LA MISSIONE DI SERVIRE - Piccolo Rifugio

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Anno XXXI - n. lO Ottobre 1989 AGLI AMICI, CON GIOIA, PER AMARE INSIEME I FRATELLI Periodico Mensile - Sped. A.P. Gr 111 170 Autori zzazione a spedire direzione PT di Venezia Aut. Tribunale di Treviso n° 731 del 23·11·1988 Redazione: Vialedella Vittoria, 19· 31029 Vittorio Venelo Dir. Responsabile: Savio Teker Stampa: Grafiche Dc Bastiani - Vittorio Veneto I TV Dir Amm.ne «Piccolo Rifugio » Via Dante Alighieri, 7 - S. Donà di Piave Te!. 0421-330344 - Conto Corrente P . 14406375 LA MISSIONE DI SERVIRE Fa«i SCRITTI EUCARISTICI Ottobre è il mese che la Chiesa ha deciso di dedicare particolarmente alla sua voca- zione missionaria. È stato nel --- - Concilio Vaticano II che essa ha- riscoperto e valorizzato la sua identità in questo senso: infatti in esso è stato posto in evidenza quanto legati siano l'evangeliz- zazione ed il Culto con la carità e la missione. La Parola infatti ci scuote e ci converte non solo ali'amore di Dio e alla sua lode, ma anche al servizio dell'uomo dovunque eglia sia in attesa dell'Annuncio di salvezza e di un aiuto per il proprio riscatto e la propria promozione. Noi siamo in questo mo- mento particolarmente coinvol- ti in questo atteggiamento eccle- siale: infatti ricorre proprio in questo ottobre il venticinquesi- mo anno da quando le nostre Volontarie hanno cominciato ad operare in Brasile al servizio Sosteneva il filosofo Vico che la storia degli uomini pre- senta corsi e ricorsi; che a perio- di caratterizzati da un certo an- damento culturale ne succedono altri di segno opposto; che è la reazione ai primi a generare i se- condi e così via. Queste osservazioni mi sem- brano ben verif icate negli ultimi decenni: al periodo della rico- struzione bellica e del successivo sviluppo, tutto concentrato sul- le necessità produttive e quindi con un notevole dirigismo e au- toritarismo, è seguito il periodo della contestazione, della sensi- bilità alle esigenze umane e so- ciali, dell'assemblearismo. Ma poi ecco il nuovo cambiamento: guidato soprattutto dai due capi di governo di USA e Inghilterra (Reagan e Thatcher) è emersa una nuova mentalità tutta tesa alla valorizzazione dell'efficien- tismo, della meritocrazia, della razionalizzazione economica. - In questa nuova visione certi interventi pubblici a favore di categorie di persone non pro- duttive sono stati ritenuti inutili e da ridimensionare. Lo stato assistenziale è divenuto un mo- dello da rifiutarsi, ma anche la sua versione più moderata (lo stato sociale) è stato progressi- vamente smantellato. E questo non solo nei due paesi citati ma un po' in tutto il mondo occi- dentale. Anche in Italia abbiamo re- cepito, a livello di opinione pubblica e poi di governo, que- sta nuova mentalità che si riflet- te a danno degli emarginati e dei poveri. Si possono portare numerosi esempi; ne ricordo alcuni: - Si è fatta la legge sui malati mentali senza poi attuare i servi- zi che essa prevedeva sul territo- rio; LA FINE DEL LO STATO SOCIALE? "Lucia Schiavinato L'intensità di una vita" Anche su questo numero un modulo da ritagliare per richiedere il volume bìografìco della nostra fondatrice: In seconda pagina intervista ad Annamaria Jerez volontaria della carità da 22 anni in Brasile scelta che la nostra fondatrice, Lucia Schiavinato, ci ha indica- to e che noi vogliamo conferma- re in questo ottobre missionario della Chiesa universale. di quelle comunità. Nella nostra povertà abbia- mo avuto il coraggio di donare persone e mezzi a chi aveva an- cor meno di noi; è stata una Il pensiero della nostra fondatrice Lucia Schiavinato Qui in Italia non possiamo dire che gli uomini siano meno distratti che altrove. E che tutti i sacerdoti credano all'Eucarestia e la vivano intensamente. In media è un tran- tran che fa tanta tristezza. E non è che la Chiesa corra, si agiti, non perda tempo e occasioni, si butti sulla breccia ... Il Cristo è chiuso nelle magnifi- che basiliche come nelle piccole, squallide, gelide Chiese. La Messa? Si, la Messa. Poi in genere si chiude (potrebbero ruba- re immagini e cose sacre: come se a Cristo importassero i dipinti d'au- tore e i vasi più o meno preziosi) e chi s'è visto. .dagli scritti di Lucia Schiavinato SI RIVELA A C I-L A Cristo è lassù col Suo Corpo glorioso (figuratevi gli Angeli e i Santi!! È il Padre e la Madre e lo Spirito di fuoco! l). E Cristo è quaggiù sotto le Spe- cie. L'unica differenza; ma è sem- pre Lui ... Egli è stato costretto per la- sciarci il merito della fede, a na- scondersi. Ma come si rivela den- tro a chi lo ama, mio Dio! Gli uomini dovrebbero tutti ri- conoscerLo sotto le Specie. Tutti i battezzati hanno ricevu- to i doni Teologali. Ma non è così. È troppo difficile, sono troppo di- stratti, nella grande maggioranza l'hanno dimenticato, sono igno- ranti nelle cose della fede. Chi pratica la religione: Messa domenicale o Comunione a Pa- squa, cosa volete che ne sappia? Almeno, in Missione si evangelizza e si cerca di portare all'Eucarestia. È il Cristo del Vangelo. Segue in seconda (B.P.)

