Non di PANE solo · "La Parola di Cristo abiti in voi abbondantemente..." (Colossesi 3:16) La...
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Settimanale di preghiera
PANE Non di solo
Sussidio di preghiera per la famiglia
Anno XIX - n° 809
Domenica 25 giugno 2017
XII domenica del Tempo Ordinario
Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati ...
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 2
Giugno - Luglio 2017
“Pregare, forse il
discorso più urgente”
Sussidio di preghiera
per la famiglia
Offerta della giornata
Cuore divino di Gesù,
io ti offro per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria,
Madre della Chiesa,
in unione al Sacrificio eucaristico,
le preghiere, le azioni,
le gioie e le sofferenze
di questo giorno,
in riparazione dei peccati,
per la salvezza di tutti gli uomini,
nella grazia dello Spirito Santo,
a gloria del divin Padre.
Offerta quotidiana
Sito di Non di Solo Pane:
www.nondisolopane.it
Dio, nostro Padre, io ti offro tutta la mia giornata.
Ti offro le mie preghiere, i pensieri, le parole, le azioni, le gioie e le sofferenze in unione con il cuo-
re del tuo Figlio Gesù Cristo, che continua a offrirsi
nell’Eucaristia per la salvezza del mondo. Lo Spirito Santo che ha guidato Gesù sia la mia guida e la mia
forza oggi, affinché io possa essere testimone del tuo amore. Con Maria, la madre del Signore e della
Chiesa, prego specialmente per le intenzioni che il Santo Padre raccomanda alla preghiera di tutti i
fedeli in questo mese
Intenzione del Santo Padre
Per i responsabili delle nazioni, perché si impegnino con decisione per porre fine al commercio delle armi, che causa tante vittime innocenti.
Intenzione dei vescovi
Perché attraverso l’ascolto della Parola di Dio pos-siamo far nostri i sentimenti del Cuore di Cristo.
Intenzioni mese di Giugno
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 3
Domenica 25
Giugno Lodi
IV Settimana del Salterio
XII Tempo Ordinario
Spesso lavorando insieme, due persone trovano semplice
quello che ad una soltanto sembra un compito insormontabile.
Brano Evangelico: Mt 10,26-33 Non li temete dunque, poiché non v'è nulla di nascosto che non deb-ba essere svelato, e di segreto che non debba essere manifesta-to. Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce, e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'ani-ma; temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure neanche uno di essi cadrà a terra senza che il Padre vostro lo voglia. Quanto a voi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti con-tati; non abbiate dunque timore: voi valete più di molti passeri! Chi dunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davan-ti agli uomini, anch'io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli.
Contemplo:
Salva il tuo popolo, Signore Signore Gesù, tu sei la nostra forza e il nostro rifugio, salvaci da ogni male. Sostienici con la forza del tuo Spirito, affinché non ci vergogniamo mai della nostra fede, ma confessiamo con tutta franchezza il tuo no-
me davanti agli uomini. Tu che affidi alla nostra debolezza l’annuncio profetico della tua Parola, rimani al nostro fianco e opera in noi le meraviglie del tuo amore, perché tutti creda-no che tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.
Agisci
Col battesimo, siamo
morti al peccato e risorti
alla vita di grazia. Siamo
dunque una creatura
nuova in Cristo. Però
dobbiamo sempre lotta-
re, combattere per custo-
dire questo inestimabile
dono! Fin dal mattino,
trascorreremo questa
giornata in un profondo
atteggiamento di speran-
za e quindi gioia.
Il santo del giorno:
San Massimo di Torino Massimo guidò la diocesi di Torino, di cui è considerato il fondatore, nel tra-vagliato periodo delle invasioni bar-bariche. Nato verso la metà del IV seco-lo, fu discepolo di sant'Ambrogio e di
sant'Eusebio di Ver-celli. Nonostante il suo carattere mite, propose ai sui fedeli un esempio di fer-mezza. Li esortava anche a mantenersi irreprensibili nei co-stumi e a non confi-dare in superstizioni come l'invocazione d e l l a l u n a : «Veramente presso
di voi la luna è in travaglio - scriveva con ironia -, quando una copiosa cena vi distende il ventre e il capo vi ciondola per troppe libagio-ni». La data della sua morte non è certa: avvenne tra il 408 e il 423.
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 4
Meditiamo la Parola
Non un capello di Gesù gli è indifferente di don Andrè Louf
Ci sono quelli che uccidono il corpo, e ci sono
quelli che possono far perire l'anima esattamente
come il corpo. Ma quando si parla di "anima", no-
zione forse un po' fuori moda, cosa si intende? Per
rispondere si potrebbe ricercarne il significato nella
mentalità ebraica del tempo, o nelle lingue e filosofie
dell'antichità. Ma già il seguito del Vangelo fornisce
indicazioni preziose.
Innanzitutto l'anima è importante agli occhi di Dio.
