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1 Supplemento a Ross zétar d’Rumagna - N.73 - Anno 37° - n.2 - Settembre 2004 Registr. Trib. Ravenna n.524 del 15-7-69 - Non contiene pubblicità. Direttore Responsabile: Avv. Emilio Duranti - Redattore: Girolamo Fabbri Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 - Art. 1, comma 2 - DCB Ravenna La Grama in Fiera di Luisa Calderoni Da alcuni anni la nostra Associazione fa l’espe- rienza di presentare le sue attività durante la “Fira di set dulur”. Ogni volta è sempre più bello essere lì per noi non è una fatica ma un diverti- mento. Ringraziamo gli organizzatori che ci han- no riservato uno spazio molto bello nell’ex- ma- cello, ambiente che gli operatori del settore cul- tura del Comune di Russi sanno ogni anno arre- dare con molta appro- priatezza e con molto gusto. Come diceva il cantasto- rie che animava le sera- te davanti al nostro spa- zio, “ è bello stare in fie- ra perché si porta la gente a stare in strada”. La gente in fiera impara a misurarsi con spazi quotidiani con un tempo e un’attenzione diverse e a riscoprire la propria città. E’ importante anche per noi stare fra la gen- te. Lo scorso anno abbiamo presentato il lavoro della canapa, i bachi da seta quest’anno ol- tre alla canapa le nostre azdôre con tanta abilità si sono messe a fare il formaggio. Quello che colpisce è che il nostro spazio si trasforma in maniera molto naturale in un luogo di animazione, di conversazione, di inte- ressi. Il telaio ha sempre il suo fascino, le persone passano, molte ricordano episodi della loro infanzia, quando le mamme chiedevano di fare il lavoro più antipatico: riempire i cannel- li. Molti hanno ricordato che quando si rifiuta- vano di farlo, prendevano uno scappellotto dalla mamma. Le donne che hanno fatto i corsi di tessitura organizzati dalla Grâma si muovono sul telaio con abilità, la tela cresce, molte per- sone uomini, donne e bambini chiedono di provare. Esponiamo i lavori del nostro laborato- rio di biancheria: pezzi di tela che lavorati, ricamati e stampati si trasfor- mano in biancheria di valore. Sono ca- pi rari, perché e- sclusivi che interes- sano gli amanti di queste cose. Pensare che tutto viene fatto dalle nostre volontarie con gioia e con amore. Maria ci regala fiori a punto a croce, Cilì è l’esperta dei pizzi, Germana degli orli a punto a giorno, la Ida fa i grembiali e alla fine il risultato è evidente: un insieme di pezzi molto belli e ori- ginali.

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    Supplemento a Ross zétar d’Rumagna - N.73 - Anno 37° - n.2 - Settembre 2004 Registr. Trib. Ravenna n.524 del 15-7-69 - Non contiene pubblicità.

    Direttore Responsabile: Avv. Emilio Duranti - Redattore: Girolamo Fabbri Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 - Art. 1, comma 2 - DCB Ravenna

    La Grama in Fiera di Luisa Calderoni

    Da alcuni anni la nostra Associazione fa l’espe-rienza di presentare le sue attività durante la “Fira di set dulur”. Ogni volta è sempre più bello essere lì per noi non è una fatica ma un diverti-mento. Ringraziamo gli organizzatori che ci han-no riservato uno spazio molto bello nell’ex- ma-cello, ambiente che gli operatori del settore cul-tura del Comune di Russi sanno ogni anno arre-dare con molta appro-priatezza e con molto gusto. Come diceva il cantasto-rie che animava le sera-te davanti al nostro spa-zio, “ è bello stare in fie-ra perché si porta la gente a stare in strada”. La gente in fiera impara a misurarsi con spazi quotidiani con un tempo e un’attenzione diverse e a riscoprire la propria città. E’ importante anche per noi stare fra la gen-te. Lo scorso anno abbiamo presentato il lavoro della canapa, i bachi da seta quest’anno ol-tre alla canapa le nostre azdôre con tanta abilità si sono messe a fare il formaggio. Quello che colpisce è che il nostro spazio si trasforma in maniera molto naturale in un luogo di animazione, di conversazione, di inte-ressi.

