La nudità dell’uomo come Anatomia della cute - … 3 Astarita. Cute ed Esantemi.pdf · 1 La...
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La nudità dell’uomo come vantaggio evolutivo Anatomia della cute
La pelle è costituita da 3 strati Epidermide
formata da cheratinociti e da melanociti Derma
formato da connettivo più o meno denso contenenti vasi sanguigni, follicolo pilifero e annesse ghiandole sebacee, e le ghiandole sudoripare
Ipoderma ( tessuto adiposo ) . Epidermide, derma, ipoderma sono strettamente
connessi strutturalmente e funzionalmente. A livello degli orifizi naturali la cute si continua con le mucose mediante un tessuto di transizione.
Gli altri strati dell’epidermide
L'epidermide è un tessuto epiteliale pluristratificato in cui si distinguono :
Lo strato basale , in cui si trovano anche i melanociti e le cellule di Merkel (elementi vescicolari che sembra svolgano funzioni sensoriali visti i rapporti stretti con le fibre nervose ).Lo strato spinoso, costituito da cellule poligonali che tendono ad appiattirsi e a disporsi orizzontalmente Lo strato granuloso, formato da cellule molto appiattite, il cui nucleo diventa piccolo, picnotico e scompare mentre nel citoplasma sono presenti granuli di cheratojalina, melanosomi e corpi di OdlandLo strato lucido ( presente nelle regioni palmari e plantari )Lo strato corneo è formato da più strati di cellule molto grandi, appiattite e disposte orizzontalmente, immerse in una base lipidica liberata dai corpi di Odland.
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I melanociti e la melanina
Si sviluppano nello strato basale, derivano dalla cresta neurale e sintetizzano la melanina che viene poi trasferita ai cheratinociti attraverso processi dendritici.
La melanina è responsabile della pigmentazione dei peli e della pelle
Il colore della pelle non dipende dal numero totale di melanociti ma dal numero, dimensioni e distribuzione dei granuli di melanina
Le cellule di Langerhans
Derivano dal midollo osseo e si distribuiscono nel derma e nello strato spinoso
Contengono tipici organuli sub-microscopici ( di Birbek) a forma di racchetta
Rivestono nella cute un ruolo immunologico fondamentale Elaborazione ,trasporto e presentazione degli
antigeni Coinvolte in reazioni immunitarie cellulo-mediate
della cute ( DAC)
Derma
Il derma è il supporto dell’epidermide ed ècostituito da fibre di collagene e da elastina poste in una matrice formata da glucosoaminoglicani, acido ialuronico e condroitinsolfato. Il derma è diviso in 2 zone– Derma papillare, più denso, orientato più o
meno parallelamente all’epidermide – Derma reticolare, più lasso e formato da
collagene, sostanza fondamentale e fibre elastiche
Questa matrice fibroso-elastica contiene una rete di vasi sanguigni, nervi e vasi linfatici . Contiene, inoltre, una varietà di cellule e gli annessi cutanei
Annessi cutanei Ghiandole sudoripare:1. Eccrine (2-3 milioni):
nelle quali, durante l’attività secretoria, non vi è alcuna alterazione delle cellule epiteliali. Le cellule liberano il secreto senza fenomeni di accumulo all'interno della cellula Sono distribuite su tutta la cute. La ghiandola risponde a stimoli termici ed emozionali
2. Apocrine: nelle quali, durante l’attività secretoria, vi è parziale alterazione delle cellule epiteliali per perdita di
protoplasma. Sono concentrate nelle ascelle, aree perineali, areole mammarie e producono un materiale viscido, lattiginoso, che assume un odore caratteristico in seguito alla degradazione da parte dei batteri presenti sulla cute
Le ghiandole sebacee Olocrine multilobate(l'intera cellula va incontro a lisi durante il processo di secrezione)
producono sebo (squalene, trigliceridi, acidi grassi esterificati) in funzione di una regolazione ormono-dipendente
Si collegano al dotto pilifero, attraverso il dotto sebaceo. Assenti al palmo delle mani ,alle piante dei piedi; particolarmente presenti al viso, cuoio capelluto, sulla parte mediana della schiena e sul perineo
Ghiandole sebacee, autonome da peli, sono presenti intorno all’areola mammaria femminile, sul prepuzio e nelle palpebre
I peli Coprono tutto il corpo eccetto il palmo delle mani, la pianta dei piedi, prepuzio/glande e piccole
labbra Nell’uomo svolgono una funzione eminentemente tattile e di attrazione sessuale invece di quella del
controllo della temperatura che è prevalente negli altri mammiferi Sono formati da cellule epidermiche specializzate situate nel derma profondo e si sviluppano a
partire dalla base del follicolo dove la papilla (o bulbo), formata da una rete di capillari, fornisce il nutrimento per la loro crescita
Il colore dei peli è determinato dalla numerosità dei melanosomi (Neri> Castani>Grigi>Bianchi) I peli rossi hanno melanosomi diversi sia da un punto di vista chimico che strutturale
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L’unghia
È una introflessione epidermica nel derma costituito da epitelio molto cheratinizzato
È formata da: Radice (lunula) , Corpo , Margine libero
Il corpo ungueale poggia sul letto ungueale molto vascolarizzato
Pliche cutanee ungueali laterali e posteriore
Aree di epidermide ispessita “di raccordo” Eponichio; iponichio;
paronichio
E.O. Cute
Strumenti e condizioni fondamentali1. Occhio e lente di ingrandimento2. Buona illuminazione , naturale o imitata3. Visione integrale della cute per apprezzare, oltre a
lesioni “sconosciute” allo stesso paziente, anche il tipo di distribuzione delle lesioni (dermatomerica, vasale), le condizioni generali di trofismo cutaneo, le pigmentazioni, le condizioni igieniche, etc.