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• Anno XXXI - n. lO Ottobre 1989

AGLI AMICI, CON GIOIA, PER AMARE INSIEME I FRATELLI

Periodico Mensile - Sped . A.P . Gr 111170Autori zzazione a spedire direzione PT di VeneziaAut. Tribunale di Treviso n° 731 del 23·11·1988

Redazione: Vialedella Vittoria, 19· 31029 Vittorio VeneloDir. Responsabile: Savio TekerStampa: Grafiche Dc Bastiani - Vitto rio Veneto I TV

Dir Amm.ne «Piccolo Rifugio »Via Dante Alighieri, 7 - S. Don à di PiaveTe!. 0421-330344 - Conto Corrente P . 14406375

LA MISSIONE DI SERVIRE Fa«i

SCRITTI EUCARISTICI

Ottobre è il mese che laChiesa ha deciso di dedicareparticolarmente alla sua voca­zione missionaria . È stato nel

---- Concilio Vaticano II che essa ha -riscoperto e valorizzato la suaidentità in questo senso: infattiin esso è stato posto in evidenzaquanto legati siano l'evangeliz­zazione ed il Culto con la caritàe la missione. La Parola infattici scuote e ci converte non soloali 'amore di Dio e alla sua lode,ma anche al servizio dell 'uomodovunque eglia sia in attesadell'Annuncio di salvezza e diun aiuto per il proprio riscatto ela propria promozione.

Noi siamo in questo mo­mento particolarmente coinvol­ti in questo atteggiamento eccle­siale: infatti ricorre proprio inquesto ottobre il venticinquesi­mo anno da quando le nostreVolontarie hanno cominciatoad operare in Brasile al servizio

Sosteneva il filosofo Vicoche la storia degli uomini pre­senta corsi e ricorsi; che a perio­di caratterizzati da un certo an­damento culturale ne succedonoaltri di segno opposto; che è lareazione ai primi a generare i se­condi e così via.

Queste osservazioni mi sem­brano ben verificate negli ultimidecenni: al periodo della rico­struzione bellica e del successivosviluppo, tutto concentrato sul­le necessità produttive e quindicon un notevole dirigismo e au­toritarismo, è seguito il periododella contestazione, della sensi­bilità alle esigenze umane e so­ciali, dell'assemblearismo. Mapoi ecco il nuovo cambiamento:guidato soprattutto dai due capidi governo di USA e Inghilterra(Reagan e Thatcher) è emersauna nuova mentalità tutta tesaalla valorizzazione dell 'efficien­tismo, della meritocrazia, dellarazionalizzazione economica.- In questa nuova visione certiinterventi pubblici a favore dicategorie di persone non pro­duttive sono stati ritenuti inutilie da ridimensionare. Lo statoassistenziale è divenuto un mo­dello da rifiutarsi, ma anche lasua versione più moderata (lostato sociale) è stato progressi­vamente smantellato. E questonon solo nei due paesi citati maun po' in tutto il mondo occi­dentale.

Anche in Italia abbiamo re­cepito, a livello di opinionepubblica e poi di governo, que­sta nuova mentalità che si riflet­te a danno degli emarginati e deipoveri.

