La Moneta Unica Europea -...

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La Moneta Unica Europea: Come uscire dalla più grande follia europea?

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La Moneta Unica Europea:Come uscire dalla più grande follia europea?

Programma M5S per l’Europa

Il Movimento 5 Stelle in Europa non è stato a guardaree si è messo subito al lavoro per presentare le sueproposte programmatiche per cambiare l’UnioneEuropea e renderla vicina e a servizio dei cittadini

Nei primi 5 mesi abbiamo sottoposto le proposte alParlamento Europeo. I nostri punti e le nostreproposte sono state rigettate senza neanche esseremesse in discussione e calendarizzate nei lavori d’aula

Inoltre la nuova Commissione Europea guidata daJuncker ha dimostrato di voler continuare ad operarein continuità con la Commissione Barroso,proseguendo sul sentiero delle politiche di austeritàdistruttive

Preso atto di questo rifiuto a qualsiasi forma dicambiamento nelle politiche europee, abbiamo decisoche, come promesso in campagna elettorale, fossegiunto il momento per lanciare il referendum sull’euro

L’Eurozona non è un Area Valutaria Ottimale

Legare a un cambio fisso economie dissimili come lo sono quelle dei Paesi Eurozona, determina che i Paesi fortidiventino creditori ed esportatori e quelli deboli importatori e debitori. Introdurre l’euro è stato come far salire sullostesso ring un peso massimo come Cassius Clay contro un dilettante peso piuma (Toissent)

Un’ Area Valutaria Ottimale non è una nazione o un insieme di nazioni, ma una regione caratterizzata dalla pienamobilità dei fattori produttivi (capitale e lavoro). Solo in tal modo la regione nel suo complesso può superareefficacemente eventuali shock asimmetrici

Già l’economista James Meade nel 1957 sosteneva che nella moneta unica europea non avrebbe potuto funzionareper la scarsa mobilità del lavoro tra i Paesi europei

I requisiti di un’Area Valutaria Ottimale:

1. Flessibilità di prezzi e salari;2. Mobilità interregionale di capitale e lavoro;3. Ampio grado di apertura dell’economia. Quanto più un’economia è aperta agli scambi internazionali, tanto

meno è soggetta agli effetti della variazione dei tassi di cambio;4. Ampia diversificazione produttiva. Un calo di domanda in alcuni prodotti in questo modo incide

modestamente sull’intero di un’economia diversificata;5. Integrazione fiscale con ampi trasferimenti dalle aree più ricche a quelle più povere della regione. In USA e

Canada, due Aree Valutarie che funzionano da tempo, sono previsti sia trasferimenti di lungo termine, siatrasferimenti particolari di breve termine in risposta agli shock asimmetrici. Nell’Eurozona esistono solo itrasferimenti del primo tipo e in maniera nettamente inferiore;

6. Convergenza dei tassi d’inflazione per far si che non ci sia “sopravvalutazione o sottovalutazione reale” dellamoneta negli Stati appartenenti alla regione, fatto che crea grossi squilibri interni. I tassi di inflazioneall’interno dell’Eurozona sono e sono stati in passato molto differenti.

I Sei Premi Nobel Contro l’Euro

J. MirrlessNobel 1996

1

C. PissaridesNobel 2010

2

P. KrugmanNobel 2008

3

J. StiglitzNobel 2001

4

A. SenNobel 1998

5

M. FriedmanNobel 2010

6

“Guardando dal di fuori, dico che non dovreste restare nell’Euro, ma uscirne adesso. Finché l’Italia resterà nellamoneta unica, non potrà espandere la massa di moneta in circolazione e svalutare. Probabilmente dovrestesostenere il costo di un’eventuale uscita, come avvenuto in UK, ma dovete essere pronti a pagare questo prezzoper tornare ad avere un andamento economico soddisfacente”

“La situazione attuale non è sostenibile ancora per molto. È necessario abolire l’Euro per creare quella fiducia chei Paesi membri una volta avevano l’uno per l’altro”

“Adottando l'Euro, l'Italia si è ridotta allo stato di una nazione del Terzo Mondo che deve prendere in prestitouna moneta straniera, con tutti i danni che ciò implica”. “L'Europa non era adatta alla moneta unica, come invecegli Stati Uniti. Assistenza sociale, assicurazioni sanitarie, spese federali e garanzie bancarie nazionali sono dicompetenza unicamente del governo di Washington per tutto il territorio, mentre in Europa non è così”