Il nostro Dio, che non trascura nessuno dei capelli
del nostro capo, non dimentica sicuramente nulla di
ciascuno di noi. Ai suoi occhi noi valiamo infinita-
mente più di tutti i passeri del mondo, e di fatto l'in-
tera nostra esistenza personale dipende da questo
sguardo di Dio; tutta la nostra esistenza viene dal
fatto che egli ci attende. E noi non possiamo più i-
gnorare quello sguardo, quell'attesa, da quando Gesù
è passato in mezzo a noi, da quando ci ha rivelato il
volto del Padre. Quello che già l'Antico Testamento
aveva intuito, e cioè che la tenerezza di Dio per i
suoi è come quella di un padre per i figli, Gesù l'ha
definitivamente confermato. Perché è ancora, e più
che mai, la tenerezza infinita del Padre che Gesù ri-
vela con la qualità della sua vita di figlio. Da lui per-
cepiamo che il Padre lo ama e che lui stesso è ferito
da tutto ciò che Gesù deve subire. Non un capello di
Gesù gli è indifferente, così come quello di ogni uo-
mo; non un capello di ciascuno di noi, di coloro che
egli ama.
Parole di vita
Il tesoro nel cuore Pagina curata da don Luciano V.M.
"La Parola di Cristo abiti in voi abbondantemente..." (Colossesi 3:16)
La Parola di Dio per il credente è preziosa,
vitale e insostituibile. Dio si rivela attraverso
la Parola scritta e parla a tutti coloro che Lo
ascoltano con fede. È fondamentale che la
Parola di Dio abiti, dimori, rimanga nel cuo-
re e nella vita del credente. La presenza della
Parola deve essere abbondante, traboccante,
esuberante. Inoltre, Essa deve essere vissuta,
messa in pratica in modo che il Signore Ge-
sù sia conosciuto, onorato e glorificato. Il
credente che riceve con cuore sensibile, ri-
tiene, vive e mette in pratica la Parola di Dio
realizzerà la Sua opera e la Sua benedizione.
Che cosa ci necessita? Che cosa desideriamo
che il Signore compia nella nostra vita e fac-
cia per noi? Qual è il desiderio del nostro
cuore? Rivolgiamoci alla Parola di Dio, la-
sciamo che Essa arrivi nel cuore, che operi
per mezzo dello Spirito Santo ed Essa com-
pirà meraviglie per il nostro bene perché
Cristo sia glorificato in noi e la nostra vita
onori e testimoni del Signore Gesù.
Preghiera
Gesù, dopo aver proclamato sul Monte che il Regno di Dio è dei poveri, scendendo a valle compie dei miracoli per mostrare che la sua parola è efficace come quella creatrice di Dio. Il primo a godere dell'opera taumaturgica del Cristo è un lebbroso, il quale si rivolge al Signore come a colui che ha lo stesso potere sanante di Dio. Gesù premia tanta fede guarendolo. E lo fa, non soltanto con la forza della sua parola, ma anche "toccandolo", assumendo su di sé la sua "impurità".
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 5
Lunedì 26
Giugno Lodi
IV Settimana del Salterio
XII Tempo Ordinario
Il santo del giorno:
S. Josemaria Escrivá Nacque a Barbastro (Spagna) il 9 gen-naio 1902. Fu ordi-nato sacerdote nel 1925. Nel 1927 ini-ziò a Madrid un in-stancabile lavoro sacerdotale dedica-to in particolare ai poveri e ai malati nelle borgate e ne-gli ospedali. Il 2 ot-tobre del 1928 rice-vette una speciale illuminazione divina
e fondò l'Opus Dei, un'istituzione della Chiesa che promuo-ve fra cristiani di tutte le condizioni sociali una vita coe-rente con la fede in mezzo al mondo attraverso la santifi-cazione delle opere quotidiane: il lavo-ro, la cultura, la vita familiare... Alla sua morte, nel 1975, la sua fama di santità si è diffusa in tutto il mondo, come di-mostrano le molte
testimonianze di fa-vori spirituali e ma-ter ia li attr ibuiti all'intercessione del fondatore dell'Opus Dei, fra cui anche guarigioni clinica-mente inesplicabili. Il 6 ottobre 2002 è stato canonizzato nel corso di una so-lenne cer imonia presieduta dal San-to Padre Giovanni Paolo II alla presen-za di oltre 300 mila fedeli.
Brano Evangelico: Mt 7,1-5
Non giudicate, per non essere giudicati; perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati. Perché osservi la pagliuzza nell'oc-chio del tuo fratello, mentre non ti accorgi della trave che hai nel tuo occhio? O come potrai dire al tuo fratello: permetti che tolga la pagliuzza dal tuo occhio, mentre nell'occhio tuo c'è la trave? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e poi ci ve-drai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
Contemplo:
Retta è la parola del Signore
La parola di Dio è una lampada
che guida i nostri passi, è la
luce che mostra la retta via da
seguire. Amare il Signore vuole
dire osservare la sua parola,
che è per noi vita eterna. La
parola di Dio ci permette di
non seguire le vane parole u-
mane, ma di stabilirci sulla
salda roccia della verità che
non passerà mai.
