione, informazione e pubblicità, di cui alla specifica Misura 6,

oggetto di cofinanziamento comunitario.

Quanto alle regole della concorrenza, si afferma che:

• Per ciascuna Misura contenente schemi di aiuto finanziario è previsto il ricor-

so alla procedura abbreviata di notifica alla competente Direzione generale della

Commissione europea, salvo specifiche condizioni.

• I massimali di intensità indicati nelle schede tecniche per Misura comprendo-

no tutti gli aiuti nazionali, regionali ed eventualmente locali cumulati.

• Atteso che gli ambiti territoriali sui quali interviene il programma, relativa-

mente ai settori extra-agricoli, afferiscono a due tipologie di aree - in deroga o me-

no all’articolo 92.3c del Trattato di Roma, correlandosi a ciò intensità diverse di aiuti

- in ciascuna scheda di Misura viene indicato il massimale di finanziamento per area

consentito.

• Per talune Misure o frazioni di esse incluse nel programma, è previsto il ricor-

so esclusivo agli aiuti “de minimis”128.

• Relativamente alla definizione di PMI (piccole e medie imprese) si fa riferi-

mento alla disciplina comunitaria degli aiuti di Stato alle piccole e medie imprese

pubblicata sulla GUCE n. C 213 del 23 luglio 1996 recepita con decreto 18 settem-

bre 1997 del Minindustria. Le imprese artigiane sono definite dalla legge quadro

sull’artigianato (legge 8 agosto 1985, n. 443 e successive modificazioni).

• La vigilanza sul rispetto delle regole della concorrenza, ivi incluso il controllo

sul rispetto del divieto di cumulo di sovvenzione per la stessa iniziativa, è assicurata

dal MTBPE, atteso che comunque il S.I.L. dovrà garantire il massimo rispetto di tali

regole nel rapporto con i destinatari finali degli incentivi.

126 Al riguardo si precisa, in particolare, che sono considerati “beneficiari finali” ai fini degli adempimenti per la rendicontazione delle misure e/o azioni comportanti regimi di aiuto (cfr. scheda n°1 SEM 2000), il Soggetto intermediario locale (S.I.L.) responsabile dell’attuazione del programma, mentre per le risorse finanziarie destinate dal S.I.L. a soggetti pubblici gli stessi saranno beneficiari finali e a tale titolo dovranno provvedere alla rendicontazione (Programma, cit.). 127 Per le schede del Programma operativo si rinvia in Appendice, Allegato A. 128 Misure: 1.4; 3.1; 3.2; 3.3; 4.1; 4.3.1.; 4.3.2; 4.4 (Cfr. l’Appendice, Allegato A, cit.).

216

Relativamente alle azioni e sub-azioni previste nei sottoprogrammi si fa quindi

presente che il regime di aiuto non riguarda i c.d. settori sensibili, e che gli even-

tuali aiuti saranno concessi nel rispetto delle seguenti condizioni:

• Settori della pesca, carbone, siderurgia, costruzione navale: nessun aiuto sa-

rà accordato senza previa notifica alla Commissione.

• Settore dei trasporti: gli aiuti escludono i mezzi di trasporto e non sarà con-

cessa maggiorazione regionale alle PMI.

• Settore automobilistico: sarà effettuata la notifica del progetto di aiuto nei

casi in cui sia superata la soglia d’incentivo prevista dalle specifiche disposizioni.

• Settore fibre sintetiche: sarà effettuata la notifica nel caso in cui l’aiuto non

sia dato a titolo di “de minimis”.

• Settore della produzione, trasformazione e commercializzazione dei prodotti

di cui all’allegato II del Trattato di Roma: salvo le azioni specifiche previste nei sot-

toprogrammi nessun aiuto sarà accordato alla produzione agricola senza previa no-

tifica alla Commissione. Per quanto riguarda la trasformazione e commercializzazio-

ne dei prodotti di cui all’allegato II gli aiuti saranno concessi nel rispetto dei criteri e

dei limiti settoriali fissati dalla Decisione della Commissione n. 173 del 22.3.94, e

successive modificazioni e integrazioni, attuativa del punto 3.b degli orientamenti

per gli aiuti di stato relativi e sarà fornito un rapporto annuo dettagliato sugli inve-

stimenti realizzati.

Viene precisato inoltre che:

a) Gli aiuti saranno concessi a condizione del mantenimento della destinazione

degli investimenti incentivati ai progetti imprenditoriali per almeno 5 anni come di-

sposto al punto 4.10 degli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regio-

nale (GUCE C74 del 10.3.1998).

b) Saranno applicate le disposizioni previste dalla disciplina multisettoriale degli

aiuti regionali destinati ai grandi progetti d’investimento (GUCE C74 del 10.3.1998).

c) Sarà rispettata la nozione di investimento iniziale contenuta al punto 4.4 de-

gli orientamenti in materia di aiuti di Stato a finalità regionale (GUCE C74 del

10.3.1998).

d) Sarà rispettata la nozione di investimento iniziale contenuta al punto 4.2 ter-

zo paragrafo degli orientamenti sopra richiamati, per cui le domande di incentivo,

presentate anche in via preliminare sotto forma di richieste e/o manifestazioni d'in-

teresse, precedano le spese relative al progetto d’investimento;

e) Sarà rispettata la condizione per cui almeno il 25% del finanziamento del

progetto provenga dall’imprenditore in conformità al punto 4.2 e della nota 20 degli

orientamenti sopra richiamati.

217

9.7. La definizione degli obiettivi e degli interventi.

Nell’ambito del Programma operativo, sono quindi definiti gli obiettivi e le linee

degli interventi specifici del Patto per l’Appennino Centrale129.

Al riguardo, la strategia indicata consiste nel mettere in atto un’azione che con-

segua il duplice obiettivo di preservare e nello stesso tempo rilanciare il territorio,

cercando di conciliare la valorizzazione delle specificità della cultura e dell’ambiente

economico e naturale con la modernizzazione delle strutture produttive e

dell’offerta di servizi sociali, al fine di attivare un sensibile aumento delle opportuni-

tà di reddito e un consistente miglioramento della qualità della vita delle popolazioni

coinvolte che rendano attraente risiedere in queste aree130.

Vengono quindi tracciate le coordinate generali del programma (“Assi prioritari”),

cui ricondurre le misure finalizzate al perseguimento di obiettivi specifici. Rispetto a

questi, sono quindi identificate le possibilità di intervento, i vincoli, i criteri e gli

strumenti programmatici e finanziari da attivare.

I sei assi prioritari, definiti in coerenza con le strategie dei Programmi Regionali

di Sviluppo, dei DOCUP Regionali e dei Programmi dei Leader II, sono i seguenti:

A. Valorizzazione delle risorse agricole. L’area vasta del Patto ha nel proprio am-

biente naturale uno dei principali elementi di attrazione, la conservazione e la valo-

rizzazione “morbida” di questo fattore rappresenta quindi una scelta obbligata per il

programma del Patto Territoriale. Poiché le attività agricole rivestono una funzione

essenziale per la conservazione dell’ambiente e la difesa dal dissesto idrogeologico,

l’obiettivo prioritario è quello di frenare l’esodo delle popolazioni e l’abbandono delle

attività agricole e zootecniche in particolare modo nelle zone di alta collina e mon-

tagna maggiormente interessate dal fenomeno dello spopolamento. La strategia da

perseguire è quindi, per il settore agricolo in particolare, quella di individuare nuove

opportunità di reddito e di occupazione attraverso la qualificazione e la diversifica-

zione dell’attività agricola anche attraverso l’integrazione col settore turistico e con

129 Per la visione della sintesi delle relative schede si rinvia all’Appendice, Allegato A. 130 “L’obiettivo di uno sviluppo integrato del territorio deve trovare corrispondenza nello strumento messo in atto per il suo raggiungimento, il Patto Territoriale va quindi concretato in un Programma di Sviluppo o pia-no d’Azione, punto d’arrivo di un processo negoziato di programmazione “dal basso” che, partendo dall’individuazione dei punti di debolezza e di forza del territorio, individua strategie operative capaci di modificare la situazione di partenza facendo leva sui punti di forza. Tale programma va a costituire lo sce-nario di riferimento che orienta le azioni sul territorio dell’Appennino Centrale. Infatti, il concetto di integra-zione esige che il piano d’azione non consista in un mero elenco o in una sommatoria di interventi, ma

218

la tutela e valorizzazione del patrimonio forestale. In generale occorre migliorare le

condizioni di vita delle popolazioni, principalmente attraverso l’adeguamento delle

infrastrutture e l’offerta dei servizi.

B. Valorizzazione turistica delle risorse ambientali e culturali. L’attenzione ai pro-

blemi ambientali non coinvolge comunque il solo settore agricolo. Nell’ottica di uno

sviluppo compatibile rientrano nell’asse dell’ambiente interventi per le zone protet-

te, per l’arredo urbano e industriale e per la ricerca e sviluppo legata alla tutela e

alla valorizzazione ambientale. Gli altri assi rispondono invece al miglioramento del-

le condizioni di vita attraverso interventi orientati alla creazione di nuove possibilità

di produzione di reddito (e di occupazione), anche favorendo la possibilità di svilup-

po di nuove tecnologie produttive e di nuove tecniche di organizzazione della pro-

duzione di beni e servizi, nonché sostenendo la nascita di nuovi servizi per le fami-

glie e le imprese. Al centro di queste iniziative si pongono quali elementi peculiari,

capaci di offrire un plusvalore alle azioni intraprese, le risorse umane locali, con la

loro cultura, le tradizioni, le attività, le esperienze e i saperi locali.

C. Sostegno al sistema dell’economia locale. Per quanto riguarda in particolare il

settore della piccola e media impresa, occorre incrementare il basso livello di com-

petitività del sistema e aumentare il peso delle produzioni ad alto valore aggiunto

attraverso l’innalzamento qualitativo del settore, anche promuovendo il ricorso ai

servizi specializzati tramite la riduzione del loro costo per le imprese.

D. Miglioramento della qualità della vita. In un territorio in cui la realtà storico-

culturale e ambientale costituisce una delle risorse principali di sviluppo sostenere ini-

ziative finalizzate alla promozione e valorizzazione turistica può contribuire al decollo

economico del territorio, occorre puntare soprattutto alla destagionalizzazione della

domanda e soprattutto ad una valorizzazione ed ammodernamento dell’apparato ricet-

tivo. Il Patto promuove inoltre interventi di servizi di pubblico interesse che interven-

gono sulla qualità della vita quotidiana delle popolazioni ed anche a favore delle im-

prese. Per ciò che concerne i servizi, cercare di rimediare almeno in parte alla grave

carenza di servizi sociali offre inoltre l’opportunità di sostenere un settore con ampi

margini di sviluppo soprattutto dal punto di vista occupazionale.

E. Infrastrutture. Gli interventi infrastrutturali riguardano opere quali strade, ac-

quedotti, opere di urbanizzazione a sostegno degli insediamenti produttivi, delle a-

ree fieristiche e mercatali, degli autoporti e delle avio-superfici di terzo livello, e per

la creazione dei presupposti necessari per la nascita di nuove imprese.

piuttosto in un complesso di azioni integrate in un piano coerente con obiettivi espliciti in termini di crea-zione occupazionale, finalità principale del Patto (“per l’occupazione”)”. (Programma, cit.).

219

F. Attuazione del P.T.O. L’ultimo asse mira a promuovere un ambiente favorevo-

le al partenariato e all’implementazione del Programma operativo, elemento crucia-

le per il successo del Patto stesso soprattutto data la grande densità e complessità

dell’agire amministrativo, unita alla ricchezza del tessuto associativo (e degli inte-

ressi che rappresenta) che caratterizza l’area del Patto Territoriale dell’Appennino

Centrale.

La sintesi degli interventi previsti è l’oggetto delle successive tabelle:

221

Tab. 4 Quadro finanziario generale (in Mld di lire) Mis. Descrizione Costo totale Fondi pubblici Fondi privati % sul totale

1 Valorizzazione risorse agricole 26,100 14,800 11,300 8,6%

2 Valor. Turistica risorse ambien-tali e culturali

76,030

20,800 55,230 25,0%

3 Sostegno al sistema dell'eco-nomia locale

133,73 23,100 110,63 43,9%

4 Miglioramento della qualità del-la vita

23,653 9,300 14,353 7,8%

5 Infrastrutture 42,857 30,000 12,857 14,0%

6 Attuazione del P.T.O. 2,000 2,000 0,000 0,7%

Totale 304,370 100,000 204,370 100,0

Fonte: Programma operativo Patto per l’Appennino centrale

222

Tab. 5

Articolazione del programma operativo e risultati previsti in termini di occupa-zione

Misure Obiettivo generale Obiettivo specifico Modalita' attuazione

ImPatto occupaz. previsto

1. Valorizzazio-ne risorse agri-cole

Favorire la permanen-za delle popolazioni nei territori agricoli

Integrazione del reddi-to dell’imprenditore agricolo

Bandi pubblici

156

2. Valorizzazio-ne turistica del-le risorse am-bientali e cultu-rali

Sviluppo delle poten-zialità economiche del settore turistico legato all’ambito culturale ed ambientale

Recupero e valorizza-zione delle risorse ambientali e storico culturali a fini turistici; creazione di ricettività diffusa

Bandi pubblici.rif. L. n.488 del 19/12/1992 e succ. modificazioni Comunicato Ministero T.B. e P.E.

del 29/07/98

313

3. Sostegno al sistema dell’economia locale

Incentivazione dell’economia locale

Creare nuova occupa-zione integrando i pic-coli centri con il conte-sto economico del ter-ritorio circostante

Bandi pubblici. rif. L. n.488 del 19/12/1992 e succ. modificazioni Comu-nicato Ministero T.B. e P.E. del 29/07/98

1373

4. Miglioramen-to della qualità della vita

Miglioramento della qualità della vita delle persone portatrici di handicap od in perico-lo di non autosuffi-cienza

Assistenza domiciliare, creazione di centri di riabilitazione e vacan-za, creazione di im-prese rivolte al sociale

Bandi pubblici. rif. secon-do art. 1 bis L. 19.07.93 n. 236 e L. n.488 del 19/12/1992 e succ. modi-ficazioni. Comunicato Mi-nistero T.B. e P.E. del 29/07/98

70

5. Infrastruttu-re

Realizzazione infra-strutture

Dotare delle infra-strutture essenziali i centri minori ed i bor-ghi rurali

Mediante appalti pubblici

rif. Comunicato Ministero T.B. e P.E. del 29/07/98

257

6. Attuazione del PTO

Realizzazione delle azioni previste dal programma operativo

Creazione di una struttura opera-tiva e gestionale.

6

Fonte: Programma operativo Patto per l’Appennino centrale..

223

9.8. La fase dell’assistenza tecnica.

L’ “assistenza tecnica”, nell’ambito del Patto per l’Appennino centrale, si differen-

zia rispetto quella preveduta nella specifica disciplina “CIPE”131.

In effetti, la disponibilità di progetti è devoluta, dalle specifiche normative sopra

richiamate, a bandi di gara nel cui ambito è prevista l’ammissibilità di iniziative da

documentarsi sulla base di schemi predisposti dalla stazione appaltante.

Una fase d’assistenza tecnica, comunque presente nel Patto per l’Appennino cen-

trale, è quella già menzionata, oggetto di cofinanziamento comunitario, relativa -

oltre che alla predisposizione del Programma operativo - ad una serie d’iniziative

concernenti lo studio e la valutazione dei processi del sistema Patto Territoriale, con

particolare riferimento alla percezione degli attori.

Si riportano di seguito le analisi di sintesi di maggior rilievo, tratte dal relativo

Rapporto Finale reso alla Commissione Europea132:

“Analisi delle criticità. L’analisi ha rilevato una chiara convergenza tra le aree di

maggiore criticità del programma di implementazione, così come percepite dagli at-

tori e le zone che possono similmente essere definite di criticità sulla base

dell’analisi di corrispondenza tra obiettivi iniziali e fasi successive

dell’implementazione. In estrema sintesi, le criticità riscontrate fanno riferimento

alla fase attuale del processo di costituzione del sistema territoriale che,trattandosi

di fase intermedia, difficilmente riesce ad esprimere il valore aggiunto derivante

dalla concertazione e dalla programmazione sull’area vasta. Tale difficoltà trova ri-

scontro anche alla complessità amministrativa del territorio del Patto.”

“Analisi dei risultati. In questa parte dello studio/ricerca sono stati analizzati i

primi risultati dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo del Patto.

- Il Patto viene percepito non solo come un meccanismo distributivo e redistribu-

tivo di risorse, ma come una sorta di polita locale “costitutiva”, dove i diversi attori

in gioco provvedono congiuntamente a reinterpretare e modificare le regole del gio-

co e al tempo stesso ne costituiscono di nuove.

- Il Patto viene percepito come un processo di apprendimento istituzionale in cui

i ruoli, gli ambiti di legittimazione e le funzioni dei soggetti coinvolti si modificano.

La costruzione di una rete di relazioni, di conoscenze e di scambi fra tutti gli attori

pubblici privati coinvolti è un risultato visibile nelle iniziative programmatiche scatu-

rite in seguito all’implementazione del programma operativo.

131 Punto 2.10.1, comma 2, della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997. La normativa di riferimento, la pro-cedura di selezione delle società per l’assistenza ai Patti Territoriali nonché i contenuti delle convenzioni stipulate con le singole società sono state oggetto di puntuale ricognizione nell’ambito della Delib. n. 98/2000 di questa Corte (Relazione, capitolo 3 dal titolo: ”L’attività dei Soggetti Esterni al Patto”). 132 Dossier rif. SG(97)D/7737.

224

- La metodologia del Patto viene percepita come meccanismo di governance del

territorio.

- L’occupazione viene percepita quale risultato dello sviluppo del tessuto istitu-

zionale economico e sociale di un territorio e obiettivo di medio lungo termine133.

Rispetto il Budget approvato pari a 250.000 Euro, di cui 200.000 finanziati a

gravare sul FESR, la spesa effettuata è risultata ammontare a 243.995 Euro.

9.9. La definizione dei progetti infrastrutturali.

Gli interventi infrastrutturali sono stati oggetto di concertazione, all’esito della

definizione dei progetti da parte delle Amministrazioni competenti.

9.10. La presentazione dei progetti imprenditoriali.

Il 30 luglio 1999 il S.I.L. ha emanato bandi di gara per l’acquisizione di progetti

privati - nel rispetto dei contenuti del programma operativo e delle procedure stabi-

lite dal P.O.M. Obiettivo 1 e dalla Deliberazione CIPE 21 marzo 1997 – per gli Assi

da 1 a 4 (Valorizzazione delle risorse agricole, Valorizzazione turistica delle risorse

ambientali e culturali, Sostegno al sistema dell’economia locale, Miglioramento della

qualità della vita).

Il termine di presentazione delle domande ha trovato scadenza il 20 settembre

1999.

Come si è già accennato, per la predisposizione dei moduli per la richiesta di a-

gevolazioni di progetti imprenditoriali si è fatto esplicito ed esclusivo riferimento ai

modelli e a quanto previsto dalla legge 28 dicembre 1996, n. 662 e dal Comunicato

MTBPE pubblicato in Gazzetta ufficiale 29 settembre 1999.

9.11. La fase istruttoria.

L’istruttoria sui progetti raccolti, pubblici e privati, è stata effettuata dalla società

Mediocredito dell’Umbria S.p.a., convenzionata col MTBPE ai sensi del punto 2.10.1,

comma 1, lett. b) della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997134.

133 Rapporto finale, precit. . 134 La normativa di riferimento, la procedura di selezione delle società per l’assistenza ai Patti Territoriali nonché i contenuti delle convenzioni stipulate con le singole società sono state oggetto di puntuale rico-gnizione nell’ambito della Delib. n. 98/2000 di questa Corte (Relazione, capitolo 3 dal titolo: “L’attività dei Soggetti Esterni al Patto”). Si richiama, come già accennato nell’ambito di una precedente nota, che una particolare censura si è riferita al fatto che “la stipula delle convenzioni non è stata da sola sufficiente ad assicurare trasparenza e pubblicità alle modalità e ai criteri relativi alle attività di assistenza e di istruttoria di Patti in quanto nella seduta del 9 luglio 1998 il CIPE ha demandato al MTBPE la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale di apposito comunicato per ottenere quei risultati che si sono appena indicati”. Ulteriore

225

I rapporti tra il Mediocredito dell’Umbria S.p.a. e il S.I.L. sono stati regolati con

apposita convenzione stipulata il 23 settembre 1999, disciplinante modalità e pre-

stazioni con riferimento a quanto previsto nel Programma operativo del Patto e nel-

la Deliberazione CIPE 70/98 del 9 luglio 1998, i cui contenuti sono stati mutuati dal

modello di convenzione adottato dagli altri “Patti europei”135.

Alla scadenza dei bandi, il Consiglio di Amministrazione del S.I.L. ha definito

l’elenco dei progetti pervenuti - iniziative imprenditoriali n. 596 domande per 472

Mld; iniziative infrastrutture n. 201 domande per 168 Mld - quindi trasmessi alla

Banca concessionaria.

