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1 Capitolo 9 Le aree valutarie ottimali e (c) Pearson Italia S.p.A. - Krurman, Obstfeld, Melitz - Economia internazionale 2 1 ottimali e l’esperienza europea adattamento italiano di Novella Bottini Anteprima L’Unione Europea Il Sistema Monetario Europeo Politiche dell’UE e dello SME Teoria delle aree valutarie ottimali L’UE è un’area valutaria ottimale? Altre considerazioni su un’unione economica e monetaria 2 (c) Pearson Italia S.p.A. - Krurman, Obstfeld, Melitz - Economia internazionale 2 Che cos’è l’UE? L’Unione Europea è un sistema di istituzioni internazionali, tra le quali la prima è nata nel 1957, che ora rappresenta 25 paesi europei attraverso: Il Parlamento Europeo: eletto dai cittadini dei paesi membri Il Consiglio dell’Unione Europea: nominato dai governi dei paesi membri La Commissione Europea: organo esecutivo La Corte di Giustizia: interpreta le leggi UE La Banca Centrale Europea, che conduce la politica monetaria attraverso un sistema di banche dei paesi membri chiamato Sistema Europeo di Banche Centrali 3 (c) Pearson Italia S.p.A. - Krurman, Obstfeld, Melitz - Economia internazionale 2

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Capitolo 9

Le aree valutarie ottimali e

(c) Pearson Italia S.p.A. - Krurman, Obstfeld, Melitz - Economia internazionale 21

ottimali e l’esperienza europea

adattamento italiano di Novella Bottini

Anteprima

• L’Unione Europea

• Il Sistema Monetario Europeo

• Politiche dell’UE e dello SME

• Teoria delle aree valutarie ottimali

• L’UE è un’area valutaria ottimale?

• Altre considerazioni su un’unione economica e monetaria

2 (c) Pearson Italia S.p.A. - Krurman, Obstfeld, Melitz - Economia internazionale 2

Che cos’è l’UE?

• L’Unione Europea è un sistema di istituzioni internazionali, tra le quali la prima è nata nel 1957, che ora rappresenta 25 paesi europei attraverso:○ Il Parlamento Europeo: eletto dai cittadini dei paesi

membri○ Il Consiglio dell’Unione Europea: nominato dai

governi dei paesi membri○ La Commissione Europea: organo esecutivo○ La Corte di Giustizia: interpreta le leggi UE○ La Banca Centrale Europea, che conduce la politica

monetaria attraverso un sistema di banche dei paesi membri chiamato Sistema Europeo di Banche Centrali

3 (c) Pearson Italia S.p.A. - Krurman, Obstfeld, Melitz - Economia internazionale 2

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Che cos’è lo SME?

• Il Sistema Monetario Europeo era in origine un sistema di cambi fissi implementato nel 1979 attraverso il meccanismo dei tassi di cambio (ERM).

Lo SME si è da allora evoluto in una • Lo SME si è da allora evoluto in una unione economica e monetaria (UEM), un sistema più vasto di politiche economiche e monetarie coordinate.○Lo SME ha sostituito per la maggior parte dei paesi il meccanismo dei tassi di cambio con una valuta unica nell’unione economica e monetaria.

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Appartenenza all’unione economica e monetaria

• Per far parte dell’unione economica e monetaria, i membri SME devono1. prima aderire all’ERM: i cambi sono fissati

in bande definite attorno ad un cambio obiettivo obiettivo,

2. quindi seguire politiche fiscali e monetarie controllate come deciso dal Consiglio dell’Unione Europea e dalla Banca Centrale Europea,

3. infine sostituire la valuta nazionale con l’euro, la cui circolazione è determinata dal Sistema Europeo di Banche Centrali.

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Appartenenza all’UE

• Per essere membro dell’UE, un paese deve, tra le altre cose, 1. Ridurre le barriere che limitano il commercio e i

flussi di capitale finanziario;2. adottare regole comuni per l’emigrazione e

l’immigrazione per facilitare il movimento delle persone;

3. stabilire regole comuni per la sicurezza dell’ambiente lavorativo e la protezione dei consumatori;

4. istituire alcune istituzioni politiche e legali che siano consistenti con la definizione UE di democrazia liberale.