Si possono portare numerosiesempi; ne ricordo alcuni:

- Si è fatta la legge sui malatimentali senza poi attuare i servi­zi che essa prevedeva sul territo­rio;

LA FINE DELLOSTATO SOCIALE ?

"Lucia SchiavinatoL'intensità

di una vita"

Anche su questonumero un moduloda ritagliare perrichiedere il volumebìografìco dellanostra fondatrice:

In seconda paginaintervista adAnnamaria Jerezvolontaria dellacarità da 22 anni inBrasile

scelta che la nostra fondatrice,Lucia Schiavinato, ci ha indica­to e che noi vogliamo conferma­re in questo ottobre missionariodella Chiesa universale.

di quelle comunità.Nella nostra povertà abbia­

mo avuto il coraggio di donarepersone e mezzi a chi aveva an­cor meno di noi; è stata una

Il pensiero dellanostra fondatriceLucia Schiavinato

Qui in Italia non possiamo direche gli uomini siano meno distrattiche altrove. E che tutti i sacerdoticredano all'Eucarestia e la vivanointensamente. In media è un tran­tran che fa tanta tristezza.

E non è che la Chiesa corra, siagiti, non perda tempo e occasioni,si butti sulla breccia...

Il Cristo è chiuso nelle magnifi­che basiliche come nelle piccole,squallide, gelide Chiese.

La Messa? Si, la Messa. Poi ingenere si chiude (potrebbero ruba­re immagini e cose sacre: come se aCristo importassero i dipinti d'au­tore e i vasi più o meno preziosi) echi s'è visto.. dagli scritti di Lucia Schiavinato

SI RIVELA AC I-L A

Cristo è lassù col Suo Corpoglorioso (figuratevi gli Angeli e iSanti!! È il Padre e la Madre e loSpirito di fuoco! l).

E Cristo è quaggiù sotto le Spe­cie. L'unica differenza; ma è sem­pre Lui ...

Egli è stato costretto per la­sciarci il merito della fede, a na­scondersi. Ma come si rivela den­tro a chi lo ama, mio Dio!

Gli uomini dovrebbero tutti ri­conoscerLo sotto le Specie.

Tutti i battezzati hanno ricevu­to i doni Teologali. Ma non è così.È troppo difficile, sono troppo di­stratti, nella grande maggioranzal'hanno dimenticato, sono igno­ranti nelle cose della fede.

Chi pratica la religione: Messadomenicale o Comunione a Pa­squa, cosa volete che ne sappia?Almeno, in Missione si evangelizzae si cerca di portare all'Eucarestia.È il Cristo del Vangelo.

Segue in seconda (B.P.)

Pag.2 L'amore v ince

Intervista ad Annamaria Jerez Volontaria della Carità che lavora

in Brasile da 22 anni

STARE VICINO A QUESTAGENTE

CALENDARIO INCONTRIS. MESSA RIUNIONI POMERIDIANE

L'INCONTRO A JESOLOA Jesolo (Ve), presso la casa per ferie "Stella Mar is" gestita dalla Caritas di

Tre viso, si è tenuto il secondo corso di aggiornamento per gli ospiti dei PiccoliRifugi o loro animatori ed amici.

La Fondazione ha or gani zzato gli incontri , di cui elenchiamo argomenti e re­latori, con due scopi. Il primo è quello di provocare una rifle ssione e una infor­mazion e su alcuni argomenti chiave della società attuale, nella convinzione chetutti dobbiamo sentirei parte della nostra storia , condividendone i problemi e lesperanze.

Il secondo scopo era quello di offrire un'occasione ai no stri ospiti dei variPiccoli Rifugi sparsi per l'Italia e ai loro animatori ed ami ci per conosce rsi me­glio tra di loro, scambiarsi opinioni ed esperienze, socia lizzare ancora di più , ce­mentare legami vecchi e recenti.

Ci sembra che i due scopi (specialmente il secondo) siano stati raggiunti. Perque sto abbiamo intenzione di ripetere ancora l'esperienza, magari migliorandolacon suggerimenti che chiederemo a tutti con un que stionario che invieremo trapoco ai Piccoli Rifugi.

Annamaria Jerez, volonta­ria della Carità spagnola , lavorain Brasile da 22 anni. Conobbel'opera di Lucia Schiavinato at­traverso l'Amore Vince (cheleggeva perchè le veniva passatoda alcuni Padri Combonianispagnoli). "Mi aveva partico­larmente colpito il suo modo di­retto di affrontare le cose, cosìmi decisi a scri verle unalettera" .

