LA PAROLA DI DIO E LA FEDE - WebDiocesi · Parola noi la troviamo nella Bibbia o Sacra Scrittura...

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Per il nuovo anno pastorale l’Ar- civescovo di Udine ha chiesto a tutti i fedeli della nostra diocesi di approfondire il tema della Pa- rola di Dio. Ha anche scritto una lettera pa- storale su questo argomento che è fondamentale per crescere nel- la fede. Oggi molti affermano di avere poca fede, o di avere una fede vacillan- te, ed è una realtà continuamente riscontrabile. Che cosa è la fede? Non è certamente credere che Dio esiste, ma aver fede (fides=fiducia) significa fidarsi di Lui. Qualche persona cerca di giusti- ficare i propri dubbi affermando che, se ha poca fede, significa che nel battesimo Dio gliene ha data poca. Sappiamo però che Dio non dà la fede a chili o a metri, ma nel battesimo la dà a tutti, insieme con la speranza e la carità, come un seme che deve crescere continua- mente se trova il terreno adatto per svilupparsi. L’uomo, mente e cuore, cresce nella fede aiutato dalla parola e dall’esempio dei suoi genitori, dei suoi insegnanti, dei suoi amici, dell’ambiente in cui vive e, soprat- tutto, cresce alimentandosi nella lettura, nell’ascolto e nella medita- zione della Parola di Dio. E questa Parola noi la troviamo nella Bibbia o Sacra Scrittura che con i suoi set- tantadue libri ci fa conoscere quel- lo che Dio ha voluto manifestare di se stesso agli uomini attraverso gli agiografi o scrittori sacri. Come agli alunni si insegnano pri- ma le cose più elementari e poi, via via, si passa alle cose più comples- se, così Dio ha agito con gli uomini allargando sempre la sua rivelazio- ne nei secoli fino a giungere alla pienezza in Gesù Cristo che noi chiamiamo “Il Verbo di Dio che si è fatto carne”, cioè la “Parola di Dio che si è fatta persona”. Il filosofo ebreo-tedesco Martin Buber, morto circa cinquant’anni fa, in un suo libro che si intitola “L’Eclissi di Dio” afferma che solo se Dio si fa conoscere attraverso la rivelazione noi possiamo avere una idea della divinità; tutte le al- tre forme religiose (teodicee) sono frutto della intelligenza e della fan- tasia dei filosofi e degli uomini, ma non ci danno una vera idea della realtà di Dio. Ne consegue quindi che se voglia- mo conoscere Dio e crescere nella sua conoscenza per avere fiducia in Lui (fede) abbiamo bisogno di approfondire la conoscenza della Parola di Dio. Quanti oggi hanno letto e leggono la Bibbia, o almeno il Vangelo ed il Nuovo Testamento? Diciamo tutti, scusandoci, che non abbiamo tempo, che i ritmi della vita di oggi sono troppo assillanti; ma è anche vero che per vedere le (spesso) banalità delle trasmissio- ni televisive e per sentire i discorsi monotoni o farneticanti dei paro- lai televisivi di turno il tempo lo troviamo. Abbiamo almeno ogni domenica la possibilità di ascoltare la Paro- la di Dio durante la celebrazione della Santa Messa, ma molti si guardano bene dal correre questo “rischio” che potrebbe obbligarci a riflettere, a capire ed a cambiare la vita, e quindi evitano di andare alla Messa. E così diciamo di non avere fede, cioè preferiamo fidarci degli uomi- ni, ai quali crediamo poco, invece Anno XVIII - Nº 75 - OTTOBRE 2010 - Trimestrale - Poste Italiane. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Udine - Contiene I.C. TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA LA PAROLA DI DIO E LA FEDE continua a pag. 2

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Fagagna - Bollettino della Comunità Cristiana 1

Per il nuovo anno pastorale l’Ar-civescovo di Udine ha chiesto a tutti i fedeli della nostra diocesi di approfondire il tema della Pa-rola di Dio.Ha anche scritto una lettera pa-storale su questo argomento che è fondamentale per crescere nel-la fede.Oggi molti affermano di avere poca fede, o di avere una fede vacillan-te, ed è una realtà continuamente riscontrabile.Che cosa è la fede?Non è certamente credere che Dio esiste, ma aver fede (fides=fiducia) significa fidarsi di Lui.Qualche persona cerca di giusti-ficare i propri dubbi affermando che, se ha poca fede, significa che nel battesimo Dio gliene ha data poca. Sappiamo però che Dio non dà la fede a chili o a metri, ma nel battesimo la dà a tutti, insieme con la speranza e la carità, come un seme che deve crescere continua-mente se trova il terreno adatto per svilupparsi.L’uomo, mente e cuore, cresce nella fede aiutato dalla parola e dall’esempio dei suoi genitori, dei suoi insegnanti, dei suoi amici, dell’ambiente in cui vive e, soprat-tutto, cresce alimentandosi nella lettura, nell’ascolto e nella medita-zione della Parola di Dio. E questa Parola noi la troviamo nella Bibbia o Sacra Scrittura che con i suoi set-

tantadue libri ci fa conoscere quel-lo che Dio ha voluto manifestare di se stesso agli uomini attraverso gli agiografi o scrittori sacri.Come agli alunni si insegnano pri-ma le cose più elementari e poi, via via, si passa alle cose più comples-se, così Dio ha agito con gli uomini allargando sempre la sua rivelazio-ne nei secoli fino a giungere alla pienezza in Gesù Cristo che noi chiamiamo “Il Verbo di Dio che si è fatto carne”, cioè la “Parola di Dio che si è fatta persona”.Il filosofo ebreo-tedesco Martin Buber, morto circa cinquant’anni fa, in un suo libro che si intitola “L’Eclissi di Dio” afferma che solo se Dio si fa conoscere attraverso la rivelazione noi possiamo avere

una idea della divinità; tutte le al-tre forme religiose (teodicee) sono frutto della intelligenza e della fan-tasia dei filosofi e degli uomini, ma non ci danno una vera idea della realtà di Dio.Ne consegue quindi che se voglia-mo conoscere Dio e crescere nella sua conoscenza per avere fiducia in Lui (fede) abbiamo bisogno di approfondire la conoscenza della Parola di Dio.Quanti oggi hanno letto e leggono la Bibbia, o almeno il Vangelo ed il Nuovo Testamento?Diciamo tutti, scusandoci, che non abbiamo tempo, che i ritmi della vita di oggi sono troppo assillanti; ma è anche vero che per vedere le (spesso) banalità delle trasmissio-ni televisive e per sentire i discorsi monotoni o farneticanti dei paro-lai televisivi di turno il tempo lo troviamo.Abbiamo almeno ogni domenica la possibilità di ascoltare la Paro-la di Dio durante la celebrazione della Santa Messa, ma molti si guardano bene dal correre questo “rischio” che potrebbe obbligarci a riflettere, a capire ed a cambiare la vita, e quindi evitano di andare alla Messa.E così diciamo di non avere fede, cioè preferiamo fidarci degli uomi-ni, ai quali crediamo poco, invece

Anno XVIII - Nº 75 - OTTOBRE 2010 - Trimestrale - Poste Italiane. - Spedizione in Abbonamento PostaleD.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Udine - Contiene I.C.

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Fagagna - Bollettino della Comunità Cristiana2

La parola di Dio e la fede 1

L’Arcivescovo a Fagagna 2

Ascolta, figlio, le mie parole 3

Un profondo dolore ha colpito le vicine comunità di San Vito, Madrisio e Silvella per la scomparsa del parroco mons. Luciano Felice 3

1 Novembre: tutti i Santi... 4

Celebrazioni dei Santi e dei defunti 4

Ai parroci con un sorriso 4

Si rinnova il Consiglio Pastorale 5

La memoria 5

L’altra faccia del Mondiale 6

Le nostre Chiese 8

Visita alle suore di Vittorio Veneto 11

Un pôc di furlan 11

Grest 2010 12

Campi scuola 2010 13

Un’occasione per tutti 13

Scuola per l’infanzia “Maria Bambina” inizia una nuova avventura 14

Offerte 14

Anagrafe parrocchiale 15

Sagra e dintorni 16

Consigli per uno studente 16

L’ARCIVESCOVO A FAGAGNA

di fidarci di Dio. La fede non è la soluzione dei problemi della vita, né un toccasana per i nostri malan-ni, ma è quel grande dono che ci fa capire il perché di tante cose, è una

porta che si apre davanti a noi, è una luce, che ci aiuta a camminare, anche in mezzo alle difficoltà della vita, con maggiore serenità e spe-ranza, nella certezza che Dio è un Padre che ci ama.Conoscere la Parola di Dio, quindi,

significa anche capire meglio il va-lore e la grandezza dell’uomo figlio di Dio e amato da Dio.

