La Nuova Armonia

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03La Nuova Armonia

Care Lettrici e Cari Lettori,è con piacere che vi presento il nuovo numero della nostrarivista “La Nuova Armonia”, una rivista che ogni anno portanelle vostre case la testimonianza di quanto la nostraAssociazione sia una costante ed assidua presenza al fian-co delle donne piacentine. Ogni volta che termina l’annosociale mi trovo a compiere un bilancio su cosa è stato fattonell’anno trascorso e su cosa si dovrà fare nell’anno nuovoper rendere Armonia sempre più viva e operativa sul terri-torio. Ebbene, la prima considerazione che devo realizzareè che la diminuzione dell’età anagrafica delle donne colpi-te da tumore al seno comporta la necessità di un sempremaggiore coinvolgimento delle donne giovani all’internodella vita associativa e degli obiettivi che Armonia perse-gue. Per tale motivo, l’anno 2013 è stato caratterizzato danumerose iniziative, alcune delle quali rivolte prevalente-mente alle donne giovani. È stato avviato un corso di dife-sa personale(gratuito per le donne operate) per consentirealle donne di avere più sicurezza in se stesse e di avere lenozioni basilari delle tecniche di auto-difesa; sono statiimplementati i corsi di Movimento Armonico e diAllenamento della Memoria (anche questi completamentegratuiti per le donne operate); sono stati celebrati diversiconvegni serali presso i comuni della provincia dove si èparlato ai giovani di prevenzione; in occasione del Bra-dayè stata realizzata una sfilata di moda che ha coinvolto più ditrenta modelle “speciali”, operate di tumore al seno; è statocreato il calendario delle donne mastectomizzate e rico-struite… Dall’altro lato, Armonia ha avuto momenti convi-viali e particolarmente coinvolgenti, come ad esempio ledue cene sociali (una a maggio e una a dicembre) alle qualihanno partecipato oltre ottanta donne per volta; è stata poiorganizzata la commedia dialettale, presentata dallaFilodrammatica Piacentina “Al mal gentil”; infine, in siner-gia con il Comune di Calendasco, è stata creata “La cena inrosa” che ha stupito tutti per il volo notturno di più di qua-ranta lanterne cinesi… Questi sono solo alcuni degli even-ti dove le donne operate si sono poste in prima linea persostenere l’importanza della prevenzione e testimoniareche il tumore al seno è un’esperienza che si può e si devesuperare con forza, tenacia e coraggio. Armonia è presenteanche a livello istituzionale. Continua, infatti, il sodaliziotra Armonia ed Europa Donna, l’associazione che si muove

a livello nazionale ed europeo per garantire a tutte le donnetrattamenti uguali in tema di tumore al seno. Proprio inquesti giorni si è tenuto a Firenze il Congresso Nazionale diEuropa Donna Italia per la stesura dell’ultimo testo deldisegno di legge relativo alla creazione delle Breast Unit(Centri di Senologia certificati, realizzati proprio per garan-tire pari trattamento a tutte le pazienti). Infine, Armonia èanche parte del primo gruppo di ricerca nazionale che sioccupa di studiare le donne affette da mutazione genetica(argomento molto complesso sul quale i mass mediahanno detto tanto e conclusopoco –se non mero terrorismopsicologico- e sul quale avremooccasione di scrivere nel prossi-mo numero della rivista). In con-clusione, tanta strada è stata per-corsa, ma altrettanta ne rimaneda percorrere. Tutto quello che èstato realizzato sino ad ora sarà ilpunto di partenza per lavorare ecostruire l’anno 2014 con ancorapiù determinazione e voglia difare. Desidero chiudere questobreve intervento, ringraziandotutte le persone che ci sostengo-no con il loro aiuto economico emorale. Le elencherei tutte, maormai (e grazie al cielo…) sono diventate davvero tante: c’èchi offre un po’ del suo tempo per realizzare dei piccoli egraziosi gadget da regalare alle varie iniziative, c’è chi sioccupa di tenere aggiornato il sito internet, c’è chi ci aiutaa confezionare i regali di Natale per raccogliere fondi, c’èchi scrive un libro i cui proventi vengono offerti adArmonia, c’è chi vende prodotti e riserva ad Armonia partedel ricavato e, infine, c’è un organico che compone ilConsiglio Direttivo dell’Associazione che lavora indefessa-mente affinchè ogni iniziativa possa essere indimenticabi-le… ecco, a tutte queste persone voglio dire grazie. Nondimentichiamo che Armonia è un’Associazione di volonta-riato, perciò la sua vitalità e la sua capacità di sostegno pos-sono contare solo sulla solidarietà e sulla sensibilità di tutti.Quindi grazie, perché senza di Voi Armonia non sarebbequello che è. Romina Cattivelli

RominaCattivelliPresidenteArmonia

Editoriale

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Una seratain “Armonia” a Pontenure,tra poesia e buona cucina

Poesia e buona cucina sono gli elementi che hannocaratterizzato la serata di giovedì al Piccolo Forno

Moriseni di Pontenure. Una serata squisitamente inrosa il cui ricavato è stato completamente devolutoall’associazione piacentina Armonia. La serata ha pre-visto degustazioni di prodotti del forno pontenurese,del prosciutto Galloni e dei vini della cantina Luretta.Presente il direttore dell’Unità operativa di ChirurgiaSenologia dott. Giorgio Macellari e la presidentessa diArmonia Romina Cattivelli. "Questa è una serata sim-patica e divertente - ha detto quest’ultima - dove,attraverso la sponsorizzazione di alcune aziende pia-centine che ci hanno offerto una serie di prodotti, siparlerà di prevenzione e si raccoglieranno fondi per laricerca". Ai fondi raccolti si uniranno quelli dei prossi-

mi eventi firmatiArmonia sino a rag-giungere la cifra di5mila euro che servirà asostenere un progettoinnovativo dell’Unitàoperativa di ChirurgiaSenologia: "In passatoabbiamo sponsorizzatouna borsa di studio - ha sottolineato la presidentessa -per una giovane chirurga. Nel prossimo futuro vor-remmo supportare una ricerca a lungo termine sullapossibilità di recidiva della malattia". A rendere anco-ra più preziosa la serata è stata la poetessa RobertaPreti che ha recitato alcune sue intense composizionisul tema dell’universo femminile.

Ha la forma di unaclessidra l'abito

Sablier. Un abito spe-ciale prodotto in edi-zione limitata, 30pezzi. E’ stato ven-duto nel corso del-

l'evento nell’atelier POE-SIE SPOSA di Piacenza e parte del ricavato èstato devoluto all'Associazione Armonia,per sostenere la ricerca contro i tumori alseno e una serie di iniziative che accompa-gnano nel difficile percorso di recuperodonne operate o comunque colpite dallamalattia. L'abito é in neoprene e senzatempo. Adatto per l'estate e l'inverno, per lasera o il giorno, duttile nella vestibilità edunque facile da girare in situazioni e con

accessori diversi. L'aspetto che lo caratterizza é il taglio.Creato per valorizzare le forme, sottolinea il punto vitae il seno, simbolo della femminilità e della maternitànel pieno della vita ma anche della forza in caso dimalattia. Evento dedicato a tutte le donne. Un piccologrande gesto per sfrondare il mondo della moda da unapatina frivola e inconsistente, per ricordare che oltrepizzi e merletti spesso ci sono lavoro, serietà, professio-

nalità e sensibilità verso temi più pro-fondi. Un abito può regalare un attimodi felicità e in questo caso anche unsostegno concreto al mondo dellamalattia. Con la consapevolezza ditutto il dolore che ci sta dietro, maanche con un sorriso, una speranza,un filo che unisca le donne in unabattaglia che ha già portato a risultaticoncreti. Elisa e Isabella

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Poesie Sposa + Armoniaun abito esclusivo per donne che amano la vita

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Un ringraziamento...

Grazie a tutti gli amici che ci hanno aiutato per

la realizzazione delle iniziative finalizzate alla raccolta fondi!

…la Vs collaborazione ci ha dato tanto…

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Le prossime iniziative sono:

Podenzano 6 aprile 2014

Armonia si è classificata al 2° posto tra i gruppi piùnumerosi in occasione della Maratona di Podenzano;

Grazie a chi si è iscritto nel nostro gruppo!

Dal quotidianoLa Libertà - 08 aprile 2013

...i Bipedi di Vigolzone con i loro 128 iscritti, hanno “superato”le 100 simpatizzanti dell’associazione Armonia,che portano in alto la bandiera “rosa” della prevenzione contro il tumore al seno.

Sariano di GropparelloCamminata in Rosa - 14 Giugno 2014

Grande partecipazione per la 3a edizione di “CAM-MINA IN ROSA”, memorial Ilaria, a Sariano di

Gropparello. Anche quest’anno Mila, Loredana,Silvana e Fiona, soce di Armonia, hanno organizzatola marcia tra le verdi colline della Val Vezzeno, che, congrande soddisfazione, riscontra sempre più interesseverso i temi che Armonia promuove nei confrontidella popolazione femminile. “Cammina in rosa” ècresciuta e lo prova non solo la grande partecipazionedi “marciatori” ma anche il coinvolgimento di tantepersone, uomini e donne, che hanno voluto esserepresenti a questo appuntamento per condividereriflessioni, pensieri e voglia di stare insieme perché,come spesso ripetiamo: “corriamo insieme, da solinon si va lontano”. Nel ricordo di Ilaria, la giornata difesta è ottimamente riuscita grazie agli innumerevoliaiuti di coloro che credono nell’importanza di questainiziativa, primi fra tutti i componenti dell’Associazione

del Borgo di Sariano sempre attenti e disponibili perogni necessità. Alla partenza il Professor Macellari hasottolineato il valore della manifestazione e ha fatto ilpunto sulle cure per le malattie femminili. Subitodopo il flusso dei maricatori si è distribuito sui trenuovi percorsi, apprezzati per la loro bellezza paesag-gistica. La marcia si è conclusa con un ricco buffet alchiosco del Borgo Sariano, per l’occasione addobbatoa festa con palloncini e fiori rosa. Il comitato organiz-zatore, sta già lavorando per la 4a edizione che sisvolgerà il 14 giugno sempre a Sariano diGropparello. In occasione della marcia è stato ancheanticipato l’incontro sul tema della prevenzione edella cura del tumore al seno, tenutosi poi l’11 ottobrepresso la Sala Consigliare di Gropparello, in cui il pro-fessor Macellari, davanti ad un folto pubblico, haampiamente illustrato i progressi raggiunti dallamedicina in questo ambito.

Placentia Marathon4 Maggio 2014

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Se vuoi essere una di noi

Come fare...Puoi diventare:

- ssoosstteenniittoorree attraverso un versamento di 10 euro a mezzo bollettino postaleallegato, sul c/c n. 11746294 intestato aArmonia - Associazione lotta contro i tumori al seno, Galleria San Donnino, 429121 Piacenza (quota annuale minima)

- ssoocciioo oorrddiinnaarriioo attraversoun versamento di 20 euro a mezzo bollettino postale allegato, sul c/c n. 11746294 intestato a Armonia - Associazione lotta controi tumori al seno - Galleria San Donnino, 429121 Piacenza (quota annuale minima)

Se vuoi sostenerci...- puoi fare una donazione

fiscalmente deducibile (a tal fine il versamento deve esserefatto a mezzo bollettino postale,assegno bancario, bonifico bancario,vaglia postale)

SULLA CAUSALE DEL VERSAMENTO

E' IMPORTANTE INDICARE

LA PAROLA DONAZIONE, OFFERTA

O EROGAZIONE LIBERALE.

- puoi devolvere ad Armonia il 5 per mille nella tua dichiarazione dei redditisegnalando il nostrocodice fiscale 91031060337

Per usufruire di queste agevolazioni fiscali è sufficiente conservare la ricevuta del versamento effettuato,la quale non dovrà essere allegata alla dichiarazione dei redditi, ma conservata a parte per poterla esibire incaso di successivo controllo. Per "ricevuta del versamento" si intende, ad esempio, la ricevuta del c/c postale rilasciata dalle Poste,l'estratto conto bancario, da cui risulta l'addebito per il contributo inviato tramite assegno o carta dicredito, la ricevuta rilasciata dalla banca per un bonifico o per l'emissione di un assegno circolare.

Conto Banco Postac.c.n.11746294

(iban IT80 Y076 0112 6000 0001 1746 294)

Banca di PiacenzaSede Centrale Via Mazzini

c.c.n. 0022356(iban IT72 A051 5612 6000 000C C022 356)

I nostri riferimenti… I versamenti devono essere effettuati sul

• La nostra sede è a Piacenza in Galleria S.Donnino, 4

• Il nostro indirizzo e-mail è [email protected]

• Il nostro indirizzo web è wwwwww..aarrmmoonniiaappiiaacceennzzaa..iitt• Il nostro numero di telefono e fax è 0523 385866

(con segreteria telefonica)

VViissttoo cchhee ssiiaammoo ttuuttttee vvoolloonnttaarriiee,, nnoonn ccii ssoonnoo ggiioorrnnii ffiissssiiiinn ccuuii ppuuooii ttrroovvaarrccii,, qquuiinnddii aapppprrooffiittttaa ddeellllaa sseeggrreetteerriiaa tteelleeffoonniiccaa oo mmaannddaaccii uunnaa mmaaiill...... ttii ccoonnttaatttteerreemmoo aall ppiiùù pprreessttoo..

