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28/09/2013
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Le politiche di prevenzione e di
promozione della salute
Dr. Fulvio Longo
La prevenzione dal dlgs 502
� Art. 7 ter dlgs 502/92 e smi dlgs 229/99 � - Dipartimento di Prevenzione
Legge regionale 36 del 1994
� Dlgs n. 56 del 2000 (federalismo fiscale)
� Dpcm 29 novembre 2001 “Definizione dei livelli essenziali di assistenza”
� Accordo Stato-Regione 23 maggio 2005
� Legge 25 ART. 12 E 13
� REGOLAMENTO n.13/2009 del Dipartimento di Prevenzione
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I LEA
� I Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) sono l’elemento unificante tra federalismo ed equità
� LEA costituiscono l’ambito delle garanzie che il SSN si impegna ad assicurare a tutta la popolazione in condizioni di equità
� In sostanza i LEA sono le prestazioni che il SSN deveerogare a tutti i cittadini
6
Accordo sui LEA del 22 novembre 2001
La definizione dei LEA ha introdotto una visione inn ovativa basata su tre importanti concetti:
Esprime la necessità di misurare il contenuto dell’assistenza erogata
Restringe le prestazioni erogabili aquelle appropriate
Fa riferimento alla successione di prestazioni che d evono essereerogate, in tempi congrui, al paziente in funzione de l suo stato disalute
“Livello”
“Essenziale”
“Assistenza”
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Accordo Stato-Regioni22 marzo 2001
� Obiettivo specifico è quello di associare i livelli di assistenza ai relativi costi
� E’ favorita la verifica della congruità tra risorse finanziarie destinate al SSN ed i livelli di assistenza da garantire ai cittadini
2 commissioni
manutenzione verifica 8
Commissione Nazionale per la definizione e l’aggiornamento dei LEA
� Ex DM 25 febbraio 2004
� Compito di valutare nel tempo, in relazione alle risorse definite, i fattori scientifici, tecnologici ed economici relativi alla definizione ed all’aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza e delle prestazioni in essi contenute
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Commissione Nazionale per la definizione e l’aggiornamento dei LEA
� LE CRITICITA’:
1. Il limite di una ricognizione aspecifica
2. Liste di attività individuate con criteri disomogenei (riferite alle tipologie dei destinatari e/o delle prestazioni fornite, o alle caratteristiche del servizio reso
3. Prestazioni in gran parte non codificate (la prevenzione)
DM 25 febbraio 2004
10
Commissione Nazionale per la definizione e l’aggiornamento dei LEA
� LE CRITICITA’:
4. Si rimanda alle funzioni previste in Progetti nazionali o alla “normativa vigente”
DM 25 febbraio 2004
Con la naturale conseguenza di non poter definire adeguati
standard quantitativi e qualitativi condivisi
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Art. 9. Comitato permanente per la verifica dell'erogazione dei LEA
� Obiettivo:– Associare i LEA ai relativi costi– Verificare la congruità delle risorse
finanziarie destinate al SSN con i LEA da garantire ai cittadini
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Art. 9. Comitato permanente per la verifica dell'erogazione dei LEA
art. 9 dell’Intesa Stato-Regioni del 23 marzo 2005
� Ministero della Salute, Ministero dell’Economia, Regioni
� Si avvale delle Agenzie per i Servizi Sanitari Regionali
� Opera sulla base delle informazioni desumibili dal sistema di monitoraggio e garanzia (di cui al DM 12 dicembre 2001), nonché dei flussi informativi afferenti al NSIS
13
Patto per la salute – 28 settembre 2006
È stato definito il livello difinanziamento per la sanità per gli anni 2007-2009
� i livelli di finanziamento devono essere parametrati alla verifica dell’effettivo costo dei Livelli Essenziali di Assistenza in condizioni di efficienza ed appropriatezza.
