La localizzazione delle sorgenti sonore (seconda parte) · Figura 2 – Il suono emesso da un...

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Home Copertine » Eventi » Musica News Prove » Tecnica » EISA » Contatti Posted By Redazione on ago 30, 2015 | 0 comments Riprendiamo il nostro viaggio nell’affascinante mondo della percezione sonora, analizzando il comportamento dell’orecchio umano nella localizzazione della direzione di provenienza dei suoni. Descriveremo inoltre alcuni sistemi elettroacustici che tentano di «ingannare» l’udito modificando ed ampliando così la scena sonora da essi ricreata (*) 2. Localizzazione dei suoni Il riconoscimento della direzione di provenienza di un suono dipende da vari meccanismi più o meno complessi. Fissata la posizione del l’ascoltatore, quella della sorgente sonora è completamente determinata dalla conoscenza di tre grandezze: angolo sul piano orizzontale, angolo sul piano verticale e distanza (fig. 1). Figura 1 – Fissata la posizione dell’ascoltatore, quella della sorgente sonora è completa mente determinata dalla conoscenza di tre grandezze: angolo sul piano orizzontale, angolo sul piano verticale e distanza. Per localizzare un suono sia sul piano orizzontale che su quello verticale l’udito riconosce ed elabora le differenze presenti nei segnali in arrivo alle due orecchie. Si tratta quindi sempre di un processo binaurale, cioè che coinvolge entrambe i recettori uditivi. 2.7. Localizzazione orizzontale Consideriamo la disposizione presentata nella figura 2. Al centro dell’ambiente di ascolto la nostra testa, mentre un altoparlante, posto davanti a noi, spostato verso la nostra destra emette delle onde sonore. Dall’analisi della figura possiamo vedere che il suono emesso dal trasduttore raggiunge entrambe le orecchie, con diverse intensità, e percorrendo cammini differenti d, e d2. Home Articoli La localizzazione delle sorgenti sonore (seconda parte) Ricerca per: Cerca Vedi Tutti gli Eventi » Calendario Eventi Gran Galà a Milano settembre 26 - settembre 27 Milano hi-fidelity 2015 edizione autunnale ottobre 10 - ottobre 11 Gran Galà a Padova novembre 14 - novembre 15 È in edicola EISA La localizzazione delle sorgenti sonore (seconda parte)

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Posted By Redazione on ago 30 2015 | 0 comments

Riprendiamo il nostro viaggio nellrsquoaffascinante mondo della percezione sonora analizzando il

comportamento dellrsquoorecchio umano nella localizzazione della direzione di provenienza dei suoni

Descriveremo inoltre alcuni sistemi elettroacustici che tentano di laquoingannareraquo lrsquoudito modificando ed

ampliando cosigrave la scena sonora da essi ricreata ()

2 Localizzazione dei suoni

Il riconoscimento della direzione di provenienza di un suono dipende da vari meccanismi piugrave o meno complessi

Fissata la posizione del lrsquoascoltatore quella della sorgente sonora egrave completamente determinata dalla

conoscenza di tre grandezze angolo sul piano orizzontale angolo sul piano verticale e distanza (fig 1)

Figura 1 ndash Fissata la posizione dellrsquoascoltatore quella della sorgente sonora egrave completa

mente determinata dalla conoscenza di tre grandezze angolo sul piano orizzontale angolo sul piano

verticale e distanza

Per localizzare un suono sia sul piano orizzontale che su quello verticale lrsquoudito riconosce ed elabora le differenze

presenti nei segnali in arrivo alle due orecchie Si tratta quindi sempre di un processo binaurale cioegrave che coinvolge

entrambe i recettori uditivi

27 Localizzazione orizzontale

Consideriamo la disposizione presentata nella figura 2 Al centro dellrsquoambiente di ascolto la nostra testa mentre

un altoparlante posto davanti a noi spostato verso la nostra destra emette delle onde sonore Dallrsquoanalisi della

figura possiamo vedere che il suono emesso dal trasduttore raggiunge entrambe le orecchie con diverse

intensitagrave e percorrendo cammini differenti d e d2

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27

Milano hi-fidelity 2015edizione autunnale

ottobre 10 - ottobre 11

Gran Galagrave a Padova

novembre 14 - novembre 15

Egrave in edicola

EISA

La localizzazione delle sorgenti sonore (secondaparte)

Figura 2 ndash Il suono emesso da un trasduttore posto frontalmente

allrsquoascoltatore raggiunge entrambe le orecchie

con diverse intensitagrave e percorrendo cammini differenti d1 e d2

Questo comporta che il segnale arriveragrave dapprima allrsquoorecchio destro che egrave piugrave vicino alla sorgente quindi a

quello sinistro cioegrave giungeragrave alle due orecchie in tempi diversi Ciograve causa una differenza interaurale di tempo che

dipende dalla posizione della sorgente rispetto allrsquoascoltatore Se la sorgente si trova proprio sul piano mediano

cioegrave con angolazione orizzontale nulla la differenza interaurale di tempo saragrave uguale a zero mentre saragrave

massima quando la sorgente si trova sulla linea che congiunge le due orecchie Assumendo la velocitagrave del suono

nellrsquoaria pari a 340 msec e considerando che la dimensione media del cranio egrave di circa 15 cm si ha che la

differenza di tempo varia tra 0 e 440 microsecondi Da questa differenza di tempo con la quale lo stimolo sonoro

arriva alle due orecchie deriva anche una differenza di fase delle onde sonore in presenza di suoni periodici

continui Lrsquoorecchio egrave in grado di riconoscere questa differenza di fase solo perograve per quelle frequenze che hanno

una lunghezza drsquoonda maggiore della distanza che separa le orecchie e quindi fino a circa 2300 Hz Per suoni di

frequenza superiore la testa inizia a comportarsi come un ostacolo per la propagazione delle onde sonore

Questo fa sigrave che lrsquointensitagrave allrsquoorecchio piugrave vicino aumenti rispetto a quella che si avrebbe se non vi fosse la testa

mentre quella allrsquoorecchio piugrave lontano essendo schermata da essa diminuisca

22 Localizzazione verticale

Abbiamo appena visto come la localizzazione delle sorgenti sonore sul piano orizzontale egrave influenzata

principalmente dalle differenze dellrsquointensitagrave e del tempo di arrivo del segnale alle due orecchie dellrsquoosservatore

Per le sorgenti poste sul piano verticale la localizzazione egrave influenzata principalmente dalle irregolaritagrave del

padiglione auricolare Infatti occludendo progressivamente le cavitagrave presenti su di esso egrave stato mostrato che la

capacitagrave di localizzazione diminuisce (6) Inoltre possiamo notare che mentre una sorgente posta al centro

davanti allrsquoascoltatore produce dei segnali alle due

orecchie che sono uguali in intensitagrave fase e tempo di arrivo una sorgente posta dietro allrsquoascoltatore al centro

produce segnali uguali alle due orecchie dellrsquoascoltatore ma viene correttamente localizzata posteriormente

Recenti studi (8) (10) (11) hanno portato alla conclusione che le informazioni addizionali di cui lrsquoorecchio ha bisogno

per localizzare una sorgente sonora sul piano verticale e posteriormente allrsquoascoltatore sono fornite dalle

riflessioni del suono incidente sulle convoluzioni del padiglione auricolare

Figura 3 ndash Conformazione del padiglione auricolare dellrsquouomo

Vediamo in figura 3 la forma del padiglione auricolare dellrsquouomo La depressione piugrave grande si chiama conca Si

puograve notare che la conca egrave posta asimmetrica mente rispetto allrsquoapertura del condotto uditivo Questo suggerisce

che questa depressione sia disposta in modo tale che ogni cambiamento dellrsquoangolo di incidenza del suono si

manifesti come un cambiamento del tempo di riflessione dello stesso Infatti se varia lrsquoangolo della sorgente

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sonora rispetto al padiglione muta anche la distanza tra il canale uditivo e la prima superficie riflettente Con

riferimento alla figura 4 possiamo vedere come la prima principale riflessione egrave generata dalla parte superiore

della conca che egrave distante circa 13 mm dal canale uditivo

Figura 4 ndash Il suono in arrivo allrsquoorecchio viene riflesso dalla parte posteriore della conca A causa della

geometria di questrsquoultima man mano che lrsquoangolazione verticale della sorgente sonora cresce la geometria

del padiglione auricolare fa sigrave che il ritardo di percezione del suono riflesso sia sempre piugrave piccolo

La differenza di percorso tra il segnale diretto e quello riflesso egrave quindi di circa 26 mm e questo genera un ritardo

di circa 76 μsec A causa di questo ritardo si ha nel dominio della frequenza un filtraggio a pettine (vedi fig 5) che

in questo caso genera due minimi uno (12t) tra 6 e 7 kHz e lrsquoaltro (32t) tra 18 e 20 kHz visibile in figura 6a

Figura 5 ndash Lrsquoinviluppo dello spettro di due impulsi sonori separati da un certo tempo

t egrave caratterizzato nel dominio della frequenza da una serie di minimi posti a distanza n2t

Se la sorgente viene innalzata cambia di conseguenza il tempo di riflessione In figura 4 si puograve vedere che quando

la sorgente egrave ad una altezza maggiore di quella dellrsquoorecchio la riflessione principale viene dallrsquoanti-trago distante

circa 6 mm dal canale uditivo In questo caso la differenza di percorso di 12 mm genera un ritardo di circa 35

μsec

Figura 6

Questo ritardo crea un minimo dello spettro attorno ai 14 kHz ed un altro a circa 43 kHz quindi fuori dal campo

uditivo (fig 6b) Man mano che lrsquoangolazione verticale della sorgente sonora cresce la geometria del padiglione

auricolare fa sigrave che il tempo di riflessione del suono sia sempre piugrave piccolo Di conseguenza i minimi dello spettro

si spostano sempre di piugrave verso le alte frequenze Il percheacute si parla sempre di modificazioni dello spettro del

suono effettuate dalle riflessioni egrave presto detto In tutti gli studi condotti si egrave sempre messo in evidenza come la

capacitagrave di localizzazione sia verticale che orizzontale del suono diminuisce se si usano per i test dei segnali

sinusoidali continui mentre aumenta se vengono utilizzati dei segnali complessi Questo suggerisce che lrsquoudito sia

piugrave sensibile alle modificazioni dello spettro che alle differenze nei tempi di arrivo del segnale

23 La riproduzione binaurale

Nella tecnica di ripresa binaurale come giagrave saprete vengono impiegati due microfoni posti in corrispondenza dei

padiglioni auricolari di un signore cosigrave paziente da rimanere immobile per tutta la durata della registrazione su

una laquotesta artificialeraquo cioegrave su di un manichino che riproduce la forma e le proprietagrave acustiche di una testa umana

in corrispondenza delle orecchie (fig 7) In questo modo ad ogni microfono giungono i suoni che sono stati giagrave

elaborati dalla testa e dai padiglioni auricolari

Figura 7 ndash Microfono bigravenaurale Sennheiser MKE 2002 montato su una testa artificiale

Questi suoni riprodotti poi da una cuffia rendono lrsquoascolto di una notevole verosimiglianza allrsquooriginale e questo

sistema egrave lrsquounico ancora oggi che puograve fornire delle sensazioni uditive piugrave simili alla realtagrave Purtroppo la scarsa

propensione da parte degli ascoltatori allrsquoascolto in cuffia ne limita lrsquoapplicazione di questa tecnica a casi

particolari ove non si cerchi di ottenere un risultato comunque accettabile anche nella riproduzione attraverso

diffusori

24 Gli altoparlanti

In figura 8 possiamo vedere una classica disposizione di due diffusori acustici in un tipico ambiente di ascolto

Supponiamo ora di voler riprodurre con questo sistema stereofonico una sorgente localizzata al centro della

scena sonora Per raggiungere tale scopo basteragrave far emettere ad ogni altoparlante la stessa intensitagrave sonora

Infatti se lrsquoascoltatore si trova esattamente al centro tra i due trasduttori la differenza interaurale di tempo di

arrivo saragrave nulla

ed esso localizzeragrave correttamente la sorgente sonora al centro Ma mentre nella realtagrave lrsquoascoltatore egrave raggiunto

da due stimoli diversi quello allrsquoorecchio destro e quello allrsquoorecchio sinistro nel caso del suono riprodotto da

due trasduttori distinti lrsquoascoltatore egrave raggiunto da ben quattro stimoli ogni orecchio sente infatti il suono

dellrsquoaltoparlante piugrave vicino e dopo un certo ritardo (dellrsquoordine dei microsecondi) il suono dellrsquoaltoparlante piugrave

lontano

Figura 8 ndash Durante la percezione di un suono generato da una sorgente sonora nella

realtagrave lrsquoascoltatore egrave raggiunto da due stimoli diversi quello allrsquoorecchio destro e

quello allrsquoorecchio sinistro Nel caso di suono riprodotto da due trasduttori distinti

lrsquoascoltatore egrave raggiunto da ben quattro stimoli

Questo fenomeno che puograve considerarsi indesiderato in quanto crea una deformazione dellrsquoimmagine

stereofonica egrave detto laquodiafonia interauraleraquo Molti costruttori di altoparlanti e di elettroni che ritengono che questo

fenomeno sia il principale responsabile della limitazione della prospettiva stereofonica allrsquointerno della posizione

occupata dagli altoparlanti Per questo sono nati diversi sistemi elettronici o elettroacustici che si propongono di

ridurre o addirittura eliminare la diafonia interaurale del sistema di produzione

25 Elaboratori di immagine sonora

Primo in ordine di tempo in questa carrellata tra gli elaboratori elettronici del campo sonoro egrave senza dubbio il

laquoSonic Hologram Generator Model C-9raquo di Bob Carver (16) Questo apparecchio rivoluzionario per il suo tempo

(1984) non fa altro che ridurre la diafonia interaurale miscelando al contenuto di ogni canale stereoifonico un

segnale di cancellazione della diafonia interaurale ottenuto prendendo il contenuto dellrsquoaltro canale

opportunamente filtrato ritardato ed invertito di fase (fig 9)

