La malattia Il cervello si rinnova mentale, una · Progetto Itaca Onlus. Bilancio. Dati aggregati...

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anno 15 n.5, giugno 2018. Spedizione in A.P. – D.L. 353/2003 (conv. In L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 2, DCB Milano PERIODICO SEMESTRALE DELLA FONDAZIONE PROGETTO ITACA ONLUS PER LA SALUTE MENTALE - N.5 SOMMARIO Il cervello si rinnova* Continua a pagina 2 Continua a pagina 2 La malattia mentale, una rimozione voluta? La malattia mentale, una rimozione voluta? Pagina 1 Il cervello si rinnova. Pagine 1-4 Basaglia a Parma: un libro per ricordarlo. Pagina 5 “Dopo di noi” durante noi. Pagina 6 La collaborazione con le Istituzioni. Pagine 7-8 News dalle Sedi: Milano Asti Catanzaro Firenze Genova Lecce Napoli Padova Palermo Parma Roma Pagine 9- 13 Sintesi della relazione di gestione 2017 Fondazione Progetto Itaca Onlus. Bilancio. Dati aggregati nazionali. Pagina 14 Partner di Progetto Itaca. Le nostre sedi. Pagina 15 O gni giorno i media riportano notizie che ci dovrebbero fare riflettere su un fatto: la malattia mentale può riguardarci tutti, direttamente o indirettamente. Non mi riferisco soltanto agli episodi di cronaca, già di per sé indicativi del livello di diffusione dei problemi psichici, ma anche ad altre informazioni che mi hanno fortemente colpito. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel 2020 la depressione sarà tra le principali cause di disabilità sociale e di assenteismo dai luoghi di lavoro. Il costo diretto e indiretto di depressione, ansia e stress a livello europeo è valutato 450 miliardi all’anno. Un costo pazzesco. Ed ancora: negli ultimi tre anni gli adolescenti hanno incrementato l’utilizzo di ansiolitici e di antidepressivi nella misura del 52 per cento. Una recente indagine ci informa inoltre che il 70 per cento dei malati di schizofrenia si vergognano e vivono in uno stato di semiemarginazione che talvolta li porta all’abbandono del luogo di lavoro o degli studi. L’Università di Yale, infine, ha inserito nei suoi programmi di studio un corso di benessere psichico che ha registrato in brevissimo tempo l’en plein di frequenza. Una storia elettrizzante S e già nel Settecento, con il celebre esperimento della rana collegata ad un parafulmine, Luigi Galvani aveva intuito che il cervello funziona grazie ad impulsi elettrici, è nel Novecento che la conoscenza dell’at- tività elettrica cerebrale compie passi da gigante anche nella diagnostica. Basti pensare all’invenzione dell’elettroencefalogramma, nel 1929, da parte di Hans Berger: grazie ad elettrodi posti sulla teca cranica si registra l’at- tività elettrica del cervello e, in base a questa, si possono accertare molte patologie, come per esempio l’epilessia. L’incessante ricerca che si è continuata ad effettuare parallelamente in tutto il mondo ha fatto compiere costanti progressi: nel 1963, Alan Lloyd Hodgin e Andrew Huxley vincono il premio Nobel per la medicina per avere capito che l’attività elettrica cerebrale è dovuta ai cosiddetti canali ionici, piccoli fori nella membrana dei neuroni all’interno dei quali passano ioni cloro, sodio e potassio. E’ la variazione di potenziale al loro passaggio a condurre l’impulso elettrico attraverso il cervello. Oggi, con apposite pi- pette riusciamo a misurare addirittura l’attività elettrica del singolo neurone e siamo in grado di attivare i canali ionici anche per mezzo della luce, illu- minando parti del cervello di topi in vivo. In questo modo siamo giunti ad evidenziare i circuiti o le cellule che si attivano mentre il topo svolge una certa attività. A poco a poco si è riusciti ad integrare numerosi tasselli: per esempio, si è capito che il cervello utilizza un sistema analogico, consumando po- chissimo e che opera con il sistema di sparse coding: ovvero usa una piccola frazione di neuroni alla volta, solo il 10 per cento, con un risparmio di energia settorializzata nel momento e nelle cellule in cui esso deve lavorare. Le tecnologie di studio e diagnosi Un fondamentale aiuto per la ricerca e per la diagnosi ci viene oggi dalle tecnologie inventate nel Novecento e sempre più perfezionate, che mostra- no il cervello in movimento: la pet, la tac e la risonanza. La pet, la tomografia a emissione di positroni, si serve dei radioisotopi per studiare i comportamenti biologici. Sappiamo che il glucosio è la so- stanza energetica che il cervello utilizza di più. Conferenza del Professore GIANVITO MARTINO Direttore scientifico dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano

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PERIODICO SEMESTRALE DELLA FONDAZIONE PROGETTO ITACA ONLUS PER LA SALUTE MENTALE - N.5

SOMMARIO

Il cervello si rinnova*

Continua a pagina 2 Continua a pagina 2

La malattia mentale, una rimozione voluta?

La malattia mentale, una rimozione voluta?Pagina 1

Il cervello si rinnova.Pagine 1-4

Basaglia a Parma: un libro per ricordarlo.Pagina 5

“Dopo di noi” durante noi.Pagina 6

La collaborazione con le Istituzioni.Pagine 7-8

News dalle Sedi:MilanoAstiCatanzaro

FirenzeGenovaLecce Napoli Padova Palermo Parma Roma Pagine 9- 13

Sintesi della relazione di gestione 2017Fondazione Progetto Itaca Onlus. Bilancio. Dati aggregati nazionali.Pagina 14

Partner di Progetto Itaca. Le nostre sedi. Pagina 15

Ogni giorno i media riportano notizie che ci dovrebbero fare riflettere su un fatto:

la malattia mentale può riguardarci tutti, direttamente o indirettamente. Non mi riferisco soltanto agli episodi di cronaca, già di per sé indicativi del livello di diffusione dei problemi psichici, ma anche ad altre informazioni che mi hanno fortemente colpito. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che nel 2020 la depressione sarà tra le principali cause di disabilità sociale e di assenteismo dai luoghi di lavoro.Il costo diretto e indiretto di depressione, ansia e stress a livello europeo è valutato 450 miliardi all’anno. Un costo pazzesco.Ed ancora: negli ultimi tre anni gli adolescenti hanno incrementato l’utilizzo di ansiolitici e di antidepressivi nella misura del 52 per cento.Una recente indagine ci informa inoltre che il 70 per cento dei malati di schizofrenia si vergognano e vivono in uno stato di semiemarginazione che talvolta li porta all’abbandono del luogo di lavoro o degli studi. L’Università di Yale, infine, ha inserito nei suoi programmi di studio un corso di benessere psichico che ha registrato in brevissimo tempo l’en plein di frequenza.

Una storia elettrizzante

Se già nel Settecento, con il celebre esperimento della rana collegata ad un parafulmine, Luigi Galvani aveva intuito che il cervello funziona grazie ad impulsi elettrici, è nel Novecento che la conoscenza dell’at-

tività elettrica cerebrale compie passi da gigante anche nella diagnostica. Basti pensare all’invenzione dell’elettroencefalogramma, nel 1929, da parte di Hans Berger: grazie ad elettrodi posti sulla teca cranica si registra l’at-tività elettrica del cervello e, in base a questa, si possono accertare molte patologie, come per esempio l’epilessia.

L’incessante ricerca che si è continuata ad effettuare parallelamente in tutto il mondo ha fatto compiere costanti progressi: nel 1963, Alan Lloyd Hodgin e Andrew Huxley vincono il premio Nobel per la medicina per avere capito che l’attività elettrica cerebrale è dovuta ai cosiddetti canali ionici, piccoli fori nella membrana dei neuroni all’interno dei quali passano ioni cloro, sodio e potassio. E’ la variazione di potenziale al loro passaggio a condurre l’impulso elettrico attraverso il cervello. Oggi, con apposite pi-pette riusciamo a misurare addirittura l’attività elettrica del singolo neurone e siamo in grado di attivare i canali ionici anche per mezzo della luce, illu-minando parti del cervello di topi in vivo. In questo modo siamo giunti ad evidenziare i circuiti o le cellule che si attivano mentre il topo svolge una certa attività.

A poco a poco si è riusciti ad integrare numerosi tasselli: per esempio, si è capito che il cervello utilizza un sistema analogico, consumando po-chissimo e che opera con il sistema di sparse coding: ovvero usa una piccola frazione di neuroni alla volta, solo il 10 per cento, con un risparmio di energia settorializzata nel momento e nelle cellule in cui esso deve lavorare.

Le tecnologie di studio e diagnosiUn fondamentale aiuto per la ricerca e per la diagnosi ci viene oggi dalle tecnologie inventate nel Novecento e sempre più perfezionate, che mostra-no il cervello in movimento: la pet, la tac e la risonanza.

La pet, la tomografia a emissione di positroni, si serve dei radioisotopi per studiare i comportamenti biologici. Sappiamo che il glucosio è la so-stanza energetica che il cervello utilizza di più.

