La Memoria

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11 . Funzioni continue 10. Corrente elettrica: ifferenza di potenziale potenziale elettrico 9. Sistema nervoso 8. Hemingway “Fiesta” 7. Tacito “Agricola” 6. La giornata della memoria e la Shoah 5. Marquez “Vivir para contarla” 4. Dalì “La persistenza della memoria” 3. Bergson e Freud 2. Proust “A la recherche du temps perdu” 1. Svevo “La coscienza di Zeno” La memoria ITALIANO SPAGNOLO FRANCESE FILOSOFIA ARTE STOR IA L A TI NO INGLE SE BIOLOGIA FISICA MATEM A TICA

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Presentazione sulla memoria

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Page 1: La Memoria

11. Funzioni continue

10. Corrente elettrica:differenza di potenziale

potenziale elettrico

9. Sistema nervoso

8. Hemingway“Fiesta”

7. Tacito“Agricola”

6. La giornatadella memoria

e la Shoah

5. Marquez“Vivir paracontarla”

4. Dalì“La persistenza della memoria”

3. Bergsone

Freud

2. Proust“A la recherche du temps perdu”

1. Svevo “La coscienza

di Zeno”

La memoria

ITA

LIA

NO

SPAGNOLO

FRANCES

E

FILOSOFIA

ARTE

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Italo Svevo: La coscienza di Zeno

Il brano “Il fumo” è tratto dall’opera “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo, e parla del vizio di Zeno di fumare. Egli è un accanito fumatore fin dall’adolescenza e ha iniziato a fumare con un sigaro lasciato in giro per casa dal padre. L’aspetto principale che riconosciamo nell’opera è il fatto che per Zeno ogni occasione è buona per provare a smettere di fumare ma alla fine non lo fa mai, infatti vediamo che in ogni momento egli diceva che avrebbe fumato l’ultima sigaretta, invece ha continuato a fumare fino alla morte. Un tema ricorrente, insieme a quello della malattia, è quello della memoria come tentativo di rievocare un passato impossibile da ricostruire nella sua integrità, infatti il ricordo viene definito come frammentario. Una particolarità del ricordo è che insieme all’immagine fa pervenire alla mente tutte le sensazioni ed emozioni provate in un singolo momento del passato.

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[…] Mio padre lasciava per la casa dei sigari virginia fumati a mezzo, in bilico su tavoli e armadi. Io credevo fosse il suo modo di gettarli via e credevo anche di sapere che la nostra vecchia fantesca, Catina, li buttasse via. Andavo a fumarli di nascosto. Già all'atto d'impadronirmene venivo pervaso da un brivido di ribrezzo sapendo quale malessere m'avrebbero procurato. Poi li fumavo finché la mia fronte non si fosse coperta di sudori freddi e il mio stomaco si contorcesse. Non si dirà che nella mia infanzia io mancassi di energia. So perfettamente come mio padre mi guarì anche di quest'abitudine. Un giorno d'estate ero ritornato a casa da un'escursione scolastica, stanco e bagnato di sudore. Mia madre m'aveva aiutato a spogliarmi e, avvoltomi in un accappatoio, m'aveva messo a dormire su un sofà sul quale essa stessa sedette occupata a certo lavoro di cucito. Ero prossimo al sonno, ma avevo gli occhi tuttavia pieni di sole e tardavo a perdere i sensi. La dolcezza che in quell'età s'accompagna al riposo dopo una grande stanchezza, m'è evidente come un'immagine a sé, tanto evidente come se fossi adesso là accanto a quel caro corpo che più non esiste. Ricordo la stanza fresca e grande ove noi bambini si giuocava e che ora, in questi tempi avari di spazio, è divisa in due parti. In quella scena mio fratello non appare, ciò che mi sorprende perché penso ch'egli pur deve aver preso parte a quell'escursione e avrebbe dovuto poi partecipare al riposo. Che abbia dormito anche lui all'altro capo del grande sofà? Io guardo quel posto, ma mi sembra vuoto. Non vedo che me, la dolcezza del riposo, mia madre, eppoi mio padre di cui sento echeggiare le parole. Egli era entrato e non m'aveva subito visto perché ad alta voce chiamò:

- Maria! La mamma con un gesto accompagnato da un

lieve suono labbiale accennò a me, ch'essa credeva

immerso nel sonno su cui invece nuotavo in piena coscienza. Mi piaceva tanto che il babbo dovesse imporsi un riguardo per me, che non mi mossi. Mio padre con voce bassa si lamentò:

- Io credo di diventar matto. Sono quasi sicuro di aver lasciato mezz'ora fa su quell'armadio un mezzo sigaro ed ora non lo trovo più. Sto peggio del solito. Le cose mi sfuggono.

