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La voce della chiesa di Saronno L’importante è che la scuola ci sia Una visita speciale Comunità Pastorale Crocifisso Risorto POSTE ITALIANE S.P.A. Spedizione in Abb. Postale 70% DCB VARESE (Conv. in L. 27/02/2004 nr.46) ORIZZONTI ORIZZONTI Mensile - 42° Anno - Giugno 2020 - n. 6 Prima i Prima i ragazzi ragazzi

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La voce della chiesa di Saronno

L’importante è che la scuola ci sia

Una visita specialeComunità Pastorale Crocifisso Risorto

POSTE ITALIANE S.P.A.Spedizione in Abb. Postale 70%

DCB VARESE(Conv. in L. 27/02/2004 nr.46)

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IN

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ORIZZONTI GIUGNO 20201

L’

EDIT

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IALE

LETTERA APERTA ALLA CITTÀ

PRIMA I RAGAZZIPER IL BENE DI TUTTI:

LA COMUNITÀ CRISTIANA È APERTA ALLA COMUNITÀ CIVILE.

«Quest’anno non possiamo organizzare l’ora-torio estivo. Non ci sono le condizioni per fare quello che abbiamo sempre fatto. Ma non pos-siamo trascurare i ragazzi e gli adolescenti». Che fare, allora? «Raccogliere la sfida di inven-tare qualche cosa di inedito. Che sia costruito in alleanza con altre istituzioni e risorse disponi-bili sul territorio. Che non si esponga temera-riamente a responsabilità, ma che non si lasci bloccare da infondati timori».

Arcivescovo Delpini 27.05.2020 Comunichiamo anzitutto la nostra impossibi-lità, viste le norme vigenti, come parrocchie di Saronno, di realizzare quest’anno gli ora-tori estivi e le vacanze estive comunitarie, in modalità che possano essere vivibili e piace-voli. Ci dispiace tantissimo dovervi rinunciare! Ugualmente vorremmo essere accanto alle fami-glie e ai ragazzi per far assaporare “morsi” di oratorio estivo. Che fare allora di “inedito”?

- Ai bambini delle elementari offriamo pro-poste di giochi e laboratori online.

- Ai ragazzi delle medie i nostri educatori offro-no, facendosi accanto con la loro amicizia, ini-ziative spontanee fuori dai nostri ambienti (piscine, biciclettate, cinema, gelato, un salto in chiesa…), ovviamente con l’intento di una crescita anche spirituale per coltivare il rappor-to con Gesù, con l’aiuto di mamme e papà.

- Lo stesso si farà per gli adolescenti dei primi due anni delle superiori.

- Gli adolescenti più grandi potranno sup-portare gli educatori e affiancare i

compagni minori nelle attività sopra descritte.

Il Vangelo ci spinge al bene vero delle fami-glie della città, con modalità nuove. Del resto questa è l’op-portunità inattesa che ci porta la pan-demia: far saltare in un attimo i vecchi

schemi.

Concretamente:1. Invitiamo mamme, papà e nonni che voglio-no affiancarsi ai nostri educatori -anche solo una sera- a farsi avanti. Creiamo mini oratori-fami-glia fuori dagli ambienti -oratorio, anche in cortili e condomìni! 2. Rilanciamo qualcosa che facciamo da anni e che funziona, la “condivisione delle risor-se”. C’è già, ma la pandemia ci spinge ad am-pliarla, a farla diventare strumento di una nuo-va visione collaborativa e persino fraterna tra la società e la Chiesa.

Gli esempi aiutano a capirci: SPORT. È la condivisione delle risorse più svi-luppata: la comunità cristiana di Saronno colla-bora con tante associazioni sportive. Offre senza alcuna logica economica i suoi notevoli spazi, attrezzati a campi di ogni genere. Oltre agli spa-zi mette in gioco allenatori, dirigenti, educato-ri. Siamo disponibili a che si realizzino nei no-stri ambienti dei Campus. Le organizzazioni già operative negli scorsi anni possono offrirsi come Enti Gestori e avere spazi e tempi più ampi quest’anno nelle strutture parrocchiali. “Prima i ragazzi”.

CULTURA. La grande qualità e quantità di ope-re d’arte che la chiesa offre è naturalmente aperta a tutti. Il riferimento è alle arti figurative e an-che alla musica: l’arte può diventare strumento di incontro, di crescita e di comunità. “Prima i ragazzi”.

SCUOLA. L’estate è bella ma bisogna da su-bito pensare alla ripresa della scuola. Se il di-stanziamento richiesto mettesse in crisi qualche realtà scolastica, la comunità cri-stiana apre, alle dovute condizioni, le pro-prie aule di catechismo e i cinema, i saloni, i campi, aggiungendo i suoi parchi-giochi e gli spazi del gioco libero. “Prima i ragazzi”. Fin da ora dichiariamo al signor Sindaco e ai Dirigenti Scolastici la nostra disponibilità a contatti che riteniamo urgenti e che si tradu-cano in accordi ufficiali. Dio, Padre di Gesù e degli uomini, non ci ha dato nulla ad uso esclusivo. Ci dà tutto perché sia con-diviso. Papa Francesco ce lo ricorda spesso. Per quanto ci riguarda lo facciamo con gioia.

don Armando, la Diaconia e i Consigli della comunità

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ORIZZONTI GIUGNO 20202

DIREZIONE, REDAZIONEE AMMINISTRAZIONE

Piazza Libertà, 2Tel. 02 9602379

DIRETTORE RESPONSABILEMons. Armando Cattaneo

STAMPACentro Stampa Quotidiani S.p.A.

Via dell’Industria, 5225030 - Erbusco (BS)

Autorizzazione del Tribunaledi Busto A. n. 4/78

del 15.2.1978 e successivemodificazioni del 10.10.1995

ORIZZONTIComunità PastoraleCrocifisso Risorto

SOMMARIOGIUGNO 2020

Pag 1 Editoriale: Pag 3 Settimana Laudato si’ 2020Pag 4 Una visita specialePag 6 Cosa abbiamo imparato in questo tempo di quarantena?Pag 9 Una lettera per voi Pag 10 RadiorizzontiPag 12 Una radio che ci uniscePag 14 10.713.600 secondiPag 15 La voce della Chiesa di Saronno durante il lockdownPag 18 Le parrocchie di Saronno diventano 2.0Pag 19 L’evangelizzazione in internet al tempo del coronavirusPag 24 Orari delle messePag 26 Per condividere gioie e speranzePag 28 Volti&storie di SaronnoPag 30 Voci del Sud del MondoPag 32 Nuovi stili di vita per la custodia del creatoPag 34 L’importante è che la scuola ci siaPag 35 Noi ragazzi alla prima grande provaPag 36 Il rosarioPag 37 Arte a domicilioPag 38 “Van Thuan - Libero tra le sbarre”Pag 40 La parola del mesePag 41 La carità in cittàPag 42 Segreterie parrocchiali

La voce della chiesa di Saronno

L’importante è che la scuola ci sia

Una visita specialeComunità Pastorale Crocifisso Risorto

POSTE ITALIANE S.P.A.Spedizione in Abb. Postale 70%

DCB VARESE(Conv. in L. 27/02/2004 nr.46)

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Prima i Prima i ragazziragazzi

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ORIZZONTI GIUGNO 20203

“Che tipo di mondo vogliamo lasciare a quelli che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo? Motivato da questa domanda vorrei invitarvi a parte-cipare alla Settimana Laudato Si’ dal 16 al 24 maggio 2020. È una campagna globale in occasione del quinto anniversario dell’Enciclica Laudato Sì sulla cura della Casa Comune.

Rinnovo il mio appello urgente a rispondere alla crisi ecologica. Il grido della terra e il grido dei po-veri non possono più aspettare. Prendiamoci cura del creato, dono del nostro buon Dio Creatore. Celebriamo insieme la Settimana della Laudato Sì”

Con queste parole Papa Francesco ha esortato gli 1,3 miliardi di cattolici nel mondo e tutte le persone di buona volontà ad unirsi in una settimana di preghiera e di riflessione, a partire dall’Enciclica Laudato Si, firma-ta il 24 Maggio 2015. Con circa un sesto della popola-zione mondiale organizzata in oltre 220.000 parrocchie in tutto il mondo, la Chiesa cattolica svolge un ruolo unico e vitale nell’affrontare la crisi ambientale ed è chiamata a riflettere sulle proprie azioni, di oggi e di domani.

La settimana Laudato Si è stata patrocinata dal Di-castero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale e ha avuto tra gli altri, il supporto del Movimento cat-tolico globale per il clima (www.catholicclimatemove-ment.global/it/) che raccoglie oggi decine di migliaia di cattolici, oltre 650 organizzazioni Cattoliche, parroc-chie e istituzioni cattoliche.

Il tema della Settimana Laudato Si’ è stato “TUT-TO È CONNESSO”.

La preghiera, la condivisione e le riflessioni sono avvenute online. I seminari formativi e interattivi sono stati incentrati su ecospiritualità, sostenibilità, mobilita-zione e costruzione della comunità.

La Settimana si è conclusa domenica 24 maggio, con la recita in tutto il mondo alle ore 12.00 (ora locale)

SETTIMANA LAUDATO SI’ 2020:

della preghiera comune per il quinto anniversario della Laudato Si’.

Il Papa durante l’Angelus del 24 maggio ha annun-ciato l’inizio di un intero anno, dal 24 maggio 2020 al 24 maggio 2021, di preghiera e di riflessione sull’Enci-clica.

L’INTERDIPENDENZA CI OBBLIGA A PENSARE A UN SOLO MONDO, AD UN PROGETTO COMUNE

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ORIZZONTI GIUGNO 20204

L’Arcivescovo di Milano ha voluto iniziare al meglio il mese di maggio – mese dedica-to a Maria -, infatti, ha visitato ben cinque Santuari della nostra Diocesi, celebrando il Rosario. Questo “pellegrinaggio” è ini-ziato con la visita dei seguenti santuari: San Celso a Milano, Sacro Monte di Varese, Beata Vergine dei Miracoli e, infine, il Santuario di Corbetta.

Come chiameremo que-sti giorni del tempo di Pasqua 2020? «Molti li chiameranno i giorni del virus, i giorni del Co-vid-19; alcuni, invece, i giorni della desolazione in cui si vive nell’angoscia per i familiari malati e non si può far niente. Altri li chiameranno giorni dell’o-zio, della noia e della paura. Noi li chiameremo giorni del cenacolo». “Gli apostoli ritornarono a Gerusa-lemme […] entrati in città, salirono al piano superiore, dove erano so-liti riunirsi […] erano perseveranti e concordi nella preghiera, insieme ad alcune donne e a Maria, la madre di Gesù” (At 1,12ss).

Il nostro Arcivescovo, Mons. Mario Delpini, in questo periodo di lockdown ci ha abituati a diver-se “sorprese”, come per esempio la preghiera dalle terrazze del Duomo in modo tale da «essere il più pos-sibile vicino alla Statua mariana più amata dai milanesi e dall’intera Diocesi». Un’altra, più legata alla nostra città, è sicuramente la visita del 1° maggio al Santuario della Be-

ata Vergine dei Miracoli in Saron-no. Come afferma don Giorgio «noi sacerdoti l’abbiamo saputo un paio di giorni prima, quindi possiamo dire che è stata una vera sorpresa! D’altra parte, il Pastore anche in tempi difficili, deve pascere il greg-ge che il Signore gli ha affidato».

Ma la domanda che ci potreb-be sorgere spontanea è la seguente:

UNA VISITA SPECIALE

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ORIZZONTI GIUGNO 20205

“perché ha deciso di venire pro-prio al Santuario di Saronno?” La risposta può essere che siamo nel mese di maggio, ovvero il mese dedicato a Maria. Infatti, il nostro Arcivescovo ha recitato una decina del Rosario, così come ha fatto in altri quattro Santuari della Diocesi di Milano. Insomma, «Un vero e proprio pellegrinaggio personale e anche come Chiesa». Siccome ef-fettuatosi a porte chiuse, senza fe-deli, tutti noi siamo stati rappresen-tati da tutti i sacerdoti della Città. «Abbiamo ricordato proprio tutti, dagli ammalati, ai medici, al per-sonale ospedaliero, dalle famiglie provate dal dolore per la morte di una persona cara, e tutti i defunti. La Madonna era lì, testimone delle nostre paure, ma anche delle nostre speranze».

Durante questa visita «ci ha detto di sentirci come gli Apostoli nel cenacolo in preghiera con Ma-

ria, in attesa del dono dello Spirito Santo, ma anche per trovare corag-gio di uscire, di lasciare il cenaco-lo per andare in mezzo alla gente». Don Giorgio ha trovato l’Arcive-scovo di Milano pieno di serenità, che nasce dalla fiducia nel Signore

cha ha promesso di restare con noi fino alla fine del mondo: «Se non fosse così la speranza sarebbe solo la maschera dell’angoscia e della paura».

Non c’è stato modo di parlare, non perché non c’era tempo, ma semplicemente perché non ce n’e-ra bisogno. Era il momento del si-lenzio, della preghiera, di guardarsi negli occhi e dirsi: «coraggio, il Si-gnore non ci lascia soli, mai!».

Ma quale messaggio ci ha la-sciato? Lui ha un buon pensiero del-la nostra città, sia per la vita sociale che religiosa. «Dobbiamo conti-nuare a credere nei valori, primo tra tutti, l’uomo. Poi nelle iniziative di carità, ma anche quelle culturali». Sappiamo anche che «Ama Saron-no, la sua gente e ne apprezza molto le iniziative».

Ludovico Albertini

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ORIZZONTI GIUGNO 20206

Adesso che stiamo uscendo da questo tragico periodo (si spera!) pos-siamo chiederci se e come, al di là dei lutti e dei molti problemi famigliari e sociali che ha provocato e che conti-nuerà a provocare, ci ha sollecitato a guardare alla nostra vita e alla società in cui viviamo in un modo diverso, certamente più a misura d’uomo. Per chiarire meglio, prendo spunto da al-cune frasi prese da articoli interessanti apparsi sulla stampa in questo periodo. “Sono colpita dall’incapacità contem-poranea di essere soli. Tutta questa esaltazione iperconnessa fa vivere un isolamento davanti agli schermi che non ha abolito la solitudine. Persone già devastate dalla solitudine oggi si scoprono sole perché hanno perso la carne delle parole, la condivisione, il dovere verso l’altro. L’epidemia ci ob-bliga a confrontarci, oltre che con la solitudine, con i limiti e la mortalità” (J. Kristeva - La Lettura - 29 marzo).

“Il fenomeno del Coronavirus ha sconquassato e reso fragili abitudini e modi di vivere che potevano sembrare intangibili fino al suo arrivo . Questa prova a cui siamo chiamati sta produ-cendo una selezione tra i parolai, i tut-tologi e quelli di cui possiamo fidarci, perché sanno di cosa parlano e si assu-mono le responsabilità nei loro discorsi e nei loro atti” ( J.P. Le Goff - Le Figa-ro, 18 marzo).

“La sofferenza ci pone in contatto con verità altrimenti offuscate, mette in ordine le priorità e sembra ridare volu-me al presente; dobbiamo quindi sca-varci uno spazio per dei ragionamenti diversi, per osare domande grandiose che fino a 30 giorni fa ci avrebbero

fatto sorridere per la loro ingenuità: quando sarà finita vorremmo davvero replicare un mondo identico a quello di prima? A meno che non osiamo ri-flettere ora su ciò che non vorremmo ritornasse uguale, ognuno per sé e poi insieme. Non so se sarà possibile, ma è certo che non si può fare nulla se prima non si è osato pensarla” (P. Giordano - Corriere della Sera - 21 Marzo)

“Il virus del resto ci ha ricordato qualcosa che abbiamo negato con pas-sione: che siamo esseri fragili, costruiti della materia più delicata. E ha evocato quella domanda che di rado abbiamo avuto il coraggio di porci: che cosa cerchiamo davvero?” (O. Tokarczuk - idem 3 Aprile).

Mi sembrano osservazioni fonda-mentali che ci indicano una chiave di lettura interessante, diversa dalla paura e dal dolore pure umanissimi e spes-so inevitabili, di quello che sta succe-dendo e che ci possono permettere di imparare qualcosa di importante per la nostra vita anche da questo passaggio pesante che, se non ci avrà insegnato qualcosa, sarà in qualche modo passa-

to invano per ciascuno e per la società. In particolare mi sembra essenziale la domanda sui valori cui veramente te-niamo, che abbiamo così spesso perso, soffocati da una ipertecnologia e da una supponenza di onnipotenza anti-u-mane: di questi vorremmo umilmente essere anche testimoni sia come singoli che come comunità.

Diego Riva

L’emergenza coronavirus ci è ca-duta addosso all’improvviso, stravol-gendo le nostre vite e la nostra quoti-dianità, lasciandoci sbigottiti e incredu-li per la sua violenza.

All’improvviso la maggior parte di noi si è trovata a riorganizzare la propria vita tra le pareti domestiche e a stretto contatto con i propri familiari.