I tre momenti dell’EO cutaneo
Osservare Alterazioni del colore o della integrità / normalità
della superficie. Pulire, preliminarmente, residui di cosmetici, grasso o materiali estranei
Toccare/sfiorare Alterazioni della trama, temperatura, idratazione
Palpare Consistenza ed elasticità della cute
Reperti ungueali associati a comuni patologie
diminuzione
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Reperti ungueali associati a comuni patologie
Linee di BEAU Bande di MEES
Unghia di LINDSAY
Unghia di TERRY
CoilonichiaIppocratismo
digitaleSolchi di PSORIASI
Sono solchitrasversali e paralleli alla Lunula
Si riscontrano nel corso di patologie renali/ epatiche/ infettive.
Indicano arresti/ rallentamenti di crescita
Le linee di Beau
Le bande di Mees (sopra) sono, invece, linee trasversali bianche Indicano un rallentamento
transitorio di crescita per infezione / intossicazione acuta / condizioni carenziali vit A, vit B, calcio
Le unghie di Lindsay (sotto) sono biancastre nella metàprossimale del letto ungueale e rosse nella metàdistale. Si associano di solito a
patologia renale cronica
La Coilonichia (alto) è una condizione di distrofia ungueale “a cucchiaio” che si associa spesso ad anemia sideropenica o ad irritazione locale
Solchi ungueali non trasversali, con associata ipercheratosi ungueale e/o sub ungueale (basso) sono spesso presenti (50% dei casi) nei pazienti con psoriasi /artrite psoriasica
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L’angolo (di Lovibond) normale tra la base ungueale ed il dito è di 160°.
Nel corso di patologie cardiache cianogene congenite , fibrosi cistica e alcune patologie polmonari acquisite (AC, BPCO), l’angolo si appiattisce diventando anche > a 180°.
La parte distale del dito tende ad allargarsi. Si configurano, così, le unghia a vetrino di orologio e le dita a bacchetta di tamburo tipiche del c.d. Ippocratismo Digitale.
Il letto ungueale assume un aspetto morbido e fluttuante alla palpazione
Colore della cute
Il colore della pelle differisce per le diverse razze e, all’interno di queste, tra i singoli individui
Nel singolo individuo , però, il colore èuniformemente e simmetricamente distribuito
Fanno eccezione le zone con efelidi : macchie marrone chiaro per
produzione di melanina da parte di un n° normale di melanociti indotta da UV ( fenotipo cutaneo chiaro con capelli rossi/biondi); d.d. con lentiggini
Le zone fotoesposte Durante la gravidanza due zone possono
fisiologicamente scurirsi: la cute sopra l’osso zigomatico (melasma) e quella intorno alle areole mammarie (cloasma)
Ipermelanosi localizzate
Efelidi Lentiggini attiniche: acquisite in età media per il danno
solare nelle zone fotoesposte ( melanociti) Melasma persistente : da contraccettivi orali, con
interessamento di ampie zone del volto Macchie caffè-latte: macchia (> 1 cm ) di colore
marrone chiaro presenti in maniera isolata nel 10% della popolazione
normale Malattia di Albright: 3-4 macchie a contorni irregolari ,
distribuite unilateralmente ai glutei o in regione cervicale 6 grosse macchie ( >1,5 cm) : criterio diagnostico di
neurofibromatosi Iperpigmetazione postinfiammatoria
Macchia caffè-latte con neurofibromatosi
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Ipomelanosi localizzate
Vitiligine: chiazze circoscritte amelanotiche, acquisite, simmetriche in sede periorifiziale e sulle prominenze ossee, che aumentano progressivamente di dimensione. In alcuni pazienti può associarsi a Poliendocrinopatie
autoimmuni Piebaldismo : ipomelanosi ereditata e localizzata alle
estremità, sulla superficie anteriore del torace e sulla linea mediana del cuoio capelluto e fronte (ciuffo bianco)
Pitiriasi alba : ipopigmentazione finemente desquamante, di solito al volto e tronco di bambini con dermatite atopica
Macchie depigmentate della sclerosi tuberosa: di forma regolare ovale o lanceolata distribuite al tronco a ai glutei ( TC cerebrale nei bambini con convulsioni e queste macchie )
Alterazioni diffuse del colore cutaneo
Ittero: colore giallo cute e mucose visibili (↑ bilirubina), visibile
meglio alla luce naturale, che colpisce prima solo le sclere( sub-ittero: bil. > 1mg/dl <3 mg/dl) e poi anche il tronco, arti (Ittero franco: bil.> 3 mg/dl). É meno evidente nei casi di bilirubina indiretta non coniugata
Ipercarotenemia : vit A da carote/vegetali con colorazione gialla della cute ma non delle sclere
Emocromatosi : colorazione grigia della pelle da deposito di Fe nei tessuti e in parte ad produzione di melanina
Albinismo : ipomelanosi generalizzata di cute, peli, occhi ( gruppo di malattie ereditarie [ autosomiche / X-linked ] con piccole varianti )
“ Iperpigmentazione bruna diffusa, più accentuata alle pieghe palmo-plantari, in corrispondenza delle zone di pressione e cicatrici, e sulla mucosa gengivale”
Tipica della Mal. di Addison ( iposurrenalismo autoimmune)
Mal. di Cushing con surrenectomia bilat. Neoplasie polmonari / pancreatiche
Per ormoni che condividono sequenze comuni aminoacidiche, il melanocito-stimolante(MSH) e
l’adrenocorticotropo (ACTH), in seguito alla del cortisolo di origine surrenalica o per produzione spontanea
(microcitoma polmon./ tum. pancreas)
Farmaci : ciclofosfamide; minociclina, antimalarici
Lesioni cutanee primitive e secondarie
Lesioni Primitive: quelle che insorgono su cute inizialmente sana
Lesioni Secondarie: quelle che derivano da modificazioni delle lesioni primitive Per ciascuna lesione, la diagnosi si basa su tre
criteri specifici: Morfologia della lesione(i) Aspetto della lesione(i) Distribuzione della lesione(i)
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Modalità di formazione ed espressioneclinica delle lesioni elementari dermiche(epidermiche *)