La fede in Dio è la miglior assicurazione di fronte ad una tragedia personale
o un disastro naturale. Solo Dio può aggiustare un cuore spezzato.
Agisci
Spesse volte, i difetti
che scopriamo nel
nostro prossimo, non
sono altro che il ri-
flesso dei nostri. Que-
sto avviene quando
rifiutiamo di fare ve-
rità dentro di noi. Og-
gi, non mancheremo
di rifletterci aprendo
il cuore alla grazia.
Sicuramente rimarre-
mo sorpresi.
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 6
Meditiamo la Parola
Giudicare noi stessi di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno
Prosegue il discorso della montagna che col brano proclamato oggi si fa attento alle relazioni comunitarie. Queste diverrebbero impossibili se ognuno si ergesse a giudice dell'altro. Con la similitudine della pagliuzza e della trave, Gesù ci mette in guardia dall'errore di non guardare alla nostra miseria morale, tutti intenti, come di solito siamo, ai difetti e alle povertà altrui. Questo non ci eviterà la giusta condanna dell'unico giudice, Dio.
Siamo sempre molto abili nel giudicare chi ci
sta accanto. Crediamo di sapere, di conosce-
re, di capire chi ci è vicino. E, troppo spesso,
il giudizio che diamo è negativo, tranciante,
eccessivo. Se una persona commette un erro-
re, subito esce dalla nostra sfera di amicizia,
o, al massimo, gli rivolgiamo qualche atten-
zione ma con sufficienza. Ma il giudizio più
terribile è quello dato in nome della fede,
quando, santamente e devotamente, sottoli-
neiamo i difetti o i peccati altrui pensando,
facendo così, di rendere onore a Dio. Gesù
azzera tutte queste illusioni con un'afferma-
zione che ci fa rabbrividire: prima di giudica-
re gli altri è meglio analizzare se stessi, toglie-
re la trave che ci impedisce di vedere la pa-
gliuzza nell'occhio del fratello. Non si tratta di
evitare il giudizio, di non avere opinioni, cer-
to. Ma di averle mettendosi nella dinamica
prospettiva di Dio che non vede il peccato ma
il peccatore e del peccatore vede la possibile
redenzione. Siamo chiamati a giudicare noi
stessi e gli altri con la compassione che ci
proviene dal Maestro, sapendo che la vita è
un percorso e che ogni errore può essere su-
perato, redento, riparato. Iniziamo questa
settimana provando a giudicare in altro mo-
do, mettendoci nella prospettiva di Dio...
Parole di vita
Sciocchezze Pagina curata da don Luciano V.M.
"Prendeteci le volpi, le vol-
picine che guastano le vigne, poiché le
nostre vigne sono in fiore." (Cantico dei
Cantici 2,15
Quante volte ci è capitato di sentire la frase:
sono sciocchezze, cosa volete che sia, non fa
niente, sono soltanto quisquilie o frasi simili,
quando in realtà ciò che avevamo visto o
udito era una cosa molto importante e seria,
ma purtroppo era stata considerata come
una cosa da nulla. L'errore consiste nel dare
poco valore a ciò che in realtà ha un grande
valore. Non è difficile, purtroppo, e i fattori
che determinano questo sono tanti, com-
mettere l'errore di dare poca importanza a
ciò che potrebbe causare tanti problemi nel-
la propria vita e lasciare tanta sofferenza nel
cuore. Chiediamoci: quale valore stiamo
dando a tutto ciò che Dio, attraverso la Sua
Parola, indica come peccato, sbagliato e pe-
ricoloso per la nostra vita? Non sottovaluta-
re o ignorare ciò che inevitabilmente potreb-
be guastare la tua comunione con Dio. È
importante avere il coraggio e chiedere a
Dio la forza per allontanare dalla propria
vita ogni cosa che potrebbe causare soltanto
sofferenza e allontanarsi da tutto ciò che
non trova l'approvazione del Signore.
Preghiera
Signore Gesù, liberaci dalla tentazione di arrangiarci ponendo fine ai lunghi tempi della fiducia e alle purificazioni dell'attesa. La tua parola sia la roccia su cui edifichiamo, quotidianamente, la nostra vita, disposti a invocarti senza mai smettere di affidarci.
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 7
Martedì 27
Giugno Lodi
IV Settimana del Salterio
XII Tempo Ordinario
Pensa positivamente; fa bene alla salute.
Brano Evangelico: Mt 7,6.12-14
Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle da-vanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge ed i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!
Agisci
Il Signore ascolta sem-
pre la preghiera dei
suoi fedeli e ci rispon-
de spesso attraverso
un profeta, un suo
messaggero. A volte,
però la nostra superfi-
cialità e la nostra u-
manità soffocano lo
spirito di fede. E così
attendiamo, invano.
Forse è tempo che
noi apriamo gli occhi. Contemplo:
Entrate per la porta stretta
Il Signore ci chiama a entrare
nel regno della vita attraverso
la porta stretta dell’amore.