07La Nuova Armonia

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Sommario

Anno 4 - Marzo 2014

DDiirreettttoorree RReessppoonnssaabbiillee:: Romina Cattivelli

EEddiizziioonnee aa ccuurraa ddii:: TWM srlVia Beati, 51 - Piacenza - Tel. 0523 610 912

PPrrooggeettttoo eeddiittoorriiaallee::TWM srl

PPrrooggeettttoo ggrraaffiiccoo ee iimmppaaggiinnaazziioonnee::TWM srl - CCaaffffii MMaatttteeoo

PPeerr llaa ppuubbbblliicciittàà:: TWM srl

SSttaammppaa:: Grafiche Lama srlStrada ai Dossi di Le Mose, 5/7 - Piacenza

Tel. 0523 592859

La Nuova ArmoniaSpedita gratuitamente a circa 1000 donne

di Piacenza e provincia

Distribuita nei più importanti centridi aggregazione femminile

Disponibile presso la sede dell'Associazione

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03 Editoriale di Romina Cattivelli

04 Ringraziamenti

06 Iniziative di Armonia

07 Se vuoi essere una di noi

09 Ancora oggi - di Bianca Pauluzzi

12 La Scienza, la Medicina, il Metodo di Giorgio Macellari

14 “Modelle” per un giorno di Concetta Ciliendo

16 Antiche virtù domestichedi Paola Notari Pontiggia

18 Il Calendario di Armonia di Antonella Lenti

20 Questa è la LUCE della VITA di Roberta Giobellini

21 Sarà stato un brutto sogno? di Romano Pedegani

23 Ipo Cucino con Paola di Paola Mazzocchi

24 L’amore è una meteora di Giorgio Macellari - Recensione Libro

25 Poesie di Maddalena Freschi e Sig.ra Franca

26 Se cerco... trovo !!! - di Gabriella BertinottiINTRODUZIONE ARGOMENTO

26 Benessere AMOP - di Livia Bidin

28 Corsi di Allenamento della Momoriadi Giuseppe Rocca e Laura Ballocchi

30 Corso di movimento armonicodi Franca Dioli

31 Difesa Personale - di Angelo Minniti

Corsi in Armonia - di Beatrice Strinati

32 Intimità dopo il carcinoma alla mammella di Maria Diletta Daccò, Antonietta Provinzano, Francesco Montagni

35 Il Counseling - di Patrizia De Micheli

36 Sana alimentazione e regolare attività fisica per prevenire il rischio di recidive- di Mara Negrati

37 Il Linfedema - di Giorgia Piva

39 3 giorni di salute, sport, benessereSusan G. Komen

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Ancora oggi, a distanza di sei mesi dalla suamorte, mi è difficile raccontare gli ultimi gior-ni di Margherita. Ancora oggi mi dico che

prima o poi sentirò la sua voce dall’altra parte delfilo, quel suo parlare lento, spesso interrotto da un

colpo di sonno che mi spingevadi corsa da lei. La trovavo a letto,stanchissima e molto affannata.Nonostante la fatica, ci sentiva-mo due volte al giorno , una pia-cevole abitudine consolidata dauna lunga amicizia.Prima dell’ultimo ricoveroall’ospedale, stava cercando diconcludere in fretta un libro,l’ultimo, preoccupata di non riu-scirci, forse consapevole delpoco tempo che le restava. “Io e

Aldo siamo da rottamare” mi ripeteva quando, giàesausta, continuava a lavorare in compagnia diqualche gatto e del cane Zacchi, pure lui con ilcuore frastornato e stanco, quasi a voler imitarequello di lei.Negli ultimi mesi si capiva che la poca salute lastava abbandonando. Fu in quel periodo che miconfidò di aver proposto al marito, un viaggio inSvizzera per trovare una buona morte. Ma Aldo,nonostante le precarie condizioni di salute, nonaveva la benché minima intenzione di seguirla:temeva la morte come il peggiore dei mali.Nei momenti buoni, Margherita si dedicava conentusiasmo al lavoro. Le brevi uscite prima a Triestepoi in altre città vicine per presentare i suoi libri otenere conferenze, erano per lei momenti di ritro-vata vitalità. Un anno fa era stata invitata a Fiume,nella vicina Croazia, per tenere una conferenzaall’Università, “una chiacchierata”, diceva, sull’uni-verso, sulla nostra galassia e sull’energia e la mate-ria oscura. Era molto affaticata e comminava malis-simo. Ricordo quel giorno di sole e una fresca brez-za marina. L’aula magna, gremita di studenti e

docenti come accadeva sempre quanto c’era lei checatturava il pubblico in un baleno mentre in salacalava un silenzio denso di aspettative. Margherita era molto amata. Ricordo bene di quelgiorno, il dibattito, per l’intervento di un docente, ilquale sosteneva di aver trovato nella relazione che

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BiancaPauluzzi

Ancora oggi

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Margherita aveva appena terminato, ragioni suffi-cienti per credere in Dio, molto più efficaci delleteorie che aveva avuto occasione di leggere innumerosi trattati di teologia. Marga – così la chiamavamo – amava molto i treni eil cioccolato che portava sempre con sé nei viaggi. Edi viaggi ne abbiamo fatti tanti, Aldo, Margherita edio, su e giù per l’Italia, da Milano a Palermo conqualche volata anche all’estero. Dei treni conosce-va a memoria orari, cambi e stazioni. Spesso la can-zonavo e lei rideva quando le proponevo di cambia-re mestiere e partecipare ai concorsi per ottenereun posto di capostazione.Alcuni mesi prima di lasciarci, la difficoltà a regger-si e a camminare, l’aveva costretta all’uso dellestampelle. Si incominciò allora a viaggiare in mac-china rinunciando a malincuore ai treni per la granfatica e l’affanno che le impedivano di raggiungerele carrozze nelle varie stazioni. Le precarie condi-zioni di salute non impedivano però a Margherita disorridere sempre comunque. Mai un lamento, solodi tanto in tanto quel “oi, oi” alla toscana rivolto inrealtà più alla salute del marito verso il quale nutri-va una profonda tenerezza, o agli amici ai quali sialei che Aldo, erano molto affezionati. Qualche annoprima, entrambe eravamo state operate di tumoreal seno e anche in quell’occasione, il suo incredibi-le ottimismo mi era stato di grande conforto. A 85anni aveva superato con coraggio un importanteintervento alle coronarie, che le aveva allungato lavita per altri cinque anni. Non temeva la morteMargherita e che io sappia non l’ha mai temuta,forse perché aveva vissuto pienamente le propriepassioni. Spesso mi raccomandava di vegliare suglianimali, nel caso di una sua improvvisa scomparsa,ma qualche mese fa, il suo cane Zacchi ha pensatodi raggiungerla per esserle accanto nel suo ultimoviaggio come spesso accade ai cani quando nontorna il padrone e capiscono. Di lei mi aspettavoancora un sacco di risate da spendere insieme. Perridere bastava poco, una strizzata d’occhio e si par-tiva. Bastava che Aldo la chiamasse “Pippo dovesei?” e lei “Oh Palle, ma che tu vuoi?!” Sentire la suavoce lo rasserenava e questo accadeva molto spes-

so. Dopo cena, quando si parlava del tempo passa-to, Margherita ricordava qualche nome bizzarrocome quello di un collega giapponese incontrato aicongressi internazionali che si chiamava KatzoSuda. Allora c’era subito chi pescava da una barzel-letta il nome di un tale, Kagapokoki Fapokomotoche non poteva essere altri che il Ministro dellaSanità giapponese. L’allegria era sempre dietro l’an-golo. Nel corso del l’anno appena trascorso le sosteall’ospedale erano diventate sempre più frequenti ele crisi respiratorie sempre più acute. Durante l’ulti-mo ricovero avevo notato in lei una stanchezzanuova , quasi estrema, come una precisa volontà diandarsene. Si nutriva sempre meno rifiutando per-fino il semolino e il pane raffermo che da qualchemese mangiava volentieri.La conclusione del suo ultimo libro, pareva essere lasua maggior preoccupazione. Voleva che fosseroassolutamente rispettati i tempi concordati conl’editore per la consegna del testo. Per questo, duegiorni prima di lasciarci, mi aveva chiamato, perdettarmi la conclusione. Quando giunsi all’ospeda-le, la vidi che aveva lo sguardo velato, senza quelguizzo di stupore infantile che ispirava un’imme-diata fiducia e simpatia in chi l’avvicinava. Anchequel giorno si scherzò sulla morte. “E’ come esserediversamente vivi” diceva sorridendo. “Ma cosadicono i medici, forse che torni presto a casa?” lechiesi. E lei “No, non torno a casa. Saprai della miamorte dai giornali”. Allora, nel salutarla e pensandoche scherzasse, “ciao vecchiaccia” risposi, “Ci vedia-mo domani”. Lei alzò faticosamente la testa, mifissò e poi mi salutò con un lieve sorriso. Era sedutain poltrona e quella fu l’ultima volta che la vidi.La sera del giorno dopo era già in coma e alle primeluci dell’alba del 29 giugno scorso, se ne andò. Loseppi dalla radio e per qualche giorno rimasi comestordita e incredula di aver perso all’improvviso,un’amica rara, una persona genuina e speciale.Quella mattina chissà perché ricordai una telefona-ta che Margherita mi aveva fatto appena svegliadopo l’intervento alle coronarie. Mi chiamò alleprime luci del giorno e fu solo per dirmi :“quanto èbella l’alba dalle dita di rosa”! Poi mi salutò.

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Marga custodiva nella tasca di un vecchio marsupioche portava sempre con sé, uno scritto di sua madreche diceva:“Cara Mimma, dovunque sarai io ti pro-teggerò sempre”. Mi pare di averla ancora accanto,con l’immancabile marsupio logorato dagli anni edagli artigli dei gatti e quello scritto di sua madre trale mani. “Questo mi fa comodo” diceva di quel vec-chio borsello quando arrivava a casa dai viaggi conuno nuovo e più bello, ricevuto in regalo da qualcheammiratore. Ne aveva altri di marsupi in un casset-to, nuovi di zecca e pronti per essere donati. Anchequesta era Margherita, una persona dolcissima egenerosa.Oggi che il silenzio sta avvolgendo la sua morte e ilchiasso e la competizione sono terminati anche perchi ha approfittato del momento per rubare un po’spazio in qualche vetrina o per guadagnare pochispiccioli pubblicando biografie frettolose e insensate,desidero augurare anche a nome di Margherita, atutte le amiche ed amici di “Armonia” un sereno 2014con la poesia “Miracoli” di W. Whitman che Margaamava tanto perché era così che sentiva la vita.

MiracoliMa come? Ma chi fa tanto caso d’un miracolo?In quanto a me, non conosco nient’altro che miracoli,Sia che passeggi per le vie di Manhattan,O che lanci il mio sguardo, oltre i tetti delle case, su verso il cielo,O a piedi nudi cammini lungo la spiaggia,al margine delle Onde,O stia sotto gli alberi di un bosco,O parli di giorno con quello che amo, o dorma la notte nel letto con chiunque amo,O sieda a tavolo, a pranzo,insieme con gli altri,O contempli estranei che in faccia a meviaggiano in tram,O guardi le api intorno all’alveare indaffarate un pomeriggio d’estate,O gli animali che pascolano nei campi,O gli uccelli, o la meraviglia degli insetti nell’aria,O la meraviglia del tramonto, o delle stelle che brillano, così luminose e tranquille,O la sottile curva delicata, la linea preziosadella luna novella in primavera,Queste cose, con tutte le altre, sono per me miracoli,Che si riferiscono al tutto, eppure distinte,ognuna al suo posto.Per me ogni ora di luce o di tenebra è un miracolo,Ogni pollice cubico di spazio è un miracolo,Ogni metro quadrato della superficie terrestre è pieno di miracoli,Ogni piede del sottosuolo pullula di miracoli.Per me il mare è un perenne miracolo,I pesci che vi guizzano - gli scogli - il moto delle onde, i vascelli con uomini a bordo,Si danno mai miracoli più strani?

Bianca Pauluzzi.Trieste, dicembre 2013

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Il progresso della medicina è garantito soprattuttodal metodo usato da chi la esercita. Ed è lo stessoche gli scienziati adottano per scoprire ciò che

non conoscono partendo da ciò che conoscono già.La vicenda Stamina (con quei poveri ammalati illusida qualcuno che voleva giocare allo scienziato) e laquestione sollevata da Caterina Simonsen (la giova-ne donna affetta da una grave malattia genetica einsultata dai “nazi-animalisti” perché favorevole allasperimentazione animale per la ricerca biomedica)sono emblematiche di un Paese che, dopo aver fattoda levatrice alla Scienza – con Galileo – l’ha tradita

con disprezzo. La storia della medicina è riccadi esempi che illustrano la forzadel metodo scientifico e i risulta-ti che il suo buon uso ha regalatoall’umanità: dalla dimostrazioneche ogni malattia ha una suacausa naturale – e non sopran-naturale – alla scoperta dei vacci-ni, degli antibiotici o dei farmacicontro il cancro. Fra i tanti, unomi è rimasto particolarmenteimpresso e continua a emozio-narmi ogni volta che lo ricordo.Mi è parso dunque utile propor-lo alle lettrici e ai lettori di“Armonia”. È la straordinaria

impresa intellettuale e umana del ginecologoungherese Ignaz Phillipp Semmelweis, una specie diSherlock Holmes della medicina che risolse un com-plicato giallo abbinando razionalità e intuizione. Siamo a Vienna, è l’anno 1847. Semmelweis – venti-novenne – lavora nel 1° reparto Maternitàdell’Ospedale e si scontra con un fatto increscioso:l’8% delle donne che hanno appena partorito muoreper un’infezione devastante: la febbre puerperale.Quel che sorprende Semmelweis non è il valore ele-vato di questa mortalità, ma la constatazione che nel2° reparto – adiacente al suo – la mortalità per lastessa malattia non supera il 3%. La prima cosa che Semmelweis fa è pensare.Formula così alcune ipotesi, ma finisce per scartarle.Ad esempio, nell’ambiente che frequenta c’è chiattribuisce la responsabilità di quelle morti a certicambiamenti atmosferici cosmo-tellurici. Ma – si

chiede incuriosito – cosa significa “cambiamenticosmo-tellurici”, in che consistono esattamente? Eper quale strana ragione quei cambiamenti rispar-miano il reparto vicino e s’abbattono invece sul suo?Il mistero è reso più fitto dalla constatazione cheanche le donne che partoriscono per la strada – eche dunque dovrebbero essere più esposte a quei“miasmi atmosferici” – hanno una mortalità da feb-bre puerperale inferiore all’8%. Evidentemente imiasmi non c’entrano. Qualcuno dà allora la colpa al sovraffollamento. Ilreparto dove Semmelweis opera è un viavai di gente:malati, parenti, bimbi che toccano dappertutto, per-sone che vengono dalla strada. Eppure il sovraffolla-mento del suo reparto non è superiore a quello del2°: anzi, lì la mischia è maggiore, perché quasi tuttele donne, temendo la fatale infezione di cui ormai siparla anche in piazza, lo preferiscono al suo. Anchequell’ipotesi va scartata.Che c’entri il cibo? No, dice Semmelweis: l’apportodi vettovaglie proviene dalla stessa fonte, né si nota-no differenze tra gli alimenti distribuiti. A questopunto s’incolpano gli studenti di medicina che fre-quentano l’ospedale per imparare: sono loro – simormora – che con manovre maldestre provocanolesioni alle puerpere. Ma le lesioni interne mostratecon le autopsie sono troppo gravi per attribuirle aimperizia. E comunque, nemmeno riducendo le fre-quentazioni degli studenti il tasso d’infezione s’ab-bassa. Si cercano allora spiegazioni di natura psicologica. Es’ipotizza che il sacerdote che porta gli estremisacramenti a qualche morente e che, preceduto daun inserviente che regge la campanella, passa primanella camera che accoglie le puerpere, con la suaapparizione getti le donne in uno stato di terrorecosì forte da debilitare il loro fisico e aprire il varcoalla malattia. Si prova allora a cambiare l’abitudinedel sacerdote, pregandolo di arrivare silenziosamen-te e senza il preavviso della campanella, in modo danon esser notato dalle puerpere. Ma la mortalità noncambia d’un punto. Semmelweis non si perde d’ani-mo. Nota che nel suo reparto le donne vengono assi-stite stando sdraiate sul dorso, mentre quelle delreparto attiguo stanno su di un fianco. Così adotta lastessa misura: eppure, ancora una volta, la mortecontinua ad abbattersi con l’identica asimmetria. Il

GiorgioMacellariDirettore U.O.di ChirurgiaSenologica,ASL di Piacenza

La Scienza,la Medicina,

il Metodo.

