La pallina e il turbine

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La pallina e il turbine di vento Sono una pallina rugosa, perché vecchia. Questa è la mia storia. Una storia di qualcuno dovrebbe sempre cominciare nel dire chi è questo qualcuno. Dovrebbe, perché io non lo posso fare per la semplice ragione che non lo so. Evidentemente il nome pallina è solo un nomen, una mia invenzione. Avrei potuto chiamarmi quadro, o rombo o esicosaedro. Pallina mi è sembrata più semplice e amicale. Nel cercare di risolvere il problema della identità, ho trovato delle indicazioni interessanti, che però non mi hanno mai del tutto convinto. La prima indicazione interessante fu quella che io sono un atomo. Più però ci pensavo meno mi convinceva. Troppo passivo, con aggregazioni casuali, e solo queste aggregazioni sembrano essere capaci di pensiero e avere coscienza di sé. La seconda indicazione fu che potevo essere una monade. L’idea mi piaceva. Una monade ha una sua personalità, una vita interiore ricca, ma non mi piaceva e non mi piace il fatto che sia assolutamente chiusa, che non possa comunicare, che non avverta quello che io avverto: i contatti con le altre monadi. Dovrò ripensare la questione. Dovrete fare a meno di conoscere chi veramente sono e ascoltare lo stesso la mia 1

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Che cosa fa una pallina dentro un turbine? Un racconto di memorie.

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La pallina e il turbine di ventoSono una pallina rugosa, perché vecchia.Questa è la mia storia.Una storia di qualcuno dovrebbe sempre cominciare nel dire chi è questo qualcuno.Dovrebbe, perché io non lo posso fare per la semplice ragione che non lo so.Evidentemente il nome pallina è solo un nomen, una mia invenzione. Avrei potuto chiamarmi quadro, o rombo o esicosaedro. Pallina mi è sembrata più semplice e amicale.Nel cercare di risolvere il problema della identità, ho trovato delle indicazioni interessanti, che però non mi hanno mai del tutto convinto.La prima indicazione interessante fu quella che io sono un atomo. Più però ci pensavo meno mi convinceva. Troppo passivo, con aggregazioni casuali, e solo queste aggregazioni sembrano essere capaci di pensiero e avere coscienza di sé.La seconda indicazione fu che potevo essere una monade. L’idea mi piaceva. Una monade ha una sua personalità, una vita interiore ricca, ma non mi piaceva e non mi piace il fatto che sia assolutamente chiusa, che non possa comunicare, che non avverta quello che io avverto: i contatti con le altre monadi. Dovrò ripensare la questione.Dovrete fare a meno di conoscere chi veramente sono e ascoltare lo stesso la mia storia. Può darsi che voi ne capirete di più.

La mia storia si svolge dentro un turbine. Anche questo non so come definirlo. Io lo penso come un turbine di vento perché è una cosa in cui sono immerso e che mi trascina. Una specie di atmosfera in movimento. Questo non significa che sia fatta di aria.Non mi è concesso sapere la direzione di questo turbine. Per saperlo dovrei conoscere almeno un

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punto esterno al turbine. Allora potrei dire se va a destra, a sinistra, se torna indietro. Naturalmente rispetto a quel punto.Può sembrare strano ma il possedere questa conoscenza non riveste significato o valore per me. L’unica cosa che ha importanza è che io sono certamente dentro questo turbine. Per quello che intuisco, mi sembra giri su se stesso.Una specie di eterno ritorno.Poi qualcuno mi ha detto che è vero che gira su se stesso, ma, girando, procede davanti a sé.Giri o non giri su se stesso, vada vanti girando e non ci vada, per la mia storia non cambia nulla.Può essere però che a me piaccia pensarlo che giri su se stesso.Finendo, l’unica cosa che posso affermare è che la mia storia si svolge dentro un turbine di vento.Questo lo so di sicuro, perché è l’unica spiegazione possibile al fatto che sono spinta da una parte all’altra. Cozzo, tocco, sfrego contro altre palline, probabilmente simili a me. In realtà mi sono accorto che cozzo, tocco, sfrego contro palline che sono molto spesso dissimili da me.Avverto tutto questo.Fin dove mi spingono i miei ricordi, è sempre stato così.Il turbine mi ha spinto contro palline che sono come me o dissimili.Mi domando se non avvenissero questi scontri (le palline buone possono pensarli anche come incontri, se vogliono), come potrei sapere che sono sballottato qua e là dal turbine di vento?Io non avverto nessun fruscio, ma solo gli scontri.Sto rendendomi conto che la mia storia è piena zeppa di non so, tanto che anche questi “non so” debbono per forza fare parte della storia.Alcuni di questi scontri/incontri (è la sintesi tra palline benpensanti e pessimiste) sono piacevoli. Lo sono stati e lo sono.