Il Parroco

Appena arrivato a Udine l’Arci-vescovo Andrea Bruno Mazzoca-to ha manifestato il desiderio di conoscere personalmente la terra e le persone della Chiesa diocesa-na udinese e ha deciso di farlo de-dicando tre giorni a ciascuna delle ventiquattro foranie che raggrup-pano le 379 parrocchie della dio-cesi di Udine.È giunto a Fagagna il 17 settem-bre dedicando la mattinata ai sa-cerdoti della forania e per un bre-ve saluto agli alunni della Scuola Primaria Parrocchiale “Noemi Nigris” e a quelli della Scuola dell’Infanzia “Maria Bambina”.Nel pomeriggio di venerdì 17 e nella mattinata di sabato 18 set-tembre ha fatto visita a tutte le 11 parrocchie del vicariato dedi-cando qualche minuto anche alle chiese nelle quali si celebra alme-no saltuariamente la Santa Messa, fermandosi a salutare ed a con-versare con le persone che lo at-tendevano con le quali ha recitato anche una breve preghiera.È rimasto ammirato per il numero delle chiese, segno di una radice profonda di fede del nostro passa-to, e per la bellezza e la cura con cui ogni paese custodisce la pro-pria chiesa.Nei tre giorni di permanenza nel nostro territorio ha celebrato la Santa Messa nelle parrocchie di Martignacco, di Ciconicco e di S. Vito di Fagagna. Particolarmen-te significativi e toccanti sono stati gli incontri di mons. Mazzo-cato con i giovani nella chiesa di S. Margherita del Gruagno in un clima di preghiera e di intensa spi-

ritualità, con tutti gli operatori pa-storali foraniali nella sala Vittoria di Fagagna e con gli anziani ospiti della struttura Zaffiro nella zona della Città Fiera.La visita dell’Arcivescovo si è con-clusa con una celebrazione Euca-ristica domenica 19 nella chiesa di San Giacomo a Fagagna.La partecipazione molto numero-sa dei fedeli da tutti i paesi della Forania nella preghiera e nei canti, le croci infiocchettate a festa come simbolo di comunione di tutte le parrocchie e la liturgia animata da rappresentanti di tutte le parroc-chie hanno reso particolarmente suggestiva e solenne la Santa Mes-sa concelebrata dall’Arcivescovo e da tutti i sacerdoti della forania.Prima della fine della Santa Messa, alla presenza del nostro Vescovo, è stato dato l’annuncio dell’avvio dell’anno pastorale 2010/2011 che prevede un impegno di approfon-dimento nella conoscenza della Parola di Dio per tutte le parroc-chia con diversi incontri foraniali e lo studio, parrocchia per par-rocchia, dalle tracce di riflessione suggerite dal centro diocesano attraverso le schede che sono un aiuto semplice e pratico per co-noscere meglio le ricchezze della Rivelazione.Al termine delle tre giornate, dopo la Santa Messa, l’Arcivescovo si è fermato a salutare tante persone sul sagrato della chiesa di S. Gia-como dove era stato preparato per tutti un rinfresco semplice e cordiale.

segue da pag. 1

SOMMARIO

INDULGENZA PLENARIAPER I DEFUNTI

I fedeli che, confessati e comunicati, dal mezzogiorno del 1º novembre a tutto il giorno 2, visiteranno una chie-sa recitando il Padre Nostro, il Credo e una preghiera per il Papa, possono acquistare l’indulgenza plenaria appli-cabile solo ai defunti.La stessa indulgenza può essere ac-quistata, una sola volta al giorno, an-che visitando il cimitero dall’1 all’8 novembre.

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Fagagna - Bollettino della Comunità Cristiana 3

Mons. Luciano Felice era nato a Madonna di Buja il 18 gennaio 1931. Ordinato sacerdote nel 1956, aveva iniziato il suo apostolato come cappellano a Rubignacco e poi al Carmine di Udine. Nel 1965 divenne parroco di Sauris e nel 1971 pievano di S. Margherita del Gruagno. Nel 1977 l’Arcivescovo mons. Battisti gli affidò l’incarico di pro-vicario generale e, succes-sivamente, di vicario generale del-la diocesi. Contemporaneamente nel 1980 divenne parroco di Trava e Avaglio (Carnia) e, dal 1983, di Mereto di Tomba. Nel 1986, lascia-to l’incarico di vicario generale, mons. Felice assunse l’incarico di arciprete di Gemona. Dal 2001 era parroco di Madrisio e di S. Vito di Fagagna, dal 2002 anche di Silvel-la, incarichi, che resse sino alla sua scomparsa, avvenuta il 30 giugno 2010. Era Canonico onorario del Capitolo Metropolitano e Prelato

d’onore di sua Santità.Così lo ricorda il nostro parroco don Adriano: “Era una persona intel-ligente e buona, ma nel contempo semplice e umile. A San Vito, Ma-drisio e Silvella ha operato molto bene, riuscendo a mantenere unite tre parrocchie. Si è speso molto an-

che per gli ammalati e gli anziani…In tutti i luoghi in cui ha operato è stato molto amato”.Desideriamo ricordare mons. Lucia-no Felice con questo suo intervento del 2006, pubblicato dalle sue comu-nità in occasione del trigesimo.“L’unico sogno che nutro, al di sotto del vero Refrigerio che è la “Pace dei Santi”, è la crescita di responsabilità dei laici. Sogno un gruppo di fedeli al Vangelo di Cri-sto, generoso, coraggioso, maturo nella fede che sappia prendere il testimone dell’annuncio. Non è una novità, è il ritorno all’antico spirito della giovane Chiesa. Gesù non ha promesso vita facile ai suoi. È la costanza l’anello debole dei col-laboratori dell’Evangelizzazione. L’apostolo autentico non aspetta l’applauso degli uomini, lavora per il Regno dei Cieli. Altrimenti Gesù ci ammonisce: “Avete già ricevuto la ricompensa…!”.

“ASCOLTA, FIGLIO, LE MIE PAROLE”

UN PROFONDO DOLORE HA COLPITO LE VICINE COMUNITÀ DI SAN VITO,MADRISIO E SILVELLA PER LA SCOMPARSA DEL PARROCO MONS. LUCIANO FELICE

È il tema pastorale 2010/2011 ed è stato presentato in occasione della festa dei Patroni dell’Arcidiocesi di Udine, i santi Ermacora e Fortunato, quando l’Arcive-scovo celebra i primi vespri della festa assieme ai sa-cerdoti, ai diaconi e agli operatori pastorali. In quella celebrazione mons Mazzocato ha spiegato:«Ho pensato di proporre l’ascolto della Parola di Dio come primo tema del mio ministero episcopale tra voi. Esso ci accompagnerà nel prossimo anno. Indicare il cammino unitario della Chiesa Udinese per tempo, così come i Consigli presbiterale e pastorale diocesani ave-vano suggerito durante il loro mandato, permette ad ogni forania di programmare le proprie attività e dare inizio, tutti assieme, al nuovo anno. Secondo l’orienta-mento diocesano collaudato, ogni forania è invitata ad iniziare l’anno pastorale 2010-2011 il 19 settembre con una celebrazione appositamente preparata».Nel nostro caso la data è stata concomitante con la visi-ta pastorale nella Forania di Fagagna e al termine della celebrazione eucaristica, mons. Mazzocato ha conse-gnato idealmente a tutti la lettera pastorale «Ascolta, Figlio, le mie parole (Prov. 4,10). Per essere una Chiesa guidata dalla Parola di Dio»

iL doCumENto È SCARiCAbiLE dA iNtERNEt, dAL PoRtALE dELLA dioCESi www.dioCESiudiNE.it E dAL Sito www.LAVitACAttoLiCA.it.

La lettera pastoraleè così articolata:

1 - Introduzione:Un anno dedicato all’ascol-to della Parola di Dio

2 - Prima parte:Le condizioni per ascoltare la Parola di Dio

3 - Seconda parte:Indicazioni pastorali

4 - Conclusione:Maria, donna dell’ascolto

Sarà compito del nuovo Consiglio Pastorale fora-niale mettere in atto le iniziative per una serie di riflessioni sia a livello degli ambiti forianiali che a livello parroc-chiale.

In copertina:L’apparizione del Cristo

risorto agli Apostoli.Iniziale miniata

di Antifonario gemonesedel XIII sec.

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Fagagna - Bollettino della Comunità Cristiana4

L’arrivo di questo Bollettino Parroc-chiale si colloca all’inizio dell’autunno e all’approssimarsi delle celebrazioni dei Santi e dei defunti, particolarmen-te sentite dalla comunità.Per favorire il giusto atteggiamen-to di riflessione e di preghiera che questi momenti suggeriscono, si pro-pongono alcuni scritti del grande Pontefice PAoLo Vi° (1897-1978), raccolti nel volumetto, “PENSIE-RI DI PAOLO VI°, per ogni gior-no dell’anno”, di Mons. Ulderico Gamba, Edizioni Carroccio 1983.

LA SANTITÀ è POSSIBILEMa è impossibile la santità? No, è faci-le, per chi vuole…. I Santi ci mandano questo consolante messaggio: possibi-le; e lo confermano con i loro esempi, con la loro fraterna intercessione. Ci insegnano quali sono i veri valori in-dispensabili: quelli della pietà, quelli della bontà. Ci fanno sognare i San-ti. Ma non sono sogni. È una visione ch’essi ci aprono davanti, la visione del cielo; del cielo sopra la terra; del

cielo dove con Cristo campeggia la Regina del cielo.

LA VISITA AL CIMITEROLa visita al cimitero si giustifica per due valide ragioni: per compiere un dovere di memoria e di riconoscenza verso chi ci ha lasciato ogni eredità, quella della vita specialmente, e poi tante altre, dell’amicizia, ad esempio, dell’esperienza, della cultura, del sa-crificio forse. Dimenticare non è uma-no, non è saggio.E l’altra ragione: perché la memoria dei morti non è soltanto una rimem-branza, è una celebrazione della loro sopravvivenza, della immortalità del-la loro anima, anche se tanto velata di mistero; è un contatto con una comu-nione viva e commovente, con coloro i quali, come dice la liturgia della Chie-sa: “ci hanno preceduti col segno della fede e dormono nel sonno della pace”. In Cristo li possiamo in qualche modo raggiungere, i nostri morti, che in Lui sono vivi. In Cristo continua la circo-lazione dell’amore... Un giorno, se qui

siamo inseriti in Cristo, il nostro esse-re risorgerà, ricomposto, perfetto e fe-lice... Lo sguardo dal passato si volge al futuro, verso l’aurora del ritorno di Cristo. Riflettiamo e preghiamo per i morti e per noi vivi.