E cosa successe?"Successe che adesso sono

qui , volontaria della Carità. Lu­cia mi rispose immediatamente,in modo quasi telegrafico: Vienisubito. Era solita dare fiduciaall'istante e così fece con me.

Ci volle un tempo di prepa­razione (io lo feci a Pescantina,vicino a Verona) e poi partii perla mia missione. Il 13 dicembredel '67 ero a Rio de Janeiro" .

Immagino che avrai fattotante cose, cosi com'è nello stiledell'intervento in Missione...

Sì, è vero , in Missione l'ideaera quella di lavorare in piccoligruppi cercando di non fossiliz­zarci in un'esperienza ma di fa­re in modo che l'attività messa

DALLA PRIMA PAG.

LA FINE DELLOSTATO SOCIALE?

- c'è una scarsa attuazione di'leggi importanti come la 184/83sull 'adozione, la 683/87 sulla ri­forma carceraria, e la 943/87sui lavoratori stranieri;- non è stata ancora approvatala riforma sull'assistenza e quel­la sanitaria ha un 'attuazionescarsa e lacunosa;- soprattutto i criteri base dellaleggefinanziaria dell 'anno scor­so, e quelli che si stanno propo­nendo quest 'anno, sul modo incui impiegare le risorse disponi­bili, indicano una preferenza eun 'attenzione particolare per isettori e i ceti legati alla produ­zione e allo sviluppo economicoanziché per quelli bisognosi diassistenza.

Infine una domanda: comesi pongono i cristiani di fronte aquesta tendenza? Ricordiamo laGaudium et spes: "le gioie e lesperanze, le tristezze e le ango­sce degli uomini d'oggi, dei po­veri soprattutto e di quelli chesoffrono, sono pure le gioie e lesperanze, le tristezze e le ango­sce dei discepoli di Cristo ... "(n. 1).

B.P.

in piedi, potesse al più presto(nel giro di qualche anno) pro­seguire da sola , con l'impegnodella gente del pos to.

Non sempre è possibile maquesta è l'idea" .

Attualmente qual'è la tuaattività?

"lo vivo in una casetta inquello che adesso si chiamaCentro de Trainamento MamaLucia a S. Helena. È un piccolocentro di spiritualità ed aggior­namento che può ospitare fino a110 persone, attorniato da unacomunità formata da una ses­santina di famiglie .

Inizialmente il centro , che sitrova in mezzo alla foresta, fuvoluto per farne un luogo di cu­ra per i lebbrosi ma la destina­zione, al Governo non andavabene. Ufficialmente la lebbranon ci deve essere. Allora quan­do nel '71 tutto era già pronto(quattro casette, refettorio, cu­cina, piccolo ambulatorio echiesetta) si pose il problemadella nuova destinazione e Lu­cia decise di donare tutto allaDiocesi che ne ha fatto, appun­to un centro di spiritualità" .

LUNEDÌ 4 SETTEMBRE

MARTEDÌ 5 SETTEMBREd. Romano

MERCOLEDÌ 6 SETTEMBREmon s. GUMIERO

GIOVEDÌ 7 SETTEMBREd. FABIO

VEN ERDÌ 8 SETTEMBREd. GIORGIO

SABATO 9 SETTEMBREd . EDOARDO

DOMENICA IO SETTEMBREd. PA VANELLO

E tu come ci sei arrivata?Sono lì dal '77 (devo proprio

ringraziare dom Carmelo Cas­sati che mi ha sempre dato mol­ta fiducia) e collaboro con l'at­tuale vescovo brasiliano (che haun cognome veneto) dom Ric­cardo Paglia. La gente è tuttapoverissima e vive del pesce pe­scato sul rio Turi . Le donne rac ­colgono e lavorano il Cocco deBabassù che è piccolissimo.Produce un olio buono per ilcondimento , con le bucce fannoil carbone per cucinare . Cer­chiamo di dar loro degli orien­tamenti per l'igiene e la medici ­na preventiva. Lavoriamo conL'Unicef seguendo le mammecon i vaccini. Attualmente nellazona seguiamo 33 bambini (daquando nascono fino ai 3 anni).Per evitare di comprare medici­ne usiamo, quando è possibile,cose naturali (il calcio lo faccia­mo con i gusci delle uova)".