Conferenza del Professore GIANVITO MARTINO Direttore scientifico dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano

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Mi stupisce e trovo di fatto inaccettabile che informazioni di questo tipo, presenti sui quotidiani, vengano ignorate, non lette né valorizzate, e che comunque oggi si pensi ancora che le malattie mentali siano diverse dalle altre. Sono malattie come tutte, con cui dobbiamo convivere e sulle quali è necessario lavorare in una logica di corretta prevenzione. La medicina ha fatto passi da gigante. Oggi l’approccio terapeutico tempestivo dà

prospettive di guarigione molto elevate. Allora ci chiediamo: perché la maggior parte delle persone leggono queste notizie ma le rifiutano? Forse le leggono, ma evidentemente si attiva in loro un principio di rimozione generato dalla paura, perché ancora oggi la malattia mentale fa paura, viene considerata diversa dalle altre, crea vergogna ed emarginazione. Allora, se la paura genera la rimozione e impedisce la diffusione dell’informazione corretta su

queste malattie, viene spontanea una domanda: è la paura che genera l’ignoranza o è l’ignoranza che genera la paura? Non so se sia la chiave giusta di questo fenomeno. Non so dare una risposta, ma una cosa è certa: più conosciamo il nostro cervello e più ci adopreremo per tutelarne i meravigliosi meccanismi.

LUCA FRANZI DE LUCA

Presidente Progetto Itaca Milano

Se si inietta del glucosio radioattivo, per esempio in un malato di Alzheimer, le variazioni di colore nell’im-magine dell’encefalo evidenziano le aree più inerti, da cui si può dedurre una forma di demenza.

Con la tac si usano i raggi X per studiare la struttu-ra, ma è la risonanza a permetterci di esaminare singo-larmente e capire la funzione dei fasci nervosi che con-nettono le diverse aree. Se con le risonanze di ultima generazione, circa dieci volte più potenti, si vedono ad-dirittura le singole cellule, con la risonanza magnetica funzionale si evidenziano in vivo le aree che si attivano con le diverse funzioni.

Ciò che è importante è l’aver capito che il cervello è un insieme di circuiti neuronali organizzati in reti. Tutte le sue funzioni complesse sono proprietà emer-genti, risultato di una serie di neuroni che si connetto-no in rete tra loro.

Per spiegare il concetto di proprietà emergente, portiamo il semplice esempio del motore dell’auto e del traffico: i motori di molte macchine che funzionano contemporaneamente hanno come proprietà emergen-te il traffico della città.

Se si uniscono tre neuroni, ciò che ne risulta non è solo la funzione del singolo neurone moltiplicata per tre, ma è qualcosa di più, cioè è la proprietà emergente dal fatto che i tre neuroni sono legati fra loro. Abbiamo infatti appurato che esaminare di per sé i neuroni non è sufficiente per capire come funzionano: è necessario studiare il circuito a cui partecipano.

I circuiti cerebraliCon le moderne tecnologie da noi citate abbiamo co-minciato a scoprire i circuiti cerebrali. Il primo è stato il sistema di posizionamento cerebrale, che ci permet-te di orientarci nello spazio. E’ stato scoperto da John O’Keefe, May-Britt Moser e Edvard Moser, premiati con il Nobel per la medicina 2014 perché è il primo circuito che si è riusciti a identificare in vivo.

Ma il cervello è un insieme estremamente com-plesso. Prendiamo un encefalo di ratto: in un pixel, un punto di 3 mm (il potere di risoluzione della risonanza

magnetica attuale), ci sono 31.000 cellule di 207 sot-totipi, cioè con attività elettriche diverse, e 37 milioni di sinapsi.

Per quanto sia difficile interpretare questa comples-sità dal punto di vista biologico, tuttavia sappiamo che le informazioni elementari vengono elaborate con-temporaneamente in varie aree cerebrali operanti sia in serie sia in parallelo.

I neuroni, connettendosi fra loro (sembra in un nu-mero variabile fra le mille e le 10.000 unità ciascuno), formano circuiti neuronali che collegano le varie aree cerebrali e che determinano le funzioni cerebrali com-plesse. Come già detto, sono infatti i circuiti a generare le funzioni, e non la sommatoria delle funzioni dei sin-goli neuroni.

Il cervello ha dunque dei comportamenti emer-genti di cui non conosciamo la natura. E qui si cela davvero un mistero non ancora risolto.

Ci chiediamo ancora: i circuiti sono finiti o infini-ti? Il dibattito è ancora in corso, ma possiamo fare delle considerazioni interessanti. Portiamo l’esempio del fora-ging, l’attività di ricerca del cibo fuori dalle aree frequen-tate solitamente e quindi con una certa dose di rischio. Si è visto che in questo caso nel cervello di vermi, zan-zare, topi e scimmie si attivano le stesse aree del nostro encefalo quando facciamo una scommessa, cioè quando rischiamo in proprio e non possiamo prevedere l’esito.

Questo esperimento, molto importante, ci fa capire che probabilmente il cervello è finito. Non abbiamo la possibilità di costruire circuiti in aggiunta. Anzi, nor-malmente, i circuiti non usati vengono eliminati nell’adolescenza.

Per tale motivo infanzia e adolescenza sono i mo-menti più determinanti per la nostra evoluzione cere-brale, ma a questo concetto voglio aggiungere un’ul-teriore estrapolazione: nella nostra società il denaro è diventato talmente fondamentale in un tempo così breve, che per esso non abbiamo potuto evolvere un circuito specifico bensì abbiamo preso in prestito quel-lo legato al cibo, ovvero un circuito di sopravvivenza.

Ne deriva che, purtroppo, siamo soggetti ad un

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sistema basato sul denaro, gestito in modo completa-mente irrazionale.

Un altro esperimento dimostra che i circuiti sono finiti: il disgusto provato da una persona davanti a un’offerta in denaro ritenuta iniqua attiva lo stesso cir-cuito che fa provare disgusto per il cibo ad una persona affetta da un disturbo alimentare.

Alla base c’è la ricompensaSe è vero che i circuiti sono finiti e noi li prendiamo in prestito in base alle nostre esigenze, ne deriva che, se riusciamo a capire il meccanismo di base, possiamo intervenire per risolvere anche problemi che sembrano irrisolvibili.

Ma esiste un circuito di base, un circuito tipo su cui gli altri circuiti s’innestano? Come sono questi circuiti preformati?

Essi sono legati soprattutto al circuito della ricom-pensa, ossia funzionano soltanto se ciò che facciamo ci dà gratificazione: ovvero se, a livello fisiologico, si traduce in una maggiore produzione di dopamina.

Quando quella funzione psichica ci determina una ricompensa piacevole, allora quel circuito svolge la sua funzione.

Se ne fa la prova sperimentale studiando il cervello della lumaca che ha solo due neuroni: il circuito di base è legato all’inibizione e alla motivazione.

Quando riceviamo un impulso dall’esterno, cer-chiamo di capire se esso ci genera piacere o dispiacere cercando nella nostra memoria situazioni simili. Ecco perché la socializzazione, la cultura, la lotta all’igno-ranza sono fondamentali: perché quanto più imma-gazziniamo nella memoria ricordi che ci permettono di avere diverse opzioni operative di fronte a una situa-zione, tanto più siamo in grado di vivere una vita di soddisfazione. E’ estremamente interessante il risultato di un lavoro appena completato ad Harvard, durato 75

anni: a suo tempo avevano chiesto a 700 ragazzi che cosa pensavano fosse necessario per essere felici. Molti avevano risposto soldi e potere. E invece i più longevi non sono stati i ricchi e potenti, ma chi ha maggior-mente socializzato.

Dunque la socializzazione è il motore determi-nante per una vita soddisfacente.

Il cervello si difende… Per capire se questa struttura di base abbia una rilevan-za concreta nel nostro funzionamento cerebrale o sia solo un’estrapolazione ci vorrà molto tempo. Nel 2013 in un discorso alla nazione Barack Obama lanciò l’Acti-vity Brain Project, sostenendo che tutti i problemi della mente e del cervello sarebbero stati risolti in quindici anni. In realtà non è così semplice: occorre diffidare delle fake news che spesso vengono diffuse.

Oggi infatti siamo in grado di studiare un cervello in movimento composto soltanto da circa 300 neuroni: quello di un verme. Forse in dieci anni riusciremo a studiare il cervello intero di una Drosophila, il mosce-rino della frutta, che ha circa 135.000 neuroni, e forse in 15 anni riusciremo a decodificare ad uno ad uno i circuiti complessi nel cervello di un topo che ha 75 milioni di neuroni. Ma il cervello umano ne possiede 100 miliardi!

E’ grazie a questa complessità che il cervello è in grado di difendersi dall’ambiente, in assoluto la con-quista più importante dal punto di vista teleologico.

Il cervello non solo è protetto fisicamente dalla teca cranica, ma lo è anche dal sistema immunitario.

Ultimamente abbiamo scoperto di avere un se-condo cervello, il famoso cervello nell’intestino, il cosiddetto gut-brain o microbiota: i microbi pro-ducono dei neurotrasmettitori che, pur rimanendo nell’intestino, possono comunicare al cervello un disa-gio o uno squilibrio.

1500-2000 grammi peso del cervello umano adulto (400 nel neonato). Ha raggiunto questo peso negli ultimi 3 milioni di anni, a partire da circa 500 grammi, evolvendosi grazie alla socializzazione, elemento predominante del suo sviluppo.

90 miliardi di neuroni presenti nel cervello.

100.000 miliardi di connessioni sinaptiche, poiché ogni cellula nervosa è collegata a milioni di altre cellule.

2 milioni di chilometri di cablaggio e un consumo energetico di soli 20 Watt, quanto una lampadina.

