LA PRIMA RISPOSTA Adozione, DELLA FEDE È CREDERE · econdo i dati del report di gennaio 2018 della...

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DI CARLA CRISTINI a scelta dell’adozione è un passo importante nella vita di una coppia. Ecco alcune sto- rie di chi sta vivendo quest’espe- rienza e l’opinione di un’esperta. Luca Guerrieri è responsabile del Gfl (Gruppo famiglie locali) laziale di Aibi, Amici dei bambini. Dal 1999 è sposato con Carla. «Abbia- mo avuto un figlio, poi, per pro- blemi di salute, ci siamo affacciati al mondo delle adozioni: voleva- mo una famiglia numerosa». Do- po un anno dall’avvio dell’iter so- no stati dichiarati idonei. La ri- chiesta è stata rivolta al Perù. Do- po circa tre anni, nel 2007, è stato loro proposto un bambino di un anno che oggi ne ha 12. «Abbiamo portato con noi in Perù l’altro bambino, che aveva 4 anni. Una nascita viene vissuta in modo di- verso da una madre e da un padre che aspettano un figlio naturale, mentre in un’adozione entrambi vivono le stesse emozioni». Non è tutto rose e fiori, ma si tratta di u- na grande esperienza di amore, u- na “chiamata” che entra nella spi- ritualità della coppia. «Come vo- lontari per l’Aibi sosteniamo le coppie che iniziano questo per- corso per incoraggiarle a prose- guire nel cammino». Andare a- L vanti, sottolinea Luca, per realiz- zare il «diritto di un bambino a es- sere figlio». Andrea e Serena, giovane coppia romana di genitori adottivi, sono rientrati in Italia da Haiti a metà di- cembre, portando con loro due bambini, un maschietto di 6 anni e una femmina di 4. Il loro per- corso di adozione lo hanno por- tato a termine con il supporto del- l’associazione Nova onlus. Andrea sottolinea l’importanza nella scel- ta dell’ente che supporta le coppie nel cammino adottivo. Racconta di come «la vita cambia in meglio e condividerla con i bambini è un dono grandissimo che abbiamo ri- cevuto. Stiamo vivendo emozioni bellissime da genitori quali vole- vamo essere. Un’esperienza inten- sa e piena di gioia, nonostante i problemi». Cesare e Carla, dei Castelli Roma- ni, hanno ottenuto l’adozione gra- zie all’accompagnamento del Cen- tro italiano aiuti all’infanzia (Ciai). «Ci siamo trovati in un momento in cui ritenevamo che alla nostra famiglia mancasse qualcosa» rac- conta Cesare. «Il primo incontro con nostro figlio fu nel 2003, ma avevamo iniziato il processo per l’adozione tre anni prima. Lui vie- ne dalla Colombia e ora ha 22 an- ni». Cesare sottolinea che «abbia- mo ricevuto tanto da nostro figlio, forse più di quello che gli abbia- mo dato; è un completamento del- la vita». Cesare consiglierebbe l’a- dozione, ma aggiunge che «ogni e- sperienza è a se stante e ogni per- corso va valutato perché le pro- blematiche non sono semplici». Claudia e Angelo abitano in un co- mune poco fuori Roma. Claudia ricorda: «Abbiamo iniziato a fare domande di adozione più di die- ci anni fa, dopo tre abbiamo a- dottato la prima bambina con un’adozione nazionale, aveva 4 mesi e mezzo e dei problemi fisi- ci. Dopo 15 giorni che era con noi è deceduta. Successivamente il tri- bunale ci ha affidato un bambino nato in Italia, che ora ha 7 anni. Dopo un po’ di tempo abbiamo fatto richiesta di adozione inter- nazionale. Siamo andati in India per prendere il secondo bambino che oggi ha cinque anni». Claudia dice che «per noi è stato molto na- turale scegliere l’adozione. Un le- game d’amore che cresce con il tempo, dopo l’attesa si conosce il bambino, ma non essendo stato portato in grembo per nove mesi è una situazione completamente nuova. È un rapporto che cresce o- gni giorno». La psicologa e consulente del Ciai Lazio, Maria Caterina Pugliese, spiega che le questioni più impor- tanti sono «legate al trauma del- l’abbandono e al senso di sradica- mento rispetto al paese d’origine. È importante che i genitori siano consapevoli del loro impatto al- l’arrivo del bambino in famiglia, in quanto incidono sulla sua capa- cità di fidarsi ed affidarsi all’altro, di adattarsi al nuovo ambiente». Per l’esperta «l’aspetto più delica- to è la creazione del legame di at- taccamento tra i genitori e il bam- bino». Bisogna «concedere al bam- bino un periodo d’adattamento, favorendo il processo d’integra- zione». Si tratta di «un cammino impegnativo, forse in salita, ma crediamo che una volta arrivati in cima, il panorama sia meraviglio- so», conclude Pugliese. Adozione, una scelta per la vita Sette coppie in lista per l’internazionale econdo i dati del report di gennaio 2018 della Commissione per le adozioni internazionali dal titolo «Coppie e bambini nell’adozione internazionale», realizzato in collaborazione con l’Istituto degli Inno- centi di Firenze, nel Lazio sono 7 le coppie tra i 30 e i 59 anni che han- no richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori (l’11.9% su un totale nazionale di 59 coppie) e 7 i minori autorizzati all’ingresso, il 10.4% su un totale di 67. I Paesi da cui provengono maggiormente so- no: Federazione Russa, India, Ungheria, Cina e Vietnam. Nel 2017, le coppie richiedenti nel territorio laziale sono state 112, pari al 9.6% del totale. Le coppie spesso si rivolgono a enti e associazioni, conferendo l’incarico di portare a termine l’iter adottivo. Nel gennaio 2018, gli en- ti autorizzati a livello nazionale sono stati 30. Tra i più attivi il Cifa con 9 autorizzazioni all’ingresso, seguito da Naaa–Network aiuto assistenza accoglienza Onlus (5), Aiau–Associazione in aiuti umanitari Onlus (4) e Nuova associazione di genitori insieme per l’adozione–Nadia Onlus (4). (C.Cri.) S i numeri Alcune coppie laziali si raccontano, mettendo in risalto la gioia di essere genitori, nonostante le difficoltà E come il sostegno di un’associazione spesso aiuti a superarle Ad Anagni il forum teologico regionale dedicato a giovani e vocazione iovani e vocazione: paradigma del discernimento pastorale» è il titolo del XXIII forum teologico interdisciplinare che si terrà presso l’Istituto Teologico Leoniano di Anagni il prossimo 17 marzo. Il forum di quest’anno vuole essere la prosecuzione di un progetto di ricerca e collaborazione iniziato nel 2017. Si tratta di declinare di volta in volta la prassi del discernimento pastorale negli ambiti e “mondi” in cui la Chiesa dovrebbe trovarsi ad operare e a vivere. Questa volta, in particolare, l’oggetto di studio e confronto è in riferimento ai giovani e al prossimo Sinodo. L’obiettivo è mostrare come il mondo giovanile non dovrebbe essere trattato solo come il destinatario di uno o più interventi educativi, ma dovrebbe essere interpellato, prima di G « tutto, come soggetto della sua stessa formazione. Il forum è anche la prosecuzione di una collaborazione, con gli uffici pastorali regionali della CEL (Conferenza Episcopale Laziale), in quanto si è notata l’importanza del tradurre in pratica nella vita delle chiese locali le riflessioni teologiche. Interverranno: il vescovo di Latina, Mariano Crociata; Filomena Sacco, docente incaricata di Teologia morale presso l’Istituto Teologico Leoniano e don Nico Dal Molin, già direttore dell’Ufficio vocazionale della CEI. Nello stesso giorno, gli uffici pastorali della CEL coordineranno i tavoli di studio, dove i partecipanti potranno rielaborare i discorsi fatti dai relatori e tradurli in scelte operative. Per le informazioni e le iscrizioni c’è il sito https://istituto.leoniano.it Antonio Galati L’obiettivo è declinare di volta in volta la prassi del discernimento pastorale nei vari ambiti in cui la Chiesa si trova a operare e a vivere L’ EDITORIALE LA PRIMA RISPOSTA DELLA FEDE È CREDERE NELL AMORE DI DIO MARIA GRAZIANO* etti una sera a cena con gli amici più intimi e il desiderio felice comune di cambiare il mondo. La Quaresima sa di buono come questo momento. È l’occasione privilegiata per intrattenerci con la Parola, in un dialogo intimo, col desiderio felice di convertirci. Il personaggio di Nicodemo, andato di notte da Gesù di Nazareth (Gv 3,2), nel Vangelo della liturgia odierna, sembra uno di noi: stando nei suoi panni, ci fa “sostare sugli interrogativi, sulle speranze e certo anche sulle paure che ci abitano … immaginando quale possa essere stata la lotta da cui è sorta in lui la forza per uscire allo scoperto e raccogliere le spoglie del Crocifisso, riconoscendo in quel derelitto niente meno che il Figlio di Dio” (G. Grandi, Accanto a Nicodemo, ed. Ave, Introduzione). Con lui, nel dialogo con Gesù, ci chiediamo chi è il Figlio dell’uomo. Ci pare di capire che è l’uomo completamente realizzato; verrebbe da dire che è l’uomo che vive da Dio. Quando l’uomo diventa profondamente umano, in lui nasce la condizione divina: credere nel Figlio dell’uomo significa avere questo desiderio di pienezza. La vita eterna, infatti, qui non è da intendere come un premio futuro, ma un’esperienza del presente: si chiama “eterna” per la qualità che la rende indistruttibile, di una durata infinita, che ci fa sperimentare di essere capaci di superare la morte. Come si fa? Attraverso la pratica dell’Amore: Nicodemo, grazie a Gesù, conosce il Dio traboccante di questo amore. C’è un’offerta di vita, nell’esperienza della fede; c’è un’offerta di luce: ci sentiamo “attirati”! Qui non si oppone chi ha fede e chi non ce l’ha, perché Gesù non parla di dottrine da osservare, ma di opere da fare. Nicodemo capisce così che la prima risposta della fede non è amare Dio, ma credere nell’amore di Dio; che la conversione è un rientrare in questo flusso di vita, non “nonostante” le nostre fragilità, ma “con” le nostre fragilità: con la malattia e la morte che attraversano le nostre esistenze, con la delusione per la pervasività dei fenomeni di corruzione, con la frustrazione per l’illegalità diffusa, con la constatazione di interessi di parte in certo agire politico, con la precarietà lavorativa e delle relazioni familiari, con la cura premurosa ma problematica, che ci viene richiesta, per chi è più debole. Con Nicodemo siamo sempre pronti a migliorare noi stessi e il mondo con una consapevolezza fondante; “L’ora nella quale Gesù attira a sé tutta l’umanità (cf Gv 12,32) è l’ora della passione e della croce… Sulla croce moriva un uomo solo e abbandonato, ma quest’uomo narrava che l’amore più grande è dare la vita per gli amici (cf Gv 15,13). Questa è la lettura paradossale della croce fatta da Giovanni. Questo è il Vangelo che Gesù rivela a Nicodemo, un esperto delle Scritture” (Enzo Bianchi, La gloria dell’amore, commento al Vangelo della liturgia odierna). *incaricata della Commissione per il laicato della Conferenza episcopale laziale M Coordinamento: cooperativa Il Mosaico via Anfiteatro Romano, 18 00041 Albano Laziale (Rm) tel. 06.932684024 e-mail: [email protected] Avvenire - Redazione pagine diocesane piazza Carbonari, 3 - 20125 Milano tel. 02.67801 - fax 02.6780483 www.avvenire.it e-mail: [email protected] DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLA e-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084 Domenica, 11 marzo 2018 generazione giovani uando Federico Fellini morì, nel cassetto della sua scrivania trovarono diverse foto tra le quali alcu- ne di un suo compagno di liceo, Alberto. “Al liceo non faceva parte della mia compagnia… ma sapevo che e- ra impegnato molto ad aiutare i poveri. Sono certo che diventerà santo e ti dico che, quando ci penso, fa un certo effetto pensare di aver giocato a pallone con un santo” aveva detto in una intervista. La cosa bella è che questo compagno di pallone di Fellini era uno di quei politici democristiani che, dopo la guerra, offrì alla sua città, Rimini, un contributo essenziale per la ricostru- zione non solo materiale, ma soprattutto civile e spiri- tuale. Lo investirono il giorno precedente le elezioni amministrative della sua città, cui si era presentato con un certo scetticismo: glielo chiese Zaccagnini, ma lui e- ra già molto impegnato nella carità e nella vita sociale ed ecclesiale, in Azione cattolica: avrebbe dovuto lasciare tutto. Lo convinse un colloquio col vescovo a cui chie- se consiglio. Prima di essere investito disse ad un ami- co: “Il bene avrà sempre il sopravvento sul male”. Chis- sà se anche ora ci sono giovani politici con cui abbia- mo giocato a FIFA di cui conserveremo la foto in un cas- setto con la venerazione con cui Fellini conservava quel- la del beato Alberto Marvelli. Francesco Guglietta Q Un’amicizia di scuola rimasta nel cuore L’8xmille in tv: gli spot girati nel Lazio dal 2000 ad oggi a pagina 2 Supplemento di Storie di padri e madri che vivono l’esperienza e la bellezza dell’accoglienza Pontificio Seminario Leoniano ALBANO LE BRACCIA APERTE E LE MANI TESE a pagina 3 ANAGNI COME PREPARARSI AL MATRIMONIO a pagina 4 CIVITA C. COLTIVARE LE VOCAZIONI a pagina 5 CIVITAVECCHIA LA VISITA PASTORALE a pagina 6 FROSINONE L’IDENTITÀ DEL SACERDOTE a pagina 7 GAETA «NON INCHINATEVI AL POTERE MAFIOSO» a pagina 8 LATINA IL VALORE AGGIUNTO DELLO STUDIO a pagina 9 PALESTRINA LE FIGURE FEMMINILI NELLA CHIESA a pagina 10 PORTO S.RUFINA PADRE ALBANESE AL VOLEST a pagina 13 SORA FESTEGGIANDO SAN TOMMASO a pagina 13 TIVOLI GIOVANI AD ASSISI PER VEDERE L’AMORE a pagina 14 NELLE DIOCESI RIETI LA CHIESA VICINA AI LAVORATORI a pagina 12 Gruppo di bambini (archivio Centro italiano aiuti all’infanzia)

