La Moneta Nella Calabria Normanna

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    La moneta nella Calabria n ormanna:p roduzione e circo la zione

    d i A lfred o R ug a

    Le pili recenti ricerche archeologiche in alcuniimportanti insediarnenti! dell'attuale Calabria stannofornendo una tale messe di dati numismatici conte-stualizzati da offrirci, in concreto, una visione dinami-ca e sostanzialmente prospera del territorio- tra la finedel dominio bizantino e tutta l' eta normanna, "conuna cultura monetaria sofisticata">

    Si cerchera pertanto di esaminare alcuni aspettilegati alIa produzione di monete (in Calabria coni atesolo nella zecca di Mileto, per giunta, limitatamente alrame) e alIa circolazione monetaria, COS1 come notadalle fonti archeologiche attuali con spunti desuntidalle fonti archivistiche'. II tutto in rapporto all'evolu-zione della situazione monetaria normanna, fin daquell a che iNormanni stessi trovarono nella nostraregione al momento della loro graduale conquista del-l'Italia Meridionale e della Sicilia5.

    In quel periodo (XI secolo d.C.) l'economia mone-taria dell'Italia Meridionale- si fondava sostanzialmen-te su due tipi di moneta aurea, il nomisma 0 solidusbizantino e il ruba'i 0 tart arabo (pari a 114 di dinar)equivalente a 114di nomisma. La Calabria centro-meri-dionale gravitava verso la Sicilia e dun que era aggancia-ta all'area del tart siciliano. I frequentissimi ritrovamen-ti di moneta bizantina in rame/, poi, dimostrano che findal X secolo, accanto alIa moneta aurea, usata alIoracome in seguito per le transazioni 'alte', circolavanoregolarmente, in un quadro vivace e capillare di scambiminuti quotidiani, i folles bizantini. In questa quadro,sostanzialmente omogeneo in tutta la regione, la pre-senza pili massiccia nel circolante e di folles anonimi,soprattutto di classe CS che, stanti i ritrovamenti inalcuni contesti di primaria importanza quali Reggio,Tropea, Gerace, Santa Severina e Crotone", costitui-ranno una importante presenza non solo nei primidecenni dopo la conquista normanna, rna anche oltre'v.

    L'arrivo dei Normanni si inserisce in questa conte-sto economico particolare che da un lato subisce unasorta di crisi!", proprio a causa delle modalita della con-quista (basata su razzie, incursioni, devastazioni, asse-di) 12 e delle nuove forme politiche introdotte. DalI' altro,grazie alIaricchezza delle risorse e alIacapacita dei nuovidominatori - che, pur intervenendo sugli usi monetaridelle singole aree, si adeguano e apportano gradualimodifiche, al fine di non turbare sistemi e mercati - siassiste ad una generale ripresa e prosperita 13, con scam-bi a tutti iivelli basati sull'uso reale della moneta conia-ta, in citra come nelle campagne, pur nella effettiva dimi-nuizione delle quantita di circolante per tutta l'eta nor-manna, dovuta alvolume ridotto delle emissioni 14.

    Le prime monete che iNormanni provvedono ademettere in Italia (forse in una zecca della contea cala-brese}'> sono deifollari, che imitavano proprio iltipodi moneta di rame bizantina pili diffusa in quelmomento (iIfollis anonimo di classe C)16.L'emissione(Fig. 1), attribuibile a Roberto il Guiscardo 0a Rugge-ro J 1 7 , sarebbe anteriore alIa conquista di Palermo(gennaio 1072) e alIa riforma del1085-10871S.

    Alla coniazione del rame si aggiungono au rei (tart')eargenti (kharrube) anonimi, coniati nel corso della con-quista della Sicilia imitando tipi della Sicilia arab a equindi tart con leggende in arabo corretto a nome diRoberto duca e Ruggero conte. La leggenda, seguendogli usi consolidati sulla monetazione araba, riporta datidi zecca e cronologia, nonche la professione di fede isla-mica. Monete di questa tipo, la cui circolazione e atte-stata fino alI'eta sveva ed angioinal'', sono documentateda un rinvenimento calabrese isolato, in strato conmateriali ceramici coevi, nel Castello di S. Severina-v(Fig. 12), e dal tesoretto di Placanica-! (occultato nel1197). I dati sulla circolazione reale della moneta aureain questa fase sono integrabili poi dalIa presenza di

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    noti nelle collezionie, tanto da suggerire, anche se per ilmomento cautamente, che i dati che emergono dalladocumentazione del tempo-s non si riferiscono esclusi-vamente a monete di conto, rna anche a monete "real-mente possedute 0 spese">. Una testimonianza in talsenso, come si vedra via via, e il tesoretto di Placanica,che fornisce dati tangibili sulla "regolare circolazione illmonete normanne siciliane nella provincia di Reggio"26.Nelle fonti, comunque, oltre alia registrazione dei prezziin tart interi, compaiono talvolta inomi di altre monete(nomismata bizantini-", miliaresiora e denarit, da valu-tare volta per volta. Non mancano poi Ie indicazioni, nel-laCalabria settentrionale, relative aprezzi espressi in tart'e 'monete' di sostituzione (quali buoi e pecorele.