Figura 9 ndash Schema a blocchi del generatore di ologramma sonoro di Bob Carver

In questo modo regolando il livello ed il tempo di ritardo dei segnali di cancellazione si riesce ad ampliare

artificialmente la scena sonora in modo che alcuni strumenti sembrino provenire addirittura da posizioni esterne al

fronte definito dalla disposizione degli altoparlanti Il generatore di olografia sonora di Carver tiene conto nella

ricostruzione dei segnali di cancellazione anche dellrsquoeffetto di mascheramento spettrale generato dal volto

dellrsquoascoltatore

ESB serie 7

Questi sistemi di altoparlanti sono nati (1981) con il preciso scopo di accrescere il realismo della riproduzione

basandosi soprattutto sullrsquoinvarianza della sensazione di ascolto con la posizione dellrsquoascoltatore e su una

convincente dimensione verticale della scena acustica Per raggiungere tali scopi ogni diffusore ha una

dispersione in funzione della frequenza che egrave modellata per compensare la variazione di livello e di tempo di

arrivo del suono diretto che causa normalmente la distorsione prospettica della scena acustica Infatti per un

sistema di altoparlanti convenzionale ad ogni spostamento dellrsquoascoltatore si ha oltre che una distorsione

timbrica dovuta proprio alla limitata dispersione dei trasduttori anche una distorsione prospettica cioegrave la scena

sonora tende ad ammassarsi presso il diffusore piugrave vicino In pratica il livello di emissione di ciascuna delle due

casse varia in maniera da essere massimo verso la posizione piugrave lontana della zona di ascolto e minimo verso la

zona piugrave vicina Per ottenere un effetto tridimensionale piugrave realistico la compensazione egrave differente alle diverse

frequenze in modo da ricreare una corretta sensazione di profonditagrave della scena acustica

Figura 10 ndash I sistemi di altoparlanti ESB della serie 7 che adottano il

sistema DSR prevedono di distribuire in senso verticale lo spettro

audio in funzione dellrsquoangolo di ricezione Il risultato egrave una scena

acustica dotata di una realistica dimensione verticale entro la quale

risulta piugrave agevole distinguere le varie sorgenti musicali Si sfrutta

infatti il principio del laquococktail party effectraquo secondo il quale

lrsquoorecchio umano egrave capace di distinguere ed isolare un suono dagli

altri se questo proviene da una specifica direzione proprio come

quando si concentra lrsquoattenzione sulla voce di una persona che parla

in una stanza affollata Nei diffusori della serie 7 le distanze fra gli

altoparlanti sono calcolate per distribuire le zone di emissione

sullrsquoasse verticale in modo che a segnali con contenuto spettrale

differente corrispondano zone di emissione diverse In questo modo

si restituisce al sistema uditivo la possibilitagrave di selezionare ed

analizzare il particolare suono desiderato sia utilizzando le differenze

digrave spettro che di posizione

Al fine di ricostruire la dimensione verticale della scena sonora lrsquoemissione delle diverse frequenze dello spettro

avviene senza soluzione di continuitagrave da quote diverse Cosigrave uno strumento caratterizzato da una prevalenza di

note alte e medio-alte saragrave posizionato dal sistema piugrave in alto di un altro strumento il cui spettro di emissione si

estenda piugrave verso le frequenze medie e basse

Figura 11 ndash Il sistema DSR prevede di distribuire in senso orizzontale ed in modo

non convenzionale lo spettro audio in funzione dellrsquoangolo di emissione Con

questa tecnica unita alla distribuzione dello spettro anche sul piano verticale la

prospettiva e la timbrica della scena acustica permangono invariate per qualsiasi

posizione di ascolto

DBX Soundfield One

Figura 12 ndash II sistema di diffusione dbx Soundfield One

Questi sistemi di altoparlanti presentati nel 1984 seguono una filosofia simile a quella propria della serie 7 ESB

anche se sviluppata autonomamente Lrsquointento dei progettisti di questi diffusori era quello di disegnare un sistema

di altoparlanti nel quale il diagramma di radiazione fosse ottimizzato in modo da mantenere costante lrsquoimmagine

della scena sonora in una zona il piugrave ampia possibile Il diagramma di radiazione ottimo egrave stato determinato

sperimentalmente Con test di ascolto controllati si egrave visto che il diagramma ideale egrave moderata- mente direzionale

con circa 10 dB di differenza tra i livelli massimo e minimo (fig 13) Si egrave trovato inoltre che lrsquoasse di massimo livello

di emissione di ciascun sistema egrave rivolto verso lrsquoaltra cassa La curva di risposta generale dei diffusori viene poi

equalizzata elettronicamente La differenza principale tra questo sistema e il DSR della ESB e che questrsquoultimo

adotta una compensazione piugrave spinta alle alte frequenze che non alle basse mentre nelle Soundfield One

lrsquointervento tende ad essere uniforme su tutta la banda audio

Figura 13 ndash Diagramma polare dellrsquoemissione teorica del sistema di altoparlanti dbx

Polk Audio SDA

II sistema di altoparlanti Polk Audio SDA (1985) nasce dalla stessa filosofia dellrsquoapparecchio di Bob Carver e

fornisce quindi dei risultati analoghi La cancellazione della diafonia interaurale viene perograve fatta in maniera del

tutto acustica Con riferimento alla figura 14 possiamo vedere come il diffusore sia in realtagrave composto da due

sistemi di altoparlanti distinti e perfettamente equivalenti posti ad una distanza tra di loro pari circa alla distanza

media tra le orecchie di un ascoltatore Gli altoparlanti piugrave al centro irradiano il segnale principale mentre quelli

allrsquoesterno o laquoalto parlanti di cancellazione dimensionaliraquo ricevono un segnale differenza dato da L-R per

lrsquoaltoparlante sinistro ed R-L per quello destro In ciascun caso la parte positiva del segnale serve a stabilizzare la

dimensione della scena acustica mentre la parte negativa egrave il segnale di cancellazione della diafonia

Figura 14 ndash Configurazione di un sistema Folk Audio SDA Ogni diffusore egrave costituito da due gruppi di

altoparlanti distinti quello piugrave interno egrave quello principale mentre lrsquoaltro si occupa di fornire il segnale

dimensionale

dimensionale

In figura 15 possiamo vedere il principio di funzionamento di questi diffusori allrsquoorecchio sinistro giunge prima il

segnale principale e quindi con un ritardo pari a quello interaurale il segnale del canale destro Questrsquoultimo viene

perograve cancellato dal segnale emesso dallrsquoaltoparlante di cancellazione sinistro che emette lo stesso segnale

invertito di fase

Figura 15 ndash Schema di funzionamento di un sistema SDA La larghezza ottimale della scena acustica si

ha quando lrsquoascoltatore forma un triangolo equilatero con gli altoparlanti

Anche tale segnale infatti giunge allrsquoorecchio sinistro con un ritardo pari a quello interaurale ma essendo sfasato

rispetto al segnale di diafonia di 180 gradi lo cancella Si ha in definitiva un buon allargamento della scena sonora

che mantiene anche una discreta stabilitagrave per posizioni di ascolto diverse da quella centrale

di Pierfrancesco Fravolini

() Lavoro svolto nellrsquoambito della Tesi di Laurea dellrsquoAutore (Corso di Elettroacustica della Facoltagrave di Ingegneria

dellrsquoUniversitagrave laquoLa Sapienzaraquo di Roma) con il contributo di una Borsa di Studio ESB per una ricerca su

laquolocalizzazione delle sorgenti sonore tenuto conto anche dellrsquointerazione tra sistemi di altoparlanti ed ambiente di

ascoltoraquo

BIBLIOGRAFIA

(3) Mills AW laquoOn the minimum audible angleraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 30 n 4 pp 237-

246 (aprile 1958)

(4) Leakey DM laquoSome measurements on thegrave effeets of interchannel intensity and time Differences in two channel

sound systemsraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 31 n 7 pp 977-986 (luglio 1959)

(5) Roffler SK Butler RA laquoFactors that influence the localization of sound in the vertical pianeraquo Journal of the

Acoustic Society of America Vol 43 n 6 pp 1255-1259 (1968)

(6) Gardner MB Gardner RS laquoProblem of localization in the median piane effect of pinnae cavity occlusionraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 53 n 2 pp 400-408 (1973)

(7) Osman E laquoCorrelation model of binaural detection interaural amplitude ratio and phase variation for signalraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 54 n 2 pp 386-389 (1973)

(8) Wright D Hebrank JH Wilson B laquoPinna reflections as cues for localizationraquo Journal of the Acoustic Society

of America Vol 56 n 3 pp 957-962 (settembre 1974)

(9) Hebrank J Wright D laquoSpectral cues used in the localization of sound sources on the median pianeraquo Journal

of the Acoustic Society of America Vol 56 n 6 pp 1829-1834 (dicembre 1974)

(10) Butler RA Belendiuk K laquoSpectral cues utilized in the localization of sound in the median sagittal pianeraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 61 n 5 pp 1264-1269 (maggio 1977)

(11) Rodgers P laquoPinna transformations and sound Reproductionraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 29

n 4 pp 226-233 (aprile 1981)

(12) Nuti P laquoPercezione invarianza e i 5 parametriraquo AUDIOreview n 1 pp 86-90 (settembre 1981)

(13) Giussani R laquoDiffusori ESB 705 filosofia della caratteristica di dispersione a ldquospettro distribuitordquoraquo

AUDIOreview n 5 p 96-99 (febbraio 1982)

(14) Nuti P laquoGli elaboratori di immagine sonoraraquo AUDIOreview n 7 pp 46-49 (maggio 1982)

(15) Arnklit B Gatta F Nuti P laquoKit Audio Image Processor un elaboratore di immagine sonora a basso costoraquo

AUDIOreview n 8 pp 82-89 (luglio 1982)

(16) Nuti P Moroni B laquoLrsquoolografia sonora di Bob Carverraquo AUDIOreview n 33 pp 50-53 (novembre 1984)

(17) Giussani R laquoProspettiva sonora e sorgenti virtuali nei sistemi di altoparlanti stereofoniciraquo AUDIOreview n 34

pp 61-64 (dicembre 1984)

(18) Giussani R laquodbx Soundfield Oneraquo AUDIOreview n 34 pp 65-69 (dicembre 1984)

(19) Polk M laquoSistemi di altoparlanti Polk Audio SDA progettati per lo stereoraquo AUDIOreview n 36 pp 47-54

(febbraio 1985)

(20) Davis MF laquoLoudspeaker systems with optimized widelistening-area imagingraquo Journal of Audio Engineering

Society Vol 35 n 11 pp 888-896 (novembre 1987)

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(21) Giussani R laquoStereofonia e percezioneraquo AUDIOreview n 71 pp 62-69 (aprile 1988)

(22) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (prima parte)raquo AUDIOreview n 88 pp 92-96 (novembre 1989)

(23) Salava T laquoTransaural Stereo and Near Field listeningraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 38 n 12

pp 40-41 (gennaiofebbraio 1990)

(24) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (terza parte)raquo AUDIOreview n 92 pp 84-87 (marzo 1990)

da AUDIOreview n 99 novembre 1990

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Figura 2 ndash Il suono emesso da un trasduttore posto frontalmente

allrsquoascoltatore raggiunge entrambe le orecchie

con diverse intensitagrave e percorrendo cammini differenti d1 e d2

Questo comporta che il segnale arriveragrave dapprima allrsquoorecchio destro che egrave piugrave vicino alla sorgente quindi a

quello sinistro cioegrave giungeragrave alle due orecchie in tempi diversi Ciograve causa una differenza interaurale di tempo che

dipende dalla posizione della sorgente rispetto allrsquoascoltatore Se la sorgente si trova proprio sul piano mediano

cioegrave con angolazione orizzontale nulla la differenza interaurale di tempo saragrave uguale a zero mentre saragrave

massima quando la sorgente si trova sulla linea che congiunge le due orecchie Assumendo la velocitagrave del suono

nellrsquoaria pari a 340 msec e considerando che la dimensione media del cranio egrave di circa 15 cm si ha che la

differenza di tempo varia tra 0 e 440 microsecondi Da questa differenza di tempo con la quale lo stimolo sonoro

arriva alle due orecchie deriva anche una differenza di fase delle onde sonore in presenza di suoni periodici

continui Lrsquoorecchio egrave in grado di riconoscere questa differenza di fase solo perograve per quelle frequenze che hanno

una lunghezza drsquoonda maggiore della distanza che separa le orecchie e quindi fino a circa 2300 Hz Per suoni di

frequenza superiore la testa inizia a comportarsi come un ostacolo per la propagazione delle onde sonore

Questo fa sigrave che lrsquointensitagrave allrsquoorecchio piugrave vicino aumenti rispetto a quella che si avrebbe se non vi fosse la testa

mentre quella allrsquoorecchio piugrave lontano essendo schermata da essa diminuisca

22 Localizzazione verticale

Abbiamo appena visto come la localizzazione delle sorgenti sonore sul piano orizzontale egrave influenzata

principalmente dalle differenze dellrsquointensitagrave e del tempo di arrivo del segnale alle due orecchie dellrsquoosservatore

Per le sorgenti poste sul piano verticale la localizzazione egrave influenzata principalmente dalle irregolaritagrave del

padiglione auricolare Infatti occludendo progressivamente le cavitagrave presenti su di esso egrave stato mostrato che la

capacitagrave di localizzazione diminuisce (6) Inoltre possiamo notare che mentre una sorgente posta al centro

davanti allrsquoascoltatore produce dei segnali alle due

orecchie che sono uguali in intensitagrave fase e tempo di arrivo una sorgente posta dietro allrsquoascoltatore al centro

produce segnali uguali alle due orecchie dellrsquoascoltatore ma viene correttamente localizzata posteriormente

Recenti studi (8) (10) (11) hanno portato alla conclusione che le informazioni addizionali di cui lrsquoorecchio ha bisogno

per localizzare una sorgente sonora sul piano verticale e posteriormente allrsquoascoltatore sono fornite dalle

riflessioni del suono incidente sulle convoluzioni del padiglione auricolare

Figura 3 ndash Conformazione del padiglione auricolare dellrsquouomo

Vediamo in figura 3 la forma del padiglione auricolare dellrsquouomo La depressione piugrave grande si chiama conca Si

puograve notare che la conca egrave posta asimmetrica mente rispetto allrsquoapertura del condotto uditivo Questo suggerisce

che questa depressione sia disposta in modo tale che ogni cambiamento dellrsquoangolo di incidenza del suono si