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DI CARLA CRISTINI

a scelta dell’adozione è unpasso importante nella vita diuna coppia. Ecco alcune sto-

rie di chi sta vivendo quest’espe-rienza e l’opinione di un’esperta.Luca Guerrieri è responsabile delGfl (Gruppo famiglie locali) lazialedi Aibi, Amici dei bambini. Dal1999 è sposato con Carla. «Abbia-mo avuto un figlio, poi, per pro-blemi di salute, ci siamo affacciatial mondo delle adozioni: voleva-mo una famiglia numerosa». Do-po un anno dall’avvio dell’iter so-no stati dichiarati idonei. La ri-chiesta è stata rivolta al Perù. Do-po circa tre anni, nel 2007, è statoloro proposto un bambino di unanno che oggi ne ha 12. «Abbiamoportato con noi in Perù l’altrobambino, che aveva 4 anni. Unanascita viene vissuta in modo di-verso da una madre e da un padreche aspettano un figlio naturale,mentre in un’adozione entrambivivono le stesse emozioni». Non ètutto rose e fiori, ma si tratta di u-na grande esperienza di amore, u-na “chiamata” che entra nella spi-ritualità della coppia. «Come vo-lontari per l’Aibi sosteniamo lecoppie che iniziano questo per-corso per incoraggiarle a prose-guire nel cammino». Andare a-