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caso s’incupisce, la nebbia non si dirada, sembra inatto una vera diavoleria. Ma Semmelweis non credenel diavolo. Lui pensa, cerca, osserva. Poi scopre cheun collega è morto dopo essersi tagliato con il bistu-ri facendo un’autopsia: e che la sua morte è statapreceduta da sintomi identici a quelli delle donnecon febbre puerperale. Qui il lampo del genio s’ac-cende e gli fa associare gli eventi: sa che anche glistudenti del suo reparto eseguono autopsie e che lofanno, di solito, prima di visitare le donne in trava-glio. Che non siano loro – si chiede – a trasmetterel’infezione trasportando qualcosa dai cadaveri allepartorienti? Con la mente eccitata, non gli resta chedar conferma alla supposizione. Ordina allora chetutti gli studenti di medicina si lavino le mani conipoclorito di sodio (un disinfettante) dopo ogniautopsia e prima di passare nel suo reparto. La suagioia è immensa quando, dopo breve tempo, gl’indi-ci di mortalità crollano, portandosi a un valore addi-rittura inferiore a quello del 2° reparto. Ecco la forzadel metodo scientifico: prima formulare ipotesi, poiverificarle mettendole a confronto con i fatti!La felicità di Semmelweis non è solo per le vite salva-te. C’è anche la gioia per il successo di uno sforzo

intellettuale, c’è la gratitudine per la ricompensaavuta dall’aver messo in campo la forza del metodoscientifico. Il cervello di Semmelweis aveva lavoratocontro il pregiudizio e, con ostinazione, avevaabbattuto le ipotesi che la tradizione – pavida esuperstiziosa – del tempo aveva costruito nell’im-maginario collettivo e poi consolidato fra i libri. Nelsuo ammasso di materia cerebrale qualcosa s’eramosso, le associazioni tra neuroni avevano prodottodelle ipotesi, le ipotesi erano state messe al vagliodella prova, una sola delle tante ipotesi era soprav-vissuta ai suoi tentativi di falsificazione. E il risultatoaveva prodotto un cambiamento: un’infezione scon-fitta, tante donne vive, molti lutti evitati. Ecco come funziona la scienza. Per lo scienziatol’importante non è raggiungere una Verità, ma elimi-nare le false credenze: scremate queste, i fatti si rico-noscono più facilmente per ciò che sono. Solamentein questo modo si costruisce un vero progresso e sipossono aggiungere nuove conoscenze, eliminandoquelle che non si reggevano in piedi, i pregiudizi chele sostenevano e i danni che arrecavano.

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Ancora una volta il più acerrimo dei nemici, ilcancro, ci ha fornito un’opportunità davverounica, anzi sorprendente: diventare “model-

le”, anche se solo per il breve spazio di un giorno.L’evento – storico per Piacenza – era parte del BRA-

day, la “Giornata mondiale delladonna operata al seno per can-cro e ricostruita”, una manifesta-zione consacrata a dare visibilitàal problema della mastectomia edel come ripristinare le condi-zioni di una femminilità altri-menti perduta o deturpata. Così, con la supervisionedell’infaticabile Simonetta(una di noi...), titolare delpunto vendita di MartinoMidali a Piacenza, cisiamo messe in gioco,all’inizio più per

incoscienza che per convinzione;ma questa è venuta subitodopo. Anche Simo (ormai lachiamiamo così) un giornonon tanto lontano si è trovataa fare i conti con il cancro alseno, l’ha combattuto e l’ha sconfit-to. E anche lei, forse per suggellare ilsignificato della sua personale battaglia conl’odiato nemico, si è catapultata nella realizza-zione del BRA-day. E l’ha fatto con la determina-zione di una donna capace, una guerrieraappassionata e creativa. Così, insieme a

Giorgio Macellari (per tutte noi, il “nostro prof.”), haproposto alle donne di Armonia di partecipare auna sfilata. Esatto, Simo ci ha chiesto di fare unacosa per noi del tutto inusuale, mai neanche pensa-ta prima, cioè di sfilare; addirittura indossando abitidi Midali della collezione autunno/inverno2013/14. Insomma, ci ha chiesto di fare le modelle! La nostra risposta – un gioioso sì – è stata immedia-ta, entusiastica e senza tentennamenti. Un “sì”corale e vivace perché, così ci siamo dette, “noisiamo donne coraggiose!”.I preparativi sono stati piuttosto semplici, almeno

per noi “modelle”: tutto sommato ci siamo tro-vate in negozio per scegliere gli abiti; a noi èandata di lusso, fin lì ci siamo divertite. Nonaltrettanto per gli organizzatori, impegnati

nella scelta degli spazi per la sfilata e poi itappeti, le decorazioni, gli addobbi

(splendidi quelli floreali di Laurus), leluci, la musica… Parallelamente

si è attivata, in modo quasispontaneo, una catena di soli-darietà per rendere la sfilata

degna di questo nome e confor-me alla solennità del BRA-day. E

così ecco Raffaella Lamanna, arti-sta orafa, dedita a impreziosire gli

abiti di ciascuna di noi con i suoisplendidi monili, unici e pregiati; e

Lavinia, l’estetista, pronta a truccarciimpeccabilmente per intonare i nostri voltialle tinte degli abiti e …nascondere qual-che ruga impertinente; e poi Maria, la par-

ConcettaCiliendo

“Modelle” per un giornoMessaggio di autostima per tutte le donne

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rucchiera, bravissimanel creare acconcia-ture originali; e poiancora il “backstage”,un luogo da noi mai frequentato e ora reso vivo delnostro vociare eccitato e cinguettante, nulla da invi-diare a quelli dove le vere modelle s’incrociano,sempre imbronciate. Ma anche nel nostro backsta-ge, approntato per l’evento, l’agitazione era palpa-bile e noi, trepidanti come scolarette alla primalezione, infilavamo gli sguardi nelle fessure delretropalco, setacciando il salone di Palazzo Gotico,tutto gremito da un pubblico variegato di spettato-ri, mariti, figli, amici e curiosi. A dire la verità ci sen-

tivamo anche un po’intimorite, soprattuttopensando a quandosaremmo uscite sulserio, alle pose da assu-mere, all’andatura, agliocchi che si sarebberopuntati su di noi – “micasiamo vere modelle!”, cidicevamo.Poi, all’ora stabilita, ècominciata la musica, lasfilata ha preso avvio etutte noi in passerella,dopo i primi attimi dismarrimento e di tensio-ne, abbiamo comunica-to la nostra gioia di vive-re, e l’abbiamo fatto contutto il nostro entusia-smo e con una disinvol-tura che non ci saremmomai aspettate: merito di

chi ci aveva preparate con tanta dedizione, meritoanche del pubblico che ci ha sostenuto con il caloredi una partecipazione ammirata, con il fragore diapplausi scroscianti e con una profonda commo-zione che tutte noi percepivamo intorno; ma meri-to un po’ anche nostro, che ce l’abbiamo messatutta per onorare quel ruolo di donne-coraggio chein tanti ci avevano chiesto di interpretare.Così il resto è filato via liscio come sull’olio. E dopogli applausi – una vera “standing ovation” – ci hannoanche consegnato i pupazzi raffiguranti Snoopy(uno per ciascuna); quindi la foto a immortalaretutto il gruppo – c’era anche Midali, fantastico! – e ilrinfresco, le chiacchere, le interviste, i nostri sguar-di eccitati e ridenti… insomma, un trionfo per tutte. Poi anche noi siamo rientrate in buon ordine neinostri panni, quelli di ogni giorno, mentre le lucicominciavano a spegnersi in sintonia con l’imbru-nire. Ci siamo lasciate con tanta gioia addosso, maanche un po’ di nostalgia: quando mai ci ricapiteràun’occasione del genere?

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Ho festeggiato lo scorso anno il cinquantesi-mo anniversario del mio matrimonio.Attribuirne la stabilità esclusivamente

all’Artusi, il celebre libro di cucina prediletto da miamadre, sarebbe senz’altro eccessivo, ma escluderedel tutto un suo ruolo, quale fattore di stabilità edurata, sarebbe del pari sbagliato.

Mia madre, se fosse ancor viva,non nutrirebbe in propositodubbio alcuno, a giudicare dal-l’ultima (e unica) raccomanda-zione che mi fece, quando, gio-vane sposa, dovendo seguire miomarito a Piacenza, abbandonaila mia città natale e la salutaisulla soglia di quella casa che miapprestavo a lasciare per la mianuova dimora: “Portati vial’Artusi” si raccomandò. Erasempre stata parca di raccoman-dazioni, mia madre: quella solarappresentava l’essenza e il com-pendio di una pratica educativainiziata dall’ infanzia, che lei

riteneva essere ormai giunta a regime, e che com-prendeva, oltre a tante altre cose che si apprendeva-no in famiglia (a cominciare dalla “buona educazio-ne”) la capacità, ritenuta allora essenziale per ladonna, di “governare la casa”. E nel “governo dellacasa” rientrava, come pilastro portante, il sapercucinare, oltre a tutte le altre virtù domestiche che

ne rappresentavano l’ambito.Oggi a molte donne che indicano come una conqui-sta l’essersi liberate dai vincoli di una educazionelimitata all’orizzonte domestico, l’ideale della bravadonna di casa appare, nel migliore dei casi, patetico,certamente sorpassato, quando non oggetto diriprovazione.Non so che dire. Può essere che abbiano ragione, manon mi pare che il sospirato, e in molti casi raggiun-to, obiettivo dell’affrancamento dai vincoli di unatale educazione abbia fatto guadagnare in felicità eappagamento, almeno a giudicare dalle donne cheho spesso occasione di incontrare, prese da milleincombenze, in affanno, inquiete, stressate, depres-se… Campione scarsamente rappresentativo, mi sipotrebbe obiettare. Me lo auguro Mrs Gibbs e MrsWebb sono due dei personaggi che Thornton Wildermette in scena in “Piccola Città”. “…queste duebrave signore, dice l’autore, hanno preparato trepasti al giorno-una per venti e l’altra per quarant’an-ni-e non si sono mai prese vacanze in estate. Hannoallevato due figli ciascuna, tenuto in ordine la lorocasa, fatto il bucato e non hanno mai avuto una crisidi nervi. E nemmeno hanno mai creduto di averfatto di più del proprio dovere”.Non faccio fatica a prevedere possibili e irosi dissen-si nei confronti di questa rappresentazione dellacondizione femminile. Nient’altro che la perfettatrasposizione letteraria e la glorificazione dell’idealeeducativo della Germania Nazista, sintetizzato nelle

PaolaNotariPontiggiaPresidenteAssociazioneUnivalnure

Antiche virtù domestiche

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tre “K”, Kind, Kuche,Kirsche –bambini,cucina, chiesa -, chevedeva nellaHausfrau la moglieperfetta del buonTedesco. C’eranoaddirittura scuoleche preparavanoespressamente ledonne tedesche aquesto ruolo!. Dal canto mioperò, non credoproprio cheThornton Wilderavesse in mentequesto ideale, quando descrivela vita quotidiana delle due signore. Penso inveceche volesse semplicemente evidenziare ritmi di vitapiù distesi e pacati, cui la frenesia del nostro tempoci ha disabituato: l’armonia del passato di controalle dissonanze del presente.Non ci sono eventi esaltanti e sconvolgenti nel lentoscorrere del tempo a Grover’s Corner, la piccola cittàdi provincia che lui descrive, ma solo un tranquillodipanarsi della vita, attraverso la ripetitività dei gestie delle azioni quotidiane della donna di casa, checondensano l’esperienza di secoli di esercizio dellevirtù domestiche.Quell’esperienza che ritrovo nei gesti di mia madre,ancor vivi nella mia memoria, che ho appreso quasiinconsapevolmente e che tuttora ripeto ponendomiin una linea di continuità con una tradizione che si ètramandata di generazione in generazione e che rac-chiude una sapienza antica.La rivedo, mia madre, nell’atto di srotolare la sfogliadalla “cannella” (così si chiama da noi, non “matte-rello”, a sottolinearne, appunto, la lunghezza) sciori-nandola come fosse un capo di bucato, proprio unlenzuolo ai miei occhi incantati di bimba.E quando sfoglio le pagine ingiallite dell’Artusi, allaricerca di quella tal ricetta che era la sua specialità, eche io mi studio di realizzare nello stesso modo econ le stesse procedure che lei mi ha insegnato,sento di rappresentare ancora l’anello di una lungacatena che si snoda all’indietro in un tempo che ini-zia da lontano, mi sento erede di quella sapienzaantica fatta di piccole cose, che ho il dovere e l’orgo-glio di custodire e che mi piacerebbe, a mia volta,poter tramandare alle generazioni future.Qualche tempo dopo aver messo sulla carta, in brut-ta copia, come un tempo si diceva, queste mie con-siderazioni, mi è capitato di leggere su “La Stampa”un breve articolo di Elena Loewenthal, “ …servo intavola e sono felice”. Cito dallo scritto: “….quellodella madre che serve a tavola la sua famiglia… non

è necessariamente unatto di sottomissione, diservilismo, anche se diservire si tratta. Perchécucinare per le personecui vuoi bene è un attod’amore”. Tralascio ilresto dell’articolo, in virtùdel quale mi sono sentitain buona compagnia per lemie convinzioni.E se cucinare per le perso-ne cui vuoi bene è un attod’amore, non sarà poi cosìstravagante ritenere chel’Artusi, in quella rappre-sentazione che si svolge sulpalcoscenico della vita, il

matrimonio appunto, viabbia una parte: non sarà certo il ruolo di primoattore , ma una particina, ancorchè secondaria, etuttavia non priva di significato.

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Il Calendariodi Armonia

Non faremo tappezzeria nelle case dei piacen-tini, noi tredici mesi (c’è anche gennaio del-l’anno prossimo, il 2015) del calendario di

Armonia. L’ambizione è molto più grande: vogliamoessere d’esempio. Duplice esempio.