Amerai il Signore tuo Dio
quando accetterai in ogni cir-
costanza la sua volontà; ame-
rai il prossimo quando avrai
per gli altri la stessa compas-
sione che tu vorresti per te
stesso. La porta stessa che il
Signore ci chiama ad attraver-
sare dilaterà il nostro cuore e
lo renderà simile a quello di
Gesù.
Il Santo del giorno: Beata Margherita Bays Nata nel 1815 a La Pierraz, frazione di Siviriez, vicino Fri-burgo, la suora laica svizzera Margherita Bays visse da sarta, casalinga e catechi-sta. Esistenza sem-plice, non estranea al mondo: sostenne
la stampa cattolica durante il Kultur-kampf. Ma l'evento che la cambiò radi-calmente fu il dono delle stimmate. Guarì anche, mira-colosamente, da un cancro all'intestino l'8 dicembre 1854, proprio mentre Pio IX proclamava il
dogma dell'Immaco-lata. Morta nel 1878, è stata beati-ficata nel 1995 con due religiose elveti-che, Maria Teresa Scherer e Maria Ber-narda Butler. Riposa nella chiesa di Sivi-riez.
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 8
Meditiamo la Parola
Un amore ancora più grande di don Luciano Vitton Mea Parroco di Bovegno
In questo brano del discorso della montagna sono rac
colte tre esortazioni diverse, unite tra loro dalla radi
calità evangelica. Nella prima, siamo invitati a non
profanare o banalizzare i doni di Dio, siano essi la sua
Parola o i Sacramenti. Nella seconda esortazione, Ge
sù ci propone, in positivo la "regola d'oro" sulla reci
procità, che già troviamo nell'Antico Testamento (cf.
Lv 19,18). Nella terza, il Maestro ci mette in guardia
dal cercare scorciatoie: per entrare nel Regno c'è solo
la via della croce.
Due detti di Gesù inquadrano la regola aurea pre-
sente anche in esperienze sapienziali e religiose
messa però in positivo: siamo chiamati a fare agli
altri ciò che vogliamo che gli altri facciano a noi.
Una visione positiva, non riduttiva (non fare),
che ci spinge ad osare, a immaginare, a immede-
simarci nei panni altrui. Sapendo, però, che non
tutti possono cogliere con la dovuta attenzione il
messaggio del vangelo: a volte è meglio tacere
che dare la perla del Regno in pasto a chi non
vuole accoglierlo e capirlo. Chiamati a rendere
testimonianza, non sempre è opportuno farlo se
il contesto in cui siamo disprezza le cose che
stiamo per dire. Così in ufficio, a scuola, ma an-
che a casa, ci sono delle situazioni in cui è me-
glio tenere la fede per sé, evitando di creare inu-
tili conflitti e contrapposizioni. L'ultimo detto lo
sperimentiamo quotidianamente, avendo preso il
vangelo seriamente: essere discepoli sul serio
non è facile, è esigente, faticoso, in certi mo-
menti ci si trova a combattere contro la mentali-
tà imperante che scansa ogni impegno e respon-
sabilità. È impegnativo amare davvero, è gioiosa-
mente faticoso accogliere il vangelo così come
Gesù lo ha vissuto.
Parole di vita
Non avere paura Pagina curata da don Luciano V.M.
"Tu non temerai ... la freccia
che vola di giorno." (Salmo 91:5)
La promessa che il Signore rivolge a tutti
coloro che hanno riposto in Lui la propria
fiducia, rivela la protezione di Dio per i cre-
denti che confidano e sperano in Lui. I mo-
tivi di preoccupazione possono essere tanti
e nessuno è risparmiato. Possiamo iniziare la
giornata con la preoccupazione, la paura, o
finanche il terrore di essere infilzati da qual-
che freccia che qualcuno scoccherà contro
di noi. In questo caso, per fede, aggrappia-
moci alla promessa che il Signore ci rivolge
attraverso il salmista. Non temiamo le frecce
del nemico, delle difficoltà, dei pericoli, per-
ché per certo Dio ci proteggerà! Il Signore
non si dimenticherà di noi, non ci trascure-
rà, non ci abbandonerà perché fedele alle
Sue promesse. Non temiamo nessuno e
niente perché Dio ci ama e si prenderà cura
di noi. Anche oggi, certamente voleranno
tante frecce, ma noi non temeremo perché
siamo nelle mani del Signore che ci protegge
e con Lui siamo veramente al sicuro.
Preghiera
Signore Gesù, ogni giorno e ogni attimo della nostra vita si aprono davanti a noi porte che attendono di essere attraversate con l'anima colma del timore e dell'amore dei piccoli grandi gesti. Donaci la forza di non temere le strettoie disegnate dall'esigenza di una verità di amore che ci obbliga a soprassedere a noi stessi. Insegnaci a guardare oltre e a respirare profondamente e sempre più ampiamente: tu ci attendi sempre oltre la soglia!
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 9
XII Tempo Ordinario
Ogni giorno nutriamo la nostra mente di conoscenza, non scordiamoci però
di nutrire il nostro spirito con la verità.