Piccola emorragia sub-epidermica
Lesione capillare con stravaso ematico
Petecchia
Rilievo cutaneo circoscritto, solido
Edema, infiltrazioneCellulare
* Ispessimento epidermide
Papula *
Arrossamento cutaneo a chiazza
Vasodilatazione, edema, pigmentazione
Macula
Arrossamento diffuso della cute non rilevato
VasodilatazioneEritema
Manifestazione clinica
Modalità di formazione
Lesione
Modalità di formazione ed espressioneclinica delle lesioni elementari epidermiche (dermiche *)
Manifestazione clinica
Modalità di formazione
Lesione
Esfoliazione cutanea in lamelle di varia estensione
e forma
Ipercheratosi,paracheratosi e discheratosi
Squama §
Escara seccaFormazione di residui secchi di cellule ematiche, epiteliociti e
batteri
Crosta §
Raccolta purulenta circoscritta
Essudazione con accumulo di leucociti e batteri nella vescicola
Pustola *
Come sopra ma di maggiori dimensioni
Aumento di volume della vescicola
Bolla *
Piccola raccolta di liquido chiaro
Necrosi cellulare, edema intra /intercellulare, acantolisi
Vescicola *
Lesioni cutanee primitivepiane e non palpabili
Vitiligine;Macchia caffè-
latte
Come sopra, ma di dimensioni > 1 cm
Macchia
LentiggineLesione < ad 1 cm, di colore variabile, che non scompare alla
vitro-pressione
Macula(sotto)
Eritema solareArrossamento da iperemia attiva /passiva
che scompare alla vitro-pressione
Eritema(sopra)
EsempioCaratteriLesione
Lesioni cutanee primitivesolide e palpabili
Orticaria Puntura di Insetto
Area superficiale di edema cutaneo
POMFO
Psoriasi, Cheratosi seborroica
Papula discretamente rilevata ma più larga che alta
PLACCA
NeoplasieNodulo > a 2 cmTUMEFAZIONE
Eritema nodoso1-2 cmNODULO
Nevi, Verruche< 1 cmPAPULA
EsempioCaratteriLesione
PAPULA
NODULOTUMEFAZIONE
PLACCA
POMFO
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POMFO
Rilievo edematoso pallido, circoscritto e di piccole dimensioni, circondato
da un alone roseo o biancastro
Risolve senza esiti in max. 24 ore
PAPULA
Rilevatezza solida, circoscritta e persistente, di grandezza variabile (da una capocchia di spillo ad una lenticchia)
Placca NODULO
Infiltrato solido circoscritto a sede dermica (tubercolo) o ipodermica (gomma) che consegue ad un processo produttivo
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Lesioni cutanee primitive, a contenuto liquido e palpabili
Acne, ImpetigineVescicola a contenuto purulentoPUSTOLA
Pemfigo Volgare> 1 cm; contenuto sierosoBOLLA
Herpes simplex< 1 cm; contenuto sierosoVESCICOLA
ESEMPIOCARATTERILESIONE
VESCICOLA BOLLA
PUSTOLA
VESCICOLA
Piccola cavità posta sotto lo strato corneo, intraepiteliale o sottoepidermica, contenente siero
VESCICOLE DI HERPES ZOSTER
BOLLA
Grande cavità ricavata nell’epidermide
(bolla flaccida) o tra epidermide e derma
(bolla tesa), contenente siero (liquido limpido)
PEMFIGOIDE BOLLOSO
PUSTOLA
Vescicola ripiena di polinucleati neutrofili che conferiscono densità al liquido (pus)
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Lesioni cutanee primitive particolari, palpabili
COMEDONE
CUNICOLO
CISTI
ASCESSO
FORUNCOLO
FAVO
MILIO
PUNTO NEROOstruzione dello sbocco di una ghiandola sebacea
COMEDONE
SCABBIATunnel rilevato < 10 mmCUNICOLO
Piccola Cisti ripiena di Cheratina accumulatasi nella parte distale delle
ghiandole sudoripare
MILIO
Coalescenza di più ForuncoliFAVO
Flogosi purulenta di singolo follicolo piliferoFORUNCOLO
Accumulo di pus nel derma, senza visibilitàdello stesso sulla cute
ASCESSO
CISTI SEBACEA
Formazione palpabile a contenuto semiliquido / fluido
CISTI
ESEMPIOCARATTERILESIONE
CISTI TENDINEA LIPOMA
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SCABBIA COMUNE E VARIETA’ NORVEGESE Lesioni cutanee Secondarie, Introflesserispetto al piano cutaneo
EROSIONE
ULCERA
RAGADE
ESCORIAZIONE
ATROFIA
SCLEROSI
EROSIONE (ABRASIONE)CARATTERI: perdita di sostanza superficiale che non oltrepassa i limiti dell’epidermide e che guarisce senza dare esito a cicatrice
ESEMPIO: rottura di una vescicola
ULCERACARATTERI : perdita di sostanza profonda che interessa anche il derma, che può generare emorragia e che ripara dando esito a cicatrice
ESEMPIO : ulcera da stasi venosa; sifiloma ulcerato
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RAGADECARATTERI :
ulcera profonda e lineareestesa dell’epidermide al derma e situata specie nelle zone cutanee soggette a tensione
ESEMPIO :
Cheilite angolare della bocca; Piede di atleta
ATROFIACARATTERI:
alterazione cutanea regressiva con riduzione progressiva delle strutture normali (annessi) della cute
ESEMPIO:
strie cutanee rubre o bianche
Altre lesioni cutanee secondarie, introflesse
ESCORIAZIONE– Area traumatizzata , lineare e che non si
approfondisce oltre l’epidermide néinduce cicatrice. Generalmente èautoindotta da grattamento o generata da piccoli traumi
SCLEROSI– Indurimento diffuso / circoscritto della
cute con alterazioni più o meno evidenti degli annessi
Lesioni cutanee Secondarie, Rilevaterispetto al piano cutaneo
SQUAMA (sopra)– Ammasso di cellule cheratinizzate
con desquamazione epidermica più o meno evidente
– Come nella Psoriasi e nella Dermatite seborroica
CROSTA (sotto)– Ammasso di residui secchi di
materiale purulento, siero, sangue
– Come nella Scabbia , Impetigine
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DERMATITE SEBORROICA DEL VISO Lesioni cutanee primitive vascolari.Altre lesioni cutanee secondarie
ERITEMA
PETECCHIAPORPORA
ECCHIMOSI
CICATRICE
CHELOIDE
LICHENIFICAZIONE
Dermatite AtopicaArea ruvida di ispessimento epidermico con trama cutanea
accentuata
LICHENIFICAZIONE
UstioniCicatrice iperplastica e rilevata oltre i margini della ferita
CHELOIDE
Esiti Di FeritaTessuto fibroso di sostituzione.
