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San Marino Città dal 3 al 28 aprile 2012 Sede della Cassa di Risparmio Tiepolo A SAN MARINO Nell’ambito delle iniziative per i 130 anni dalla fondazione della Cassa di Risparmio

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San Marino Cittàdal 3 al 28 aprile 2012Sede della Cassa di Risparmio

TiepoloA SAN MARINO

Nell’ambito delle iniziative per i 130 anni dalla fondazione della Cassa di Risparmio

Tiepolo a San Marinodal 3 al 28 aprile 2012Sede della Cassa di Risparmiodella Repubblica di San Marino

Testi diPier Giorgio Pasini

Grafi caStudio AG

Foto© Monica Silva

Nell’ambito delle iniziative per i 130 anni dalla fondazione della Cassa di Risparmio

Nata in quell’epoca straordinaria che visse la comunità del Titano nella seconda metà dell’Ottocento, quando in seguito alla fase risorgimentale anche l’antica Repubblica fu sospinta da potenti idee innovatrici, la Cassa di Risparmio di San Marino conserva nel suo dna uno spirito pionieristico che l’ha animata lungo tutti i suoi centotrent’anni di vitalità.

Nel 1882 il Paese era ancora estremamente arretrato e chiuso, proprio in quel periodo nascono in tutta Italia le Casse di Risparmio per contrastare l’usura ed a sostegno delle classi meno abbienti e del nascente tessuto econo-mico, ma i progressi nel corso di pochi decenni furono eccezionali e portarono la Repubblica del Titano ad affi ancarsi progressivamente alle moderne nazioni europee. Nella seconda metà del secolo scorso, l’Istituto ha ampliato il proprio radicamento su tutto il territorio, con la creazione – in ogni centro di rilievo della Repubblica – di fi liali che hanno saputo modellarsi sulle esigenze delle diverse realtà: residenziali, produttive, turistiche e commerciali.

Ma l’impegno della Cassa di Risparmio per lo sviluppo del paese si è dispie-gato non solo sul piano economico, bensì anche in tutti gli ambiti della vita so-ciale, culturale e formativa. La S.U.M.S. e la neonata Cassa di Risparmio prima, e la Fondazione San Marino dal 2002 ad oggi, si sono impegnati a sostenere la crescita a tutti i livelli. Sarebbe impossibile ricostruire brevemente le centinaia di iniziative e realizzazioni che la Cassa di Risparmio ha voluto promuovere, ma è indubitabile che per la cittadinanza il nome dell’Istituto bancario e della

centotrent’anni insiemeuna storia importante...

Fondazione sono ormai compagni fi dati in ogni aspetto della vita collettiva: dalla sanità, al mondo della scuola e dello sport, sino a tutti gli ambiti dell’espressione artistica e culturale. In quest’ottica oggi abbiamo il piacere di consegnare alla cittadinanza sammarinese questi due “tesori” dell’arte pittorica di Giovan Bat-tista Tiepolo.

Strumenti come «Cartazzurra», che da ormai quasi vent’anni agevola l’in-formatizzazione del sistema sanitario, iniziative come «Giochiamo allo sport», che ha coinvolto generazioni e generazioni di bambini e ragazzi, avvicinandoli in modo ludico all’importanza dell’attività fi sica, o ancora donazioni di opere d’ar-te, come la statua equestre realizzata da Aligi Sassu, che campeggia in uno dei luoghi di maggior transito della nostra Città e segna ormai uno spazio urbano identitario.

Abbiamo quindi scelto di fi ssare in un nuovo logo la data della nascita della Cassa di Risparmio, affi ancata da una semplice frase: centotrent’anni insieme – una storia importante... Vuole essere una dedica a tutti i Sammarinesi, perché la Cassa di Risparmio ha operato sempre in simbiosi con la collettività di questo Stato unico e speciale, che non ha eguali nel mondo.

Tutte le iniziative del nostro Istituto nel corso del 2012, saranno accompa-gnate da questo marchio, con l’intento di riservare una particolare attenzione ai giovani di oggi e con l’auspicio che essi sappiano mettere a frutto la loro capa-cità di cavalcare questo XXI secolo di cambiamenti epocali, con lo stesso spirito pioneristico di quel gruppo di giovani che – 130 anni fa – ebbero il coraggio di innovare e inaugurare una nuova era.