Così ci siamo riappropriati del no-stro tempo, rivivendo la famiglia e la casa in modo più tranquillo e sereno, senza il ritmo pressante dei tempi mo-derni, che ha sempre scandito la nostra quotidianità.

Il silenzio in cui ci siamo ritrova-ti avvolti, ci ha dato modo di riflettere

COSA ABBIAMO IMPARATO IN QUESTO TEMPO DI QUARANTENA?

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ORIZZONTI GIUGNO 20207

sulla vita, permettendoci di rivedere le nostre priorità di progetti e desideri. Da qui abbiamo capito l’importanza di non rimandare nulla “a domani o a dopo”, potresti all’improvviso non avere più il tempo di farlo e di lasciare così in sospeso tanti impegni e soprattutto le parole non dette e le carezze non date.

La quarantena poi ci ha insegna-to a fare chiesa nelle nostre case, ci ha fatto scoprire la preghiera in famiglia, intima e profonda, oltremodo parteci-pata per trovare rifugio e protezione, per ricevere conforto in questo periodo tragico.

Gianna De Varda

Sembra banale dire che durante la quarantena ho imparato a pregare...ma è proprio così. Credevo di assistere alla Santa Messa domenicale con amo-re e attenzione ma quando ho dovuto seguirLa attraverso la televisione ho capito che stavo pregando in maniera diversa come se volessi, con le mie preghiere, raggiungere Dio con più for-za, con più amore. Il fatto di non es-sere nella solita chiesa dove mi recavo la domenica ma tra le mura della mia

casa, mi ha permesso di scoprire che si può essere in comunione con Dio anche se si è lontani da quel luogo di

culto che mi accoglieva e mi dava tanta sicurezza.

Ho imparato a pregare con i miei nipotini spiegando loro il significato della Via Crucis e intanto che ne parla-vo a loro… in realtà parlavo a me.

Anna Tunesi, 71 anni

Non ho imparato a fare niente di nuovo... perché cucinare e i miei hobby di uncinetto e ricamo li facevo anche prima ma l’altro giorno ero seduta in giardino e pensavo a come in un atti-mo le nostre vite e il nostro modo di vivere possono cambiare e travolgerci. Ho capito una cosa: sono chiusa in casa da due mesi con due ammalati (mia mamma con l’alzaimer e mio marito con problemi di memoria dopo l’aneu-risma) e vuoi sapere cosa ha rinforzato in me questa quarantena? LA PAZIEN-ZA. Si, prima la perdevo facilmente sarà anche per il ritmo frenetico, adesso mi rendo conto che la perdo raramente e ringrazio DIO perché attraverso que-ste difficoltà sono stata più in contatto con IL GRANDE CAPO GESÙ.

Anna Carvelli

Ho imparato a godermi il tempo, ho imparato a usare il tempo per mia figlia e mia moglie. Godere del silen-

zio e vedere cose nell’ ambiente attorno a me che prima, proprio per mancanza di tempo, non avevo mai notato. Ho conosciuto meglio i miei vicini di casa che fino a prima mi limitavo solo a sa-lutarli. La quarantena mi ha insegnato e spero non solo a me, che il tempo non lo ridà indietro nessuno e che dobbia-mo goderci ogni attimo e ogni cosa che questa vita ci offre in compagnia delle persone a cui vuoi bene. Forse sarò sta-to scontato però questo è quello che ho imparato in questo periodo.

Christian Grosso, 41 anni

Questi giorni un po’ difficili per tutti racchiudono in sé tanti aspetti, momenti di maggior cura della casa, della cucina, della propria persona, dell’intimità con Dio e con la Parola. Per conservarne la memoria, ma anche perché per me lo scrivere è terapeutico, ho tenuto un diario, giorno per giorno, facendo tesoro soprattutto degli inse-gnamenti di Papa Francesco, dei nostri preti nelle varie omelie e dei messaggi quotidiani di don Federico ai quali ri-volgo un grazie sincero.

Domenica 29 marzo, domenica di Lazzaro, il Vangelo mi ha suggerito questa preghiera:

“Libratelo e lasciatelo andare” (Gv. 11, 44)Liberami, Signore, da tutto ciò che mi tiene imprigionata a terra,sciogli le bende dai miei occhi e dal cuoreperché possa tornare a vedere cieli chiari e stelle brillare,incontrare sguardi sereni e abbracci sinceri.Chiamami per nome e uscirò dal buio del sepolcroche è diventata la mia casa. Amen.

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ORIZZONTI GIUGNO 20208

Domenica 19 aprile, così fisso la mia memoria:

Questa mattina mi sono alzata con una “voglia matta” di uscire. Se avessi potuto esprimere un desiderio avrei chiesto un paio d’ali. Il cuore spaziava lassù nel cielo di un azzurro pallido, ma sereno. Era come se le pa-reti domestiche non ci fossero, non mi opprimessero come i giorni precedenti. Sono uscita in giardino, ho fatto alcuni lavoretti, ho pregato, ho disposto l’a-nimo alla celebrazione dell’Eucaristia, poi mi sono lasciata andare:Angelo di Dio che sei il mio custode, voglio cantare a Dio la mia lode.Con le tue ali posso volaree in dolci ricordi lietamente approdare.Tra il Falzarego e Cortina c’è una pineta di larici, piccolina,tra i rami il sole fa capolino e il suo calore si fa più vicino.In valle Brembana, passando da Fino,rivivo la bellezza di quel giardinodove le suore e le bambine passavano liete le estati alpine.Poi volo al mare, in quel di Cellee provo un brivido a fior di pelle.Su quell’altura, a picco profondo, tutto il silenzio di questo mondoè interrotto sol dal fragore dell’onde che s’infrangono contro le sponde.Poi volo basso, lungo la spiaggia: libera, appare un poco selvaggia.Or sto planando vicino a casada dove, per poco, sono evasa.Sfioro la chiesa a volo radentesaluto Gesù con cuore ardente.Son più serena e più sicurachiusa in casa tra quattro mura.

Grazia, anni 80

La quarantena dovrebbe averci insegnato a vivere la quotidianità, con-dividendo con i nostri cari ciò che di solito manca: il tempo. Non ci era ca-

pitato finora di stare così vicini per un tempo così lungo, neanche in vacanza! Tornando alla routine, non perdiamo l’abitudine di “perdere del tempo” per gli altri!

Maria Rita, 56 anni

Penso che abbiamo imparato a vi-vere con il silenzio, in un condominio di 60 famiglie non si sentiva volare una mosca, neppure il pianto di un bambi-no. Quello che più mi ha colpito è stato il vedere le strade deserte, neppure una persona che passava, ho avuto la sensa-zione di essere sola al mondo.Ho trova-to più tempo per pregare, alla TV non sono mancate le celebrazioni religiose. Ci sono stati giorni in cui ho riguardato gli album di fotografie: quanti ricor-di, quante persone care scomparse, il mio matrimonio, la nascita delle figlie, il loro primo giorno di asilo, il primo giorno di scuola, la Prima Comunione, la Cresima, le prime vacanze da sole. E poi i loro matrimoni, la nascita dei nipoti, la gioia di averli visti crescere. Tutto mi è passato davanti agli occhi come un film. La Tv proponeva tantis-sime ricette di cucina ma, essendo da sola in casa, non avevo grandi impegni per il cibo. Forse ho e abbiamo tutti im-parato ad essere più riflessivi.

Antonia, 87 anni

Sono un’infermiera di 52 anni or-mai “vecchia di mestiere”. Lavoro dal 1993 in Rianimazione in un Ospedale della provincia di Brescia ,la fatidica “zona rossa”.

Il 5 marzo ci avvisano che bisogna prepararsi: il COVID 19, che già da tempo si sta facendo conoscere, sta ar-rivando . Allestiamo velocemente una nuova rianimazione in prossimità del Pronto Soccorso e iniziamo quello che sarà un periodo buio, non ancora ter-minato. Le postazioni di rianimazione diventeranno tre, passando dai “norma-li” 4 posti letto a 15. Tutto è sovvertito

,nuovi colleghi, nuovi medici e soprat-tutto “nuovi” malati.

Imparare l’utilizzo dei DPI,co-prirsi il più possibile con tute ,masche-re e guanti... tutto è attutito... i movi-menti rallentati, il cervello confuso. Già, il cervello che non stacca mai, nemmeno quando arrivi a casa dopo 10 ore di lavoro continuo e convulso, senza un goccio d‘acqua e con mille dubbi... Un’ansia che non ti abbando-na.... Poi lo sguardo della tua famiglia che di sottecchi, con cautela, ti chiede: “Mamma tu però stai bene ??”. Il biso-gno condiviso di tenersi in contatto con i colleghi, per sapere come sta andan-do, come stanno i pazienti, se ci sono novità.... Siamo stati definiti Eroi... ma gli eroi salvano le persone... noi cosa facciamo? Il senso di impotenza nel “prendersi cura” di tutti questi pazienti che arrivano incessantemente dal pron-to soccorso o dai reparti: non ci sono certezze, non ci sono verità “conosciu-te”, solo paura. Tanti pazienti che arri-vano soli, speranzosi di poter guarire, con i loro effetti personali raccolti in sacchi neri che verranno poi accatastati all‘ingresso dell’ospedale. Le telefo-nate angosciate dei parenti che ogni giorno attendono le uniche parole che li tengono in contatto con i loro cari, mariti, fratelli, genitori....

Troppi non ce l’hanno fatta,qual-cuno per fortuna si... Eroi? No, stiamo facendo solo il nostro lavoro, quello che facciamo ogni giorno, solo con tan-ta difficoltà in più, tanta paura e tanti punti interrogativi. Forse un giorno sa-premo... sapremo dove abbiamo agito bene e dove avremmo dovuto fare di-versamente. Adesso che le cose stanno andando meglio cosa resta? Stanchez-za, tanta stanchezza... Voglia di norma-lità, ma la normalità è ancora lontana. A volte penso che forse è giunta l’ora di cambiare lavoro... Ma poi cosa altro potrei mai fare??? Solo vuoto, per ora solo vuoto ...

Un’ infermiera

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ORIZZONTI GIUGNO 20209

Una Lettera Una Lettera per Voi per Voi

Carissime e carissimi amici,

stiamo convivendo con il Covid 19 e cerchiamo di liberarci da questo terribile contagio. In

questi mesi di dolore, di paura, di sacrifici, abbiamo però anche imparato a riconoscere quello

che è essenziale nella vita. Il virus ci ha fatto rallentare la nostra corsa, imponendoci pause pro-

pizie per ascoltare, per leggere e pensare. Prima che riprenda ancora un ritmo sfrenato cerchia-

mo di riflettere su quello che abbiamo scoperto per non dimenticarlo.

Abbiamo sentito la mancanza della libertà negli spostamenti e nei comportamenti. Con il

passare dei giorni abbiamo avvertito la noia, la stanchezza di giornate sempre uguali, la solitu-

dine e la mancanza degli amici. Desideriamo riprendere il lavoro e tanti l’hanno perso e sono

aumentati i poveri; non andranno dimenticati.

Ma, se abbiamo guardato bene, abbiamo visto meglio tante cose che non sono considerate.

Abbiamo visto quanto è importante la famiglia e il lavoro, anche quello nascosto, umile, costan-

te che ci ha dato la possibilità di andare avanti a vivere, nonostante il brusco arresto delle attività.

Le strutture sanitarie hanno dimostrato una grande forza e giustamente abbiamo ringraziato

i medici, il personale sanitario, le forze dell’ordine e i volontari ma anche l’amministrazione

domestica ha sostenuto una grande prova. Dobbiamo ringraziare le mamme e i papà, i nonni

che hanno sostenuto la vita quotidiana, hanno seguito i piccoli o i ragazzi, che erano a casa da

scuola, nelle nuove forme della didattica e nella gestione del tempo libero. Quanti genitori hanno

scoperto la gioia di leggere e giocare insieme ai loro figli. In casa c’è stata una collaborazione

fruttuosa. C’erano anche gli anziani da proteggere e i malati da curare: quanta preoccupazione

quando capitava un contagio, quante famiglie hanno vissuto la tremenda esperienza di veder

partire un loro congiunto senza un conforto. Così la realtà della famiglia. Abbiamo detto grazie

alle donne, alle mamme, non dimentichiamo i papà. Andrà sempre valorizzato il loro lavoro

fatto con amore.

La possibilità del lavoro a distanza ha aperto prospettive nuove, resteranno sempre da supe-

rare le difficoltà dei rapporti tra le persone.

Tra le letture che ho fatto ho trovato un bell’articolo su Avvenire del primo maggio, a firma

del prof. Luigino Bruni che ha riconosciuto nel gesto di chi gli consegnava un pacco, un atto di

amore. Ci siamo resi conto dell’importanza del lavoro anche se si svolge nel nascondimento,

con una dedizione continua: il personale dei treni, gli addetti alla pulizia e agli approvvigiona-

menti, le commesse e le cassiere nei supermercati, i braccianti che fanno un lavoro incerto e mal

retribuito…

Il lavoro è dignità della persona, collaborazione al Creatore, mezzo di sussistenza, è una

comunicazione di beni che fa bene anche all’anima, un modo per dire “ti voglio bene”: è un atto

di amore. Questo lo sapevamo, per sentito dire, ora lo abbiamo visto in faccia. Non dimentichia-

molo. Sotto le mascherine ci sia sempre il nostro sorriso.don Angelo Centemeri

ABBIAMO VISTO, NON DIMENTICHIAMO

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ORIZZONTI GIUGNO 202010E fu così che accese nelle sue stanze

la radio, e la lasciò accesa per sempre.

Per tenere lontano il silenzio.

La radio della comunità di Sa-ronno e del territorio saronnese non ha chiuso i battenti nei giorni del coronavirus. A ranghi ridotti tra registi, conduttori, redattori e con tutte le misure di sicurezza possi-bili l’emittente cittadina ha con-tinuato a informare, intrattene-re, far riflettere sulla situazione, cercando di accompagnare con le dirette gli ascoltatori: Roberto Zani e Franco Pacini in regia, Nor-berto Tallarini alle comunicazioni, Paolo Brussa e Antonio Colombo alla programmazione, Francesco Mistarini e Igea Mazzucchelli alla redazione news, Gianni Branca e Gigi Volpi alle dirette, Massimo Tallarini al palinsesto e tutti i col-laboratori che da casa per telefono hanno contribuito a “tenere aperto” e a “restare a casa”.

Tanti gli ospiti che hanno preso parte tra marzo e maggio alle dirette: dai politici locali di maggioranza e opposizione, alle figure istituzionali e delle associa-

zioni, agli insegnanti, ai medici, psicologi, pediatri, nutrizionisti, scrittori. Gradita sorpresa l’inter-vista in diretta la sera dell’8 aprile del Presidente di regione Lom-bardia Attilio Fontana, che dai nostri microfoni ha spiegato la si-tuazione.

Ogni giorno da lunedì al sa-bato alle 10.00 l’appuntamento fis-so con Sara Giudici de IlSaronno.it nel corso del programma Buona Giornata per aggiornare su tutte le news del territorio e sulla partico-lare situazione vissuta. Un gran-de impegno è stato profuso per tenere unita la comunità cristia-na saronnese con le celebrazioni liturgiche. In collaborazione con la Comunità pastorale abbiamo concordato la trasmissione delle messe feriali (alle 8.25 da lunedì al sabato) e festive. Visto il perdura-re della situazione abbiamo deciso di proseguire la trasmissione delle celebrazioni il sabato alle 18.00, la domenica alle 10 (quella dedicata ai

ragazzi) e 18.00.

Per i ragazzi è partito in Quaresi-ma il programma TEN, 10 minuti di preghiera alle 17.45 tutti i giorni per te-nere il filo conduttore attraverso un appun-tamento fisso con i ragazzi, animato dai

diversi responsabili cittadini della pastorale (don Federico, don Stefa-no, suor Luisa, don Armando, don Angelo). Mentre alla fine di mag-gio abbiamo trasmesso BATTI 5, la preghiera con Maria di tutti i ragaz-zi del catechismo cittadino: dal 25 al 31 maggio alle 18.55 l’appunta-mento di 7 minuti per famiglie col rosario per tutti. È iniziata in Qua-resima la domenica alle 17.30 la catechesi radiofonica a 2 voci sui 10 comandamenti con don Federi-co e il diacono Massimo, che si è protratta per 10 settimane fino alla fine della fase 1. Ogni mattina alle 7.00 abbiamo trasmesso la Messa da Santa Marta di papa France-sco in collaborazione con tutte le radio del circuito InBLu ed ora proseguiamo alle 7.00 con la Messa in diretta da Lourdes.

