Pensieri, spunti, riflessioni dalla PAROLA DI DIO e dalla Vita...Pensieri, spunti, riflessioni dalla...
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Pensieri, spunti, riflessioni dalla
PAROLA DI DIO e dalla Vita
Mese di LUGLIO 2003
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Cuore divino di Gesù, io ti offro per mezzo del Cuore Immacolato di Maria, madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del
divin Padre.
In particolare:
Per i governanti e i responsabili dell‟economia e della finanza del mondo, perché si sforzino di
trovare modalità e condizioni che garantiscano a
ciascun popolo i mezzi necessari per vivere in modi dignitoso.
Per quanti in Africa sono ammalati, vittime dell‟AIDS e di altre gravi infermità, perché
sperimentino la consolazione e l‟amore di Dio,
grazie al servizio dei medici e di coloro che amorevolmente li assistono.
Perché i giovani divengano luce del mondo e sale
della terra e infiammino con la freschezza della
loro fede gli uomini e le donne del nostro tempo.
Cuore di Gesù, guida i Vescovi nella loro missione di
maestri, liturghi, padri e pastori della loro Chiesa.
Stampato in proprio
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LUGLIO 2003
MARTEDI’ 1 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
SSEEII TTUU,, SSIIGGNNOORREE,, IILL MMIIOO CCUUSSTTOODDEE,, SSTTAAII AALLLLAA MMIIAA DDEESSTTRRAA,,
NNOONN LLAASSCCEERRAAII VVAACCIILLLLAARREE IILL MMIIOO PPIIEEDDEE.. ((SSaall.. 112200,,55..88))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
ESTER, Santa, Regina
Oggi si ricorda la regina Ester, immagine di bellezza, di bontà e di
grazia. Il suo nome significa “stella” e come stella luminosa si fece
mediatrice presso il re Assuero per salvare il suo popolo dallo
sterminio.
Parola di Dio: Gen. 19,15-29; Sal. 25; Mt.8,23-27
Dal Vangelo secondo Matteo 8,23-27
[23] “ESSENDO GESU’ SALITO SULLA BARCA DEI DISCEPOLI, [24] ECCO SCATENARSI NEL MARE UNA TEMPESTA VIOLENTA che la barca era ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. [25]Allora, accostatisi a lui, lo svegliarono dicendo: <<Salvaci, Signore, siamo perduti!>>. [26]Ed egli disse loro: <<Perché avete paura, uomini di poca fede?>> Quindi levatosi, sgridò i venti e il mare e si fece una grande bonaccia. [27]I presenti furono presi da stupore e dicevano: <<Chi è mai costui al quale i venti e il mare obbediscono?>>.
“Beati voi cristiani che avete la fede…” mi diceva un amico subito dopo
aver fatto la sua professione di ateismo. E questa beatitudine è
certamente valida per dei credenti in Cristo, ma forse non esattamente
nel modo con cui la intendeva il mio amico e la intendono alcuni
credenti.
Gesù è salito sulla barca dei discepoli, ma questo non ha evitato la
tempesta, la paura il buio, il disappunto di vederlo dormire e non
intervenire nel momento del bisogno.
Aver fede ci dà la certezza di aver Dio nella nostra vita ma non per
questo tutti i problemi sono automaticamente risolti. Il credente come il
non credente sono entrambi inseriti nella storia della nostra bellissima
ma povera umanità inficiata dal male e dal maligno ed entrambi
incappano nel male, nelle ingiustizie, nel buio degli interrogativi e se il
non credente, avendo eliminato Dio, prova l‟amarezza della sua
inadeguatezza nella lotta contro ogni male, anche il cristiano trova
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spesso la presunta assenza di Dio o almeno il suo apparente dormire
davanti alle prove dei suoi figli. Quante volte nella Bibbia, libro di fede,
abbiamo trovato invocazioni di questo tipo: “Signore perché dormi,
perché non sei con noi nelle nostre battaglie? Ti sei dimenticato della
tua alleanza?” fino alle tremende parole di Gesù sulla croce: “Dio mio,
Dio mio, perché mi hai abbandonato?”
Avere Gesù sulla barca, avere fede, non significa aver più facilità di altri
perché il credente non ha problemi, significa però aver qualcuno a cui
rivolgersi perché dia senso a tutto nella vita.
Nel racconto evangelico Gesù calma la tempesta, nella storia
quotidiana non sempre avviene così neanche andando con tutta la
nostra fede e paura a “svegliare il Signore”.
La fede in Cristo, nel suo amore per noi, nella sua passione, nella sua
risurrezione, ci dà però la capacità di „vedere lontano‟ e di „vedere
dentro‟. Con Gesù noi non ci fermiamo a ciò che succede nel momento,
alla sofferenza presente, all‟immediato non intervento del Signore, alle
apparenti ingiustizie e vittorie del male, noi sappiamo che la vittoria
finale è di Dio, che il bene di Dio alla fine, magari non nel modo con cui
ce lo aspetteremmo noi, vincerà. E con Gesù noi guardiamo dentro ai
fatti, non visti solo più come succedersi fatale di eventi, ma come segni
difficili ma provvidenziali. Con Gesù il cristiano continua a gioire, a
soffrire, ad aver paura come tutti, ma anche a fidarsi, a vivere in prima
persona ogni evento della propria vita, a rinnovare ogni giorno la sua
fede in un Dio che essendo Padre non può che volere il bene finale del
proprio figlio.
MERCOLEDI’ 2 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
SSAALLGGAA AALL TTUUOO VVOOLLTTOO IILL GGRRIIDDOO DDEELL PPOOVVEERROO.. ((DDaallllaa LLiittuurrggiiaa))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
OTTONE, Santo, Vescovo
Fu vescovo di Bamberga in Baviera nel Xl secolo. La sua carica gli
permise di compiere l‟opera di pacificazione della Chiesa con l‟impero
che pose fine alla lunga guerra delle investiture. Passò gli ultimi anni
della sua vita ad operare la conversione dei pagani e proprio da alcuni
di questi fu ucciso in una imboscata nel 1139.
Parola di Dio: Gen. 21,5.8-20; Sal. 33; Mt, 8,28-34
Dal Vangelo secondo Matteo 8,28-34 In quel tempo, [28] essendo Gesù giunto all'altra riva, nel paese dei Gadarèni, due indemoniati, uscendo dai sepolcri, gli vennero incontro;
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erano tanto furiosi che nessuno poteva più passare per quella strada. [29]Cominciarono a gridare: <<Che cosa abbiamo noi in comune con te, Figlio di Dio? Sei venuto qui prima del tempo a tormentarci?>>. [30]A qualche distanza da loro c'era una numerosa mandria di porci a pascolare; [31]E I DEMÒNI PRESERO A SCONGIURARLO DICENDO: <<SE CI SCACCI, MANDACI IN QUELLA MANDRIA>>. [32]Egli disse loro: <<Andate!>>. Ed essi, usciti dai corpi degli uomini, entrarono in quelli dei porci: ed ecco tutta la mandria si precipitò dal dirupo nel mare e perì nei flutti. [33]I mandriani allora fuggirono ed entrati in città raccontarono ogni cosa e il fatto degli indemoniati. [34]Tutta la città allora uscì incontro a Gesù e, vistolo, lo pregarono che si allontanasse dal loro territorio.
Se volessimo usare il forse poco riverente linguaggio del calcio
potremo dire che questo scontro tra Gesù e il demonio finisce in
apparente parità, ma questo racconto ci svela molto sull‟agire sia di
Gesù che del diavolo.
Intanto, il diavolo si accorge subito della presenza di Gesù.
Ricordiamocelo sempre, il diavolo è un puro spirito, un angelo, non
fidiamoci di chi ci descrive i diavoli come animaletti cornuti e caudati,
ma stupidi e sempre perdenti. Il diavolo conosce Gesù, conosce la sua
potenza, ma appena ne sente la presenza ingaggia subito battaglia con
Lui. Questo continua a succedere anche nella nostra vita: dove si cerca
di operare il bene in nome di Dio e di suo figlio Gesù, ecco che il
diavolo è presente, ecco che scatena le sue forze, gioca tutte le sue
carte. Ricordate tutti il triste episodio di Caino e Abele: entrambi i
fratelli avevano fatto una cosa buona, quella di offrire a Dio le loro
primizie, ma Caino diventa geloso e allora Dio gli dice: “guarda che il
peccato (leggi pure: il male, il diavolo) è accucciato alla tua porta,
verso di te è il suo istinto, ma tu dominalo”. Ricordiamocelo: il male
non è stupido, non combatte contro se stesso, viene soprattutto fuori là
dove si cerca la comunione con Dio, e dove si vuole operare nel suo
nome.
Gesù però è colui che può scacciare il male, Dio è più forte di ogni
male. Sembra una affermazione banale, ma spesso è facile lasciarci
spaventare dalle apparenze: il male fa molto rumore, incute paura,
vive delle gelosie e delle negatività, fa vedere la realtà distorta, è
bugiardo e noi spesso ci caschiamo: crediamo alla forza di Dio ma ci
lasciamo spaventare dal male al punto che preferiamo asservirci al
male credendo sia più forte, che dia più felicità.
Anche quando il male sembra vinto esso cerca sempre di ottenere
qualcosa a suo favore: il racconto dei porci è significativo: il diavolo
usando di una fonte di ricchezza e privando questi allevatori di parte
dei loro guadagni riesce ad ottenere che questi, non vedendo più il
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bene che era stato fatto ai due indemoniati, avvertono in Gesù un
potenziale nemico dei loro affari e allora lo allontanano dalla loro
regione impedendo che il suo bene li raggiunga.
Quando pensiamo di aver vinto il diavolo con la forza di Gesù è proprio
il momento di fare attenzione. Anche Gesù ci ha detto con chiarezza
che quando un demonio è stato cacciato, egli va a cercarne altri cento
peggiori di lui e torna ed è contento di trovare una casa tutta spazzata
per farne la dimora sua e degli altri demoni. La nostra lotta contro il
male non è mai finita, ma una cosa è certa: se in certi momenti sembra
che tutto finisca uno a uno, proprio perché la partita è ancora lunga e
se noi sapremo stare dalla parte di Gesù, la vittoria finale non può che
essere sicura.
GIOVEDI’ 3 LUGLIO : FESTIVITA’ DI SAN TOMMASO
Una scheggia di preghiera:
CCHHII CCRREEDDEE NNEELL SSIIGGNNOORREE,, VVEEDDRRAA’’ LLAA SSUUAA SSAALLVVEEZZZZAA.. ((DDaallllaa LLiittuurrggiiaa))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
TOMMASO, Santo, Apostolo
Specialmente il quarto Vangelo ci fa conoscere ed amare la figura di
questo apostolo dal carattere lucido e realista. Egli sa che per Gesù
finirà male (Gv. 11,6) ma, almeno a parole, è disposto a condividerne
la sorte; sa domandare a Gesù quando ne ha bisogno (Gv. 14,5—6).
Per credere ha bisogno di un segno che gli provi che il risorto è lo
stesso uomo che ha visto sulla croce. Ma, ottenuto il segno esprime la
sua fede con pienezza: “Mio Signore e mio Dio”.
Parola di Dio nella festa di San Tommaso: Ef. 2,19-22; Sal. 116;
Gv. 20,24-29
Dal Vangelo secondo Giovanni 20,24-29
[24]Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. [25]Gli dissero allora gli altri discepoli: <<Abbiamo visto il Signore!>>. Ma egli disse loro: <<Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò>>. [26]Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: <<Pace a voi!>>. [27]Poi disse a Tommaso: <<Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!>>. [28]RISPOSE TOMMASO: <<MIO SIGNORE E MIO DIO!>>. [29]Gesù gli
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disse: <<Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!>>.
Oggi, festa di san Tommaso apostolo, ci facciamo aiutare nella nostra
riflessione da alcuni pensieri di una predica di don Curtaz:
Lasciatemi spezzare una lancia a favore di Tommaso, dipinto
superficialmente come incredulo. Pensate davvero sia incredulo? Non
sentite, al contrario, troppa fede dietro le sue amare parole? Tommaso
ha creduto troppo al Rabbì, Tommaso era disposto a farsi ammazzare
per lui. Tommaso sapeva che Gesù era la via e lo avrebbe seguito. Poi
la delusione, lo scandalo. Tutto va storto e la gioia della sequela,
l‟emozione dell‟accoglienza diventano paura, vigliaccheria, pianto. No:
Tommaso ha investito troppo nel sogno infranto per rimettersi in pista.
Lo capisco, povero amico mio. Lo capisco e mi ci ritrovo. E ritrovo le
tante persone che ho conosciuto: grandi sogni, grandi ideali e poi la
vita, il compromesso, le delusioni. Penso al sorriso di Sandra diventato
duro quando suo marito se n‟è andato svelando le sue fragili intenzioni;
penso all‟amarezza di Luigi ogni volta che uno dei ragazzi che cerca di
tirare fuori dalla droga scappa dalla comunità; penso ai sogni infranti di
Cristina che una malattia inchioda al letto, lei che voleva salvare il
mondo. Tommaso è il patrono degli sconfitti, dei sognatori, dei delusi.
Tommaso non crede, non ha più il coraggio di farlo. E Gesù (ancora!) il
paziente, il compassionevole lo attende, insiste fino a portarlo alla fede
più profonda.
Tommaso, patrono degli sconfitti, prega per noi. Quando ci
scandalizziamo dell‟incoerenza della Chiesa, quando ci sembrano troppe
grosse le sue fragilità, quando non ci sembra possibile che tanta gloria
sia affidata a tanta povertà, prega per noi. Facci capire che uno dei
modi per riconoscere la presenza del risorto, misterioso ospite delle
nostre vite, ora, è anche la sofferenza. Facci comprendere che anche
una vita sconfitta può incontrare la gloria del risorto, che il grande
popolo dei perdenti ha un patrono e un Signore. Tommaso, nostro
gemello, aiutaci ad osare anche quando sembra inutile, a fissare lo
sguardo altrove quando la pesantezza della vita e del peccato ci
schiantano a terra, a lavorare per la costruzione del Regno sapendo che
il mondo è già salvo, ma non lo sa.
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VENERDI’ 4 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
PPAADDRREE,, CCOONNCCEEDDIICCII LLOO SSPPIIRRIITTOO DDII SSAAPPIIEENNZZAA PPEERRCCHHEE’’ PPOOSSSSIIAAMMOO
CCOONNOOSSCCEERREE QQUUAALL EE’’ LLAA SSPPEERRAANNZZAA DDEELLLLAA NNOOSSTTRRAA CCHHIIAAMMAATTAA..
((EEff.. 11,,1177--1188))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
ELISABETTA DEL PORTOGALLO, Santa. Regina
Sposata a Dionigi, re del Portogallo, Elisabetta (1271—1336) si dedicò
al difficile compito di mettere pace all‟interno della famiglia reale. Si
occupò anche attivamente dei poveri. Rimasta vedova nel 1325, finì i
suoi giorni come terziaria francescana a Coimbra.
Parola di Dio: Gen. 23,1-4.10.19; 24,1-8.62-67; Sal. 105; Mt. 9,9-13
Dal Vangelo secondo Matteo 9,9-13
[9]Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: <<Seguimi>>. Ed egli si alzò e lo seguì. [10]Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. [11]Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: <<Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?>>. [12]Gesù li udì e disse: <<Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. [13]Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti NON SONO VENUTO A CHIAMARE I GIUSTI, MA I PECCATORI>>.
Questa frase di Gesù, l‟atteggiamento di Gesù nei confronti dei
peccatori e tutto il Vangelo che è un annuncio di pace e di misericordia,
dovrebbero averci aperto gli occhi su chi sia il “Padre buono e
misericordioso, lento all‟ira e pieno di grazia.”.