1 NOVEMBRE: TUTTI I SANTI.2 NOVEMBRE: COMMEMORAZIONE DI TUTTI I FEDELI DEFUNTI NEL PENSIERO DI PAOLO VI°

AI PARROCI CON UN SORRISOCELEBRAZIONI DEI SANTI E DEI DEFUNTI

LUNEDì 1 NovEmbREFEsTA DEI sANTIore 9 - S. Messa nella Chiesa di S. Giacomoore 11 - S. Messa nella Chiesa Parrocchialeore 15 - S. Messa nella Chiesa Parrocchiale e, al termine, visita al cimitero e

preghiera di suffragio per i defunti.

mARTEDì 2 NovEmbRECommEmoRAZIoNE DEI DEFUNTIore 9 - S. Messa nella Chiesa di S. Giacomoore 11 - S. Messa nella Chiesa Parrocchialeore 15 - S. Messa nella Chiesa di S. Giacomo

N.B. = Con le celebrazioni per i defunti, cessa la messa festiva delle 11.00 nella Chiesa Parrocchiale (perchè priva di riscaldamento) e pertanto dalla DomENICA 7 NovEmbRE tutte le messe festive si celebreranno nella Chiesa di San Giacomo con i soliti orari (ore 9.00 - 11.00 - 18.00).

Mi è capitata tra le mani questa sorri-dente riflessione sul prete che ritengo di proporre a tutti come motivo di un benevolo sorriso.

IL PARROCO SBAGLIA SEMPRE...Se il parroco ha un volto gioviale: “È un ingenuo”. Se è pensoso: “È un eterno insoddisfatto”. Se è bel-lo: “Perché non si è sposato?”. Se è brutto: “Nessuno l’ha voluto!”. Se va all’osteria: “È un beone”. Se sta in casa: “È un asceta sdegnoso”. Se va in “borghese”: “È un uomo di mon-do”. Se va con la tonaca: “È un con-servatore”. Se parla con i ricchi: “È un capitalista”. Se sta con i poveri: “È un comunista”. Se è grasso: “Non si lascia mancar niente”. Se è magro: “È un avaro”. Se cita il Concilio: “È un prete moderno”. Se parla di cate-chismo: “È un tridentino”. Se fa una predica lunga più di 10 minuti: “È un parolaio”. Se fa una predica cor-ta: “Non sa cosa dire”. Se alla predi-ca alza la voce: “Grida e si arrabbia con tutti”. Se parla con tono normale:

“Non si capisce niente”. Se possiede una macchina: “È mondano”. Se non ce l’ha: “Non segue il tempo”. Se vi-sita i parrocchiani: “Gironzola e fic-ca il naso nelle loro cose”. Se sta in canonica: “Ama il distacco e non va mai a visitare i suoi parrocchiani”. Se chiede delle offerte: “È avido di de-naro”. Se non organizza delle feste: “La parrocchia è morta”. Se trattiene i penitenti a lungo in confessionale: “Dà scandalo” o “È interminabile”. Se nel confessionale è svelto: “Non ascolta i penitenti”. Se comincia pun-tualmente la Messa: “Il suo orologio è avanti”. Se ritarda appena un po’: “Fa perdere tempo a tutti”. Se fa restau-rare la Chiesa: “Fa spreco di denaro”. Se non lo fa: “Lascia andare tutto alla malora”. Se parla con una donna, si pensa subito di costruire un romanzo rosa. Se vuol bene alla gente: “È per-ché non la conosce….”. Se è giovane: “È senza esperienza”. Se è vecchio: “È ora che se ne vada in pensione”.Se muore: non c’è nessuno che venga a sostituirlo!

QUANDO ACCENDIAMO UNA CANDELA...LA LUCE CHE ACCENDI

SIA SEGNO DELLA TUA FEDE,CONTINUAZIONE DELLA TUA PREGHIERA...

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Fagagna - Bollettino della Comunità Cristiana 5

L’esigenza che già avevamo illustrato negli anni scorsi, trova ora uno giusta risposta in quanto S. E. Mons. Andrea Bruno Mazzocato ha disposto il rinnovo di tutti gli organismi ecclesiastici compreso il Consiglio Pastorale Parrocchiale, entro il 30 ottobre.Sino ad oggi il nostro CPP era composto dai rappresentanti delle varie aggregazioni o gruppi operanti in parrocchia e di 12 componenti di eletti o nominati. Il numero di circa 30 componenti di fatto negli ultimi anni ha limitato l’efficacia dell’azione del Consiglio.Si è pensato quindi di ritornare alla sostanza delle disposizioni uscite dal Sinodo Diocesano V° che prevede alcuni componenti di diritto quali: il parroco, 1 rappresentante degli ordini religiosi presenti in parrocchia, 1 rappresentante del consiglio per gli affari economici, il responsabile per ogni settore pastorale (6 in tutto). La proposta successiva è quella di eleggere 12 consiglieri da una lista compilata seguendo alcune linee guida comunicate dalla Diocesi e che prevedono:- l’inserimento nella lista di persone effettivamente impegnate e rappresentative dei gruppi pastorali;- che venga garantita la rappresentatività (giovani, donne, uomini, categorie sociali) di chiara appartenenza cattolica; - che ci sia l’impegno a promuovere fra gli operatori pastorali laici un rinnovo generazionale deciso, anche se graduale.L’elezione del CPP verrà fatta nei giorni sabato 16 e domenica 17 ottobre quando ci sarà la possibilità

di votare, usando l’apposita scheda, prima e dopo le Sante Messe, compresa quella prefestiva.Vale la pena di sottolineare l’importanza del CPP e del ruolo dei laici.È l’organismo di programmazione e di coordinamento di tutta l’azione pastorale della parrocchia.In particolare ha il compitoa) di elaborare il programma pastorale annuale, in attuazione al piano generale della diocesi e del programma pastorale foraniale;b) coordinare l’azione pastorale dei gruppi esistenti in parrocchia;c) stimolare la partecipazione di tutti i battezzati alla vita della comunità ecclesiale.Le recenti linee guida, suggeriscono infine - la necessità del coinvolgimento della comunità cristiana nella costituzione del Consiglio,nella partecipazione attiva e nella verifica- di individuare forme di interazione tra il Consiglio parrocchiale e quello Foraniale- stabilire incontri “fissi”, con tematiche comuni da sviluppare in tutti i Consigli per un itinerario ecclesiale condiviso.Al momento dell’uscita di questo numero probabilmente la lista per elezioni del CPP sarà già stata formata e resa nota. Non rimane che sottolineare l’importanza della partecipazione a questo momento significativo nella vita della nostra comunità.

Il direttore del CPPA. Furlano

SI RINNOVA IL CONSIGLIO PASTORALE

Uno dei difetti della nostra società multietnica e multiculturale è quello di dimenticare i valori della nostra cultura e della nostra civiltà, per copiare in modo acritico, quindi poco intelligente i difetti degli altri.Questo, purtroppo, è vero per tanti aspetti della vita e della società, ma è particolarmente deleterio nella scuola con gravi conseguenze per le giovani generazioni alle quali “si deve evitare qualsiasi sforzo e sacrificio”.In questo modo vediamo crescere bambini e giovani privi di una facoltà umana fondamentale come la memoria, o senza la capacità

di ordinare i tempi della storia come sviluppo logico e temporale provocato dai personaggi e dalle grandi idee.L’America non fa studiare le date storiche perché non ha una storia, e in Italia gli psicologi di avanguardia, particolarmente numerosi nel Ministero della P.I. come esperti e consulenti, fanno abolire nei programmi ministeriali l’apprendimento delle date con la conseguenza che gli studenti di oggi non sanno dire se Giulio Cesare è vissuto prima o dopo Alessandro Magno o se il Manzoni è uno scrittore del 1500 o del 1800.

La memoria non è una facoltà umana che si consuma usandola, ma la si perde se non la si usa.Su questo argomento si potrebbe continuare a parlare a lungo, sulle “tabelline”, sull’analisi logica e grammaticale, sulle poesie, ecc., ma queste poche riflessioni hanno solo lo scopo di creare un maggiore interesse su un problema che ha dei riflessi in tanti aspetti della vita delle persone.Conclusione? Stiamo attenti a imparare tutto quello che gli altri hanno di bello e di positivo e di arricchente, ma lasciamo perdere i difetti che impoveriscono l’uomo e la nostra società.

LA MEMORIA

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Fagagna - Bollettino della Comunità Cristiana6

L’Africa è stata molto orgogliosa del fatto che i mondiali di calcio si siano svolti in terra africana. È sta-to il mondiale ‘africano’. Purtroppo i risultati sono stati piuttosto delu-denti per le squadre del continen-te, come tutti sanno. Nonostante tutto, nonostante qualche inciden-te avvenuto durante lo svolgersi dei campionati, si può dire che le cose siano andate molto meglio del previsto. Orgogliosa e soddisfatta naturalmente tutta la nazione su-dafricana o almeno i suoi dirigenti che hanno visto in questo avveni-mento un otti-mo mezzo per fare pubblicità del Paese, at-tirare turisti e investitori stra-nieri.