Di come ci si possa ammalare aqualunque età, maschi o femmi-ne (dicembre si chiamaRomano), di come si possa gua-rire e guardare la vita tanto dal-l’alto da spogliarsi per dimo-strarlo. Dodici donne e un uomosenza veli accompagnano permano ogni mese, ogni settima-na, ogni giorno. Saremo lì, appe-si al muro, a portare messaggi.Noi che abbiamo sentito i ferridel chirurgo abbiamo voce in

capitolo per dire a tutti – gridarlo ciascuna con lapropria personalità – attenzione siamo speciali,dopo il corpo a corpo col cancro eccoci qui, eccoquesto corpo inciso dal bisturi, salvato dalle cure e

pronto a mostrarsi. E ripartire. Ciascuna di noi deveavere fatto questa considerazione: “voglio urlare atutti che sono viva ancora, nonostante il cancro epronta a sfidare il futuro”. Per far passare questomessaggio bisogna gridarlo e col calendario l’obiet-tivo è centrato ed ha pure colto nel segno. È belloscoprirlo.Da nessuno valutazioni negative, da nessuno frasisconvenienti, da nessuno critiche – come altrove èsuccesso – a insinuare un presunto sfruttamento delcorpo femminile. È il corpo delle donne che si pren-de la rivincita e si mostra senza altro intento se nonquello di testimoniare la propria esperienza, la pro-pria sofferenza. Argomenti forti che hanno fatto direa tanti: bene, brave, coraggiose!!! Già coraggiose.Forse. Vorrei dire, semplicemente, vive. Negli occhi di tuttii mesi del calendario c’è una luce particolare: è quel-la della voglia di vivere. Voglia di vivere che, per chiha avuto il cancro, subisce un'accelerazione.Sentiamo dentro un'impennata di voglia di vivere,vivere d'un fiato e per molto tempo. C’è tutto questo

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AntonellaLenti

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nelle donne ritratte, nei sorrisi nel modo di porsi emostrarsi. Posso dirlo perché sono una di loro esono convinta che questo sentire sia un comunesentire. È come se, insieme, ci si fosse rialzate e ci fossimoprese per mano. Poche di noi si conoscevano già, masono bastati pochi momenti di contatto per sentircitanto vicine come se ci fossimo sempre conosciute.Lo si è visto nella sfilata a palazzo Gotico, anche que-sta un’esperienza indimenticabile; lo si è visto nellatrasmissione Penelope di Telelibertà in cui è statopresentato il calendario. Età, storie, provenienzediverse, ma un legame ideale ci ha fatto sentire untutt’uno: le donne del calendario di Armonia. Ed è stata proprio armonia quella che ho sentitoogni volta che ci siamo incontrate. Facile, abbiamoattraversato lo stesso percorso di iniziazione a unanuova vita, il dopo cancro. Quel calendario è tuttoquesto. Ma anche altro. Contiene una sfida. Sfidaperché, per molte, non è ancora passata la fase dirischio. Alcune hanno avuto una seconda aggressio-ne e l’aver aderito a questa iniziativa assume un

senso ancora più pregnante. Sul calendario quindi saremo testimonial, saremoaffiancate a momenti belli, a momenti brutti, ricor-deremo appuntamenti importanti, scadenze antipa-tiche o le incombenze burocratiche più noiose oonerose; però una cosa è certa, quei ventisei occhiappesi alle pareti di casa potranno contribuire a darela giusta dimensione alla vita quotidiana di tutti.Sarebbe bene. Se anche una sola persona, alla finedel prossimo anno e anche solo per una volta, avràavuto un ripensamento sulle priorità della sua vita ese questo ripensamento lo avrà avuto grazie ai nostrisguardi, questo primo calendario di Armonia potràdirsi un successo.Da ripetere. Finché, si spera, i nostri amici medici acui dobbiamo questa seconda opportunità di vita,non saranno riusciti a far diventare il cancro unricordo. Noi, intanto, passiamo il testimone ad altredonne che, come noi, con determinazione, con tantepaure, ansie e molta sofferenza hanno messo ingioco se stesse per la vita. Da sempre valore moltofemminile.

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Questa è la LUCE della VITA

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Mi chiamo Roberta, ho 43 anni e vorrei rac-contare la storia della mia malattia, dicome una situazione brutta come il tumo-

re al seno può comunque far uscire in noi donne laforza di combattere. Ho avuto la diagnosi del tumo-re a luglio, datami dal dottor Macellari (un dottorefantastico e speciale che con la sua dolcezza e paca-tezza mi ha dato la notizia). La notizia è stato un ful-mine a ciel sereno, di colpo ti trovi a dover affronta-

re una situazione inaspettata,difficile e subito pensi al peggio.Passata la prima settimana diaccettazione, ho subito cercatodi farmi forza e di pensare positi-vo, anche perché ho una bambi-na di 8 anni e questo mi ha dato ilprimo imput per avere coraggio:pensare a mia figlia. Poicon il trascorrere deigiorni, sempre piùdentro di me

cresceva la forza di andare avanti,passo dopo passo e, soprattutto,di pensare positivo: ce la farò!!! La consapevolezza della malat-tia è molto importante perchéaiuta ad affrontarla nel modogiusto. Sicuramente l’aiuto ela vicinanza dei miei familiari,dei miei amici e del dottoreche passo dopo passo mi haseguita sono stati come deipaletti che mi hanno sostenutosempre più.

Superato il primo step dell' intervento di mastecto-mia bilaterale, oltre alla mia forza emotiva – che nonmi ha mai abbandonato – è subentrata anche laforza fisica. Dopo circa un mese il mio dottore mi haproposto di partecipare alla sfilata dello stilistaMartino Midali del BRADAY a Piacenza, ed io hoaccettato molto volentieri. Partecipo alla sfilata conaltre donne che come me si trovano, o si sono trova-te, in questa situazione (tra l'altro è stata davverouna serata bellissima e molto importante); nel corsodella sfilata vengono scattate a tutte, me compresa,parecchie fotografie. Il giorno dopo vedo questefotografie e, di colpo, mi vedo BELLA!!! come non mivedevo così da parecchi anni; e tante persone mifanno complimenti, (e io li accetto con molto piace-re )e di come mi vedono radiosa, e con una lucepositiva negli occhi, ma la cosa più “strana” é che IO

mi vedo bella, più bella di prima: maè una bellezza interiore, il che

mi dà una forza ulteriore diessere DONNA anche

sotto la chemioterapia.E sono sicura che la

luce radiosa che glialtri vedono in mesia frutto dellaPOSITIVITÀ, dellaFORZA INTERIO-RE che è in noi, delCORAGGIO, dellaGIOIA DI VIVERE

che è amplificata.Questa è la LUCE

della VITA.

RobertaGiobellini

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Mi svegliavo improvvisamente, di soprassal-to, tutto sudato, ansioso, in un angolovuoto e deserto del mio appartamento,

spoglio, al buio più nero. In casa non c’era niente, némobili né quadri, completamente vuoto.L’unico suono che mi aveva portato nella realtà eraquello dell’orologio appeso alla parete che, con il

suo monotono ticchettio, batte-va l’ora del momento. Simbolicamente, intorno a mesentivo un profumo che avevaun tono azzurro, fondamental-mente liquido, come i colori, iparametri e le dimensioni delmare o di una grossa distesad’acqua. Ero incapace di artico-lare, di organizzare i miei pensie-

ri; mi sembrava di essere un pezzo di gioco voluto dachi tiene i fili della vita o, forse, dal cielo. Ritorno inme, nelle mie funzioni fisiche e, toccandomi ilcorpo, lo sento offeso, martirizzato dal bisturi. Esprofondo negli abissi più neri del male. È la sempli-ce verità, anche se per Platone la verità è “l’idea delBene”. Mi sembra di navigare su una semplice zatte-ra, anziché su una comoda imbarcazione, che miporti lontano. Arriverò in un porto sicuro? La miaguarigione sarà completa? Bella, anche se simbolica,l’immagine del mare che ti dà la possibilità di lenire,esteticamente, la malinconia esistenziale che provoin questo periodo di assidui controlli e di cure. Conuno scatto repentino lascio questo tortuoso e opacosogno, ritornando alla realtà, immergendomi nellavita quotidiana, nei rapporti affettivi, come un “ela-stico teso” ancorato ai pali della vita.

Sarà stato un brutto sogno?

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RomanoPedegani

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Ipo Cucinocon Paola

“Ipo Cucino con Paola”, una raccolta divideo ricette a basso contenuto glicemi-co, indicate non solo per chi ha l’ipergli-

cemia ma anche per chi vuole mangiare leggero,saporito e perchè no a volte anche veloce. È unprogetto che nasce da un’ esigenza personale, inquanto dopo il parto, l’iperglicemia, scoperta ingravidanza, non è più passata seguo un regimealimentare equilibrato e corretto nonché svolgopiù attività fisica di prima. Nel corso di questianni, con l’aiuto della mia mamma (entrambeappassionate di cucina) abbiamo creato unaraccolta di ricette (individuate sulle più svariateriviste di cucina - a volte modificate a voltecopiate interamente) che possiamo cucinaresenza problemi. Piacerebbe anche a me mangia-

re tutti i piatti proposti daiprogrammi televisivi (cheseguivo ma con poca soddi-sfazione, anzi, a volte quasicon frustrazione in quantosolo in rare occasioni potevosfruttare i loro suggerimenti)ma purtroppo, spesso, cisono mix di ingredienti trop-po calorici.Allora mi sono detta: “Ma a

noi chi ci pensa?!!!” Sarebbe bello avere una "tra-smissione" da cui trarre sempre spunti nuovi epoter, così, variare i nostri menu. È così che hoiniziato a pensare a questo progetto, senza pre-sunzione di essere una conduttrice (sono unasemplice un'impiegata part-time; nell’altra partedella giornata faccio la mamma di due bimbe e lamoglie) ma con la convinzione che sia utile atante persone. Ho coinvolto alcuni amici (tutti atitolo gratuito) che mi aiutano con la ripresa, conil montaggio, con la parte grafica e non ultimocon la loro presenza, durante la puntata, in quali-tà di ospiti. Approfitto di questo articolo per rin-graziare Romina Cattivelli che ha partecipato, inqualità di ospite, ad una puntata estiva. Insiemea lei ho cucinato il GAZPACHO.

PaolaMazzocchi

http://ipocucinoconpaola.blogspot.it/

ipocucinoconpaola

Se invece vuoi scrivermi:

[email protected]

Se vuoi rimanere aggiornata puoi trovarmi su:

La ricettache vi propongo è“Cartocci di filetti di cernia e finocchi”Ingredienti per 4 persone

• 600 gr. di filetti di cernia(o di altro pesce a polpa bianca)

• 1,5 Kg. di finocchi• 1 cucchiaio di prezzemolo tritato• 1 cucchiaio di succo di limone• 1 cucchiaio di salsa di soia• 1 cucchiaio di olio (circa 10-15gr.)• pepe e sale q.b.

Preparazione

Tagliate i filetti di pesce a cubetti di circa 3 cm emetteteli in una terrina conditi con la salsa di soia,il succo di limone, una pizzico di sale e di pepe.Lasciate marinare mescolando di tanto in tanto.Mondate i finocchi e la parte interna dividetela aspicchi sottili di circa 1 cm. Rosolate i finocchi inpoco olio e quando saranno dorati aggiungete ilprezzemolo tritato e salate. Continuate la cotturaper circa 10-12 minuti aggiungendo qualchecucchiaio di acqua tiepida (fino a completaevaporazione). Stendete 4 fogli di alluminio o dicarta forno, distribuite al centro di ciascuno ifinocchi e su questi adagiate i cubetti di pesce benscolato. Chiudete i fagottini e posateli su unapirofila che infornerete per 10 minuti a 200-220°.Servite i cartocci ancora chiusi lasciando che sianoi vostri ospiti ad aprire il proprio.

Valori nutrizionali

• Kcal per porzione: 190• proteine: 30g (63,24%)• grassi: 6g (28.46%)• carboidrati: 3,75g (7.41%)

I valori nutrizionali sono, come sempre, gentilmen-te forniti dalla Dott.ssa Paola Salgarelli e PaolaRichero del blog www.qbricette.com due nutrizio-niste in cucina.

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Scrivere una storia d’amore non è semplice, per-chè le storie d’amore si assomigliano tutte unpò. Se poi si tratta di una storia clandestina,

come è il caso di questo romanzo, il rischio di esserebanali aumenta. Eppure Carla - la cui vita per unbreve e inteso momento si è intrecciata con la mia,per ragioni professionali, è riuscita a rendere unica lasua narrazione. I personaggi che dominano la scena sono apparente-mente due: il poderoso Carlo, uomo dagli “occhimagici”, gigante coriaceo e buono; e Giovanna,amante passionale, contadina astuta e donna irre-quieta. L’amore che divampa fra i due, all’inizio vis-suto sul piano di una forte reciprocità, diventa inbreve asimmetrico, perchè il romanticismo esaspe-rato di Carlo si scontra con gli sbalzi d’umore e gliinteressi profondi di Giovanna, la cui personalità -per quanto meno tratteggiata nella narrazione - tra-luce comunque per una certa durezza, a fronte dellafragilità sentimentale di Carlo. Così, l’amore fedifra-go vira rapidamente dalla felicità assoluta dell’unio-ne alla sofferenza del distacco, dalla pura contempla-zione per l’amante alla sua risoluzione dell’odio cat-tivo, come sembra essere il destino di ogni storiad’amore cui è impedito di consumarsi alla luce delsole e pertanto condannate a esaurirsi fra i fuochi diopposte emozioni - e forse è questa una delle chiavidi lettura del titolo del libro, con quella “meteora chespegne nel gelo cosmico il proprio calore. DunqueCarlo e Giovanna sono i due primi attori. Intorno allaloro vicenda ruotano altre figure minori, anch’essefuggevoli meteore, quasi irrilevanti ai fini della narra-zione. Ma solo uno a sguardo superficiale potrebbepassare inosservato il terzo grande personaggio dellibro: la Natura. E in questo ambito si dispiega, a mioavviso, il vero talento di Carla, capace di valorizzare ilmiracolo dei campi, degli alberi e degli animali attra-verso descrizioni minuziose e plastiche - valga, fratutte, quella che tratteggia in poche righe le differen-ze fra gufo, civetta, allocco e barbagianni. Ma c’èanche la Natura contadina, dove le trasparenze delnascere e del morire si avvicendano senza disconti-nuità con le ombre degli amori inconfessabili, degli

incontri furtivi di sesso e dei continui tradimenti,specchio di un mondo tanto vero quanto tenutosegregato dalla necessaria sudditanza all’ipocrisia.Un commento speciale merita, ancora, lo stile narra-tivo di Carla: è uno stile semplice - quasi naif - emolto diretto e immediato. Ricorda in certi tratti ilverismo di fine ottocento, con l’impersonalità dellanarrazione distaccata, per quanto nel complessorisulti meno crudo; in altri passaggi evoca invece ilromanticismo della partecipazione appassionata allevicende dei personaggi. Il risultato letterario èun’opera equilibrata e composta, senza sbilanciatipicchi narrativi, ma distribuita con un ritmo chesembra riprodurre quello del mondo contadino chevi è descritto. La si legge dunque d’un fiato, così chequando si giunge alla fine si vorrebbe chiedere aCarla di non fermarsi qui, di insistere invece, perregalarci ancora l’emozione di percorrere con la suapenna i labirinti sentimentali della natura umana.C’è un ultimo pensiero che vorrei esplicitare. Diversianni fa ho operato Carla per un tumore al seno. Oggiè guarita e quel ricordo è lontano. Ma Carla stessa miha più volte confessato che l’energia per mettermano a un romanzo le è venuta anche da quellasconcertante esperienza. Questo non mi ha sorpreso:molte sono le donne che hanno saputo trasformarel’incontro con il cancro in una risorsa capace di libe-rare energie creative. Così, il libro di Carla, non è solol’esito di uno sforzo letterario, ma dev’essere ancheosservato come testimonianza di una battaglia piùintima, combattuta con avversari ben più temibilidella sintassi e del vocabolario: gli abissi della dispe-razione, la sofferenza per l’incertezza del futuro, lapaura di non farcela. Questo libro è la prova che Carlaha saputo guardare oltre, che si è rinnovata, che si ètolta di dosso la scorza del male, finendo per scoprir-si migliore di prima, più forte che mai e più coraggio-sa di quanto non avrebbe potuto immaginare. Ancheper questo motivo - che rivela il mio affetto per Carlae la mia vicinanza alle tante donne colpite dallamalattia e, come lei, rinate dopo il lutto - mi è stato digioia scrivere questa Prefazione. Grazie Carla.