    Dopo la conquista di Amalfi (1073) e Salerno(1076-77) in quelle zecche si coniano l'oro e il rame, lacui circolazione e destinata principalmente a determi-nati ambiti territoriali.

    Nell 085-1087 Ruggero I attua una riforma mone-taria, per cercare di dare omogeneita al circolante.Provvede a fare ritirare dalla circolazione i tart islamiciprenormanni e fa coniare una nuova serie di moneteauree, d' argenta e di rame, caratterizzate dalla croce aforma di T (tau), destinate essenzialmente alla conteadi Sicilia e Calabria'v.

    Nella zecca di Mileto vengono coniate esclusiva-mente monete in rame (Fig. 2), per ilmercato siciliano,oltre che locale. Si tratta di/ollart31, con caratteristichefisiche che fanno risaltare la poca cura prestata daliazecca per questa emissione, dovuta alIa necessita diemettere grandi quantita di moneta in rame per la Sici-lia, "che fino a quel momento non ne aveva fattoUSO"32.Da qui l'ampio uso di monete precedenti(soprattutto /olles bizantini di classe C)33come tondellida coniare, Tuttavia proprio le modalita di produzionenon cancellavano del tutto il tipo originario sotto leimpressioni dei nuovi coni, permettendo cosi abba-stanza facilmente il riconoscimento di esso.

    Nel 1098 ancora nella citta calabrese Ruggero Iconia il famosissimo trifollaro che rappresenta il Conte acavallo e la Vergine in trono con il Bambino in braccio,con leggende suI dritto (ROGERIVS COMES) e sul rove-scio (MARIAMATERDNI)34 (Figg. 3, 7,13). Emessoinun momento storico particolare, visto che in quell' annaparte la prima crociata 35 e inoltre ilpapa Urbano II con-cede a Ruggero la legazia apostolica, il tri/ollaro e unamoneta celebrativa, prima di tutto. n Gran Conte conl'orgoglio per l'esito delle sue imprese ed una forte auto-coscienza di se36, vi sifa effigiare a cavallo, da conquista-tore della Sicilia, degna 'illustrazione' del passo di Gof-fredo Malaterra'? in cui simette in evidenza che l'impre-sa rogeriana contro gli Arabi di Sicilia era stata una cro-ciata che anticipava quella diretta in Terra Santa. Anchedal punto di vista artistico la moneta appare molto origi-

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    rna la figura della Vergine seduta e nuova'v'', Inoltre,tecnicamente, i tondelli, stante comunque la non regola-rita, sono "freschi", non esistendo, almeno per ora,esemplari ribattuti sumonete precedenti.

    I rinvenimenti sicuri di rame normanno di questafase in varie localita della Calabria (Mileto, Tropea, Nica-stro' Tiriolo, Gerace, Grotteria, Pian della Tirena)39oltrea dare un nuovo valore alIa documentazione presentenelle collezioni pubbliche e private della regione'", sem-brano confermare che fin dal loro apparire le nuovemonete circolano in posizione non certo sussidiariarispetto aliamole di rame bizantino Mora riscontrato".

    Consistente e ancora ilquadro successivo alla rior-ganizzazione monetaria di Ruggero II, seguita aIle tra-sformazioni pelitiche dello stato (diventato regno dal1130)42.Tuttavia, tra i rinvenimenti in strato e gli esem-plari delle collezioni non mancano Ie ernissioni databilitra il1127 e ill130 (Figg. 8, 10), di poco precedenti letrasformazioni pelitiche sopra ricordate. Si tratta diemissioni legate ancora alle riforme di Guglielmo duca,rappresentate dal /ollaro concavo con al D I Ruggero introno e alRI Busto di Cristo tra CE SSV (S rovesciata}"e dal doppio /o llaro con al D I il sovrano in piedi diade-mato e alRI Cristo in trono (Figg. 4, 10)44.In entrambela forte autocoscienza di se e espressa dall' apposizionedell'abbreviazione 'R'del nome con il numerale 'II'.Esemplari della prima sono stati rinvenuti a Tropea+ esono presenti in collezione a Vibo Valentiaes e a Catan-zarov, Della seconda, ne sono state rinvenute in conte-sti di XII secolo (Castello illSanta Severina-s), od occa-sionalmente (Grotteria-? e Gallicow), non mancandoovviamente nelle raccolte pubbliche di Catanzaro, Reg-gio Calabria e Vibo Valentia>'. Quanto alIa monetaaurea (Figg. 9, 14) un discreto campione e documentatodal tesoretto di Placanica, in cui sono presenti setteesemplari di tarf52emessi tra ill130? e ill140.