    Il telaio ha sempre il suo fascino, le persone passano, molte ricordano episodi della loro infanzia, quando le mamme chiedevano di fare il lavoro più antipatico: riempire i cannel-li. Molti hanno ricordato che quando si rifiuta-vano di farlo, prendevano uno scappellotto dalla mamma. Le donne che hanno fatto i corsi di tessitura organizzati dalla Grâma si muovono sul telaio

    con abilità, la tela cresce, molte per-sone uomini, donne e bambini chiedono di provare. Esponiamo i lavori del nostro laborato-rio di biancheria: pezzi di tela che lavorati, ricamati e stampati si trasfor-mano in biancheria di valore. Sono ca-pi rari, perché e-sclusivi che interes-sano gli amanti di queste cose.

    Pensare che tutto viene fatto dalle nostre volontarie con gioia e con amore. Maria ci regala fiori a punto a croce, Cilì è l’esperta dei pizzi, Germana degli orli a punto a giorno, la Ida fa i grembiali e alla fine il risultato è evidente: un insieme di pezzi molto belli e ori-ginali.

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    latte appena munto, i suoni delle campane che scandivano le giornate, l’odore del fieno appena tagliato….. Sono orgogliosa che mio nonno fosse un contadino! Ed è bello sapere che ci sono persone che si mettono a disposizione della Grâma per rac-contarci le loro esperienze e per farci cono-scere il loro lavoro, la loro vita, perché que-ste testimonianze storiche che sono parte della nostra cultura e delle nostre radici, non vadano perdute. Ed è qui che il Museo della vita contadina di S. Pancrazio assume oltre alle funzioni di raccolta, conservazione ed esposizione di oggetti prodotti dall’uomo anche funzioni sociali ed educative in cui tutti possono ritro-vare una parte della loro storia personale.

    Mio nonno materno era un contadino: non avrebbe, forse saputo, ma sicuramente volu-to fare nient’altro. Per lui il suo piccolo podere era il suo mondo. Non c’erano festività, ma non era importan-te, perché era sereno solo lì, in quella terra che tanto lo faceva lavorare. Aveva mani grandi e callose, la pelle sempre bruciata dal sole e dal vento, gli occhi arguti di chi sta sempre attento ai segnali che la natura gli manda per sapere quando racco-gliere o seminare; l’aspetto fiero di tutti i contadini. E’ bello ricordarsi della propria infanzia pas-sando attraverso le emozioni che ci ricorda-no: sapori, colori, suoni ed odori della nostra campagna. Il campo di grano giallo e rosso, il sapore del

    Ricordi di Susanna Nanni

    Il nuovo museo E’ una realtà e ogni giorno prende corpo. I lavori sono iniziati a metà giugno 2004. Sotto una foto dello stato dei lavori al 30 settembre 2004

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    I frutti prelibati dell’autunno L’autunno è un periodo dell’anno ricco di sa-gre, di fiere, ma la festa per me più suggestiva e simpatica resta quella di S. Martino (11 no-vembre), anche se ai nostri giorni ha perso il fascino antico. In molte famiglie contadine si è sempre cele-brata, soprattutto a tavola. Questa festa un tempo aveva molti significati ed era sicuramente l’ultima, prima del periodo natalizio. I nonni raccontavano “con sottile ironia” che quando loro erano giovani era la festa di “becch” cornuti o mariti traditi e che in qual-che paese si faceva anche una corsa per loro. I protagonisti della festa sono: la cultura reli-giosa, il lavoro, il vino, gli ultimi frutti. Martino, ricco guerriero donò metà del suo mantello ad un povero infreddolito, il Signore in segno di ricompensa al suo gesto fece appari-re il sole per scaldare lui e il povero, Martino poi si convertì e divenne Vescovo di Tours. Un proverbio antico dice.“ l’estate di S. Martino dura tre giorni e un pochino” Un tempo questo giorno dell’anno aveva un preciso significato nel mondo agricolo, infatti venivano revocati o firmati i contratti di mezza-dria. Luci e ombre per le famiglie contadine povere; alcune dovevano lasciare case e pode-ri, altre invece arrivavano da altri paesi. Alcu-ne famiglie miglioravano le loro condizioni eco-nomiche altre le peggioravano. Un tempo nella casa contadina si festeggiava mangiando e bevendo il vino nuovo. Un altro proverbio cita: “per S. Martino ogni mosto di-venta vino”. Stagione delle castagne, delle nespole, delle giuggiole, delle zucche; questi ultimi frutti della terra al culmine della loro bontà ben maturi e appena staccati dalla pianta, si gustano con piacere. Le persone di campagna hanno sempre sapu-to conoscere e apprezzare la qualità dei pro-dotti della terra, i loro sapori, i loro tempi, infat-ti si dice: “ogni frutto alla sua stagione”.

