Progetto della memoria: Il nostro futuro è la nostra memoria

52
Progetto della memoria: Il nostro futuro è la nostra memoria CLASSI 3 N - 3G A. S. 2011 - 2012 Scuola secondaria di primo grado “Alberto Sordi

description

Scuola secondaria di primo grado “Alberto Sordi ”. Progetto della memoria: Il nostro futuro è la nostra memoria. CLASSI 3 N - 3G A. S. 2011 - 2012. Che cos’è la Memoria?. Il dizionario dà questa definizione: - PowerPoint PPT Presentation

Transcript of Progetto della memoria: Il nostro futuro è la nostra memoria

Page 1: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Progetto della memoria:

Il nostro futuroè

la nostra memoria CLASSI 3 N - 3G A. S. 2011 - 2012

Scuola secondaria di primo grado “Alberto Sordi”

Page 2: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Che cos’è la Memoria?

Il dizionario dà questa definizione:

“ Funzione della mente consistente nel far rinascere l'esperienza passata.”

La memoria, quindi, vuol dire riportare alla mente cose accadute nel passato, positive o negative.

In seguito questo termine venne adottato per ricordare il genocidio della razza ebrei: la Shoah. Su questo ci siamo soffermati.

Page 3: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Abbiamo iniziato il nostro percorso con il cercare di capire cosa significasse il termine Shoah:

"Shoah" (in lingua ebraica שואה), significa "desolazione, catastrofe, disastro". Questo termine venne usato per la prima volta nel 1940 dalla comunità ebraica in Palestina, in riferimento alla distruzione degli ebrei polacchi. Da allora definisce nella sua interezza il genocidio della popolazione ebraica d'Europa.

… ma cosa significa “Shoah”?

Page 4: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Ed ora...un

po’ di storia.

Page 5: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Il periodo della Shoah

L'espressione Shoah si riferisce al periodo che intercorre fra il 30 Gennaio 1933, quando Hitler divenne Cancelliere della Germania, e l'8 Maggio 1945, la fine della guerra in Europa: in questo periodo furono milioni le persone soppresse dal folle odio razziale non solo nei confronti degli ebrei. Pur essendo impossibile accertare l'esatto numero di vittime ebree, le statistiche indicano che il totale fu di oltre 5.860.000 persone.

Page 6: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Adolf Hitler Benito Adolf Hitler Benito MussoliniMussolini

GERMANIA ITALIA

Page 7: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Chi era coinvolto nello sterminio?

Tra i gruppi assassinati e perseguitati da Hitler e dai suoi collaboratori nazisti , vi erano: zingari, serbi, membri dell'intelligenza polacca, oppositori della resistenza di tutte le nazionalità, tedeschi oppositori del nazismo, omosessuali, testimoni di Geova, delinquenti abituali, o persone definite "anti sociali", come, ad esempio, mendicanti, vagabondi e venditori ambulanti... ed anche gli Ebrei !

Page 8: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Soluzione finale

La maggior parte delle persone soppresse passarono per i campi di sterminio, che erano campi di concentramento con attrezzature speciali progettate per uccidere in forma sistematica. Storicamente il partito nazista prese la decisone di dare avvio alla cosiddetta "Soluzione Finale" (Endl sung). In realtà molti ebrei erano già morti a causa delle misure discriminatorie adottate contro di loro durante i primi anni del Terzo Reich, ma lo sterminio sistematico e scientifico degli ebrei non ebbe inizio fino all'invasione, da parte della Germania, dell'Unione Sovietica nel Giugno 1941.

Page 9: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

• Tra il 1933 e il 1945, la Germania Nazista costruì circa 20.000 campi di concentramento, con l' intento di imprigionarvi milioni di persone. Il campo era una citta' concepita, studiata e strutturata apposta per violentare la persona, per umiliarla, per distruggerla, per renderla bestia. Nei campi si puntava a distruggere, oltre che fisicamente, anche mentalmente un individuo. 

I campi di concentramentoI campi di concentramentoI campi di concentramentoI campi di concentramento

Page 10: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Le “città” dell’odio:AUSCHWITZ . . .

Page 11: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

La poesia che nasce dal dolore:

Se questo è un uomo

Se questo è un uomo 

Voi che vivete sicurinelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a serail cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomoche lavora nel fango

che non conosce paceche lotta per mezzo pane

che muore per un si o per un no.Considerate se questa è una donna,

senza capelli e senza nomesenza più forza di ricordare

vuoti gli occhi e freddo il grembocome una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:vi comando queste parole.Scolpitele nel vostro cuore

stando in casa andando per via,coricandovi, alzandovi.Ripetetele ai vostri figli.O vi si sfaccia la casa,

la malattia vi impedisca,i vostri nati torcano il viso da voi.