Atrofica o Iperplastica
CICATRICE
Epatiti Croniche; Terapia Con
Estrogeni
Corpo rosso centrale, irradiato a stella in una area che impallidisce
con la compressione del vaso
Angioma stellato
rosaceaEctasia stabile vasi capillariTeleangectasia
traumi; vasculitiVarie dimensioni, palpabile; evoluzione contusiforme,
insensibile alla vitropressione
Ecchimosi
Alterazione intravasale
> 0,5 cm; non palpabile, insensibile alla vitropressione
Porpora
Alterazione intravasale
<0,5 cm; non palpabile, insensibile alla vitropressione
Petecchia
Dilatazione capillare
Discromia rosso / rosea che impallidisce alla vitropressione
Eritema
EsempioCaratteriLesione
ANGIOMA STELLATO
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VASCULITE SUPERFICIALE DA MORSO DI ECTOPARASSITA CHELOIDE
LICHEN PLANUS CON DETTAGLIO DEL “RETICOLO BIANCASTRO” SULLE PAPULE ASPETTO DELLE LESIONI CUTANEE
ANULARE ARCUATO CERCINNATO CONFLUENTE DISCOIDE
ECZEMATOSO RAGGRUPPATO IRIDE CHERATOSICO LINEARE
RETICOLARE SERPIGINOSO TELEANGECTASICOZOSTERIFORME
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TERMINI DESCRITTIVI DI LESIONI CUTANEE
HERP ZOSTERDISPOSIZIONE LINEARE LUNGO LA PERIFERIA DI UN NERVOZOSTERIFORME
ALOPECIACOINVOLGIMENTO DI TUTTO IL CORPOUNIVERSALE
RENDU-OSLERDILATAZIONE PERSISTENTE DEI PICCOLI VASI CUTANEITELEANGECTASICO
LARVA MIGR. CONTORTO COME UN SERPENTESERPIGINOSO
LICHEN ORALEA FORMA DI MERLETTORETICOLARE
PSORIASIPAPULE E PLACCHE CON DESQUAMAZIONEPAPULO-SQUAMOSO
ERITEMA POL .ASPETTI DIFFERENTI E CONTEMPORANEI DELLE LESIONIMULTIFORME
DERM. CONTATDISPOSIZIONE LINEARELINEARE
PSORIASIISPESSIMENTO DEL CORNEO DESQUAMANTE O NON..CHERATOSICO
ERITEMA POL .DOPPIO CERCHIO “ A BERSAGLIO O OCCHIO DI BUE”IRIDE
HERPES SIMPLESIONI DISCRETE MA RAGGRUPPATE TRA LORORAGGRUPPATO
ESTESO A VASTE SUPERFICI CUTANEEGENERALI ZZATO
ECZEMAFLOGOSI CON TENDENZA A FORMARE VESCICOLE /CROSTEECZEMATOSO
LESIONI BEN SEPARATE TRA DI LORODISCRETO
LES DSICOIDEFORMA DISCOIDE SENZA SCHIARIMENTO CENTRALEDISCOIDE
ESANTEMILESIONI CHE SI FONDONO TRA LOROCONFLUENTE
CIRCOLARECERCINNATO
PATOMIMIAFORMA IRREGOLARE NON CORRELATA A QUELLA DELLA CUTEBIZZARRO
SIFILIDEFORMA ARCUATAARCIFORME
TRICOFIZIAFORMA ANULAREANULARE
ESEMPIOCARATTERILESIONE / TERMINE LESIONI ERITEMATO-PAPULO-
SQUAMOSE
TINEA CORPORIS TINEA CRURIS
VERRUCA CHERATOSI SEBORROICA
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ERITEMA POLIMORFO
Principali gruppi morfologici di malattie cutanee
Connettiviti, pioderma gangren.
radiodermiti
Teleangectasie / atrofia /cicatrici / ulcere
Teleangectasie / atrofia /cicatrici / ulcere
Noduli tumorali, nod. reumatoidiNoduli, erosioni, ulcereNODULI
Vitiligine, acantosi, macchie caffè-latte, cloasma, efelidi
Melanina oIPO/IPERMELANOSI
Orticaria, eritema anulare, eresipelaPomfi, eritemi-edemi figurati,desquamazione
ORTICARIA/Eritemi figurati persistenti
Acne volg. / ros., follicoliti, eres.Pustole, cisti, eritemaPUSTOLE
Herpes, pemfigo, porfirie, eritemi polimorfi.