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sonora rispetto al padiglione muta anche la distanza tra il canale uditivo e la prima superficie riflettente Con

riferimento alla figura 4 possiamo vedere come la prima principale riflessione egrave generata dalla parte superiore

della conca che egrave distante circa 13 mm dal canale uditivo

Figura 4 ndash Il suono in arrivo allrsquoorecchio viene riflesso dalla parte posteriore della conca A causa della

geometria di questrsquoultima man mano che lrsquoangolazione verticale della sorgente sonora cresce la geometria

del padiglione auricolare fa sigrave che il ritardo di percezione del suono riflesso sia sempre piugrave piccolo

La differenza di percorso tra il segnale diretto e quello riflesso egrave quindi di circa 26 mm e questo genera un ritardo

di circa 76 μsec A causa di questo ritardo si ha nel dominio della frequenza un filtraggio a pettine (vedi fig 5) che

in questo caso genera due minimi uno (12t) tra 6 e 7 kHz e lrsquoaltro (32t) tra 18 e 20 kHz visibile in figura 6a

Figura 5 ndash Lrsquoinviluppo dello spettro di due impulsi sonori separati da un certo tempo

t egrave caratterizzato nel dominio della frequenza da una serie di minimi posti a distanza n2t

Se la sorgente viene innalzata cambia di conseguenza il tempo di riflessione In figura 4 si puograve vedere che quando

la sorgente egrave ad una altezza maggiore di quella dellrsquoorecchio la riflessione principale viene dallrsquoanti-trago distante

circa 6 mm dal canale uditivo In questo caso la differenza di percorso di 12 mm genera un ritardo di circa 35

μsec

Figura 6

Questo ritardo crea un minimo dello spettro attorno ai 14 kHz ed un altro a circa 43 kHz quindi fuori dal campo

uditivo (fig 6b) Man mano che lrsquoangolazione verticale della sorgente sonora cresce la geometria del padiglione

auricolare fa sigrave che il tempo di riflessione del suono sia sempre piugrave piccolo Di conseguenza i minimi dello spettro

si spostano sempre di piugrave verso le alte frequenze Il percheacute si parla sempre di modificazioni dello spettro del

suono effettuate dalle riflessioni egrave presto detto In tutti gli studi condotti si egrave sempre messo in evidenza come la

capacitagrave di localizzazione sia verticale che orizzontale del suono diminuisce se si usano per i test dei segnali

sinusoidali continui mentre aumenta se vengono utilizzati dei segnali complessi Questo suggerisce che lrsquoudito sia

piugrave sensibile alle modificazioni dello spettro che alle differenze nei tempi di arrivo del segnale

23 La riproduzione binaurale

Nella tecnica di ripresa binaurale come giagrave saprete vengono impiegati due microfoni posti in corrispondenza dei

padiglioni auricolari di un signore cosigrave paziente da rimanere immobile per tutta la durata della registrazione su

una laquotesta artificialeraquo cioegrave su di un manichino che riproduce la forma e le proprietagrave acustiche di una testa umana

in corrispondenza delle orecchie (fig 7) In questo modo ad ogni microfono giungono i suoni che sono stati giagrave

elaborati dalla testa e dai padiglioni auricolari

Figura 7 ndash Microfono bigravenaurale Sennheiser MKE 2002 montato su una testa artificiale

Questi suoni riprodotti poi da una cuffia rendono lrsquoascolto di una notevole verosimiglianza allrsquooriginale e questo

sistema egrave lrsquounico ancora oggi che puograve fornire delle sensazioni uditive piugrave simili alla realtagrave Purtroppo la scarsa

propensione da parte degli ascoltatori allrsquoascolto in cuffia ne limita lrsquoapplicazione di questa tecnica a casi

particolari ove non si cerchi di ottenere un risultato comunque accettabile anche nella riproduzione attraverso

diffusori

24 Gli altoparlanti

In figura 8 possiamo vedere una classica disposizione di due diffusori acustici in un tipico ambiente di ascolto

Supponiamo ora di voler riprodurre con questo sistema stereofonico una sorgente localizzata al centro della

scena sonora Per raggiungere tale scopo basteragrave far emettere ad ogni altoparlante la stessa intensitagrave sonora

Infatti se lrsquoascoltatore si trova esattamente al centro tra i due trasduttori la differenza interaurale di tempo di

arrivo saragrave nulla

ed esso localizzeragrave correttamente la sorgente sonora al centro Ma mentre nella realtagrave lrsquoascoltatore egrave raggiunto

da due stimoli diversi quello allrsquoorecchio destro e quello allrsquoorecchio sinistro nel caso del suono riprodotto da

due trasduttori distinti lrsquoascoltatore egrave raggiunto da ben quattro stimoli ogni orecchio sente infatti il suono

dellrsquoaltoparlante piugrave vicino e dopo un certo ritardo (dellrsquoordine dei microsecondi) il suono dellrsquoaltoparlante piugrave

lontano

Figura 8 ndash Durante la percezione di un suono generato da una sorgente sonora nella

realtagrave lrsquoascoltatore egrave raggiunto da due stimoli diversi quello allrsquoorecchio destro e

quello allrsquoorecchio sinistro Nel caso di suono riprodotto da due trasduttori distinti

lrsquoascoltatore egrave raggiunto da ben quattro stimoli

Questo fenomeno che puograve considerarsi indesiderato in quanto crea una deformazione dellrsquoimmagine

stereofonica egrave detto laquodiafonia interauraleraquo Molti costruttori di altoparlanti e di elettroni che ritengono che questo

fenomeno sia il principale responsabile della limitazione della prospettiva stereofonica allrsquointerno della posizione

occupata dagli altoparlanti Per questo sono nati diversi sistemi elettronici o elettroacustici che si propongono di

ridurre o addirittura eliminare la diafonia interaurale del sistema di produzione

25 Elaboratori di immagine sonora

Primo in ordine di tempo in questa carrellata tra gli elaboratori elettronici del campo sonoro egrave senza dubbio il

laquoSonic Hologram Generator Model C-9raquo di Bob Carver (16) Questo apparecchio rivoluzionario per il suo tempo

(1984) non fa altro che ridurre la diafonia interaurale miscelando al contenuto di ogni canale stereoifonico un

segnale di cancellazione della diafonia interaurale ottenuto prendendo il contenuto dellrsquoaltro canale

opportunamente filtrato ritardato ed invertito di fase (fig 9)

Figura 9 ndash Schema a blocchi del generatore di ologramma sonoro di Bob Carver

In questo modo regolando il livello ed il tempo di ritardo dei segnali di cancellazione si riesce ad ampliare

artificialmente la scena sonora in modo che alcuni strumenti sembrino provenire addirittura da posizioni esterne al

fronte definito dalla disposizione degli altoparlanti Il generatore di olografia sonora di Carver tiene conto nella

ricostruzione dei segnali di cancellazione anche dellrsquoeffetto di mascheramento spettrale generato dal volto

dellrsquoascoltatore

ESB serie 7

Questi sistemi di altoparlanti sono nati (1981) con il preciso scopo di accrescere il realismo della riproduzione

basandosi soprattutto sullrsquoinvarianza della sensazione di ascolto con la posizione dellrsquoascoltatore e su una

convincente dimensione verticale della scena acustica Per raggiungere tali scopi ogni diffusore ha una

dispersione in funzione della frequenza che egrave modellata per compensare la variazione di livello e di tempo di

arrivo del suono diretto che causa normalmente la distorsione prospettica della scena acustica Infatti per un

sistema di altoparlanti convenzionale ad ogni spostamento dellrsquoascoltatore si ha oltre che una distorsione

timbrica dovuta proprio alla limitata dispersione dei trasduttori anche una distorsione prospettica cioegrave la scena

sonora tende ad ammassarsi presso il diffusore piugrave vicino In pratica il livello di emissione di ciascuna delle due

casse varia in maniera da essere massimo verso la posizione piugrave lontana della zona di ascolto e minimo verso la

zona piugrave vicina Per ottenere un effetto tridimensionale piugrave realistico la compensazione egrave differente alle diverse

frequenze in modo da ricreare una corretta sensazione di profonditagrave della scena acustica

Figura 10 ndash I sistemi di altoparlanti ESB della serie 7 che adottano il

sistema DSR prevedono di distribuire in senso verticale lo spettro

audio in funzione dellrsquoangolo di ricezione Il risultato egrave una scena

acustica dotata di una realistica dimensione verticale entro la quale

risulta piugrave agevole distinguere le varie sorgenti musicali Si sfrutta

infatti il principio del laquococktail party effectraquo secondo il quale

lrsquoorecchio umano egrave capace di distinguere ed isolare un suono dagli

altri se questo proviene da una specifica direzione proprio come

quando si concentra lrsquoattenzione sulla voce di una persona che parla

in una stanza affollata Nei diffusori della serie 7 le distanze fra gli

altoparlanti sono calcolate per distribuire le zone di emissione

sullrsquoasse verticale in modo che a segnali con contenuto spettrale

differente corrispondano zone di emissione diverse In questo modo

si restituisce al sistema uditivo la possibilitagrave di selezionare ed

analizzare il particolare suono desiderato sia utilizzando le differenze

digrave spettro che di posizione

Al fine di ricostruire la dimensione verticale della scena sonora lrsquoemissione delle diverse frequenze dello spettro

avviene senza soluzione di continuitagrave da quote diverse Cosigrave uno strumento caratterizzato da una prevalenza di

note alte e medio-alte saragrave posizionato dal sistema piugrave in alto di un altro strumento il cui spettro di emissione si

estenda piugrave verso le frequenze medie e basse

Figura 11 ndash Il sistema DSR prevede di distribuire in senso orizzontale ed in modo

non convenzionale lo spettro audio in funzione dellrsquoangolo di emissione Con

questa tecnica unita alla distribuzione dello spettro anche sul piano verticale la

prospettiva e la timbrica della scena acustica permangono invariate per qualsiasi

posizione di ascolto

DBX Soundfield One

Figura 12 ndash II sistema di diffusione dbx Soundfield One

Questi sistemi di altoparlanti presentati nel 1984 seguono una filosofia simile a quella propria della serie 7 ESB

anche se sviluppata autonomamente Lrsquointento dei progettisti di questi diffusori era quello di disegnare un sistema

di altoparlanti nel quale il diagramma di radiazione fosse ottimizzato in modo da mantenere costante lrsquoimmagine

della scena sonora in una zona il piugrave ampia possibile Il diagramma di radiazione ottimo egrave stato determinato

sperimentalmente Con test di ascolto controllati si egrave visto che il diagramma ideale egrave moderata- mente direzionale

con circa 10 dB di differenza tra i livelli massimo e minimo (fig 13) Si egrave trovato inoltre che lrsquoasse di massimo livello

di emissione di ciascun sistema egrave rivolto verso lrsquoaltra cassa La curva di risposta generale dei diffusori viene poi

equalizzata elettronicamente La differenza principale tra questo sistema e il DSR della ESB e che questrsquoultimo

adotta una compensazione piugrave spinta alle alte frequenze che non alle basse mentre nelle Soundfield One

lrsquointervento tende ad essere uniforme su tutta la banda audio

Figura 13 ndash Diagramma polare dellrsquoemissione teorica del sistema di altoparlanti dbx

Polk Audio SDA

II sistema di altoparlanti Polk Audio SDA (1985) nasce dalla stessa filosofia dellrsquoapparecchio di Bob Carver e

fornisce quindi dei risultati analoghi La cancellazione della diafonia interaurale viene perograve fatta in maniera del

tutto acustica Con riferimento alla figura 14 possiamo vedere come il diffusore sia in realtagrave composto da due

sistemi di altoparlanti distinti e perfettamente equivalenti posti ad una distanza tra di loro pari circa alla distanza

media tra le orecchie di un ascoltatore Gli altoparlanti piugrave al centro irradiano il segnale principale mentre quelli

allrsquoesterno o laquoalto parlanti di cancellazione dimensionaliraquo ricevono un segnale differenza dato da L-R per

lrsquoaltoparlante sinistro ed R-L per quello destro In ciascun caso la parte positiva del segnale serve a stabilizzare la

dimensione della scena acustica mentre la parte negativa egrave il segnale di cancellazione della diafonia

Figura 14 ndash Configurazione di un sistema Folk Audio SDA Ogni diffusore egrave costituito da due gruppi di

altoparlanti distinti quello piugrave interno egrave quello principale mentre lrsquoaltro si occupa di fornire il segnale

dimensionale

dimensionale

In figura 15 possiamo vedere il principio di funzionamento di questi diffusori allrsquoorecchio sinistro giunge prima il

segnale principale e quindi con un ritardo pari a quello interaurale il segnale del canale destro Questrsquoultimo viene

perograve cancellato dal segnale emesso dallrsquoaltoparlante di cancellazione sinistro che emette lo stesso segnale

invertito di fase

Figura 15 ndash Schema di funzionamento di un sistema SDA La larghezza ottimale della scena acustica si

ha quando lrsquoascoltatore forma un triangolo equilatero con gli altoparlanti

Anche tale segnale infatti giunge allrsquoorecchio sinistro con un ritardo pari a quello interaurale ma essendo sfasato

rispetto al segnale di diafonia di 180 gradi lo cancella Si ha in definitiva un buon allargamento della scena sonora

che mantiene anche una discreta stabilitagrave per posizioni di ascolto diverse da quella centrale

di Pierfrancesco Fravolini

() Lavoro svolto nellrsquoambito della Tesi di Laurea dellrsquoAutore (Corso di Elettroacustica della Facoltagrave di Ingegneria

dellrsquoUniversitagrave laquoLa Sapienzaraquo di Roma) con il contributo di una Borsa di Studio ESB per una ricerca su

laquolocalizzazione delle sorgenti sonore tenuto conto anche dellrsquointerazione tra sistemi di altoparlanti ed ambiente di

ascoltoraquo

BIBLIOGRAFIA

(3) Mills AW laquoOn the minimum audible angleraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 30 n 4 pp 237-

246 (aprile 1958)