È stato organizzato e trasmes-so un triduo pasquale radiofoni-co e in video attraverso il sito della radio, per non lasciare senza Pasqua i cristiani della città: lontani ma te-nuti vicini e uniti attraverso tutti i mezzi di comunicazione a disposi-zione. Semplici e senza orpelli, ma presenti. Importanti due momenti vissuti con intensità: la festa del voto, trasmessa audio e video dal Santuario di Saronno domenica 29 marzo (in ricordo del voto fat-to nel 1577 dai saronnesi al termi-ne della pestilenza) e la preghiera del venerdì santo dall’ospedale di Saronno, con la partecipazione

La Radio nei giorni del Coronavirus

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ORIZZONTI GIUGNO 202011

di medici, infermieri e del perso-nale. Un momento toccante tenuto da don Armando e dal cappellano dell’ospedale e vicario di S.G. Bat-tista don Vincenzo Bosisio. Don Vincenzo ha letto la sua lettera al personale dell’ospedale, per testi-moniare a tutti la sua vicinanza e preghiera anche nelle difficoltà del momento. Alla fine è stata procla-mata ancora una volta la preghiera alla B.V. dei Miracoli di Saronno in tempo di contagio, composta pro-prio di questi tempi.

La radio della comunità prose-guirà ancora nel suo compito, cer-cando di fare il possibile per tenere

aperti i suoi microfoni, accompa-gnare le persone sole, informare chi ascolta e aggiornare sulla situazione.

NEWS LOCALIOrizzonti News Flash alle 11.25 e 18.12ogni giorno da lunedì a sabato le notizie locali del giorno in 3 minuti.

Orizzonti News (Saronno e dintorni) alle 12.05 e 19.05 (sabato anche alle 17.45)Ogni giorno da lunedì a sabato 15 minuti con le news locali del nostro territorio. Un costante aggiornamento su quanto succede a Saronno e dintorni.

Orizzonti News Domenica alle 8.45, 12.20 e 19.05 (domenica anche alle 17.50)La Domenica 3 edizioni di 10 minuti riprendono le notizie di Saronno e dintorni della settimana. Attraverso una scelta delle news locali più importanti viene offerta una sintesi degli avvenimenti.

Appuntamenti ed eventi alle 12.15, 18.54 (alla Domenica alle 8.05, 12.20, 19.00)Tutti gli appuntamenti di Saronno e del saronnese.

NEWS NAZIONALI IN BLUDa Lunedì a SabatoNews flash nazionali7.00, 9.00, 10.00,11.00,12.00,15.00*,16.00*,17.00*,19.00* (*no sabato)

News nazionali: 13.00,18.00Radiogiornale Radiovaticana: 8.00, 14.00

I PROGRAMMI DEL MATTINO DA LUNEDì A SABATO7.45 Buongiorno inBlu7.58 Pillole musicale8.03 Radiogiornale8.15 Il Buongiorno di Radiorizzonti8.25 S. Messa9.00 Buona giornata10.30 Giorno dopo giorno (replica alle 19.15)11.30 Spazio aperto (replica alle 21)

I PROGRAMMI DELLA DOMENICA8.10 Le fiabe di Sissi (replica alle 18.10)8.47 Orizzonti News9.00 Parole in versi9.30 Ciciarem un cicinin (replica alle 19.15)10.00 S. Messa11.00 Irene la ladra di libri11.30 Orizzonti Express (replica alle 21.00)12.00 Regina Coeli del papa12.20 Appuntamenti ed eventi12.25 Orizzonti News

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ORIZZONTI GIUGNO 202012

Durante la quarantena ha tenuto il contatto attivo fra la Chiesa e i fedeli, grazie a “Ra-dio Orizzonti”. È stata una scelta personale o pastorale?

«La scelta è stata all›inizio un po› automatica. Non sapevamo a cosa si sarebbe andati incontro e non ci si aspettava neppure un tempo così lungo di chiusura delle chiese. La radio già trasmetteva le Messe feriali e festive dalla prepositurale. Così abbiamo semplicemente continuato a fare quanto si faceva. Poi, confrontandoci con i preti, le suore e i tecnici della radio, abbia-mo cercato le soluzioni migliori per rendere presente alla comunità cri-stiana di Saronno delle celebrazioni ad hoc, con una cura audio/video dalla chiesa centrale di Saronno».

Come si è sentito nello svol-gere questo compito?

«È stato un periodo molto in-tenso per poter far fronte al meglio alle richieste. Innanzitutto, abbiamo potenziato i nostri canali di trasmis-sione. Così, accanto al “vecchio” ma sempre caro FM, abbiamo po-tuto accostare il canale 880 del di-gitale televisivo (canali radio) che trasmette i nostri programmi su tutta la Lombardia. Erano un po’ di mesi che ormai lo sperimentavamo, quin-di non ci siamo trovati imprepara-ti. Così come anche per l’uso dello streaming, attraverso il sito inter-

net: www.radiorizzonti.org . Non è ancora curato passo passo come vorremmo, ma anche qui stavamo lavorando per le dirette video dalla Prepositurale e abbiamo solo acce-lerato i passaggi. Un gran lavoro, tenendo conto che tutti coloro che operano in radio sono volontari».

Cosa rimarrà, finita la qua-rantena, di tutte queste iniziative della radio/comunità pastorale?

«Non so cosa rimarrà, anche perché, dopo la quarantena stretta, prima di riprendere la vita di prima - se mai potremo riprenderla - pas-serà del tempo. La radio mette a di-sposizione della comunità cristiana e civile i suoi mezzi. È una radio per la città e il suo territorio circostante, quindi, chi ha idee per usufruirne le usi: Stiamo pensando all’oratorio feriale: se non si potrà fare in pre-senza la radio audio e video potrà essere lo strumento utile per crea-re momenti comuni tra i ragazzi di tutta la città (quiz, bans, preghiere); la fantasia lo suggerirà ai responsa-bili. Resteranno certamente per ora le celebrazioni feriali e festive, per aiutare le persone che non potranno ancora affollare le chiese. Vedre-mo poi col tempo le necessità che emergeranno».

Avete ricevuto chiamate in radio da persone che avevano bisogno solo di un po’ di compa-gnia?

«Abbiamo ricevuto tanti rin-graziamenti per l’opera svolta. Non solo a livello di offerta religiosa (messe, catechesi, rosario, com-mento al vangelo della domenica, la rubrica per i ragazzi Teen quoti-diana), ma anche per tutti gli ospiti che, ogni mattina, dai nostri studi, per telefono, hanno tenuta viva la città, le associazioni, le idee, la cre-atività degli ascoltatori. Soprattutto l’informazione. Una piccola radio che però ha tenuto compagnia alle persone anche rispondendo alle do-mande di ogni giorno in questo pe-riodo, informando, stando vicino. Accompagnando!».

Avete avuto dei riscontri per quanto riguarda il cambiamento del palinsesto e dello streaming di messe e catechesi?

«Sì, abbiamo avuto molti ri-scontri di un sensibile aumento de-gli ascolti, in audio e digitale perché la gente scrive, messaggia, ti ferma,

UNA RADIO CHE (CI) UNISCEINTERVISTA A MASSIMO TALLARINI

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ORIZZONTI GIUGNO 202013

telefona. Il nostro palinsesto è roda-to da anni, trasmettendo in diretta tutte le mattine dalle 8:00 alle 12:30 e con collegamenti durante il gior-no col circuito nazionale “InBlu” della CEI, di cui facciamo parte dal 1998. Al mattino abbiamo dovu-to semplicemente affidare a poche persone il compito di andare avanti: Igea, Francesco, Norberto, Anto-nio, Paolo, Gigi, Roberto, Gianni, Franco. Un piccolo team a cui si aggiungevano per telefono gli altri collaboratori con le loro rubriche. Un gruppo consolidato da anni che, per come ha potuto in un momento così difficile, ha permesso alla ra-dio di volontari di dar voce alla città e al saronnese».

Quali sono le differenze tra il fare la catechesi davanti ai fede-li e il farla davanti ad una chiesa vuota, solo davanti ad un micro-fono?

«All’inizio può sembrare di parlare al nulla. Ma i messaggi “WhatsApp”, le telefonate ricevute dicono che la gente c’era, ascoltava, apprezzava e cresceva di domenica in domenica. Così siamo partiti per fare una/due puntate e ci siamo ri-trovati con don Federico ad animare

10 puntate a causa del blocco vissuto. Una sfida, un modo per ri-spondere alle esigenze dei fedeli. Hanno ap-prezzato soprattutto le forme nuove di comu-nicazione attivate: le omelie a due voci, la catechesi a domande, cose semplici ma effi-caci per l’ascoltatore. La pastorale se torna indietro non farà un buon servizio alla comunità. Abbiamo imparato che si può es-sere in comunicazione/comunione anche nelle difficoltà e in situazioni diverse».

Madre Teresa di Calcutta si definiva “una piccola matita nel-le mani di Dio”. In che modo lei si sente/si è sentito una matita in questo periodo?

«Madre Teresa era una mati-ta, e che matita! Noi siamo sem-plicemente un astuccio di pastelli. Dobbiamo semplicemente cercare di ascoltare Dio che ci sussurra, di volta in volta, i colori da usare per far emergere il suo disegno!»

Lei è anche un professore, ha

riscontrato delle difficoltà nel met-tere insieme questi due compiti?

«È un momento impegnativo. Mi mettevo in radio, in una stan-za a parte da redazione e studi e, a mano a mano, si cercava di sugge-rire, mandare informazioni, elabo-rare idee, tra una lezione e l’altra. Stando sul posto si è facilitato il compito. L’ho scelto? No, è venuto per caso (?) perché non avevo inter-net a casa all’inizio del blocco, per dei disguidi tecnici, e per un mese dovevo stare in radio per seguire la scuola con tutte le lezioni, le verifi-che i compiti da correggere per ore ogni giorno; questo ha dato l’oppor-tunità di star dietro meglio al resto in modo unitario. C’è chi dice caso, c’è chi le chiama “Dioincidenze”».

Ludovico Albertini

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ORIZZONTI GIUGNO 202014

PER OGNI TUA “DOLCE PASSIONE” PASTICCERIA GELATERIA

Via S. Cristoforo 59-65SARONNO Tel. 02 9603322di CATTANEO BATTISTA s.r.l.

Dieci milioni settecentotredici mila e seicento secondi. Un tempo molto particolare quello che dal 23 febbraio scorso ha vissuto ciascun cristiano... Ed io? Cosa ho raccolto io personalmente?

All’inizio ci sembrava una cosa passeggera, di qualche set-timana... poi ad un certo punto ci siamo detti: “Non ci farà sal-tare la Pasqua, vero?!” E alla fine siamo arrivati oltre Pasqua, quasi a Pentecoste!

In questo tempo ci siamo accorti che la Messa ci manca-va... e che forse è l’unica pre-ghiera comunitaria che abbia-mo...

Che cosa ci è mancato dell’Eucaristia? Fare la Comunione? Incontrare le persone? Ritrovarsi in-sieme la domenica? Cosa abbiamo fatto la domenica? Ci siamo incontra-ti in famiglia a pregare? Siamo abi-tuati a farlo? Ci siamo messi in ascol-to della Parola? O abbiamo seguito la Messa in tv? E come la abbiamo seguita? Assistendo come con un film o a un concerto oppure partecipando?

10.713.600 SECONDIE partecipando: come?

Ecco, vedete dove ci ha portato questo tempo? A riconoscere a che punto è il nostro cammino di fede e che cosa invece potremmo riscopri-re... La preghiera in famiglia, l’ascol-

to personale della Parola, celebrare insieme la domenica radunandoci, chiedendo insieme perdono, ascol-tando insieme la Parola, scambian-doci la pace, facendo comunione tutti insieme, spezzando lo stesso pane per diventare un solo corpo, con il desiderio di prenderci cura gli uni degli altri e in modo particolare degli ultimi, dei più deboli...

Abbiamo scoperto tante cose e ora possiamo lasciare che questo tempo porti frutto...

In queste settimane qualcuno di noi può tornare a celebrare ma il modo di farlo, con tutte le regole che

questo virus ci impone, ci fa ca-pire il dono che avevamo prima e che potremo riavere un giorno: poterci sedere uno vicino all’al-tro, poterci raccontare la settima-na, poter guardare l’altro in volto, poter cantare e partecipare al rito, poter sentire il calore della mano dell’altro allo scambio della pace, poter spezzare l’un l’altro un po’ della Parola del giorno, poter ac-cogliere il dono dell’Eucaristia da un volto amico...

Avremo imparato ad apprezza-re i doni? Avremo raccolto qualche spunto per vivere sempre meglio il futuro che ci attende? Io credo di sì. Voi? Ce ne accorgeremo appena tutto tornerà “normale”.

Il mio augurio è che insieme al Signore ogni cosa, sempre, possa es-sere una occasione... Buon tutto!

don Denis

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ORIZZONTI GIUGNO 202015

Non abbiamo celebrato la Pa-squa insieme nelle nostre comuni-tà e per un lungo periodo neppure ci siamo incontrati a Messa. Ma la domanda vera è: abbiamo man-tenuto la fede? Abbiamo sfruttato tutte le occasioni alternative che la situazione ci ha spinto a vivere? La Chiesa di Saronno non ha smesso di evangelizzare; in modo alterna-tivo ha continuato a celebrare, an-nunciare, vivere la carità. Se è vero che una celebrazione senza popolo (come ha detto papa Francesco) non è la normalità, nella difficoltà abbiamo trovato vie alternative per essere comunità e vivere il Vange-lo. Innanzitutto in famiglia e nelle case. Come comunità pastorale ab-biamo offerto la possibilità di pre-gare insieme vicini ma a casa pro-pria:

1) Radiorizzonti InBlu ha tra-smesso in audio e video (su www.radiorizzonti.org) le messe feriali e festive; durante la Quaresima per i ragazzi è stato trasmesso ogni po-

meriggio TEN, ogni giorno 10 mi-nuti col Vangelo di Gesù.

2) Le catechiste si sono atti-vate per incontri di catechesi via Zoom, di vicinanza, di accompa-gnamento ai nostri ragazzi, invian-do settimanalmente il materiale perché i genitori diventassero loro i primi catechisti per i loro figli. Non è stato facile, non tutti sono riusciti per i molteplici impegni dello smart working, ma la proposta c’è stata.

3) Il canale Youtube di don Federico e chiesadisaronno sono stati molto produttivi: don Federico sul suo canale youtube, ogni giorno e in modo particolare la dome-nica, ha pubblicato il commento al Vangelo del giorno, pochi minu-ti di riflessione sempli-ce. Sul canale chiesadi-saronno è stato pubbli-cato (ed è ancora visi-bile) Il pellegrinaggio

virtuale in Santuario: un video di 13 minuti, già visto da un migliaio di persone, che accompagna cia-scuno dall’ingresso alla cupola del Ferrari. A fianco di questo video due video per pregare il Rosario sui misteri del dolore e della gioia, accompagnati dalle immagini delle bellezze artistiche del Santuario di Saronno.

4) La catechesi della domeni-ca (per 10 domeniche) dalla Prepo-siturale per radio (potete riascoltar-le sul sito www.radiorizzonti.org) sui 10 comandamenti. Don Federi-co e il diacono Massimo hanno ini-

LA VOCE DELLA CHIESA DI SARONNO DURANTE IL LOCKDOWN

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ORIZZONTI GIUGNO 202016

ziato questo percorso per sostituire le catechesi di Quaresima sospese; è divenuto appuntamento fisso nel lockdown, domenica dopo domeni-ca, in un confronto serrato doman-da-risposta anche in modo attuale.

5) I sacerdoti, le suore, i mini-stri straordinari per quanto hanno potuto sono stati vicini ai mala-ti per telefono. Soprattutto hanno chiamato a fine aprile tutti i parenti dei defunti del tempo senza fune-rale per invitarli alla celebrazio-ne radio e video della Messa in suffragio di tutti i morti: quel pomeriggio del 25 aprile alle 18.30 il campanone della Prepositurale scandiva e ricordava tutti i defunti, mentre in chiesa veniva letti tutti i nomi di chi ci aveva lasciato.

6) La predica a due voci: un nuovo genere letterario per rendere la riflessione domenicale per ragaz-zi e a volte anche per adulti più fru-ibile per radio. Non è la normalità, ma non è detto che questo metodo non abbia portato frutti.

7) Il Sacro Triduo pasqua-le: lo abbiamo celebrato a porte chiuse, ma chi ha voluto ha seguito per radio e video. Tutti i testi sono stati pubblicati sul sito www.chie-sadisaronno.it in modo che chiun-

que avrebbe potuto partecipare pas-so passo alle celebrazioni, anche se semplificate e adattate a una trasmis-sione radio e non ad una partecipa-zione in presenza.Ognuno in casa sua, con tanti gesti, uno o due per ogni giorno del triduo (la lavanda dei piedi ai bambini, il pane spezzato, la candela accesa, un ramo verde alla porta al posto degli ulivi, le campa-nelle da suonare in casa all’annun-cio della Risurrezione). La morte del Signore è stata scandita dalle campane dell’intera città, così come la Risurrezione il sabato santo alle 18.45 (un po’ presto, ma così’ chi ha voluto ha celebrato con la comunità pastorale e anche col papa o l’arci-vescovo alle 21).