E nel centro? ., 'Lavoriamo in linea con le

comunità di Base che in Brasilesono mol to attive. Abbiamo in­contri sulla bibbia, sulla frater ­nità. Quest'anno il piano stu-

FREGONESE SILVIO(SINDACALISTA)"Il mondo del lavoro"

CODURI LUISA (PSICOLOGA)" La psicologia nel mondo dell'handicap"

DOTT. ZADRA COSTANTINO(PRIM . ORTOPEDICO)"La medicina e il mondo dell'handicap"

DOTT. CERESER GIANFRANCO(ECOLOGISTA)"Il problema ecologico"

SAVIO TEKER (ESPERTO MEZZI DICOMUNICAZIONE)"I mezzi di comunicazione di ma ssa"

ONo FALCIER LUCIANO" Che cosa è la politica veramente? "

Direttore Carita s di TrevisoSintesi con clusiva:"La Chiesa e il mondo".

diato per tutto il Brasile dai ve­scovi era indirizzato alla sensi­bilizzazione sul ruolo fonda­mentale delle Comunicazionisociali; l'anno scorso il temaconduttore fu il Razzismo ".

Ed il futuro?"Il futuro è stare vicino a

questa gente con lo spirito che ciha trasmesso Lucia. Nella miacasetta ogni giovedì ci troviamoper l'adorazione eucaristica . IlSignore, quando ci sono i corsi

. presso il Centro, alloggia nellacappellina, altrimenti resta incasa con me, in un altarino fa­miliare fatto con un tronco diCajueiro. Dobbiamo aiutarlicon semplicità , come voleva Lu­cia , ed aumentare in numeromoltiplicando gli sforzi perchèle necessità sono molte".

S.T.

LUCIA E ADRIANOSPOSI

Si è recentemente sposata lafiglia del nostro collaboratore evicepresidente della Fondazione,Peri ssinotto Bruno. Nel porgereanche noi auguri affettuosi aglisposi, riproduciamo la preghieradei fedeli recitata dal papà du ­rante la messa del matrimonio.

" Signore, non voglio chie ~- ­

derti anch 'io, per Lucia edAdriano, salute, felicità, benes­sere.

Ti prego invece che tu li aiutia formarsi una famiglia aperta,attenta, disponibile al serviziogratuito a chi ha bisogno.

Non ti chiedo, Signore, perloro l'ottusa tranquillità dellaricchezza e della sazietà, ma lasensibilità di farsi carico dei pro­blemi degli altri, di sentirsi re­sponsabili dei disagi e delle soffe­renze di tutti.

Rendili liberi dalla schiavitùegoistica del benessere, dal tor­pore degli arrivati e dei soddi­sfatti.

La loro ansia di ricerca non siacquieti, si sentano sempre ina­deguati alle esigenze del tuo Pro­getto . :

Offrano a tutti la loro solida­rietà con prontezza, spontaneità,convinzione e soprattutto con ilsorriso perchè tu, o Signore, amichi dona con gioia".

L'amore vince Pag.3

LETTERE UN DISTACCO INATTESOECCO DOV'ERA

ALBERTOAntonio viveva da tre anni al Rifugio di Vittorio Venetosostenuto dall'amorosa presenza della mamma Adele.

Qui al Cerro abbiamo letto nel­la pagina 3 di "L'Amore Vince"l'articolo:

"Ringraziamo Alberto".Ci siamo gioiosamente com­

mosse, si tratta proprio di AlbertoDal Degan che noi conosciamo dasempre e ben sappiamo il suo valo­re di persona intelligente e ricco diumanità. Il "Rifugio" di Veronaha avuto dal Signore il dono, attra­verso la figlia Teresa, di avere in­contrato il cavaliere Alberto, sem­pre pronto ad aiutare persone indifficoltà. Il suo altruismo è pro­verbiale.

Pia ed io, oltretutto, siamo sta­te particolarmente contente e ras­serenate perchè avevamo una notadi tristezza dentro di noi e ci sem­brava che Alberto, dopo tanti an­ni, si fosse un po' allontanato danoi. Ma ora ne sappiamo il motivoe siamo felici che il suo tempo siadiventato tanto prezioso per la bel­lissima opera del Rifugio.

Che il Signore mandi tante,tante benedizioni a lui, alla sua bel­lafamiglia e all'opera del "PiccoloRifugio ".

Beatrice Mattucci

CREDEVO DI AVERPERSO TAMARA

Dopo Biagio ed Anita ancoraun lutto.

Stroncato improvvisamente daun ictus cerebrale, Antonio Girar­di, come gli altri, ci ha lasciato insilenzio e con la sua umiltà.