Un avvenimen-to sportivo che nel suo fondo è bello: lo sport al servizio del-la fraternità u n i v e r s a l e , dell’amicizia fra le nazioni, un evento pacifico che mobilizza e appassiona mi-lioni e milioni di persone. Bello. Simpatico.Gli Africani hanno seguito minuto per minuto con grande interesse e partecipazione emotiva. Non pen-so che altrove le cose si siano svol-te molto diversamente dal Came-run, mio osservatorio, dove si può dire che il Paese si fermava nelle ore delle partite, soprattutto quan-do le squadre africane giocavano e naturalmente in modo particolare quando la squadra del cuore gioca-va. Nei giorni in cui c’era una par-tita importante, gli uffici dell’am-ministrazione si svuotavano molto prima dell’orario previsto e ognuno correva a casa o al bar a prendere una posizione comoda per seguire

tutte le fasi delle partite, in modo da poter sostenere con argomenti fondati le animate discussioni che seguivano le partite. La compagnia distributrice dell’elettricità ha fatto l’impossibile perché non ci fossero proprio quei giorni e a quelle ore dei tagli della corrente elettrica, come avviene ancora con una certa frequenza. Grandissima delusione poi quando i “Leoni Indomabili” camerunesi sono stati squalifica-ti. Il Mondiale sembrava finito... poi ognuno si è messo a seguire le squadre africane superstiti finché è

stato necessario prendere posizio-ne per una delle squadre finaliste per partecipare fino all’ultimo alle emozioni dell’avvenimento.Insomma tutto è andato bene, tut-ti sono stati contenti, i bar hanno lavorato a pieno ritmo, i vendito-ri ambulanti di gadgets coi colori camerunesi hanno fatto affari, e anche i venditori di televisioni, i giornali avevano finalmente qual-cosa di interessante da scrivere, si guarda ora ad altre mete. Questo, secondo uno sguar-do di tipo giornalistico, secondo quell’opinione pubblica che non cerca di andare dentro le cose, di ragionare, di capire meglio. Poi da

lontano - come si sa - i problemi sfumano nell’indefinito e solo una piccola cerchia di persone ha l’inte-resse, la pazienza e i mezzi concreti per sviscerare un po’ e cogliere an-che altri lati dell’avvenimento che non interessano al cronista delle partite. Il mondo intero infatti ha seguito con attenzione e passio-ne le partite; migliaia di persone provenienti da tutte le direzioni si sono recate sul posto per supporta-re le squadre rispettive (più di tre milioni di spettatori hanno affolla-to gli stadi, di cui cinque nuovi di

zecca); le tele-visioni e le ra-dio erano cen-trate sui diversi stadi e hanno riportato ser-vizi spesso elo-giativi sull’or-ganizzazione, la sicurezza, le attrazioni che offre il Suda-frica, ecc. Al-cune riviste ne hanno fatto un bilancio a te-sta fredda, ma quel tipo di ri-viste non arriva nelle case della

maggioranza di cittadini. Si sa anche che in Italia e in Euro-pa in genere un certo tipo di pro-blematiche sono tabù. Non bisogna turbare la buona coscienza degli onesti cittadini. Le agenzie di stam-pa che filtrano le comunicazioni le censurano rigorosamente quelle problematiche, per propinarci uni-camente le informazioni che non disturbano i padroni di turno. De-mocrazia obbliga.In realtà, una lettura critica del Mondiale di calcio 2010 rivelereb-be appunto qualche aspetto pro-blematico. Il più facile da reperire è quello economico. Solo Dio sa quanto questo avvenimento sarà

L’ALTRA FACCIA DEL MONDIALE

La nazionale di calcio del Camerun

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costato. Un primo stanziamento di 1.100 miliardi di dollari sarà certa-mente stato superato dagli avveni-menti. Stadi, strutture di accoglien-za, infrastrutture, comunicazione, sicurezza pubblica… È vero che il Sudafrica è in questo momento il Paese, che traina l’economia afri-cana, che fa investimenti impor-tanti un po’ dappertutto (si pensi alle comunicazioni, si pensi alla quantità di alimentari che arrivano quotidianamente sui mercati afri-cani in provenienza dal Sudafrica). Resta altrettanto vero che le fasce povere e anche misere della popo-lazione sudafricana restano impor-tanti e che i servizi pubblici di fatto beneficiano solo una porzione ben limitata degli abitanti. Certamente tutte le opere realizzate per rende-re possibile l’avvenimento avran-no fatto circolare soldi, avranno incentivato la creazione di posti di lavoro. Ma una volta calato il sipa-rio sullo spettacolo, cosa resterà per la gente, in particolare per le fasce deboli? Tutti gli investimen-ti fatti aiuteranno a medio e lun-go termine le popolazioni? In che percentuale i soldi stanziati per il Mondiale sono andati effettiva-mente per le realizzazioni e in che percentuale si sono persi per strada ? Si saranno create strutture pro-duttive permanenti per incentivare posti di lavoro e diminuire la disoc-cupazione? Le strutture (alberghi, stadi, sanità) saranno ancora utiliz-zate, resteranno funzionali? I pro-babili crediti ricevuti da destra e da sinistra diventeranno un cappio al collo per la nazione? E la lista delle domande potreb-be continuare. Certi media non han-no mancato inoltre di rilevare che per l’oc-casione tutta un’orga-nizzazione capillare di prostituzione fem-minile e maschile si è messa in moto. Anche i Paesi vicini hanno fornito abbondante-mente del materiale umano. Un’occasione

da non mancare per tante ragazze senza lavoro o in cerca di avventu-re. Le ragazze africane che cercano occasioni per legarsi in un modo o in un altro a qualche Bianco di passaggio e poter fuggire verso il Paradiso Terrestre sono legioni. La stessa cosa può essere detta per i ragazzi. Quindi sia per movimento spontaneo che attraverso delle as-sociazioni di profittatori si è messo in moto una macchina piuttosto importante nelle dimensioni. Cioè tutti i ‘dettaglì sono stati studiati perché la manifestazione riuscisse o per poter profittare al massimo dell’occasione sportivo-turistica. Le conseguenze si vedranno poi o piuttosto se le vedranno loro… le ragazze arruolate e le loro fami-glie (AIDS, MST, figli indesiderati, aborti a rischio). Se le vedranno i ragazzi pronti a vendersi per quat-tro soldi. A livello più largo, un’altra con-siderazione deve essere fatta. Le dittature africane (cioè la maggior parte dei governi attuali) sono ben contente di questi avvenimenti, li incoraggiano, li finanziano pure, predispongono tutto perché le po-polazioni - e in particolare le gio-vani generazioni - si appassionino al massimo grado. È un’ottima valvola di sfogo dei malcontenti causati dalle miserie di ogni gene-re subite dalle popolazioni a causa del malgoverno e della corruzione. Il vecchio adagio romano ‘panem et circenses’ resta di attualità, è un metodo che funziona sempre o che

funzionerà fin che funzionerà. Forse i media europei hanno speso due righe o qualche frase di sfug-gita due anni fa per raccontare i sollevamenti popolari avvenuti in diversi Paesi africani a causa del carovita insopportabile e dei ma-lumori che hanno radici profonde, sociali come politiche. In Camerun quei tumulti sono stati repressi durissimamente dall’esercito. E poi: evviva i “Leoni Indomabili”! diventati come la bandiera dell’at-tuale governo. Insomma il calcio è un ottimo paravento per tentare di nascondere le turpitudini politico-economiche di governi corrotti ap-poggiati allegramente dai potenta-ti internazionali. Ma le rivolte del 2008 sono un segno premonitore di un movimento popolare di insof-ferenza che potrebbe risolversi in gravi sollevamenti. Mi è già capita-to di segnalare situazioni viste coi miei occhi di centinaia e centinaia di giovani africani ammassati nel-le grandi metropoli, senza nessuna prospettiva d’avvenire e profon-damente frustrati nelle loro giuste aspettative di una vita degna. È chiaro che un giorno o l’altro quel-la frustrazione troverà uno sfogo. Basteranno i militari sguinzagliati a colpire selvaggiamente tutto quel-lo che si muove o perfino a entrare nelle case per bastonare donne e vecchi ? Naturalmente le amba-sciate italiane se ne guardano bene dal segnalare questi fenomeni alla madrepatria che ha troppi interessi in quei Paesi da difendere.

Dunque: evviva il mondiale! Ce ne fosse uno all’anno, anzi uno ogni sei mesi, sareb-be l’ideale! Già altri Paesi africani si sono messi in lista d’attesa. La torta da spartire è abbondate e deliziosa; i vantaggi economici, politici e sociali sono di peso; allora ben venga il Mondiale di Calcio. Viva i “Leoni”, viva la Repubblica!

Padre ArmandoVita nella Bidonville

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MARCO Nacque in Palestina sotto l’imperatore Augu-sto. Poco o nulla si sa della sua giovinezza e della sua fami-glia. Dal Nuovo Testamento, unica fonte di informazioni su di lui, sappiamo che era cugino di Barnaba (lettera ai Colossesi 4,10) e che quindi era ebreo di stirpe levitica. Negli Atti degli Apostoli abbiamo un primo riferimento preciso su di lui nell’episodio, in cui si descrive la liberazio-ne “miracolosa” di Pietro dalla prigione, che trovò rifugio nella casa della madre di Marco, che si chiamava Maria e a quel tempo abitava a Gerusalemme. Si noti anche che Marco aveva due nomi, uno gentile, ossia pagano e uno

ebreo; quello ebreo era Giovanni. In altri passi degli Atti viene chiamato o con il nome di Giovanni o con quello di Marco o con entrambi.Non si sa se conobbe direttamente Gesù, ma se abitava a quel tempo a Gerusalemme deve aver perlomeno sentito parlare di Lui. Il fatto che sia l’unico evangelista a men-zionare la fuga di un giovinetto che seguiva da lontano gli avvenimenti della cattura di Cristo nell’orto degli ulivi: “Un giovanetto però lo seguiva, rivestito soltanto di un len-zuolo, e lo fermarono. Ma egli, lasciato il lenzuolo, fuggì via nudo” (Marco 14,1.51.52) fa supporre fondatamente che

Continuiamo la rassegna sugli affreschi e il patri-monio artistico presente nelle nostre chiese ri-cordando che questi scritti hanno il solo scopo di illustrarne brevemente le caratteristiche, ma so-prattutto di mettere in risalto il soggetto, per rinfre-scare le conoscenze religiose. Interessante a questo proposito è la volta a vela dell’abside della chiesa di San Giacomo, che presenta i 4 evangelisti. Sono tutti raffigurati nell’atto di scrivere su un libro ed

hanno accanto un simbolo che li contraddistingue, Sono affreschi di epoca abbastanza recente (nean-che 100 anni) realizzati dal pittore Pietro Lendaro nel 1913. Colori degli abiti e fattezze dei volti ri-chiamano l’affresco dello stesso autore: la chiamata degli apostoli. Notiamo che gli evangelisti scrivono su un libro anche se ormai tutti sanno che all’epoca si scriveva su rotoli. Andiamo a conoscere meglio i protagonisti di questi affreschi.