Gli oneri per l’attuazione del PSN non possono essere una “variabile indipendente” rispetto
all’economia del paese17
Il tentativo di introdurre nuovi LEA – DPCM 21 aprile 2008
a) Assistenza sanitaria
negli ambienti di vita e di lavoro
b) Assistenza distrettuale
c) Assistenza ospedaliera
attività, servizi e prestazioni
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A. Profilassi delle malattie infettive e parassitarie
B. Tutela della collettività e dei singoli dai rischi connessi con gli ambienti di vita, anche con riferimento agli effetti sanitari degli inquinanti ambientali
C. Tutela della collettività e dei singoli dai rischi infortunistici e sanitari connessi con gli ambienti di lavoro
D. Sanità pubblica veterinaria
E. Tutela igienico sanitaria degli alimenti; sorveglianza e prevenzione nutrizionale
F. Attività di prevenzione rivolte alla persona- vaccinazioni obbligatorie e raccomandate
- programmi di diagnosi precoceG. Servizio medico-legale
A. Sorveglianza, prevenzione e controllo delle malattie infettive e parassitarie, inclusi i
programmi vaccinaliB. Tutela della salute e della sicurezza degli
ambienti aperti e confinatiC. Sorveglianza, prevenzione e tutela della
salute e sicurezza nei luoghi di lavoroD. Salute animale e igiene urbana veterinaria E. Sicurezza alimentare – Tutela della salute
dei consumatoriF. Sorveglianza e prevenzione delle malattie
croniche, inclusi la promozione di stili di vita sani ed i programmi di screening
G. Sorveglianza e Prevenzione NutrizionaleH. Valutazione medico legale degli stati di
disabilità e per finalità pubbliche
DPCM
29 novembre 2001 21 aprile 2008
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Livello ambiente di vita e di lavoro:E. Sicurezza alimentare – Tutela della salute dei cons umatori *programmi erogati da Sian e Siav B
N. *PROGRAMMI / ATTIVITA’
COMPONENTI DEL PROGRAMMA
PRESTAZIONI
E4
Sorveglianza sullapresenza di residuidi farmaci econtaminantiambientali neglialimenti di origineanimale
- Espletamento del Piano regionale residui
- Controlli periodici- Report informativi- Campionamenti e controllianalitici su alimenti diorigine animale
indicatore
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Livello ambiente di vita e di lavoro:
C. Sorveglianza, prevenzione e tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro
N. PROGRAMMI / ATTIVITA’
COMPONENTI DEL PROGRAMMA
PRESTAZIONI
C1
C3
Programmi
di controllo e
Vigilanza
nei luoghi di
lavoro
�Programmazione e svolgimento dell’attività di controllo e vigilanza�Elaborazione profili di rischio aziende�svolgimento di inchieste infortuni e m.p.
Vigilanza e controllo
Attività prescrittiva
Report informativi
indicatore
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Come funziona il sistema degli indicatori: generalità
Servizi
Attività
Prestazioni
Livelli
Indicatori
Ergo:
1. Il SSR ha funzionato in un certo modo2. E In base a come ha funzionato
ha diritto ad un certo finanziamento(Criterio del merito nella giustizia allocativa)
Solo alcune prestazioni “diventano”
Evidence
Macrolivelli
DistrOspPrev
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Come funziona il sistema degli indicatori: ponderazione
LEA
prevenzione
LEA
distrettuale
LEA
ospedaliera
Servizi
Attività
Prestazioni
Livelli
Macrolivelli
Indicatori
Ergo:
1. Il SSR ha funzionato in un certo modo2. In base a come ha funzionato
ha diritto ad un certo finanziamento(Criterio del merito nella giustizia allocativa)
e tale finanziamento è ponderato rispettoalla scala di priorità espressanei pesi dei differenti indicatori
Solo alcune prestazioni “diventano”
Evidence
6 7 9
N.
Livello Definizione Anni
2005 2006 2007
1 Prevenzione
- Vaccinazioni obbligatorie 98,9 94,6 97,42
- Vaccinazioni raccomandate (MPR, influenza nell'anziano)
79,3 88,27 - 70 92,16 MPR70
Influenza anziani
2 Prevenzione
Costo pro-capite assistenza collettiva in ambiente di vita e di lavoro
62,9 58,4 Disponibile a fine Giugno
3 Prevenzione Percentuale di imprese attive
sul territorio controllate
- 2,84 2,71* N° sopralluoghi2818 nel 20063416 nel 2007
LEA - Prevenzione collettiva e sanità pubblica
I dati della Puglia
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N.
Livello assistenza
Definizione Anni
2005 2006 2007
4 Prevenzione
Percentuale di allevamenti controllati per:
- TBC bovina 91,3 98,6 99,98- brucellosi ovicaprina, bovina bufalina 98,5 91,3 99,99- influenza aviaria 107
5 Prevenzione
Percentuale di campionamenti negli esercizi di commercializzazione e di ristorazione, articoli 5 e 6 DPR 14/07/95 (verifica mediante “modello” A DM 08/10/98)
90 100 Commercializzazione 108Ristorazione 52
6 Prevenzione
Percentuale di campioni analizzati su totale dei campioni programmati
84 76 90,00
Piano Nazionale Residui (farmaci e contaminanti negli alimenti di origine animale) - Decreto legislativo n.158/06
LEA - Prevenzione collettiva e sanità pubblicaI dati della Puglia
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Esempio: Regione adempiente
N. Livello di Assistenza
Definizione Peso Valore normale
9
Scostamento minimo
6
Scostamento rilevante ma in miglioramento
3
Scostamento non accettabile