Leone SibaniPresidente Cassa di Risparmiodella Repubblica di San Marino

Tito MasiPresidente Fondazione San Marino

Cassa di Risparmio - SUMS

Questi due preziosi quadretti settecenteschi sono stati dipinti da uno dei più grandi pittori del Settecento, Giambattista Tiepolo (1696-1770), un maestro veneziano che è stato ricercato dalle più prestigiose corti d’Europa. Molte chiese veneziane, molti palazzi nobiliari del Veneto e della Lombardia, molte importanti regge europee vantano sue opere, ad affresco o su tela. E molti grandi musei custodiscono tele ed affreschi da lui dipinti durante più di mezzo secolo di intensa attività. Tuttavia le sue opere da noi sono rare, e anzi queste di San Marino si possono dire uniche nell’Emilia-Romagna.

È forse inutile sottolineare, tanto è evidente, il loro fascino, dovuto alla qualità della pittura, fresca, luminosa, eseguita con un tocco rapido e leggero: si tratta di “capricci”, dove quel che conta è la sorprendente bellezza della resa pittorica, della fantasia applicata a soggetti in cui la storia e il mito perdono ogni signifi cato letterario per diventare pretesti o motivi di pura mu-sicalità cromatica.

I due dipinti in passato hanno fatto parte di prestigiose collezioni pri-vate (Agosti, Treviso - Borletti, Milano), e per questo non sono molto noti al pubblico (cui sono stati esposti solo nel 1929 e nel 1951); però sono ben noti alla critica, che non ha mai avuto dubbi sulla loro appartenenza al grande pit-tore, e ne ha discusso piuttosto la datazione, da alcuni assegnata all’attività giovanile, da altri all’attività matura, di poco precedente l’attività madrilena, alla corte di Carlo III re di Spagna. È su quest’ultima ipotesi che è orientata la

Il ratto di Elena

La simulata follia di Ulisse

critica moderna, che oltre a sottolinearne l’altissima qualità ormai esclude si tratti di “bozzetti” preparatori per lavori più grandi.

I soggetti appartengono ad un fi lone letterario-mitologico molto apprez-zato nel Settecento, che si rifà alla letteratura greca e romana. Nel primo è raffi gurata la causa che scatenò la guerra di Troia narrata da Omero nell’Ilia-de, cioè il ratto di Elena: con un Paride focoso che carica sulla nave pronta a salpare l’eroina greca, recalcitrante e dalle vesti scompigliate dalla foga e dal vento. Nel secondo è raffi gurato un episodio meno noto, riguardante Ulisse che si fi nge pazzo per non dover partecipare alla guerra di Troia. Dagli ambasciatori greci che lo invitavano all’impresa troiana l’eroe si fece trovare in apparente stato confusionale mentre stava arando e seminando assurda-mente sale; fi nché uno degli ambasciatori, Palamede, non mise quasi fra le zampe del bue all’aratro il fi glioletto Telemaco: la normale reazione di Ulisse, che immediatamente arrestò ed allontanò l’animale dal piccolo, rivelò che la sua pazzia era assolutamente falsa.

Le uguali dimensioni dei due quadri, la coerenza dei soggetti, e soprat-tutto l’andamento compositivo delle fi gurazioni, ordinate su diagonali con-trapposte, dimostrano che i due dipinti sono stati concepiti insieme e per essere visti insieme; unitaria del resto è l’atmosfera incantata delle scene e la gioiosa, vibrante cromia che costituisce il loro fascino maggiore.

E insieme vengono ora esposti all’ammirazione del pubblico, a testimo-nianza di una civiltà fi gurativa splendida e di una genialità che sono riuscite ad interpretare e a far rivivere modernamente anche le leggende più antiche, trasformandole in favole ricche di poesia senza tempo.