    Da questo momento e fino al 1140 si assiste alIaprogressiva cad uta dei pesi, raggiungendo proprio inquell' anna i livelli pill bassi. Pertanto, il sovrano nel1140 si vede costretto a varare la fatidica riforma che,innanzitutto imp one in tutto il regno il tart' sicilianocome moneta unica di riferimento, con un nuova tipo-logia che restera invariata fino a Tancredi e un note-volissimo volume di emissioni nelle zecche di Palermoe Messina. Una riprova e la quantita di essi attestati intutti i tesoretti noti, in particolare per la Calabria i28esemplari del tesoretto da Placanica pill volte ricorda-t054 Con la riforma, tanto deprecata dalle fonti coeve(Falcone di Benevento), Ruggero II elimina dal mer-cato le monete normanne pes anti ifollares) e, a compi-mento del processo gia ricordato di progressiva cadutadel peso della moneta di rame, si coniera, in sostituzio-ne di esse, il nuovo /ollaro pill leggero, con i sottomulti-plio Un ruolo centrale, invece, assumera, nell'ambito

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    della politic a monetaria, il ducalis, in argento a bassotitolo con valore nominale equivalente ad otto romesi-ne (denaro di Rouen) e pari a 24/ollart ' di rame. Cosi ilsistema monetario normanno nel corso del XII secolosi adegua definitivamente al modello di circolazioneargentea di tipo europeo occidentale, preparando l'in-tegrazione definitiva dell' area peninsulare meridionaled'Italia con isisterni occidentali che si realizzera com-piutamente solo con la monarchia sveva. Tornando allariforma di Ruggero II, la sua importanza consiste nelladefinitiva eliminazione dal mercato interno (0 almenoda quello pugliese) delle monete d' argenta straniere,chiamate dalle fonti romesine (tanto ildenaro argenteodi Rouen che le monete argentee ad esso omologabili,quali gli otulini e gli benriciniy>, al fine di imporrecome unica moneta argentea dell'intero territorio delregno quella coniata dal sovrano normanno. Le romesi-ne, prive ormai di valore legale, verranno sostituite,nella proporzione di 3xl, dai follari.

    L'attestazione e iinvenimenti di monete successi-ve alla riforma sono per il momenta limitati a pochiesemplari. Solo tre provengono da esplorazioni strati-grafiche sistematiche (due da Gerace -Tre Chiese>? euno da Santa Severina - Castello'", mentre altri esem-plari sono presenti in collezioni (un follaro a Mileto>? edue frazioni di follaro aVibo Valentia 6 0 ) .

    Alia morte di Ruggero II, ilfiglio Guglielmo I, chegli succede altrono, segue ancora [elinee guida traccia-te dal suo predecessore, pur diminuendo ilnumero dinominali. La moneta d' oro e coniata fin dal1154 (tartdi ottima fattura e titolo, in grande quantita), mentre iducali e i/ollari sono emessi daI1155-5661.

    Le sole presenze accertate da scavo di monete diGuglielmo I sono dei /ollari coniati a Messinas-, duerinvenuti a Tropea= e uno dal castello di Santa Se-verina='. Dal 'solito' tesoretto di Placanica sono noti 16esemplari di tart' emessi a Palermo e aMessinas'.

    Monete di cui non e accertabile la provenienza sonoinoltre conservate a Catanzaro= e aVibo Valentias",Cambiamenti, infine.si registrano con l' avvento di

    Guglielmo II, gia al momento della reggenza dellamadre Margherita di Navarra. Nell'ambito della rior-ganizzazione amministrativa e finanziaria del regno,con una successione di riforme ancora da analizzare afondo, si modifica il peso della moneta d' oro, portataagli standard continentali= e si emettono monete inrame di grosso modulo (iI/ollaro anonimo con leone epalma), per sopperire alla crisi della moneta d' argento,che presenta una lega a bassissimo contenuto di fino.