I NUMERI DEL CERVELLO

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Oggi in alcuni ambiti si effettua la terapia fecale utilizzando feci di soggetti sani. Per esempio, la gra-vissima infezione da Clostridium in pazienti trapiantati o immunodepressi si cura con feci di pazienti sani. Le terapie fecali cambiano il microbiota con un ampio ri-svolto terapeutico.

….è plastico,…Il cervello ha la capacità di modificare continuamente i contatti (come nelle aree visive, dove il 20 per cento dei contatti tra neuroni cambiano nel giro di pochi giorni) e, quando i suoi circuiti si danneggiano, i neuroni so-pravvissuti sono capaci di connettersi con altri neuroni. Il sistema è dunque plastico, le sinapsi scompaiono e ricompaiono. Anche i neuroni (o meglio l’assone, cioè la parte di trasmissione) se danneggiati, possono ricrescere in maniera abbastanza soddisfacente.

Un esempio: in caso di ischemia cerebrale che faccia perdere l’uso di una mano, il cervello ricostruisce il circu-ito necessario ricorrendo ad altri circuiti ridondanti che prima non erano utilizzati a quello scopo. Infatti il 50 per cento di pazienti con ischemia cerebrale recuperano spes-so piuttosto bene, in proporzione all’entità del danno.

La struttura cerebrale è così complicata e plastica proprio perché “sa” che quando si danneggia non può più ricostruirsi ma solo utilizzare le parti ridondanti. Ricordiamo che normalmente viene usato solo il 10 per cento del cervello per volta, il resto è riserva funzionale. A differenza del fegato, esso rigenera poco; quando è danneggiato, sfrutta la riserva funzionale di circuiti che per essere utilizzabili devono avere una base piuttosto stereotipata. Sono circuiti preesistenti, riadattati per una nuova funzione.

Riassumendo: il sistema immunitario protegge il cervello, le connessioni tra i neuroni cambiano in base alle condizioni ambientali, gli assoni dei neuroni cre-

3000-450 a.C.: Identificazione del cervello; forma e struttura.Appare il geroglifico “cervello” (papiro di Edwin Smith, 1862). 1543: Andrea Vesalio (1514-1564) studia e disegna l’anatomia cerebrale.

Seconda metà ‘600: Anton van Leeuwennoek (1632-1723) inventa il microscopio a 300 ingrandimenti.

1791: Luigi Galvani (1737-1798): il cervello funziona con impulsi elettrici.

1796: Franz Gall (1758-1828) e Johann Spurzheim (1776-1832): ogni funzione cerebrale corrisponde ad una specifica zona (frenologia).

Prima metà ‘800: Bartolomeo Panizza (1785-1867): la regione posteriore del cervello è legata alla visione; le funzioni mentali dipendono da strutture anatomiche.

1861: Paul Pierre Broca (1824-1880) identifica un’area (detta di Broca), deputata al linguaggio articolato.

1870: Gustav Theodor Fritsch (1836-1927) e Julius Eduard Hitzig (1838-1907) definiscono il circuito motorio su una scimmia viva.

1874: Carl Wernicke (1848-1905) individua l’area percettiva del linguaggio.

1906: Santiago Ramon y Cajal (1852-1934) e Camillo Golgi (1843-1926), premi Nobel per la scoperta delle cellule cerebrali. Cajal: i neuroni sono contigui (teoria neuronale).

1929: Hans Berger (1873-1941) registra le onde cerebrali umane: nasce l’elettroencefalogramma. 1963: Alan Lloyd Hodgin (1914-1998) e Andrew Huxley (1917-2012), premi Nobel. I meccanismi ionici regolano la trasmissione dei segnali nervosi.

1970 e seguenti: Paul Mac Clean: Triune Brain (cervello uno e trino): riconosce neopallio, paleopallio e archipallio.

* La conferenza fa parte del ciclo “Incontri con la scienza – per saperne di più” organizzato da Progetto Itaca.Trascrizione a cura di Maria Luisa Bonacchi e Angelo Salvioni.

STUDIO DEL CERVELLO

LA STORIA A GRANDI TAPPE

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scono, e anche le staminali del cervello partecipano a tutto ciò: è la ricerca che stiamo eseguendo al San Raf-faele di Milano.

…e anche irrazionaleComunque, il nostro cervello non è lo strumento ra-zionale che immaginiamo. Non solo deve difendersi e proteggersi, ma anche mantenersi efficiente preservan-do soprattutto i circuiti della sopravvivenza.

Di fronte ad un pericolo o se dobbiamo agire in fretta o essere veloci, il cervello cerca di capire se quell’evento può essere dannoso per i circuiti della sopravvivenza. Ma più siamo veloci, come è richiesto oggi dalla società, più siamo irrazionali.

Il bisogno di velocità viene sfruttato ad arte per far sì che la nostra irrazionalità ci determini dei compor-tamenti non pensati. Per questo l’ignoranza genera la paura. Basti pensare alla pubblicità: sesso, cibo e vio-lenza, i tre circuiti della sopravvivenza, se stimolati ade-guatamente ci inducono a ragionare in modo irrazio-nale e a correre a comprare il prodotto pubblicizzato.

La mente è irrazionale perché inconsapevolmen-te utilizza strategie operative intuitive che possono risultare fallaci. Si dividono in euristiche e bias. Un esempio: chi pensate sia più pericoloso per voi, uno squalo o un relitto spaziale che vi colpisce? Tutti ri-spondono: “Uno squalo”, ma le probabilità di essere colpiti da un relitto spaziale è più alta.

Non si pensi dunque di essere soggetti esclusiva-mente razionali: quando si deve rispondere in fretta ad un determinato stimolo, tutti lo siamo molto di meno.

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Basaglia a Parma: un libro per ricordarlo

Franco Basaglia e la legge n. 180; la provincia parmense e Proget-to Itaca Parma. Un legame più

stretto di quanto si possa pensare e che sta per essere raccontato in un libro di prossima pubblicazione. Lo psichiatra infatti maturò la sua visio-ne terapeutica, oltre che a Gorizia e a Trieste, proprio a Parma, durante i due anni trascorsi come direttore dell’Ospedale psichiatrico di Color-no, a 18 km dalla città.

“Il motore di tutto fu Mario Tommasini, allora Assessore alla Sa-nità della provincia”, racconta Gian-ni Caselli, vicepresidente di Progetto Itaca Parma. “L’8 marzo 1965 visitò l’Ospedale psichiatrico di Colorno: un gigante con 1300 internati in condizioni disumane, in-descrivibili, con 170 infermieri e quattro medici, talvolta ridotti a due o tre”.

Il manicomio era nato nel 1873 riadattando l’ex palazzo ducale, è rimasto poi per decenni in condizioni deplorevoli.

Tommasini (1928-2006), personalità eccezionale, am-ministratore e politico profondamente umano (nel 1977 gli viene conferito il Premio Schweitzer e alla sua morte gli è intitolata la Fondazione omonima, www.mariotom-masini.it), esce dall’esperienza traumatizzato. Si rivolge a Franco Basaglia, allora direttore dell’Ospedale psichiatrico di Gorizia. E lo convince a scendere in Emilia per dirigere la mastodontica struttura di Colorno. Basaglia vi rimane dal 1969 al 1971, per raggiungere poi il manicomio di Trieste.

Da subito, lo psichiatra e l’assessore si attivano per svuo-tare la struttura fatiscente e ricollocare i pazienti, un’impresa difficile durata anni: non tutti gli internati hanno famiglie pronte ad accoglierli e bisogna dunque trovare situazioni al-ternative.

Si identifica un’azienda agricola a Vigheffio, a 7 chilo-metri dalla città, proprietà dell’Amministrazione provinciale, dove vengono alloggiati una ventina di ex degenti di Colorno che prendono ad occuparsi delle attività agricole e della cura degli animali. Con immediato, immenso beneficio.

L’esperimento ha risonanza nazionale; nel 1980 il segre-tario del PCI Enrico Berlinguer viene a visitare la fatto-ria che diventa una testimonianza esemplare. In breve tutta l’area verde si trasforma in uno spazio pubblico diventando un luogo di vita e di recupero sociale. Di lì a poco viene co-struita anche una struttura di dimensioni medio-piccole, il Centro F. Santi, che funziona come accoglienza post-acuzie e come centro diurno, tuttora funzionante.

Oggi Vigheffio è centro residenziale con 15 ospiti in cari-co alla Cooperativa Proges (www.proges.it), gigante nel cam-po di ricovero e assistenza di anziani, servizi per l’infanzia e per il settore della salute mentale, e comprende anche una se-conda struttura con bar e ristorante gestita dalla Cooperativa

Avalon (www.coopavalon.it), con l’in-serimento lavorativo di malati mentali.

A partire dagli anni Ottanta, ti-pica dell’esperienza parmense è infatti la nascita di cooperative con la finalità di occupare persone in ri-abilitazione. Oltre alla Proges, sono presenti sul territorio anche Cabiria (“La creazione di un’alternativa alla marginalità e l’acquisizione di com-petenze lavorative sono la nostra vera mission”, www.cabiria.net) e la Sirio: quest’ultima, nata trent’anni fa per educare al lavoro i detenuti del carce-re San Francesco, nel Duemila ha in-serito accanto ai primi anche pazienti psichiatrici: “Oggi siamo la redazione radiofonica di ‘Non ci sto più dentro’,

dove giovani con patologie mentali trovano un microfono per acquisire professionalità e crescere in autostima (www.siriocoop.net)”. Convenzionate con le Asl, le cooperative gestiscono le strutture a dimensione familiare – un massimo di 6-7 persone – con la compresenza giornaliera di 2 o 3 operatori ciascuna.

