La Lacrimazione del SS. Crocifisso di s. Papino

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La Lacrimazione del SS. Crocifisso di s. Papino

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^IacwSS. Cnoctusoo, S. Pepnqo

SscolrooMttAzzo

tT98 ts APRTLE 1998

NEL

<<Tolvolto i disegni dellq Provvidenzasi giovano di orcqni messaggi, che scdndisconolo Fede e lo Storis di un popolo.>>

Alessandro Manzoni

A CURA DI

ANTONINo MIcRTB

O. FRATI MINORI - CHIESA DEL SS. CROCIFISSO

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Consentite riprodu2ione parziali a condizione che se ne citi la fonte

O pnopnrpTÀ LETTERARTA RISERvATAFRATI MINORI CONVENTO DI S. PAPINO - MILAZZO (ME) - TEL. 090-9282425

Stampo: Litografia LOMBARDO - Milazzo

I EDIZIONE . FEBBRAIO 1998

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COMITATO ORG ANTZZATOREDELLE CELEBRAZIONI

Dott. Comm. Ignazio Faranda - PresidenteM.R.P. Fernando Trupia - Ministro Provinciale di SicílioAvv. Carmelo Pino - Sindaco della CittàMons. Giuseppe Cutropia - Vicario EpiscopaleMons. Gaetano Modesto - Arciprete dello CittàP. Salvatore Milone - Vicario ForaneoP. Giambattista Mangione - Guardiano della fraternitàP. Paolino Saia - Parroco del SS. Crocffisso in S. PapinoProf. Mimmo Di MeoSig. Franzino GrecoAw. Nino La MalfaProf.ssa Lina MarcheseProf. Enzo MessinaDott. Antonino MicaleProf.ssa Chiara MuscianisiProf. Franco PattiProf. Peppino PellegrinoProf. Ferruccio PiccioloProf. Filippo RussoSig. Antonino SalmeriDott. Salvatore Italiano - SegretaríoP. Giorgio Catania - Coordinatore

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SOMMARIO

PERCHE HA PIANTO? pas. 7

I - (SUL PORTENTOSO EVENTO DELLO STORICO APRILE DEL 1789> >> 9

II - <CONSUUIO FAITO DAL REV.MO CANONICO DON PIETROPELLEGRINO ARCIPRETE DI QUESTA SEMPRE FIDELISSIMAE LEALE CITTA DI I''4ILAZZO A SUA ECC. REV.MA MONS.ARCIVESCOVO DELLA CITTA DI MESSINA SOTTO LI 23GIUGNO 1798) >> 12

III- ELENCO (DELLE PERSONE CHE FURONO PRESENTI ALPRODIGIO IN PARTE CHIESASTICI E PARTE NOBILI CNILI EMILITARI> LE CUI TESTIMONIANZE FURONO (AITESTAIE)IN UN (SECONDO CONSUUIO> PER DOCUMENTARE(IL MIRACOI-OSO AWENIMENTO>.

IV - DOCUMENTO EMESSO DALLARCIVESCOVO DI MESSINA MONS.GAETANO GARRASI, AGOSTINIANO, IN DATA 26 LUGLIO 1798.

V - (IL CROCIFISSO DI MILAZZO>>- I-a <<Sacra Effigie> nella memoria e nell'arte- I <prodigi>> e <<l'universale devozione>>- I giorni della Storia: Episodi, personaggi, anniversari

LA CHIESA DI S. PAPINO O DEL SS. CROCIFISSO

>> l7

>> 22

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Perché ha pianto?

Il mistero-chiqve del Cristianesimo è I'Incarnozione del figlio di Dío. Mo I'o-spetto dominante e caratteristico dell'Incarnozione è I'esperienza della Crocifissione.

Perché ha voluto essere Crocifisso?Noi siamo soliti considerare ls Possione e la Crocifissione come I'Incarnozio-

ne solo in relazione al nostro peccato. Però a pensarci bene il peccoto non può spie-gare il mistero dello Croce perché non può essere la cousa determinante e propor-zionatq. Non c'è proporzione tro tutti i peccati che le creature hsnno commessoe che potrebbero commettere e ls "morte di Dio".

Allora perché Gesù è stato Crocifisso? La beata Battista Vorano osseryava trostupore e commozione: <<pore che Esso stesso voglia morire>>. Gesù voleva moriree voleva così morire perché omovo infinitamente il Padre e gli uomini, anzi ogniuomo. Con lo Crocffissione Gesù ha voluto dure e hs doto la prova più alta di amore.Questo è il misterioso segreto dello sua passione e dello sus morte.

Percíò quondo diciamo che il figlio di Dio si è incornato ed è morto per noidiciamo una grande verità. Ma I'affirmszione deve essere così completata: il figliodi Dio si è incarnato ed è morto per smore di Dio e per amore di ogni uomo. Allo-ra le proporzioni si ristsbiliscono: solo Dio è degno di un amore tanto gronde percui possa morire I'Uomo-Dio e solo I'omore per gli uomini può spiegore perchéil Figlio di Dio è stato Crocifisso, anzi si è fotto crocffiggere.

Così si spiego perché S. Francesco si struggesse d'omore e prorompesse in piantodavanti al Crocifisso. Così si spiego perché fra' Umile da Petrqlia I'artisto-sontoe il santo-ortisto, scolpisse ín ginocchio e tra le lagrime il Crocifisso. E quelle lagri-me che il Crocffisso ha versato, e continua a versore, prima di essere lagrime didolore sono logrime di amore.

Non si tratto di indulgere al sentimentalismo per il prevalere dell'affettivitàe dell'emotività, ms di prendere coscienza che <<nell'amore poggia I'essenza meta-fisica dello Incarnazione-Redenzione e che I'effetto o cui essa conduce è I'amore-curità>>.

Nessuno ha soffirto come Lui perché nessuno come Lui ci ha umoto. Eccoperché Tertulliano diceva: <<Gesù nocque per poter morire per noi>>. Ecco perchéla contemplazione della Croce non ha nulla di empio e di truce, mu è soove, perchéispirandosi al mistero del dolore è illuminsta dalla luce di un amore infinito chetutto risolve.nella pace, onzi nella gioia.

Il Crocifisso fo luce sul mistero di Dio e sul mistero dell'uomo e ci ricordache I'amore è falso quando non si fa solidarietà, operatività e servizio.

Sopprimere il dolore è una illusione, mo abbracciarlo per amore è I'unico mo-do di vincerlo.

In tempi come i nostri disorientsti dall'ottimisto consumistico, dominati dal-I'edonismo erotico e dol permissivismo morale per rigenerarci il rimedio è uno so-lo: tornare ai piedi del Crocifisso.

P. Groncro CATANTAFRATI MINORI

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<Sul portentoso

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evento dello storico Aprile 1798)*

<<La naturale calamità> e <da secolare fede>

Il 1798 si apre per Milazzo sotto i peggiori auspici. L'ultima lieve pioggia eracaduta in prossimità del Natale ed a marzo <<il popolo era sgomento per I'incombenteflagello, per i pozzi insriditi, per le coltivozioni minacciate>>. E poiché con il persisteredella siccità cresce la paura della <<ricorrente e calamitosa carestia>>, <<coralmente>> leautorità cittadine decidono di <<solennizzare>>, nella Chiesa del Carmine e nei giorni dal30 marzo al l" aprile, un triduo per chiedere I'intercessione del Santo Profeta Elia,anche con una (general processione di penitenza>>.

<Malgrado I'intorbidimento del cielo e venti propiziatori>>, manca la <<pioggio ton-to sospirota>> e <<l'oere riprese Ia pristino serenitù>>. Pertanto, <<nocque in tutti il senti-mento di rivolgere le pubbliche preghiere direttamente all'Altissimo), con un secondotriduo in S. Papino, preparatorio alla processione dell'<<odorsbil Simulacro di NostroSignore Crocifrsso>, così come era già stato fatto all'inizio del secolo ed in quello passato.

L'11 aprile, <<dopo pranzo>, non appena la sacra effige viene rimossa dall'altaree posta sulla vara <alla pubblica venerazione>>, <<compqrve subito il prodigio di improv-viso turbsmento dell'sere>> cui fa seguito una pioggia <placida ed ubbondante (...) inguiso tale che Io maggior parte del popolo bisognò restare in detta Chiesa, fintantochévi fu quolche bonacciq>>.

Malgrado fosse venuto meno il motivo della programmata celebrazione religiosa,si decide, tuttavia, a completamento del triduo, di <<celebrarsi una tenera e devota pro-cessione di penitenza coll'accompagnamento di tutto il popolo>. Liturgia che viene fis-sata per il successivo l3 aprile. In quel primo pomeriggio <<sl condusse processional-mente il SS. Simulauo avente a'piedi tutte Ie insigni reliquie delli Ssnti Protettori dellaCittà>>. Portato a spalla dalla <Gioventù Nobile>, il Crocefisso, coperto da un alto bal-dacchino di velluto color cremisi, è scortato da ufficiali militari e da nobili in armi edin alta uniforme.