“Questa crisi, questo disastro è artificiale e in sostanza questo disastro artificiale ha quattro lettere: l'euro”

“L'euro è stato un'idea orribile. Lo penso da tempo. Un errore che ha messo l'economia europea sulla stradasbagliata. Una moneta unica non è un buon modo per iniziare a unire l'Europa. I punti deboli economici portanoanimosità invece che rafforzare i motivi per stare assieme. Hanno un effetto-rottura invece che di legame. Letensioni che si sono create sono l'ultima cosa di cui ha bisogno l'Europa”

“La spinta per l'Euro è stata motivata dalla politica, non dall'economia. Lo scopo è stato quello di unire laGermania e la Francia così strettamente da rendere una possibile guerra europea impossibile, e di allestire il palcoper i federali Stati Uniti d'Europa. L’Euro ha l'effetto opposto. Esacerba le tensioni convertendo shock divergentiche si sarebbero potuti prontamente contenere con aggiustamenti del tasso di cambio in problemi politici didivisioni.”

Uscire dall’Euro sarebbe una catastrofe per l’Italia?

Assolutamente no. L’uscita dall’Euro permetterebbe all’Italia di rientrare in possesso di due leve fondamentali per lacrescita di un Paese: la gestione delle politiche economiche e monetarie

Oggi l’Italia sta vivendo la più grande crisi dell’ultimo secolo proprio a causa delle drammatiche implicazioni di unamoneta unica e sopravvalutata rispetto alla nostra economia e di una unione monetaria squilibrata e ingiusta checostringe gli Stati a rispondere agli shock asimmetrici tra Paesi nell’unico modo possibile della svalutazione interna deisalari e dei prezzi

Una volta usciti dall’Euro e fissato un tasso di conversione 1 a 1 , la nuova moneta subirà ovviamente unasvalutazione verso l'Euro, che secondo le stime si assesterà intorno al 20 - 25%, mentre la svalutazione verso il Dollaroamericano sarà più contenuta, intorno al 10 - 15%

Grazie alla svalutazione i nostri prodotti diventeranno meno costosi rispetto ai prodotti esteri e le imprese italianetorneranno così competere a condizioni eque con i partner europei, uscendo dalla posizione di svantaggiocompetitivo, rispetto soprattutto alla Germania, in cui si è ritrovata l'Italia dopo l’ingresso nell’Euro

Dato che i prodotti italiani diventeranno più convenienti sia per i consumatori esteri sia per gli stessi consumatoriitaliani, aumenteranno le esportazioni e al contempo diminuiranno le importazioni, la bilancia commercialemigliorerà e il mercato interno dell’Italia, in crollo progressivo sin dall’ingresso nell’Euro, tornerà su valori positivi,apportando benefici enormi per i produttori italiani, oggi schiacciati dal peso di una moneta troppo forte

Sfatiamo i Falsi Miti sull’Euro

1 La crisi europea è legata ai debiti e agli sprechi dei Paesi periferici

Nell’epoca euro i conti pubblici dei periferici hanno avuto andamenti migliori rispetto a quelli Tedeschi (in Germania e Francia ilDebito pubblico è salito, mentre nei periferici in genere è sceso). Gli squilibri sono stati nel settore privato e nei debiti esteri. Iperiferici hanno senza dubbio problemi, ma la crisi ha evidentemente cause diverse.

FALSO!!!

La crisi di Paesi come Irlanda e Spagna è stata causata dallo scoppio del debito privato, anche a causa alle politiche di prestiti faciliintrodotti dall’Euro e dai tassi d’interesse bassi della BCE

Variazione stock di debito (‘99-’07, punti di PIL)Debt as percentage of GDP

Sfatiamo i Falsi Miti sull’Euro

2 Il ritorno alle valute nazionali è un salto nel buio

Le valute nazionali sono la norma da secoli, mentre le Valute Sovrannazionali (o l’aggancio a Valute estere, adottandole o fissandocambi fissi) è l’eccezione, ed ha sempre portato alla disgregazione del sistema, per la creazione di squilibri non governabili

FALSO!!!

