La gestione dei limi di decantazione del lavaggio degli ... · 2 - invio torbide a vasche...
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La gestione dei limi di decantazione del lavaggio degli inerti di cava
Ordine dei Geologi della ToscanaCommissione “Terre e rocce da scavo”
Firenze 09/12/2008
ORIGINE
PROBLEMATICHEtecniche:
• scelta tipologia di trattamento • compatibilità ambientale• sicurezza degli addetti
amministrative/gestionali:• regime autorizzativo• inquadramento giuridico dei materiali originati dal trattamento
(rifiuti, sottoprodotti, prodotti?)• adempimenti amministrativi connessi
impianti di lavaggio degli inerti di cava inseriti all’interno di aree
estrattive o esterni ad area di cava
Alternative tecnologiche
da Cardu- Garbarino, 2008
Sedimentazione naturale delle acque torbide
in vasche di decantazione
Chiarificazione delle acquetorbide e disidratazione
del fango tramiteimpianto di filtropressatura
Trattamentodei fanghi
in “geotubi”
Impianti di chiarificazione e filtropressatura
Schema di processo
1 - Lavorazione del tout venant in impianto di frantumazione vagliatura e lavaggio
2 - Chiarificazione delle acque torbide in vasca per addensamento e decantazione (aggiunta di flocculanti)
3 - estrazione dei fanghi dalla vasca e disidratazione in filtropressa o nastropressa
4 - deposito dei fanghi disidratati in attesa della destinazione finale
Impianti di chiarificazione e filtropressatura
PROBLEMATICHE:• Eventuale contaminazione dei fanghi determinata dal flocculante
(classificazione, biodegradabilità, controllo del dosaggio)• Gestione degli stoccaggi
– Previsione aree dedicate e limitazione quantitativi stoccati– Prevenzione del dilavamento e trasporto solido (regimazione
idraulica, gestione scarico acque di dilavamento)– Mitigazione e della diffusione di polveri (umidificazione piazzali e
piste di carreggio, schermature arboree)
VANTAGGI:• Riciclo integrale delle acque in testa all’impianto• Prevenzione scarichi idrici• Necessità di spazi limitati• Possibilità di monitorare adeguatamente il processo• Buoni rendimenti di disidratazione (70-80%)
Sedimentazione delle acque torbide in bacini di decantazioneSchema di processo
1 - Lavorazione tout venant in impianto di frantumazione vagliatura e lavaggio
2 - invio torbide a vasche sedimentazione, consolidamento, desaturazione dei fini
3- sfioramento acque chiarificate in vasca di percolazione e riciclo nell’impianto
4 - gestione dei materiali consolidati nelle vasche
Sedimentazione delle acque torbide in bacini di decantazione
VANTAGGI:• processo “naturale” (senza aggiunta di materiali estranei);• minori consumi energetici;
PROBLEMATICHE:• Dimensionamento delle vasche;• Riciclo delle acque limitato dalle perdite (scarichi, evaporazione);• Controllo dei processi di consolidamento e desaturazione
(sicurezza operatori addetti allo scavo delle vasche colmatate);• Gestione dei materiali consolidati nelle vasche;• Gestione acque di scarico;
– impatti su qualità chimico- fisica acque, morfologia e biocenosi fluviali– impermeabilizzazione e cambiamenti tessitura dei suoli
• Ripristino finale delle vasche;
Sedimentazione delle acque torbide in bacini di decantazione
FASE DI SCAVO DEI LIMI DEPOSITATI NELLE VASCHE
Problematiche geotecniche:• composizione granulometrica variabile all’interno della vasca• disomogeneità del processo di desaturazione• reversibilità del processo di desaturazione• resistenza del materiale variabile in funzione delle caratteristiche precedenti
Rischi:Collasso del deposito di limi di decantazione durante le operazioni di scavo
COSA FARE?• Monitorare il grado di addensamento e saturazione del deposito• Limitare la profondità delle vasche e quindi l’altezza dei depositi• Evitare l’attacco frontale (privilegiare attacco dall’alto o dai bordi del bacino)• Utilizzare mezzi d’opera di taglia adeguata• Elaborazione di un protocollo tecnico per gli operatori