Al suo seguito, tutte le autorità ed i religiosi del tempo. Con <<l'Illustrissimo Magi-strato), il Sindaco, il Governatore Militare, il Regio Segreto, il Regio Castellano, ilRegio Proconservatore, il Capitano di Giustizia.

La processione penitenziale di ringraziamento si snoda solenne <<con grande quan-tità di popolo>> seguendo il secolare <<percorso storico>>: <<largo di S. Caterina> (odier-napiazza Roma), <<strada Reale>> (via Umberto I), <<largo e via della Pietb (piazzaMaz-zini e via D. Piraino), <<piano del Carmine>> e la <<strada di S. Giacomo>.

x< Questa ricostruzione - sintetica ma rigorosa - si awale fondamentalmente delle seguenti fonti inedite:<Secondo Consulto dell'Arciprete P. Pellegrino> e dettagliate testimonianze, elencate in questa monogra-fia. <Veridica Relazione di tale accorso stesa dal Barone Giovan Battista Lucifero Regio Segreto dellaCittà di Milazzo>>, manoscritto datato l9 giugno 1798. <<Sul portentoso evento dello storico Aprile 1798>.Ms. autografo dell'Arciprete Abate Stefano Mantineo, <alla data del 1898>, dal quale è stato mutuatoil titolo di questa Cronaca. Lo storico milazzese Giuseppe Piaggia si sofferma sull' "awenimento" ("Nuovistudi sulle memorie della Città di Milazzo". Palermo, 1866) traendo "i particolari" dalle due "Relazio-ni" e da "vocali rapporti di cinque testimoni oculari". Di contro, inesatta e critica la riflessione inseritanelle sue memorie da Francesco Carlo Bonaccorsi in "Vita narrata da esso ai nepoti". Roma. 1899.

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<<sul piano del Molo>>, superata di poco la chiesa di S. Giacomo, un'improwisa

<<minuts e continuata piosin ihe mirscòlosumente mqndò il Sommo lddio>> costringe

ua int"rro-pere <<l'accòmiàgnamento>> ed a <<ricoverare) il Crocefisso nella vicina <<Par-

ió."triut" C^hiesa> dove rimane custodito per tre giorni', .Nel <dopo pranzo)) del 15 aprile (Domenica in Albis) si muove, pertanto, una

seconda solenne processione per riportare - <<con numeroso concorso di tutto il popo-

lo>> - <<il detto SS. Crocffisso nells sus chiesa>>'

Collocata lavaraaicentro dell'antica Chiesa dei PP' Riformati, alla predica <fat-

ta al pópolo>> dal Sac. óÀtr Vi""""zo Galletti <<si resero a Dio le grazie>> con la benedi-

zione eucaristica ed il canto del Te Deum'

<Christus lacrimatus est>>

Mentre alle <<ore 23 e minuti dieci> - secondo il computo orario del tempo un'ora

primaiet crepuscolo - i fedeli si apprestano a lasciare la Chiesa spartendosi devozio-

iàft*"t" i" piccoli pezzile candele di cera poste sulla vara' il Regio Proconservatore

(il primo ad avere pèrcezione dell'evento miracoloso) Don Francesco Catanzaro Mu-

iciinisi si rivolge ai presenti con voce stentorea: <Figliuoli, questo Cristo piange>!----

l"p"tuti i irimi momenti di concitazione e sorpresa, il S-ac. Saverio Basile sale sul-

la <barà> con ,r.t lume-acceso che accosta al viso del Crocefisso e <<vide che effettiva-

Àente I'occhio destro era pieno di lacrime>. Padre Serafino Mora lo segue sulla vara

" ioi"u per primo le lacrime con l'indice della mano destra'

- - i i"à.fi

^presenti i" ltti"ru e quelli ben più numerosi richiamati dallo spiazzo anti-

stante (<rcentinaia di persone vi stazionavano>) tra i pianti ed <<il generale sgomento>

Étiau"ò coralmente: <<Misericordis, Iddio piange>>. Mentre ufi terzo Sacerdote, Padre

Francesco Pensabene, portatosi sulia vara iaccoglie con un-dito un'altra lacrima, rien-

tano in chiesa I'Arcip'iete ed altri cittadini ed autorità allontanatisi al termine della

funzione religiosa'Mons. Pietro Peltegrino, con una (bombace>> recatogli dall'attiguo convento, asctu-

gu fu purt. bagnatadelflocchio destro. Un lacrima che cade oltre il femorale dal simu-

íu"roè ru""olti dal Sac. Giuseppe Filocamo. I sacerdoti lgnazio D'Amico ed Antonino

ÉarU"ra si awicendano sulla,,batao per osservare <<il fenomeno miracoloso>>. Li segue

I'Abbate Don Filippo La Rocca, Vicirio Foraneo, <<per vedere se vi ers un qualche bu-

co o segno che ovèise indicato una qualche pratticata opera per introdursi dell'ocqua>>

e, quin"di, esclude <<il minimo sospetto di causa accidentale o procurata>>.' ' Menire si cerca di placare <le urla ed i pianti di sgomento di buona parte del popo-

tor, it-òàpltano di Ci"-riiriu, <l'Illustrissimo Magistrato> ed il Sindaco sono concordi

.o" t;er"ìprete pellegrino che <<si proceda all'uffîciale lte.rifica->.portaiisi alternat'ivamente ail'àltezza del volto del Cristo, lo si esamina, si scruta

e si toccano le parti superiori e posteriori del capo' riscontrato del tutto asciutto' inte-

lio e pie.ro di polvere<isedl mentatu dui decenni;>. Con <circospezione>> si indaga persi-

no sulla corona di sPine.<Sividdechiaramentechenonvipoteaesserefrodealcuna>>.Frattanto, l'occhio destro torna ad èssere <<tumido d'ocque umore>>' ed il viso nuo-

vamente bagnato oriùo guancio destrs>>. Don Paolo Chillemi, inginocchiato ai.piedi

aétta statualtrae dalla ta"sca un fazzoletto di lino bianco, si porta su di una sedia ed

ur"i"gu, con le lacrime che sono sopra e sotto il femorale, <<una goccia della lacrima

o"t ?Íi,ttti;iù vicini osservatori accertano sull'antico legno della sacra scultura uno

<<striscio di lacrime>> sul viso, sul costato e sulla cintura' L'occhio destro socchiuso <y'tl

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veduto quosi operto con lo pupilla intieramente turgida e bagnata Io parte per dove lelqcrime svevano scolsto>>.

Ed anche giorni dopo sarebbero state constatate presenti <<le macchie sullo palpe-bro inferiore e sulla muscella che segnavano la lacrimszione>>. <<Caratteri che non vierano pria del giorno 15 Aprile>>.

Fatta sgomberare la chiesa dai fedeli (si era già <oltre un'ora di notte>>, un'oradopo il crepuscolo), un <<conciliabolo>> tra I'Arciprete e le autorità civili, militari e reli-giose prende atto della <<csuso nsturale del mirucolo>> e si decide di stendere regolare<<Processo>>,

<<Questo è un fatto che io lo predicherò per tutto il Mondo, ovunque andrò -tale la testuale e stupefatta affermazione di Capitan Nicolò Salvo, di Nazione Spagno-la, presente al <<portento> con altri due Padroni di bastimenti - giacché io vidi positi-vsmente lagrimare!>>

Dopo il riconoscimento ufficiale della <<lucrimazione>>, sull'antico architrave dellaporta maggiore della Chiesa fu posta, <<ad universale memorio>>, una piccola lapide mar-morea con epigrafe in latino. Nei radicali lavori di restauro ultimati nel 1934 il testofu riprodotto alla sommità del nuovo portale e la lapide settecentesca trovò diversa col-Iocazione all'interno del tempio, in prossimità dell'ingresso sotto la cantoria.

HIC LACRYIUETUSEST CHRISTUS CRUCIFI-

XUS. DIE 15: MENSISAPLÎS 1798

<Lacrime d'amore>> - I <<segni>> del miracolo

Parte del batuffolo di cotone idrofilo (il <bombace>>) con cui Mons. Pietro Pelle-grino aveva (asciuttato) alcune lacrime fu donata al Sacerdote palermitano Don Mar-co Antonio Vico Ricca che fu protagonista e testimone del <<celeste prodigio>> awenutoquella stessa sera in casa Lo Miglio. Episodio meglio descritto nell'ultimo capitolo.

Il fazzolettodi lino di Don "-" "Orr*mi

fu diviso in due parti tra i Padri delConvento di S. Papino ed il Chillemi.

Questa seconda parte, rimasta per volontà del padre alla figlia Marianna, monacaBenedettina, fu trasferita dalla stessa all'Arciprete Mons. Stefano Martineo (circa 1893).Ignota la destinazione successiva alla morte di questi, awenuta nel 1907.