L

vanti, sottolinea Luca, per realiz-zare il «diritto di un bambino a es-sere figlio». Andrea e Serena, giovane coppiaromana di genitori adottivi, sonorientrati in Italia da Haiti a metà di-cembre, portando con loro duebambini, un maschietto di 6 annie una femmina di 4. Il loro per-corso di adozione lo hanno por-tato a termine con il supporto del-l’associazione Nova onlus. Andreasottolinea l’importanza nella scel-ta dell’ente che supporta le coppienel cammino adottivo. Raccontadi come «la vita cambia in meglioe condividerla con i bambini è undono grandissimo che abbiamo ri-cevuto. Stiamo vivendo emozionibellissime da genitori quali vole-vamo essere. Un’esperienza inten-sa e piena di gioia, nonostante iproblemi». Cesare e Carla, dei Castelli Roma-ni, hanno ottenuto l’adozione gra-zie all’accompagnamento del Cen-tro italiano aiuti all’infanzia (Ciai).«Ci siamo trovati in un momento

in cui ritenevamo che alla nostrafamiglia mancasse qualcosa» rac-conta Cesare. «Il primo incontrocon nostro figlio fu nel 2003, maavevamo iniziato il processo perl’adozione tre anni prima. Lui vie-ne dalla Colombia e ora ha 22 an-ni». Cesare sottolinea che «abbia-mo ricevuto tanto da nostro figlio,forse più di quello che gli abbia-mo dato; è un completamento del-la vita». Cesare consiglierebbe l’a-dozione, ma aggiunge che «ogni e-sperienza è a se stante e ogni per-

corso va valutato perché le pro-blematiche non sono semplici». Claudia e Angelo abitano in un co-mune poco fuori Roma. Claudiaricorda: «Abbiamo iniziato a faredomande di adozione più di die-ci anni fa, dopo tre abbiamo a-dottato la prima bambina conun’adozione nazionale, aveva 4mesi e mezzo e dei problemi fisi-ci. Dopo 15 giorni che era con noiè deceduta. Successivamente il tri-bunale ci ha affidato un bambinonato in Italia, che ora ha 7 anni.

Dopo un po’ di tempo abbiamofatto richiesta di adozione inter-nazionale. Siamo andati in Indiaper prendere il secondo bambinoche oggi ha cinque anni». Claudiadice che «per noi è stato molto na-turale scegliere l’adozione. Un le-game d’amore che cresce con iltempo, dopo l’attesa si conosce ilbambino, ma non essendo statoportato in grembo per nove mesiè una situazione completamentenuova. È un rapporto che cresce o-gni giorno». La psicologa e consulente del CiaiLazio, Maria Caterina Pugliese,spiega che le questioni più impor-tanti sono «legate al trauma del-l’abbandono e al senso di sradica-mento rispetto al paese d’origine.È importante che i genitori sianoconsapevoli del loro impatto al-l’arrivo del bambino in famiglia, inquanto incidono sulla sua capa-cità di fidarsi ed affidarsi all’altro,di adattarsi al nuovo ambiente». Per l’esperta «l’aspetto più delica-to è la creazione del legame di at-taccamento tra i genitori e il bam-bino». Bisogna «concedere al bam-bino un periodo d’adattamento,favorendo il processo d’integra-zione». Si tratta di «un camminoimpegnativo, forse in salita, macrediamo che una volta arrivati incima, il panorama sia meraviglio-so», conclude Pugliese.

Adozione,una scelta per la vita

Sette coppie in lista per l’internazionaleecondo i dati del report di gennaio 2018 della Commissione per leadozioni internazionali dal titolo «Coppie e bambini nell’adozione

internazionale», realizzato in collaborazione con l’Istituto degli Inno-centi di Firenze, nel Lazio sono 7 le coppie tra i 30 e i 59 anni che han-no richiesto l’autorizzazione all’ingresso in Italia di minori (l’11.9% suun totale nazionale di 59 coppie) e 7 i minori autorizzati all’ingresso, il10.4% su un totale di 67. I Paesi da cui provengono maggiormente so-no: Federazione Russa, India, Ungheria, Cina e Vietnam. Nel 2017, lecoppie richiedenti nel territorio laziale sono state 112, pari al 9.6% deltotale. Le coppie spesso si rivolgono a enti e associazioni, conferendol’incarico di portare a termine l’iter adottivo. Nel gennaio 2018, gli en-ti autorizzati a livello nazionale sono stati 30. Tra i più attivi il Cifa con9 autorizzazioni all’ingresso, seguito da Naaa–Network aiuto assistenzaaccoglienza Onlus (5), Aiau–Associazione in aiuti umanitari Onlus (4) eNuova associazione di genitori insieme per l’adozione–Nadia Onlus (4).

(C.Cri.)

S

i numeri

Alcune coppie laziali si raccontano, mettendo in risalto la gioia di essere genitori, nonostante le difficoltàE come il sostegno di un’associazione spesso aiuti a superarle

Ad Anagni il forum teologico regionalededicato a giovani e vocazione

iovani e vocazione:paradigma deldiscernimento pastorale» è

il titolo del XXIII forum teologicointerdisciplinare che si terrà pressol’Istituto Teologico Leoniano diAnagni il prossimo 17 marzo. Ilforum di quest’anno vuole essere laprosecuzione di un progetto di ricercae collaborazione iniziato nel 2017. Sitratta di declinare di volta in volta laprassi del discernimento pastoralenegli ambiti e “mondi” in cui laChiesa dovrebbe trovarsi ad operare ea vivere. Questa volta, in particolare,l’oggetto di studio e confronto è inriferimento ai giovani e al prossimoSinodo. L’obiettivo è mostrare come ilmondo giovanile non dovrebbe esseretrattato solo come il destinatario diuno o più interventi educativi, madovrebbe essere interpellato, prima di

G« tutto, come soggetto della sua stessaformazione. Il forum è anche laprosecuzione di una collaborazione,con gli uffici pastorali regionali dellaCEL (Conferenza Episcopale Laziale),in quanto si è notata l’importanza deltradurre in pratica nella vita dellechiese locali le riflessioni teologiche.Interverranno: il vescovo di Latina,Mariano Crociata; Filomena Sacco,docente incaricata di Teologia moralepresso l’Istituto Teologico Leoniano edon Nico Dal Molin, già direttoredell’Ufficio vocazionale della CEI.Nello stesso giorno, gli uffici pastoralidella CEL coordineranno i tavoli distudio, dove i partecipanti potrannorielaborare i discorsi fatti dai relatori etradurli in scelte operative. Per leinformazioni e le iscrizioni c’è il sitohttps://istituto.leoniano.it

Antonio Galati

L’obiettivo è declinare di volta in volta la prassidel discernimentopastorale nei vari ambitiin cui la Chiesa si trovaa operare e a vivere

L ’ E D I T O R I A L E

LA PRIMA RISPOSTADELLA FEDE È CREDERE

NELL’AMORE DI DIO

MARIA GRAZIANO*

etti una sera a cena con gli amicipiù intimi e il desiderio felicecomune di cambiare il mondo. La