Ed eccoci al libro: nel gennaio 2018, un gruppo di psi-chiatri e amministratori europei venuti a Parma a un conve-gno sulle esperienze di riabilitazione alternativa al manico-mio, visitano Vigheffio, sorpresi e ammirati, chiedendone materiale storico e illustrativo.

“A quel punto noi di PI Parma ci chiediamo: perché non scrivere un libro che documenti il fondamentale contributo dato dalla città alla Legge Basaglia?”, racconta il presidente Lelio Pallini. L’idea suscita l’interesse di Pietro Pellegrini, direttore del Dipartimento di Salute Mentale di Parma e provincia: e se l’ASL cittadina accoglie la proposta inseren-dola nel programma di quest’anno, anche il Comitato del Dipartimento di Salute Mentale della Regione, di cui fa parte Progetto Itaca, è disposto ad approvarla e sostenerla. “Nel frattempo stiamo stipulando due convenzioni con il Dipartimento di Salute Mentale della città e con la Direzio-ne dell’Azienda Ospedaliera per l’inserimento lavorativo di soci del nostro Club”, precisa Gianni Caselli.

Intanto, cercando fra i mille documenti della Fonda-zione Tommasini, i curatori del libro (lo storico Valerio Cervetti e la giornalista Ilaria Gandolfi) hanno riportato alla luce anche i tre film promossi dall’inesauribile Mario: “Matti da slegare” di Marco Bellocchio, 1975, documen-tario che, per la prima volta, raccontava la vita di ragazzi vissuti in manicomio; “Gli orti dell’amore” di Enrico De Vincenzi, 1980, ispirato all’esperienza degli orti e giardini sociali di Parma; e “D’amore si vive” di Stefano Agosti. Una toccante riflessione su amore, sesso e tenerezza. Girata nel 1984, a Parma.

MARIA LUISA BONACCHI

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“Dopo di Noi” durante noi...tutela giuridica delle persone con disabilità gravi

Riteniamo utile fornire alcuni spunti di riflessione sui temi, già maturati da tempo nella

coscienza degli interessati, dei fami-liari e in quella associativa, sul pos-sibile futuro dei giovani o adulti con fragilità, una volta scomparsi o im-possibilitati a provvedere i genitori, quasi sempre principali se non unici care givers.

Il complesso argomento, indicato con l’eufemismo “Dopo di Noi”, è stato di recente affrontato con la leg-ge 22.6.2016, n. 112 (“Disposizio-ni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità gravi prive del sostegno familiare”), e successivi decreti attuativi, tradotti già in alcune regioni in programmi ope-rativi. Provvedimenti da inserire nel contesto normativo già vigente che si compone di aspetti giuridico-legali, di aspetti assistenziali, previdenziali, fiscali ecc. che vanno sempre messi in correlazione con servizi e risorse ter-ritoriali, per orientare all’applicazione concreta, che deve essere declinata e finalizzata al miglior progetto di vita, valutati anche i diversi elementi per ogni persona.

Un compito non facile, di cui que-sto articolo può essere una prima tappa divulgativa, in un percorso graduale, per promuovere la corretta conoscen-za di strumenti e risorse per costruire per tempo, “Durante Noi” quindi, un progetto condiviso con l’interessato, i familiari, gli operatori, e che tenga in-

sieme i vari pezzi: abitativo, lavorativo, affettivo…, nel rispetto dell’autodeter-minazione e sostenibilità economica nel tempo.

La prima doverosa segnalazione è l’opportunità che il percorso per il futuro delle persone disabili gravi venga pianificato il più possibile an-ticipatamente e gradualmente, finché i genitori sono pienamente in grado di sostenere un “progetto” così impor-tante, conoscendo bene le norme ed i servizi sul territorio di riferimento.

Ribadiamo che non esistono ri-sposte universali ed uguali per tutti, e certo non può introdurle una nor-mativa, ma si può strutturare un per-corso personalizzato sulla base delle previsioni legislative e delle risorse pubbliche e private a disposizione.

Da parte nostra individuiamo tre aree principali e determinanti del per-corso da pianificare, corrispondenti ai fondamentali interrogativi della fami-glia sul futuro del giovane/adulto con fragilità: il chi, il dove, il come:

- Il chi riguarda la protezione giuridica della persona, nel caso non sia in grado di autodeterminar-si: si tratta quindi di individuare una persona che si occuperà di lui, in continuità educativa e affettiva con i genitori, meglio un familiare o un fratello che, se opportuno, assuma il ruolo di amministratore di sostegno, con la responsabilità della sua tutela e rappresentanza, sotto la vigilanza del magistrato che è il Giudice Tutelare.

DANIELA PIGLIAGiurista e Direttore AssociazioneInCerchio per le persone fragili

ha come missione quella di promuovere i diritti in vista della piena cittadinanza

ed inclusione delle persone fragili.

L’Associazione InCerchio per le persone fragili

via Giasone del Maino 16, Milano tel. 34983.10.372 o 34038.07.239 [email protected]

- Il dove fa riferimento a dove abiterà la persona fragile se e quan-do lascerà la casa di origine. Al riguar-do esistono varie proposte di residen-zialità, in parte codificate da norme statali e regionali. Da qualche anno si stanno infatti diffondendo esperienze di residenzialità leggera, appartamenti protetti, che rappresentano un’ottima soluzione per progetti di vita inclusivi e di qualità. La nuova legge, la n. 112 del 2016, di cui si parlava in apertura, ha il merito di riconoscere, anche con contributi economici, le micro resi-denzialità (appartamenti normali con 4/5 ospiti, inseriti in ambienti comu-nitari e socializzanti).

Il Fondo istituito dalla legge, ri-partito sulle regioni che devono ema-nare linee guida di utilizzo per gli enti locali, va soprattutto a sostegno di questa soluzione.

- Il come riguarda le modalità di supporto economico a tale progetto residenziale e di vita: di che vivrà mio figlio, se non è in grado di lavorare e provvedere a se stesso, si domanda angosciato il genitore?

Le risorse pubbliche e private messe in campo per la sostenibili-tà economica della persona disabile sono: provvidenze economiche di invalidità civile, reversibilità, polizze assicurative, assetti successori speci-ficamente studiati, donazioni, fondi vincolati e così via.

La nuova normativa prevede pure delle agevolazioni fiscali per incen-tivare l’accantonamento privato. Il legislatore promuove altresì un’opzio-ne, però poco praticabile per molte famiglie, il trust, istituto di origine anglosassone di separazione patrimo-niale, in questo caso finalizzato alla persona fragile.

La nuova legge fa quindi un passo in avanti sul tema del “dopo di noi”, ma ne vanno valutate tutte le poten-zialità da declinare poi in percorsi personalizzati con una visione d’in-sieme.

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E’ passato più di un anno da quando, a fine 2016, la Fondazione Progetto Itaca Onlus prese i primi contatti con il professor Giuseppe Maina, direttore

della Divisione Universitaria di psichiatria dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano (Torino). E si è oggi concretizzata la consulenza di questa importante struttura per il corso di Formazione dei Volontari di Torino, già organizzato, e per il Progetto Scuola che sarà avviato a Torino nell’anno scolastico 2018-19.Da nord a sud, nei confronti di Progetto Itaca, si sta diffondendo la collaborazione con le Istituzioni. E proprio a Milano il Comune ci ha messo a disposizione

alcuni ampi locali come sede sia per Job Station sia per la Linea d’Ascolto.A Catanzaro, l’Azienda Sanitaria Provinciale ha promesso alla Fondazione sia la consulenza di professionisti del Dipartimento di Salute Mentale sia la concessione di una sede in comodato d’uso gratuito. In Toscana e in Lazio sarà lanciata a breve la App to Young, un’applicazione per il sostegno ai giovani, realizzata tra gli altri dal Comune di Firenze e dall’Ospedale Bambin Gesù di Roma, di cui Fondazione Progetto Itaca Onlus sarà ambasciatrice. Mentre a Padova, infine, la Diocesi ci donerà in comodato gratuito una bellissima sede per molti anni.

M.L.B.

La collaborazione con le Istituzioni

I social network hanno ormai con-quistato gran parte del nostro tempo. Tra i dati presentati nel

report Digital 2017 emerge che il 51 per cento degli italiani online usa ap-plicazioni di “messaging” dai propri cellulari.

Segnale evidente che preferiamo comunicare tramite uno strumento tecnologico invece che affrontare una conversazione diretta con il nostro in-terlocutore. Da questa constatazione nasce la collaborazione tra l’Associa-zione Fiorenzo Fratini a Firenze, l’O-spedale Pediatrico Bambin Gesù di Roma e il Comune di Firenze, affian-cati dalla Fondazione Progetto Itaca Onlus tramite la sua sede fiorentina, e Villa Lorenzi, per la progettazione e la promozione di App to Young.