Giorgio Macellari, Piacenza, Novembre 2013

L’amore èuna meteora

di Carla Malvermi

Recensione Libro

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Alle SorelleSono arcistufadi profili uguali,di capelli arruffati,tinti, ossigenati.Unghie laccate,labbra gonfiate.Sono arcistancadi gioielli in acciaio,collane plastificateabiti alla diossina,botulino e stricnina.Voglio cose banalifacce pallide, slavate,tutte più piatte,individuali.Donne normali,con ciglia cadentiunghie e dentiirregolari.Nello sguardo saggezza,incombente senilità,una trina sul visoche richiama l’età.E’ il merletto degli anni,che l’artista “vita”ha disegnato;a spatola e al trattoriemerge il passatodi pena e dolore,di ciò che si è dato,di affetto e di amore.

A volte le parole,sono un’eco che risuonano,ed echeggiano lontano,come le bacheche della Senologia, “ Professore Macellari”vestite di storie vere...

Donne gratificate,che ringraziano,con umili versi del cuore,chi si è prodigato con tanto amore,nel loro operato, mai scontato... Il Reparto di Senologia:Il Primario, i dottori, lo staff infermieristico.

Sconfiggere l’orco nel corpo inabissatoe infelicità aveva creato...Ogni donna ha la Sua storia,tanto buio, tanto silenzioaveva preso il sopravvento.

Geniali specialisti frantumano:angoscia, tormento e vola vianel vortice del vento.La perplessità ha lasciato,posto alla felicità…

Non più lacrime,stille di luce brillano negli occhi,e rischiarano in riflessi,iridescenti la vita…

Le speranze diventano realtà,grazie al sapere e tanta esperienza, chi della professione,ne ha fatto una missione...La malinconia si tramuterà in vitalitàe con l’armonia della biodanza,nascerà la trama della serenità.

Maddalena Freschi, poetessa.Piacenza, 28.11.13

Alla Senologia

CarissimeAmiche e Sorellevoi sapete già come la penso sull'8 marzo.Una nuova strumentalizzazione a beneficio del consumismo. Preferisco pensare a questo giorno in memoria delle operaie arse vive infabbrica in quel lontano 1908 (spero di ricorda-re l'anno giusto!)Grazie a tutte di esserci, di essermi amiche, dicercarmi e di farvi trovare quando dobbiamoconsolarci e confidarci.Vi mando una mia recente poesia; comunquegodetevi questa serata e... scusate il ritardo...

Un abbraccio a tutteFranca

PoesieLa Nuova Armonia 25

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Anch'io, nel luglio di 5 anni fa, ho saputo di avere untumore al seno. Anch'io sono stata subito operata ecurata con la chemioterapia, la radioterapia e la

terapia ormonale con inibitori dell'aromatasi. Anch'ioho affrontato gli effetti collaterali della chemio e dellaradioterapia, fortunatamente tra coloro che non sonostate “prese” da sconforto e depressione, sostenuta daimedici curanti, dalla mia famiglia e dalla prospettivache quel periodo avrebbe avuto un termine, e così è stato.Esattamente un anno dopo l'intervento era tutto passa-

to, avevo un seno decente a cui misono affezionata, avevo i capelli,non ero ingrassata, stavo riprenden-do tutte le mie attività a tempopieno, dovevo solo iniziare la tera-pia ormonale... uno scherzo daragazzi, qualche “vampata” e via!Il linfedema, probabile nel miocaso, lo conoscevo già e sapevo comeconviverci... invece, dopo pocotempo, ecco comparire alcuni sub-doli fastidi che si sono sempre piùconclamati e che, solo dopo mesi, ho

concluso essere proprio collegati alla terapia ormonaleche stavo assumendo e che avrei dovuto proseguire anco-ra per altri 4 anni. Le vampate erano previste e quindi leaccettavo, ma la perdita della memoria e della capacitàdi concentrazione e, di conseguenza, di portare a termineun ragionamento in maniera scorrevole, la secchezza ditutte le mucose, la rigidità muscolare soprattutto dellapianta e delle dita dei piedi che mi causava dolori insop-portabili specialmente la notte, i cambiamenti repentinidi umore che non capivo da dove venissero e perchè, sonostate sensazioni veramente devastanti e spiacevoli controle quali ho deciso di combattere con tutta la mia energia.Ho cercato e ho trovato un po' di soluzioni ed approfon-dimenti, che ho personalmente testato, e che mi fa piace-re raccogliere e pubblicare sulla nostra rivista affinchèpossano essere di aiuto a chi, come me, ha trovato moltadifficoltà a gestire i disturbi legati alla terapia ormonale,per altro utile ed indispensabile.

• C'è la possibilità di frequentare le attività proposte da“benessere AMOP” di cui ci parla la dott.ssa Livia Bidin,oncologa.• C'è la possibilità di frequentare i corsi di Allenamentodella memoria e di Danzaterapia, proposti da Armonia erealizzati con particolare attenzione ai problemi sopracitati, di cui ci parlano rispettivamente i neuropsicologiGiuseppe Rocca e Laura Ballocchi e la danza-movimen-toterapeuta Franca Dioli e di renderci ancora più “forti erisolute per strada” frequentando il corso di DifesaPersonale qui descritto dagli insegnanti Angelo Manniti,Zija Pasmaciu e Vebi Neli.• C'è la possibilità di poter affrontare i problemi legatiall'intimità femminile più consapevoli e agguerrite, dopoaver letto gli articoli della dott.ssa Maria Diletta Daccò,ginecologa particolarmente attenta a quest'ordine di pro-blemi, della dott.ssa Antonietta Provinzano, psicologa edal dott. Francesco Montagni, chirurgo senologo.• C'è la possibilità di saperne di più sul Counseling dicui ci scrive la dott.ssa Patrizia De Micheli• C'è la possibilità di scoprire come alimentarsi ade-guatamente per non aumentare le probabilità di "sin-drome metabolica" o di altri disturbi che aumentano ilrischio di recidiva, argomento di cui ci ha parlato e ciparla la dott.ssa Mara Negrati, responsabile dell'U.O. DiNutrizione Clinica della nostra ASL.• C'è la possibilità di saperne di più sul linfedema, dopoaver letto le risposte alle più frequenti domande sull'ar-gomento fornite dalla dott.ssa in fisioterapia GiorgiaPiva e le proposte mirate al mantenimento dei risultatiottenuti del dott. in fisioterapia Giuseppe Molinari.• C'è la possibilità di trascorrere 3 giorni a Bologna,immerse in un villaggio a noi dedicato dall'associazioneamericana Susan Komen, dove è possibile informarsi,approfondire e provare diversi tipi di attività od effettua-re visite mediche mirate, il tutto per aiutarci a trasforma-re in benessere ogni attimo della nostra giornata.• C'è anche la possibilità di non fare assolutamentenulla... o di aspettare il momento di avere la forza, lavoglia o lo stimolo di fare qualcosa.

Le Istituzioni di riferimentonella cura e nella ricercaoncologica stanno recepen-

do il cambiamento nel modo diconcepire la medicina, e l'onco-logia in particolare. Negli ultimidecenni si è osservata una cre-scente richiesta di “cura globale”,che, cioè, si rivolga al fisico, alla

mente ed alla spiritualità della persona. Quando unapersona, nel corso della vita, si ammala di cancroviene a trovarsi in un disequilibrio sistemico: pertan-to, “la cura” dovrebbe essere intesa in modo suffi-cientemente “ampio” da comprendere tutte le sfac-cettature della condizione di squilibrio dell'indivi-duo. Un siffatto modo di intendere la “cura” com-prende molti aspetti: è centrata sul rapporto pazien-te-medico, considera l'unicità dell'individuo e la sua

Benessere AMOPTerapie complementari per un approccio globale al tumore

Se cerco... trovo !!!

Dott.ssaLivia BidinMedicoOncologoDay Hospital OncologicoOspedale di Piacenza

GabriellaBertinotti

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La Nuova Armonia 27

complessità, riconosce l'importanza degli stimoliambientali sul paziente. La conseguenza è che idiversi interventi, che sarebbe raccomandabile pro-porre in modo integrato, non possono essere consi-derati “isolatamente”. Bisogna enfatizzare che “lacura del cancro” va ben oltre un primo focus sulladiagnosi di cancro e sul trattamento specifico deltumore in sé, ed ha come obiettivo il “benessere delcorpo della mente e dello spirito” per mezzo diapprocci “convenzionali” e “non convenzionali”integrati tra di loro. Ma quali sono gli approcci nonconvenzionali realmente utili? Quelli la cui efficacia èbasata sull’evidenza scientifica. Nell'UO di Oncologia dell'Ospedale Civile diPiacenza grazie all'entusiastico appoggio del Prof.Luigi Cavanna ed alla generosità del VolontariatoAMOP (Associazione Malato OncologicoPiacentino), è stata valutata la fattibilità di un pro-gramma di attività non-mediche complementari, peril supporto dei pazienti oncologici afferenti al DayHospital Oncologico. L'iniziativa è nata per soddisfa-re la richiesta di supporto da parte dei pazienti, etestimonia la grande attenzione riservata alla soffe-renza globale dei malati e delle malate.Il Gruppo Benessere AMOP offre gratuitamentenumerose e variegate attività (v. tabella 1) grazie alcoinvolgimento di 18 operatori, in possesso di speci-fici requisiti e con esperienza pluriennale nel lorocampo di applicazione. Dal lunedì al venerdì, dopole 16,30, i locali Day Hospital sono vestiti di luci caldee colori rilassanti, avvolti in fragranze e sonorità deli-cate per accogliere attività di supporto non-medico“complementare”, ai pazienti che spontaneamentechiedano di usufruirne, sotto una supervisionemedico-oncologica di fondo. Sono state messe adisposizione del Gruppo Benessere AMOP anche lasala Biblioteca dell'Ospedale e la Piscina Vittorino daFeltre. Le donne, ed in particolare le pazienti affetteda neoplasia mammaria, rispondono molto favore-volmente alla proposta, esprimendo piena soddisfa-zione, sia in termini di frequenza, sia in termini dimiglioramento della qualità di vita, sotto l'aspettofisico, psicologico, emozionale. L'importanza dellareale fattibilità del progetto è legata alla futura piani-ficazione di studi di ricerca volti a confermare il valo-re aggiunto di tale pratica rispetto alla sola terapiastandard (chirurgica/radioterapica/farmacologica).

Tabella 1

In questi primi 7 mesi di attività, hanno partecipato120 persone, in maggioranza donne e, tra esse, lamaggior parte operate al seno. I grafici sottostantiriportano la distribuzione dei pazienti per attività: sinota che tutte le attività dimostrano apprezzamento;a questo proposito, bisogna sottolineare chel'Acquaticità e la Suonoterapia con CampaneTibetane sono state introdotte tardivamente rispettoalle altre funzioni; tuttavia è riportato un sostanzialebeneficio, tanto che gli operatori stanno registrandoun’ impennata di prenotazioni.

ARTETIPO DI ATTIVITÀ ATTIVITÀ ORE

CONFERENZE

ESTETICA

GINNASTICAdi gruppo

• decorazione pittorica e artigianato artistico

• laboratorio di moda e sartoria

• Feng Sushi 1/mese• Cucina 1/mese• Medicina Cinese 1/mese

• Yoga 1/sett• Tam The 1/sett• Ginnastica Acquatica 2/sett• Lezioni di ballo 1/sett

MASSAGGI • Shiatsu 9/sett• Massaggio della schiena

su sedia ergonomica 4/sett• Massaggio Piedi e Mani 4/sett

MUSICA • Suonoterapia 6/mese• Concerti 2/mese

SALOTTI • Raccontiamoci 2/mese

GITE • Gite e visite organizzate in città saltuariamente

• Trucco 2/mese

2/sett

2/mese

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In definitiva, a fronte di un crescente bisogno diinterventi per il benessere globale dell'individuocolpito da tumore l'Oncologia dell'Ospedale diPiacenza risponde con l'offerta gratuita, e qualita-tivamente controllata, di attività che rientrano -apieno titolo- nei programmi di cura OncologiaIntegrata raccomandati dalle IstituzioniAmericane ed Europee (vedi Riferimenti).Informazioni sulle finalità del Gruppo BenessereAMOP e sulle specifiche attività sono puntualmen-te diffuse attraverso il sito internet dedicato(www.gruppo-benessere-amop-it); il social net-work Facebook (gruppi: PiacenzaOncologia); e,naturalmente, con distribuzione di manifesti ebrochures nello stesso Day Hospital Oncologico.