    Dati sui tart diGuglielmo II circolanti in Calabriasi possono ricavare dagli esernplari contenuti nel teso-retto diPlacanicae? e, a titolo di ulteriore confronto, daiduetariconservatia Vibo Valentia?",

    Quanto alla circolazione minuta, e attestata dai rin-venimenti di Gerace-Tre Chiese", Gerace-San Teodo-ro72 , Rocca Falluca/>, Crotone?-, cui possono essere

    aggiunti esemplari dello stesso tipo da raccolte disuperficie a Girifalco?" e Scandale-Serra Gallopa": Dinotevole interesse, poi, e la consegna al Museo di Cro-tone di una frazione di follaro con testa di leone di trequarti/leggenda cufica?", sempre da Scandale-SerraCallopa. Esso appartenente alIa serie di due "follari"emessi in rapporto ponderale tra loro (forse in rappor-to di 1:6), conl'esemplare di maggiore pes078 (Fig. 5)nato forse, per sopperire alla carenza di argento, comegia detto, l'emissione fu comunque limitata nel tempoe la sua attestazione in Calabria, per il momento, e limi-tata ai soli esemplari in collezioni pubbliche, rna senzadati di rinvenimento, al pari di monete di Tancredi(Fig. 6) (assenti per ora dai rinvenimenti di scavo)?".

    Concludo questa breve intervento integrando idati 'reali' di circolazione finora accertabili archeologi-camente con qualche spunto desunto da fonti archivi-stiche.Nella documentazione di archivio del periodocompreso tra Ruggero II e Tancredi tutte le indicazionisono espresse in tart', chiamati anche nomismata delpotente res o , realiS1, t ar eni s icu li82 quando si tratta dimonete usate realmente nelle transazioni.Non compare mai la moneta d' argento (il duca lis i -tanto che i "censi pili bassi, cioe quelli al di sotto di untart', erano espressi in grani d'oro"83 - 0 la moneta dirame, per cui l'immagine che emerge dai documenti,pur in presenza di un mercato realmente vivace, e falsa-ta, dandoci l'impressione di un uso parsimonioso dellamoneta reale di valore medic 0 basso.

    II m io p iit sentito ring ra ziam ento v a a tutti colo ro che m i h ann oin co ra gg ia to , s os te nu to e d a iu ta to a q ua ls ia si t ito lo p er i l p re se nt e la uo -r oo In na nz it utt o a l S o pr in te nd en te a i B e n i A r ch eo lo gic i d ell a C a la br ia ,d ot t. ss a E le na L at ta nti e a li a d ott .s sa Ma ri a T er es a I an ne ll i, d ir ett ri ced el M u se o A rc he olo gic o d i V ib o V a le nt ia , c he m i h an no in vita to a p a rte -c ip ar e a q ue sta v olum e, d an dom i a nc he la p o ss ib ilita d i a cc ed er e a m at e-r ia li d i sc av o e co lle zio ni. A na lo go r in gr az ia me nto v a a l d ott. R ob er toSp ad ea , d ir etto re d el M u se o N azio na le d i C ro to ne e r es po ns ab ile d ellar ic er ca e tu te la n elle p ro vi nc e d i C a ta nz ar o e C r oto ne , p er a ve rm i fa ttop re nd er e v is io ne d i m a te ria li s os ta nz ia lm cn te in ed iti n ei M u se i S ta ta li eC iv ic i d i C r oto ne , S eo la ci um , T ir io lo e L am e zia T erm e. E d u gu alm e nteal dott. E rm an no A . A rslan - Sov rinten dente del C aste llo Sforzesco eC iv ich e R ae eolte A reh eolo gich e d i M ilan o, ehe h a in corso d i studio im at er ia li d el C a ta nz ar es e e d el M a rc he sa to e ro to ne se e e he da a nn i c on -duce r icerehe spec if icbe su ll ' a rgomen to da m e tr atta to - p er Ie p ro ficu ed is eu ss io n i e r if le ss io n i s ul le t ema ti ch e ' no rmanna ', a l p a n' d el la p ro f. ss aA. T rav ag lini do cente d i N um ism atica all'U niv ersita di L eece e a llaS cu o la d i Speaalizza iione in A re he olo gia d i L ee ce . U n g ra zie p oi a ll 'A s -s es so re a ll a Cu lt ur a d e ll a P rov in ci a d i Ca ta nz a ro d o tt .s sa Ca te ri na S al er -no e al d ott. C orra do Ian nin o, C on serv ato re del M useo P rov in ciale diC a ta nz ar o, p er i m a te ri ali n orm an ni iv i c on se rv ati . P er it p e rs on al e d ellev ar ie Amm in is tr az io ni e he m i h a s eg uito e a ge vo la to in a lc un e o pe ra zio -n i d i s t ud io r in gr az io p er tu tt i i s ig g. ri G. Pontari, M . Barone, G. Serenci,E. Maerz: G. Z an ga ri e L. S ac ca , o ltr e c he i t p e rs on ale a dd ett o a lla v ig i-lanza.

    U n r in gr az ia me nto p ar tico la re , in fin e, a ll'A mmin is tra zio neP ro vin cia le d i V ib o V ale ntia , n elle p er so ne d el P re sid en te e d ell'A s-se ss or e G iu se pp e C era vo lo ch e a ssie me a lla So pr in te nd en za p er i B e niA r ch eo lo gi ci d ell a C a la br ia h an no p rom os so le c el eb ra zio ni r ug ge ri a-ne e invitato vari studiosi a/are il punto sugii studi 'norm anni' cons cr it ti o ri gi na li e d i ne d it i.