 Primo Levi

Page 12: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

I nostri percorsi Durante quest’anno abbiamo svolto varie attività

come incontri, visioni di film, letture di testi e poesie, uscite didattiche che ci hanno permesso di comprendere meglio il concetto della memoria e di vedere con i nostri occhi fin dove arriva la crudeltà umana.

Page 13: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Incontri Uno degli incontri più importanti che abbiamo fatto è stato senz’altro quello con una professoressa specializzata nella storia del fascismo, che ci ha parlato della scuola italiana durante il periodo della dittatura fascista e dei vari diritti negati agli ebrei o degli obblighi per noi oggi assurdi come: indossare la stella di Davide, registrarsi a scuola come “di razza Ebraica”, i matrimoni misti proibiti e le regole per valutare la discendenza ebraica.Tutti questi argomenti venivano accompagnati da riproduzioni di molti documenti: foto e testimonianze scritte che la professoressa ci aveva portato per farci vedere con i nostri occhi come veramente accadevano quelle cose. Forse la testimonianza che più ci ha colpito è stata quella della pagella di una bambina la quale era stata timbrata con la scritta “ di Razza Ebraica”. È stato molto interessante e coinvolgente!!!

Page 14: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Hanukkah

חנוכה

21 dicembre 2011

Page 15: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

La festa di Chanukkah Una delle prime tappe è stata quella della festa di Chanukkah, nel mese di Dicembre, che ci ha avvicinato alle tradizioni e alle usanze degli Ebrei.La Chanukkah è chiamata anche Festa delle Luci e ricorda come la luce di una sola fiaccola bastò per tutto il tempo della ricostruzione del Tempio di Gerusalemme.

Durante questa festa, che dura 8 giorni, si accende ogni giorno una candela della Menorah, un candelabro a nove bracci; i bambini giocano con una trottola chiamata “Sevivon” sulla quale c’è scritto in ebraico: “un grande miracolo avverrà qui” e si mangiano dei dolcetti chiamati Sufganiot che noi stessi abbiamo mangiato: erano molto buoni!!!

Page 16: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Per saperne di più ...

In ebraico la parola chanukkah significa "dedica" e infatti la festa commemora la consacrazione di un nuovo altare nel Tempio di Gerusalemme dopo la libertà, data loro dai Greci. La festività dura 8 giorni e la prima sera, chiamata Erev Chanukkah, inizia al tramonto del 24 del mese di kislev. Secondo il procedere del calendario ebraico, quindi, il primo giorno della festa cade il 25 di kislev. È l'unica festività religiosa ebraica che si svolge a cavallo di due mesi, inizia a kislev e finisce in tevet. In particolare se kislev dura 29 giorni finisce il 3 tevet, mentre quando kislev ha 30 giorni finisce il 2 tevet. È, assieme a Purim, la seconda delle feste stabilite per decreto rabbinico, ovvero le feste stabilite dopo il dono della Torah.

Page 17: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Oggetti liturgici di Chanukkah

Sevivon (in ebraico) o Dreidel (in yiddish) è il nome di un oggetto liturgico tipico della festa di Hanukkah.Esso è una sorta di trottola a quattro facce: su ciascuna delle facce è impressa una lettera in modo da formare la frase "Un grande miracolo avverrà qui".

La Hanukkiah, (plurale Hanukkioth), è il candelabro a nove bracci (otto bracci più un braccio per l'ampolla) utilizzato per accendere i lumi appositi ogni sera durante la celebrazione della festa di Hanukkah.L'accensione in ogni famiglia di questo candelabro esprime simbolicamente la perennità e la vitalità del giudaismo nella sua fedeltà alla Legge e per questo si accende un lume il primo giorno e progressivamente se ne incrementa il numero: ogni sera un lume in più.La Hanukkiah va posta in mostra sulla strada: per fare ciò è diventato uso metterla sul davanzale della finestra sebbene in antichità si usasse mostrarla fuori dalla porta di casa.

