Infine, Armonia porta avanti la realizzazione di tutte quel- nuova armonia_2015.pdf · Armonico e...

40

Transcript of Infine, Armonia porta avanti la realizzazione di tutte quel- nuova armonia_2015.pdf · Armonico e...

3La Nuova Armonia

Care Amiche e Cari Amici,sono lieta di presentarVi, come ogni anno, il nuovo nume-ro della nostra rivista “La Nuova Armonia”, quale testimo-nianza di quanto sia stato fatto nell’anno che si è conclu-so e dei buoni propositi per l’anno che verrà. In questoanno Armonia è stata (ed è tutt’ora) particolarmenteimpegnata su due fronti.Il primo impegno a cui Armonia è stata chiamata è dovu-to alla diffusione del fenomeno (poi pubblicizzato daAngelina Jolie) della maggior predisposizione allo svilup-po di tumore al seno o all’ovaio nelle donne che risultanoportatrici della mutazione dei geni BRCA1 e BRCA2.L’argomento è molto complesso ed è in fase di trattazioneda diversi anni, ormai, ma Armonia è parte di un gruppodi ricerca (il primo in Italia) che si è costituito a Pavia ed hal’obiettivo di studiare proprio il rischio genetico nelledonne mutate, da tutti i punti di vista (senologico, chirur-gico, plastico-ricostruttivo, genetico, oncologico, radiolo-gico e radioterapico, psicologico ecc.). Armonia ha, quin-di, contribuito a portare anche a Piacenza gli studiosi chesi sono occupati di sviscerare il problema della mutazionegenetica ed ha impiegato le sue risorse per incrementare ilpiù possibile la formazione dei medici della locale Unità diSenologia e le informazioni da fornire alle donne su que-sto argomento. Ricordo in tal senso il Convegno “Tumorial seno: quando la donna è giovane” che si è tenuto pressoil Park Hotel il 24 ottobre u.s. dove hanno partecipato unatrentina relatori ed il recente contributo di ventimila euroassegnato da Armonia ad una giovane dottoressa in chi-rurgia in servizio presso la Senologia di Piacenza. Qualetestimonianza del lavoro svolto, la nostra rivista riportaalcune preziose interviste rivolte ai professionisti chehanno partecipato al convegno che vi ho indicato.Il secondo fronte su cui Armonia è impegnata è la prose-cuzione del promovimento della realizzazione della cd.Breast Unit, e cioè di un centro qualificato con certifica-zione europea dove si curano le malattie del seno e dove sipuò ottenere la riduzione della mortalità (fino al 98-99%)e il miglioramento della qualità di vita delle donne. Su taleargomento si è detto tanto, ma si è fatto poco, e Piacenzanon può perdere l’occasione di avere nel suo ospedale unCentro di importanza fondamentale quale la Breast Unit.Armonia continuerà, quindi, nella sua azione di lobby,

anche attraverso il contributo di Europa Donna Italia, pergarantire alle donne piacentine il raggiungimento dellecure migliori e la riduzione delle liste dei tempi di attesa.Infine, Armonia porta avanti la realizzazione di tutte quel-le attività che le consentono di essere al servizio delledonne. Proseguono, infatti, i corsi di MovimentoArmonico e di Allenamento della Memoria (completa-mente gratuiti per le donne operate); è stato, inoltre,avviato, grazie al contributo di Komen onlus, il progettofinalizzato alla cura del linfedema e dei disturbi dell’arti-colazione della spalla per le donnemastectomizzate (anch’esso com-pletamente gratuito).Armonia, poi, testimonia la sua vici-nanza alle donne tramite alcunimomenti conviviali che stannoassumendo sempre più importanzaperché sono l’occasione in cui ci sisente tutti parte della stessa grandefamiglia e sono, da un lato, la cele-brazione del Bra-Day e della ormainota sfilata di moda grazie allo stili-sta Martino Midali, e, dall’altro lato,le due cene sociali (una a giugno euna a dicembre) alle quali hannopartecipato oltre centoventi perso-ne per volta. A questi eventi si aggiungono poi tutte le ini-ziative ludico sportive che animano la stagione primave-ra-estate dell’Associazione, come le camminate diPodenzano, del Placentia Half Marathon, di Sariano diGropparello, di Rallio di Montechiaro…In conclusione, tanta strada è stata percorsa, ma altrettan-ta ne rimane da percorrere. Desidero chiudere questobreve intervento, ringraziando tutte le persone che cisostengono con il loro aiuto economico e morale. Infatti,Armonia è prima di tutto un’Associazione di volontariato,perciò la sua vitalità e la sua capacità di sostegno sono ilrisultato della solidarietà e della sensibilità di tutti: c’è chioffre parte del suo tempo, o chi organizza un aperitivo ouna cena di beneficienza, o chi si attiva per consentirci diraccogliere fondi…; a queste persone rivolgo il mio GRA-ZIE, perché ciò che l’Associazione realizza è merito di tutticoloro che portano Armonia nel cuore.

RominaCattivelliPresidenteArmonia Onlus

Editoriale

4

Sommario03 Editoriale

di Romina Cattivelli

05 Se vuoi essere una di noi

06 Attività 2014

10 Corsi, Progetti e Info

Inserto “Donna Giovane”Convegno: Tumori al seno,quando la donna è giovane

(1) Tumori al seno: quando la donna è giovanedi Giorgio Macellari

(4) Intervistaal dottor Carlo NaldoniIl tumore al seno diventa giovane? L’esperienza in Emilia-Romagna. Ne parla il dottor Carlo Naldoni

(7) Intervistaalla professoressa Daniela TurchettiLa mutazione genetica

(10) Intervistaalla professoressa Alessandra GraziottinCon il cancro al seno tre lutti colpiscono l’identità femminile

(13) Intervistaalla dottoressaAlberta FerrariChirurgia preventiva? Sto con la libertà di scelta delle donne

12 Un’opportunità ed un’esperienza raradi Evelina Begnini

13 Donna, Seno e Saluteun DVD per conoscervi meglio

14 Procedimenti chirurgiciancillari in chirurgia ricostruttiva mammaria: un valore aggiuntodi Gerardo Gasperini

16 Mangia la fogliadi Ezio Scarpanti

17 La bacheca di Armonia

18 Questione di formadi Paola Notari

20 Il DIS-AGIO in senologia oncologicadi Franca Oberti - recensione libro

22 Un fulmine a ciel sereno di Barbara Rovelli - testimonianza

23 L’alba del giorno dopo di Ilaria Massini - testimonianza

24 Calendario Appuntamenti 2015

SPEDITA GRATUITAMENTEA CIRCA 1000 DONNE

DI PIACENZA E PROVINCIADistribuita nei più importanti

centri di aggregazione femminileDisponibile presso

la sede dell’Associazione

Rivista di Cultura SenologicaAnno 5 - Marzo 2015

Direttore Responsabile:Romina Cattivelli

Edizione a cura di: TWM srlVia Beati, 51 - Piacenza - Tel. 0523 610 912

Progetto editoriale: TWM srlProgetto grafico e impaginazione:

TWM srl - Caffi Matteo

Per la pubblicità: TWM srlVia Beati, 51 - Piacenza - Tel. 0523 610 912

Stampa: Grafiche Lama srlStrada ai Dossi di Le Mose, 5/7 - PC - Tel. 0523 592859

Se vuoi sostenerci

Se vuoi essere una di noiSEDE

Galleria S.Donnino, 4(2° piano) - Piacenza

TELEFONO / FAX0523 385866

(con segreteria telefonica)

...IN POSTAConto Banco PostaC.C. N. 11746294

IBAN IT80 Y076 0112 6000 0001 1746 294

...IN BANCABanca di Piacenza

Sede centrale - Via Mazzini (PC)

C.C. N. 0022356IBAN IT72 A051 5612 6000 0000 0022 356

[email protected]

FACEBOOKArmonia onlus

SITO WEBwww.armoniapiacenza.it

Informazioni Utili

puoi diventare

SOCIO ORDINARIO• recandoti direttamente in sede

il 1° martedì di ogni mese

• facendo un versamento di 20 euro a mezzobonifico bancario o bollettino postale allegato

In questo caso dovrai poi recarti in sede per:

• Ritirare la tessera di SOCIO

• Segnalare l’indirizzo postale per ricevere la rivista

• Indicare l’indirizzo di posta elettronicaper essere facilmente informata di ogni iniziativa dell’Associazione

puoi fare una

DONAZIONE fiscalmente deducibilea tal fine il versamento deve essere fatto a mezzo bollettino postale, assegno bancario,bonifico bancario, vaglia postale.

NB: sulla CAUSALE del VERSAMENTOè importante indicare la parolaDONAZIONE, OFFERTA o EROGAZIONELIBERALE e conservare la ricevutaper eventuali controlli fiscali

puoi devolvere ad Armonia

IL 5 PER MILLEnella tua dichiarazione dei redditi segnalandoil nostro codice fiscale 91031060337

Vi informiamo che la prossima ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI è fissatain PRIMA CONVOCAZIONE IL 25/03/2015 - ORE 24.00

e in SECONDA CONVOCAZIONE IL 26/03/2015 - ORE 20.00presso la sede dell’Associazione

• La sede è aperta il 1° martedì di ogni mese dalle 15.00 alle 19.30 (mese di giugno 2° martedì)

• Per essere contattata lasciaci un messaggionella segreteria telefonica o inviaci una e.mail

28 maggio 2014Cena a Torre Maestri

In una primavera già inoltrata, ma non troppo intenzionata a farsi esta-te, abbiamo festeggiato tutte insieme, con Armonia, nella stupenda cor-

nice dell’Agriturismo “Torre Maestri”, vicino a Gossolengo. La padrona dicasa è Lucia, una come noi, una delle tante. Cibi deliziosi, un cielo primaazzurrissimo e poi tempestato di stelle, una vivacità “armoniosa” e unacomplicità tutta al femminile hanno fatto da sfondo a una serata di alle-gria, musica dal vivo e canti sfrenati, fino a che le ore si son fatte piccolepiccole... Da ripetere. Concetta Ciliendo

4 maggio 2014PiacenzaMarathon

14 giugno 2014Camminata in Rosa Sariano di Gropparello

Nella Foto... Lo staff Cammina in Rosa all’apertura delle iscrizioniI partecipanti sono circa 400

6

6 marzo 2014

Marcia diPodenzanoNella Foto...momento della

premiazionecon la presenza

del sindacodi Podenzano

L’edizione 2014 è archiviata. Ecome sempre guardiamo avanti:

fra poco sarà il tempo della nuovasfida. È passato un anno. Non siamopiù giovani di allora, anzi. Ma la vogliaè la stessa. La determinazione ancorapiù forte. Il coraggio non è venutomeno, forse è cresciuto. Non vediamol’ora di metterci in moto. Vogliamoarrivare al traguardo, come sempre.C’è di mezzo il senso della vittoria,con le sue metafore che si attorciglia-no come spire a strangolare il nemico.Anche quest’anno saremo in tante,ancora di più: quelle ormai “storiche”– quasi assuefatte – e il gruppo dellenew-entry, più acerbe d’esperienza,ma non meno combattive. È a questeultime che vorrei rivolgere un pensie-ro. Dalla miapostazione (ormaisto per salire sulgradino dei 10anni) posso solotestimoniare atutte loro la positi-vità e l’ottimismo.Certo, i momentibui, le notti disconforto e certefugaci trepidazioni non vi manche-ranno. Ma – ve lo dico con il cuore –non dovrete mai perdere la speranza.E nemmeno la voglia di arrivare finoin fondo, come per l’Half Marathon. Èproprio così che ce la farete. E poi,ricordatevi, avete anche un obbligomorale nei confronti della altredonne, quelle già malate e anchequelle sane: e proprio per testimonia-re a tutte loro – oltre che a noi stesse –che il nemico si può sconfiggere, biso-gna presentarsi in tante, tantissime. Ècosì potente quel corteo di cappellinie magliette fucsia che circolano chias-sose dentro la nostra città. E così emozionante guardarlo…

Concetta Ciliendo

Attività2014

7La Nuova Armonia

Attività2014

Più di seicento marciatori, di ogni età, hanno parte-cipato alla marcia non competitiva svoltasi a

Rallio domenica 14 settembre che si è snodata tra lesplendide colline della frazione di Rivergaro. Marciache si è distinta per la bellezza dei suoi percorsi e peril fine benefico. La seconda edizione della cammina-ta non competitiva, alla memoria dello scomparsopresidente della Repubblica Assistenza di S.Agata diRivergaro, Leonardo Bongiorni, organizzata da“Piacenza marce” e dal circolo “Acli S.Ilario” di Rallioin collaborazione con la stessa pubblica S.Agata, conil supporto operativo del Soccorso Alpino e dellaProtezione Civile, è stata dedicata all’Associazione“Armonia” per la lotta contro il tumore al seno.In una domenica di sole centinaia di persone sono

arrivate nel caratteristico paesino collinare per per-correre i tre percorsi (6 - 8,5 - 16 km) immersi neiboschi e nei verdi prati, tra guadi e saliscendi, felici diesserci. Tutto si è svolto in assoluta sicurezza graziealla perfetta organizzazione ed al termine della mar-cia circa 200 partecipanti hanno invaso, affamati, glistand gastronomici allestiti dal circolo “Acli”. Il grup-po podistico di “Armonia”, composto da una settanti-na di marciatrici, si è aggiudicato il primo premioquale gruppo più numeroso.Alla fine della manifestazione il presidente del circolo“Acli” sig. Fiorenzo Chavarini, ha consegnato allasig.ra Romina Cattivelli, presidente di “Armonia”, l’as-segno del ricavato della marcia benefica con l’auguriodi ritrovarsi a Rallio il prossimo settembre 2015.

14 settembre 2014Marcia beneficaa Ralliodi Montechiaro

28 settembre 2014Race Bologna

8

Come nasce la sinergia tra MartinoMidali e il BRADAY?La mia moda deve aiutare ogni sin-gola donna a riuscire a comunicarela forza delle proprie idee e dellapropria sensibilità nella scelta delproprio look. E’ la passione dellamia vita, il mio è un progetto senti-mentale. Sono da sempre moltosensibile all'universo femminile, mipiace osservare tutte le donne delmondo nella loro quotidianità. Ilbraday è un progetto mondialeideato per divulgare informazionicorrette e complete sulla ricostru-zione del seno, e visto che il cancroal seno, purtroppo, colpisce moltedonne, perché non sostenerlo?