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Altre sono spiacevoli.Lo sono stati e lo sono.In che proporzione?Altra domanda senza precisa risposta. Per rispondere dovrei avere una situazione con cui paragonarmi. Alcune situazioni mi sono presenti, ma è una campionatura troppo limitata.Si pongono altre domande del tipo: alcuni scontri/incontri piacevoli per me, possono essere spiacevoli per altre palline, ivi comprese quelle con cui mi sono scontrato/incontrato.Oppure: è possibile che tutti gli scontri /incontri che avvengono dentro il turbine e coinvolgono tutte le palline che vi sono, simili o dissimili, siano ripartiti esattamente a metà: tanti piacevoli, tanti non piacevoli.Ma allora sorge un’altra domanda perché a me sono toccati più scontri/incontri piacevoli e un’altra pallina è toccata una sorte esattamente rovescia?La cosa davvero singolare consiste nel fatto che avere risposte a queste domande, è ininfluente nei confronti della mia storia. Essa continua come continua il turbine di vento in cui sono immersa.Vi sono oltre che scontri/incontri piacevoli e non piacevoli, quelli insignificanti. Probabilmente sono quelli più numerosi.Accadono, ma non lasciano traccia, non si tramutano in ricordi, se non lievi e tenui e tendono a divenire sempre più impalpabili e confusi.Ho fatto una constatazione. Più rimanevo all’interno di scontri/incontri piacevoli, più questa situazione mi proteggeva da quelli spiacevoli.Non sempre era possibile, poiché qualche situazione negativa prima o poi si insinuava sempre e valicava la protezione degli scontri/ incontri piacevoli. Anzi, più passava il tempo, più i contatti negativi si insinuavano e tendevano a divenire più cattivi e dolorosi: facevano più male.Poi nella mia vita capitarono le incombenze. Parola di cui non ho ancora afferrato del tutto il significato.

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Man mano che passa il tempo lo capisco sempre di più.Quello che fu chiaro fin dall’inizio che queste incombenze mi portavano fuori dal mio mondo di scontri/incontri piacevoli e mi trascinavano in luoghi dove quelli spiacevoli erano in agguato.Anche se capitava di incontrare palline molto più piacevoli che quelle cui ero abituata.Finì per piacermi essere afferrata dalle incombenze, sbattuta un po’ qua un po’ là.Era la mia avventura.Quando ero giovane, il turbine di vento mi aveva depositato in un’ansa riparata, dove il vento era quieto e non disturbava. Vi erano solo tocchi leggeri, degli strusci molto piacevoli.Poi, passato il tempo, dovetti uscire per le incombenze. Ero divenuta grande. Confesso che ebbi paura, o meglio, più che paura mi sentii fuori ambiente, imbarazzata e piena di ansie e sospetti.Era un cozzare, toccare, strusciare; erano scontri/incontri con palline che non conoscevo e che si comportavano in maniera diversa, inusuale, che spesso non riuscivo a capirne la ragione.

Poi, in ogni storia che si rispetti c’è un poi, cominciai ad apprezzare le zone, dove il turbine di vento si faceva più sentire ed erano interessanti per gli scontri/incontri che si facevano. Lasciarsi trascinare dal turbine non era poi così spiacevole.Lasciarsi trasportare?Per un lungo lasso di tempo, ritenni di essere io che decidevo dove andare e di avere la possibilità, se proprio volevo, di andarci.Poi mi accorsi che le cose succedevano, il turbine di vento mi portava addosso ad altre palline o mi allontanava (o si allontanavano loro per loro volontà?).Alcune, le più piacevoli, mi sembrò di essere capace di trattenerle, le più piene di…difficile dire di cosa…ecco…di affetto e di stima. Forse…