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Figura 9.1 I membri dell’area dell’euro al 1° gennaio 2012

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Tabella 9.1 Un breve glossario di euronimi (tra parentesi l’acronimo in inglese)

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Perché l’UE?

• I paesi che fondarono l’UE e lo SME avevano diversi obiettivi

1. Assicurare il potere dell’Europa negli affari internazionali: come unione di paesi, l’UE poteva rappresentare molto più potere economico e politico nel mondo.

2 Per rendere l’Europa un mercato unico: si riteneva che 2. Per rendere l Europa un mercato unico: si riteneva che un grande mercato con libero scambio, liberi flussi di capitale finanziario e libere migrazioni di persone – oltre a tassi di cambio fissi o ad una valuta comune –favorisse la crescita economica ed il benessere economico.

3. Per rendere l’Europa politicamente stabile e pacifica.

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Perché l’euro (UME)?

I membri UE adottarono l’euro principalmente per 4 ragioni:

1. Mercato unico: si riteneva che si sarebbero ottenute una maggiore integrazione del mercato e una maggiore crescita economica.

2. Stabilità politica: si riteneva che una valuta comune avrebbe reso gli interessi politici più uniformiavrebbe reso gli interessi politici più uniformi.

3. Si riteneva che l’influenza tedesca nello SME sarebbe stata moderata nel Sistema Europeo di Banche Centrali.

4. Eliminazione della possibilità di svalutazioni/rivalutazioni: con liberi flussi di capitale finanziario, si potevano verificare fughe di capitali e speculazioni in uno SME con valute diverse, ma sarebbe stato più difficile con una moneta unica.

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Lo SME nel periodo 1979–1998

• Nel periodo 1979–1993, lo SME definiva il meccanismo dei tassi di cambio per permettere alla maggior parte delle valute di fluttuare di +/-2,25% attorno al cambio obiettivo.

• Il meccanismo dei tassi di cambio permise fluttuazioni più ampie (+/- 6%) per le valute di fluttuazioni più ampie (+/ 6%) per le valute di Portogallo, Spagna, Gran Bretagna (fino al 1992) e Italia (fino al 1990). ○ Questi paesi volevano una maggior flessibilità nella

politica monetaria.

○ Le bande più ampie erano anche pensate per evitare speculazioni causate da diverse politiche monetarie e fiscali.

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Lo SME nel periodo 1979–1998 (segue)

Per evitare speculazioni,

• Inizialmente nello SME si applicarono anche dei controlli valutari per limitare lo scambio di valute.○ Ma dal 1987 al 1990 questi controlli furono rimossi per

rendere l’UE un mercato comune per il capitale finanziariorendere l UE un mercato comune per il capitale finanziario.

• Si sviluppò anche tra i membri SME un sistema di credito per erogare prestiti ai paesi che avevano bisogno di attività e di valute che erano molto richieste nei mercati dei cambi.

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Lo SME nel periodo 1979–1998 (segue)

• Ma a causa delle differenze delle politiche monetarie e fiscali nello SME, gli operatori cominciarono ad acquistare attività tedesche (per gli alti tassi di interesse tedeschi) e a vendere altre attività SME.

Di l G B t l iò l SME • Di conseguenza, la Gran Bretagna lasciò lo SME nel 1992 e permise la fluttuazione della sterlina contro le altre valute europee.

• Di conseguenza, il meccanismo dei tassi di cambio fu ridefinito nel 1993 per permettere bande di +/-15% attorno al valore obiettivo per svalutare molte valute rispetto al marco tedesco.

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Lo SME nel periodo 1979–1998 (segue)

• Ma col tempo, ogni membro SME adottò politiche fiscali e monetarie controllate e i tassi di inflazione nello SME alla fine conversero (e la speculazione rallentò o cessò)In effetti i membri SME stavano seguendo le ○ In effetti, i membri SME stavano seguendo le politiche monetarie controllate della Germania, che aveva registrato tradizionalmente bassa inflazione.

○Con il meccanismo dei tassi di cambio a bande fisse dello SME, la Germania “esportava” la sua politica monetaria.

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Figura 9.2: Convergenza dei tassi di inflazione in sei dei paesi fondatori dello SME, 1980 - 2009

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(Fonte: Tassi di inflazione relativi agli indici dei prezzi al consumo – IPC – tratti da Fondo Monetario Internazionale, International Financial Statistics.)