Quaresima sa di buono come questomomento. È l’occasione privilegiata perintrattenerci con la Parola, in un dialogointimo, col desiderio felice di convertirci. Ilpersonaggio di Nicodemo, andato di notte daGesù di Nazareth (Gv 3,2), nel Vangelodella liturgia odierna, sembra uno di noi:stando nei suoi panni, ci fa “sostare sugliinterrogativi, sulle speranze e certo anchesulle paure che ci abitano … immaginandoquale possa essere stata la lotta da cui è sortain lui la forza per uscire allo scoperto eraccogliere le spoglie del Crocifisso,riconoscendo in quel derelitto niente menoche il Figlio di Dio” (G. Grandi, Accanto aNicodemo, ed. Ave, Introduzione). Con lui,nel dialogo con Gesù, ci chiediamo chi è ilFiglio dell’uomo. Ci pare di capire che èl’uomo completamente realizzato; verrebbeda dire che è l’uomo che vive da Dio.Quando l’uomo diventa profondamenteumano, in lui nasce la condizione divina:credere nel Figlio dell’uomo significa averequesto desiderio di pienezza. La vita eterna,infatti, qui non è da intendere come unpremio futuro, ma un’esperienza delpresente: si chiama “eterna” per la qualitàche la rende indistruttibile, di una duratainfinita, che ci fa sperimentare di esserecapaci di superare la morte. Come si fa?Attraverso la pratica dell’Amore: Nicodemo,grazie a Gesù, conosce il Dio traboccante diquesto amore. C’è un’offerta di vita,nell’esperienza della fede; c’è un’offerta diluce: ci sentiamo “attirati”! Qui non sioppone chi ha fede e chi non ce l’ha, perchéGesù non parla di dottrine da osservare, madi opere da fare. Nicodemo capisce così chela prima risposta della fede non è amareDio, ma credere nell’amore di Dio; che laconversione è un rientrare in questo flusso divita, non “nonostante” le nostre fragilità, ma“con” le nostre fragilità: con la malattia e lamorte che attraversano le nostre esistenze,con la delusione per la pervasività deifenomeni di corruzione, con la frustrazioneper l’illegalità diffusa, con la constatazionedi interessi di parte in certo agire politico,con la precarietà lavorativa e delle relazionifamiliari, con la cura premurosa maproblematica, che ci viene richiesta, per chi èpiù debole. Con Nicodemo siamo semprepronti a migliorare noi stessi e il mondo conuna consapevolezza fondante; “L’ora nellaquale Gesù attira a sé tutta l’umanità (cf Gv12,32) è l’ora della passione e della croce…Sulla croce moriva un uomo solo eabbandonato, ma quest’uomo narrava chel’amore più grande è dare la vita per gliamici (cf Gv 15,13). Questa è la letturaparadossale della croce fatta da Giovanni.Questo è il Vangelo che Gesù rivela aNicodemo, un esperto delle Scritture” (EnzoBianchi, La gloria dell’amore, commento alVangelo della liturgia odierna).

*incaricata della Commissione per il laicato della Conferenza

episcopale laziale

M

Coordinamento: cooperativa Il Mosaicovia Anfiteatro Romano, 1800041 Albano Laziale (Rm)tel. 06.932684024e-mail: [email protected]

Avvenire - Redazione pagine diocesanepiazza Carbonari, 3 - 20125 Milanotel. 02.67801 - fax 02.6780483www.avvenire.it e-mail: [email protected]

DIFFUSIONE COPIE NELLE PARROCCHIE: PROGETTO PORTAPAROLAe-mail: [email protected] SERVIZIO ABBONAMENTI NUMERO VERDE 800820084

Domenica, 11 marzo 2018 generazione giovani

uando Federico Fellini morì, nel cassetto della suascrivania trovarono diverse foto tra le quali alcu-

ne di un suo compagno di liceo, Alberto. “Al liceo nonfaceva parte della mia compagnia… ma sapevo che e-ra impegnato molto ad aiutare i poveri. Sono certo chediventerà santo e ti dico che, quando ci penso, fa uncerto effetto pensare di aver giocato a pallone con unsanto” aveva detto in una intervista. La cosa bella è chequesto compagno di pallone di Fellini era uno di queipolitici democristiani che, dopo la guerra, offrì alla suacittà, Rimini, un contributo essenziale per la ricostru-zione non solo materiale, ma soprattutto civile e spiri-tuale. Lo investirono il giorno precedente le elezioniamministrative della sua città, cui si era presentato conun certo scetticismo: glielo chiese Zaccagnini, ma lui e-ra già molto impegnato nella carità e nella vita socialeed ecclesiale, in Azione cattolica: avrebbe dovuto lasciaretutto. Lo convinse un colloquio col vescovo a cui chie-se consiglio. Prima di essere investito disse ad un ami-co: “Il bene avrà sempre il sopravvento sul male”. Chis-sà se anche ora ci sono giovani politici con cui abbia-mo giocato a FIFA di cui conserveremo la foto in un cas-setto con la venerazione con cui Fellini conservava quel-la del beato Alberto Marvelli.

Francesco Guglietta

Q

Un’amicizia di scuolarimasta nel cuore

L’8xmille in tv:gli spot girati nel Laziodal 2000 ad oggi a pagina 2

Supplemento di

Storie di padri e madri che vivono l’esperienza e la bellezza dell’accoglienza

Pontificio Seminario Leoniano

◆ ALBANOLE BRACCIA APERTEE LE MANI TESE

a pagina 3

◆ ANAGNICOME PREPARARSIAL MATRIMONIO

a pagina 4

◆ CIVITA C.COLTIVARE LE VOCAZIONI

a pagina 5

◆ CIVITAVECCHIALA VISITAPASTORALE

a pagina 6

◆ FROSINONEL’IDENTITÀDEL SACERDOTE

a pagina 7

◆ GAETA«NON INCHINATEVIAL POTERE MAFIOSO»

a pagina 8

◆ LATINAIL VALORE AGGIUNTODELLO STUDIO

a pagina 9

◆ PALESTRINALE FIGURE FEMMINILINELLA CHIESA

a pagina 10

◆ PORTO S.RUFINAPADRE ALBANESEAL VOLEST

a pagina 13

◆ SORAFESTEGGIANDOSAN TOMMASO

a pagina 13

◆ TIVOLIGIOVANI AD ASSISIPER VEDERE L’AMORE

a pagina 14

NELLE DIOCESI

◆ RIETILA CHIESA VICINAAI LAVORATORI

a pagina 12

Gruppo di bambini (archivio Centro italiano aiuti all’infanzia)

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Dal 2000 a oggi, progetti e realtà caritativerealizzate sul territorio regionale sono statispesso al centro dell’opera di sensibilizzazioneper chiedere il sostegno dei cittadini italiani

Nei Giardini dei giustiper difendere l’umanità

In vista delle scadenzefiscali, tornano in tv glispot della campagna perl’8xmille. Tra le operepresentate c’è il centropolivalente Caritas diAmatrice, simbolo dellaricostruzione dopo il sisma in diocesi di Rieti

Così la Chiesainfonde fiducia

DI AURELIA DAMIANI

empo di 8xmille. Incoincidenza con le scadenzefiscali, torna la campagna di

sensibilizzazione alla firma dellaChiesa italiana. Dal prossimo 15aprile si vedrà in tv, oltre che allaradio, su internet, sulla stampanazionale, a cui si aggiungel’affissione urbana. La campagna si

Tcomporrà di nove spotcorrispondenti ad altrettante opere8xmille, selezionate tra le migliaiarealizzate in questi anni da tutti ifedeli italiani, oltre che da molti“lontani” che però condividono lafiducia nella Chiesa. Tra i setteinterventi italiani e i due all’estero ilLazio sarà ancora una volta inevidenza, con i progetti per laricostruzione dopo il terremoto incentro Italia del 2016. Si parleràinfatti del centro polivalente Caritasdi Amatrice, simbolo e “campo–base” per un’azione di ricostruzionesociale, economica e umana estesaalla diocesi di Rieti e alle altre seidell’area del cratere sismico. Nellescorse edizioni gli spot hannoraccontato in più occasioni le opere8xmille compiute nella regione. Piùspesso nella diocesi di Roma, manon sono mancate altre realtà delLazio. Ad esempio nel 2017 vennefilmato il progetto Caritas per glianziani “Quartieri solidali”realizzato con 80 mila europrovenienti dalle firme in seiparrocchie della capitale (San