L’istruttoria è stata formalmente avviata il 1° ottobre 1999 (data della comunica-

zione d’avvio al MTBPE). I criteri sostanziali136 applicati nell’istruttoria sono stati

quelli previsti dalla Deliberazione 21 marzo 1997, secondo i quali va valutata:

1. la conformità degli interventi agli obiettivi di promozione dello sviluppo locale

in ambito subregionale e la compatibilità con uno sviluppo ecosostenibile (punto

2.1);

2. il raccordo delle iniziative del Patto con le linee generali della programmazione

regionale (punto 2.6);

3. la stretta funzionalità alle finalità ed agli obiettivi del Patto gli investimenti in

infrastrutture. Inoltre, il relativo onere complessivo a carico delle specifiche risorse

assegnate non deve superare il 30% dell’importo del Patto medesimo (punto 2.9,

lett. c);

4. la quota dei mezzi propri delle iniziative imprenditoriali che non può essere in-

feriore al 30% del relativo investimento (punto 2.9, lett. d) );

5. la coerenza complessiva di tutte le iniziative comprese nel Patto (punto 2.10,

lett. b);

e sostanziale censura, inoltre, è formulata con riferimento al “Comunicato rivolto ad assicurare trasparenza e pubblicità alle modalità ed ai criteri relativi alle attività di assistenza tecnica ed istruttoria dei Patti Territo-riali”, pubblicato in G.U. del 29 luglio 1998 (in seguito Comunicato MTBPE). Al riguardo si osserva che “L’atto non reca né data né firma. La sua lettura evidenzia che lo stesso è in parte identico alle convenzio-ni esaminate, in parte modificativo di quelle. Rilevando che non è chiara la natura giuridica di tale atto può in ogni caso affermarsi che lo stesso quale “COMUNICATO” non appare idoneo a modificare unilateral-mente le clausole contrattuali contenute nelle convenzioni…”. Le specifiche censure rivolte dalla Delib. n. 98/2000, cit., al Comunicato MTBPE sono richiamate nel testo in riferimento alla disamina delle singole fasi riguardate dal documento medesimo. 135 “Il costo di tale istruttoria, in analogia agli altri Patti europei, è stato sostenuto all’interno della misura 6 del programma operativo” (Nota sintetica del Patto Territoriale per l’occupazione dell’Appennino centrale del 15 febbraio 2001, acquisita in risposta alla prima richiesta istruttoria del controllo). 136 Quelli di forma relativi alla regolarità e completezza delle domande sono stati definiti al punto 2.1. del Comunicato MTBPE. La Delib. 98/2000 della Corte dei conti rileva che detto “punto” amplia il numero degli atti che devono essere presentati unitamente alla richiesta di istruttoria, la cui contemporanea presenza è necessaria a che si apra tale fase, ciò in modifica dell’art. 2.1.1. della convenzione stipulata tra MTBPE e Società privata.

226

6. per le iniziative imprenditoriali, la rispondenza ai criteri di valutazione econo-

mica, patrimoniale, finanziaria ed occupazionale disciplinati dalla legge 19 dicembre

1992, n. 488 e successive modificazioni e integrazioni (punto 2.10, lett. b) )137;

Detti criteri sono stati specificati ed in parte integrati dalle prescrizioni del più

volte richiamato Comunicato MTBPE (punto 2.1)138.

Dei menzionati parametri la Relazione conclusiva dell’istruttoria fornisce puntuale

riscontro, anche sulla base delle dettagliate informazioni contenute nell’ambito del

Programma operativo del Patto.

L’istruttoria si è conclusa il 20 novembre 1999. Gli investimenti ammissibili sono

risultati pari a 399 Mld, di cui: per progetti imprenditoriali privati 346 Mld (417 ini-

ziative)139 e per infrastrutture 53 Mld (78 iniziative)140.

Il giudizio di non ammissibilità importa, per il Patto all’esame, la non rilevanza

nel caso concreto della questione afferente i compensi spettanti al soggetto istrutto-

re correlati alla negativa valutazione di singoli progetti141.

Considerata la mole dei dati afferenti ai menzionati progetti, per una la comples-

siva considerazione dei medesimi, sotto le diverse prospettive, si rinvia alle specifi-

che elaborazioni del soggetto istruttore che costituiscono allegati alla presente rela-

zione.

9.12. Il finanziamento del Patto e la relativa approvazione.

In data 30 novembre 1999 il S.I.L. ha trasmesso al MTBPE la relazione finale

sull’istruttoria. Con deliberazione CIPE 21 dicembre 1999 è stata disposta

l’assegnazione, in via definitiva, del finanziamento di L. 100 Mld a valere sulle risor-

se accantonate con deliberazione n. 151/98.

Con la deliberazione del dicembre 1999 sono stati altresì disposti l’approvazione

del Patto da parte del competente Servizio del MTBPE, nonché il termine per il com-

pletamento degli interventi previsti (il 31 dicembre 2003).

137 La normativa tecnica applicabile all’istruttoria del Patto per l’Appennino Centrale è quella di cui al De-creto Ministero Industria 20 ottobre 1995, n. 527 (Modalità e procedure per la concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore delle attività produttive nelle aree depresse del Paese) come modificato dal D.M. 31 luglio 1997, n. 319 (testo coordinato in G.U. 22 settembre 1997, n. 221). Successivamente le ri-chiamate disposizioni sono state ulteriormente modificate col D.M. 9 marzo 2000, n. 133 (in G.U. 25 mag-gio 2000, n. 120). 138 In particolare, il Comunicato MTBPE specifica quali spese per beni acquistati tramite locazione finan-ziaria sono ammesse alle agevolazioni (punto 2.A del Comunicato, cit.). Sul punto è quindi intervenuta la Deliberazione CIPE 22 giugno 2000, n. 69/200, punto 3.1 (in G.U. 22 agosto 2000, n. 195). 139 Rispetto alle originarie 596 domande si sono determinati: 21 rinunce e 158 giudizi di non ammissibilità. 140 Rispetto agli originari 201 progetti si sono determinate 123 rinunce. 141 Cfr. Sezione controllo CdC, delib. n. 98 del 2000 (Relazione, cit., p. 27), nella quale si rileva la mancan-za di una netta linea di demarcazione tra l’ipotesi in cui l’istruttoria su una singola iniziativa si concluda ne-gativamente (compenso per l’istruttore fisso intero e 50% variabile) e quella in cui sulla stessa sia stato espresso un giudizio di non ammissibilità (compenso solo fisso intero).

227

Ai sensi del punto 2.10.1 della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997: “Il Ministero

del bilancio e della programmazione economica (oggi MTBPE) verifica la validità

complessiva del Patto e accerta la disponibilità delle risorse occorrenti a valere sulle

specifiche somme destinate dal CIPE. Il medesimo Ministero approva, con decreto

da emanarsi entro 45 giorni, il Patto da stipulare”142.

Il Patto per L’Appennino centrale è stato approvato con Decreto n. 2094 del 23

dicembre 1999 dal Direttore generale del Servizio per la programmazione negoziata

del Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione del MTBPE, previa acquisi-

zione dei pareri, delle Regioni interessate, di conformità degli interventi previsti alle

programmazioni regionali.

9.13. Il quadro di riferimento delle fasi d’attuazione.

La comunicazione delle ammissioni alle agevolazioni del Patto Territoriale a tutti i

beneficiari è avvenuta nel mese di gennaio 2000.

In seguito all’avviso favorevole sul Programma operativo da parte dell’Unione

Europea, il MTBPE, predisposte le iniziative ed i provvedimenti necessari per utiliz-

zare i finanziamenti nazionali entro i termini di esecuzione del programma, ha forni-

to a tutti i S.I.L. le disposizioni di attuazione e le procedure di erogazione e rendi-

contazione dei contributi (giugno 2000).

Relativamente ai successivi adempimenti, sono state dunque attivate:

- la fase d’erogazione dei finanziamenti, in base alla quale il S.I.L. è tenuto a tra-

smettere alla Cassa Depositi e Prestiti l’elenco degli interventi ammessi a seguito

della istruttoria bancaria nonché delle graduatorie e/o determinazioni assunte dal

relativo Consiglio di amministrazione, con l’indicazione delle risorse pubbliche oc-

correnti per ciascuno degli interventi a valere sulle specifiche somme destinate dal

CIPE al programma, secondo le modalità previste dalla normativa vigente, affinché

la medesima disponga in favore dei soggetti indicati nel predetto elenco

l’erogazione degli importi dovuti secondo modalità stabilite con decreto del Ministro

del Tesoro da adottare secondo le norme e le disposizioni vigenti.

- la fase di monitoraggio, in riferimento alla quale il Consiglio di Amministrazione

del S.I.L. ha il compito di produrre semestralmente al MTBPE - Dipartimento per le

politiche sviluppo e coesione - e alla Commissione Europea, D.G. XVI, una relazio-

ne illustrativa sullo stato di attuazione e sull’avanzamento del Programma operati-

vo.

142 Il termine di 45 giorni, in mancanza d’espressa diversa indicazione, deve considerarsi decorrente dalla data di comunicazione, al MTBPE, della conclusione dell’istruttoria.

228

9.14. Il Soggetto intermediario locale.

In analogia agli altri Patti “comunitari”, è stata costituita, nell’ambito del parte-

nariato locale del Patto per l’Appennino Centrale, una Società Consortile rappresen-

tativa degli interessi diffusi emersi a seguito delle attività di concertazione. A tale

organismo, denominato Soggetto Intermediario Locale (S.I.L.), sono attributi dalla

normativa statale e comunitaria i seguenti compiti:

a. attuazione del Programma operativo del Patto;

b. coordinamento e mobilitazione del partenariato e diffusione dei risultati del

Programma presso la popolazione locale;

c. controllo amministrativo presso i beneficiari finali, pubblici e privati, e verifica

permanente della corretta applicazione della normative comunitarie, nazionali e re-

gionali;

d. cura del monitoraggio finanziario fisico e procedurale in ordine alle funzioni

proprie attraverso la redazione di relazioni semestrali;

e. accertamento della conformità degli interventi attuati nell’ambito del Pro-

gramma alle indicazioni e raccomandazioni per la protezione dell’ambiente;

f. responsabilità delle azioni di sensibilizzazione, informazione e pubblicità del co-

finanziamento comunitario;

g. rendicontazione finale del Programma.

Tra questi, particolare rilievo assume la predisposizione della relazioni semestrali

sullo stato d’attuazione del Patto Territoriale, nelle quali devono evidenziarsi i risul-

tati e le azioni di verifica e monitoraggio effettuate. Sempre nelle relazioni vanno

altresì indicati i progetti non attivabili o non completabili e va conseguentemente

dichiarata la disponibilità delle risorse non utilizzate derivanti dalle specifiche som-

me destinate dal CIPE ai Patti Territoriali143.

Quanto all’attuazione degli interventi si chiarisce che, secondo il Programma ope-

rativo, questi sono assunti dal beneficiario, sia pubblico sia privato, il quale, titolare

del progetto, è il destinatario degli incentivi. Il S.I.L. è comunque chiamato a gesti-

re direttamente gli interventi previsti dalla apposita misura 6, mentre l’eventuale

gestione diretta di ulteriori iniziative è contemplata nell’ambito del Programma ope-

rativo medesimo.

Sono state al riguardo definite due categorie d’interventi, in funzione delle speci-

fiche tipologie e del soggetto beneficiario:

Interventi attuati direttamente dal S.I.L.: che possono riguardare iniziative

d’animazione e supporto per lo sviluppo dell’area e il funzionamento delle attività

143 Cfr. il punto 2.5, ultimo comma, della Deliberazione CIPE 21 marzo 1997.

229

dello stesso S.I.L. Per queste è previsto il coinvolgimento del partenariato, nella de-

finizione dell’intervento, nel rispetto di quanto previsto dallo Statuto.

Iniziative imprenditoriali o collettive e interventi infrastrutturali: che possono ri-

guardare le iniziative proposte da operatori pubblici e privati nei diversi settori.

Per iniziative collettive: sono da intendersi gli interventi nel settore della cultura,

delle risorse architettoniche, archeologiche, storico-archivistiche e ambientali, pro-

mozione, ricerca e sperimentazione, servizi alle persone e ambientali, valorizzazio-

ne delle risorse umane e miglioramento dell’ambiente di vita del territorio.

Per gli interventi effettuati direttamente, l’attività del S.I.L. consiste nella indivi-

duazione, progettazione, approvazione e realizzazione dei singoli interventi

nell’ambito delle azioni previste dal Programma. Nell’ipotesi, il S.I.L. opera sia con

propri addetti ovvero mediante collaboratori esterni nel rispetto delle normative vi-

genti (D.L. 17 marzo 1995 n. 157 Attuazione della direttiva 92/50/CE in materia di

appalti pubblici di servizi - D.L. 24 luglio 1992 n. 358 - Attuazione delle direttive

77/62/CEE, 80/767/CEE e 88/295/CEE in materia di appalti pubblici di forniture).

Per i progetti d’importo inferiore a 200.000 ECU, inoltre, il S.I.L. affida gli incari-

chi, di consulenza e fornitura di servizi e le forniture di beni e materiali, adottando i

necessari provvedimenti per assicurare idonea pubblicità ed informazione in merito

ai potenziali interessati. E’ altresì previsto l’affidamento a trattativa privata, o tra-

mite incarico diretto, qualora ne ricorrano le condizioni.

Negli altri casi, l'attuazione di progetti - effettuati da privati o Enti locali, al fine

di promuovere lo sviluppo complessivo dell'area e della collettività - si basa sui se-

guenti elementi:

- l’attivazione di avvisi pubblici (= pari opportunità) e la definizione di criteri og-

gettivi di selezione (= trasparenza);

- l'indicazione dei requisiti dei potenziali beneficiari delle singole azioni in base a

quanto previsto nel programma;

- un rapporto continuo S.I.L. e beneficiari/destinatari del programma.

Quindi, per gli interventi effettuati da altri soggetti locali, l’attività del S.I.L. con-

siste nella individuazione dei criteri di selezione e valutazione dei singoli interventi

nell’ambito delle azioni/misure previste dal programma mentre l’istruttoria progetti,

la valutazione di solvibilità dei beneficiari finali, l’accertamento di regolare esecuzio-

ne degli interventi. La rendicontazione e la gestione degli incentivi contributivi spet-

ta all’Istituto bancario al quale è affidato, con apposita convenzione, il ruolo di re-

sponsabile finanziario del Patto144.

144 Al fine di garantire la fattibilità concreta degli interventi possono anche essere introdotti: 1) parametri di spesa massima o ulteriori vincoli di natura tecnica, economica o finanziaria; 2) i criteri di riferimento per la

230

9.15. Il monitoraggio degli interventi.

L’unico monitoraggio effettuato si riferisce al secondo semestre 2000. La Rela-

zione, inviata per conoscenza a questa Corte dei conti, fornisce i seguenti elementi

valutativi.

“Alla data del 31 dicembre 2000 non si registrano progetti conclusi. Risulta per-

tanto difficile quantificare l’impatto occupazionale e quello sull’ambiente dei singoli

interventi che vengono valutati a conclusione dei programmi d’investimento. (...).

Le uniche criticità emerse in questa prima fase di gestione del programma riguar-

dano gli adempimenti burocratici previsti dalle disposizioni di attuazione emanate

dal MTBPE. La complessità di tali disposizioni ha comportato un’intensa attività di

animazione da parte del S.I.L. e ritardi nella presentazione della documentazione e

della rendicontazione degli interventi da parte dei soggetti beneficiari.(...)”145.

Le relative tabelle - unitamente alla situazione sia delle erogazioni effettuate al

31 dicembre 2000, sia delle rinunce intercorse - costituiscono allegati alla presente

relazione.

Complessivamente, i dati acquisiti non rivestono ancora significativo rilievo, non

solo perché il termine di completamento dei progetti è fissato al 31 dicembre 2003,

ma più fondamentalmente perché, come riferito, non si è registrata la conclusione

di alcun intervento.

Le somme ordinate al 31 dicembre 2000, per otto iniziative (quattro pubbliche e

quattro private), ammontano a L. 860.370.000. Un mandato pari a L. 77.530.000 è

stato annullato a seguito di una rinuncia formalizzata successivamente alla data del

31 dicembre 2000.

Risultano 20 le rinunce di privati determinatesi alla 31 dicembre 2000. Al riguar-

do s’annota che, per il Patto all’esame, nessun problema di riutilizzazione delle

somme disponibili per rinuncia sembrerebbe potersi determinare, nella considera-

zione della validità “a scorrimento” della graduatoria stilata all’esito dell’istruttoria

bancaria.

9.16. Le verifiche ministeriali.

definizione della congruità delle spese previste. Il S.I.L. deve fare riferimento a prezziari correnti e/o, qua-lora non già definiti, a criteri basati su analisi di mercato (Programma operativo, cit.). 145 Relazione, cit. .

231

Al MTBPE spetta il compito della vigilanza sull’attuazione dei Patti che poggia es-

senzialmente, ma non necessariamente, sulle relazioni del soggetto istruttore e del

S.R.146.

Prevede, inoltre, lo specifico Programma operativo che il MTBPE individua al suo

interno una specifica Unità operativa composta da personale impiegato nei vari ser-

vizi, ed eventualmente di altri ministeri, e di esperti indipendenti esterni. Tale Unità

operativa ha il compito di:

- vigilare, da un punto di vista generale, sulla corretta attuazione del Programma

ai fini del conseguimento degli obiettivi fissati;

- deliberare sulle eventuali proposte di variazioni e adeguamenti del Programma

Operativo, nonché le eventuali misure necessarie per accelerare l’applicazione del

programma in caso di ritardo, emerse dai risultati periodici forniti dagli indicatori di

sorveglianza e dalle valutazioni intermedie;

- esprimere il proprio accordo in merito alle relazioni semestrali di esecuzione;

- promuovere eventuali sinergie con le altre forme d’intervento, previste ed in

esecuzione, comunitarie, nazionali e regionali.

Alle riunioni periodiche delle predetta unità locale saranno invitati a partecipare i

rappresentanti del S.I.L. e se richiesto i rappresentanti della Commissione.

Ciò posto, non risultano allo stato effettuati controlli diretti, da parte del Ministe-

ro, sul Patto per l’Appennino centrale.

9.17. Considerazioni conclusive.

Nella constatazione che il Patto risulta solo recentemente avviato non appare

possibile esprimere considerazioni definitive. Al riguardo si è chiesto al Soggetto in-

termediario locale di formulare valutazioni d’insieme circa il rispetto, alla data at-

tuale, della tempistica prevista per la realizzazione degli investimenti produttivi e

degli interventi infrastrutturali, nonché previsioni in ordine alla realizzazione dei

medesimi.

La risposta è stata la seguente: “Alla data attuale (1° giugno 2001) e dai dati di

monitoraggio in nostro possesso, non si evidenziano particolari difficoltà circa il ri-

spetto della tempistica prevista per la realizzazione degli investimenti produttivi e di

146 Le relazioni del soggetto istruttore sono quelle afferenti la certificazione finale della spesa o quelle ana-loghe, da rendersi su apposita richiesta del MTBPE, sulla base delle relazioni sullo stato d’attuazione del Patto Territoriale, predisposte dal soggetto responsabile (Punto 2.9 del Comunicato MTBPE). Ciò non ini-bisce, tuttavia, il diretto intervento del Ministero o sulla base delle segnalazioni svolte nelle relazioni del soggetto responsabile ovvero anche in assenza di specifiche segnalazioni. Quest’ultima osservazione consente di ritenere superabili per le fattispecie regolate dal punto 2.9 del Comunicato MTBPE, le censure al medesimo formulate per aver illegittimamente regolato ipotesi di controllo (Delib. n. 98/2000, cit., di que-sta Corte).

232

quelli infrastrutturali nonché in relazione alle previsioni per la realizzazione dei me-

desimi stabiliti in sede di istruttoria e concessione delle agevolazioni”.

Si è inoltre chiesto, con medesima istruttoria integrativa, di rappresentare even-

tuali casi in relazione ai quali potrebbe ipotizzarsi la mancata attuazione di impegni

assunti da soggetti coinvolti nel Patto, finalizzati a favorire sia gli investimenti pro-

duttivi sia la realizzazione delle infrastrutture.

Anche sul punto il riscontro del S.I.L. è stato rassicurante: “Dai dati in nostro

possesso non emergono elementi critici tali da ipotizzare la mancata attuazione de-

gli impegni assunti da parte dei soggetti coinvolti nel Patto Territoriale

dell’Appennino Centrale nell’ambito dei protocolli stipulati, atti a favorire la realizza-

zione degli investimenti pubblici e privati”.

Un’annotazione riguarda comunque la specifica disciplina del Patto, per i riflessi

delle normative comunitarie sullo strumento medesimo, che apparirebbe aver favo-

rito l’impostazione delle procedure e la definizione degli obiettivi e delle conseguenti

misure. Il riferimento è ovviamente all’approfondito lavoro di preparazione ed im-

plementazione del Patto sfociante, tra l’altro, in un analitico e “concreto” Program-

ma operativo.

Una nota non positiva, invece, sembrerebbe ricollegarsi all’attività del MTBPE il

quale solo nel giugno 2000 avrebbe fornito ai Patti “comunitari” le disposizioni di at-

tuazione e le procedure di erogazione e rendicontazione dei contributi, a distanza di

tempo dunque dalla messa a disposizione delle risorse in favore dei Soggetti inter-

mediari locali (dicembre 1999).

Quanto ai risvolti evolutivi accennati nel peculiare paragrafo dedicato all’ “assi-

stenza tecnica”, si segnala sia che nel corso dell’anno 2000 il partenariato ha pro-

mosso, in coerenza con quanto previsto nel Piano di azione, un progetto di Patto

Territoriale specializzato nel settore agricolo (c.d. Patto Verde dell’Appennino Cen-

trale), sia che attualmente sarebbe in fase di studio l’implementazione di un ulterio-

re, innovativo, progetto concernente la realizzazione di un Patto “sociale” per

l’Appennino Centrale.

233

Cap. 10 Il Patto Territoriale area sud Basilicata

10.1. Caratteristiche geo-economiche del territorio del Patto147.

Il Patto nasce nella seconda metà del 1995 allo scopo di promuovere lo sviluppo

di un’area limitata della Basilicata.

L’area, che si estende su oltre 1570 kmq, registra (al 1° gennaio 1995) oltre

80.000 abitanti; comprende n.30 comuni, quasi tutti promotori del Patto e sotto-

scrittori del relativo protocollo d’intesa del 2 giugno 1997.

Il reddito medio annuo dell’area si attesta intorno a lire 8.580.000 per abitante;

il tasso di disoccupazione ha un valore medio pari al 30,99%, mentre il tasso della

forza lavoro rappresenta mediamente il 41% della popolazione.

