LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una...

213
LA Poema Lirico CON LALLEGORIE GALATEA DELL’ACADEMICO VENETO SCONOSCIUTO A cura di Massimiliano Oronzo

Transcript of LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una...

Page 1: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

LA

Poema Lirico

con l’allegorie

GALATEA

Dell’acaDemico Veneto SconoSciuto

A cura di Massimiliano Oronzo

Page 2: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

2

Nota introduttiva

Quella dei Priuli fu una nobile famiglia veneziana, che vide dogi, cardinali e governatori fra i suoi più alti rappresentanti durante il Cinquecento e il Seicento. In particolare, nel XVI sec. a Venezia vi fu un Girolamo Priuli (1486 - 1567) senatore della Serenissima nel 1520 e poi doge nel 1559. Però è difficile credere che possa trattarsi dell’autore de La Galatea, giacché sulla base di quanto lo stesso scrive nella prefazione, “Questo parto, nato nella primavera della gioventù”, il componimento sarebbe da collocare agli inizi del Cinquecento, e ciò mal si accorda con lo stile compositivo concettista e le forme linguistiche tipica-mente barocche dell’opera. Tuttavia, si potrebbe pensare a un discendente omonimo, se non altro per il fatto che se si fosse trattato effettivamente del doge, il Quadrio lo avrebbe citato con quel titolo, e non soltanto con quello di senatore. Il primo a catalogare La Galatea fu il bibliografo Francesco Saverio Quadrio1: “Sono idillj fra lor legati di Girolamo Priuli, senator viniziano”. Successivamente, altri due bibliografi, Ga-etano Melzi2 e Sandro Piantanida3, si limitarono a confermare quanto indicato dal Quadrio. Considerate le scarse informazioni ad oggi disponibili, ho effettuato una piccola ricerca, di cui ora darò conto. Nell’opera compilata dal padre Giovan Battista Spada Giardino de gli Epiteti, Traslati, et Aggiunti poetici italiani4 sono presenti diverse citazioni tratte da La Galatea; fatto che porta a considerare il Priuli tra gli autori rilevanti del Seicento. Sempre nell’ambito delle opere di erudizione letteraria, in Le

1. QUADRIO Francesco Saverio, Della storia e della ragione d’ogni poesia volumi quattro, in Bologna, MDCCXXXIX, Libro II.2. MELZI Gaetano, Dizionario di opere anonime e pseudonime di scrittori italiani, Milano, Giacomo Pirola, MDCCCXLVIII, Tomo I.3. PIANTANIDA S., DIOTALLEVI L., LIVRAGHI G. (a cura di), Autori italiani del Seicento, Milano, 1948 - 1951.4. SPADA Giovan Battista, Giardino de gli Epiteti, Traslati, et Aggiunti poetici italiani, in Bologna, per l’erede di Vittorio Benacci, 1648, pagg. 604-5.

Page 3: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

3

vigilie del Capricorno, Note tumultuarie alle Epistole Heroiche di Lorenzo Crasso5 del padre Angelico Aprosio, si legge il seguente passo a commento dell’epistola IV: “V. 170. In cui si prende al mormorar d’un fonte / In letto di smeraldo alta quiete. Ponesi qui Smeraldo, in vece d’herbe, che per cagione del color verde, pa-jono Smeraldi. Così Girolamo Priuli nella Galatea, lib. IX, o sia Polifemo destato dal Cielo, v. 1386. Con Infallibil vista / Tu che da lunge miri / Del Prato, e della piaggia / A ventilare i teneri Smeraldi. [...] Metafora comune a tutti li Poeti italiani”. Considerata l’au-torevolezza dei due studiosi, si confermerebbe quanto proposto dal Quadrio circa il nome. Resta però aperto il problema di quale Girolamo Priuli si stia trattando. Nel volume Rime di Adriano Grandi7, scrittore veronese, si trova un epitalamio per le nozze di Girolamo Priuli “Figliuolo del Sereniss. Principe di Venetia” e Franceschina Dolfina, ma dalla lettura del componimento non emergono elementi biografici utili. Allo stesso modo, nel Il Mosè di Bonifacio Agliardi8, il cui frontespizio reca una dedica al “SIG. GIROLAMO / PRIULI / Digniss. Podestà di Verona”, si legge nella lettera dedicatoria che il medesimo fu al “governo” della città di Bergamo. Infine, per ciò che riguarda le citazioni in opere letterarie, l’idillio Il Narciso di Leonardo Quirini, contenuto nella raccolta di diversi autori stampata da Trivisan Bertolotti9, è pre-ceduto da una dedicatoria dello stesso Bertolotti al “Clarissimo Signor Girolamo Prioli”, in cui l’unica nota rilevante è che il nostro “si diporta talhora con honesta ricreatione per gli ameni giardini dei poetici componimenti”. Per concludere questa breve rassegna, un Girolamo Priuli lo si trova podestà a Vicenza tra