8) La festa del Voto: mai come quest’anno ha assunto un va-lore non solo simbolico. L’abbiamo

celebrata in modo sobrio, con una preghiera appositamente composta per questo tempo di pandemia in ricordo del voto fatto nel 1577 dai saronnesi al termine della pestilen-za. Al pomeriggio di domenica 29 marzo, è stata trasmessa per radio e video la consegna della cera da par-te del Sindaco e la preghiera di don Armando.

9) La preghiera per l’ospeda-le: il venerdì santo, dopo la Passio-ne del Signore, la radio si è colle-gata con l’ospedale di Saronno; qui don Vincenzo, il cappellano, e il Prevosto, con una rappresentanza di medici, infermieri, operatori sa-nitari hanno pregato in un giorno così carico di Vangelo per malati e personale.

10) I Quaresimali dei Vener-dì: settimana dopo settimana ogni venerdì alle 21, per radio e video, abbiamo pregato con una una via crucis dei tempi moderni (una volta anche con l’arcivescovo) in sostitu-zione dei tradizionali quaresimali programmati e sospesi.

11) La carità: l’emergenza ha rallentato un po’ l’operato, ma la mensa di Betania, la Caritas, la S. Vincenzo, l’Emporio anche se non a pieno ritmo, hanno cercato di far fronte alle urgenze immediate; è stato poi rilanciato il Fondo di soli-darietà per bollette, affitti, necessità a lungo raggio.

12) Non possiamo non citare qui gli incontri di meditazione sul-la parola di don Denis su Zoom o sulle diverse piattaforme di incontro le riflessioni di alcuni gruppi d’a-

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ORIZZONTI GIUGNO 202017

scolto e la visita dell’arcivescovo in Santuario nel pomeriggio del 1° maggio, con un messaggio alla città diffuso attraverso radio e giornali.

13) Facebook: sulla pagina Facebook de IlSaronno.it ogni do-menica è stata trasmessa la S. Mes-sa festiva in diretta dalla Prepositu-rale e durante la ripresa lenta alla

partecipazione ogni settimana verrà ancora trasmessa da una parrocchia diversa.

14) Nella Chiesa universa-le: abbiamo potuto pregare con papa Francesco ogni mattina alle 7 con la Messa da S. Marta o alle 19 con la Messa dal Divino amore. Oppure abbiamo pregato il Rosario

in molti santua-ri d’Italia nella settimanale pre-ghiera per l’Ita-lia organizzata dalla Cei, sen-tendoci parte della Chiesa italiana in modo pieno. Alcu-

ni gruppi o condomini nel mese di Maggio hanno poi deciso, non potendo vivere il rosario all›ape-rto, di sintonizzarsi una volta alla settimana con tv2000 col rosario da Lourdes delle 18. Lontani ma in comunione attraverso tutti i mezzi di comunicazione.

Non diciamo più perciò che la Chiesa non ha avuto voce. Abbia-mo fatto di necessità virtù e con creatività abbiamo dato voce allo Spirito che ci ha condotti dove non ci aspettavamo. Non è l’ottimo, ma è stato il possibile; e porterà frut-to, come dice il nostro arcivesco-vo Mario, se avremo fatto diventare la situazione occasione.

Massimo Tallarini

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ORIZZONTI GIUGNO 202018

Con il protocollo di sicurezza attuato di recente, le Messe sono ripartite in città, ma, per ora, non è preferibile evitare l’uso dei tipici foglietti per la Messa o per la reci-ta della liturgia delle ore. Così le Parrocchie di Saronno hanno deci-so di consigliare ai fedeli di usare una apposita app per pregare. La stessa sarà usata attraverso tablet da celebrante e lettori, per evitare il più possibile di usare gli strumen-ti cartacei che potrebbero divenire veicolo di contagio.

La APP scelta si chiama Liturgia Giovane, adottata dalla Diocesi di Milano, che, avendo un proprio rito, deve anche produrre strumenti pro-pri. Essa rende la Parola di Dio e la preghiera del giorno sem-pre a portata di mano. Si posso-no trovare infatti tutte le letture della Messa e la liturgia delle ore per la preghiera in chiesa o personale. Per scaricarla basta andare nel playstore, digitare Liturgia Giovane, scaricarla.

Appena si aprirà basterà scegliere tra Messa o Litur-gia delle ore per accedere a ciò che serve. La APP è pensata per favorire la leg-gibilità da parte di tutti, per questo dà la possibilità di ingrandire la dimensione dei caratteri del testo.

In questi tempi, per mo-tivi igienici è stato scelta di consentire di usare in chiesa il cellulare durante le celebrazio-ni. Certo, il consiglio, quando si ha a che fare con la tecnologia, è sempre quello di “usare la te-sta”: mettere sempre il cellula-re in modalità silenziosa per non disturbare la preghiera degli altri e in modalità aereo (escludendo internet) per non disturbare la preghiera perso-nale. E se chiamano al telefo-

LE PARROCCHIE DI SARONNO DIVENTANO 2.0

UNA APP PER PREGARE IN CHIESA IN QUESTO TEMPO DI EMERGENZA

no non rispondiamo per rispetto verso di noi e verso gli altri. La di-pendenza che tanto rimproveriamo ai ragazzi non deve diventare la nostra. Appena termina la celebra-zione potremo richiamare. In que-sto modo nelle singole parrocchie si intende valorizzare la sicurezza attraverso un uso sensato della tec-nologia, strumento prezioso, a cui, però, occorre sempre imparare ad usare nel migliore dei modi.

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ORIZZONTI GIUGNO 202019

Abbiamo chiesto a perso-ne che vivono l’associazionismo a saronno come hanno vissuto questi mesi di lockdown perso-nalmente e in associazione.

ASS. EVANGELII GAUDIUM

Di solito le associazioni prima nascono nella vita concreta e poi uti-lizzano gli strumenti digitali per farsi conoscere: con noi è successo prati-camente l’opposto. Nel 2014 è nata la pagina facebook “Evangelii Gau-dium: la gioia del Vangelo” e dopo è stata istituita l’associazione. A di-stanza di qualche mese dalla promul-gazione dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa Fran-cesco sull’annuncio del vangelo nel mondo attuale il rag. Gabriele Caval-laro (web master e presidente dell’as-sociazione), ha aperto il sito internet con il nome dell’esortazione aposto-lica proprio per diffondere questo primo documento scritto interamente dal pontefice. L’associazione nasce già pienamente inserita nel mondo digitale e con il principale scopo di animarlo con “la gioia del Vangelo” comunicata quotidianamente da Papa Francesco. Abbiamo cominciato con il diffondere nel web, senza grandi pretese, sia il contenuto dell’esor-tazione apostolica, che i tweet del Papa con un attenzione crescente ai suoi vari interventi pubblici . Con il passare degli anni il sito internet si è arricchito di tutte le altre esortazioni e nel 2015 anche dell’enciclica Lau-dato Sì.

Da quando è iniziata l’emer-genza coronavirus in Italia abbiamo implementato le attività di evange-lizzazione online attraverso diverse trasmissioni di celebrazioni, cateche-si e preghiere in diretta con questo programma di massima: ore 7:00 S. Messa di Papa Francesco dalla Cap-pella della Casa S. Marta, ore 12:00 Angelus e S. Rosario animato dal card. Angelo Comastri dalla Basilica di San Pietro, ore 16:00 recita della Coronajesus (una coroncina di prote-zione per invocare la fine della pan-demia), ore 18:00 S. Messa celebrata da don Domenico Manuli, ore 20:30 recita del S. Rosario con le famiglie da diverse parti d’Italia.

A questo programma giornalie-ro abbiamo aggiunto una rubrica de-dicata al Vangelo in famiglia curata da don Pasquale Trani (Responsabi-le Pastorale della Famiglia Regione Campania), “la Parola per ogni gior-no” curata da mons Francesco Alfano vescovo della diocesi Sorrento – Ca-stellammare e l’adorazione notturna “Con Te nella notte” il sabato sera dalle ore 22:30 alle 6:30 del mattino.

L’associazione è presente in tutti i principali social network (facebook, instagram, twitter) e nelle applica-zioni più utilizzate (waths app e te-legram).

La pagina facebook in soli due mesi ha aumentato di gli utenti di 4000 unità raggiungendo le 22.000 persone provenienti dalle oltre 200 diocesi italiane.

Nel mese di maggio ogni giorno alle ore 19:30 don Domenico Manuli ha curato uno spazio intitolato “Un pensiero a Maria ogni giorno”.

Questa pagina non nasce solo per evangelizzare ma per coinvolgere gli altri nell’evangelizzazione: esiste infatti la possibilità di collaborare di-ventando Influencer.

Gli Influencer sono utenti che seguono con regolarità la pagina e condividono i contenuti pubblicati sulla loro bacheca personale. Ciascun Influencer si specializza in un ambi-to, di cui diventa interprete e voce protagonista.

All’interno del settore scelto, l’attività principale è la condivisione frequente dei contenuti della pagina attraverso la propria rete di contatti. Un Influencer sceglie attentamente una strategia e un piano di pubbli-cazione e condivisione dei contenu-ti. Seleziona gli argomenti dei post a seconda della tematica (immagini, citazioni, rubriche e informazioni ecc.) e poi sceglie il giorno e l’ora in cui condividere. Questa associazione ha collaborato già nel 2015 con La Rete Mondiale di Preghiera del Papa (Apostolato della Preghiera) in un progetto di evangelizzazione che si è svolto a Saronno dal titolo “Attirati dall’Amore”, progetto che ha avuto l’approvazione del vicario episcopale mons Giampaolo Citterio e del Diret-tore di Zona don Emilio Giavini non-ché il beneplacito dell’allora vicario generale mons Mario Delpini, oggi arcivescovo di Milano. Il progetto era

L’EVANGELIZZAZIONE IN INTERNET AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

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ORIZZONTI GIUGNO 202020

RESTAURO DI OPERE D’ARTEIl laboratorio è aperto fino alle ore 17,00Interventi su: dipinti murali, dipinti su tela e su tavola, opere lapidee, decorazioni musive.Da lunedì a venerdì dalle ore 18.00 corsi di restauro, pittura e disegno

di Laura Scarpato - Via G. Leopardi, 24 - Saronno - cell 3477806596

stato autorizzato anche dal prevosto mons Armando Cattaneo, dal Diret-tore Diocesano AdP don Luigi Bre-sciani e da padre Giancarlo Bagatti s.j. Promotore Regionale AdP.

Evangelii Gaudium - la gioia del vangelo è un’associazione pubblica di fedeli laici che opera nella Chie-sa per risvegliare l’ardore apostolico dei discepoli di Cristo e che per re-alizzare questo persegue le seguenti finalità:

a) conoscere, diffondere e vive-re il testo dell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium di Papa France-sco sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale (EG 1);

b) invitare ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare il proprio incontro per-sonale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi in-contrare da Lui (EG 3);

c) accompagnare gli uomini e le donne del tempo presente all’espe-rienza della grazia di Dio che illumi-na, benedice, vivifica, solleva, guari-sce e libera (EG 273);

d) collaborare con la Rete mon-diale di preghiera del Papa (Aposto-lato della Preghiera che include il MEG – movimento eucaristico gio-vanile) nelle attività di promozione

del magistero pontificio;

e) incontrare gli aderenti delle altre religioni per diffondere la cultu-ra dell’incontro.

Per informazioni: www.evangeliigaudium.it [email protected]

Raffaele Di Francisca Socio fondatore Ass. Evangelii Gaudium: la gioia del vangelo.

AMOR SPORTIVA

In questo periodo particolarmen-te complicato, come Amor Sportiva, nel nostro piccolo, abbiamo cercato di tenere viva l’attenzione di tutti i nostri ragazzi e delle loro famiglie attraver-so diverse iniziative che abbiamo co-stantemente proposto sin dall’inizio di questa emergenza sanitaria. Sono state proposte iniziative che variava-no dalla solidarietà a chi si trovava e si trova in prima linea nella battaglia al virus, sino a giochi, riflessioni, idee per la ripresa delle attività. Tante cose che potessero anche essere “trasmes-se come forma di un sorriso regalato” (pensiamo ai parenti ed agli amici che non potevamo incontrare, ai nonni so-prattutto, a chi purtroppo combatteva con la malattia).

La prima iniziativa, data la pri-orità assoluta, è stata una raccolta fondi come contributo devoluto alle necessità del nostro ospedale cittadi-no. A tale proposta, in parallelo, si è aggiunto il contributo di ogni singo-lo bambino, di ogni ragazzo e degli allenatori, che con un videomessag-gio sostenevano l’impegno a restare a casa ed a tenere viva la speranza. Il giorno di Pasqua abbiamo prodotto un video di augurio e vicinanza per tutti gli operatori sanitari della nostra comunità cittadina ed il giorno della festa della mamma abbiamo conse-gnato un omaggio floreale alle mam-me dei nostri ragazzi operanti nel set-tore sanitario.

Tra le varie iniziative, “interne rivolte ai nostri ragazzi” ci piace ri-cordare la proposta di formulare la nuova divisa ufficiale da gioco per le nostre squadre, un cruciverba sporti-vo, e la realizzazione di una masche-rina “Amor Sportiva” fatta in casa.

In parallelo a queste iniziative abbiamo costantemente invitato tutti i nostri ragazzi e le loro famiglie a vivere intensamente, le proposte che la nostra comunità ecclesiale ci rega-lava con costanza e profondità. Era assolutamente importante trasmette-re alle nostre famiglie (e non solo) l’essenziale e cioè il nostro impegno,

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ORIZZONTI GIUGNO 202021

oltre che sportivo, per la cre-scita educativa e nella fede dei ragazzi che ci vengono affidati, mettendo al centro, appunto, i nostri veri e inderogabili ob-biettivi.

Speriamo ora che nella ri-presa e soprattutto in ciò che verrà dopo questa emergenza, si mantengano vive queste grandi forme di coinvolgimento, con-divisione, solidarietà ed emo-zione e che davvero si possa vi-vere un profondo cambiamento di umanità e fede per ricercare insieme un mondo nuovo.

Giordano MelosiDirettore generale Amor

Sportiva

IL MURETTO

Durante i primi giorni di quaran-tena, in una videochiamata tra un pic-colo gruppo di amici, cresce in noi il desiderio di non starci a guardare con le mani in mano, ma di fare qualcosa di concreto!

In un momento di riflessione ci siamo posti una domanda: “in che modo possiamo amare il mondo in questo momento?”

E così nasce l’idea di creare una specie di “comitiva online”, che ri-chiama un po’ i gruppi di amici che si davano appuntamento nelle nostre città per stare insieme, conoscere gente nuova o passare semplicemen-te per un saluto veloce.

È in questo modo che nasce #il-Muretto, un luogo virtuale aperto dalle 15.00 fino a tarda sera nel qua-le ritrovarci tutti i giorni per vivere insieme questo periodo arrivando so-

pratutto a quelle persone che si sen-tono più sole.

Durante questi mesi non sono passati solamente nostri amici, ma anche tanti giovani ed adulti prove-nienti da ogni parte del mondo che hanno condiviso la situazione dell’e-pidemia nei loro paesi e come la stan-no vivendo ed affrontando.

Tra di noi cerchiamo di vivere e trasmettere l’amore reciproco attra-verso esperienze, informazioni, con-divisioni e giochi per continuare ad amare dalle nostre case, utilizzando nuove vie. Sul Muretto passiamo il tempo parlando, studiando, occupan-doci di varie attività, condividendo la propria esperienza del lockdown.

Abbiamo organizzato vari even-ti tra i quali: la storia di Roberta, infermiera di Torino che lavora in prima linea contro il virus; le due se-rate passate in compagnia dei grup-pi musicali Gen Verde e Gen Rosso; tante feste organizzate da giovani provenienti da ogni parte del mondo;

la partecipazione all’evento del Pri-mo Maggio organizzato dai giovani del Movimento dei Focolari a Lop-piano (FI); Back to the Future: l’a-micizia di Carlo e Alberto, la storia di due ragazzi di Genova per i quali è in corso il processo di beatifica-zione; Pray For Humanity, l’evento per la giornata della preghiera del 14 maggio alla quale hanno partecipato giovani di tante religioni; il Mondo in una Videochiamata - povertà e disu-guaglianza, per condividere come la pandemia ha influito sulle condizioni economiche e sociali nel mondo. Du-rante questi eventi sono passate mi-gliaia di persone di ogni età, nazione, cultura e religione.

Questo tempo trascorso insieme ha cambiato il modo di vivere e su-scitato un gran numero di esperienze. Ve ne vogliamo lasciare due in par-ticolare, nel frattempo vi aspettiamo tutti su “ilMuretto” dalle 15.00, tutti i giorni, in una videochiamata di cui vi lasciamo il link. Un saluto dal “Mu-retto”!

“Volevo condividere una cosa con voi ragazzi ed è un po’ pesante e difficile. Sto male e tanto, non dor-mo più, sono divorato dai pensieri e non riesco più a studiare (non che in generale io sia una cima con i libri). In casa abbiamo una situazione molto pesante e negli ultimi giorni si è ri-velata peggio di quello che pensavo. Non sappiamo come uscirne. Siete rimasti l’unico “Muretto” tra me e la pazzia. Grazie per tutto quello che siete davvero.” - R.S.