0
2 Prevenzione
Incidenza % costi prevenzione collettiva
3 X
5%Indicatore n. 2 (LEA Prevenzione)
Punteggio valutazione = 9Punteggio ponderato (Peso pari a 3) = 27
28
Esempio: Regione parzialmente adempiente
N. Livello di Assistenza
Definizione Peso Valore normale
9
Scostamento minimo
6
Scostamento rilevante ma in miglioramento
3
Scostamento non accettabile
0
2 Prevenzione
Incidenza % costi prevenzione collettiva
3 5% X
Indicatore n. 2 (LEA Prevenzione)
Punteggio valutazione = 3Punteggio ponderato (Peso pari a 3) = 9
Puglia: I punteggi per Copertura vaccinale obbligatoria
N. Livello di Assistenza
Definizione Peso Valore normale
9
Scostamento minimo
6
Scostamento rilevante ma in miglioram. -
3
Scostamento non accettabi
le - 0
2 Prevenzione
Copertura vaccinale obbligatoria
1,5 97.42
N. Livello di Assistenza
Definizione Peso Valore normale
9
Scostamento minimo
6
Scostamento rilevante ma in miglioram. - 3
Scostamento non accettabile - 0
2 Prevenzione
Copertura vaccinale obbligatoria
1.5 Tutte=>95% 9x1.5 = 13.5
Puglia: I punteggi per % imprese controllate sul territorio
N. Livello di Assistenza
Definizione Peso Valore normale
9
Scostamento minimo
6
Scostamento rilevante ma in miglioram. -
3
Scostamento non accettabi
le - 0
3 Prevenzione
% imprese controllate sul territorio
2,71
N. Livello di Assistenza
Definizione Peso Valore normale
9
Scostamento minimo
6
Scostamento rilevante ma in miglioram. - 3
Scostamento non accettabile - 0
3 Prevenzione
% imprese controllate sul territorio
5% = < 33-4%
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Criteri applicativi della valutazione degli indicatori regionali
1. Valutazione dello scostamento;
2. Formulazione del punteggio di valutazione
3. Valutazione ponderata (punteggio valutazione x peso)
4. Ripetere 1.-3. per tutti gli indicatori
5. Punteggio totale (sommazione dei punteggi ponderati di tutti gli indicatori)
6. Valutazione finale della Regione in base alle categorie create dai valori di cut-off (Adeguata; In osservazione; Critica; Molto critica)
7. Ripercussioni sull’accesso ai finanziamenti
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Valutazione finaledi una data Regione
Σ (punteggi ponderati)
Adeguata (>150) In osservazione
(106-150)
Critica in miglioramento
(76-105)
Critica non in miglioramento
(<75)
Fondi
Problemi
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Importanza della ponderazione
� La ponderazione è un fattore moltiplicativo del punteggio della valutazione iniziale;
� A parità di punteggio, incide di più sulla valutazione finale l’indicatore con maggiore peso. Ciò suggerisce delle priorità in fase attuativa, in quanto le inadempienze per indicatori a maggior peso hanno ripercussioni maggiori sul finanziamento alle Regioni
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Quali conclusioni (tra le tante)?
� Importanza del Sistema Informativo ai fini dell’adempimento degli obblighi informativi (DIEF 2008!!!)
� Importanza delle Direzioni Generali e dei Direttori di UOC nel garantire l’attuazione di piani finalizzati al miglioramento delle criticità del SSR e correlati con gli indicatori LEA!!
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Evitare le illusioni!Ovvero sull’arte di non ingannare
� Far crescere la salute di una popolazione è cosa diversa da migliorare in modo mirato degli indicatori ai fini della valutazione economica!
� Per quanto motivate possano essere le ragioni che spingono a dare priorità agli indicatori con più peso, non bisogna dimenticare che il miglioramento dell’assistenza sanitaria coinvolge tutte le dimensioni del SSN e che gli indicatori ne scrutano soltanto alcune (per il momento)!
� In sintesi: lavorare per una crescita reale della salute della popolazione pugliese e portare evidenze del proprio operato
� E NON cercare false evidenze per un operato fittizio!
SITI - Bari, 14-15 aprile 2011
Fulvio Longo
Servizio Programmazione
Assistenza Territoriale e Prevenzione
Regione Puglia
Ruoli e responsabilità nel rapporto STATO-REGIONI
PSN PNP
PSR PRP
Intese Stato -Regioni
Dlgs sul federalismo fiscale, Dpcm sui LEA, intese Stato-Regioni, Patto Salute
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Valutazione del PNP 2005-2007:criticità
A. Frammentarietà dell’intervento (un insieme di progetti piùche piano integrato)
B. Sconfinamento tra linee di indirizzo tecnico-scientifiche eindicazioni organizzativo-operative
C. Mancanza di approccio sistematico nell’individuazione diobiettivi e priorità
D. Insufficienza nei meccanismi di produzione di informazionidi processo e di esito
E. Scarso uso di canali di comunicazione efficienti, permanentie sistematici
Con l’Intesa tra Stato e Regioni stipulata il 29 aprile 2010 è stato approvato il PNP 2010-2012
Il PNP 2010-2012 è il documento sulla base del quale:
• le Regioni devono redigere i propri Piani regionali di prevenzione (PRP);
• il Ministero deve, a sua volta, emanare il proprio Piano (formalmente denominato “Documento operativo per l’attuazione delle linee di supporto centrali al PNP”)
Il PNP 2010-2012 è sostanzialmente innovativo rispetto al precedente Piano per:
� principi e contenuti� modalità della programmazione regionale� governance di sistema� valutazione
PNP 2010-2012
40
1. Migliorare la qualità della progettazione
2. Rafforzare la cultura (e la pratica) del dato
3. Sviluppare la prospettiva di un Piano che si evolve grazie all’apprendimento
1. Progettare con lo stesso stile e secondo un quadro metodologico corretto (PCM)
2. Basare le scelte su prove di efficacia, utilizzare i dati in tutte le fasi (ideazione, programmazione, realizzazione, valutazione), valutare (e comunicare) i risultati
3. Condividere conoscenze, esperienze, strumenti, risorse, sostenendo e stimolando il processo di autoformazione e di crescita culturale e professionale (CoP)
I bisogni emersi dal vecchio PNP
PNP 2010-2012
Le risposte del nuovo
PNP
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L’’’’Evoluzione della prevenzione e del suo
scenario: RIPENSARE LA PREVENZIONE
� La lotta alle pratiche inutili e obsolete e per la SEMPLIFICAZIONE e sburocratizzazione
� La prevenzione dell’evidenza e delle prove di efficacia
� L’evoluzione sociale:� Miglioramento delle condizioni abitative, dell’alimentazione,
degli stili di vita
� Evoluzione del concetto di responsabilità dell’impresa e del datore di lavoro
� La crescita culturale dei consumatori e delle associazioni
L’’’’Evoluzione della prevenzione e del suo
scenario: RIPENSARE LA PREVENZIONE
� Quadro epidemiologico� Prevalenza delle patologie cronico-degenerative
� A fronte di pochi fattori di rischio riconducibili agli stili di vita modificabili
� Evoluzione di alcuni determinanti di salute:� Inquinamento atmosferico
� Incidentalità stradale e domestica
� Circolazione di merci e persone
� Continua immissione di nuove sostanze chimiche
Il PNP 2010-2012:� privilegia una visione complessiva dell’intera prevenzione,
affrontando l’insieme dei temi e delle aree su cui ha incidenza l’attività preventiva, superando la settorializzazione;
� riconosce la specificità delle diverse condizioni di contesto territoriale e di organizzazione di ciascuna Regione e Provincia autonoma;
� favorisce l’integrazione delle diverse professionalità che possono concorrere all’attuazione degli interventi di prevenzione inseriti nel Piano.
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Il PNP in sintesi
supera il criterio di interventi legati
a progetti settoriali,
per abbracciare piuttosto una logica
di percorsi legati ad attività istituzionali
sistematizzate.
Linee di intervento o linee operative
� Precedente PNP: obiettivi, modalità e tappeoperative erano stabilite a priori e in modouniforme a livello nazionale (previa consultazionedei referenti regionali)
� Nuova metodologia: sulla base degli obiettivigenerali (individuati come prioritari) si esige unatraduzione operativa su scala regionale, se non disingola azienda sanitaria. Le Regionipredispongono, in modo coordinato, i PianiRegionali della Prevenzione, indicando azioni,tempistica e indicatori per la valutazione
Vincoli dell’’’’Intesa Stato-Regioni 29 aprile 2010
1. la continuità della progettazione rispetto al PNP 2005-2007 e successive proroghe;
2. lo sviluppo di ciascuna delle macroaree (medicina predittiva; prevenzione universale; prevenzione nella popolazione a rischio; prevenzione delle complicanze e delle recidive di malattia) con un congruo numero di linee di intervento con il coinvolgimento di una quota significativa del target potenziale;
3. la messa a regime dei sistemi di sorveglianza previsti nel PNP.
4. valutazione e certificazione dei PRP
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La Governance del sistema
PNP 2010-2012
Obiettivi di salute
Condivisione di principi, obiettivi, strumenti
Azione coordinata e partecipata a diversi livelli
Supporto tecnico-scientifico e metodologico
Funzione di stewardship del livello centrale
Programmazione regionale
Linee di supporto centrali
Interventi48
Linee di supporto Centrali al PNP
� Strumenti per la costruzione e la verifica del PNP
1. Sviluppo di sistemi di analisi dei dati epidemiologici e “restituzione”in un’ottica integrata al fine di rimodulare le priorità
2. Individuazione delle attività di prevenzione di dimostrata efficacia
3. Rilevazione dei dati statistici relativi alle attività svolte
� Interventi di carattere normativo
� Interventi di comunicazione
� Accordi interministeriali o con Associazioni di categoria ecoordinamento con Enti centrali
Da questa premessa il Piano della Puglia si articola su 36 Linee di intervento
distribuite tra le 4 Macro Aree
� Medicina Predittiva
� n. 2
� Programmi di prevenzione universale
� n. 21
� Programmi di prevenzione rivolti a gruppi di popolazione a rischio
� n. 12
� Programmi di prevenzione individuali
� n. 150
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Il PNP è incluso nei cosiddetti Obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale (Obiettivi di Piano) sui quali Stato e Regioni concordano di far convergere, vincolandola alla verifica del raggiungimento di determinati adempimenti, una quota del FSN all’uopo accantonata, secondo quanto previsto dalla Legge 662/96 e dalla successiva Legge 133/2008.