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Politiche dell’UE e dello SME

• L’Atto Unico Europeo del 1986 raccomandava la rimozione di molte barriere al commercio, ai flussi di capitale finanziario e all’immigrazione entro dicembre 1992. ○ Permise inoltre l’approvazione della politica UE senza richiedere

un consenso unanime tra i membri.

Il T tt t di M t i ht t l 1991 t bili i • Il Trattato di Maastricht, proposto nel 1991, stabiliva i 3 provvedimenti per trasformare lo SME in un’unione economica e monetaria. ○ Richiedeva inoltre la standardizzazione della regolamentazione e

la centralizzazione della politica estera e di difesa tra i paesi UE. ○ Alcuni membri UE/SME non hanno ratificato tutte le clausole.

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Politiche dell’UE e dello SME (segue)

• Il trattato di Maastricht richiede che i membri che vogliono entrare nell’unione economica e monetaria

1. raggiungano la stabilità del cambio definita dall’ERM prima di adottare l’euro.

2. raggiungano la stabilità dei prezzi: un tasso di inflazione massimo di 1 5% maggiore di inflazione massimo di 1,5% maggiore rispetto alla media dei tre tassi di inflazione nazionale più bassi tra i membri UE.

3. mantengano una politica fiscale restrittiva:• Un rapporto deficit pubblico / PIL di massimo il 3%.• Un rapporto debito pubblico /PIL di massimo il 60%.

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L’italia prima di Maastricht

• Tabella 1: Criteri nominali di convergenza per l’Italia (1997-1998)

Pertanto l'Italia rispetterà alla lettera i criteri del tasso d'inflazione, dei tassi d'interesse e deideficit. Il rapporto debito pubblico/PIL, che è e rimarrà ancora per qualche tempo di moltosuperiore al livello di riferimento del 60%, ha comunque invertito la propria tendenza al rialzo.Si può pertanto affermare che esso si stia avvicinando, come previsto dal Trattato, “al valore diriferimento ad un ritmo soddisfacente”

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Politiche dell’UE e dello SME (segue)

• Il trattato di Maastricht richiede che i membri che vogliono rimanere nell’unione economica e monetaria

1. mantengano una politica fiscale restrittiva:• un rapporto deficit pubblico / PIL massimo del 3%.• un rapporto debito pubblico / PIL massimo del 60% • un rapporto debito pubblico / PIL massimo del 60%. • Vengono inflitte sanzioni finanziarie ai paesi con deficit o

debito “eccessivi”.

• Anche il Patto di Stabilità e Crescita, negoziato nel 1997, prevede sanzioni finanziarie per i paesi con disavanzo o debito “eccessivo”.

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Politiche dell’UE e dello SME (segue)

• L’euro fu adottato nel 1999, e il precedente meccanismo dei tassi di cambio divenne obsoleto.

• Ma fu istituito un nuovo meccanismo dei tassi di cambio — ERM2 — tra l’unione economica e monetaria e i paesi esterni. ○ Permetteva ai paesi (sia interni che esterni all’UE) che

volevano entrare nell’unione economica e monetaria in futuro di mantenere tassi di cambio stabili prima dell’ingresso.

○ Permetteva ai membri UE fuori dall’unione economica e monetaria di mantenere tassi di cambio fisso se lo desideravano.

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La teoria delle aree valutarie ottimali

• La teoria delle aree valutarie ottimali sostiene che l’area ottimale per un sistema di cambi fissi, o per una valuta comune, sia un’area fortemente integrata economicamente. ○ Integrazione economica significa liberi flussi diIntegrazione economica significa liberi flussi di• beni e servizi (commercio)• capitale finanziario e capitale fisico• lavoratori/lavoro (immigrazione ed emigrazione).

• La teoria fu sviluppata da Robert Mundell nel 1961.

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La teoria delle aree valutarie ottimali (segue)

• I cambi fissi hanno costi e benefici per i paesi che decidono se aderirvi.

• I benefici dei cambi fissi sono che evitano l’incertezza ed i costi di transazione internazionali implicati dai cambi flessibili internazionali implicati dai cambi flessibili.

• Si definisce il beneficio che si ha con l’adesione di un paese ad un sistema di cambi fissi come guadagno di efficienza monetaria.

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La teoria delle aree valutarie ottimali (segue)

• Il guadagno di efficienza monetaria di un sistema di cambi fissi dipende dalla dimensione dell’integrazione economica.