Frasi come questa dovrebbe essere scritte a caratteri cubitali su certi
pulpiti e in certi confessionali o anche in certe emittenti radio che fanno
una specie di terrorismo religioso sulla paura di un Dio che stanco del
male vuol punire gli uomini e l‟umanità, di un Dio vendicativo che non
vede l‟ora di farla pagare agli uomini per i loro peccati “che ormai
hanno fatto traboccare il vaso”, di un Dio indagatore più attento ai
peccati che ai figli, di un Dio costruttore di inferni dotati delle più
raffinate torture che neanche un sadico riuscirebbe ad immaginarne di
migliori.
Dio non vuole condannare il mondo, se no perché lo avrebbe creato,
perché si sarebbe dato tanto da fare per mandarci la sua Legge i suoi
profeti, perché avrebbe mandato suo Figlio e perché Gesù avrebbe
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accettato di offrirci la sua vita? Dio vuole salvare i suoi figli. Dio non è
geloso della mia gioia, è venuto a portarcela, Gesù dice che si fa più
festa in cielo per un peccatore che si converte che non per mille giusti
che perseverano.
E‟ vero che il male e che i peccati degli uomini sono grandi, li abbiamo
evidenti davanti agli occhi tutti i giorni nella nostra società, nella Chiesa
e in noi stessi, ma Dio non si lascia spaventare neanche da questi, il
suo amore è più forte di essi.
E‟ tutta questione di prospettiva. Se noi partiamo dai ragionamenti del
nostro mondo e vediamo le cose solo con gli occhi terreni e con le
nostre piccole giustizie limitate, vedremo unicamente il male, le
punizioni e un Dio piccolo, troppo a figura della nostra piccolezza
umana. Se noi ci lasciamo inondare dalla luce di Dio e del suo Cristo,
allora anche il nostro cuore si aprirà alla speranza, alla pazienza, al
perdono, alla gioia dell‟amore per il fratello.
SABATO 5 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
AAPPRRII,, SSIIGGNNOORREE IILL NNOOSSTTRROO CCUUOORREE EE CCOOMMPPRREENNDDEERREEMMOO LLEE PPAARROOLLEE
DDEELL TTUUOO FFIIGGLLIIOO.. ((AAttttii 1166,,1144))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
ANTONIO MARIA ZACCARIA, Santo, Fondatore
Spinto dall‟amore per i poveri, Antonio Maria (1502—1539) li servì
dapprima come medico. Per recare loro anche un aiuto spirituale, si
fece sacerdote. Fondò una congregazione di chierici regolari, che
cominciarono a chiamarsi Barnabiti quando venne loro affidata la chiesa
di San Barnaba, a Milano.
Parola di Dio: Gen. 27,1-5.15-29; Sal, 134; Mt. 9,14-17
Dal Vangelo secondo Matteo 9,14-17
[14]Allora gli si accostarono i discepoli di Giovanni e gli dissero: <<Perché, mentre noi e i farisei digiuniamo, i tuoi discepoli non digiunano?>>. [15]E Gesù disse loro: <<Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro? Verranno però i giorni quando lo sposo sarà loro tolto e allora digiuneranno. [16]Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo squarcia il vestito e si fa uno strappo peggiore. [17]NON SI METTE VINO NUOVO IN OTRI VECCHI, altrimenti si rompono gli otri e il vino si versa e gli otri van perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l'uno e gli altri si conservano>>.
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Se può essere facile capire il significato dei due esempi, quello degli
otri e quello del panno grezzo, per quanto riguardava il tempo di Gesù,
può essere a prima vista più difficile comprenderli per nostra odierna
vita di cristiani; se infatti ai tempi di Gesù Egli veniva a dirci l‟assoluta
novità del suo messaggio rispetto alle tradizioni religiose precedenti,
oggi quali saranno i vestiti e gli otri vecchi e quale il vino nuovo?
Io penso che, purtroppo le cose non siano cambiate molto da allora. La
religiosità ufficiale, le abitudini, le tradizioni religiose, che pure, se
comprese giustamente, hanno un loro significato, spesso si sono
impadronite della fede gioiosa e spumeggiante ed hanno ridotto le sue
capacità prorompenti. Qualche esempio: per molti cristiani la fede è un
vestito da tirar fuori in certe occasioni: battesimi, matrimoni, sepolture,
per altri è un pronto-soccorso da utilizzare quando c‟è qualcosa che non
va (e la colpa del male è sempre di Dio e Lui dovrebbe fare degli ottimi
miracoli per i buoni che, guarda caso, siamo sempre noi), Dio è di
parte, sta con noi che siamo buoni e cattolici, sembra che lo si possa
comprare con Messe, candele e offerte ai preti, la preghiera è diventata
una serie di preghiere, la Messa non è un gioioso banchetto con Dio e
con i fratelli, ma un rito, una specie di tassa settimanale che il vero
credente paga a Dio per poi starsene tranquillo tutta la settimana a
farsi gli affari suoi. Se la pensiamo così, anche solo in parte, ecco il
vestito vecchio e le botti ormai sdogate che perdono da tutte le parti.
Il vino nuovo chi è? Ancora e sempre Gesù e il suo messaggio. Lui è
venuto ad annunciare un Dio vivo, non un dio con gli abiti neri delle
sepolture, lui ci ha detto che è padre e non padrone che tratta con la
frusta i suoi servi per poi abbandonarli o ucciderli appena questi
sbagliano, Gesù stesso è lo sposo della nostra umanità e noi siamo
invitati alle sue nozze e ad un matrimonio non si va con la faccia da
funerale, se no è meglio non andarci…
Come conciliare, dunque, il vecchio con il nuovo? Gesù è molto chiaro,
non vuol che si distrugga il vecchio ma neanche che il nuovo e il
vecchio vadano perduti insieme. Non si tratta di rinnovare il vino, Egli è
sempre nuovo, si tratta di rinnovare noi stessi e il nostro modo di
accogliere la fede. Non abbiamo paura di lasciarci inebriare dal vino
nuovo di Cristo! Gesù non è da mettere in cantina, Gesù è da gustare e
da vivere oggi. La sua parola non è da cercare in mezzo a libri vecchi,
ma da vivere in questa giornata, la preghiera non è dire qualche
preghiera in fretta, ma è dialogare tutto il giorno, in mille modi diversi
con il Signore, la Messa non è un insieme di riti che riguardano più il
prete che noi, è gioia, comunione, impegno, ripresa di energia, dono
gradito che Dio ci offre gratuitamente, senza farci pagare nulla!
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DOMENICA 6 LUGLIO
XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B
Una scheggia di preghiera:
GGUUSSTTAATTEE EE VVEEDDEETTEE QQUUAANNTTOO EE’’ BBUUOONNOO IILL SSIIGGNNOORREE,,
BBEEAATTOO LL’’UUOOMMOO CCHHEE IINN LLUUII SSII RRIIFFUUGGIIAA.. ((SSaall.. 3344,,99))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
MARIA GORETTI, Santa, Vergine
A dodici anni, Maria era già una giovane donna. Era la figlia maggiore
di una povera contadina delle paludi Pontine, vedova e madre di sei
figli. Un vicino diciottenne minacciò di pugnalarla se non avesse ceduto
alle sue richieste. Maria resistette, e pagò con la vita il suo rifiuto.
Colpita più volte, mori il giorno seguente, dopo aver perdonato al
giovane che l‟aveva aggredita.
Parola di Dio: Ez. 2,2-5; Sal 122; 2Cor. 12,7-10; Mc. 6,1-6
Dal Vangelo secondo Marco 6,1-6
[1]Gesù, partito di là, andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. [2]Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: <<Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? [3]Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?>>. E SI SCANDALIZZAVANO DI LUI. [4]Ma Gesù disse loro: <<Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua>>. [5]E non vi potè operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. [6]E si meravigliava della loro incredulità. Gesù andava attorno per i villaggi, insegnando.
Solitudine e ostilità circondano Gesù mentre visita il suo villaggio,
Nazaret. Divenuto ormai famoso per la sua parola e per i suoi atti, il
Cristo si presenta ora anche a questo ambiente piccolo e gretto e
subito lo spirito sciocco, borghese e invidioso esprime un giudizio
banale sulle forme esteriori di quest'uomo. I nazaretani sentono le
parole che egli pronunzia nella sinagoga ove tutto il villaggio è
radunato per la celebrazione del sabato. Sono parole che stupiscono,
sconvolgono, provocano come solo sa fare un vero profeta. Ma la
reazione delle persone superficiali è sempre scontata: si fissa magari
sui particolari dell'abbigliamento, sulle chiacchiere delle parentele, sulle
piccinerie di paese. Anziché cogliere la straordinarietà della parola del
Cristo, i nazaretani si ancorano all'ordinarietà della sua famiglia per
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“scandalizzarsi”. Le sue modeste origini di operaio, le figure tozze del
suo clan, la stessa semplicità di Maria, una donna del villaggio, non
possono che suscitare ironia e favorire il tentativo di smitizzare la
figura di Gesù.
Di fronte a questo muro di freddezza Gesù reagisce con due
atteggiamenti. Il primo è profondamente umano: “Si meravigliava della
loro incredulità”. E l'amara sorpresa di fronte al rifiuto preconcetto, è la
delusione davanti al vuoto spirituale di chi cerca solo spettacolo, è lo
sconcerto di fronte alla grettezza e alla cattiveria. Gesù denunzia
ancora una volta la falsa religiosità che si rifiuta di riconoscere
l'intervento di Dio all'interno di un evento o di una persona che
risultano quotidiani.
La seconda reazione di Gesù è espressa dal fatto che Egli non può
operare miracoli. I doni che Gesù è venuto a portare non possono
essere ricevuti perché non è accettato il donatore.
Anche a noi può succedere la stessa cosa. Se, come dicevamo ieri,
pensiamo di relegare la fede in vestiti e otri vecchi, in tradizioni, in
supposte conoscenze di Cristo, noi rischiamo di non saper più
comprendere la presenza di Cristo nella nostra quotidianità, rischiamo
di non accogliere il suo messaggio perché pensiamo già di conoscerlo
troppo bene e di avere la chiave della religiosità e del cuore di Dio. Per
cogliere il mistero della persona di Gesù, bisogna aprirsi al Gesù reale e
non ridurlo al ritratto che ci eravamo fatti di lui. La potenza di Gesù è
legata e la sua parola è resa inefficace, quando non incontra un ascolto
attento, una disponibilità alla fede.
Gesù ancora oggi vuol colmarci dei suoi doni, ma noi sappiamo
accogliere il Donatore?
LUNEDI’ 7 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
GGEESSUU’’,, TTUU CCHHEE HHAAII VVIINNTTOO LLAA MMOORRTTEE,,
FFAA’’ RRIISSPPLLEENNDDEERREE LLAA VVIITTAA AATTTTRRAAVVEERRSSOO IILL VVAANNGGEELLOO.. ((22TTiimm.. 11,,1100))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
APOLLONIO, santo, Vescovo, Martire
Fu vescovo di Brescia e conobbe il martirio nel II secolo, sotto
l‟imperatore Adriano. Uomo umanissimo, fece della sua missione uno
stile di vita, sempre guardando al Cristo, non indietreggiando
nemmeno di fronte alla morte, consapevole che il suo sacrificio serviva
ad avvicinarlo a Dio e a edificare la Chiesa.
Parola di Dio: Gen. 28,10-22; Sal. 90; Mt. 9,18-26
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Dal Vangelo secondo Matteo 9,18-26
[18]Mentre Gesù diceva loro queste cose, giunse uno dei capi che gli si prostrò innanzi e gli disse: <<MIA FIGLIA È MORTA PROPRIO ORA; MA VIENI, IMPONI LA TUA MANO SOPRA DI LEI ED ESSA VIVRÀ>>. [19]ALZATOSI, GESÙ LO SEGUIVA con i suoi discepoli. [20]Ed ecco una donna, che soffriva d'emorragia da dodici anni, gli si accostò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. [21]Pensava infatti: <<Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita>>. [22]Gesù, voltatosi, la vide e disse: <<Coraggio, figliola, la tua fede ti ha guarita>>. E in quell'istante la donna guarì. [23]Arrivato poi Gesù nella casa del capo e veduti i flautisti e la gente in agitazione, disse: [24]<<Ritiratevi, perché la fanciulla non è morta, ma dorme>>. Quelli si misero a deriderlo. [25]Ma dopo che fu cacciata via la gente egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. [26]E se ne sparse la fama in tutta quella regione.
Quest‟uomo va da Gesù con tutto il suo carico sia di disperazione che di
speranza. Da una parte porta la morte della persona amata, dall‟altra la
speranza che la vita possa essere ancora più forte, grazie a Gesù. Mi
pare che la drammaticità di questo racconto rispecchi la nostra
situazione vitale. Dentro ognuno di noi morte e vita convivono
continuamente. Quando un bambino viene al mondo, nel trionfo pieno
della vita, milioni e milioni di sue cellule sono già morte, ogni giorno noi
viviamo esperienze uniche e irripetibili, quello che mi è successo ieri
non si ripeterà mai più, eppure oggi mi sono risvegliato, sto vivendo,
ho possibilità di amare e di essere amato… Anche nella vita spirituale si
nasce e si muore continuamente, la vita morale è una continua scelta
tra vita di grazia e peccato. Attorno a noi vediamo nascere e morire in
continuazione, tra i nostri amici ce ne sono molti vivi, alcuni dei quali
sopravviveranno a noi, ma anche tanti già morti…
Avete mai provato ad andare da Gesù portandogli, invece delle solite
quattro preghiere tirate giù con più o meno devozione, la drammaticità
del nostro vivere e morire?
Che cosa può rispondere Gesù ad un credente che si metta davanti a
Lui in questo modo? Esattamente come ha fatto con quel padre:
“Alzatosi, Gesù lo seguiva”. Gesù non ha delle risposte, è la risposta. Il
messaggio di Gesù non è una dissertazione sulla vita o sulla morte, non
è una filosofia che più o meno soddisfa o addormenta l‟uomo, Lui è la
Vita, la Verità, la Via, Lui entra nella nostra storia, perché è un Dio
fatto uomo che conosce fino in fondo e personalmente il nostro mistero
di creature, Lui entra nel nostro dolore perché è l‟uomo dei dolori, Lui
da senso al più piccolo particolare del nostro vivere perché è Colui che
è vissuto pienamente e “risorgendo ha ridato a noi la vita”.
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E‟ vero che alla fine noi restiamo nel mistero, è vero che il più delle
volte davanti ad una sofferenza o davanti alla morte noi non riceviamo
come questo padre il miracolo della risurrezione, ma se davvero
abbiamo portato a Gesù il nostro dramma di vita e di morte, di anima e
di materia, di grazia e di peccato, se abbiamo fede nel Dio della vita, se
capiamo che Gesù sta camminando con noi, certamente la speranza ha
il sopravvento sulla disperazione, il coraggio sulla paura, l‟amore
sull‟egoismo, la vita sulla morte.
MARTEDI’ 8 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
CCUUSSTTOODDIISSCCIIMMII CCOOMMEE PPUUPPIILLLLAA DDEEGGLLII OOCCCCHHII,,
PPRROOTTEEGGGGIIMMII AALLLL’’OOMMBBRRAA DDEELLLLEE TTUUEE AALLII.. ((SSaall..1177,,88))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
ADRIANO, Santo, Papa
Era romano e governò la Chiesa per un anno soltanto, dal 884 al 885. I
pochi dati biografici riguardano il racconto della sua morte, della sua
sepoltura e dei miracoli compiuti. Anche se sedette sul trono pontificio
per così poco tempo, Adriano seppe meritarsi il Cielo, conducendo una
vita all‟insegna dell‟amore per Cristo.