    Coniglio o lepre alla contadina, zucca al forno, nespole, caldarroste, giuggiole. tutto annaffiato con vino nuovo Ingredienti per 6 persone: 1 coniglio allevato dal contadino o ruspante (alternativa) una lepre olio di oliva ½ bicchiere di vino bianco o rosso aromi: aglio, cipolla, scalogno, salvia, rosmari-no, sedano, carota pomodori maturi sale e pepe q.b. Prendere il coniglio o la lepre, lavare, scolare, tagliare a pezzi e mettere in un tegame inade-rente a perdere l’acqua. In una casseruola mettere l’olio di oliva, roso-lare i pezzi di carne, versare il vino, fare evapo-rare, mettere gli aromi tritati finemente, ag-giungere i pomodoro tagliati a pezzi ( con o senza buccia) o passati nel passaverdura, sale e pepe. Fare cuocere lentamente per alcune ore. Zucca al forno Prendere una zucca, tagliare a fette, togliere la buccia e mettere in un tegame inaderente con un bicchiere metà vino e metà acqua, sale. Fa-re cuocere fino a quando le fette sono morbi-de, poi lasciare raffreddare. In una teglia da forno mettere le fette di zucca, olio di oliva, parmigiano reggiano grattugiato. Passare nel forno per una decina di minuti, servire caldo. Alla fine: un cestino di nespole, giuggiole, poi le castagne cotte al forno e messe in una terrina di terracotta dentro un asciugapiatti di canapa, così rimangano calde. Nel centro della tavola una bottiglia di vino nuovo.

    Cucina e tradizione di Luisa Calderoni

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    Suscita interesse e anche qualche curiosità il fat-to che in un paesino di campagna come il nostro l’edicola abbia rappresentato fin dagli anni 50 un’esigenza per la popolazione, alla pari dei ne-gozi che vendevano beni di prima necessità. Silvio Laghi e sua moglie Pia hanno iniziato la loro attività gestendo il negozio di alimentari, prima in via Farini poi in via Randi, ma il giorno 12 novem-bre 1951 hanno cominciato a vendere anche i giornali. Le loro figlie gemelle Luisa e Lucia quan-do sono diventate ragazzine hanno aiutato i genitori. Come si capisce bene dal racconto di Lucia è stata una scelta intelligente un investimento professionale che oggi si direbbe “imprenditoriale”. In questi 50 anni si è costruita una storia, sono nate consuetudini. Adesso l’edicola si è staccata dal ne-gozio di alimentari è al centro del pa-ese ed è gestita da Lucia e dal mari-to Fernando. Tante cose sono cam-biate: oggi andare a fare la spesa vuol dire concentrarsi sulle merci riempire il cesti-no o il carrello senza avere il tempo per guardare agli altri vici-no a noi. Invece l’edicola rap-presenta un importan-te punto di incontro per le persone. Si par-la, si commentano i fatti più salienti della giornata, c’è chi parla di sport, c’è chi si fer-ma fuori a parlare di altre cose. Il dato significativo che mi piace sottolineare è che le persone continuano a comperare i giornali nonostante la televisione e davanti all’edicola trovano il tempo per parlare; aspetto molto im-portante nella vita di una comunità. Come è nata nei tuoi genitori Pia e Silvio l’idea di aprire l’edicola? I miei genitori facevano i contadini, il reddito era scarso cercavano un’altra occupazione. Si rese

    disponibile il negozio di alimentari delle sorelle Ca-sadio Antiope Venturi e Casadio Dina in via Farini e decisero di prenderlo in affitto. La licenza e la casa erano della famiglia Silvestroni. Poi presen-tarono la domanda ed ebbero la loro licenza di vendita dei giornali, una soddisfazione. L’ottennero presto, tanto che, poiché nel periodo estivo il nuovo negozio non era pronto, i giornali venivano venduto nella bottega di Raul ed Esme-ralda fino al giorno dell’apertura ufficiale: 12 no-vembre 1951. In quel negozio siamo rimasti fino