Il settore agricolo assorbe oltre il 22% degli occupati, ma contribuisce a svilup-

pare solo il 13-14% del valore aggiunto dell’area.

Gli altri settori con maggior occupazione sono: quello delle costruzioni (con il

22% di occupati) e quello della Pubblica Amministrazione (che con il 25% degli oc-

cupati è il settore che assorbe in assoluto più lavoro nell’area); il terziario (esclusa

la P.A.) che assorbe circa il 21% degli occupati ed il manifatturiero che assorbe il

7,97%, sempre degli occupati dell’area.

La composizione territoriale dell’area è caratterizzata dalla presenza di numerosi

comuni di piccole dimensioni, con densità abitativa bassa; la conformazione morfo-

logica della zona è montuosa. Buona parte del territorio del Patto ricade nell’ambito

del Parco Nazionale del Pollino, pertanto è sottoposto ai conseguenti vincoli ambien-

tali.

10.2. Gli obiettivi del Patto

Gli indirizzi di fondo che il Patto si propone di perseguire sono:

a) allargamento del ventaglio produttivo e innovazione tecnologica;

b) il miglioramento della qualità della vita.

Gli obiettivi da raggiungere sono stati individuati nei seguenti punti:

• Ampliamento e rafforzamento della base produttiva ed occupazionale.

• Riduzione dell’economia sommersa.

• Riduzione del divario con il resto della Regione.

• Apporto positivo all’economia ed allo sviluppo socio-economico regionale in

modo da ridurre il ritardo di sviluppo della Basilicata rispetto alle aree geografiche

limitrofe ed alle aree più sviluppate.

147 I dati riportati in questo paragrafo e nel successivo sono tratti dal testo della proposta esecutiva appro-vata del Patto.

234

La logica di sviluppo si snoda su diverse idee essenziali: potenziamento agricol-

tura biologica - miglioramenti fondiari - produzione e lavorazione prodotti agricoli

tipici locali - allevamenti ittici - apicoltura - potenziamento attività ricettive e servizi

(camping ed aree attrezzate) - agriturismo ed attività collegate - offerte di pacchet-

ti turistici integrati - ecoturismo - recupero aree degradate e centri storici.

10.3. Le iniziative approvate.

L’Amministrazione Provinciale di Potenza ha individuato, ai sensi del punto

2.10.1 della delibera CIPE n.29 del 21.3.1997, il Banco di Napoli S.p.a. quale sog-

getto istruttore convenzionato con il MTBPE.

Le iniziative produttive che hanno ottenuto il parere positivo di ammissibilità in

sede di istruttoria sono solo 23 (di cui 18 per il settore manifatturiero/agro-

industriale e 5 per il settore turismo) su 112 progetti presentati.

Altri 62 progetti hanno conseguito parere negativo, mentre 27 progetti sono stati

dichiarati non istruibili per incompletezza della documentazione.

Gli investimenti complessivi previsti nelle domande di contributo sono pari a lire

27.357.900.000, di questi sono stati giudicati ammissibili a contributo pubblico in-

vestimenti per lire 25.764.000.000.

La durata media prevista dei programmi di investimento è di 16 mesi, con reddi-

tività economica media dei progetti (ROI148 a regime) pari al 21,5%.

Con decreto del direttore del Servizio per la Programmazione Negoziata del Di-

partimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione del Ministero del Tesoro, Bilan-

cio e P.E., in data 24.07.1998, è stato costituito il Comitato di verifica e coordina-

mento delle attività di assistenza tecnica ed amministrativa.

Il Patto è stato approvato dal Ministero del Tesoro, Bilancio e P.E. – Dipartimento

per le politiche di sviluppo e di coesione – Servizio Programmazione Negoziata, con

determinazione del direttore generale n.988 del 29 gennaio 1999, ai fini

dell’inserimento nell’apposita graduatoria di cui al punto 1.2 della deliberazione CI-

PE del 9 luglio 1998 (concernente i Patti Territoriali finanziabili in relazione alle ri-

sorse disponibili in attuazione del punto 2.10.1 della deliberazione CIPE 21 marzo

1997).

Il D.M. di approvazione del Patto è stato notificato il 17 marzo 1999, mentre la

sottoscrizione è avvenuta il 14 maggio 1999, rispettando il termine previsto di ses-

santa giorni dalla stessa notifica.

148 Return on Investment: è formato dal rapporto tra reddito operativo e capitale investito; evidenzia la capacità di impiegare efficacemente le risorse a disposizione e misura la redditività operativa del capitale investito. Appartiene alla famiglia degli indici di equilibrio economico.

235

E’ stato concesso un contributo in conto capitale a carico dello Stato pari a

L. 16.830.900.000 (corrispondente al 65,33% degli investimenti previsti ritenuti

ammissibili), mentre i mezzi propri ammontano a L. 9.433.000.000 (pari ad una

media del 36,61% dell’investimento ammissibile previsto).

Al riguardo, occorre precisare che l’ammontare dei mezzi propri apportato per

ciascuna iniziativa non può essere inferiore al 30% dell’investimento ammissibile

previsto per la stessa, ma, ovviamente, può anche essere (e nella maggior parte

dei casi, è) superiore.

Inoltre sono previste, per talune iniziative, altre e ulteriori fonti di copertura (per

il dettaglio si rinvia alla tabella 1) che, comunica il soggetto istruttore149, sono costi-

tuite da “fonti interne aziendali” o da finanziamenti a medio o a lungo termine.

L’incremento occupazionale previsto è pari a 126,6 unità, con rapporto investi-

mento/occupazione aggiuntiva = L. 203.507.109 e rapporto contributo/occupazione

aggiuntiva = L. 132.945.497.

Non sono previsti interventi infrastrutturali a valere sulle risorse assegnate dal

CIPE .

Le Amministrazioni sottoscrittrici del Patto sono: Regione Basilicata, Provincia di

Potenza, C.C.I.A.A. di Potenza, Agenzia Regionale per l’impiego, Centro Enea, Co-

munità montane del Lagonegrese, dell’Alto Sinni e della Val Sarmento, Ente Parco

Pollino, Comuni di Calvera, Carbone, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore,

Castelsaraceno, Castronuovo di S. Andrea, Cersosimo, Chiaromonte, Episcopia,

Fardella, Francavilla in Sinni, Grumento Nova, Lagonegro, Latronico, Lauria, Mara-

tea, Moliterno, Nemoli, Noepoli, Rivello, Rotonda, San Costantino Albanese, San Pa-

olo Albanese, San Severino Lucano, Sarconi, Senise, Teana, Terranova del Polli-

no, Trecchina, Viggianello.

Altri soggetti hanno sottoscritto il Patto: istituti bancari (Banco di Napoli, Monte

dei Paschi di Siena, Banca Mediterranea, Banca Popolare del Sinni, Banca di Credito

Cooperativo del Pollino, Banca Nazionale del Lavoro, ArtigianCassa Basilicata); as-

sociazioni (CGIL, CISL, UIL, CIA, CNA, Confartigianato, Coldiretti, Confagricoltura,

Confesercenti, Confcommercio, Associazione Industriali, Confcooperative, API, Lega

Regionale delle Cooperative).

In qualità di S.R. del Patto è stata costituita la Società per lo Sviluppo Economico

dell’Area Sud Basilicata S.p.a., in linea con le prescrizioni dettate dal CIPE con deli-

berazione del 21 marzo 1997 (punto 2.5).

Lo stato di attuazione del Patto risulta abbastanza critico, con segnali di maggio-

re vitalità registratisi negli ultimi mesi dell’anno 2000.

236

Infatti, nella relazione semestrale sullo stato di attuazione del Patto relativa al 1°

semestre 2000 (peraltro molto scarna), presentata, ai sensi del punto 2.5 della de-

libera CIPE n.29 del 21.3.1997, dal S.R. al MTBPE, non era segnalato ancora alcun

incremento occupazionale e l’importo delle anticipazioni erogate, per le 9 iniziative

avviate a quella data sul totale delle 23 previste, era basso (pari a L.

3.116.651.000 in favore di 10 iniziative).

L’importo dichiarato dei lavori eseguiti ammontava a L. 1.907.200.409.

In data 15.11.2000, il consiglio di amministrazione della società S.R. del Patto ha

esaminato le richieste di anticipazione presentate per altre due iniziative, per un

importo pari a L. 189.100.000.

I dati al 31 dicembre 2000, come appena detto, mostrano alcuni timidi segnali di

miglioramento.

Innanzi tutto, per la prima volta, si comunica la presenza di occupati aggiuntivi

(19,5 sui 126,6 previsti a regime).

I contributi erogati (a favore di 12 iniziative) ammontano a L. 3.305.751.000,

mentre i lavori che si dichiarano eseguiti (per le 13 iniziative su 23 che risultano

avviate) sono pari a L. 4.032.734.142 (corrispondenti al 14,74% dell’investimento

previsto).

E’ da rilevare, quale nota estremamente negativa, che due iniziative (ditte:

Soc.Coop. Il Samaritano a r.l. e Falabella Egidio & C. S.r.l.), pur avendo percepito,

rispettivamente in data 8.3.2000 e in data 20.6.2000, l’anticipazione (L.

220.497.500 e L. 299.997.500, pari al 50% del contributo statale previsto), non

hanno dichiarato, al 31.12.2000, alcun importo per lavori eseguiti.

Nel primo caso (ditta Soc.Coop. Il Samaritano a r.l.), il programma prevedeva la

ristrutturazione e l’ammodernamento di una struttura alberghiera e di ristorazione

già esistente nel Parco Nazionale del Pollino.

I lavori non sono iniziati, si legge nella relazione al 31.12.2000, “a causa della

mancanza di energia elettrica e di una strada appropriata per raggiungere la località

“la Catusa” (allocazione investimento) a causa di contenzioso tra Ente Parco del Pol-

lino e Enel.”

Al riguardo, il S.R. ha comunicato di aver anche chiesto, in data 30.10.2000, alla

Soc. Coop. Il Samaritano “di iniziare i lavori anche utilizzando energia alternativa

(gruppi elettrogeni)”.

L’investimento totale previsto ammontava a L. 941.000.000, di cui era stato

considerato ammissibile a contributo pubblico un investimento di L. 882.000.000.

149 Si veda la nota del Banco di Napoli del 20.6.2001.

237

L’onere a carico dello Stato era stabilito in L. 441.000.000, pari al 50%

dell’investimento ammissibile.

Il S.R. ha informato150 la Corte di aver, in seguito alla delibera151 del Comune di

San Giorgio Lucano n.42 dell’11/04/2001, “provveduto a revocare il finanziamento

concesso alla suddetta società richiedendo la restituzione delle somme erogate a ti-

tolo di anticipazione più gli interessi legali maturati”.

Infatti, in data 24 maggio 2001, il S.R. ha comunicato152 al beneficiario di aver

preso “atto del venir meno dei requisiti di ammissibilità e finanziabilità del progetto”

in conseguenza dell’avvenuta rescissione da parte del comune di S. Giorgio Lucano

del contratto di affidamento della gestione della colonia montana Catusa alla Socie-

tà Cooperativa Il Samaritano ed ha avanzato la richiesta di restituzione di cui sopra

s’è detto, poiché “l’immobile della suddetta colonia montana costituisce elemento

essenziale del progetto ammesso a finanziamento nel Patto Area Sud Basilicata”.

Inoltre in pari data, il S.R. ha chiesto153, al riguardo, al M.B.T.E. “indicazioni sulle

azioni che la scrivente può o deve intraprendere, sulle modalità operative per la re-

stituzione delle somme ed il riaccredito a codesto Ministero, o di essere ragguaglia-

ta sugli organismi competenti per gli adempimenti necessari”154.

150 Si veda la nota del 16.06.2001 in risposta alla nota istruttoria della Corte dei conti n.488 del 7.06.2001. 151 Delibera inviata dal soggetto responsabile alla Corte dei conti quale allegato alla sopra citata nota del 16.06.2001. 152 Con nota inviata dal soggetto responsabile alla Corte dei conti quale allegato alla sopra citata nota del 16.06.2001. 153 Con nota inviata dal soggetto responsabile alla Corte dei conti quale allegato alla sopra citata nota del 16.06.2001. 154 Come riferito nel testo, la citata delibera comunale dispone la risoluzione per inadempimento del con-tratto di affidamento della gestione della struttura comunale adibita a colonia montana sita in località Catu-sa di Terranova di Pollino (PZ). Si legge in tale delibera che, in ottemperanza ad una convenzione stipula-ta in data 1.12.1998, la Soc.Coop. Il Samaritano si era impegnata per detta struttura “a mantenere come prioritaria la destinazione d’uso di Colonia Montana ed a svolgere attività promozionale nel settore” con l’obiettivo di incrementare l’afflusso turistico diretto verso la struttura comunale e creare alcune possibilità occupazionali per la conduzione della struttura stessa. Invece, “nonostante i numerosi solleciti verbali per l’avvio della gestione, con nota prot.3366 del 4/7/2000 è stato ulteriormente lamentato il completo abban-dono della struttura con conseguente pericolo di atti vandalici e pertanto si chiedeva alla più volte citata Cooperativa l’adozione di misure idonee di sorveglianza ed il rispetto degli impegni contrattuali assunti”. Si lamenta, poi, “l’assenza degli arredi e delle attrezzature ed il mancato pagamento delle rate semestrali re-lative all’anno 2000 per un importo complessivo di £.12.000.000” (a tal proposito si ricorda che la Soc.Coop. Il Samaritano ha percepito, in data 8.3.2000, una anticipazione di lire 220.497.500, pari al 50% del contributo statale previsto per la realizzazione dell’iniziativa inserita nel Patto). Si evince sempre dalla lettura della delibera che, dopo altri solleciti e richieste di incontri, il comune ha diffidato, in data 28.09.2000, la Soc.Coop. Il Samaritano “a provvedere agli adempimenti contrattuali e precisamente ad avviare la gestione della struttura ed a pagare le due rate semestrali relative all’anno 2000, ENTRO E NON OLTRE 15 GIORNI dalla ricezione della comunicazione”. Ciò nonostante, ancora in data 13.12.2000, è stata tenuta presso l’albergo-ristorante “La Catusa”, una riunione operativa, convocata dal sindaco del comune di S.Giorgio Lucano, alla quale il Presidente della Soc.Coop. non ha partecipato, comunicando per iscritto l’impossibilità a partecipare a causa di un impegno precedentemente preso, ribadendo che il mancato avvio dei lavori era dovuto all’assenza di condizioni strutturali quali energia elettrica e viabilità e chiedendo, pertanto, l’autorizzazione al rinvio dell’inizio dei lavori al momento in cui tali condizioni fossero state assicurate. La delibera in questione, al riguardo, osserva che la Soc. Il Samaritano è subentrata nel contratto di gestione della Colonia Montana al precedente affidatario in virtù di una delibera comunale del 26.11.1998, allorché “le condizioni strutturali di viabilità ed elettrificazione presentavano le identiche pro-

238

Come detto, i lavori non sono iniziati, “a causa della mancanza di energia elettri-

ca e di una strada appropriata per raggiungere la località “la Catusa” (allocazione

investimento) a causa di contenzioso tra Ente Parco del Pollino e Enel”.

Il soggetto istruttore (Banco di Napoli) ha comunicato155 al riguardo, su precisa

richiesta della Corte, di non aver conosciuto tali circostanze prima della conclusione

della relazione istruttoria (30.11.1998) e che le stesse non risultano dalla documen-

tazione presentata dall’azienda richiedente (domanda di contributo con relativa

scheda tecnica, Business Plan, relazione descrittiva delle caratteristiche tecnico-

progettuali degli investimenti da realizzare).

Peraltro, l’Istituto bancario rileva che, nella scheda tecnica, l’azienda indicava

“quali atti necessari all’avvio della realizzazione dell’opera unicamente la concessio-

ne edilizia e la licenza per l’esercizio dell’attività alberghiera-ristorativa”.

Dal fatto che la stessa ditta beneficiaria abbia indicato, nella scheda tecnica, di

poter realizzare l’opera nel periodo tra l’1.1.1999 ed il 31.12.2000 e che l’istruttoria

bancaria si sia conclusa, come detto, in data 30.11.1998, il soggetto istruttore de-

sume che “risulta evidente che la stessa azienda non ha previsto particolari difficol-

tà per un celere avvio a realizzazione dell’opera”.

Il soggetto istruttore, inoltre, ha comunicato di essere venuto a conoscenza delle

circostanze impeditive dell’avvio dei lavori solo in data 7.3.2001, a seguito della

comunicazione del S.R. con la quale quest’ultimo esprimeva al MTBPE il proprio pa-

rere favorevole alla concessione di una proroga di sei mesi per l’inizio dei lavori.

Occorre a questo punto sottolineare che, ancora in data 7.3.2001 (e dopo tutte

le vicende che sono state del tutto brevemente riassunte prima nel testo ed in no-

ta), il S.R. esprimeva pareri favorevoli alla concessione di una proroga per l’inizio

dei lavori.

Nel secondo caso (ditta Falabella Egidio & C. S.r.l.), l’investimento totale previsto

ammonta a L. 933.800.000, di cui è stato considerato ammissibile a contributo

pubblico un investimento di L. 830.000.000.

L’onere a carico dello Stato è di L. 600.000.000, pari al 72,29% dell’investimento

ammissibile.

In ordine alle cause del mancato avvio dell’iniziativa, il S.R. ha comunicato che

“L’imprenditore ha realizzato un capannone di 2000 mq. non compreso nel progetto

blematiche in cui versano attualmente ed era quindi ben consapevole delle eventuali difficoltà che si sa-rebbero in seguito riscontrate”. Dopo un’ultima diffida, in data 3.04.2001, e considerato che la convenzione sopra citata prevede il carattere essenziale di tutte le clausole e che la violazione anche di una soltanto di esse comporta l’immediata risoluzione del contratto e, tra l’altro, il conseguente rilascio della struttura, la delibera dispone, come detto, la risoluzione del contratto “per gravi inadempienze contrattuali quali man-cato avvio della gestione, mancata sorveglianza della struttura, mancato pagamento di canoni semestrali già maturati”.

239

del patto. Appena completata la struttura acquisterà le attrezzature comprese nel

progetto approvato. Ha chiesto una variazione al progetto approvato, in istruttoria

al Banco di Napoli”.

Il Soggetto istruttore ha comunicato156, al riguardo, di aver favorevolmente esa-

minato tale richiesta e che “la variazione progettuale si sostanzia nella rinuncia

all’acquisto di uno dei due torni originariamente previsti e nell’inserimento, nel pro-

gramma di investimento, di opere murarie relative alla realizzazione di un piccolo

fabbricato servizi e di un muro di sostegno in cemento armato, oltre alle spese di

progettazione e suolo”.

Oltre alle due appena citate, altre 8 iniziative risultano ancora non avviate al

31.12.2000, per vari motivi che vanno dai soliti problemi burocratici denunciati dal

S.R. (mancato rilascio delle concessioni edilizie, anche per motivi di vincolo ambien-

tale, nonché ritardi vari) ad alcune rinunce di fatto (non riscontrandosi più segnali

di interesse da parte dei soggetti coinvolti verso le iniziative economiche progetta-

te).

Alcuni problemi sono di difficile soluzione, in quanto richiedono interventi risolu-

tivi probabilmente incompatibili con i tempi di attuazione del Patto Territoriale.

Ciò si verifica, ad es., nei casi in cui sono necessarie varianti urbanistiche (per la

localizzazione di alcune iniziative) di competenza della regione Basilicata oppure

sussiste un contenzioso tra il Demanio ed un’impresa (poiché l’iniziativa dovrebbe

sorgere su un alveo di fiume di proprietà del Demanio).

Infatti, per 6 iniziative è stata richiesta o è stata manifestata l’intenzione di chie-

dere una proroga per l’inizio delle attività.

Per 3 iniziative (oltre, quale quarta iniziativa, quella della Soc. Coop. Il Samari-

tano, di cui s’è ampiamente trattato e per la quale, prima della revoca, era stata

avanzata richiesta di proroga), invece, il S.R. ritiene inevitabile la revoca poiché le

“Imprese titolari delle agevolazioni….non hanno attivato l’investimento né si sono

dimostrati interessati nonostante i solleciti inviati”.

Delle tredici iniziative formalmente avviatesi al 31.12.2000, ben cinque dichiara-

no di aver speso meno di L. 100.000.000 e, di esse, due hanno speso meno della

metà dei contributi pubblici fino ad ora percepiti.

Di seguito è riportata una tabella (tabella 1) con i dati più significativi, attual-

mente disponibili, relativi alle singole iniziative approvate.

155 Si veda la nota del 12.6.2001 del Banco di Napoli. 156 Si veda la già citata nota del 12.6.2001 del Banco di Napoli.

240

Si precisa al riguardo che il soggetto istruttore ha comunicato157 (vedi tab. 2)

che il fabbisogno totale delle singole iniziative è costituito dalla somma della “spesa

accertata” (cioè della spesa ritenuta congrua in sede istruttoria) e del capitale

d’esercizio richiesto per la normale gestione dell’attività158.

Ciò in quanto l’art.3, punto 5 della Convenzione tra il MTBPE ed il soggetto istrut-

tore ha previsto, tra l’altro, che l’accertamento della validità finanziaria delle attività

imprenditoriali affidato a quest’ultimo dovesse fare riferimento al piano finanziario

per la copertura non solo dei fabbisogni derivanti dalla realizzazione degli investi-

menti (“Spesa accertata”) ma anche di quelli derivanti dalla normale gestione (“Ca-

pitale d’esercizio”).

Pertanto, “eventuali fonti eccedenti rispetto agli impieghi in termini di capitali fis-

si (colonna “Spesa accertata”159) sono state ipoteticamente destinate alla copertura

dei fabbisogni scaturenti dalla gestione corrente, stimati, in sede istruttoria sulla

base dei giorni di rotazione e dilazione tipici dei rispettivi settori di appartenenza”.