5. GENARI Paolo da Scio (Angelico Aprosio), Le vigilie del Capricorno, Note tumultuarie alle Epistole Heroiche di Lorenzo Crasso, Venezia, 1667, pag 135.6. In realtà si tratta del verso 237.7. GRANDI Adriano, Rime. Parte prima, in Verona, per Bartolomeo Merlo, 1620, pag. 228.8. GALIARDI Facibonio (Bonifacio Agliardi), Il Mosé, in Venezia, presso Cristoforo Tomasini, 1639.9. QUIRINI Lionardo, Il Narciso, in Venezia, appresso Trivisan Bertolotti, 1613.

Page 4: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

nota introDuttiVa

4

il 1646 e il 1648, presumibilmente lo stesso ritratto dal pittore Francesco Maffei nella tela risalente al 1649 Glorificazione del podestà Girolamo Priuli10.

Nell’edizione princeps de La Galatea, oltre all’autore, sono anonimi il luogo di stampa, la data e il nome dello stampatore. Dalla marca tipografica raffigurante l’Aurora si può però desume-re con buon grado di certezza che il volume uscì dalla stamperia di Giovan Battista Ciotti, il quale fu molto attivo a Venezia tra la fine del XVI e l’inizio del XVII. Per la data invece resta il dubbio, poiché il Quadrio non riporta nulla e si limita ad annotare che l’opera fu ristampata in Cremona nel 1628 da Giacinto Belpieri. Sandro Piantanida invece riporta il 1625 come anno della prima edizione, ma senza riferirne la fonte.

10. Curiosamente, nella tela del Maffei (ora nella pinacoteca di Vicenza) dietro al podestà si scor-gono due figure femminili, una delle quali tiene nella mano un cuore, che per forma è lo stesso che compare nel frontespizio de La Galatea.

Page 5: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 6: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Pescara, aprile 2018www.poesialirica.it

Page 7: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 8: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

8

A’ LETTORI

Questo parto, nato nella primavera della gioventù, figlio degli anni più lieti e dell’anima più tranquilla; parto che quasi Aurora nascente dall’orizonte del cuore spiegò i raggi matutini, e sparse le primiere rugiade per render lu-minoso e fertile il povero e tenebroso mondo dell’inesperto ingegno; parto che quasi foglia in fiore o fiore in frutto, anzi qual frutto in fronda o fronda in pianta, spontò per adornar anch’egli de’ suoi piccioli fregi i ben culti giardini delle poetiche composizioni; questo, qual si sia lambito da mal temprata penna, informe figlio, e nutrito da neri inchiostri oscuro infante, offero a voi, benigni lettori. Il suggetto è tutta favola, l’espressione è tutta poetica; fa di mestieri che da quegli occhi che la vedranno sia riguardata con buon talento d’animo propizio e favorevole. Voi soli ho terminato con giusta confidenza di eleggere per miei difensori, perché nascondendom’io sotto la maschera d’A-cademico Sconociuto, non posso, né debbo difendermi; le offese, i colpi che mi potessero esser aventati saranno gettati al vento et andaranno per l’aria a vòto, senza colpire il segno, o pur se giungeranno, volgendole io il fianco di giaccio, prego voi ad armarvi di foco per rintuzzarli e per ribatterli. Questa poesia è tutta feconda, va serpeggiando e va diffondendosi, né vi sia chi se ne meravigli, perché i giardini della Virtù devono avere diverse piante che gli adornino e che gli fecondino, e sì come il pino è il più alto che non è il lauro, il lauro più frondoso che non è l’abete, l’abete più molle e più verdeggiante che non è il pero, ciascuno però di sua natura è perfetto, e merita la sua propria lode, e chi volesse in un giardino piantarvi solo con disegnate linee i diritti cipressi, o tra compartiti