(4) Leakey DM laquoSome measurements on thegrave effeets of interchannel intensity and time Differences in two channel

sound systemsraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 31 n 7 pp 977-986 (luglio 1959)

(5) Roffler SK Butler RA laquoFactors that influence the localization of sound in the vertical pianeraquo Journal of the

Acoustic Society of America Vol 43 n 6 pp 1255-1259 (1968)

(6) Gardner MB Gardner RS laquoProblem of localization in the median piane effect of pinnae cavity occlusionraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 53 n 2 pp 400-408 (1973)

(7) Osman E laquoCorrelation model of binaural detection interaural amplitude ratio and phase variation for signalraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 54 n 2 pp 386-389 (1973)

(8) Wright D Hebrank JH Wilson B laquoPinna reflections as cues for localizationraquo Journal of the Acoustic Society

of America Vol 56 n 3 pp 957-962 (settembre 1974)

(9) Hebrank J Wright D laquoSpectral cues used in the localization of sound sources on the median pianeraquo Journal

of the Acoustic Society of America Vol 56 n 6 pp 1829-1834 (dicembre 1974)

(10) Butler RA Belendiuk K laquoSpectral cues utilized in the localization of sound in the median sagittal pianeraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 61 n 5 pp 1264-1269 (maggio 1977)

(11) Rodgers P laquoPinna transformations and sound Reproductionraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 29

n 4 pp 226-233 (aprile 1981)

(12) Nuti P laquoPercezione invarianza e i 5 parametriraquo AUDIOreview n 1 pp 86-90 (settembre 1981)

(13) Giussani R laquoDiffusori ESB 705 filosofia della caratteristica di dispersione a ldquospettro distribuitordquoraquo

AUDIOreview n 5 p 96-99 (febbraio 1982)

(14) Nuti P laquoGli elaboratori di immagine sonoraraquo AUDIOreview n 7 pp 46-49 (maggio 1982)

(15) Arnklit B Gatta F Nuti P laquoKit Audio Image Processor un elaboratore di immagine sonora a basso costoraquo

AUDIOreview n 8 pp 82-89 (luglio 1982)

(16) Nuti P Moroni B laquoLrsquoolografia sonora di Bob Carverraquo AUDIOreview n 33 pp 50-53 (novembre 1984)

(17) Giussani R laquoProspettiva sonora e sorgenti virtuali nei sistemi di altoparlanti stereofoniciraquo AUDIOreview n 34

pp 61-64 (dicembre 1984)

(18) Giussani R laquodbx Soundfield Oneraquo AUDIOreview n 34 pp 65-69 (dicembre 1984)

(19) Polk M laquoSistemi di altoparlanti Polk Audio SDA progettati per lo stereoraquo AUDIOreview n 36 pp 47-54

(febbraio 1985)

(20) Davis MF laquoLoudspeaker systems with optimized widelistening-area imagingraquo Journal of Audio Engineering

Society Vol 35 n 11 pp 888-896 (novembre 1987)

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(21) Giussani R laquoStereofonia e percezioneraquo AUDIOreview n 71 pp 62-69 (aprile 1988)

(22) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (prima parte)raquo AUDIOreview n 88 pp 92-96 (novembre 1989)

(23) Salava T laquoTransaural Stereo and Near Field listeningraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 38 n 12

pp 40-41 (gennaiofebbraio 1990)

(24) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (terza parte)raquo AUDIOreview n 92 pp 84-87 (marzo 1990)

da AUDIOreview n 99 novembre 1990

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sonora rispetto al padiglione muta anche la distanza tra il canale uditivo e la prima superficie riflettente Con

riferimento alla figura 4 possiamo vedere come la prima principale riflessione egrave generata dalla parte superiore

della conca che egrave distante circa 13 mm dal canale uditivo

Figura 4 ndash Il suono in arrivo allrsquoorecchio viene riflesso dalla parte posteriore della conca A causa della

geometria di questrsquoultima man mano che lrsquoangolazione verticale della sorgente sonora cresce la geometria

del padiglione auricolare fa sigrave che il ritardo di percezione del suono riflesso sia sempre piugrave piccolo

La differenza di percorso tra il segnale diretto e quello riflesso egrave quindi di circa 26 mm e questo genera un ritardo

di circa 76 μsec A causa di questo ritardo si ha nel dominio della frequenza un filtraggio a pettine (vedi fig 5) che

in questo caso genera due minimi uno (12t) tra 6 e 7 kHz e lrsquoaltro (32t) tra 18 e 20 kHz visibile in figura 6a

Figura 5 ndash Lrsquoinviluppo dello spettro di due impulsi sonori separati da un certo tempo

t egrave caratterizzato nel dominio della frequenza da una serie di minimi posti a distanza n2t

Se la sorgente viene innalzata cambia di conseguenza il tempo di riflessione In figura 4 si puograve vedere che quando

la sorgente egrave ad una altezza maggiore di quella dellrsquoorecchio la riflessione principale viene dallrsquoanti-trago distante

circa 6 mm dal canale uditivo In questo caso la differenza di percorso di 12 mm genera un ritardo di circa 35

μsec

Figura 6

Questo ritardo crea un minimo dello spettro attorno ai 14 kHz ed un altro a circa 43 kHz quindi fuori dal campo

uditivo (fig 6b) Man mano che lrsquoangolazione verticale della sorgente sonora cresce la geometria del padiglione

auricolare fa sigrave che il tempo di riflessione del suono sia sempre piugrave piccolo Di conseguenza i minimi dello spettro

si spostano sempre di piugrave verso le alte frequenze Il percheacute si parla sempre di modificazioni dello spettro del

suono effettuate dalle riflessioni egrave presto detto In tutti gli studi condotti si egrave sempre messo in evidenza come la

capacitagrave di localizzazione sia verticale che orizzontale del suono diminuisce se si usano per i test dei segnali

sinusoidali continui mentre aumenta se vengono utilizzati dei segnali complessi Questo suggerisce che lrsquoudito sia

piugrave sensibile alle modificazioni dello spettro che alle differenze nei tempi di arrivo del segnale

23 La riproduzione binaurale

Nella tecnica di ripresa binaurale come giagrave saprete vengono impiegati due microfoni posti in corrispondenza dei

padiglioni auricolari di un signore cosigrave paziente da rimanere immobile per tutta la durata della registrazione su

una laquotesta artificialeraquo cioegrave su di un manichino che riproduce la forma e le proprietagrave acustiche di una testa umana

in corrispondenza delle orecchie (fig 7) In questo modo ad ogni microfono giungono i suoni che sono stati giagrave

elaborati dalla testa e dai padiglioni auricolari

Figura 7 ndash Microfono bigravenaurale Sennheiser MKE 2002 montato su una testa artificiale

Questi suoni riprodotti poi da una cuffia rendono lrsquoascolto di una notevole verosimiglianza allrsquooriginale e questo

sistema egrave lrsquounico ancora oggi che puograve fornire delle sensazioni uditive piugrave simili alla realtagrave Purtroppo la scarsa

propensione da parte degli ascoltatori allrsquoascolto in cuffia ne limita lrsquoapplicazione di questa tecnica a casi

particolari ove non si cerchi di ottenere un risultato comunque accettabile anche nella riproduzione attraverso

diffusori

24 Gli altoparlanti

In figura 8 possiamo vedere una classica disposizione di due diffusori acustici in un tipico ambiente di ascolto

Supponiamo ora di voler riprodurre con questo sistema stereofonico una sorgente localizzata al centro della

scena sonora Per raggiungere tale scopo basteragrave far emettere ad ogni altoparlante la stessa intensitagrave sonora

Infatti se lrsquoascoltatore si trova esattamente al centro tra i due trasduttori la differenza interaurale di tempo di

arrivo saragrave nulla

ed esso localizzeragrave correttamente la sorgente sonora al centro Ma mentre nella realtagrave lrsquoascoltatore egrave raggiunto

da due stimoli diversi quello allrsquoorecchio destro e quello allrsquoorecchio sinistro nel caso del suono riprodotto da

due trasduttori distinti lrsquoascoltatore egrave raggiunto da ben quattro stimoli ogni orecchio sente infatti il suono

dellrsquoaltoparlante piugrave vicino e dopo un certo ritardo (dellrsquoordine dei microsecondi) il suono dellrsquoaltoparlante piugrave

lontano

Figura 8 ndash Durante la percezione di un suono generato da una sorgente sonora nella

realtagrave lrsquoascoltatore egrave raggiunto da due stimoli diversi quello allrsquoorecchio destro e

quello allrsquoorecchio sinistro Nel caso di suono riprodotto da due trasduttori distinti

lrsquoascoltatore egrave raggiunto da ben quattro stimoli

Questo fenomeno che puograve considerarsi indesiderato in quanto crea una deformazione dellrsquoimmagine

stereofonica egrave detto laquodiafonia interauraleraquo Molti costruttori di altoparlanti e di elettroni che ritengono che questo

fenomeno sia il principale responsabile della limitazione della prospettiva stereofonica allrsquointerno della posizione

occupata dagli altoparlanti Per questo sono nati diversi sistemi elettronici o elettroacustici che si propongono di

ridurre o addirittura eliminare la diafonia interaurale del sistema di produzione

25 Elaboratori di immagine sonora

Primo in ordine di tempo in questa carrellata tra gli elaboratori elettronici del campo sonoro egrave senza dubbio il

laquoSonic Hologram Generator Model C-9raquo di Bob Carver (16) Questo apparecchio rivoluzionario per il suo tempo

(1984) non fa altro che ridurre la diafonia interaurale miscelando al contenuto di ogni canale stereoifonico un

segnale di cancellazione della diafonia interaurale ottenuto prendendo il contenuto dellrsquoaltro canale

opportunamente filtrato ritardato ed invertito di fase (fig 9)

Figura 9 ndash Schema a blocchi del generatore di ologramma sonoro di Bob Carver

In questo modo regolando il livello ed il tempo di ritardo dei segnali di cancellazione si riesce ad ampliare

artificialmente la scena sonora in modo che alcuni strumenti sembrino provenire addirittura da posizioni esterne al

fronte definito dalla disposizione degli altoparlanti Il generatore di olografia sonora di Carver tiene conto nella

ricostruzione dei segnali di cancellazione anche dellrsquoeffetto di mascheramento spettrale generato dal volto

dellrsquoascoltatore

ESB serie 7

Questi sistemi di altoparlanti sono nati (1981) con il preciso scopo di accrescere il realismo della riproduzione

basandosi soprattutto sullrsquoinvarianza della sensazione di ascolto con la posizione dellrsquoascoltatore e su una

convincente dimensione verticale della scena acustica Per raggiungere tali scopi ogni diffusore ha una

dispersione in funzione della frequenza che egrave modellata per compensare la variazione di livello e di tempo di

arrivo del suono diretto che causa normalmente la distorsione prospettica della scena acustica Infatti per un

sistema di altoparlanti convenzionale ad ogni spostamento dellrsquoascoltatore si ha oltre che una distorsione

timbrica dovuta proprio alla limitata dispersione dei trasduttori anche una distorsione prospettica cioegrave la scena

sonora tende ad ammassarsi presso il diffusore piugrave vicino In pratica il livello di emissione di ciascuna delle due

casse varia in maniera da essere massimo verso la posizione piugrave lontana della zona di ascolto e minimo verso la

zona piugrave vicina Per ottenere un effetto tridimensionale piugrave realistico la compensazione egrave differente alle diverse

frequenze in modo da ricreare una corretta sensazione di profonditagrave della scena acustica

Figura 10 ndash I sistemi di altoparlanti ESB della serie 7 che adottano il

sistema DSR prevedono di distribuire in senso verticale lo spettro

audio in funzione dellrsquoangolo di ricezione Il risultato egrave una scena

acustica dotata di una realistica dimensione verticale entro la quale

risulta piugrave agevole distinguere le varie sorgenti musicali Si sfrutta

infatti il principio del laquococktail party effectraquo secondo il quale

lrsquoorecchio umano egrave capace di distinguere ed isolare un suono dagli

altri se questo proviene da una specifica direzione proprio come

quando si concentra lrsquoattenzione sulla voce di una persona che parla

in una stanza affollata Nei diffusori della serie 7 le distanze fra gli

altoparlanti sono calcolate per distribuire le zone di emissione

sullrsquoasse verticale in modo che a segnali con contenuto spettrale

differente corrispondano zone di emissione diverse In questo modo

si restituisce al sistema uditivo la possibilitagrave di selezionare ed

analizzare il particolare suono desiderato sia utilizzando le differenze

digrave spettro che di posizione

Al fine di ricostruire la dimensione verticale della scena sonora lrsquoemissione delle diverse frequenze dello spettro

avviene senza soluzione di continuitagrave da quote diverse Cosigrave uno strumento caratterizzato da una prevalenza di

note alte e medio-alte saragrave posizionato dal sistema piugrave in alto di un altro strumento il cui spettro di emissione si

estenda piugrave verso le frequenze medie e basse

Figura 11 ndash Il sistema DSR prevede di distribuire in senso orizzontale ed in modo

non convenzionale lo spettro audio in funzione dellrsquoangolo di emissione Con

questa tecnica unita alla distribuzione dello spettro anche sul piano verticale la

prospettiva e la timbrica della scena acustica permangono invariate per qualsiasi

posizione di ascolto

DBX Soundfield One

Figura 12 ndash II sistema di diffusione dbx Soundfield One

Questi sistemi di altoparlanti presentati nel 1984 seguono una filosofia simile a quella propria della serie 7 ESB

anche se sviluppata autonomamente Lrsquointento dei progettisti di questi diffusori era quello di disegnare un sistema

di altoparlanti nel quale il diagramma di radiazione fosse ottimizzato in modo da mantenere costante lrsquoimmagine

della scena sonora in una zona il piugrave ampia possibile Il diagramma di radiazione ottimo egrave stato determinato

sperimentalmente Con test di ascolto controllati si egrave visto che il diagramma ideale egrave moderata- mente direzionale

con circa 10 dB di differenza tra i livelli massimo e minimo (fig 13) Si egrave trovato inoltre che lrsquoasse di massimo livello

di emissione di ciascun sistema egrave rivolto verso lrsquoaltra cassa La curva di risposta generale dei diffusori viene poi

equalizzata elettronicamente La differenza principale tra questo sistema e il DSR della ESB e che questrsquoultimo

adotta una compensazione piugrave spinta alle alte frequenze che non alle basse mentre nelle Soundfield One

lrsquointervento tende ad essere uniforme su tutta la banda audio

Figura 13 ndash Diagramma polare dellrsquoemissione teorica del sistema di altoparlanti dbx