חנוכה

סביבון

Page 18: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

CuriositàDicembre è il mese delle feste, delle luci, del calore familiare ma soprattutto è il mese dei bambini.In questa festività ebraica si usa fare l’albero,come nella tradizione cristiana del Natale . Anche nella festa ebraica il rito è legato alla luce (pur  avendo origine da storie diverse)  e si usa accendere delle candele, una per ogni serata della ricorrenza, per un totale di otto giorni.I protagonisti assoluti di queste due feste religiose restano comunque i bambini, ai quali vanno fatti rigorosamente dei “meritati” regali. E come in tutte le feste che si rispettano non può mancare un menu creato per l’occasione. Nella tradizione ebraica le Sufganiot (ciambelle fritte) sono dei dolci caratteristici della festa di Hanukkah. Eccovi la ricetta, facile e deliziosa.

Page 19: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Ingredienti:20 gr. Lievito di birra¾ bicchiere acqua tiepida1 cucchiaino zucchero2½ bicchieri farina125 gr di margarina2 uova2 cucchiai di zucchero a veloMischiare i primi tre ingredienti e lasciar lievitare. Aggiungere gli altri ingredienti e lavorare finché diventa un impasto. Lasciar crescere finché di raddoppia. Stendere l’impasto e formare dei cerchi col bordo del bicchiere. Lasciar lievitare ancora per ¾ d’ora.Friggere immergendo bene nell’olio finché saranno dorati. Lasciar raffreddare e spruzzare zucchero a velo sulle ciambelle.

סופגניות

SUFGAINOT

Page 20: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Ghetto e Sinagoga di

Roma 8 febbraio 2012

Page 21: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

L’uscita alla Sinagoga e al Ghetto è stata una delle nostre tappe più importanti perché è proprio da lì che è iniziato tutto qui a Roma, ed infatti, ci siamo soffermati a lungo su questo.Durante questa uscita abbiamo visto le stradine dove vivevano gli Ebrei, il Portico d’Ottavia, la lapide che ricorda il 16/10/1943 quando vennero deportati gli ebrei di Roma e infine La Sinagoga con il suo museo, i suoi giardini, il Tempio Maggiore e la Cappella Spagnola o Tempio spagnolo.

Page 22: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Il Ghetto ebraico di Roma è tra i più antichi ghetti del mondo; è sorto infatti 40 anni dopo quello di Venezia che è stato il primo in assoluto. Il termine deriva dal nome della contrada veneziana ”Gheto”(quartiere), ove gli ebrei di quella città furono costretti a risiedere. La zona che i romani oggi indicano come Ghetto è all'incirca delimitata da Via Arenula, Via dei Falegnami, Via de' Funari, Via della Tribuna di Campitelli, Via del Portico d'Ottavia e Lungotevere de' Cenci.Il Ghetto storico era invece molto più ristretto e situato all'incirca tra le attuali Via del Portico d'Ottavia, Piazza delle Cinque Scole ed il Tevere.

Page 23: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Ci siamo soffermati in modo particolare ad osservare le

“pietre d'inciampo” che recentemente sono state

poste davanti ai portoni dai quali dovettero uscire, il 16 ottobre

del '43, quegli Ebrei, anche intere famiglie, che mai più

tornarono a casa ...!

Esse recano incisi nome, cognome, data di nascita e luogo di morte di ciascuno.

Page 24: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Fosse Ardeatine 23 marzo

Page 25: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Il giorno 23 marzo 2012 siamo stati invitati alla commemorazione dell’eccidio tenutosi alle

Fosse Ardeatine durante la 2° guerra mondiale.

Erano presenti molte persone tra cui membri delle Forze dell’Ordine , il Sindaco di Roma Alemanno ed il Presidente della Repubblica

Giorgio Napolitano .

È stato molto interessante ascoltare le preghiere cattoliche ed ebraiche.

È stato commovente ascoltare i nomi UNO AD UNO di tutte le vittime.

Page 26: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Film e letture di libri

Abbiamo visto insieme alcuni film come “ La vita è bella” e “Vento di Primavera” sui quali abbiamo fatto delle recensioni e dei commenti personali. Oltre ai testi presenti nella nostra antologia, abbiamo letto “Il Bambino con il pigiama a righe”, un libro recente, famoso in tutto il mondo dal quale è stato tratto un film: ci è piaciuto molto.