Parola di Dio: Gen. 32,23-33; Sal. 16; Mt. 9,32-38
Dal Vangelo secondo Matteo 9,32-38
[32] Presentarono a Gesù un muto indemoniato. [33]Scacciato il demonio, quel muto cominciò a parlare e la folla presa da stupore diceva: <<Non si è mai vista una cosa simile in Israele!>>. [34]Ma i farisei dicevano: <<Egli scaccia i demòni per opera del principe dei demòni>>. [35]Gesù andava attorno per tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, predicando il vangelo del regno e curando ogni malattia e infermità. [36]Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore. [37]Allora disse ai suoi discepoli: <<LA MESSE È MOLTA, MA GLI OPERAI SONO POCHI! [38]PREGATE DUNQUE IL PADRONE DELLA MESSE CHE MANDI OPERAI NELLA SUA MESSE!>>.
Quando si imbatte in questa frase del vangelo, normalmente il
predicatore ha già il suo discorso bello e fatto: oggi la situazione della
Chiesa è precaria perché mancano le vocazioni, certi ordini rischiano di
chiudere, ci sono parroci oberati da mille impegni, parrocchie di più di
ventimila abitanti hanno un prete solo… e avanti con l‟osservazione di
dati che sono reali; poi si passa alla seconda lamentela: le famiglie si
guardano bene dal proporre ai figli la chiamata religiosa, il mondo ha
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molte altre attrattive, manca la fede; per concludere con il solito
ritornello, preghiamo dunque per le vocazioni, o quando addirittura non
si bara con dei ragazzi facendo loro vedere non la realtà di una vita
impegnata gioiosamente per il Signore ma solleticandoli soltanto pur di
poter acchiappare qualcuno, o come certi ordini religiosi che, pur di
aver qualche nuova vocazione, battono i paesi poveri offrendo a ragazzi
e ragazze possibilità di vita migliore di quella che normalmente
avrebbero pur di entrare nel loro ordine (e non si accorgono che
facendo così spesso fanno il male di quelle persone e del loro stesso
ordine).
Io non credo che il discorso delle vocazioni vada condotto in questo
modo. Gesù non lo ha affrontato così. Prima di tutto Gesù non ha
badato troppo al numero: Lui che prega per le vocazioni ne ha stabiliti
solo dodici, a qualcuno che sembra ben intenzionato a seguirlo fa delle
proposte talmente difficili che lo scoraggia (vedi il giovane ricco) o a
qualcun altro dice apertamente di no (vedi l‟indemoniato guarito).
Seconda cosa Gesù, con i suoi discepoli vuole giungere al cuore
dell‟uomo per portare l‟annuncio che “il Regno di Dio è qui”, non vuole
conquistare tutti, intruppare tutti, lui bada al cuore dell‟uomo, di ogni
uomo e non a strutture di Chiesa (basta leggere i discorsi missionari
che pure sono stati redatti quando la Chiesa era ormai sedimentata,
per capire che non manda mai ad annunciare una chiesa struttura).
Terza cosa, i criteri di Gesù per chiamare a seguirlo sono molto diversi
dai nostri, lui non fa scelte basate sulla cultura, su esami dati o non
dati, su capacità psicoattitudinali, su salute forte o non forte (se volete
date una scorsa alla lista dei dodici per trovarvi personaggi tutt‟altro
che rassicuranti per certi vescovi o rettori di seminario odierni).
E allora come affrontare oggi il problema delle vocazioni sacerdotali,
religiose, laicali? Lo spazio è breve e certamente le mie indicazioni sono
proprio solo schegge molto parziali e sintetiche, ma per far riflettere:
Primo, essendo onesti e coerenti nell‟affermare la nostra fede: se
qualcuno si accorge che per noi credere è fatica ma anche gioia, è per
lo meno portato ad interrogarsi sul senso di essa.
Non confondiamo mai le opere di religione che hanno bisogno di
vocazioni che le sostengano con l‟opera di Dio. Se cerchiamo vocazioni
per salvare le nostre strutture religiose, difficilmente le troveremo, se
le troviamo non abbiamo fatto un buon affare perché conserviamo
soltanto qualcosa di vecchio che se non passa oggi passa domani. Non
corriamo il rischio di metterci al posto di Dio per chiamare noi mentre
Lui corre già altre strade.
Aiutiamo, se possiamo ogni uomo, ogni ragazzo o ragazza a capire che
in qualunque caso Dio ha un progetto di amore su di lui o lei a cui, in
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ogni caso, ognuno di noi può rispondere e dovrebbe sempre rispondere
con generosità, ed ogni vocazione, sia umana che religiosa, ha la
stessa dignità davanti a Lui.
Preghiamo sì per le vocazioni sacerdotali e religiose, preghiamo per
coloro che hanno seguito questa strada, perché ne siano degni ogni
giorno, preghiamo con fiducia il Signore per nuove vocazioni, ma
proprio perché abbiamo fiducia che Dio non ci lascerà senza pastori,
annunciatori e testimoni, lasciamo fare a Lui che le cose le sa condurre
molto meglio di noi.
MERCOLEDI’ 9 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
LLIIBBEERRAACCII DDAALLLL’’OOPPPPRREESSSSIIOONNEE DDEELLLLAA CCOOLLPPAA PPEERRCCHHEE’’ PPOOSSSSIIAAMMOO
PPAARRTTEECCIIPPAARREE AALLLLAA FFEELLIICCIITTAA’’ EETTEERRNNAA.. ((DDaallllaa LLiittuurrggiiaa))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
VITTORIA E ANATOLIA, Sante, Martiri
Vittoria e Anatolia erano due giovani cristiane entrambe fidanzate.
Sentirono però di doversi consacrare totalmente al Signore. I due
innamorati delusi, però, le rapirono credendo di ottenere con la
violenza ciò che non avevano ottenuto con il loro onesto affetto. Ma
non saranno loro gli accusatori e persecutori delle due giovani: anzi
anch‟essi si convertiranno; sarà invece la persecuzione di Decio,
qualche anno dopo (siamo nel III secolo), a mettere nelle loro mani la
palma del martirio.
Parola di Dio: Gen. 41,55-57; 42,5-7.17-24; Sal 32; Mt. 10,1-7
Dal Vangelo secondo Matteo10,1-7
[1]Chiamati a sé i dodici discepoli, GESÙ DIEDE LORO IL POTERE DI SCACCIARE GLI SPIRITI IMMONDI E DI GUARIRE OGNI SORTA DI MALATTIE e d'infermità. [2]I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, [3]Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo, [4]Simone il Cananeo e Giuda l'Iscariota, che poi lo tradì. [5]Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: <<Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; [6]rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele. [7] E STRADA FACENDO, PREDICATE CHE IL REGNO DEI CIELI È VICINO.
Mi sembra che il Vangelo di oggi ci offra la possibilità di continuare, su
un altro piano, la riflessione di ieri. Forse l‟avrete notate anche voi, ma
io non posso, ogni volta che ho a che fare con un vescovo, una
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parrocchia, una organizzazione laicale cristiana, che notare un gran
desiderio di realizzare qualcosa di bello nei confronti del Vangelo ma
anche una grande preoccupazione per tutte quelle che sono le strutture
per poterlo fare. Qualche esempio: si organizza il catechismo,
giustamente si vorrebbe contattate le famiglie dei bambini, si fa di tutto
per poter realizzare qualcuno di questi incontri e poi, quando il
momento è arrivato si rischia di parlare loro di mille cose e di
dimenticarsi l‟annuncio cristiano, oppure si studiano sinodi, piani
pastorali, si costruiscono a volte mastodontiche cose di una complessità
e struttura tecnica meravigliosa e poi… passata la festa…
Ce lo ricordiamo che Gesù ha dato agli apostoli e a noi il potere di
scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie? Ci
ricordiamo che il nostro compito è solo “strada facendo, predicate che il
regno dei cieli è vicino”?
Gli uomini di oggi hanno come necessità primarie non quella di scoprire
una religiosità ben organizzata, una chiesa potente, una serie di norme
religiose (molti di essi queste cose le hanno già abbandonate da tempo,
anzi molte volte sono proprio queste strutture ad aver allontanato),
hanno bisogno di sentire che qualcuno crede che ci sia un Dio che ci
vuol bene personalmente, un Dio che ama gratuitamente e non per
interesse, un Dio che davvero viene a liberare l‟uomo e non ad imporgli
altri gioghi, un Dio che non minaccia inferni per condizionare, ma un
Dio che scende nel nostro inferno di ingiustizie e cattiverie e con noi le
affronta per vincerle anche per noi.
Quando ti capita (e grazie al cielo capita sovente) di incontrare un
cristiano che nella sua povertà umana cerca di vivere queste cose, non
hai bisogno di prediche, non hai bisogno di strutture, di mass media
accattivanti, di riunioni a catena, ma riesci a respirare una boccata di
pulito, di speranza, di libertà e scopri che l‟amore di Dio per gli uomini
non è una chiacchiera di preti ma un qualcosa di vero e reale.
GIOVEDI’ 10 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
CCOOMMEE IILL TTUUOO NNOOMMEE,, OO DDIIOO,, CCOOSSII’’ LLAA TTUUAA LLOODDEE,, SSII EESSTTEENNDDAA FFIINNOO AAII
CCOONNFFIINNII DDEELLLLAA TTEERRRRAA.. ((SSaall.. 4477,,1111))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
SECONDA E RUFINA, Sante, Martiri
Seconda e Rufina, due sorelle romane, subirono il martirio, come tanti
altri cristiani, nel 260; la prima, bastonata a morte, l‟altra decapitata.
La loro storia, simile a tante altre, sottolinea il coraggio della rinuncia e
l‟immenso amore per Dio, che è superiore a tutto e fa vincere le prove
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più dure: il dolore, la paura, il martirio.
Parola di Dio: Gen. 44,18-21.23-29; 45,1-5; Sal. 104; Mt. 10,7-15
Dal Vangelo secondo Matteo 10,7-15
[7]E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. [8]Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. [9]NON PROCURATEVI ORO, NÉ ARGENTO, NÉ MONETA DI RAME NELLE VOSTRE CINTURE, [10]NÉ BISACCIA DA VIAGGIO, NÉ DUE TUNICHE, NÉ SANDALI, NÉ BASTONE, perché l'operaio ha diritto al suo nutrimento. [11]In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. [12]Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. [13]Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. [14]Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. [15]In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città.
Gesù davvero sa come siamo fatti! Ecco perché nel discorso missionario
che fa ai suoi apostoli e a noi, mandati per essere testimoni del suo
amore, dopo averci ricordato che tutto quello che abbiamo è gratuito
elenca tutta una serie di cose contrarie all‟essere cristiani e quindi
contrarie alla missione. Naturalmente sono dei segni concreti e chiari
che vanno ben oltre al loro significato naturale. Proviamo a far scorrere
l‟elenco delle cose contrarie alla missione cristiana.
“Oro e argento”. Non che i soldi e le cose non servano ma non vanno
mischiate con la fede e il suo annuncio. Il regno di Dio non lo si porta in
base a cose comprate e con la potenza dei soldi e il regno di Dio non
deve servire per spillare soldi alla gente. Dio non se ne fa niente di
basiliche ricche di arte e cose preziose se queste non sono espressione
di cuori ricchi di amore e di carità. Ricordate il Curato d‟Ars?
Combatteva il demonio con la penitenza e con le patate bollite, era uno
che aveva fatto fatica ad imparare poche righe di teologia eppure da
tutta la Francia accorrevano a Lui per sentire la sua parola e vedere la
sua persona. Ricordate il Cottolengo? Aveva da curare migliaia di
infermi, ma la sua preoccupazione prima non erano i soldi, quelli,
quando ce n‟è bisogno e li si usa secondo la volontà di Dio, arrivano per
il necessario.
“Non portate la bisaccia per il viaggio o due tuniche”. La bisaccia che
molti dicono di portare per previdenza, è poi un peso che rende il
viaggio ancora più difficile. Se io penso che per essere missionario devo
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portarmi dietro tutti i miei libri religiosi, perché hanno degli ottimi
argomenti, il mio computer perché in esso ci sono un mucchio di
indicazioni e poi la veste da prete tutta lucida perché dà prestigio e i
paramenti dei vari colori per essere fedeli alla liturgia, alla fine non mi
muoverò neppure di casa. Non è questione di non essere previdenti,
preparati, fedeli alle norme della chiesa, è questione di essere
disponibili, snelli nel muoversi, pronti a lasciarci portare dal Signore
dove vuole.
“Non prendete il bastone”. Il bastone era un compagno prezioso di
viaggio del pellegrino, serviva a sostenersi e anche a difendersi ma
nella missione cristiana c‟è il rischio che se ci sosteniamo solo con le
nostre forze poi pensiamo di essere noi i principali personaggi e invece
di annunciare Gesù Cristo rischiamo di annunciare noi stessi. E poi il
bastone ha sempre in sé un potenziale negativo, da mezzo da usare in
caso estremo e per difesa spesso diventa arma per imporre e non c‟è
niente di più contrario alla fede che quello di essere imposta sia con le
bastonate che con le coercizioni.
VENERDI’ 11 LUGLIO
SAN BENEDETTO PATRONO DI EUROPA
Una scheggia di preghiera:
CCOONNCCEEDDII AA NNOOII DDII NNOONN AANNTTEEPPOORRRREE NNUULLLLAA AALLLL’’AAMMOORREE DDII CCRRIISSTTOO..
((DDaallllaa LLiittuurrggiiaa))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
BENEDETTO, Santo, Abate
Ritiratosi nella solitudine sul monte Subiaco per cercare Dio e vivere
sotto il suo sguardo, non poté evitare che la fama della sua santità
attirasse attorno a lui numerosi discepoli. Si spostò con essi a
Montecassino dove scrisse la regola benedettina. Nel 1964, Paolo VI lo
proclamava Patrono d‟Europa.
Parola di Dio nella festa di san Benedetto: Prov. 2, 1-9; Sal. 11;
Gv. 15,1-8
Dal Vangelo secondo Giovanni 15,1-8
[1]<<Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. [2]Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. [3]VOI SIETE GIA MONDI, PER LA PAROLA CHE VI HO ANNUNZIATO. [4]Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. [5]Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto
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frutto, perché senza di me non potete far nulla. [6]Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. [7]Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. [8]In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli.
Oggi, festa di San Benedetto patrono di Europa, ci chiediamo se la
frase che Gesù dice agli apostoli e che meditiamo, possa essere rivolta
anche a noi.
Che cosa significa “essere mondi” per Gesù? Per Lui è la disposizione
necessaria per stare davanti a Dio, è l‟assenza di ostacoli, come il
peccato, che si oppongo al contatto con il Sacro, alla comunicazione
con Dio. Il mezzo per avere questa disposizione ci viene dato proprio
dalla parola stessa di Gesù. La Parola di Gesù, infatti non è come le
parole umane. In Essa Gesù è presente, accettandola e praticandola si
fa in modo che Cristo nasca e cresca nel nostro cuore. Essa ci da la
capacità di tenerci lontani dal male.
In questo senso la beatitudine che Gesù dice per gli apostoli, è anche
per noi ogni volta che cerchiamo di mettere in pratica la parola
nutrendocene giorno per giorno in modo che, poco per volta, possiamo
arrivare ad avere gli stessi sentimenti e pensieri di Gesù, per riviverlo
nel mondo, per mostrare ad una società spesso invischiata nel male e
nel peccato, la purezza e la trasparenza che il vangelo dona. Nei giorni
scorsi leggendo il capitolo di Matteo riguardante il discorso missionario,
ci siamo detti più volte che il mondo non ha bisogno di cose, ha
bisogno di incontrare Gesù. Se noi riusciamo a lasciare che il vangelo
canti nella nostra vita, siamo i migliori missionari di questa terra.