• Dopo l’adesione ad un sistema di cambi fissi:1. Se il commercio tra i paesi è molto sviluppato, allora i p pp ,

costi di transazione si riducono molto. 2. Se il capitale finanziario può muoversi liberamente tra i

membri, allora l’incertezza sui tassi di rendimento si riduce molto.

3. Se le persone possono migrare liberamente tra i confini per lavorare, allora l’incertezza sui salari si riduce molto.

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La teoria delle aree valutarie ottimali (segue)

• In generale, maggiore è il grado di integrazione economica, maggiore è il guadagno di efficienza monetaria.

• Tracciamo un grafico del guadagno di • Tracciamo un grafico del guadagno di efficienza monetaria in funzione del grado di integrazione economica.

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Figura 9.3 La curva GG

La curva crescente GG mostra che il guadagno di efficienza monetaria di un paese, derivante dall’adesione a un’area con tassi di cambio fissi tassi di cambio fissi, aumenta al crescere della sua integrazione economica con quell’area.

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La teoria delle aree valutarie ottimali (segue)

Nell’analizzare il guadagno di efficienza monetaria, • abbiamo ipotizzato che i membri del sistema di

cambi fissi mantenessero un livello dei prezzi stabile. ○ Ma quando c’è un’inflazione variabile tra i paesi membri, q p ,

allora l’adesione al sistema non ridurrà (così tanto) l’incertezza.

• abbiamo ipotizzato che un nuovo membro sia pienamente vincolato al sistema di cambi fissi. ○ Ma se un nuovo membro può lasciare il sistema di cambi

fissi, allora l’adesione al sistema non ridurrà (così tanto) l’incertezza.

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La teoria delle aree valutarie ottimali (segue)

• L’integrazione economica permette anche la convergenza dei prezzi dei membri di un sistema di cambi fissi e dei potenziali membri.

○Ci si aspetta che la legge del prezzo unico (l’arbitraggio riduce a zero le differenze di prezzo dei beni espressi in valute differenti) funzioni meglio quando i mercati sono integrati.

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La teoria delle aree valutarie ottimali (segue)

• I costi dei cambi fissi sono rappresentati dalla perdita della politica monetaria per stabilizzare produzione e occupazione, e dalla perdita dell’aggiustamento automatico dei tassi di cambio alle variazioni della dei tassi di cambio alle variazioni della domanda aggregata.

• Definiamo questa perdita che si verifica seun paese si unisce ad un sistema di cambifissi come perdita di stabilità economica.

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La teoria delle aree valutarie ottimali (segue)

• La perdita di stabilità economica derivante dall’adesione ad un sistema di cambi fissi dipende anche dal grado di integrazione economica.

• Dopo l’adesione ad un sistema di cambi fissi, se il nuovo membro deve affrontare una riduzione della domanda aggregata:domanda aggregata:

1. I prezzi relativi tendono a scendere, portando gli altri membri ad aumentare molto la domanda aggregata se vi è una forte integrazione economica, perciò la perdita economica non è così grande.

2. Il capitale finanziario o il lavoro migreranno verso le aree con rendimenti o salari più elevati se vi è una forte integrazione economica, perciò la perdita economica non è così grande.

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La teoria delle aree valutarie ottimali (segue)

3. La perdita dell’aggiustamento automatico dei cambi flessibili non è così elevata se i mercati dei beni e dei servizi sono integrati. Perché?

• Considerate cosa succederebbe se un paese non facesse parte del sistema a cambi flessibili:

• L’aggiustamento automatico causerebbe un apprezzamento delle valute estere, cosa che provocherebbe un aumento in molti prezzi per i consumatori domestici quando i mercati dei beni e dei servizi sono integrati.

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La teoria delle aree valutarie ottimali (segue)

• In generale, maggiore è il grado di integrazione economica, minore è la perdita di stabilità economica.

• Tracciamo un grafico della perdita di g pstabilità economica in funzione del grado di integrazione economica.

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Figura 9.4: la curva LL

La curva decrescente LL mostra che la perdita di stabilità economica di un paese che decide di aderire a un’area con tassi di cambio fissi diminuisce al crescere della sua integrazione economica con quell’area.