Gli adempimenti sono individuati nell’Intesa 23 marzo 2005 e includono l’adozione dei PRP per la realizzazione degli interventi previsti dal PNP (allegato all’Intesa)
Nella stessa Intesa (articolo 4, d)), le Regioni hanno convenuto di destinare, per la completa attuazione di quanto previsto nel PNP, 200 milioni di Euro, oltre alle risorse previste per la realizzazione degli Obiettivi di Piano. Tale quota è stata confermata nelle Intese successive (proroga del PNP 2005-2007 al 2009; PNP 2010-2012)
Annualmente, attraverso Accordi SR vengono indicate le linee progettuali per l'utilizzo, da parte delle Regioni, delle risorse vincolate per la realizzazione degli Obiettivi di Piano. Tali Accordi hanno confermato la Linea PNP ed il relativo ammontare della quota vincolata, pari a 240 milioni di Euro all’anno
Il meccanismo di finanziamentoL’Intesa 23 marzo 2005 istituisce il Comitato permanente per la verifica dell’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Comitato LEA) attribuendogli la responsabilità della verifica di alcuni adempimenti di cui all’Intesa (tra cui il PNP) e la relativa certificazione al Tavolo tecnico di verifica degli adempimenti, secondo quanto stabilito nell’articolo 12 dell’Intesa
Attraverso il “Questionario LEA”, il Comitato LEA raccoglie, dalle Regioni e dagli Uffici istruttori, la documentazione necessaria alla verifica degli adempimenti
Comitato LEA
Tavolo politico
Ministero economia
Regioni: erogazione fondi vincolati(entro il 15 ottobre dell’anno successivo)
Il meccanismo di finanziamento
Delibera del PRP del 28/12/2010
� “di stabilire che la realizzazione del Piano di Prevenzione, costituendo attività previste nei LEA, deve avvenire all’interno dei limiti delle risorse finanziarie messe a disposizione dal Governo attraverso il riparto del Fondo Sanitario Nazionale, secondo le periodiche erogazioni effettuate da parte del Ministero della Salute;”
Macroaree e linee di intervento generali
1. Medicina predittiva1.1 Valutazione del rischio individuale di malattia (diffusione della carta del
Cardiorischio)
2. Prevenzione universale2.1 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito stradale2.2 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito lavorativo e delle
patologie lavoro-correlate2.3 Prevenzione degli eventi infortunistici in ambito domestico2.4 Prevenzione delle malattie suscettibili di vaccinazione2.5 Prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza sanitaria2.6 Prevenzione delle malattie infettive per le quali non vi è disponibilità di
vaccinazioni2.7 Prevenzione delle patologie da esposizione, professionale e non, ad agenti
chimici, fisici e biologici2.8 Prevenzione delle malattie determinate da alimenti, ivi compresa l’acqua
destinata al consumo umano2.9 Prevenzione e sorveglianza di abitudini, comportamenti, stili di vita non
salutari e patologie correlate (alimentazione scorretta, sedentarietà, abuso di alcol, tabagismo, abuso di sostanze)
55
Macroaree e linee di intervento generali
3. Prevenzione della popolazione a rischio3.1 Tumori e screening
3.2 Malattie cardiovascolari
3.3 Diabete
3.4 Malattie respiratorie croniche
3.5 Malattie osteoarticolari
3.6 Patologie orali
3.7 Disturbi psichiatrici
3.8 Malattie neurologiche
3.9 Cecità e ipovisione
3.10 Ipoacusia e sordità
4. Prevenzione delle complicanze e delle recidive di malattia4.1 Medicina della complessità e relativi percorsi di presa in carico
4.2 Prevenzione e sorveglianza della disabilità e della non autosufficienza
56
qualcheconsiderazione
La Programmazione sanitaria necessariamente finisce con lostabilire dei PESI, rendendo prioritarie alcune azioni a scapito dialtre.
Come tali, alcune modalità della prevenzione sono meritevoli dimaggiore supporto in termini di RISORSE.
Tali ponderazioni DEVONO essere rese ESPLICITE, al fine dipoter comprendere e valutare nel merito l ’ indirizzoSTRATEGICO complessivo che un Piano di Prevenzione sipropone di attuare.
Delibera del PIANO OPERATIVO PRP
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Alcuni risultati
59
PERSONALE SPESAL PUGLIA
2006 2012
totaledi cui UPG
totaledi cui UPG
Totale Medici di cui, Dirigenti
Medici35 16 38 19
di cui, Altre figure mediche
(es. contratti, sumai)
2 11
Totale Dirigenti non medici
Chimici 2 0Biologi 1 1 1 1
Ingegneri 0 0Fisici 0 0
Psicologi 0 0Altro 0 0
Tecnici della prevenzione
67 51 98 82
Assistenti sanitari /
infermieri16 11
Altre figure professionali
2 1
Amministrativi 17 11TOTALE 142 68 171 102
ATTIVITÀ SPESAL PUGLIA 2006 2012VARIAZIONI 2006
/ 2012N°°°° complessivo di cantieri
ispezionati971 1846 + 48%
N°°°° aziende con dipendenti + lavoratori autonomi oggetto di
ispezione1263 5139 + 306%
N°°°° sopralluoghi complessivamente effettuati
2818 6732 + 139%
N°°°° aziende in cui è stato controllato il protocollo di
sorveglianza sanitaria e/o le cartelle sanitarie
498 641 + 29%
N°°°° ricorsi avverso il giudizio del Medico Competente (art. 41 comma 9 D.Lgs. 81/2008 )
63 114 + 81%
N°°°° iniziative di confronto (incontri, seminari, ecc.) con le
figure aziendali per la prevenzione (RSPP, Medici
Competenti, Coordinatori per la sicurezza, ecc.)