Polk Audio SDA

II sistema di altoparlanti Polk Audio SDA (1985) nasce dalla stessa filosofia dellrsquoapparecchio di Bob Carver e

fornisce quindi dei risultati analoghi La cancellazione della diafonia interaurale viene perograve fatta in maniera del

tutto acustica Con riferimento alla figura 14 possiamo vedere come il diffusore sia in realtagrave composto da due

sistemi di altoparlanti distinti e perfettamente equivalenti posti ad una distanza tra di loro pari circa alla distanza

media tra le orecchie di un ascoltatore Gli altoparlanti piugrave al centro irradiano il segnale principale mentre quelli

allrsquoesterno o laquoalto parlanti di cancellazione dimensionaliraquo ricevono un segnale differenza dato da L-R per

lrsquoaltoparlante sinistro ed R-L per quello destro In ciascun caso la parte positiva del segnale serve a stabilizzare la

dimensione della scena acustica mentre la parte negativa egrave il segnale di cancellazione della diafonia

Figura 14 ndash Configurazione di un sistema Folk Audio SDA Ogni diffusore egrave costituito da due gruppi di

altoparlanti distinti quello piugrave interno egrave quello principale mentre lrsquoaltro si occupa di fornire il segnale

dimensionale

dimensionale

In figura 15 possiamo vedere il principio di funzionamento di questi diffusori allrsquoorecchio sinistro giunge prima il

segnale principale e quindi con un ritardo pari a quello interaurale il segnale del canale destro Questrsquoultimo viene

perograve cancellato dal segnale emesso dallrsquoaltoparlante di cancellazione sinistro che emette lo stesso segnale

invertito di fase

Figura 15 ndash Schema di funzionamento di un sistema SDA La larghezza ottimale della scena acustica si

ha quando lrsquoascoltatore forma un triangolo equilatero con gli altoparlanti

Anche tale segnale infatti giunge allrsquoorecchio sinistro con un ritardo pari a quello interaurale ma essendo sfasato

rispetto al segnale di diafonia di 180 gradi lo cancella Si ha in definitiva un buon allargamento della scena sonora

che mantiene anche una discreta stabilitagrave per posizioni di ascolto diverse da quella centrale

di Pierfrancesco Fravolini

() Lavoro svolto nellrsquoambito della Tesi di Laurea dellrsquoAutore (Corso di Elettroacustica della Facoltagrave di Ingegneria

dellrsquoUniversitagrave laquoLa Sapienzaraquo di Roma) con il contributo di una Borsa di Studio ESB per una ricerca su

laquolocalizzazione delle sorgenti sonore tenuto conto anche dellrsquointerazione tra sistemi di altoparlanti ed ambiente di

ascoltoraquo

BIBLIOGRAFIA

(3) Mills AW laquoOn the minimum audible angleraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 30 n 4 pp 237-

246 (aprile 1958)

(4) Leakey DM laquoSome measurements on thegrave effeets of interchannel intensity and time Differences in two channel

sound systemsraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 31 n 7 pp 977-986 (luglio 1959)

(5) Roffler SK Butler RA laquoFactors that influence the localization of sound in the vertical pianeraquo Journal of the

Acoustic Society of America Vol 43 n 6 pp 1255-1259 (1968)

(6) Gardner MB Gardner RS laquoProblem of localization in the median piane effect of pinnae cavity occlusionraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 53 n 2 pp 400-408 (1973)

(7) Osman E laquoCorrelation model of binaural detection interaural amplitude ratio and phase variation for signalraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 54 n 2 pp 386-389 (1973)

(8) Wright D Hebrank JH Wilson B laquoPinna reflections as cues for localizationraquo Journal of the Acoustic Society

of America Vol 56 n 3 pp 957-962 (settembre 1974)

(9) Hebrank J Wright D laquoSpectral cues used in the localization of sound sources on the median pianeraquo Journal

of the Acoustic Society of America Vol 56 n 6 pp 1829-1834 (dicembre 1974)

(10) Butler RA Belendiuk K laquoSpectral cues utilized in the localization of sound in the median sagittal pianeraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 61 n 5 pp 1264-1269 (maggio 1977)

(11) Rodgers P laquoPinna transformations and sound Reproductionraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 29

n 4 pp 226-233 (aprile 1981)

(12) Nuti P laquoPercezione invarianza e i 5 parametriraquo AUDIOreview n 1 pp 86-90 (settembre 1981)

(13) Giussani R laquoDiffusori ESB 705 filosofia della caratteristica di dispersione a ldquospettro distribuitordquoraquo

AUDIOreview n 5 p 96-99 (febbraio 1982)

(14) Nuti P laquoGli elaboratori di immagine sonoraraquo AUDIOreview n 7 pp 46-49 (maggio 1982)

(15) Arnklit B Gatta F Nuti P laquoKit Audio Image Processor un elaboratore di immagine sonora a basso costoraquo

AUDIOreview n 8 pp 82-89 (luglio 1982)

(16) Nuti P Moroni B laquoLrsquoolografia sonora di Bob Carverraquo AUDIOreview n 33 pp 50-53 (novembre 1984)

(17) Giussani R laquoProspettiva sonora e sorgenti virtuali nei sistemi di altoparlanti stereofoniciraquo AUDIOreview n 34

pp 61-64 (dicembre 1984)

(18) Giussani R laquodbx Soundfield Oneraquo AUDIOreview n 34 pp 65-69 (dicembre 1984)

(19) Polk M laquoSistemi di altoparlanti Polk Audio SDA progettati per lo stereoraquo AUDIOreview n 36 pp 47-54

(febbraio 1985)

(20) Davis MF laquoLoudspeaker systems with optimized widelistening-area imagingraquo Journal of Audio Engineering

Society Vol 35 n 11 pp 888-896 (novembre 1987)

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(21) Giussani R laquoStereofonia e percezioneraquo AUDIOreview n 71 pp 62-69 (aprile 1988)

(22) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (prima parte)raquo AUDIOreview n 88 pp 92-96 (novembre 1989)

(23) Salava T laquoTransaural Stereo and Near Field listeningraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 38 n 12

pp 40-41 (gennaiofebbraio 1990)

(24) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (terza parte)raquo AUDIOreview n 92 pp 84-87 (marzo 1990)

da AUDIOreview n 99 novembre 1990

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si spostano sempre di piugrave verso le alte frequenze Il percheacute si parla sempre di modificazioni dello spettro del

suono effettuate dalle riflessioni egrave presto detto In tutti gli studi condotti si egrave sempre messo in evidenza come la

capacitagrave di localizzazione sia verticale che orizzontale del suono diminuisce se si usano per i test dei segnali

sinusoidali continui mentre aumenta se vengono utilizzati dei segnali complessi Questo suggerisce che lrsquoudito sia

piugrave sensibile alle modificazioni dello spettro che alle differenze nei tempi di arrivo del segnale

23 La riproduzione binaurale

Nella tecnica di ripresa binaurale come giagrave saprete vengono impiegati due microfoni posti in corrispondenza dei

padiglioni auricolari di un signore cosigrave paziente da rimanere immobile per tutta la durata della registrazione su

una laquotesta artificialeraquo cioegrave su di un manichino che riproduce la forma e le proprietagrave acustiche di una testa umana

in corrispondenza delle orecchie (fig 7) In questo modo ad ogni microfono giungono i suoni che sono stati giagrave

elaborati dalla testa e dai padiglioni auricolari

Figura 7 ndash Microfono bigravenaurale Sennheiser MKE 2002 montato su una testa artificiale

Questi suoni riprodotti poi da una cuffia rendono lrsquoascolto di una notevole verosimiglianza allrsquooriginale e questo

sistema egrave lrsquounico ancora oggi che puograve fornire delle sensazioni uditive piugrave simili alla realtagrave Purtroppo la scarsa

propensione da parte degli ascoltatori allrsquoascolto in cuffia ne limita lrsquoapplicazione di questa tecnica a casi

particolari ove non si cerchi di ottenere un risultato comunque accettabile anche nella riproduzione attraverso

diffusori

24 Gli altoparlanti

In figura 8 possiamo vedere una classica disposizione di due diffusori acustici in un tipico ambiente di ascolto

Supponiamo ora di voler riprodurre con questo sistema stereofonico una sorgente localizzata al centro della

scena sonora Per raggiungere tale scopo basteragrave far emettere ad ogni altoparlante la stessa intensitagrave sonora

Infatti se lrsquoascoltatore si trova esattamente al centro tra i due trasduttori la differenza interaurale di tempo di

arrivo saragrave nulla

ed esso localizzeragrave correttamente la sorgente sonora al centro Ma mentre nella realtagrave lrsquoascoltatore egrave raggiunto

da due stimoli diversi quello allrsquoorecchio destro e quello allrsquoorecchio sinistro nel caso del suono riprodotto da

due trasduttori distinti lrsquoascoltatore egrave raggiunto da ben quattro stimoli ogni orecchio sente infatti il suono

dellrsquoaltoparlante piugrave vicino e dopo un certo ritardo (dellrsquoordine dei microsecondi) il suono dellrsquoaltoparlante piugrave

lontano

Figura 8 ndash Durante la percezione di un suono generato da una sorgente sonora nella

realtagrave lrsquoascoltatore egrave raggiunto da due stimoli diversi quello allrsquoorecchio destro e

quello allrsquoorecchio sinistro Nel caso di suono riprodotto da due trasduttori distinti

lrsquoascoltatore egrave raggiunto da ben quattro stimoli

Questo fenomeno che puograve considerarsi indesiderato in quanto crea una deformazione dellrsquoimmagine

stereofonica egrave detto laquodiafonia interauraleraquo Molti costruttori di altoparlanti e di elettroni che ritengono che questo

fenomeno sia il principale responsabile della limitazione della prospettiva stereofonica allrsquointerno della posizione

occupata dagli altoparlanti Per questo sono nati diversi sistemi elettronici o elettroacustici che si propongono di

ridurre o addirittura eliminare la diafonia interaurale del sistema di produzione

25 Elaboratori di immagine sonora

Primo in ordine di tempo in questa carrellata tra gli elaboratori elettronici del campo sonoro egrave senza dubbio il

laquoSonic Hologram Generator Model C-9raquo di Bob Carver (16) Questo apparecchio rivoluzionario per il suo tempo

(1984) non fa altro che ridurre la diafonia interaurale miscelando al contenuto di ogni canale stereoifonico un

segnale di cancellazione della diafonia interaurale ottenuto prendendo il contenuto dellrsquoaltro canale

opportunamente filtrato ritardato ed invertito di fase (fig 9)

Figura 9 ndash Schema a blocchi del generatore di ologramma sonoro di Bob Carver

In questo modo regolando il livello ed il tempo di ritardo dei segnali di cancellazione si riesce ad ampliare

artificialmente la scena sonora in modo che alcuni strumenti sembrino provenire addirittura da posizioni esterne al

fronte definito dalla disposizione degli altoparlanti Il generatore di olografia sonora di Carver tiene conto nella

ricostruzione dei segnali di cancellazione anche dellrsquoeffetto di mascheramento spettrale generato dal volto

dellrsquoascoltatore

ESB serie 7

Questi sistemi di altoparlanti sono nati (1981) con il preciso scopo di accrescere il realismo della riproduzione

basandosi soprattutto sullrsquoinvarianza della sensazione di ascolto con la posizione dellrsquoascoltatore e su una

convincente dimensione verticale della scena acustica Per raggiungere tali scopi ogni diffusore ha una

dispersione in funzione della frequenza che egrave modellata per compensare la variazione di livello e di tempo di

arrivo del suono diretto che causa normalmente la distorsione prospettica della scena acustica Infatti per un

sistema di altoparlanti convenzionale ad ogni spostamento dellrsquoascoltatore si ha oltre che una distorsione

timbrica dovuta proprio alla limitata dispersione dei trasduttori anche una distorsione prospettica cioegrave la scena

sonora tende ad ammassarsi presso il diffusore piugrave vicino In pratica il livello di emissione di ciascuna delle due

casse varia in maniera da essere massimo verso la posizione piugrave lontana della zona di ascolto e minimo verso la

zona piugrave vicina Per ottenere un effetto tridimensionale piugrave realistico la compensazione egrave differente alle diverse

frequenze in modo da ricreare una corretta sensazione di profonditagrave della scena acustica