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    F ig . 1 - Fo llaro d i Robe rto iI Guiscardo 0d i R u gg er o I ( im ita zio ne d el t ollis a no nim o d i C l as se C ).

    F ig . 2 - F ol la ra d i R u gg er a 1 -Z ec ca d i M i le to

    F ig . 3 - T r if ol la ro d i R u gg e ro 1 - Z ec ca d i M i l et o

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    F ig . 4 - D o p pi o f ol la ro d i R u g ge ro 1 /- Z e cc a d i M e s s in a

    J 'I;. ', :.

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    Fig. 7 - Trifollaro di Ruggero / (Coil. Capialbi - VV) Fig. 8 - F ol lar o di Rug ge ro I I (Coil . Capialbi - VV)

    Fig. 9 - Tar! di Ruggeroll(Coll. Capialbi - VV) Fig. 10- Doppio Follaro di Ruggeroll(Museodi S. Severina)

    Fig. 11 - F ol la ro d i Rug ger o I I (Museo di S. Severina) Fig. 12 - Tari di Roberto if Guiscardo (Museo di S. Severina)

    Fig. 13 - Trifollarodi Ruggero /(Valle del Torbido - RC) Fig. 14 - Taridi Ruggero "(Val le del Torbido - RC)

    Le monete non sono inscala

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    NOTE

    1Quali Tropea (efr. peres. Tropea 1994, BARELLO1998), Gera-ce (efr. peres. Gerace 1991, Gerace 1993), Santa Severin a (efr.SantaSeverina 1998), Mileto (efr. per es. FIORILLO-PEDUTO2000), Tiriolo(efr. Tiriolo 1996 e T i ri ol o 1998) .

    2 Centri urbani, (efr. per es. n.I), fortificazioni, insediamentirurali.

    3ARSLAN1998,p.371.4Per le quali efr. VONFALKENHAUSEN986, pp. 61-62 e 75-77.5 Per una sintesi con rimandi bibliografici cfr. TRAVAINI1994.6 Che non era ovviamente unitaria. Per tutta la problematica

    efr. VONFALKENHAUSEN986, pp.57 -58, GRIERSON1991, TRAVAINI1995,pp.9-29.

    7 Sui quali da ultimo ARSLAN1998.8 Pur non mancando altre classi, da quella Al fino alia J (dal

    castello di S. Severina), Per tutte, con i dati aggiornati al1998 efr.ARSLAN1998, pp. 363-365. Circa il Follis C cfr. ARSLAN1998, pp.364 e 368, con bibliografia precedente. Tra i nuovi rinvenimenti sisegnalano quelli di Mileto (efr. PEDUTO2000).

    9V nota precedente.lOCfr. BARELLO1998, pp. 427-428.11Cfr. TRAVAINI995, pp. 90-91.12 Come ci informano i t re c ro ni st i d el la c on q ui st a Amato da

    Montecassino, Guglielmo Apulo e Goffredo Malaterra, per i qualiefr. ZINZI 1998, p. 279 n. 1e p. 290 en. 63.

    13 E il quadro che emerge nelle cronache e fonti geografichedel tempo comela "Geografia" di Idrisi, che ci descrive la dinami-cita delle vetuste e belle citra, piccole e popolose ma ricche di traffi-ci, i porti marittimi e fluviali attivi frequentati da navi di piccolastazza, i mulini ad acqua, i mercati, i terreni di semina, Ie coltivazio-ni e le vigne, le produzioni ortofrutticole (per questi aspetti ZINZI1998, pp. 295-296).

    14Cfr. TRAVAINI1995, p. 93.15 Tipo TRAVAINI1995[41], efr. TRAVAINI995, p. 27 enota54.

    La zecca sarebbe verosimilmente localizzabile a Mileto se la mone-ta fu coniata da Ruggero I, in quanta questa c as tr um , "punto di for-za tra Serre ePoro" (ZINZI1998, p. 293) fu "virilmente" munito dalGran Conte, che 1 0 ebbe dal1058 e ne promosse la sua "trasforma-zione in civitas, coll'istituzione delle sede vescovile, la costruzionedella cattedrale coll'episcopio e d'un probabile palatium quale cen-tro amministrativo e sede della corte comitale, la fondazione sullacollina a fronte della citra della benedettina abbazia della SS. Tri-nita, centro propulsore della nuova cultura e della nuova politicareligiosa" (ZINZI1983,p.108).