Vescicobolle, eritemaVESCICOBOLLE
Psoriasi, pitiriasi, lichen, Derm. Seborroica
Papule, placche, eritema con squame singole
PAPULOSQUAME
Esantemi, reazioni a farmaci, verruche, vasculiti
Macule, eritema, papuleMACULOPAPULE
DAC, Derm.Atopica, fotodermatiti, scabbia, micosi
Macule, papule, vescicole, croste, desquamazione,
lichenificazione
ECZEMA/DERMATITE
Esempio malattiaMorfologia clinicaGruppoElementi per la precisazione della diagnosi
Localizzazione della lesione– Superfici estensorie = Psoriasi
– Superfici flessorie = Dermatite atopica
– Zone fotoesposte = Fotodermatiti
– Regioni palmo-plantari = Eritema polimorfo, Psoriasi, Eczema
– Regioni sudorali e pilosebacee = Dermatite seborroica
– Regioni particolari / disegni particolari =Dermatite da contatto
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Elementi per la precisazione della diagnosi
Forma e disposizione reciproca delle lesioni (1)– Lineare : DAC/DIC; coinvolgimento vasi /linfatici
– Zosteriforme (unilaterali, lungo un dermatomero) : h. zoster; ca metastatico mammella
– Anulari (circolari con cute sana all’interno): RA a farmaci; LED; pomfi in via di risoluzione ( ore!); Micosi/pitiriasi rosea ( desquamanti !)
Elementi per la precisazione della diagnosi
Forma e disposizione reciproca delle lesioni (2)– “ a bersaglio” ( lesioni circolari a doppio
bordo o con papula centrale ) : eritema polimorfo; infezioni da dermatofiti
– Policicliche : da confluenza di più lesionianulari
– Serpiginose (linee ondulate): psoriasi
– Erpetiformi ( lesioni a grappolo): h. simplex; dermatite erpetiforme
Test diagnostici e strumenti utili nell’esame dermatologico
Ingrandimento: x 5-10Transilluminazione: obliqua in stanza oscura; diretta in stanza oscura (cisti/noduli)Diascopia: eritemi vs porpore (solo i primi schiariscono completamente!)Esame alla luce di Wood ( UV [A] ad onde lunghe [360 nm] ): in camera oscura accentua le differenze di colore in funzione della presenza di melanina epidermica che assorbe questi raggi
– Ipomelanosi = colore più chiaro vs circostante– Ipermelanosi = colore più scuro vs circostante– Micosi superficiali = colore verde – blu vs
circostante
Test clinici
Test cutanei:– per puntura (prick test), per reazioni
IgE mediate [ reazione a 20 minuti ! ]
– epicutanei ( patch test), per reazioni da ipersensibilità ritardata e cellulo-mediate [ reazione a 48-72 ore ! ]
– epicutanei con fotoinduzione (foto-patch test) [ reazione a 24 ore dalla fotoinduzione che si effettua 24 ore dopo l’iniziale apposizione ]
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SKIN TESTINGImmediate reactions Patch TEST
Test clinici “ fisici”
Segno di Darier : sviluppo di orticaria dopo sfregamento di lesione (Orticaria pigmentosa)
Segno di Nikolsky : manifesta la ridotta aderenza dei cheratinociti fra di loro. Infatti la pressione della cute sana perilesionale (Bolla) provoca il distacco della epidermide e la formazione di una superficie erosa (pemfigo)
Fenomeno di Koebner : comparsa di nuove lesioni in zone di trauma ( Psoriasi ; Lichen)
Patergia : sviluppo di lesioni pustoloso-ulcerative a seguito di semplice puntura (Malattia di Behçet, Pioderma gangrenoso )
Segno di Darier
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Segno di NIKOLSKY Fenomeno Koebner
La PatergiaSemeiologia Fisica cute
Lesioni Lichenificate:– Maggiore evidenza della quadrettatura della cute
…… per ispessimento di tutti gli strati dell’epidermide a seguito di strofinio continuo o grattamento
Lesioni Desquamanti :– Squame di tinta diversa, facilmente( psoriasi ) o
difficilmente( ittiosi) staccabili
Livellamento lesioni ipercheratosiche– Le verruche: sovvertimento disegno
epidermide e microsanguinamento– Le callosità: conservazione del reticolo
epidermico e assenza di sanguinamento
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ESANTEMI INFETTIVI
DefinizioneGli esantemi infettivi comprendono un vasto gruppo di malattie infettive caratterizzate da reazione cutanea acuta generalizzata
In alcune malattie infettive l’esantema rappresenta l’elemento clinico predominante ed è presente nella quasi totalità dei casi (malattie esantematiche in senso stretto)
Eruzioni cutanee si possono verificare in numerose altre malattie batteriche, virali e protozoarie, ma non costituiscono l’elemento clinico predominante.
ESANTEMI INFETTIVI
1. MORBILLO 2. SCARLATTINA 3. ROSOLIA 4. SCARLATTINETTA 5. MEGALOERITEMA 6. ESANTEMA CRITICO 7. VARICELLA 8. MALATTIA DI KAWASAKI 9. SEPSI MENINGOCOCCICA 10. ALTRI ESANTEMI VIRALI:
– MONONUCLEOSI, ADENOVIRUS, COXSACKIE, PARVOVIRUS
MORBILLOMorbillo = piccolo morbo (per distinguerlo nel medioevo dai grandi morbi: peste, colera, vaiolo, febbre gialla).
•EZIOLOGIA : Paramixovirus a RNAMortalità: in Africa 20 % ; in Europa (ante vaccinazione) 0,2 %
Provoca depressione del sistema immunitario colpendo linfociti B e T con riduzione anche della blastizzazione e della sensibilitàritardata.
•Periodo di incubazione: 8-12 giorni.•Contagio diretto: dal 7° giorno di incubazione al 5° giorno dopo la comparsa dell’esantema. •Indice di contagiosità: 95 %•Immunità per tutta la vita;
gli anticorpi materni conferiscono una protezione parziale per buona parte del 1° anno di vita.