Nato a Torre di Mosto 52 annifa, entrò al Rifugio di S. Donà dabambino . Solo da tre anni viveva aVittorio Veneto, sempre comun­que seguito amorevolmente dallamamma.

Adele, infatti, per anni ha datole sue migliori energie e il suo pre­zioso servizio nel Rifugio di S. Do­nà; ciò le ha permesso, anche, divivere sempre accanto al suo Anto­nio.

In lei Antonio seppe trovare co­raggio, slancio , sostegno ed amo­re, cose che lo aiutarono molto asuperare le tante prove della vita egli permisero quel lento e continuomaturare di Uomo.

Per aver vissuto questa espe­rienza affettiva, morale sociale,anche il risultato, vista la qualitàdei valori che lo animavano, nonpoteva essere che positivo.

Le doti più spiccate in Antoniofurono la mitezza e la disponibili ­tà, qualità quasi tabù per il nostromondo d'oggi.

Attento osservatore, uomo dipoche parole, amante dell'essen­ziale, egli sapeva carpire nei fatti

più semplici il significato più pro­fondo e vitale per il proprio esiste- .re, dal quale ricavava ricchezza in­teriore e serenità .

Se nella preghiera trovò la suaforza e nella sofferenza la sua ra­gion di vita, credo che dalla natu­ra; nelle sue varie manifestazioni,Antonio traesse il suo entusiasmo ela sua gioia.

Pochi come lui hanno saputoosservarla con occhi così attenti epenetranti ed amarla con cuore co­sì libero e semplice, e, per anni, ciòfacendo, si è ritrovato ricco.

In lui mai un lamento, non per­chè mancasse il motivo; ogni postoera buono , non perchè non ce nefosse uno migliore , ma solo perchèAntonio aveva acquisito un equili­brio a misura di se stesso.

Il suo agire era ben lontano dal­la semplice stupida o sciocca sotto­missione, o dalla ind iscriminataquanto banale accettazione di tut­to; no, egli si era dato una regola divita e ha cercato di realizzarla conriserbo ed umiltà, senza alcun fra­stuono od umano plauso.

La bontà, la semplicità, la di­sponibilità e la fede hanno fatto diAntonio un Uomo che ha saputo

.dimostraci che si può essere con­tenti e realizzati anche senza neces­sariamente divenire protagonistiammantati di gloria.

E noi, mondo frenetico e smar­rito, troppe volte sentiamo la stes­sa campana, ma ancor nori bastaper allontanarci dal vivere l' illusio­ne dell'essere diversi fra i diversicol rischio di essere, forse, addirit­tura niente.

Il salto dal buio alla luce è pas­so obbligato di tutti.

Antonio un segno di questo loha avuto anche nel suo giorno fina­le, spunto al quale il Celebrante hafatto prontamente richiamo pertracciare il profilo, il cammino, ilvivere del defunto.

Sicuramente Antonio per idealie virtù è stato interessante e attua­le.

Ti ricorderemo sempre.

Alfredo di Palma

FERIE PASSATE DIVERSAMENTEVoglio comunicare a quanti più

sarà possibile, attraverso queste ri­ghe sul vostro giornale, la graziache ho ricevuto da Papa Giovanniin un momento di disperazione nelquale credevo di aver ormai perdu­to mia figlia Tamara.

B. Elisa

Per questa rubrica e perquella della Testimonian­ze (vedi in IV pagina)scrivere a:Direzione " L' AmoreVince" presso PiccoloRifugio - Via Dante, 730027 S. Donà (Ve)

È doveroso ed istintivo comin­ciare con un grosso "grazie" per igiorni passati al "Villaggio S. Pao­lo" al Cavallino (Ve).

A chi mi ha chiesto alcune im­pressioni, non ho potuto nascon­dere la mia soddisfazione, confer­mando al di là di ogni aspettativache la vacanza al mare con le ami ­che del Piccolo Rifugio di S. Donàha costituito un momento vera­mente bello delle mie ferie.

Un'esperienza forte e ricca chedefinirei quasi un 'allegra settimanadi "scuola di vita" in fraternità ed

amicizia, per imparare la dimensio­ne del dono nascosto in ogni gestosemplice e abituale che ci è dato dicompiere.

E stato, nell'evidenza dei limitiumani, un aiuto all'accettazioneglobale di ognuno per ciò che è co­me dono gratuito d'amore, con do­ti , sentimenti.icapacit à diverse..