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La teoria delle aree valutarie ottimali (segue)

• In un dato punto critico che misura il grado di integrazione, il guadagno di efficienza monetaria supererà la perdita di stabilità economica per un membro che sta valutando l’adesione ad un sistema di valutando l’adesione ad un sistema di cambi fissi.

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Temi di approfondimento

Temi autore e titoloScambi e sviluppo  unctad, trade and development 

report  2012Aiuti allo sviluppo  oecd, 2012 dac report on 

multilateral aidMultinazionali e sviluppo 

unctad, world investment report 2012

Migrazioni  iom, world migration report 2011

Sviluppo sostenibile  wto and ilo, Making Globalization Socially Sustainable 2011

34

Europa 2020  eu, Eu2020 report 2012+ report focus tema

Economie emergenti Brics Report

Sud‐Sud The least developed countries report 2011

Diritti Umani Human Rights Report 2012

Sicurezza e sviluppo Conflict, security and development, WDR 2011

MNC italiane ?

Temi1 Scambi e sviluppo  Matteo 

PisedduMarco Perda

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Gianni Roselli

2 Aiuti allo sviluppo  Silvia Caddeo

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3 MNC e sviluppo  Hu Ximin Sheng  Yuan

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Ju Xiaomin

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5 Relazioni Sud‐sud Manca francesca

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6 Sviluppo sostenibile Lamiita Lorenzo Marcello Francesco Paola Pibiri6 Sviluppo sostenibile  Lamiita Calistrache

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Marcello Casu

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7 Europa 2020 Marco Pillitu

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Francesca Cau

Carlo Oggianu

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9 Diritti umani Elisa Desogus

Giorgia Usai

Francesca Cabras

Claudia Pilia

10 Sicurezza  e sviluppo Maeta Marongiu

Laura Dessi

Filippo Di Benedetto

11 MNC italiane Michela Cordeddu

Sara Gambula

Calendario presentazioni

07‐gen lun MNC Italia 

08‐gen mar Relazioni Sud‐Sud

09‐gen mer Aiuti allo sviluppo

10‐gen gio Diritti Umani

11‐gen ven Sicurezza e Sviluppo

12 gen sab

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12‐gen sab

13‐gen dom

14‐gen lun Economie emergenti

15‐gen mar Sviluppo Sostenibile

16‐gen mer Scambi e sviluppo

17‐gen gio MNC e sviluppo‐Migrazioni

18‐gen ven Europa 2020

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Esame modulo B

• 4 crediti: prova scritta

–Due domande a scelta su tre– Temi generali

• 2 crediti: presentazione (o domande su 2 report)

– Lavoro di gruppo– Chiarezza presentazione– Chiarezza espositiva

Figura 9.5: La decisione di fissare il tasso di cambio.

L’intersezione delle curve GG e LL nel punto 1 determina il livello critico θ1di integrazione economica f l’ l t i il fra l’area valutaria e il paese che deve decidere se aderirvi. Per ogni livello di integrazione superiore a θ1, l’adesione produce benefici netti positivi per il paese che decide di aderire.

38 (c) Pearson Italia S.p.A. - Krurman, Obstfeld, Melitz - Economia internazionale 2

La teoria delle aree valutarie ottimali (segue)• Si potrebbe verificare un evento che causa un

aumento della frequenza o dell’intensità delle variazioni della domanda aggregata per un paese.

• In questo caso, la perdita di stabilità In questo caso, la perdita di stabilità economica sarebbe maggiore per ogni grado di integrazione economica tra il nuovo membro ed i membri del sistema di cambi fissi.

• Come influenzerebbe il punto critico in cui il guadagno di efficienza monetaria è uguale alla perdita di stabilità economica?39 (c) Pearson Italia S.p.A. - Krurman, Obstfeld, Melitz - Economia internazionale 2

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Figura 9.6 Aumento della variabilità sul mercato dei prodotti (caso storico: crisi petrolifera del 1973).

Un aumento dell’intensità e della frequenza degli shock specifici del paese che aderisce nel mercato dei prodotti fa spostare verso l’alto la curva LL, da LL1 a LL2: infatti, per un dato livello di integrazione economica con l’area integrazione economica con l area a tassi di cambio fissi, la perdita di stabilità economica del paese, causata dall’aver fissato il cambio, aumenta. Lo spostamento della LL fa aumentare a θ2 il livello critico di integrazione economica al quale è vantaggioso aderire all’area.