Trattamento dei fanghi in “geotubi”
La permeabilità del geotessile permette il drenaggio dell’acqua mentre i fini vengono trattenuti al suo internoPresentano elevata resistenza alle sollecitazioni meccanichePosizionamento in bacini fuori terra, facilitato da appositi ancoraggi
Geosistemi tubolari realizzati con geotessuto in polipropilene o poliestere/polietilene
da Cardu - Garbarino, 2008
Trattamento dei fanghi in “geotubi”
VANTAGGI:• Maggiore efficienza nel processo di disidratazione;• Versatilità d’impiego in relazione alla taglia dell’impianto ed
all’utilizzo del geotubo;• Stoccaggio dei fini, già addensati, pronti per un successivo riuso;
PROBLEMATICHE:• Tecnologia non ancora “matura”;• Necessità di controllo chimico-fisico delle acque di filtrazione, con
tubi di drenaggio appositi;• Costi;
Adempimenti relativi agli scarichi idrici
Scarichi delle vasche di decantazione(acque reflue ind.li)
Su suolo
In acque sotterranee
In acque superficiali
Art. 103 D.Lgs 152/06
Art. 104 D.Lgs 152/06
Art. 105 D.Lgs 152/06
Piano GestioneAMD cava
e area impianti artt. 39-40 DPGRT 46/R/08(in vigore dal 16/03/2009)
Eliminare / Ridurre tramite riciclo (art. 98 D.Lgs. 152/06)
Autorizzazione Provincia
scarichi
Area impianti - Raccolta e convogliamento AMD- Separazione e trattamento AMPP
Riuso acque nell’impianto
Gestione dei limi di decantazione
CASO 1gestione come “rifiuti di estrazione” ai sensi D.Lgs. 117/08,nell’ambito dell’attività di coltivazione e ripristino autorizzata
CASO 2smaltimento/recupero presso impianti di gestione autorizzatiai sensi della parte IV del D.Lgs. 152/06 e smi
CASO 3gestione come prodotto o sottoprodotto
CASO 1: gestione come “rifiuti di estrazione” ai sensi D.Lgs. 117/08,nell’ambito dell’attività di coltivazione e ripristino autorizzata
Situazione ante D.Lgs. 117/08
• Esclusione dall’ambito di applicazione della parte IV del D.Lgs.152/06– Corte Cassazione Penale Sez. III, Sentenze n° 42966 del 28-11-2005 e
n° 5315 del 8-2-2007;– Parere MATT UL/2005/2579;
• Progettazione e descrizione dettagliata delle modalità gestionalinell’ambito del progetto di coltivazione e ripristino dell’attivitàestrattiva– art. 12 c.1 lett. b) ed e) LR 78/98,– punto 2.5.6 DGRT 138/02;
• Valutazione di merito nell’ambito del procedimento per il rilasciodell’autorizzazione ai sensi LR 78/98;
CASO 1: gestione come “rifiuti di estrazione” ai sensi D.Lgs. 117/08,nell’ambito dell’attività di coltivazione e ripristino autorizzata
Sintesi novità introdotte dal D.Lgs. 117/08
• Campo di applicazione: gestione rifiuti di estrazione all’internodel sito e nelle strutture di deposito
• Presentazione del Piano di gestione dei rifiuti di estrazione comesezione del piano globale dell'attività estrattiva (art.5)
• Utilizzo dei rifiuti di estrazione per la ripiena di vuoti e volumetrieprodotti dall'attività estrattiva (art.10) a condizione che:– sia garantita la stabilità dei rifiuti di estrazione;– sia impedito l'inquinamento del suolo e delle acque di superficie e
sotterranee;– sia assicurato il monitoraggio dei rifiuti di estrazione e dei vuoti e
volumetrie prodotti dall'attività estrattiva.
• Progettazione, classificazione, autorizzazione, gestione e post-gestione delle strutture di deposito dei rifiuti di estrazione
CASO 1: gestione come “rifiuti di estrazione” ai sensi D.Lgs. 117/08,nell’ambito dell’attività di coltivazione e ripristino autorizzata
Contenuti del “Piano di gestione dei rifiuti di estrazione”
Piano di gestionerifiuti di estrazione
caratterizzazionerifiuti e stimaquantitativi
prodotti
descrizionedelle operazioniche producono i
rifiuti e deglieventuali
trattamenti