La prima metà del fazzoletto fu consegnata nel 1888 dal P. Guardiano francesca-no del tempo al sac. P. Pietro Marullo, chiamato a reggère la chiesa di s. papino -subentrando ai Frati allontanati dalle leggi eversive - per incarico del Comune, nuovoproprietario degli immobili religiosi. Morto Padre Marullo, restò depositato per qual-che decennio presso I'archivio del Comune diMilazzo. Nel 1922 <<il sucro linò> fitra-sferito dall'allora Segretario comunale Cav. Francesco Lo Duca al nuovo Superioredel Convento di S. Papino, tornato ai Frati Minori, Padre Teofito Conti.

Ed è, questo piccolo venerato tessuto, quello in atto custodito in una teca dai Pa-dri Minori Francescani di Milazzo.

A. M.

E

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il

<<Consulto fatto del Rev.mo Canonico Don Pietro PellegrinoArciprete di questa sempre fidelissima e leale Città di Milazzoa sua Ecc. Rev.ma Mons. Arcivescovo della Città di Messinasotto li 23 Giugno 1798)

Ecc.mo Rev.mo Sig.re

Signoretn-ubbidienza all'indossatomi comando vengo di acchiudere aII'E.V. Rev.ma

le carte da lei richieste intorno al sorprendente avvenimento delle lagrime vedu-

te scorrere dall'occhio destro di una Sacra Immagine del Redentore Crocifisso, che

si venera in q[uesta Chiesa di S. Papino dei RR.PP. Riformati con riferirle nel tem-

po stesso quello che in tale circostanza è caduto sotto gli-occhi miei unitamente

àd.r.t pt".î.o raggrraglio delle cose accadute prima del suddetto portento di quanto

erassi già quì praticato.Coít".rànri {uasi tre mesi, dacchè Dio sospesa avea la-pioggia a questa-Città

e sue campagp"fte qo"li erano in sì misero stato ridotte, che non pur ci togli-er]-a-

no la sperian-za di soìnministrare le produzioni destinate al sostentamento della

vita, ma davano anche a temere che le stesse piante- seccassero'

in così fatta universal calamità fummo d'accordo io ed il Magistrato con tutti

insieme gli altri Capi doversi ricorrere all'intercessione del Santo Profeta Elia, e

si stabilì*tli sollennîzzarsi un triduo nella Chiesa dei PP. Carmelitani, aI quale di

diè compimento con una generale processione di penitenza-'

In qúesto frattempo s'avanzavano delle nubi di maniera dense che promette-

.rrno dimomento in momento di volere scendere sulla terra disciolte in pioggia.

Si vedevano di quando in quando cadere dal cielo alcune stille di acqua, ma indi

in un tratto si scatenavano dei venti, i quali, dissipando le nuvole' facevano venir

meno la pioggia tanto sosPirata.

euesta altérnativa è durata parecchio giorni, fi1ché poi lascia le comuni aspe^t-

tativé totalmente deluse, quando I'aere ripigliava la pristina serenità. Questa fu

la causa di una maggiore Jffliriott" che si sparse sopra tutto il popolo e che fece

nascere in tutti il Jentimento di rivolgersi (con nuove preghiere) direttamente

all,Altissimo e di celebrarsi un secondo triduo nell'anzidetta Chiesa di S. Papino

con essere portato l'ultimo giorno in processione l'adorabile simulacro di nostro

Signore Crócifisso, che erasi benignato sempr_e di accordare la desiata pio_ggia, ogni

vo"lta che i nostri Padri avevano invocato il di lui soccorso in altri casi di estrema

siccità.Si delibera duque darsi cominciamento in detta Chiesa il dì,11 Aprile dopo

al pranzo, in cui Ia serenità era nella sua maggiore costan-za. Si è dovuta in {uestaocàasione'staccare dall'altare la sacra effige per essere allogata in una base di le-

gno onde, dopo il restare in detta Chiesa con intorno le più insigni reliquie, che

[uì si venerairo, nell'ultimo giorno del triduo si conducesse in giro processional-

mente per la Chiesa.

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Appena fu rimosso dar.sacro parete-comparue subito il prodigio con essersiturbato l'aere e come. sidiè princìpio alre saàre fr;;i;;,;"minciò a tuonare ircieto, venne ra pio.qsia, h qúale "ràd"

plr"iJ;;d;T;;à."i." p". morti giorni.ottenutasi quindi ra grazia deil'acqua pareva essere cessato 1 motivo di piùfarsi la processiòne nell'riltimo 6"r""=a"tìriduo. p""""rr" ,"ndimeno l,opinio-ne.... garentita dalla magg:iorparte della popolazion", "l

di;;i;;t"ffi;"ffii":ri io mi prestai. venuto aunQue il rs aprile, silrnr; diì"ì"rai, si dispose unatenera e divota processione coll'accornpagnamelto di tutto il popolo. Ma euandoessa era in giro, soprawenne una minitipiog.gia p;*;ài;;a copiosa e dirotta,onde gi'dicossi non procedere innanzi,

" dí;t-ii;;"Til;gil" nela vicina chiesadi s.

-Giacomo, dovd stiede conservata con molta divozioie fino a domenica 15Aprile.

, .Q"":I".fu I'appunto il dì memorabile delle lagrime vedute uscire dall,occhiodestro di sì venerando Simulacro. Eccone la serie à"i Aià.'Y"".1"- in prima trasportato dalla Filiare di s. ci;;;;;-nella sua chiesa di s.Papino il dopo pra,"zo didetto giorno con ugtral r"r"trn" p."lessiorre, e colla stes-sa folla di genté, onde il v"tr".ài pr""eìente era stato acóompaglrato, ed ivi fattaal popolo.una predica, si resero à di.l" ;;i;; dig.;";à'""Jt"".rto der re Deum.Terminati euesti atti di.religione, io in compagniídi atcuni preti mi era già in_camminato per ritirarmi in càsa. Frattanto veìgóno con fretta a raggiungermi nelpiano del Molo il regio segreto Barone D. Giovú n"tiiri"-i"lffero con altre perso-ne circospette, le quali ripiene di stupore mi narrano che la sacra Immagine ver-sava lacrime dall'oìchio.àestro, e che'essi, e tantissimi

"tiJ"."ro stati testimoni

g:yll.i di questo pr9gig". Laforzadel lorparlare ed il tr"*o.", onde li vidi assa-lati, fecero che io mi deliberassi di ritornarè insieme con loro alla du chiesa e nel-lo istante medesimo mandai a chiamareì capi aerra ciitÀ peiissistere meco nellaosservazione che doveasi fare.verso re ore 23 e tre gy.+i grurtq a pgcl distanza del convento di suddettiP'P' Riformati odo i gemiÎi e le loci che ^si

^lz^u^no il ói"r.à, uomini e donneabbandonate ad un inienso duolo, e Íial;indirtirrt.;dtidd#",

"h" o""rrprva quel_I'esteso piano, scor.qo innocenti a""i"rii^prost_rati al suolo, í quari piangendo asinghiozzi invocavino il santo Nome aioìo."r t"""ro roil" ai n.dr", di che nerimasi altamente commosso.

floseguqnd_o piu ortremiì;;;;;r" fèricemente colsig. Depui cap.no comand. oer corp-o-near"ài À.tìgù;;;-;;;; di spirito e di *i_terio. Gli chiedo subito se erasi trovato presente,r ai"úrgrioJ prodigio delle la_crime, e a dirmi ancora qual giudizio ne^avesse formato. E;;;rr" specie di smar_rimento. che ben ali si le^ggev"a in volto *i .irpor" "à "i,

-sis.;Ar"iprete l,ho vedutocogl'occhi miei, noí vi è dffibio

"h";lC;ri; trasitda;

"o^" àió ,ro ,on saprei dirgtieto.Appena divisomi da costui m'imbatto nel sig. n. rrancÀco catanzaro RegioProconservatore, s,ggg_etto anch'egri di i;;ì" ben niontato;;i;"" discernimentodotato: come duello che era statò il primo_ad-osr"."r."i portàrrto, ebbe a .etradod i rarm e n e u nìi rcons t;i

" il;";;;ì;; ; r l ú;; tta,,""it''"i

"' I d al di r ui raÉera rtremoso feci concetto che da non lieve .rig"iii*Ltri"-"*"rì"t, internamentecompreso.