Florilegio critico

Giungiamo al tempo maturo [del Tiepolo] attraverso una serie di capo-lavori, fra cui godiamo vedere i due provenienti dal conte Agosti di Treviso: il rapimento di Elena e la cosiddetta pazzia di Ulisse…Portenti di semplicità e di acutezza espressiva; poche fi gure rapide in diagonale, e un largo cielo che abbraccia e illumina.

(Giuseppe Fiocco, La pittura veneziana alla mostra del Settecento, in “rivista della Città di Venezia”, VII, n. 8-9, 1929)

A quel tempo circa [c.1757] appartengono anche le due telette col Ratto d’Elena e la Pazzia d’Ulisse nella raccolta Borletti a Milano: d’una freschezza e rapidità di tocco invero portentose “

(Antonio Morassi, Tiepolo, Bergamo1943)

In queste due piccole tele Borletti, due gioielli tiepoleschi, la vena ine-sauribile della sua fantasia ha “improvvisato” di getto due scene, con una spontanea rapidità che incanta e sorprende, usando però di una pennellata più costruttiva e di un più sostanzioso impasto ricco di accordi delicati di toni e di colori.

(Giulio Lorenzetti, Mostra del Tiepolo, Venezia 1951)

Nonostante abbiano ambedue la fresca immediatezza dei modelletti, è possibile siano opere in sé compiute: il Fiocco li esalta, attribuendoli però ad un periodo primitivo, intorno al 1730. Dovrebbero invece essere contempora-nei o immediatamente successivi alla Valmarana, di cui ripetono alla lettera non solo la tipologia, ma la semplifi cazione compositiva e la mimica espressi-va. Il colore è netto e luminoso come in un affresco

(Anna Pallucchini, L’opera completa di Giambattista Tiepolo, Milano 1968)

TiepoloA SAN MARINO

Il ratto di ElenaOlio su tela, cm. 43 x 52

Il principe troiano Paride carica a forza sul suo battello Elena, fi glia di Zeus e di Leda, e moglie del re di Sparta Menelao. Accanto a lui è un gruppo di soldati acclamanti, mentre i marinai si apprestano a salpare in tutta fretta per Troia, e quindi stanno issando la vela e facendo forza sui remi.Un marinaio si aggrappa ad una radice per tenere fermo il battello, in modo da rendere possibile l’imbarco e il recupero dello scudo e dell’ascia che Paride ha lasciato cadere sulla spiaggia per poter sollevare Elena. Il cielo è azzurro e l’atmosfera serena. Anche il vento, che scompiglia il mantello di Elena, apparentemente più disperata che innamorata, è favorevole.Così comincia il dramma di Troia, del suo re, dei suoi eroi.

TiepoloA SAN MARINO

La simulatafollia di UlisseOlio su tela, cm. 43 x 52

Dell’episodio viene raffi gurata la parte fi nale, con Ulisse che allontana con forza il bue dal piccolo Telemaco, deposto da Palimede nel campo che l’eroe, fi ngendosi pazzo, stava arando. Nello sfondo appaiono alcuni personaggi, senza dubbio Palimede con i suoi accompagnatori, che assistono alla scena con aria ironica e divertita, mentre un ragazzetto impaurito si nasconde dietro di loro. In primo piano sono rappresentati una tovaglia e una bottiglia, evidentemente per dissetare l’accaldato aratore: infatti si tratta di una giornata torrida, come risulta dal cielo affocato. La prontezza con cui Ulisse salva il fi glioletto dimostra che egli è sano di mente, e quindi che deve considerarsi “abile e arruolato”. Tra poco, appena trovato Achille (anch’egli “renitente alla leva”), la decennale guerra contro Troia per il ricupero di Elena e dell’onore del re Menelao potrà cominciare.

TiepoloA SAN MARINO

Giambattista Tiepolo, spesso si ritrae nei suoi dipinti.Qui si rappresenta col figlio Giandomenico, che ha l'aria di un giovane gentiluomo incipriato, nel soffitto dello scalone della Residenza di Würzburg.