Per saperne di più:www.epaac.eu - www.integrativeonc.org

FREQUENZAGLOBALE ALLE ATTIVITÀ

- PAZIENTI X EVENTI -

SHIATSU

PIEDI

TT e T

DISTRIBUZIONE DEIPAZIENTI PER ATTIVITÀ

- ATTIVITÀ FISICHE E MASSAGGI -

SU SEDIA

SUONO

ACQUA

SHIATSU

PIEDI

TT e T

SU SEDIA

SUONO

ACQUA

Come ben sappiamo, uno dei trattamenti prin-cipali del carcinoma mammario, è l’ormono-terapia. L’ormonoterapia, o terapia ormona-

le, consiste nella somministrazione di farmaci chebloccano l’attività degli ormoni estrogeni, ritenuticoinvolti nell’insorgenza e nello sviluppo di almenoun terzo dei tumori mammari. Le categorie dei farmaci ormonali utilizzati si divi-dono a seconda del meccanismo d’azione, e princi-palmente in tre categorie: • Antiestrogeni (impediscono alle cellule tumoralidi utilizzare gli estrogeni prodotti dall’organismo,inibendo così la loro crescita).• Inibitori dell’aromatasi (bloccano la produzionedegli estrogeni).• Analoghi dell’LH-RH (detti anche down-regulatoripofisari; inducono la menopausa farmacologicaattraverso il blocco degli ormoni ipofisari che sti-molano la sintesi degli estrogeni).

La terapia ormonale è in genere ben tollerata e pro-voca effetti collaterali gravi solo in rari casi; tuttaviacomporta una serie di effetti, oltre che sul tumore,anche sul resto dell'organismo.Uno degli effetti collaterali riportati, è una diminui-zione di alcune prestazioni cognitive, in particolaredelle capacità attentive, e delle funzioni mnesiche.Alcuni farmaci propri del trattamento ormonotera-pico, possono accentuare quello che è il calo fisiolo-gico delle nostre funzioni cognitive. Pertanto è utileintervenire mantenendo allenata la nostra mente,

Corsi di Allenamentodella Memoria

Dott.GiuseppeRoccaNeuropsicologo

Dott.ssaLauraBellocchiNeuropsicologo

SHIATSU SU SEDIA PIEDI SUONO TT e Y ACQUA

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ed evitando il più possibile l’inattività mentale e fisi-ca. Per questo motivo, l’associazione ARMONIA diPiacenza, ci ha invitato a realizzare il corso di“Alllenamento della memoria”: un corso rivolto atutti quelli che iniziano ad avvertire qualche diffi-coltà legata alle “smemoratezze” della vita di tutti igiorni. Il corso dà alcune informazioni generaliriguardo al funzionamento della nostra memoria, einsegna qualche strategia per migliorarla. La finalitàche ci si propone, è quella di ottimizzare le capacitàcognitive attraverso l’esecuzione di esercizi chemantengano “allenato” il nostro cervello, e l’appren-dimento di tecniche al fine di implementare lamemoria e le altre funzioni cognitive a lei connesse,quali ad esempio l’attenzione ed il pensiero logico.Si parte dal presupposto che il nostro cervello abbiala capacità di modificarsi e di creare sempre nuovinetwork di neuroni, pertanto, con la giusta stimola-zione, ogni persona, attingendo dalle proprie risor-se può modificare ed incrementare il proprio reper-torio cognitivo, migliorando l’efficacia e la funzio-nalità delle proprie abilità. Gli incontri si svolgono acadenza settimanale, hanno una durata di 90 minu-ti e sono strutturati in modo tale da alternare lavorodi gruppo ed esercizi individuali.

La Nuova Armonia 29

Esercizio

Provate a leggere ad alta voce questa lista di parole:

televisore, automobile, cane, melo, lago, materassi,scarpe, barba, racchetta, moglie, telefono, coccodrillo,forno, grattacielo, biglie, rete, vacanza.

Ora contate tutte le parole, rileggete attentamente tutto,coprite la lista e provate a riscriverle su un foglietto.Quante ne avete identificate? Da 3 a 8 siete nella mediadelle risposte, da 9 a 13 avete una memoria efficiente.Dalle 14 alle 17 risposte esatte avete sicuramente usatoqualche tecnica di memorizzazione.

Riprovate ora l’esercizio leggendo il seguente raccon-tino, cercando di visualizzare nella vostra mente quan-to state leggendo:

Immaginate di tornare a casa stanchi dopo una dura gior-nata di lavoro e-clic-accendete il vostro TELEVISORE.Fate zapping e la vostra attenzione si sofferma su unarossa e fiammante AUTOMOBILE. Notate che c’è qual-cosa di strano perché alla guida dell’automobile c’è unpelosissimo CANE. Il cane non è molto bravo allaguida, sbanda a destra e a sinistra e-sdeng-sbatte con-tro a un MELO. Le mele cadono e si tuffano in un lim-pidissimo LAGO. Notate che c’è qualcosa di stranoperché al centro del lago affiorano tre morbidissimiMATERASSI. Su questi materassi c’è un nostro amicoche si tuffa, giunge a riva e indossa delle buffissimeSCARPE da clown. Con queste scarpe inizia a correre,entra nel bagno di casa vostra e si rade la sua foltissi-ma BARBA. Mentre si rade la barba contento e soddi-sfatto riceve un colpo in testa scagliatogli da unapesante RACCHETTA. A colpirlo con la racchetta èstata la sua bruttissima MOGLIE. Tra i due scoppia untremendo litigio interrotto dallo squillo del TELEFONO.La moglie parla ore ed ore al telefono finchè la cornet-ta non diventa bollente, verde, squamosa e si trasfor-ma in un ferocissimo COCCODRILLO. La moglie pren-de il coccodrillo per la coda ed essendo ora di cena losbatte in un caldissimo FORNO. Il forno comincia a lie-vitare sempre di più, arriva al terzo, quarto, quintopiano e diventa un altissimo GRATTACIELO. È tuttofatto di vetro e alla prima folata di vento si frantuma inmille pezzi che si trasformano in coloratissime BIGLIE.Una di queste, la più grande, la più colorata finisce inun campo da calcio, la prende un terzino sinistro lapassa all’attaccante che la butta in RETE. L’allenatore,contento e soddisfatto porta tutta la squadra a fare unameritata VACANZA.

Provate ora a riscrivere tutta la sequenza partendo dal-l’immagine del televisore e sicuramente riscriveretetutta la lista o almeno il 99% di essa. Difficile? No vero?

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La DMT si rivela una proposta preziosa d'inter-vento integrativo nei quadri clinici delledonne operate di tumore al seno in quanto

tiene conto delle difficoltà del singolo individuo nelpieno rispetto della sua totalità, permettendogli difare un'esperienza del limite, a partire da una diver-sa prospettiva, che lo aiuti a divenire protagonistadella sua stessa vita. La danza-terapeutica rinforzale parti “sane” affinché quelle “malate” venganointegrate in un senso di percezione corporea globa-le. Il gruppo “Movimento armonico” che conduco

per Armonia è composto dautenza integrata, nel quale tutti,a diversi livelli, incontrano ilproprio limite. La risorsa di ungruppo che si apre al confrontocon la propria parte “malata”crea un’alleanza speciale, la rela-zione che si crea è molto delica-ta e profonda e permette allepersone di sentirsi libere di esse-re ciò che sono con e grazie alleloro diverse abilità, diventandocosì consapevoli che il limite èuna risorsa da cui partire per piùampi processi creativi di tra-

sformazione. L’intento del laboratorio proposto daArmonia è dunque quello di promuovere e crearespazi e occasioni di condivisione tra le partecipanti,nonché di valorizzazione delle risorse individuali,attraverso l’uso del movimento e delle tecniche arti-stiche intesi come mezzi per la scoperta di sé e delle

proprie capacità di espressione, restituendo adognuno la propria unicità espressiva, nell’unità dimente-corpo-relazione. La metodologia in questio-ne si pone come obiettivo primario quello di creareun setting altamente accogliente all’interno delquale ciascun partecipante trovi la sua particolaremodalità di espressione In questi incontri mi prefig-go di agevolare la conquista del benessere attraver-so un percorso di conoscenza personale, di consa-pevolezza corporea, di sviluppo della creatività, direcupero, costruzione e ampliamento di molteplicimodalità espressive e comunicative in un ambito disocializzazione. Ogni singolo linguaggio artisticooffre inoltre, grazie alle sue peculiarità, una specifi-ca risposta ai singoli aspetti problematici. Le partecipanti sono così accompagnate al mante-nimento di capacità residue, al recupero di abilitàparzialmente decadute e alla scoperta di nuovepotenzialità, al recupero del piacere funzionale edell’unità psico-corporea, alla stima del sé, al rico-noscimento del sé positivo, all’autonomia, allacostruzione/potenziamento del proprio senso diidentità, per poter comunicare con gli altri entrorelazioni interpersonali costruttive e soddisfacentie, sul piano emozionale e relazionale, dissolveresituazioni di emarginazione psichica e/o socialeconsentendo di esprimere, in maniera adeguata,ciò che sentono. Il riscontro positivo delle Allieve miha messo in condizione di procedere con sicurezzae soddisfazione verso traguardi di benessere possi-bili per tutte loro.

Dott.ssaFranca DioliDanzaMovimentoTerapeuta

Corso di movimento armonicoLa totalità corpo-mente è presupposto di base della DMT che, considerando l'uomo nella sua totalità psico-fisica, utilizza il limite come punto di forza: a partire dalla sua presa di coscienza molto può accadere...

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La Nuova Armonia 31

Noi vi insegneremo a dominare la paura, agirare a testa alta, vi insegneremo quantopotete essere forti se solo lo volete. Perchè la

vera forza parte innanzitutto da dentro, non dallebraccia, ma dalla mente, dallavolontà. Parliamo di forza di rea-gire alla paura, forza di chiedereaiuto, forza di far vedere chi siete,forza di impedire a questi uomi-ni di approfittarsi di voi e dellavostra femminilità. Allenamentofisico per poter avere energiaconsolidata, per poter fuggiree/o reagire, tecniche antistupro,tecniche di evasione da strango-lamento, come gestire un aggres-sione da coltello, una minaccia

da pistola e con ogni genere di situazione che puòcapitarvi tra le mura domestiche o fuori in strada. Silavorerà sotto stress in modo da simulare ciò cheaccade in noi quando siamo in stato di panico e nonriusciamo a reagire perchè immobilizzati, vi insege-neremo a tutelarvi e ad avere un atteggiamento sicu-ro e deciso, in modo d avere meno possibilità diessere delle vittime. Perchè voi non siete vittime,siete donne !!

AngeloMinnitiInsegnante

Difesa Personale

Da questo autunno seguo da“dietro le quinte” i corsi di

Armonia che si svolgono nel cen-tro di via Pallastrelli. I corsi sonotre e sono diversi per tipo e natu-ra. Il corso del lunedì è movimen-to armonico (o danza armonia):consiste in una danza spontaneache ogni partecipante vive comemomento di liberazione edespressione di sé, in contatto congli altri ma soprattutto con séstessi, senza giudizi, senza imba-

razzo o vergogna. Vedo e sento che ognuno si sentedavvero libero di esprimersi, cosa abbastanza rara inaltri ambiti. Il giovedì è dedicato al corso di allena-mento della memoria che è, invece, un corso piùsimile ad una lezione scolastica, le lezioni sono voltea migliorare l’apprendimento e di conseguenza lamemoria con test, questionari e verifiche. Un filo di

sana competizione carat-terizza questo corso e lorende più accattivante,ognuno si sente motivatodall’altro a fare meglio. Ilvenerdì è il giorno di difesapersonale, il corso per ledonne. Vengono insegnatetecniche di autodifesa eviene spiegato come com-portarsi in caso di possibilepericolo, sfruttando tuttoquello che si può avereaddosso o nella borsa. Iltutto provando ad eliminarele proprie paure prendendo coscienza delle proprie“forze”. Utile oltre che divertente. I tre corsi sono sìdiversi ma hanno qualcosa che li accomuna: l’espres-sione di sé stessi, con i propri limiti, ma anche con ipregi che vengono sempre valorizzati.

Corsi in Armonia

I corsi in locandina organizzati da Armonia sono:GRATUITI PER TUTTE LE SOCIE OPERATE AL SENO

e sostenuti economicamente dall’organizzazione internazionale Susan G.Komen - Italia

Per informazioni e dettagli sui corsi: Tel. 328 2335502 - 338 8674267

Nel 2014 l’attenzione dell’associazione

sarà rivolta in modo particolare a facilitare la cura del

linfedema oncologico cronico.

BeatriceStrinatiSegreteria SVEP

Alcune allieve del Corso con gli Istruttori

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Avere una malattia seria toglie in qualsiasi cir-costanza un po? di spensieratezza alla vitasessuale. Questo è ancora più vero nel caso

del carcinoma alla mammella. Nella nostra cultura ilseno viene considerato avere un grande impattonella vita sessuale. Molte donne provano piacere allosfioramento, accarezzamento e manipolazione dellamammella e del capezzolo che quindi consideriamouna parte importante nei giochi amorosi. Allo stessomodo la visione del seno di per sé è causa di piacereper entrambi i partners. Alla diagnosi di tumore alla

mammella, questo fattore puòvenire meno anche se non è ilseno il responsabile ma la malat-tia che lo ha attaccato. Per questomotivo è molto utile la possibili-tà che abbiamo oggi di ricostru-zione mammaria di livello sem-pre migliore in modo tale che ladonna allo specchio possa rico-noscersi una volta sconfitta lamalattia. I trattamenti poi posso-no portare a uno stato di meno-pausa precoce temporaneo oanche permanente causandodolore intimo durante la pene-trazione. A questo si aggiunge

uno stato di affaticamento cronico che porta a con-siderare il letto il posto giusto solo per dormire e nonper stare bene con il proprio partner. Può succedereche i disturbi sessuali durino di più rispetto alla curadella malattia al seno e possano essere un persisten-te motivo di insoddisfazione che non può e nondeve essere sottovalutato. La qualità della vitadurante e dopo le cure sono molto importanti e lapossibilità di avere momenti di intimità appaganti èfondamentale. Se la diagnosi viene fatta in età ferti-

le, è opportuno procedere tempestivamente ad unintervento ginecologico di laparoscopia per il prelie-vo e successiva crioconservazione del tessuto ovari-co. Questo permette, una volta sconfitta la malattia,di preservare la fertilità. In qualsiasi momento dellavita comunque i momenti di intimità sono un beneprezioso e i problemi o dubbi devono essere discus-si con il medico: le difficoltà che molte donne hannopossono essere affrontate con qualche strategia. Inprimo luogo scoprire ogni parte del corpo e nonfocalizzarsi solo sulla penetrazione vaginale. Ognicentimetro di cute va esplorato ed apprezzato conmolta calma. L’utilizzo di formule “idratanti” vagi-nali è da considerarsi come l’utilizzo della crema peril viso: una costante da usare tutti i giorni. Questeformule vanno applicate con un massaggio vaginaleprolungato che provoca un maggiore assorbimentoda parte dei tessuti: la particolare tecnica può essereillustrata dettagliatamente dal ginecologo di fiduciacome l’utilizzo di appositi dispositivi intravaginali.Come tutte le ginnastiche gli esercizi devono essereiniziati il più precocemente possibile e continuaticon costanza ! Oltre a questo, gli esercizi di Kegelcioè la contrazione volontaria della muscolatura delpavimento pelvico ripetuta ed alternata con il suorilasciamento (come quando si trattiene volontaria-mente il flusso di urina una volta iniziata la minzio-ne) possono aiutare a rilassare la zona in caso siabbiano già avute esperienze di rapporti penetratividolorosi; infatti per timore di provare ancora doloreè possibile che si verifichi una contrazione involon-taria che farà si che si proverà ancora dolore ed èproprio questo che andiamo a combattere.Ugualmente importante è fare attività fisica costan-te dato che gli effetti positivi si riscontrano anchenell’intimità, e se possibile eseguire attività fisicainsieme (anche solo camminata veloce !) Una ali-mentazione equilibrata e un introito d’acqua ade-guato è molto utile: la disidratazione può portareanche secchezza vaginale. È fondamentale comuni-care con il partner le proprie emozioni, i propri desi-deri e quello che è piacevole rispetto a ciò che lo èmeno: la comunicazione è molto importante, nondimentichiamoci mai che il corpo e la mente umaniviaggiano sempre insieme !!!