Perché ha deciso disostenere il BRADAY?La mia azienda è unpiccolo universo fem-minile, 140 DONNE SU153 COLLABORATORI,dai 23 ai 69 anni tradipendenti e consu-lenti. Tutto è natoperché una delle miecollaboratrici ha dovuto affrontare tuttoquesto percorso, un lungo percorso, congrande forza e determinazione. Mi hasensibilizzato sull'argomento presen-tandomi il Prof. Macellari, direttoredell’Unità Operativa di Chirurgia

Senologica di Piacenza, con cui da piùanni io e il mio staff collabo-

riamo.

Come ha influito, questo con-tatto diretto con le donne ope-rate di tumore al seno, quindicolpite nella loro bellezza,

con la sua creatività?Non posso mai smettere di pensareche quando creo un abito voglio faresognare. Mi piacerebbe la mia modaaiutasse quelle donne che stannovivendo un momento così particola-re, così difficile a renderleun po’ più serene.

Considerando che, sievince dalle sue colle-zioni, non insegue unostereotipo: qual è la suaimmagine di donna?Per le mie donne vole-vo uno stile nuovo,innovativo, pratico.La mia moda nonco-stringe a forme sacri-ficate. L’importanteè essere naturali“être naturelle”rispettando lapropria perso-nalità, ricer-cando sem-pre un giustoequilibrio traciò che si è e

ciò che si indossa.

L'esperienza di questi anni noncrede che possa essere il seme peraltri nuovi stilisti?Spero proprio di sì, ma purtroppo questo non dipendeda me!

Continuerà a sostenere il BRADAY?Certo che sì. Il prossimo anno vorremmocoinvolgere, oltre al nostro MartinoMidalistore di Piacenza, anche tutti gli altri43 punti vendita del brand, distribuiti intutta Italia, anche con iniziative social asupporto.

Attività2014

Non so se eravamo in cento o cento-cinquanta. Ma di certo eravamo

tantissime. Un fiume di donne (maanche qualche maschietto, ogni tantotocca anche a loro…), un fiume in piena,incontenibile. E anche all’Avila, come a Torre Maestri,abbiamo cenato divinamente, abbiamo chiacchierato,ci siamo fatte fotografie in tutte le salse, abbiamo can-tato e ballato… ci siamo divertite, insomma. E che altro

dobbiamo fare, dopo che il can-cro ha bussato con insolenzaalla nostra porta? Non dobbia-mo farci mancare niente, maproprio niente! E ritrovarci in

gruppo, spensierate, trasgressive e anche un pochinoindemoniate, non può che farci bene: è una sana tera-pia, altro che Tamoxifene o Anastrazolo! Ce la consiglia-no gli stessi nostri dottori... Concetta Ciliendo

3 dicembre 2014Cena all’Avila

15 ottobre 2014Il Braday

Intervista allo Stilista Martino Midalia cura di Simonetta Chinelli

9

Carissime Giulia, Glenda, Laura, Mila e Valentina,anche a tutte le Socie di Armonia il Natale 2014 hafatto un prezioso regalato: conoscere VOI, personeun pò speciali che ci avete scelte, istruite, suppor-tate nel confezionamento dei nostri primi pacchiregalo, seppur indaffarate nel gestire la mole dilavoro che il periodo natalizio comporta.Siamo state contente di avervi affiancate, siamostate contente per il risultato ottenuto non solo divisibilità e di sostegno economico, ma anche esoprattutto per avervi conosciute ed apprezzate.Vi assicuriamo la presenza per il prossimo Natale,più agguerrite che mai!

7 dicembre 2014Pacchetti

CADCare amiche di Armonia,Durante il periodo natalizio la nostra azienda ci hadato l’opportunità di avviare una collaborazione conun’ONLUS per la preparazione dei pacchetti regalo.Noi ragazze abbiamo deciso di scegliere Armonia,perché in quanto donne ci sentiamo vicine agliobiettivi e alle iniziative di cui questa associazione sioccupa. Le volontarie non solo ci hanno offerto illoro aiuto come pacchettiste, bensì hanno anchecontribuito alla costruzione di un rapporto di reci-proca stima e di affetto. Ringraziamo le amiche di Armonia per la bellissimaesperienza che ci auguriamo possa ripetersi anche aNatale 2015. Giulia, Glenda, Laura, Mila, Valentina

La Nuova Armonia

6 dicembre 2014

Giornata delVolontariato

Attività2014

Le “pacchettiste” di ARMONIAAda, Alina, Antonella, Barbara,

Catia, Concetta, Cristiana, Eleonora,Fiona, Franca, Gabriella, Graziella,

Ilaria, Loredana, Maria Grazia,Maria Luisa, Marisa, Monica, Olga,

Primina, Romina, Rosanna, Sabrina,Samanta, Silvana, Simonetta.

B E N E F I C I

10

Il Nordic Walking, ovvero "camminata nordica", è una disciplina sportiva che nasce in Finlandia negli anniTrenta come allenamento estivo degli sciatori di fondo.Interpretando il Nordic Walking in chiave di benessere piuttosto che in chiave agonistica ci si può accorgere che,oltre alla sana pratica fisica, offre anche il piacere di stare in gruppo e di fermarsi a guardare la flora, la fauna, ipaesaggi e le opere storiche che abbiamo attorno.

• aumenta la frequenza cardiaca fino a 10-15 battiti al minuto e il consumo calorico dal 20% al 45% rispetto alla camminata tradizionale alla stessa velocità con evidente miglioramento della resistenza aerobica ed efficacie prevenzionedi malattie e disturbi cardiovascolari

• aiuta a tenere sotto controllo il peso, la pressione del sangue, il livello del colesterolo e dei trigliceridi, a perdere chili superflui

• migliora la postura, la flessibilità e la mobilità articolare, la coordinazione, tonifica e rafforza la muscolatura di tutto il corpo e migliora il metabolismo dei dischi intervertebralidella spina dorsale aiutando a prevenire e curare i problemi di schiena

• riduce tensioni muscolari e dolori nella zona delle spalle e della nuca e aiuta a combattere stress e depressione

• diversi studi confermano che, nelle donne operate al seno che praticano il Nordic Walking, la circolazione linfatica migliora, mentre l’intero sistema psico-fisico gode di una sensazione di benessere diffuso quindi,concludendo, pur non sostituendo gli effetti ottenuti dai trattamenti di fisioterapisti specializzati né potendo prevenire il formarsi di linfedemi,è comunque un’ottima attività integrativa che favorisce il recupero di una buona qualità della vita e il controllo del peso, tappe importanti sulla strada della guarigione .

Per info e dettagli vi invitiamo a consultare la rivista La Nuova Armonia 2014o a contattare il numero 338 8674267

Per il prossimo anno proponiamo il

Nordic Walking

a cura di Gabriella Bertinotti

Continuano i corsi di

DANZATERAPIA(arrivato ormai al 4° anno)

e

ALLENAMENTODELLA MEMORIA

(arrivato al 3° anno)

É iniziato il progetto

CURARSIDEL LINFEDEMA

“programma realizzato grazieal contributo offerto

dalla Susan G.Komen Italia onlus”

Corsi,PROGETTI&Info

Per ciascun anno che passa sono quarantacinquemila le ita-liane che si ammalano di un cancro al seno. Di queste, il6% hanno meno di quarant’anni. È un piccolo esercito

agguerrito e spaventato di quasi tremila giovani donne che,ogni anno, devono affrontare una minaccia dai lineamenti par-ticolarmente insidiosi. Oggi la maggior parte dei tumori al senoin quante hanno già varcato la soglia della menopausa vienecurata e controllata in sicurezza: la diagnosi precoce è una real-tà consolidata grazie alla consapevolezza delle donne che ade-riscono agli screening mammografici; il percorso di terapia èoliato e di solito si limita a trattamenti minimamente aggressi-vi; le percentuali di sopravvivenza possono toccare l’impressio-nante cifra del 98%.Per le giovani, invece, la faccenda si complica. Prima dei qua-

rant’anni, infatti, non esistono convocazioni di sorta e le donnesono lasciate alla propria responsabilità. Ma la maggior parteritengono – proprio per questa sorta di trascuratezza – che il pro-blema non le riguardi. Perciò non si preoccupano di fare le duecose davvero importanti: un’ecografia e una visita senologicaogni anno. La colpa non è loro, ma di un sistema che ancora nonè in grado di fornire informazioni semplici e capillarmente dif-fuse a tutte le interessate. Così è più difficile ottenere una dia-gnosi precoce.Ma i problemi non si esauriscono qui. Anzitutto nella fascia gio-vane è più facile osservare tumori causati da guasti genetici(come quello che ha colpito Angelina Jolie, per intenderci), chedi frequente interessano entrambe le mammelle. E poi il tumo-re al seno giovanile è mediamente più aggressivo, rispetto a

Giorgio Macellari

Direttore U.O.

Chirurgia Senologia

Tumori al seno:quando la donna è giovaneConvegno: Tumori al seno, quando la donna è giovane

quello che colpisce dopo la menopausa. E le cure che richiederisultano di solito più massicce. Soprattutto colpiscono pesante-mente la sfera della fertilità e della sessualità: le cure tendonoinfatti a sopprimere le funzioni ormonali, creando una meno-pausa artificiale, inaspettata e improvvisa, dunque ben diversada quella fisiologica. Le conseguenze? Disturbi dell’umore edella sfera cognitiva, inquietudine, ansia, depressione, spossa-tezza, insonnia, vampate, palpitazioni. E, ancora, secchezzavaginale, calo del desiderio, scarsa eccitabilità. E questo spiega

come mai un tumore al seno provoca il 25%di separazioni, mentre

quando è luiad avere un cancro solo il 7% delle

coppie si separano. E non è finita. Oggi le italiane fanno figlidopo i 30 anni. Perciò quelle che non ne hanno e sono colpiteda un tumore al seno devono rinviare il desiderio di maternitàa cure ultimate. Cioè spesso dopo i 35-36 anni. Questo è un pro-blema del quale le donne stesse sono restie a parlare, ma cheper molte di loro diventa un’importante fonte di preoccupazio-ne e sconforto. È vero, oggi si possono prelevare piccoli fram-menti di ovaio, congelarli e rimetterli al loro posto a cure con-cluse: ma i disagi sono comunque tanti e l’ansia per una man-cata realizzazione del progetto di maternità resta alta. Per chiinvece i figli li ha già fatti subentra un altro genere di tormen-to: l’assillo di lasciare degli orfani. Per le lavoratrici, infine, siallunga sempre l’ombra di possibili discriminazioni sul luogo di

lavoro, con il rischio di sottomansionamento, riduzione del sala-rio o licenziamento.Insomma, il quadro è complesso e severo. Come semplificarlo erenderlo meno temibile? Prima di tutto lavorando sul pianodella diagnosi precoce: occorre insistere con campagne di sensi-bilizzazione capaci di raggiungere la maggior parte delle giova-ni, insegnando la pratica dell’autoesame periodico del loro senoa partire dai 15-16 anni e facendo loro capire l’importanza del-l’ecografia e di una visita senologica a partire dai 30. Questiobiettivi si possono raggiungere diffondendo opuscoli, istruendole ragazze degli istituti superiori (quarte e quinte) con lezionicondotte nell’orario scolastico e organizzando campagne

informative

con testimonial capaci di colpire ilcuore delle giovani. Quanto alle cure – una volta fatta la diagno-si di tumore – la regola d’oro è affidare le donne esclusivamen-te ai Centri di Senologia certificati. E su quest’ultimo tema è inevitabile una riflessione, perchériguarda da vicino anche le piacentine. Piacenza si gioca unapartita importante, in materia. Il Parlamento Europeo – con lastorica Risoluzione del 2006 – raccomandava a tutti gli statimembri di dotarsi, entro il 2016, di Breast Unit, quelle “casedelle donne” in cui professionisti dedicati lavorano insiememettendo la paziente al centro di ogni interesse. Si tratta di Unità funzionali altamente specializzate in cui lamodalità di lavoro multidisciplinare garantisce un accesso egua-litario per tutte le donne, standard di cure omogenei e umaniz-zati, prestazioni d’eccellenza, raccolta e scambio in rete dei dati,

ricerca, innovazione, formazione, sostegno psicologico, riabilita-zione, sorveglianza a lungo termine e coinvolgimento del volon-tariato. Una miscela di ingredienti che, se accuratamente dosa-ti, fanno la differenza e riducono la mortalità di quasi il 20%rispetto alle strutture che ne sono prive. Ecco il senso dellaBreast Unit: curare al massimo, salvare la vita e garantirne unadi qualità migliore. In questa direzione l’Italia si è già mossa:lo scorso dicembre la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le“Linee di indirizzo sulle modalità organizzative ed assistenzialidella rete dei centri di senologia” (chi volesse approfondire puòdigitare il sito http://www.salute.gov.it/portale/news/), con-fermando l’impegno a costituire su tutto il territorio italiano leBreast Unit. La marcia è ormai inarrestabile. E Piacenza? Lanostra Senologia è a un buon livello. Ma il percorso verso unaBreast Unit certificata non sarà breve, nemmeno semplice.Sembra che a parole tutti la vogliano, ma di fatto le parole nonbastano. È necessaria una discesa in campo collettiva. Bisognaunire professionisti con ruoli, orari e – soprattutto – interessimolto diversi, talora conflittuali, per farli lavorare come unasquadra ad alta performance, senza stress e con tutto il tempo

che meritano per la loro serenità, che è anche la maggioregaranzia per le donne malate. Si dovranno perciò negoziare lediverse esigenze, valutando con realismo l’impatto che ilmodello multidisciplinare – alimentato dalla collaborazione diprofessionisti fisicamente separati – può portare sul sistemaOspedale, fondato più sulle Unità Operative che sulla distinzio-ne delle discipline. Serviranno dunque investimenti. E una regiailluminata per governare il meccanismo e valutare l’efficacia,l’efficienza, la flessibilità e i punti deboli dell’intero sistema.Le piacentine hanno un’opportunità storica. E per quanto laBreast Unit sia un loro diritto, se vogliono agguantarla devonomobilitarsi e lottare in prima persona. Non possono restare rice-vitrici passive, debbono invece scendere sul terreno di gioco persmuovere la politica e indirizzarne le scelte. Per quel che miriguarda io sono con loro: da anni propongo che la Breast Unitvenga consegnata a Piacenza e l’inerzia politico-istituzionalecerto non riduce il mio impegno né frena il mio entusiasmo. Efino a quando lavorerò come chirurgo al servizio delle donnefarò quello che è mio dovere perché abbiano ciò che l’Europaha sancito. Se uniamo le forze, insieme ce la possiamo fare.