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Ebbi responsabilità di altre incombenze, ma soprattutto di altre palline. Dovevo proteggerle da scontri/incontri negativi, come era stato per me. Responsabilità: ecco l’altra parte importante della mia storia, quella che fece terminare il gusto di essere preso dal turbine e sbattuto da una parte all’altra. La responsabilità mi ha fatto cercare un’ansa tranquilla, dove il turbine era un po’ prevedibile. Mi accorsi che questo tipo di ansa, non esisteva più così come la ricordavo. Dovetti accontentarmi.Anche accontentarsi, fa parte della mia storia e ne è una parte importante, così come la responsabilità e le incombenze.Poi il turbine di vento, improvvisamente, accelerò, penetrò nella mia ansa e mi sembrò che tutto travolgesse e fosse sbattuto fortemente, duramente verso qualche cosa di ignoto per un verso, per un altro conosciuto.Era sempre stata lontana. Improvvisamente fu davanti a me…addosso a me.La morte.Ghermì e porto con sé il cuore dell’ansa, dove ero cresciuta e dove si trovavano le palline con cui ho avuto gli scontri/incontri più piacevoli e confortevoli. Venne con aria gelida, sentii il suo soffio passarmi vicino. Almeno così mi sembrò e quell’ansa fu in poco tempo spoglia per me.La prima cosa di cui mi resi conto fu l’inutilità di ribellarmi. Al turbine di vento non si può resistere. Mi ero illusa che almeno qualche folata si potesse scansare.Mi ero illusa, poiché poi ti ghermiva poi in modo ancora più violento, crudele e non evitabile.Vi era sempre una folata in attesa di ghermirti condurti dove non saresti voluto andare.Mi resi conto che la mia vita non era stata altro che essere in balia di folate, se non era una era la

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seguente. Che mi accorgessi o no, non aveva alcuna importanza o rilevanza. Era il turbine che menava la danza della mia vita.Una storia dovrebbe contenere anche il racconto degli scontri/incontri e dei cozzi, degli urti, degli sfregamenti, del loro esito, come li avevo vissuti.Dovrebbe.Non gli ho scritti perché sono stati quelli, ma potevano essere altri, molti altri. Non c’è niente di più aleatorio e privo di giustificazione di quello che ti capita e potrebbe esserti non capitato.Ognuno può inventarsi una storia, va sempre bene. Una vale l’altra.Guardai davanti a me e seppi che così sarebbe continuato a succedere, finché una raffica gelida mi avrebbe ghermito.

In attesa della folata gelida, cominciai a scrivere in foglietti alcune idee. Poi lasciavo che il turbine di vento li portasse via. Forse qualche pallina vi avrebbe cozzato contro, l’avrebbe afferrato e forse letto.Ora passo il tempo scrivendo questi foglietti. Non so se per me sia più gratificante scriverli o lasciare che il turbine li portasse con sé.Mi ricordo che cosa avevo scritto nel primo foglietto.Che cosa è il turbine di vento?Inaspettatamente incocciai in una risposta, che poi erano tre:1-il turbine di vento è la vita.2-il turbine di vento è il destino.3-il turbine di vento è la provvidenza.Sul retro, scritto da un’altra mano:Sei sicuro che il turbine di venti esista? E se fosse solo una illusione generata dal fatto che cozziamo l’una con l’altra?Contenuti di altri bigliettini.

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È possibile migliorare le storie è fare in modo che i turbini di vento generino scontri/incontri positivi per tutte le palline. O almeno meno negativi?Risposta ricevuta.Hanno provato in tanti e ci stanno provando ancora. Hanno provato con la religione, la politica, la filosofia, l’arte. I risultati finora sono modesti e per pochi.Per migliorare il mondo bisogna accettare il rischio di essere sconfitti; essere sconfitti significa porre come posta sul tavolo di gioco della vita i propri sogni e perdere.Le vittorie parziali e provvisorie sono terribili. Danno l’illusione che i sogni si possano realizzare.Le sconfitte troppo precoci privano della speranza.La vecchiaia è il tempo in cui si possono contemplare i propri sogni sconfitti.

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