63 215 + 241%
N°°°° ore di formazione 76 948 + 1148%N°°°° persone formate 3289 4817 + 46%
Proventi per pagamento sanzioni ex 758/94
€ 427.499€
1.344.431+ 214%
Proventi per pagamento sanzioni amministrative
€ 10.473 € 69.790 + 566%60
La valutazione dei PRP
Evoluzione dei sistemi valutativi
1. Rendicontazione stato avanzamento PRP al 31/12/201 2
NOTE PER LA COMPILAZIONE DELLA DOCUMENTAZIONE SUI SINGOLIADEMPIMENTI PER L’ANNO 2011
U) PIANO NAZIONALE DELLA PREVENZIONEL’Intesa Stato-Regioni del 29 aprile 2010, che adotta il Piano Nazionale dellaPrevenzione 2010-2012 (PNP), prevede che la Direzione operativa del CCMcertifichi l’avvenuto raggiungimento degli obiettivi previsti dai Piani regionali diprevenzione (PRP) ai fini dell’erogazione delle somme vincolate alraggiungimento degli obiettivi di Piano (ai sensi dell'articolo 1, comma 34 dellaLegge 7 dicembre 996. n. 66 e successive integrazioni) e che, a tal fine, leRegioni trasmettano annualmente alla medesima Direzione idoneadocumentazione.Criteri e modalità della valutazione finalizzata alla certificazione sono esplicitatinel “Documento per la valutazione dei Piani Regionali di prevenzione 2010-2012” adottato con Intesa Stato-Regioni (seduta del 10 febbraio 2011).Oggetto di valutazione saranno lo stato di avanzamento nell’attuazione degliinterventi programmati nei PRP e i risultati ottenuti rispetto agli obiettividichiarati.
2. Valutazione per certificazione PRP anno 2012
Criterio:Percentuale dei progetti/programmi che presentano almeno un indicatore con scostamento tra valore osservato e valore atteso superiore al 20&, sul totale dei progetti/programmi inclusi nel PRP. Adempienza: percentuale <=50%
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2. Valutazione per certificazione PRP anno 2012
Da U) «PIANO NAZIONALE DELLA PREVEVENZIONE» A U) «PREVENZIONE»
U.1 Certificazione PRP secondo l’Intesa 10 febbraio 2011
U.2 …..
U.3…..
U.4….
U.5….
In discussione…
Indicatori traccianti
La cornice normativa
� Intesa Stato Regioni 29 aprile 2010: Adozione del PNP 2010-2012
� Intesa Stato Regioni 10 febbraio 2011: «Documento per la valutazione dei PRP 2010-2012»
� DM 4 agosto 2011 «Documento esecutivo per l’attuazione delle Linee di supporto centrali al PNP 2010-212 – Azioni centrali prioritarie (ACP)»
Lo stato dell’arte… per la ripartenza
� Certificazione 2012: in corso
� Accordo con Regioni per «estensione» al 2013 del PNP corrente e preparazione del PNP successivo
� Nomina dei rappresentanti regionali per le ACP
� Avvio delle ACP
Indicatori LEA PRP 2014-2020
A) Adempimento B) Formula dell’’’’adempimento C) Livello soglia dell’’’’adempimento
D) Contributo dei singoli adempimenti all’’’’adempimento U
U.1 Certificazione dei Piani regionali di prevenzione (PRP) eseguita in base all’’’’Intesa Stato Regioni 10 febbraio 2011
Percentuale dei progetti/programmi che presentano almeno un indicatore con scostamento tra valore osservato e valore atteso superiore al 20%, sul totale dei progetti/programmi inclusi nel PRP
<=50%35 se U.1<=50%0 se U.1>60%25 se 50%<U.1<=60%
U 2.1 Tasso di conferma di laboratorio
numero dei casi di morbillo in cui campioni sono stati raccolti e analizzati adeguatamente in un laboratorio qualificato / numero di casi notificati × 100
>=80%15 se U.2.1 >=80%10 se 65%<=U.2.1<=79%0 se U.2.1<65%
U 2.1 Origine dell'infezione identificata
numero dei casi di morbillo per i quali una origine dell’infezione è identificata (per esempio: importato, endemico) / numero di casi notificati × 100
>80%15 se U.2.2 >80%10 se 65%<=U.2.1<=80%0 se U.2.1<65%
A) Adempimento B) Formula dell’’’’adempimento
C) Livello soglia dell’’’’adempimento
D) Contributo dei singoli adempimenti all’’’’adempimento U
U.3 Indicatore sulla ““““Efficacia dei programmi di screening””””
numero dei cancri invasivi screen-detected / numero di tutti i cancri screen-detected
<= 25%25 se U.3<=2515 se 26<=U.3<=27,50 se U.3>27,5
U 4.1 Prevalenza di persone in sovrappeso o obese
(Persone di età 18–69 anni che hanno un Indice di massa corporea (Imc) uguale o superiore a 25,0 kg/m² calcolato dai valori autoriferiti di peso e altezza) / (totale intervistati) *100