Page 27: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Vento di

primavera

Page 28: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Titolo originale: La RafleLingua: francese Paese: Francia Anno: 2010Durata: 115 minutiColore: a coloriAudio: sonoroGenere:storiso,drammaticoRegia: Roselyne BoschPersonaggiJean Reno : Dr. David SheinbaumMèlanie Laurent : Annet Monod Gad Elmaleh : Schmuel Weismann Doppiatori Rodolfo Bianchi: Dr. David Sheinbaum

Page 29: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Trama:

Parigi, durante l'estate del 1942, è sotto l'occupazione tedesca e gli ebrei sono costretti ad indossare la stella gialla. Nel quartiere della Butte Montmartre vivono due famiglie ebree. A Parigi, i pareri sono divisi, alcuni vogliono proteggere e nascondere gli ebrei, altri come il fornaio, preferiscono insultarli.Nella notte fra il 15 e il 16 luglio, queste due famiglie subiranno un tragico cambiamento in seguito ad un accordo tra i nazisti e le autorità francesi per l'arresto e la deportazione di molti ebrei. A seguito di questo rastrellamento vengono portati nel Vél d'Hiv, dove due bambini protagonisti incontrano un'infermiera, Annette Monod, che farà tutto il possibile per aiutare loro ed altri bambini ebrei. Nel velodromo le condizioni sono precarie e malsane: non hanno acqua, sono ammassati e costretti a fare i loro bisogni dove c'è spazio. Il cibo scarso deve essere diviso in modo che ognuno di loro abbia qualcosa da mangiare. Una mattina, mentre i detenuti sono assetati, i pompieri simulano un incendio per aprire le porte e dare loro da bere, e molti degli ebrei consegnano delle lettere destinate a parenti ai vigili arrivati in loro soccorso. Dopo due giorni, i prigionieri vengono portati in un campo di transito a Beaune-la-Rolande nel dipartimento della Loira. Affamati e deboli, gli ebrei affrontano la fame e la sete. Pochi giorni dopo, i genitori ed i bambini più grandi vengono deportati nel campo di sterminio di Auschwitz, solo i più giovani rimangono con la speranza di un loro ritorno che non si verificherà. Annette deve raddoppiare gli sforzi, nonostante la fatica, per prendersi cura di loro.Mettendo in atto gli ultimi consigli di sua madre, Joseph ed un suo compagno si danno alla fuga grazie all'aiuto dei loro compagni. Joseph sopravvisse alla fine del viaggio assieme a Noah che era fuggito dal treno ed era stato salvato da una coppia di anziani. Nel 1945, alla fine della guerra, entrambi ritrovano Annette all'Hotel Lutetia, un hotel parigino dove vengono accolti i sopravvissuti dei Campi di Concentramento.I

Page 30: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Ma chi può decidere

Se una persona è degna o no

di vivere?

Chi può decidere in

cosa è giusto credere?

Page 31: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Sono vissute persone che hanno

“fatto la differenza “

mettendo a rischio la loro stessa

vita per agire

in difesa degli Ebrei:

I GIUSTI

Page 32: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Giorgio Perlasca

רק

Giorgio Perlasca (Como, 31 gennaio 1910 – Padova, 15 agosto 1992) è stato un funzionario e commerciante italiano.Divenne famoso quando fu reso noto che aveva salvato la vita di oltre cinquemila ebrei ungheresi durante la seconda guerra mondiale, strappandoli alla deportazione nazista, fingendosi un diplomatico spagnolo.