Cile - 1982 (USD)

Le crisi legate ad aggancio valutario della valuta nazionale a valute estere

Italia - 1992 (SME)

Messico - 1994 (USD)

Tailandia - 1997 (USD)

Corea - 1997 (USD)

Russia - 1998 (USD)

Brasile - 1999 (USD)

Argentina - 2001 (USD)

Turchia - 2001 (USD)

Eurozona - 2010 (EUR)

3 Con il ritorno alla valuta nazionale vi sarebbe una svalutazione del 40%, 50% 0 60%

Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), l’entità delle svalutazioni è generalmente pari, aparte oscillazioni iniziali, al differenziale di inflazione accumulato nel periodo a cambi fissi con la nazione più forte cui si è adottatoil cambio. Non lo dico io, lo dice la storia economica mondiale.

FALSO!!!

Grafici - I cambi fluttuanti sono la normalità

Grafici - I cambi fluttuanti sono la normalità

Sfatiamo i Falsi Miti sull’Euro

4 Con l’uscita dall’euro e conseguente svalutazione ci sarà iperinflazione

L’inflazione non è una conseguenza automatica della svalutazione e, per esempio, alle recenti svalutazioni realizzate in Paesi comeGran Bretagna, USA, Giappone, non è seguita alcuna inflazione. L’inflazione non è arrivata nemmeno nel ’92 quando l’Italia uscìdallo SME facendo crollare la Lira. L’aumento dei prezzi di beni e servizi si avrebbe probabilmente se l’Italia non producesse nulla efosse del tutto dipendente dall’estero, dato che con una moneta più debole i prodotti esteri costerebbero di più, ma non èsicuramente questo il caso. Oppure potrebbe verificarsi se la domanda aumentasse talmente velocemente da eccedere l’offerta,cosa alquanto improbabile se consideriamo che la differenza tra domanda e capacità produttiva a causa della crisi dei consumi èoggi altissima e difficile da riassorbire. In ogni caso l'inflazione non dipende dalla quantità di moneta in circolo (teoria quantitativadella moneta scuola Chicago), ma è guidata dai salari. Un po’ di inflazione funge da stimolo all’economia e incoraggia gliinvestimenti, mentre sono le aspettative deflattive che incombono oggi sull’Eurozona a condannare le nostre economie a unarecessione senza fine

FALSO!!!

Shock petrolifero Svalutazione causa crisi economica

Sfatiamo i Falsi Miti sull’Euro

5 Con il ritorno alla valuta nazionale i tassi d’interesse sarebbero galoppanti

Quando vi sono state svalutazioni (conseguenza di rottura di sistemi a cambi fissi), i tassi salgono prima dellesvalutazione (proprio perchè anticipano l’evento). Dopo la svalutazione immancabilmente, storicamentescendono. Qui l’Italia nel 1992.

FALSO!!!

%

Sfatiamo i Falsi Miti sull’Euro

6 Se usciamo dall’euro Il prezzo di materie prime e energia salirà alle stelle

L’Italia non potrà evidentemente fare a meno di importare materie prime e energia dall’estero, che diventeranno più costose a seguito dellasvalutazione. Tuttavia, l'impatto sarà marginale per tre ragioni principali:1. Come dimostra l'andamento delle materie prime sui mercati internazionali (petrolio), la variazione del loro prezzo si traduce solo

marginalmente sul prezzo del prodotto finito (gasolio, benzina).2. Tutte le principali materie prime e energia vengono scambiate in Dollari e la svalutazione verso il Dollaro sarà minore che verso l'Euro.3. Le materie prime rappresentano solo una parte del costo finale del prodotto, e il processo di produzione, grazie all’uscita dall’euro, potrà

finalmente rilocalizzarsi in Italia, il maggiore costo di approvvigionamento per le imprese italiane sarà comunque compensato dallamaggiore competitività del prodotto italiano all’estero

Tenendo poi conto che le materie prime, come petrolio e gas, si comprano in $ capite che abbiamo sempre assorbito senza grossi problemivariazioni di questo livello in quanto i prezzi del prodotto finito (quali ad esempio la benzina o il gas da riscaldamento) sono sempre statiinfluenzati solo in minima parte dai costi delle materie prime, che hanno, loro sì, variazioni percentuali di prezzo di ben altro livello. Guardatead esempio il prezzo del petrolio grezzo che dai 15$ del ’98 passa fino ad oltre a 140$ nel 2008 per poi assestarsi attorno ai 100$ odierni.