Il tumore al seno è diventato giovane?Si è abbassata l’età delle donne cheincontrano sulla propria strada il can-

cro? Quali sono i dati reali di quella chesembra una nuova emergenza al femmi-nile? I dati non porterebbero a questeconclusioni.“Non è più elevato il numero delle gio-vani malate, i numeri parlano chiaro” –dice Carlo Naldoni, oncologo responsabi-le dei programmi di screening in oncolo-gia, fra cui quello sui tumori della mam-mella, della direzione generale della

Sanita’ e delle Politiche Sociali della regione Emilia-Romagna.“Al momento in un anno in Italia su 100.000 donne si osserva-no rari casi di tumore nelle giovani di età inferiore a 30 anni(3,5-4,5) in impercettibile aumento negli anni (mediamente del3%/anno), circa 40-50 casi su 100.000 nelle donne tra i 30 e i39 anni e circa 150-170 casi dai 40 ai 50 anni in lievissimoaumento (0,8-0,9% medio/anno) o stabili negli anni e circa300-350 casi dai 50 e così via a crescere nelle successive deca-di già però interessate ed influenzate dal programma di scree-ning mammografico di popolazione in corso quindi, in lieve masempre più evidente diminuzione negli anni.”

Quindi non c’è nulla di nuovo? “Questa incidenza è sempre stata presente, oggi fa più impres-sione e attira maggiormente l’attenzione perché se ne parla. Mastiamo di nuovo ai numeri. In termini di incidenza, come dice-vo, siamo al +3% all’anno ma, a quell’età, è un dato poco signi-ficativo perché parte da un’incidenza di base molto bassa (comedicevamo 3,5 – 4,5% su 100.000 donne). Credo che sia giusto non provocare allarme tra le donne giova-ni anche se certamente il dato va seguito con attenzione".

Il dottor Naldoni mette l'accento sullatempestività della diagnosi a questa età. “Importante è farsi vedere subito non appena si avverte qual-cosa di anomalo e di nuovo al seno. Per le donne giovani nel tumore alla mammella c’è una partico-larità che riguarda i tumori ereditari, quelli insomma che investo-no la mutazione genetica del BRCA1 e 2. Nelle donne sotto i 40anni la proporzione di tumori ereditari è del 10 -12% per centodei tumori mammari che si sviluppano a questa età e questo e’certamente un aspetto che va tenuto in considerazione".

Possibile uno screening per le donne giovani?"Gli screening sono mirati all'efficacia in termini di riduzionedella mortalità. Ma in questo caso non ci sono evidenze scien-tifiche dimostrate né esami che possano andare a segno quindiallo stato attuale delle conoscenze ed anche per la bassissimaincidenza uno screening nelle donne giovani non è proponibile"

Gli screening però si fanno. Quando è stato avviato il percorso in Emilia-Romagna?“Siamo partiti nel 1996. La spinta per una attivazione naziona-le dei programmi di screening mammografici arrivò da una rac-comandazione della Unione 'Europea. In altri paesi, su questamateria, erano, già da anni stati avviati, programmi di screeningdi popolazione organizzati (come in Norvegia, Olanda,Inghilterra, Svezia ecc.). In Italia c’erano poche esperienze: ave-vamo quella di Firenze e Torino p. es. che hanno fatto un po’ dacapiscuola. Si è partiti con la fascia d’età tra i 50 e i 69 anni invitando atti-vamente le donne ad eseguire una mammografia ogni dueanni. Poi, a seguito delle indicazioni del Gruppo italiano discreening mammografico (Gisma), nel 2010, si è deciso diabbassare l’età comprendendo la fascia di età fra i 45 e i 49 anni

Dott. Carlo Naldoni

Oncologo Responsabile

Screening

Il tumore al seno diventa giovane?L’esperienza in Emilia-Romagna.Ne parla il dottor Carlo Naldoni

Convegno: Tumori al seno, quando la donna è giovane intervista di Antonella Lenti

(oltre ad averla elevata ai 74 anni): erainfatti emerso che avrebbe potuto esserciefficacia anche in questa fascia d’età.”

Ed è stato così?“Una prima valutazione dell'efficacia e del-l'efficienza (valutata sulla fascia di età 50-69 anni) è questa: se si considera la popola-zione invitata la riduzione del rischio di moriredi tumore mammario in Emilia-Romagna si aggiraintorno al 30-32%; la percentuale cambia molto se si prendein considerazione la popolazione femminile che risponde rego-larmente allo screening mammografico eseguendo la mammo-grafia (nella nostra regione il 72-73% delle donne invitate):in questo caso la riduzione del rischio di morire per carcinomadella mammella è di più del 50%.Quindi chi fa il controllo dimezza il rischio di ammalarsi. Faccio presente che, al momento, ogni anno in Emilia-Romagnaemergono circa 3700-3800 nuovi casi e si stima una mortalitàdi 1300-1400 donne.”

Ma lo screening ha avuto un’evoluzione. “Riguarda l’indagine sulla familiarità deltumore al seno e la possibilità di attivareinterventi di diagnosi precoce o profilassi. Ilfenomeno interessa poche donne, ma il

rischio in questo caso è molto elevato. Il pro-gramma regionale per l’individuazione e la

gestione delle donne (e conseguentementedelle famiglie) a rischio ereditario ha preso avvio nel 2012 e siè sviluppato su tutto il territorio regionale. Si basa su una retedi servizi di due tipi: i centri di senologia (detti centri spoke chevuol dire raggi) ed i centri di genetica organizzati in rete (dettihub che vuol dire mozzo). La donna che è inserita in questo percorso viene presa in cari-co finche’ non viene definito il suo livello di rischio. Arrivati aquesto punto alle donne sono consigliati vari tipi di interventodi controllo periodico per la diagnosi precoce o profilattici (inter-vento mastectomia e/o ovariectomia, terapie mediche, stili divita appropriati ecc.).

La presa in carico comporta – segnala il dottor Naldoni – l’attiva-zione di un counseling genetico durante il quale la donna vieneinformata dettagliatamente di tutto e delle possibilità di inter-vento di diagnosi precoce o profilassi. E’ evidente che questorappresenta un momento molto delicato da prendere moltoseriamente. Si tratta di interventi che modificano la sua stessanatura di donna. Solo dopo una paziente azione di counseling,quando la donna è consapevole di tutto, potrà prendere le deci-sioni che ritiene più opportune per sé adeguatamente guidatada chi l’ha presa in carico. In Emilia-Romagna a costituire la retedi servizi per la gestione del rischio ereditario sono stati indivi-duati 12 centri spoke, almeno uno per provincia, collegati inrete a quattro centri hub di genetica che sono a Bologna,Modena, Parma e l’IRCS di Meldola (FC) in Romagna. Il percor-so per la donna è completamente gratuito.”

E che dire della minaccia di tagli,come potranno influire su questi programmi?"E' un problema che non può essere ignorato certamente. ComeLei sa però in questo momento siamo di fronte ad un documen-

to nazionale, sollecitato da una direttiva dell’Unione Europeache obbliga i paesi membri ad attivare le cosiddette Breast Unit(Centri di senologia) su tutto il territorio nazionale, secondocerte caratteristiche, entro il 2016: se non si porta avanti que-sto programma si corre il rischio delle sanzioni. Da alcuni mesi c'è l'intesa della conferenza Stato-Regioni che haapprovato il documento sull’attivazione delle Breast Unit inItalia nel quale l'impegno stringente è quello di riorganizzare iservizi che si occupano di senologia in percorsi funzionali unita-ri multidisciplinari debitamente monitorati e di qualità".

E il documento in questionesi apre con una dichiarazione impegnativa: "Il ministero della salute considera l'oncologia una priorità diprogrammazione nazionale (vedi anche il documento sulle retioncologiche oppure i contenuti del Piano nazionale diPrevenzione 2014-2018). In tutto ciò un'attenzione particolare è stata rivolta al cancro alseno (vedi documento sulle Breast Unit) quindi ai servizi ed aipercorsi che si occupano del problema".

Professoressa, ci spieghi che cosa è una mutazione genetica e in particolare quella che cela alte probabilità di ammalarsidi tumore al seno.Una mutazione genetica è l’alterazione diun gene. I geni sono tratti di DNA localiz-zati nei cromosomi, che sono ereditatidai genitori e si ritrovano identici in ogninostra cellula. Essi rappresentano, comespesso si dice, il nostro “libretto di istru-zioni”: ogni gene contiene le istruzioniper produrre una proteina; sono infatti le

proteine le vere responsabili della composizione e delle attivitàdel nostro organismo. La mutazione di un gene può essere ere-ditaria (il gene viene ereditato da un genitore già alterato), e inquesto caso è presente in tutte le cellule che costituiscono ilnostro organismo, oppure può essere acquisita: il gene, pereffetto del caso o dell’esposizione ad agenti esterni, viene alte-rato in una singola cellula, mentre in tutte le altre cellule restainalterato. In ogni caso, la mutazione di un gene può cambiareradicalmente l’istruzione per la produzione della relativa protei-na; se si tratta di una proteina che regola la proliferazione cellu-lare, la sua alterazione può portare alla proliferazione incontrol-lata della cellula e, conseguentemente, allo sviluppo di un tumo-re. La stragrande maggioranza dei tumori, della mammella comedi tutti gli altri organi, è la conseguenza di una mutazione acqui-sita, cioè presente solo nelle cellule tumorali e perciò non tra-smissibile alla prole. Solo nel 5-10% delle donne che sviluppano

un tumore al seno, invece, è presente una mutazione ereditaria:presente, cioè, in tutte le sue cellule e trasmissibile alla prole(ogni figlio ha una probabilità del 50% di ereditarla). Tale muta-zione determina un aumento del rischio sviluppare un tumore,ma non ne dà la certezza: molte donne portatrici della mutazio-ne vivono a lungo senza mai ammalarsi. Certo è che l’identifica-zione di donne a rischio aumentato offre un’opportunità senzaprecedenti nell’ottica di una personalizzazione della sorveglianzain funzione del rischio individuale.

Quando si è scoperto che la malattiapoteva arrivare da questo elemento contenuto nel bagaglio genetico della persona? A che età è possibile scoprirlo?L’esistenza di famiglie in cui il tumore al seno tendeva a ricorre-re con un andamento simile a quello delle malattie ereditarie ènota da secoli. Una dettagliata descrizione di una famiglia diquesto tipo si ritrova nel trattato sui tumori pubblicato dal chirur-go francese Broca nel 1866. Ci sono voluti però molti anni e,soprattutto, molti progressi nel campo della genetica molecolareperché si definissero le cause genetiche di tali aggregazionifamiliari: solo a metà degli anni ’90 dello scorso secolo, infatti,sono stati identificati i geni BRCA1 e BRCA2. Da allora è statopossibile analizzare questi geni nelle persone con sospetti tumo-ri ereditari della mammella e dell’ovaio (le mutazioni di questigeni aumentano il rischio non solo di tumore al seno, ma anchedi tumore ovarico). Il riscontro della mutazione in una donnaaffetta, infatti, permette di verificare se le altre familiari l’hannoereditata oppure no: coloro che l’hanno ereditata potranno

La mutazione geneticaArmonia ha intervistato la professoressa Daniela Turchetti del Dipartimentodi Scienze mediche e chirurgiche dell’Universita’ di Bologna. Al suo attivo unlungo bagaglio di studi e ricerche. Dal 1996 membro del Gruppo di StudioModenese sui Tumori Ereditari della Mammella. Dal 1999 responsabile delprogramma di consulenza genetica del Centro per lo Studio dei TumoriFamiliari della Mammella e dell'Ovaio e corresponsabile dell'organizzazionedelle attività assistenziali e di ricerca dello stesso Centro. Notevole anche lasua attivita’ didattica in diverse universita’. Con un linguaggio molto chiaro ciaiuta a capire da un lato i percorsi scientifici in corso per affrontare questoproblema e ci aiuta a capire i tanti perche’ che ci ingabbiano la mente ognivolta che affrontiamo il problema tumore.

ProfessoressaDaniela Turchetti

DipartimentoScienze Mediche

Uni. Bologna

Convegno: Tumori al seno, quando la donna è giovane intervista di Antonella Lenti

beneficiare di specifici programmi di prevenzione, mentre coloroche non l’hanno ereditata potranno essere rassicurate che il lororischio non differisce da quello delle altre donne. La mutazioneè presente dalla nascita, ma poiché il suo effetto, cioè l’incre-mento del rischio di tumori, si verifica solo in età adulta, non èindicato effettuare tale test genetico prima dell’età in cui posso-no essere intrapresi i programmi di prevenzione (in genere 25anni) o, comunque, prima della maggiore età.

Lo screening sulle donne over 45 è una pratica assodata, almeno nella nostra regione, ma il sistema sanitario come è attrezzato per rispondere a questa scoperta della scienza? Gli screening. Quali passi sono necessari per intervenire una volta accertato che una donna può essere a rischio mutazione?Dal 2012, in Emilia-Romagna esiste un programma per l’identi-ficazione e la sorveglianza delle donne a rischio familiare di neo-plasia mammaria, sancito dalla DGR 220/2011. I medici di medi-cina generale e molti medici specialisti hanno a disposizione una

scheda a punti che permette di valutare se la storia familiare ditumore al seno di una loro assistita è meritevole di ulterioriapprofondimenti. Se è così, la donna può essere inviata ad unodei centri regionali individuati come Spoke per una valutazionedel rischio di tumore al seno. Il calcolo del punteggio viene effet-tuato anche per tutte le donne che effettuano la mammografiadi screening: se l’accesso allo Spoke è indicato, riceveranno lerelative informazioni nella lettera di risposta dello screening. Ledonne che alla valutazione dello Spoke presentino un sospettodi predisposizione genetica verranno indirizzate al centro di rife-rimento per la consulenza genetica oncologica (Hub): gli Hub delpercorso regionale si trovano a Meldola (FC), Bologna, Modenae Parma. Questo percorso permette di attribuire alle donne unprofilo di rischio da 1 (rischio assimilabile a quello della popola-zione generale) a 3 (rischio aumentato). Per le donne di profilo2 (rischio intermedio) tra i 40 e i 44 anni e per le donne di pro-filo 3 tra i 25 e i 70 anni è previsto un programma di sorveglian-za specifico, mentre per tutte le altre donne si ritiene adeguatolo screening di popolazione.