SABATO 12 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
OO DDIIOO,, FFAA’’ CCHHEE GGOODDIIAAMMOO II BBEENNEEFFIICCII DDEELLLLAA SSAALLVVEEZZZZAA EE VVIIVVIIAAMMOO
SSEEMMPPRREE IINN RREENNDDIIMMEENNTTOO DDII GGRRAAZZIIEE.. ((DDaallllaa LLiittuurrggiiaa))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
FORTUNATO, Santo, Sacerdote
Fortunato era prete a Torrita, presso Montefalco, sua città natale. Visse
tra il IV e il V secolo e non sono molte le notizie che si hanno di lui. Per
guadagnarsi la vita, Fortunato lavorava la terra e dava esempio di
laboriosità, ma non di avarizia, che egli considerava il più pericoloso tra
i vizi. Ecco un aneddoto che riguarda questo argomento: un giorno,
zappando, raccolse tra le zolle due monete terrose e, senza neanche
guardarle le depose in tasca. Tornato a casa incontrò un povero;
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istintivamente trasse le due monete dalla tasca, e alla luce del sole
morente le vide luccicare: temendo di restare vittima dell‟avarizia,
distolse lo sguardo e depose rapidamente le due monete d‟oro nelle
mani scarne del povero. Con questo gesto ci insegna che l‟avarizia si
vince non tanto disprezzando la ricchezza, quanto non considerandola.
Parola di Dio: Gen. 49,29-33.50,15-24; Sal.104; Mt. 10,24-33
Dal Vangelo secondo Matteo 10,24-33
[24]Un discepolo non è da più del maestro, né un servo da più del suo padrone; [25]è sufficiente per il discepolo essere come il suo maestro e per il servo come il suo padrone. SE HANNO CHIAMATO BEELZEBÙL IL PADRONE DI CASA, QUANTO PIÙ I SUOI FAMILIARI! [26]Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non debba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifestato. [27]Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. [28]E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. [29]Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. [30]Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati; [31]non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! [32]Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; [33]chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
Noi, quando vogliamo magnificare o vendere una cosa, ne esaltiamo i
meriti, mettiamo in evidenza tutto il bene che la cosa può
rappresentare, se ci sono difficoltà cerchiamo o di nasconderle o di
minimizzarle. Gesù quando propone se stesso e il suo regno è di un
realismo esasperante. Dice che il Regno è la riscoperta di un Dio che è
Padre e che dona la pace del cuore, dice che Lui è venuto a dare la sua
vita per amore nostro, dice che abbiamo l‟assistenza dello Spirito
Santo, ma non nasconde le difficoltà: essere credenti significa essere
come il Maestro, annunciatori di pace che diventano segno di
contraddizione, persone di fede che trovano l‟opposizione dei religiosi,
non violenti che subiscono violenza, persone che cercano la giustizia
per sé e per gli altri e che subiscono l‟ingiustizia, uomini che amano il
mondo e lo vorrebbero partecipe della salvezza e che sono odiati o
disprezzato dal mondo, ritenuti persone o insignificanti o pericolose.
Far vedere concretamente la propria fede spesso come minimo è causa
di sorrisini; rinunciare a “fare come fanno tutti” per rispettare la
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giustizia e la verità, spesso è considerato atteggiamento stupido; se
scoprono che ti sforzi sempre di perdonare e di vedere il positivo del
prossimo, stai sicuro che saranno in parecchi ad approfittarne e anche
quelli che consideri „amici‟ spesso ti diranno che “sei troppo buono” per
farti capire che sei un illuso. Se cercherai di essere fedele al Vangelo si
arriverà all‟assurdo che persone che professano la tua stessa religione,
credendo anche di fare il bene, ti allontaneranno, cercheranno di farti
tacere, in ogni caso ti faranno soffrire… Perché tutto questo?
Perché la fede è liberazione e il mondo e tutte le sue forme di potere
invece hanno bisogno di schiavi, perché Dio è Padre e il mondo invece
ha bisogno di padroni, perché la libertà è un dono meraviglioso, ma fa
paura a tutti coloro che preferiscono norme sicure, religioni dosate,
perché il mondo ha estremamente bisogno di profeti di speranza ma
preferisce rifugiarsi nelle piccole soddisfazioni delle cose, perché essere
dalla parte di Dio significa scatenate tutte le forze che gli si oppongono.
Davanti a questo quadro chiaro che Gesù ci ha presentato c‟è però una
sua parola che ci riempie di fiducia: “Non li temete! Perché chi mi
riconoscerà davanti agli uomini anch‟io lo riconoscerò davanti al Padre
mio che è nei cieli”.
DOMENICA 13 LUGLIO
XV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B
Una scheggia di preghiera:
BBEENNEEDDEETTTTOO SSIIAA DDIIOO CCHHEE CCII HHAA BBEENNEEDDEETTTTOO CCOONN OOGGNNII BBEENNEEDDIIZZIIOONNEE
IINN CCRRIISSTTOO..((EEff.. 11,,33))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
ENRICO II, Santo, Imperatore
Enrico II (973—1024), insieme con la moglie, santa Cunegonda, fu
sempre molto generoso nei confronti dei poveri. Divenuto imperatore di
Germania nel 1022, rispettò la libertà della Chiesa, e cercò di riformarla
e di darle dei vescovi degni della loro missione.
Parola di Dio: Amos 7,12-15; Sal. 84; Ef. 1,3-14; Mc. 6,7-13
Dal Vangelo secondo Marco 6,7-13
[7]GESÙ chiamò i Dodici, ed INCOMINCIÒ A MANDARLI A DUE A DUE e diede loro potere sugli spiriti immondi. [8]E ordinò loro che, oltre al bastone, non prendessero nulla per il viaggio: né pane, né bisaccia, né denaro nella borsa; [9]ma, calzati solo i sandali, non indossassero due tuniche. [10]E diceva loro: <<Entrati in una casa, rimanetevi fino a che ve ne andiate da quel luogo. [11]Se in qualche luogo non vi riceveranno e
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non vi ascolteranno, andandovene, scuotete la polvere di sotto ai vostri piedi, a testimonianza per loro>>. [12]E partiti, predicavano che la gente si convertisse, [13]scacciavano molti demòni, ungevano di olio molti infermi e li guarivano.
Proprio in questa settimana abbiamo letto e meditato il discorso
missionario di Gesù ed ora, in questa domenica ce ne viene proposta la
relazione del tutto simile e sintetica del vangelo di Marco. Per schema
ripercorriamo solo alcuni punti del comando di Gesù di andare verso
tutti i fratelli.
Il discorso missionario non è indirizzato solo ad alcune persone e non è
fonte solo di vocazioni speciali nella Chiesa, ogni credente è persona
che cerca la comunione con il Signore, quindi ogni credente è come
Gesù un mandato per portare la buona notizia del Vangelo e il Signore,
se prendiamo sul serio questo impegno, ci dà anche dei doni per poter
combattere ogni male in noi e nel mondo.
Ecco però alcune condizioni indispensabili per poter rettamente
svolgere il nostro compito di testimoni ed evangelizzatori. Prima di
tutto c‟è quell‟ “andare a due a due” che significa che l‟evangelizzazione
non è mai un fatto strettamente personale, individualistico, ma frutto di
una comunione vissuta con il Signore e fra di noi. La parola che
dobbiamo annunciare non è nostra, ma della Chiesa che l‟ha ricevuta
da Gesù e a cui nulla può aggiungere e nulla può togliere. Questa
parola deve essere ascoltata, riflettuta, vissuta insieme ai fratelli e, a
nome della comunità dei credenti, annunciata.
Una seconda condizione su cui abbiamo già riflettuto è la povertà. Il
bagaglio da portarci dietro ridotto al minimo è segno di grande libertà
nei confronti delle cose. Il testimone, il missionario non deve fare
affidamento sui mezzi umani, ma deve abbandonarsi alla potenza del
Vangelo e dello Spirito, usando mezzi umili e poveri, perché meglio
appaia la grandezza di Dio, l‟unico che salva.
E infine, come dicevamo ieri, per gli annunciatori del vangelo è
necessaria la serenità anche nei momenti difficili, anche quando, non
siamo compresi anzi siamo rifiutati e scacciati. Se ci capita questo
dobbiamo rimanere nella pace e non desistere dal nostro impegno ma
andare oltre sicuri che l‟importante è aver seminato nel nome di Gesù;
la bontà del seme e la cura del Maestro faranno germogliare al tempo
opportuno.
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LUNEDI’ 14 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
MMIIOO RREE MMIIOO DDIIOO,, BBEEAATTII QQUUEELLLLII CCHHEE AABBIITTAANNOO LLAA TTUUAA CCAASSAA,, TTII
LLOODDEERRAANNNNOO PPEERR II SSEECCOOLLII EETTEERRNNII.. ((SSaall.. 8844,,55))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
RUFINO E AVENANZIO, Santi, Eremiti, Venerati a Tortona
Erano due eremiti santi che sarebbero vissuti in epoca imprecisata in
Sarezzano, nei pressi di Tortona. I loro corpi rimasti a lungo nascosti
sono ora nella chiesa parrocchiale di Sarezzano dove ancora oggi sono
pubblicamente venerati il 14 luglio, giorno in cui i corpi furono ritrovati
Parola di Dio: Es. 1,8-14.22; Sal. 123; Mt. 10,34- 11,1
Dal Vangelo secondo Matteo 10,34- 11,1
[10:34]Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; non sono venuto a portare pace, ma una spada. [35]Sono venuto infatti a separare il figlio dal padre, la figlia dalla madre, la nuora dalla suocera: [36]e i nemici dell'uomo saranno quelli della sua casa. [37]Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me; chi ama il figlio o la figlia più di me non è degno di me; [38]chi non prende la sua croce e non mi segue, non è degno di me. [39]CHI AVRÀ TROVATO LA SUA VITA, LA PERDERÀ: E CHI AVRÀ PERDUTO LA SUA VITA PER CAUSA MIA, LA TROVERÀ. [40]Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. [41]Chi accoglie un profeta come profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto come giusto, avrà la ricompensa del giusto. [42]E chi avrà dato anche solo un bicchiere di acqua fresca a uno di questi piccoli, perché è mio discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa>>.[11:1]Quando Gesù ebbe terminato di dare queste istruzioni ai suoi dodici discepoli, partì di là per insegnare e predicare nelle loro città.
Ecco ancora una delle tante parole “impossibili” di Gesù nel vangelo di
oggi. Che cosa abbiamo di più importante della vita? E perché perderla
allora?. Non è poi Dio stesso ad averci regalato la vita e allora il
conservarla, il mantenerla, il viverla in pienezza non è nella sua
volontà?
Proviamo allora a chiarire il pensiero di Gesù.
Qui Gesù parla di due tipi di vita per l‟uomo: la vita terrena, che l‟uomo
ha ricevuto e si costruisce in questo mondo e la vita soprannaturale
anch‟essa dono ulteriore di Dio che non finisce con la morte e che
nessuno può togliere. Di fronte all‟esistenza si possono allora avere due
25
atteggiamenti o attaccarci alla vita terrena considerandola l‟unico bene
ed essendo quindi unicamente portati a pensare a noi stessi, alle nostre
cose, chiudendoci quindi nei nostri piccoli interessi, e trovando alla fine
solo la morte, oppure credendo di aver ricevuto da Dio un‟esistenza
ben più profonda e autentica e di conseguenza avendo il coraggio di
spendere ogni nostro dono purché questa vera vita trionfi ora e poi per
sempre.
Quando Gesù ha detto queste parole pensava certamente al martirio
pur di essere fedeli al Vangelo ma nello stesso tempo egli vuole
indicarci un valore fondamentale della fede. Il vero cristiano fa come
Gesù: ha messo in primo piano l‟amore di Dio e dei fratelli e per questo
è disposto a giocarsi tutto. “Perdere la vita” non significa disprezzarla o
disinteressarsene, ma impegnare la propria esistenza sulla via
dell‟amore. Quando riusciamo a spendere la nostra giornata per amore
degli altri, quando avremo saputo trasformare il nostro lavoro
quotidiano, magari monotono e duro, in un gesto di amore, quando
nella preghiera avremmo portato le gioie e le difficoltà dei tanti fratelli
più o meno simpatici che incontriamo, allora scopriremo il senso vero
della vita e, mentre sappiamo che le cose si consumano, gli affetti
terreni sono destinati a finire, sapremo anche che l‟amore, essendo Dio
stesso, è eterno.
MARTEDI’ 15 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
LLAA TTUUAA MMAANNOO,, SSIIGGNNOORREE,, MMII PPOONNEE AALL SSIICCUURROO.. ((DDaallllaa LLiittuurrggiiaa))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
VLADIMIRO, Santo
Principe di Kiev in Ucraina, Vladimiro era pagano e si convertì nel 987
per opera dell‟imperatore di Bisanzio Basilio II. Fece allora battezzare il
suo popolo, distrusse i templi pagani e si diede a propagandare la fede.
Organizzò il clero del suo paese, prendendo contatto con il Papa e
dando il via ad una vera vita liturgica. Negli ultimi anni soffrì molto a
causa della morte della moglie e della ribellione dei figli.
Parola di Dio: Es. 2,1-15; Sal. 68; Mt. 11,20-24
Dal Vangelo secondo Matteo 11,20-24
[20]Allora si mise a rimproverare le città nelle quali aveva compiuto il maggior numero di miracoli, perché non si erano convertite: [21]<<GUAI A TE, CORAZIN! GUAI A TE, BETSÀIDA. PERCHÉ, SE A TIRO E A SIDONE FOSSERO STATI COMPIUTI I MIRACOLI CHE SONO STATI FATTI IN MEZZO
26
A VOI, GIA DA TEMPO AVREBBERO FATTO PENITENZA, ravvolte nel cilicio e nella cenere. [22]Ebbene io ve lo dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. [23]E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! [24]Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!>>.
Nel vangelo noi troviamo tante “benedizioni”, sono beati i poveri, gli
afflitti, quelli che credono anche senza non aver visto…, ma ci sono
anche tanti “guai” e maledizioni. Non è il caso di appropriarci di questi
“guai” per metterci a fare del terrorismo religioso che era la cosa più
lontana dalla mentalità di Gesù, è invece il caso di fermarci per
comprendere il messaggio che Gesù ci manda attraverso questi “Guai!”
Nel caso di oggi Gesù rimprovera le città e soprattutto i cittadini di quei
posti dove maggiormente Lui ha manifestato se stesso attraverso le
sue parole, la sua presenza e i suoi miracoli e che non hanno saputo
capire e accogliere il dono di Dio che veniva loro fatto. Allora capisco
che il rimprovero di Gesù, il suo disappunto e la sua amarezza davanti
a tanta incomprensione e ingratitudine è rivolto proprio a me, a noi che
tanto da Lui abbiamo ricevuto.
Fin dalla nascita il Signore mi ha ricolmato dei suoi doni, i suoi segni e
suoi Sacramenti mi accompagnano con pazienza e amore lungo le
tappe della mia vita, se leggo tra gli avvenimenti della mia vita passata
riesco a vedere alcun interventi della sua Provvidenza nei miei
confronti… ed io sono ancora a questo punto della fede? Io che spesso
mi lamento perché il Signore mi sembra lontano, io che sono
calcolatore nella mia preghiera, io che spesso non so neanche dire un
grazie per tutto quello che ho ricevuto!