LE NOSTRE CHIESE

MATTEO San Matteo era chiamato Levi anche. In quanto pubblicano, era membro di una delle categorie più odiate dal popolo ebraico. In effetti a quell’epoca gli esattori delle tasse pagavano in anticipo all’erario romano le tasse del popolo e poi si rifacevano come usurai tartassando la gente. I sacerdoti, per rispettare il primo comandamento, vietavano al popolo ebraico di maneggiare le monete romane che portavano l’imma-gine dell’imperatore. I pubblicani erano quindi accusa-ti di essere peccatori perché veneravano l’imperatore.Gesù passò vicino a Levi e gli disse semplicemente “Se-guimi” e Matteo, alzatosi, lo seguì. Subito dopo tenne un banchetto a cui invitò, oltre a Gesù, un gran numero di pubblicani e altri pubblici peccatori. Il nome Matteo, con il quale Levi è pure chiamato, vuol dire Dono di Dio. Alcuni suppongono che abbia cambiato il nome come una forma tipi-ca dell’epoca, per indicare il cambiamento di vita (es. Simone, poi Pietro, o Saulo, poi Paolo).Pochissimo sappiamo della sua vita. Ma abbiamo il suo Vangelo, a lungo ritenuto il primo dei quattro testi canonici, in ordine di tempo. Ora gli studi mettono a quel posto il Vangelo

di Marco: diversamente dagli altri tre, il testo di Matteo non è scritto in greco, ma in lingua “ebraica” o “paterna”, secondo gli scrittori antichi. E quasi sicuramente si tratta dell’aramaico, allora parlato in Palestina. Matteo ha voluto innanzitutto parlare a cristiani di origine ebraica. E ad essi è fondamentale presentare gli insegnamenti di Gesù come conferma e compimento della Legge mosaica. L’evangelista lega fatti, gesti, detti relativi a Gesù con richiami all’Antico Testamento, per far ben capire da dove egli viene e che cosa è venuto a realizzare. Di lui, Matteo, sappiamo pochissimo. Viene citato per nome con gli altri Apostoli negli Atti. Ha certamente predicato in Palestina, tra i suoi, ma ci sono ignote le

vicende successive. Secondo alcune tradizioni, Matteo sarebbe morto

in Etiopia. Le sue reliquie sarebbero state suc-cessivamente portate in Campania, e ritro-

vate sotto i Longobardi, furono portate il 6 maggio 954 a Salerno, dove sono

attualmente conservate nella cripta della cattedrale.

La memoria del santo ricorre il 21 settembre ed è il patro-no di Salerno

È patrono di banchieri, con-tabili, doganieri,

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tore Traiano (53-117); fu torturato, legato con funi e trasci-nato per le vie del villaggio di Bucoli, luogo pieno di rocce e asperità; lacerato dalle pietre, il suo corpo era tutta una ferita sanguinante.Dopo una notte in carcere, dove venne confortato da un angelo, Marco fu trascinato di nuovo per le strade, finché morì un 25 aprile verso l’anno 72, secondo gli “Atti di Mar-co” all’età di 57 anni; ebrei e pagani volevano bruciarne il corpo, ma un violento uragano li fece disperdere, permet-tendo così ad alcuni cristiani, di recuperare il corpo e sep-pellirlo in una grotta; le sue spoglie vengono trafugate con uno stratagemma da due mercanti veneziani nell’anno 828 e trasportate, dopo averle nascoste in una cesta di ortaggi e di carne di maiale, a Venezia, dove pochi anni dopo verrà dato inizio alla costruzione della Basilica che ancora oggi ospita le sue reliquie. La memoria religiosa è il 25 aprile, in occasione della ri-correnza del martirio.

LE NOSTRE CHIESEsia egli stesso questo giovinetto. Quel ragazzo fu uno dei primi battezzati da Pietro, che frequentava assiduamente la sua casa e infatti Pietro lo chiamava in senso spirituale “mio figlio”.Nel 44 accompagnò Paolo e Barnaba nel primo viaggio apostolico fino a Cipro, ma quando questi decisero di raggiungere Antiochia, attraverso una regione inospitale e paludosa sulle montagnae del Tauro, Giovanni Marco rinunciò spaventato dalle difficoltà e se ne tornò a Geru-salemme.Cinque anni dopo, nel 49, Paolo e Barnaba ritornarono a Gerusalemme per difendere i Gentili convertiti, ai quali i giudei cristiani volevano imporre la legge mosaica, per poter ricevere il battesimo. In seguito il giovane deve aver conquistato la fiducia degli apostoli, perché nel 60, nella sua prima lettera da Roma, Pietro salutando i cristiani dell’Asia Minore, invia anche i saluti di Marco; egli diven-ne anche fedele collaboratore di Paolo e non esitò di se-guirlo a Roma, dove nel 61 risulta che Paolo era prigionie-ro in attesa di giudizio. Forse Marco giunse in tempo per assistere al martirio di Paolo, ma certamente rimase nella capitale dei Cesari, al servizio di Pietro, anch’egli presen-

te a Roma. Durante gli anni trascorsi accanto al Principe degli Apostoli, Marco trascrisse, secondo la tradizione, la narrazione evangelica di Pietro, senza elaborarla o adat-tarla a uno schema personale, cosicché il suo Vangelo ha la scioltezza, la vivacità e anche la rudezza di un racconto popolare.Affermatosi solidamente la comunità cristiana di Roma, Pietro inviò in un primo momento il suo discepolo e segre-tario, ad evangelizzare l’Italia settentrionale; ad Aquileia Marco convertì Ermagora, diventato poi primo vescovo della città.Secondo un’antichissima tradizione, Pietro lo mandò poi ad evangelizzare Alessandria d’Egitto, qui Marco fondò la Chiesa locale diventandone il primo vescovo.Nella zona di Alessandria subì il martirio, sotto l’impera-

LUCA era nato ad Antiochia da famiglia pagana, ed esercitava la professione di medico. Ad Antiochia, Luca aveva conosciuto Paolo di Tarso, qui condotto da Barnaba per formare alla fede la nuova comu-nità composta da ebrei e pagani convertiti al cri-stianesimo. Luca diventa discepolo degli apostoli e Paolo lo cita in alcune sue lettere, chiamandolo “compagno di lavoro” e indicandolo nella Lettera ai Colossesi come “caro medico”. Mentre in un duro carcere attende il supplizio, Paolo scrive a Timoteo che tutti ormai lo hanno abbandonato, eccetto uno: “solo Luca è con me”. E questa è l’ultima notizia certa dell’evangelista. Luca possiede una buona cultura; lo si vede dal suo greco fluente ed elegante, dalla sua ottima conoscenza della Bibbia scritta in greco, ed infine da come, di tanto in tanto, affiora-no punti di contatto con il modo di scrivere degli storici greci del suo tempo. Il suo Vangelo, scritto pro-babilmente tra il 70-80 d.C., è dedicato a un certo Teòfilo (pro-babilmente un e m i n e n t e cristiano), in ciò se-guendo l’uso de-

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gli scrittori classici, che appunto erano soliti dedi-care le loro opere a personaggi illustri. Altra ipotesi è che egli intendesse dedicare il proprio vangelo a chi ama Dio (Teofilo = amante di Dio).Luca sente parlare per la prima volta di Gesù nel 37 d.C., quindi non ha mai conosciuto Gesù se non tramite i racconti degli apostoli e di altri testimo-ni: tra questi ultimi dovette esserci Maria di Naza-reth, cioè la madre di Gesù, poiché le informazioni sull’infanzia di Gesù che egli ci riporta sono troppo specifiche e quasi riservate per poterle considerare acquisite da terze persone. Inoltre è l’unico evan-gelista non ebreo. Morì all’età di 84 anni e sarebbe stato sepolto a Tebe, capitale della Beozia. Secon-do quanto riportato da San Girolamo le sue ossa furono trasportate a Costantinopoli nella famosa Basilica dei Santi Apostoli. Le sue spoglie giunsero poi a Padova, dove tuttora si trovano nella basilica di santa Giustina; solo la testa è invece conservata a Praga. La memoria religiosa è fissata il 18 ottobre.Luca iconografo é patrono dei pittori scultori, me-dici e chirurghi

GIOVANNI Giovanni apostolo ed evangelista (Betsaida?, inizio I secolo - Efeso, fine I secolo) è stato un apostolo di Gesù. La tradizione cristia-na lo identifica con l’autore del quarto vangelo e per questo Secondo le narrazioni dei vangeli ca-nonici era il figlio di Zebedeo e Salomè e fratello dell’apostolo Giacomo il Maggiore. Prima di se-guire Gesù era discepolo di Giovanni Battista. La tradizione gli attribuisce un ruolo speciale all’in-terno della cerchia dei dodici apostoli: compreso

nel ristretto gruppo includente anche Pietro e Giacomo, lo identifica con “il discepolo che Gesù amava”, partecipe dei principali eventi della vita e del ministero del maestro e unico degli apostoli presenti alla sua morte in croce.Secondo antiche tradizioni cristiane Giovanni sarebbe morto in tarda età ad Efeso, ultimo so-pravvissuto dei dodici apostoli. Per la profondità speculativa dei suoi scritti è stato tradizionalmen-te indicato come “il teologo” per antonomasia, raffigurato artisticamente col simbolo dell’aquila, attribuitogli in quanto, con la sua visione descritta nel Libro dell’Apocalisse, avrebbe contemplato la Vera Luce del Verbo, come descritto nel Prologo del suo Vangelo, così come l’aquila, si riteneva, può fissare direttamente la luce solare.A lui la tradizione cristiana ha attribuito cinque testi biblici: il quarto vangelo, tre lettere e l’Apo-calisse. Altra opera a lui attribuita è l’Apocrifo di Giovanni.La festa di San Giovanni è il 27 dicembre