    16V . supra n. 8.17Cfr. TRAVAINI1995,pp. 27 e238.18 Cfr. TRAVAINI1995, p. 27 e ARSLAN1998, p. 371.19La loro abolizione e conseguente alia riforma di Carlo II

    d'Angio del 1278.20 Tipo TRAVAINI1995 [61]. Cfr. ARSLAN1998, p. 370 e RUGA

    1998,pp.134, 13gefigg.135, 171-172.21Peril quale efr. CASTRIZIO1991a, CASTRIZIO1991b, TRAVAI-

    NI 1991, TRAVAINI1995, pp.104-107.22 Una moneta di IX-X secolo, in corso di studio, proviene da

    Strongoli ed e esposta nel Museo del Castello di Santa Severina.23A titolo di esempio si segnalano un tad di Al-Mu'izz li-din-

    Allah della zecca di Palermo (inv, CZ.6940) alMuseo Provinciale diCatanzaro e due tad (uno sembra un falso d'epoca) in corso di stu-dio, provenienti dal territorio di Crotone, nel Museo Civico di Cro-tone.

    24 Cfr. per vari aspetti e alcuni rimandi puntuali a cartulae,t ab u la e n upt ia le s . .. VONFALKENHAUSEN986, pp. 61-62 e 75-77.

    25 Cfr. CASTRIZIO1991, pp. 166-167. Sul limite dellefonti e sulfatto che in esse non si distingue tra monete reali e monete di conto

    efr. VONFALKENHAUSEN986 (che sottolinea come spes so la mone-ta indicata nei documenti definisce semplicemente il valore delbene oggetto di compravendita 0 la moneta di conto, mentre I' ac-quirente potrebbe aver usato realmente moneta diversa oppureogg et ti d i u a lo r ei .

    26Cfr. CASTRIZIO1991, p. 167.27Peresempio efr. GUILLOU1963, p. 46 (n" 1,Mesiano -1076-

    77) e VONFALKENHAUSEN986, p. 76 n. 229 (documento relativo aSan Marco Argentano in cui il prezzo e espresso in nomismata edenari e dal quale si desume che un nomisma valeva piu di 24denari). Ai nomismata (moneta di con to) comunque sono sempreriferiti, alIa fine dei documenti della Calabria Centro-Meridionalegli importi dell'eventuale ammenda da pagare al Fisco in caso e l iinadempienza contrattuale, mentre in quelli della Calabria Setten-trion ale troviamo Ieindicazioni in regales aurei .

    28 Con cui, perc, verosimilmente si indicavano i denari d' ar-gento. Cfr. VONFALKENHAUSEN986,p. 76.

    29Cfr. TRINCHERA1865, doc. 119.30Per tutta la problematica e ad anche per la scelta della Tau

    coni globettiefr. da ultimo TRAVAINI1995, pp. 38-41 epp. 201-206.31 Tipo TRAVAINI1995 [156-159], in cui il dritto presenta la

    leggenda RO GE CO ME nei quarti di una croce gemmata (deriva-ta ancora dal follis bizantino di classe C) e il rovescio e caratterizza-to dalla Tau con uno, due 0tre globetti 0affatto.

    32TRAVAINI1995, p. 39.33Che tuttavia continuavano a circolare, almeno fino alIa fine

    dell'XI secolo e oltre (cfr. BARELLO1994, p. 366 e BARELLO1998, p.427 -428, MARTINJ. M., L a P ouille du V Ie au XIIe siecle, Coll.EFR179, Rome 1993).1. Travaini esclude che Iemonete bizantine "sia-no rimaste in circolazione attiva fino al1140" (TRAVAINI1995, pp.27 e42, TRAVAINI1997, p. 452).

    34Tipo TRAVAINI995 [160], p. 277. Sulla moneta, consideratatalvolta un follaro di peso pieno e da numerosissimi studiosi untrifollaro, efr. TRAVAINI1995, pp. 277-279 con bibliografia prece-dente ed ARSLAN1998, p. 373. Alcuni studiosi non escludono nean-che la possibilita che la moneta sia stata emessa a Messina ma ilquadro dei rinvenimenti calabresi, soprattutto nell'area compresatra Pian della Tirena e Tropea e Mileto - cui vanno aggiunti gliesernplari nelle collezioni pubbliche di Vibo Valentia (n" 2 esem-plari nella collezione Capialbi oggi alMuseo Archeologico di ViboValentia) e Catanzaro (n 8 esemplari con peso decrescente da unmassimo di gr. 11.74 a un minimo di gr. 6.43, acquistate nel territo-rio nel corso degli anni, ma senza indicazioni precise di rinvenimen-to) - sembrano confermare "preliminarmente il r iconoscimento inMileto della zecca di emissione" (ARSLAN1998, p. 371).