È un’applicazione accessibile da smartphone e tablet, operativa 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, dove l’utente può scegliere se avviare una conver-sazione via chat oppure parlare a voce con un operatore. Il tema è il disagio adolescenziale: come supportare e venire incontro ai tanti giovani che hanno bisogno di uscire dal senso di solitudine e di confusione emo-tiva. L’App to Young ha una grafica semplice e fresca, le domande sono state elaborate e vagliate dal repar-to di Neuropsichiatria Infantile del Bambin Gesù sotto la supervisione del professor Stefano Vicari. Ma il suo aspetto più innovativo è il coin-volgimento di coetanei volontari del gruppo Youngle con base a Firenze, il primo servizio pubblico nazionale di

ascolto e counseling, sui più comuni social, rivolto a e gestito da adole-scenti. Siamo grati all’Associazione Fiorenzo Fratini per aver finanziato il progetto e in particolare a Giovanna Fratini per la determinazione e l’e-nergia dedicata alla realizzazione di App to Young. L’iniziativa, moderna e innovativa, sarà lanciata nei prossi-mi mesi in Toscana e Lazio. Questa fase di rodaggio permetterà di moni-torare gli sviluppi dell’applicazione e di costruire collaborazioni con altre istituzioni nel territorio italiano af-finché ogni adolescente possa sentirsi ascoltato da un’equipe professionale. Finalmente non più solo.

LIVIA FRESCOBALDI Progetto Scuola Firenze

Il Progetto Scuola di Itaca Onlus: il primo servizio di ascolto e counseling tra giovani

Depressione. Instabilità. Apatia. Solitudine e senso di isolamento. Abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Disturbi alimentari. Incomprensioni familiari. Bullismo. Autolesionismo. Tendenze suicide.

Sintomi diversi, ma tutte manifestazioni di uno stesso malessere di fondo: il disagio giovanile.

Il disagio giovanile: un’epidemia invisibile

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FRANCESCO BAGLIONIDirettore Progetto Itaca Milano

Milano: Job Station e Linea d’Ascolto in una sede del Comune

All’inizio del 2018 Progetto Itaca Milano ha sot-toscritto una convenzione con il Comune per la gestione in partenariato di due importanti pro-

getti dell’Associazione: Job Station - il centro di smart working per la disabilità psichica - e la “gloriosa” Linea di Ascolto, da 18 anni il servizio gratuito di ascolto e di informazione sui disturbi mentali a estensione nazionale (n. verde 800274274).

Il Comune ha messo a disposizione di questi progetti due ampi locali in uso esclusivo e due sale riunioni in condivisione, nel contesto della Casa delle Associazioni di via Marsala 8/10, edificio scolastico in disuso, ricon-vertito in spazi polifunzionali per il terzo settore. Oltre a questo, l’Assessorato alle Politiche Sociali, Salute e Di-ritti ha promosso la collaborazione con il CeLav, Centro Mediazione Lavoro del Comune, che si occupa dell’inse-rimento al lavoro dei disoccupati, con particolare atten-zione allo svantaggio.

“Come siamo arrivati a questa collaborazione? In primo luogo per la serietà e l’affidabilità dell’Associazione Pro-getto Itaca; e poi per la tenacia che le persone di Proget-to Itaca hanno dimostrato nel chiedere il supporto del Comune. E infine perché, quando sono stato a prendere un caffè a Club Itaca il giorno di Ferragosto dell’anno scorso, mi è sembrato che fosse un posto dove era bello restare e ho pensato che avrei indirizzato là persone ami-che che avessero avuto bisogno di un aiuto per un distur-bo mentale”. Così Pierfrancesco Majorino, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano, racconta come è nato il rapporto con Progetto Itaca durante l’inaugura-zione dei nuovi spazi, il 30 maggio scorso.

L’iniziativa e la sua realizzazione sono state presenta-te con una tavola rotonda e diverse testimonianze delle persone direttamente coinvolte nei progetti. Sono inter-

venuti, oltre all’assessore Majorino, Francesca Patellani, Vice Presidente di Fondazione Italiana Accenture; Da-niele Audisio, responsabile del Centro Psico-sociale 6 dell’ASST Fatebenefratelli Sacco; Luca Franzi, Presiden-te di Progetto Itaca Milano; Carlo Porcari, Consigliere di Fondazione Banca Popolare Commercio e Industria che ci ha aiutati ad allestire i nuovi spazi insieme a Fondazio-ne De Agostini. Ha moderato i lavori Enrica Roddolo, scrittrice e giornalista del “Corriere della Sera”.

La parte dedicata alle testimonianze ha visto gli inter-venti di Walter Cibrario, nuovo responsabile della Linea d’Ascolto, e di Antonella Scorrano; due interventi coin-volgenti che hanno dato la misura del valore dell’ascolto e dell’empatia nelle relazioni umane e in particolare nel rapporto di aiuto per la salute mentale.

In chiusura Paola Bonagura, responsabile del proget-to Job Station per Itaca, e Aldo Pozzoli, Project Manager di Accenture, importante partner dell’iniziativa, hanno testimoniato come il ritorno al lavoro sia un’occasione di grande crescita e recupero del benessere per chi ha vissuto un disturbo mentale invalidante.

La convenzione è un riconoscimento notevole, da parte delle Istituzioni, dell’impegno per l’inclusione so-ciale svolto in tanti anni dall’Associazione, con servizi sempre del tutto gratuiti. È anche il segno di una moda-lità di collaborazione fra pubblico e privato sempre più necessaria e di successo. A fronte di contributi pubblici limitati rispetto all’ampiezza e alla complessità del biso-gno, in particolare nel campo della salute mentale, un ap-proccio di valorizzazione di tutte le risorse presenti nella comunità è diventato l’unico possibile. Progetto Itaca, con la sua capacità di innovare, coinvolgere e motivare persone ed enti nella salvaguardia della salute mentale, sarà un partner forte e strategico per il Comune.

All’inaugurazione sono intervenute circa cento per-sone anche in rappresentanza di tanti enti, associazioni, aziende, mass media e università, segno che Progetto Ita-ca è davvero una delle poche realtà in grado di catalizzare attenzione, partecipazione e risorse a favore della salute mentale, a Milano come in tante altre città d’Italia.

La mattinata si è chiusa con il taglio del nastro e un “in bocca al lupo” ai progetti che partono nei nuovi spa-zi in cui vivere una dimensione di impegno, servizio e crescita. Nella Casa delle Associazioni sono attive diverse altre realtà sociali, come Unicef e La Casa delle donne, con le quali sarà bello confrontarsi e cercare occasioni di lavoro condivisibile.

Edilio Rusconi, Consigliere di Progetto Itaca Milano e coordinatore della Tavola Rotonda.

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Milano Presidente: Luca Franzi de LucaAttività: Corso Formazione Volontari, Corso Famiglia a Famiglia, Corso Pari a Pari, Corso per Operatori della Salute Mentale, Gruppi di Auto Aiuto, Linea d’Ascolto (numero verde nazionale), Prevenzione nelle Scuole, Club Itaca, Progetto Ulisse, Area Ponte (Accompagnamento sul territorio, Attività con Club Itaca, Depressione Post-Partum, Gruppo Aperitivi), Itacounseling, Depressione Post-Partum a Lecco

Un gomitolo rosa antiansia

E’ nata la partnership tra la Fondazione Progetto Itaca e l’Associazione Gomitolo Rosa che promuove il knit-ting solidale per combattere l’ansia. Volontarie e socie

di Club Itaca si sono attivate e, con la lana donata dall’Associa-zione, hanno realizzato delle copertine donate poi al CAV, il Centro Aiuto alla Vita Mangiagalli di Milano, per le mamme in difficoltà da loro seguite.

Caccia al tesoro contro lo stigma

Un vero successo da ripetere la caccia al tesoro metropo-litana, protagonisti i soci di Club Itaca, il CPS di viale Puglie, una classe dell’Istituto Boccioni e una dell’I-

stituto Oriani-Mazzini con i rispettivi insegnanti. Il nutrito gruppo di soci e amici, abbinati al momento in squadre assai agguerrite, si sono sguinzagliati nell’area circostante la fermata MM di via Moscova. Tanto divertimento, premi per tutti e un ricco buffet finale nella sede di Club Itaca. Gli studenti sono stati invitati a prendere ciascuno in dono un libro della nostra biblioteca, a ricordo di una giornata esemplare contro lo stig-ma e il pregiudizio verso le persone con malattie psichiatriche.

Club Itaca, Progetto Itaca e carta stampata

Club Itaca approda al giornalismo. Una nostra socia, infatti (Giulia Pettinella) ha iniziato a collaborare a “Fuori di Milano”, la nuova rivista free press intera-

mente realizzata da utenti di salute mentale. Un direttore, Da-niele De Luca, e sette redattori, che si definiscono “matti 2.0”, informeranno i lettori non solo sui temi legati al disagio men-tale ma anche su fatti di attualità con interviste e commenti. Il primo numero, tirato in 20.000 copie, è stato presentato al Forum delle Politiche Sociali. Lo scopo è offrire uno sguardo diverso sul mondo, imparando un mestiere. Il giornale sarà distribuito negli uffici pubblici comunali e in alcuni punti vendita Feltrinelli.

Anche Progetto Itaca ha successo con la stampa: Le Buo-ne Notizie, supplemento settimanale del Corriere della Sera, nel numero speciale che ha celebrato i 40 anni della Legge Basaglia, ha parlato di noi nell’articolo “L’estro dei geni fra-gili e la casa Art Brut”. In occasione della nascita della Casa dell’Art Brut, presso la Fondazione Bussolera Branca a Casteg-gio (Pavia) dove confluiranno le collezioni di Bianca Tosatti e di Fabio & Leo Cei, si è evidenziato che già nel 2006 Progetto Itaca aveva organizzato al Palazzo della Ragione di Bergamo la prima mostra, Oltre la Ragione, di queste opere per spa-lancare una finestra sulla creatività nata dal disagio mentale. L’Art Brut infatti è l’arte irregolare che diventa vittoria su caos e annientamento.