Bernadette a Colle Aniene, SanAndrea Avellino a Ottavia,Santissimo Sacramento a Tor de’Schiavi, San Pio V all’Aurelio, SantaMaria Ausiliatrice a via Tuscolana,San Ugo vescovo alla Serpentara)con otto in attesa di adottarlo.Risposte nuove alla solitudine dellaterza e quarta età. «Un intervento apiù livelli – spiegava AlessiaCelentano della Caritas –Dall’assistenza domiciliare leggera,con compagnia e praticheburocratiche o il tele–soccorso, finoagli over 65 promotori di laboratoriin parrocchia, per arrivare aicondominii solidali, con quasiduecento anziani coinvolti». Nel2016, la campagna Cei fececonoscere a livello nazionale la casafamiglia “Lodovico Pavoni”, centrodiurno di contrasto alla povertàrealizzato da padre Claudio Santoronella parrocchia romana di SantaBarnaba, a Tor Pignattara. Nel 2013era toccato alla mensa “GiovanniPaolo II” al Colle Oppio, sempre aRoma. Nel 2012 ancora nellacapitale alla casa di riposo per

indigenti delle Piccole sorelle deipoveri, a piazza San Pietro inVincoli. Nel 2011 le videocamere sierano accese invece sulla diocesi diPorto–Santa Rufina e il casale per lariabilitazione dei detenuti minori“Borgo Amigò” fondato da padreGaetano Greco, cappellanocarcerario di Casal del marmo. Nel2009 la scelta premiò la mensa dellaparrocchia Santi Simone e GiudaTaddeo a Torre Angela, a Roma e nel2007 le opere caritative e dipastorale giovanile nella parrocchiaromana di San Michele Arcangelo aPietralata, allora guidata da donAristide Sana. A Frosinone, nel 2005,filmò la giornata del cappellanodella Casa circondariale don GuidoMangiapelo. Nel 2004 don ClaudioFalcioni parroco del Corviale, aRoma e l’anno prima l’assistenzanotturna della Caritas ai senza fissadimora. Infine nel 2000 l’opera diVilla Glori, a Roma, pertossicodipendenti e affetti da Hiv equella di San Egidio per gli anziani.Tutte istantanee di servizio econdivisione.

DI SIMONE CIAMPANELLA

l 6 marzo è stata celebrata laprima Giornata dei giusti

dell’umanità, istituita con la leggenumero 212 del 20 dicembre2017 ed entrata in vigore lo scorso20 gennaio. Con questapromulgazione l’Italia è stata trale prime nazioni a recepire nelsuo ordinamento la “Giornataeuropea dei giusti”, introdotta dalparlamento europeo nel 2012.Promotrice di questi due giorni dimemoria è la onlus Gariwopresieduta dallo scrittore GabrieleNissim. Quest’associazione siimpegna dal 1999 a far conoscerei Giusti del mondo. L’idea nascedall’intuizione di estendere ilconcetto di Giusto tra le nazionidello Yad Vashem. Laddovequesto titolo è attribuito ai non–ebrei che si sono contraddistintiper l’aiuto esemplare dato alpopolo di Israele durante laShoah, quello di Giustodell’umanità mira a far conosceredonne e uomini impegnati acontrastare attivamente ogniforma di totalitarismo. Come diceil testo della legge italiana lagiornata è «dedicata a mantenereviva e rinnovare la memoria diquanti, in ogni tempo e in ogniluogo, hanno fatto del benesalvando vite umane, si sonobattuti in favore dei diritti umanidurante i genocidi e hanno difesola dignità della persona rifiutandodi piegarsi ai totalitarismi e allediscriminazioni tra esseri umani».Questo impegno è soprattutto

rivolto alle giovani generazioni,perché sappiano e nondimentichino. Memoria visibiledel giusto diventa allora la messaa dimora di un albero nelgiardino dei giusti. Lo scorso 5marzo è stato inaugurato quellonuovo di Roma che rinnova ilprecedente aperto nel 2016. Iprimi cinque fusti posatiricordano Armin Wegner, SalvoD’Acquisto, Irena Sendler, EttyHillesum e Mohamed Naceur(Hamadi) be Abdesslem. Ma, nellacapitale ce ne sono altri due: unoal liceo Cavour e un’altro dedicatoad Arturo Toscanininell’Auditorium Parco dellamusica.Nel Lazio ce ne sono poi altri tre.Ad Aprilia, nella diocesi di Albano,ne è stato inaugurato uno il 5giugno 2017 presso l’istitutocomprensivo Leda, intitolato allamemoria del grande campioneGino Bartali. A Civita Castellana, ilcomune ha avviato un Giardinodiffuso dei Giusti; ogni anno lescuole del territorio piantanoalberi di ulivo e posano cippi neiloro giardini. Nel 2016 le scuoleDante Alighieri e XXV aprilehanno fatto memoria di Khaledal–Asaad e Anna Politkovskaja.A Maccarese–Fiumicino, diocesi diPorto–Santa Rufina, nel 2008 èstato inaugurato il Parco dellaMemoria presso l’IstitutoLeonardo da Vinci di Maccarese,nato come segno dell’importanzadel riconoscersi nei valori dellasolidarietà, della giustizia, delrispetto dei Diritti dell’uomo.

I

DI VINCENZO TESTA

antate inni con arte” è il tito-lo del festival dedicato alla

musica liturgica rivolto ai cori par-rocchiali della diocesi di Roma e del-le diocesi suburbicarie promosso daRadiopiù. Il Festival nasce per diffon-dere la bellezza della musica liturgi-ca nell’ottica di una maggiore par-

tecipazione dell’assemblea. «Sonotante le novità di quest’anno – spie-ga Lisa Manfrè, responsabile del fe-stival e conduttrice radiofonica suRadiopiù – anzitutto abbiamo au-mentato il numero dei cori che par-teciperanno alla finale del 20 mag-gio, cinque per ogni categoria. A que-sti si aggiungerà, come sempre, il co-ro più votato sui social. Inoltre, in ag-

giunta alla nostra pagina ufficiale,abbiamo creato anche un gruppo suFacebook in cui i cori possono inte-ragire tra loro e scambiarsi opinioni».Per partecipare basta scaricare dalsito www.radiopiu.eu la scheda di a-desione, compilarla e inviarla insie-me alla registrazione del brano daportare in gara a [email protected] entro il 25 aprile.

Il Festival che mette in gioco i cori parrocchiali

Suor Eliana Massimi nuova presidente dell’Usmi Laziol 27 febbraio si è tenuta l’assembleaelettiva dell’Usmi Lazio (Unionesuperiore maggiori d’Italia). Dopo dieci

anni suor Roberta Branco, superioragenerale delle Suore Catechiste del SacroCuore, lascia il testimone a suor ElianaMassimi delle Maestre Pie Venerini.«Abbiamo cercato di agire in sinergia tra noie gli istituti, perché alla base di ogniiniziativa è stata messa l’attenzione aibisogni formativi emergenti di ogni famigliareligiosa, abbiamo cercato di costruire pontie tessere reti. Si sono organizzati convegnidi formazione per le junior, religiose di votiperpetui e superiore locali mentre per quellegenerali e provinciali vi è stata un’assembleaannuale nella linea dell’Usmi nazionale,delle richieste innovative del Dicastero perla vita consacrata e delle sollecitazioni dipapa Francesco. Il bilancio è molto positivo,posso dire, a nome mio e del consiglio, che

siamo contente poiché ogni iniziativa è statasempre apprezzata», afferma suor Roberta.Dieci anni di trasformazioni sociali,culturali ed ecclesiali: «abbiamo cercato dinon pensare a scelte ristrette ai propriorizzonti, ma entrare nell’osservatoriodelicato del mondo contemporaneo e poiagire con discrezione sensibilizzando lesuperiore generali e locali per preparare ilterreno per le giovani che sono il futurodelle nostre famiglie religiose». Nelle lorospecificità, le religiose rappresentano unarisorsa: «Ogni famiglia ha il proprio carismae spiritualità, ma ognuna ha compreso chese non lavoriamo in rete non possiamopresentare le realtà future. Un segno vieneanche da una Usmi impegnatanell’animazione delle diocesi che stacambiando volto: conta poco il colore dellapelle e la lingua, rimane la meraviglia di uncoinvolgimento dentro la vita religiosa di