Figura 10 ndash I sistemi di altoparlanti ESB della serie 7 che adottano il

sistema DSR prevedono di distribuire in senso verticale lo spettro

audio in funzione dellrsquoangolo di ricezione Il risultato egrave una scena

acustica dotata di una realistica dimensione verticale entro la quale

risulta piugrave agevole distinguere le varie sorgenti musicali Si sfrutta

infatti il principio del laquococktail party effectraquo secondo il quale

lrsquoorecchio umano egrave capace di distinguere ed isolare un suono dagli

altri se questo proviene da una specifica direzione proprio come

quando si concentra lrsquoattenzione sulla voce di una persona che parla

in una stanza affollata Nei diffusori della serie 7 le distanze fra gli

altoparlanti sono calcolate per distribuire le zone di emissione

sullrsquoasse verticale in modo che a segnali con contenuto spettrale

differente corrispondano zone di emissione diverse In questo modo

si restituisce al sistema uditivo la possibilitagrave di selezionare ed

analizzare il particolare suono desiderato sia utilizzando le differenze

digrave spettro che di posizione

Al fine di ricostruire la dimensione verticale della scena sonora lrsquoemissione delle diverse frequenze dello spettro

avviene senza soluzione di continuitagrave da quote diverse Cosigrave uno strumento caratterizzato da una prevalenza di

note alte e medio-alte saragrave posizionato dal sistema piugrave in alto di un altro strumento il cui spettro di emissione si

estenda piugrave verso le frequenze medie e basse

Figura 11 ndash Il sistema DSR prevede di distribuire in senso orizzontale ed in modo

non convenzionale lo spettro audio in funzione dellrsquoangolo di emissione Con

questa tecnica unita alla distribuzione dello spettro anche sul piano verticale la

prospettiva e la timbrica della scena acustica permangono invariate per qualsiasi

posizione di ascolto

DBX Soundfield One

Figura 12 ndash II sistema di diffusione dbx Soundfield One

Questi sistemi di altoparlanti presentati nel 1984 seguono una filosofia simile a quella propria della serie 7 ESB

anche se sviluppata autonomamente Lrsquointento dei progettisti di questi diffusori era quello di disegnare un sistema

di altoparlanti nel quale il diagramma di radiazione fosse ottimizzato in modo da mantenere costante lrsquoimmagine

della scena sonora in una zona il piugrave ampia possibile Il diagramma di radiazione ottimo egrave stato determinato

sperimentalmente Con test di ascolto controllati si egrave visto che il diagramma ideale egrave moderata- mente direzionale

con circa 10 dB di differenza tra i livelli massimo e minimo (fig 13) Si egrave trovato inoltre che lrsquoasse di massimo livello

di emissione di ciascun sistema egrave rivolto verso lrsquoaltra cassa La curva di risposta generale dei diffusori viene poi

equalizzata elettronicamente La differenza principale tra questo sistema e il DSR della ESB e che questrsquoultimo

adotta una compensazione piugrave spinta alle alte frequenze che non alle basse mentre nelle Soundfield One

lrsquointervento tende ad essere uniforme su tutta la banda audio

Figura 13 ndash Diagramma polare dellrsquoemissione teorica del sistema di altoparlanti dbx

Polk Audio SDA

II sistema di altoparlanti Polk Audio SDA (1985) nasce dalla stessa filosofia dellrsquoapparecchio di Bob Carver e

fornisce quindi dei risultati analoghi La cancellazione della diafonia interaurale viene perograve fatta in maniera del

tutto acustica Con riferimento alla figura 14 possiamo vedere come il diffusore sia in realtagrave composto da due

sistemi di altoparlanti distinti e perfettamente equivalenti posti ad una distanza tra di loro pari circa alla distanza

media tra le orecchie di un ascoltatore Gli altoparlanti piugrave al centro irradiano il segnale principale mentre quelli

allrsquoesterno o laquoalto parlanti di cancellazione dimensionaliraquo ricevono un segnale differenza dato da L-R per

lrsquoaltoparlante sinistro ed R-L per quello destro In ciascun caso la parte positiva del segnale serve a stabilizzare la

dimensione della scena acustica mentre la parte negativa egrave il segnale di cancellazione della diafonia

Figura 14 ndash Configurazione di un sistema Folk Audio SDA Ogni diffusore egrave costituito da due gruppi di

altoparlanti distinti quello piugrave interno egrave quello principale mentre lrsquoaltro si occupa di fornire il segnale

dimensionale

dimensionale

In figura 15 possiamo vedere il principio di funzionamento di questi diffusori allrsquoorecchio sinistro giunge prima il

segnale principale e quindi con un ritardo pari a quello interaurale il segnale del canale destro Questrsquoultimo viene

perograve cancellato dal segnale emesso dallrsquoaltoparlante di cancellazione sinistro che emette lo stesso segnale

invertito di fase

Figura 15 ndash Schema di funzionamento di un sistema SDA La larghezza ottimale della scena acustica si

ha quando lrsquoascoltatore forma un triangolo equilatero con gli altoparlanti

Anche tale segnale infatti giunge allrsquoorecchio sinistro con un ritardo pari a quello interaurale ma essendo sfasato

rispetto al segnale di diafonia di 180 gradi lo cancella Si ha in definitiva un buon allargamento della scena sonora

che mantiene anche una discreta stabilitagrave per posizioni di ascolto diverse da quella centrale

di Pierfrancesco Fravolini

() Lavoro svolto nellrsquoambito della Tesi di Laurea dellrsquoAutore (Corso di Elettroacustica della Facoltagrave di Ingegneria

dellrsquoUniversitagrave laquoLa Sapienzaraquo di Roma) con il contributo di una Borsa di Studio ESB per una ricerca su

laquolocalizzazione delle sorgenti sonore tenuto conto anche dellrsquointerazione tra sistemi di altoparlanti ed ambiente di

ascoltoraquo

BIBLIOGRAFIA

(3) Mills AW laquoOn the minimum audible angleraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 30 n 4 pp 237-

246 (aprile 1958)

(4) Leakey DM laquoSome measurements on thegrave effeets of interchannel intensity and time Differences in two channel

sound systemsraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 31 n 7 pp 977-986 (luglio 1959)

(5) Roffler SK Butler RA laquoFactors that influence the localization of sound in the vertical pianeraquo Journal of the

Acoustic Society of America Vol 43 n 6 pp 1255-1259 (1968)

(6) Gardner MB Gardner RS laquoProblem of localization in the median piane effect of pinnae cavity occlusionraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 53 n 2 pp 400-408 (1973)

(7) Osman E laquoCorrelation model of binaural detection interaural amplitude ratio and phase variation for signalraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 54 n 2 pp 386-389 (1973)

(8) Wright D Hebrank JH Wilson B laquoPinna reflections as cues for localizationraquo Journal of the Acoustic Society

of America Vol 56 n 3 pp 957-962 (settembre 1974)

(9) Hebrank J Wright D laquoSpectral cues used in the localization of sound sources on the median pianeraquo Journal

of the Acoustic Society of America Vol 56 n 6 pp 1829-1834 (dicembre 1974)

(10) Butler RA Belendiuk K laquoSpectral cues utilized in the localization of sound in the median sagittal pianeraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 61 n 5 pp 1264-1269 (maggio 1977)

(11) Rodgers P laquoPinna transformations and sound Reproductionraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 29

n 4 pp 226-233 (aprile 1981)

(12) Nuti P laquoPercezione invarianza e i 5 parametriraquo AUDIOreview n 1 pp 86-90 (settembre 1981)

(13) Giussani R laquoDiffusori ESB 705 filosofia della caratteristica di dispersione a ldquospettro distribuitordquoraquo

AUDIOreview n 5 p 96-99 (febbraio 1982)

(14) Nuti P laquoGli elaboratori di immagine sonoraraquo AUDIOreview n 7 pp 46-49 (maggio 1982)

(15) Arnklit B Gatta F Nuti P laquoKit Audio Image Processor un elaboratore di immagine sonora a basso costoraquo

AUDIOreview n 8 pp 82-89 (luglio 1982)

(16) Nuti P Moroni B laquoLrsquoolografia sonora di Bob Carverraquo AUDIOreview n 33 pp 50-53 (novembre 1984)

(17) Giussani R laquoProspettiva sonora e sorgenti virtuali nei sistemi di altoparlanti stereofoniciraquo AUDIOreview n 34

pp 61-64 (dicembre 1984)

(18) Giussani R laquodbx Soundfield Oneraquo AUDIOreview n 34 pp 65-69 (dicembre 1984)

(19) Polk M laquoSistemi di altoparlanti Polk Audio SDA progettati per lo stereoraquo AUDIOreview n 36 pp 47-54

(febbraio 1985)

(20) Davis MF laquoLoudspeaker systems with optimized widelistening-area imagingraquo Journal of Audio Engineering

Society Vol 35 n 11 pp 888-896 (novembre 1987)

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(21) Giussani R laquoStereofonia e percezioneraquo AUDIOreview n 71 pp 62-69 (aprile 1988)

(22) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (prima parte)raquo AUDIOreview n 88 pp 92-96 (novembre 1989)

(23) Salava T laquoTransaural Stereo and Near Field listeningraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 38 n 12

pp 40-41 (gennaiofebbraio 1990)

(24) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (terza parte)raquo AUDIOreview n 92 pp 84-87 (marzo 1990)

da AUDIOreview n 99 novembre 1990

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Figura 8 ndash Durante la percezione di un suono generato da una sorgente sonora nella

realtagrave lrsquoascoltatore egrave raggiunto da due stimoli diversi quello allrsquoorecchio destro e

quello allrsquoorecchio sinistro Nel caso di suono riprodotto da due trasduttori distinti

lrsquoascoltatore egrave raggiunto da ben quattro stimoli

Questo fenomeno che puograve considerarsi indesiderato in quanto crea una deformazione dellrsquoimmagine

stereofonica egrave detto laquodiafonia interauraleraquo Molti costruttori di altoparlanti e di elettroni che ritengono che questo

fenomeno sia il principale responsabile della limitazione della prospettiva stereofonica allrsquointerno della posizione

occupata dagli altoparlanti Per questo sono nati diversi sistemi elettronici o elettroacustici che si propongono di

ridurre o addirittura eliminare la diafonia interaurale del sistema di produzione

25 Elaboratori di immagine sonora

Primo in ordine di tempo in questa carrellata tra gli elaboratori elettronici del campo sonoro egrave senza dubbio il

laquoSonic Hologram Generator Model C-9raquo di Bob Carver (16) Questo apparecchio rivoluzionario per il suo tempo

(1984) non fa altro che ridurre la diafonia interaurale miscelando al contenuto di ogni canale stereoifonico un

segnale di cancellazione della diafonia interaurale ottenuto prendendo il contenuto dellrsquoaltro canale

opportunamente filtrato ritardato ed invertito di fase (fig 9)

Figura 9 ndash Schema a blocchi del generatore di ologramma sonoro di Bob Carver

In questo modo regolando il livello ed il tempo di ritardo dei segnali di cancellazione si riesce ad ampliare

artificialmente la scena sonora in modo che alcuni strumenti sembrino provenire addirittura da posizioni esterne al

fronte definito dalla disposizione degli altoparlanti Il generatore di olografia sonora di Carver tiene conto nella

ricostruzione dei segnali di cancellazione anche dellrsquoeffetto di mascheramento spettrale generato dal volto

dellrsquoascoltatore

ESB serie 7

Questi sistemi di altoparlanti sono nati (1981) con il preciso scopo di accrescere il realismo della riproduzione

basandosi soprattutto sullrsquoinvarianza della sensazione di ascolto con la posizione dellrsquoascoltatore e su una

convincente dimensione verticale della scena acustica Per raggiungere tali scopi ogni diffusore ha una

dispersione in funzione della frequenza che egrave modellata per compensare la variazione di livello e di tempo di

arrivo del suono diretto che causa normalmente la distorsione prospettica della scena acustica Infatti per un

sistema di altoparlanti convenzionale ad ogni spostamento dellrsquoascoltatore si ha oltre che una distorsione

timbrica dovuta proprio alla limitata dispersione dei trasduttori anche una distorsione prospettica cioegrave la scena

sonora tende ad ammassarsi presso il diffusore piugrave vicino In pratica il livello di emissione di ciascuna delle due

casse varia in maniera da essere massimo verso la posizione piugrave lontana della zona di ascolto e minimo verso la

zona piugrave vicina Per ottenere un effetto tridimensionale piugrave realistico la compensazione egrave differente alle diverse

frequenze in modo da ricreare una corretta sensazione di profonditagrave della scena acustica

Figura 10 ndash I sistemi di altoparlanti ESB della serie 7 che adottano il

sistema DSR prevedono di distribuire in senso verticale lo spettro

audio in funzione dellrsquoangolo di ricezione Il risultato egrave una scena

acustica dotata di una realistica dimensione verticale entro la quale

risulta piugrave agevole distinguere le varie sorgenti musicali Si sfrutta

infatti il principio del laquococktail party effectraquo secondo il quale

lrsquoorecchio umano egrave capace di distinguere ed isolare un suono dagli

altri se questo proviene da una specifica direzione proprio come

quando si concentra lrsquoattenzione sulla voce di una persona che parla

in una stanza affollata Nei diffusori della serie 7 le distanze fra gli

altoparlanti sono calcolate per distribuire le zone di emissione

sullrsquoasse verticale in modo che a segnali con contenuto spettrale

differente corrispondano zone di emissione diverse In questo modo

si restituisce al sistema uditivo la possibilitagrave di selezionare ed

analizzare il particolare suono desiderato sia utilizzando le differenze

digrave spettro che di posizione

Al fine di ricostruire la dimensione verticale della scena sonora lrsquoemissione delle diverse frequenze dello spettro

avviene senza soluzione di continuitagrave da quote diverse Cosigrave uno strumento caratterizzato da una prevalenza di

note alte e medio-alte saragrave posizionato dal sistema piugrave in alto di un altro strumento il cui spettro di emissione si

estenda piugrave verso le frequenze medie e basse

Figura 11 ndash Il sistema DSR prevede di distribuire in senso orizzontale ed in modo

non convenzionale lo spettro audio in funzione dellrsquoangolo di emissione Con

questa tecnica unita alla distribuzione dello spettro anche sul piano verticale la

prospettiva e la timbrica della scena acustica permangono invariate per qualsiasi

posizione di ascolto

DBX Soundfield One

Figura 12 ndash II sistema di diffusione dbx Soundfield One

Questi sistemi di altoparlanti presentati nel 1984 seguono una filosofia simile a quella propria della serie 7 ESB

anche se sviluppata autonomamente Lrsquointento dei progettisti di questi diffusori era quello di disegnare un sistema

di altoparlanti nel quale il diagramma di radiazione fosse ottimizzato in modo da mantenere costante lrsquoimmagine

della scena sonora in una zona il piugrave ampia possibile Il diagramma di radiazione ottimo egrave stato determinato

sperimentalmente Con test di ascolto controllati si egrave visto che il diagramma ideale egrave moderata- mente direzionale

con circa 10 dB di differenza tra i livelli massimo e minimo (fig 13) Si egrave trovato inoltre che lrsquoasse di massimo livello

di emissione di ciascun sistema egrave rivolto verso lrsquoaltra cassa La curva di risposta generale dei diffusori viene poi

equalizzata elettronicamente La differenza principale tra questo sistema e il DSR della ESB e che questrsquoultimo

adotta una compensazione piugrave spinta alle alte frequenze che non alle basse mentre nelle Soundfield One

lrsquointervento tende ad essere uniforme su tutta la banda audio

Figura 13 ndash Diagramma polare dellrsquoemissione teorica del sistema di altoparlanti dbx