Evangelista è il nome con il quale si identificano i quattro redattori dei Vangeli: Giovanni, Matteo, Luca, Marco.Spesso gli Evangelisti sono rap-presentati con i simboli del “te-tramorfo” (quattro forme) che compaiono nelle profezie di Eze-chiele, riprese poi nelle visioni dell’Apocalisse: Il primo vivente era simile a un leone, il secondo essere vivente aveva l’aspetto di un vitello, il terzo vivente aveva l’aspetto d’uomo, il quarto viven-te era simile a un’aquila mentre vola”. Sulla base di queste de-

scrizioni e sulla base del modo in cui i rispettivi vangeli iniziano il proprio racconto, essi vengono associati a questi simboli:matteo è simboleggiato nell’uo-mo alato (o angelo), perché il suo Vangelo inizia con l’elenco degli uomini antenati di Gesù Messia.marco è simboleggiato nel leone, perché il suo Vangelo comincia con la predicazione di Giovanni Battista che, nel deserto, si eleva simile a un ruggito (di un leone, appunto), preannunciando agli uomini la venuta del Cristo. Luca è simboleggiato nel bove,

perché il suo Vangelo comincia con la visione di Zaccaria nel tempio, ove si sacrificavano ani-mali come buoi e pecore.Giovanni è simboleggiato nell’aquila, l’occhio che fissa il sole, perché il suo Vangelo si apre con la contemplazione di Gesù-Dio: “In principio era il Verbo...” (Gv 1,1).

Queste note sono state principalmente tratte dal sito www.santiebeati.it che consiglio a tutti di consultare (ndr).

GLOSSARIO

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È sempre una grande gioia per noi, riabbracciare e nostre care Suore e ringraziarle per la loro dedizione in vari campi, in tanti anni della loro permanenza nella nostra parrocchia.La visita si è svolta domenica 21 giugno. Ci è poi arrivata questa lettera.

Carissime,non troviamo parole adeguate per esprimere la nostra rico-noscenza e stupore per la vo-stra visita annuale che, sempre fedeli, rinnovate con tanto en-tusiasmo e gratitudine verso di noi. Crediamo sia un caso unico conservare il ricordo per così lunghi anni, di perso-ne che vi hanno seguito negli anni della vostra infanzia fino alla gioventù.Quando ci incontriamo i ricor-di affiorano freschi e vivi alla nostra mente e al nostro cuore come se il tempo si fosse fer-mato. E invece, per chi scrive, sono trascorsi quasi 50 anni dalla partenza da Fagagna.Il tempo è volato in fretta, noi siamo invecchiate, qualcuna

ha raggiunto l’eternità; sr Celestina è stata l’ultima. Voi siete diventate mamme, nonne...eppure la vostra freschezza e gioia che lasciate trasparire dai vostri volti, ci dicono che chi ama rimane sempre giovane, nonostante le traversie della vita.È la gioia del cristiano che vive nella speranza che non delu-de. Se questo fosse il frutto dell’educazione che avere ricevuto

dalla vostre suore anche noi possiamo essere contente del-la vita che abbiamo donato a Dio per il bene dei fratelli.Vi diciamo un grande GRA-ZIE con la nostra superiora sr Emanuele e tutte le suore che hanno tanto goduto del-la vostra festosa compagnia, per la simpatica e umoristica scenetta, per quanto ci avete offerto...e lasciato.Vi auguriamo ogni bene e vi accompagniamo con le nostre preghiere nelle vostre fatiche quotidiane.Saluti cari e affettuosi a voi e ai vostri familiari.

Siamo noi, le vostre suore.Vittorio Veneto - 27.06.2010

VISITA ALLE SUORE DI VITTORIO VENETO

Nella foto, da sinistra: I^ fila: Suor Imelda Sbrizza - seduta, Suor Maria Di Fant, Suor Augusta Ravagnan, Suor Valentina Monaco

II^ fila: Suor Elena Puiatti (Suor Mariarosa) Suor Tarcisia Morellato, Suor Luigina Zandonella, Suor Francesca Maurizio

UN PÔC DI FURLANIl 25 dicembre 2009 è morto lo scrit-tore CARLo SGoRLoN. Era nato a Cassacco il 26 luglio 1930. Laureato in lettere moderne a Pisa, è stato in-segnante di scuola superiore a Udine. Autore di numerosi romanzi e di rac-conti, ha vinto i prestigiosi premi na-zionali “Super Campiello” e “Strega”. Proponiamo ai lettori un breve brano

tratto dal romanzo in friulano “Prime di sere”. Il romanzo è stato scritto nel-la prima versione in lingua italiana nel 1960 con il titolo “il vento nel vigneto”. È stato rifatto in friulano nel 1970 e pubblicato nel 1971 a cura della Socie-tà Filologica Friulana. Dal romanzo in friulano è stato tratto un film, recente-mente reso disponibile in DVD.

PRIME DI SERE(…) Tal curtîl lis fueis dal morâr a’jerin dutiszalis, e a’nd’jere un slac ancje partiare e talzûc di balis, dulà che nissun zujave e chelis burelis a’jerin butadis di ca e di là. Une volte Eliseo al lè dongje il bersò, stant lì fêra cjalâ i roncs jù pe culine, lis plantis di pôie i boscs di cjastenârs. La campagne ’e jere dute une fieste di colôrs, il maron dai cjamps preparâz pal forment, il vert dai prâz, il zâl dal soreâl. Eliseo al capive che nol sarèsmai plui lât-vie.(pagg. 140/141, Doretti ed. 1978).

PRimA di SERA Nel cortile le foglie del gelso erano tuttegialle, e ve ne era una gran quantità ancheper terra e nel campo di bocce, dove nessuno giocava e le bocce erano gettate di qua e di là.Una volta Eliseo andò vicino al bersò, stando lì fermo a guardare i terreni coltivati giù perla collina, i pioppeti e i boschi di castagni.La campagna era tutta una festa di colori,il marrone dei campi preparati per il frumento,il verde dei prati, il giallo dei fusti secchi del mais. Eliseo capiva che non sarebbe mai più partito.

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L’attività estiva dell’oratorio ge-stita dagli animatori ha generato, dopo un anno di pausa, il GREST parola che deriva GRande ESTa-te e possiamo dire che effettiva-mente la nostra è stata una gran-de esperienza. Ogni pomeriggio dal 26 luglio al 14 agosto si sono ritrovati in oratorio una quaran-tina di bambini pronti a misurarsi in innumerevoli sfide e giochi per aiutare i protagonisti della storia proposta da noi animatori. Il filo conduttore riguardava un car-tone animato della Disney “Le Follie dell’Imperatore” in cui un imperatore egoista si ritrova tra-sformato in lama dalla sua perfi-da consigliera personale, Yzma, che vuole usurpargli il trono. Fortunatamente l’imperatore in-contra il gentile contadino Pacha che lo aiuta a tornare al palazzo e a farlo tornare umano dopo avergli fatto capire che l’egoismo

è un mostro da sconfiggere, solo aiutando gli altri e collaborando si potrà giungere ai propri fini. La storia è stata narrata ai bambini mediante delle scenette dove gli attori eravamo noi animatori. La scenetta forniva una parola che veniva ripresa dalla preghiera del giorno gestita magnificamen-te dalle suore e anche dai giochi che seguivano. L’attività non fi-niva però nel pomeriggio. Infatti per due venerdì dopo una cena in oratorio sono state organizza-te due serate, la prima prevedeva dei tornei con i nonni, la seconda delle sfide genitori-figli. Gran-de successo ha riscosso anche la gita al mare che è stata divisa in due parti, la prima si è svolta la mattina al parco Hemingway a Lignano mentre la parte pome-ridiana si è svolta sulla spiaggia di Bibione dove i ragazzi hanno potuto divertirsi in acqua in un

lungo bagno sempre sotto gli oc-chi vigli di noi animatori. Il Grest si è chiuso con i fuochi artificiali perché l’ultimo venerdì, dopo le solite sfide, la messa conclusiva e una buonissima cena, per la quale dobbiamo ringraziare i vo-lonterosi genitori dell’oratorio, si sono svolte le premiazioni e i fe-steggiamenti che si sono protratti fino a tarda sera e sono stati con-clusi con la visione del film che ci ha accompagnati durante tutta questa esperienza. Dopodiché tutti a nanna sempre in oratorio. Il giorno dopo colazione e tutti a casa. Sperando che l’esperienza sia stata produttiva, divertente ed istruttiva gli animatori aspettano i bambini in tutte le altre propo-ste che verranno fatte durante tutto l’anno. L’appuntamento con il Grest è comunque per la prossima estate.

