LA PIETRA DI BOTTICINO - vantini.it · Le rocce affioranti nel bacino marmifero di Botticino sono...

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§ COOPERATIVA OPERAI CAVATORI DEL BOTTICINO – SOC. COOP. § 030 2190108 030 2190320 @ [email protected] LA PIETRA DI BOTTICINO Redattore Relatore Geol. Sergio Ragnoli

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§ COOPERATIVA OPERAI CAVATORI DEL

BOTTICINO – SOC. COOP.

§ 030 2190108 030 2190320 @ [email protected]

LA

PIETRA

DI

BOTTICINORedattore

Relatore

Geol. Sergio Ragnoli

1 Inquadramento e

localizzazione

2 Geologia ed assetto

strutturale del territorio

3 Il Botticino Classico

nei secoli

4 La cava

tra ieri ed oggi

1 Inquadramento e localizzazione

Comune di

Botticino

Provincia di

Brescia

Regione

Lombardia

Italia

AMBITO

TERRITORIALE

ESTRATTIVO

PIETRE

ORNAMENTALI

3

ALTARE

ALTARE

ALTARE

ALTARE

ALTARE

2 Geologia ed assetto strutturale del territorio

CaCO3

Il vocabolo marmo deriva dal

greco antico μάρμαρον

(mármaron) o μάρμαρος

(mármaros) con il significato di

«pietra splendente».

In geologia un marmo è una roccia

appartenente alla famiglia delle rocce

METAMORFICHE.

In Lunigiana sono noti i marmi apuani.

Per la geologia le rocce del Botticino

Classico sono una facies della Formazione

della Corna la quale individua specifiche

rocce SEDIMENTARIE carbonatiche.

Le rocce affioranti nel bacino marmifero di Botticino sono di origine sedimentaria.

La loro origine carbonatica è legata alla diagenesi dei depositi subtidali e intertidali nelle regioni

tropicali mesozoiche.

Viene definito ciclo sedimentario peritidale la sovrapposizione (dal basso verso l’alto) delle

seguenti fasce di deposizione: Subtidale – fondali sostanzialmente sommersi per lunghi periodi;

Intertidale – zona ciclicamente esposta e inondata dalle maree; Supratidale – fascia con

caratteristiche tipiche di condizioni subaeree. Il ciclo peritidale, potenzialmente ripetibile

all’infinito, è indicativo del periodico succedersi di un graduale abbassamento e un rapido

innalzamento relativo del mare, cui consegue una lenta emersione e la veloce inondazione dei

sedimenti più vicini alla superficie dell’acqua. Ovviamente si deve pensare in termini di tempo

riconducibili alla scala geologica (Schirolli).

FORMAZIONE DELLA CORNA --- Retico Superiore ÷ Sinemuriano Inferiore

La Corna, ultima testimonianza dell'esistenza nel Bresciano di una piattaforma carbonatica, è di

colore chiaro, bianco avorio talvolta leggermente tendente al nocciola, con sottili stiloliti

evidenziate da spalmature di argilla rossa (ha numerose facies, il cui tasso percentuale di

magnesio cresce da Ovest a Est). Il Cacciamali (1898;1915) ne distinse una porzione inferiore di

colore bruno (“Corna infraliassica”) passante gradualmente ad una parte superiore bianca (“Corna

liassica” o “Corna tipica”); l’ambiente di formazione è stato di tipo prevalentemente subtidale con

cicli di shallowing-upward raramente giunti al supratidale (orizzonti con strutture a tepee). Nelle

colline a Est di Molvina è facilmente osservabile come la Corna calcarea divenga localmente

dolomitica, con tessiture saccaroidi di dolomia cristallina, che muta l’originaria tessitura.

I calcari della Corna sono principalmente compresi tra un mudstone-wackestone a prevalenti

peloidi, intraclasti e bioclasti ed un packstone-grainstone sempre a peloidi, intraclasti, ooidi,

oncoidi, resti di lamellibranchi, brachiopodi e coralli ahermatipici. Sono anche riscontrabili

echinidi e crinoidi, foraminiferi a guscio ialino (Lagenidæ) e frammenti di alghe (Thaumatoporella,

Solenopora)[Schirolli].

Il bacino marmifero bresciano, situato nel dominio del “Subalpino”, a Sud del lineamento

insubrico, è una successione normale, quasi totalmente carbonatica, di formazioni mesozoiche

legate ad una sedimentazione marina. In Tabella 1.I sono elencate, dal basso verso l’alto, le

formazioni affioranti sul terreno, dalla più antica alla più recente.

Tabella 1.I – Successione stratigrafica delle formazioni affioranti nel Bacino

La loro genesi è connessa alle trasformazioni dei fondali marini mesozoici in concomitanza degli

eventi tettonici legati al rifting del Subalpino quale margine continentale passivo del continente

paleoafricano prospicente il nascente l’Oceano Ligure-Piemontese .

Durante la fase distensiva dell’apertura oceanica la Corna si depositava omogeneamente nella

piattaforma carbonatica, ma l’intensa attività dei block-faulting destabilizzò il territorio con

faglie listriche che portarono alla formazione di alti e bassi strutturali. I nuovi profili sottomarini

influenzarono la sedimentazione: nelle zone di alto la Corna poté continuare le propria

deposizione mentre già lungo le scarpate iniziò ad accumularsi il Corso s.l. e poi il Medolo. Con la

successiva fase di drifting, l’area fu soggetta ad un graduale approfondimento testimoniato dalla

deposizione del Selcifero Lombardo e dalla Maiolica.