Invitato dalle reiterate premure dei circostanti ad entrare in chiesa, mi dirig-go a quella volta, mache? ai.primogiungere avanti ra porta maggrore, mi si offreuna scena la più lusubre insième e l"a più"com*,"y"îtg_. vegg-o una carca di gente,che ri do-ndari", e .tít".,ara s;;ì; f.;ili*lìo""""hio dalre cohfuse lament evori eTi-da, e dallo strepitoso tempestar a"i rr"Jaìi coi quari non pochi;;ffi.#;;"o"il;:vasi. A questa vista, mi arresto, e ricu"so dt;;;il;;i;ifi;;" che yavrei fartoal momento che ra chiesa fosse divenuta sgombra da tanta affollatasi mor_titudine.Già l'aria cominciava ad imbrunire, e considerando che non era ben fatto dipiù lasciare in balìa di quel sacro entusi"r-o

"d il i"-ù-àì ,à.." una parte non

I

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in tante gocciole a color rossiccio-lurido' Insomma vi si rawisano^eTft:*:l*Ì

fo.ti ,".rìitttenti patetici e chiunq[ue vi si accosta rim_ane penetrato cla proronoa

commozione. In cima poi della Cioce stassi un Angioletto pure di legno che, tie-

,r" .o" ambe le mani ii titolo colle lettere I.N.R.I. e che ricolmo di alta costerna-

"i"rr" p."""mpe in rmL*."o pianto così al vivo, che muove a piangere chiunque

lo mira.-- -òorrf"r salda ragione la descritta Immagine è gjala sempre riputata come la

sacra àncora nelle *iggi;"i calamità. Il primo _prodigio.a noi tramandato dai no-

stri padri rimonta aiiémpi poco appresso al làvoro di essa nel 1636 circa'

Torme infestissime diioJuste.tèii-rttto a saccheggiare-in ogni anno le.nostre

camDasne: essendo riusciti inutili gli umani espedienti adoperatesi per riparare

;i;#;;?',il;;;h; "iupp"rtq'anà,.si

ebbe rióorso all'aiuto del cielo. si pensò

,ttE.. di condurre ai flr"'gti infestatíIa portentosa effigie, e al primo dilei ap-pari-

re si videro tosto fuggir! r ""*Ui

qy"Al animaletti devastatori, sgombrando af-

f"tit aA nostro trrol.-ò, senza avervi mai più fatto ritorno'

In ispecial modo óoi si è sperimentatà prodigiosamente -ogpi qual volta rtei

casi di "Jtr"*"

siccitàè stata mènata in giro per la Città, avendo sempre accordata

r, pi"sgi" nel corso stesso delle proceslionil come tocco a noi di ammirare nello

,."'arr6'aprile, in ".,i.t"tttt"

a compier^si 1t qrr-1*" grazia,dgPo^dtri tre simili pro-

ligi ""i

tiascorsi t"Àpi ."""nuti,^di fatti riell'enirata della Casa Palazzata oggi

abitata dal Sig. Marchàse Proto, nel mur-o interno vicino il portone si venera un

ó.o"inrro culodito a. rr"u vetrata, e col lume d'una fanale, che si accende ogni

""it", i" q"esto inalzato a"u" famigtia Baeli, che allora gT.1î possesso di d.a casa

in devota memoria di essersi trattenuto in quel luo$o il più volte enunciato si-

;ri;.; p"; la dirotia pioggia all'improwisó sopravvenuta nell'atto che proces-

ri"nrf.tt"irte conduceasì irrfiro. tnolfre ta divisatì farniglia fin-d'allora fu premu-

rosa di ottenere il oGius Padionatuso della cappella del ss. crocifisso esistente nella

Chiesa di S. papino, p.".ri. I'assignazio.t" ài una rendita, annua di onze venti-

quattro.^ D,"Itronde è stato irrefragabile la tradizione delle piogge ottenutesi p$

-qlÎ^tt" ói"i" Mezzo, che già è piassata aI seguente volgare- proverbio cioèt E usctto

i"Cririfloo di Sa'n iàpko, ailudendosi g{n queste parolé ad, uno che mettendosi

i., ."rrr-i' abbia perío pir: ta disgru?{veàire sopraggiunto da copiosl lioggta'per colmo di t"rta b!"ài""ní^si è degnato ultimamente I'amoroso Gesù libe-

rare istantan".-"r.t" prt"cchi infermi dii loro malori alla semplice.app\ic3z;t9ne

"1."1àti" del bambaóe con cui si asterse l'inumidito ciglio e palpebra del Rino-

mato Crocifisso.Il più sienificante ed appurato fra tutti è stato l'occorso nella distinta persona

d"1" $&;"d:;èil;pp" Ídvtigtio, "he

potrà I'E.v. Rev.ma segretam-enteriscon-

trare nei due attestaii'àel Rev.-P.'D. Mìrco Antonio Vico, Chieric-o Regolare M'

e del nev. S. n. francesco Lo Miglio, figlio della riferita Signora e che insieme co-

nflfi.i "r

numero di trentatrè, a*parte-di una Rappresentanza di q.o Magistrato,

óriginalmente Ie comPi-ego.Soero che duanto le ho estesamente detto possa interessare il noto zelo e l'alta

i"t"ffitii"if n.v.n"ì.;; t" maniera da restar appagata I'ardente brama S 9""-ri"i"i"t" nopol"rione .or u".o"dtrle un'autentióó monument-o di sì prodigioso.À""ittt"ttto] fttntt" pto.ttitti*o a' suoi veneratissimi comandamenti con invi-

dl"Uit" osseq[uio e risietto baciando lorlo della sacra veste mi fo' gloria. di prote-

starmi. Di Vostra Eccèlenza Rev.ma Eco.mo e Rev.mo Monsig.r Arciv. di Messina'

Da]MilazzoD za ciugno 1798. Umilissimo ed osseQuiosissimo servo Pietro Pel-

legrino ArciPrete." Consulto^fatto dal Rev.mo Can.co D. Pietro Pellegrino Arcip.te qi qY".tJt t^gT:

pt" iia-*" e Leale Città di Milazzo a Sua E. Rev.ma Monsig. Arciv. della L:rtta

ài Messina sotto li 23 giugno 1798'

-16-

Page 17: La Lacrimazione del SS. Crocifisso di s. Papino

ilI

Elenco <<delle persone che furono presenti al prodigio in partechiesastici e parte nobili civili e militarb> le cui testimonianze

- furono <<attestate>> in un (secondo consulto>> per documenta-ì . ,I re <il miracoloso awenimento>>.

iJ

- Barone Giovan Battista Lucifero, <<Regio Segreto>>- Don Saverio D'Amico Impallomeni- Sacerdote D. Francesco Impallomeni- Sac. D. Ignazio D'Amico dei Minimi- Sac. D. Antonino Barbera- Sac. D. Eutichio La Motta- Sac. D. Francesco Antonino Lo Miglio Amico- Don Francesco Yentimiglia- Don Giuseppe Magnisi- Don Antonino Pellegúno- Don Giuseppe Salmeri

- Clerico D. Francesco Antonuccio

- Don Francesco Catanzato Muscianisi, <<Regio Proconservutore di questa Città>>- Sac. D. Vincenzo Galletti- Abbate D. Fitippo La Rocca, <<Vicsrio Foraneo dello Sempre Fedelissima e Leole

Città di Milazzo>>- Marchesino Felice Antonio D'Amico- Capitano Andrea Depuy, Comandante del <Reggimento Regina Corpo Reale>> nel-

ls Piazza di Milazzo. Attestato <<suggelloto col suggello delle mie ormi>>o- Giuseppe Anselmo e Gabriele Salerno, artiglieri del Reggimento del Cap. Depuy

testimoni citati dall' ufficiale comandante- Don Cesarino Proto- Don Antonino Cumbo- Don Antonino Proto Siragusa- Barone Don Antonino Bonaccorsi- Maggiore Giorgio Favalli, della <<Real Piazza e Castello di Mitazzo>

I - Sac. D. Marco Antonio Vico Ricca, <<Chierico Regolare M. detla Città di Psler-' mo>>, presente s Milazzo quale Predicotore quadragesimale

- I)on Saverio Lisbino

| - Padre Serafino (Mora) ùaMilazzo, Riformato- Don Antonio Moscaccio

(r) (Vidi con matura riflessione - così dichiarò, tra I'altro, l'ufficiale - che l'occhio destro del ripetuto Cro-cifisso era tutto pieno di lagrime al naturale e che una di esse era cascata sulla ferita del Cosiato (...) edaltra simile lagrima sulla finta cintura che mostra tenerlo legato alla Croce>>.

-17-

Page 18: La Lacrimazione del SS. Crocifisso di s. Papino

La teca contenente i l "sacro l ino" del la lacrimazione'

Page 19: La Lacrimazione del SS. Crocifisso di s. Papino

L'al tare maggiore sormontato dal l ' imponente baldacchino l igneo.

l

-21 -

Page 20: La Lacrimazione del SS. Crocifisso di s. Papino

NOS

F. CAJETANUS M. GARRASIUS

ORDINIS EREMITARUM S. AUGUSTINI'

MISERATIoNEDIVINAARCHIEPISCOPUSMESSANENSIS,COMES

REGALBUTI,DOMINUSALCARIAE,BAROBOLI'REGIUSQUEALATERECONSILIARIUS ETC.