Inevitabilmente il servizio è di­ventato reciproco, ha esaltato ladisponibilità e la condivisione, haadeguato i desideri, ha evidenziatole priorità comuni, ha motivato ilritrovarsi insieme al mare come

piccola comunità.E la settimana, è "volata" nel­

la gioia supe ra ndo le di fficoltà.È rimasto un ricordo pieno di

affetto, un 'am icizia più profondaoltre il mare, oltre i bagni nell'ac­qua salata, oltre la spiaggia ed ilsole, oltre le passeggiate insieme,oltre i canti e la chitarra, oltre imomenti fraterni di preg hiera eringraziamento.

Una settimana al mare, non laprima, che continua ad essere mol ­to più di una semplice vacanza.

Emanuela Mengo

cognome

firma

Via

nome

Città

\IO TH ER

l'intensità di una vira

LuciaSchiavinato

REGALATI E REGALAIL LIBRO-BIOGRAFIADELLA NOSTRA FON­DATRICELUCIA SCHIAVINATO230 pagine + 8 facciate di fo­tografie

Ritaglia e invia in busta chiu­sa il modulo qui di fian co a:Direzione " L'Amore Vince"presso Piccolo Rifugio - ViaDante, 7 - 30027 S. Donà (Ve)

._-----------~--------- -------- - --------------- - - - -- - --- - -------- ---------------------------------------------------,1

Vi prego di inviare copie (specificare *quante) del libro-biografia della vostraFondatrice: Lucia Schiavinato - L'intensitàdi una vita De Bastiani editore.Ali 'indirizzo:

Invierò l'offerta a ricevimento avvenuto11--_-------------------------------------------------- ~------ - - - - - --- - -- - - --

Pag.4 L'amore vince

Questa rubrica è fatta dai ricordi di chiha conosciuto Lucia.

"DEVO PROPRIO DIRLE GRAZIE

PER LA MIA FELICITÀ DI OGGI ... "

Adriana

diede alcuni suoi scritti: eranoparole che mi aprivano alle ne­cessità del mondo, a quel mon­do che io, stando al sicuro, den­tro la mia Casa di Cura, avevolasciato chiuso fuori. E comin­ciò a prendermi un 'insoddisfa­zione che non mi abbandonava,vedevo che la mia vita tra quellemura era troppo comoda, nonmi bastava più. Ci volle qualchetempo perchè maturasse dentrodi me la scelta . Lucia morì ed ame rimase la sua immagine vivache mi parlava tramite i suoiscritti.

Iniziai un "orientamento"col trasferimento press o il Pic­colo Rifugio di Verona "assie­me al mio anziano papà" e cosìcominciai la mia strada al segui­to di Lucia, continuando peròsempre a chiedermi se il mio po­sto era quello di lavorare in Ca­sa di Cura.

Quando il tempo divennematuro, finalmente lasciai laCasa di Cura. Adesso lavorofuori, cercando di incarnare lospirito di Mamma Lucia, delsuo carisma, nel mio essere Vo­lontaria della Carità. Lavoronella S. Vincenzo, in Parrocchiaed in due gruppi di volontariatoinfermieristico e con un gruppoche fornisce assistenza a tempolibero ad una casa per anzianiautogestita.

Ci dedichiamo a loro ancheper salvaguardare quelli che so­no i loro diritti fondamentali.Ora sento di essere utile, nelmio 'piccolo , alle necessità delmondo ed in cuor mio ringrazioMamma Lucia di avermi regala­to questo nuovo modo di essere.

Uno stru mento nelle mani diDio.

Pian piano mi accorsi per­chè Lucia era come aveva dettoil Dott. Tes sari, una per sonafuori dal comune; e cominciai avedere con occhi diversi quelloche stavo facendo , mi parlava,ma sempre con mol to riserboper chè due volontarie eranosempre presenti, era impossibileavvicinarla da sola.

Andai a trovarla an chequ ando usci i dalla Casa di Cu­ra.

Il mio cammino sulla stradada Lei segnata era compiuto .

E lo sentivo quasi comeun 'eredità. Una volontaria delPiccolo Rifugio di Settimo mi

Non è detto che i pesci piccoli debbanosempre scappare davanti ai pesci più grossi.

DA "AGEN" e "FATTI IN BRASILE"

Poi arrivò Lei, Lucia, escombussolò tutta la mia vita.