Page 9: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

9

disegni i verdeggianti pini, riuscirebbe vista noiosa, per-ché per la uniformità non sarebbe di gusto ai riguardanti. Anco la vite, pianta domestica et umile, la qual sorgendo dalla radice pampinosa serpeggiando, e con lascivi passi aviticchiandosi e diffondendosi sopra la pergola che le vien apprestata, dilatata, bella, morbida e folta in dilettevol guisa, serve d’ombra e di fregio alla reggia verdeggiante degli alberi e dei fiori. Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria dia la vita a chi la leggerà. Ma già ch’io mi trovo nella metafora delle piante, mi convien dire per conclusione che sì come doppo la scorza loro vi si ritrova la medolla, dietro il fiore il frutto, e la fronde, che quivi verdeggia, è sicuro indizio della radice ch’in lei vive, così andremo dicendo e dimo-strando ciò che fra la scorza della Galatea si nasconde di sostanza, quello che nel suo bello si chiude di buono, e quanto sotto il suo verde si cela di virtù.

Page 10: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 11: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

Qui Galatea, che fra le squadre de’ pesci va nuotando, e diportandosi per lo mar di Sicilia, mare dove continua-mente latra Scilla e Cariddi, può esser probabilmente interpretata per l’anima ragionevole in questo mar del mondo peregrina errante, che fra procelle volubili e fra latrati di mostri crudeli va continovamente solcando gl’in-stabili e spaziosi campi delle miserie umane, seguitata, anzi perseguitata, da nemici insidiosi, che sempre le stanno al fianco per farla traboccar nelle Sirti altissime e nei gorghi voraginosi degl’infernali abissi; e il Cielo, innamorato di Galatea, che con lingua di foco le ragiona caldi concetti al core, invitandola a lasciar gli algosi soggiorni marini per girsene ad albergare in cielo fra li splendori immortali del bel stellato regno, è figura dell’innamorato Dio, che con ardenti inspirazioni la move, con spiritosa eloquenza la persuade a dispregiar il mondo, a calcar sotto i piedi questi caduchi alberghi, per girsene a soggiornar nella vera region de’ vivi, dove in palagi immortali risiede la vera gloria, e dove nel regno della pace e nel trono dell’immortalità regna e risplende lo stesso Dio, certa ricchezza di tutti gl’intelletti e di tutti i desiderii umani.

Page 12: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 13: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

13

inVito Del cielo innamorato

a galatea

Di là poco lontanoDal marittimo varco,Dal varco periglioso,Là dove Scilla infame,Quasi lupa del Mare, 5Con ingordi latrati,Avida sempre, chiedeFortunevole ciboDi procellosi armenti a la sua fame;

Sovra i liquidi campi 10Del più tranquillo Mar, Mar che pareaCristallino del ciel specchio lucente,L’innamorata figlia di Nereo,Lasciva albergatriceDe le muscose grotte, 15Leggiadra allettatriceDe’ marittimi cori,Ignuda, se non quantoRivale il Mar del CieloNascondevala alquanto, 20Fatto agli omeri suoi ceruleo velo,Coi teneri alabastriDel seno e de le bracciaFrangendo l’aure e l’onde,Verso l’amata riva, 25Vezzosa natatrice,Scherzosa se ne giva. A lei d’intornoLascivetto drappello

Page 14: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

14

Di pesci innamorati,Suoi gelosi custodi, ivan guizzando. 30Comparian gli squamosiNatatori guerrieriSovra ’l molle elementoCon gli usberghi d’argento,Degli scogli a la cote 35Arrotate portandoSpine pungenti in vece d’armi al fianco.