MORBILLOCLINICA•1° fase: incubazione 8-12 gg (soggetto asintomatico).•2° fase: periodo enantematico e delle mucositi : febbre elevata (remittente), enantema: macchie di Koplik (puntini bianchi come spruzzatura di calce sulla mucosa delle guance) che compaiono subito prima dell’esantema. E’ detto anche periodo delle mucositi: rinite (starnuti e secrezione siero-mucosa), congiuntivite (lacrimazione e fotofobia), laringite (tosse secca insistente), bronchite.•3° fase: esantema: alla fine del periodo enantematico si ha caduta febbrile, comparsa dell’esantema con ripresa della febbre. L’esantema di natura maculo-papulosa si diffonde dall’alto al basso iniziando in regione retro-auricolare in tutto il corpo e tende in parte a confluire
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ROSOLIA
•Eziologia: virus a RNA
•Incubazione: 2-3 settimane•Contagio : diretto da una settimana prima della comparsa dell’esantema fino a 1-2 settimane dopo la remissione.
•Periodo prodromico (1-5 giorni): linfoadenomegalia retronucalee laterocervicale, modica splenomegalia, febbricola
•Esantema: maculopapuloso, non confluente o modestamente confluente, diffuso su tutto il corpo, leggero (meno intenso di quello del morbillo), inizia al viso e procede verso il basso. Non sempre e’ presente.
•Diagnosi:1) quadro clinico2) indagini di laboratorio: leucopenia, plasmacellule e
cellule di Turk (stato irritativo delle plasmacellule)3) ricerca degli anticorpi specifici (Rub test): IgM specifiche
cercando di valutare l’aumento del titolo.4) Infezione congenita: ricerca di Ig M specifiche nel liquido
amniotico, sangue cordonale o preso dai villi coriali
•Profilassi1) Passiva: -globuline specifiche2) Attiva: vaccino vivo attenuato in una unica dose
(vaccinazione trivalente al 15° mese: anti-morbillo, rosolia, parotite)
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Sindrome della rosolia congenita (SRC)
•Infezione nel I trimestre di gravidanzaSRC nel 70% dei casi•Infezione nel II trimestre di gravidanzaSRC nel 15% dei casi•Infezione nel III trimestre di gravidanza SRC % trascurabile
Quadro clinico: Triade di Gregg:1) cardiopatia congenita (pervietà del dotto arterioso di Botallo)2) cataratta3) sordità
Alla nascita può essere presente un quadro settico: ittero, porpora trombocitopenica, epatosplenomegalia.
SCARLATTINA
Eziologia: Streptococco -emolitico di gruppo A (S. Pyogenes) produttore della cd. tossina eritrogenica.
Incubazione: 2-3 giorni.
•Fase prodromica: faringotonsillite (angina) con febbre elevata, cefalea, dolori addominali, vomito. La febbre (se non si usa adatta terapia antibiotica) dura 3-6 giorni. In caso di adatta terapia antibiotica la febbre scompare dopo 12-24-36 ore.
•Esantema: maculopapuloso (elementi piccoli 0,5-1-2 mm, rosso vivo, aspetto vellutato per la tendenza a confluire senza lasciare zone di cute indenne), inizia alla radice degli arti e diffonde a tutta la cute in modo uniforme. Coesiste enantema: lingua inizialmente bianca patinosa con margini rossirosso lampone.Linfoadenomegalia laterocervicale dolente.
Dopo una settimana segue una desquamazione furfuraceasoprattutto alle mani e ai piedi (attualmente si osserva raramente
per la somministrazione della terapia antibiotica).
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SCARLATTINAAltri segni caratteristici1) L’esantema risparmia la regione periorale (maschera di
Filatov)2) Segno della mano gialla: spingendo con la mano
sull’addome l’esantema scompare e rimane l’impronta gialla
3) Strie di Pastia: strie rubre nella regione flessoria degli arti (per fragilità vasale)
4) Dermografismo bianco: strisciando l’unghia sulla pelle rimane un segno bianco.
Diagnosi1) Quadro clinico2) Tampone faringeo3) Esame di laboratorio: Ves e TASL, leucocitosi neutrofila e eosinofilia.
SCARLATTINA
Complicanze
1) Precoci di tipo settico:OtiteOsteomieliteArtriteMiocarditeNefrite
2) Tardive:Malattia reumaticaGlomerulonefrite
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Desquamazione mani
Scarlattina
SCARLATTINA
Diagnosi differenziale
Morbillo:• presenta le mucositi (rinite, congiuntivite, laringite, bronchite); • l’esantema maculo-papuloso nel morbillo tende a rimanere con elementi staccati senza confluire massivamente.
Terapia
- Penicillina o meglio penicilline semisintetiche (amoxicillina o acido clavulanico) alla dose di 50-100 mg/Kg/die per 10 giorni; - oppure macrolidi (eritromicina, ecc) alla dose di 30-40 mg/Kg/die per 10 giorni (azitromicina per tre giorni?)
IV MALATTIA (SCARLATTINETTA)
Non rappresenta altro che una forma lieve di scarlattina.
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V MALATTIA: MEGALOERITEMA
•Eziologia: parvovirus B19 (DNA) individuato nel 1975; si moltiplica nelle cellule della serie rossa del midollo.•Periodo di incubazione: 4-17 gg•Contagiosità piuttosto bassa (25%)•Periodo prodromico: cefalea, febbricola o febbre, mialgia.•Esantema: rosso, abbastanza rilevato, inizialmente a farfalla (aspetto di viso schiaffeggiato), poi diffonde in tutto il corpo con aspetto a festoni (simile ad una forma allergica). L’esantema puo’durare anche 1-2-3 settimane.•Complicanze:- Anemie aplastiche (anemia aplastica temporanea dopo contatto con B19 nei soggetti con condizione emolitica cronica);- Forme di artrite (nel 10% dei bambini, piu’ spesso negli adulti)•Terapia: sintomatici (antipiretici)
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VI° MALATTIA: ESANTEMA CRITICO
Eziologia: HHV-6, virus a DNA di tipo Herpes, isolato nel 1988
Epidemiologia: colpisce prevalentemente i primi 6-12 mesi. I soggetti siero-positivi sono molto frequenti (quindi: la malattia si presenta spesso con sintomi attenuati, cioè senza esantema).