Quali studi si stanno facendo su questo argomento? Attualmente due importanti filoni di ricerca sono: 1) l’individuazione di nuovi geni responsabili di predisposizione aitumori della mammella, poiché solo il 60% delle famiglie che pre-sentano le caratteristiche di una predisposizione ereditaria aitumori al seno presenta una mutazione dei geni BRCA1 e BRCA22) la terapia a bersaglio molecolare nelle pazienti oncologiche conmutazione di BRCA1/2: alcuni farmaci si sono dimostrati efficacisolo o soprattutto in queste pazienti e costituiscono un’importan-te promessa per la personalizzazione dei trattamenti oncologici

Una curiosità: poiché dal tumore al seno non è esente l'uomo, anche nel maschio esiste il problema della mutazione?Al contrario di quello femminile, il carcinoma della mammellamaschile è raro, rappresentando meno dell’1% dei tumori cheinsorgono negli uomini. Quando è associato a storia familiare dineoplasie mammarie, il carcinoma della mammella maschilepuò far sospettare la presenza di mutazioni del gene BRCA2, inquanto queste sono responsabili di un aumento del rischio ditumori al seno anche nell’uomo. Anche in assenza di storia fami-liare, una piccola frazione di pazienti con carcinoma mammariomaschile presenta una mutazione di BRCA2, ragione per cuil’analisi mutazionale di questo gene si considera appropriataanche in casi apparentemente sporadici.

Il problema della mutazione è scoppiato e ha avuto grande spazio sui media dopo che Angelina Jolie ha optato per la chirurgia preventiva.È questa la strada che i medici consigliano?Quali alternative? Alle donne portatrici di mutazioni nei geni BRCA1 e BRCA2 ven-gono prospettate le opzioni di seguito descritte.Per quanto riguarda la prevenzione vera e propria, ossia l’attua-zione di misure finalizzate ad impedire o ridurre il rischio di svi-luppare un tumore, l'unico approccio che si è dimostrato sicura-mente efficace è quello della chirurgia profilattica: si calcola infat-ti che la mastectomia bilaterale profilattica sia in grado di ridur-re del 90-100% il rischio di sviluppare una neoplasia mammariae che l'annessiectomia profilattica sia almeno altrettanto efficacenel ridurre il rischio di tumori ovarici e che riduca anche il rischiodi neoplasie mammarie, determinando, complessivamente,una riduzione della mortalità. Si tratta tuttavia di misu-re alquanto drastiche, con importanti implicazioni sulpiano estetico, per la mastectomia, e sul pianoriproduttivo e ormonale (sterilità, menopausaprecoce), per l'ovariectomia. L'approccio chirur-gico può quindi essere perseguito soltanto dopoaccurata valutazione delle possibili conseguen-ze e delle opzioni alternative.Un'alternativa teoricamente interessante, maancora in fase di sperimentazione, è quelladella farmacoprevenzione, ossia della sommini-strazione di farmaci in grado di inibire lo svilup-po di una neoplasia. Purtroppo, per quantoriguarda i tumori mammari, non sono ancorastati identificati farmaci che garantiscanoun adeguato rapporto costo-beneficio,anche se molti sono in corso di studio.Per quanto riguarda i tumori ovarici,invece, la pillola estro-progestinica con-traccettiva si è dimostrata in grado diridurne il rischio ma il suo impiego ècontroverso in quanto secondo alcunipotrebbe aumentare il rischio di tumoridella mammella.

L'approccio più frequentemente adottato è quindi rappresentatoda una sorveglianza clinico-strumentale intensificata, che hal’obiettivo di diagnosticare precocemente un’eventuale neopla-sia, aumentandone così le probabilità di guarigione. Per quantoriguarda la sorveglianza mammaria, gli studi effettuati negli ulti-mi anni su donne a rischio genetico hanno dimostrato una mag-giore sensibilità della Risonanza Magnetica della Mammellarispetto ai metodi diagnostici standard (visita, mammografia,ecografia), tanto da far raccomandare l’integrazione di questaindagine in aggiunta alla sorveglianza tradizionale.Per quanto riguarda la sorveglianza ovarica, si raccomanda l’ese-cuzione, possibilmente semestrale o almeno annuale, di ecogra-fia trans-vaginale e dosaggio del Ca125 sierico. Poiché, però,queste indagini non si sono dimostrate sufficientemente sensi-bili da garantire una diagnosi precoce, e in considerazione dellaaggressività dei tumori ovarici, è indicato considerare l’annes-

siectomia profilattica, tenendo conto anche dellaspecifica fase della vita riproduttiva della donna.

La stessa scelta fatta da Angelina Jolie èstata fatta, prima e dopo, da migliaia didonne in tutto il mondo e, contraria-mente a quanto è accaduto in seguitoalla sua divulgazione nei media, nondeve essere giudicata, né tantomenoetichettata come “giusta” o “sbaglia-ta”. Ogni donna ha un modo di interpre-

tare e affrontare il rischio del tuttopersonale, legato al carattere,

alle convinzioni, al vissutofamiliare, ai piani per il futuroe a tante altre variabili. Unascelta giusta per una donna èsbagliata per un’altra e vice-versa. Il compito di noimedici, in questo caso, nonè quello di “consigliare”una strada, ma di suppor-tare ed accompagnare ledonne verso la scelta piùgiusta per loro.

La decisione spetta alle donne.Il compito dei medici è accompagnarleverso la scelta più giusta per loro

Un consiglio alle donne?“camminate, camminando si crea salute” Il tumore al seno presenta un contobastardo alla donna giovane che nell’arcodi un anno vive tre lutti profondi. Tre feri-te che vanno a colpire pesantementel’identità femminile con gravi conseguen-ze per la sessualità. Lo afferma la profes-soressa Alessandra Graziottin direttore delCentro di ginecologia al San RaffaeleResnati di Milano.

Le strutture che fanno?Sufficientemente buona la risposta, la

presa in carico degli aspetti psicologici, un po’ meno la consape-volezza che le cause dello stato della salute psicologica sonoanche biologiche e vanno a minare anche la vita di relazione ela sessualità. “In questo paese c’è la negazione del corpo, ladonna è una mammella che cammina. Per me invece è neces-sario prendersi cura di tutto il corpo, infatti io non dico che fac-cio visite ginecologiche, ma parlo di progetti di salute. Il tipo diaiuto che do porta la donna a riprovare gioia per il proprio corpo,a entusiasmarsi, a ridere. Senza corpo non c’è anima e non c’èpensiero” segnala la professoressa Graziottin che, in questachiacchierata, porta due ordini di riflessione. Uno riguarda i ser-vizi sanitari offerti, che dovrebbero ampliarsi e tenere conto delbenessere complessivo delle donne non trascurando l’aspetto

della sessualità. L’altro è un incitamento alle donne a mettere inatto azioni di self help soprattutto per superare la minaccia delladepressione sempre in agguato a causa dei risvolti intimi che iltumore al seno porta con sè: “Camminate – è la sua esortazione- camminando si crea salute. Il movimento fisico all’esterno puòridurre fino al 30 per cento la componente infiammatoria e que-sto significa meno dolore e meno depressione, ma anche menorischi di recidive. Un suggerimento? Basta poco – dice la profes-soressa che cita il gruppo di auto-aiuto le Pagaie rosa nato aPisa. E’ un gruppo che ha fatto del movimento fisico, pagaiareinsieme, un movimento di salute. Ma in tutte le citta’ si può faremovimento, non c’è solo la pagaia, c’è il nordic walking, noncosta niente e in tutte le strade anche urbane si può fare.Camminare con le racchette fa bene per lo svuotamento di uneventuale inizio di linfedema. Muovendosi per un’ora, un’ora emezza al giorno si fa un fitness talmente di qualità da aiutaretutti i profili di salute, dall’aspetto cardiovascolare a quello respi-ratorio, all’osteo-muscolare. Contrariamente a quanto si pensigeneralmente, più ci si muove e più i fattori trofici vengono pro-dotti dall’organismo e riparano in parte i danni che si creano”.

Torniamo alla sua definizione di ferite e di lutti. Che cosa succede nel corpo di una donna sottoposta alle cure per il tumore al seno nell’aspetto della sua sessualita’?“La prima ferita è l’intervento. Ma l’effetto sarà diverso a secon-da dell’età della donna, del tipo di intervento richiesto dal tumo-

A colloquio con la professoressaAlessandra GraziottinCon il cancro al seno tre lutti colpiscono l'identità femminile

AlessandraGraziottinPresidente

Fondazione GraziottinDirettore, Centro

di Ginecologia e SessuologiaMedica, H. San Raffaele

Resnati Milano

Convegno: Tumori al seno, quando la donna è giovane intervista di Antonella Lenti

re: o una quadrantectomia ben fatta oppure una mastectomia.Poi ci sono le cure, nel caso che l’intervento non sia risolutivo.A seconda dell’invasività si parla di chemioterapia, radioterapia;poi bisogna considerare se ci sono recidive immediate o addirit-tura metastasi. Tutto questo è un bagaglio pesante, che può col-pire in vario modo quella che noi chiamiamo identità sessua-le. Soprattutto se una donna giovane si trova di fronte auna mastectomia, viene ferito profondamente il sensodi femminilità e quindi le si presenta un conto bastar-do perchè la chemio fa perdere i capelli, le unghiesono rovinate, la pelle diventa grigia e poi c’è ilcolpo della menopausa precoce, teniamoconto che il 25 per cento delle donne ha ilcancro alla mammella prima dei 50 anni.Per questo parlo di lutti che distruggonocon contraccolpi depressivi e di dispe-razione di estrema importanza. Laperdita della fertilità è unaferita ancora più profonda,che porta con sè spessoanche il problema dellasfera relazionale con il par-tner che, pur volendole bene le dice – nella mia esperienza miè accaduto tante volte – “tesoro ti voglio bene, ma non possopensare a un futuro senza figli”. Quindi in questo caso la donnaperde la fertilità, la mammella e anche il partner. Ma non menoimportante è l’aggressione che subisce sul piano della funzionesessuale con la caduta del desiderio”.

Da che cosa deriva?“Prima di tutto, come dicevo prima, l’immagine di sè vienepesantemente colpita e il primo motore naturalmente è sentirsi

belle e desiderabili. Non ci si piace più e improvvisamente unaparte del corpo è come oscurata rispetto a tutto il resto e lodiventa anche da un punto di vista sensoriale. A questo siaggiunga che molte donne, soprattutto se sono stati tolti i linfo-nodi, riportano parestesie al braccio quindi formicolio all’area

cutanea relativa al seno che è stato operato. Lamentano sen-sazione di fitte, di punture e questo può investire anche il

40-45 per cento delle donne e non è poco.Un’altra conseguenza è il linfedema: il

braccio gonfio che può comparireanche a 20 anni dall’intervento.

Altro colpo all’immagine di sè ,tanto più duro quanto più

pesante e importantesaranno stati l’intervento ele cure successive. Maaccanto alle conseguenzeesteriori ci sono quelle che

si verificano dentro al corpo.La più importante è la perdi-ta degli ormoni sessuali. Mase la donna giovane fa la

chemio e va in menopausa precoce non possiamo curarla con gliormoni e quindi si avrà la perdita degli estrogeni e del testoste-rone (la chemio distrugge le cellule delle ovaie che lo produco-no) che è importantissimo per il desiderio. Ma non è finita qui.Chi fa chemio e anche radio ha un aumento di molecole infiam-matorie: in particolare le citochine che inondano il cervello, cau-sano neuro infiammazione e questa è la componente principaledella depressione che osserviamo in tutte queste situazioni. E sitorna al punto di partenza. La depressione è la nemica giuratadel desiderio”.

Lei ha fatto cenno anche a un aspetto relazionale: che cosa succede nella coppia in base alla sua osservazione?“Osserviamo che si separa il 25 per cento delle donne in cui leiha un tumore al seno contro il 7 per cento in cui è lui ad avereun problema di tumori. La donna si confronta con un uomo chele sta vicino, ma non la desidera più oppure è lei a non deside-rare più. Quindi il 25 per cento delle coppie ha una crisi profon-da, nelle altre spesso si vede un forte avvicinamento di tipoemozionale a cui però non sempre si affianca la partefisica, si è più vicini da un punto di vista amicale, manon c’è più la componente erotica. Bisogna conside-rare anche un altro elemento fisico nelle donne sot-toposte alle cure ed è la secchezza vaginale cherende molto doloroso l’orgasmo coitale. Dettotutto questo è evidente che la relazione di cop-pia può subire un grosso contraccolpo”

Quali sono le risposte dei servizi?“Dipende molto da centro a centro, ma la qualità delsupporto psicologico è molto buona. Tuttavia quello che iolamento è che non c’è l’attenzione alla componente biologi-ca dei problemi sessuali”

Che cosa intende?“Per esempio, le donne che non hanno avuto figli o li hannoavuti con il cesareo hanno un pavimento pelvico molto stretto.Sarebbe indispensabile che ci fosse nell’unità operativa una fisio-terapista e un’ostetrica preparate sul rilassamento del pavimen-to pelvico e quindi capaci di rilassare questo muscolo per man-tenere un’abitabilità vaginale perché altrimenti il dolore diventaingovernabile. Questo però non viene mai fatto. Ci sono terapiemediche non ormonali molto efficaci per attenuare tanti sintomicome le vampate, la secchezza, il dolore articolare, l’insonnia.

Parliamo di malesseri con forte matrice biologica, ma a questinon si guarda, come se fossero una nuvola nera sopra la testa”

In futuro quali possibilità ci saranno per rendere completo il percorso della donna ammalata di tumore al seno? Le breast unit possono aiutare allo scopo?“Dal punto di vista sanitario le breast unit sono un fiore all’oc-chiello dell’Italia possiamo dire che grazie a un grosso lavoro deimedici, degli psicologi dell’area psicooncologica si è riusciti a

omogeneizzare la qualità delle cure a livello nazionale.Un risultato strepitoso. La Senologia, grazie ai medi-ci, ha fatto tantissimo e abbiamo molti centri diassoluta eccellenza. E’ bene dirlo, altrimenti inItalia si passa il tempo a parlare male di tutto.Lavorano insieme oncologo, chirurgo, senologo;spesso gli italiani fanno gli scontenti, anche quandole cose funzionano, ed è un fatto: la Senologia ita-liana è una perla, diciamolo. Bisognerebbe dire gra-

zie ai medici e ai professionisti. A volte i pazienti nonvedono il lavoro che io chiamo di backstage, è un lavoroenorme a cui si aggiunge anche quello di studio e aggior-namento. Bene, questo tipo di rete c’è, ma in futuro un valo-

re aggiunto saranno sempre di più i gruppi di volontariato comele Pagaie rosa che citavo prima”.