FRATER CAJETANUS ARCHIEPISCOPUS MESSANENSIS

Sacerdos D. Antoninus Perciabosco Pro' Mag' Not'

T. Vitus Zancla; & Caracciolo'PERCIABOSCO.

-c

IV

Documentoemessodall'ArcivescovodiMessinaMons. Gaetano ó;;ri, Agostiniano, in data 26 luglio 1798

Adperpetuamreimemoriam,universisetsingulisnotumsit,cunctisquepategexplurimorum probatae Íidei Civium Civitutis.Mylarum N'M'D' testimonio nec non ex

relstione sdmodum nLv. lrcnrpresbiteri civitstis eiusdem nobis consti tisse, decimo

iurnto die praeteriti Mensis Aprilis currentis anni 1798, hora vespertina, maiorem po'

puli partem pro ftuvio-piiiol, ìo*aiil enixè petita tandem opportunè è coelo Missa,

ad remplum patrum ie\ormotórum s. Franiisci gratias Deo actursm confluxisse, ibi-

que Imaginem christi ói*iii ò*rn*t ex ligno confectam quae. per publicam ipsius

civitatis loco sd exoptatsm pluviam obtinenilam ducts, iam, in idem Templum relsta

fuerat, ocwlo dextero lacrymis modere, cernentibus cunctis, atque stupentibus visam

esse. Reque rrauto priiiísa compertum lacrymas illas non casu, nec ullis humanis ar-

tibus, sid miraculoso fere modo excidisse'per hss igitur Amiris lacrymas Redemptorem nostrum humillime deprecemur, ut

quemadmodu* portqi,io* laciymatus est Lazarum' quem diligebat' ut quatriduo mor-

tuum revocavit aa vitii; ita cúm, ipse videns ingentes, quibus undique obruimus seru-

mnas, fleverit, nos sb iisdem peramanter eripiat'

Dutum Messanae die Vigàsimasexta Mensis Julii 1798'

ì

-22-

Page 21: La Lacrimazione del SS. Crocifisso di s. Papino

(versione italiana dell'Atto arcivescovile)

Per perpetua memoria dell'avvenimento, sia noto a tutti quanti ed ai singoli e siamanifesto ad ognuno a seguito della testimonianza di moltissimi di provata fede deiCittadini della Molto Devota Città di Milazzo, e non solamente dalla esatta relazionedel Rev. Arciprete della Città che il medesimo ci ha notificato, come nel giorno l5 del-lo scorso mese di Aprile, del corrente anno 1798, e nell'ora vespertina, la maggior par-te del popolo, per preghiere invocanti la pioggia ripetutamente e con fervore richiesta,e finalmente così opportunamente inviata dal Cielo, affluisse alla Chiesa dei padri Ri-formati di S. Francesco per rendere grazie aDio, e che ivi I'Immagine di Cristo SignoreCrocifisso, eseguita su legno, la quale era stata condotta in pubblica processione attra-verso la stessa Città al fine d'ottenere la tanto desiderata pioggia, già era stata ricon-dotta nello medesimo Tempio, che, vedendo tutti i presenti bagnarsi I'occhio destrocon lacrime a tutti quanti i presenti, stupefatti, fu dato di assistere al prodigio.

Essendo stato esaminato il fatto con diligenza, si poté constatare con esartezza co-me quelle lacrime non fossero frutto del caso, né di alcun artificio umano, ma scaturis-sero per manifestazione miracolosa.

Pertanto, per queste lacrime d'Amore, invochiamo umilmente il nostro Redentoreche, allo stesso modo di come, dopo aver pianto Lazzaro, che gli era caro, lo richiamòìn vita dopo quattro giorni; così egli stesso, vedendo le ingenti calamità alle quali sia-mo quotidianamente esposti, mosso al pianto ci allontani da esse con tanta amorevolezza.

In Messina il 26 di Luglio 1798.

Frater Cajetanus Arcivescovo di MessinaSacerdos D. Antoninus Perciabosco pro. Mag. Not.

T. Vitus Zancla. & Caracciolo.Perciabosco.

E

-23_

Page 22: La Lacrimazione del SS. Crocifisso di s. Papino

v

(IL CROCIFISSO DI MIL AZZO>>

(l)P. Tognoletto, Paradiso Serafico del Regno di Sicilia..,, Palermo, 1687.

(z) Frafe Umile da Petralia.soprana (1600-1639), al secolo Giovan Francesco Pintorno' vestì l 'abito dei Mi-

nori nel 1623 conducend" I"t"*à "it"

spiriiuale ed artistica di scultore sacro'--Gli sono attribuiti' tra le

tante sue opere, trentarrè"ci".iii*iii" c'ui quelto di Milazzo. Morto in odore di santità, è in corso il pro-

cesso di canonizzazione.(3)G.Macaluso,FfateumiledaPetral iasoprana,scul toredelsecoloXVl l 'Palermo,1968'

Padre Pietro Tognoletto, autore della più antica monografia storica sui France-

scani in sicilia(r), eterróa.,il iristo> del convento di Milazzo alterzo posto tra quelli

realizzatida Frate u-ir" dà petralia, non rispettando, però, I'ordine cronologico delle

G;; d"l -irti"o

artistale[gioso, nó fornendb un'esatta datazione(2)' Tale lacuna è sta-

ta colmata da un documento rinvenuto e reso noto (1968) dal dott- Antonino Micale

e che ha consentito d é;;i;u Prof. Guido Macaluso - autore di una.pregevole bio-

gràiiu "iili"u

sull'artista(Jr - di collocare la <<sacra immagine di S. Papino>> in un pre-

Eiro Ào*""to della viia e dell'attività di Frate Umile, dando al contempo una risposta

esaustiva sulla sua pr"r"-u itt Milazzo: 1632-1633. <<onze 75 al venr'le con'to di s'

iiiiro p", tafabrica ils. t**osine di N.S. Cr.sso>>. Questa I'annotazione di France-

sco Baele, Barone di S. Ni;lò, i"n rrtu filza contabile di <carte di Famigliu alla data

1 635.- "-' irÈ da supporre, ci sembra, - così Padre Guido Macaluso a p ' 45 del suo lavoro

_ che le onzé75 donate nel 1635, sieno come compenso a saldo per le spese sostenute'

per l,opera murariu e icultoreu già eseguite súecbdentemente. InÍstti - aggiunge lo

studioso - se net tOSiTi icolpíto (Ori"a"xo) I'Ec9e-Homo di Calvaruso ("') ci sem-

bra ovvio allora far risalire la sua presenza presso il convento di s' Papino a Milazzo'

liiiio*rit" nin oltre I'anno rch; il Crocifisso di detto Convento fu scolpito poco'tempo prima dell'Ecce Homo, cioè nel 1632>>'

Le prime e piir antiche citazioni storiche sono quelle di due insigni memorialisti

milazzesl coevi alla nascita dell'opera d'arte'<<...Nelts nuova

"il;;; taiS, pupi"o Martire posta in la Marina di Ponentel vi è

un Cristo sù la Croce ii-iloi pl"ta e'devozione prèsso i popoli> (Padre F'sco Napoli'

Memorie della Città iifrit^tLo, Ms., circa 1670). <...&tla [la Chiesa di S' Papino] è

posta sula riva det *;;;;lp;;"nte.... vi è ls csppella de.l cro^cefisso, manufatto ivi

da un ríformato ai milla-àtíozion, la quale è paironata dalla famiglia Baeli>>' (Padre

F.sco Perdichizzi,Melazzo Sagro, ms', 1696)'L,Arciprete pietro pifeglno, net già considerato <<Consulto>> del 1798, ci offre

la seguente àescrizione: <intigtiato conla più ben'intesa maestria in legno di cipresso'

-24-

Page 23: La Lacrimazione del SS. Crocifisso di s. Papino

RappresentailRedentoreMortosullaCrocechepiegailVenerandoCapodallatode-stro. (...) Gli occhi ,ró'iriil o- i"isa socchiisi ,i""urn si vede il velo della morte che

li copre. In tutto il Corpo si possono n'*"'oi I" osse' le lividure e 'le

piaghe solo ui'::

sime. È mirabile qurtú aiiío"ro Costato.da cui sbocca il sangue in largu copia' e cosi

naturalechepardiusciredalCorpoagonizzatod'uomoecheraggruppasiintantegoc-ciole u color rossiccio'lurido"'>>

Incisivoedefficaceilgiudizioartisticotracciatonellg3gdaPadreDamianoNeriqnl tipiopotto nelle sue linee essenziali(a):

<<...i1 crocifisso ir-uitouo, che è senza dubbio alcuno fra le statue più perrette

uscite dutte nnni a"t iíii":iili.'..1 è itfrutto !ett!.pieryy:::i:9?rtistica "' è un vero

capolavoro della pietà i'a"U;ort"'...t'àrtista lo ritrae con sapienza e maestria"' gli oc'

chisvelati,laboccosemiaperta,ilca4tglievementei""li:"t?:1:::!:snounaespressio-ne di inJinitu t"nrrrrro,,"'i'tiiirinro ài intrav,edere un paterno sorriso anche fra gli stra-

zi dell'agonia del supremo abbandono"'>>!