A precisazione di quanto comunicato, il soggetto istruttore ha trasmesso una ta-

bella, che si riporta di seguito (tabella 2), che indica, a differenza della tabella 1,

anche la “spesa accertata” (cioè, come già detto, la spesa per la realizzazione degli

investimenti ritenuta congrua in sede istruttoria) e che, inoltre, include, tra le “altre

fonti”, anche le risorse destinate alla copertura del “fabbisogno in termini di capitale

d’esercizio scaturente dalla gestione corrente” ed “essenzialmente consistenti in de-

biti a breve termine”160.

157 Si veda la nota del 3.7.2001 del Banco di Napoli. 158 Per tale motivo, nella tabella 1, la somma degli importi, per ciascuna iniziativa, delle colonne 6 (onere Stato), 8 (mezzi propri) e 10 (altre fonti) spesso superano non solo l’importo della colonna 5 (investimento ammissibile previsto), ma anche quello della colonna 4 (che rappresenta l’investimento totale previsto nel-la domanda di contributo). 159 Si veda la tabella 2 fornita dal soggetto istruttore in allegato alla sopra citata nota del 3.7.2001. 160 Per questo motivo non c’è coincidenza tra le somme indicate nelle colonne “altre fonti” delle tabelle 1 e 2.

241

Patto Territoriale “Area sud Basilicata”

Tab. 1

Situazione al 31.12.2000

Denominazione e Investimento Investimento Altre Contributi Speso Occ.ne prevista Occupati

Ragione sociale Comune totale ammissibile 6/5 8/5 fonti erogati al 31/12/00 al 31/12/00 12/4 aggiuntivi totale aggiuntivi

iniziative programmate previsto

previsto

Onere stato

%

Mezzi pro-pri

% a lire %

a regime nr.

al 31.12.00

n.r. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

1 Art. Legno di Carloma-gno A.

Lauria 670.000.000 670.000.000 469.000.000

70,00% 201.000.000

30,00% 234.497.500 168.870.000 25,20% 2 9 1,0

2 L.A.P. Soc. Coop a.r.l. Latronico 1.520.000.000 1.480.000.00

0 1.262.200.

000 85,28% 550.000.00

0 37,16% 420.730.830 811.011.189 53,36% 7,5 15 4,5

3 Limongi Michele Maratea 1.958.000.000 1.896.000.00

0 1.540.200.

000 81,23% 800.000.00

0 42,19% 200.000.

000 769.997.500 921.599.953 47,07% 8 8 0,0

4 Laurigomme Srl Lauria 1.750.000.000 1.350.000.00

0 1.000.000.

000 74,07% 550.000.00

0 40,74% 333.330.830 513.280.000 29,33% 7 21 0,0

5 Soc Coop. Il Samarita-no arl

Potenza 941.000.000 882.000.000 441.000.000

50,00% 300.000.000

34,01% 300.000.000

220.497.500 R 0 0,00% 7 7 0,0

6 R.G.S.di Palazzo Snc Senise 551.000.000 515.000.000 388.000.000

75,34% 277.000.000

53,79% 193.997.500 421.770.000 76,55% 2 8 1,0

7 Cirigliano Paolo Noepoli 342.100.000 312.000.000 259.000.000

83,01% 176.000.000

56,41% 129.497.500 59.100.000 17,28% 2 2 0,0

8 Egidio Abitante di Mar-ziale M

Francavilla 934.000.000 934.000.000 650.000.000

69,59% 350.000.000

37,47% 216.664.170 230.000.000 24,63% 5 10 7,0

9 Falabella Egidio & C. Srl

Latronico 933.800.000 830.000.000 600.000.000

72,29% 344.000.000

41,45% 600.000.000

299.997.500 P 0 0,00% 3,5 12 0,0

10 Martino Eduardo Rivello 1.015.000.000

832.000.000 595.000.000

71,51% 255.000.000

30,65% 166.400.000

297.497.500 558.034.000 54,98% 5 5 0,0

11 Caucci Domenica Trecchina 520.000.000 517.000.000 359.100.000

69,46% 213.000.000

41,20% 119.664.170 50.000.000 9,62% 3 4 0,0

12 Agrello Giacomo Castelluccio 265.000.000 235.000.000 208.200.000

88,60% 100.000.000

42,55% 69.378.500 79.000.000 29,81% 1 1 0,0

13 Castelluccio Raffaele Senise 1.048.000.000 1.048.000.00

0 759.500.00

0 72,47% 351.000.00

0 33,49% 0 44.800.000 4,27% 3 3 0,0

14 Tipografia Zaccara Snc Lagonegro 1.840.000.000 1.840.000.00

0 1.200.000.

000 65,22% 700.000.00

0 38,04% 0 114.569.000 6,23% 4 7 0,0

15 Valzoo Srl Cersosimo 1.690.000.000 1.690.000.00

0 1.209.800.

000 71,59% 507.000.00

0 30,00% 0 60.700.000 3,59% 6 6 6,0

16 Propato Egidio Viggianello 470.000.000 406.000.000 282.400.000

69,56% 141.000.000

34,73% 100.000.000

0 P 0 0,00% 4 4 0,0

17 Artigian Pietre Srl Rotonda 1.000.000.000

990.000.000 770.000.000

77,78% 396.000.000

40,00% 110.000.000

0 P 0 0,00% 1 3 0,0

18 Coop Valle Frida arl S. Severino 1.765.000.000 1.600.000.00

0 800.000.00

0 50,00% 484.000.00

0 30,25% 650.000.

000 0 P 0 0,00% 8,9 15 0,0

19 Hotel La Tana di Saler-no A.

Maratea 3.334.000.000 3.165.000.00

0 1.582.500.

000 50,00% 1.060.000.

000 33,49% 720.000.

000 0 P 0 0,00% 12 17 0,0

20 A.L.I.TUR Srl Maratea 3.659.000.000 3.420.000.00

0 1.710.000.

000 50,00% 1.200.000.

000 35,09% 800.000.

000 0 P 0 0,00% 14,7 17 0,0

21 Amorosi Vincenzo Francavilla 220.000.000 220.000.000 195.000.000

88,64% 105.000.000

47,73% 0 R 0 0,00% 2 3 0,0

22 Fulco Pietro Nemoli 550.000.000 550.000.000 408.000.000

74,18% 175.000.000

31,82% 0 R 0 0,00% 15 15 0,0

23 Titan Di Bentivoglio Snc

Agromonte 382.000.000 382.000.000 142.000.000

37,17% 198.000.000

51,83% 100.000.000

0 R 0 0,00% 3 3 0,0

TOTALE

27.357.900.000

25.764.000.000

16.830.900.000

65,33% 9.433.000.000

36,61% 3.746.400.000

3.305.751.000

4.032.734.142

14,74%

126,6 195 19,5

Fonte: elaborazione della Corte dei conti su dati forniti dal S.R. e dal Soggetto Istruttore.

P = Richiesta di PROROGA

242

R = Richiesta di REVOCA a: la colonna "altre fonti" comprende fonti interne aziendali oppure finanziamenti (mutui).

243

Codice Denominazione sociale

Spesa accertata

(Lm) (a)

Spesa ammissibi-le (Lm)

Capitale d'eserci-zio (Lm)

(b)

Totale fabbisogno

(a+b)

Onere dello Sta-

to (Lm) (c)

Mezzi propri

(d)

Fin.ti a m/l

termine (e)

Altre fonti

(f)

Totale fonti di

copertura (c+d+e+f

)

PZ 030 Fulco Pietro 550,0 550,0 121,5 671,5 408,0 175,0 150,0 733,00

PZ 001 Azienda Agricola Castellaccio Raffaele

1.048,0 1.048,0 222,0 1.270,0 759,5 351,0 160,0 1.270,50

PZ 010 Cirigliano Paolanto-nio

342,1 312,0 25,0 367,1 259,0 176,0 435,00

PZ 032 Caocci Domenico 520,0 517,0 133,0 653,0 359,1 213,0 80,9 653,00

PZ 107 Valzoo Srl 1.690,0 1.690,0 219,0 1.909,0 1.209,8 507,0 193,0 1.909,80

PZ 091 Centro Spesa da Gi-no di Propato Egidio

470,0 406,0 75,7 545,7 282,4 141,0 100,0 22,7 545,70

PZ 086 ART-LEGNO di Car-lomagno Antonio

670,0 670,0 34,0 704,0 459,0 201,0 50,0 720,00

PZ 093 Egidio Abitante Le-gnami di Marziale Maria Teresa

934,0 934,0 83,8 1.017,8 650,0 350,0 50,0 1.050,00

PZ 012 Martin o Edoardo 1.015,0 832,0 545,4 1.560,4 595,0 255,0 250,0 466,4 1.566,40

PZ 011 Laurigomme Srl 1.750,0 1.350,0 771,0 2.521,0 1.000,0 550,0 1.024,5 2.574,50

PZ 017 R.G.S. di Palazzo G. & F.lli Snc

551,0 515,0 174,0 725,0 388,0 277,0 60,0 725,00

PZ 008 L.A.P. S.c.r.l. 1.520,0 1.480,0 287,0 1.807,0 1.262,0 550,0 1.812,20

PZ 016 Artigian Pietre Srl 1.000,0 990,0 193,4 1.193,4 770,0 396,0 110,0 1.276,00

PZ 028 Titan di Bentivoglio Rocco e Nigro Do-

menico Snc

382,0 382,0 0,0 382,0 142,0 198,0 100,0 440,00

PZ 087 Falabella Egidio & C. Srl

933,8 830,0 329,3 1.263,1 600,0 344,0 319,1 1.263,10

PZ 079 Agrello Giacomo 265,0 235,0 40,0 305,0 208,2 100,0 308,20

244

PZ 102 Amorosi Vincenzo Franco

220,0 220,0 48,1 268,1 195,0 105,0 300,00

PZ 025 Tipografia Cav. Dott. G.C. Zaccaro di Erminia Fusco &

figlio Snc

1.840,0 1.840,0 202,0 2.042,0 1.200,0 700,0 160,0 2.060,00

PZ 031 Coop. Di solidarietà "Il samaritano" Srl

941,0 882,0 70,0 1.011,0 441,0 300,0 270,0 1.011,00

PZ 043 A.L.I.T.U.R. Srl 3.659,0 3.420,0 334,5 3.993,5 1.710,0 1.200,0 700,0 390,0 4.000,00

PZ 044 Hotel "La Tana" di Salerno Aldo

3.334,0 3.165,0 165,7 3.499,7 1.582,5 1.060,0 600,0 260,0 3.502,50

PZ 049 Limongi Michele 1.958,0 1.896,0 24,0 1.982,0 1.540,2 800,0 200,0 2.540,20

PZ 055 Coop. Valle Frida Srl 1.765,0 1.600,0 124,5 1.889,5 800,0 484,0 450,0 200,0 1.934,00

Totali e valori medi 27.357,9 25.764,0 4.222,9 31.580,8 16.830,9 9.433,0 2.510,0 3.856,6

32.630,50

10.4. Valutazioni.

Il S.R. non è stato, fino ad ora, in grado di attuare un monitoraggio effettivo delle iniziative e di approntare azioni dirette ad individuare e, se

possibile, rimuovere gli ostacoli all’avvio delle stesse.

In tal senso è anche la valutazione del MTBPE – Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione – Servizio Programmazione Negozia-

ta161 che ha, tra l’altro, invitato il S.R. ad individuare le iniziative non più attivabili ed a rimodulare il Patto con le risorse resesi disponibili per

nuove iniziative.

Inoltre il direttore generale del Servizio per la Programmazione Negoziata ha giudicato, con nota n.44041 del 20.11.2000162, inviata al S.R.

e, per conoscenza, all’Unità di verifica degli investimenti pubblici (UVER), non soddisfacenti le relazioni semestrali sullo stato di attuazione del

Patto fino a quel momento trasmesse dal S.R..

Infatti, si legge nella nota sopra citata, tali relazioni che, ai sensi del punto 2.5 della delibera CIPE n.29 del 21.3.1997, devono evidenziare i

risultati e le azioni di verifica e monitoraggio svolte, i progetti non attivabili o non completabili e la conseguente disponibilità delle risorse non

utilizzate, ove derivanti dalle specifiche somme destinate dal CIPE ai Patti Territoriali, “si limitano a riportare il quadro generale delle iniziative

161 Si veda la nota n.38560 del 11.10.2000.

245

ammesse al finanziamento in base alle relazioni istruttorie conclusive della Banca convenzionata. A rappresentazione dello stato di avanzamen-

to al 30 giugno 2000 sono indicate le dieci ditte per le quali è stata erogata l’anticipazione senza però fornire alcun elemento per quanto con-

cerne lo sviluppo reale dell’investimento attivato da ciascuna di esse alla data di riferimento, rappresentativo del loro effettivo stato di attuazio-

ne”.

La nota richiamata, quindi, data “l’evidente incompletezza dei dati forniti rispetto alle previsioni del Patto”, prosegue con un invito al S.R. a

provvedere “a dare corso a tutte le verifiche del caso, e ad assumere, in caso di riscontro di perdurante inerzia o di comportamenti palesemente

omissivi da parte dei soggetti beneficiari, tutte le iniziative ritenute necessarie per la tutela del Patto e, soprattutto, delle risorse pubbliche”.

Infine, con la nota in questione, il direttore generale del predetto Servizio chiede all’UVER di voler “valutare l’opportunità di prevedere,

nell’ambito del proprio programma operativo già avviato per tutti i Patti Territoriali, anche la verifica in loco sulle iniziative del Patto in argo-

mento”.

Sono state richieste notizie da parte della Corte circa l’effettivo svolgimento delle verifiche di cui sopra e circa gli esiti delle stesse.

Il MTBPE ha riferito, al riguardo, con nota n.16429 del 17.4.2001, che tali verifiche non sono state ancora effettuate.

Come già detto, solo con la relazione al 31.12.2000, il S.R. mostra un certo miglioramento nella capacità di acquisizione dei dati fisici e fi-

nanziari relativi alle iniziative ricomprese nel patto.

I solleciti del MTBPE nonché la consapevolezza dell’assoggettamento a controllo sulla gestione da parte della Corte dei conti, con la ricezione

delle varie richieste istruttorie, sembrano aver prodotto, di fatto, uno stimolo ad una maggiore operosità ed all’assunzione di decisioni, quali la

richiesta di alcune revoche (in numero di quattro, allo stato attuale), probabilmente assunte in ritardo (come ad. es. nel caso della Soc. Coop. Il

Samaritano).

In ordine alle annunciate richieste di proroghe (riguardanti, attualmente, dopo la revoca relativa alla iniziativa della Soc. Coop. Il Samarita-

no, 6 delle 10 iniziative non avviate), occorre ricordare che la deliberazione CIPE n.69 del 22.6.2000 ha disposto che “il Ministero del tesoro, del

bilancio e della programmazione economica provvede alla revoca delle iniziative che non siano state avviate entro sedici mesi dalla trasmissione

alla Cassa depositi e prestiti dell’elenco degli interventi di ciascun Patto prevista al punto 2.11 della delibera 21 marzo 1997 n.29”.

La suddetta trasmissione, per quanto riguarda il Patto dell’Area Sud Basilicata, risulta essere intervenuta in data 7.9.1999, pertanto il termi-

ne dei 16 mesi di cui sopra è scaduto il giorno 7.1.2001.

162 Allegata alla nota n.46137 del 4.12.2000 del direttore generale del Servizio per la Programmazione Negoziata indirizzata alla Corte dei conti.

246

Agli atti della Corte risultano, allo stato, n.6 richieste di proroga (una delle quali, però, riguardava l’iniziativa, ora revocata, della Soc. Coop,

Il Samaritano) trasmesse tutte in data 22.2.2001 (e, quindi, tra l’altro, oltre la scadenza del termine) dal S.R. al MTBPE.

Di una 7^ iniziativa non ancora avviata al 31.12.2000 (ditta Falabella Egidio & C. S.r.l.), di cui pure era stata annunciata una richiesta di

proroga, nulla risulta in proposito.

Il S.R. ha solo comunicato l’avvenuto avvio dei lavori, che risultano, al 20.4.2001, pari a L. 328.000.000, mentre, come detto, il Soggetto i-

struttore ha riferito di aver esaminato favorevolmente una richiesta di variante di tale progetto.

247

Cap. 11. Il Patto Territoriale della provincia di Matera.

11.1. Le caratteristiche geo-economiche del territorio del Patto163.

Il Patto nasce nel luglio 1995 su iniziativa della Provincia di Matera, allo scopo di promuovere un modello di sviluppo economico basato sulla

concertazione delle parti sociali, delle istituzioni e delle imprese.

L’area geografica oggetto dell’intervento può essere suddivisa in quattro macro-aree:

1) il comune di Matera ed i comuni limitrofi all’area urbana (Montescaglioso, Miglionico, Pomarico);

2) la parte centro-occidentale della Provincia tra il comune di Matera e Melfi;

3) la fascia Jonica-Metapontina;

4) la zona interna e la fascia basentana, territorio di collegamento con il versante Potentino.

Dall’analisi dei dati del Censimento ISTAT 1991, emerge che nella Provincia di Matera opera circa il 33% delle unità locali164 della Basilicata.

Le quattro aree suddette presentano diversa propensione all’imprenditorialità: così la prima area (39% delle unità locali materane) e l’area

della fascia Jonica-Metapontina (36%) racchiudono il 75% delle unità locali della provincia.

Il materano presenta un numero molto elevato di attività nel campo del commercio, settore ad elevata polverizzazione (a fronte del 42,3% di

unità locali sul totale vi è solo il 20% di addetti sul totale).

I settori delle costruzioni (13% delle unità locali) e dei servizi (12%) hanno un numero di unità locali superiore a quello dell’industria mani-

fatturiera nel suo complesso (1253 unità locali, pari al 10% del totale).

Ben 2153 unità della provincia (17%) fanno capo al settore pubblico.

Tale distribuzione settoriale non presenta difformità significative rispetto a quella della Basilicata nel suo complesso.

Dall’analisi della distribuzione degli addetti nei vari macro settori emerge una buona capacità di assorbimento di manodopera del settore

manifatturiero (19% degli addetti totali, contro il 16,6% a livello regionale) a differenza del settore commercio e servizi; l’apparato statale oc-

cupa il 32% degli addetti della provincia (il dato a livello regionale è il 33%).

163 I dati riportati in questo paragrafo sono tratti dal testo approvato del Patto. 164 Unità locale: luogo variamente denominato (stabilimento, laboratorio, negozio, officina, ristorante, albergo, bar, ufficio, agenzia, magazzino, studio professionale, abitazione, ecc.) in cui si realizza la produzione di beni o nel quale si svolge o si organizza la prestazione di servizi destinabili o non destinabili alla vendita. L’unità locale è topograficamente individuata in un’unica località (provincia, comune, sezione di censimento), nella quale lavorano o alla quale fanno riferimento una o più persone, eventualmente a tempo parziale, per conto di una stessa impresa.

248

11.2. Gli obiettivi del Patto165.

Gli indirizzi di fondo che il Patto si propone di perseguire, in una logica di sviluppo, sono:

a) consolidamento, ampliamento ed innovazione del sistema produttivo esistente, nonché creazione di nuove imprese, possibilmente

all’avanguardia sul piano tecnologico, operanti in un contesto competitivo e con forti ricadute occupazionali;

b) armonizzazione degli interventi nei vari settori considerati.

Gli obiettivi da raggiungere sono stati individuati nei seguenti punti:

• Ampliamento della base produttiva.

• Riduzione della disoccupazione.

• Emersione del lavoro sommerso.

• Miglioramento qualitativo e quantitativo della ricettività turistica.

• Sviluppo e razionalizzazione di settori tipici.

• Miglioramento delle condizioni ambientali.

Per il raggiungimento di tali obiettivi le linee strategiche del Patto sono state indirizzate prevalentemente nel comparto manifatturiero ed a-

gro-industriale, assecondando in tal modo la vocazione principale del territorio, con un’attenzione non trascurabile agli interventi di potenzia-

mento dell’offerta turistica e dei servizi.

Il tutto dovrebbe essere realizzato in coerenza con il Piano Regionale di Sviluppo ed il Piano Provinciale di Sviluppo (anche se, per la verità, il

P.R.S. 1998-2000 è stato approvato solo in data 8.2.2000, mentre il P.P.S. risulta essere ancora in corso di definizione), nonché con l’Intesa i-

stituzionale di programma Governo-Regione per il Quadro di sostegno comunitario 2000-2006, al fine di costruire il “Sistema Basilicata”.

11.3. Le iniziative approvate.

Anche l’Amministrazione Provinciale di Matera ha individuato, ai sensi del punto 2.10.1 della delibera CIPE n.29 del 21.3.1997, il Banco di

Napoli S.p.a. quale soggetto istruttore convenzionato con il MTBPE.

165 I dati riportati in questo paragrafo sono tratti dal testo approvato del Patto.

249

Le iniziative che hanno ottenuto il parere positivo di ammissibilità in sede d’istruttoria sono 18 (di cui 6 per il settore manifatturiero vario, 6

per il settore alimentare, 2 per il settore turismo-attività culturali, 2 per il settore ecologia riciclaggio e 2 per il settore servizi) su 31 progetti

presentati.

Gli investimenti complessivi previsti nelle domande di contributo sono pari a L. 61.185.900.000, di questi sono stati giudicati ammis-

sibili a contributo pubblico investimenti pari a L. 51.102.600.000.

L’onere a carico dello Stato è di L. 32.071.900.000 (corrispondente a circa il 63% degli investimenti previsti ritenuti ammissibili), mentre i

mezzi propri ammontano a L. 21.218.900.000166 (pari ad una media del 41,52% dell’investimento ammissibile previsto).

Come già riferito, l’ammontare dei mezzi propri apportato per ciascuna iniziativa non può essere inferiore al 30% dell’investimento ammissi-

bile previsto per la stessa.