classificazionestruttura di
deposito
Descrizione:• effetti negativi
su ambiente esalute
• misurepreventive daadottare perridurre al minimol'impattoambientale inesercizio e dopochiusura
procedure dicontrollo e dimonitoraggiodellestrutture dideposito enella ripienadei vuoti dicoltivazione
piano per lachiusuracompresi
ripristino emonitoraggio
misureprevenzione
inquinamentoacqua e aria
descrizionearea strutturadi depositocompresaidrogeologiageologia egeotecnica
CASO 1: gestione come “rifiuti di estrazione” ai sensi D.Lgs. 117/08,nell’ambito dell’attività di coltivazione e ripristino autorizzata
Struttura di deposito dei rifiuti di estrazioneQualsiasi area adibita all'accumulo o al deposito di rifiuti di estrazione,allo stato solido o liquido, in soluzione o in sospensione.Tali strutture comprendono una diga o un'altra struttura destinata a contenere,racchiudere, confinare i rifiuti di estrazione o svolgere altre funzioni per lastruttura, inclusi, in particolare, i cumuli e i bacini di decantazione; sono esclusi ivuoti e volumetrie prodotti dall'attività estrattiva dove vengono risistemati i rifiuti diestrazione, dopo l'estrazione del minerale, a fini di ripristino e ricostruzione.In particolare, ricadono nella definizione:
1) le strutture di deposito dei rifiuti di estrazione di categoria A e le strutture per i rifiutidi estrazione caratterizzati come pericolosi nel piano di gestione dei rifiuti diestrazione;
2) le strutture per i rifiuti di estrazione pericolosi generati in modo imprevisto, dopo unperiodo di accumulo o di deposito di rifiuti di estrazione superiore a sei mesi;
3) le strutture per i rifiuti di estrazione non inerti non pericolosi, dopo un periodo diaccumulo o di deposito di rifiuti di estrazione superiore a un anno;
4) le strutture per la terra non inquinata, i rifiuti di estrazione non pericolosi derivantidalla prospezione o dalla ricerca, i rifiuti derivanti dalle operazioni di estrazione, ditrattamento e di stoccaggio della torba nonché i rifiuti di estrazione inerti, dopo unperiodo di accumulo o di deposito di rifiuti di estrazione superiore a tre anni;
Art. 5Piano digestione deirifiuti diestrazione
Art. 6Piano diemergenzainterno /esterno
Art. 7Domanda eautorizzazione
Art. 8partecipazionedel pubblico
Art. 11 c. 1-3Obblighidell’operatoreper lagestione echiusura
Art. 12Manutenzionemonitoraggio,controllo infase dichiusura epost-chiusura
Art. 13 c.6Riduzionetenore cianurodissociabilenei bacini didecantazione
Art. 14Garanziefinanziarie
Art. 16Effetti transfrontalieri
Struttura di deposito dicategoria A SI
SI(escluse
attività D.Lgs334/99)
SI SI SI SI
SI (in bacini
decantazionecon presenza
di cianuro)
SI SI
Deposito rifiuti non inertiNP, non stoccati instruttura di cat. A SI NO SI SI
Solo c. 3RIDUZIONEOBBLIGHI oDEROGA,dietro valutaz.tecnica A.C.
Solo c. 4 e 5RIDUZIONEOBBLIGHI oDEROGA,
dietro valutaz.tecnica A.C.
RIDUZIONEOBBLIGHI oDEROGA,
dietro valutaz.tecnica A.C.
SI SI
Deposito di rifiuti NPderivanti dallaprospezione e dallaricerca di risorse minerali,esclusi idrocarburi eevaporiti diversi dal gessoe dall'anidride
SI NO
RIDUZIONEOBBLIGHI o
DEROGAse soddisfatti i
requisitigenerali (art 4)
RIDUZIONEOBBLIGHI o
DEROGAse soddisfatti i
requisitigenerali (art 4)
RIDUZIONEOBBLIGHI o
DEROGAse soddisfatti i
requisitigenerali (art 4)
RIDUZIONEOBBLIGHI o
DEROGAse soddisfatti i
requisitigenerali (art 4)
RIDUZIONEOBBLIGHI o
DEROGAse soddisfatti i
requisitigenerali (art 4)
RIDUZIONEOBBLIGHI o
DEROGAse soddisfatti i
requisitigenerali (art 4)
RIDUZIONEOBBLIGHI o
DEROGAse soddisfatti i
requisitigenerali (art 4)
Rifiuti inerti, terra noninquinata derivantidalle operazioni diP.R.E.T.A. dellerisorse minerali edallo sfruttamentodelle cave.
Rifiuti derivanti dalleoperazioni diP.R.E.T.A. dalla torba.