Il self-help, il volontariato può integrare i servizi, ma come incrementare questi ultimi?“La cosa più semplice sarebbe formare gli psicologi che già cisono: usiamo le risorse esistenti facendo master di approfondi-mento. E' stato fatto ad esempio in Sardegna con molti corsi dipsico-oncologia . E’ giusto formare le persone che già fanno congrande motivazione quel lavoro e poi offrire, come accennavo,fisioterapista e ostetrica nelle unità operative per recuperare unlavoro che manca".

L’esperienza con le donne è il punto dipartenza dell’incontro con la dottoressaAlberta Ferrari specialista in chirurgiagenerale e in chirurgia oncologica al SanMatteo di Pavia. Le sue parole affrontanoanche i temi dell’acceso dibattito pubbli-co che hanno diviso l’opinione pubblicasull’intervento preventivo in caso di pre-senza della mutazione genetica. Ha presoposizione pubblica (lo ha fatto dal suoblog “Ferite vincenti”) per sostenere ildiritto delle donne alla scelta anchequando la gran parte del mondo medicosi schiera su posizioni diverse. La dotto-

ressa Ferrari ci accompagna nell’istituzione ospedaliera descri-vendoci l’approccio medico con la malattia e con il sentire delledonne. Ci fa capire il significato della presa in carico della donnaammalata di tumore che deve essere accompagnata e affiancatain diversi aspetti della sua vita. Parla di mutidisciplinarietà nellarisposta medica, ed è questo il livello a cui tendono i medici chehanno scelto di essere accanto alle donne che sul loro percorsohanno incontrato il cancro al seno dovuto a una mutazione gene-tica. Il dialogo con la dottoressa Ferrari ha preso avvio dal casoAngelina Jolie.

Dottoressa Ferrari, lei ha preso posizione a favore della chirurgia preventiva per le donne portatrici di mutazione. Lo spiega in una lunga lettera aperta a Lella Costa che aveva criticato l’attrice americana. Può sintetizzare le sue ragioni?Più precisamente, ho preso una forte posizione a favore dellalibertà di scelta della donna, attraverso un percorso multidiscipli-nare finalizzato a fornire informazioni corrette in merito a tutti icomplessi aspetti da valutare nella scelta di un’opzione di ridu-zione del rischio. Infatti, io non intendo prendere posizione inmerito a una scelta che è squisitamente individuale. Dopo le

dichiarazioni di Angelina Jolie, che ha avuto il gran merito di alza-re il velo su un argomento tabù in Italia, tutto l’establishmentsenologico medico e gli organi di informazione che ad esso fannoriferimento hanno iniziato a criticare anche pesantemente la chi-rurgia preventiva e, al contrario, banalizzare l’opzione sorveglian-za affermando che era “sicura nel 99-98-95% dei casi” nonchéassolutamente prediletta dalle donne italiane. Tutte affermazionitotalmente prive di base scientifica. La donna con mutazioneBRCA 1 o 2 è stata puerilizzata con consigli e rassicurazioni pater-nalistici e sempliciotti o, al contrario, demonizzata il caso di scel-ta “estrema” come quella della Jolie, stigmatizzata come “inuti-le, eccessiva, bizzarra, contro la vita, autolesionista” senza peral-tro fornire il razionale scientifico su cui si basa la scelta della chi-rurgica preventiva (un’opzione prevista da tutte le più rigoroselinee-guida internazionali e che riduce il rischio di sviluppare iltumore del 90-95%).Sintetizzando, la mia è stata una presa di posizione a favore dellascelta libera e informata della donna, come spiego nel mio arti-colo di allora su espresso.it(http://espresso.repubblica.it/visioni/scienze/2013/07/03/news/caso-jolie-facciamo-chiarezza-1.56362): che deve poter acce-dere alle opzioni sia di sorveglianza senologica (purtroppo adoggi la sorveglianza ovarica non risulta efficace) sia alla chirurgiapreventiva, senologica e/o ginecologica, in tempi e modi davalutare con il team multidisciplinare di riferimento.

La chirurgia preventiva mette al riparo dal tumore, ma quali le conseguenze psicologiche? Ci sono dati in questo senso?I dati disponibili sono ancora pochi perché basati su studi molto

disomogenei e spesso carenti nell’analisi a distanza. Per esem-pio, la maggior parte degli studi si basa sull’asportazione totaledel seno, mentre oggi le mastectomie preventive vengono effet-tuate con tecniche meno invasive. In pratica si può asportare laghiandola rispettando la pelle, areola e capezzolo che la rivesto-no e ricostruendo il seno immediatamente. In ogni caso nelle

Chirurgia preventiva?Sto con la libertàdi scelta delle donne

DottoressaAlberta Ferrari

SpecialistaChirurgia Generale e

Oncologica

Intervista alla dott. Alberta Ferrari, chirurga senologa al San Matteo di Pavia

Convegno: Tumori al seno, quando la donna è giovane intervista di Antonella Lenti

linee-guida inglesi NICE (ultima edizione 2013) che aggiornaperiodicamente un’accurata revisione di letteratura, si precisa chenegli studi effettuati dopo mastectomia profilattica “la maggiorparte delle donne risulta soddisfatta della propria decisione”anche a distanza di tempo. Sono da poco iniziati studi specificianche in Italia, ma sapremo i risultati solo tra qualche anno.

In base alla sua esperienza diretta con donne giovani portatrici di una mutazione genetica qualedeve essere il corretto approccio del senologo?Il tema è molto delicato ma in generale le giovanissime dimo-strano un approccio più scientifico e tecnico, meno fatalista.Spesso arrivano avendo già assimilato tutte le informazionidisponibili sul web (dimostrando un’eccellente capacità di filtroche si concentra di solito nei siti più attendibili).In ogni caso esiste un’ampia condivisione nel mondo scientificointernazionale sulla modalità di gestione della donna ad altorischio: è necessaria una presa in carico multidisciplinare concompetenze altamente qualificate, in modo che la donna siaaccompagnata durante tutte le fasi del percorso, comprensivodell’individuazione del rischio con counselling clinico, genetico,psicologico, e della scelta tra le opzioni di riduzione del rischiostesso adeguatamente individualizzate. In questa modello assi-stenziale viene dato molto valore alla relazione con la donna eal principio di non direttività. La persona, scrupolosamente infor-mata, elabora in idonei tempi di assimilazione e con il sostegnopsicologico necessario la sua scelta personale e viene seguitaanche successivamente, potendo eventualmente scegliere strate-gie diverse in tempi / età differenti della propria vita, mantenen-dosi sempre in contatto con il proprio medico e team di riferi-mento. Personalmente ho cercato di dare il mio contributo nellarealtà italiana in cui lavoro in linea con questi principi. In assen-za di linee-guida nazionali è stato redatto un percorso diagnosti-co-terapeutico-assistenziale (PDTA) specifico per la donna arischio genetico condiviso da un team di specialisti dedicati(genetista, oncologo, radiologo, chirurgo, psicologo, ginecologo,sessuologo, specialista in procreazione assistita).Ogni senologo (e in generale ogni medico) che incontri unadonna con caratteristiche familiari o cliniche che possano sugge-rire (o in cui sia già documentato) un rischio eredo-familiare dipredisposizione al tumore del seno e dell’ovaio, dovrebbe invia-re la stessa a centri di riferimento che abbiano una reale espe-rienza nella gestione di questa particolare condizione clinica che,ribadisco, richiede un expertise complesso e multidisciplinare.

Nel suo blog "Ferite vincenti" accenna al fatto che essere donna rappresenta un valore aggiunto per la senologia. Il tumore al seno investe tanti aspetti del corpo e dell’anima di una persona. Le strutture sanitarie sono attrezzate per prendere in carico non solo la mammella ma anche la donna?In Italia c’è di tutto. Una donna con tumore al seno può capitarenel posto giusto con competenze dedicate e percorso di qualitàcertificato, oppure essere trattata in ambito generalista dove lacomplessità della gestione della donna con tumore al seno non

può essere garantita secondo standard ottimali, indipendente-mente dalla buona volontà e competenza professionale del sin-golo operatore.

Breast Unit. Al San Matteo la struttura è certificataa livello europeo. Che significa la breast unit e quali vantaggi per le donne?Le breast unit o Unità/Centri di Senologia sono percorsi multidi-sciplinari integrati tra strutture con competenze trasversali perti-nenti a tutto il percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale incui operano specialisti dedicati al seno. Questi percorsi che oggichiamiamo breast unit e dovrebbero rappresentare il riferimentoper ogni donna nella prevenzione e la cura della patologia seno-logica sono stati ideati per garantire la presa in carico della per-sona senza frammentazioni di percorso, soprattutto per la gestio-ne del tumore al seno, che oggi richiede l’integrazione di com-petenze altamente specializzate e multidisciplinari e non può piùquindi avvenire in ambito generalista. Una qualità garantitaanche da numeri minimi, come già avviene (o dovrebbe avveni-re) per i centri di nascita: per assicurare uno standard di qualitàminimo (e anche l’ottimizzazione dei costi) le Senologie devonotrattare un numero minimo di 150 nuovi casi oncologici /anno;un chirurgo deve operare personalmente almeno 50 donne/anno(e così via per ogni attività diagnostico-terapeutica). Ma la qua-lità si basa soprattutto su parametri molto più complessi, nonautoreferenziali e periodicamente controllati: per questo è statointrodotto il concetto di certificazione da parte di enti terzi (comel’autorevole certificazione europea basata sui criteri di EUSOMA-European Society of Mastology) o, in alternativa, un processo diaccreditamento nazionale o regionale sempre ispirato a criteri diqualità (in progress in Italia; un elenco periodicamente aggiorna-to di breast unit italiane e lo status della loro cerrtificazione èaccessibile dal sito www.senonetwork.it ).La gestazione italiana di un documento di politica sanitaria per lacreazione sul territorio nazionale di una rete di breast unit è statalunga e ha richiesto molte pressioni da parte delle donne.Attualmente è appena terminata la fase legislativa: il documen-to è stato inviato (13 novembre 2014) alla Conferenza Stato-Regioni, da cui è stato recepito il 18 dicembre 2014. Adesso spet-ta dunque alle Regioni applicare velocemente queste direttiveaffinchè l’Italia (pena multa europea: la deadline è entro il 2016)si doti di una rete di breast unit, una ogni 250.000 abitanti, inmodo da offrire alle donne un equo e corretto accesso al diagno-si e cure per il tumore al seno su tutto il territorio nazionale.Vantaggi per le donne? L’attivismo di Europa Donna Italia per lebreast unit dimostra che sono fondamentali dal punto di vistadelle donne stesse. Oltre all’ovvia necessità di dotare l’Italia diun contesto di cura dedicato alla patologia oncologica più fre-quente nelle donne in ogni fascia d’età, le breast unit puntanoalla qualità del percorso e alla garanzia (certificazione, accredita-mento) dello stesso. Sulla base di evidenze scientifiche esserecurate in un contesto di breast unit garantisce infatti il trattamen-to ottimale del tumore della mammella, non solo in termini dimigliore qualità di vita ma anche con una documentata riduzio-ne della mortalità del 18-20%: le diagnosi sono tempestive, lecure efficaci e concordate da un team multidisciplinare di esper-ti. Così migliorano anche le chances di guarigione.

Un’opportunitàed un’esperieza rara

Raramente si ha l'opportunità di avere un confrontodiretto tra chi finanzia una borsa di studio, chi lastruttura, la segue nel tempo e chi la porta avanti.Trovarsi a lavorare per un progetto a stretto contattocon chi lo ha finanziato investe di stimoli, aspettati-

ve e responsabilità che vengonopercepite quotidianamente con uncoinvolgimento emotivo indubbia-mente superiore. Tutto ciò assumesicuramente una valenza particola-re in un periodo in cui raccoglierefondi non è facile sia per la situazio-ne economica che per l’impegnorichiesto in termini di tempo e dienergie. Il mio interesse nei confronti dellasenologia è cresciuto in questi annida quando ho frequentato comespecializzanda l'Unità Operativadiretta dal prof. Macellari, prose-

guendo poi con l’elaborazione della tesi di speciali-tà basata sulla raccolta della casistica e dell’espe-rienza maturata a Piacenza nell'ambito dellemastectomie conservative. La chirurgia oncologicae quella ricostruttiva della mammella costituisconoentrambe un'eccellenza a Piacenza. Quella che mi èstata offerta rappresenta quindi una grande oppor-tunità per poter maturare le mie competenze pro-

fessionali in un

ambiente stimolantenel quale il rigorescientifico, l'aggior-namento continuoed il costante sforzodi adeguamento aglistandard di cura euro-pei non perdono mai di vista l'idea che le nostre curesono rivolte alla donna nella sua interezza. Il miopercorso formativo si sta ora svolgendo nell'arco dinove mesi nei quali l’impegno riguarda l’attivitàambulatoriale, di sala operatoria ed assistenziale,con l'obiettivo di maturare competenze in ambitooncologico e ricostruttivo. A testimonianza dellapossibilità di condividere la cultura senologica concentri di riferimento nazionali, questo percorso pre-vede anche la partecipazione allo studio sperimen-tale multicentrico Sound in collaborazione conl'Istituto IEO di Milano.Occuparsi di Senologia significa anche condividerecon le donne il peso della malattia e proprio da talecondivisione deriva un arricchimento umano alquale difficilmente si può dare un valore. QuesteDonne in un momento di fragilità difendono in real-tà con tenacia la loro stabilità, la loro voglia di guari-re e di rinnovarsi. Comprendi allora che, nei lorosguardi così diversi, tutte hanno qualcosa da inse-gnarti, un messaggio da darti, un aiuto da offrirti permettere ordine nei nostri pensieri e nelle nostre

priorità. Grazie di cuore a Voi tutte,

Donne di Armonia, alla VostraPresidente, Romina Cattivelli

ed a tutte le persone chesostengono le Vostre inizia-tive, per l'opportunità e lafiducia concessami. Un sentito ringrazia-mento inoltre al profMacellari, al dott.Gasparini ed a tuttal'équipe di senologia per-ché fare formazione èimpegnativo e gravoso,talvolta difficile ed ingra-to, ma rappresenta sem-pre la base di ogni evolu-zione, che in questo ambi-to si traduce nella ricercaper le pazienti di standarddi cura sempre più elevati.