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L’UE è un’area valutaria ottimale?

• Se ci si può aspettare che l’UE/SME/unione economica e monetaria diano benefici ai loro membri, ci aspettiamo che i suoi membri abbiano un grado elevato di integrazione economica:○Grandi volumi di commercio in rapporto al PIL. ○Un’elevata quantità di investimenti finanziari esteri e di investimenti diretti esteri sull’investimento totale.

○Una grande quantità di migrazioni tra i confini in rapporto alla forza lavoro.

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L’UE è un’area valutaria ottimale? (segue)

• La maggior parte dei membri UE esporta dal 10% al 20% del Pil agli altri membri UE. ○Questo dato si mette a confronto con esportazioni inferiori al 2% del Pil UE verso gli USA.

○Ma il commercio tra le regioni negli USA è una percentuale maggiore del Pil regionale.

• Il commercio era limitato da regolamentazioni che sono state rimosse con l’Atto Unico Europeo?

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Figura 9.7 Commercio intra-UE in rapporto al PIL dell’UE

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(Fonte: OECD Statistical Yearbook ed Eurostat.)

L’UE è un’area valutaria ottimale? (segue)

• Inoltre si verificano deviazioni dalla legge del prezzo unico in molti mercati UE. ○Se i mercati UE fossero molto integrati, allora i prezzi (corretti per la valuta) dei beni e dei servizi dovrebbero essere quasi gli stessi nei servizi dovrebbero essere quasi gli stessi nei diversi mercati.

○ Il prezzo della stessa automobile BMW varia del 29,5% tra il mercato britannico e quello olandese.

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L’UE è un’area valutaria ottimale? (segue)

• Non ci sono prove di un’estesa migrazione regionale nell’UE.

• L’Europa ha molte lingue e culture, cosa che impedisce la migrazione e la mobilità del lavoro. I sindacati e le leggi inoltre impediscono il • I sindacati e le leggi inoltre impediscono il movimento del lavoro tra settori e paesi.

• Differenze nei tassi di disoccupazione regionali negli USA sono più limitate e meno persistenti delle differenze nei tassi di disoccupazione nazionali in UE, indice di una mancanza di mobilità del lavoro in UE.

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Tabella 9.2: Persone che hanno cambiato regione di residenza negli anni novanta (% della popolazione totale)

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(Fonte: Peter Huber, “Inter-regional Mobility in Europe: A Note on the Cross-Country Evidence”, Applied Economics Letters 11, agosto 2004, pp. 619–624; Geographical Mobility, 2003-2004, Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti, marzo 2004. Le cifre riportate nella tabella per il Regno Unito si riferiscono al 1996, quelle per la Germania al 1990 e quelle per l’Italia e per gli Stati Uniti al 1999.)

Figura 9.8 Divergenze nei tassi di interesse reali all’interno dell’aerea dell’euro

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Tabella 9.3 Saldi del conto corrente dei paesi dell’area euro, 2005 – 2011 (% del PIL)

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(Fonte: FMI, World Economic Outlook Database.)

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L’UE è un’area valutaria ottimale? (segue)

• L’evidenza empirica mostra che i flussi di capitale finanziario sono più liberi in UE dopo il 1992 e il 1999.

• Ma la mobilità del capitale senza la mobilità del lavoro può accrescere la perdita di t bilità i stabilità economica.

○ Dopo una riduzione della domanda aggregata in un particolare membro UE, il capitale finanziario potrebbe essere facilmente trasferito altrove mentre il lavoro è fisso.

○ La perdita di capitale finanziario potrebbe ridurre ulteriormente la produzione e l’occupazione.

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Altre considerazioni su un’UEM• La struttura delle economie nell’unione

economica e monetaria dell’UE è importante per determinare come i membri rispondono a shock della domanda aggregata.○Le economie dei membri UE sono simili nel ○Le economie dei membri UE sono simili nel senso che c’è un alto volume di commercio intra-settoriale rispetto al volume totale.

○Sono diverse nel senso che i paesi dell’Europa Settentrionale hanno alti livello di capitale fisico per lavoratore e più lavoro qualificato rispetto ai paesi dell’Europa Meridionale.