“Menomale che c’era #ilMuret-to che ci ha fatto vivere questa pande-mia in modo un po’ più bello e facile. Grazie a questa piattaforma, a questi momenti, ci stiamo conoscendo di più. È bello per me cattolico cono-scere come il buddista o l’indù hanno

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ORIZZONTI GIUGNO 202022

vissuto questa giornata di preghiera insieme a me, creare questi ponti, questo dialogo, metterci tutti insie-me.” - J.P.N.Link Zoom #ilMuretto: https://zoom.us/j/661382359

SERVIZIO CIVILE

All’inizio di Marzo il Covid 19 è arrivato a Betlemme e da un giorno all’altro tutto è cambiato. La chiusura dei checkpoint, della Basilica della Natività e nessun turista e pellegrino più in Terra Santa.

Sono Matteo Cortesi, volonta-rio del servizio civile universale con Con-sorzio Icaro di Foggia e la ONG Pro Terra Sancta a Betlemme, associazione che sup-porta i frati francesca-ni della Custodia di Terra Santa in Medio Oriente. Proprio un anno fa lasciavo il mio lavoro di educa-tore professionale a Saronno e partivo per questa terra.

All’inizio dell’e-mergenza per il Covid - 19 qui, in Palestina, davanti alla possibilità di rimpatrio che il consolato italiano ha messo a disposizione mi sono fatto non poche domande sul mio rientro a casa. Vedere la sofferenza dell’Italia, la preoccupazione e il dolore da lon-tano, in particolare pensare a Caron-no Pertusella, il paese dove abito, in difficoltà non è stato semplice. Da-vanti ad un tramonto con il Deserto di Giuda, i lontani monti della Gior-dania e il centro storico di Betlemme sullo sfondo mi sono detto che non potevo lasciare il mio lavoro ora con

questa situazione. Tanti pensieri che però dovevano essere messi da parte perché c’era bisogno di noi volontari, avendo bene in mente tutto l’impe-gno di medici, infermieri, operatori e volontari; insomma tutte le persone che nel mondo stavano affrontando il virus.

Da lì a pochi giorni, Pro Terra Sancta ha deciso di attivarsi per l’e-mergenza supportando alcune opere di Betlemme per bambini con disa-bilità, anziani e adulti con patologie psichiatriche. A causa del lock-down, l’impossibilità di spostamenti e la grande paura di diffusione del virus alcuni dei dipendenti e operatori di

queste strutture sono rimasti a casa; così, prendendo tutte le misure di si-curezza che le autorità hanno previ-sto, noi volontari, muniti di guanti e mascherine, abbiamo aiutato nel no-stro piccolo queste realtà. Chi in cu-cina, lavanderia e chi organizzando delle attività, non volevamo lasciare queste persone sole.

Da qualche settimana dal silen-zio assordante di Betlemme chiusa, il restringimento delle misure sta ve-dendo una lenta e graduale riapertura di alcune piccole attività commercia-

li, ma sappiamo che sarà ancora lun-ga la ripresa alla quotidianità. Oltre a ciò c’è molta preoccupazione per la ripresa economica del paese.

Noi da Betlemme proseguiamo il nostro lavoro stringendoci con spe-ranza e vicinanza a tutti in un comune abbraccio di coraggio per il futuro.

Matteo

OPUS DEI

La Prelatura Personale dell’O-pus Dei ha come finalità principale la diffusione del messaggio evan-gelico della santità in mezzo al

mondo attraverso gli impegni professionali, famigliari, civili, ecc… che un normale laico cristiano si trova ad af-frontare nella vita di tutti i giorni.

La necessaria attività di formazione viene svolta in stretta sintonia con il Papa, i vescovi di tutto il mon-do e tutta la Chiesa di cui si condivide il lavo-ro apostolico . Anche a Saronno numerosi citta-

dini, (donne e uomini) e persone di località confinanti, godono dell’aiuto offerto dall’Opus Dei.

Questa formazione viene data con continuità attraverso corsi di ca-rattere dottrinale , circoli, ritiri spi-rituali, lezioni di teologia e colloqui formativi a livello personale, distinti per uomini e donne. Tali attività si sviluppano normalmente con incontri di gruppo locali, ma anche in apposi-ti centri, come il Castello di Urio sul lago di Como.

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ORIZZONTI GIUGNO 202023

Come ha modificato questa pan-demia del coronavirus tutte queste attività?

Si sono utilizzati i mezzi di co-municazione digitali, come è succes-so per altre realtà, ad esempio profes-sionali: i mezzi di formazione hanno operato con collegamenti a distanza (tramite Skype, Google Meet, ecc.) che hanno visto la partecipazione sia di piccoli gruppi (circoli) di una decina di persone, sia di gruppi più ampi nel caso di corsi di ritiro spiri-tuale, con anche centinaia di persone coinvolte. Ognuno nella sua casa ha trovato il modo per raccogliersi nei messaggi formativi per qualche ora o anche per qualche giornata armo-nizzando gli orari nell’ambito della propria famiglia. Si sono intensificati anche gli incontri a livello personale attraverso cellulare, mail e whatsapp in modo da non lasciare sole e soste-nere le persone che anche da tempo non avevano possibilità di contatti.

Il sito www.opusdei.it è stato poi arricchito in questo frangente da mol-ti aiuti spirituali, tra cui questa se-zione https://opusdei.org/it-it/article/coltivare-la-fede-nei-giorni-diffici-li-del-coronavirus/, per vivere meglio questo particolare periodo della no-stra vita. Tutti poi, nella specifica si-tuazione che stiamo vivendo, offrono al Signore la loro malattia, assistono chi è ammalato, contribuiscono, de-dicando il loro tempo e denaro, alle necessità della parrocchia o di altre istituzioni sociali locali affinche’ an-che la nostra solidarietà possa soste-nere chi è in difficoltà.

COMUNIONE E LIBERAZIONE

I primi giorni si sentiva la Gran-de Paura: il senso di freddo: poter morire senza sacramenti in chissà

quale ospedale senza nessuno dei nostri cari a noi vicino. Improvvi-samente il passaggio della morte è apparso una tragedia anche se subito la Chiesa ci ha dato la certezza del perdono attraverso la contrizione e la comunione spirituale.

Nel mio condominio eravamo tutti chiusi negli appartamenti; poi i primi giri in giardino: «Se vai tu, vengo anch’io», con i primi passi fuori casa. Le donne cominciano a scendere in giardino, i bambini gio-cano, si conversa passando alcune ore del pomeriggio. Alla sera nella mia famiglia ci colleghiamo per la s. messa da Lissone con don Giacomo Rossi. La liturgia è molto curata; al sabato ci sono i vesperi e al venerdì la Via Crucis accompagnata dalla storia dell’arte. C’è sempre la commossa preghiera per i malati nominati ad uno ad uno con infine anche il sorri-so di qualche guarigione.

Al mattino alle otto ci vediamo con alcuni ragazzi delle scuole su-periori - via zoom - per iniziare con l’Angelus la nuova giornata. Il solo vedersi ci rincuora e ci aiuta per i do-veri che pur ci spettano (scuola, stu-dio lezioni telematiche ecc.).

Tutti i venerdì c’è il Raggio, uno scambio di esperienze su come vive-re le domande profonde che la vita ci sta ponendo.

All’approssimarsi della Pasqua tutti abbiamo seguito la Grande set-timana santa di Papa Francesco. Ri-mane impressa quella Via crucis con il commento dei carcerati in quella piazza S. Pietro deserta.

Si sono moltiplicate le telefo-nate, gli incontri via zoom, il rosario con gli amici delle fraternità con l’ accorato appello alla Vergine per i malati. Abbiamo riportato le nostre

esperienze in base al lavoro indivi-duale sui testi di Giussani e di Carron: anche qui, il solo vederci e raccontare la presenza del Signore nelle nostre vite era un conforto. Ci si è incontrati con don Dennis per meditare il van-gelo della domenica successiva, in spirito di crescente amicizia tra noi.

Un poco alla volta rientrava la speranza, constatando la diminuzione dei contagiati e l’aumento dei gua-riti. C’è sempre stato un pensiero di riconoscenza commossa per chi ha continuato a lavorare duramente, dai sanitari alle catene alimentari, ai far-macisti. Molti di noi hanno trovato speranza nell’ascolto quotidiano di Papa Francesco alla messa delle sette.

La domenica è sempre stata un giorno di festa: la messa con il vesco-vo, o con don E. Nembrini fra i palaz-zi di un quartiere di Roma, o con don Fabio Coppini. E non mancò mai la torta o il vino: la domenica è Gesù che risorge!

Forse non abbiamo mai vissuto una Quaresima ed una Pasqua così intensamente, piene del desiderio di Cristo che abbiamo ricevuto tutti con il dolore dei peccati e la Comunione spirituale.

Ringraziamo la Chiesa che ci ha mostrato di essere così vicina all’uo-mo nei suoi bisogni di maternità e di tenerezza.

Lorenzo Fornasieri Comunità di CL Saronno

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ORIZZONTI GIUGNO 202024Comunità pastorale Crocifisso Risorto - Saronno

ORARI CELEBRAZIONI EUCARISTICHEORARI CELEBRAZIONI EUCARISTICHE

Proseguono le dirette delle Messe dalla prepositurale su RadiOrizzonti InBluFM 88, canale 880 del digitale terrestre/canali radio, www.radiorizzonti.org (anche video)

Messe feriali 8.25 - vigiliare 18.00 - festive 10.00, 18.00

FERIALE VIGILIARE FESTIVO

TUTTE LE MESSE FESTIVE, FERIALI E TRASMESSE SONO VALIDE PER IL PRECETTO FESTIVO.

SS. Pietro e Paolo 8,30 - 10 18 7.30 - 10 - 11.30 - 18 sabato no ore 10

S. Francesco 7.30 - 17.30 20.45 8.30 - 11 - 17.30 sabato no ore 17.30

Santuario BVM 7 - 9 - 18 18 8 - 10 - 11.30 - 18

Regina Pacis 8.30 17.30 8.30 - 10.30 - 17.30

Sacra Famiglia 8.30 (lun, mer, ven) 18.30 9 - 11 - 18.30 18 (mar, gio)

S. Giovanni Bat. 9 18 8 - 10

S. Giuseppe 8.30 18 8.30 - 10.30

Padre Monti 9.00 - 19.00

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ORIZZONTI GIUGNO 202025

Per partecipare alle funzioni garantendo le necessarie misure di sicurezza ti chiediamo alcune atten-zioni, per la tua e l’altrui salute.

1. Rispetta il numero di capienza massima segnalata all’esterno di ogni chiesa per garantire il distan-ziamento dovuto. Occupa solo i posti segnati.

2. Se hai sintomi influenzali, temperatura corporea uguale o superiore ai 37,5° C, o sei stato in contatto con persone positive a SARSCoV-2 nei giorni precedenti, gentilmente ti chiediamo di seguire la celebrazione da casa.

3. Nell’accedere e nell’uscire dalla chiesa rispetta la distanza di sicurezza di almeno un metro e mez-zo. Utilizza una mascherina che copra naso e bocca e assicurati che le mani siano igienizzate.

4. Evita ogni assembramento all’ingresso e all’uscita della chiesa. Evita ogni contatto con qualsi-asi persona.

Grazie per la collaborazione

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ORIZZONTI GIUGNO 202026

Ci sono stati tanti mezzi di comunicazione che in questi mesi di isolamento per il Covid 19, hanno dato la possibilità di sentirci uniti nella nostra comu-nità; un ottimo servizio ha reso Radiorizzonti. Ma i rapporti in-terpersonali sono stati un po’ limitati, per necessità di difen-derci dal contagio. È per que-sto che affido al nostro mensile “Orizzonti”, perché li porti a voi, i sentimenti che ho nel cuore per due eventi che mi riguardano: il 90° compleanno e il 65° di sa-cerdozio. Vorrei così far parteci-pi tutti di questi doni che ho rice-vuto dal Signore, per ringraziare degli auguri e delle preghiere e per comunicare la gioiosa spe-ranza che mi sostiene. Come è lo stile della mia collaborazione con “Orizzonti” vi propongo la lettera che ho scritto alla vigilia del mio compleanno e vi assicu-ro che vi voglio un gran bene.

AI MIEI CONFRATELLI SACERDOTI

e per conoscenza e riconoscenza a tutti i parrocchiani.

Scrivo alla vigilia del mio com-pleanno. Sono 90 anni, grazie a Dio! Sento il bisogno di condividere con voi i pensieri e i sentimenti che ho

nel cuore in questi giorni: mi sento veramente avvolto dal mistero.

Abbiamo vissuto anni difficili: la guerra e la liberazione, la fame e poi il fervore della ricostruzio-ne fino ad arrivare al benessere, il tempo del ’68, della contestazione e quelli del terrorismo. Ci siamo poi avviati verso un progresso sempre più veloce e complesso.

Abbiamo ricevuto anche il dono di vivere eventi in cui abbia-mo sentito il soffio dello Spirito: il Concilio, i Papi e i Vescovi, le presenze profetiche che abbiamo incontrato ed anche quello che lo Spirito Santo ha operato nell’inti-mo delle persone, il grande mistero della Grazia e della libertà dei cuori che amano, di cui siamo testimoni.

Ora ci sono giorni che non avremmo mai pensato di vedere. Sento che ci viene un forte richia-mo all’essenziale per un modo di vivere più rispettoso del creato e di tutte le persone, più umano e solidale, che sappia riconoscere la paternità di Dio e la fraternità tra tutti gli uomini, secondo il Vangelo. Dopo questo contagio tutto non po-trà tornare come prima, dobbiamo rinnovarci per rinnovare.

Sta arrivando anche il mio 65° di sacerdozio!

Mi sento ancora risuonare la voce dell’Arcivescovo Montini che

in Duomo il 26 giugno 1955 ci di-ceva: “Ecce ego mitto vos”. Ecco io vi mando.

E noi siamo usciti, i suoi primi preti, per una missione che conti-nua ancora.

Gli entusiasmi, le fatiche, le incomprensioni, i pericoli incon-trati… ci hanno maturati, come uomini e come preti. Mai presi dal potere, sempre al servizio nella ob-bedienza, fedeli a quello che ci è stato trasmesso.

Quando, con i miei coetanei, abbiamo dato le doverose dimis-sioni abbiamo sofferto, lo possiamo confessare. Oggi non dobbiamo più presiedere la comunità ma siamo sempre preti che vivono il dono che hanno ricevuto per il servizio sacerdotale, per testimoniare, fino a che ci sarà chiesto, la nostra fede nel Signore, il nostro amore per Lui e per i fratelli nella speranza della vita eterna. In questi lunghi anni abbiamo compreso che siamo ser-vitori della misericordia di Dio e che offriamo il sacrificio eucaristi-co, mistero della fede, intercedendo per tutto il popolo. Ci riconosciamo deboli, mediocri, bisognosi di mi-sericordia e confidiamo nel Signore che, nonostante la nostra indegnità, continua a fidarsi di noi e si mette nelle nostre mani per consacrare il pane e il vino, assolvere e benedi-re tutti. Continua ad affidarci il suo

PER CONDIVIDERE GIOIE E SPERANZE

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ORIZZONTI GIUGNO 202027

messaggio di amore, perché Dio è amore, anche se siamo chiusi e ti-morosi e incoerenti, anche se non Lo amiamo così come Lui si aspet-ta e noi desidereremmo. Facciamo fatica a praticare la carità verso tutti ma questo è sempre il nostro impe-gno.

Condividiamo le sofferenze, i dubbi, le domande che salgono dalla gente. Scrutiamo le Scritture per avere il pensiero di Gesù. Sia-mo fedeli agli appuntamenti della preghiera, pur con le nostre imman-cabili distrazioni, e il Signore non manca di inviarci sprazzi di luce che ci vengono dai salmi e da quelle parole che abbiamo letto e ripetu-to tante volte e si rivelano sempre attuali. Accettiamo con fiducia i tentativi che i nostri confratelli più giovani stanno facendo per comu-nicare la fede oggi, in questo con-testo di secolarizzazione: è sempre il nostro desiderio. Papa Francesco continua a invitarci ad avere co-raggio per una nuova evangelizza-zione, senza restare solo in difesa. Abbiamo il compito di richiamare l’essenziale, la fedeltà al Vangelo che ci chiede sempre un atteggia-mento di conversione. Da sempre

siamo uniti alla Chiesa, al Magistero dei Papi che lo Spirito del Signore ha suscitato e crediamo nel-la nostra missione, fino alla fine.

Le persone che ab-biamo incontrato in que-

sti anni e ci ringraziano per quel-lo che siamo stati per loro, sanno benissimo che siamo stati e siamo deboli, conoscono i nostri limiti ma sanno riconoscere la presenza del Signore nel nostro sorriso, nella sincera dedizione che abbiamo avu-to nell’ascoltare, nel soccorrere, nel perdonare, nel partecipare ai mo-menti di gioia e di sofferenza. “Mi ha battezzato, mi ha sposato, è ve-nuto a trovare la mia mamma mala-ta…”. Chissà che tutto questo valga per sentirci dire anche dal Signore: “Venite benedetti… L’avete fatto a me” è proprio quello che speriamo.