Page 33: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Da giovane, Giorgio Perlasca aderì in modo convinto al Partito Fascista e combatté come volontario nel Regio Esercito.Il giorno dell'armistizio tra l'Italia e gli Alleati (8 settembre 1943) si trovava a lavorare nella capitale ungherese e, prestando fedeltà al giuramento fatto al Re, rifiutò di aderire alla Repubblica Sociale Italiana. Per questo motivo si trovò ad essere ricercato dai tedeschi e fu costretto a trovare rifugio presso l'ambasciata spagnola.Ottenuti dall'ambasciata una cittadinanza fittizia e un passaporto spagnoli, si trasformò in «Jorge Perlasca» e fu impiegato dall'ambasciatore Ángel Sanz Briz nel tentativo di salvare gli ebrei di Budapest, ospitati in apposite «case protette» dietro il rilascio di salvacondotti. Tale operazione era stata organizzata con la collaborazione di alcune ambasciate di altre nazioni.Nel novembre 1944 Perlasca decise di restare e spacciarsi come sostituto del console partente, all'insaputa dello stesso, redigendo di suo pugno la nomina ad ambasciatore con tanto di timbri e carta intestata.Da quel momento Perlasca si trovò a gestire il "traffico" di migliaia di ebrei, nascosti nell'ambasciata e nelle case protette sparse per la città, unendosi agli sforzi compiuti con gli stessi mezzi e con gli stessi obiettivi dal diplomatico svedese Raoul Wallenberg e dal nunzio apostolico Mons. Angelo Rotta. Tra il 1º dicembre 1944 e il 16 gennaio 1945 Perlasca rilasciò migliaia di finti salvacondotti che conferivano la cittadinanza spagnola agli ebrei, arrivando più volte a strappare letteralmente dalle mani delle Croci Frecciate i deportati sui binari delle stazioni ferroviarie.Si calcola che grazie all'opera di Perlasca circa 5.200 ebrei furono salvati dalla deportazione, circa quattro volte di più di quelli salvati da Oskar Schindler.Soltanto nel 1987, oltre quarant'anni dopo, alcuni ebrei ungheresi residenti in Israele rintracciarono finalmente Perlasca (reputato da molti un cittadino spagnolo) e divulgarono la sua storia di coraggio e solidarietà. Perlasca ha ricevuto per la sua opera numerose medaglie e riconoscimenti.Il 23 settembre 1989 fu insignito da Israele del riconoscimento di Giusto tra le Nazioni. Al museo Yad Vashem di Gerusalemme, nel vialetto dietro al memoriale dei bambini è stato piantato un albero a lui intitolato. Anche a Budapest, nel cortile della Sinagoga, il nome di Perlasca appare in una lapide che riporta l'elenco dei giusti.È morto a Padova nel 1992 all'età di 82 anni. È sepolto a Maserà di Padova.In Israele gli è stata dedicata una Foresta, in cui sono stati piantati 10.000 alberi, a simboleggiare le vite degli ebrei da lui salvati in Ungheria.

Page 34: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Lapide a Budapest

Lapide nel museo di Yad Vashem a Israele (Gerusalemme)

Giorgio Perlasca

Museo di Yad Vashem

Una scultura del museo Yad Vashem

Scultura del museo Yad Vashem

Un monumento del museo Yad Vashem

Page 35: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

“Il mio nome è mai più, mai più, mai più ...” Ligabue

“” “”(...) I ‘’capi’’ che decidono della (...) I ‘’capi’’ che decidono della vita altrui sono così convincenti da vita altrui sono così convincenti da riuscire a portare una nazione (... riuscire a portare una nazione (... quasi tutta) quasi tutta) a credere che sia giusto decidere a credere che sia giusto decidere della vita degli altri.della vita degli altri.

Noi crediamo che ciò che è stato Noi crediamo che ciò che è stato non debba più ripetersi .non debba più ripetersi . Questo per me, per noi, Questo per me, per noi, significa memoria. Questo significa significa memoria. Questo significa vita.(...)” Alessiavita.(...)” Alessia

Page 36: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria
Page 37: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Tu impara ad amare …. ricordati che la vita è

amore!

Tu impara ad amare …. ricordati che la vita è

amore!

Page 38: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

APPROFONDIMENTI:

IL RAZZISMO

APPROFONDIMENTI:

IL RAZZISMO

Page 39: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

• Il termine razzismo storicamente rappresenta un insieme di teorie che sostengono che la specie umana sarebbe un insieme di razze, differenti, e gerarchicamente ineguali.

• Definisce ogni atteggiamento attivo di intolleranza (che puo' tradursi in minacce e violenze).

• In senso piu' lato comprende anche ogni atteggiamento passivo di insofferenza, pregiudizio, discriminazione.

Page 40: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Con il termine razzismo, quindi, si intende la supremazia di una razza sulle altre e si attribuisce la decadenza della civiltà alla mescolanza tra le razze. L’ appartenenza ai vari gruppi veniva determinata in funzione del colore della pelle, riconoscendo la superiorità alla razza bianca.

Page 41: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Razzismo scientifico Razzismo scientifico

• Il razzismo scientifico venne rifiutato politicamente e scientificamente solo dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando con la pubblicazione della «Dichiarazione sulla razza» nel 1950, l'UNESCO decretò in modo ufficiale la non esistenza delle razze umane e incoraggiò i numerosi biologi a ricordare costantemente l'assenza di validità scientifica della nozione di "razze umane".

• “L’ unica razza che conosco è quella umana.” ( Albert Einstein)

Page 42: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Fate come noi: evitate l’indifferenza!

Fate come noi: evitate l’indifferenza!

Page 43: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Oltre a trattare l’argomento della Shoah abbiamo parlato anche dell'orrore di altri eccidi:

le FOIBEFOIBE.