L,artisticaseicentesca<<cappella>>delsS.Crocifissorimonta,'trannemo-destiin-terventi postumi, uff i"iriuf" i"àfizzazione finanziatadai nobili Baele' Il venerato e mt-

racolososimulacro_sottopostoadgel"'t.11''inegliannilg80e^1997_ècircondato<ab antiquo> datle t".àttíiq"it OiS' B,',itiu"o' S' Costanzo' Santa Beatrice' Santa

Corona Martire e Santa Fortunata'Rimossi di recente alcuni ((ex voto>, collocati nelle cellette con vetro.

o Risale all,estate del 1636, tre anni dopo larealizzazione della scultura'il<<primo pro-

digio det veneruto cr;;if"+;; t;;;unéuto"i da piìr fonti. Per contrastare I'invasione

di cavalletre ,r"1. "u-p'u'grr""i11u;i;;;;ìiincipiente

aistruzione delle colture fu deci

,à-li iro"a"rre ai tuàgli infestati ta portentosa effigie>>.

Non appena tu oiíiiotririma immagin"" "r.itu

au Porta Messina toccò il villaggio

di S. Giovan ni, <<al suo primo apparire>>provocò la fuga <<a -nembi>> delle locuste libe-

rando del tutto anche lJaltre cóntrade; <...e non sonó da due secoli e più anni, altra

volta riaPParse>>.

a Il secondo (portento) - il primo riferito ad una <perniciosa siccità> - fu registra-

to nel 16gg. <<siccome ne fa costante provaiio t**on"obile tradizione il crocefisso

fu condotto in pro""irià)L ailii"it*io>' Nei<<pian9 q:|g^":ft^Y giunse improwisa

e <dirorta> la ranto d;;ilfielr" !"1t a." dovere trovare riparo nel grande portone

delpalazzobaronale;;iB;J"-ai3: ùicolò @[gip9ry1n^del Marchese Proto)' famiglia

che aveva finanziato"1i ;"]|ii;; " fu

"uppèffàlèl SS' Ctottfisso e la quale protrasse

tale patrocinio sino "i"ti"

iiiVttt seóóto à"-i'".ogu'ione di una rendita annua(s)'

' . F - rr-:r^ r^ ' I della sua morte' Roma'(4) D. Neri, Le sculture francescane di Frate Umile da Petralia nel terzo centenan(

", lnjir"un" de'a famiglia Baere di onze24si affiancava a',<obolo>_ann-uale efogato dalla città sin dal

seicenro per la <festiviàlàiislòià"iiirsor. conùib,rto che nel 1811 fu elevato ad onzeT'25'

-25-

Page 24: La Lacrimazione del SS. Crocifisso di s. Papino

<<Ad universole memoris> di tale everto, il barone Gio. vincenzo Baele creò nello

stesso portone un,icona "o"

l*pi."olo crocefisso ligneo perennemente illuminato da

un fanale. Nel luglio ré+i f .ifù. è andata^distrutta nel parziale crollo del palazzo a

seguito dei bombardur*rrii uir"-rlri ini.gru, fortunatamente, I'artistica edicola marmo-

rea in bassorilievo f"ro "pp"tt"";;{iih

a"l barone Francesco Baele con riferimento

alla storicità e sacralità del luogo'

.Lecronacheregistranoancoraunmiracololegatoall'ennesimasiccitàawenutanelti48. <<Arse te vesets;à"ni iàliiitra", de-t tuttó ascíutti cisterne e pozzi>> (a1'1ilazzo

non pioveva daf feUUiaio"d; q";ll'"""o1 il.3 ài settembre <<fu condotto processional-

mente, e se ne orr"nnrf,ioiioiliiiiti aétiderata pioggis ... non appens uscì la venero-

bile immagine>>.

o Ecceziona le 1l <<sorprendente fatto>> connesso con la lacrimazione del 15 aprile 1798

ed attestato n"l oproírirri>-.olpotto dai due <<Consulti>> dell'Arciprete Pietro Pelle'

eúno. Il quadragesimuiiriu p"Ati Don Marco Antonio Yico Ricca - <Chierico Rego-

lare M. della Città di;;ú;t; ospite di casa Lo Miglio - non appena quella stessa

sera applicò un poco di;À;;6";"o, "o.,

il quale I'Arciprete aveva <asciu!r"."i-:":l]:,

e sopraciglior, ,u ooirrìb-i"r"pp" ío Migtio Amico <<che per lo spazio di quattro mesr

pativa da un dolor fir* *i iiiii ed attralione, a tal segno che sveva delle grandi con-

vulsioni, né ritrovava ifto' ("') <gll'i1tgn!9 cominciò a migliorare e non ebbe più nien-

te da quet momento;;" p"i-à'ia iasctat libera da ogni dolore>>{6).

o Infine, nell,ottocento, eccezionale il corale attestato di Fede tributato al crocefisso

dall,intera cittadinanza pef <<syer preservlto la città> dal morbo colerico di Messina

(<<l,asiatica lue>) del1iil; "h;

,reita citta capoluogo <cagion9 strage orrenda>>(7)'

<<Il simulacro di Nostro signore crorrrtito dilceso dalts cappetla\ Ît esposto da

domenica l. dicembre li" t""?"ttiva. <Eé in quella si diede celebrazione di solenne

,,Te Deum,, ai ringraliirnenio a ctri"s"ra del tríduo, con discorso del Sindaco Barone

Lucifero>>.

Il27 marzo 1806 un dispaccio del Protonotaro del Regno annunciava per il giorno

4 del prossimo mese "rr"

r"ìàio"ndo rII di Borbone con il principe ereditario Francesco

ed il fratello principe r,""prr.ir r"i.ubero_giunti a Milazzoper poi raggiungere Messina'

Febbrili i preparatìvi'à"it" urrtorità. E poiché il 4 aprile coincideva con la giornata

liturgica del Venerdì é;;il^f;;"ito ai solennizzare la tradizionale processione del

Legno della Santa Cró|" .ón il <<trsdurre per le strade il SS' Crocirtsso di S' Papino

appenaottounnidopoitmiracolosoevento>>'I l reedi lsuoseguitosbarcaronoi lgior-no 3 dal vascello inglese <<vanguard>> ,"ortuto da due legni da guerra napoletani{8)'

.r*" a*t** dichiarazione ufficiale resa dal figlio della miracolata' Sac' D' Francesco Antonio Lo Mi-

;ìì; ffii."; <<oculare testimonio> dell'awenimento'

o)Pocomenodi20miladecessiaMessina.Infer ior ia lsOicontagiat id iMi lazzo<<conlamortedimenodella metà>.

(8) Ferdinando di Borbone era al suo secondo esilio in 'sicilia sotto I'impeto, delle armate napoleoniche tor-

nate ad impadro"i.ri O"irlJn.;ì tiii;[. À;;"t gia uiiltuto Milazzó nel maggio 1802 dopo la concessa

;;;;;;ú;; deil'antico piivileeio del civico senato'

-26-

Page 25: La Lacrimazione del SS. Crocifisso di s. Papino

Dopo il ricevimento nella sede municipale diPalazzo Carrozza- presenti due am-basciatori di Messina giunti il giorno prima, i Senatori D. Colonna Romano e G. M.Cardillo - (gli augusti ospiti> raggiunsero ilpalazzo del marchese paolo proto <<ch'e-ra appositamente preparato per reale abitazione>.

- - Nel primo pomeriggio del giorno dopo la solenne processione, che <<discendevadal Duomo>>, incontrò sul <largo di S. Caterina> il simùlacro del óocifisso e 4; q"ì- accompagnata dal Senato cittadino e dalle altre massime autorità religiose e militari- si porto nel <<piano del Carmine>> sostando dinnanzi al balcone centiale dei protosul quale Ferdinando di Borbone era affiancato dai familiari, dal Sindaco Saverio D,A-mico Impallomeni e dal marchese Proto. L'Arciprete Pietro Petlegtino <<asceso alla tri-buna e nel più assoluto silgTtzlo d'una piazza gremita di popolo>,'invocò il Crocefisso,rievocò lo storico motto di Costantinò e benèdisse il sóvràno. Ferdinando, ,,"orlitioe commosso>>, <<si umilia e piange al cospetto del popolo muto ed attoniío>>o.