sorelle, anche giovani che si sono integratenel tessuto italiano e oggi sono avviate aservire la vita religiosa nella Chiesaregionale. La Chiesa può e deve contaresulle religiose perchè sono profezia etestimonianza dell’amore di Dio e dei lorofondatori ma soprattutto possiedonoricchezza, creatività e amore per l’umanità».Suor Roberta conclude dicendo: «Passo congioia il testimone. L’Usmi Lazio haviaggiato tra il desiderio di realizzare almeglio le consegne di un cammino dicondivisione, il mio augurio è che ilSignore conceda a madre Eliana diconcretizzare tutto questo». Proprio suorEliana si appresta ad iniziare il suomandato: «Le nuove prospettive sarannopensate, condivise e realizzate nellacontinuità e nella fedeltà alle finalitàdell’Usmi; essere nel cuore della Chiesa perpromuovere la fedeltà creativa all’identità

carismatica della Vita Consacrata.Rafforzare la comunione tra lecongregazioni; tessere rapporti dicollaborazione con i vescovi; scrutare isegni dei tempi, individuando le sfidesociali, culturali, pastorali per cercareinsieme coraggiose risposte profetiche». Lanuova presidente sottolinea che: «perraggiungere questi obiettivi, continueremoa privilegiare la formazione, spazionecessario per accompagnare, nei vari stadidella vita, le consacrate ad “aprirsi alquotidiano scompiglio della grazia; alasciarsi incontrare da Gesù” come dicepapa Francesco». L’augurio di suor Eliana èquello di saper essere «Madri feconde,vivendo e testimoniando l’amore per Gesù,nella mistica feriale del servizio, possiamocon la Chiesa camminare felici sui sentieridell’inclusione e della compassione».

Simona Gionta

I

Alcuni olivinel Giardinodei giustial liceo Da Vincidi Maccarese(foto Gariwo)

Radiopiù

Dopo dieci anni suor Roberta Branco passa con gioia e gratitudineil testimone alla madre generale delle Maestre Pie Venerini

2 LAZIOLAZIO dalla regioneDomenica, 11 marzo 2018

La maestosa semplicità di Santa Maria Assunta a Sora

DI MARIA TERESA CIPRARI

a cattedrale di Sora sorge su un tempiopagano, in un’area che coincide con ilpodio dell’antico edificio. Nel 1100 fu

ricostruita e dedicata alla Beata VergineMaria Assunta in cielo, come ricordato daun’epigrafe. Una nuova consacrazione siebbe con papa Adriano IV il 9 ottobre 1155,ma nel 1229 la chiesa fu distruttanuovamente con Federico II che poi ordinòdi ricostruire la città e la cattedrale. La

ricostruzione definì l’attuale aspetto goticodell’edificio sacro e si protrasse fino allafine del XIII secolo. Nella visita pastoraledel 1618 il vescovo Girolamo Giovannellifornisce una dettagliata descrizione dellacattedrale, era basilica a tre navateterminanti in cappelle; con un rosone infacciata al di sopra dell’ingresso principaleche illuminava la navata centrale. Nellaprima metà del 1600 si cercò di rimediarealla fatiscente situazione in cui l’edificioversava. Nella navata centrale fu realizzatoun soffitto a cassettoni, furono apertenuove finestre e si coprirono le navatelaterali con volte a vela dipinte. Nel 1734 lachiesa fu ampliata fino al perimetro attuale;fu realizzato il coro d’inverno ed ilbattistero sul lato sinistro, ora ufficioparrocchiale, sul lato meridionale fu apertoun portale monumentale. Il sisma del 1915e l’incendio dell’anno successivo distrusserobuona parte della cattedrale e andaronoperduti il pulpito, la cattedra, il coro e

l’altare maggiore; da allora fino al 1961 lachiesa fu oggetto di numerosi restauri, cheripristinarono l’impianto gotico cistercense.L’attuale altare maggiore, con inserti musividi ispirazione cosmatesca, fu donato nel1916 da papa Benedetto XV; dello stessoanno sono la cattedra vescovile, il pergamo,le due pile dell’acqua santa ed il pulpito,poi posto sul presbiterio.Tra il 1975 e il1978 ad indagini archeologiche seguironointerventi di restauro. Numerosi gliinterventi di consolidamento dagli inizi del2000, anche nel presbiterio. Nel 2001 sonostate collocate le porte d’ingresso in bronzo.All’interno numerosi i tesori d’artecustoditi. «Nella cappella del Purgatorio –racconta Romina Rea, responsabile dell’areabeni culturali della diocesi – si conserva untrittico in legno cuspidato, raffigurante ilSalvatore tra due angeli. Si tratta diun’opera in cui è evidente un’acerbavolontà di superamento della pitturatardogotica a favore del nuovo linguaggio

artistico che si andava affermando nel corsodel XV secolo. Il Cristo, dipinto con lamaestosità e la ieraticità dei modellialtomedievali, conserva tratti tardogoticinella profusione dell’oro, nella mancanzadi volumetria del corpo e nell’andamentosinuoso dei bordi del manto, ma sembrauscire dalla bidimensionalità perconquistare uno spazio reale; il trono, puravendo una foggia tardogotica, mostra giàun’impostazione spaziale rinascimentale;gli angeli sugli scomparti laterali, con levesti gonfiate dal vento e movimentate dafrastagliati panneggi, sono ancora duedecorative silhouettes, specularmenterivolte verso il Salvatore, ma nell’accennatorealismo dei volti già echeggiano soluzionipiù moderne. Sul bordo inferiore deltrittico si legge il nome IOANNIS che sipresume sia quello dell’autore e una dataincompleta MCC; l’opera, per le suecaratteristiche, si può comunque datare alXV secolo». (19. segue)

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La chiesa madre della diocesi dalle antiche originicustodisce numerose e pregevoli opere d’arte

Viaggio fra le sacre mura

La facciata della cattedrale

Padre Claudio Santoro, fondatore del centro «Lodovico Pavoni» per il contrasto alla povertà nella parrocchia romana di San Barnaba, a Tor Pignattara

Suor Roberta Branco e suor Eliana Massimi

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«La missione?Un’opportunità»DI ANNA MOCCIA

’evangelizzazione non èquestione di aritmetica.Siamo chiamati per

vocazione a essere “sale dellaterra” ma non dobbiamotrasformare tutto il mondo inuna saliera. Bisogna avere unatteggiamento rispettosodell’alterità e mettercela tutta pervalorizzare ciò che c’è di buononella società di cui siamo parteintegrante, evitando di scaderenel pessimismo». È questo unodei consigli che padre GiulioAlbanese, giornalista emissionario comboniano, harivolto ai giovani del Centromissionario della diocesi diPorto–Santa Rufina durantel’appuntamento del 4 marzo conil VolEst, il corso di formazioneper esperienze di volontariatoestivo in Italia o all’estero. Ilreligioso ha invitato i giovani adavere coraggio, a vedere ilVangelo come un antidoto controgli oscuri presagi e a vivere lascelta missionaria come unastraordinaria opportunità.«Perché se è vero che spesso oggila nostra società ci delude –spiega il comboniano –attraverso i violenti, gli estremistie quanti vivono in ostaggio diuna cultura mercificata emercificante, è anche vero chebisogna vedere il Regno di Diocon una prospettiva olistica:come una rete che può prenderepesci cattivi e pesci buoni, comeun campo in cui può crescere ilgrano buono e la zizzania, comele dieci vergini, di cui cinquesagge e cinque stolte. E diventaresegno di contraddizione per