FALSO!!!

Sfatiamo i Falsi Miti sull’Euro

7 Se usciamo dall’euro chi ha un mutuo in Euro vedrà aumentare le rate di almeno il 30%

Innanzitutto, dato che il mutuo, così come lo stipendio, sarà convertito nella nuova moneta, il rapporto tra mutuo e stipendiorimarrà lo stesso, ovvero la porzione dello stipendio assorbita dal mutuo sarà invariata. La maggior parte dei mutui inoltre è atasso fisso o a tasso variabile indicizzato all’Euribor (la media dei tassi interbancari europei): i mutui a tasso variabile potrebberorimanere indicizzati all'Euribor oppure ad un altro tasso stabilito dalla nuova banca centrale, che dovrà essere comunque bassovista la necessità di una politica monetaria accomodante stesso discorso per i mutui a tasso fisso. Quindi la conversione a un’altramoneta non inciderà sul costo del mutuo. Casomai il mutuo potrebbe diventare più conveniente, qualora ci fosse una leggerainflazione, dato che il debito residuo varrebbe meno in termini reali.Al contrario, sarà la permanenza nell’Euro, a causa delle ripercussioni negative su redditi e salari, a rendere il rimborso dei mutuisempre più insostenibile

FALSO!!!

8 Con una moneta svalutata non potremo più permetterci di acquistare all’estero

I prodotti esteri cominceranno a costare relativamente di più, a seconda di quanto si svaluterà la nuova moneta.Ma questo è precisamente uno degli obiettivi e sarà assolutamente positivo per l’economia italiana stremata dalla crisi. Rendendoi prodotti esteri (soprattutto tedeschi) sconvenienti rispetto a quelli italiani.l’Euro ha di fatto condannato le imprese e l’industria italiane a morte certa.Non potendo sostenere la competizione sui prezzi, le aziende hanno cominciato a chiudere e la produzione si è delocalizzataall’estero.Passando a una moneta più debole i prodotti esteri diverranno più costosi, le importazioni caleranno e la domanda interna siriverserà sui prodotti italiani, così innescando un circolo positivo, per cui aumenterà l’occupazione e quindi il reddito dellefamiglie.Diventeranno più costose le vacanze all’estero, ma francamente quanti italiani possono oggi permettersi le vacanze? Grazieall’aumento per prodotti italiani, l’aumento dell’occupazione e della domanda, avremo finalmente un reddito che l’Euro non hafatto altro che erodere progressivamente.

FALSO!!!

Sfatiamo i Falsi Miti sull’Euro

9 Con il ritorno alla valuta nazionale il debito pubblico esploderebbe perché denominato in Euro

Lo Stato onorerebbe il debito in valuta locale, non in euro (Lex Monetae). L’onere del debito non aumenterebbe; i creditori esterihanno già incorporato la svalutazione nello spread, ed anzi il tasso diminuirebbe. Inoltre come visto aumenterebbe il PIL nominale,comprimendo il rapporto debito/PIL stesso e incrementando la percezione di solvibilità e sostenibilità del debito presso gliinvestitori esteri

FALSO!!!

Qui una simulazione del debito pubblico restando ed uscendo dall’euro

10 Con il ritorno alla valuta il valore dei titoli di stato crollerà

Alcuni paventano un crollo delle quotazioni dei titoli di stato a causa delle vendite in massa. Negli ultimi anni l’Euro si èsvalutato/rivalutato contro il Dollaro, la valuta di riferimento mondiale, anche per percentuali notevoli ma nessuno si èpreoccupato visto che pochi fanno la spesa a New York. Inoltre gli investitori internazionali già “prezzano” i rischi di unaobbligazione nel tasso che richiedono per acquistarla (e quindi nel tasso che paga).Il famoso spread rappresenta proprio il differente rischio percepito da investitori su diversi titoli di stato. Ad esempio l’ampiospread Bund-BTP prezza già il rischio di una rottura dell’Eurozona con i conseguenti rischi di svalutazione italiana ed il premio per ititoli tedeschi in quanto invece un nuovo marco rivaluterebbe su tutte le altre monete europee ed il dollaro. Da sottolineare, perla gran parte dei risparmiatori che non fa negoziazione sui titoli di stato, che alla scadenza essi rimborserebbero comunque il 100%del capitale, a prescindere dalla quotazione. Inoltre con a nostra proposta di riforma del sistema bancario italiano, la nuova bancacentrale e le banche private sarebbero obbligate a mantenere nei loro portafogli una percentuale di titoli di stato.