Allora ringraziamo il Signore per il dono della vocazione e del-la gente che abbiamo incontrato e rinnoviamo la nostra amicizia con Gesù.

Diciamo anche noi, sottovoce, arrossendo: “Tu lo sai che ti voglia-mo bene”. non temiamo per le no-stre infedeltà e la nostra mediocrità, sappiamo che la nostra vita, fino alla fine, sarà sempre un combat-timento, ma ci sarà sempre la sua mano che ci tira su.

Sentiamo che Lui sta arrivan-

do, si avvicina la nostra Pasqua, chiediamo scusa a Lui e a tutti i no-stri fratelli per gli sbagli e il male che abbiamo fatto, per quello che potevamo fare e non abbiamo fatto. Ci fidiamo di Lui!

Come ci diceva il Card.Marti-ni, possiamo riconoscere che il Si-gnore ci ha liberato in tanti momen-ti di pericolo, ci ha sempre mandato qualcuno ad aiutarci nella ripresa e continuerà a farlo ancora.

Non dimentichiamo tutto il bene, le gioie e le consolazioni che abbiamo provato e ringraziamo di cuore. Se guardiamo la nostra vita possiamo ben dire che abbiamo ricevuto il centuplo, pur in mezzo alle tribolazioni e confidiamo di in-contrare il suo sorriso che ci acco-glierà per la vita eterna.

Ho il desiderio, a Dio piacen-do, di celebrare il 65° di sacerdozio nel nostro Santuario della Madonna dei Miracoli, con i miei compagni di Messa venerdì 26 giugno. A Lei ci affideremo con fiducia, come abbiamo sempre fatto, e con Lei canteremo il nostro “Magnificat”. Unitevi a noi spiritualmente per rin-graziare e rinnovare la nostra totale e gioiosa disponibilità. Restiamo uniti nella preghiera.

Un saluto cordiale e fraterno a tutti.

Don Angelo CentemeriSaronno, 1 aprile 2020

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ORIZZONTI GIUGNO 202028

In queste settimane di solitudi-ne forzata abbiamo riscoperto il la-voro nascosto di tante persone che hanno saputo ascoltare e rispondere rapidamente a nuovi bisogni.

Molti di noi hanno cambiato il modo di fare la spesa, abban-donando per necessità, l’abitudi-ne di andare al supermercato. Chi l’avrebbe mai detto qualche mese fa? Abbiamo riscoperto i negoziet-ti sotto casa che improvvisamente sono diventati competitivi con la larga distribuzione perché hanno risposto in modo pronto e solidale al bisogno di tante persone sole e bisognose di aiuto. Un’esperienza molto significativa a questo riguar-do è stata quella vissuta dalla Bot-tega Contadina del Villaggio e la raccontiamo attraverso le parole di Federico Pirola, coordinatore delle attività della bottega.

Federico, come nasce il pro-getto della Bottega e cosa vi siete trovati ad affrontare in questo periodo?

La “Bottega Contadina” nasce nel 2016 come iniziativa promossa dall’Associazione di promozione sociale “Semplice Terra”, in stretta collaborazione con altri soggetti del territorio tra cui il Villaggio SOS di Saronno. L’idea era di favorire l’in-serimento lavorativo di giovani in situazioni di difficoltà attraverso la creazione di un negozio di quartiere

in grado di soddisfare la crescente domanda di prodotti alimentari più genuini e a Km 0. La bottega si pro-pone come un’alternativa all’acqui-sto tramite i canali tradizionali della grande distribuzione, riducendo gli sprechi e puntando ad acquisti a vantaggio di produttori locali.

Le difficoltà economiche af-frontate nei primi anni rendono ne-cessario nel 2018 un rilancio della Bottega e il Villaggio SOS di Sa-ronno diventa l’attore principale di questa seconda fase. Gli obiettivi sono ambiziosi e nel primo anno di attività i risultati ottenuti sono tanti: vengono raggiunte oltre 2400 ore di tirocinio o di stage offerti a ragazzi del Villaggio SOS in età lavorativa e prelavorativa. Lo scopo è offrire

un’occasione di formazione pro-fessionale e di inserimento lavora-tivo che possa consolidare la loro autonomia e integrazione sociale. Nel frattempo, il giro di cliente-la aumenta gradualmente, grazie all’implementazione dell’attività commerciale e all’organizzazione della rete dei fornitori a partire dai produttori locali, dai grossisti che forniscono i Gruppi di Acquisto So-lidali (GAS) e dalle aziende agrico-le locali. La possibilità di lavorare in rete consente di vendere prodotti di qualità elevata a prezzi concor-renziali con la grande distribuzione.

E arriviamo a fine febbraio 2020. La bottega diventa, come molti negozi di quartiere, un punto di approvvigionamento importante

IN TEMPI DI COVID19 L’ESPERIENZA DELLA BOTTEGA CONTADINA DEL VILLAGGIO

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ORIZZONTI GIUGNO 202029

per le famiglie e un riferimento per anziani e persone sole che hanno bisogno di consegne a domicilio. La domanda cresce improvvisa-mente di oltre il 30% e la solidarietà si organizza sotto forma di “ore di lavoro donate” da parte di ragazzi con percorsi precedenti in bottega e ora occupati in altre attività, da parte di volontari e di clienti che semplicemente si prestano per dare una mano.

Come avete riorganizzato il servizio e che cosa avete speri-mentato?

In queste settimane abbiamo sperimentato in vari modi come davvero la merce può smettere di essere solo un prodotto e diventa strumento di relazione. L’hanno vissuto le persone sole che telefona-vano alla “Casa del giovane” presso il quartiere Matteotti per spiegare le loro necessità e prenotare la spesa a domicilio. Abbiamo dato a queste persone ogni priorità cercando di garantire loro un servizio attento e preciso. L’hanno visto i clienti che si recavano in bottega per ritirare la loro cassetta prenotata, sperimen-

tando cordialità e gentilezza a fron-te di minimi tempi di attesa e rispet-to delle norme. L’hanno vissuto i volontari e soprattutto i ragazzi che sono ritornati per dare una mano, segno importante dell’esperienza positiva in Bottega e del desiderio di restituire in qualche modo per il bene ricevuto. Un grazie particolare vorrei che arrivasse a Federica Ga-rini e a Stefania Serpillo, volontarie già da oltre un anno in negozio, a David Fallo, a Lorenza Lanfranco, a Benedetto Lanfranco, a Cristia-no (detto Ruvido) e a Marcella De Vecchi per le loro attività in nego-zio o nelle consegne”.

Daniela Furlan

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ORIZZONTI GIUGNO 202030

Durante queste settimane più volte, ci siamo chiesti come stanno i nostri MISSIONARI in questo tempo di Emergenza e quindi come Redazione Orizzonti abbiamo pen-sato di raggiungerli e chiederglielo.

Ringraziamo per la loro testi-monianza Don Silvio Andrian (Fi-dei Donum - Perù), Oscar Strazzi (Missionario Laico Associazione Aiuti Terzo Mondo – Bolivia), Fra-tel Gioacchino Santoro (Religio-so dei Concezionisti Padre Monti - Brasile), Padre Franco Legnani (Missionario Pime - Cambogia), Suor Chiara Lorena Gallo (Or-dine delle Clarisse di Cortona, che hanno una missione in Nigeria e Rwanda), Suor Luisa Zoia (Sacro Cuore di Gesù, che ha contattato suor Tiziana e suor Gemma in Re-pubblica del Congo).

Di seguito, cercherò di sinte-tizzare i problemi comuni e ripor-tarvi le loro parole più intense.

In un paese di missione, la si-tuazione è più complessa, difficile monitorare o fare diagnosi e anco-ra di più curare. Molto complesso è avere anche i numeri precisi di contagiati e persone mancate. In generale, molto pochi i posti letti in terapia intensiva e le attrezzattu-re specifiche negli ospedali (e nelle realtà del Sudamerica, molti erano già occupati dai malati di Dengue). Suor Chiara Lorena ci dice che In Rwanda, ad esempio, per le strade hanno cercato di organizzare luoghi dove lavarsi e igienizzare le mani; Suor Luisa ci dice che in Congo, sono state utilizzate le mascherine ed i camici che tempo fa erano sta-ti usati per l’emergenza Ebola. Ma entrambe sottolineano che sono le emergenze preesistenti che rendono drammatica la situazione con po-vertà, fame e mancanza di livelli essenziali di assistenza. Se non si muore per il virus, si muore comun-que per la fame.

In tutte le realtà, le misure di restrizione simili al nostro progetto “io resto a casa” sono difficilmente attuabili. Tutti i nostri amici missio-nari ci segnalano che in questi con-testi, restare a casa significa stare in una struttura fatta di mezzi di prima necessità (es. lamiera, legno, fango), in pochi metri quadrati, in almeno 7/8 persone, con tempera-ture esterne elevate (oltre i 30 gra-di costanti). Fratel Gioacchino dal Brasile ci dice che per i bambini la strada è la loro casa. Don Silvio ed Oscar ci ricordano che per alcuni, stare a casa è molto difficile a cau-sa di situazioni familiari frammen-tate e, a volte, segnata dalla piaga degli abusi.

L’emergenza in un paese “di missione” prende la “E” maiu-scola e può diventare una “trage-dia”!

Padre Franco, ci racconta che in Cambogia, a metà aprile, ogni anno si festeggia la festa del nuo-vo anno (Chaul Chnam). E’ sempre stata una grande festa, dove molta gente arrivava da tutta la nazione e da alcune nazioni vicine ed è una delle principali entrate del settore turistico. Quest’anno la festa non ha avuto luogo: le zone turistiche erano deserte, gli alberghi ed i risto-ranti vuoti. E per le popolazioni lo-cali questo appuntamento è di solito un’occasione di reale sostentamen-to. In questa realtà, come nelle altre dove sono presenti i nostri Amici

LA PAROLA AI MISSIONARI... AI TEMPI DEL CORONAVIRUS

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ORIZZONTI GIUGNO 202031

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missionari, se le persone non pos-sono lavorare, la situazione diventa più drammatica perchè aumenta la fame, e di conseguenza può aumen-tare la disperazione o addirittura la violenza, come dice Fratel Gioac-chino.

Cosa stanno facendo i nostri missionari e la nostra chiesa?

Tanto, davvero tanto! Tutte le celebrazioni sono sospese...ma si sono ingegnati anche loro con i social, ad esempio la preghiera via messenger o skype, la messa via Facebook. Giochi, lezioni di cate-chesi, concorsi di disegno per i più piccoli sempre attraverso sistemi di comunicazione a distanza. Don Sil-vio dal Perù, ci racconta che hanno aperto un Centro d’Ascolto telefo-nico per gli ammalati di Covid 19 e i loro familiari (3 preti e 2 suore sono disponibili tutti i giorni).

Cosa possiamo fare NOI da qui per queste realtà missionarie (o altre che conosciamo)?

Prima di tutto, come dice Suor Luisa, rimanere informati, cono-scere, significa essere vicini alla missione (Avvenire, Nigrizia, Mon-do e Missione). Poi, come ci ricorda Suor Chiara Lorena credere nella preghiera e continuare a pregare per le missioni. Oscar ci dice che i

missionari hanno bisogno d’amo-re: l’amore duraturo che supera ogni tempo, ogni distanza. Quello che un genitore ha nei confronti di suo figlio. Quello che nostro Signo-re ha verso di noi. I missionari han-no bisogno di sentire questo amore perpetuo per poterlo donare a loro volta, con la loro vita, al mondo. E da ultimo, la carità per quanto pos-siamo fare nelle nostre possibilità. Le esigenze sono tante, sia qui che laggiù, ma se per noi un gesto di carità sembra “la goccia nel mare”, per chi vive la missione è un aiuto prezioso!

Concludo, con queste paro-le di Padre Franco “Figlio di Dio, salvaci nella tempesta, liberaci dal coronavirus e da tutti i mali” e di

Don Silvio “Maria, accompagnaci ogni giorno come hai accompagna-to Gesù, sta ai piedi delle nostre piccole e grandi croci con la Tua Materna e amorevole presenza. E, tutto questo, ci dà forza e ci rende Chiesa viva, chiesa dove ognuno di noi cerca di fare la sua parte! Seppur nelle fatiche e nella soffe-renza di chi non può arrivare dove vorrebbe, la Resurrezione di Cristo e la Sua presenza viva in mezzo a noi, sono più che sufficienti per ri-empirci, seppur nel dolore, il cuore di Gioia!”

Laura AcetoEquipe Missionando, Commissione Carità, Missione e Migranti

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ORIZZONTI GIUGNO 202032

LA DOTTORESSA

GAIA

Ciao bambini, eccomi di nuovo qui.

- Come va? State mettendo in pratica i miei consigli per curare il nostro bellissimo pianeta? Spero proprio di sì.

Per chi ancora non mi conosce, la volta scorsa ho spiegato che poiché il nostro pianeta ha bisogno di cure e di attenzioni per mantenersi bello e vivo, ho deciso di diventare una dottoressa che cura la Terra. Sì, perché voglio vivere in un ambiente dove giocare, correre li-

beramente e respirare aria pulita, senza troppe polveri cattive che inquinano e non solo. Pensate che è d’ac-cordo con me anche Henrietta Fore, il direttore generale dell’ UNICEF, l’organizzazione che si occupa di aiutare i bambini e proteggere i loro diritti. Lei è una signora davvero importante ed ha perfino scritto una lettera per tutti i bambini del mondo, nella quale dice che noi per crescere bene abbiamo bisogno di acqua pulita, aria pu-lita e un clima sicuro.

Ma, come dicevo l’altra volta, anche noi bambini possiamo fare qualcosa per ot-tenere tutto ciò e più piccoli dottori della Terra siamo, meglio è; questo perché insie-me possiamo vedere sempre più lontano, fino a quando, con la nostra piccola forza, riusciremo a vedere un mondo con un oriz-zonte chiaro e pulito. Siamo o no, le nuove forze del futuro?

Dunque, cari colleghi dottori e colle-ghe dottoresse (è così che mi rivolgerò a voi d’ora in poi), nella scorsa rubrica vi ho parlato dell’inquinamento atmosferico e di tutte quelle semplici azioni che possia-mo compiere per ridurlo. Oggi invece vi parlerò dell’acqua, il bene prezioso, indi-spensabile per tutti gli esseri viventi ed in particolare del suo spreco.

Lo sapevate che il pianeta Terra è anche detto il pianeta blu? Sì, perché dallo Spazio è proprio così che lo vedono gli astronauti. Questo perché la maggior parte della super-fice terrestre è ricoperta d’acqua!

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ORIZZONTI GIUGNO 202033

- Oh, ma allora l’acqua è tantissima: gli esseri umani non moriranno mai di sete!- qualcuno potrebbe pensare. Ma non è così. Già, perché la maggior parte dell’acqua pre-sente sul nostro pianeta è salata, una parte è costituita da ghiaccio e neve perenne e solo una piccolissima parte è acqua dolce.

- Ma scusa Gaia, tutti i fiumi e i laghi che ci sono al mondo allora? Sono tanti…- direte. È vero, ma provate ad osservare un mappamondo e vedrete che ci sono zone; paesi, città e nazioni in cui ce ne sono di più e altre nelle quali scarseggiano. E proprio in alcuni paesi in cui l’acqua dolce scarseggia, vivono tantissime persone e non basta per tutte. Per giunta, gli scienziati sostengono che se gli abitanti della Terra non si daranno una regolata smettendo di sprecarla, in futu-ro l’acqua dolce non basterà più per nessuno.

- Figurati! Com’è possibile? La pioggia, quando cadrà, aggiungerà acqua, oltre che al mare, ai laghi, ai fiumi e attraverso il terreno raggiungerà quel-le particolari rocce sotto terra che conservano l’acqua- dirà qualcuno di voi che ha studiato come funziona il ciclo dell’acqua piovana.

Mi dispiace deludervi egregi colleghi, ma mi sono informata e le cose stanno cambiando. Purtroppo i cambiamenti climatici, fanno sì che ci siano periodi di pioggia molto intensi e lunghi periodi di siccità. Perciò succede che la pioggia quando scende dopo un lungo periodo di siccità, non penetra nel terreno, ma scivola via e le nostre riserve d’acqua sotterranee e le sorgenti restano vuote. Le piogge ingrossano di nuovo i fiumi sì, ma come sappiamo, l’acqua del fiume scorre e poi fini-sce nel mare. E l’acqua del mare, si sa, è salata.

Insomma il fatto è questo: se gli umani usano più acqua di quella che viene ricaricata sul pianeta dalle piogge, consumeremo le nostre riserve. Si consuma ac-qua per bere, per lavarsi, per cucinare…ma, pensate un po’… in realtà molta più acqua viene utilizzata nelle attività agricole e nelle industrie per raffreddare i mac-chinari, per lavorare i materiali, per pulire e non solo.