Non è questione di spaventarci davanti ai “guai!” di Gesù, è questione
di prenderli sul serio e di prenderLo sul serio: il suo amore è talmente
grande e prezioso che vanificarlo sarebbe davvero un peccato!
MERCOLEDI’ 16 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
SSEEII GGRRAANNDDEE,, SSIIGGNNOORREE:: HHAAII SSCCEELLTTOO CCIIOO’’ CCHHEE NNEELL MMOONNDDOO EE’’ DDEEBBOOLLEE
PPEERR CCOONNFFOONNDDEERREE II FFOORRTTII,, CCIIOO’’ CCHHEE EE’’ NNUULLLLAA PPEERR RRIIDDUURRRREE AALL NNUULLLLAA
LLEE CCOOSSEE CCHHEE SSOONNOO.. ((11CCoorr.. 11,,2277--2299))
27
Tra i santi di oggi ricordiamo:
MARIA MADDALENA POSTEL, Santa, Fondatrice
Era nata in Normandia il 28 novembre 1756. Ebbe educazione dalle
suore benedettine, ma non entrò in monastero con esse perché sentiva
di dover fare qualcosa per le tante ragazze povere e senza una
educazione. Fondò lei stessa una scuola gratuita per loro. Allo scoppio
della Rivoluzione francese il Vescovo la incaricò di conservare
l‟Eucarestia, di portarla agli ammalati. Finito questo periodo riprese la
sua idea iniziale e fondò le suore delle Scuole Cristiane della
Misericordia. Nonostante molte difficoltà, l‟ordine poté trovare il suo
ruolo ed espandersi anche grazie alla sua infaticabile opera di donna
severa con se stessa e serena con tutti, Morì il 14 luglio 1846.
Parola di Dio: Es. 3,1-6.9-12; Sal.102; Mt. 11,25-27
Dal Vangelo secondo Matteo 11,25-27
[25]In quel tempo Gesù disse: <<TI BENEDICO, O PADRE, SIGNORE DEL CIELO E DELLA TERRA, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. [26]Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. [27]Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Gesù amava pregare. Spesso i vangeli ce lo presentano in luoghi ritirati
per pregare il Padre o alla Sinagoga o al tempio per la preghiera
comune. Matteo lo ritrae nel brano odierno in un momento di gioia e di
confidenza che diventa preghiera.
Gesù, quando prega, usa dei toni molto familiari con il Padre, la stessa
conclusione di questa preghiera ci dice che Gesù e il Padre sono una
cosa sola, ma in questo passo del Vangelo Egli utilizza anche parole
solenni rivolte al Padre: "Signore del cielo e della terra".
Dunque, il Dio di Gesù e il nostro Dio è prima di tutto il Padre del cielo,
il creatore Onnipotente, il Signore del mondo. Non c'è altro Dio che Lui.
E' Lui che dirige questo immenso universo con i suoi miliardi di esseri,
dagli atomi fino alle stelle. Tutto ciò che esiste gli è sottomesso nei cieli
e sulla terra.
Non c'è che da rimanere stupiti, meravigliati, adoranti e il nostro
balbettare davanti a questo Signore non può che diventare lode:
"Ti lodo, o Signore del cielo e della terra".
Ma l'obiettivo della lode e della riconoscenza va ancora oltre alle
meraviglie del creato. E' ancora più grande vedere l'agire di questo Dio
che ama manifestarsi, che si lascia catturare dalla sua creatura purché
essa sia umile e piccola, come dire che l'Immenso può essere compreso
28
solo dall'immensamente piccolo. E Gesù stesso è l'esempio di questo.
Che cos'è un piccolo uomo, nato in un anno tra lo scorrere di migliaia di
secoli, in un paesino sperduto di un Medio Oriente, che ama i poveri e
finirà su una croce?
Eppure l'immenso, il creatore di tutto è lì.
Ogni giorno mi meraviglio davanti a quelle piccole ostie, briciole di
pane, tra le mani di un uomo peccatore, nella bocca e nel corpo di
piccoli uomini: eppure Dio è lì. O mi faccio piccolo e lo accolgo o se
presumo troppo sulla mia intelligenza non lo capirò mai.
GIOVEDI’ 17 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
FFAA’’ CCHHEE IIMMPPAARRIIAAMMOO DDAA TTEE CCHHEE SSEEII MMIITTEE EEDD UUMMIILLEE DDII CCUUOORREE..
((MMtt.. 1111,,2299))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
ALESSIO, Santo
Alessio, unico figlio di patrizi, il giorno delle nozze, dopo un lungo
colloquio con la sposa, concorda di vivere in assoluta povertà, e quindi
parte per una meta assolutamente sconosciuta. Torna a Roma dopo 17
anni, viene accolto in casa dei genitori come un mendicante e adibito ai
lavori più umili. Fin qui la leggenda che si è costruita attorno ad una
devozione per questo santo che troviamo già molto viva nel V secolo.
Parola di Dio: Es. 3,13-20; sal 104; Mt. 11,28-30
28 «VENITE CON ME, TUTTI VOI CHE SIETE STANCHI E OPPRESSI: IO VI FARÒ RIPOSARE. 29 Accogliete le mie parole e lasciatevi istruire da me. Io non tratto nessuno con violenza e sono buono con tutti. Voi troverete la pace, 30 perché quel che vi domando è per il vostro bene, quel che vi do da portare è un peso leggero».
Se mi fermo un momento a guardare alla mia storia e alla storia degli
uomini con cui condivido la terra, scopro tante fatiche, tanta
oppressione, tante paure, tanta sofferenza. Dentro di me c‟è la gioia di
vivere, ma ci sono dei momenti in cui la vita diventa pesante, sembra
aver perso il suo significato, cade nella monotonia e nella depressione,
la precarietà invece di diventare stimolo ingenera paure e anche la fede
sembra non dare più conforto. E attorno a me? Quanta sofferenza nel
mondo, quante ingiustizie subite, quanti uomini stanchi di dover lottare
ogni giorno per trovare un po‟ di pane per sé e per la propria famiglia e
quanti altri stanchi e delusi dal troppo che hanno che non riempie il loro
29
vuoto interiore, quanti malati (basta farsi un giro ogni tanto in qualche
ospedale), quanto dolore apparentemente inutile e senza senso.
Da chi andare per trovare conforto, coraggio, forza?
Le filosofie degli uomini hanno tentato qualche risposta, ma le parole e
le teorie non riempiono il vuoto e non alleviano le sofferenze; maghi,
stregoni di ogni tipo e predicatori vari, annunciano se stessi e basta
avere un minimo di intelligenza per capire che non hanno nessuna
risposta vitale. Le cose, il piacere? Riempiono per un momento la tua
solitudine, magari ti ubriacano, ma quando ti risvegli hai l‟amaro in
bocca e stai peggio di prima.
Tutta questa massa di dolore, dove troverà il suo senso?
Solo uno può dirci: "Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi
e io vi ristorerò", ed è proprio Gesù. Il Figlio di Dio non ci promette la
facile soluzione al problema della sofferenza, non la elimina come se
fosse la cosa più cattiva e inutile della terra. Lui l'ha vissuta sulla sua
pelle fino in fondo, Lui è nato povero, è stato esule, ha lavorato, è
vissuto in un paese che era schiavo dei Romani, è stato tentato, è stato
osteggiato da coloro che beneficava, è stato tradito con un bacio e
venduto per un pugno di soldi, Lui ha subito ogni sorta di piaghe, Lui è
stato inchiodato sul letto della croce, Lui ha gridato come ogni
condannato, Lui è morto. Lui può capire ogni uomo. Lui può accogliere
ogni nostra sofferenza: sono già tutte sue. Se noi lo accogliamo in Lui
troviamo coraggio, senso e forza al nostro agire. Se abbiamo fede in
Lui e nelle sue parole addirittura, a nostra volta possiamo diventare
capaci di aiutare qualche nostro fratello a portare il suo fardello.
VENERDI’ 18 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
BBEENNEEDDEETTTTOO SSEEII TTUU,, SSIIGGNNOORREE,, NNOOSSTTRRAA LLIIBBEERRAAZZIIOONNEE.. ((DDaallllaa LLiittuurrggiiaa))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
FEDERICO, Santo, Testimone
Fu educato a Ultrecht, dove divenne sacerdote, ammirato per la sua
virtù, austerità e saggezza. Giovanissimo venne eletto vescovo e si
dedicò alla diffusione del Vangelo nella Frisia del nord. Ma oltre a
convertire i pagani, dovette anche correggere coloro che si definivano
cristiani ma lo erano ben poco. Il cattivo esempio veniva dall‟alto da
Giuditta, seconda moglie di Luigi il Buono. Contro la disdicevole
condotta di questa donna Federico levò la voce, ma ciò gli attirò l‟odio
della principessa e fu costretto ad andarsene. I sicari della principessa
30
lo raggiunsero e posero fine alla sua vita in chiesa, al termine della
messa. Era l‟anno 838.
Parola di Dio: Es. 11,10-12,14; sal 115; Mt. 12,1-8
Dal Vangelo secondo Matteo 12,1-8
[1]In quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. [2]Ciò vedendo, i farisei gli dissero: <<Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato>>. [3]Ed egli rispose: <<Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? [4]Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? [5]O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? [6]Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. [7]Se aveste compreso che cosa significa: MISERICORDIA IO VOGLIO E NON SACRIFICIO, non avreste condannato individui senza colpa. [8]Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato>>.
E‟ facile comprendere che cosa volesse dire Gesù con questa frase per
quanto riguarda i suoi contemporanei e la storia successiva: tutte le
volte che la religiosità, si è fermata al formalismo, alle norme, tutte le
volte che l‟uomo ha pensato di appropriarsi del Sacro attraverso riti più
o meno misterici, tutte le volte che ha giudicato i suoi fratelli non in
base alle persone e alle storie che aveva davanti ma in base a norme
astratte, è stato fatto, in nome di Dio il più grande insulto a Dio, si è
perso di vista sia Lui che l‟uomo, si è mascherato il potere e l‟egoismo
di santità e ci si è ampiamente ingannati da soli.
Ma proviamo a chiederci che cosa voglia dire per me, in questa
giornata, l‟invito di Gesù.
Ho cominciato la giornata con le preghiere del mattino e la terminerò
con quelle della sera, forse lungo il giorno ci saranno altri momenti
dedicati al Signore. Ma com‟è la mia preghiera? E‟ il dovere da
compiere, la tassa da pagare, un qualcosa da adempiere in fretta
perché poi c‟è il tanto da fare? Che cosa mi spinge a pregare? Il
desiderio di essere in comunione con Dio? L‟educazione che ho
ricevuto? Il bisogno di sentirsi a posto con Dio e con me stesso?
Andiamo ancora avanti: al di là dei momenti fissi di preghiera, nella
mia giornata Dio è presente? E quando prego, io sono presente? Chi
frequenta le mie intenzioni di preghiera: io, i miei familiari, il mondo
intero, le persone che incontro nella mia giornata, i miei amici, i miei
nemici?
31
Ma attraverso alcuni esempi proviamo anche a chiederci che cosa
voglia dire: “Misericordia io voglio e non sacrificio” lungo la mia
giornata: Nel mio modo di parlare con gli altri, come sono i miei
giudizi? La mia “morale”, è un qualcosa di molto personale, è il
pensiero più o meno corrente oppure fa riferimento all‟amore di Gesù?
Per me contano di più le persone o le cose? Quando vedo qualcuno nel
bisogno, tiro dritto? Ci giro attorno? Faccio prima dei conti per vedere
quanto mi costerebbe fermarmi? Sono generoso nel dare consigli o nel
condividere davvero?
Con queste semplici domande abbiamo scoperto che non solo Gesù ci
aiuta a leggere le pagine della storia e a scoprire gli errori dei cristiani,
ma Gesù e il suo Vangelo mettono in ballo proprio noi, perché è oggi
che Gesù vuole da me soprattutto misericordia.
SABATO 19 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
TTUU,, GGEESSUU’’,, SSEEII IILL SSEERRVVOO DDII DDIIOO,, NNEELL TTUUOO NNOOMMEE SSPPEERRAANNOO LLEE GGEENNTTII..
((DDaallllaa LLiittuurrggiiaa))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
GERVASIO E PROTASIO, Santi, Martiri
Gervasio e Protasio, pur essendo martiri milanesi sono i patroni del
comune di Domodossola. Di storico si conosce poco di questi due Santi
Martiri. I loro corpi furono ritrovati da Sant‟Ambrogio di Milano e
deposti sotto l‟altare della Basilica che ora è dedicata a Sant‟Ambrogio.
Oltre che di Domodossola sono anche protettori della città di Sondrio.
Le varie passio leggendarie li dicono gemelli, figli dei santi Vitale e
Valeria, martirizzati intorno al 270
Parola di Dio: Es. 12,37-42; Sal. 135; Mt. 12,14-21
Dal Vangelo secondo Matteo 12,14-21
[14]I farisei però, usciti, tennero consiglio contro di lui per toglierlo di mezzo. [15]Ma Gesù, saputolo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli guarì tutti, [16]ordinando loro di non divulgarlo, [17]perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta Isaia: [18]Ecco il mio servo che io ho scelto; il mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Porrò il mio spirito sopra di lui e annunzierà la giustizia alle genti. [19]Non contenderà, né griderà, né si udrà sulle piazze la sua voce. [20]La canna infranta non spezzerà, NON SPEGNERÀ IL LUCIGNOLO FUMIGANTE, finché abbia fatto trionfare la giustizia; [21]nel suo nome spereranno le genti.
32
Penso che tutti voi più volte nella vostra vita vi siate fermati ad
osservare il fuoco. E‟ forte, impetuoso, brucia scalda, sibila, consuma,
illumina, è meraviglioso e terribile allo stesso momento. Quando poi si
spegne è un po‟ come morire: cerca ancora qualcosa da bruciare,
rimane vivo nella brace, il rosso vivido sembra coprirsi di nero… ma se
qualcuno vi soffia sopra e magari aggiunge un po‟ stoppie o di legna
ecco che il fuoco si riprende, rinasce…
Mi piace e mi rincuora enormemente il pensare che Gesù stia facendo
così con me. In gioventù, allegro e scoppiettante forse ho consumato
molte delle mie energie, non so se per scaldare, per apparire, per
cercare luce o per far fumo, man mano che gli anni passano scopro che
il fuoco qualche volta si è abbassato, che non tutto quello che riluceva
era fuoco vero e più che mai mi ritrovo a capire che il mio cuore si è
consumato ma spesso non ha ancora imparato ad amare davvero.
Gesù farebbe così in fretta, con un po‟ d‟acqua, un po‟ di terra o anche
solo lasciando che la natura faccia il suo corso, a spegnermi del tutto e
ad andare altrove. Invece il Signore è lì. Non si è lasciato spaventare
ne dalle irruenze giovanili, ne dai falsi crepitii, neanche dai miei
continui peccati, è lì non per spegnere il fuoco, ma per ravviarlo. Ha
ancora fiducia che in mezzo alla cenere ci sia un‟anima di fuoco che può
addirittura incendiare una foresta.
Grazie Gesù della tua pazienza, grazie della misericordia, grazie perché
tu che sei l‟amore non ti sei ancora stancato di me e di noi che
parliamo tanto di amore ma che abbiamo così difficoltà a viverlo.
Grazie perché non te ne vai, sei venuto nel mondo per salvarci e con la
caparbietà di un Dio che ama stai facendo di tutto per tirare fuori da
noi l‟anima, quella fatta ad immagine e somiglianza del Padre che può
ancora, in un guizzo, ridare luce e calore, vincere le tenebre e far
rinasce speranza ed entusiasmo, grazie perché tu hai fiducia che anche
un cuore sclerotizzato come il mio, possa ancora pulsare per Te e per
gli altri.