Inoltre, anche in questo caso, sono previste per talune iniziative, altre e ulteriori fonti di copertura (riportate in dettaglio nella tabella 3) che,

come s’è già rappresentato, il soggetto istruttore ha comunicato167 essere costituite da “fonti interne aziendali” o da finanziamenti a medio o a

lungo termine.

L’incremento occupazionale previsto è pari a 224 unità, con rapporto investimento/occupazione aggiuntiva =L. 228.136.607 e rapporto con-

tributo/occupazione aggiuntiva = L. 140.622.410.

Non sono previsti interventi infrastrutturali a valere sulle risorse assegnate dal CIPE.

Non è stato istituito il Comitato di verifica e coordinamento delle attività di assistenza tecnica ed amministrativa, poiché per questo Patto non

è stata richiesta l’autorizzazione ad avvalersi dell’assistenza tecnica.

Il Patto è stato approvato dal MTBPE – Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione – Servizio Programmazione Negoziata, con de-

terminazione del Direttore Generale n. 980 del 29 gennaio 1999, ai fini dell’inserimento nell’apposita graduatoria di cui al punto 1.2 della deli-

berazione CIPE del 9 luglio 1998 (concernente i Patti Territoriali di seconda generazione, finanziabili in relazione alle risorse disponibili in attua-

zione del punto 2.10.1 della deliberazione CIPE 21 marzo 1997).

La sottoscrizione del Patto è avvenuta il 25 maggio 1999.

166 Questo importo deve considerarsi, però, ridotto di lire 400.000.000. Infatti il soggetto responsabile ha comunicato che l’ammontare dei mezzi propri previsti per una iniziativa (NPM Immobiliare S.r.l.), è stato rideterminato (con una riduzione appunto di lire 400.000.000) dal Banco di Napoli “in conseguenza della riduzione a congruità dell’investimento assentito”. 167 Si veda la già citata nota del Banco di Napoli del 20.6.2001.

250

Le Amministrazioni sottoscrittrici del Patto sono: Provincia di Matera, C.C.I.A.A. di Matera, Comunità montane della Collina Materana, del

Medio Basento e del Basso Sinni, Comuni di Matera, Accettura, Aliano, Bernalda, Calciano, Cirigliano, Colobraro, Craco, Ferrandina, Garaguso,

Gorgoglione, Grassano, Grottole, Irsina, Miglionico, Montalbano Jonico, Nova Siri, Oliveto Lucano, Pisticci, Pomarico, Rotondella, San Giorgio

Lucano, San Mauro Forte, Scanzano Jonico, Stigliano, Tursi, Valsinni.

Altri soggetti hanno sottoscritto il Patto: istituti bancari (Banco di Napoli, Banca Nazionale del Lavoro, Banca di Roma, Banca Popolare di Pu-

glia e Basilicata, Banca Popolare del Materano, Monte dei Paschi di Siena, Banca Mediterranea, Artigiancassa Basilicata, CARIME); associazioni

(CGIL, CISL, UIL, API, Unione Industriali-Matera, Legacoop, Concooperative, Unasco, Agrobios Metapontum); Consorzio per lo Sviluppo Indu-

striale della Provincia di Matera; ENEA.

In qualità di S.R. del Patto, i sottoscrittori hanno provveduto ad individuare la “Svi.Mat” S.p.a., peraltro ancora in corso di costituzione, per

essere in linea con le prescrizioni dettate dal CIPE con la deliberazione del 21 marzo 1997 (punto 2.5).

Tuttavia, nelle more della costituenda società, la Provincia di Matera ha assunto funzioni di coordinamento al fine di supportare le attività

consequenziali.

Occorre puntualizzare che, comunque, tale esercizio di funzioni di coordinamento non esime dal considerare la Provincia di Matera (come an-

che la stessa conferma nella nota del 20.11.2000, prot. n. 18763) a tutti gli effetti S.R., come anche precisato nella nota dirigenziale

22.6.2000, prot. n. 24901 del MTBPE – Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione – Servizio Programmazione Negoziata.

Tra le ragioni del ritardo nella costituzione della “Svi.Mat” S.p.a. v’è anche il mancato versamento da parte di taluni dei sottoscrittori

dell’importo dei tre decimi168 delle prenotate azioni del capitale sociale, versamento necessario per la costituzione della citata società come

S.R..

Tale circostanza potrebbe, forse, essere interpretata anche come manifestazione, di fatto, di una non eccessiva fiducia, da parte di taluni

sottoscrittori, nell’idea guida del Patto o nella sua realizzabilità.

La stessa Provincia sta verificando la coerenza tra il piano originario di investimenti e gli investimenti effettuati, al fine di rilevare eventuali

scostamenti, da cui far originare una rimodulazione degli stessi.

Infatti, delle 18 iniziative approvate, quelle formalmente non ancora avviate al 23.10.2000 erano 5, mentre per le 13 iniziative dichiarate av-

viate l’investimento effettuato era complessivamente pari al 11,77%.

168 Vedasi l’art. 2329 C.C. e la nota del 26.5.2000, prot. n. 12080 della Provincia di Matera.

251

Di queste 13 iniziative, però, ben 4 erano ancora ferme allo 0,0% di investimento effettuato, mentre per altre 3 l’avanzamento delle spese

era pari, rispettivamente, allo 0,09%, al 2,98% ed al 5,94%.

L’importo totale degli investimenti eseguiti a quella data ammontava a L. 5.971.000.000, con un ben scarso incremento (L.

888.400.000) rispetto al dato del 30.6.2000.

La stessa occupazione aggiuntiva, sempre al 23.10.2000, era pari a n. 1 unità (su una occupazione aggiuntiva prevista a regime di 224 uni-

tà); le erogazioni relative al contributo pubblico previsto erano, alla medesima data, pari a L. 3.238.100.000 (con un incremento, rispetto al da-

to del 30.6.2000, di L. 647.000.000).

Lo stato di attuazione è, quindi, negativo.

Un certo miglioramento si coglie, tuttavia, dall’esame dei dati forniti per l’ultimo bimestre dell’anno.

Al 31.12.2000, infatti, l’ammontare degli investimenti realizzati risulta quasi raddoppiato ed è pari a L. 10.256.282.843 (che corrisponde al

16,76% dell’investimento totale previsto).

I contributi pubblici erogati ammontano a L. 5.566.906.670.

Non sono state richieste proroghe.

Le iniziative ancora ferme sono 4 (risultano, però, formalizzate, allo stato, due sole rinunce, mentre negli altri due casi il S.R. ha chiesto, in

data 27.11.2000, ai titolari di produrre atto di formale rinuncia all’iniziativa).

L’altra iniziativa che al 23.10.2000 risultava non avviata, presenta ora una spesa estremamente ridotta (L. 24.122.000, pari al 1,11%

dell’investimento previsto).

Occorre ancora sottolineare che vi sono altre 6 iniziative con spese sostenute, al 31.12.2000, inferiori al 10% dell’investimento totale previ-

sto e che, tra di esse, 3 iniziative presentano percentuali di realizzazione bassissime (pari allo 0,17%, al 1,39% ed al 3,75%).

Il dato più negativo è, però, quello degli occupati.

Infatti, l’occupazione aggiuntiva è ancora ferma ad una sola unità.

Le cause dei ritardi nelle realizzazioni sono varie e possono essere identificate nella caduta di interesse di alcune imprese (risultano, però,

formalizzate, come detto, solo due rinunce) o in problemi di tipo burocratico (ad es.: lungaggini e ritardi nel rilascio di pareri di vario tipo e di

concessioni edilizie), esterni alle imprese oppure interni alle stesse (relative, ad es., a modifiche di assetti societari o a ritardi nella presentazio-

ne di documenti).

252

Più avanti è riportata una tabella (tabella 3) con i dati più significativi, al 31.12.2000, attualmente disponibili, relativi alle singole iniziative

approvate.

Anche in questo caso il soggetto istruttore ha comunicato169 che il fabbisogno totale delle singole iniziative è costituito dalla somma della

“spesa accertata” (cioè della spesa ritenuta congrua in sede istruttoria) e del capitale d’esercizio richiesto per la normale gestione

dell’attività170.

Si rinvia a quanto già esposto al riguardo nella parte dedicata al Patto Territoriale “Area Sud Basilicata”, anche a spiegazione delle differenze

riscontrabili tra i dati riportati in tabella 3 e quelli della tabella 4 (trasmessa dal soggetto istruttore).

Occorre, inoltre, precisare che, per talune iniziative, gli importi dei mezzi propri, ricavati dalla relazione istruttoria conclusiva, sono stati cor-

retti, in tabella 3, a seguito di una precisazione che è stata richiesta dalla Corte al Banco di Napoli171.

Infatti, nel caso della Pragma Consult S.r.l, in tale relazione era riportato, quale quota di mezzi propri a carico della richiedente, l’importo di

L. 19.600.000 (pari al 23,96% dell’investimento ammissibile previsto, e, quindi, inferiore al 30% che è, come già detto, il minimo richiesto),

importo che, però, ha segnalato il soggetto istruttore, faceva “riferimento esclusivamente ai mezzi freschi da apportare da parte dei soci”.

Pertanto in sede istruttoria, “allo scopo di raggiungere il limite del 30% previsto dalla normativa – pari a L. 24,5 mln172- è stato previsto il

reinvestimento degli utili conseguiti nel 1997, limitatamente a L. 4,9 mln”.

Analogamente, nel caso dell’iniziativa Dimonte Rocca, nella relazione istruttoria conclusiva era stato indicato solo l’importo di L. 200.000.000

(pari al 14,36% dell’investimento ammissibile previsto) che faceva, anche in questo caso, “riferimento esclusivamente ai mezzi freschi da ap-

portare da parte del titolare”.

Quindi, in sede istruttoria, “allo scopo di raggiungere il limite del 30% previsto dalla normativa – pari a L. 417,9 mln - è stato previsto il

reinvestimento di risorse interne all’azienda, ammontanti a L. 407 mln al 31/12/97”.

Infine, nel caso dell’iniziativa Allione Alimentare Ionica S.p.a., il soggetto istruttore ha comunicato che, sempre nella relazione istruttoria

conclusiva, “è stato erroneamente indicato l’importo di L. 1.655 mln quale quota di mezzi propri a carico del richiedente”. Invece, nel piano fi-

169 Si veda la nota del 3.7.2001 del Banco di Napoli. 170 Per tale motivo, nella tabella 3, la somma degli importi, per ciascuna iniziativa, delle colonne 6 (onere Stato), 8 (mezzi propri) e 10 (altre fonti) spesso superano non solo l’importo della colonna 5 (investimento ammissibile previsto), ma anche quello della colonna 4 (che rappresenta l’investimento totale previsto nella domanda di contributo). 171 Si veda la nota del 18.6.2001 del Banco di Napoli, in risposta alla nota istruttoria n.525 del 15.06.2001. 172 Importo che, per arrotondamento, è stato riportato in tabella in lire 24.600.000, su successiva segnalazione del soggetto istruttore.

253

nanziario di copertura della spesa, presentato in sede istruttoria, “è stato previsto un apporto di mezzi propri per L. 2.700 mln, importo corri-

spondente al 32,2% della spesa agevolabile”.

Patto Territoriale della provincia di Matera Tab. 3

Situazione al 31.12.2000

Denominazione e Investi-mento

Investi-mento

Altre Contri-buti Speso

Occupazione prevista Occupati

ragione sociale Comune totale ammissibile

6/5 8/5 fonti

erogati al

al 31/12/00 12/4

aggiun-tivi totale aggiuntivi

Prog.

Inziative programma-te

previsto

previsto

Onere stato

%

Mezzi propri

% c lire %

a regime nr

al 31/12/00

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16

Confezione e maglieria Lucana

1

di Scardillo Antonia Maria Bernalda 630.000.000 630.000.000 346.000.000

54,92% 190.000.000

30,16% 94.000.000 R 0,00% 7 14 0

2 I Pastai di Matera di Pe-tronella S.& C.

Matera 2.163.500.000 2.163.500.00

0 1.514.000

.000 69,98% 650.000.

000 30,04% 24.122.00

0 1,11% 8 8 0

3 CERERE S.r.l. Matera 13.541.000.000

12.056.100.000

a 9.105.600.000

75,53% 4.062.000.000

33,69% 4.266.547.500

7.739.727.622

57,16% 18 44 1

4 Sapori Mediterranei S.a.s.

Cirigliano 200.000.000 200.000.000 110.000.000

55,00% 80.000.000

40,00% 61.000.000 54.997.5

00 202.115.5

82 101,06% 1 1 0

5 SALCAS S.r.l. Stigliano 1.380.300.000 1.126.100.00

0 790.200.0

00 70,17% 425.000.

000 37,74% 270.000.0

00 93.585.00

0 6,78% 6 6 0

6 Eurosilvia di A. D'Ales-sandro & C. Snc

Colobraro 4.000.000.000 3.594.400.00

0 2.504.100

.000 69,67% 1.200.00

0.000 33,39% 400.000.0

00 150.000.0

00 3,75% 14 14 0

7 Cunicoop Valle del Bra-dano S.C. r.l.

Irsina 725.500.000 593.600.000 427.700.000

72,05% 270.000.000

45,49% R 0,00% 11 11 0

8 PROMIGE Soc. Coop. A.r.l.

Miglionico 963.000.000 828.400.000 567.400.000

68,49% 300.000.000

36,21% 283.700.000

650.000.000

67,50% 9 10 0

9 Parco Scient. BASEN-TECH S.p.A.

Matera 288.000.000 125.400.000 96.600.000

77,03% 86.400.000

68,90% 82.700.000

28,72% 1 1 0

10 PRAGMA CONSULT S.r.l. Matera 81.800.000 81.800.000 57.200.000

69,93% 24.600.000

30,07% 9.624.000 11,77% 2 7 0

11 Il Quadrifoglio di Popia V. & C. S.n.c.

Tursi 2.000.000.000 1.488.200.00

0 1.027.000

.000 69,01% 650.000.

000 43,68% 350.000.0

00 154.319.0

00 7,72% 8 8 0

12 Stigliano Antonio (Ditta individuale)

Rotondel-la

1.915.000.000 1.774.000.00

0 1.294.000

.000 72,94% 575.000.

000 32,41% 150.000.0

00 646.997.

500 610.487.5

50 31,88% 5 20 0

13 Allione Alimentare Ioni-ca S.p.A.

Poliporo 8.525.000.000 8.395.000.00

0 4.325.000

.000 51,52% 2.700.00

0.000 32,16% 4.000.000

.000 R 0,00% 53 73 0

14 NPM IMMOBILIARE S.r.l. Matera 18.000.000.000

13.708.000.000

6.854.000.000

50,00% b 7.400.000.000

53,98% 30.400.000

0,17% 54 54 0

15 Dimonte Rocca (Impre-sa individuale)

Bernalda 1.428.000.000 1.393.000.00

0 944.000.0

00 67,77% 417.900.

000 30,00% 262.000.0

00 314.664.

170 383.680.3

16 26,87% 5 7 0

16 B.N.G. S.a.s. di Iulia Berardino

Ferrandi-na

2.953.000.000

950.000.000 731.900.000

77,04% 1.464.000.000

154,11%

1.000.000.000

R 0,00% 15 15 0

17 G.E.O.S. S.r.l. Stigliano 1.097.500.000

744.100.000 522.600.000

70,23% 330.000.000

44,35% 350.000.000

15.300.000

1,39% 4 4 0

18 PUBLIDEA di Silvestri Antonio

Poliporo 1.294.300.000 1.251.000.00

0 854.600.0

00 68,31% 394.000.

000 31,49% 110.000.0

00 110.221.7

73 8,52% 3 9 0

TOTALE 61.185.900.000

51.102.600.000

32.071.900.000

62,76% 21.218.900.000

41,52%

7.047.000.000

5.566.906.670

10.256.282.843

16,76% 224 306 1

Fonte: elaborazione della Corte dei conti su dati forniti dal S.R. e dal Soggetto Istruttore.

254

a: l'importo della colonna 6 è stato rideterminato in L. 8.533.120.000 dal Banco di Napoli S.p.A. su richiesta del Ministero del Te-soro, in sede di istanza di erogazione del saldo della 1^ quota del contributo a titolo di anticipazione.

b: l'importo della colonna 7 è stato rideterminato in L. 7.000.000.000 dal Banco di Napoli S.p.A. a seguito della riduzione a con-gruità dell'investimento assentito.

c: la colonna "altre fonti" comprende fonti interne aziendali oppure finanziamenti (mutui). R: RINUNCIA o RISCHIO di REVOCA

255

Matera (codice MT 1.000)

Tab. 4

Denominazione

sociale

Spesa

accerta-

ta

(L.m.)

(a)

Spesa

ammisi-

bile

(L.m)

Capitale

di eser-

cizio

(Lm)

(b)

Totale

fabbiso-

gno

(L.m.)

(a+b)

Onere

dello Sta-

to

(L.m.)

(c)

Mezzi

propri

(d)

Finanzia-

menti a

me-

dio/lungo

termine

(e)

Altre

fonti

(f)

Totale

fonti di

copertura

(c+d+e+f

))

Confezioni e maglieria

lucana 630,0 630,0 0,0 630.0 346,0 190,0 94,0 630,0

MT

003

Pastai di Matera 2163,5 2163,5 264,0 2427,5 1514,0 650,0 0,0 263,.5 2427,5

MT

004

Cerere S.r.l. 12951,9 12056,1 979,3 13930,0 9105,6 4062,0 0,0 800,0 13964,6

MT

006

Sapori Mediterranei

S.a.s. 200,0 200,0 50,8 250,8 110,0 80,0 0,0 61,0 251,0

MT

007

SALCAS S.r.l. 1256,1 1126,1 223,4 790,2 790,2 425,0 0,0 270,0 1.485,2

MT

008

EUROSILVA di Adalgi-

sa D’Alessandro & C.

S.n.c.

3948,6 3594,4 1312,8 5261,4 2504,1 1200,0 400,0 200,0 5.304,1

MT

013

CUNICOOP Valle del

Bradano Soc. Coop. a 593,6 593,6 367,6 961,2 427,7 270,0 0,0 270,0 967,7

MT

015

PROMIGE S. Coop. a

R.L. 828,4 828,4 56,7 885,1 567,4 300,0 0,0 17,7 885,1

MT

022

Parco scientifico e tec-

nologico di Basilicata-

Basentach S.p.a.

125,4 125,4 12,7 138,1 96,6 86,4 0,0 - 183,0

MT

023

Pragma Consult S.r.l. 81,8 81,8 0,0 81,8 57,2 24,6 0,0 - 81,8

MT

027

Il Quadrifoglio S.n.c. 2000,0 1488,2 92,9 2092,9 1027,0 650,0 200,0 215,9 2.092,9

MT

030

Stigliano Antonio 1915,0 1774,0 774,3 2659,3 1294,0 575,0 0,0 850,0 2.719,0

MT

035

Allione Alimenatare

Ionica S.p.a. 8525,0 8395,0 8663,7 17188,7 4325,0 2700,0 0,0 10.163,

7

17.188,7

MT

037

NPM Immobiliare S.r.l. 13708,0 13708,0 120,0 13828,0 6854,0 7400,0 0,0 - 14.254,0

MT

040

Dimonte Rocca 1398,0 1393,0 170,8 1568,8 944,0 517,9 626,0 - 1623,9

MT

053

BNG S.a.s. di Iula Be-

rardino 2919,8 850,0 384,5 3.304,3 731,9 1464,0 0,0 1.108,4 3.304,3

MT

062

Geos S.r.l. 1097,5 744,1 190,9 1288,4 522,6 330,0 350,0 85,8 288,4

MT

070

Publidea di Silvestri

Antonio 1251,0 1251,0 107,3 1358,3 854,6 394,0 0,0 110,0 1.358,6

Totale 55593,

6

51.102,

6

13.741,

7

69.334.

4

32.071,9 21.218,

9

1.306,0 15.416,

0

70.012,8

256

11.4. Valutazioni.

Come illustrato in precedenza, lo stato di attuazione è sostanzialmente negativo.

La mancata costituzione del S.R. pone seri inconvenienti.

Infatti, nella relazione semestrale al 30.6.2000, la Provincia di Matera (che, co-

me detto, svolge temporaneamente tale ruolo) ha dichiarato che i ritardi negli a-

dempimenti iniziali di monitoraggio e verifica degli investimenti avviati (tanto che la

prima relazione semestrale sullo stato di realizzazione delle iniziative del Patto al

31.12.1999 è stata trasmessa solo in data 14.4.2000) sono stati determinati da

“difficoltà operative collegabili sinteticamente:

- alle difficoltà incontrate nella costituzione del S.R.;

- alla fisiologica pausa amministrativa conseguente alle elezioni amministrative

del giugno ’99, che sono coincise con la stipula del Patto e l’avvio delle attività di

gestione, per il comprensibile impatto politico istituzionale di tale strumentazione;

occorre inoltre evidenziare che una recente inaspettata crisi politica ha determinato

un momento di stasi amministrativa;

- per la novità applicativa della strumentazione e per la sua costante modifica-

zione normativa che ha prodotto incertezze di ruoli, compiti ed efficacia, tradottisi

da parte dei beneficiari in una sorta di diffidenza rispetto alla effettiva disponibilità

delle risorse finanziarie e di interlocuzione operativa”.

In disparte ogni considerazione circa le affermazioni del S.R. del Patto dirette ad

identificare, tra le cause dei propri ritardi negli adempimenti inerenti al monitorag-

gio ed alla verifica degli investimenti, la “fisiologica pausa amministrativa conse-

guente alle elezioni amministrative del giugno ‘99” e la “recente inaspettata crisi

politica” che ha determinato “un momento di stasi amministrativa”, occorre, per la

verità, sottolineare che la Provincia di Matera ha comunicato di aver chiesto, più

volte, al Servizio competente del Ministero del Tesoro, Bilancio e P.E., ausilio per

superare le difficoltà incontrate, lamentando, però, al riguardo, l’assenza di risposte

adeguate a tali richieste173.