Mi venne preannunciata dalDirettore della Casa di Cura , ilDott. Tessari: " Guarda che quiin chirurgia arriva una personache ha bisogno di riguardi unpo' particolar i, non per il suomale specifico ma perchè hadelle qu alità fuori dalcomune" .

Erano gli ultimi mesi dellasua vita .

Le misi a disposizione primauna stanzett a e poi un'altra (conil tele fono) perchè da quandoera arrivata c'era un via vai diper sone incontrollabile.

Po sso dire che nel mio esserevolontaria sento di risponderepienamente a quella specialechiamata che Dio , at traversoLucia Schiavinato, ha voluto ri­volgermi.

Ma non è sempre stato così.Prima che il Signor e mettes­

se sulla mia strada colei che poiho imparato a chiamare " Mam­ma Lucia" vivevo una vita che,pur essendo a suo modo donataagli altri, mancava di qualcosadi fondamentale.

Da sempre anche da adole­scente, mi sono sentita traspor­tare verso gli altri, verso la ne­cessità di chi so ffre; fu così cheattraversai varie esperienze: in­fermiera per tre anni all'ospeda­le psichiatrico di Verona, sei an­ni come in fermiera alla clinicaS. Giuseppe di Milano. Un an­no lo trascorsi a casa dopo lamorte di mamma per essere vici­no a papà.

Dopo quest 'anno sono stataassunta alla Casa di Cura "Cit­tà di Verona" presso CastelVecchio, dove ho lavorato pervent'anni.

Quella Casa di Cura per merappresentava tutto, lì era con­centrata tutta la mia vita. Eraquasi un mondo a sè. Mi eranoaffidate quelle persone riccheche , nella sofferenza e nel biso­gno si scoprono poi essere pove­re.

Ma for se di qu esto io nonme ne rendevo conto, ero appa­gata del mio lavoro che mi as­sorbiva completamente, la­sciando il resto del mondo fuo ­ri, lontano e quindi estraneo.

DALLA PREFAZIONE DI MONS. RAVIGNANI ALLA BIOGRAFIA DI LUCIA SCHIAVINATO

Quando me lo chiesero dissi subito di S/~' avrei scritto qualche parolache introducesse alla biografia di Mamma Lucia. Poi mi domandai per­chè l'avessero chiesto a me e, ancor più, perchè mai avessi accettato. Lu­cia Schiavinato non la conobbi; sapevo appena qualcosa. dell 'opera sua:come ne avrei potuto penetrare l'animo?

Pensai che l 'avessero chiesto a me perchè proprio a Vittorio Veneto, il22 agosto 1957, s'era aperto il "Piccolo Rifugio " e quest 'anno se ne vuolericordare un trentennio di carità. O, f orse, perchè sembrava giusto onora­re l'amore af f ettuoso e generoso che questa città nostra, f in dagli inizi esempre crescendo d 'intensità, riservò e riserva alla "famiglia" che al Pic­colo Rifugio vive, o, f orse, perchè qui a lungo visse Mamma Lucia.

Non trovai ragione sufficiente, o almeno, non riuscii a darmela.Se non fosse quella di essere succeduto nel servizio pastorale di questa

Chiesa Vittoriese al venerato Vescovo mons. Giuseppe Carraro, che agliinizi del suo episcopato voleva aprire il anche il castello agli infermi e chepoi ebbe la gioia di dare inizio benedicente al Piccolo Rifugio nella nostracittà, e all'indimenticabile Vescovo mons. Albino Luciani, che lo circon-

dò di premurosa cura.No n so ancora perchè l'abbiano chiesta a me questa parola. So invece

perchè ho accettato di dirla. Seppur incosciamente, ho detto di dì al Si­gnore, che voleva mostrarmi le "grandi cose" da Lui operate in una don ­na umile e semplice, materna e forte, intelligente e decisa; una donna chenell'intima comunicazione con il suo Dio trovava forza per un 'att ività in­tensissima, dalla quale fiorirono opere che ancor oggi lasciano stupiti. E,sorprendentemente, nella vicenda umana di Mamma Lucia, il Signore,man mano che proseguivo nella lettura delle pagine di questo volume, mif aceva incontrare persone che anch 'io amai e stimai, ma non immaginavonè tanto men o sapevo fossero legate all'opera sua. .

E COSI: attraverso questa singolare storia, mi si è andato dispiegandosidinanzi quel progetto che, indubbiamente, Dio solo poteva realizzare at­traverso il cuore e la fatica di una donna come Lucia Schiavinato.. . "

Eugenio RavignaniVescovo di Vittorio Veneto