    35 efr. TRAVAINI993,p. 588eTRAVAIN11995, pp. 42-43.36Tipica dei Normanni di Sicilia che, per esempio, indicano

    con numerali i sovrani omonimi sulle monete.37NelIV libro del De r eb us g e st is R o g er ii .38TRAVAINI1995,p.42.39Cfr. ARsLAN1998, p. 371, con dati di rinvenimento e biblio-

    grafia, ad eccezione di Mileto, per la quale efr. PEDUTO2000, eNicastro (per la notizia del rinvenimento di un follaro di Ruggero Isi ringrazia l'amico e collega Eugenio Donato).

    40Per tutte si ricordano il Museo Provinciale di Catanzaro e laCollezione Capialbi oggi al Museo Archeologico di Vibo Valentia.Naturalmente la cautela e sempre d'obbligo nel considerare mate-riali privi di provenienze ma raccolti 0acquistati verosimilmente inun 'bacino di approvvigionamento' non necessariamente troppodistante da! centro in cui [e raccolte sisono formate.

    41In ARSLAN1998 passim viene affrontato proprio il problemadella natura dei rinvenimenti, legati alIo stato della ricerca sul terri-torio e quindi la possibilita non tanto remota che i dati a disposizio-ne, possano offrirci una visione distorta del quadro della circolazio-

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    zan no.4 2C fr . D ELOG U 19 73 , p p. 9 8- 10 0, C u oz zo 1 98 9,p . 6 37 , C uo z-

    Z01994,pp.179-181.4 3 Ti po TR A VA IN I9 95 [1 74 ], p . 2 80 .4 4 e fr . TRAVAIN I995 [ 175J , p . 2 81 .4 5Da l P a la zz o v e sc ov il e ( 1991- 94 ). C fr . BARELLO1994 , p . 3 66

    e BA R ELLO199 8, p . 4 28 e ta be ll a a p . 4 26 .4 6 Un e se mpla re n ell a c oll ez io ne C ap ia lb i ( in v 4 27 1).4 7Un es emp la re ( in v, CZ .5 4 58 ).4 8C fr . R U G A 199 8, p p. 1 34 e 1 39 e fig .1 33 .4 9C fr. F UD A 19 85 , p. 1 92 e ta v. V II, 2 e AR sL AN 1 99 8, p . 3 72 n .

    145.50Cfr .ARsLAN1998,p .372n.143.5 1 S i segn alano poi, per 10 s tesso perio do , un follaro del tipo

    T RA V AIN I9 95 [1 91 ], p . 2 83 e u no d el tipo T RA V AIN I9 95 [1 92 ], p .2 83 n el la C ol le zio ne C ap ia lb i, d ue e se mpla ri d i f oll ar o ti po TR A VA IN I1 99 5 [1 93 ], p . 2 84 n el M u se o P ro vin cia le d i C a ta nz ar o, u n f ol la ro d elti po TR A vA IN I1 99 5 [1 92 ],p . 2 83 n ella C ol le zio ne C ar li zz i a l M u se oS ta ta le d i M i le to ( ef r. PEDUTO200 0, p . 2 33 n . i . 2 5 d e ll a ta b el la ).

    5 2C fr . CA STR IZ IO1 99 1, p p. 1 70 -1 71 . S on o 4 s on o d el tip o T ra -vaini 1 99 5 [182 ], p. 1 21 e 3 d el tipo T rav ain i 19 95 [19 0], p. 12 1. Ilp es o v ar ia d a g r. 0 .7 22 a g r. 1 .7 86 .

    53Cf r . TRAVAINI995 , p .122 .5 4 I tipi pre se nti s on o T R AV A IN I9 95 [2 16], p . 1 23 , T RA V AIN I

    1 995 [2 17 ], p . 12 3, T RA VA IN I 99 5 [21 9], p. 1 23 , T RA VA IN I9 95[2 20 ], p . 1 23 , TR A VA IN I9 95 [2 22 ], p . 1 23 , TR A VA IN I9 95 [2 24 ], p .1 23 . I p esi v aria no d ag r. 0 .6 0 a g r. 1 .8 4.5 5 Pe r tu tta la pro ble ma tic a e la discussione d el p as so e fr . TR A -VA IN I1981 , p . 1 3 4 e n. 2 , t RAVAIN I1995 , p p. 5 6- 60 ( co n i nt er pr eta -zion i o rm ai cam biata circa Ie ramesinae e I e romesinae), ARsLAN1998 , p p. 3 75 -376.

    5 6 P re se nti in v ari c on tes ti c ala bre si (S an ta S ev erin a, C astro -me r cu ri o, S c ri bl a, e fr . AR sLAN1998 , p . 3 77) .

    5 7Du e esemplari di fo ll ar o d el tip o TR A VA IN I9 95 [2 45 ]. C fr .A R S LA N199 8,p . 3 72 e n. 1 44 e BA R ELLO199 8,p . 4 30 .