L’Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici (UVER) ha svolto una “visita sopral-

luogo”, nei giorni 11 e 12 luglio 2000, presso il S.R. del Patto, proprio “al fine di ac-

quisire i primi elementi sulle difficoltà di avvio delle iniziative relative al Patto stes-

so”.

173 Vedasi nota del 20.11.2000, prot. n. 18763 della Provincia di Matera.

257

Tale verifica, si evince dalla nota del 31.7.2000 n.30506174, indirizzata al Servizio

per la Programmazione Negoziata, con la quale l’UVER relaziona sugli esiti della

stessa, sembra però essersi limitata al mero esame della relazione semestrale al

30.6.2000, già predisposta dal S.R. ed, all’epoca, di imminente trasmissione al Ser-

vizio suddetto.

Da tale esame, secondo l’UVER, “sono emerse alcune indicazioni

sull’accelerazione nella realizzazione degli interventi”.

Si ritiene di riportare integralmente le osservazioni dell’UVER al riguardo:

“In particolare, mentre alla fine del secondo semestre 1999 delle 18 iniziative

previste dal Patto solo 4 risultavano avviate, per di più con stati di avanzamento

modesti, al 30.06.2000 gli interventi avviati erano 6, due dei quali con avanzamenti

significativi (34% e 48,3%).

Delle restanti 12 imprese, 5 sono in attesa di ricevere le necessarie autorizzazio-

ni (in particolare licenze edilizie) per l’apertura dei cantieri, mentre 7 non hanno

ancora inviato la documentazione richiesta né hanno formalizzata o, comunque,

manifestata alcuna volontà di rinuncia.

In sintesi si può, quindi, affermare che, allo stato, risultano avviate il 33,3% del-

le iniziative; dato, questo, di poco inferiore alla media (36%) degli interventi avvia-

ti, nei Patti di seconda generazione, come riportato nella relazione al Parlamento

redatta dall’UVER nel maggio c.a.

Nel merito si fa riserva di ulteriori approfondimenti, che saranno effettuati

nell’ambito di un apposito programma di verifiche da realizzare nel corso del cor-

rente anno”.

A quanto consta alla Corte, gli ulteriori approfondimenti cui sopra è fatto cenno

sono consistiti in due verifiche effettuate in loco per accertare lo stato di attuazione

di due delle 18 iniziative del Patto.

Si tratta della iniziativa “Cerere S.r.l.” (verifica svoltasi il 24.10.2000) e della ini-

ziativa “Stigliano Antonio” (verifica svoltasi il 25.10.2000).

In ordine alla prima iniziativa, la verifica ha evidenziato un ritardo di un anno

nella data di avvio dei lavori (dal 1.2.1999 al 14.3.2000), giustificato dall’impresa

beneficiaria con la ritardata approvazione del Patto, avvenuta il 26.4.1999.

La tempistica degli interventi è stata rideterminata, passando da 48 a 23 mesi.

L’impresa beneficiaria ed il direttore dei lavori hanno dichiarato all’UVER che

“l’iniziale ritardo, dovuto ai tempi registrati per il rilascio della concessione edili-

zia….sarà recuperato entro pochi mesi; probabilmente l’intervento sarà a regime

174 Allegata alla nota n.46137 del 4.12.2000 del direttore generale del Servizio per la Programmazione Negoziata inviata alla Corte dei conti.

258

entro la data originariamente prevista; tale recupero dei tempi sarà possibile anche

per la notevole esperienza, nel settore degli interventi per molini, dell’impresa inca-

ricata della realizzazione dei lavori”.

Per quanto riguarda, invece, l’iniziativa “Stigliano Antonio”, il rapporto di verifica

dell’UVER ha evidenziato, anche in questo caso, un ritardo di oltre un anno nella da-

ta di avvio dei lavori (dal 1.1.1999 al 15.5.2000), giustificato dall’impresa beneficia-

ria con “il consistente tempo richiesto per il rilascio della concessione edilizia”.

Anche questa volta, l’impresa beneficiaria ed il direttore dei lavori hanno dichia-

rato all’UVER che “l’iniziale ritardo, dovuto ai tempi registrati per il rilascio della

concessione edilizia….sarà recuperato entro pochi mesi; probabilmente l’intervento

sarà terminato entro la data originariamente prevista”.

Si legge ancora nel rapporto:

-“in occasione della verifica, si è potuto costatare lo spiccato “spirito imprendito-

riale” del titolare dell’impresa e l’elevata soddisfazione nei riguardi dello strumento

dell’intervento “Patti Territoriali”; sempre durante la verifica l’Impresa Beneficiaria

ha assicurato:

� la disponibilità di assumere alcune (3/4) delle nuove unità di personale previ-

ste (5) già durante l’anno 2001;

� che il contributo ottenuto non è stato sostitutivo rispetto alle previsioni di in-

vestimento imprenditoriali, ma a regime sarà aggiuntivo per quelle che sono

le potenzialità di sviluppo dell’impresa”.

259

PARTE TERZA

SINTESI DELLE VALUTAZIONI SULL’ATTIVITA’ MINISTERIALE E SUI SIN-

GOLI PATTI

260

Cap. 12. Sintesi delle valutazioni sull’attività ministeriale e sul-lo stato dei singoli Patti

12.1.1 Conclusioni sul supplemento istruttorio concernente l’attività

ministeriale

Come inizialmente ricordato, e come richiesto dalla Sezione centrale del control-

lo, rientra tra gli obiettivi della presente indagine completare l’esame della prece-

dente, approvata con deliberazione n°98/2000, in merito a quanto operato

dall’amministrazione centrale con particolare riguardo ai modi di scelta dei soggetti

esterni, per poi compiere analisi e valutazioni conseguenti all’attività ministeriale

nei rapporti con i soggetti responsabili e con singole iniziative.

Per quanto concerne gli approfondimenti compiuti con riguardo all’attività mini-

steriale nei modi di scelta con i soggetti esterni, si riassume quanto segue.

Alla richiesta della Sezione di acquisire delucidazioni in merito ad alcuni momenti

gestionali dell’attività svolta dal soppresso MTBPE, per dare attuazione alla delibera

CIPE del 21 marzo 1997 ed in particolare, di fornire più precisi elementi di cono-

scenza sulle modalità di svolgimento delle gare tenute per selezionare le società cui

sarebbero state affidate le attività di istruttoria e di assistenza, sulla intercorsa ap-

provazione delle convenzioni da parte del competente direttore generale, nonché di

rendere esplicite le motivazioni di ordine giuridico per cui l’ammministrazione aves-

se modificato tali convenzioni con un “comunicato”175. L’amministrazione dello stes-

so ha evidenziato, per quanto riguarda i chiarimenti circa le modalità di svolgimento

delle gare, una scarsa efficacia ed efficienza collaborativa, adducendo motivi di or-

dine logistico-organizzativo che, oltre a indurre il Controllo a ribadire il precedente

giudizio di difformità da quanto previsto nel bando e dalle norme concernenti

l’approvazione dei contratti, non possono non comportare una conclusione negativa

anche in ordine all’attività svolta dall’amministrazione centrale per questo profilo.

E’ inoltre da riferire che le citate convenzioni concernenti l’assistenza sono state

oggetto di procedura d’infrazione delle norme comunitarie che ha portato il CIPE a

sospendere l’autorizzazione ai soggetti responsabili ad avvalersi delle società con-

venzionate. E’ stata altresì disposta la sospensione dei pagamenti alle stesse, in at-

tesa che venissero sottoscritti i relativi decreti approvativi, il che porta a dover e-

stendere la valutazione negativa altresì all’efficacia degli atti posti in essere

dall’amministrazione nel periodo oggetto del richiesto approfondimento istruttorio.

Tale conclusione risulta avvalorata dalla comparazione con la gestione svolta dal

Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato nello stesso periodo, il

175 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 29 luglio 1998 n°175

261

quale legittimamente ha ritenuto che le convenzioni con i soggetti incaricati

dell’istruttoria di progetti d’investimenti per iniziative imprenditoriali in attuazione

della legge n°488/92 dovessero essere approvate dal Direttore Generale.

Per quanto riguarda, infine, il valore di normativa di riferimento del “comunica-

to”, mentre non si appalesa la natura dello stesso in quanto suscettibile di compor-

tare la disciplina delle conseguenze nelle convenzioni, in assenza dei requisiti per

qualificarlo, quanto meno, come norma regolamentare, si è riscontrato che le socie-

tà convenzionate hanno partecipato alla sua elaborazione nell’ambito delle riunioni

dei Comitati per la verifica ed il coordinamento delle attività di assistenza tecnica ed

amministrativa, sottoscrivendo dei moduli ad esso relativi, per cui non si può disco-

noscere il valore convenzionale dello stesso.

Per quanto riguarda gli altri aspetti della gestione centrale, particolarmente cen-

surabile sotto il profilo dei tempi, appare la mancata attuazione, alla data

dell’istruttoria, (primi mesi del 2001), del sistema di monitoraggio degli investimen-

ti pubblici, la cui creazione è finalizzata all’acquisizione d’informazioni

sull’attuazione delle politiche di sviluppo sulla base dell’attività di monitoraggio

svolta da appositi Nuclei, la cui regolamentazione appare ispirata, come affermato

dalla Corte costituzionale176, “ad enunciare principi di organizzazione riconducibili

alle esigenze della necessaria valutazione tecnico-economica delle decisioni concer-

nenti gli investimenti e del monitoraggio su scala nazionale degli stessi, in vista del-

la creazione di un quadro coordinato ed unitario, in raccordo anche con la disciplina

dei fondi comunitari e con le relative tecniche di programmazione, valutazione, mo-

nitoraggio e verifica”.

E’ da augurarsi che proprio dall’attività normativa e amministrativa conseguente

alla citata sentenza, che peraltro ha dichiarato illegittima la procedura stabilita

all’art.1 comma 4 della legge 17 maggio 1999 n°144 per l’approvazione del

D.P.C.M. con il quale dovevano essere indicate le caratteristiche organizzative co-

muni di tali nuclei, derivino i presupposti per una compiuta attuazione del sistema

dei controlli..

176 Sent. C.C. n°314 del 12 luglio 2001, dep.il 27 lug lio 2001;

263

2.1. Patti di prima generazione.

Per quanto concerne il secondo aspetto da approfondire, con riguardo alle analisi

e alle valutazioni conseguenti agli effetti dell’attività ministeriale nei rapporti con i

soggetti responsabili ed i titolari delle singole iniziative, dall’insieme delle indagini

descritte in precedenza nelle varie ipotesi poste a campione, si ricava che il dato

occupazionale per le iniziative non è disponibile che in pochi sporadici casi, in quan-

to gran parte delle stesse è ancora in corso e non è pervenuta alla fase di sviluppo

comportante assunzioni.

Nei pochi casi in cui esso è disponibile è risultato, con poche eccezioni (Lecce),

estremamente basso e non significativo per la valutazione dell’insieme del Patto,

poiché nessuno di questi risulta completato.

Il dato occupazionale in itinere è significativo nei frequenti casi in cui vi sono

degli scostamenti dal “business plan” peraltro indicato in sintesi solo nelle relazioni

dell’UVER, e dal cronoprogramma, ove riportato nelle relazioni del Soggetto respon-

sabile, e, nella maggioranza dei casi dove è stato possibile riscontrarlo, in grave ri-

tardo rispetto alle scadenze fissate nel piano medesimo.

A monte, specie prima della emanazione del d.m. 31 luglio 2000, concernente la

disciplina dell’erogazione delle agevolazioni relative ai contratti d’area ed ai Patti

territoriali, come risulta dalle relazioni dei soggetti responsabili, sta un quadro nor-

mativo complesso, scoordinato, inadeguato e in continua modificazione, che ha de-

terminato un forte rallentamento nel cammino delle intese locali, producendo incer-

tezze e disorientamento tra i soggetti protagonisti della concertazione , specie in

ordine agli interventi in corso d’attuazione, come nelle rimodulazioni a seguito delle

consistenti rinunce, e delle riconversioni della linea di sviluppo a seguito mutamenti

d’iniziative.

Le relazioni periodiche dei Soggetti responsabili appaiono basare i loro riscontri

su parametri eccessivamente generici ed astratti, come nel costo per unità occupa-

ta, che non può essere rapportato a indicatori semplicemente finanziari, ma deve

essere raffrontato con i parametri ISTAT relativi al settore produttivo e agli altri in-

dicatori relativi alla singola impresa, quali l’ubicazione, l’hinterland produttivo, la

mobilità esterna ed interna, ecc. che forniscono un dato ponderato.

Fermo restando che il giudizio non può ancora essere formulato relativamente al

termine delle iniziative, in generale si riscontra un grave ritardo per l’attuazione di

gran parte dei Patti di prima generazione, ed un elevatissimo tasso di mortalità per

le iniziative in esso proposte. Il termine di quarantotto mesi fissato nei decreti ap-

provativi dei Patti, la cui decorrenza è stata poi normativamente modificata, che i-

264

nizialmente per i Patti di prima generazione doveva scadere entro il corrente anno,

per alcune iniziative ha comportato uno slittamento di anni.

Tra le ragioni degli insuccessi dei singoli Patti, per quanto riguarda le iniziative

imprenditoriali in essi comprese, secondo quanto emerge dal campione esaminato,

si individuano: l’insufficienza dell’attività istruttoria a filtrare iniziative economica-

mente valide, segnalandosi in particolare, rispetto alle istruttorie bancarie,

l’eccessivo, pressoché generalizzato, decorso del tempo dell’avvio delle iniziative ri-

spetto alle previsioni; la diffusa indeterminatezza e genericità delle attestazioni sul

possesso dei mezzi propri; analisi di mercato talvolta decisamente negative rispetto

ad iniziative poi ammesse; divergenze fra istruttorie positive e situazioni realizzato-

rie modestissime inesplicabili in assenza di dati rivenienti da controlli interni e refer-

ti specifici; il richiamo improprio di alcune relazioni bancarie alla possibilità che

l’iniziativa potesse reperire risorse a carico di altre leggi agevolative

dell’investimento, la tardiva corresponsione delle stesse nei casi di maggiore rischio

d’impresa dei proponenti le iniziative; il coincidere in alcuni Patti di iniziative del

tutto nuove con quelle non decollate entro i termini previsti, o affatto decollate; il

deludente esito, allo stato delle realizzazioni, del tentativo di creare sinergie fra ini-

ziative pubbliche e private e fra imprese operanti in settori diversi e fra di loro col-

legati; il rilevante numero di rinunce; il numero di revoche in aumento rispetto ai

termini di realizzazione dei Patti; la conferma, sia pure in misura ridotta, del motivo

che inizialmente aveva indotto la Corte ad avviare la presente indagine, costituito

dall’eventualità che talune iniziative avessero chiesto doppia contribuzione, da parte

del MTBPE per i Patti Territoriali e da parte del MICA ai sensi della legge n. 488/92;

l’assenza di strumenti sistematici di valutazione continua sull’andamento dello

strumento pattizio; l’adozione, nei casi episodici di verifiche, di parametri di misura-

zione meramente finanziari, e la mancata utilizzazione di parametri a valenza più

propriamente economica, pur previsti dalle norme; la sottovalutazione di fenomeni

distorsivi nel territorio, quali la localizzazione delle aziende in rapporto agli sbocchi

produttivi e, per contro, l’adozione della rimodulazione quale unico strumento di ri-

medio alle cadute interne delle iniziative, senza indagare preventivamente sulla ca-

pacità di catturare le più valide proponibili per il tipo di interventi attuabili nella zo-

na; la carenza di reazione con verifiche e riconversioni produttive o con revoche che

consentissero prontamente di liberare risorse, di fronte agli scostamenti più rilevan-

ti rispetto ai programmi realizzatori e la sottovalutazione del coinvolgimento del ca-

pitale privato, che dovrebbe, semmai, essere aumentato.

In definitiva, la progressiva perdita di rilevanza metodologica della concertazio-

ne, limitata ad una funzione meramente iniziale della stessa sulle iniziative proposte

265

e la progressiva perdita di memoria, all’interno di ogni Patto, del significato ultimo

dello stesso, consistente nella politica di coesione fra privato e pubblico nelle varie

fasi dello sviluppo.

Connesso alla mancata sintesi tra le due componenti, se non concausa del feno-

meno, con rare eccezioni, quello del mancato o tardivo decollo delle infrastrutture.

L’aspetto delle sfasature temporali fra iniziative private e interventi pubblici pro-

grammati, in senso sfavorevole all’intervento pubblico, il quale avrebbe dovuto co-

stituire il punto di forza e di attacco di questo innovativo strumento delle politiche

di coesione, è quello che merita maggiore attenzione per il futuro ai fini della riusci-

ta del modello, cui devono essere applicate, da un canto, per quanto concerne il

pubblico, le più accurate forme di studi di fattibilità e dall’altro, per quanto concerne

il privato, le massime forme di semplificazione nei rapporti col pubblico (es. sportel-

lo unico per le imprese).

Devono peraltro denunciarsi sul fronte privato, alcune croniche carenze delle ini-

ziative che si sono affacciate all’ingresso nel Patto, costituite dalla scarsa valutazio-

ne e propensione al rischio d’impresa, dalla scarsa disponibilità ad immettere mezzi

propri e dalla generalizzata opposizione ad anticiparli, dalla fragilità del disegno

progettuale e dalle frequenti modifiche intercorse allo stesso nel corso della realiz-

zazione.

Tali considerazioni risultano avvalorate dalle conclusioni istruttorie relative ai

singoli patti che sono di seguito sintetizzate.

12.2.2. Benevento.

Alla data del 26 aprile 2001, per le iniziative comprese nel Patto, lo stato di a-

vanzamento dell’intervento secondo quanto dichiarato dal S.R. ammontava al

37,19% dell’investimento totale, considerando che due iniziative presentavano un

avanzamento pari al 100% e altre due un avanzamento pari allo 0% della spesa so-

stenuta. Per la realizzazione delle infrastrutture alla fine del 2000 si era provveduto

all’aggiudicazione dell’appalto.

Nel complesso, la diversità di decorrenza dell'inizio dell'attività di spesa prevista

rispetto a quella effettiva appare marcata, come anche la differenza fra le capacità

d'impegno tra singole iniziative; si conferma, in linea generale, la tendenza all'au-

mento di quest'ultima nell'ultimo biennio.

Il S.R. segnala il fenomeno dei pagamenti per cassa come irregolare, in contra-

sto con le direttive emanate in materia di contribuzioni pubbliche.

Frequentemente l’UVER avverte che "la dinamica occupazionale durante le fasi di

attuazione dell'investimento non è indicativa del raggiungimento dell'obiettivo oc-

266

cupazionale fino all'entrata in funzione delle linee produttive previste dall'investi-

mento",

Peraltro, si consideri che scopo di ogni attività di “report”sarebbe anche quello di

consentire di correggere tempestivamente eventuali scostamenti del cronopro-

gramma dalla realizzazione e della occupazione realizzata rispetto a quella prevista

alla data di entrata a regime dell'impianto, essendo lo sviluppo coordinato nel tem-

po l'obiettivo caratterizzante un Patto Territoriale, e non la semplice realizzazione

dell'impianto.

Molti imprenditori hanno ritenuto di non dover iniziare l’investimento se non ad

avvenuta erogazione della anticipazione, scambiando l’avvenuta concessione della

corrispondente fideiussione bancaria – avente, evidentemente, limitate finalità di

recupero dell’anticipazione stessa – come un requisito per la riscossione

dell’anticipo e, al tempo stesso, una condizione sospensiva per l’inizio dei lavori,

con il conseguente effetto di moltiplicazione dei ritardi.

Dalla relazione relativa all’ultimo semestre del 2000, inviata ad aprile 2001, il

numero degli occupati non è risultato definibile. Alla fine del successivo gli occupati

aggiuntivi dichiarati erano 35.

12.2.3. Brindisi.

Secondo i dati riportati nell’analisi che precede, alla data del 19/07/01, su un to-

tale di L.113.081,8 mln di investimenti ammessi, comprensivi di L.4.160 mln eroga-

te al Consorzio SISRI di Brindisi, erano stati deliberati dal CIPE L.76.236,2 mln.,

pari al 67,41%, di cui oggetto del decreto di provvisoria concessione contributiva

L.71.550 mln, pari al 63,27% ed erogati L.48.689,3 mln., pari al 43,05%.

Le rinunce hanno comportato una minore contribuzione pari a L.16.824,8 mln

(23,51% del contributo e al 14,87% dell’investimento), ed un minore investimento

per L.25.298,1 mln, pari al 22,37% dello stesso, le revoche una diminuzione degli

investimenti per L.6.457,5 mln, pari al loro 5,71% ed una diminuzione del contribu-

to pari a L.4.305,2 mln, corrispondente al 5,64% di quest’ultimo. I decreti di revo-

ca, lungi dal porre termine a situazioni di crisi e di ritardo piuttosto frequenti, non

hanno mancato di produrre con riguardo alle iniziative interessate, una situazione di

incertezza, caratterizzata da sospensioni delle revoche medesime e da un fitto con-

tenzioso, con effetti sulla possibilità di recupero delle risorse revocate ai fini della

riassegnazione delle risorse allo stesso Patto.

In ogni modo, secondo gli organi responsabili, puntando sulla rimodulazione dei

fondi residui per la seconda fase concertativa sull’attività turistica si sarebbe potuto

ottenere una positiva riutilizzazione dei fondi. La rimodulazione, in ogni caso, non è

267

riuscita ad evitare il problema della scarsa capacità del Patto di attirare iniziative

valide, e dalla caratteristica, per tale fase, di esaurire lo slancio concertativo in tan-

te piccole vicende trascinatesi nel tempo.

Diversi punti delle relazioni bancarie appaiono ripetitivi, come nel caso

dell’affidabilità tecnica, imprenditoriale e patrimoniale. Appare evidente la volontà

degli Istituti creditizi di non pregiudicare l’ammissibilità delle iniziative, laddove, in

luogo di una mera perplessità sulla loro fattibilità sarebbe occorso un giudizio più

esplicito.