DOMENICA 20 LUGLIO
XVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B
Una scheggia di preghiera:
AA TTEE CCOONN GGIIOOIIAA OOFFFFRRIIRROO’’ SSAACCRRIIFFIICCII EE LLOODDEERROO’’ IILL TTUUOO NNOOMMEE
PPEERRCCHHEE’’ SSEEII BBUUOONNOO.. ((SSaall.. 5544,,88))
33
Tra i santi di oggi ricordiamo:
AURELIO, Santo, Vescovo
Aurelio fu vescovo di Cartagine e primate della Chiesa d‟Africa. Sembra
che non eccellesse in cultura, ma seppe egualmente governare la sua
Chiesa con saggezza, prudenza, umiltà e soprattutto abnegazione.
Combatté con decisione il crescente paganesimo, cercando di far
partecipare più attivamente i suoi fedeli alla vita liturgica. Aurelio morì
il 20 luglio 430 durante l‟invasione dell‟Africa da parte dei Vandali.
Parola di Dio: Ger. 23,1-6; sal. 22; Ef. 2,13-18; Mc. 6,30-34
Dal Vangelo secondo Marco 6,30-34
[30]Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato. [31]Ed egli disse loro: <<Venite in disparte, in un luogo solitario, e riposatevi un pò>>. Era infatti molta la folla che andava e veniva e non avevano più neanche il tempo di mangiare. [32]Allora partirono sulla barca verso un luogo solitario, in disparte. [33]Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città cominciarono ad accorrere là a piedi e li precedettero. [34]SBARCANDO, VIDE MOLTA FOLLA E SI COMMOSSE PER LORO, PERCHÉ ERANO COME PECORE SENZA PASTORE, E SI MISE A INSEGNARE LORO MOLTE COSE.
Marco ci ha descritto non solo l'attrattiva che Cristo esercitava sulle
folle, ma anche la sua compassione per esse. La chiesa è nata da
questo fuoco di amore, acceso da Cristo, e noi siamo suoi discepoli solo
nella misura in cui questo fuoco arde anche nei nostri cuori.
Chiediamoci oggi se anche noi condividiamo la sollecitudine di Gesù per
tutte le genti.
Cristo ha avuto compassione. Il suo cuore, aperto a tutte le miserie,
fisiche e morali è sensibile per noi, per il mondo intero. Per tanti motivi
c'è bisogno di pietà, nel mondo in cui viviamo: la pace minacciata, gli
uomini divisi, la guerra, la carestia, la disoccupazione, i popoli
ingannati e asserviti... E noi, come siamo sensibili a tutte queste
necessità? I mezzi di comunicazione ogni giorno ci mettono davanti
questa umanità senza pastori o guidata da pastori pazzi, che spesso
non cercano il bene delle pecore ma il loro sfruttamento. Noi facciamo
come Caino che a Dio che gli chiede di suo fratello, risponde : “Sono
forse io il guardiano di mio fratello?”
Cristo è venuto a servire. Non si è accontentato di piangere. La sua
compassione si è fatta “servizio”. “Io non sono venuto - egli ci dice -
per essere servito, ma per servire”. Non possiamo crederci dispensati
dall'operare, dopo che abbiamo fatto qualche sospiro. La nostra
compassione dev'essere “esigenza di servizio”. Se davvero voglio
34
essere seguace di Gesù devo fare come Lui. Il vangelo di oggi ci ricorda
che Gesù aveva programmato per sé e per gli apostoli che tornavano
dalla missione un più che giusto momento di riposo, ma poi ha visto la
necessità della gente e allora ha preso il sopravvento il suo impegno a
servire.
Cristo ha servito fino al dono totale di sé. Egli si è spogliato di tutto, si
è totalmente sacrificato, ha dato la sua vita sulla croce. La più grande
prova d'amore, come l'ha chiamata egli stesso. Il nostro amore per i
fratelli è di questa tempra? Fino a dove siamo disposti ad arrivare per
portar loro aiuto e soccorso, consolazione e conforto? Per dar loro un
po' di gioia, mettere il sorriso nel loro cuore e sulle loro labbra?
LUNEDI’ 21 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
AAIIUUTTAACCII AA NNOONN AAVVEERR TTIIMMOORREE EE VVEEDDRREEMMOO LLAA SSAALLVVEEZZZZAA CCHHEE TTUU
OOPPEERRII PPEERR NNOOII.. ((EEss.. 1144,,1133))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
GIULIO CASTELLI, Servo di Dio
Nacque a Torino il 27 giugno 1846, quinto di sette figli di Innocenzo e
Giuseppina Romano, entrò negli Oratoriani, fu sacerdote il 13 marzo
1869. Catechista, confessore, predicatore, fu maestro di personaggi
come il cardinal Valfrè, il cardinal Richelmy. Il 25 aprile 1890 è a Roma
dove ha come allievo il futuro Papa Pacelli. Nel 1896 fu al santuario di
santa Maria dell‟Olmo e poi a Carpino, (Foggia) , poi a Civitella Roveto,
e ancora a Cava dei Tirreni come rettore cappellano dell‟ospedale civile.
Attento ai malati, predicatore indomito, fondatore di ordini, buon
consigliere, morì il 21 luglio 1926.
Parola di Dio: Es. 14,5-18; Cantico da Es. 15,1-6; Mt. 12,38-42
Dal Vangelo secondo Matteo 12,38-42
[38]Allora alcuni scribi e farisei lo interrogarono: <<MAESTRO, VORREMMO CHE TU CI FACESSI VEDERE UN SEGNO>>. Ed egli rispose: [39]<<Una generazione perversa e adultera pretende un segno! Ma nessun segno le sarà dato, se non il segno di Giona profeta. [40]Come infatti Giona rimase tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così il Figlio dell'uomo resterà tre giorni e tre notti nel cuore della terra. [41]Quelli di Nìnive si alzeranno a giudicare questa generazione e la condanneranno, perché essi si convertirono alla predicazione di Giona. Ecco, ora qui c'è più di Giona! [42]La regina del sud si leverà a giudicare questa generazione e
35
la condannerà, perché essa venne dall'estremità della terra per ascoltare la sapienza di Salomone; ecco, ora qui c'è più di Salomone!
Quante volte capita di incontrare persone desiderose di segni fuori del
comune, di miracoli. Forse è la sete dello straordinario, forse un
bisogno inconscio di comprovare la propria fede, forse il desiderio di
risolvere con facilità quelli che sono problemi che altrimenti non
troverebbero umana soluzione. Questo desiderio lo conoscono bene i
sedicenti maghi ed anche quei predicatori che usano mezzi da stregoni
per apparire straordinari e per fare adepti e soldi. Gesù alcuni segni li
ha fatti. Gesù fa dei segni straordinari per dire sempre qualcosa:
comanda alla natura per farci vedere la potenza di Dio che è in Lui,
guarisce perché è venuto per salvare l‟uomo nella sua interezza, vince
la morte per anticipare la sua e la nostra resurrezione, moltiplica i pani,
cambia l‟acqua in vino per dire l‟abbondanza e la gioia del suo regno…,
insomma ad esaminarli bene non c‟è un miracolo del vangelo che non
abbia senso ma Gesù si rifiuta di fare il ciarlatano. Così aveva risposto
alle tentazioni del diavolo che chiedeva pane da pietre e voli angelicali
da pinnacoli del tempio e così risponde a tutti coloro che vogliono facili
miracoli. Il vero miracolo è un Dio che si è fatto uomo e che ci ha dato
la sua vita. Per meditare meglio questo aspetto lascio la parola a quello
che fu un grande poeta innamorato di Dio, padre Davide Turoldo che
commentando il miracolo di Cana diceva così:
“In Gesù il miracoloso non è lo straordinario, ma quanto vi è di
ordinario in Lui, cioè il fatto che Egli è uomo, che cammina per queste
strade, che parla e ha fame e ha sete e sorride ed è stanco e non ha
neppure una pietra dove posare il capo. Miracolo è quel grande silenzio
e questa discrezione e l‟appartenenza completa alla condizione umana.
Miracolo è che nonostante non sia venuta “la sua ora”, alla preghiera
della Madre si occupa della nostra quotidiana vicenda e interviene
affinché sulla tavola di quei due poveri sposi non manchi l‟ultimo segno
della gioia.”
MARTEDI’ 22 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
VVIIEENNII,, SSIIGGNNOORREE,, IINN MMIIOO AAIIUUTTOO,, SSOOSSTTIIEENNII LL’’AANNIIMMAA MMIIAA.. ((SSaall.. 5544,,66))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
MARIA MADDALENA, Santa
Nello sparuto gruppetto di donne che sono ai piedi della croce di Gesù,
la prima nominata dai Vangeli è Maria Maddalena. Era stata preda del
demonio, ma Gesù l‟aveva liberata e l‟aveva condotta a rispondere
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all‟amore con tutta la forza del suo amore ardente. Maria è anche la
prima a recarsi al sepolcro di Gesù e la prima a cui lo stesso Risorto
appare. Il Cristo affida proprio a lei il compito di annunciare ai suoi
discepoli che egli è vivo. Così Maria Maddalena diventa l‟apostolo degli
apostoli.
Parola di Dio: Ct. 3,1-4 opp. 2Cor, 5,14-17; Sal. 62; Gv. 20:1,11-18
Dal Vangelo secondo Giovanni 20:1,11-18
[1]Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro…. [11]MARIA STAVA ALL'ESTERNO VICINO AL SEPOLCRO E PIANGEVA. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro [12]e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. [13]Ed essi le dissero: <<Donna, perché piangi?>>. Rispose loro: <<Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto>>. [14]Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. [15]Le disse Gesù: <<Donna, perché piangi? Chi cerchi?>>. Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: <<Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo>>. [16]Gesù le disse: <<Maria!>>. Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: <<Rabbunì!>>, che significa: Maestro! [17]Gesù le disse: <<Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro>>. [18]Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: <<Ho visto il Signore>> e anche ciò che le aveva detto.
La festa di Maria Maddalena e questo suo “essere innamorata di Gesù”,
ci permette di fare un „scheggia di riflessione‟ su un argomento che
alcuni troveranno evidente ma che per altri, specialmente per quelli
della mia età ed oltre, troveranno forse difficile: qual è il modo di
amare Dio e il prossimo? Se guardo libri, cinema e televisione, amare
significa soprattutto sentimento e sesso. Se penso agli educatori della
mia generazione la parola amore era avvolta da un grande velo di
pudore (che qualche volta sconfinava nell‟ipocrisia). Gli educatori
cristiani poi avevano paura e insegnavano a diffidare dai sentimenti per
cui l‟amore di Dio e dei fratelli era soprattutto qualcosa di intellettuale
che si manifestava con le pratiche di pietà nei confronti di Dio e con le
opere di carità verso i fratelli, l‟importante era adempiere ai
comandamenti, quelli di Dio e quelli della Chiesa.
Come ama Maria Maddalena? Con tutta se stessa!. Sia ben chiaro, non
sono di quelli che mettono malizia nel tipo di amore di questa donna.
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Maria ha incontrato in Gesù il senso della sua vita, è riconoscente con
tutta se stessa per il perdono ricevuto, lei ai piedi della croce e alla
tomba di Gesù c‟è stata, ha provato lo strazio fisico nel vedere le
sofferenze atroci del suo Maestro e di sua madre, ha patito per la paura
degli apostoli, si è sentita ribollire il cuore davanti agli scherni e
all‟ipocrisia di una religione che per onorare Dio uccideva Dio, ha
gridato come il suo maestro, ha portato quel corpo alla tomba sentendo
che non tutto sarebbe finito così ma anche provando il vuoto del cuore
nel sentire il tonfo di quella pietra, ed ama ancora con tutta se stessa
in questa mattina di Pasqua quando da una parte vuole onorare il corpo
di Gesù, dove le lacrime tornano a riempirle occhi e cuore perché il
corpo del maestro non si trova, dove dolore speranza, paura fanno un
guazzabuglio unico nel suo cuore fino a quando non si sentirà chiamata
per nome da Gesù stesso e, tolto il velo delle lacrime i suoi occhi, il suo
cuore, il suo corpo riconoscerà il risorto e si accollerà la gioia e il
compito di andarlo a gridare in giro.
Credo che non dobbiamo aver paura di amare Dio con tutto noi stessi. I
santi non furono tutti degli “esagerati” nell‟amare Dio? Alcuni di loro lo
amavano talmente che quando ripensavano alla passione di Cristo
questa veniva rivissuta nel loro corpo e altri, cominciando da Davide,
non sentivano la voglia di ballare davanti a Lui? Ci sarà più fede in chi,
compassato, recita il Credo la domenica (vorrei capire quanti, preti
compresi, capiscono tutto di questa preghiera) o nel grido disperato di
quella madre (che qualcuno considera bestemmia) alla quale hanno
detto che il proprio figlio, forse, non ce la farà a sopravvivere?
MERCOLEDI’ 23 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
IILL TTUUOO AAMMOORREE,, OO DDIIOO,, EE’’ IILL PPAANNEE DDEELL DDEESSEERRTTOO.. ((DDaallllaa LLiittuurrggiiaa))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
BRIGIDA, Santa
Data sposa a 13 anni, Brigida (1303—1373) ebbe otto figli. Rimasta
vedova a 41 anni visse nella povertà e nella preghiera. Ebbe esperienze
mistiche ma si adoperò anche concretamente in opera di riconciliazione
tra i re cristiani e per aiutare il papa allora in esilio ad Avignone,
affinché ritornasse a Roma.
Parola di Dio: Es. 16,1-5.9-15; Sal. 77; Mt. 13,1-9
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Dal Vangelo secondo Matteo 13,1-9
[1]Quel giorno GESÙ USCÌ DI CASA E SI SEDETTE IN RIVA AL MARE. [2]Si cominciò a raccogliere attorno a lui tanta folla che dovette salire su una barca e là porsi a sedere, mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia. [3]Egli parlò loro di molte cose in parabole. E disse: <<Ecco, il seminatore uscì a seminare. [4]E mentre seminava una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e la divorarono. [5]Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove non c'era molta terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. [6]Ma, spuntato il sole, restò bruciata e non avendo radici si seccò. [7]Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e la soffocarono. [8]Un'altra parte cadde sulla terra buona e diede frutto, dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. [9]Chi ha orecchi intenda>>. [10]Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: <<Perché parli loro in parabole?>>. [11]Egli rispose: <<Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. [12]Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. [13]Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono.
Luglio e agosto sono mesi in cui molti possono permettersi un po‟ di
vacanza. Leggendo nel vangelo di oggi che Gesù si sedette in riva al
mare, mi è tornato in mente quello che facevo parecchi anni fa, quando
andavo in vacanza al mare. Mi piaceva alzarmi al mattino presto,
quando in giro c‟erano solo i primi lavoratori e i patiti delle corse lungo
le spiagge e andavo a sedermi o su qualche scoglio o vicino a qualche
pescatore su un molo e poi lasciavo andare la testa magari seguendo
per lunghi momenti il giochi delle onde e lasciandosi quasi cullare dal
rumore della risacca. Quante cose belle mi ha suggerito il mare! Alcune
le ho ritrovate in questa poesia di Armando Moore che oggi vi
ripropongo:
“Il mare non ha punto di riferimento, è piatto, uguale. Occorrono
sofisticati strumenti per sapere dove siamo. Verso quale porto stiamo
navigando.
Il mare ci obbliga al cielo.
In mare tutti gli orizzonti sono identici. Pensi di puntare verso una terra
e forse stai dirigendoti al largo. Il mare è ignoto.