Quadro clinico:- febbre elevata (iperpiressia) per circa 3 giorni - possibili convulsioni durante il rialzo febbrile- apiressia rapida per crisi- esantema maculopapuloso soprattutto al tronco dopo l’apiressia
Diagnosi differenziale: forme allergiche, morbillo, rosolia.
VARICELLAEziologia: Varicella-zooster (VZ), un DNA-virus appartenente alla famiglia degli Herpesviridae.Epidemiologia: e’ una affezione ubiquitaria ad elevata contagiosità (indice di contagiosità: 90%), con incidenza piùelevata nei bambini di età compresa tra 5 e 9 anni. L’incubazione è di 12-21 gg. Il contagio avviene dalla fine dell’incubazione fino al 5° giorno dopo l’ultima poussè di vescicole.La prima infezione da virus VZ si trasmette attraverso il contatto diretto di soggetti suscettibili con pazienti affetti da varicella. Sorgente di infezione: vescicole cutanee e secrezioni espiratorie.Risulta contagiosa da un giorno prima a circa 6 giorni dopo l’esordio dell’eruzione cutanea (i neonati possono acquisire la malattia dalla madre che contrae la varicella alla fine della gestazione).
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VARICELLA Rapporti fra varicella ed herpes zooster.
Varicella e herpes zooster possono occorrere insieme nella stessa famiglia e nello stesso bambino,in tempi differenti, dando un’immunita’ crociata.
La varicella puo’ essere considerata la forma acuta, mentre lo zooster il risultato della riattivazione dalla fase latente del virus nei gangli spinali.
VARICELLA: QUADRO CLINICO
Periodo prodromico: febbre e malessere generale della durata di circa 24 ore; subito dopo compare l’esantema.Esantema: lesioni inizialmente maculo-papulari che evolvono in vescicole di 2-3 mm. di diametro, circondate da un alone eritematoso, a contenuto dapprima liquido ed in seguito torbido (pustole); entro 4-6 giorni queste lesioni si trasformano in croste che in seguito cadono senza lasciare cicatrici evidenti (a volte cicatrici appena visibili). L’esantema della varicella si manifesta inizialmente alla parte superiore del tronco quindi al volto, al cuoio capelluto ed alleestremità. “Rush cutaneo a cielo stellato” nella fase di stato sono presenti elementi in tutti i diversi stadi evolutivi, cioè esistono gittate successive.
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VARICELLA
Diagnosi:- quadro clinico- esami di laboratorio (test di Tzanck)
Complicanze:- superinfezione delle vescicole da stafilococco o altri germi- polmonite (soprattutto negli adulti)- manifestazioni neurologiche:-encefalite (molto rara): compare dopo 1-2 settimane dalla fine della malattia (segni cerebellari, atonia, tremori, convulsioni, coma)- sindrome di Reye (aspirina come antipiretico!)
VARICELLA
Terapia: Aciclovir, farmaco antivirale attivo sugli Herpesvirus (dose 15 mg/Kg/die e.v.). Riduce l’intensità e la durata del quadro clinico e contrasta la disseminazione viscerale dell’infezione. E’ indicato solo nei casi piu’ gravi e quando il paziente e’ immunodepresso: tumori, trapianto d’organo o midollo, steroidi ad alte dosi, malattie immunodeficitarie congenite e acquisite, neonati o in caso di complicanza: polmonite, encefalite.
Profilassi: passiva con gammaglobuline iperimmuni (VZIG) entro 48 ore dall’esposizione.Il vaccino e’ ancora sperimentale.
MALATTIA DI KAWASAKI
La malattia di Kawasaki o sindrome linfo-muco-cutanea e’ una malattia ad eziologia ignota, caratterizzata da febbre elevata per almeno 5 giorni, e da 4 delle seguenti 5 condizioni:(1) congiuntivite; (2) flogosi delle alte vie respiratorie;(3) sintomi alle estremità: edemi, eritemi, desquamazione; (4) esantema polimorfo al tronco;(5) adenite latero-cervicale.
Eziologia: ignota. Per alcuni virale, ma la maggior parte degli Autori suppone un’eziologia immuno-allergica.
Laboratorio: VES elevata, leucocitosi neutrofila, aumento delle piastrine, iper-IgE.
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•Virus di Epstein-Barr della famiglia degli herpes-virus. E’ anche l’agente eziologico del linfoma di Burkitt, un linfoma maligno che colpisce i bambini negri dell’Africa e del carcinoma nasofaringeo dei cinesi.
•Lo EBV appartiene alla famiglia degli Herpersviridae, assieme al virus dell’Herpes simplex (HSV), al virus della varicella-zoster (VZV), al virus citomegalico (CMV) e al virus della VI malattia (HV-6).
•Come tutti questi virus, è un DNA-virus, caratterizzato dalla forma icosaedrica del nucleocapside, dal complesso mantello (envelope), e dalla persistenza per tutta la vita nell’organismo colonizzato, con possibilità di occasionali gettate moltiplicative sintomatiche o non.
•Esistono 2 sierotipi, rispettivamente A e B. Il tipo A è il più diffuso nella popolazione sana; il tipo B si trova volentieri in soggetti immunodepressi, e non di rado è espressione di una seconda infezione
MONONUCLEOSI
Eziologia:
MONONUCLEOSIEpidemiologia
• È una malattia diffusissima e la siero-conversione aumenta con l’eta’. Gli adulti sono quasi tutti siero-positivi. Il contagio avviene con le goccioline di saliva (malattia del “bacio” o dei “college”).
• Incubazione: 10-60 giorni.
ANTICORPI SIERICI ANTI EBV• Sono noti numerosi antigeni virali e antigeni cellulari indotti dal virus di Epstein Barr (EBV)nelle cellule infettate.• Antigene nucleare• Epstein Barr Nuclear Antigen. Si tratta di un gruppo di antigeni: EBNA 1, 2, 3, 4, 5). L'interazione fra queste proteine (EBNA 1
e 2), insieme ad altre componenti cellulari è responsabile dell'inibizione del ciclo litico che è alla base del fenomeno dell'immortalizzazione.