Sulla base del raffronto fra tali documenti e le relazioni degli organi di monito-

raggio e dei S.R., pressoché generalizzato è il mancato rispetto del cronoprogram-

ma.

Troppo frequente appare anche quello relativo alle reali condizioni economiche e

patrimoniali del richiedente il contributo.

Frequenti anche le modifiche progettuali, non escluse quelle profonde, rispetto a

quello originario. Non mancano accenni critici di tali organi di monitoraggio e re-

sponsabili rispetto all’azione ministeriale, in particolare con riguardo alla ritardata

corresponsione dell’anticipazione. Ricorrenti, anche, da parte del S.R., gli accenti

critici nei confronti dell’istruttoria bancaria, che non avrebbe svolto in misura ade-

guata la funzione di filtro delle migliori iniziative.

Frequentissimi i casi di revoca del decreto provvisorio di concessione del contri-

buto.

Quasi completamente assenti le sinergie fra le singole iniziative e le possibilità

d’inserimento delle stesse in filiere industriali locali. Ricorrenti le divergenze fra ver-

samenti di mezzi propri previsti e versamenti effettivi. Non mancano episodi di ir-

regolarità contabili nella dimostrazione del possesso di tali mezzi, segnalate dagli

Istituti bancari e dagli organi di monitoraggio.

Purtroppo, le ipotesi che hanno dato origine alle indagini in materia di Patti Terri-

toriali da parte delle magistrature sia di controllo che ordinaria, e cioè la contempo-

ranea fruizione di diverse forme di intervento statale hanno ricevuto conferme, sia

pure limitate e fronteggiate in tempo utile, almeno nei casi denunciati.

Riscontrati altresì dei casi in cui, lo stato di avanzamento, a distanza di anni, si è

rivelato pari allo zero, pur in presenza di contributi corrisposti in fase di anticipazio-

ne.

Inesplicabili i casi in cui, a fronte di un inadempimento pressoché totale da parte

dell’impresa, e ad anticipazione di fondi cospicui non risulta ancora emanato il de-

creto di revoca del precedente di provvisoria contribuzione.

268

Non verificabile in modo generalizzato, tranne poche eccezioni, l’efficacia

dell’intervento, per assenza totale o quasi di occupati a causa del ritardo realizzato-

rio, soprattutto nelle ipotesi di nuove sedi o variazioni di linee produttive.

12.2.4. Enna.

Il dato relativo agli investimenti effettuati rispetto a quelli agevolabili è relativa-

mente soddisfacente (75%), mentre quello occupazionale si presenta, allo stato,

non elevato (14%).

In ogni modo, se si considera che la maggior parte delle iniziative sono state av-

viate negli anni 97/98, non può non osservarsi che l’attuazione del Patto, quanto

meno sul piano occupazionale, non può considerarsi particolarmente incisiva.

Peraltro, va tenuto conto che per poco più della metà degli interventi è prevista

l’entrata a regime nel corso 2001. In nove casi su venti, però, le schede di monito-

raggio, trasmesse dal S.R. “Centro Sicilia Servizi”, non indicano i dati relativi alla

“ultimazione/entrata in funzione/entrata a regime” degli interventi.

A ciò va aggiunto che i dati forniti omettono dal prendere in considerazione, per

le singole iniziative, i cosiddetti “cronoprogrammi”. Tali elementi, invece, rivestono

una rilevanza essenziale per valutare lo stato di raggiungimento degli obiettivi pro-

grammati rispetto alla programmazione effettuata, anche in relazione agli annun-

ciati ritorni occupazionali.

12.2.5. Lecce.

Rispetto alla previsione di partenza, a seguito di rinunce, revoche ed economie

da utilizzare in sede di rimodulazione, le iniziative ancora attive sono 56177 sulle 87

originarie.

L’indicatore delle erogazioni sull’importo ammesso risulta elevato (pari al

77,2%). Il risultato è ancora più soddisfacente se si considera che i Patti di prima

generazione mostrano, mediamente, un indicatore pari al 38% di risorse erogate su

quelle ammesse con decreto di concessione.

In relazione all’occupazione realizzata a fronte di quella aggiuntiva attesa, il ri-

sultato è pari al 49,9% di nuove unità occupate rispetto a quelle previste. Il dato

non supera quindi la metà dell’obiettivo prefissato. Al riguardo, occorre osservare

che se è ben vero che le iniziative concluse, rispetto a quelle ancora attive sono pari

269

al 42,8%, e che, quindi, non è ancora possibile avanzare valutazioni conclusive in

ordine al raggiungimento degli obiettivi occupazionali, è anche vero che i documenti

forniti dall’Amministrazione omettono di dare il dovuto risalto al rispetto, da parte

delle singole aziende, del cosiddetto “business plan”, che, è in pratica, il documento

di pianificazione temporale delle singole iniziative con riferimento al conseguimento

dell’obiettivo occupazione, tenuto conto del progressivo avanzamento dello stato di

realizzazione delle iniziative medesime.

12.2.6. Miglio D’Oro.

Il Patto Territoriale di Miglio d’oro si trova in uno stato di attuazione che è ben

lontano dal corrispondere alla realizzazione del piano generale degli investimenti

previsti dalla delibera del CIPE, i quali, secondo quanto in quella sede previsto, a-

vrebbero dovuto, ad oggi, essere stati completati.

E’ infatti risultato che l’intervento infrastrutturale si trova ancora in uno stadio i-

niziale, non essendo stato ancora approvato alcun progetto definitivo di recupero e

di riqualificazione dell’area, e che più della metà delle imprese indicate dalla delibe-

ra CIPE più volte menzionata ha rinunciato allo status di beneficiario, mentre sei di

quelle sono ancora in attesa del decreto di concessione.

Per quanto riguarda, invece, le iniziative avviate, è stato messo in luce come le

medesime abbiano ricevuto solo la prima rata (quattro di esse nei primi mesi

dell’anno in corso), e che una sola ditta ha fatto richiesta della seconda quota.

In tutto sono stati versati contributi per L.10.065 mln (L.7.965,25 mln per le ini-

ziative imprenditoriali e L.3.000 mln per l’intervento infrastrutturale), pari al

25,22% di quanto previsto quale onere dello Stato per le medesime iniziative.

Del resto, anche i dati relativi agli investimenti e all’occupazione evidenziano un

basso livello di avanzamento da parte del patto. Infatti dalle dichiarazioni rese dalle

ditte e comunicate, tramite il S.R., a questo organo di controllo, si evince che

l’investimento medio è attualmente pari al 29,81% di quello programmato e che il

numero degli occupati realizzati è di 37 unità a fronte delle 145 che le stesse im-

prese, una volta a regime, devono raggiungere. Va, inoltre, rilevato, che quasi tutte

le imprese dichiarano di non essere in grado di rispettare il cronoprogramma previ-

sto. Ora, pur tenendo conto che a seguito della delibera CIPE n.69 del 21 giugno

2000, il termine per la realizzazione degli investimenti è di 48 mesi decorrenti dalla

data di rilascio del decreto provvisorio di concessione, è verosimile credere che la

lentezza con cui è stato avviato l’investimento determinerà un ritardo nella creazio-

ne della nuova occupazione (e conseguentemente dello sviluppo della zona), so-

177 le iniziative che avevano ottenuto il decreto di provvisoria concessione erano 57;

270

prattutto in considerazione del fatto che per talune iniziative l’occupazione medesi-

ma potrà determinarsi solo successivamente alla realizzazione dell’intervento (trat-

tasi di alberghi).

Deve, peraltro, rappresentarsi che il S.R. ha avviato un procedimento di rimodu-

lazione di L. 16.401 mln, relativamente al quale è dato atto che è stato già effettua-

to l’esame di 12 progetti ed è in corso di pubblicazione la graduatoria.

L’avvio di tale rimodulazione consente di ritenere come ancora esista quella coe-

sione sociale che era riuscita a rendere possibile l’approvazione del Patto Territoria-

le in esame e, conseguentemente, sembra lecito sperare che – anche se con moda-

lità diverse da quelle previste in origine – possa in un prossimo futuro determinarsi

quello sviluppo locale che ad oggi non appare realizzato.

12.2.7. Nuoro.

Può rilevarsi come l’esame svolto sul Patto Territoriale di Nuoro abbia messo in

luce una situazione articolata e multiforme. Deve, infatti, darsi atto che per quanto

attiene all’unico intervento infrastrutturale, l’opera appare realizzata e il contributo

erogato è pari all’80% del finanziamento, mentre per quanto riguarda le iniziative

imprenditoriali i dati emersi evidenziano che un terzo (5 su 16) delle iniziative ap-

provate dalla succitata delibera CIPE abbia rinunciato allo status di beneficiario del

Patto; per quanto, invece, riguarda le 11 rimaste, alle quali va aggiunta quella am-

messa a seguito della rimodulazione approvata il 22 dicembre 2000, va, in primis,

sottolineato come i relativi decreti di concessione sono stati emanati in un lungo ar-

co di tempo (i primi il 31 luglio 1998, l’ultimo il 19 settembre 2000), determinando-

si, così, uno sfasamento nei tempi di attuazione del Patto, il cui termine – a seguito

della delibera CIPE n.69 del 21 giugno 2000 – non è più unico per tutte le iniziative,

bensì differente a seconda della data di approvazione di ognuna di esse.

Composito è apparso anche lo stato delle erogazioni, relativamente alle quali è

risultato che il totale dei contributi versati dal Ministero ammonta a L.17.297,7 mln

corrispondenti al 45,62% dell’onere a carico dello Stato globalmente previsto per le

iniziative avviate. E’, inoltre, emerso come nessun intervento ha ancora percepito il

saldo finale e che quattro ditte hanno ricevuto la seconda quota, mentre cinque di

quelle che avevano ricevuto solo la prima rata a titolo di anticipazione sono state

destinatarie della comunicazione di avvio del procedimento di revoca del finanzia-

mento, in quanto non hanno ancora attestato l’immissione percentuale dei mezzi

propri.

Per quanto, poi, riguarda lo stato di attuazione dei singoli progetti imprenditoria-

li, la società consortile – a seguito di apposita richiesta di quest’organo di controllo-

271

ha reso noto che tre ditte hanno completamente realizzato l’investimento ammesso

dal decreto provvisorio di concessione (due di queste hanno investito mezzi propri

in misura maggiore del previsto), mentre quasi tutte le altre si trovano in uno stato

di avanzata attuazione; solo una ditta non ha eseguito alcun lavoro. Nessuna noti-

zia è emersa, invece, in merito all’iniziativa aggiunta a seguito della rimodulazione,

in quanto non ha ancora prodotto alcuno stato di avanzamento.

E’, infine, emerso che il numero dei nuovi occupati è di 59 unità a fronte dei 161

previsti dalla delibera CIPE per le medesime iniziative (pari al 36,64%).

Pur se quanto fin’ora realizzato non corrisponde a quanto previsto dal piano ge-

nerale approvato dal CIPE (che - si rammenta - avrebbe dovuto essere già portato

a compimento), tuttavia può ritenersi che il progetto sia riuscito a decollare.

Del resto, anche la rimodulazione approvata alla fine del 2000 sembra costituire

un chiaro sintomo della volontà locale di non disperdere quelle energie che avevano

trovato forma nel Patto approvato nel 1997.

Appare, pertanto, verosimile ritenere che, nonostante le problematiche ancora in

atto (di cui le difficoltà denunciate dal Soggetto responsabile costituiscono senza

dubbio un sintomo), gli attori del Patto Territoriale di Nuoro si trovino ancora nelle

condizioni di poter realizzare quello sviluppo locale che costituisce l’obiettivo specifi-

co e primario dell’istituto qui in esame.

272

12.3. Patti di seconda generazione e a disciplina comunitaria.

12.3.1 Ferrara e Appennino Centrale

Nel rinviare, per le considerazioni conclusive sui singoli Patti a quanto già prece-

dentemente accennato, (vedi paragrafi precedenti) alla luce di quanto sin qui riferi-

to sui due Patti, quello per Ferrara e per l’Appennino centrale, appare possibile

svolgere alcune considerazioni nel merito della valenza dell’istituto all’esame.

Parrebbe, innanzitutto, di potersi affermare che il “Patto Territoriale” non indivi-

dui, in realtà, una tipologia standard d’intervento, se non per taluni specifici profili.

Fondamentalmente, ciò che sembra maggiormente caratterizzare detto strumen-

to è la concertazione degli obiettivi d’intervento tra i diversi attori - pubblici e priva-

ti - dello sviluppo locale, negoziazione che di per sé non sembra tuttavia rappresen-

tare una garanzia di sicuro successo dell’istituto.

A fronte dell’importanza del coinvolgimento degli attori primari dello sviluppo lo-

cale - in quanto fondamentali interpreti delle relative potenzialità - una diversa ca-

pacità d’incidenza del medesimo apparirebbe, in effetti, associarsi a variabili ester-

ne, in particolare quelle indotte dal modello ordinamentale e dalle relazioni socio-

economiche nel quale il singolo Patto risulta inserito, con importanti riflessi sulle

possibili evoluzioni, in concreto, dello strumento.

Tra questi fattori possono individuarsi, ad esempio, la sussistenza o meno di un

“sistema” di programmazione degli interventi di sostegno e sviluppo dell’economia

nonché contingenze locali, tra cui segnatamente le condizioni dei mercati che inte-

ressano, com’è noto, ambiti territoriali e settori produttivi anche in via differenziata.

Inoltre, un ulteriore aspetto emergente dalle istruttorie è la constatazione che il

“Patto Territoriale” può atteggiarsi a contenitore di interventi gravanti su concorren-

ti fonti di finanziamento, risultando quindi soggetto a diverse procedure sia autoriz-

zatorie sia d’attuazione.

Al riguardo il Patto può pertanto conoscere importanti limiti, positivi o negativi,

concernenti le procedure connesse nonché i tempi di realizzazione. Vengono parti-

colarmente in rilievo, nel merito, le normative comunitarie e nazionali nonché le

correlate dinamiche amministrative e finanziarie.

A dette conclusioni si perviene agevolmente all’esito dei controlli effettuati su un

Patto “CIPE” (quello di Ferrara), e su un Patto solo per quota parte “nazionale”

(quello dell’Appennino Centrale), oltretutto dai differenziati contesti di riferimento

(il secondo è di valenza “multiregionale”).

Si osserva ulteriormente sul tema che, nell’ambito del medesimo Patto, scelte

strategiche possono consistere, ad esempio, nell’ampliamento ovvero nella riduzio-

ne delle misure e delle azioni attivabili, anche al fine della predeterminazione delle

273

più utili discipline di riferimento. Non sembra infatti un caso che interventi compresi

nel Piano d’azione del Patto Territoriale per l’occupazione dell’Appennino Centrale,

siano stati quindi devoluti a successive iniziative di “Patto”.

Quanto ai contenuti infine, estremamente differenziate appaiono le situazioni di-

saminate, frutto evidente di oggettive e soggettive valutazioni. Si consideri, ad e-

sempio, che il Patto per Ferrara concerne, come visto, poche grandi infrastrutture

ed interventi in favore, sostanzialmente, di un numero limitato di grandi, medie e

piccole industrie meccaniche e tessili, mentre il Patto per l’Appennino centrale si ca-

ratterizza per diffuse piccole infrastrutture ed interventi di sostegno a numerose

piccole realtà produttive nei settori dell’agricoltura, dell’artigianato e del turismo.

In definitiva il Patto Territoriale, per quanto potuto rilevare, apparirebbe rappre-

sentare un articolato ma al tempo stesso duttile strumento d’intervento, nel quale i

relativi caratteri di fondo - complessità d’implementazione (negoziazione, definizio-

ne degli obiettivi e finanziamento) e gestione degli interventi (procedure

d’attuazione ed erogazione dei finanziamenti) - sembrano rappresentare i presup-

posti di un esito favorevole ovvero, parimenti, di un possibile fallimento del mede-

simo, da intendersi questi tuttavia non tanto, o non solo, in relazione alla capacità

di portare a compimento un insieme predefinito di progetti, bensì in termini

d’importante anche se non esclusivo contributo, ad una dinamica di sviluppo locale

nel medio periodo, da apportarsi sulla base di una concreta e mirata attività

d’animazione economica delle aree depresse.

12.3.2 Patto Area sud Basilicata e Patto della Provincia di Matera.

In conclusione, si può osservare che l’esperienza dei Patti Territoriali in corso di

attuazione in Basilicata sembra in qualche modo contraddire lo spirito e le motiva-

zioni che hanno condotto alla previsione dei Patti di seconda generazione, ossia la

volontà e la capacità degli enti locali di saper fare meglio degli organi centrali in

merito alle questioni inerenti materie socio-economiche di ambito locale (in sintonia

con la tendenza ad un’organizzazione Federale dello Stato) nonché l’esigenza di e-

liminare tutti quegli ostacoli e strozzature burocratiche che hanno determinato il so-

stanziale fallimento dei Patti di prima generazione.

Inoltre, l’assegnazione del compito di svolgere l’istruttoria a soggetti convenzio-

nati con il MTBPE (e non più direttamente allo stesso Ministero) pare aver attenuato

di molto la possibilità per quest’ultimo di acquisire e trasmettere informazioni preci-

se sui singoli Patti.

274

In tal senso l’esternalizzazione delle funzioni istruttorie178, svolte all’interno della

P.A., dovrebbe forse essere ridefinita, al fine di superare il citato inconveniente.

Così come non molto efficace pare il sistema di verifica dell’attuazione degli inve-

stimenti programmati realizzato per mezzo dell’Unità di Verifica degli Investimenti

Pubblici (UVER), e ciò anche per la mancanza, in genere, d’indicazioni dettagliate da

parte del Dipartimento sui contenuti delle verifiche da realizzare.

Tant’è che lo stesso Dipartimento ammette la necessità di rivedere il sistema on-

de renderlo maggiormente efficace179.

Attualmente le suddette verifiche si svolgono sulla base di una direttiva del Capo

del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione del 2.3.1999 e del suc-

cessivo protocollo di intesa del 16.6.1999 tra il direttore del Servizio per la Pro-

grammazione Negoziata, il responsabile dell’UVER e quello del Sistema informativo

per gli investimenti territoriali (SINIT).

Da ultimo occorrerà attendere per verificare l’impatto che la delibera CIPE del

22.6.2000 (in G.U. n.195 del 22.8.00) ed il decreto 31.7.2000, n. 320 (Regolamen-

to concernente: “Disciplina per l’erogazione delle agevolazioni relative ai contratti

d’area e ai Patti Territoriali”) avranno sui due Patti Territoriali in esame.

Occorre, infine, segnalare quale dato indubbiamente positivo il fatto (ed i cui e-

lementi sintomatici sono stati riportati nel testo) che l’assoggettamento al controllo

sulla gestione dei due Patti Territoriali attuati in Basilicata, avvenuto almeno par-

zialmente “in itinere”, pare aver contribuito a produrre, negli ultimi mesi dell’anno

2000 e nei primi mesi dell’anno 2001, una certa accelerazione nella capacità

d’avanzamento degli investimenti, nonché un maggiore impegno, attenzione e in-

traprendenza nei soggetti responsabili (che, comunque, hanno probabilmente adot-

tato con ritardo iniziative in ordine alle revoche e/o rinunce ed alle richieste di pro-

roga dei progetti non avviati o in difficoltà).

178 Come già detto, sia per il Patto dell’Area Sud Basilicata che per il Patto della Provincia di Matera la funzione istruttoria è stata svolta dal Banco di Napoli. 179 Vedasi la già citata nota del 4.12.2000, prot. n. 46137 del Ministero del Tesoro, Bilancio e P.E..

275

Cap. 13. Valutazioni comparative sui Patti.

13.1.1. Patti di prima generazione

Dalla data di pubblicazione della delibera CIPE approvativa del Patto alla data del

decreto generale di concessione provvisoria del contributo complessivo, di emana-

zione ministeriale, sono trascorsi da un minimo di circa quattro mesi ad un massi-

mo di otto..

Da quest’ultimo decreto alle date dei singoli decreti approvativi dei contributi alle

singole iniziative imprenditoriali sono trascorsi da una media minima di cinque mesi

(Enna), ad un massimo di dodici mesi e mezzo (Miglio d’oro). Va tuttavia avvertito

che in diversi Patti (v. per es. Benevento) la media è innalzata da considerevoli ri-

tardi nell’emanazione di una ristretta minoranza di decreti rispetto al complesso

delle iniziative.

Per effetto della emanazione dei singoli decreti di provvisoria concessione del

contributo, il limite massimo normativamente previsto per la realizzazione di tutti

gli investimenti compresi in ciascun patto, per questo tipo di contrattazione nego-

ziata, è slittato mediamente, ai sensi del punto 3 della delibera CIPE N°69/2000 del

22 giugno 2000180, rispetto al termine massimo fissato dallo stesso CIPE alla data

di pubblicazione della delibera di approvazione del Patto, da un minimo di otto mesi

(Lecce) ad un massimo di ventuno mesi (Miglio d’Oro). La maggior parte dei Patti

esaminati si attesta intorno ad un rinvio del completamento di tutte le iniziative, per

effetto di tale disposizione, compreso tra i 16 e i 18 mesi (Benevento, Brindisi, Nuo-

ro).

Il dato non sarebbe particolarmente rilevante, in quanto relativo ai soli rapporti

fra delibere CIPE e conseguente attività ministeriale, se non fosse ricollegabile ad

un’altra constatazione.

Il tempo medio di realizzazione previsto per le singole iniziative andava da un

minimo di circa dieci mesi di Enna ad un massimo di trentadue di Benevento. La

maggioranza delle previsioni per il compimento delle realizzazioni si attesta intorno

ai due anni. E’il caso di Brindisi, Enna, Miglio d’Oro e Nuoro. Lecce si colloca tra le

previsioni di realizzazione più veloci con 12,8 mesi previsti.