Polk Audio SDA

II sistema di altoparlanti Polk Audio SDA (1985) nasce dalla stessa filosofia dellrsquoapparecchio di Bob Carver e

fornisce quindi dei risultati analoghi La cancellazione della diafonia interaurale viene perograve fatta in maniera del

tutto acustica Con riferimento alla figura 14 possiamo vedere come il diffusore sia in realtagrave composto da due

sistemi di altoparlanti distinti e perfettamente equivalenti posti ad una distanza tra di loro pari circa alla distanza

media tra le orecchie di un ascoltatore Gli altoparlanti piugrave al centro irradiano il segnale principale mentre quelli

allrsquoesterno o laquoalto parlanti di cancellazione dimensionaliraquo ricevono un segnale differenza dato da L-R per

lrsquoaltoparlante sinistro ed R-L per quello destro In ciascun caso la parte positiva del segnale serve a stabilizzare la

dimensione della scena acustica mentre la parte negativa egrave il segnale di cancellazione della diafonia

Figura 14 ndash Configurazione di un sistema Folk Audio SDA Ogni diffusore egrave costituito da due gruppi di

altoparlanti distinti quello piugrave interno egrave quello principale mentre lrsquoaltro si occupa di fornire il segnale

dimensionale

dimensionale

In figura 15 possiamo vedere il principio di funzionamento di questi diffusori allrsquoorecchio sinistro giunge prima il

segnale principale e quindi con un ritardo pari a quello interaurale il segnale del canale destro Questrsquoultimo viene

perograve cancellato dal segnale emesso dallrsquoaltoparlante di cancellazione sinistro che emette lo stesso segnale

invertito di fase

Figura 15 ndash Schema di funzionamento di un sistema SDA La larghezza ottimale della scena acustica si

ha quando lrsquoascoltatore forma un triangolo equilatero con gli altoparlanti

Anche tale segnale infatti giunge allrsquoorecchio sinistro con un ritardo pari a quello interaurale ma essendo sfasato

rispetto al segnale di diafonia di 180 gradi lo cancella Si ha in definitiva un buon allargamento della scena sonora

che mantiene anche una discreta stabilitagrave per posizioni di ascolto diverse da quella centrale

di Pierfrancesco Fravolini

() Lavoro svolto nellrsquoambito della Tesi di Laurea dellrsquoAutore (Corso di Elettroacustica della Facoltagrave di Ingegneria

dellrsquoUniversitagrave laquoLa Sapienzaraquo di Roma) con il contributo di una Borsa di Studio ESB per una ricerca su

laquolocalizzazione delle sorgenti sonore tenuto conto anche dellrsquointerazione tra sistemi di altoparlanti ed ambiente di

ascoltoraquo

BIBLIOGRAFIA

(3) Mills AW laquoOn the minimum audible angleraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 30 n 4 pp 237-

246 (aprile 1958)

(4) Leakey DM laquoSome measurements on thegrave effeets of interchannel intensity and time Differences in two channel

sound systemsraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 31 n 7 pp 977-986 (luglio 1959)

(5) Roffler SK Butler RA laquoFactors that influence the localization of sound in the vertical pianeraquo Journal of the

Acoustic Society of America Vol 43 n 6 pp 1255-1259 (1968)

(6) Gardner MB Gardner RS laquoProblem of localization in the median piane effect of pinnae cavity occlusionraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 53 n 2 pp 400-408 (1973)

(7) Osman E laquoCorrelation model of binaural detection interaural amplitude ratio and phase variation for signalraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 54 n 2 pp 386-389 (1973)

(8) Wright D Hebrank JH Wilson B laquoPinna reflections as cues for localizationraquo Journal of the Acoustic Society

of America Vol 56 n 3 pp 957-962 (settembre 1974)

(9) Hebrank J Wright D laquoSpectral cues used in the localization of sound sources on the median pianeraquo Journal

of the Acoustic Society of America Vol 56 n 6 pp 1829-1834 (dicembre 1974)

(10) Butler RA Belendiuk K laquoSpectral cues utilized in the localization of sound in the median sagittal pianeraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 61 n 5 pp 1264-1269 (maggio 1977)

(11) Rodgers P laquoPinna transformations and sound Reproductionraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 29

n 4 pp 226-233 (aprile 1981)

(12) Nuti P laquoPercezione invarianza e i 5 parametriraquo AUDIOreview n 1 pp 86-90 (settembre 1981)

(13) Giussani R laquoDiffusori ESB 705 filosofia della caratteristica di dispersione a ldquospettro distribuitordquoraquo

AUDIOreview n 5 p 96-99 (febbraio 1982)

(14) Nuti P laquoGli elaboratori di immagine sonoraraquo AUDIOreview n 7 pp 46-49 (maggio 1982)

(15) Arnklit B Gatta F Nuti P laquoKit Audio Image Processor un elaboratore di immagine sonora a basso costoraquo

AUDIOreview n 8 pp 82-89 (luglio 1982)

(16) Nuti P Moroni B laquoLrsquoolografia sonora di Bob Carverraquo AUDIOreview n 33 pp 50-53 (novembre 1984)

(17) Giussani R laquoProspettiva sonora e sorgenti virtuali nei sistemi di altoparlanti stereofoniciraquo AUDIOreview n 34

pp 61-64 (dicembre 1984)

(18) Giussani R laquodbx Soundfield Oneraquo AUDIOreview n 34 pp 65-69 (dicembre 1984)

(19) Polk M laquoSistemi di altoparlanti Polk Audio SDA progettati per lo stereoraquo AUDIOreview n 36 pp 47-54

(febbraio 1985)

(20) Davis MF laquoLoudspeaker systems with optimized widelistening-area imagingraquo Journal of Audio Engineering

Society Vol 35 n 11 pp 888-896 (novembre 1987)

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(21) Giussani R laquoStereofonia e percezioneraquo AUDIOreview n 71 pp 62-69 (aprile 1988)

(22) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (prima parte)raquo AUDIOreview n 88 pp 92-96 (novembre 1989)

(23) Salava T laquoTransaural Stereo and Near Field listeningraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 38 n 12

pp 40-41 (gennaiofebbraio 1990)

(24) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (terza parte)raquo AUDIOreview n 92 pp 84-87 (marzo 1990)

da AUDIOreview n 99 novembre 1990

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Figura 10 ndash I sistemi di altoparlanti ESB della serie 7 che adottano il

sistema DSR prevedono di distribuire in senso verticale lo spettro

audio in funzione dellrsquoangolo di ricezione Il risultato egrave una scena

acustica dotata di una realistica dimensione verticale entro la quale

risulta piugrave agevole distinguere le varie sorgenti musicali Si sfrutta

infatti il principio del laquococktail party effectraquo secondo il quale

lrsquoorecchio umano egrave capace di distinguere ed isolare un suono dagli

altri se questo proviene da una specifica direzione proprio come

quando si concentra lrsquoattenzione sulla voce di una persona che parla

in una stanza affollata Nei diffusori della serie 7 le distanze fra gli

altoparlanti sono calcolate per distribuire le zone di emissione

sullrsquoasse verticale in modo che a segnali con contenuto spettrale

differente corrispondano zone di emissione diverse In questo modo

si restituisce al sistema uditivo la possibilitagrave di selezionare ed

analizzare il particolare suono desiderato sia utilizzando le differenze

digrave spettro che di posizione

Al fine di ricostruire la dimensione verticale della scena sonora lrsquoemissione delle diverse frequenze dello spettro

avviene senza soluzione di continuitagrave da quote diverse Cosigrave uno strumento caratterizzato da una prevalenza di

note alte e medio-alte saragrave posizionato dal sistema piugrave in alto di un altro strumento il cui spettro di emissione si

estenda piugrave verso le frequenze medie e basse

Figura 11 ndash Il sistema DSR prevede di distribuire in senso orizzontale ed in modo

non convenzionale lo spettro audio in funzione dellrsquoangolo di emissione Con

questa tecnica unita alla distribuzione dello spettro anche sul piano verticale la

prospettiva e la timbrica della scena acustica permangono invariate per qualsiasi

posizione di ascolto

DBX Soundfield One

Figura 12 ndash II sistema di diffusione dbx Soundfield One

Questi sistemi di altoparlanti presentati nel 1984 seguono una filosofia simile a quella propria della serie 7 ESB

anche se sviluppata autonomamente Lrsquointento dei progettisti di questi diffusori era quello di disegnare un sistema

di altoparlanti nel quale il diagramma di radiazione fosse ottimizzato in modo da mantenere costante lrsquoimmagine

della scena sonora in una zona il piugrave ampia possibile Il diagramma di radiazione ottimo egrave stato determinato

sperimentalmente Con test di ascolto controllati si egrave visto che il diagramma ideale egrave moderata- mente direzionale

con circa 10 dB di differenza tra i livelli massimo e minimo (fig 13) Si egrave trovato inoltre che lrsquoasse di massimo livello

di emissione di ciascun sistema egrave rivolto verso lrsquoaltra cassa La curva di risposta generale dei diffusori viene poi

equalizzata elettronicamente La differenza principale tra questo sistema e il DSR della ESB e che questrsquoultimo

adotta una compensazione piugrave spinta alle alte frequenze che non alle basse mentre nelle Soundfield One

lrsquointervento tende ad essere uniforme su tutta la banda audio

Figura 13 ndash Diagramma polare dellrsquoemissione teorica del sistema di altoparlanti dbx

Polk Audio SDA

II sistema di altoparlanti Polk Audio SDA (1985) nasce dalla stessa filosofia dellrsquoapparecchio di Bob Carver e

fornisce quindi dei risultati analoghi La cancellazione della diafonia interaurale viene perograve fatta in maniera del

tutto acustica Con riferimento alla figura 14 possiamo vedere come il diffusore sia in realtagrave composto da due

sistemi di altoparlanti distinti e perfettamente equivalenti posti ad una distanza tra di loro pari circa alla distanza

media tra le orecchie di un ascoltatore Gli altoparlanti piugrave al centro irradiano il segnale principale mentre quelli

allrsquoesterno o laquoalto parlanti di cancellazione dimensionaliraquo ricevono un segnale differenza dato da L-R per

lrsquoaltoparlante sinistro ed R-L per quello destro In ciascun caso la parte positiva del segnale serve a stabilizzare la

dimensione della scena acustica mentre la parte negativa egrave il segnale di cancellazione della diafonia

Figura 14 ndash Configurazione di un sistema Folk Audio SDA Ogni diffusore egrave costituito da due gruppi di

altoparlanti distinti quello piugrave interno egrave quello principale mentre lrsquoaltro si occupa di fornire il segnale

dimensionale

dimensionale

In figura 15 possiamo vedere il principio di funzionamento di questi diffusori allrsquoorecchio sinistro giunge prima il

segnale principale e quindi con un ritardo pari a quello interaurale il segnale del canale destro Questrsquoultimo viene

perograve cancellato dal segnale emesso dallrsquoaltoparlante di cancellazione sinistro che emette lo stesso segnale

invertito di fase

Figura 15 ndash Schema di funzionamento di un sistema SDA La larghezza ottimale della scena acustica si

ha quando lrsquoascoltatore forma un triangolo equilatero con gli altoparlanti

Anche tale segnale infatti giunge allrsquoorecchio sinistro con un ritardo pari a quello interaurale ma essendo sfasato

rispetto al segnale di diafonia di 180 gradi lo cancella Si ha in definitiva un buon allargamento della scena sonora

che mantiene anche una discreta stabilitagrave per posizioni di ascolto diverse da quella centrale

di Pierfrancesco Fravolini

() Lavoro svolto nellrsquoambito della Tesi di Laurea dellrsquoAutore (Corso di Elettroacustica della Facoltagrave di Ingegneria

dellrsquoUniversitagrave laquoLa Sapienzaraquo di Roma) con il contributo di una Borsa di Studio ESB per una ricerca su

laquolocalizzazione delle sorgenti sonore tenuto conto anche dellrsquointerazione tra sistemi di altoparlanti ed ambiente di

ascoltoraquo

BIBLIOGRAFIA

(3) Mills AW laquoOn the minimum audible angleraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 30 n 4 pp 237-

246 (aprile 1958)

(4) Leakey DM laquoSome measurements on thegrave effeets of interchannel intensity and time Differences in two channel

sound systemsraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 31 n 7 pp 977-986 (luglio 1959)

(5) Roffler SK Butler RA laquoFactors that influence the localization of sound in the vertical pianeraquo Journal of the

Acoustic Society of America Vol 43 n 6 pp 1255-1259 (1968)

(6) Gardner MB Gardner RS laquoProblem of localization in the median piane effect of pinnae cavity occlusionraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 53 n 2 pp 400-408 (1973)

(7) Osman E laquoCorrelation model of binaural detection interaural amplitude ratio and phase variation for signalraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 54 n 2 pp 386-389 (1973)

(8) Wright D Hebrank JH Wilson B laquoPinna reflections as cues for localizationraquo Journal of the Acoustic Society

of America Vol 56 n 3 pp 957-962 (settembre 1974)

(9) Hebrank J Wright D laquoSpectral cues used in the localization of sound sources on the median pianeraquo Journal

of the Acoustic Society of America Vol 56 n 6 pp 1829-1834 (dicembre 1974)

(10) Butler RA Belendiuk K laquoSpectral cues utilized in the localization of sound in the median sagittal pianeraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 61 n 5 pp 1264-1269 (maggio 1977)

(11) Rodgers P laquoPinna transformations and sound Reproductionraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 29

n 4 pp 226-233 (aprile 1981)

(12) Nuti P laquoPercezione invarianza e i 5 parametriraquo AUDIOreview n 1 pp 86-90 (settembre 1981)

(13) Giussani R laquoDiffusori ESB 705 filosofia della caratteristica di dispersione a ldquospettro distribuitordquoraquo

AUDIOreview n 5 p 96-99 (febbraio 1982)

(14) Nuti P laquoGli elaboratori di immagine sonoraraquo AUDIOreview n 7 pp 46-49 (maggio 1982)

(15) Arnklit B Gatta F Nuti P laquoKit Audio Image Processor un elaboratore di immagine sonora a basso costoraquo

AUDIOreview n 8 pp 82-89 (luglio 1982)