Mons.-Giuseppe Guarino, Arcivescovo * l^rrr"u(ro), giunse in visita pastorale a Mi-lazzo il6 dicembre 1890 per la consacrazione della nuòrra Chiesa dellimmacolata dalui donata, con l'annesso convento costruito ex novo, ai Padri Cappuccini{lr). Regge-va I'arcipretura, quale Curato Econonio, Mons. Stefano Mantineo, che sarebbe siàtonominato Arciprete nell'ottobre successivo. Mons. Guarino ebbe ospitalità nella casadel Mantineo - ubicata nel piano Baele(r2) - nella grande sala prospiciente la piaizae che da allora fu denominata come <la stanza del Vescovo>. tiomenica 7 dicembre,dopo la solenne celebrazione nel tempio dei pp. cappuccini, I'Arcivescov;;ú;.td<<devozionalmente)) a visitare il SS. Crocefisso.

- f-o accompagnavano Mons. Stefano Mantineo, il Sac. Pietro Marullo Rettore del-la chiesa sin dalla cacciata dei Frati Minori (1888) e Padre Francesco da S. pier Niceto,P. Guardiano dell'Immacolata e futuro Provinciale dei Cappuccini (1892) pioprió

".iConvento diMilazzo, elevato a sede del Provincialato di Mèssina, e-tale íino ài primianni di questo secolo.

. Mglrr Giuseppe Guarino <<so1!ò a lungo in preghiera ed in umile raccoglimentoai piedidell'altare del miracoloso N.S. Crocefissó>>, è, prima di lasciare rvttl"iró,iil"-vette da Mons. Mantineo il dono del <bombace> con-il quale l'Arciprete fellegiinoaveva <<asciuttato> alcune lacrime del <<mentovato miracolo>.

Opera dello scultore milazzese Francesco Greco (1894) il busto marmoreo di Mons.Guarino scolpito dopo la sua elevazione alla porpora cardinaliziae che tutt'oggi cam-peggia nella sacrestia della Chiesa di S. Giacomo. Una significativa testimonia-nza deiparticolari legami tra I'illustre presule e la città di}y'rilalzo.

Il primo <<Centenario della Lacrim*r"ri, fu organizzato da un Comitato di sedi-ci componenti presieduto da Paolo Piraino Aricò. i'anniversario fu rievocato - suinvito dell'Arciprete Mantineo e del Vicario Sac. Gioacchino Antonuccio - dal quare-simalista Canonico Giuseppe Caruso il quale sabato 15 aprile tenne un <<Discorso pa-

(s) Partito il 5 aprile, via terra,. alla volta di Messina, il re avrebbe fatto ritorno a Milazzo il successivo mer-coledì dopoPasqua,,9 apllle,.per <veleggiare veiso Palermo>> aòpó ""1"ìiiia"i

curt.tto ed una rivistami l i tare sul I i torale di S. eapino.(r0)Il Cardinale Arcivescovo,Guarino.(1827-1897) res_se la diocesi di Messina dat 1875 alla sua morte. (Uo-

mo di Dio>, fu certamente uno dei piir grandí.prelati detu crrlèÀa aiiìuo teÀil. Le sue <virtù eroiche>sono oggetto di esame nel processo di ianoni2zazione rn corso.(rr) L'iniziativa di Mons. Guarino si collocava nella sua politica di rinnovamento spirituale impresso all,in-tera diocesi e di rinascita degli ordini monastici e delie congreg-ió"i iàììiiór. àopo te teggi eversive se-guite all'unità nazionale.(12) Un edificio settecentesco a due piani, abbattuto negli anni Sessanta per una moderna ed alta edificazio-ne fuori tono.

aa

Page 26: La Lacrimazione del SS. Crocifisso di s. Papino

-

trio in occasione della centenaria solennitò detle Lagrime-d!Gesù crocifisso recitato

in Milazzo il 15 aprile rcgA aat Can. Giuseppe Carusó da Caltagirone>>' Prolusione da-

ta alla stampa.Domenica16aprile<liturgiaprocessionale>>lungolo<<storicopercorsodellT98>

e solennizzata da una uffo"""io"" àel Sindaco Cav. Gioacchino Bonaccorsi <<resa>> da-

vanti alla Chiesa di S. Giacomo'QUÍ

IL XV APRILE MDCCCXCVIIIzu CEiEBRATO IL PRIMO CENTENARIO- -PSLLN

MIRACOLOSE LACRIMEPIANTE Oei slltaurAcRo DI QUE Tq-cRocEFISSO-TNA

T-B PREGHIERE DI UN POPOL-O.sóovrBNro DA PUBBLIcA cALAMITA

cnÉiN òÚBL GIoRNo MEDESIMo cESSAVA-- _E AUÌ NEL PERPETUO RICORDO

RESTI CbNSACNATA LA PIA TRADIZIONE-_ DI UN'ANTICA FEDE MILAZZESE

G. CHINIGÒScrisse

(Lapide commemorativa - con i nomi dei componenti il comitato - apposta sul lato destro dell'in-

oresso al l ' interno del la Chiesa) * * :É

venti anni dopo, il 3l dicembre 1918, sulla scia dei festeggiamneti per <<la guerra

vittorioso> il Regio c;;;is;;rio straordinario al comune di Milazzo cav. Natale Pu-

glisi, milazzer", pro-"orJ" n.ffu ótti"tu di S' Papino un <<Te Deum-patriottico> nel cor-

i"" àl,ii""r. r, dilil;;;-oiunu <<epistota di ringraziamento al ss. crocefisso>>. An-

"ó* uti;"tptessione di Fede scandita dalla Storia'

A GESÙ CROCIFISSOQUESTO TEMPIO

CHE RACÒOLSE LE SUE LACRIMEINiERAMENTE RIFATTO E DECORATO=TN

PrcTN DEI FIGLI DI FRANCESCOE LA PIA MUNIFICENZA

DELLA SIG.RA PEPPINA PROTO VCd. TRACUZZI"NÉl

xif òENTENARIo DELLA REDENZIoNEOFFRONO

APRILE 1934

Architetto Ing. G. Mallandrino

(Epigrafe al l ' ingresso del la Chiesa' sot to la cantor ia)

Infine, giovedì 15 aprile 1948 il ,ri))r,*r-sa.ri9 delta <<Lacrimazione>> ft cele-

brato, con la tradizionali sàlennità, da Mons. Luigi cammarata vescovo di S' Lucia

à.i"r"rli"-, p.i delega aèit-'Àrciuescovo di Messina Mons. Angelo Paino' ta commemo-

razioneufficiale f" rc;;;l;una protosione di Padre Bonaventura Pistorio (O'f 'M')'

A chiusura, it Vice SinAa"o Iir. Giuseppe Fogfia$ - assente per elavg.ilfermità

il Sindaco On.le Franclr* iu"f" Lo Presti - diùe lettura, a nome della Civica Am-

ministrazione, di un ,iàtto af consacrszione della Città di Milazzo al SS' Crocefisso>'

In quella occasione p,f;;i;fuo co"ii, del convento di S. papino, compose un <<In-

no al ss. crocffisso>>," p-ór. a.r confratello P. G. Crisostomo d'Antonio'A. M.

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La Chiesa di S. Papino o del SS. CrocifÍsso

Fu ricostruita dai Frati Minori Riformati nel 1620 sulle fondamenta di unachiesetta rinascimentale (donata dalla città con atto del 16lg a padre Benignoda Genova, Generale dell'ordine Francescano) dedicata al Martire orientàle:Papino - o secondo altre antiche fonti, pappiano - vittima della persecuzio-ne di Diocleziano e nel "Martirologio Romano" riportato al 2g giugno. euiavrebbe trovato sepoltura il "sacro corpo del santol' la cui ,,arcal' gettata=inmare dai pagani zoroastriani della nativa Armenia sarebbe approdata nel 264sul vicino lido per "le onde guidate da divino portento',: il-nuovo e vigentecalendario reca al 29 gennaio un S. pappia martire.

Il tempietto fu ingrandito tra il 162l ed il 1629 in concomitanza con I'am_pliamento del convento che, come la chiesa, fu interessato da munifici finan_ziamenti cittadini: nel 1650 è documentatal,artiva presenza di 14 conventualiin una struttura definitiva già dotata di 32 celle e chJsino al settecenro era pro_prietaria, e si circondava, di una vasta estensione di giardini e di orti. L'attualeimpianto .della chiesa risale ai radicali lavori operati tra il l72o ed, il 1725 dopoi gravi danni dell'assedio spagnolo del li-lg-lg.

Più recenti e considerevoli restauri ed abbellimenti effettuati tra il l93led il 1934 a cura del messinese ing. Giuseppe Mallandrino - allievo dell,arch.Ernesto Basile - che conferì al prospetto di stile tardo rinascimentale l,attualearchitettura barocca rimarcata per il movimento di massa del suo disegno con_cavo' La pesante ed artistica porta lignea proviene dall'antica chiesa francesca-na di S. Maria degli Angeli in Messina distrutta nel terremoto del 190g.