GIAMBATTISTA TIEPOLO

È nato a Venezia nel 1696, ed è stato scolaro del pittore Gregorio Lazzarini, ma nella sua prima attività ha risentito piuttosto dell’infl usso di Giovanni Battista Piazzetta e di Sebastiano Ricci. Si mise presto in luce come frescante, con la decorazione di alcuni prestigiosi palazzi veneziani e milanesi e del Palazzo Arcivescovile di Udine. Gli vennero in seguito commissionate le de-corazioni di grandi soffi tti di chiese veneziane, quelle dei Gesuati, dei Carmini, degli Scalzi, della Pietà. Il suo capolavoro è la decorazione di Palazzo Labia a Venezia (1747-50), con la raffi gurazione delle storie di Antonio e Cleopatra, cui seguì la decorazione della Residenza del Principe Vescovo di Wurzburg (1751-53). La sua ulti-ma grande opera decorativa è costituita dai soffi tti del Palazzo Reale di Madrid, realizzata con la collaborazio-ne dei fi gli Giandomenico e Lorenzo (1762-66). Grande successo ebbero anche le sue tele, di carattere religio-so, mitologico e letterario. Tra i suoi clienti ebbe i dogi e i nobili veneziani, alti prelati, principi e re. Morì a Madrid nel 1804, mentre in tutta Europa si stava diffon-dendo il Neoclassicismo, con cui la sua pittura fantasio-sa, frizzante, rococò era in profondo contrasto.

Ha scritto di lui Terisio Pignatti: “ Per 50 anni il suo nome rappresentò soprattutto la grande pittura de-corativa, fi n quasi a divenire un simbolo della sua epoca, per gli aspetti più appariscenti, che furono il teatro, la vita galante, la cultura arcadica, salottiera, superfi ciale e un certo qual amore lezioso e melanconico dei bei tem-pi andati del classico Cinquecento. Il grande Tiepolo è un po’ tutte queste cose: spiritualmente più vicino ai dram-mi del Metastasio che alle commedie del Goldoni…Così egli interpreta in termini fi gurativi quasi sempre la par-te decorativa e grandiosa del secolo; e solo di passaggio, e soprattutto nel periodo maturo, sfi ora l’altra, che tiene dalla sua l’ironia del Baretti o la satira del Parini…” (Storia dell’arte italiana, III, Milano 1998, p. 314)

Nota bibliografi ca

L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, I, Bassano 1795-96P. Molmenti, G.B. Tiepolo, la sua vita, le sue opere, Milano 1909. Catalogo della mostra tiepolesca, Venezia 1896G. Fiocco, La pittura veneziana del Sei e Settecento, Bologna 1929A. Morassi, G.B. Tiepolo, Bergamo 1943G. Lorenzetti, Mostra del Tiepolo, catalogo, Venezia 1951R. Longhi, Viaggio per cinque secoli di pittura veneziana, Firenze 1946G. Mazzariol, T. Pignatti, Itinerario tiepolesco, Venezia 1951T. Pignatti, Tiepolo, Milano 1951F.J. Canton, J.B. Tiepolo en Espana, Madrid 1953A. Morassi, Tiepolo, London 1955D. Gioseffi , Pittura veneziana del Settecento, Bergamo 1956R. Pallucchini, La pittura veneziana del Settecento, Venezia-Roma 1960A. Morassi, A Complete Catalogne of the Paintings of Giambattista Tiepolo, London 1962P. Zampetti, Una sconosciuta pala di G.B. Tiepolo, in “Arte Veneta”, 1964T. Pignatti, Le acqueforti dei Tiepolo, Firenze1965A. Pallucchini, Giambattista Tiepolo (con pres. di A. Arbasino), Milano 1968P. Zampetti, Dal Ricci al Tiepolo. I pittori di fi gura del Settecento a Venezia, cat. della mostra, Venezia 1969A. Rizzi, Mostra del Tiepolo, catalogo, Milano 1971W.C. von der Mulbe, G.B. Tiepolo. Gli affreschi di Wurzburg, Milano 1981M. Levey, G.B. Tiepolo, la sua vita, la sua arte, Milano 1989B. Aikema, La pittura del Settecento a Venezia, in La Pittura in Italia, Il Settecento, I, Milano 1990M. Gemin, F. Pedrocco, Giambattista Tiepolo. I dipinti. L’opera completa, Venezia 1993

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