FALSO!!!

Sfatiamo i Falsi Miti sull’Euro

11 Con il ritorno alla valuta nazionale il valore del patrimonio mobiliare degli italiani crollerà

Immobili e azioni, sono valutati giorno per giorno sul mercato. Pur restando nell’euro, valore immobili negli ultimi anni ha subitouna forte “svalutazione”, di circa il 6% nel 2013 (dati ISTAT), per via della crisi del mercato immobiliare. Dall’inizio della crisi nel2008 molti han visto il valore della propria casa scendere anche del 20-30%. Sul valore delle azioni vogliamo vedere i meravigliosirisultati dell’era dell’euro invece? Questo è il grafico:

FALSO!!!

Gran parte del nostro patrimonio è stato “svalutato” dalla crisi che ci sta colpendo dal 2008 perché i beni valgono di più sequalcuno ha i soldi per comprarteli, non a seconda di quanto la tua valuta nazionale quota in quel momento (Legge domanda-offerta)

Sfatiamo i Falsi Miti sull’Euro

12 Con il ritorno alla valuta nazionale la banca centrale europea non finanzierebbe più il nostro sistema bancario, si bloccherebbe qualunque pagamento e crollerebbe tutto

Affermazione insostenibile per 3 motivi:-Se a svalutazione avvenuta i paesi CREDITORI bloccassero il nostro sistema bancario spingendo l’Italia al Default (ammesso cheriescano nell’intento), altro non farebbero che spingere l’Italia a non ripagare i debiti verso essi stessi. Se facessero così sarebberodegli auto-lesionisti. Tra l’altro l’Italia ha un SALDO PRIMARIO ATTIVO e non avrebbe in caso di default necessità di finanziarsiall’estero.-Se torna la Valuta Nazionale, torna anche la Banca Centrale Nazionale, e quindi qualcosa che quasi certamente svanirebbe (laBCE), non si sa bene quali minacce potrebbe compiere.-Le minacce si fanno per “evitare” un evento. Ad evento successo, la minaccia è un non senso.-Normalmente i DEFAULT avvengono quando si esaurisce la CASSA. L’Italia ha una CASSA pari al 21% del PIL (oltre 300 miliardi diEuro) in Oro, Valute, Riserve.

FALSO!!!

Tasso di Concambio

Come verrà stabilito e quale sarà il tasso di cambio tra Euro e Nuova Lira?

Il processo di fissazione del concambio per l’ingresso nell’Euro è totalmente diverso da quello che sarà il processo di fissazione concambio Euro con Nuova Lira

1

Ingresso nell’Euro Uscita dall’ Euro

Processo complesso perché riguardava i rapporti diconcambio tra 11 valute con valori differenti. Sceltamultilaterale, che doveva tener conto di più variabiliconnesse tra loro (le valute)

Procedura utilizzata. I tassi di cambio tra le prime undicidivise nazionali aderenti all'euro furono determinati dalConsiglio europeo in base ai loro valori sul mercato al 31dicembre 1998 in modo che un ECU fosse pari a un euro

Processo molto più semplice e lineare perché riguardasoltanto il rapporto tra due valute. Scelta UNILATERALE.

Procedura utilizzata. Dal punto di vista strettamentetecnico il tasso di cambio tra l’euro e la nuova valutapotrebbe essere stabilito a qualsiasi valore (1:10, 1:1000,1:999, ecc.). Da un punto di vista pratico e funzionale ilchangeover dovrà essere fatto stabilendo un rapporto diconcambio 1:1 tra l’euro e la nuova valuta. Questo per unasemplificazione operativa (una cosa che costava un’unitàdella vecchia valuta continuerà a costare un’unità dellanuova valuta) e per eliminare le distorsioni sui prezzi nelpost-uscita

Chi sostiene che all’ingresso nell’euro potevamo ottenere un concambio migliore o che in caso di ritorno alla Lira il concambio dovrà essere fatto a