Brano Evangelico: Mt 7,15-20
Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pe-core, ma dentro son lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscere-te. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuo-co. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere.
Contemplo:
Dai loro frutti li ricono-scerete Con l’immagine dell’albero della vita inizia la storia della nostra incapacità a salvarci e si conclude, nell’ultimo Libro la storia della nostra salvezza, quando si parla della Città di Dio, irrigata dal fiume di ac-qua viva, dove «si trova un
albero di vita». L’albero buo-no è la Croce di Gesù. Lo ha detto lui stesso:«Io sono la vi-te, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla».
Mercoledì 28
Giugno Lodi
IV Settimana del Salterio
Agisci
Quando un cristiano
stima una persona, la
stima per la sua vita
virtuosa, per la sua ca-
rità, per la sua genero-
sità. Questo lo sprona a
crescere. Come possia-
mo correre dietro a chi
ci insegna soltanto a
peccare, a fare del ma-
le? Ecco il criterio di
discernimento che dob-
biamo tenere presen-
te: “ Dai loro frutti li
riconoscerete”.
Il Santo del giorno: Sant' Ireneo Discepolo di san Policarpo e, attra-verso di lui, dell'a-postolo san Gio-vanni, è una figura di primaria impor-tanza nella storia della Chiesa. Nac-que intorno al 130, forse a Smirne. Do-po aver compiuto
gli studi a Roma, fu ordinato sacerdote e chiamato a Lione. Lui, greco, imparò le lingue dei barba-ri per evangelizzare le popolazioni celti-che e germaniche. E dove non arrivò la sua voce giunse la parola scritta. Qui nel 178 circa venne nominato
vescovo. Predicò contro le eresie e chiese l'intervento di papa Vittore I sulla questione del-la data della Pa-squa. Profondo te-ologo, lasciò nume-rosi scritti. Morì in-torno al 208, forse martire.
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 10
Meditiamo la Parola
Offrire frutti di bene di don Carlo Moro Parroco di Gargnano
Quando Matteo scriveva il suo Vangelo, già gira
vano tra le comunità cristiane "i falsi fratelli" di
cui parla san Paolo nelle sue lettere. Gesù aveva
previsto questo pericolo e, non solo ci mette in
guardia dai cattivi profeti che egli definisce "lupi",
ma ci dà anche un efficace segno di riconoscimen
to: «Dai loro frutti li riconoscerete». Essi non so
no di Cristo perché portano divisioni e morte nelle
comunità anziché concordia e vita.
Oggi più che mai è necessario un criterio
di discernimento che ci permetta di di-
stinguere ciò che è bene da ciò che è ma-
le, senza lasciarci abbagliare dalle sedu-
zioni di vario genere a cui la società ci
sottopone con metodica sistematicità. Ge-
sù ci dice che il bene o, viceversa, il male
si può riconoscere dai frutti, cioè da ciò
che provoca attorno a sé. Anche se ci
sembra che certi messaggi o certe perso-
ne possano essere degni di essere ascol-
tati, impariamo sempre prima a valutare i
frutti che essi portano. A volte ci accor-
geremo con sorpresa che certi discorsi
apparentemente pieni di buone intenzioni
o di parole piene di sentimenti perbene,
in realtà non hanno nulla a che vedere
con il Vangelo, ma servono ad addormen-
tare la nostra coscienza.
Parole di vita
Dio libera Pagina curata da don Luciano V.M.
“Il Signore disse: ... sono sceso per liberarlo ..." (Esodo 3:8)
L'uomo, chiunque egli sia, si trova spesso
nella trappola di errori commessi, torti subi-
ti, difficoltà improvvise, malattie gravi e tut-
to questo finisce con l'imprigionare la sua
vita in situazioni particolarmente difficili,
intricate e dolorose. Ci sono poi paure, pen-
sieri e ansie che possono diventare un laccio
per la mente e un legame per il cuore. La
vera libertà è operata da Dio che scende fi-
no alla Sua creatura che si trova in una con-
dizione di prigionia per liberare l'uomo da
qualsiasi legame. Se ci troviamo legati da
qualcosa e nel nostro cuore c'è paura e sco-
raggiamento, invochiamo il Signore con tut-
to il cuore affinché Egli ci aiuti e ci liberi
spezzando ogni catena. Dio non ci deluderà,
non ci abbandonerà, ma si avvicinerà a noi
per confortarci e per sciogliere ogni legame.
Anche oggi avremo il privilegio di avere il
Signore al nostro fianco e sperimentare la
Sua opera potente di liberazione per essere
liberi di onorare e servire Dio.
Preghiera
Signore Gesù, sì, lo riconosciamo, spesso noi
abbiamo paura che la nostra vita non lasci
traccia alcuna e che le nostre sofferenze e le
nostre fatiche non producano nulla che sia
visibile, che sia possibile ostentare. Riconduci
la nostra attenzione al lavoro segreto del cuo
re, là dove siamo chiamati a nutrire l'albero
della nostra piccola storia con fiducia e con
abbandono: tu sicuramente ci vedi e sei per
noi il futuro.