180 il termine di 48 mesi per la realizzazione degli investimenti per i Patti territoriali approvati con proprie delibere 18 dicembre 1996 (GU n°126 del 2 giugno 19 97), 23 aprile 1997 (GU n°177 del 31 luglio 1997), 26 giugno 1997 (GU n°240 del 14 ottobre 1997 e n°27 4 del 24 novembre 1997) decorre dalla data di rila-scio del decreto di concessione provvisorio dell’agevolazione per ciascuna iniziativa imprenditoriale

276

Le iniziative che presentavano stati di avanzamento alla fine del 2000 erano 11

su 13 a Benevento, 28 su 42 a Brindisi, 20 su 22 a Enna, 56 su 87 a Lecce, 8 su 30

per il Miglio d’Oro, 12 su 16 per Nuoro.

Le iniziative completate, alla data del periodo di riferimento dell’indagine181 era-

no inferiori alle previsioni.

Il livello massimo di realizzazione era stato raggiunto da Lecce, con 24 iniziative

concluse su 57 che, alla data dell’ultima relazione semestrale, avrebbero dovuto

completare l’investimento, con uno scostamento per difetto pari a dodici mesi ri-

spetto al business planning per quelle da completare, e uno scostamento medio di

nove mesi rispetto alla data prevista per quelle concluse; seguivano Enna, con uno

scostamento per difetto per le iniziative in corso di 12 mesi rispetto al business

planning e con uno scostamento di 20 mesi rispetto al termine per le iniziative con-

cluse, 6 su 20; Benevento 2 su 8, Miglio d’Oro 1 su 4, Brindisi 3 su 12, e Nuoro 1 su

9.

In termini finanziari alla fine del periodo vi erano percentuali di investimenti ef-

fettuati da un massimo del 68,84% di Lecce al 29,81% per Miglio d’Oro.

Di fronte a simili dati si ha ragione di ritenere che lo scostamento del termine ef-

fettivo delle iniziative rispetto a quello originariamente previsto sarà ben maggiore

di quello determinato dal corso dell’istruttoria ministeriale.

L’investimento complessivamente ammesso per le singole iniziative rispetto alle

previsioni, era diminuito per tutti i Patti, con scostamenti anche severi ( -38,13 %

Brindisi, -31,15 % Lecce, -23,84 % a Enna). Per la maggioranza delle somme non

spese, per non perdere il relativo contributo assegnato, era in corso una proposta di

rimodulazione delle risorse da parte delle Società di gestione dei singoli Patti.

Nello stesso periodo l’onere previsto a carico dello Stato, pur diminuito in valori

assoluti per tutti i Patti, era sostanzialmente rimasto immutato in percentuale, o

con modeste variazioni, per Benevento, Miglio d’Oro, mentre aveva subito più sen-

sibili variazioni in meno per Enna (-21,4%), Nuoro (-12,12%) Lecce ( –9%).

Alle maggiori decurtazioni contributive erano seguite le più consistenti richieste

di riassegnazione per rimodulazione degli obiettivi, da un massimo di oltre 20 mld

per Nuoro, seguito da Brindisi per 18,7 mld, da Enna con 17,59% mld fino ad un

minimo di 4,2 mld. per Lecce.

Generalizzate diminuzioni si erano verificate anche nelle previsioni per

l’occupazione aggiuntiva prevista, con i più consistenti ridimensionamenti per il pat-

to del Miglio d’Oro (da 581 a 145 unità pari al 24,95% del previsto), Brindisi (da

181 fine 2000 primi mesi del 2001, per spingersi, in alcuni casi (Benevento, Brindisi, Miglio d’Oro, Nuoro) e per alcuni dati all’intero I semestre del 2001;

277

573 a 336 occupati con il 58,63%), Enna (da 492 a 362 occupati con il 73,57%),

Benevento (da 384 a 279 con il 72,65%), minori diminuzioni si erano verficate a

Lecce (con l’84,54% da 1184 a 1001 unità).

Il più alto numero di rinunce e revoche di iniziative rispetto al previsto si è avuto

per Brindisi (21 su 42), comprensivo d’investimenti che avevano raggiunto il 100%

del finanziamento contributivo (revoca per accertata doppia contribuzione) anche se

ciò appare fenomeno eccezionale rispetto al complesso del campione.

Sensibile anche il numero di iniziative rinunciatarie nel Patto di Lecce, 19 su 57,

ove però il numero di occupati previsti sopra citato appare ancora relativamente e-

levato.

Per quanto riguarda il numero degli occupati raggiunto, al 31 dicembre 2000,

ovvero alla più recente data indicata nell’ultima relazione trasmessa del Soggetto

responsabile nel Patto di Brindisi, risultavano realizzate 13 nuove unità occupazio-

nali rispetto a 3 iniziative completate, 51 unità presso 12 iniziative, di cui 6 comple-

tate nel Patto di Enna, 37 rispetto a 5 iniziative di cui una completata nel Patto del

Miglio d’Oro, 59 rispetto a 7 di cui una completata nel Patto di Nuoro.

Il Patto territoriale di Lecce esprime il più elevato numero di occupati raggiunti

alla data dell’ultima relazione del Soggetto responsabile: 500 rispetto a 46 iniziative

che avevano creato occupazione aggiuntiva, di cui 24 completate; dato che costitui-

sce peraltro un’ulteriore eccezione nel complesso dei Patti esaminati.

Accanto a casi di iniziative completate al 31/12/2000 o alla data più avanzata in-

dicata dal S.R. in cui è stato raggiunto un numero di occupati inferiore al previsto,

verificatisi a Enna e Lecce (30 unità in meno nel primo e 95 nel secondo) vi è quello

del Miglio d’Oro e di Nuoro, in cui il numero di occupati, peraltro per un caso cia-

scuno, è stato superiore al previsto.

Presso il Patto territoriale di Brindisi l’unica iniziativa che aveva realizzato più oc-

cupati del previsto era oggetto di procedimento di revoca per doppia contribuzione

(a carico dei fondi della L. 488/92 e sui Patti territoriali).

Anche a Lecce, accanto al fenomeno di un minor numero di occupati, per quattro

imprese si è verificato il fenomeno opposto, con 30 occupati aggiuntivi in più rispet-

to a quelli previsti.

Il dato occupazionale per gli altri Patti risulta, in generale, modestissimo e non

significativo ai fini di una valutazione conclusiva sulla gestione, perché gran parte

delle iniziative sono ancora in corso, ed in ritardo rispetto al business plan, come

precedentemente già rilevato.

278

Per un Patto (Benevento) il dato a fine 2000 non era ancora rilevabile, ma nel I

semestre 2001 aveva raggiunto, secondo le dichiarazioni del S.R., 35 unità aggiun-

tive.

Il dato sopra citato, delle iniziative completate risulta inferiore, ed in alcuni casi

sensibilmente, a quelle che avevano ricevuto anticipazioni: 10 a Benevento, 24 a

Brindisi, di cui ben 7 oggetto di procedimento di revoca, 20 a Enna, 53 a Lecce, 8

per il Miglio d’Oro, 8 a Nuoro.

Il numero di iniziative che avevano ricevuto nello stesso periodo (fine 2000 –

primi mesi del 2001) rate contributive per stati di avanzamento dopo l’anticipazione

si assottiglia progressivamente man mano che si procede nel tipo di erogazione:

nessuna nei Patti di Benevento e del Miglio d’Oro, 3 a Brindisi, 5 a Enna, 4 a Nuoro.

Sempre in testa il Patto territoriale di Lecce con 27 iniziative. Quest’ultimo è anche

l’unico, con 11 iniziative, per le quali risulta avvenuto il pagamento del saldo.

Le iniziative che, secondo le relazioni del S.R. disponibili non avevano ancora

creato occupazione aggiuntiva, erano concentrate in massima parte nel Patto terri-

toriale di Brindisi, (18 su 21 rimaste) seguito da Nuoro (5 su 12 ) Enna (8 su 20),

Miglio d’Oro (3 su 8) e, in posizione maggiormente distanziata Lecce (10 su 42 ri-

maste)182.

Per quanto riguarda i settori di attività, soffermandosi sulle iniziative attive nello

stesso periodo (fine 2000 primo semestre 2001) quello maggiormente prescelto ri-

sulta essere l’industria.

Particolare rilevanza è stata data al settore dell’abbigliamento nel Patto territo-

riale di Lecce (22 iniziative) mentre nel Patto territoriale di Benevento prevale il set-

tore industriale. I settori sono destinati a subire peraltro rilevanti modifiche (caso di

Brindisi) nelle proposte di rimodulazione, con le conseguenti considerazioni

sull’efficacia delle previsioni di sviluppo nella fase progettuale e di accertamento

della validità.

Per quanto riguarda la distribuzione della tipologia, prevale tra le iniziative dei

Patti di tale generazione la costruzione di nuovi impianti, ad eccezione del Patto ter-

ritoriale di Lecce, in cui emergono sia pure di poco, gli ampliamenti, a testimonian-

za della scelta di un’area pattizia in cui sono state coinvolte strutture produttive e-

sistenti. La maggiore percentuale di nuovi impianti si registra a Brindisi.

Spiace constatare che in generale per la categoria di nuovi impianti contempora-

neamente si evidenzia anche il maggior scostamento di iniziative completate rispet-

to a quelle che, alla data dell’istruttoria avrebbero dovuto concludere

l’investimento.

279

Sul Patto di Lecce si sono concentrati in massima parte i controlli interni del

MTBPE con 19 visite dell’UVER, seguiti dai monitoraggi effettuati sui Patti territoriali

di Brindisi, con 18, Enna, con 5 visite, Miglio d’Oro con 3 e ultimo Nuoro con 2.

Diverso il rapporto intercorrente fra verifiche e revoche nei singoli Patti, per cui,

accanto al caso di Brindisi, ove a 18 controlli sono seguite ben 7 revoche del contri-

buto, sta quello di Enna ove alle 5 visite non è seguito alcun provvedimento, come

nel caso del Miglio d’Oro e di Nuoro.

Si è già rilevato, nell’illustrazione dell’indagine, come non si sia riuscito a ricava-

re il criterio in base al quale tali controlli sono svolti, essendovi, accanto ai casi in

cui sono state monitorate iniziative con problemi, altri nei quali sembra si sia pro-

ceduto in modo opposto.

Passando agli indicatori finanziari (valore medio investimento per singola iniziati-

va in corso, valore medio contributo per iniziativa, stessi valori per singolo occupa-

to) si premette che nessuna comparazione trasversale è effettuabile tra Patti, atte-

se le diverse caratteristiche intrinseche, i fattori ambientali, geoeconomici, e anche

l’occasione dei soggetti incontratisi nell’ambito della programmazione con i privati in

quanto richiedono indagini di approfondimento a livello regionale e la fissazione di

standard che tengano conto delle varie esternalità dopo effettuate le singole indagi-

ni.

Fermo restando pertanto, l’obiettivo della presente, di proseguire l’indagine pre-

cedente sull’amministrazione centrale e seguirne gli effetti su un campione di Patti,

interessa rilevare come, in rapporto ad ogni singola iniziativa, il valore medio del

contributo oscilli fra il 60 ed il 70% dell’investimento intrapreso nella stessa, con

punte minime ad Enna (59,47%) e massime a Nuoro (69,9%) La maggioranza dei

Patti si attesta intorno al 66%. Facendo lo stesso rapporto tra investimento previsto

per ogni singolo occupato aggiuntivo e contributo previsto per lo stesso, si ottengo-

no dei valori pressoché omogenei ai precedenti.

Per quanto riguarda le iniziative infrastrutturali, in tre casi il contributo è pari al

100% dell’investimento (Benevento, Brindisi e Nuoro) e del 35% per il Patto del Mi-

glio d’Oro. In alcuni Patti (Enna) non erano previsti investimenti infrastrutturali.

Per quanto riguarda lo stato di avanzamento delle stesse, premesso che nella

maggioranza dei Patti (Benevento, Brindisi, Miglio d’Oro e Nuoro) la concessione del

contributo è avvenuta nel primo semestre del 1999, esso si presentava assai diver-

sificato, a seconda dell’amministrazione pubblica locale partecipante al Patto.

182 Per Benevento, il dato non si evince dalla Relazione semestrale.

280

Per esempio nel Patto territoriale di Benevento la spesa per le infrastrutture nella

contrada di Olivola più avanzata che non per quelle situate nel comune di Monte-

sarchio.

Per il Patto territoriale del Miglio d’Oro, nonostante alla data del 3 luglio 2001 il

S.R. avesse comunicato che per l’intervento infrastrutturale era stato erogato il

30% del contributo (L.2.100 mln su L.7.000 mln.), il decreto di concessione provvi-

soria non prevedeva termini realizzatori e alla data dell’indagine istruttoria ancora

nulla era stato fatto.

Per converso a Nuoro mentre il decreto di concessione provvisoria prevedeva che

l’intervento infrastrutturale avrebbe dovuto essere realizzato entro il 30 luglio 2001,

il S.R. ha dichiarato che l’amministrazione comunale aveva completato i lavori il 21

giugno 2001 ed era in attesa del pagamento del saldo.

Giova ribadire l’importanza fondamentale dell’intervento pubblico per questo par-

ticolare strumento di programmazione negoziata, risiedendo il successo delle politi-

che di coesione proprio nell’armonizzazione del pubblico con il privato sin dal coor-

dinamento attuativo fra infrastrutture e iniziative industriali.

13.1.2. Patti di seconda generazione

Ciò che balza subito evidente rispetto ai precedenti Patti è l’abbreviazione dei

tempi dell’istruttoria ministeriale.

Dalla data dell’inizio dell’attività istruttoria all’approvazione intercorrono pochi

mesi, che vanno da un massimo di sei per il Patto di Ferrara ad un minimo di circa

due per i Patti della Basilicata.

Profondamente diversificate e non comparabili fra di loro le misure degli investi-

menti che per il Patto pluriregionale dell’Appennino centrale superano i trecento mi-

liardi.

Gli scostamenti dell’investimento ammesso alla data dell’ultima relazione, si veri-

ficano, ma in misura percentualmente inferiore rispetto ai Patti di prima generazio-

ne, oscillando da una riduzione dell’8,71% del Patto di Ferrara, ad una pari allo 0%

per il Patto dell’area Sud della Basilicata.

Limitato per tutti lo stato di avanzamento alla stessa data, con proporzioni da un

terzo ad un quinto dell’investimento.

Già presenti ipotesi, sia pure minime, di rimodulazione nei Patti del nord e del

centro.

Ciò che balza evidente è il divario dell’onere previsto a carico dello Stato nelle

zone situate nell’area geografica settentrionale rispetto a quelle collocate nella Basi-

281

licata. A Ferrara il contributo è pari al 16,59%; nell’Appennino centrale è del

21,58% nella Basilicata lo stesso contributo non scende sotto il 62%. Poiché gli in-

terventi si svolgono in aree depresse del Paese, oltre alla regolamentazione comu-

nitaria che consente di fruire nelle zone ex-obiettivo 1 di un più elevato livello di

contribuzione pubblica, è deducibile un diverso approccio alla concertazione e al ri-

schio dell’investimento da parte degli attori e del credito nelle zone nell’area centro-

nord.

Modestissime le variazioni intercorse all’onere statale previsto nel corso del tem-

po.

Molto maggiori quelli subiti dalle previsioni degli occupati del Patto di Matera, che

si ridimensionano del 38% a causa del venir meno di due iniziative e per essere in

corso per altre due il procedimento di revoca.

Il maggiore ridimensionamento, per quanto riguarda le iniziative che presenta-

vano all’epoca, stati di avanzamento, si riscontra nel Patto territoriale dell’area sud

della Basilicata: 13 iniziative, pari al 56,5% su 23, seguito dal Patto di Ferrara con

26 su 34 pari al 76,4%183.

Per quanto riguarda le iniziative oggetto di rinuncia, il dato è mediamente infe-

riore a quello dei Patti di I generazione, ma esso deve scontare il più recente avvio

(1999) rispetto agli stessi.

Meno significativo il dato dell’Appennino centrale (20 rinunce ammesse su 385),

considerata la particolare dimensione e situazione temporale di questo programma.

Di particolare rilevanza la distribuzione tipologica delle iniziative rispetto alle ca-

tegorie previste dal punto 2.1. della deliberazione CIPE del 21/3/97, come integrato

dalla deliberazione CIPE dell’11/11/98: nei Patti territoriali del nord e del centro

prevalgono di gran lunga gli ampliamenti sui nuovi impianti, nel sud è prevalente la

realizzazione di un nuovo impianto, il che, se da un lato costituisce la misura del li-

vello d’industrializzazione delle aree interessate, dall’altro è un segno delle aspetta-

tive di riscatto delle aree depresse del meridione verso questo nuovo strumento di

sviluppo, assolutamente da non sottovalutare.

Nel Patto territoriale dell’Appennino centrale, infatti, vi sono 61 ristrutturazioni,

60 nuovi impianti, 211 ampliamenti più 33 con ristrutturazioni di cui 1 con trasferi-

mento. 46 i trasferimenti compresi nelle voci già considerate.

Nei Patti territoriali nella Basilicata prevalgono i nuovi impianti: 12 nell’area sud

della Basilicata e 11 a Matera; 2 per ogni patto i trasferimenti; maggiori nell’area

sud della Basilicata gli ampliamenti: 9 contro 4 del Patto di Matera.

183 Delle 27 iniziative rimaste, in quanto non rinunciatarie, una non presentava stati di avanzamento.

282

Per quanto riguarda il settore manifatturiero anche per la seconda generazione

prevale largamente l’industriale. Presente in tutti, ma in piccola percentuale, il set-

tore turistico e solo nell’Appennino centrale l’agricoltura.Nel Patto di Matera il setto-

re alimentarecorrisponde al 42,87% delle iniziative che presentano stati di avanza-

mento.

Per quanto riguarda i controlli interni, anche in questi casi vi sono state ( limita-

te) verifiche condotte dall’UVER, ed anche in questi casi non si è ricavato un criterio

di selezione delle iniziative da monitorare.In un caso si è riscontrato che appaiono

monitorate le iniziative con una situazione relativamente migliore ma, come si è

constatato anche nei Patti della generazione precedente, ciò non appare una regola

generale.

Rispetto ai cronoprogrammi in ciascun Patto i ritardi sono generalizzati e diffusi,

(con l’eccezione dell’Appennino centrale che era ancora statu nascenti).

Il dato appare ancora più preoccupante se si considera che le iniziative+ che

hanno goduto dell’anticipazione vanno da un minimo dello 0,77% (Appennino cen-

trale) ad un massimo del 70% (Patto territoriale per Ferrara). Solo in un Patto si è

avuto il pagamento di rate successive (Ferrara) ed in nessun caso il pagamento del

saldo.

Per contro, le iniziative che hanno completato l’investimento sono riscontrabili

solo a Ferrara, 5, con una percentuale del 18% del totale rispetto alle 24 che, se-

condo il loro cronoprogramma, avrebbero dovuto completare l’investimento al

31.12.2000. Alla stessa data nessuna iniziativa aveva completato l’investimento nei

Patti della Basilicata, pur essendo previsto che lo completassero 23 iniziative per

l’Area sud della Basilicata e 14 per Matera.

Nei casi dei Patti che hanno i ritardi maggiori si riscontrano percentuali di eroga-

zioni anche superiori (19% Patto area sud della Basilicata e 17,87% Patto di Mate-

ra).

Tendenza di relazione inversa (percentuali contributive maggiori nei Patti che

avevano il minor numero iniziative concluse) si riscontra circa il dato che concerne

le iniziative che non avevano creato alcuna occupazione, mentre per Ferrara si ripe-

te il caso di iniziative non completate che pure avevano iniziato a suscitare occupa-

zione (19 su 24).

Dove si riscontra una gradita sorpresa, del resto verificatasi anche in talune ini-

ziative dei Patti territoriali di prima generazione, è nel Patto territoriale di Ferrara:

esistono scostamenti positivi rispetto al previsto di unità lavorative aggiuntive pari

al 17,57%.

283

Per quanto riguarda le infrastrutture, queste sono presenti solo nei Patti monito-

rati dell’area centro-nord, con percentuali contributive elevate: 69% dello stanzia-

mento per le stesse a Ferrara e 55,34% nell’Appennino centrale.

Modeste le erogazioni, che però conseguono a date molto recenti dei correlativi

provvedimenti concessivi. Rilevanti i ritardi, come nell’unico caso disponibile di Fer-

rara, ove la sede del Porto di Goro era da riubicare e ove le opere stradali presenta-

vano ritardi anche di un anno e cinque mesi.

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Se quindi non si può esprimere una definitiva valutazione sui risultati conseguiti

dall’istituto pattizio, perché i casi posti a campione erano, all’epoca dell’indagine,

ben lontani dalle conclusioni, dagli indicatori adoperati nei Patti di seconda genera-

zione rispetto a quelli di prima si possono peraltro ricavare elementi di migliora-

mento. Tuttavia non si possono non richiamare, per entrambi i modelli, i numero-

sissimi scostamenti, sia nei rapporti fra risorse erogate e risultati conseguiti, sia in

quelli fra risultati previsti e risultati conseguiti. Ciò comporta il rinvio della definitiva

valutazione complessivamente negativa che inevitabilmente si trae dai riscontri ef-

fettuati, stante l’incompletezza dei parametri adoperabili in questa fase (legittimità,

regolarità ed efficienza) rispetto a quello dell’efficacia complessiva il quale, seppure

si appalesa nettamente negativo valutando i risultati raggiunti nel tempo, potrà es-

sere compiutamente definito solo a procedimenti terminati.

Si può, in ogni caso, sin da ora affermare che è possibile scindere lo strumento

concertativo da quello adoperato per lo sviluppo, stante il carattere metodologico

del primo e il fondamento di esso nella capacità d’iniziativa degli attori locali privati

e pubblici.

Per una selezione più rigorosa e responsabile di essi giova richiamare le forme

adoperate per l’assistenza nei fondi comunitari, espressamente evocata

nell’interpretazione della Corte costituzionale contenuta nella sentenza n° 314 del

1999 della legge n° 144/99.