realizzare il cambiamento, nelparadosso di cui parlaval’apostolo Paolo, secondo cui lapotenza di Dio si manifestapienamente nella debolezza». Lachiave secondo Albanese ènell’informazione, prima veraforma di solidarietà per le tanteAfriche del mondocontemporaneo. Il combonianoha esortato i giovani ainterpretare i segni dei tempi e adocumentarsi: «Dobbiamo fargirare i neuroni della testa, maanche quelli dell’anima e capireche abbiamo un destino comunee che le distinzioni operate dagliuomini sono contro Dio e control’uomo. L’informazione puòaiutarci a capire che la realtà èdistante anni luce da quello chepuò essere il nostro immaginario,che ci sono tragedie che nonsono mediatizzate e tantepersone a cui vengono negatidiritti fondamentali, chemuoiono d’inedia e pandemie.Come diceva Martin Luther King“non bisogna aver paura dellacattiveria dei malvagi, ma delsilenzio degli onesti” e noi nonpossiamo mettere la testa sotto lasabbia ed essere delle semplici

comparse sul palcoscenico dellastoria». Tanti i temi toccatidurante il VolEst, dalla questionedei migranti allo scenario dellaglobalizzazione, all’esclusionesociale. Si è parlato dellosfruttamento minorile nelleminiere di coltan nel Congo edelle logiche di massimizzazionedei profitti. Del debito che nelnostro Paese cresce a dismisura adispetto di quell’1% dellapopolazione mondiale che oggidetiene più ricchezza del restante99%. Si è parlato di povertà,quella concreta e reale, ma anchedi quella evangelica, dellebeatitudini di chi nel propriocuore vive staccato dallericchezze, in riconoscimentodell’alterità ma soprattutto dellacondivisione. Quanta attenzioneabbiamo per i poveri? Qualecapacità abbiamo diaccontentarci del necessario,invece di cercare i nostri gusti e lenostre comodità? Sarà questo ilfocus del prossimo incontro chesi terrà oggi dalle 15 alle 18.30 alCentro pastorale diocesano, inVia della Storta 783 a Roma, eche avrà come protagonistaClaudia Koll. L’attrice racconteràla sua esperienza prima e dopo laconversione, il lento processo chel’ha portata a una vita nuova, didedizione agli altri e ai poveriattraverso l’associazione Onlus“Le opere del Padre”. I volontarisaranno poi guidati nellaformazione alla missione daEmanuela Vinai, giornalistadell’agenzia Sir.(Web:www.volest.wordpresso.org,Facebook:CMDPortoSantaRufina)

DI MARIA ANTONIA CHINELLO

l prossimo 17 marzo dalle 9 alle 17.30 presso la Pf-se Auxilium di Roma si terrà il seminario teorico e-sperienziale sul teatro d’ombre guidato da Sabrina

Ghiberti del Centro studi Hansel e Grazia Ballatore, psi-cologa e psicoterapeuta. “Ascoltare le ombre per rac-contare le emozioni” è spendibile con la Carta del do-cente (da alcune settimane infatti l’Auxilium è presentenell’elenco degli enti accreditati al Miur per offrire que-

sto servizio). «Il teatro delleombre – spiega Ghiberti –può essere uno strumentoper creare un contattoprofondo con il propriomondo interiore e per crea-re un ponte tra il sé internoe il mondo esterno. Inoltrefare esperienza di una prati-ca artistica condivisa in grup-po aumenta la qualità dellostare insieme, favorisce un’at-mosfera di apertura all’altroe al nuovo».L’obiettivo del seminario ètrasmettere elementi di unametodologia e di una tecni-

ca per l’utilizzo del teatro delle ombre con gruppi dibambini e ragazzi in contesto educativo o didattico, at-traverso modalità facilmente riproducibili e con l’usomateriali poveri. Si sperimenteranno in particolare i gio-chi di proiezione del corpo sullo schermo, l’elementomusicale come medium di climi emotivi diversi, la nar-razione corale. «Nella prima parte del percorso – conti-nua Ghiberti – giocheremo con il corpo in luce ed om-bra sperimentando diverse possibilità espressive facili-tate da questo particolare mezzo teatrale. Il buio e loschermo offriranno anche lo spunto per introdurre la di-mensione gruppale giocando l’incontro con l’altro e ildiverso. Alla messa in gioco del corpo in ombra, anchegrazie ad alcuni elementi tecnici, si aggiungerà l’elementomusicale come via di accesso e di ingresso in climi e-motivi diversi. L’ultima parte del laboratorio ci guideràverso una esperienza di narrazione corale, come moda-lità privilegiata di entrare in ruolo favorendo la defini-zione positiva e cooperativa della nostra soggettività nelgruppo. Il racconto nel setting teatrale e gruppale au-menterà il senso e il piacere dell’appartenenza e una frui-zione più immediata dei contenuti e valori proposti dal-la storia. Il momento teorico e un testo di supporto informato elettronico permetteranno di individuare gli e-lementi tecnici e metodologici per rendere riproducibi-li gli spunti proposti con il necessario adattamento aigruppi incontrati dai partecipanti nei propri contesti divita o nel proprio ambiente professionale».(Info: www.pfse–auxilium.org)

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Auxilium.Teatro delle ombreper raccontare le emozioni

Una settimana in Terra Santaal 4 al 12 settembre la diocesi organizza un pel-legrinaggio in Terra Santa. Nove giorni tra I-

sraele, Palestina e Giordania sui passi dei patriarchi e dei profeti. Questo itinerario ci immer-ge nell’Antico e nel Nuovo Testamento e ci fa scopri-re le radici della storia d’amore tra Dio e il suo po-polo, percorrendo le strade tracciate da patriarchi eprofeti e i luoghi dove è vissuto Gesù. Un pellegri-naggio da intraprendere per vivere le emozioni di chicerca la verità nella storia sacra.Attraverso i deserti si raggiunge Petra dove si pos-sono ammirare le vestigia del popolo nabateo e suc-cessivamente le testimonianze delle grandi opereromane – come a Jerash – e quelle delle prime co-munità cristiane: le numerose e bellissime chiesebizantine sui due versanti del fiume Giordano. Ge-sù è al centro di questo pellegrinaggio che ci portaa scoprire la tradizione biblica che lo ha precedutoe i frutti della nascita della Chiesa. È sorprendentecome guida turistica per visitare questi luoghi sia-no la Bibbia e il Vangelo.Per le prenotazioni rivolgersi a don Cristoforo Duda-la: 3454564532, 0661908080, [email protected].

(Gi. Can.)

DOggi la carità per le famiglie

ggi, IV domenica di Quaresima, la diocesi invitaa sostenere le famiglie povere della diocesi, se-

guite dalle parrocchie e dai centri di ascolto. Le of-ferte raccolte durante le celbrazioni saranno infattidevolute al Fondo diocesano di solidarietà per le fa-miglie, istituito dieci anni fa dal vescovo Reali. Il fon-do di solidarietà per le famiglie è uno degli strumentiche Caritas diocesana mette a disposizione dei Cen-tri di ascolto parrocchiali e delle parrocchie.In genere sono tre gli interventi principali che si rea-lizzano grazie al fondo. Contributo alle famiglie chehanno perso il lavoro e si sono indebitate con istitu-ti di credito pubblici e privati. O sostengo a personein evidente stato di emarginazione con progetto direinserimento sociale. O sostegno e integrazione perle famiglie in serie difficoltà nel pagamento dell’af-fitto e di utenze domestiche.Fino ad oggi il fondo ha permesso di supportare cir-ca 250 nuclei familiari in difficoltà. Ogni anno, inmedia vengono presentati trenta progetti di soste-gno economico. Il fondo copre fino al 75% dell’im-porto richiesto, prevedendo quindi una partecipa-zione della parrocchia.