Il mare ci obbliga alla speranza.
Sotto il mare pulsa una vita che non vediamo. Le meraviglie del mare
stanno sotto la superficie. Per ammirarlo bisogna tuffarsi sotto. Il mare
ci insegna a immergersi dentro le cose.
Il mare ci obbliga alla saggezza.
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Il mare simboleggia l‟andare. Il mare non lo abitiamo; lo attraversiamo
per recarci altrove.
Il mare obbliga a fissare lo sguardo oltre la vita.
Il mare è uguale; eppure basta che lo sorvoli una nuvola e subito
cambia colore, quasi intenerito da quella carezza.
Il mare ci obbliga alla tenerezza.
GIOVEDI’ 24 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
BBEENNEEDDEETTTTOO SSEEII TTUU,, DDIIOO DDEEII NNOOSSTTRRII PPAADDRRII,, AA TTEE LLAA LLOODDEE EE LLAA
GGLLOORRIIAA NNEEII SSEECCOOLLII.. ((DDaann.. 33,,55))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
AGOSTINO FANGI, Beato, da Biella
Nacque nel 1430. Seguì la propria vocazione e si fece domenicano.
Spesso malato subì diversi interventi chirurgici. Era un grandissimo
devoto di Maria Santissima e dell‟Eucarestia che spesso celebrava tra
lacrime di commozione e di adorazione. Divenuto troppo famoso in
Biella per la sua bontà e per i suoi miracoli dovette allontanarsi dalla
città e si ritirò nel convento di Venezia dove morì il 22 Luglio 1493. I
suoi resti umani si trovano divisi tra Soncino, Biella e Venezia.
Parola di Dio: Es. 19,1-2.9-11.16-20; Cant. Dan. 3,52-56;
Mt. 13, 10-17
Dal Vangelo secondo Matteo 13, 10-17
[10]Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: <<PERCHÉ PARLI LORO IN PARABOLE?>>. [11]Egli rispose: <<Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. [12]Così a chi ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. [13]Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono. [14]E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. [15]Perché il cuore di questo popolo si è indurito, son diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani. [16]Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. [17]In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l'udirono!
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Credo che in Italia, ormai non ci sia persona che in un modo o in un
altro non abbia mai sentito parlare di Gesù. Molti poi conoscono il suo
messaggio, la stragrande maggioranza di noi è battezzata, è andata al
catechismo. Anche tra i credenti “praticanti” non c‟è quasi nessuno che
non conosca Gesù e il suo messaggio. Come mai, allora, per alcuni il
messaggio di Gesù è vivo e dà senso al vivere e per altri è una parola
buona come ce ne sono tante al mondo, per altri è un discorso assurdo
o incomprensibile ed altri ancora non vogliono neppure intenderlo?
Eppure, se crediamo a Gesù siamo tutti figli di Dio, siamo amati
ciascuno personalmente; Gesù parla a tutti con le stesse parole!
Quello che ci siamo detti era in fondo il senso della domanda sulle
parabole che i discepoli rivolgono a Gesù: perché qualcuno le capisce
ed altri no? Perché la parabola per qualcuno illumina una verità e per
altri la nasconde?
Gesù risponde per le parabole come risponde al nostro interrogativo
dicendo: Dio parla a tutti con lo stesso linguaggio e il linguaggio di Dio
non è difficile, è semplice, tutti possono arrivarci, quelli che hanno
studiato e gli ignoranti, ma la comprensione di Gesù, del suo mistero di
amore, della buona novella del suo messaggio dipende da chi ascolta.
Molti, dice Gesù, vedono senza capire ciò che vedono, cioè molti nella
vita pensano di essere solo spettatori e non attori, per molti la vita
scorre come scorre l‟acqua su un terreno impermeabile, non riesce a
penetrare, a portare il suo frutto. Altri “udendo non odono”: in mezzo a
tanti rumori, a tante voci, in mezzo al fracasso tutto è appiattito, tutto
perde colore e vivacità, anche Gesù e la sua parola si perdono in mezzo
alle altre mille voci e nei momenti di bisogno, quando si cerca la sua
parola, non la si trova in mezzo alla Babele delle lingue. E, ultimo e
terribile motivo che Gesù porta, è “perché hanno indurito il cuore”. Dio
è amore, Gesù è l‟amore di Dio incarnato, lo Spirito Santo è amore, ma
se al posto del cuore c‟è un portafoglio o un idolo di pietra o un
consumatore di piacere come può l‟amore essere capito e corrisposto?
Non è Dio che non parla! Siamo noi che spesso non sappiamo
riconoscerlo, ascoltarlo e accogliere con riconoscenza i suoi doni perché
in noi portino frutto.
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VENERDI’ 25 LUGLIO : FESTIVITA’ DI SAN GIACOMO
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE,, NNOOII NNOONN SSAAPPPPIIAAMMOO QQUUEELLLLOO CCHHEE CCHHIIEEDDIIAAMMOO::
DDOONNAACCII TTUU IILL NNEECCEESSSSAARRIIOO.. ((MMtt.. 2200,,2222))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
GIACOMO, Santo, Apostolo
Giacomo, fratello maggiore di Giovanni, fu il primo tra gli apostoli a
dare il sangue per il suo Signore, fu infatti decapitato per ordine di
Erode Agrippa verso il 44. Chiamato da Gesù, mentre con il fratello
riassettavano le reti, fu sollecito nel seguirlo ed ebbe la fortuna di
essere presente nei momenti determinanti della vita del Maestro, fin sul
Tabor e sul Getzemani.
Parola di Dio nella festa di San Giacomo: 2Cor. 4,7-15; Sal. 125;
Mt. 20,20-28
Parola di Dio: Es 20, 1-17; Sal. 18 ;Mt 13, 18-23
Dal Vangelo secondo Matteo Mt 13, 18-23
[18]Voi dunque intendete la parabola del seminatore: [19]TUTTE LE VOLTE CHE UNO ASCOLTA LA PAROLA DEL REGNO E NON LA COMPRENDE, VIENE IL MALIGNO E RUBA CIÒ CHE È STATO SEMINATO NEL SUO CUORE: questo è il seme seminato lungo la strada. [20]Quello che è stato seminato nel terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, [21]ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli ne resta scandalizzato. [22]Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma la preoccupazione del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dá frutto. [23]Quello seminato nella terra buona è colui che ascolta la parola e la comprende; questi dá frutto e produce ora il cento, ora il sessanta, ora il trenta>>.
Nella spiegazione della parabola del seminatore che abbiamo letto oggi
nel Vangelo ritroviamo proprio la meditazione che facevamo ieri. Per
continuare oggi a riflettere ancora su questo vi offro invece un‟altra
parabola moderna di Bruno Ferrero:
Due semi si trovavano fianco a fianco nel fertile terreno autunnale. Il
primo seme disse: ”Voglio crescere! Voglio spingere le mie radici in
profondità nel terreno sotto di me e fare spuntare i miei germogli sopra
la crosta della terra sopra di me… Voglio dispiegare le mie gemme
come bandiere per annunciare l‟arrivo della primavera… Voglio sentire il
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calore del sole sul mio volto e la benedizione della rugiada mattutina
sui miei petali!”.
E crebbe.
L‟altro seme disse: “Che razza di destino il mio! Ho paura. Se spingo le
mie radici nel terreno sotto di me, non so che cosa incontrerò nel buio.
Se mi apro la strada attraverso il terreno duro sopra di me posso
danneggiare i miei teneri germogli… E se apro le mie gemme e una
lumaca cerca di mangiarsele? E se dischiudessi i miei fiori, un bambino
potrebbe strapparmi dalla terra. No, è meglio che aspetti finche non ci
sarà sicurezza..
Una gallina che raspava il terreno d‟inizio primavera in cerca di cibo,
trovò il seme che aspettava e subito se lo mangiò.
SABATO 26 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
DDOONNAACCII PPAAZZIIEENNZZAA NNEELLLL’’AATTTTEENNDDEERREE II FFRRUUTTTTII DDEELLLLAA TTUUAA PPAARROOLLAA..
((GGcc.. 55,,88))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
GIOACCHINO E ANNA, Santi
Non sappiamo nulla dei genitori della vergine Maria, neppure i loro
nomi: le notizie che ci sono state tramandate derivano da alcuni scritti
leggendari che sembrano ricalcati su certi testi dell‟antico testamento.
E‟ tuttavia legittimo celebrarli nella liturgia, in segno di riconoscenza
per il ruolo che hanno svolto nella storia della salvezza.
Parola di Dio: Es. 24,3-8; Sal. 49; Mt. 13,24-30
Dal Vangelo secondo Matteo 13,24-30
[24]Un'altra parabola espose loro così: <<Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. [25]Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. [26]Quando poi la messe fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. [27]Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? [28]Ed egli rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi dunque che andiamo a raccoglierla? [29]No, rispose, perché NON SUCCEDA CHE, COGLIENDO LA ZIZZANIA, CON ESSA SRADICHIATE ANCHE IL GRANO. [30]Lasciate che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio granaio>>.
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La zizzania è una terribile erba infestante che si arrampica e soffoca la
pianta buona e, dice la parabola, grano buono e erba malvagia
crescono insieme, convivono, devono spartirsi il terreno. La saggezza
del padrone ci stupisce: rimanda a casa propria gli zelanti servi
devotamente motivati a strappare la zizzania. "Pazienza", dice il
padrone, per non correre il rischio di strappare il grano buono nella
foga risanatrice.
E' l'esperienza che tutti i credenti prima o poi fanno: dopo duemila anni
di Vangelo, talora proprio nei paesi tradizionalmente cristiani, l'erba
malvagia sembra soffocare l'annuncio di salvezza. Attenti però a non
cadere nella solita lamentazione di noi pii cattolici incompresi dal
mondo malvagio… la salvezza è cosa seria e Gesù sa che luce e tenebra
si affrontano. Ma il Padrone del campo viene a ricordarci una parola:
Pazienza figli del regno, pazienza, lasciate fare a Dio il suo mestiere.
Pazienza, discepoli del Maestro, viviamo tempi bui, in cui la ragione e la
fede devono farsi strada con fatica in mezzo all'indifferenza e
all'insignificanza. Pazienza, perché, la guerra è già vinta, il giorno è
avanzato, la verità come torrente sotterraneo sta raggiungendo il
mare. Io credo sul serio, che il Regno avanza. E mi stupisco nel
crederlo, mi commuovo davanti al silenzioso grano che cresce nello
sguardo di chi ama, nel gioco puro del bambino, nel gesto generoso di
chi in nome e per conto di Gesù pone gesti di luce nelle tenebre fitte.
Pazienza, discepoli di colui che è venuto a portare il fuoco, pazienza
nelle nostre povere e poco credibili comunità parrocchiali, pazienza nel
vedere le fragilità dei nostri compagni di viaggio, pazienza quando un
connaturale istinto di superiorità ci fa giudicare, magari con piglio tutto
devoto, i fratelli. E, infine, pazienza con te stesso, fratello che leggi.
Sappiamo bene che la voglia di dividere il mondo in buoni (noi) e cattivi
(loro) ha portato i discepoli su orribili sentieri di violenza, in passato.
No: per i cristiani il nemico non è mai l'altro, è dentro ciascuno di noi.
Allora, senza cadere in pericolosi autolesionismi, guardiamo dentro noi
stessi la zizzania (e chiamiamola per nome!) e guardiamo al grano
buono seminato dal Signore. Pazienza, amico che leggi, se ti sembra
che troppe tenebre ancora rovinino la tua vita: abbiamo tutta la vita
per imparare a vivere. Pazienza se pensavi di essere un prete migliore,
un catechista migliore, un marito migliore: talvolta la bruciante
esperienza del limite (Pietro insegna) ci spalanca la diga della
misericordia. E ci rende simile a questo saggio padrone del campo.
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DOMENICA 27 LUGLIO
XVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO B
Una scheggia di preghiera:
SSIIGGNNOORREE,, TTUU SSEEII IILL PPAANNEE PPEERR LLAA NNOOSSTTRRAA FFAAMMEE.. ((DDaallllaa LLiittuurrggiiaa))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
MAGGIORINO SECONDO VIGOLUNGO, Servo di Dio
Nacque il 6 luglio 1904 a Benevello (Cuneo). Già fin dal tempo delle
elementari, frequentate al suo paese, ebbe occasione di conoscere don
Giacomo Alberione. Il 15 ottobre 1916 entrò nella “Scuola tipografica
editrice” (quella che diventerà la Pia Società San Paolo), in Alba. Nella
primavera del 1918 dovette rientrare in famiglia perché malato di
pleurite. Fu poi colpito da una forma di meningite che lo portò a morte
il 27 luglio sempre del 1918. Primo suo biografo fu lo stesso don
Alberione che lo portava ad esempio per il suo impegno di “progredire
un po‟ ogni giorno”. I suo resti sono nella chiesa di San Paolo in Alba.
Parola di Dio: 2Re 4,42-44; Sal 144; Ef. 4,1-6; Gv. 6,1-15
Dal Vangelo secondo Giovanni 6,1-15
[1]Dopo questi fatti, Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, [2]e una grande folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. [3]Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. [4]Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. [5]Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: <<Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?>>. [6]Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. [7]Gli rispose Filippo: <<Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo>>. [8]Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: [9]<<C'È QUI UN RAGAZZO CHE HA CINQUE PANI D'ORZO E DUE PESCI; ma che cos'è questo per tanta gente?>>. [10]Rispose Gesù: <<Fateli sedere>>. C'era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. [11]Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. [12]E quando furono saziati, disse ai discepoli: <<Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto>>. [13]Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d'orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. [14]Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, cominciò a dire: <<Questi è davvero il profeta che
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deve venire nel mondo!>>. [15]Ma Gesù, sapendo che stavano per venire a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sulla montagna, tutto solo.
Rileggendo ancora una volta il racconto della moltiplicazione dei pani,
mi sono balzate davanti agli occhi le contrapposizioni di ieri e di oggi
tra il grande e il piccolo: grande è la folla che va da Gesù e piccoli sono
quei cinque pani d‟orzo e due pesci; grandi sono le folle sulla terra che
muoiono di fame e pochi sono coloro che davvero cercano di pensare a
loro; milioni di persone muoiono per mancanza di cure e per malattie
che nel mondo occidentale sono debellate ma pochissime sono le
risorse del mondo straricco per aiutare a vincere la morte nel mondo
povero; molti sono gli uomini sulla terra che hanno fame e sete di una
parola di conforto di amicizia, di un gesto di solidarietà, ma quasi tutti
tirano diritto per la propria strada e si passa accanto ai tanti bisogni
facendo finta di niente; anche nel campo della fede molti desiderano
incontrare un segno concreto in qualcun altro che permetta al seme
che è in loro di sbocciare, ma quanto pochi sono i segni nel mondo di
una fede viva che trascina gli altri.
Davanti a questo tanto e a questo poco viene voglia di rispondere come
Filippo risponde a Gesù: “Che cosa vuoi che possiamo farci…”, e vien
voglia di aggiungere: “Ma non sei tu Dio, il Padre buono di ogni uomo
sulla terra? A te un bel miracolo non costa proprio niente: che cosa ti
costa far guarire degli ammalati, dar da mangiare agli affamati, evitare
che i terremoti colpiscano gli innocenti, guidare i dubbiosi, far sorgere
la fede in chi fa fatica…”.
Gesù ci guarda e sembra risponderci: “Io i miracoli sono disposto a farli
ma questi devono poggiare su qualcosa di concreto, su qualcuno che si
fidi di me, su qualcuno che sia disposto a rischiare il suo pranzo. Sei
disposto a questo?”