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 11
Giovedì 29
Giugno
Lodi Proprie
XII Tempo Ordinario
Il dolore può durare una notte,
ma, se resisti, al mattino verrà la gioia.
Il Santo del giorno:
Santi Pietro e Paolo Apostoli
Due apostoli e due personaggi diversi, ma entrambi fonda-mentali per la storia della Chiesa del pri-mo secolo così co-me nella costruzione di quelle radici dalle quali si alimenta continuamente la fede cristiana. Pie-
tro, nato a Betsaida in Galilea, era un pescatore a Cafar-nao. Fratello di An-drea, divenne apo-stolo di Gesù dopo che questi lo chiamò presso il lago di Ga-lilea e dopo aver assistito alla pesca miracolosa. Morì tra il 64 e il 67 durante la persecuzione an-ticristiana di Nero-
ne. San Paolo, inve-ce, era originario di Tarso: prima perse-cutore dei cristiani, incontrò il Risorto sulla via tra Gerusa-lemme e Damasco. Baluardo dell'evan-gelizzazione dei po-poli pagani nel Me-diterraneo morì anch'egli a Roma tra il 64 e il 67.
Brano Evangelico: Mt 16,13-19
Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chie-se ai suoi discepoli: «La gente chi dice che sia il Figlio dell'uo-mo?». Risposero: «Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti». Disse loro: «Voi chi dite che io sia?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». E Gesù: «Beato te, Simone figlio di Giona, per-ché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra e-dificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scio-glierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».
Contemplo:
Ti darò le chiavi del regno
San Paolo ci ha insegnato che la
Chiesa è un Corpo vivo perché ha
Cristo per Capo e non perché pos-
siede uomini intelligenti o poten-
ti. La Chiesa non è di Pietro, ma
di Cristo Gesù, di Dio; però Pietro
ha le chiavi della «porta» e senza
il suo aiuto, come «presidente
della carità», non si può arrivare a
Cristo. La Chiesa è una istituzione
di Gesù, e Lui ha affidato a Pietro
e agli Apostoli la sua eredità.
Agisci Gesù con la sua paro-
la , ci indica la via
della vita. Oggi, Egli
ci ricorda quel gran-
de dono di cui ha col-
mato la sua Chiesa: la
comunione dei santi.
Forse siamo giunti alla
fede grazie alla pre-
ghiera della nostra
mamma, della nostra
nonna, o di qualcun
altro. Ringrazieremo
il Signore con la pre-
ghiera del Magnificat.
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 12
Meditiamo la Parola
Voi chi dite che io sia? A cura di don Carlo Moro Parroco di Gargnano
Il Vangelo ci riporta sulle sponde del lago di Gali
lea, dove Pietro e gli altri pescatori sono stati
chiamati per seguire Gesù. E un momento di crisi:
dopo i primi entusiasmi, molti discepoli hanno ab
bandonato il Maestro. Ai Dodici che ancora sono
con lui, Gesù fa una domanda cruciale: «Voi, chi
dite che io sia?». Pietro, a nome di tutti, riconosce
che Gesù è il Messia promesso da Dio. Per tutta
risposta si vede affidata la responsabilità di guida
re la Chiesa. Il brano tratto dalla seconda lettera
di san Paolo a Timoteo, è quasi il suo testamento
spirituale. Prossimo al martirio, l'Apostolo affida
tutto ciò che ha fatto, e se stesso, al Signore, giu
sto giudice.
In realtà Pietro non ha ancora capito be-
ne cosa significhi riconoscere in Gesù il
Figlio del Dio vivente, il Cristo.
Però, Gesù riconosce in Pietro l'intervento
dello Spirito Santo, perché nessuno a-
vrebbe potuto suggerirgli quella verità.
Leggendo questo brano, possiamo quasi
respirare la solennità con cui Gesù profe-
tizza il futuro ruolo di primaria importan-
za di Pietro per tutta la Chiesa. Inoltre,
Gesù dà a Pietro e a tutti i suoi succes-
sori il potere spirituale di continuare la
sua opera nel mondo per mezzo del per-
dono dei peccati e della confermazione di
ogni credente sulle vie del Vangelo. Que-
sto compito di Pietro non è mai finito, ma
continua ancora oggi: Pietro ha la respon-
sabilità anche su di noi e sulla nostra
salvezza eterna.
Parole di vita
Dio eleva Pagina curata da don Luciano V.M.
"Il Signore disse: ... per farlo risali-re ..." (Esodo 3:8)
Sulle spalle dell'uomo si possono poggiare
pesi insopportabili che finiscono per schiac-
ciarlo. Per quanto possiamo essere appesan-
titi, se ci rivolgiamo al Signore e invochiamo
il Suo aiuto, non ci sarà peso che possa farci
sprofondare nel baratro della disperazione.