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Altre considerazioni su un’UEM (segue)

○Come un membro UE risponde a shock alla domanda aggregata può dipendere da come la struttura della sua economia si posiziona rispetto a quella degli altri membri UE.

○Per esempio, gli effetti di una riduzione della d d t t d id i domanda aggregata causata da una riduzione della domanda nel settore del software dipenderà dall’eventualità che un membro UE abbia un gran numero di lavoratori qualificati nella programmazione rispetto agli altri membri UE.

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Altre considerazioni su un’UEM (segue)

• Anche l’ammontare dei trasferimenti tra membri UE può influenzare la modalità di risposta delle economie UE a shock alla domanda aggregata.

I pagamenti fiscali tra i paesi nel sistema federale ○ I pagamenti fiscali tra i paesi nel sistema federale UE, o federalismo fiscale, può aiutare a compensare la perdita di stabilità economica che deriva dall’adesione ad un’unione economica e monetaria.

○Ma rispetto ai trasferimenti interregionali negli USA, tra i membri UE c’è un limitato federalismo fiscale.

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La crisi del debito nell’area dell’EURO, 2010Spread medio sui titoli di stato rispetto alla Germania

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(Fonte: Bank of America/Merrill Lynch index degli spread medi, Datastream)

Futuro dell’UEM

1) l’EUM non è un area valutaria ottimale

2) La unione economica non è pari all’unione politica

3) Asimmetrie regolamenti e leggi

4) Unione fiscale?

5) Allargamenti

6) Ruolo della BCE (vigilanza?)

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Consiglio europeo, accordo sul meccanismo di vigilanza unico

• Gli stati membri dell'Unione si sono accordati per trasferire alla Bce il potere di vigilare direttamente su circa 150-200 banche. Gli altri istituti di crediti della zona euro verranno sorvegliati dalle autorità nazionali, anche se l'istituto monetario di Francoforte avrà un diritto di controllo. "Si tratta di un primo passo verso una unione bancaria",

• Il nuovo sistema sarà pienamente operativo dal 1 marzo 2014,

• La Bce vigilerà direttamente su tutte le banche con attivi per oltre 30 miliardi di euro Le altre rimarranno sotto il controllo delle autorità miliardi di euro. Le altre rimarranno sotto il controllo delle autorità nazionali ma se vi saranno problemi, l'istituto di Francoforte potrà però appropriarsi del dossier in qualsiasi momento.

• Due aspetti sono stati particolarmente discussi: la separazione tra politica monetaria e vigilanza bancaria nella Bce, e le modalità di voto nell'Autorità bancaria europea, l'organismo che continuerà a regolamentare il mercato unico a 27.

• Il pacchetto dovrà permettere di ricapitalizzare direttamente le banche in crisi attraverso il fondo europeo Esm, evitando di passare dai tesori nazionali e spezzando così il circolo vizioso tra bilanci bancari e bilanci sovrani.

Sommario

1. Lo SME era prima un sistema di cambi fissi ma successivamente si è sviluppato in un più esteso coordinamento delle politiche economiche e monetarie: un’unione economica e monetaria un’unione economica e monetaria.

2. L’Atto Unico Europeo del 1986 ha raccomandato ai membri UE la rimozione delle barriere allo scambio, ai flussi di capitale e all’immigrazione entro il 1992.

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Sommario (segue)

3. Il trattato di Maastricht ha delineato i 3 requisiti perché lo SME diventasse un’unione economica e monetaria. • Ha inoltre standardizzato molte leggi e dato

alle istituzioni UE più controllo sulle politiche di difesa.

• Ha inoltre istituito penalità per i membri UME che spendono troppo.

4. Nel 1999, quando è nato l’euro, è stato definito un nuovo meccanismo dei tassi di cambio contro l’euro.

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Sommario (segue)

5. Un’area valutaria ottimale ha membri con un elevato grado di integrazione economica tra i mercati dei beni & servizi, del capitale finanziario e del lavoro.

• E’ un area in cui il guadagno di efficienza monetaria derivante dall’adesione ad un sistema di cambi fissi è derivante dall adesione ad un sistema di cambi fissi è almeno pari alla perdita di stabilità economica.

6. L’UE non ha un alto grado di mobilità del lavoro a causa delle differenze nella cultura e a causa della sindacalizzazione e della legislazione.

7. E’ dubbio che l’UE possa essere classificata come area valutaria ottimale.

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