L'interno è ad un'unica nave con sei altari laterali. La primitiva chiesa sei_centesca - improntata ad austera semplicità francescana - aveva i due solialtari della Madonna e del crocefisso. Nel Settecento furono aggiunti quelliprossimi all'ingresso e nei lavori realizzatinel primo ventennio ai liesto secoloquelli del cuore di Gesù e di S. Francesco d'Assisi

Sulla parete di sinistra, nell'ordine, gli altari sono dedicati: a ..s. pasqua-!.B.g,i.lon" (artistico paliotto marmoreo sèttecentesco con stemma gentilizio deizirilli, antichi patrocinatori e statua lignea del santo dello stesso-secolo); alla"Madonno della Provvidefizo", realizzato dai Baroni Di Blasi - c. 1660 -,con effigie lignea parzialmente restaurata, con cartapesta, nel 1723 ed,alteratada altre tiirteggiature improprie nel 1913, che hannó coperto I'antica e prege-vole decorazione; ed al "sacro Cuore"o).

Sul lato opposto si succedono gli altari di,"s. Antonio da padova", d,el"ss. crocefisso" e di "s. Francesco d'Assisi" sul sito dell'antico pulpito dalquale si accedeva dal chiostro. Al tardo Settecento risale la ,,Madonnq Addo_lorata" in paglia e cera già collocata in una vetrina angolare di fondo, oppostaal pulpito.

rr) S. Pasquaìe è scultura Pglicroma di Francesco Antonio Dg Ma{ nel 1750. Le statue di S. Antonio.S. Francesco e del Sacro cuore sono opere in ca.taièJta aùù itì"i vèfi' a.ìist"-r,iieiAi"ói ili;il:

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I l . .Croci f isso,, l igneopostosul l 'a l tarecentraledidestra(Monumentonazionale) è opera in,ig"* a"ii*\"?ltyo.!:ote Umile da Petrslia (1600-1639)

reatizzatoin loco auu'liìiJu t. ait t632e il 1633. Scolpito in legno di cipresso

èespressionedella-*,iou.isticadiGiovanFrancescoPintorno.Labellis-sima effige - .r"*prui" pì"r"""ilrrimo della scultura siciliana di quel secolo

- possiede unup,'""i*tittit" ed un realismo raffigurativo vibranti di indi-

cibile spiritualità. certamente una delle sue opere più perfette anche per la pla-

sticità dell'incisione J^;;;;;"" definita "un vero capolavoro della Pietà e

dell'Arte".Lamirabilesculturaelacappellafuronofinanziatedalnobileml|azzese

Barone onofrio saete ;-aotbiamo alla documentazione di tale patrocinio la

datazione dell,opera "

iu ,u"..rriva sistemazione dell'altare (1635) che prece-

dette di un solo urrrro ,t ;,nri*" n-aigio" della sacra immagine. L'artistica cap-

pella è costellata, nei vani u u"t'o' da numerosi "ex voto" e da sacre relique:

S. Emiliano, S. cortuttlo, i""i" É*'rice' Santa Corona Martire e Santa For-

,*ulSrru lapide del tempo, apposta all,ingresso del tempio e la cui epigrafe è

.iportutu ,oì portur".ttià"to,^iico'du la portentosa lacrimazione del venerato

simulacro avvenuta il 15 aprile t7?8' - .

L,imponente e uetiissimo baldacchino ligneo dell'altare maggiore incorni-

cia una maestosa tefa Jef Seicento (alquanto degradata) raffigrrrante "Ls Ms-

donna degti Anget,:;;b;il ai pénnello dàl messinese onofrio Gabrieli

(1619-1706) e nella q";ú;;; i Santi francescani è raffigurato S' Papino con

àrmatura di cavaliere romano'(2)' .:^ ̂ r+^-^ i- raIl pregevole

"inoiio io i"gno manca dell'originario altare-in legno, Trrazro-

nalmentesost i tui tonel lg34conunoinmarmo:sinoalsecoloscorsoquattro;;i;iùt" altari del tempo erano tutti in legno'

Il ciborio, bellissimo per linea e fattura' è a due ordini con cupola a tre

spicchi decorata "

J;'i;";;Ino"tutu da una semplice lucerna con croce. Nel-

la bella cappelletta *'"ir"r.; ."" tetto a botte intagliato a cassettoni, le effigi

della Vergine, di S. Pasquale, di S' Francesco' di S' Bonaventura'e di S' Chiara'

Nel baldaccrrino ] Jaí'intaglio vigoroso - sono evidenziate alcune ca-

ratteristiche architet"toniche e decórative del ciborio: coppia di colonne agget-

tanti, capitetti compJJi, i*ottu-po e base intagliati od intarsiati'

Le due uellissiil oú;ii;;"" sono dell'intagliatore dell'ordine Frate Lu'

dovicoCalascibettada-Petrgl iasopranachevi iavoròtrai l |72oedi] l |724'Le piccole tele adotio iignoto delsettecento) raffigurano S. Bernardino, S. Pie-

tro, S. Bonaventura "

Sl Fuofo' Tre belle tombe patrizie sono del XVIII seco-

lo. La prima, prorriirl'uirli"lesso, è del nobile e notabile cittadino Alberto

Vincenzo Zirilli (17 30-17 69)'Le altre orr" ,orro aJiu turorr"rru caterina Patti Lucifero (1750) e del mar-

chese Antonio o'amico ai s. norote a (1691-1774) fattarealizzare dallo stesso

nel lT6l .Tutteetreportanol , improntadel l 'ar tescul toreadelmessinese

;r*.rr"_" ,*.rficiale della grande pala d,altare è stato opefato nel 1922 da Titta Sangiorgio

da Biancavilla.

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Giuseppe Buceti, che nel 1762 realizzò I'antica fonta monumentale del Meladi piazza Caio Duilio.

Gli affreschi ed i decori del soffitto sono di Salvatore Gregorietti (1934)G),collaborato dal fratello Guido. Raffigurano "l'Apoteosi di s. Fluncesco,,. scenedella vito del ssnto di Assisi e medaglioni con s. Bonaventurs, s. Etisabettad'ungherio, s. Ludovico IX di Francia, s. Antonio da pqdovla, s. chisra es. Bernsrdino ds sienq. Le sei lunette con scene di angeli e motivi decorativicon putti e festoni di gusto settecentesco. In stile quelle della zona absidale edella cantoria.

Le recenti e bellissime vetrate policrome istoriate (1995-96) raffigurano mo_menti della vita di S. Francesco d'Assisi. Ne è autore I'artista siciliano padreAlberto Farina, dei Frati Minori, che da anni opera a Firenze. Altra sua operail pregevole crocifisso astale in bronzo, che rinvia ad esemplari del classiciimotoscano.

Dirimpetto alla chiesa - elevata a parrocchia nel febbraio 1965 - un ba-samento, restaurato nel 1981, regge una colonnina in marmo sormontata dallacroce eretta nel l'120 al posto di una più antica e considerevole croce ligneacon i simboli della Passione, collocata nel rispetto della tradizione francescana.

L'austero chiostro del convento (venti colonne in arenaria) è stato inte-ressato da recenti restauri (1986-87). Al suo ingresso superstiti, iabili testimo_nianze degli affreschi che sino all'800 lo adornavano pe. intero (episodi delvangelo e scene di storia francescana) realizzati da Frate Emmonuele ds comodei Minori Osservanti (1625-t1-0l).

Già sede di numerosi capitoli provinciali dell'ordine e di una scuolaSerafica ripristinata nel 1922 ed attiva sino agli anni cinquanta, il convento(1620-30) fu espropriato nel 1888 e trasferito al comune. concesso ai pp. Fran-cescani in enfiteusi nel 1910, fu definitivamente ceduto loro in proprietà nel 1945.

Nell'antico refettorio un olio su tela'lunettata (ignoto aìt tarao Seicento)restaurata nel 1993) ripete I'iconografia dell, ultims cenq. Tra i numerosi illu_stri ospiti, da ricordare lo scienziato Lazzaro spallanzani, aMilazzo (ottobre1788) per indagini geografiche e geologiche estese alle vicine Isole Eolie.

A. M.

(3) Salvafore GREGORIETTI @alermo,_1870-1953), allievo di Enrico Cavallaro, segnò una stagionesignificativa dell'arte decorativa siciliana del primo Novecento.Ai numerosi lavori in città della Sicilia, della Òalabria e della puglia, affiancò realizzazioni diprestigio a Palermo (Palaz.zo Reale, Villa lgea,PalazzinaCinese, T-eatio gió"io, Èarrca d'Italia,è palazzi gentilizi); a Messina (Duomo); a vìlle e vetrate, porcellane ed arar.i calle"ori e disegnidel Liberty fiorito. Il suo pennello realizzò anche i perduti dipinti dei saloniàei transatlantici"Giulio Cesare", "Duilio,, ed ,,Esoeria".

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