Prevalenza al T1 (anno di analisi) ≤ prevalenza al T0 (anno precedente)
0Per l’anno 2012 l’indicatore non interviene nel calcolo dell’adempimento U
U 4.2 Prevalenza delle persone che consumano 5 porzioni o più di frutta e/o verdura al giorno
(Persone di età 18–69 anni che dichiarano un consumo abituale giornaliero di almeno cinque porzioni di frutta e/o verdura ) / (totale intervistati) *100
Prevalenza al T1 (anno di analisi) ≥ prevalenza al T0 (anno precedente)
0Per l’anno 2012 l’indicatore non interviene nel calcolo dell’adempimento U
A) Adempimento B) Formula dell’’’’adempimento
C) Livello soglia dell’’’’adempimento
D) Contributo dei singoli adempimenti all’’’’adempimento U
U.4.3 Prevalenza di persone sedentarie
(Persone di età 18–69 anni che riferiscono di svolgere un lavoro che non richiede uno sforzo fisico pesante e di non aver fatto attività fisica, intensa o moderata, nei 30 giorni precedenti l’intervista ) / (Totale intervistati) *100oppure(Persone di 3 anni e più che nel tempo libero non praticano con carattere di continuità uno o più sport e che nel tempo libero non praticano qualche attività fisica (es. fare passeggiate di almeno 2 km, nuotare, andare in bicicletta) almeno qualche volta all’anno Denominatore: Totale intervistati *100
Prevalenza al T1 (anno di analisi) ≤ prevalenza al T0 (anno precedente)
0Per l’anno 2012 l’indicatore non interviene nel calcolo dell’adempimento U
U.5 Tutela della salute e prevenzione nei luoghi di lavoro
Copertura di almeno il 5% delle unità locali oggetto di interventi ispettivi in un anno
Raggiunta10 se U.5= “raggiunta”0 se U.5 =”non raggiunta”
� Certificazione 2011 – Risultati
N° progetti/programmi «negativi» alla certificazione(situazione al 31 dicembre 2011)
32%
28/09/2013
11
5,1%
27,1%
63,5%
4,3%
• 33% Guadagnare Salute• 27% infortuni-incidenti • 19% malattie infettive• 18% rischi ambientali
60% carta del rischio
• 32% screening oncologici
• 27% prevenzione cardiovascolare e complicanze diabete
• 15% salute mentale
60% sorveglianza e promozione corretti stili di vita nell’anziano
Progetti dei PRP - Distribuzioni di frequenza
154 progetti sui GS. Quasi un terzo dell’area e qua si un quinto del totale
Progetti dei PRP - Distribuzioni di frequenza
154Progetti
58%
� Focus su Guadagnare salutePERCHÈ UN PROGRAMMA REGIONALE INTEGRATO
La letteratura internazione e nazionale indica che gliinterventi che hanno permesso di ottenere i miglioririsultati sono quelli che:
• hanno durata pluriennale;
• sono orientati al contrasto sia dei determinanti
individuali, sia familiari e sia di quelli appartenenti
all’ambiente di vita circostante che possono favorire
nell’età evolutiva il consolidamento di abitudini alimentari
scorrette e di scarsa attività fisica;
• sono integrati e multicomponente, articolati cioè in
diverse direzioni, combinati in più azioni e diretti verso più
destinatari;
• sono realizzati nel contesto Scuola.
LE BUONE PRATICHE
Per dare forza e vitalità a questo percorso è statosottoscritto il Protocollo d’’’’Intesa tra Assessorato allaSanità e Ufficio Scolastico Regionale (Deliberazione dellaGiunta Regionale n.1702/2011), volto a ““““favorire iniziativee progetti di qualità atti a rendere sistematica l’’’’attività dipromozione dell ’’’’ educazione alla salute nelle scuoleattraverso un modello di governance interistituzionale””””.
Nell’ambito di detto protocollo, sono stati istituiti organismi a composizionemista deputati alla programmazione congiunta tra i due Enti, alla prosecuzione
di attività già avviate con programmi regionali e nazionali di promozione di
corretti stili di vita, tra cui Guadagnare Salute, alla valutazione ed approvazione
dei progetti provenienti dall’esterno, alla validazione delle buone pratiche.
Il Protocollo d’’’’Intesa tra Assessorato alla Sanità e Ufficio Scolastico Regionale
28/09/2013
12
I livelli di governance previsti dalProtocollo d’’’’Intesa tra Assessorato alle
Politiche della Salute e l’’’’Ufficio Scolastico Regionale
� Gruppo Tecnico Interistituzionale (G.T.I.)
� Gruppo Interistituzionale Aziendale (G.I.A.)