Dott.ssaMaria DilettaDaccòGinecologaOspedale di Piacenza

Intimità dopoil carcinomaalla mammella

Parte 1

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Dopo l’esperienza di untumore al seno moltecose cambiano nel corpo,

nella mente e nelle relazioni diuna donna, anche a distanzadalla malattia in quanto i tempidella convalescenza psicologicasono più lunghi rispetto alla con-valescenza fisica. Una ricerca diMcKean et al (2013) ha esploratoil processo di recupero dopo iltumore al seno, evidenziandocome siano cruciali alcuni pas-saggi che riguardano le connes-sioni tra funzioni autoriflessive(sentirmi ancora me stessa),

interpersonali (sentirmi accettata e “normale”) elegati ai ruoli sociali (tornare a una vita normale),dove anche la vita sessuale rappresenta una dimen-sione importante di benessere. Al momento delladiagnosi e nelle prime fasi, frequentemente correla-te a più alti livelli di ansia e depressione rispetto afasi successive, la preoccupazione per i cambiamen-ti nell’intimità è in genere ridotta, in quanto il pro-cesso di adattamento alla nuova condizione dimalattia è maggiormente centrato sulla preoccupa-zione per la sopravvivenza, sul mantenimento dellapropria integrità fisica e psichica, sulle ripercussioninel proprio contesto relazionale e nella quotidianità,sul recupero di un senso di controllo, sulla ricerca diun significato rispetto a quanto sta avvenendo,mentre per esempio le ripercussioni sull’attrattivasessuale non appaiono prioritarie (Luker etal.,1996).Nelle fasi successive, i fattori che possono avere unruolo sull’immagine di sé e sulla salute sessuale inseguito ad un tumore al seno possono riguardare:

caratteristiche della donna (quali ad esempio l’età, isuoi ruoli e le sue relazioni al momento della dia-gnosi, la consapevolezza e l’autostima corporea,aspetti legati alla personalità e al progetto di vita);caratteristiche della malattia e del percorso di cura(ripercussioni legate a chirurgia conservativa omastectomia, rischio di linfedema, cure ormonali,conseguenze di cure oncologiche come l’eventualeperdita di capelli, aumento di peso, menopausaiatrogena); aspetti legati al contesto relazionale esociale, sia come rispecchiamento dell’immagine disé che come rete supportiva, aspetti che modulano iprocessi di ristrutturazione dell’identità e dei molte-plici ruoli della donna. Quest’ultimo punto è statopoco esplorato ma alcuni studi hanno fatto emerge-re come per esempio il ritorno al lavoro rappresentiun fattore correlato al benessere anche nella sferasessuale. Uno dei fattori strettamente legati allasalute sessuale è l’immagine corporea, che può esse-re profondamente intaccata in seguito alle cure chi-rurgiche e oncologiche: alcune donne non riescononeppure a guardarsi allo specchio subito dopo unintervento, possono sentirsi insicure e in seguitoprovare vergogna per le cicatrici e i cambiamentisubiti, non sentirsi attraenti e desiderabili, evitare dimostrarsi nell’intimità ed escludere il seno dallesituazioni legate al piacere. Anche la sensibilità nelseno operato può ridursi notevolmente, può perma-nere la sensazione di sentirsi invase e in qualchecaso percezione di dolore. La relazione con il partnerè un forte elemento predittivo rispetto all’insorgeredi problemi sessuali e della relazione: l’esperienzadella malattia mette in discussione gli equilibri pre-cedenti della coppia e richiede continui adattamen-ti prima, durante e dopo le cure. In molti casi i pro-blemi nella sfera sessuale e nella relazione di coppiaerano pre-esistenti rispetto alla malattia. In seguito isentimenti di vergogna e inadeguatezza, la paura diessere abbandonata o rifiutata, il non sentirsi soste-nuta o capita, il timore di non essere attraente odesiderabile, il sentirsi diversa e minacciata, leparallele difficoltà e i possibili vissuti di impotenzada parte del partner, sono vissuti comuni ma chepossono minare il desiderio e la ricerca di intimità. Per gestire i diversi problemi nella sfera sessuale puòessere utile avere un atteggiamento ottimista e posi-tivo: la sessualità può essere riesplorata e riconqui-stata con pazienza, condivisione e voglia di giocare.È importante riconoscere che le difficoltà che sistanno vivendo sono normali reazioni nell’affronta-re un’esperienza un po’ fuori dal normale, per cui sipuò avere anche diritto di sentirsi arrabbiati odepressi o non avere desiderio, senza sentirsi incolpa per questo e sapendo che molti problemi pos-sono essere superati.È utile parlare apertamente con il partner rispettoalle paure, alle sensazioni, al modo in cui ci si sente

Dr.ssaAntoniettaProvinzanoPsicologaAzienda Ausl PiacenzaU.O. Emergenza Urgenza DSM

La Nuova Armonia 33

Parte 2

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Il seno è stato nella storia del-l’uomo l’unica fonte di nutri-zione per i nuovi nati, per lo

meno fino all’avvento del latteartificiale e dunque la mammellaè nell’inconscio della donna laperpetuazione e la resposabilitàetica della specie umana. Questaimmagine della donna è stataampiamente consacrata nell’arteantica e moderna, ma in tempirecenti essa è diventata anchestrumento di autopromozione edi professione ( le cosiddette PinUp, le veline ecc...). Una qualun-que malattia che colpisce questoorgano causa non solo una

menomazione fisica ma anche una sofferenza psico-logica, soprattutto se si tratta di donna giovane. Inquesti anni la più importante e frequente malattiadel seno, il cancro, colpisce sempre di più le donnegiovani o in età fertile, a differenza di quello cheavveniva in passato quando in una paziente al disotto dei 40 era particolarmente raro. Tra esse visono donne in attesa di trovare un compagno, futu-re mamme o giovani mamme con figli piccoli da cre-scere, o comunque donne ancore piene di entusia-smo per la vita indipendentemente dall’età. Lemutilazioni provocate in passato da cure eccessiva-mente traumatiche comportavano spesso unaemarginazione dalla vita sociale e familiare seguite avolte da perdita del lavoro, del compagno o marito,ma soprattutto della autostima e della cessazionedella vita sessuale.In questi anni con la presa di coscienza del proble-ma del cancro del seno da parte delle donne stesse,dei medici e della ricerca, sono sorti nel mondo occi-dentale organismi che hanno incentivato le cono-scenze biologiche e mediche che hanno permessomiglioramenti nelle di cura con innalzamento dellasopravvivenza dal tumore (con guarigioni oggi oltreil 90 %) e soprattutto una qualità di vita straordina-riamente migliore che in passato. Fino agli anni ’80la chirurgia del tumore mammario era rappresentata

quasiesclusivamentedalla mastectomiaradicale sec. Halsted o suevarianti (la mastectomiamodificata). Gli effetti fisici devastanti di taleintervento sono un ricordo drammatico in moltedonne allora operate e dei loro familiari. Oggi questiinterventi si sono drasticamente ridotti di numero ecomunque vengono eseguiti con una cura chirurgi-ca ben diversa. Inoltre l’introduzione della biopsiadel linfonodo sentinella ha limitato l’uso della lin-foadenectomia ascellare a solo il 20 % dei casi tota-li. Inoltre casi drammatici di “Grosso Braccio post-mastectomia” sono diventati eccezionali. Attualmente si pratica un tipo di trattamento chirur-gico chiamato Oncoplastico che prevede un pianoterapeutico personalizzato per ogni malata a secon-da del tipo di tumore, con risparmio dei volumi edella simmetria, della cute e spesso anche del capez-zolo. Inoltre la chirurgia plastica può eseguire neicasi più demolitivi ricostruzioni con protesi o conlembi muscolari, con eventuale ricostruzione delcapezzolo e della areola tali da ridare conformazioninaturali ed esteticamente gradevoli. Completano il panorama terapeutico e riabilitativoil contributo della ginecologia e della psicologia chedanno un aiuto alla donna alla normalizzazionedella vita sessuale e anche alla possibile procreazio-ne una volta completati i cicli chemioterapici e laguarigione dal cancro, e la riabilitazione fisica e psi-cologica indispensabili per un consolidamento delleripresa di una vita normale. Concluderei questebrevi note dicendo che in altri tempi una donnaguarita dal tumore non avrebbe potuto esibirsi efarsi fotografare pubblicamente per un calendario inpose sensuali ! Oggi può.

Dott.FrancescoMontagniChirurgoSenologico

Azienda Ausl PiacenzaU.S.Chirurgia Senologica

nella relazione nei diversi momenti nella quotidiani-tà. L’intimità è prima di tutto un fenomeno mentale,di relazioni con se stessi oltre che con gli altri: nascedalle aspettative, modellate dalle esperienze nell’ar-co di vita, che abbiamo rispetto all’incontro con l’al-tro e influenza le capacità e disponibilità a comuni-care e condividere vissuti, sentimenti, corporeità.

È importante anche superare i tabù nel rapportomedico-paziente e poter condividere con i propricuranti le eventuali difficoltà sia individualmenteche insieme al partner. Allo stesso modo può essereutile un percorso psicologico o più prettamente ses-suologico per ripristinare l’equilibrio preesistente emobilitare le risorse personali e della coppia.

Parte 3

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Èstato attivato un servizio di ascolto in più, unospazio particolarmente accogliente, per ledonne che hanno subito un intervento al seno,

per aiutarle ad affrontare insieme interrogativi,paure, a ritrovare forza e fiducia in se stesse, com-piendo un cammino di crescita personale: è il“Counseling Piacenza” dell’associazione “LaRicerca” che, grazie ad un’intesa con “Armonia”,mette a loro disposizione la pluriennale esperienza

professionale di vicinanza allepersone che stanno attraversan-do un momento critico della lorovita. In particolare il servizio cheproponiamo intende dare la pos-sibilità a queste donne di parlaredella loro esperienza, rielaboran-do vissuti ed emozioni, fino a rin-forzare le proprie capacità discelta o di cambiamento. Unmetodo efficace che abbiamo giàsperimentato, e con successo, indiverse situazioni, con personeche hanno dovuto affrontareproblemi familiari, di lavoro, dimalattia, di coppia, ed anche ildoloroso momento del lutto, diuna perdita. E siamo convinti che

possa offrire un valido sostegno anche nella malattiaoncologica. Ogni donna reagisce in modo personale

ad una diagnosi di tumore: c’è chi sta nel rifiuto, chicombatte, chi si lascia prendere dal-

l’ansia e dalla depressione,

chi sirassegna, chi si sente schiacciatadalla malattia. Emozioni come paura, rabbia, sensodi colpa, abbandono, tristezza possono prendereconnotazioni diverse e unite ai cambiamenti chepossono riguardare l’immagine corporea esprimonola difficoltà a riorientare e riprogrammare il propriofuturo. Il cancro inizia come una malattia delle cellu-le, ma finisce con l’essere una malattia anche dellospirito e rappresenta sempre una prova esistenzialesconvolgente, che riguarda tutti gli aspetti della vita:il rapporto con il proprio corpo, il significato datoalla sofferenza, alla malattia, alla morte ed esige uno

sforzo continuo e ripetuto di adattamento. Tuttoquesto viene affrontato insieme ai nostri counselorsin un percorso di sostegno e “riorientamento” che intempi brevi è capace di attivare nelle persone le risor-se individuali, relazionali e sociali che consentonoun processo evolutivo che rafforza, perché fondatosull’autonomia: insieme si cerca di rielaborare i vis-suti della malattia oncologica, la persona è indotta ariflettere sul senso e significato della malattia, pren-dendosi cura di sé in un nuovo equilibrio corpo-mente, lavora sulle sue stesse emzioni, sulle proprierelazioni... Al Counseling Piacenza – che ha sedesullo Stradone Farnese 96, a Piacenza - tutto avvienein modo assolutamente informale, partendo da sem-plici colloqui durante i quali il counselor, crea ipote-si di “cammino insieme”, mediante un ascolto attivo,un dialogo intimo fatto di domande, confronti, rifles-sioni che aumentano nella persona l’autoconsape-volezza e l’autodeterminazione necessarie ad orga-nizzare al meglio le proprie risorse per superare ledifficoltà e compiere scelte di cambiamento.