EVENTI E MANIFESTAZIONI10-13 MaggioViaggio nelle Marche Martedì 22 Maggio“Anima e Suoni”Evento sostenuto da Vhernier e Fondazione Clerici Pirelli Hangar BicoccaMercoledì 13 GiugnoGiornata a TorinoDomenica 23 SettembreTorneo di Tennis. Tennis Club BonacossaFine SettembreFloralia. Piazza San Marco Martedì 9 OttobreAnteprima riservata a Progetto Itaca della mostra multimediale: Magritte. Fabbrica del VaporeMercoledì 10 Ottobre Giornata mondiale dedicata alla Salute Mentale Sabato 13 - Domenica 14 OttobreEvento nazionale. Tutti matti per il risoBanchetti di riso nelle piazze italiane DicembreFesta di Natale (volontari e amici)

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Anima e suoni. La magia in scena. Fondazione Clerici e Vhernier in campo per la Salute Mentale

In uno scenario suggestivo quale l’Hangar Bicocca, gene-rosamente concesso da Pirelli, grazie anche all’effetto sce-nico de I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer illuminati

magistralmente, si è svolto l’evento patrocinato da Vhernier, brand internazionale di alta gioielleria, e dalla Fondazione Cle-rici che da anni, con generosità, sostiene l’attività di Proget-to Itaca. Un susseguirsi di danze, canto e suoni di un folto gruppo di musicisti giunti dai Conservatori lombardi e svizzeri

hanno dialogato con l’esperienza culinaria di “Da Vittorio” in una serata magica e di grande successo, molto apprezzata da un pubblico selezionato e numerosissimo e coordinata da Matilde de’ Medici, consigliere di Progetto Itaca Milano e organizzatri-ce dei nostri eventi. Maurizio Traglio, Consigliere Delegato di Vhernier e partner sempre attivo della nostra Associazione, in un breve discorso di benvenuto ha ribadito il suo interesse e ap-prezzamento per Progetto Itaca e il suo convincimento, sentito come obbligo morale, per un’azienda di successo di restituire a progetti meritevoli una parte della sua affermazione.

Rotta verso Casa con Fondazione Pasquinelli

Durante un bellissimo incontro con sponsor e istituzio-ni, a metà aprile è stato presentato Rotta verso Casa, l’innovativo progetto rivolto ai Soci di Club Itaca, che

si basa sull’esperienza maturata in più di dieci anni da Progetto Ulisse, Percorsi di Autonomia Abitativa per Persone con una storia di Disagio Psichico. La chiave di volta è stata, nell’aprile 2017, l’interesse della Fondazione Francesco Pasquinelli (www.fonda-zionepasquinelli.org) a fornire il necessario sostegno economi-co per adeguare ai nostri intenti l’appartamento di viale Brianza 35, un bene confiscato alla criminalità che ci è stato concesso in comodato d’uso gratuito dal Comune di Milano. Il genero-so intervento della Fondazione ci ha permesso di riportarne a nuovo i locali, tinteggiarli e rinnovarne parte dell’arredo, anche grazie a mobili e oggetti, usati ma in ottimo stato, donati da vo-lontari di PI Milano. L’appartamento, spazioso e confortevole, è dotato di tre camere singole, e permette di svolgere in parallelo sia percorsi di media e lunga durata (da 3 a 6 anni al massimo) che Percorsi di Ospitalità Temporanea (POT), inserimenti di breve durata, da una a più settimane. E’ proprio quest’ultimo l’esperimento innovativo che aiuterà i Soci non ancora pronti a staccarsi dalla famiglia ma desiderosi di sperimentare le proprie abilità in un contesto di autonomia supportata.

Oltre a constatare la bontà della collaborazione fra pubbli-co e privato collegati in una rete virtuosa, lo scopo del progetto è anche mettere a confronto, tramite un percorso di sei in-contri o laboratori tematici, le esperienze maturate negli anni da ospiti e operatori dei diversi programmi (Progetto Ulisse, Residenzialità Leggere gestite dalla Cooperativa Crea e dalla Fondazione Aiutiamoli, e da Rotta Verso Casa), coinvolgendo

appunto gli enti del Coordinamento milanese per la Salute Mentale e i CPS attivi nella residenzialità. I risultati saranno condivisi in un incontro plenario che aiuti a disegnare le linee guida per questo tipo di iniziative, naturalmente collegate an-che al progetto Dopo di Noi (si veda pag. 7). Ne nascerà un e-book che racconterà in modo semplice e immediato, tramite le voci degli utenti e degli enti coinvolti, che cosa voglia dire “abitare” per le persone con disagio psichico. Ricordando che i tre assi di cura per questi disturbi sono l’affettività, il lavoro e la casa.

M. L. B.

“40 anni dopo la Legge Basaglia. Curare la malattia mentale si può?”

E’ il titolo della tavola rotonda che si è svolto in maggio presso Progetto Itaca Milano. I relatori Leo Nahon, già Direttore S.C. Psichiatria 3 presso A.O. Niguarda

di Milano; Gianluca Rosso, dirigente medico Clinica Psichia-trica dell’A.O. Universitaria San Luigi Gonzaga, Orbassano (To); e Stefano Draghi, docente di Information Technology presso IULM, Milano, hanno resi noti dati e ricerche sullo sta-to attuale delle cure e dell’assistenza alle persone affette da di-sagio mentale. Sottolineando che questi disturbi devono essere considerati malattie curabili in alta percentuale, si è evidenzia-ta l’importanza dell’integrazione fra le terapie farmacologiche, basilari nel recupero psicofisico, la psicoterapia e l’inserimento del paziente nell’ambito di famiglia, lavoro e società. Si è affer-mato anche il ruolo fondamentale del volontariato svolto da Progetto Itaca, evidenziato da un’innovativa ricerca sull’orga-nizzazione dei servizi da parte della struttura pubblica.

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Presidente: Pier Luigi PertusatiAttività: Corso Famiglia a Famiglia, Gruppo di Auto Aiuto,Linea Ascolto Ponte

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Presidente: Pasquale GaetanoAttività: Corso Formazione Volontari, Corso Famiglia a Famiglia Catanzaro e Lamezia

Una sede per Progetto Itaca Catanzaro Lamezia

Come annunciato sullo scorso numero, a fine novembre 2017 è nata l’Associazione “Progetto Itaca Catanzaro Lamezia Onlus”, con l’intenzione di agire in paralle-

lo sui due territori, catanzarese e lametino, grazie ai volontari delle due città.

Nel corso di questo anno è già stato organizzato il Cor-so per Volontari e si avvierà il corso FaF, una linea telefonica d’ascolto locale, e il Progetto Scuola. E’ nato anche un volen-teroso gruppo dedicato alla raccolta fondi, compito non facile soprattutto nella realtà calabrese.

Quanto alla sede, ci stiamo riunendo provvisoriamente nei lo-cali di una Parrocchia, confidando però in una prospettiva molto interessante. Infatti, il dottor Giuseppe Perri, Direttore Generale dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro, con una lettera di intenti in data 19 ottobre 2017 ha manifestato vivo interesse:

1. “a individuare, tra gli immobili di proprietà del mede-simo Ente, locali non in uso da destinare a sede di Progetto Itaca, che saranno concessi in comodato d’uso gratuito. L’ As-sociazione dovrà provvedere con propri fondi, ove necessario, ad eventuali interventi di ristrutturazione;

2. a fornire a Progetto Itaca consulenza scientifica gratui-ta dei Professionisti in servizio presso il Dipartimento Salute Mentale, per la formazione dei Volontari/Soci, per la super-visione delle attività e per le iniziative di informazione e pre-venzione”.

Se tutto si tradurrà in realtà, saremo in Italia la prima As-sociazione Progetto Itaca con una sede concessa da una Istitu-zione pubblica.

Presidente: Avvocato Francesco SalesiaAttività: Corso Formazione Volontari, Corso Famiglia a Famiglia,Gruppo di Auto Aiuto per Famigliari, Prevenzione nelle Scuole (progetto in fase di organizzazione), Linea Scolto Ponte, Club Itaca

Firenze

Fra le molte iniziative fiorentine spicca per importanza la rassegna “Conoscere per Prevenire”, serie di quattro con-ferenze svolte da altrettanti psichiatri, nostri amici e soste-

nitori. Hanno suscitato molto interesse gli argomenti trattati: 1. Ansia e Stress: Disturbo biologico o psicologico? Mecca-

nismi e risorse per vivere meglio, a cura della dottoressa Ales-sandra Scarpato, psichiatra.

2. Il disturbo borderline di personalità: una terapia di suc-cesso, a cura dei dottori Aldo Lombardo e Cristina Totori, fon-datori della Comunità Terapeutica Raymond Gledhill.

3. Psicoanalisi e neuroscienze del pensiero simbolico e me-taforico, a cura del dottor Stefano Calamandrei, che ha anche presentato il suo libro “L’Identità Creativa”, conducendo wor-kshop e dibattito alla presenza di artisti e testimonial.

4. I disturbi dell’alimentazione come problemi del corpo e dell’identità, a cura del Prof. Valdo Ricca, psichiatra.

Dato l’interesse suscitato dalla rassegna speriamo di poterla continuare e ampliare nel 2018.