    al 1970. Quali erano in origine i giornali più richiesti? Ricordo vagamente perché ero piccola, ma sicuramente: Il Resto del Carlino, lo Stadio, la Gazzetta dello Sport, i giornali illustrati, Grand-Hotel, Intimità, romanzi, anche il radiocorriere perché in molte famiglie c’era la radio. Poi

    un giornale che conte-neva romanzi a punta-te e che andava a ru-ba era cine-illustrato, questo veniva letto prevalentemente dalle donne. Come venivano forni-ti i giornali all’edico-la? I quotidiani li andava-mo a prendere tutte le mattine all’edicola di Russi in bicicletta. Compito affidato a mia sorella e a me. Partivamo da casa

    verso le 7, 7,30 del mattino, lo stesso orario dei ragazzi che frequentavano le Scuole Medie, così percorrevamo la strada insieme facendoci com-pagnia. Al ritorno li consegnavamo al bar e ai clienti fissi; pensa arrivavamo fino a Ragone dalla Flora, attraversavamo il ponte del fiume Montone andata e ritorno. Invece i settimanali venivano per posta, direttamente dalle Case Editrici, mentre a Russi per ferrovia. Era comodo perché i giornali rimanevano in edicola più tempo e la resa si face-va una volta al mese, i giornali arrivavano tutti c’-

    L’edicola di San Pancrazio ha più di 50anni Intervista alla titolare Lucia Laghi a cura di Luisa Calderoni

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    era molta scelta. Adesso i giornali arrivano tra-mite il Corriere dell’Agenzia e la resa viene fat-ta tutti i giorni. C’è “un’immagine” di vita quotidiana, molto bella che tante persone ricordano: tuo padre, Silvio “ad Farabigul” che tutte le mattine riempi-va la sua sporta di paglia, l’attaccava al manu-brio della bicicletta e faceva le consegne a do-micilio. Cosa portava? E chi serviva? Fino a quando ha fatto questo servizio? Portavamo i giornali nelle case delle persone che chiedevano il quotidiano tutti i giorni e nei bar. Questo lavoro è stato fatto fino al 70 da noi sorelle , intanto che siamo rimasti nella ca-sa di via Farini, il babbo ha durato fino al 1985. Da allora sono cessate le consegne a domicilio. La famiglia ha acquistato l’attuale casa di via Randi, che era di “Tiglio” nella quale sono stati trasferiti il negozio di alimentari e l’edicola. Riscuoteva anche i soldi? Si c’era chi pagava tutti i giorni, chi una volta al mese, chi una volta all’anno e…. chi si dimen-ticava o non voleva pagare, come succede in tante attività commerciali Quali erano i giornali più richiesti? Cosa chiede-vano donne, uomini, bambini? I quotidiani, il Carlino in testa, giornali sportivi, settimanali, Oggi ( perché Gente non c’era an-cora), la Domenica del Corriere….. I bambini leg-gevano Topolino, ma molti erano appassionati di collezionare delle figurine, in particolare quelle dei calciatori. Era bello perché riempivano il lo-ro album con entusiasmo. Uscivano dall’edicola giocavano con le figurine e si scambiavano le doppie. Adesso non si fa più, il mondo è cambia-to decidono i genitori cosa devono leggere i ra-gazzi. Poi i giornali per quelli che coltivavano particola-ri hobby. Le donne comperavano: Mani di Fata, la donna, la casa, il bambino, libri per uncinetto, ricamo, cucina, poi più tardi negli anni 58/60 la maglie-ria. Le sarte per le loro clienti e le donne amanti della moda, comperavano Burda, Modellina, Ele-gantissima. Alcune donne poi si scambiavano i giornali fra loro. Diversi comperavano le riviste coi regali annessi. Poi c’è stato il tempo della raccolta delle Enciclopedie. In molte famiglie en-travano settimanali di attualità, programmi tele-visivi, corsi per il computer. Quando le persone hanno avuto più soldi sono