Pure a voce bassa, ma che tradiva un'ilarità trattenuta solo dalla paura di destarmi, mia madre rispose:

- Eppure nessuno dopo il pranzo è stato in quella stanza.

Mio padre mormorò: - È perché lo so anch'io, che mi pare di

diventar matto! Si volse ed uscì. Io apersi a mezzo gli occhi e

guardai mia madre. Essa s'era rimessa al suo lavoro, ma continuava a sorridere. Certo non pensava che mio padre stesse per ammattire per sorridere così delle sue paure. Quel sorriso mi rimase tanto impresso che lo ricordai subito ritrovandolo un giorno sulle labbra di mia moglie.[…]

[…]Ricordo di aver fumato molto, celato in tutti i luoghi possibili. Perché seguito da un forte disgusto fisico, ricordo un soggiorno prolungato per una mezz'ora in una cantina oscura insieme a due altri fanciulli di cui non ritrovo nella memoria altro che la puerilità del vestito: Due paia di calzoncini che stanno in piedi perché dentro c'è stato un corpo che il tempo eliminò. Avevamo molte sigarette e volevamo vedere chi ne sapesse bruciare di più nel breve tempo. Io vinsi, ed eroicamente celai il malessere che mi derivò dallo strano esercizio. Poi uscimmo al sole e all'aria. Dovetti chiudere gli occhi per non cadere stordito. Mi rimisi e mi vantai della vittoria.[…]

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Marcel Proust: À la recherche du temps perdu

“Du côté de chez Swann” est la première partie du roman “À la recherche du temps perdu”. Il est séparé en trois parties : " Combray ", " Un amour de Swann " et " Noms de pays : le Nom ". Les thèmes principals sont le temps, la conscience et la mémoire involontaire. Le temps modifie les personnalités, les sentiments et les lieux. La conscience recouvre les mémoires enterrèe dans l’intérieuritè et entre les mémoires, selon Proust, les “involontaires” sont les seuls à avoir “le main de l’authenticitè”. La mémoire involontaire recrée et fait revivre les souvenirs du passé en les mêlant aux moments récents. Elle aide à la recherche du passé parce qu’elle fait “résurgir” les sentiments, les objets d’un monde oublié ou fait revenir le “temps perdu”. À travers des sensations simples et élémentaires, nous plongeons dans un passé qui semblait disparu, nous pouvons vaincre l’usure du temps.

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[…]Et tout d’un coup le souvenir m’est apparu. Ce goût celui du petit morceau de madeleine que le dimanche matin à Combray (parce que ce jour-là je ne sortais pas avant l’heure de la messe), quand j’allais lui dire bonjour dans sa chambre, ma tante Léonie m’offrait après l’avoir trempé dans son infusion de thé ou de tilleul. La vue de la petite madeleine ne m’avait rien rappelé avant que je n’y eusse goûté; peut-être parce que, en ayant souvent aperçu depuis, sans en manger, sur les tablettes des pâtissiers, leu image avait quitté ces jours de Combray pour se lier à d’autres plus récents; peut-être parce que de ces souvenirs abandonnés si longtemps hors de la mémoire, rien ne survivait, tout s’était désagrégé; les formes,—et celle aussi du petit coquillage de pâtisserie, si grassement sensuel, sous son plissage sévère et dévot—s’étaient abolies, ou, ensommeillées, avaient perdu la force d’expansion qui leur eût permis de rejoindre la conscience. Mais, quand d’un passé ancien rien ne subsiste, après la mort des êtres, après la destruction des choses, seules, plus frêles mais plus vivaces, plus immatérielles, plus persistantes, plus fidèles, l’odeur et la saveur restent encore longtemps, comme des âmes, à se rappeler, à attendre, à espérer, sur la ruine de tout le reste, à porter sans fléchir, sur leur gouttelette