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    59 D el tip o T RA V AIN I9 95 [2 45 ], p . 3 00 . P ro vie ne d all'a rea d iM i le to V ec ch ia ( ra cc ol ta d i s up er fic ie ). C fr . P EDU TO200 0, p . 2 33 eta b el la , n . i,28.

    6 0 Ne lla c olle zio ne C ap ia lb i. S i t ra tta d i u n m ez zo fo lla ro tip oT RA VA IN I 995 [2 43], p . 300 (in v, 4 286) e u na fraz ion e d i fo llaroti po TR A VA IN I9 95 [2 47 0 24 8],p p. 3 00 -3 02 .

    180

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    1998 , p p. 4 26, 4 28- 4 29 .6 4R U GA 19 98 , p. 1 35 e n. 2 46 5 I tip i p re se nti s on o T RA V AIN I 99 5 [2 86 ], p. 1 24 , T RA V AIN

    199 5 [29 1], p . 1 25 , T RA VA IN I9 95 [2 93], p. 12 5, T RA VA IN I 99 5[2 95 ], p .1 25 . I p esi v aria no d ag r. 0 .7 05 a g r. 1 .4 89 .

    6 6S olo in ra m e: d ue fo llari (in v, C Z .5 47 1 e C Z.5 47 2) tip o T RA -VAINI1995 [ 302], p p . 308-309 .

    6 7 Co lle zio ne C ap ia lb i a l M u se o A rc he olo gic o. S i t ratta d i d ueta d d el tipo T RA V AIN I9 95 [2 86], p p. 1 24 -1 25 , u n fo lla ro tipo T R A-VA INI 1995 [302 ], p p. 3 08 -309 , u n fo ll ar o t ip o TRAVAIN I995 [ 30 5] ,p.310.

    6 8Cf r. TRAVAINI995 , p p .134 -137 .6 9 I tipi pre se nti s on o T RA V AIN I 99 5 [3 54 ], p . 1 27 , T RA V AIN

    1 99 5 [35 5], p . 1 27 , T RA VA IN I 995 [35 6], p. 12 7, T RA VA IN I9 95[3 59 ], p. 1 27 , T RA V AIN I1995 [360], p . 127. I pesi variano da gr.0 .823 ag r .2 . 419.

    7 0 C olle zio ne C ap ia lb i a l M u se o A rc he olo gic o. S on o d el tip oTR A VA IN I9 95 [3 54 ], p . 1 27 e TR A VA IN I3 56 ], p . 1 27 .

    7 1 T ipo T RA VA IN I3 68], p. 3 17. C fr. A RS LA N19 98, p. 372 eBARE LLO1998, p . 429-430 .

    72 T ip o TR A VAIN I3 68 ], p . 3 17 . C fr . BA R ELLO199 1, p p. 6 26 ,6 29-631 ,ARsLAN 1998, p . 372 eBARELLO1998,p. 4 29 .

    73 T ip o TRAVAIN I368 ], p. 317 . C f r. AR sLAN1998 , p . 3 72.7 4T ip o TRAVAIN I368 ], p. 3 17. C f r. ARSLAN1998 ,p . 3 72.75 Im portan te centro dell'Istm o catanzarese in rapporto aS qui ll ac e e M a i da .7 6 La lo ca lita , p oc o d is ta nte d all ' a ttu ale S ca nd ale (KR ), e iden-

    t if ic a b il e con l'a nt ic a c itr a d i L e on ia 0S an L eo ne , s ed e n el m ed io e-v o d i u na d io ce si s uf fr ag an ea d i S an ta S ev er in a, d a c ui p ro ve ng on o,se m pre d a ritro va m en ti fo rtu iti, m a te ria li d ata bili d alla p ie na e tabizantina a l p e ri od o a ng io in o .

    77 T ip o TRAVAIN I371] , p . 3 18.78IIp eso m e dio re gistra to pe r o ra e d i g r. 1 0.2 2. C fr . TR A VA IN

    1995 , p . 3 19.79 AI M useo A rcheo logico di V ibo V alen tia - C ollez ione

    Capialb i (inv . 6124) e al M useo Provincia le d i Catanzaro (inv.C Z.5470, d i gr. 10.97), dove e pure presente la fraz ione (inv,CZ . 5469 , d i gr .1 . 56 ).8 0C f r. TR INCHERA1865 , d o c. 212 (M i le to , 1 182 ).

    81Cf r. TR INCHERA1865 , d o c. 2 03 ( Sa n ta S e ve ri na , 1 180 ).8 2C fr . TR INCHERA1865 , d o c. 2 36 (Umb ri at ic o , 1 193 ).83Cf r. VONFALKENHAUSEN986, p . 6 2 .

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