Il livello organizzativo centrale
Rappresentante/i MIUR
Referente ASL FG
Referente ASL BA
Referente ASL LE
Referente ASL BR
Referente ASL TA
Referente ASL BAT
Dirigente del del Servizio
Sanità Pubblica
- Ass, Polit. Salute
Il GTI è costituito da:
Esso assicura, nell’ambito territoriale di
competenza, la piena adesione alle Piano
Strategico Regionale per l’Educazione alla Salute
NOT
NOT
NOT
NOT
NOT
NOT
Il livello organizzativo periferico
Il Gruppo
Interistituzionale
Aziendale (GIA)
è costituito presso ogni
Azienda Sanitaria Locale
pugliese
Referente per i CONSULTORI
Referente per il DSM
Referente per il Dipartimento di Prevenzione
Dirigente Medico del S.I.S.P.
con funzione di coordinamento Referente del SERTReferente per i DSS
Referente provinciale del
MIUR
Il G.I.A. è costituito da:
Il GIA rappresenta il punto di riferimento della ASL per i
collegamenti con Il GTI
G.I.A.
G.T.I. Il Programma sarà avviato a partire dall’a.s. 2012-2013 e si
rivolgerà, per il primo anno di operatività, agli alunni iscritti alle
classi terze della Scuola Primaria e li seguirà per l’arco temporale
di tutto il triennio, fino alla soglia della Scuola Secondaria di Primo
Grado
Il Programma SBAM! è inserito nel
Catalogo 2012-2013del
Piano Strategico
Regionale per la
Promozione della Salute
nella Scuola
28/09/2013
13
Per la concretizzazione di questo ambizioso disegno si è fatta
strada l’idea di avviare la costruzione di un Network per
l ’’’’ educazione ai corretti stili di vita che portasse alla
realizzazione di interventi, fondati sulla continuità e la
contiguità delle azioni, sulla collaborazione intersettoriale e
sul coinvolgimento di competenze specialistiche diverse.
L’iniziativa si pone lo scopo primario di stimolare un percorso
partecipato e condiviso da tutti gli stakeholder dei vari setting
di intervento per la costituzione di un modello pugliese di
rete preventiva (obesity prevention network), finalizzato al
perseguimento di medesimi obiettivi di salute ed
all’integrazione delle rispettive specifiche risorse.
Un Network per l ’’’’educazione ai corretti stili di vita
• Assessorato alle Politiche della Salute
• Assessorato allo Sport
• Assessorato alle Risorse Agroalimentari
• Assessorato al Diritto allo Studio
• Assessorato alle Infrastrutture Strategiche e Mobilità
Decisivo per l’attivazione del network è stato l’impegno istituzionale
di alcuni Assessorati della Regione Puglia, i quali si sono fatti
promotori dell’iniziativa e hanno ratificato l’alleanza assumendo
formale e sostanziale impegno reciproco con la Deliberazione diGiunta Regionale 29 dicembre 2011, n.3042, perfezionata attraverso
un Protocollo d’Intesa:
I promotori del Network
La collaborazione interassessorile si è concretizzata nella
nascita del Programma di educazione ai corretti stili di
vita, un’iniziativa il cui scopo è coinvolgere attivamente i
bambini nell'apprendimento di stili di vita sani nel
contesto scolastico, allargando l’alleanza al mondo della
Scuola attraverso il coinvolgimento dell’Ufficio ScolasticoRegionale della Puglia, peraltro già impegnato sulle
tematiche di salute nell’ambito del Gruppo TecnicoInteristituzionale previsto dal citato Protocollo d’Intesa
Scuola-Salute.
Il coinvolgimento dell’’’’Ufficio Scolastico Regionale della Puglia
28/09/2013
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I PARTNERS
• OER (Osservatorio Epidemiologico Regionale)
• AA.SS.LL. (Aziende Sanitarie Locali)
• Università degli Studi di Foggia e Bari - Facoltà di Scienze Motorie
• ANCI
• UPI
• CONI
• AReM (Agenzia regionale per la mobilità della Puglia)
• Circuito delle Masserie Didattiche
Questa cooperazione interistituzionale ha dato il via anche alla
partecipazione al Programma di diversi Attori (Istituzioni,
Amministrazioni ed Enti) che − a vario titolo − intervengono e sono
attivi su tali tematiche e che possono offrire un contributo
significativo nel promuovere comportamenti di salute corretti.
Sviluppare il capitale sociale della nostra Regione
Il Programma verrà realizzato nel setting rappresentato
dalla Scuola e negli ambienti di vita correlati.
Il Programma coinvolge in modo attivo:
• alunni
• insegnanti
• genitori
La numerosità della popolazione scolastica di riferimento,
per ogni annualità del Programma, consta di circa 500
terze classi e di circa 12.500 alunni, distribuiti su tutto il
territorio regionale.
SETTING, DESTINATARI E DURATA DEL PROGRAMMA
Lo stesso acronimo SBAM! , che dà il titolo al Programma,
richiama i concetti di “Sport, Benessere, Alimentazione,
Mobilità, Scuola”:
Ciò a significare ed enfatizzare un “patto” che ha dato vita ad un
luogo istituzionale per la programmazione di politiche e azioni
educative per la salute, valorizzando la cooperazione tra ambiti,
saperi e competenze differenti in un regime di uso ottimale di
mezzi e risorse per un obiettivo comune.
“Dieci racconti di vite spezzate”
28/09/2013
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Immagini del concorso “Dal Palcoscenico alla realtà: a scuola di prevenzione”
Immagini del concorso “Dal Palcoscenico alla realtà: a scuola di prevenzione”