Siamo disposti a condividere il nostro poco, siamo disposti a donare
senza calcolo, siamo disposti a rischiare prima ancora di avere la
certezza che il nostro dono servirà a qualcosa? E non è solo questione
di soldi e di pagnotte è questione di metterci nella disposizione del
dono di noi stessi concretamente, per le persone che abbiamo attorno,
nella giornata di oggi e non domani, senza nasconderci dietro frasi fatte
o a esperienze precedenti che sembrano bruciarci o alla paura che…
“Intanto non serve a niente…”. Mi chiedo se Gesù fosse stato solo ai
conti dell‟apostolo Filippo e se quel ragazzo non avesse dato i suoi pani
e i suoi pesci, l‟Onnipotente avrebbe potuto fare il miracolo?
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LUNEDI’ 28 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
PPEERRDDOONNAA,, SSIIGGNNOORREE,, LL’’IINNFFEEDDEELLTTAA’’ DDEELL TTUUOO PPOOPPOOLLOO.. ((DDaallllaa LLiittuurrggiiaa))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
INNOCENZO I, Santo, Papa
Eletto papa nel 401, Innocenzo I governò la Chiesa per 16 anni, in un
periodo molto difficile per le sorti del Sacro Romano Impero d‟occidente
e soprattutto per Roma, che infatti venne presa d‟assedio dai barbari,
nel 408. Con tatto umanissimo, egli sapeva confortare e lenire le
sofferenze. Mori a Roma nel 417.
Parola di Dio: Es. 32,15-24.30-34; Sal 105; Mt. 13,31-35
Dal Vangelo secondo Matteo 13,31-35
[31]Un'altra parabola espose loro: <<IL REGNO DEI CIELI SI PUÒ PARAGONARE A UN GRANELLINO DI SENAPA, che un uomo prende e semina nel suo campo. [32]Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i suoi rami>>. [33]Un'altra parabola disse loro: <<Il regno dei cieli si può paragonare al lievito, che una donna ha preso e impastato con tre misure di farina perché tutta si fermenti>>. [34]Tutte queste cose Gesù disse alla folla in parabole e non parlava ad essa se non in parabole, [35]perché si adempisse ciò che era stato detto dal profeta: Aprirò la mia bocca in parabole, proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.
Ieri parlavamo del grande e del piccolo, oggi Gesù ci fa ritornare
sull‟argomento ricordandoci che il Suo Regno non è un Regno di
potenza, ma di umiltà. Dio si serve delle cose piccole, si serve di piccoli
uomini, di piccoli gesti. Chi vede il mondo cattivo lo vede perché non sa
vedervi anche l‟immensa bontà che c‟è in esso, chi si lamenta in
continuazione per le cose che non vanno è perché lui non sa andare
d‟accordo con se stesso, a volte basterebbe poco…
Vagabondando qua e là un grosso cane finì in una stanza in cui le
pareti erano dei grandi specchi. Così si vide improvvisamente
circondato da cani. Si infuriò, cominciò a digrignare i denti e a
ringhiare. Tutti i cani delle pareti, naturalmente, fecero altrettanto,
scoprendo le loro minacciose zanne.
Il cane cominciò a girare vorticosamente su se stesso per difendersi
contro gli attaccanti, poi, abbaiando rabbiosamente si scagliò contro
uno dei suoi presunti assalitori. Finì a terra tramortito e sanguinante
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per il tremendo urto contro lo specchio. Avesse scodinzolato in modo
amichevole una sola volta, tutti i cani degli specchi lo avrebbero
ricambiato. E sarebbe stato un incontro festoso.
MARTEDI’ 29 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
OO DDIIOO,, NNOOSSTTRRAA FFOORRZZAA EE NNOOSSTTRRAA SSPPEERRAANNZZAA,, SSEENNZZAA DDII TTEE NNUULLLLAA
EESSIISSTTEE DDII VVAALLIIDDOO EE DDII SSAANNTTOO.. ((DDaallllaa LLiittuurrggiiaa))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
MARTA, Santa
Marta è la sorella di Maria e di Lazzaro di Betania, un villaggio
vicino a Gerusalemme. Il Vangelo ce la presenta come donna di casa,
sollecita e indaffarata ad accogliere il gradito ospite: Gesù. La santità di
questa dolce figura di donna è indiscussa. Riappare nel Vangelo
nell‟episodio della risurrezione di Lazzaro, protagonista di una stupenda
professione di fede nell‟onnipotenza del Salvatore, nella resurrezione
dei morti, nella divinità del Cristo.
Parola di Dio: Prov. 31,10-13.19-20.30-31; Sal. 14; Lc. 10, 38-42
opp. Gv. 11,19-27
Dal Vangelo secondo Luca 10, 38-42
[38]Mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. [39]Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; [40]Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: <<Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti>>. [41]Ma Gesù le rispose: <<MARTA, MARTA, TU TI PREOCCUPI E TI AGITI PER MOLTE COSE, [42]ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta>>.
Se ci fosse un comitato per la riabilitazione di Marta mi iscriverei anche
perché noi con le nostre solite distinzione nette abbiamo visto il bene
tutto dalla parte di Maria mentre Marta è diventata una materialista.
Non è così! E il Vangelo e la Chiesa che ha fatto santa anche Marta ci
dicono su di lei cose buone. Marta vuol bene a Gesù. Marta riconosce in
Gesù il Maestro, il Messia e lo dimostrerà anche un momento prima
della risurrezione di suo fratello quando dirà in più di sua sorella: "Io so
che qualunque cosa chiederai a Dio Egli te la concederà” . Marta è solo
la vera signora della casa che vuole che i propri ospiti si trovino bene
da lei e fa di tutto perché questo avvenga. Gesù non rimprovera Marta
dicendole: “Ti preoccupi inutilmente”, non le dice che pensare al pranzo
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sia una cosa inutile, infatti poi mangerà, le presenta solo un pericolo
che lei e noi possiamo correre, quello di essere talmente affannati,
preoccupati, agitati da correre il rischio di perdere di vista il fine ultimo.
Gesù dice a Marta e a noi: “Guarda che sono venuto proprio per te e
non solo per la tua cucina, per la tua casa in ordine, per le tue buone
azioni. Grazie di tutto quello, lo capisco che lo fai per me, ma chi conta
sei tu”.
E‟ giusto preoccuparci della casa, della famiglia, dei bambini, perfino
del divertimento, ma attenzione: spesso corriamo di qui e corriamo di
là (anche per la fede, per il mio gruppo, per il parroco), corriamo alla
ricerca del tempo che inesorabilmente ci fa difetto. E più corriamo, più
restiamo col fiato grosso e meno siamo efficaci. Fino al giorno in cui ci
bloccano o l‟infarto o l‟esaurimento e rischiamo di non aver trovato noi
stessi e neanche il Signore. Sia proprio Marta, la santa che si dà da fare
a farci capire che anche noi non possiamo ridurre la fede solo a
spiritualità inattiva, ma che, mentre ci diamo da fare per dimostrare la
nostra fede, non ci dimentichiamo Colui per il quale corriamo e
sappiamo accoglierlo non solo con le cose ma anche con tutto noi
stessi.
MERCOLEDI’ 30 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
FFAA’’ CCHHEE UUSSIIAAMMOO SSAAGGGGIIAAMMEENNTTEE DDEEII BBEENNII TTEERRRREENNII NNEELLLLAA CCOONNTTIINNUUAA
RRIICCEERRCCAA DDEEII BBEENNII EETTEERRNNII.. ((DDaallllaa LLiittuurrggiiaa))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
PIETRO CRISOLOGO, Santo Vescovo
Pietro (circa 380-451), vescovo di Ravenna, residenza dell‟imperatore,
si preoccupò sempre di predicare in modo breve e semplice per essere
utile. al suo popolo. Venne soprannominato “Crisologo”, che significa
“parola d‟oro”. Contro l‟eresia di Eutiche, difese il mistero del Cristo,
vero Dio e vero uomo, così come lo predicava papa Leone Magno, nel
quale “il beato Pietro insegna la verità della fede a coloro che la
cercano".
Parola di Dio: Es.34,29-35; Sal. 98; Mt. 13,44-46
Dal Vangelo secondo Matteo 13,44-46
[44]IL REGNO DEI CIELI È SIMILE A UN TESORO NASCOSTO IN UN CAMPO; UN UOMO LO TROVA E LO NASCONDE DI NUOVO, POI VA, PIENO DI GIOIA, E VENDE TUTTI I SUOI AVERI E COMPRA QUEL CAMPO. [45]Il regno dei cieli è simile a un mercante che va in cerca di perle
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preziose; [46]trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra.
Stiamo leggendo le parabole del Regno dal vangelo di Matteo e direi
che questo evangelista non solo scrive le parole di Gesù, ma a distanza
di anni sembra confermarle con la propria biografia.
Matteo aveva tutto: soldi, successo, potere; era temuto, disprezzato
come pubblico peccatore ma ammirato per la strada che aveva saputo
farsi con le proprie mani, era un po‟ come uno dei tanti potenti che si
vedono anche oggi nelle nostre città. Un giorno, però, quello sguardo
dell'ospite di Pietro il pescatore, quel tale Gesù della vicina Nazareth, lì
a Cafarnao, sul lago, lo aveva sconvolto. Era poi così certo di avere
tutto? Il tesoro vero, il senso della vita, lo aveva davvero scoperto?
Matteo lascia emergere la sua parte migliore, per una frazione di
secondo intuisce che la sua vita è piena di vuoto, che tutto ciò che ha è
fumo, apparenza, inutile orpello. Quello sguardo lo perfora, lo svela a
se stesso, e allora lascia tutto e segue il Maestro. Da Gesù Matteo
impara ad amare, a conoscere Dio, a conoscere se stesso. Da Gesù
Matteo impara ad essere vero, a diventare libero, e racconta, parla
come un fiume in piena, del Regno, di Dio, di Lui, del Maestro. Quando
Matteo scrive il Vangelo, dopo tanti anni (forse una trentina da
quell'incontro) ci dice che ne è valsa la pena, che lo rifarebbe e che,
anzi, ciascuno di noi può farlo. Matteo dice di aver fatto il miglior affare
della sua vita lasciando tutto e seguendo il Nazareno, ci dice che è
come avere scoperto un tesoro nel campo. Sì, la nostra vita è una
gigantesca caccia al tesoro. Ci vuole grinta, forza, lucidità per
gareggiare; bisogna tapparsi le orecchie di fronte ai troppi che
ammiccano vendendoti a peso d'oro le istruzioni per trovare il tesoro,
tenere duro davanti ai troppi che ti dicono che il tesoro non c'è, che la
vita è un'immensa e macchinosa fregatura. Matteo dice che lui, il
tesoro, l'ha trovato. Non come la fiammata dell'innamoramento che
scompare con il desiderio, ma come la lenta consapevolezza della
verità, del fiume che scorre sotto il terreno, dell'evidenza del cuore. Il
piano di Dio è esposto, il volto che Gesù è venuto a descriverci, ormai
chiaro, la proposta del regno annunciata. Ora tocca a noi, tocca a me
decidere. Starò ancora ad aspettare? Mi accontenterò dei tesori di false
perline che la vita offre? O lascerò anch‟io emergere, almeno per un
momento la parte migliore di me stesso di modo che Gesù possa
approfittare di essa per regalarmi se stesso, unico vero tesoro?
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GIOVEDI’ 31 LUGLIO
Una scheggia di preghiera:
CCOOMMEE EE’’ DDOOLLCCEE,, SSIIGGNNOORREE,, AABBIITTAARREE NNEELLLLAA TTUUAA CCAASSAA
EE CCAANNTTAARREE PPEERR SSEEMMPPRREE LLEE TTUUEE LLOODDII.. ((SSaall.. 8844,,55))
Tra i santi di oggi ricordiamo:
IGNAZIO Dl LOYOLA, Santo, Fondatore
Ignazio (c.1491 - 1556) nato nelle province Basche, era militare
quando una ferita interruppe la sua carriera, senza spegnere l‟ardore
del suo temperamento. In quell‟occasione scopri la preghiera, e nella
preghiera, il Signore Gesù. Questa esperienza spirituale lo trasformò
profondamente. Gli Esercizi spirituali, che scrisse a Manresa nel 1523,
sono il frutto della sua personale esperienza, e sono rivolti a
trasformare gli altri per farne degli apostoli impegnati ad evangelizzare
il mondo per la maggior gloria di Dio. Il gruppo dei suoi primi compagni
pronunciò i voti a Montmartre (Parigi) nel 1534: fu questo il nucleo
iniziale della Compagnia di Gesù, vivaio di missionari e di educatori che
diffonderanno la fede in tutto il mondo.
Parola di Dio: Es. 40,16-21.34-38; Sal. 83; Mt. 13,47-53
Dal Vangelo secondo Matteo 13,47-53
[47]Il regno dei cieli è simile anche a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. [48]Quando è piena, i pescatori la tirano a riva e poi, sedutisi, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. [49]Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni [50]e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. [51]Avete capito tutte queste cose?>>. Gli risposero: <<Sì>>. [52]Ed egli disse loro: <<Per questo OGNI SCRIBA DIVENUTO DISCEPOLO DEL REGNO DEI CIELI È SIMILE A UN PADRONE DI CASA CHE ESTRAE DAL SUO TESORO COSE NUOVE E COSE ANTICHE>>. [53]Terminate queste parabole, Gesù partì di là
Anche quest‟anno abbiamo sentito rileggere le parabole del regno.
Avremmo dovuto sentirne la freschezza, l‟invito, la gioia di essere
chiamati da Gesù, e mi auguro che per molti di voi, l‟invito che Gesù ci
ha fatto non sia andato perduto, ma purtroppo spesso l‟abitudine,
l‟apatia, la fatica della vita ci rendono pesanti, impermeabili agli inviti e
rischiamo dopo certi inviti a trascinarci ancor più nella tristezza e nella
depressione.
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Proprio pensando a Gesù che, come buon padrone di casa, raccoglie
tutto perché non vada perduto ed estrae dal suo tesoro cose nuove e
cose vecchie a seconda dell‟occorrenza, vi offro una riflessione
preghiera di Marie-Noel:
“Eccoti qui, mio Dio. Cerchi me? Che cosa vuoi? Non ho niente da darti.
Dopo il nostro ultimo incontro, per te non ho messo da parte niente.
Niente… Non una buona azione. Ero troppo stanca. Non una buona
parola. Ero troppo triste. Il disgusto della vita, la noia, la sterilità.
- OFFRI !
L‟impazienza, ogni giorno, di veder la giornata finita, inutilmente; il
desiderio di riposare libera dal dovere e dagli impegni, l‟indifferenza per
il bene da fare, la stanchezza di te, mio Dio!
- OFFRI !
Il torpore dell‟anima, il rimorso per la mia apatia e l‟apatia più forte del
rimorso…
Il bisogno di essere felice, la tenerezza che sfibra, il dolore di essere
quello che sono senza scampo…
- OFFRI !
Turbamenti, paure dubbi.
Signore! Proprio come uno straccivendolo te ne vai in giro a
raccattare…rifiuti e immondizie. Che ne vuoi fare, Signore?
- IL REGNO DEI CIELI !
Riflessioni di don Franco Locci
Che si possono trovare anche in internet al seguente sito:
http://spazioinwind.libero.it/schegge
L‟ e-mail di posta elettronica con cui poter comunicare è:
Oppure si può scrivere al seguente indirizzo:
Don Franco Locci Via S. Lorenzo 9/5 10060 NONE (TO)
Stampato in proprio dalla Comunità “Piccola Betania”
Via Pasquero, 8 Vicoforte Fiamenga CN
Tel. 0174/563075 fax 0174/569030 e-mail: [email protected]
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*Pro-manuscripto*