- Va beh, Gaia, ma in questo caso, noi bambini che possiamo fare?- mi domanderete.

In questo caso, dobbiamo lasciare fare agli adulti e sperare che trovino un modo per sprecare meno acqua in agricoltura e nell’industrie, per il momento. Quan-do saremo grandi vedremo, ma nel frattempo, per non sprecare acqua possiamo fare molte cose, per esempio: quando ci laviamo i denti apriamo il rubinetto solo per il risciacquo. Oppure, preferiamo la doccia al bagnetto perché per riempire la vasca ci vuole più acqua! Inoltre, se si fa la pipì basta poca acqua dello sciacquone per scaricare.

Se, in estate, ci divertiamo ad innaffiare fiori e pian-te poi, è meglio farlo di sera quando l’acqua evapora più lentamente senza il calore del sole durante il giorno. Se decidiamo di dare una ripulita ai giochi o alla biciclet-ta anziché usare l’acqua corrente usiamo un secchio o una bacinella e la spugna. Magari potremmo anche ricordarci, quando piove, di mettere dei secchi fuori per la raccolta dell’acqua piovana per innaffiare, che ne dite? E in ultimo, dobbiamo diventare anche dei severi guardiani delle gocce, controllando i rubinetti di casa, stando attenti che siano ben chiusi e che non gocciolino appunto. Mi sembra che non siano cose difficili da met-tere in pratica, mi fido di voi, cari colleghi e colleghe, alla prossima.

Ciao a tutti dalla Dottoressa Gaia

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ORIZZONTI GIUGNO 202034

Dall’inizio del lockdown è ve-nuto a mancare un luogo abitato, scandito da tempi e normato da regole: la scuola in presenza dei nostri ragazzi. Cosa è cambiato e come si fa a vivere questo perio-do? La domanda vale per i ragazzi, ma anche per i genitori e gli inse-gnanti. Abbiamo raccolto alcune riflessioni da un seminario online con Luigi Ballerini*, psicanalista e autore di libri per ragazzi e genitori.

Ballerini inizia con una provocazione: il virus non ha cambiato nulla, semmai ha funzionato come cartina al tornasole. Dove le cose anda-vano bene, stanno continuando a farlo, magari in modo più zoppicante o altrimenti più soddisfacente, ad esempio con riscoperte fratellanze e sorel-lanze. Dove la vita invece era già faticosa, al limite, tenuta all’equilibrio dalla possibili-tà di avere vie di fuga, tutto è diventato più difficile, fino a insopportabile. La stessa dina-mica si vede applicata alla scuola: gli adolescenti che già lavoravano in classe e a casa per lo più conti-nuano a farlo, chi non lavorava o si applicava poco c’è il rischio che abbia smesso del tutto.

Una cosa abbiamo appreso: la scuola non è solo didattica, la scuola non sono i voti, neppure il programma da portare avanti.

La scuola è invece luogo di rapporti, luogo di appuntamenti cui essere convocati, capaci di solleci-

tare il pensiero e accendere la men-te dei ragazzi.

Non si impara per comando, si impara per vocazione. Vocazio-ne dice nella sua radice l’esser chia-mati da qualcuno.

La scuola chiusa ha fatto venir meno il luogo dove questi rappor-ti accadono; e il peggio è che nello stesso tempo sono venute a manca-

re anche tutte le altre occasioni di rapporto fuori dalla scuola: lo sport, il catechismo, i vari gruppi che ag-gregano per passioni comuni, ecc.

L’importante allora è che scuola ci sia! Che ci sia questo es-ser chiamati ad un appuntamento pensato per ciascun ragazzo/a, dove si sentano presi sul serio e dove possano mettersi in gioco.

La scuola in questi mesi si è smaterializzata… ma ha bisogno di restare almeno come istituzione.

Certo, anche dentro a tutti i li-miti della didattica a distanza dove l’equità è lontana. Non tutti i ragaz-zi hanno a disposizioni computer performanti, non tutti godono di una buona connessione di rete, ecc.

Dobbiamo tornare al cuo-re della scuola: la scuola per un giovane è innanzitutto rapporto, rapporto con i pari e rapporto

con adulti che lo mettono al lavoro mettendosi a loro volta al lavoro. C’è una re-ciprocità che non va persa a distanza.

Andrà tutto bene se avre-mo capito quanto conta l’es-serci. Esserci perché i ragazzi continuino a imparare, in un percorso dove sono accompa-gnati in una dinamica di impe-gno e responsabilità condivise.

Allora sì sarà interessante per un ragazzo far di tutto per collegarsi alla lezione; perché dentro a quella ora online si gioca la fame di senso, la ri-cerca di significati, sostenuta

da una coscienza sveglia su di sé e sulle cose del mondo. I risultati per docenti e genitori arriveranno se la-voreremo tutti insieme per questo positivo.

Andrà tutto bene, se il vir-tuale non mangerà il reale.

* Ballerini è stato ospite più vol-te agli incontri sull’educazione che le Orsoline organizzano ogni anno a no-vembre.

Silvia

L’IMPORTANTE È CHE SCUOLA CI SIA

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ORIZZONTI GIUGNO 202035

Appartenevo a coloro che all’inizio facevano di tutto per mi-nimizzare la situazione “coronavi-rus”: “È poco più di un’influenza” dicevo a me stesso e ai miei amici. Mi sembrava un’esagerazione dei media, una follia collettiva; face-vo il conto dei deceduti per le in-fluenze varie di anni fa e mi pare-va una cosa da poco; mi ripetevo che si doveva continuare a vivere come sempre. Tuttavia era solo una convinzione, una specie di bolla, conseguenza di quella vita sempre agiata e senza problemi che abbia-mo noi giovani, una vita che di lì a poco ci sarebbe scop-piata in mano, trasformando-si in una realtà spaventosa. Mano a mano che passavano i giorni, la realtà si faceva più netta.

Le voci che pensavo fossero esagerate, si avvicinavano alla mia porta di casa e, quando sono arri-vate, non hanno bussato, mi hanno travolto. Il 3 marzo mio nonno ha iniziato ad avere una leggera febbre e subito, da persona intelligente, si è messo in autoisolamento in casa per evitare qualunque contatto con amici e parenti. Da quel giorno l’assedio diventava più pesante: ho ascoltato testimonianze di medici e infermieri e la malattia è diventata ai miei occhi ciò che è: una aggres-sione alla vita, la perdita costante e progressiva della capacità di re-spirare, il senso di soffocamento, l’allontanamento dai parenti e infi-ne, ciò che fa più male, la morte in solitudine.

Nessuno ha idea di cosa ci aspetti nel futuro anche prossimo. Anche io, come molti hanno ini-ziato a fare in questi giorni, sto cercando di fissare ciò che imparo. Ad esempio, per me è cambiato il suono delle parole. Parole che mi ritrovo a scrivere spesso, come “persona unica”, oggi mi muo-vono qualcosa dentro e mi fanno supplicare che nessun’altro si tro-

vi in quella situazione, ma non è così. Noi giovani siamo alla prima prova, una prova fatidica che non si può sbagliare e nemmeno non affrontare, siamo tutti uguali in questo tempo di pandemia. Il ric-co davanti alla malattia è come il povero; il non credente in qualco-sa deve pur credere, pensavo che questo non potesse mai accadere.

Come non mi sarei mai aspet-tato che l’isolamento potesse di-ventare una forma particolare di socialità; così in tanti, obbligati a guardare in faccia sè stessi, come avremmo potuto scoprire gli altri? Come avremmo potuto sperimen-tare una forma di libertà diversa da quella che conoscevamo?

Questa guerra invisibile ci sta piano piano forgiando tutti, ma, so-

NOI RAGAZZI ALLA PRIMA GRANDE PROVA prattutto sta forgiando noi giovani, che probabilmente dovremo abi-tuarci per un po’ a questa situazione. Sicuramente, invece, a differenza dei nostri genitori, questa situazio-ne potrà diventare leva per aiutare i nostri figli a crescere, perchè la bolla che ci ha circondato per anni a molti ha fatto più male di un proiet-tile quando ci è scoppiata addosso. Marina Corradi su Avvenire tempo

fa ha scritto che questa per noi ragazzi è la prima vera prova della vita, per la mia genera-zione è proprio vero: voltando-ci indietro diremo a noi stessi “quante cose non capivo”; pro-babilmente ci metteremo anni a comprendere, eppure questa malattia ci ha costretto e ci co-stringe a prendere consapevo-

lezza delle cose nel minor tempo possibile e non avremo più il tempo di pensare a lungo sul da farsi.

Dovremo già aver messo fieno in cascina, per affrontare le situa-zioni che la vita ci porrà davanti, anche le più inaspettate. Tutti ci stiamo chiedendo se questa situa-zione ci renderà migliori. Io non so rispondere, so solo che per molto tempo ci ricorderemo della sensa-zione di essere stati umani, tutti alla pari, tutti con qualcosa da dare al prossimo: chi soldi con le donazio-ni, chi parole di conforto e abbracci virtuali e chi con il proprio lavoro ha dato la vita per tener forza a chi stava per volare via.

Cristian Cupaiola4AC-Servizi Commerciali

(Ipsia “A. Parma” - Saronno)

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ORIZZONTI GIUGNO 202036

Il mese di Maggio è il periodo dell’anno che più di ogni altro dedi-chiamo alla Madonna, Maria.

Un tempo in cui si moltiplica-no le preghiere e i Rosari: un biso-gno che si avverte con particolare urgenza nel tempo in cui stiamo vivendo.

“Contemplare il volto di Cristo con il cuore di Maria” (Papa Fran-cesco). “Questa preghiera ci aiuta ad essere forti nella fede, costanti nella carità, gioiosi e perseveranti nella speranza” (San Giovanni Pa-olo II).

Questa devozione ci porta al Medio Evo, ai filosofi di Chartres, nel 1100 e nel XII secolo, quando Alfonso X, detto il Re saggio di Castiglia, con Leone, in ‘Les Con-tingos de Santa Maria’, celebrava Maria come ‘Rosa delle Rose, fiore dei fiori, donna fra le donne, unica Signora, luce dei Santi e dei cieli’.

Alla propria amata si offrono ghirlande di rose, come a Maria si offrono ghirlande di Ave Maria. Le indicazioni di Maggio come mese di Maria lo dobbiamo però al padre gesuita Annibale Dionisi: a Parma iniziò questa devozione di consa-crare questo mese a Maria con l’e-sercizio dei fiori e delle preghiere con la novità di portare la devozione nei luoghi quotidiani, nell’ordina-rio della vita e non necessariamen-te solo in chiesa ‘per santificare il luogo e regolare le nostre azioni’: nascono così i ‘fioretti’.

Come vive la Chiesa di Saronno il mese di Maggio in questo tempo di co-ronavirus?

Quest’anno a causa della pandemia non è stato possibile incontrarci nei corti-li, in oratorio, nelle nostre parrocchie per la preghiera a Maria; ci è possibile però, recitare il Santo Ro-sario ogni sera in col-legamento con Ra-diorizzonti FM 88,00 alle ore 20,30. Inol-tre, nei condomini di via Monte Grappa, era abitudine recitare il rosario insieme il martedì: quest’anno si è pensato di mettersi in comunio-ne spirituale recitando nelle proprie case il rosario ogni martedì di mag-gio seguendo TV 2000 canale 28 alle ore 18,00 elevando la preghiera alla Vergine Maria di Lourdes.

Anche noi, suore del sacro Cuore di via Cavour, per molti anni in questo mese si recitava il rosa-rio insieme nella nostra Chiesa: quest’anno visto che non è possi-bile ci siamo riuniti spiritualmente con l’iniziativa delle famiglie del condominio di via Monte Grap-pa, allargando l’invito agli amici e conoscenti che ne sentivano la mancanza, per una preghiera forte

e ancorata a Maria che non lascia i suoi figli soli.

La comunità Pastorale Croci-fisso Risorto di Saronno ha inoltre programmato un PELLEGRINAG-GIO VIRTUALE, un percorso tra arte e fede del nostro Santuario della Beata Vergine dei Miracoli: 13 minuti di architettura e affreschi per riscoprire il gioiello di questa chiesa e per pregare il Rosario con-templando le immagini bibliche e architettoniche. Possiamo trovarlo su www.chiesadisaronno.it (Ama Dio), mese di Maggio o su youtube Chiesa di Saronno.

Suor Riccardina Buonomo

IL ROSARIO

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ORIZZONTI GIUGNO 202037

Sono continuate anche nel mese di maggio le visite online proposte dalla direttrice del Museo diocesano, alla scoperta delle opere esposte e non visibili fisica-mente causa la chiusura dei musei per il coronavirus.

Martedì 5 maggio la direttrice ci ha raccontato del-la parabola artistica di Henri Matisse, guidandoci alla scoperta di alcune delle sue opere più famose.

Questo artista cerca per tutta la sua lunga vita (muore a 85 anni), di andare all’essenza delle cose. E porterà avanti una ricerca incessante, non sarà mai pie-namente soddisfatto, ma sempre realmente teso a cer-care il significato nascosto che c’è nella realtà.

Dopo le nozze e i viaggi nel Sud della Francia, sco-pre il colore, la luce e rende in un quadro bellissimo come La finestra aperta a Collioure, dove interno ed

esterno (guardate i particolari del verde che poi diventano i tratti del cielo) si fondono e le sue macchie di colore da qui in avanti tenderanno a esprime-re la gioia, la vitalità. Matisse prova gioia nell’impatto con la realtà.

Nato nel 1869, sarà un uomo del No-vecento che at-traverserà i due conflitti mon-

diali; e dopo la distruzione della guerra, tornerà a dipingere più forte di prima il desiderio di bellezza che lo insegue. Ar-riva nel 1947 l’Icaro, famosissimo, ope-ra tanto intensa quanto essenziale. Sullo sfondo di un cielo blu profondo, illumi-nato dalle stelle, ecco la sagoma nera di un uomo, che rappresenta un po’ ogni uomo, ognuno di noi teso a raggiunger quel cielo, quell’infinito. Al centro del-

la sagoma infatti c’è un punto rosso: il cuore! Il nostro cuore che si spinge sempre oltre e sempre più in alto a cercare qualcosa o Qualcuno capace di soddisfare il desiderio di felicità che abbiamo.

Infine il 1948; Matisse ormai vecchio, malato, ac-cetta la proposta di Monique, sua infermiera durante un ricovero in ospedale, che poi diventerà suora domeni-cana con il nome di Suor Jacques-Marie, che lo invita a progettare la cappella del Santo Rosario, a Vence, nel convento domenicano dove lei risiedeva. A Vence Ma-tisse cura tutto, paramenti, confessionali, vetrate, pissidi, ecc. (pensare che in quegli anni era or-mai immobi-le, e non po-teva più usare nemmeno le mani). Allora disegnava su fogli colorati, rossi, azzur-ri, gialli, servendosi di un gran bastone, e poi, sempre con un bastone, li tagliava e li incollava. Come fa un bambino. Infatti dirà: “C’è bisogno di un coraggio per l’artista, che deve vedere le cose come le vedesse per

la prima volta: bisogna vedere ogni cosa per tutta la vita come quando si era bambini”. Nella foto uno scorcio delle vetrate di luce della cappella.

E ancora, quasi a riassumere le ra-gioni del suo fare artistico: “Ci vuole un grande amore, capace di ispirare e di sostenere quello sforzo continuo verso la verità, quella generosità e al tempo stesso quella rinunzia profonda implici-te nella genesi di ogni opera d’arte. Ma l’amore non è forse all’origine di ogni creazione?”.

Silvia

ARTE A DOMICILIO: OPERE CHE CI PORTANO ALL’ESSENZA DELLE COSE

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ORIZZONTI GIUGNO 202038

Il cardinale vietnamita François Xavier Nguyên Van Thuân nacque a Huè il 17 aprile 1928 e fu ordinato sacerdote l’11 giugno 1953. Appar-teneva alla stessa famiglia, di antica tradizione cattolica, del presidente sud-vietnamita Ngo Dinh Diem e dell’arcivescovo Pierre Martin Ngo DinhThuc, fratello di quest’ultimo.

Le vicende della sua vita, come possiamo riviverle leggendo questo libro recentemente pubblicato dalla giornalista spagnola T.G da Cabie-des, hanno la freschezza degli an-tichi atti dei martiri. Eppure essa è modernissima, anticipatrice. Così avanti sui tempi che ancor oggi po-chi, troppo pochi, nell´Occidente laico e cristiano, sanno guardare con occhi di giustizia alla nazione nella quale egli è nato e ha esercita-to la sua missione.

La storia del Vietnam ci ricorda che 1885 tutti gli abitanti del villag-gio di sua madre erano stati bruciati nella chiesa parrocchiale, eccetto suo nonno, che in quel tempo stu-diava in Malesia. E raccontava al giovane Francois Xavier che ogni giorno, all’età di 15 anni, faceva a piedi 30 chilometri per portare a suo padre, in prigione perché cristiano, un po’ di riso e un po’ di sale.