Non dimentichiamo poi un tocco goloso: in occasione del-la Fiera del Cioccolato del mese di marzo è stata organizzata una lotteria a nostro favore, con la partecipazione dell’Assesso-re Sara Funaro. Agognati premi, i gioielli di cioccolata apposi-tamente creati dagli studenti della scuola di gioielleria Le Arti Orafe Jewellery School di Firenze.

Ma già fervono i preparativi per l’evento dell’estate: il Red Passion Party, il 13 luglio al Twiga Beach Club in Versilia, con il generoso aiuto di Marioluca Giusti.

Presidente: Annacarla De FerrariAttività: Corso Formazione Volontari, Corso Famiglia a Famiglia, Gruppo di Auto Aiuto, Gruppo Giovani (iniziative socializzanti, ricreative e sportive), Linea Ascolto Ponte

Genova

Presidente: Luigi del PreteAttività: Corso Formazione Volontari, Corso Famiglia a Famiglia,Prevenzione nelle Scuole, Linea Ascolto Ponte

Lecce

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Presidente: Roa Camerata Scovazzo Attività: Corso Formazione Volontari, Corso Famiglia a Famiglia, Club Itaca Villa Adriana

Palermo

Presidente: Francesca Papafava de’ CarraresiAttività: Corso Formazione Volontari, Corso Pari a Pari, Corso Famiglia a Famiglia, Club Itaca (in fase di avvio)

Padova

In cartellone a maggio, la presentazione con accompagna-mento musicale del libro Il postino morde sempre due volte. È la seconda opera del nostro tesoriere, Giacomo Indri, che

ha scritto una sua versione di “Tutti matti per il Riso” inteso come motto di spirito. Il libro, sequel di Postino morde cane, è una raccolta dei titoli di giornali più divertenti e surreali per esplorare i meccanismi dello humor e della comicità. In una girandola di notizie incredibili, sarcastiche e irreali, l’autore presenta la sua personale visione del mondo in cui nulla è troppo serio da non poterci ridere sopra. Il ricavato è de-voluto a Progetto Itaca Padova, sempre at-tiva nella raccolta fondi: il nostro progetto dedicato allo scopo si chiama “Mettiamoci al lavoro!”.

In quest’ottica, a fine aprile anche noi abbiamo partecipato alla Padova Mara-

thon che ogni anno attira oltre 20mila persone. A scelta, si potevano correre maratona, mezza maratona o la Stracittadi-na, con percorsi da 10, 5 oppure 1 km. All’evento sportivo

era associato un charity program con Rete del Dono per attivare una raccolta fondi online con una precisa finalità: vogliamo infatti attrezzare tre postazioni operative (ciascuna con computer e telefono, più una stampante) per “allenare” persone che soffrono di disagio psichico a reinserirsi nel mondo del lavoro.

Last, but not least: stiamo per firma-re il contratto di comodato d’uso gratuito per una bellissima sede di proprietà della Curia, che ci verrà concessa per diversi anni a fronte dei lavori di ristrutturazione. Il Consiglio Direttivo si sta impegnando per trovare donatori disposti a finanziare il progetto.

Presidente: Fabio Pignatelli della LeonessaAttività: Corso Formazione Volontari, Corso Famiglia a Famiglia, Gruppi di Auto Aiuto, Prevenzione nelle Scuole, Linea Ascolto Ponte, Club Itaca

Napoli

A scuola di pensieri e di pittura

Fra gli eventi sempre vari organizzati a Napoli il primo è il bellissimo laboratorio di pensieri e pittura tenuto da Sergio Fermariello, affermato artista napoletano.

Ogni mercoledì, i soci si incontrano con Sergio che, dopo aver presentato un artista, un pensiero o una corrente stori-ca, li invita a riflettere sul tema dell’incontro e poi a dipingere le loro sensazio-ni. Il programma prevede che, più avanti, Fermariello elabori alcuni di questi dise-gni: gli schizzi preparatori e le opere dell’artista saranno oggetto di una mostra che verrà organizzata nella sede dell’Associazione Progetto Itaca Napoli con l’attiva col-laborazione dei Soci.

L’altro evento speciale si chiama Think Green: una splendida giornata dedicata

all’orto e al progetto verde. Invitati d’onore, i membri del Ro-tary che ha generosamente sponsorizzato questo aspetto della vita del Club e i medici delle Asl che ci accompagnano.

Naturalmente proseguono gli incontri di burraco al Circo-lo del Tennis, o il concerto nella meravigliosa Chiesa seicente-sca del Pio Monte della Misericordia davanti alla grande tela

Le Sette opere di Misericordia del Caravaggio.

Ma la notizia forse più importante è che i primi no-stri soci tirocinanti verran-no assunti nell’azienda in cui hanno portato a termine il loro stage. Questa, dopo neanche due anni di vita del Club, è una grandissima vit-toria, che ci convince sem-pre più del metodo e degli obiettivi di Progetto Itaca e, soprattutto, del grande, grandissimo potenziale dei nostri giovani.

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Presidente: Enrico RaiteriAttività: Corso Formazione Volontari, Corso Famiglia a Famiglia, Corso Pari a Pari, Prevenzione nelle Scuole, Linea Ascolto Ponte

Torino

Club Itaca Parma – Generoso contributo di Fondazione Cattolica Assicurazioni (estratto dalla ‘Gazzetta di Parma’ del 18 aprile 2018)

L’impresa di Progetto Itaca Parma, tanto tenacemente voluta e promossa dallo scomparso presidente Giorgio Orlandini, non sarebbe stata possibile senza il supporto

di tante persone e aziende che ne hanno riconosciuto la validi-tà. Recentemente, il progetto di ampliamento del Club Itaca Parma ha potuto avvalersi anche di un generoso contributo da parte della Fondazione Cattolica Assicurazioni. L’ente benefi-co di Verona, mostrando di apprezzare la qualità e l’efficacia dell’intervento e dell’azione organizzativa dell’associazione di Parma, ha deliberato un contributo di 20.000 euro.

Queste dimostrazioni di solidarietà e di sostegno finanzia-rio garantiscono al Club Itaca Parma e ai suoi soci la serenità necessaria per poter affrontare con ottimismo le sfide che da sempre caratterizzano il campo travagliato della salute mentale.

I VOLONTARI di Progetto Itaca Parma

Neuroni, corpo ed esperienza

Il rapporto tra cervello e corpo; i meccanismi neurofisiologi-ci alla base della soggettività e della capacità di relazionarci agli altri; e il modo in cui la malattia mentale influisce su

Presidente: Lelio PalliniAttività: Corso Formazione Volontari, Corso Famiglia a Famiglia, Corso Pari a Pari, Gruppo di Auto Aiuto, Prevenzione nelle Scuole, Club Itaca

Parma

Presidente: Antonio ConcinaAttività: Corso Formazione Volontari, Corso Famiglia a Famiglia, Gruppi di Auto Aiuto, Prevenzione nelle Scuole, Linea Ascolto Ponte, Club Itaca

Roma

Club Itaca Roma: accreditato!

Un bellissimo novembre quello del 2017: Club Itaca Roma ha ottenuto l’Accreditation, ovve-

ro la certificazione secondo il modello Clubhouse International. Due impor-tanti rappresentanti del movimento internazionale delle Clubhouse, David Malatesta, socio della Clubhouse di Oslo (Norvegia), e Lory D’Angelo, direttrice della Clubhouse Magnolia di Cleveland (Ohio, Usa), hanno visitato la nostra Clubhouse partecipando per tre giorni a tutte le attività.

Hanno così verificato e certificato che effettivamente il lavoro svolto è in linea con i 37 standard alla base del me-todo Clubhouse International. Ci sono stati anche momenti informali e allegri, come l’Happy Talking del mercoledì, a cui ha partecipato anche David, condividendo con gli altri soci questo momento di socializzazione. I nostri ospiti sono stati molto soddisfatti dell’accoglienza e con i loro commenti po-sitivi hanno ancora una volta sottolineato l’ottimo risultato

della nostra Clubhouse dopo sei anni di impegno.

Vogliamo ricordare poi l’ormai tradizionale festa di Carnevale, che ha avuto luogo come sempre il Martedì Grasso. Insieme ai soci di Club Itaca Fi-renze, nostri ospiti, ci siamo mascherati sul tema dei mestieri. Ricco buffet, buo-na musica grazie a Max DJ, un’allegra socializzazione con amici o famigliari, e l’immancabile attività di fundraising.

A questo scopo, in aprile un tocco di classe: la visita ai laboratori di restauro dei dipinti e dei materiali lignei del Vati-cano, organizzata dal Gruppo Eventi.

Non dimentichiamo infine che in maggio i soci del Club Itaca Roma hanno partecipato all’organizzazione del Campiona-to Mondiale di Calcio a 5 per ragazzi con diagnosi psichiatrica, aderendo al progetto internazionale “Crazy for Football”. Ci sia-mo occupati del servizio d’ordine, dell’accompagnamento delle squadre ospiti e della promozione di questo bellissimo evento contro lo stigma, dedicato ai 40 anni della Legge Basaglia.

tutto ciò. Di questo si è parlato giovedì 12 aprile, nella Biblio-teca Monumentale del Monastero di San Giovanni, durante la conferenza pubblica organizzata da Progetto Itaca Parma. Protagonista dell’incontro è stato Vittorio Gallese, Professore Ordinario di Fisiologia presso il Dipartimento di Neuroscien-ze dell’Università di Parma.