Non esiste fardello che il Signore non possa
rimuovere dalla nostra vita. Se in questo
momento ci troviamo in basso perché sia-
mo scivolati in quella condizione di soffe-
renza e crediamo con tutto il cuore alla Pa-
rola di Dio, per fede speriamo nell'adempi-
mento delle Sue promesse, Dio ci farà risali-
re con la Sua potenza! Anche se stiamo at-
traversando il periodo più difficile della no-
stra vita e abbiamo perso ogni speranza, ini-
ziamo questa nuova giornata arrendendoci
al Signore, riponendo la nostra fiducia nelle
Sue promesse ed Egli ci eleverà al di sopra
delle circostanze avverse e realizzeremo in
modo speciale la Sua dolce presenza e il Suo
prezioso sostegno. Da oggi il Signore potrà
segnare un nuovo inizio per la nostra vita,
elevandoci da quella situazione nella quale ci
troviamo.
Preghiera
Signore Gesù, oggi celebriamo la comune,
eppure così diversa, testimonianza degli
apostoli Pietro e Paolo. La loro vita e la
loro morte, accolte come corona della loro
sequela, siano per noi colonne che ci por
tino più in alto nel nostro desiderio di te.
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 13
Venerdì 30
Giugno Lodi
IV Settimana del Salterio
XII Tempo Ordinario
I dividendi futuri nascono nelle officine
degli investimenti odierni.
Brano Evangelico: Mt 8,1-4
Quando Gesù fu sceso dal monte, molta folla lo seguiva. Ed ec-co venire un lebbroso e prostrarsi a lui dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi sanarmi». E Gesù stese la mano e lo toccò dicen-do: «Lo voglio, sii sanato». E subito la sua lebbra scompar-ve. Poi Gesù gli disse: «Guardati dal dirlo a qualcuno, ma và a mostrarti al sacerdote e presenta l'offerta prescritta da Mosè, e ciò serva come testimonianza per loro».
Contemplo:
Beato chi teme il Signore Il salmista non proclama beato chi ha paura del Signore, ma chi lo teme secondo il senso che tale espressione ha nella Scrittura: temere il Signore si-gnifica osservare la sua parola, obbedire ai suoi comandamen-ti, amare il prossimo come se
stessi. Chi teme il Signore non ha paura, ma coraggio, forza d’animo. La sua casa, pur col-pita dalle tempeste, non cade, poiché è fondata sull’amore di Dio.
Agisci
Spesso nel proprio be-
nessere ci si dimentica
dei disagi altrui. Sulla
realtà degli immigrati
forse ci siamo lasciati
guidare dal giudizio,
dal risentimento. E se
noi fossimo al posto
loro, come ci compor-
teremmo? Oltre ad un
gesto concreto, li affi-
deremmo a san Giusep-
pe, recitando una pre-
ghiera a lui dedicata.
Il Santo del giorno: Santi Primi mar-tiri della santa Chiesa di Roma Memoria dei santi rimasti senza nome, che morirono atro-cemente torturati durante la persecu-zione scatenata dall'imperatore Ne-rone nell'anno 64 e protrattasi fino al
67. Secondo gli sto-rici dell'epoca i cri-stiani, così denomi-nati con disprezzo, vennero accusati di ogni disgrazia o ca-lamità, nonché dell'incendio che per più giorni infuriò a Roma devastandone inter i quartier i. L’efferatezza che di
conseguenza si sca-tenò fu tale da scandalizzare gli stessi Romani, ge-neralmente tolleran-ti con le altre reli-gioni. I cristiani fu-rono bruciati vivi, sbranati dalle belve o, ancora, crocifissi e decapitati.
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 14
Meditiamo la Parola
Gesù assume le nostre impurità di don Carlo Moro Parroco di Gargnano
Gesù, dopo aver proclamato sul Monte che il Re
gno di Dio è dei poveri, scendendo a valle compie
dei miracoli per mostrare che la sua parola è effi
cace come quella creatrice di Dio. Il primo a go
dere dell'opera taumaturgica del Cristo è un leb
broso, il quale si rivolge al Signore come a colui
che ha lo stesso potere sanante di Dio. Gesù pre
mia tanta fede guarendolo. E lo fa, non soltanto
con la forza della sua parola, ma anche "toc
candolo", assumendo su di sé la sua "impurità".
Gesù non ha bisogno di sottoporsi alla
legge di cui egli rappresenta il compimen-
to: eppure il Signore dice al lebbroso risa-
nato di andare dal sacerdote, al quale
spettava ratificare ufficialmente la guari-
gione e riammettere il guarito nel conses-
so umano. Ma ciò non serve per adempie-
re la legge quanto per testimoniare che
l'intervento di Dio si manista nuovamente
con potenza in mezzo al suo popolo grazie
alla presenza di Gesù il Messia. Gesù è
venuto a guarire una lebbra ben più gra-
ve, che è quella del peccato. Egli ancora
oggi cerca in tutti i modi di farci guarire
da essa. ma chi va a Lui con la stessa fe-
de del lebbroso del Vangelo di oggi?
Siamo noi che spesso preferiamo tenerci
le nostre malattie piuttosto che farci toc-
care dalla sua grazia.
Parole di vita
Dio è vicino Pagina curata da don Luciano V.M.