    aumentate le richieste, sono cambiati gli interessi, anche le abitudini; le persone prima venivano in edi-cola, guardavano e sceglievano, adesso vengono già indirizzate dalla pubblicità. Poi c’erano le consegne particolari. Chi era abbo-nato ad Avvenire, poiché il giornale arrivava per po-sta la domenica si doveva portare a casa degli ab-bonati. Il 1° maggio nel paese un partito faceva la diffusio-ne straordinaria dell’Unità: si è arrivati fino ad una prenotazione di 200 giornali da distribuire. Poi du-rante il festival di Sanremo usciva un libro con le canzoni, che come si suol dire “andava a ruba”. La gente di S. Pancrazio legge molto? E’ difficile dirlo perché non tutti comperano i gior-nali in questa edicola, molti preferiscono andare a Ravenna perché pensano ci sia più scelta. Ti viene in mente qualche bel ricordo, qualche per-sona caratteristica? Un ragazzo, il monello del paese che doveva sem-pre esibirsi, tutte le volte che veniva a prendere le figurine gettava la bicicletta in mezzo alla strada, poi le comperava e ripartiva in fretta. E Faturaz persona simpatica e favolosa, tutte le mattine veniva a prendere il quotidiano e faceva la sua battuta sulle notizie più importanti e sui fatti del paese. Quando c’era qualche cambiamento o il giornale non c’era per sciopero o il costo era aumentato diceva: “guerdam bè ad drì parchè ad dnez ta num vi piò” ( guardami bene di dietro perché davanti non mi vedi più”, …..poi tornava regolarmente. Ma quando facevate festa? Mai. L’edicola era sempre aperta, l’unica festa dell’anno era il 15 agosto. Non si è mai chiuso neppure per i lutti familiari, la prima volta quando è morta la Pia ( 29 novembre 2003). Adesso ci sono invece giorni di festa precisi: Nata-le, Pasqua, 2 maggio, 16 agosto, poi c’è la possibi-lità di chiudere per ferie. Da alcuni anni l’edicola è divisa dal negozio, quali vantaggi? Le stesse persone della famiglia dovevano occu-parsi sia della vendita degli alimentari che dei gior-nali e c’era poco tempo per parlare. Adesso si è recuperato questo momento di dialogo e di comunicazione “fra” e “con” le persone ed è un aspetto molto bello e positivo.

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    Presentiamo i dati dell’attività didattica, raccolti con cura dal maestro Luigi Silvestroni, come ormai facciamo tutti gli anni. Un’attività ricca e coinvolgente che interessa genitori, bambini ed insegnanti e per la nostra Associazione un impegno serio. Da diversi anni curiamo questo settore con un’ offerta culturale che invita i bambini a conoscere le condizioni di vita dei loro antenati, la fatica, le soddisfazioni, il lavoro duro, ma anche il bagaglio di valori. Quello che emerge dai nostri video è sempre uno stile di vita sereno, di persone che sanno valorizzare le cose che contano. La vita della famiglia contadina è al centro delle attività a partire dall’ alimento quotidiano: il pane, per passare alle fatiche della coltivazione della canapa, alla lavorazione del latte per fare il formaggio, alla macellazione del maiale, quando è possibile l’allevamento del baco da seta. I dati non hanno bisogno di commento, si presentano da soli. TRIENNIO SCOLASTICO 2001/2004 Anno scolastico classi alunni insegnanti 2001 / 2002 58 1059 69 2002 / 2003 37 769 88 2003 / 2004 57 1182 113 TOTALE 152 3010 270 Disabili 7 27 13 TOTALE GENERALE 159 3037 283 ANNO SCOLASTICO 2003/2004 PARTECIPAZIONE PER TIPO DI SCUOLA Scuola classi alunni insegnanti Materna 2 67 5 Elementare 42 829 83 Media 13 286 25 TOTALE 57 1182 113 Disabili 7 27 13 TOTALE GENERALE 64 1209 126 ALUNNI PER PERCORSO PER TIPO DI SCUOLA Scuola canapa baco pane latte totale Materna / 40 27 / 67 Elementare 155 23 364 287 829 Media 27 27 126 106 286 TOTALE 182 90 517 393 182 Disabili / / 8 19 27 TOTALE GENERALE 182 90 525 412 1209 COMUNI DI PROVENIENZA N. CLASSI Bagnacavallo 6 Cervia 1 Conselice 2 Fusignano 2 Ravenna 34 Russi 4 Solarolo 4 Cesenatico 2 Forlì 2 TOTALE GENERALE 57

    La didattica museale: un’esperienza sempre ricca e coinvolgente di Franco Bendandi

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    NEBIA

    E zòch sora i cavdùn int e’ camén e brusa adêsi sota de paröl,

    e brusa e e pianz, e, quant che pianz, al föl al dis ch’l’è pr’ i parent chi è lè chi vén.