(16) Nuti P Moroni B laquoLrsquoolografia sonora di Bob Carverraquo AUDIOreview n 33 pp 50-53 (novembre 1984)

(17) Giussani R laquoProspettiva sonora e sorgenti virtuali nei sistemi di altoparlanti stereofoniciraquo AUDIOreview n 34

pp 61-64 (dicembre 1984)

(18) Giussani R laquodbx Soundfield Oneraquo AUDIOreview n 34 pp 65-69 (dicembre 1984)

(19) Polk M laquoSistemi di altoparlanti Polk Audio SDA progettati per lo stereoraquo AUDIOreview n 36 pp 47-54

(febbraio 1985)

(20) Davis MF laquoLoudspeaker systems with optimized widelistening-area imagingraquo Journal of Audio Engineering

Society Vol 35 n 11 pp 888-896 (novembre 1987)

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(21) Giussani R laquoStereofonia e percezioneraquo AUDIOreview n 71 pp 62-69 (aprile 1988)

(22) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (prima parte)raquo AUDIOreview n 88 pp 92-96 (novembre 1989)

(23) Salava T laquoTransaural Stereo and Near Field listeningraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 38 n 12

pp 40-41 (gennaiofebbraio 1990)

(24) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (terza parte)raquo AUDIOreview n 92 pp 84-87 (marzo 1990)

da AUDIOreview n 99 novembre 1990

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Figura 12 ndash II sistema di diffusione dbx Soundfield One

Questi sistemi di altoparlanti presentati nel 1984 seguono una filosofia simile a quella propria della serie 7 ESB

anche se sviluppata autonomamente Lrsquointento dei progettisti di questi diffusori era quello di disegnare un sistema

di altoparlanti nel quale il diagramma di radiazione fosse ottimizzato in modo da mantenere costante lrsquoimmagine

della scena sonora in una zona il piugrave ampia possibile Il diagramma di radiazione ottimo egrave stato determinato

sperimentalmente Con test di ascolto controllati si egrave visto che il diagramma ideale egrave moderata- mente direzionale

con circa 10 dB di differenza tra i livelli massimo e minimo (fig 13) Si egrave trovato inoltre che lrsquoasse di massimo livello

di emissione di ciascun sistema egrave rivolto verso lrsquoaltra cassa La curva di risposta generale dei diffusori viene poi

equalizzata elettronicamente La differenza principale tra questo sistema e il DSR della ESB e che questrsquoultimo

adotta una compensazione piugrave spinta alle alte frequenze che non alle basse mentre nelle Soundfield One

lrsquointervento tende ad essere uniforme su tutta la banda audio

Figura 13 ndash Diagramma polare dellrsquoemissione teorica del sistema di altoparlanti dbx

Polk Audio SDA

II sistema di altoparlanti Polk Audio SDA (1985) nasce dalla stessa filosofia dellrsquoapparecchio di Bob Carver e

fornisce quindi dei risultati analoghi La cancellazione della diafonia interaurale viene perograve fatta in maniera del

tutto acustica Con riferimento alla figura 14 possiamo vedere come il diffusore sia in realtagrave composto da due

sistemi di altoparlanti distinti e perfettamente equivalenti posti ad una distanza tra di loro pari circa alla distanza

media tra le orecchie di un ascoltatore Gli altoparlanti piugrave al centro irradiano il segnale principale mentre quelli

allrsquoesterno o laquoalto parlanti di cancellazione dimensionaliraquo ricevono un segnale differenza dato da L-R per

lrsquoaltoparlante sinistro ed R-L per quello destro In ciascun caso la parte positiva del segnale serve a stabilizzare la

dimensione della scena acustica mentre la parte negativa egrave il segnale di cancellazione della diafonia

Figura 14 ndash Configurazione di un sistema Folk Audio SDA Ogni diffusore egrave costituito da due gruppi di

altoparlanti distinti quello piugrave interno egrave quello principale mentre lrsquoaltro si occupa di fornire il segnale

dimensionale

dimensionale

In figura 15 possiamo vedere il principio di funzionamento di questi diffusori allrsquoorecchio sinistro giunge prima il

segnale principale e quindi con un ritardo pari a quello interaurale il segnale del canale destro Questrsquoultimo viene

perograve cancellato dal segnale emesso dallrsquoaltoparlante di cancellazione sinistro che emette lo stesso segnale

invertito di fase

Figura 15 ndash Schema di funzionamento di un sistema SDA La larghezza ottimale della scena acustica si

ha quando lrsquoascoltatore forma un triangolo equilatero con gli altoparlanti

Anche tale segnale infatti giunge allrsquoorecchio sinistro con un ritardo pari a quello interaurale ma essendo sfasato

rispetto al segnale di diafonia di 180 gradi lo cancella Si ha in definitiva un buon allargamento della scena sonora

che mantiene anche una discreta stabilitagrave per posizioni di ascolto diverse da quella centrale

di Pierfrancesco Fravolini

() Lavoro svolto nellrsquoambito della Tesi di Laurea dellrsquoAutore (Corso di Elettroacustica della Facoltagrave di Ingegneria

dellrsquoUniversitagrave laquoLa Sapienzaraquo di Roma) con il contributo di una Borsa di Studio ESB per una ricerca su

laquolocalizzazione delle sorgenti sonore tenuto conto anche dellrsquointerazione tra sistemi di altoparlanti ed ambiente di

ascoltoraquo

BIBLIOGRAFIA

(3) Mills AW laquoOn the minimum audible angleraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 30 n 4 pp 237-

246 (aprile 1958)

(4) Leakey DM laquoSome measurements on thegrave effeets of interchannel intensity and time Differences in two channel

sound systemsraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 31 n 7 pp 977-986 (luglio 1959)

(5) Roffler SK Butler RA laquoFactors that influence the localization of sound in the vertical pianeraquo Journal of the

Acoustic Society of America Vol 43 n 6 pp 1255-1259 (1968)

(6) Gardner MB Gardner RS laquoProblem of localization in the median piane effect of pinnae cavity occlusionraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 53 n 2 pp 400-408 (1973)

(7) Osman E laquoCorrelation model of binaural detection interaural amplitude ratio and phase variation for signalraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 54 n 2 pp 386-389 (1973)

(8) Wright D Hebrank JH Wilson B laquoPinna reflections as cues for localizationraquo Journal of the Acoustic Society

of America Vol 56 n 3 pp 957-962 (settembre 1974)

(9) Hebrank J Wright D laquoSpectral cues used in the localization of sound sources on the median pianeraquo Journal

of the Acoustic Society of America Vol 56 n 6 pp 1829-1834 (dicembre 1974)

(10) Butler RA Belendiuk K laquoSpectral cues utilized in the localization of sound in the median sagittal pianeraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 61 n 5 pp 1264-1269 (maggio 1977)

(11) Rodgers P laquoPinna transformations and sound Reproductionraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 29

n 4 pp 226-233 (aprile 1981)

(12) Nuti P laquoPercezione invarianza e i 5 parametriraquo AUDIOreview n 1 pp 86-90 (settembre 1981)

(13) Giussani R laquoDiffusori ESB 705 filosofia della caratteristica di dispersione a ldquospettro distribuitordquoraquo

AUDIOreview n 5 p 96-99 (febbraio 1982)

(14) Nuti P laquoGli elaboratori di immagine sonoraraquo AUDIOreview n 7 pp 46-49 (maggio 1982)

(15) Arnklit B Gatta F Nuti P laquoKit Audio Image Processor un elaboratore di immagine sonora a basso costoraquo

AUDIOreview n 8 pp 82-89 (luglio 1982)

(16) Nuti P Moroni B laquoLrsquoolografia sonora di Bob Carverraquo AUDIOreview n 33 pp 50-53 (novembre 1984)

(17) Giussani R laquoProspettiva sonora e sorgenti virtuali nei sistemi di altoparlanti stereofoniciraquo AUDIOreview n 34

pp 61-64 (dicembre 1984)

(18) Giussani R laquodbx Soundfield Oneraquo AUDIOreview n 34 pp 65-69 (dicembre 1984)

(19) Polk M laquoSistemi di altoparlanti Polk Audio SDA progettati per lo stereoraquo AUDIOreview n 36 pp 47-54

(febbraio 1985)

(20) Davis MF laquoLoudspeaker systems with optimized widelistening-area imagingraquo Journal of Audio Engineering

Society Vol 35 n 11 pp 888-896 (novembre 1987)

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(21) Giussani R laquoStereofonia e percezioneraquo AUDIOreview n 71 pp 62-69 (aprile 1988)

(22) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (prima parte)raquo AUDIOreview n 88 pp 92-96 (novembre 1989)

(23) Salava T laquoTransaural Stereo and Near Field listeningraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 38 n 12

pp 40-41 (gennaiofebbraio 1990)

(24) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (terza parte)raquo AUDIOreview n 92 pp 84-87 (marzo 1990)

da AUDIOreview n 99 novembre 1990

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dimensionale

In figura 15 possiamo vedere il principio di funzionamento di questi diffusori allrsquoorecchio sinistro giunge prima il

segnale principale e quindi con un ritardo pari a quello interaurale il segnale del canale destro Questrsquoultimo viene

perograve cancellato dal segnale emesso dallrsquoaltoparlante di cancellazione sinistro che emette lo stesso segnale

invertito di fase

Figura 15 ndash Schema di funzionamento di un sistema SDA La larghezza ottimale della scena acustica si

ha quando lrsquoascoltatore forma un triangolo equilatero con gli altoparlanti

Anche tale segnale infatti giunge allrsquoorecchio sinistro con un ritardo pari a quello interaurale ma essendo sfasato

rispetto al segnale di diafonia di 180 gradi lo cancella Si ha in definitiva un buon allargamento della scena sonora

che mantiene anche una discreta stabilitagrave per posizioni di ascolto diverse da quella centrale

di Pierfrancesco Fravolini

() Lavoro svolto nellrsquoambito della Tesi di Laurea dellrsquoAutore (Corso di Elettroacustica della Facoltagrave di Ingegneria

dellrsquoUniversitagrave laquoLa Sapienzaraquo di Roma) con il contributo di una Borsa di Studio ESB per una ricerca su

laquolocalizzazione delle sorgenti sonore tenuto conto anche dellrsquointerazione tra sistemi di altoparlanti ed ambiente di

ascoltoraquo

BIBLIOGRAFIA

(3) Mills AW laquoOn the minimum audible angleraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 30 n 4 pp 237-

246 (aprile 1958)

(4) Leakey DM laquoSome measurements on thegrave effeets of interchannel intensity and time Differences in two channel

sound systemsraquo Journal of the Acoustic Society of America Vol 31 n 7 pp 977-986 (luglio 1959)

(5) Roffler SK Butler RA laquoFactors that influence the localization of sound in the vertical pianeraquo Journal of the

Acoustic Society of America Vol 43 n 6 pp 1255-1259 (1968)

(6) Gardner MB Gardner RS laquoProblem of localization in the median piane effect of pinnae cavity occlusionraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 53 n 2 pp 400-408 (1973)

(7) Osman E laquoCorrelation model of binaural detection interaural amplitude ratio and phase variation for signalraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 54 n 2 pp 386-389 (1973)

(8) Wright D Hebrank JH Wilson B laquoPinna reflections as cues for localizationraquo Journal of the Acoustic Society

of America Vol 56 n 3 pp 957-962 (settembre 1974)

(9) Hebrank J Wright D laquoSpectral cues used in the localization of sound sources on the median pianeraquo Journal

of the Acoustic Society of America Vol 56 n 6 pp 1829-1834 (dicembre 1974)

(10) Butler RA Belendiuk K laquoSpectral cues utilized in the localization of sound in the median sagittal pianeraquo

Journal of the Acoustic Society of America Vol 61 n 5 pp 1264-1269 (maggio 1977)

(11) Rodgers P laquoPinna transformations and sound Reproductionraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 29

n 4 pp 226-233 (aprile 1981)

(12) Nuti P laquoPercezione invarianza e i 5 parametriraquo AUDIOreview n 1 pp 86-90 (settembre 1981)

(13) Giussani R laquoDiffusori ESB 705 filosofia della caratteristica di dispersione a ldquospettro distribuitordquoraquo

AUDIOreview n 5 p 96-99 (febbraio 1982)

(14) Nuti P laquoGli elaboratori di immagine sonoraraquo AUDIOreview n 7 pp 46-49 (maggio 1982)

(15) Arnklit B Gatta F Nuti P laquoKit Audio Image Processor un elaboratore di immagine sonora a basso costoraquo

AUDIOreview n 8 pp 82-89 (luglio 1982)

(16) Nuti P Moroni B laquoLrsquoolografia sonora di Bob Carverraquo AUDIOreview n 33 pp 50-53 (novembre 1984)

(17) Giussani R laquoProspettiva sonora e sorgenti virtuali nei sistemi di altoparlanti stereofoniciraquo AUDIOreview n 34

pp 61-64 (dicembre 1984)

(18) Giussani R laquodbx Soundfield Oneraquo AUDIOreview n 34 pp 65-69 (dicembre 1984)

(19) Polk M laquoSistemi di altoparlanti Polk Audio SDA progettati per lo stereoraquo AUDIOreview n 36 pp 47-54

(febbraio 1985)

(20) Davis MF laquoLoudspeaker systems with optimized widelistening-area imagingraquo Journal of Audio Engineering

Society Vol 35 n 11 pp 888-896 (novembre 1987)

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(21) Giussani R laquoStereofonia e percezioneraquo AUDIOreview n 71 pp 62-69 (aprile 1988)

(22) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (prima parte)raquo AUDIOreview n 88 pp 92-96 (novembre 1989)

(23) Salava T laquoTransaural Stereo and Near Field listeningraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 38 n 12

pp 40-41 (gennaiofebbraio 1990)

(24) Zuccatti C laquoRiproduzione ed ascolto dei suoni (terza parte)raquo AUDIOreview n 92 pp 84-87 (marzo 1990)

da AUDIOreview n 99 novembre 1990

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(23) Salava T laquoTransaural Stereo and Near Field listeningraquo Journal of Audio Engineering Society Vol 38 n 12

pp 40-41 (gennaiofebbraio 1990)

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