Sua mamma Elisabeth lo aveva educato cristianamente fin da quan-do era piccolino. Ogni sera gli in-segnava le storie della Bibbia e gli raccontava le vicende dei martiri, specialmente dei suoi antenati.

PRESENTAZIONE DEL LIBRO: “VAN THUAN - LIBERO TRA LE SBARRE”

Finché toccò a lui. Impadroni-tisi di Saigon, i comunisti lo accu-sarono d´essere parte di un «com-plotto tra il Vaticano e gli imperia-listi». Quando lo arrestarono aveva solo la tonaca e il rosario in tasca. Ma già nel mese di ottobre comin-ciò a scrivere messaggi dal carce-re, su foglietti che gli procurava di nascosto un bambino di 7 anni. Rimase in prigione per tredici anni, senza giudizio né sentenza. Passò momenti durissimi, come il viaggio su una nave con 1500 pri-gionieri affamati e disperati. Poi il lungo isolamento, durato nove anni. Allora raccolse tutti i pez-zetti di carta che trovava e com-pose un minuscolo libro sul qua-le trascrisse più di 300 frasi del Vangelo che ricordava a memoria. Era in isolamento ad Hanoi quando un ufficiale della polizia gli portò un piccolo pesce che lui avrebbe

dovuto cucinare. Il pesce era avvol-to in due pagine dell’Osservatore Romano, che la polizia usava re-quisire quando arrivava per posta. Senza farsi notare egli lavò bene quei due fogli e li fece asciugare al sole, conservandoli quasi come una reliquia. Nell’isolamento della pri-gione, quelle due pagine erano per lui un segno di unione con Roma e la cattedra di Pietro.

Durante l’isolamento era solito dire la messa intorno alle 3 del po-meriggio, l’ora di Gesù sulla croce. Tutto da solo, cantava la messa in latino, in francese e in vietnami-ta. Cantava anche gli inni come il Te Deum, il Pange Lingua, il Veni Creator Spiritus. La celebrava ogni giorno con il palmo della mano a far da calice, con tre gocce di vino e una goccia d’acqua. Il vino se l´era procurato così: appena arrestato gli

Nominato vescovo di Nha Trang il 13 aprile 1967, nel 1975 fu nominato arcivescovo coadiutore di Saigon; quando, due giorni dopo, la città cad-de in potere dei comunisti del nord fu arrestato dalla polizia. Trascorse 13 anni in prigione, di cui nove in isolamento. Venne liberato il 21 no-vembre 1988. Tale giornata è ricordata dalla Chiesa cattolica come festa della Presentazione della Beata Vergine Maria al Tempio, e proprio per questa coincidenza disse “La Madonna mi libera”, Nel 1998 papa Gio-vanni Paolo II lo nominò presidente del Pontificio Consiglio della Giusti-zia e della Pace. Fu incaricato, sempre da Giovanni Paolo II, di tenere gli esercizi spirituali per la quaresima del 2000 per tutta la curia romana. Di lui il Papa disse: «Una vita spesa nell›adesione coerente ed eroica alla propria vocazione» Papa Giovanni Paolo II lo elevò al rango di car-dinale nel concistoro del 21 febbraio 2001. È morto a Roma lunedì 16 settembre 2002. Aveva 74 anni.

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ORIZZONTI GIUGNO 202039

avevano permesso di scrivere una lettera per chiedere ai parenti le cose più necessarie. Domandò allo-ra un po’ di medicina per digerire. I famigliari compresero il significato vero della richiesta e gli mandaro-no una bottiglietta con il vino della messa e con l’etichetta: «medicina contro il mal di stomaco». Le bri-ciole di pane consacrato le conser-vava in pacchetti di sigarette.

La sua bontà, il suo amore an-che per i nemici, colpiva non poco le guardie. Sulle montagne di Vinh Phù, nella prigione di Vinh Quang, chiese una volta a una guardia il permesso di tagliare un pezzetto di legno a forma di croce. E quello lo accontentò. In un’altra prigio-ne chiese alla guardia un pezzo di filo elettrico. Temendo che voles-se suicidarsi, l’agente si spaventò. Ma Nguyen Van Thuan gli spie-gò che voleva fare semplicemen-te una catenella per portare la sua croce. Dopo tre giorni la guardia ricomparve con un paio di pinze e insieme composero una catenella. Da quella croce e da quella catena Nguyen Van Thuân non si separò più. Le portò sempre al collo, anche dopo la sua liberazione, avvenuta il 21 novembre 1988. E anche dopo il suo esilio forzato a Roma, nel 1991. E sempre con quella povera croce sul petto è morto, lunedì 16 settem-bre 2002.

Non si tratta della figura uma-na di un eroe in senso classico, ma richiama molto da vicino quanto indicato da S. Benedetto: “Era ne-cessario che l’eroico diventasse quotidiano perché il quotidiano di-ventasse eroico”. Seguendo il suo esempio siamo chiamati perciò a vivere l’eroicità nella situazione

che ci è data. L’eroe è il santo e il santo è il cristiano, colui che riconosce Cri-sto, che appartiene a Cristo e ne è definito nella sua natura, nel suo essere e nel suo agire.

Il cap. 17 del libro si riferisce ad una svolta fonda-mentale nella vita di Van Thuan. Inizia infatti un dialogo tra lui e Dio,che gli dice: “Quello che hai fatto in questi anni è grande: ero Io che lavoravo in te. Ma a questo punto ami Me o le opere che hai fatto per Me?” Que-sto è il punto anche per noi! È ben vero che la fede senza le opere è morta, ma dobbiamo chie-derci: “Chi sto affermando io, chi sto amando? Ho costruito pensando al successo?” Infatti “Questa è l’o-pera: credere in Dio e in Colui che ha mandato, Gesù Cristo”. Allora la vita è dire Tu a Gesù, che rimane, mentre quello e il resto che abbiamo costruito passano. La vita cristiana perciò è dire continuamente di sì a Cristo (“Se non avessi la carità, sa-rei nulla!” ci ammonisce S Paolo). Solo così può nascere anche in noi una profondità di vita impensabile.

Nei suoi rapporti con i carce-rieri non solo V.T. non odia, ma è riflesso dell’amore di Dio. In 13 anni le persone che l’hanno incon-trato sono state profondamente col-pite dalla sua persona, a tal punto

che non sapevano più dove mandar-lo, perché in ogni posto scoppiava una rivoluzione! “La missione è l’epifania di una identità”, cioè il manifestarsi di quello che io sono nella circostanza che sto vivendo. Se dico sì a Cristo, cambia tutto quello che faccio; non devo por-re ostacolo alla Sua azione in me! Anche noi dobbiamo chiedere alla SS. Trinità di avere almeno un bri-ciolo di questa povertà di spirito per dire ogni mattina “Eccomi”. Poi ci pensa Lui! Dio ci guida secondo il Suo disegno, diverso per ciascuno di noi: infatti ogni uomo, ogni vita sono unici per Dio.

Van Thuan ha fatto lo stesso, e con questa coscienza ha vissuto e ha testimoniato Cristo.

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ORIZZONTI GIUGNO 202040

Via Roma, 11, 21047 - Saronno VATelefono: 02 960 2921

In vista...a Saronno

LA PAROLA DEL MESELA PAROLA DEL MESE

Solidale/so·li·dà·le/

aggettivo

Pienamente concorde con una linea di condotta seguita da altri, fino a condividerne i rischi, le responsabilità, gli impegni.

-Dettato dalla consapevolezza della propria appartenen-za a una comunità e dalla necessità di condividerne i problemi e i bisogni con iniziative di sostegno morale o materiale: gesto, atteggiamento s.; donazione s. del sangue cordonale; sms s., quello con il quale è possibile effettuare la donazione di una piccola somma di denaro a iniziative benefiche tramite il proprio gestore telefo-nico.

-Consapevole dei rischi derivanti dai processi di globa-lizzazione e impegnato nella difesa degli interessi eco-nomici e sociali dei paesi in via di sviluppo e nella tutela dei diritti umani.

Commercio equo e solidale, basato sull’istituzione di rapporti paritari con i fornitori (generalmente paesi in via di sviluppo) per commercializzarne i prodotti garan-tendo loro una retribuzione equa.

Gruppo di acquisto solidale (sigla GAS), insieme di persone organizzate per acquistare collettivamente e a prezzi da ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, privilegiando le aziende rispettose dell’ambiente e delle condizioni di vita dei lavoratori.

Turista solidale, vacanza solidale, che privilegia come mete di villeggiatura i paesi in via di sviluppo.

Basterebbero le definizioni del dizionario per ricordar-ci quanto sia necessario , oggi più che mai, oggi come domani, essere solidali. La pandemia ha rivelato chiara-mente a tutti quanto siano connesse le esistenze di tutti e di ciascuno :in Italia, in Europa, nel mondo.

“Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisogno-si di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia dicono: «Siamo perduti» , così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti cia-scuno per conto suo, ma solo insieme “. ” La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e prio-rità. “.(Papa Francesco, 27 marzo 2020)

Essere solidali è davvero l’unica forma che ci rende pie-namente umani.

a cura di Roberta Calligaro

Cari Lettori,abbiamo il desiderio di sentire i vostri com-menti, pareri, riflessioni, critiche, idee... e finalmente nasce l’indirizzo mail della rivi-sta mensile orizzonti.Eccolo qua:[email protected]!!!

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ORIZZONTI GIUGNO 202041

Con il mese di giugno alcuni servizi riaprono al pubblico ma con le accortezze per garantire le condizioni di sicurezza.

CENTRO DI ASCOLTO CARITASvia Roma 5 (c/o Giovanna d’Arco)

Si accede su appuntamento:telefonare dal lunedì al venerdì, ore 15-18.30 al numero di telefono 328 6080058

SAN VINCENZOvia Roma 5 (c/o Giovanna d’Arco)

Si accede su appuntamento:telefonare dal lunedì al venerdì, ore 15-18.30 al numero di telefono 328 6080058

CAV (centro aiuto alla vita)Piazza Libertà 2

Si accede su appuntamento:tel. 348 1114761 tel. 02 96702720 (martedì e sabato)

CASA DI MARTAvia Piave 66

MENSA DI BETANIADistibuzione alimentare: martedì, ore 12-13venerdì, ore 17-18

SPORTELLO COLF-BADANTIMartedì e venerdì 9-12.30Si riceve su appuntamento: tel. 320 1768347

Il ritiro di vestiti è sospeso fino a settembre.È possibile donare generi alimentari a lunga conservazione da lunedì a sabato, ore 9-12.

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ORIZZONTI GIUGNO 202042

SantuarioBeata Vergine

Tel. 02 9603027

Regina Pacis

Tel. 02 9603242

Sacra Famiglia

Tel. 02 9620056

San Giovanni Battista

Tel. 02 96362045

San Giuseppe

Tel. 02 9603554

Santi Pietro ePaolo

Tel. 02 9602379

Accettuli OttavianoAlfieri LuigiAndreani Giovanni BattistaAndreoli ClaudioAnzanello ErmenegildoArdondi ArgentinaBanfi AngelaBanfi AntonioBarbuscia MarinaBasilico FeliceBasilico Silvano AlbertoBelfiore AntoninaBellusci BattistaBeretta Teresa Bienati AnnaBolettieri Maria Giuseppa Bonomolo Anna Maria Borghi LuisaBorroni GiuseppinaBoschini Anna Brunetti GiuseppeBruzzese GiovanniBusnelli FrancaCampiglio Rosita AgneseCanzi UmbertoCarcuro DomenicoCarera EugenioCarnelli CarlaCarnelli LidiaCassani OsvaldoCassini Giuseppe Cattaneo VittoriaCeriani AdeleCeriani FiorentinaCeriani GiandomenicoCeriani GiuseppeCeriani LuigiCeriani LuigiCeriani PierinaChiesi LetiziaCoccia RoccoCociani EmiliaColantuono Maria Antonia Colombo FeliceCorazzini Anna

Crotti AngelaDal Pozzo LucianoDalfino FedeleDe Giovanni GiuseppeDe Micheli GiampietroDell’acqua CarlaDevecchi LuigiDi Liberto FrancescaDonghi FernandaFantoni MariaFerri MaddalenaFiameni LuiginaFormaggini AltamarFossati Rolando GerolamoFranchi SilvioFusi Luisa Garlaschè CarloGasparini PietroGatti FrancoGianetti CarlaGianetti UmbertoGolin GiovanniGorelli EnricoGrassi Carla Guzzetti Amalia Guzzi AldaGuzzo AntoninoImperiale PierpaoloIntrozzi Maria AngelaLabita Pietro Lazzarin MariaLegnani MassimoLeita Tito DaniloLeo MarioLimido Bruna Locati EmiliaLorenzetti SanzioLuchini Natalina Luisetti Cesare Macrì AntonioMaestroni RiccardoMarchesoni GiuseppinaMonti CarlaMorlacchi Maria Nicotra Maria

Ogliari RosaPagani GiuseppePallavera Maria RosaPalomba ElisabettaPerrone AnnunziataPinna MarcellaPirmi Carla MariaPolver EzioPrada NormaRenoldi Gianna Maria Restelli GiovanniRimoldi Fernanda GiuseppinaRotondi GiovanniRufini GiovanniRugginelli SilvanaRuspi Maria GiuseppinaSaibene CornelioSalomone ErnestaSbraglia CleliaScolfaro GianfrancoSetti BeatriceSinigaglia MariaSioli VirginiaSoncin GiuliaSponziello AntonioTanghetti ValeriaTesti Nelda AngelaVaccari LiduinaValcarenghi GiuseppinaValente AlessandroVantini CarlaVicini Maria Giuseppina Vidali Alceste LinaVolontè PaolinaZaccone MariaZaffaroni Luigi

BattesimiBorghi Leonardo (RP)Canti Laura (RP)Motta Gioele (RP)

MatrimoniPizzi Stefano e Grimoldi Silvia (RP)Villa Giovanni e Saccardo Anna (SF)

Una preghiera per i defunti della nostra città nei mesi di marzo, aprile e maggio.

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• Operatore Accreditato per la formazione presso la Regione Lombardia (sezione B) • Certificato per la qualità ISO 9001 / UNI EN ISO 9001:2015 per progettazione ed erogazione di corsi

di formazione professionale

EVENTI CULTURALI Tutti gli eventi sono stati sospesi per le disposizioni di prevenzione Covid-19 e saranno nuovamente calendarizzati da settembre, situazione

sanitaria permettendo.

Per il ciclo: Dante secondo DanteIL DIAVOLO: REALTÀ E FICTIO IN DANTE

L’ESCATOLOGIA INTERMEDIA: IL PURGATORIO IN DANTE

Due IncontriPOETI/PITTORIPITTORI/POETI

Per il ciclo: Protagonisti (arte, ma non solo)RAFFAELLO, IL DIVINO PITTORE

LEONARDO NEL DUCATO DI MILANOTERRA SANTA: L’ARTE DEI PELLEGRINI

ATTIVITÀ FORMATIVA Maggiori informazioni sul sito: www.associazionemaruti.it Ente accreditato dalla Regione Lombardia per la formazione.

Disponibile ad accordi di partenariato con CPI e agenzie interinali per Dote Unica Lavoro

CORSI SOCIO SANITARI, RICONOSCIUTI DALLA REGIONE LOMBARDIA - REGOLAMENTATI – ABILITANTI• ASA - OSS e RIQUALIFICA da ASA a OSS - ISCRIZIONI APERTE• ASO Assistente alla poltrona di studio odontoiatrico - ISCRIZIONI APERTE• MCB Massaggiatore con abilitazione UE alla professione – ISCRIZIONI APERTE

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TEMPO LIBERO CORSI AMATORIALI:Educazione finanziaria, SOS Cucito livello base per principianti, Moda fai da te, Social Efficace

ATTIVITÀ DI SOLIDARIETÀ

ORIENTAMENTO LEGALE GRATUITO, a cura del giudice onorario, ex Giudice di Pace del Tribunale di Saronno. Tutti i lunedì dalle 10 alle 12 su appuntamento

SPORTELLO DI ASCOLTO E SUPPORTO EMOTIVO, incontri gratuiti con la psicologa, per supporto-ascolto per condizioni di difficoltà. Tutti i venerdì dalle 17 alle 19 su appuntamento

SPORTELLO GRATUITO DI CONSULENZA FINANZIARIA E RISPARMIO FAMILIARE per far fronte ai rapporti sempre più complessi con finanza e banche. Tutti i martedì dalle 10 alle 12 su appuntamento

Associazione Paolo Maruti Onlus Vicolo Santa Marta 9 – Saronno (VA), angolo Corso Italia, a 5’ a piedi dalla stazione

Tel. 029603249 – mail: [email protected] - sito web: https://associazionemaruti.it Orari Segreteria: dal lunedì al venerdì 09.30 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 19.00

CF e P.IVA 00968010121 - Banca d’appoggio: Banca Intesa Sanpaolo S.p.A. IBAN: IT05 T030 6909 6061 0000 0003850