Page 44: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Le foibe sono cavità carsiche di origine naturale con un ingresso a strapiombo. È in quelle voragini dell’Istria che fra il 1943 e il 1947 sono gettati, vivi e morti, quasi diecimila italiani.La prima ondata di violenza esplode subito dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943: in Istria e in Dalmazia i partigiani slavi si vendicano contro i fascisti e gli italiani non comunisti. Torturano, massacrano, affamano e poi gettano nelle foibe circa un migliaio di persone. Li considerano “nemici del popolo”. Ma la violenza aumenta nella primavera del 1945, quando la Jugoslavia occupa Trieste, Gorizia e l’Istria. Le truppe del Maresciallo Tito si scatenano contro gli italiani. A cadere dentro le foibe ci sono fascisti, cattolici, liberaldemocratici, socialisti, uomini di chiesa, donne, anziani e bambini. È una carneficina che testimonia l’odio politico-ideologico e la pulizia etnica voluta da Tito per eliminare dalla futura Jugoslavia i non comunisti. La persecuzione prosegue fino alla primavera del 1947, fino a quando, cioè, viene fissato il confine fra l’Italia e la Jugoslavia.

Page 45: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Ma il dramma degli istriani e dei dalmati non finisce. Nel febbraio del 1947 l’Italia ratifica il trattato di pace che pone fine alla Seconda guerra mondiale: l’Istria e la Dalmazia vengono cedute alla Jugoslavia. Trecentocinquantamila persone si trasformano in esuli. Scappano dal terrore, non hanno nulla, sono bocche da sfamare che non trovano in Italia una grande accoglienza. La sinistra italiana li ignora: non suscita solidarietà chi sta fuggendo dalla Jugoslavia, da un paese comunista alleato dell’URSS, in cui si è realizzato il sogno del socialismo reale. La stessa classe dirigente democristiana considera i profughi dalmati “cittadini di serie B” e non approfondisce la tragedia delle foibe. I neofascisti, d’altra parte, non si mostrano particolarmente propensi a raccontare cosa avvenne alla fine della seconda guerra mondiale nei territori istriani in quanto fra il 1943 e il 1945 quelle terre sono state annesse al Reich tedesco.Per quasi cinquant’anni il silenzio della storiografia e della classe politica avvolge la vicenda degli italiani uccisi nelle foibe istriane. È una ferita ancora aperta “perché, r è stata ignorata per molto tempo”. Il 10 febbraio del 2005 il Parlamento italiano ha dedicato la giornata del ricordo ai morti nelle foibe. Inizia l’elaborazione di una delle pagine più angoscianti della nostra storia.

Page 46: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

CI SONO STATI UOMINI VISSUTI

PER LA

PACE

Page 47: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Mohandas Karamchard Gandhi, detto il Mahatma

“Mantieni i tuoi pensieri positiviperché i tuoi pensieri diventano parole.

Mantieni le tue parole positiveperché le tue parole diventano i tuoi comportamenti.

Mantieni i tuoi comportamenti positiviperché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini.

Mantieni le tue abitudini positiveperché le tue abitudini diventano i tuoi valori.

Mantieni i tuoi valori positiviperché i tuoi valori diventano il tuo destino.”

Page 48: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Martin Luther King “Ho un sogno:che un

giorno questa nazione

si sollevi e viva

pienamente il vero

significato del suo credo.”

“Riteniamo queste verità

di per se stesse evidenti:

che tutti gli uomini sono

stati creati uguali”

Page 49: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

Nelson Mandela

Fu fatto prigioniero nel1969 solo per aver difesoi diritti degli uominidi colore e scarcerato 27anni dopo nel 1996.E’ stato il primoprimo presidente ad essere eletto dopo la fine dell’apartheidnel suo Paese.Premio Nobel per la pace nel 1993.

Page 50: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

“ Tutti apparteniamo al mondo: nessuno ne è padrone”

Page 51: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria
Page 52: Progetto della memoria: Il nostro futuro è la  nostra  memoria

13/05/12

RINGRAZIAMO: • Il Comune di ROMA •La Fondazione “MUSEO DELLA SHOAH “•La Fondazione “EX CAMPO FOSSOLI“•L’ A.N.E.D. •Il D. S. della nostra scuola Prof. Maria Laura Cannilla… E TUTTI COLORO CHE CI HANNO PERMESSO DI AMPLIARE LE NOSTRE CONOSCENZE CON QUESTO PROGETTO E DI DIVENTARE TESTIMONI.