se non contenuti instruttura di deposito dicat. A
SI NO NO NO NO NO NO NO NO
CASO 1: gestione come “rifiuti di estrazione” ai sensi D.Lgs. 117/08,nell’ambito dell’attività di coltivazione e ripristino autorizzata
STRUTTURE DI DEPOSITO: DIFFERENZIAZIONE DEGLI ADEMPIMENTI
CASO 2: smaltimento/recupero presso impianti di gestioneautorizzati ai sensi della parte IV del D.Lgs. 152/06 e smi
Adempimenti del produttore
• Classificazione del rifiuto ai fini del successivo correttosmaltimento/recupero;
• Corretta gestione dei depositi di rifiuti nel luogo di produzione;– Deposito temporaneo
• nel rispetto condizioni (tempi, quantitativi...) previste all’art. 183 c. 1 lett. m)– Messa in riserva (R13)
• autorizzata con procedimento ordinario o semplificato, durata max 3 anni– Deposito preliminare (D15)
• autorizzato con procedimento ordinario, durata max 1 anno
• Gestione dei rifiuti avvalendosi di trasportatori, recuperatori,smaltitori iscritti all’Albo Gestori/autorizzati;
• Registrazione dei movimenti sul registro di carico e scarico;• Compilazione del formulario di identificazione;• Presentazione annuale del MUD alla CCIA;
CASO 2: smaltimento/recupero presso impianti di gestioneautorizzati ai sensi della parte IV del D.Lgs. 152/06
12.7. Tipologia: fanghi costituiti da inerti [010102] [010409] [010410] [010412]12.7.1. Provenienza: chiarificazione o decantazione naturale di acque da lavaggio di
inerti; attività estrattive. 12.7.2. Caratteristiche del rifiuto: fanghi contenenti limi, argille, terriccio ed eventuali
elementi di natura vegetale. 12.7.3. Attività di recupero: previa eventuale disidratazione: a) industria dei laterizi in aggiunta all'impasto, industria dell'argilla espansa [R5]; b) cementifici [R5]; c) recuperi ambientali (il recupero è subordinato all'esecuzione del test di cessione sul
rifiuto tal quale secondo il metodo in allegato 3 al presente decreto) [R10]. 12.7.4. Caratteristiche delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti:a) laterizi e argilla espansa nelle forme usualmente commercializzate; b) cemento nelle forme usualmente commercializzate.
Recupero dei fanghi in regime semplificato artt. 215-216 D.Lgs 152/06 - DM 05/02/1998 e s.m.i.
Quantità max trattata dagli impianti autorizzati in regime semplificato: 50.000 t/a
Per quantitativi superiori necessaria autorizzazione in regime ordinario (art. 208 D.Lgs 152/06)
Possibili utilizzi dei limi di decantazione
Strettamente connessi con la composizione del limo (calcarea, dolomitica, porfirica,non classificabili)
• edilizia (riempimenti, rinfianco scavi per posa tubazioni);• addittivante per curve granulometriche specifiche (filler per aggregati);• ammendante/fertilizzante agricolo, previa lavorazione con compost;• cementifici;• produzione intonaci;• ripristini ambientali;• materiale copertura discariche;• depurazione emissioni industriali (desolforazione fumi);
CASO 3: gestione come prodotto o sottoprodotto
Art. 183 c.1 lett. p - D.Lgs. 152/06 e smiSono sottoprodotti le sostanze e i materiali deiquali il produttore non intende disfarsi ai sensidell’ art. 183, c. 1, lett. a), che soddisfino tutti iseguenti criteri, requisiti e condizioni:
1) siano originati da un processo nondirettamente destinato alla loro produzione;
2) il loro impiego sia certo, sin dalla fase dellaproduzione, integrale e avvenga direttamentenel corso del processo di produzione o diutilizzazione preventivamente individuato edefinito;
3) siano soddisfatti i requisiti merceologici e diqualità ambientale idonei a garantire che illoro impiego non dia luogo ad emissioni e adimpatti ambientali qualitativamente equantitativamente diversi da quelli autorizzatiper l'impianto dove sono destinati ad essereutilizzati;
4) non siano sottoposti a trattamenti preventivi oa trasformazioni preliminari per soddisfare irequisiti merceologici e di qualità ambientaledi cui al punto precedente, ma possegganotali requisiti sin dalla fase della produzione;
5) abbiano un valore economico di mercato.
Art. 5 Direttiva 2008/98/CE
Una sostanza od oggetto derivante da unprocesso di produzione il cui scopo primario nonè la produzione di tale articolo può non essereconsiderato rifiuto ai sensi dell'articolo 3, punto 1,bensì sottoprodotto soltanto se sono soddisfattele seguenti condizioni:
a) è certo che la sostanza o l'oggetto saràulteriormente utilizzata/o;
b) la sostanza o l'oggetto può essere utilizzata/odirettamente senza alcun ulteriore trattamentodiverso dalla normale pratica industriale;
c) la sostanza o l'oggetto è prodotta/o come parteintegrante di un processo di produzione e
d) l'ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza ol'oggetto soddisfa, per l'utilizzo specifico, tutti irequisiti pertinenti riguardanti i prodotti e laprotezione della salute e dell'ambiente e nonporterà a impatti complessivi negativisull'ambiente o la salute umana
Definizione di sottoprodotto
CASO 3: gestione come prodotto o sottoprodotto
Comunicazione Commissione Europea 59/07 “Linee guida” sull’individuazione dei sottoprodotti