Dott.ssaEvelinaBegnini

Contributodi Armonia

a favore dellaSenologia

per la formazione

di un giovanechirurgo

€ 20.000

12

La Nuova Armonia 13

Donna,Seno e Salute

un DVD per conoscerci meglio

Donna, seno e salute: è il dvd distribuito in tuttaItalia che ha curato, come responsabile scienti-

fico, il professor Giorgio Macellari, direttore dellaChirurgia senologica dell'ospedale di Piacenza. Illavoro è stato realizzato dalla Visual graphic di Zianocon il contributo della Fondazione di Piacenza eVigevano e dell'associazIone Armonia.Raccoglie le valutazioni dei medici di tutti i repartiospedalieri che sono coinvolti nel percorso di curadella donna ammalata di tumore al seno, patologi,oncologi, radiologi, radioterapisti, chirurghi, psicolo-gi. Sono i medici piacentini che raccontano l'espe-rienza maturata in tanti anni di lavoro in rete portan-dola come bagaglio di cono-scenza a livello nazionale.Che cosa contiene il dvd?Tutto quello che si devesapere quando si ha unadiagnosi di tumore al seno,per quanto riguarda le curea disposizione ma nonmanca l'aspetto della pre-venzione. E quest'ultimainveste, naturalmente, glistili di vita che possonoessere determinanti nelprocesso di sviluppo dellamalattia. Nel documentario unaparte importante è rappre-sentata dal racconto deglistili di vita improntati su ali-mentazione, attività fisica,consumo di alcol e il ruolodegli ormoni, fattori basilariper ridurre il rischio diincappare nella malattia.

Il messaggio che si associa allo stile di vita, l'altrafaccia della prevenzione, è rappresentata dalla dia-gnosi precoce. Infatti se il medico riesce a individua-re il tumore al seno con ecografia e mammografia equindi non ancora palpabile in questo caso la per-centuale di probabilità di sopravvivenza è fino al98,6 per cento. Diagnosi precoce che è importantesoprattutto per le donne giovani che nel dvd hannoriservato uno spazio a se. Nelle donne fino a 40 anni, si rileva un aumento del-l'incidenza della malattia. Ma questa fascia d'etànon è compresa nello screening che parte da 45anni. È quindi consigliabile alle donne al di sotto dei

40 anni sottoporsi privatamen-te al controllo perché se si sco-pre la presenza di noduli è piùfacile l'intervento. Il dvd trattatutti gli ambiti ospedalieri coin-volti nella malattia, dalla dia-gnosi fino alle cure, chirurgi-che, oncologiche, Radio terapi-che e fisioterapiche. Il dvd sicompleta con due parti finali incui ci sono le domande più fre-quenti, a cui gli esperti piacen-tini forniscono risposta e untest, rivolto alle donne, di auto-valutazione finale sui temi trat-tati nel dvd.Tutto questo può essere un vali-do strumento per conoscersimeglio, per avere più consape-volezza del proprio corpo e,soprattutto, per renderci contoche i nostri comportamentinon sono affatto estranei allasalute che noi costruiamo pernoi stesse, giorno per giorno.

La ricostruzione mammaria rappresenta, per lamoderna Senologia, parte integrante del percor-

so terapeutico e riabilitativo della paziente affetta datumore della mammella. Le migliorate conoscenzedi anatomia chirurgica e della biologia della neopla-sia e la diagnosi sempre più preco-ce grazie all’adesione consapevoledelle donne ai programmi discreening hanno prodotto un pro-fondo cambiamento dello scena-rio chirurgico in Senologia.Pertanto, accanto alla chirurgiaconservativa tradizionale (exeresie quadrantectomie con rimodella-menti oncoplastici), hanno presopiede le mastectomie conservati-ve che consentono di preservaregran parte del mantello cutaneomammario e l’elemento caratte-rizzante la mammella, cioè il com-plesso areola-capezzolo.Sul versante della ricostruzione, ilmiglioramento qualitativo degliimpianti protesici, l’avvento dibio-materiali (matrici dermiche ereti) che integrano i tessuti autolo-ghi nell’allestimento della tascaprotesica, la codifica di interventiche utilizzano i soli tessuti delladonna e il trasferimento di concet-ti di chirurgia estetica alla chirur-gia ricostruttiva hanno rappresen-tato uno ricco strumentario che,in mano a chirurghi plastici dedi-cati, hanno portato a un’estremapersonalizzazione del procedi-mento ricostruttivo, sempre piùadattato alla singola paziente, allasua neoplasia e alla sua storiaoncologica. Infine non va dimen-ticata l'importanza del trattamen-to della mammella controlaterale

per raggiungere gli elevati standard in termini disimmetria che oggi sempre più, e pazienti semprepiù giovani, ci chiedono. A fronte di esigenze sempre crescenti in terminiqualitativi e grazie a una revisione critica dei risulta-

ti ricostruttivi ottenuti, stanno tro-vando spazio in questi ultimi anni,a fianco dei procedimenti chirur-gici maggiori, una serie di inter-venti chirurgici “minori”, comples-sivamente definiti “procedimentiancillari” che costituiscono qual-cosa di ulteriormente migliorativoe conferiscono stabilità nel tempoalla ricostruzione, generando indefinitiva ne costituiscono “valoreaggiunto”.

I più importanti e frequenti proce-dimenti ancillari si possono rias-sumere come segue:• Centralizzazione del complessoareola-capezzolo, che si applicanei casi di retrazione e dislocazio-ne del medesimo da parte dellecicatrici chirurgiche o per l’effettodi distorsione e fibrosi causatedalla radioterapia. In questi casi ilcomplesso areola capezzolo vieneriportato efficacemente all’apicedel cono mammario ricostruito.• Revisione di cicatrici e plastichea “Z”, che si prefiggono il migliora-mento estetico delle cicatrici chi-rurgiche e la correzione dell’effet-to retraente che la cicatrice inevi-tabilmente esercita a causa dellasua rigidità sui contorni curvilinei,morbidi e sinuosi della mammel-la.• Liposuzione, che può essereapplicata sia alla mammella rico-struita (per rendere più omogeneo

Proff DottGerardoGasperini

Procedimenti chirurgiciancillari in chirurgia ricostruttiva mammaria:un valore aggiunto

14

lo spessore dei lembi cutanei dopo mastectomia) siaalla mammella controlaterale per simmetrizzare ladisposizione del tessuto adiposo e correggere even-tuali asimmetrie di forma e contorno.• Lipofilling, cioè autotrapianto di tessuto adiposoprelevato dalla stessa paziente con micro-cannule,processato per decantazione e centrifugazione eopportunamente re-iniettato, sempre con micro-cannule, come autoinnesto con finalità riempitive erigenerative: sono infatti di recente acquisizione leproprietà del tessuto adiposo che, contenendo cel-lule staminali, unisce alle proprietà di riempimentoquelle di miglioramento delle qualità e della vasco-larizzazione dei tessuti nei quali viene iniettato.Sulla base di queste premesse tale procedimento hatrovato impiego in anche in Chirurgia RicostruttivaSenologica, ove viene abitualmente applicato per lacorrezione dei difetti di volume e di contorno doporicostruzione protesica. Su quegli esiti di quadran-tectomia gravati dal deficit di volume e/o dallesequele retraenti e cicatriziali della radioterapia,invece, pur trovando il lipofilling un’ottima indica-zione, è opportuna una selezione rigorosa dellepazienti candidabili in base alle caratteristiche bio-logiche della neoplasia, in attesa di dati clinici ine-

quivocabili che attestino l’assoluta sicurezza delprocedimento nei confronti di una mammellaammalata di tumore e dunque esposta al rischio diuna ripresa locale della malattia.

Per cui, senza mai rinunciare all’efficacia terapeuti-ca e alla sicurezza oncologica, abbiamo visto comesi sia arricchito lo strumentario a disposizione delChirurgo Plastico in materia di ricostruzione mam-maria: l’elemento centrale è la donna-paziente,attorno alla quale viene costruito un percorso unico,frutto del contributo delle diverse figure dedicate delteam multidisciplinare, all'insegna della condivisio-ne di una comune cultura senologica.

Prof. Dott. GERARDO GASPARINISpecialista in Chirurgia Plastica

Ricostruttiva ed EsteticaConsulente già Responsabile Chirurgia Plastica

Azienda U.S.L. di PiacenzaProfessore a.c. di Chirurgia Plastica

Università degli Studi di Parmae-mail: [email protected]

La Nuova Armonia 15

Il seno simbolo per eccellenza della femminilità èda sempre oggetto di attenzioni ma anche fonte di

molte paure, studi recenti dimostrano che il trenta-due percento circa di tutti i tumori che colpiscono ledonne sono tumori al seno. Prevenzione, diagnosi precoce, migliorate terapie

farmacologiche e tecniche chirur-giche d'avanguardia, hanno per-messo di aumentare in modoimportante la percentuale di guari-gione completa e migliorare la qua-lità di vita delle donne colpite daquesta patologia. Ormai dimostra-ta ampiamente la correlazione trascorrette abitudini alimentari enon idonei stili di vita con la com-parsa di tumori e quello al senonon fa eccezione specie in fase postmenopausale, malattie cardiova-scolari e neurodegenerative, appa-re chiara la rilevanza di fornire alla

popolazione interessata tutte le informazioni inmerito. Nasce così il progetto "mangia la foglia"che, in collaborazione con l'associazione "Armonia"e la "Komen onlus" all'interno della programmazio-ne del Master di II livello in "alimentazione e benes-sere" dell'università di Bologna, promette con con-sulenze gratuite, di fornire alle donne interessateindicazioni corrette in ambito alimentare e suggeri-menti per migliorare stili di vita non idonei.Attraverso inviti personali e con l'utilizzo delle nor-mali vie di comunicazione (articoli, serate /incon-tro, ecc) viene pianificato un calendario di appunta-menti per consentire alle interessate di accedere alprogetto in modo comodo de efficace. GiàIppocrate, padre della medicina, scriveva " fa che ilcibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuocibo" ponendo l'accento sulla valenza terapeuticache l'alimento può avere. L'obiettivo del progetto"mangia la foglia" è sottolineare questo: non bastamangiare è importante mangiare bene per preveni-re molte delle più comuni malattie ma anche pato-logie importanti quali il tumore al seno. L'intento èdi trasformare quello che potrebbe essere vissutocome un evento drammatico in una reale possibili-tà di cambiamento e miglioramento di abitudini estili di vita,sulla strada di un ritrovato benessere glo-balmente inteso. Un grazie particolare va al Prof.Giorgio Macellari, ad Armonia e alla Komen che dasempre si adoperano a sostenere le donne che siconfrontano con questa malattia.

Dr. Ezio Scarpanti, Medico chirurgo,master II livello alimentazione e benessere,master II livello medicina estetica,perfezionato medicina naturale e biotecnologie

DottorEzioScarpantiMedicoChirurgo

Mangiala foglia

16

17

UNO SGUARDO

A RADIOTERAPIAMuri che vai messaggi che incontri. Le pareti parlano

anche nel seminterrato di Radioterapia. Anche qui

riconoscenza e apprezzamenti e pensieri forti.

Ne citiamo alcuni: “La vita è un dono e con il vostro

aiuto è come se questo dono lo avessi ricevuto

per la seconda volta”;

“A voi che governate il grande occhio e che lo avete

guidato sulle mie fragilità con la ferma dolcezza

e la saggia pazienza di chi veramente sa, a voi grazie”

e ancora “A volte uno sguardo vale più

di mille parole, un gesto vale più di mille promesse”.

… e si potrebbe proseguire all’infinito.

Che dire? L’efficacia di un servizio si manifesta

anche attraverso queste poche parole

scritte su foglietti spesso occasionali.

È così che si perpetua il legame tra medico e paziente.

E del valore positivo che ha il legame tra medico

e paziente non dovrebbero mai dimenticarsi i colletti

bianchi che la sanità la programmano a tavolino.

SENOLOGIA, SE LE PARETI PARLANO

Un reparto ospedaliero è uno spazio nel quale transitano le vite di tante persone.

Qui trova casa la sofferenza, ma anche la speranza. A volte tra letti, carrelli,

supporti per boccette di medicine da infondere si scopre dell’altro.

Ci sono le pareti che parlano. Parlano le persone che con le loro storie, in questi

luoghi, hanno ripreso in mano un filo della vita che sembrava essersi spezzato.

Sono i post-it, lettere, ritagli di giornali, messaggi in bottiglia arrivati fino alle

pareti gialle di Senologia che danno la dimostrazione, se ce ne fosse bisogno,

di quel legame che si stringe tra medico e paziente e che non si scioglie una volta

risolto il problema. Qualcosa di più di un grazie, qualcosa di più di pura

riconoscenza verso i medici e gli infermieri diventati la loro àncora di salvezza.

Non è solo chirurgia. Qui si tratta del seno, un aspetto della vita di una donna

che va oltre il corpo. Innesca innumerevoli altri “sentire” che arrivano nel

profondo tanto da lambire perfino la sfera dei progetti di vita. Ecco perchè

il tour tra i messaggi lasciati sulle pareti conferma quella che era un personale

sentire. I grazie appesi a queste pareti non sono soli ringraziamenti.

Trasmettono la tempesta interiore che investe una donna che scopre di avere un cancro.

Una tempesta che via via si scioglie quando proprio qui tra i medici e gli infermieri

trova non solo la risposta, ma anche un sorriso, un’espressione umana che va oltre

l’intervento e la cura. Un dono non scontato.

FRAMMENTI DI TESTIMONIANZACosì scrive Maria Rosa in un messaggio del 18 giugno 2013. “Perchè perchè, non trovo la risposta un macigno mi schiaccia il capola terra si sgretola sotto ai piedi, il mondo mi crolla addossoserenità nello sguardo, tranquillità della voce, spiraglio di luce in fondo al baratro”La cupezza iniziale si trasforma dopo l’incontro con i medici gli infermieri che hanno affrontato il suo problema. Un incontro importante che ha fatto molto di più dell’intervento medico perchè ha dato “la speranza e il coraggio di continuare”. Le donne qui si affidano ai professionisti non solo per la cura, ma domandano di non essere un numero, di non essere considerata una malattia, ma essere trattate da persona. C’è chi scrive lamentando che altrove “le dignosi vengono consegnate per posta via mail, sembra giusto? Qui ogni paziente riceve una convocazione personale per la consegna e la spiegazione del referto”. Scrive una donna. E ancora “Senologia eccellenza sanitaria. Un grazie.” Poi Ramona arrivata a Piacenza da Reggio Emilia su indicazione di un conoscente di Treviso, che parla di professionalità e passione. Qui ha ricevuto una dose potentissima – dice – di fiducia e di sicurezza e anche serenità che spesso la parola tumore annienta”. Infine un’altra citazione dalla bacheca di Senologia è firmata Mariuccia 2010.“La paura bussò alla porta, il coraggio andò ad aprire ma non c’era nessuno” .