GREST 2010

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CAMPI SCUOLA 2010

Anche quest’anno una ventina di animatori dell’oratorio si è impe-gnata ad accompagnare 40 bambini (suddivisi in 2 turni) nell’avventura bellissima dei campiscuola a Colli-na di Forni Avoltri.L’impegno era arduo, a continua-zione della giornata di Giovedì Santo. Allora il tema era stato quel-lo di trasformare i giganti dei sogni in esseri buoni.A Collina i bambini, supportati dai bravi animatori, hanno aiutato il Gigante buono a distribuire i sogni ai bambini di tutti il mondo.È stato un viaggio anche di fantasia ma che ha fatto conoscere tante realtà, in cui nel mondo vivono molti bambini meno fortunati. Sono state “visitate” l’Asia, l’Africa, l’Oceania, ma anche l’America e l’Europa: attenzione puntata dunque sulla sensibilizzazione al lavoro minorile, alla fame e sete nel mondo, ma anche al rispetto dell’ambiente e all’accoglienza dell’altro, andando al di là del colore, della lingua o delle semplici abitudini.Questi bambini sono stati molto bravi: hanno capito che basta cam-biare una piccola cosa nel proprio comportamento di ogni giorno, per fare più bello questo nostro mondo ed aiutare tanti bambini a vivere li-

beramente da bambini.Tutto questo bellissimo viaggio era intervallato da tanto gioco, danze e camminate immersi nella bellissima natura che la montagna offre a chi la sa apprezzare.Non è mancata la mitica mete del Volaja.. verso la quale i bambini si sono cimentati senza paura!Grazie ai genitori che si sono resi disponibili per assistere nelle cam-minate in montagna.. La presenza e l’aiuto dei genitori per tutte le atti-vità inerenti al campo scuola sono importantissime.Un appello ai genitori che non han-no mai vissuto una tale esperienza: LASCIATEVI CONVINCERE senza paura. Sarà una settimana oppure un giorno, che lasceranno a voi e ai vostri figli un ricordo bello e condiviso.Eccoci giunti al momento dei rin-graziamenti. Un grazie speciale a suor Emanuela, presenza preziosa e amorevole per il secondo turno.Grazie a don Adriano e sr. Noemi che non potendo esserci fisicamen-te, ci hanno sostenuto ed accompa-gnato con la preghiera da Fagagna.Grazie alle meravigliose cuoche, Raffaella, Pierina e Patrizia che hanno contribuito con la loro atten-zione e maternità a far sentir ogni

bambino come a casa.Grazie a tutti gli animatori, sia a quelli che sono stati presenti a Col-lina che quelli che hanno aiutato nella preparazione dei campi: ra-gazzi speciali con grande disponibi-lità e grande cuore.

Anna

Giochi all’aperto

Breve sosta

UN’OCCASIONE PER TUTTI

Il “Gruppo di preghiera” si ritro-va ogni giovedì sera alle ore 20,30 da metà settembre a giugno nella Cappella delle Suore, per un’ora di raccoglimento, di lettura della Bibbia e di preghiera con la recita dei Salmi.Ognuno si sofferma a riflettere sulla parola di Dio per poterla così vivere nella vita quotidiana.Le persone che partecipano con-dividono un’esperienza di crescita personale ed anche un percorso spirituale in unità ed amicizia.L’incontro è aperto a tutti.Il “Gruppo” vi aspetta numerosi.

Il Parroco e il Gruppo

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Fagagna - Bollettino della Comunità Cristiana14

PRO CHIESAIn memoria di Bertoli Alessandro, la nipote Rosanna 100 - N.N. 20 - In memoria dei defunti, N.N. 100 - Ass.ne Naz. Ins. Onorificenze Cavalleresche 50 - In memoria delle figlie Vienda e Teresa, Saro Luigia 50 - Cinello Daniele 100 - In memoria di Lizzi Luciano, la moglie Ermacora Andreina 100 - In memoria di Sebastianis Angelo, la famiglia 100 - N.N. 10 - In occasione del matrimonio di Zanella Silvia con Bastiol Mauro, la mamma Zanella 200 - In memoria di Melchior Rosina 100 - In occasione del matrimonio di Goi Cristina con Bracciale Vincenzo, i genitori Goi 250 - In occasione del loro matrimonio Di Nardo Anna e Pravato Mario 200 - In memoria di Monaco Giovanni, la moglie 200 - In memoria di De Coppi Maria e Attilio, De Coppi Flavio 150 - N.N. 500 - In memoria di Turni Giovanni, la sorella 50 - In memoria di Bonanata Giulio, la famiglia 200 - In memoria della defunta Bertuzzi Alma, Bertuzzi Vanda (Rho) 100 - N.N.. 50 - In memoria di Quaglia Luciano, la famiglia 150 - N.N. 50 - N.N. 30 - Millozza Giuseppe 100 - Bonfreschi Gian Paolo 80 - Savio Bonifacio 65 - N.N. 50 - Agnola Paolina 20 - N.N. 50 - Nel 50° anniversario del loro matrimonio, Fabbro Silvano e Delfina 100 - In memoria

di Basso Silvana, la famiglia 50 - N.N. 25 - N.N. 10 - N.N. 50 - N.N. 50 - In memoria di Pecoraro Rino, N.N. 100 - In memoria di Missana Assunta ved. Sabbadini, il figlio Paolo 90 - N.N. 50 - In memoria di Bertuzzi Corrado, la moglie e figli 50 - In occasione del battesimo di Burelli Benedetta, i genitori 100 - In occasione del battesimo di Burelli Benedetta, i nonni Burelli 200 - N.N. 15 - N.N. 20 - In occasione del battesimo di Domini Giorgia, i nonni 50 - In occasione del battesimo di Rosso Giorgia, i genitori 50 - In occasione del battesimo di Rosso Giorgia, la nonna Vittorina 50 - N.N. 100 - In memoria di Lizzi Bruno, N.N. 200 - Begni Angelo 50 - Fabbro Luciano 50 - N.N. 25 - In occasione del compleanno (100 anni) di Peres Elsa, Iago Maurizio (Gallarate) 100 - In occasione del matrimonio di Ziraldo Barbara con Nicli Emanuele, i genitori della sposa 50 - In occasione del battesimo di Zuritti Lisa, i genitori 50 - Borgna Lorenzo 50 - In memoria di Florit Rosina ved. Peres (1° anniversario), Peres Claudio (Cumiana) 200 - N.N. 50 - In ringraziamento alla Madonna, N.N. 100 - In memoria di Però Laura, il marito Mattiussi Roberto, il figlio e la nipote 150.

PRO ORATORIOFederazione Nazionale Pensionati CISL “Alto Friuli” 2000 - Offerte delle famiglie per la Cresima 210.

PRO OPERE PARROCCHIALIPecile Carlo (Cameri) 50.

PRO BOLLETTINOBruttocao Maurizio (S. Vito di Taranto) 25 - Saro Ziraldo Luigia 20 - Coletti Renzo (Susans) 20 - Ziraldo Amelia 15 - N.N. 10 - N.N. 20 - N.N. (Udine) 20 - N.N. 50 - N.N. 30 - Ziraldo Teresa 20 - Fabbro Teresa 10 - Brunello Zanitti Amalia 50 - N.N. 100 - N.N. 50 - Menardi Maria 25 - n.n. 25 - Rosso Renato 30 - N.N. (Colloredo di Monte Albano) 10 - Lizzi Fabia 50 - Sebastianis Dorina (Lignano Sabbiadoro) 20 - Chiarvesio Roberto (Settimo Torinese) - Dolci Giovanni 20 - Brunello Zanitti Aliana (Trieste) 30 - Monticolo Maria Angela 30 - Rosso Ferruccio 30 - G.R. 20 - Orsi Peressutti 30 - Ziraldo Armando 30 - Ieronimo Francesco 15 - Peres Settimio (Tradate) 30 - Borgna Marcella 30 - Chiarvesio Fabbro Lea 20 - Bruno Fabio 30 - Savio Bonifacio 35 - Burelli Renzo 50 - Toniutti Maria (Udine) 20 - Losito Anna 30 - Lizzi Roberto 30 - Rosso Adriana 30 - Dolso Gabriele 20 - Saro Mirella 20 - Tivan Celso 10 - Rosso Ferruccio (Ponte S. Nicolò) 50 - Livon Eralda 50 - Pecile Anna Genero 20 - N.N. 5 - N.N. 20 - Florit Lidia (S. Giuseppe di Cassola) 20 - N.N. 25 - Coletti Marisa (Codroipo) 25 - S.T.F. 10 - Masetti Luciana 30 - N.N. 50 - N.N. 20 - Sebastianis Ines 15 - Digitali Lorenzo 50

- Urbani Matilde 20 - Furlano Angela (Rive D’Arcano) 50 - Sello Ferruccio 20 - Ziraldo Vittorina 50 - Peres Ferruccio (Udine) 20 - Zoratti Germano 30 - Ziraldo Lidia (Colloredo di M.A.) 30 - Pecile Giuliana 50 - Pecile Mirella (Udine) 25 - Mancini Giovanni (Roma) 30 - N.N. 25 - N.N. 15 - Sevino Claudia 15 - Persello Edi 15 - N.N. 25 - Ziraldo Fabretto Ines (Svizzera) 30 - N.N. 50 - N.N. 20 - Schiratti Ida (Francia) 50 - Pecile Rosa Angela (Pasian di Prato) 50 - Chiarvesio Enore (Francia) 50 - Forabosco Leonardo (Moggio Udinese) 20 - Sebastianis Ermes 20 - Bertuzzi Ines 20 - Chiarvesio Luigi 30 - Lizzi Lodovico e Giuliana (Canada) 40.

N.b. A causa delle frequenti “visite notturne” in canonica, può darsi che su questo bollet-tino manchi la nota di qualche offerta perché il “visitatore” (sempre la stessa persona) ha raccolto nell’ultimo passaggio anche alcune buste con offerte non ancora registrate.Chiediamo scusa di ogni even-tuale omissione, certamente involontaria.

Un vivissimo ringraziamento a tutti gli offerenti per la loro generosità e per aver compre-so i bisogni della parrocchia a sostegno delle attività da essa promosse e per la conservazio-ne dei beni parrocchiali.