Maiolica

Selcifero Lombardo

Formazione di Concesio

Medolo

Corso Rosso di Botticino

Encrinite di Rezzato

Corna

Durante il Terziario, il processo distensivo si invertì e le placche si

scontrarono; il margine Eurasiatico scivolò sotto quello Africano finché non

venne completamente consunto e l’arco alpino iniziò la sua orogenesi.

Questo fu ultimo grande evento tettonico che deformò anche le formazioni ora

affioranti nei rilievi orientali di Brescia; il processo è testimoniato in questa zona

da una serie di pieghe parallele tra loro, a direzione E-W e con piano assiale

leggermente coricato verso SSE, che caratterizzano il territorio in oggetto.

3 Il Botticino Classico nei secoli

Già i Romani avevano attinto alle riserve litologiche dei colli bresciani e tra i vari

materiali per la costruzione del Foro e del Tempio Capitolino in Brescia prescelsero con

lungimiranza l'attuale pietra di Botticino. Viene specificatamente utilizzato il termine

lungimiranza poiché ci si potrebbe chiedere cosa spinse i Romani ad utilizzare blocchi

portati da lontano quando avevano Medolo in quantità.

Un inciso. Si noti un fatto curioso: in dialetto bresciano una cava di pietra a cielo aperto

viene chiamata medol.

I Romani conoscevano già da tempo i

marmi con i quali avevano iniziato ad

abbellire l'Urbe e forse proprio il candore

del Botticino, ma più presumibilmente la

conoscenza dei pontifex, gli ingegneri di

allora, trovarono nel Botticino le

caratteristiche standard della pietra

utilizzata per le opere imperiali. Vennero

quindi aperte cave per approvvigionare

della materia prima i cantieri romani in

Brescia.

I medoli assunsero un riconoscimento formale da quando i Comuni ne assunsero la gestione ed

iniziò lo sfruttamento privato concesso in via affittuale (polizza d'estimo del 1583 per l'affitto di

«terra per medoli»; documentazione relativa agli anni 1586 e 1590 circa l'affitto di un

«medollo»). Complice la fitta rete mercantile veneta, accanto all'uso ornamentale e artistico

della pietra bresciana si sviluppò un nuovo ampio mercato con la duplice offerta:

-- materiale edile per l'impiego nella costruzione di abitazioni private od edifici pubblici;

-- la produzione dell'unico legante idraulico allora conosciuto, la calcina.

Nel Seicento fu redatto dal podestà Giovanni da Lezze il «Catastatico Bresciano», un

documento altamente analitico riportante la situazione geopolitica ed economica dei

Comuni bresciani. Il documento parla blandamente dell'escavazione dei blocchi, ma

riferisce ampliamente sull'opera delle calchere in Botticino Sera dove oltre 200

persone: «tagliano legni, et altri cavano la scaiola dai Medoli, altri poi si adoperano

nell'abbruggirli in fornace al n°di quattro, ò cinque, et se ne fanno più di duecento

carri all'anno»; similmente sul M. Paina a Botticino Mattina: «si li fà le calcine,

sostentandosi molte persone in quell'essercitio, così nel tagliar legne, come nel far

cuocere la calcina, et vien condotta poi con i carri, et cavalli in diverse parti di questi

territori». A Rezzato e Virle la situazione non cambia con le: «tre ò quattro fornase da

far calcina di raggione de particolari, et in essa si sostentano molte persone» e

Mazzano dove: «vi sono alcuni boschi, dove si fanno legne, et si cuoce anco calcine».

Senza mistificazione di dati, il Da Lezze descrive il quantitativo e il mercato

dell'industria della calcina che Brescia ha in gestione; l'enorme produzione di calcina

appare troppo elevata per un utilizzo anche solo provinciale ed infatti si afferma

l'apertura di scambi commerciali con lontani non identificati acquirenti. Un'ultima

curiosità, riportata nel documento del Da Lezze, è il riferimento a Rezzato come

unico comune con importanti cave e che può permettersi un'esportazione addirittura

extra-statale: «Queste genti per lo più si sostentano col cavar prede dal monte de

Cedole sopraddetto del Peladolo, mandandosi dette pietre in molti luochi dello Stato,

et anco fuori, per far seleti et altre opere, come scalle, finestre et altro».

ANNO 1925

Mercato dei Grani – Brescia Mercato dei Grani – Brescia

Cimitero monumentale – Brescia

Banca Commerciale Italiana in Piazza della Scala – Milano

Banca Commerciale Italiana in Piazza della Scala (ingresso) – Milano

Palazzo di Giustizia – Roma

Altare della Patria – Roma

Grand Central Terminal – New York

Grand Central Terminal – New York

Grand Central Terminal – New York

4 La cava tra ieri ed oggi

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all’articolo 32-bis.

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Ove non reperibile l’autore si riporta di seguito il link da cui l’immagine è stata tratta.

http://www.ecodellevalli.tv/cms/46422/milano-lergon-al-made-in-botticino-in-scena-le-imprese-del-marmo/

http://www.meridiani.info/il-ciclo-delle-rocce/

http://www.digilands.it/natura-illustrata/scienzacultura/orogenesi/index.html

http://www.meridiani.info/la-formazione-delle-montagne/

http://fotostoriche.provincia.brescia.it/archivionegri/index.php

http://www.saverianibrescia.com/chiesa_di_san_cristo.php

http://www.giornaledibrescia.it/fotogallery/riapre-l-area-del-capitolium-il-nuovo-percorso-museale-7.26401

http://commons.wikimedia.org/wiki/File:La_Loggia_di_Brescia.jpg

http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-

MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_1253886687.html

http://www.album-mmt.it/foto/main.php