Vescovo: “ che ve ne pare dellamia cioccolata?” Sergente

“Ecc… Ottima eccellenza”. Vescovo:“Stavate per dire: eccellente, eccel-lenza; ma vi siete corretto. Mi fa pia-cere che teniate alla forma, nel-l’esprimervi. Ci tengo anch’io, mol-tissimo. La forma è sostanza, secon-do me. Penso che siate dello stessoavviso. Se voi aveste detto: eccellen-te, eccellenza, vi confesso che ora viguarderei con un certo sospetto...Ma la forma è tutto, davvero...”Questo il dialogo che LeonardoSciascia immagina si svolga tra ilvescovo della diocesi di Catania e il

sergente maggiore La Rosa nel palazzo vescovile, ovel’ufficiale si è recato per ordine del vicere di Siciliaallo scopo di dirimere una controversia sorta trastato e chiesa. (Leonardo Sciascia, Recitazione dellacontroversia liparitana). La forma, appunto, quellaforma che tanto sta a cuore al vescovo, forse ancheeccessivamente, ma che anche altri sembrano nonritenere inutile zavorra di cui l’uomo, al pari di altriinutili fardelli, si sarebbe scaricato nel corso dellasua storia millenaria. Tra questi anche PapaFrancesco che invita a non trascurare l’uso di quelle“paroline”-grazie, scusa, per favore- che, se non riso-lutive di problematiche complesse, costituisconopur sempre un ottimo lubrificante dei rapportisociali.Se non in auge di questi tempi rimane comunque, laforma, uno dei più sicuri indicatori di cambiamentogenerazionale. Ne ebbi conferma, caso mai avessinutrito dubbi in proposito, in un’aula universitaria,in tempi abbastanza recenti, avendo frequentatol’università dopo il pensionamento, da studentessapiù che matura. Un giorno come un altro, in cuiavevo lezione, come tante altre volte . Ma quel gior-no ebbi una rivelazione. Sedevo, secondo una con-suetudine che datava dalle elementari e che mi haaccompagnato per tutta la mia carriera scolastica, in

un banco di prima fila, altrimenti deserta di studen-ti, come di solito, e, secondo una consuetudine chedel pari datava dalle elementari, all’ingresso del pro-fessore mi alzai educatamente in piedi in segno dirispetto, come da sempre mi era stato insegnato ecome da sempre avevano fatto nei miei confronti imiei allievi.Ma quella volta, prima di sedermi, dopo aver attesoche l’insegnante avesse preso posto, mi accadde digettare uno sguardo nelle “retrovie”, accorgendomi,quasi con una sorta di imbarazzo, che nessunoaveva seguito il mio esempio: l’unica in piedi inun’aula di ventenni seduti –qualcuno semisdraiato ein procinto di scivolare dall’orlo del sedile-, guarda-ta non con riprovazione, ma quasi con una specie dicuriosità divertita, come si guarda un oggetto strano,una sorta di fossile ad esempio, quale, nella fattispe-cie, sentii appunto di essere io.Ad esser sinceri non è che non mi fossi accorta già inpassato di appartenere ad un’altra generazione:ultrasessantenne in un universo di ventenni me loricordavano, anche visivamente, le minigonne e ijeans sfilacciati che costituivano l’abbigliamentousuale delle mie “compagne di scuola”. Ma niente,come quel gesto formale, alzarsi in piedi all’ingressoin aula del professore, mi fece toccare con mano unarealtà, già per altri aspetti evidente, riportandomi adaltri tempi e ad altre atmosfere scolastiche, quelle incui la forma veniva rispettata non solo nei rapportitra allievo e insegnante, come era ritenuto indiscus-so e doveroso, ma anche nei rapporti tra pari.Non a caso il mio collega, rivolgendo il saluto dicommiato all’altro collega di poco più anziano, chesi apprestava ad andare in pensione, riandando aquel tempo in cui entrambi, giovani insegnanti nellastessa scuola si scambiavano pensieri, suggerimen-ti, opinioni, lui, più giovane, grato all’altro che lorendeva partecipe della propria esperienza, facen-dogli dono dei suoi consigli, disse a un certo punto:“Ricordi? Ci siamo dati del “lei” per anni….”Già, allora a scuola non era inconsueto darsi del “lei”anche tra colleghi, non essendosi ancora levato quelvento sessantottino che, nelle folate esasperate dellaprima ora, mosso dall’ideale dell’avvento di unaautentica democrazia che avrebbe dovuto migliora-re i rapporti sociali (scolastici nella fattispecie) trovòespressione nei cori studenteschi che gridavano“Scemo, scemo!” al professore, e che, in seguitoacquietatosi, portò alla generalizzazione del “tu”, se

PaolaNotariPontiggiaPresidenteAssociazioneUnivalnure

Questionedi forma

18

non proprio alla sostanziale ed auspicata realizza-zione di quell’ ideale democratico cui aspirava.Ma in alcune scuole, la mia ad esempio, il “lei”,discreto e rispettoso dell’altrui persona e non pregiu-dizievole all’instaurarsi di solidi vincoli di stima edamicizia, continuò ad avere cittadinanza.Quando mi congedai dal segretario della scuola, chemi precedette di sei anni sulla via del pensionamento,gli inviai un breve scritto di commiato (lo facevo spes-so, anche nei confronti delle insegnanti che lasciavanoil servizio) che, a quanto mi risulta, lui conserva anco-ra tra le cose che ha care.Stralcio dal mio scritto di allora “......dunque il nostrorapporto di lavoro è finito. Se le dicessi che ne sonodispiaciuta sarebbe un eufemismo: è un grosso, gros-sissimo dispiacere, e per me venire a scuola non saràpiù come prima. Questa mattina, tornando daPiacenza, in macchina, ripensavo a tutti questi annipassati insieme: la prima volta che sono venuta inquesta scuola… Lei era seduto alla scrivania del suoufficio quando entrai, quel giorno di settembre didiciotto anni fa. Non avrei mai pensato, allora, che coltempo mi sarebbe diventato così caro. Sì, caro comepoche altre persone. Non la ringrazierò mai abbastan-

za per avermi reso piacevole il lavoro di questi anni,per avermi fatto passare tutto questo tempo in alle-gria. Non mi pesava venire a scuola, la mattina: sape-vo che lei era là, e sapevo che mi avrebbe aiutato,come ha sempre fatto, e nel modo che è solo suo, asuperare i mille, piccoli inconvenienti di un lavoronon sempre facile. Ma soprattutto la ringrazio per quelsentimento di profonda amicizia che ha fatto nascerein me e che, in modo incerto e non lineare da princi-pio, si è consolidato fino a diventare uno dei puntifermi e irrevocabili della mia vita.Avrei tante cose da dirle, ma in definitiva questa èquella che le comprende tutte. Perdo un segretario,anzi il Segretario. Spero che l’amico mi sia vicino, sem-pre. Da parte mia, nei suoi confronti, è fuor di dubbio.Un saluto carissimo e (me lo consente?) l’abbracciopiù affettuoso” Siamo in effetti rimasti amici, ancheadesso che siamo entrambi in pensione. Ci vediamo eparliamo di tante cose. Spesso anche di scuola: dellascuola di oggi che lui conosce per il tramite dei suoinipoti, che la frequentano, e della scuola che rivive neinostri ricordi. E continuiamo a darci del “lei”.

La Nuova Armonia 19

20

C’ero anch’io a Piacenza, quan-do la Dottoressa Gemma

Martino ha presentato il suo libro.L’Associazione Armonia ha invitatoalcuni relatori, tra i quali donneoperate al seno che hanno datotestimonianza dell’impatto emotivoe fisico di questo intervento. Hoanche acquistato il libro, perchésono molto curiosa e volevo saper-ne di più sul lavoro della Dottoressa

Martino. Non è stato facile leggere brani come quel-lo riportato sopra; era già stata una sofferenza ascol-tare le testimonianze delle intervenute; l’argomentoruotava, chiaramente, intorno al seno, il cuore dellafemminilità. La Dottoressa Martino si è mossa a passifelpati ed è intervenuta tra una testimonianza e l’al-tra, lasciando soprattutto che fossero le dirette inte-ressate a raccontarsi e spiegare le tante sensazioniche un intervento di questo tipo scatena. Una volta acasa ho cercato di leggere il libro come un’osservatri-ce neutrale, ma certi passi proprio non mi riesceancora di scorrerli; si tratta specialmente di queicapitoli dedicati in modo specifico alla chirurgia, alletecniche senologiche e ai metodi di ricostruzione diseni e capezzoli. Saltate opportunamente alcunepagine, ho trovato interessante l’aspetto olistico cheviene trattato con dovizia di particolari; è finalmenteevidente l’apertura della medicina ufficiale verso lariscoperta della tradizione e le medicine comple-mentari: “La digito pressione secondo la logica olisti-ca della medicina tradizionale cinese che riabilita i

flussi energetici, unisce il fisicoall’emozionale, la respirazionealla circolazione. Da qualsiasipunto di vista si inizi a risolve-re il problema, il cerchio… siapre alla dinamicità e allaunitarietà.” (cit. pag.95). Vieneanche contemplata la meditazione, con l’invito aogni terapista che “… dovrebbe ascoltare il cantodella sua assistita e prepararla con un lavoro imma-ginativo…” di seguito, la Dottoressa Martino suggeri-sce anche un breve testo da ripetere, a cura del tera-pista con la sua paziente. Non manca l’aspetto del-l’alimentazione, assai importante per l’equilibriointestinale e adeguarlo a sopportare cure specifiche.Cita il “progetto Diana” con “… le sue ricette un po’mediterranee e un pò macrobiotiche…” (cit.pag.144)e spiega come si è potuti arrivare ad una scelta cosìponderata; segue anche un breve elenco di suggeri-menti sui cibi da privilegiare. Poi, quello che mi hacolpita favorevolmente, è l’aspetto di “scelta” cheviene finalmente trattato. Siamo state abituate fin dapiccole a metterci nelle mani del medico e a nonassumerci la responsabilità della scelta terapeutica.Gemma Martino invita soprattutto i medici a rispet-tare le decisioni di chi affronta questa esperienza: “Ladonna che si allontana dagli schemi protocollaridovrebbe essere seguita con uguale dignità e mag-gior attenzione, invece di essere esposta al ludibrio,come a volte succede. Il medico ha il dovere di rispet-tare le sue decisioni e si dimostrerà all’altezza del suocompito, se seguirà con uguale serietà chi non ha

FrancaOberti

Recensione Libro

“(…) Skin Sparing Mastectomy La mammella e il complesso areola-capezzolo vengono asportati con risparmio della cute sovrastante ed inserimentodell’espansore sotto il m. grande pettorale. (…)”

(dal volume di Gemma Martino e Hubert Godard,“Il dis-agio in senologia oncologica” , Scuola italianadi Senologia, Metis Centro Studi, Milano).

Il DIS-AGIOin senologiaoncologica

La Nuova Armonia 21

seguito il protocollo… “. (cit.pag.40).Affiorano ricordi, mi sorgono ancora tantidubbi, leggendo queste parole; le espressio-ni di biasimo quando tentavo un rifiuto;spesso mi arrivavano risposte evasive onegazioni totali, fino al classico: “quei pro-dotti sono acqua fresca!”. Certe afferma-zioni chiudevano inesorabilmente il dialo-go tra me e l’oncologo e io ne uscivo regolarmentesconfitta e demoralizzata.Nella mio specifico, ho avuto una mastectomia tota-le destra e inserimento dell’espansore, per poi, l’an-no successivo, preparare lo spazio per la protesidefinitiva. Avendo subito anche l’asportazionedel capezzolo, mi era stato assicurato che avreipotuto avvicinarmi a questo intervento riparativoin ogni momento lo avessi desiderato.Ho tergiversato parecchio e poi mi sono posta unlimite: lo avrei ricostruito dopo i cinque anni canoni-ci. Però dopo cinque anni, una recidiva, quanto maisubdola e inattesa, ha rimesso in discussione tutto eora credo che rimarrò così, con questa mia “unicità”,alla quale, mi sono abituata. Nella prima parte deimiei problemi senologici avevo seguito, ubbidiente, iprotocolli, ma nella seconda parte ho fatto una “scel-ta” che mi ha portata lontana dai canoni. Ho sceltopersonalmente uno specialista col quale ho concor-dato la nuova cura. Il tempo passa e la salute è stabi-le, di questo sono già grata; l’estetica è marginale nelmio caso, gli anni sono ben oltre gli anta e sono for-tunata ad avere un marito che mi ha accettata comesono, e non mi riferisco soltanto al fisico, ma anche almio carattere, a volte piuttosto spigoloso.Non mi sento più “menomata”, siamo un esercitoormai, riesco a non pensare alla protesi, a quel corpoestraneo dentro me, ma che ormai fa parte di me. E’già difficile accettare questi due seni disuguali, cheemergono in modo diverso quando sono supina eche allo specchio sono allineati male; l’uno segnatodalla malattia, nudo anche del suo capezzolo, l’altroun po’ sofferente per l’intervento correttivo nel ten-tativo di renderli simili. Durante certi cedimenti psi-cologici, ho anche pensato che il mio seno non hasvolto il compito per cui è stato creato: non ho potu-to allattare i miei figli, ciò mi genera amarezza, anco-ra oggi che i figli sono adulti e oltre i trent’anni.