1:1936,27, sostiene il FALSO

5 Misure per un Exit Strategy di Successo

1 Riforma completa della Banca Centrale Italiana

Bankitalia deve tornare sotto il controllo dello Stato italiano per far sì che il Governo abbia a disposizione le potenti leve dipolitica economica e monetaria;

Fine del divorzio forzato tra Tesoro e Bankitalia sancito nel 1981 sotto le spinte neoliberiste della Scuola di Chicago (Teoriaquantitativa della moneta) secondo cui stampare moneta crea iper-inflazione. Il controllo di Bankitalia da parte del Governo e ilsuo legame con il Tesoro ha permesso all’Italia di tenere sotto controllo il suo debito pubblico. Con il divorzio il debito pubblicoè andato alle stelle. Il controllo della banca centrale da parte del Tesoro permette a Bankitalia di comprare i titoli emessi dalTesoro ad un tasso d’interesse prestabilito da esso;

Obbligo per la Banca Centrale Italiana di detenere stabilmente una percentuale dei sui assets a bilancio (15-20%) in titoli distato italiani.

2 Riforma del sistema bancario privato italiano

Abbandono del modello di Banca Universale introdotto da Ciampi nel 1993 con il suo Testo Unico. Con questo modellol’obiettivo delle banche private non è stato più quello di raccolta del risparmio per offrire credito a privati e imprese, ma lamassimizzazione del profitto attraverso la speculazione finanziaria. Attraverso un moderno Glass-Steagall Act, devono essereseparate le attività di banca tradizionale da quelle di investment banking;

Creazione di un istituto di credito tradizionale pubblico, controllato dallo Stato, che abbia tra i suoi obiettivi non lamassimizzazione del profitto, ma l’offerta di credito a privati e imprese (la Germania ha 417 banche a controllo pubblico). Gliutili di tale istituto non possono essere redistribuiti ma vanno per statuto reinvestiti nell’attività. Le situazioni di Banca Carige eMPS rappresentano occasione unica: applicando l’art. 43 della costituzione italiana si possono nazionalizzare in modo da averebanca pubblica.

5 Misure per un Exit Strategy di Successo

3 Istituzione di strumenti a supporto imprese per uscita da euro

Le imprese che per necessità o altro si sono indebitate in valuta straniera (USD o altro) sotto giurisdizione straniera, conun’uscita dall’euro potrebbero trovarsi in difficoltà; Infatti si ritroverebbero a dover ripagare il loro debito in una valuta straniera“più pesante” (non si applica la Lex Monetae), rischiando il default. Per permettere a queste imprese di rifinanziare senzadifficoltà questo debito, lo Stato, tramite Tesoro o Banca Centrale, dovrebbe mettere a disposizione una linea di credito con untasso di interesse bassissimo (intorno all’1%). Questo permetterebbe una transizione senza shock per queste imprese.

4 Riforma della legge italiana sui fallimenti

È necessaria una riforma strutturale del diritto fallimentare italiano. Vista l’alta probabilità di dichiarazione default di alcuneimprese dopo il changeover, si rende necessario modificare la legislazione sui fallimenti delle imprese, in modo da permettere aqueste imprese di ripartire. Oggi in Italia chi fallisce non ha più la possibilità di ripartire da zero. Rimane segnato e non può piùfare attività imprenditoriale. Per dare una possibilità a queste persone di ripartire, cambiamo leggi sul fallimento sul modellodel Chapter 11 americano.

5 Uscire dall’Euro significa anche abbandonare l’Unione Europea?

Nonostante i trattati europei non regolino la potenziale uscita dall’Eurozona di uno Stato Membro, e quindi in teoria chi escedall’Euro dovrebbe uscire automaticamente anche dall’Unione Europea, non esiste nessuna insormontabile barriera legale checostringa un Paese che abbandona l’Euro ad abbandonare anche l’Unione, anche senza il consenso preliminare degli altri StatiMembri. Infatti, nonostante tutti i membri UE sono obbligati a richiedere accesso all’Euro una volta raggiunti i 6 criteri diconvergenza, esistono due Stati a cui è concessa deroga: UK e Danimarca possono infatti rimanere nell’UE senza obbligo diadottare la moneta unica. Inoltre, eventualmente, non è necessario essere membri dell’UE per beneficiare di un free tradeagreement con gli altri Stati europei e dei vantaggi non economici garantiti da una “collaborazione” tra Paesi europei (es:Schengen)