Serena Campitiello

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DI SIMONE CIAMPANELLA

l dato elettorale a Porto–SantaRufina rispecchia il risultato na-zionale delle elezioni politiche

del 4 marzo: hanno vinto Centro-destra (Cd) e Movimento 5 stelle(M5s), avanti al Centrosinistra(Cs). Per la camera sono stati quat-tro i collegi uninominali interes-sati dal territorio diocesano. Nelcollegio 03 Roma zona Castel Giu-bileo (Santa Maria di Galeria, LaStorta, Cesano, La Giustiniana, I-sola Farnese, Polline–Martignano)è stata eletta Annagrazia Calabria(Cd, 34,17%), seguita da Riccar-do De Angelis (M5s, 31,40%) e Lo-renza Bonaccorsi (Cs, 25,36%).Nel collegio 11 Roma quartiere Pri-mavalle (Suburbio Aurelio, Casa-lotti, Suburbio Trionfale, Prima-valle, La Pisana) è prima Emanue-la Claudia del Re (M5s, 34,06%)poi Pasquale Calzetta (Cd,32,92%) e Cristina Maltese (Cs,23,86%). Il colleggio 09 Roma Fiu-micino (Castel di Guido, PonteGaleria e Fiumicino) vede la vit-toria di Emilio Carelli (M5s,39,49), seguito da Domenico Me-noriello (Cd, 32,32%) e terzo An-drea Tobia Zevi (Cs, 19,86%). Tut-ti gli altri comuni (Anguillara Sa-bazia, Bracciano, Castelnuovo diPorto, Cerveteri, Ladispoli, Riano,Santa Marinella, Tolfa) sono in-clusi nel collegio Civitavecchia: quiha vinto Alessandro Battilocchio(Cd, 39,94%) seguito da PaoloMastrandrea (M5s, 32,93%) edEmma Fattorini (Cs, 19,46%). An-che per il senato il territorio è di-stinto in quattro collegi uninomi-nali, anche in questo caso tre a Ro-ma (uno in comune con Fiumici-no) e uno per gli altri comuni pre-senti in diocesi. Nel collegio 03Roma Portuense (Suburbio Aure-lio, Suburbio Gianicolense, Su-burbio Portuense, Suburbio Trion-fale, Casalotti, La Pisana) vincePaola Binetti (Cd, 30,44%) segui-ta da Mauro Vaglio (M5s, 30,22%)e Giuseppina Maturani (Cs,28,92%). Nel Collegio 04 RomaCollatino (Cesano, Isola Farnese,La Giustiniana, La Storta, PollineMartignano, Santa Maria di Gale-ria) è eletto Pierpaolo Sileri (M5s,32,97%), seconda Lavinia Me-nunni (Centrodestra, 32,78%) ter-zo Paolo Quinto (Cs, 24,91). Nelcollegio 08 Roma Fiumicino par-te di Roma (Castel di Guido, Pon-te Galeria) e Fiumicino vince Giu-lia Lupo (M5s, 39,47%), seguitada Luisa Regimenti (Cd, 32,36%)e Ugo Marchetti (Cs, 20,13%). Nelcollegio 05 Viterbo (Anguillara Sa-bazia, Bracciano, Castelnuovo diPorto, Cerveteri, Ladispoli, Riano,Santa Marinella, Tolfa) è stato e-letto Francesco Battistoni (Cd,39,85%), seguito da Alberto Coz-zella (M5s, 32,30%) e AlessandroMazzoli (Cs, 19,85%). Per le re-gionali, che hanno riconfermatoil governatore uscente Zingareti,nei comuni presenti nel territoriodiocesano sono stati registrati ri-sultati differenti. La coalizione dicentrosinistra ha ottenuto il mi-glior risultato ad Anguillara Saba-zia, Bracciano, Castelnuovo di Por-to, Roma e Tolfa. Il centrodestracon Stefano Parisi è primo invecea Ladispoli, Riano e Santa Mari-nella. Roberta Lombardi e il Mo-vimento 5 stelle sono stati i piùvotati a Fiumicino.

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Ecco i numeridelle elezioni

Cyberbullismo, un pericolo da arginare

DI ELEONORA VERTULLO

ella parrocchia SacroCuore di Gesù diLadispoli lo scorso 3

marzo si è tenuto ilseminario sul delicato temadel bullismo. Hannopartecipato genitori, ragazzie operatori con ruolosociale educativo qualicatechisti, responsabili degli

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oratori edell’associazionismogiovanile. Con l’aiutodell’esperta suor MariaAntonia Chinello, docentedella pontificia facoltà diScienze dell’educazioneall’Auxilium di Roma, ilpubblico ha presoconoscenza dei pericoli edegli abusi della rete, qualicyberbullismo, sexting,sextortion, gambling edipendenza. La religiosa hafornito consigli pratici pernon cadere nelle trappole,evidenziando l’importanzadel fattore prevenzioneattraverso il dialogo el’ascolto attivo con i figli e

l’esistenza di strumenti dicontrasto come i siti web“anti–bullo” che,sull’esempio della GranBretagna, sono nati in Italiae dove i ragazzi, navigando,trovano loro coetanei(cybermentors) pronti adaiutarli e consigliarli. Nelmalaugurato caso in cui sicada nella trappola, bisognasegnalare e denunciare,richiamando la prima regoladi contrasto al bullismo:parlarne.Il seminario svolto rientranel più ampio progettoeducativo dedicato aigenitori, ideato dal parrocodon Gianni Righetti e

coordinato da Carlo DiGianfrancesco, formatore incomunicazione efficace.Mediante una serie diincontri formativi si è postol’ambizioso scopo dirafforzare nei partecipanti ilpersonale credo messo incrisi dalle prove della vita,operando l’accostamentodel Vangelo ai giorni nostriassieme alla lettura diautorevoli esponenti dellaChiesa; per mostrare lapotente attualità delmessaggio evangelico,consentendo ai genitori dimigliorarsi nel rapportocomunicativo con i proprifigli, nella consapevolezza

della difficoltà di educarlisecondo cristianità nellasocietà dei giorni nostri. Inquesto percorso formativogli altri temi trattati sonostati: il servire con amore, ivalori cristiani, il sapercomunicare efficacementecon i figli e la gestione delconflitto.(www.parrocchia–sacrocuore–ladispoli.it)

Chinello parla di Retenel percorso educativoideato dal Sacro Cuorenella città di Ladispoli

giovani. Insieme verso il sinodocon la Gmg a Selva Candida

el cammino verso il sinodo dei giovani ladiocesi propone alcune tappe. Uno delle piùimportanti è la Giornata mondiale della

gioventù celebrata nelle diocesi il 24 marzo. A Porto–Santa Rufina l’evento avrà luogo nella parrocchia dellaNatività di Maria Santissima in Selva Candida alle16.30. All’evento sarà presente il vescovo Reali. Ilprogramma prevede una testimonianza su ChiaraCorbella Petrillo.Dopo Pasqua, in collaborazione con l’ufficioMigrantes e l’ufficio catechistico della diocesi, sonoprevisti degli incontri con i giovani a livello vicariale. Il 10 Luglio, nella festa delle compatrone della diocesi,Sante Rufina e Seconda, è prevista una celebrazionecon il mandato per i volontari che in estate andrannoin missione e per quelli che parteciperanno alpellegrinaggio “X mille strade” che li condurràall’incontro con papa Francesco e i giovani Italianidell’11 e 12 agosto.

Aurelio D’Intino

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Padre Giulio Albanese al corso per volontari:la povertà come chiave per capire il mondo

Padre Giulio Albanese durante l’incontro con i volontari

Durante l’evento

Un’ombra

Il comboniano al VolEstinvita a rispettare l’altroe a valorizzare il buonopresente nella societàPrestare attenzionealla vera informazione:è un gesto di solidarietà

17 MARZOAssemblea della vita consacrata(Centro pastorale, dalle 9 alle 17)

19 MARZOFesta di san Giuseppe, Patrono dellaCittà di Ladispoli e di Santa Marinella

24 MARZOGiornata di preghiera e digiuno inmemoria dei missionari martiri,Celebrazione dioceana della Giornatamondiale della gioventù (SelvaCandida, alle 17)

agenda 11

PORTO SANTA RUFINA

Pagina a cura di don Giovanni Di Michele Curia diocesana

via del Cenacolo 5300123 Roma

e-mail: [email protected] www.diocesiportosantarufina.it

Domenica, 11 marzo 2018

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