Per saperne di più telefonare al numero 0523 338710 o al cell. 346 3168759

Email: [email protected]

Il Counseling

PatriziaDe MicheliResponsabileServizi dell’Ascoltoe CounselingAssociazione“La Ricerca Onlus”

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Anche quest’ anno riparte la seconda edizionedel progetto Seta (acronimo di Seno e TerapiaAlimentare) attivato dall’Ausl di Piacenza con

l’obiettivo di offrire alle donne affette da neoplasiaalla mammella un percorso dedicato al migliora-mento dello stile di vita (dieta sana ed equilibrata,regolare attività fisica e astensione dal fumo) secon-do i criteri del Word Cancer Research Fund andAmerican Institute of Cancer Research(WCRF/AICR) 2007 per la prevenzione delle neopla-sie e delle recidive. L’iniziativa è frutto di una colla-borazione tra l’unità operativa di Nutrizione clinica

della Medicina Eri e il diparti-mento di Oncoematologia, insinergia con l‘UniversitàCattolica del Sacro Cuore diPiacenza, il Laboratorio Analisi ela Medicina dello Sport.L’obiettivo è quello di ridurre ifattori di rischio attraverso unasana alimentazione e una, nonmeno importante, regolare atti-vità fisica; l’Organizzazionemondiale della sanità ha lanciatoinfatti lo slogan dei “10.000 passial giorno” (1/2 ora di attività fisi-ca = 5.000 passi, 1 ora 10.000passi). Possono partecipare alprogetto donne di tutte le etàcon pregresso tumore mamma-

rio e che abbiano terminato la terapia da almenodue mesi. Attualmente vengono seguite 80 donneche, a piccoli gruppi, partecipano ad una serie diincontri con le nutrizioniste/dietiste, per conoscerele informazioni di base della nutrizione (carboidra-ti, proteine, lipidi, vitamine, sali minerali e fabbiso-gno idrico); e gli alimenti particolarmente indicatisecondo gli studi scientifici a prevenire le recidive.Quest’anno va in scena un‘inedita iniziativa praticain collaborazione con il Campus Agroalimentare“Raineri – Marcora” che prevede la cooperazione diprofessori e studenti per aiutare le “nostre donne ”nella preparazione di piatti prelibati con cibi saluta-ri in modo creativo. Le lezioni pratiche si svolgonouna volta al mese suddivise in due turni e qui le par-tecipanti, non solo assistono alle preparazioni deipiatti, ma hanno la possibilità di interagire con iprofessori e studenti per conoscere tutti i “trucchi

Sono coinvolti nel progetto • U.O. di Oncologia: Direttore Dr. L. Cavanna,

con la Dr.ssa C. Biasini, il Dr. M. Ambbrogi e la Dr.ssa C. Di Nunzio,

• Università Cattolica di Piacenza Dr. F. Rossi• Laboratorio Analisi Dr. M. Confalonieri• Servizio Dietetico• Dr.ssa M. Negrati responsabile UO Nutrizione Clinica • Dr.ssa M.A. Pazzoni Dietista• Dr.ssa C. Perri Dietista• Dr.ssa C. Razza Biologa Nutrizionista• Dr.ssa F. Felicioni Biologa Nutrizionista

Sana alimentazionee regolare attività fisica per prevenire il rischio di recidive

Dott.ssaMara NegratiResponsabileUnità Operativadi NutrizioneClinica

del mestiere”. L’atmosfera che si percepisce durantequesti incontri, come ci racconta la Dr.ssa Felicioniche accompagna sempre i gruppi, è di grande parte-cipazione e curiosità e l ‘armonia che si istaura tra iprovetti cuochi e le attente apprendiste è veramenteforte quasi magica…

Il 22 novembre 2013, al campus è stata allestita unacena “speciale” per raccogliere i fondi per finanziare ilprogetto . Usiamo la parola “speciale” perché le pietan-ze sono state preparate dagli stessi studenti, guidatisempre dai loro docenti, con alimenti tipici della dietamediterranea. Inoltre il servizio ai tavoli è stato effet-tuato anch’ esso egregiamente da studenti dell‘indirizzosala-bar. Il menù prevedeva gustosi antipasti con ver-dure, risotto con radicchio rosso e nocciole, riso venerecon gamberi, cavolo verde e pomodorini, gnocchetti dirapa rossa e crema di zucca, scaloppine e spiedini dipollo, insalate e spiedini di frutta. Le oltre 120 personeche hanno partecipato all’evento hanno apprezzato ilmenù e applaudito calorosamente i giovani cuochi ecamerieri, che hanno lavorato gratuitamente per ilnostro Progetto, chiedendo con entusiasmo di ripetereal più presto la serata.

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Che cos’è un linfedemasecondario?Il linfedema secondario è unristagno di liquidi a livello tissu-tale la cui causa risiede nell’inca-pacità del sistema linfatico didrenarlo, cioè di indirizzarloverso le stazioni linfonodali delcollo, ascella, torace ed inguinee quindi verso il dotto toracico eil dotto linfatico destro per vei-colarlo, infine, nella circolazionevenosa. L’insufficienza è di tipomeccanico ed è dovuta alla

costrizione o all’eliminazione di vasi linfatici e\o lin-fonodi a seguito di cause interne o esterne (es. ope-razioni chirurgiche).

In quanti casi si sviluppa in seguito adun’operazione per asportazione di untumore al seno?Il 25% circa delle pazienti operate per tumore alseno, sviluppa un linfedema secondario all’artosuperiore e/o del cavo ascellare, tronco, mammelladalla parte corrispondente al lato operato ossia nenota un aumento di volume. Certamente le nuovetecniche chirurgiche applicate alle neoplasie mam-marie ne hanno ridotto l’incidenza, di fatto però unintervento di tumerectomia con rimozione del linfo-nodo sentinella associato a terapia radiante, esita inun linfedema secondario del seno e della paretetoracica ben nel 70% dei casi. Nel caso se ne ravve-desse la necessità è possibile eseguire un sempliceesame, la BioImpedenziometria Segmentale (BIS) edindividuare il linfedema ancora prima che ne com-

paiano i classici segni clinici e richiedere la supervi-sione di un medico specializzato in linfologia.

Come e quando si sviluppa?Il linfedema secondario normalmente esordiscenella regione del centro linfonodale danneggiato;nel caso dell’arto superiore inizia nella regione dellaspalla per poi invadere braccio ed avambraccio.In seguito ad un intervento, nel:

• 30% dei pazienti il linfedema si sviluppa nei primi 6 mesi;

• 30% dei pazienti il linfedema si sviluppa nei 6-12 mesi successivi;

• 25% dei pazienti il linfedema si sviluppa dopo il 2 anno. (*)

Negli altri casi appare più tardi magari dopo decenni epuò essere il primo segno di recidiva di una neoplasia.

Che complicazioni può portare il linfedema?Il linfedema non trattato può portare diverse com-plicanze, le più comuni sono:• Erisipela (infezione batterica)• Linfocisti • Fistole linfatiche• Dermatiti e micosi cutanee • AngiosarcomaOltre a queste non devono essere tralasciati i proble-mi di funzionalità dell’arto e l’impatto psicologicosulla vita delle pazienti.

Una volta diagnosticato come si cura illinfedema?Il linfedema post-mastectomia è trattato principal-mente con metodi conservativi che possono essereapplicati precocemente per evitare la progressionedell’edema e lo sviluppo di fibrosi. Questi metodi pos-sono inoltre ridurre l’incidenza delle infezioni (erisi-pela) e la diminuzione della qualità della vita dellepazienti, situazioni comuni quando il linfedemadiventa cronico. La principale terapia conservativa èla Terapia di Decongestione Combinata, il cui scopo èquello di aumentare la capacità di trasporto del siste-ma linfatico. È costituita da due parti fondamentali:

1 - Il LINFODRENAGGIO MANUALE

2 - TERAPIA COMPRESSIVA CON BENDAGGIO o GUAINA a seconda della fase

Partendo dal presupposto che tutte le donne opera-te di tumore al seno sviluppano un edema postope-ratorio causato da danni ai tessuti, il linfodrenaggiomigliora in modo significativo la risposta linfatica epermette una riduzione più precoce dell’edema.Per questi motivi è giustificato iniziarla già dal gior-no successivo all’operazione eseguendo le manovrea distanza dalla cicatrice al fine di creare una sorta dirichiamo periferico rispetto alla zona dell’interven-to. Il riassorbimento dell’edema consentirà di inizia-re la terapia radiante su di una zona già decongestio-nata. Indipendentemente dalla terapia di deconge-stione combinata, il paziente in fase post-operato-ria, deve attenersi a determinate misure precauzio-

Ecco le rispostealle più frequentidomande sulLINFEDEMA ONCOLOGICODELL’ARTO SUPERIORE

Dott.ssaGiorgia PivaFisioterapista

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nali per tutelare l’arto e indipendentemente dal fattoche sviluppi o meno un linfedema, dovrebbe evitareper quanto possibile, interventi chirurgici o mano-vre invasive sull’arto del lato operato.

Cos’è il Linfodrenaggio Manuale secondoVodder?Fino a 50 anni fa il linfodrenaggio era la cenerentoladella medicina sebbene le prime descrizioni delsistema linfatico risalissero al sedicesimo secolo. Illinfodrenaggio manuale venne messo a punto daEmil und Estrid Vodder negli anni 30 dello scorsosecolo e fu sviluppato successivamente prima daldott. Asdonk e poi dai Wittlinger che aprirono neglianni 70 la scuola del dott. Vodder a Walchsee inAustria. Il linfodrenaggio manuale secondo Vodder si basa sudeterminati principi:• Leggera pressione di lavoro: il metodo lavora conmanualità a spirale o circolari fatte in direzione del flusso linfatico;• Pressione di lavoro alternata: alterna una fase dipressione ad una fase zero;• Spostamento della pelle: i vasi linfatici sono sotto-cutanei per cui si stimolano spostando il tessuto;• Monotonia: pressioni ritmiche ed uniformi.I suoi effetti sono:• Stimolazione del sistema nervoso autonomo: pro-voca un rilassamento e un effetto analgesico;• Aumento della linfoangiomotricità: spostamentodella linfa e diminuzione dell’edema con conse-guente effetto drenante;• Ammorbidimento delle fibrosi.È particolarmente indicato:• se il tessuto datrattare non si è ancora particolar-mente indurito• se l'edema si presenta nella zona del torace, seno,ascella.

Lo può fare chiunque?Il linfodrenaggio manuale secondo Vodder e più ingenerale la Terapia di Decongestione Combinata,non possono essere eseguiti da chiunque ma solo daterapisti specializzati perché, un linfodrenaggio noncorretto (es. massaggio energico ed intermittentecon alti valori di pressione) può causare in pochiminuti seri danni all’endotelio e ai vasi linfatici. Perquesto motivo è giusto informarsi sul tipo di forma-zione del terapista che ci segue.

Come viene trattato il linfedema?Innanzitutto è necessaria una visita preliminaredove si esegue una raccolta dei dati anamnestici edun ispezione del paziente. In base alle informazioniraccolte, si stila un progetto terapeutico che tieneconto di tutte le esigenze della persona. Il trattamen-to del linfedema, a seconda dello stadio dell’edemae dei problemi correlati, potrà prevedere oltre al lin-fodrenaggio manuale, il bendaggio, il confeziona-

mento e l’educazione all’utilizzo del manicotto, iltrattamento con taping al tronco, lezioni collettivespecifiche, per imparare alcune semplici ma efficacimodalità di auto-trattamento, da eseguire a casapropria ed ancora lezioni di gruppo mirate al benes-sere generale. Nelle lezioni di gruppo i pazienti, conlo stesso tipo di problema, imparano importantiesercizi di decongestione per l’arto edematoso epossono invogliare ad intraprendere un percorsostrutturato mirato a riconquistare armonia e cono-scenza del proprio corpo e a promuovere il movi-mento e l’attività fisica come risorsa indispensabileper una buona qualità della vita.Oltre a quanto esposto e nell'ottica del benesseregenerale, si possono quindi prevedere anche:• sedute di rieducazione funzionale, di terapiamanuale e massaggi a scopo curativo con lo scopo diridurre il dolore, la tensione muscolare e la rigidità.• corsi di ginnastica dolce e globale tipo CORPO ECOSCIENZA, un invito al movimento senza forzatu-re che propone attività specifiche per ottimizzare lefunzioni principali come il respiro, il tono muscola-re, l’equilibrio e l’attitudine mentale. Migliora anchela conoscenza e il movimento delle singole parti delcorpo con l’intento di stimolare la persona nella suaunità. Il percorso è condotto simultaneamente inquattro direzioni complementari: conoscenza di sé,aggiustamento posturale, armonizzazione energeti-ca e gestione delle emozioni. Si articola su cicli sta-gionali adattandosi al ritmo della natura nel rispettodelle esigenze che il corpo manifesta nei diversiperiodi dell’anno.• corsi di tonificazione muscolare e allenamentocardiovascolare a corpo libero o con piccoli attrezzitipo TONIK oppure TRX (Total-body ResistanceExercise): la nuova frontiera dell?allenamento fun-zionale. Durante questo corso si eseguono movi-menti globali che stimolano la resistenza, la forza ela stabilità dell?intero corpo usando il Trx. Un nuovoconcetto di allenamento, innovativo ed efficace checonsente di ottenere un ottimo livello di fitnessgenerale e migliorare le prestazioni sportive o anco-ra WELLNESS: programma personalizzato di attivitàfisica in piccolo gruppo, per raggiungere obiettivi dibenessere e salute senza rinunciare al piacere discambiare quattro chiacchiere.È in atto una convenzione facilitante la cura del lin-fedema tra Armonia e lo studio di Fisioterapia, asso-ciato SILO (Società Italiana Linfologia Oncologica)dove operano gli autori del testo.

Per saperne di più telefonare ai numeri 338 4763334 Giorgia Piva

320 8734279 Giuseppe Molinari

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(*) Le percentuali riportate sono state prese da:

• LYMPHEDEMA Diagnosis and Therapy

• Dr. Vodder's Manual Lymph Drainage

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3 giorni di salute,sport e benessere

Ogni anno, a Bologna, nelbellissimo scenario deiGiardini Margherita, si

svolge una interessante manife-stazione organizzata dalla SusanG. Komen-Italia, la RACE FORTHE CURE, una "tre giorni disalute, sport e benessere ", comeamano definirla gli organizzatoriche culmina, la domenica, con latradizionale corsa di 5 km e lapasseggiata di 2 km. Dal venerdì

mattina al sabato sera al Villaggio Rosa, allestito nelparco, si possono visitare numerose zone dedicate atutti gli argommenti legati, direttamente o indiretta-mente, al tumore al seno. Si possono approfondireargomenti ascoltando conferenze e dibattiti, farevisite o controlli specialistici, provare discipline fit-ness, laboratori di vario genere, partecipare, nelparco, a tornei di Green Volley aperti a tutti, attinge-re consigli di bellezza da esperti make up artist etanto altro. È un'occasione di arricchimento sia dalpunto di vista culturale che umano che merita diessere vissuta. Per saperne di più www.komen.it

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Giusi, Olga, Rita e Gabriella,hanno “portato” Armonia alla Race di Bologna 2013

Per la lottaai tumoridel seno

Sono e siamo riconoscenti a tutti i Professionisti e Volontari che con passione ed entusiasmosi adoperano per condurci verso quello stato di “benessere” che ci fa sentire “guarite” !!! Gabriella Bertinotti

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