OFFERTEDAL 04.06.10 AL 16.09.10

Nei primi giorni di settembre é ini-ziato l’anno scolastico per i bambini della Scuola per l’infanzia con qual-che novità. L’aumento delle iscrizioni ha reso necessaria l’apertura di una nuova sezione per i primi entrati. Continua l’esperienza della sezio-ne Primavera, dedicata ai bimbi di età inferiore ai tre anni, per i quali è stato trovato un spazio apposito. La chiusura di una terrazza ha permesso, per l’appunto di ricreare un ambiente adatto per i più piccini con arredi e giochi appropriati.Il progetto educativo della scuola per l’infanzia 2010-2011 si intitola “In Viaggio con l’Ape Maja”. È sta-

to ideato perché i bambini si sentano accolti, ascoltati e rassicurati per vi-vere nuove esperienze di relazione e conoscenza, imparando a cooperare e collaborare per raggiungere obiettivi individuali e comuni.Al percorso, ben struttu-rato e, a completamento dell’offerta formativa, saranno attivati labora-tori specifici di religione, di musica, di educazione al movimento, di lingua friulana e di inglese.Infine è stato organizza-to un progetto di conti-nuità in collaborazione

con la Scuola Primaria “Noemi Ni-gris” e la scuola per l’infanzia “De-ciani” di Martignacco. Tale progetto è riservato alla sezione dei grandi e ha per titolo “diversi amici”.

SCUOLA PER L’INFANZIA “MARIA BAMBINA”INIZIA UNA NUOVA AVVENTURA

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Fagagna - Bollettino della Comunità Cristiana 15

DEFUNTI FUORIDALLA PARROCCHIA

ANAGRAFE PARROCCHIALEDEFUNTI - Nella Pace di Cristo BATTESIMI - Rinati in Cristo

MATRIMONI - Uniti in Cristo

7 D’ARCANO GRATTONI Ludovico Riccardo di Maurizio e Trinco Cristina n. 26.03.2007

8 DI GASPERO Giacomo di Herman e Bertuzzi Caterina n. 16.07.2009

9 SALONNA Simone di Valentino e Cantarutti Chiara n. 03.01.2010

10 BERTUZZI Gaia di Michele e Sut Annalisa n. 04.06.2010

11 BUTTOLO Aurora di Michele e Lodolo Roberta n. 17.12.2009

12 PENSA Carlo Alberto di Eugenio e Romanello Federica n. 29.03.2010

13 DOMINI Giorgia di Domini Giada n. 26.02.2010

14 BURELLI Benedetta Brunella di Francesco e Gazzola Anna n. 16.05.2010

15 ROSSO Giorgia di Massimo e Zanitti Jessica n. 31.03.2010

16 CARNELOS Allegra Clotilde di Enrico e Dorigo Francesca n. 05.05.2009

17 ZURITTI Lisa di Paolo e Bello Deborah n. 10.04.2010

18 PERSELLO Claudio di Marco e Freschi Silvia n. 14.02.2010

19 PARRONE Gaia di Sandro e Riente Maria Cristina n. 04.04.2010

20 CENCIG Desirèe di Alberto e Peloso Ketty n. 14.06.2010

3 BATTISTIOL Mauro da Oderzo e ZANELLA Silvia da Fagagna 12.06.2010

4 BRACCIALE Vincenzo da Lussemburgo e GOI Cristina da Rouen (Francia) 19.06.2010

5 PRAVATO Mario da Fagagna e DI NARDA Anna da Fagagna 26.06.2010

6 NICLI Emanuele da Rive d’Arcano e ZIRALDO Barbara da Fagagna 11.09.2010

7 SARO Federico da Martignacco e BOLEDI Francesca da Martignacco 18.09.2010

8 ZORATTI Carlo da Fagagna e GIOVANATTO Claudia da Fagagna 25.09.2010

ROSSO Manuel da Fagagna e MAGGI Lorena da Fagagna 15.06.2010 (Rivarotta di Teor)

ROMAN POGNUZ Alberto da Frisanco e CINELLO Margherita da Fagagna 02.09.2010 (Duino Aurisina)

ROSSO Stefano da Fagagna e DE ROSA Elisa da Madrisio 25.09.2010 (Madonna Taviele)

23 QUAGLIA Luciano anni 60 m. 26.06.10

22 LAVIA Lea ved. Schiratti anni 81 m. 10.06.10

24 SEBASTIANIS Angelo anni 88 m. 26.06.10

25 TURNI Giovanni anni 62 m. 03.07.10

26 BONANATA Giulio anni 72 m. 04.07.10

27 MISSANA Assunta ved. Sabbadini anni 89 m. 15.07.10

28 BASSO Silvana ved. Canciani anni 78 m. 19.07.10

29 STIZZOLI Dina in Lizzi anni 56 m. 25.07.10

30 PERò Laura in Mattiussi anni 68 m. 09.08.10

31 PECORARO Rino anni 74 m. 11.08.10

32 SARO Ermenegildo anni 73 m. 24.08.10

FLORISSI Ernesta ved. Blasutti anni 88 m. 11.07.10

33 LIZZI Bruno anni 83 m. 29.08.10

CIUTTI Luciano anni 69 m. 09.06.10

MENIS Catterina ved. Merlino anni 86 m. 28.07.10

Quanti lo desiderano, anche se residenti fuori Fagagna, possono richiedere la pubblica-zione della foto del proprio defunto subito dopo il decesso (non quindi nell’anniversa-rio) col semplice rimborso di e 10,00.

•MESAGLIOIride ved. Costantini anni 98 m. 29.06.10

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Fagagna - Bollettino della Comunità Cristiana16

Di solito in questo numero del bol-lettino davamo ampio resoconto della Sagra settembrina. Non ri-teniamo di dilungarci sulle grandi manifestazioni, Corsa degli asini e Palio dei Borghi, se non per ri-cordare come abbiano registrato grande affluenza e siano risultate molto spettacolari, secondo le mi-gliori aspettative. In questi anni l’asina pigliatutto è beppina, scu-deria Lavia-Zanor di Martignacco, che ha trionfato sia nell’edizione 120 della corsa asinina, sia difen-dendo i colori del Borgo Riolo in occasione del 33° Palio dei Bor-ghi. Quest’ultima manifestazione ancora una volta ha raggiunto i livelli delle migliori edizioni con gli spettacoli, proposti dai quattro borghi, veramente all’altezza della tradizione: Il Riolo, anche in que-sto caso, è stato valutato come il migliore da apposita giuria.A volte la sagra di Fagagna viene criticata perché non offre spunti di divertimento particolari. È que-stione di opinioni. Assodato che birra e cibarie ce n’è in abbondan-za e per tutti i gusti, ci preme sotto-lineare quello che c’è di contorno ai due grandi pomeriggi: la pesca di beneficenza, organizzata da al-cuni gruppi parrocchiali, esaurita per tempo; la tradizionale mostra di merletti e ricami e dei lavori del gruppo missionario; il Numero Unico ricco come sempre di storie, fotografie e approfondimenti; ma-nifestazioni collaterali (sfilata di moda, mercatini, corsa di mountan bike) che non sempre si trovano altrove. Infine, fiore all’occhiello, è da segnalare la mostra “Ci salvò il tabacco”. Narra uno scorcio di vita fagagnese, dagli anni ‘20 all’inizio degli anni ‘60, prendendo spunto da una coltivazione che ha avuto aspetti economici e sociali molto rilevanti per la nostra comunità. La mostra è corredata da un cor-poso e interessante catalogo che può essere definito piuttosto una

monografia sulla coltivazione del tabacco in Friuli e sull’attività del-le “tabacchine” con allegato un CD che ripercorre le fasi della coltura, dalla semina al raccolto ed alla suc-cessiva lavorazione delle foglie.La mostra rimane aperta tutte le domeniche fino al 19 dicembre

A.F.

bollettino Parrocchiale edito dalla Parrocchia di Fagagna (ud)Via S. Giacomo, 7 - Tel. 0432/800219 - TRIMESTRALE - C.C.P. 11440336 inte-stato a Parrocchia di S. Maria Assunta - Fagagna - Dir. Resp. Raffaella Sialino - Aut. Trib. Udine n. 9/92 - Litostil/Fagagna - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, DCB Udine

In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Accettazione di 33100 UDINE C.P.O., de-tentore del conto, per la restituzione al mittente che s’impegna a pagare la relativa tariffa.

33034 FAgAgnA (Ud)ITAly

TAXE PERÇUETASSA RISCOSSA

SAGRAE DINTORNI

CONSIGLI PERUNO STUDENTE

Per applicarti allo studioe per acquistare il tesoro della scienza,non voler entrare subito in mare,ma arrivaci attraverso i ruscelli,perché è dalle cose più faciliche bisogna pervenire alle più difficili.

Evita i discorsi inutili;abbi purezza di coscienza;ama il raccoglimento; sii cordiale con tutti.

Cerca di imitare gli esempi delle persone rette;non guardare chi è colui che parla,ma tieni a mente ciò che di buono egli dice.

Procura di comprendere ciò che leggi e ascolti;certificati delle cose dubbiee studiati di riporre nello scrigno della memoriatutto ciò che ti sarà possibile.

Non cercare cose superiori alle tue capacità.Seguendo questi consigli,produrrai utili fruttie raggiungerai la meta alla quale tu aspiri.

San Tommaso d’Aquino

È recentemente scomparso don Carlo Gianbattista Sburlino, nato ad Ampezzo il 13 novembre 1928, era stato ordinato sacerdote nel 1951. Aveva prestato servizio anche a Villalta. Sacerdote di grande cultura ma anche giornalista, dal 1992 era Direttore responsabile del nostro bollettino parrocchiale.Da questo numero nuovo Direttore responsabile è la giornalista Raffaella Sialino.

La redazione