• Antigene di membrana dei linfociti B infettati• Lymphocyte Defined Membrane Antigen (LYDMA)• Va distinto dagli antigeni virali di membrana (MA) che sono componenti dell'involucro virale e che si repertano sulla superficie
delle cellule che sintetizzano i virioni.• L'antigene LYDMA è il bersaglio verso cui è rivolta la risposta immunitaria Tdipendente.• Complesso degli antigeni precoci (EA, Early Antigens)• È un gruppo di componenti non strutturali la cui presenza non richiede la sintesi di DNA virale: sono proteine enzimatiche
indotte dal virus, necessarie per la replicazione del DNA. Gli EA sono composti da una serie di polipeptidi. Sono noti due componenti degli EA: EAD (EA diffused), localizzato nel nucleo e nel citoplasma, e EAR (EA restricted), localizzato nel solo citoplasma della cellula infettata.
• Antigene virocapsidico (VCA)• È il principale sistema antigenico presente sulle cellule attivamente replicanti il virus; è localizzato nel nucleo e nel citoplasma
delle cellule infettate. Gli anticorpi contro questo antigene sono il migliore mezzo per studiare l'epidemiologia dell'infezione da EBV
• Antigene di membrana (MA)• L'involucro virale contiene antigeni in comune con antigeni individuati sulla membrana citoplasmatica di cellule che sono
produttrici di virioni per cui si pensa che lo stesso involucro sia inserito sulla membrana quando ll virus la attraversa. L'antigene di membrana consiste di due glicoproteine con peso molecolare di 340.000 e 270.000 dalton. Il VCA e il MA sono anche indicati come antigeni del ciclo litico, mentre il LYDMA e il complesso degli EBNA sono antigeni correlati con la fase di latenza dell'infezione da EBV.
• Gli anticorpi utilizzati a scopo diagnostico sono:• - anticorpi contro l'antigene virocapsidico (anti VCA): le lgG compaiono all'esordio dei sintomi cIinici con titolo di 1:80 e oltre
e persistono per tutta la vita. Le IgM, che indicano un'infezione recente, compaiono poco prima o contemporaneamente alle IgGe persistono per 4-8 settimane con titolo di 1:5. Titoli molto elevati si ritrovano in soggetti colpiti da morbo di Hodgkin, leucosi, sarcoidosi;
• - anticorpi contro l'antigene nucleare (anti EBNA 1 e 2): compaiono tardivamente e persistono per tutta la vita. La persenzadi questi anticorpi in pazienti precedentemente anti-VCA positivi e anti-EBNA negativi consente di porre diagnosi di certezza di mononucleosi infettiva da EBV;
• - anticorpi contro gli antigeni precoci (anti EA): compaiono tardivamente rispetto agli anti VCA e sono prevalentemente rivolti verso l'EAD nella mononucleosi e l'EAR nelle forme atipiche e nel linfoma di Burkitt.
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L’interazione tra virus e sistema immune è ben conosciuta e
costituisce un modello patogenetico unicoCARATTERISTICHE E SIGNIFICATO DEL MOVIMENTO ANTICORPALE
IgG anti-VCA = dai primi sintomi tutta la vitaIgM anti-VCA = dai primi sintomi per qualche meseEBNA IgG* = da 6-8 settimane tutta la vitaEBNA IgM = da 1-2 settimane qualche settimanaEA-D** (70%) = da 1-4 settimane gravità, carcinoma nasofaringeoEA-R*** = da 3-6 settimane BurkittEterofili**** = dai primi giorni mesi (nel 50-70% dei bambini)
*EBNA IgG bassi, EA-R e VCA IgG alti = sindrome tensione-stanchezza*EBNA bassi, assenti = immunodeficienza**EA-D = (eventualmente associato a carcinoma naso-faringeo)***EA-R = (eventualmente associato a linfoma di Burkitt)****ANTICORPI ETEROFILI NEGATIVI (eventualmente associati a complicanze neurologiche)
MONONUCLEOSI
Clinica:
• febbre di durata molto variabile (pochi giorni o ancheun mese);
• angina rossa con placche giallastre di essudazione (o pseudo- membranosa o lacunare “a placche”);
• poliadenomegalia diffusa;• epatomegalia e splenomegalia;• esantema maculo-papuloso (10 %) simile a quello
della rosolia o del morbillo.
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MONONUCLEOSIDiagnosi:a) clinicab) emocromo: linfomonocitosi assoluta con aumento anche di alcuni linfociti atipici detti “attivati”. I linfociti B immortalizzati ( che contengono il virus) e i linfociti T(e NK) reattivi (che non contengono il virus) conferiscono all’emocromo il quadro tipico “variopinto” in cui si distinguono le cellule di Downey di tipo I (grandi cellule monocitoidi addossate agli eritrociti e con i margini deformati da queste), di tipo II (grande mononucleato iperbasofilo) e di tipo III (forme blastiche). Queste cellule vengono descritte al contatore elettronico come LUC o Lymphoid Unclassified Cells.
c) aumento modesto delle transaminasi (quasi costante)d) reazioni sierologiche:
• reazione di Paul-Bunnel delle agglutinine eterofile (aspecifica, ma precoce);• titoli anti -VCA di tipo IgM; gli anticorpi anti-EBNA sono gli ultimi a comparire e indicano per lo più un’infezione non piùrecente.
MONONUCLEOSI
Prognosi: e’ buona. Rarissime le complicanze: respiratorie (broncopolmonite interstiziale); ematologiche (piastrinopenia, anemia emolitica, rottura di milza); cardiache (miocarditi); neurologiche (meningo-encefaliti, sindrome di Guillain-Barre’).Possibile gravita’ in soggetti immunodefedati: sovrinfezionigravi, tumori.
Terapia:sintomatica: antipiretici (paracetamolo), ma non l’Aspirina (rischio di sindrome di Reye).Secondo Alcuni nei casi piu’ gravi e prolungati: cortisonici.
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