presque impalpable, l’édifice immense du souvenir. Et dès que j’eus reconnu le goût du morceau de madeleine trempé dans le tilleul que me donnait ma tante (quoique je ne susse pas encore et dusse remettre à bien plus tard de découvrir pourquoi ce souvenir me rendait si heureux), aussitôt la vieille maison grise sur la rue, où était sa chambre, vint comme un décor de théâtre s’appliquer au petit pavillon, donnant sur le jardin, qu’on avait construit pour mes parents sur ses derrières (ce pan tronqué que seul j’avais revu jusque-là); et avec la maison, la ville, la Place où on m’envoyait avant déjeuner, les rues où j’allais faire des courses depuis le matin jusqu’au soir et par tous les temps, les chemins qu’on prenait si le temps était beau. Et comme dans ce jeu où les Japonais s’amusent à tremper dans un bol de porcelaine rempli d’eau, de petits morceaux de papier jusque-là indistincts qui, à peine y sont-ils plongés s’étirent, se contournent, se colorent, se différencient, deviennent des fleurs, des maisons, des personnages consistants et reconnaissables, de même maintenant toutes les fleurs de notre jardin et celles du parc de M. Swann, et les nymphéas de la Vivonne, et les bonnes gens du village et leurs petits logis et l’église et tout Combray et ses environs, tout cela que prend forme et solidité, est sorti, ville et jardins, de ma tasse de thé.[…]

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Henri-Louis Bergson e Sigmund FreudBergson distingue tra due tipi di memoria: la

prima é la memoria-abitudine che presiede ai meccanismi motori; la seconda é la memoria pura che contiene i “ricordi indipendenti” e coincide con la durata reale della coscienza. Quando compio un'azione meccanica (recito una poesia a memoria) mi servo della memoria-abitudine; quando penso a momenti della mia storia personale (quando leggevo la poesia per impararla a memoria, gli stati d'animo, le impressioni, i fatti connessi a quell'esperienza) faccio appello alla memoria-pura.

Freud fonda la psicoanalisi, che è una teoria che si propone di interpretare e di spiegare la struttura e la dinamica del nostro apparato psichico, nei suoi tratti normali e patologici, e, nello stesso tempo, è un metodo terapeutico per curare alcune forme di malattia mentale. Con Freud e la sua psicoanalisi cambiò nettamente l’immagine dell’uomo contemporaneo.

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Salvador Dalì: La persistenza della memoria

Salvador Dalì faceva parte della corrente artistica, e non solo, del surrealismo. Le sue opere iniziali, quelle di gioventù, furono per la maggior parte ritratti di persone che gli stavano accanto, nature morte e il paesaggio di Figueras, sua città natale. In seguto alla produzione del film “Un chien andalau” insieme a Luis Buñuel nel 1929, egli si avvicinò al surrealismo risentendo dell’influenza della psicoanalisi di Freud. Infatti nel quadro “La persistenza della memoria” egli rivela il suo interesse per l'analisi dell'inconscio compiuta dalla psicoanalisi. L'atmosfera è quella allucinata dei sogni, in cui oggetti reali assumono aspetti distorti, come ad esempio gli orologi distesi sulla tavola e sul ramo spoglio, oppure si mostrano in forme che alludono ad altre forme, secondo lo spirito del surrealismo: la sagoma grigia al centro del dipinto, in questo caso, richiama l'immagine di un cavallo dormiente, su cui un altro orologio è posato come una sella.

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Gabriel Garcìa Marquez: Vivir para contarla

Vivir para contarla es una parte de la recreación de la vida de Gabriel García Márquez, como el resto de sus obras. Estamos ante una novela en la cual el autor retomará historias de algunos personajes que han estado involucrados en el resto de sus obras. Podríamos considerar a esta obra como un mapa, una guia de lectura para toda su obra literaria. Muchas pasajes que se cuentan en la obra van a adquirir una índole, una perspectiva diferente o en su caso van a dar más información acerca de hechos ya contados y mencionados. Esta obra se debe leer por tanto como una parte fundamental en sus memorias.

“La vida no es la que uno viviò, sino la que uno recuerda y còmo la recuerda para

contarla”

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La giornata della memoria e la Shoah

La giornata della memoria è una ricorrenza istituita dal parlamento italiano che ha, in tal modo, aderito alla proposta internazionale di dichiarare il 27 gennaio come giornata per commemorare le vittime del nazionalsocialismo e dell‘Olocausto. La scelta della data ricorda il 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, nel corso dell'offensiva in direzione di Berlino, arrivarono presso la città polacca di Auschwitz, scoprendo il suo tristemente famoso campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti. La scoperta di Auschwitz e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono compiutamente per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio nazista. Il termine “Olocausto” deriva dal greco e significa “tutto bruciato” ed è per questo che molti ebrei al giorno d’oggi preferiscono usare il termine “Shoah” che significa invece in lingua ebraica “distruzione”, nell’accezione di una sciagura improvvisa e inaspettata.