“Nel nostro cervello”, ha affermato il professor Gallese, “sono presenti una molteplicità di meccanismi di ‘rispecchia-mento’, grazie ai quali riconosciamo gli altri come nostri simili e che, verosimilmente, rendono possibili la comunicazione in-tersoggettiva e una comprensione implicita degli stati emotivi altrui. Questi meccanismi neurofisiologici sono stati concet-tualizzati come espressione di un’architettura funzionale di base del nostro cervello, la simulazione incarnata”.

“Secondo questo modello”, ha proseguito Gallese, “la simu-lazione incarnata rende possibili le nostre ricche e diversificate esperienze intersoggettive ed è alla base della nostra capacità di empatizzare con gli altri”. Nel corso della conferenza il professor Gallese ha discusso le implicazioni di questo modello in relazio-ne ad importanti aspetti psicopatologici della schizofrenia.

ILARIA GANDOLFI Progetto Itaca Parma

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Pagina 14 Progetto Itaca News Numero cinque

La Fondazione Progetto Itaca Onlus è stata costituita il 5 luglio 2012 per iniziativa dell’Associazione Proget-to Itaca Onlus di Milano, come deliberato nell’Assem-

blea del 23 aprile 2012. L’esigenza dell’Associazione, iscritta al Registro Regionale del Volontariato e limitata per Statuto all’ambito territoriale della Lombardia, era di poter essere supportata da “un ente - avente personalità giuridica - che la affiancasse in termini sinergici per sviluppare le proprie finalità istituzionali nell’ambito di tutto il territorio naziona-le” con la costituzione di nuove Associazioni territoriali. La Fondazione infatti può partecipare a bandi di finanziamento con caratteristiche nazionali per sostenere economicamente le Associazioni Progetto Itaca locali e in particolare nascita e sviluppo di nuove Associazioni.

Sviluppo e coordinamento nazionale; avvio di nuove AssociazioniAnche nel 2017 la Fondazione ha coltivato e mantenuto i rap-porti con tutte le 11 Associazioni locali con la funzione di veri-ficare la fedeltà alle linee guida di tutti i progetti e di supporto allo sviluppo, con visite periodiche del Segretario Generale alle sedi e partecipazione alle riunioni del Consiglio Direttivo e tramite una riunione del Comitato Consultivo, che si è tenuta a Milano il 29 giugno 2017

Comunicazione e Raccolta fondi nazionale. Il Comitato Promotore Nazionale ha organizzato, con l’aiuto dell’Associazione di Roma, un importante Evento nazionale “Guizzi di follia” che ha coinvolto più di 300 persone, ha avu-to un ottimo risultato di comunicazione; la raccolta fondi ha avuto un’entrata netta di 75.010 Euro dei quali 20.000 devo-luti a Progetto Itaca Roma.

L’Evento nazionale “Tutti matti per il riso 2017” si è svolto nelle città sede delle 12 Associazioni oltre che a Torino, Como, Verona, Bologna e Perugia: si è stati presenti in 50 piazze, 200 i volontari coinvolti, 7 tonnellate di riso distribuito, le dona-zioni raccolte sono state pari a 46.740 Euro netti e sono anda-te totalmente a sostegno dei progetti delle Associazioni locali.

Tramite la Fondazione è stata erogata nel 2017 a Pro-getto Itaca Parma l’ultima tranche del contributo triennale

Bilancio 2017 - Fondazione Progetto Itaca Onlus (dati aggregati) in euro 000

Proventi OneriContributi per progetti territoriali 229 Costi progetti finanziati 295Offerte ed oblazioni 101 Costi ufficio stampa e comunicazione 38Proventi netti da raccolta fondi 55 Costi per la formazione 11 Oneri diversi di gestione 3Totale Proventi 385 Totale Oneri 347

Avanzo di esercizio 38

Dati nazionali aggregati Progetto Itaca 2017 in euro 000

Proventi OneriDonazioni e Contributi privati 843 Costi per attività istituzionali 1063Contributi pubblici 118 Costi di gestione 312Raccolte fondi da eventi 382 Totale Proventi 1343 Totale Oneri 1375

Sintesi della relazione di gestione 2017 Fondazione Progetto Itaca Onlus

della Fondazione Nando Peretti (20.000 Euro per tre anni). A Progetto Itaca Napoli sono stati erogati i contributi del co-finanziamento della Fondazione con il Sud, Fondazione Char-lemagne e Fondazione Vodafone Italia. A Progetto Itaca Lecce la Fondazione ha erogato la donazione di 30.000 Euro della Banca Sella.

Formazione La Fondazione si fa carico della formazione iniziale dei volon-tari delle nuove sedi locali, con la collaborazione del gruppo di volontari di Milano dedicati alle Formazione. Nel 2017 l’im-pegno della formazione si è concentrato soprattutto nelle città di Lecce, Torino, Catanzaro e Lamezia.

Prospettive di sviluppoLo sviluppo di Progetto Itaca in Italia è inarrestabile perché è sollecitato da un grande bisogno di informazione e di aiuto delle persone che soffrono di disturbi psichiatrici (famigliari e pazienti) che non può trovare una risposta adeguata dalle sole Istituzioni pubbliche.

Le iniziative di Progetto Itaca possono dare una risposta concreta a questi bisogni e le Associazioni locali sono conside-rate un partner affidabile dai servizi pubblici territoriali e dai professionisti che sono focalizzati soprattutto sulla cura della malattia e il contenimento dei sintomi mentre una associazio-ne di volontari può essere più attenta ed efficace nel migliorare la qualità di vita della persona malata, in tutti gli aspetti della quotidianità che sono stati compromessi dalla malattia e nel recupero del benessere.

È prossima la costituzione dell’Associazione a Torino e ci sono già volontari attivi a Bologna, Perugia, Como e Verona e contatti di persone interessate e motivate a Bari, Vicenza e Bergamo.

È impegno della Fondazione costituire un Comitato Pro-motore Nazionale formato da imprenditori e manager in po-sizioni di responsabilità per potenziare gli eventi nazionali di comunicazione e sensibilizzazione e avviare rapporti di coope-razione con le Associazioni di Industriali territoriali e a livello nazionale con Confindustria per sollecitare supporto econo-mico e postazioni di lavoro.

La Fondazione ha ormai consolidato un metodo per avvia-re le nuove sedi; le iniziative di Progetto Itaca sono sostenibili e relativamente economiche data la grande valorizzazione del volontariato. Con maggiore visibilità sarà più facile trovare cofinanziamenti locali, di aziende e individui, e potenziare l’azione di sensibilizzazione e lotta allo stigma migliorando la qualità di vita di un numero sempre maggiore di persone.

Milano, 7 marzo 2018Il Presidente: IDA GIGLIOTTI

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Pagina 15Progetto Itaca NewsNumero cinque

Ringraziamo le Fondazioni e le Aziende che hanno sostenuto l’avvio di nuove Associazioni locali e lo sviluppo nazionale dei progetti

AIGBanca SellaBanco DesioChiesa ValdeseDeutsche BankElsa e Nando Peretti FoundationEnel Cuore OnlusFondazione CharlemagneFondazione con il Sud

Fondazione De AgostiniFondazione FerrariFondazione Polli StoppaniFondazione Summa HumanitateFondazione Vodafone Italia JanssenPoste Insieme OnlusVhernier

Fondazione Progetto Itaca Onluswww.progettoitaca.org - C.F. 97629720158IBAN: IT15U0569601600000017934X22

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Progetto Itaca FirenzeVia Gino Capponi, 25 - 50121 Firenzetel. 055.0672779 - [email protected]: www.progettoitacafirenze.org C.F. 94195140481 - c/c postale n.1003630801IBAN: IT98W0503402801000000001033Club Itaca: tel. 331 8265755mail: [email protected]

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Progetto Itaca PadovaVia Ugo Foscolo 9/A - 35122 PadovaTel. [email protected] 92273270287 IBAN IT21U0103063110000001274087

Progetto Itaca Palermo Via San Lorenzo, 280/282 - 90146 Palermo tel. 091.6714510 - [email protected]: www.progettoitacapalermo.orgC.F. 97262010826IBAN: IT69H0335901600100000062575Club Itaca: tel. 091 6717382mail: [email protected]

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Progetto Itaca TorinoSede provvisoria: Via dei Mille, 19 - Torinomail: [email protected]

Comitato Progetto Itaca Leccotel. 0341.253377

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Progetto Itaca NewsPeriodico Semestrale della Fondazione Progetto Itaca Onlus

EditoreFondazione Progetto Itaca Onlus Via A. Volta, 7/a20121 MilanoDirettore ResponsabileBice Invernizzi RedazioneF. Progetto Itaca - Via A. Volta, 7/a 20121 MilanoStampaPozzoni S.p.A.Registrazione presso il Tribunale di Milano n. 715 del 1/12/2003

Hanno collaborato Francesco BaglioniMaria Luisa BonacchiLuca Franzi de LucaLivia FrescobaldiIlaria GandolfiIda GigliottiGianvito MartinoDaniela Piglia Angelo SalvioniRoberta Soldati

Organi della Fondazione

Consiglio DirettivoPresidenteIda GigliottiSegretario GeneraleUghetta Radice FossatiTesoriereFrancesco Gavazzeni

Revisore Legale UnicoRaffaele Valletta

Comitato consultivoNe fanno parte i legali rappresentanti delle Associazioni regionali di Progetto Itaca

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