Sognavo spesso di attaccarli al seno, quando eranopiccoli, e mi sono privata di questa gioia perché

all’epoca il ginecologo me lo sconsigliò. Ero in tera-pia per altri disturbi e avrei potuto provocare

danni proprio a loro, nel passaggio del latte. Fuuna forzatura che forse ho pagato nel tempo,

ma ormai è fatta! Ora devo solo ricordare la gioiaavuta dall’aver generato questi due figli meravigliosie dimenticare tutto quello di cui posso, inconsape-

volmente, averli privati. Credo di aver compen-sato al latte mai dato con le attenzioni. Nellibro, la Dottoressa Martino, parla anche delfatto che si potrebbero avere reazioni di riget-to alle protesi; certo potrebbe succedere, macredo anche che soprattutto le donne più gio-vani di me abbiano il diritto di provarci, se

questo le fa sentire meglio. Non demonizzo lachirurgia plastica, ma per quello che mi riguarda èpiù lontana da me ogni anno che passa, e ogni annoche passa è una vittoria nei confronti della malattia,che me ne importa di apparire se amo vivere? E poitroppe anestesie, nella mia vita; quello che è d’obbli-go per la sopravvivenza lo faccio, ma il superfluocerco di evitarlo.Mi conforta, infine, al capitolo “CAREZZE”, leggereciò che penso da tempo, trovando stampato che lastrada della “narrazione di sé” viene suggerita peruscire dal tunnel della malattia, per l’accettazionedella stessa.“Le donne vanno aiutate a ritrovare ‘la propria cor-poreità’, non quella di prima, né quella dei canoniestetici a cui uomini e donne in relazione tra loro siriferiscono, ma un corpo – anima che procede condesiderio di conoscenza e autonomia per strade sco-nosciute fluttuando tra immagini e narrazioni di sé”(cit. pag.150). Nonostante la mia reticenza nei con-fronti degli interventi ricostruttivi, sono gratacomunque a chi mi ha curata, a chi mi ha convinta anon confrontarmi con il “vuoto” nel corpo, e mi haregalato un piccolo futuro, proponendomi il percor-so dedicato all’estetica; concentrare l’attenzione sullato estetico, aiutava a superare le ansie del momen-to. Per quanto mi riguarda, il dis-agio l’ho superato,in parte, proprio con la scrittura; scrivendo, ho esor-cizzato le paure e le emozioni che questo camminomi aveva suscitato.

22

Sono Barbara, ho 37 anni e avevo giurato a me stes-sa che il 2014 sarebbe stato l'anno della svolta.

Dopo anni in cui mi sono fatta del male a causa di unrapporto sbagliato con il cibo che mi ha portato apesare 120 kg, ad aprile 2013 decisi di sottopormi adun intervento di chirurgia bariatrica che mi ha porta-

to a perdere 55 kg e ritrovare final-mente fiducia in me stessa e nellavita: ne ero certa, mi sarei veramen-te impegnata per avverare tutti iprogetti che avevo in cantiere. Ma, guardandomi allo specchiodopo una doccia noto qualcosa chenon mi convince.....è vero, questoseno si è svuotato dopo tanti kgpersi, ma ho la sensazione che lasinistra sia più gonfia, più dura, per-

ché??? Si insinua un sospetto che non mi fa staretranquilla, cerco di non pensarci troppo ma chiedoun consulto al Dott. Macellari, voglio togliermi ognidubbio. Faccio la visita dal Dottore e noto che cam-bia espressione quando analizza la parte sinistra, miprescrive un'ecografia in tempi brevi e cerca di tran-quillizzarmi, ma quella faccia non lascordo. Esco dall'ambulatorioperò con una certezza: qualsia-si cosa sarebbe successo, luisarebbe stato il mio medi-co! Ecografia, mam-mografia e ago-aspi-rato fatti dopo unpaio di giorni e abrevissima distanzala chiamata delDott. Macellari chemi chiede di passarein ospedale mi facapire che il mio 2014avrebbe avuto sì unasvolta, ma certo non eraproprio quella che avevo inmente. Con dolcezza e un atteg-giamento molto paterno mi dà la diagnosie mi illustra il percorso che avrebbe seguito: carcino-ma duttale infiltrante di circa 4 cm al seno sinistro,mastectomia radicale con inserimento di espansoree poi le cure oncologiche del caso e successiva rico-struzione.... Un Mammotome, poi, rivelerà un carci-noma di pochi mm anche al seno destro, quindi lamastectomia diventa bilaterale. Ho capito che mivolevo rifare il seno, ma caspita, forse mi sono scelta

una via un po' complicata....Scherzi a parte, hopaura, purtroppo la mia famiglia non è nuova a casidi tumore, e il ricordo di mia mia madre volata incielo anni fa per questa malattia (non è stata colpitaal seno) si fa vivo più che mai ...vorrei sperare che siatutto un brutto incubo ma purtroppo no ...lui mi hacolpito e ora tocca a me tirare fuori le armi. Il Dottore mi assicura che ce la farò e gli credo, ho 37anni e voglio continuare la mia vita. Non mollerò ilmio lavoro, non mollerò la mia vita sociale e in que-sti mesi non cambierà nulla, ma soprattutto nonvoglio spegnere il mio sorriso. Non vedo l'ora di esse-re operata, in questi giorni di attesa odio il mio senoe non riesco nemmeno a toccarlo, aspetto il primoluglio e vedo quella giornata come una liberazione.L'intervento va benissimo, mi riportano in camera eho accanto a me mio padre, i miei parenti, tutti gliamici, le persone che mi vogliono più bene e saran-no i miei pilastri e la mia forza nei mesi successivi.Sono felice, il male non è più dentro di me, ora midevo fare forza e cercare di portare a casa al meglio ilpercorso chemioterapico. Mi sono tutti accanto, iparenti mi supportano, gli amici mi fanno passareserate spensierate, il Dottore mi segue ad ogni passo,soprattutto, io non mollo. Grazie al cielo tollero beneanche la chemioterapia, qualche nausea ma pocoaltro, non do troppo retta alla stanchezza e continuoa lavorare, mi fa stare bene e mi aiuta a non pensare.Anche la perdita dei capelli non è stato un grandetrauma, trovo una parrucca in cui mi sento a mioagio e tutti mi dicono che sto meglio così che con il

mio taglio precedente e, altra fortuna, riesco a nonprendere peso nonostante la chemioterapia

...so che può essere considerata una cosa“frivola” per molti rispetto all'essere insalute e ne sono consapevole, ma per chicome me ha fatto un percorso bariatricoriprendere chili è una cosa che destabi-lizza parecchio. Passano i giorni e io misento forte, sempre più forte ...il cancroti cambia, ti mette davanti una strada insalita ma ad ogni passo mi sono accortadi riuscire a salire ogni gradino senzacedere mai. Ho riscoperto quali sono i

veri valori della vita, l'importanza digodere di ogni attimo e quanto è grande

l'affetto delle persone che ti vogliono bene.Sono positiva e questa luce pare traspaia dai

miei occhi e dalla mia voglia di vivere. Questo percorso mi ha fatto conoscere anche

persone nuove – grazie ad Armonia, RominaCattivelli e tutte le iscritte – e vivere esperienze fanta-stiche come il Bra-Day, una sfilata di moda con abitidi Martino Midali e le modelle siamo noi, donneaccomunate da uno stesso percorso di guerra controil cancro al seno. Ora inizio questo 2015 che vogliovivere a mille all'ora e da cui voglio raccogliere tutto,perché lo so, sarà il mio anno vincente!!!!

BarbaraRovelli

Testimonianza

Un fulminea ciel sereno

La Nuova Armonia 23

Mi sveglio: sono nel mio letto e sono le 5 di mat-tina. Troppo presto per alzarmi. Mi giro sul

fianco e sento i muscoli tirare, ma noto un’assenza: ildolore che normalmente avevo dal seno sinistro aquello destro e mi svegliava nel sonno è sparito. Lafitta che non mi lasciava dormire, che mi tormentava

di giorno ed infastidiva la notte sen’è andata. Tutto grazie all’interven-to finale che ho subito due settima-ne fa, quello ricostruttivo.Togliere l’espansore mi ha fattarinascere. Non solo il male che sen-tivo quotidianamente non c’è più,ma è anche un traguardo psicologi-co: la fine del percorso.L’espansore me lo sono fatto daredopo l’intervento, perché dopotanto tempo volevo vederlo il male-

detto. E magari anche trovare un modo per distrug-gerlo, una sorta di rivincita personale. Sono passatiparecchi mesi dall’inizio di tutta questa storia e nonmi sento più la ragazza di 29 anni che si è ammalatadi tumore, ora sono una quasi 31enne che ha vinto labattaglia. Ma non ho scordato nulla di quello che hopassato. Il momento in cui mi hanno comunicato ladiagnosi è impresso nella mia memoria, indelebile.Ricordo tutte le sensazioni che ho vissuto, la fatidicafrase “E’ un tumore”, come un pugno nello stomacoche mi ha lasciata senza fiato. L’iniziare a chiedermi“Cosa mi succederà? Quanto ci vorrà? Come andrà afinire?”. Non ho dimenticato il giorno dell’intervento,quando in preda al panico sono scesa in sala opera-toria con il fazzoletto in mano e non l’ho buttatoneanche prima di crollare per l’anestesia, perchésmettere di piangere era impossibile. E soprattutto,non scorderò mai il terrore per la prima chemiotera-pia e il momento in cui, dieci giorni dopo, la primaciocca di capelli mi è rimasta in mano. Poi però miviene in mente la gioia provata all’ultimo controlloecografico, quando mi sono sentita dire “Sei guarita!

E anche bene” e mi rendo conto che il cammino èstato più semplice di quanto me lo fossi immaginatoall’inizio, in preda alla paura. Ho combattuto unaguerra, ci è voluto molto tempo ed ho perso tanto nelcammino: con il primo intervento un seno e i linfo-nodi ascellari, con la chemioterapia i miei amatissi-mi capelli. Ma sono qui a scriverlo, fiera di essermiguadagnata il mio diritto alla vita. E’ stato un percor-so lungo e difficile, che mi ha fatta crescere e mi hamessa alla prova. E mi ha permesso di conosceretante donne che come me hanno vissuto la stessaesperienza, che mi sono servite da esempio e mihanno fatta sentire meno sola. Donne con cui si ècreato un legame speciale, perché in fondo siamo unpo’ tutte delle sopravvissute. Questa esperienza miha anche permesso di rivalutare le persone che micircondano, di vedere chi mi sostiene e mi vuolebene e chi invece c’è solo con le parole. Ho capito chemolti problemi che prima mi sembravano importan-tissimi sono in realtà secondari, perché la salute e lafamiglia vengono al primo posto. La mia ottica ècambiata, non voglio più perdere tempo per cose epersone che non mi arricchiscono, perché comediceva la nota canzone “la vita è un brivido che volavia” e va vissuta giorno per giorno, perché non si samai cosa può capitarci domani. Questo testo vuoleessere un messaggio di speranza per tutte quelledonne che iniziano questo percorso dall’inizio, pienedi paura e con tante domande: Non abbattetevi, mai!Ci siamo passate in tante. Dal cancro si guarisce, ci sitrasforma e si diventa più forti di prima. E questotesto vuole anche essere il mio GRAZIE a tutto lo staffche mi ha seguita, dal personale del Centro SaluteDonna, al reparto Senologia che mi ha tenuta permano durante tutto il percorso senza mai farmi sen-tire “abbandonata”, all’Oncologia Day Hospital chepuò vantare un personale eccezionale che col pro-prio calore riesce ad alleggerire il peso delle cure. GRAZIE DI CUORE, perché con la vostra umanità ciguidate verso la guarigione, un passo dopo l’altro.

L’alba delgiorno dopo

IlariaMassini

Testimonianza

24

12 aprileMarcia di

Podenzano (PC)

28 marzoBurraco Beneficoc/o A.S.D. Bridge FarneseVia Maculati, 36 - Piacenza

3 maggioPiacenza MarathonCamminata delle Associazioni

13 giugnoCamminata in RosaSariano di Gropparello (PC)

a dicembrePacchetti CAD

3 luglioFesta della ProLocoCiriano di Carpaneto (PC)

13 settembreMarcia BeneficaRallio di Montechiaro

dal 25 al 27 settembreRace of the Cure (BO)

da settembre i Corsi• Allenamento

alla Memoria• Danzaterapia• Nordic Walking

11 luglioDirty RunParco di Montecucco - Piacenza

in giugno... Cena d’ Estate

a dicembre... Cena degli Auguri

Sabato 11 luglio 2015 prima edizione della “Dirty Run”, orga-nizzata dall'ASD “FANGHIGLIA”, alla quale siamo, con parti-

colare entusiasmo, INVITATE!!! La Dirty Run è una corsa podisti-ca che prevede un percorso di 10 km su terreno misto:asfalto/sterrato e la presenza di ostacoli sia naturali che artificia-li. La corsa è aperta a tutti, uomini e donne purché maggiorennied in possesso di “regolare certificazione medica”. L’evento ha un“taglio” goliardico, sono ben accetti ed anche premiati travesti-menti di ogni tipo. Ogni partecipante è tenuto a comportarsicorrettamente e sportivamente, ad esempio aiutando altri par-tecipanti a superare gli ostacoli. Siamo “Dirty”, siamo “Sporchi”ma siamo LEALI"

Il Comitato Emilia-Romagna della Susan G. Komen Italia (1), ci invita allaRace di Bologna che si terrà il 25, 26 e 27 Settembre 2015 ai GiardiniMargherita, tre giorni di salute, sport e benessere così organizzati:

Venerdì 25 e sabato 26 è attivo il Villaggio della Salute,dove vengono offerte gratuitamente:

• visite senologiche a donne che non rientrano nel Programma

di Screening Regionale

• colloqui di consulenza genetica per verificare l’eventuale

ereditarietà della malattia

• altre tipologie di visite per la prevenzione di alcune

importanti patologie • incontri aperti al pubblico sui

temi della corretta alimentazione e del benessere psico-fisico

• numerose sessioni di fitness

Domenica 27, alle ore 10.00, partenza della Race: • corsa di 5 km, competitiva e non competitiva• passeggiata di 2 km che l’anno scorso hanno visto

la partecipazione di ben... 16.183 iscritti e noi c’eravamo!!!

Partecipare è molto semplice e anchedivertente, basta formare ed iscrivereuna SQUADRA formata da almeno 10persone, che possono includere ancheatleti professionisti, ma anche laVostra famiglia, gli amici e i colleghi!La quota di iscrizione di 10 euro a per-sona prevede, oltre all’Assicurazioneobbligatoria, la “borsa gara” ricca diprodotti degli sponsor, una t-shirtdedicata e il pettorale, ma soprattutto

vi permetterà di trascorrere una indimenticabile giornata di festa. E, sepensate di non poter partecipare, iscrivetevi lo stesso: sarà un gesto divalore ancora più grande e contribuirete concretamente alla lotta aitumori del seno in Emilia-Romagna. I fondi raccolti durante laManifestazione verranno poi utilizzati per sostenere progetti dellaKomen Italia e di altre Associazioni attive in Emilia-Romagna e finalizza-ti alla lotta ai tumori del seno, (ARMONIA ha ricevuto contributi nell’an-no 2012 per il Corso di Danzaterapia, nel 2013 per il Corso diAllenamento della memoria e nel 2015 per la Cura del linfedema e deiblocchi dell’articolazione della spalla). www.komen.it

Calendario Appuntamenti 201526 marzoAssembleaOrdinaria dei Sociore 20.00 in sede