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Publio Cornelio Tacito: Agricola

Il nome completo di quest’opera è “De vita et moribus lulii Agricolae” ed è dedicata al suocero di Tacito, Giulio Agricola. Scritta nel ’98 d.C., quest’opera inizia con un breve riepilogo della carriera di Agricola. Egli muore a soli 53 anni dopo aver portato a termine brillantemente le operazioni in Britannia, infatti dall’isola, dove rimase per ben 7 anni, egli fu capace di rafforzare il potere di Roma con una serie di azioni abili. Dopo questi sette anni trascorsi fuori, Domiziano lo richiamò a Roma dove però, nonostante avesse convinto il Senato a decretare l’onore del trionfo, lo accolse con freddezza e in seguito gli negò il sorteggio del preconsolato in Asia o in Africa benchè gli spettasse di diritto. Questa negatività dell’imperatore unita alla sua riservatezza fece pensare ad un veneficio. Oltre alla carriera politica di suo suocero, Tacito parla della geografia e l’etnografia dell’antica Britannia e dei suoi abitanti e della dura polemica contro l’avidità di Roma contenuta nel discorso fatto da Càlgaco.

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Ernest Hemingway: Fiesta

Ernest Hemingway is one of the authors named “The Lost Generation.” He could not cope with post-war America; therefore, he introduced a new type of character in writing called “the code hero”. He was known to focus his novels around code heroes who struggle with the mixture of their tragic faults and the surrounding environment. Traits of a typical Hemingway code hero are stimulating surroundings, self-control, self-reliance, fearlessness, and strict moral rules. In Ernest Hemingway’s The Sun Also Rises, Pedro Romero is the character who maintains the typical code hero qualities, while Robert Cohn provides the antithesis of a code hero. This novel, also known as Fiesta, is considered the first significant novel by tha author. Published in 1926, the plot centers on a group of expatriate Americans in Europe during the 1920s. The novel is a powerful insight into the lives and values of the so called “The Lost Generation”, a generation supposedly scarred by the effects of World War I.

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Sistema nervoso

La memoria risiede nel cervello, che è una parte del sistema nervoso. Il sistema nervoso umano è diviso in centrale e periferico. Quello centrale è formato dall’encefalo e dal midollo spinale, che è protetto dallo scheletro. Quello periferico, invece, è formato dai neuroni motori e dai neuroni sensoriali. I neuroni motori portano la risposta dal centro verso la periferia e sono protetti dallo scheletro. Essi si dividono in somatici, simpatici e parasimpatici. I neuroni sensoriali, invece, accolgono le sensazioni dall’esterno e le mandano al sistema nervoso centrale e sono collegati tra di loro tramite interneuroni. Il sistema nervoso centrale, come abbiamo detto, è formato dall’encefalo che è chiuso nella scatola cranica, intorno alla quale ci sono tre meningi che contengono un liquido che ammortizza i colpi e sono: dura madre, pia madre e aracnoide. L’encefalo si divide in: telencefalo, diencefalo e mesencefalo.

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Corrente elettrica

In un primo momento la corrente elettrica fu definita come un moto ordinato di cariche elettriche. Poi fu scoperto che i protoni non si muovevano e quindi fu definita come un moto ordinato di elettroni dove esiste differenza di potenziale. Gli elettroni si muovono da punti di potenziale minore a punti di potenziale maggiore e il verso è quello opposto, quindi da maggiore a minore. La velocità con la quale si muovo gli elettroni è chiamata velocità di deriva. L’intensità di corrente elettrica è il rapporto tra la quantità di carica che attraversa una sezione del conduttore e l’intervallo di tempo impiegato ad attraversarlo: i= ∆Q/∆t

Nel Sistema Internazionale l’intensità di corrente si misura in ampere (A): 1A= 1C/1s, ovvero una corrente di 1 A trasporta 1 C di carica in 1 s. L’intensità di corrente si misura con l’amperometro.

La corrente si dice continua quando la sua intensità non cambia nel tempo.

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Funzioni continue

Una funzione y=f(x) si dice continua in tutto R se: ε>0 I(c)/ x Є I (c)si ha |f(x)-l|< ε

l-ε<f(x)<l+ε

f(x) = f(x) = l

(finito)

• f(c)• f(x) = l (finito)• l = f(c)

y

x0

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Percorso realizzato da:

Merlino Sara

Matricola LI/01435 a.a. 2008/2009