Da’ bei vicini pratiLusinghieri odorati i venticelli,Vedutala da lunge, a lei volâro, 40Ed a servirla intentiLe belle fila d’oroDe’ crini inanellatiRasciugaron co’ fiati, e con i fiatiDi cinamo e di croco 45I peregrini Zeffiri vagantiA gara insieme anch’essiLe rendevan tributoDe l’involate spoglie agli orti d’Ibla;Ed a le piagge amene 50Degl’Indi e de’ Sabei versava il Cielo,Stillava per dolcezza,Vagheggiator del vago,Ammirator del bello,De l’amata bellezza, 55Da le terse pupille adamantineDel Sole innamorato,Occhio de la sua fronte,Tepidi raggi e tremoli zaffiri.Ma con novo miracolo d’Amore 60Chiudea, secreto amante,Ne’ rai le lingue e ne le gemme il pianto;Lingue di pianto molli,

Page 15: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

i - inVito Del cielo a galatea

15

Pianti di foco accesi,Che fra’ salsi cristalli 65Mescolati serpendo, al manco latoDe la candida ignudaCon iterati colpi percotendo,Le piansero su ’l cor celesti amori.

— Bella figlia di Dori — 70Facondo le diceva il dolce pianto,(ma in così cauta guisa,Ma con sì cheti accenti,Che non l’intese il Mare,Che nol seppero i Venti) — ah troppo indegno 75Sono di possederti.L’ime tane spugnose,Le caverne scogliose,I freddi e salsi calli,Gli ondosi poggi e le guazzose valli, 80Questi mobili fondi,Sono reggie funesteDi turbini e tempeste;Questi rigidi scogli,Queste alghe e queste arene 85Sono piume e guancialiDi pistrici e balene,Di procelloso armento è prato il Mare,Né tal gregge a guidare altri è bastantePer sì variabil suolo, 90Che con alati passi il vento a volo.

Membra, membra sì belleDevono errar più tostoChe per l’onde fra’ pesci,Fra’ raggi per le stelle. Al tuo bel viso, 95Specchio in vece del mare,Si deve il paradiso,Al candor del tuo sen l’azzuro eterno

Page 16: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

16

Esser fregio dovria. Ceruleo mareNon sempre ha cheto il lembo 100Del volubile manto;Se si gonfia e se freme,Con l’ondeggianti bracciaTrae da le rupi i sassi,Spoglia di rupi i monti. E tu lo sai, 105E tu mirarlo dêi. Del gran monarcaAl temuto tridente ei ben soggiace,Ma de le tue bellezzeAmante esser non può, ch’ha il cor di gelo.Né suono di querele o di preghiere 110Può raffrenar i fremiti e i muggitiDe le spumose fauci a far ch’e’ t’oda.È un mostro sordo, è un mentitor villano,È un frenetico insano,Eterno moribondo, 115Che ne le morti sue sommerge i vivi,Insanabile infermo,Che ne le febri sue vomita i morti,Tranguggiator voraceDe le merci, de’ legni, 120Voragine fatal anco de’ regni.