    Agli ùltum pígur ch’agli à fat e’ viöl, agli à lassê un pö ‘d lana sora i spén ch’la farà bon pr’ e lët d’un rundanén, agli à nasê e agli à scrulê al zarsöl.

    Un fridulezz u t’ atraversa agli òss

    e i occ ‘d starlòch Marì, l’è mei ti ciuda ch’ai ò vest int e’ fond malincunì,

    La campagna ch’ l’è armasta senza vstí l’êlza la nebia ch’l’era ‘d dentr’a e’ foss

    ch’la ià vergogna ad fess avdé da nuda.

    (A. Spallicci)

    NEBBIA

    Il ceppo sugli alari nel camino brucia adagio sotto il paiolo,

    e brucia e piange, e quando piange, le fiabe dicono che i parenti sono lì che vengono.

    Le ultime pecore che sono passate per il vicolo

    hanno lasciato un po’ di lana sugli spini che sarà utile per il letto di un rondinino,

    hanno annusato ed hanno scrollato le bacche del biancospino.

    Un brivido di freddo ti attraversa le ossa e gli occhi stellanti Maria, è meglio tu li chiuda

    che in fondo ad essi ho visto la malinconia.

    La campagna che è rimasta senza vestito alza la nebbia ch’era dentro il fosso

    perchè ha vergogna a farsi vedere nuda.

    (A. Spallicci)

    Imm

    agi

    ni t

    ratt

    e da

    i nos

    tri d

    ocum

    enta

    ri

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    Libreria “La Grama”

    “I sapori della campagna” “Racconti paesani”

    vol. 1 - Una vita fra la canapa vol. 2 - Tessitura che passione! vol. 3 - Una vita fra i bigatti vol. 4 - Una fèta d’furmaj vol. 5 - Il Grano e il pane: ieri e oggi

    Documentari

    Video n. 1 contenente: -Testimonianze dal Museo della civiltà contadina; -Il grano e il pane: ieri e oggi; -Una vita con il maiale; -Latte e formaggio: produzione casalinga e artigianale; Video n. 2 contenente: -Una vita fra la canapa; -Una vita fra i bigatti; Per informazioni sulle pubblicazioni telefonare

    allo 0544 534303 o inviare la richiesta via fax allo 0544 535033

    Dri l'irola

    Dri l’irola supplemento a Ross zéntar d’Rumâgna

    a cura della Associazione culturale “La Grama”

    Via della Resistenza, 12 48020 San Pancrazio (RA)

    Tel. 0544534303 - Fax 0544535033 E-mail: [email protected]

    Per effettuare qualsiasi versamento utilizzate il bollettino di C/C postale

    intestato a “La Grama” C/C N.11939485 oppure presso tutti gli sportelli del

    Credito Cooperativo della Provincia di Ravenna

    I dati personali sono rigorosamente personali e saranno utilizzati solo per l’invio di questa pubblicazione e di altre informazioni relative alle manifestazioni dell’associazione.

    Museo della vita contadina in Romagna

    C/o Scuola Elementare Via XVII Novembre, 48020 San Pancrazio RA

    Tel 0544 534303 - Fax 0544 535033 Internet: www.racine.ra.it/russi/vitacontadina

    E-mail: [email protected] Orario del Museo:

    giovedì, dalle 14,30 alle 18,00 domenica, dalle 9,30 alle 12,30

    Ingresso euro 1,00, ridotti euro 0,50 Visite guidate su prenotazione

    “La Biancheria” prodotta nel nostro

    laboratorio di tessitura e ricamo la trovate nelle sagre paesane

    e al Museo

    .

    SEMPLICI COLLABORAZIONI

    ♦ Comunicateci per tempo eventuali cambiamenti di indirizzo in modo che il giornale possa giungervi

    regolarmente

    ♦ Non buttate torselli e canapa nei bi-doni dell’immondizia

    REGALATELI ALLA GRAMA !

    I SOCI CHE NON HANNO VERSATO LA QUOTA ANNUALE SO-

    NO ANCORA IN TEMPO!

    LA QUOTA E’ RIMASTA INVARIATA A €.12,00

    Per dare e ricevere informazioni telefonare al Museo nei giorni e nelle ore di apertura.