Fabrizio Bottini La dispersione urbana: costi collettivi e risposte della pianificazione (parte...
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Fabrizio Bottini
La dispersione urbana: costi collettivi e risposte
della pianificazione(parte prima: descrizione del fenomeno)
Diffusione Urbana
Un fenomeno fisiologico
Diffusione Urbana
I sistemi economici territoriali di successo e ad alto reddito, in presenza di tecnologie che
consentono di superare gli ostacoli della distanza fisica, tendono a
diffondersi nello spazio
Diffusione Urbana
Si vengono a formare, oltre le concentrazioni storiche, ampie
regioni urbane o corridoi, dove le famiglie anche a redditi medi e
bassi si insediano in un ambiente suburbano, anche per crescita dei
centri di minori dimensioni
Diffusione Urbana
La diffusione urbana è un fenomeno “fisiologico” di lungo periodo,
influenzato dai progressi tecnologici.
Sin dagli anni ’60 del ‘900 sono state sperimentate in molti paesi strategie di “area vasta” allo scopo di contenere e
governare questa crescita
Diffusione Urbana
Negli anni ’50-60 ad esempio nell’area metropolitana milanese iniziano gli studi per il
PIM (Piano Intercomunale Milanese), esattamente allo scopo di contenere e
organizzare la crescita secondo modelli efficienti dal punto di vista ambientale, della distribuzione
dei valori, della congestione, delle funzioni
PIMModelli: rapporti dinamici tra i vari poli della
città-regione
PIM Modelli:
sviluppo a corona
circolare
L’espansione avviene lungo direttrici radiali e circolari. Si determina un rafforzamento del
centro e i valori decrescono verso la
periferia, dove gli insediamenti assumono
il più basso livello. Il processo di crescita
tende alla inefficienza e alla congestione.
PIM Modelli: sviluppo stellare
Segue le linee dei principali sistemi di comunicazione e si
produce per continui urbani o
formazioni a rosario, secondo le stazioni dei mezzi
di trasporto pubblici.
PIM Modelli: la macchia
d’olioSviluppo che si
verifica quando i sistemi a struttura
determinata si dissolvono per la
pressione espansiva. Ha come difetti la vicinanza di
funzioni incompatibili, l’intricatezza,
l’incastro spesso inestricabile.
PIM Modelli: la Galassia
Può essere considerata una variante del modello
a macchia d’olio. L’espansione non avviene per punti, ma per blocchi
e non si appoggia a tessuti esistenti, ma si
stacca da questi formando distretti
specializzati. E’ il modello alla città-regione, ed è
potenzialmente distruttivo del tessuto tradizionale, a cui non sostituisce nuovo
ordine.
PIM Modelli: città
satellite
Sviluppo pianificato secondo il sistema della “arnia” da cui
si sciama quando si è raggiunta una
certa massa. Molto popolare in Gran
Bretagna, non tiene nel dovuto conto il ruolo insostituibile della grande città e la difficoltà di vita
autonoma nei nuovi insediamenti
PIM Milano e i modelli
Nell’area intercomunale, nel corso delle trasformazioni storiche, tutti i modelli sono
stati presenti e hanno lasciato
tracce e frammenti che
ancora agiscono
PIM: “Normalizzazione del diagramma dei valori”
Il recupero di ruolo dei poli esterni e delle periferie rovescia la distribuzione piramidale dei valori tipica della città tradizionale. Concentra negli apici delle
“pale” interessi urbani eccezionali, e crea interrelazioni col centro che riqualificano anche le aree intermedie: ora le più inefficienti e squallide.
PIM: Lo schema a “turbina” del 1963
Dispersione Urbana
Un fenomeno patologico
Dispersione Urbana
Esplosione, frammentazione della forma urbana. Apparente casualità delle nuove localizzazioni residenziali e produttive.
Discontinuità del costruito e segregazione funzionale. Riduzione ingiustificata nell’intensità d’uso delle
risorse territoriali
Dispersione urbana e Pianificazione
La dispersione è strettamente legata alla pianificazione urbanistica “bricolage” comunale:
- troppo debole nei confronti delle pressioni del mercato
- spesso poco attenta a previsioni di lungo termine
- non inquadrata in un sistema di coerenze ad area vasta
Area milanese: mosaico dei piani urbanistici comunali
L’urbanizzazione dispersa come “anti-città”
La specializzazione funzionale estrema, segregata per aree, significa di fatto fine della
città come spazio di interazione, e trionfo di una visione privatistica e individualistica che si
esprime via via negli ambienti super-specializzati della casa unifamiliare (abitazione), del centro
commerciale (acquisti, servizi), del parco industriale o per uffici (lavoro) del polo
istituzionale (istruzione, amministrazione). A collegare tutto, il cubicolo privato dell’automobile
3 ambiti:
casa (privato)
auto (privato)
commercio (privato anche se collettivo)
Un esempio di frammentazione: il centro commerciale
Dispersione urbana e identità
Esiste il rischio che le città europee perdano la loro identità, spaziale e culturale, nella
banalizzazione prodotta dallo “sprawl” insediativo.
Quali misure correttive da parte della pianificazione?