"Il Signore disse: ... sono sce-so..." (Esodo 3:8)
L'immagine di un Dio lontano, disinteressa-
to alla Sua creatura e pronto a punire tutti
coloro che sbagliano, non corrisponde asso-
lutamente alla verità. L'uomo si trova lonta-
no da Dio perché lui si è allontanato dal suo
Creatore. Il peccato, le cadute, le offese, le
avversità fanno scendere nel baratro della
sofferenza, della solitudine, della disperazio-
ne e allontanano da Dio. Chi si trova in una
condizione di grande dolore e sofferenza,
per quanto cerchi di risalire la china con le
proprie forze o sperando nell'aiuto degli al-
tri, si troverà sempre nella palude della diffi-
coltà. Le parole del testo della meditazione
di oggi sono una preziosa e importante ga-
ranzia che Dio stesso ci dona: "Sono sceso"!
È Dio che in Cristo è sceso fino a noi. Non
c'è baratro troppo profondo nel quale tu sia
caduto da non poter essere raggiunto dall'a-
more di Dio. Afferra per fede la mano del
Signore e Lui ti eleverà in alto e porterà la
tua vita sulla Roccia che è Cristo Gesù il Si-
gnore.
Preghiera
Signore Gesù, se tu vuoi tutto, in noi puoi ri
trovare l'antico immutato splendore della gio
vinezza dell'anima, quando la vita è piena di
speranza e non è ancora segnata dalla tenta
zione della rassegnazione e dai compromessi
che ne seguono. Aumenta in noi la fede e spe
gni dentro di noi quel sorriso amaro, che non
ha nulla di gioioso e assomiglia, piuttosto, a
un ghigno di profonda delusione che talora
cerchiamo perfino di mascherare per la fatica
di confessarla.
Non di solo pane - Numero 809 - Tempo Ordinario - pagina 15
Sabato 1
Luglio Lodi
IV Settimana del Salterio
XII Tempo Ordinario
Alcuni dei nostri rimpianti più profondi vengono dalle opportunità che perdiamo e dai rischi che preferiamo non correre.
Contemplo:
Avvenga per te come hai creduto Il centurione chiede con umil-tà la guarigione del suo servo. Gesù lo ascolta, ne ammira la fede e gli dice: «Va’, avvenga per te come hai creduto». Il
Signore Gesù ascolta la nostra preghiera, quando è fatta con fede, quando è fatta per la salvezza di quanti amiamo, quando la porgiamo con umil-tà, sapendo che ogni cosa è nelle mani di Dio.
Brano Evangelico: Mt 8,5-17 Entrato in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scon-giurava: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre ter-ribilmente». Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò». Ma il centurio-ne riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Perché anch'io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Va', ed egli va; e a un altro; Vieni, ed egli viene, e al mio servo: Fa' questo, ed egli lo fa». All'udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande. Ora vi dico che molti verranno dall'oriente e dall'occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nel-le tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti». E Gesù disse al cen-turione: «Và, e sia fatto secondo la tua fede». In quell'istante il servo guarì.
Agisci Oggi, nei momenti di
silenzio che riuscire-
mo a ricavare nel la-
voro, allungheremo
la mano del cuore
verso il Maestro e, in
silenzio adorante,
attenderemo la ri-
sposta della sua mi-
sericordia.
Medita - La fede di quest'uomo è davvero semplice e incrollabile allo
stesso tempo. Egli crede talmente tanto che Gesù è la persona giusta
che può fargli quanto lui gli chiede, che non ha bisogno di segni o di
vederlo materialmente all'opera. A lui basta la parola del Maestro e,
appena ricevuta I'attestazione dell'avvenuta guarigione, va via conten-
to di sapere che la parola uscita dalla bocca del Salvatore è potente e
risana. Se anche noi avessimo la stessa fede, ci basterebbe una parola
di tutte quelle che ascoltiamo durante la Messa o che leggiamo nel
Vangelo per guarire da tanti mali e risolvere tanti nostri problemi che
ti assillano. Non c'è bisogno di vedere segni; basta dimostrare a Gesù
di credere in maniera incondizionata alla sua parola per vedere i mira-coli più grossi e le guarigioni più belle.
Beato Antonio Rosmini
333/3390059 don Luciano
Anno XIX - n. 809
Domenica 25 giugno 2017
Chiuso il 25/3/2017
Numero copie 1350
Stampato in proprio
Coordinatrice Fiorella Elmetti
Redazione
don Luciano Vitton Mea, don Carlo Moro, don Fabio Marini,
don Diego Facchetti, Fiorella Elmetti, Tiziana Guerini e Cristina Sabatti
Grafica e stampa
don Luciano Vitton Mea
Ideato da don Luciano Vitton Mea
Sussidio di preghiera per la famiglia
Per la tua vita spirituale visita
Vi troverai:
Ogni giorno una meditazione dei più grandi maestri di spiritualità Il settimanale di preghiera Non di Solo pane (da scaricare) I Santi del Giorno Tutte le opere di San Agostino I racconti di un pellegrino russo L’Imitazione di Cristo
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