E se talora ad un instante il miri,Cangiato in faccia e trasformato in vista,Esser non più qual era,Non più cruccioso il seno, 125Turbinose le ciglia,O di rugosi fluttiCrespe le gote algenti,O di canuta spumaBianca la fredda e rabbuffata chioma, 130Oimè, ch’i suoi furoriNe l’indomito sen dòman se stessiPer risorger più fieri

Page 17: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

i - inVito Del cielo a galatea

17

A più feroci assalti.E se tal volta vedi 135Disposta in ordinanzaVerdeggiarli su ’l capoD’alga novella il giovinetto crine,Co’ lusinghieri fiatiE co’ tremoli giri, 140Benché par che t’adoriE che per te sospiri; e se taloraCon liscia guancia e con serena fronteDinanzi a’ tuoi begli occhiEi si prosterne umìle; e se talora 145In doloroso metro,Supplichevole amante,Col suo roco fragor par che si lagniNe’ suoi tranquilli e limpidi cristalli,Bench’egli t’offra insin dal fondo il core, 150Fra le vaghezze traditrici a puntoFatto in volto innocente empio omicida,Nasconde il lusinghieroNe l’esca adulatriceDe l’amo fraudolente il curvo artiglio, 155E deludendo vesteDi diletto il periglio,Et allettando fregiaDi lusinghe la Morte; ad ogni modo,Ad ogni tempo, in ogni loco ei noce. 160Tranquillo e ingannatore,Se freme egli spaventa,Ondeggiando tormenta,Tempestoso percuote,Se combatte egli uccide, 165Anzi, prima ch’uccida,Ne la tomba del ventre il vivo inghiotte.Fuggi mostro sì iniquo,

Page 18: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

18

Fuggi belva sì rea,Leggiadra Galatea, t’invita il Cielo, 170Ti prega il sol, ti chiamano le stelle.Che se vaga sarai di gir a nuotoPer liquide campagne,Anco in Ciel vi son mariCh’han di zaffiro il fondo e d’oro i lidi, 175Di diamante gli scogli,I pesci di cristal, l’acque di Sole,Che non sentono maiNoia di vento o colpo di procelle;Sol le frange talora, 180Tuffate in lor le belle membra ignude,Lascivetta scherzando,La Luna infra le stelle,Sol le rincrespa alquanto,D’aure o di venti in vece, 185Con i fiati d’ambrosia,Con i voli canoriLe beate Armonie, gli eterni Amori.

Se per prati o per poggiAmi di coglier fiori, 190Per farne treccia al crine o fregio al seno,Vieni fra queste piagge,Deh vieni, o Galatea,Qui dipinti vedraiDa immortal Primavera orti beati. 195Di rugiadosa mannaMormoranti ruscelliVanno irrigando il prato, e qui fecondaA la reggia fiorita,Fiori sempre odorati, 200Tra fragranze vitali aura di vita.

Qui su l’erboso lettoDe’ giocondi smeraldi,

Page 19: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

i - inVito Del cielo a galatea

19

Nel cui seno ridenteIl Riso d’Oriente 205Serenissimo scherza,Traggon riposi eterniNel grembo de le stelle i fiori amanti.

Tetto e pianura il CieloMaravigliando forse 210Vedrai che gli sostiene e che gli nutre,Senza fiato d’arsura,Senza stilla di gelo,Fatto prato di loro e fatto Cielo.

Qui da le verdi piume, 215Fra rugiade di latteErge la testa il Giglio,Che con palpèbre occhiutoA la fiorita chiostra,Quasi portando il giorno, 220D’Alba pura vestito albeggia intorno.

Qui vedrai l’AmarantoImmortalmente nato,Sotto l’eterne foglieAure d’eternità nodrite al prato. 225

Il candido Narciso,Che con aurea pupilla,Tra’ musici concentiDe’ fuggitivi argenti,Vagheggiator di sé, se stesso adora, 230Non sospira, ma gode,Non s’attrista, ma ride,Che per esser in cielo,Anco fra ’l vaneggiar del folle ardore,Di sé pago e beato arde d’Amore. 235

La Clizia innamorata,Che vòlta a più bel Sole,Sempre intenta lo mira,

Page 20: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

20

Arde agli ardori, e al suo girar s’aggira,E nel perpetuo giorno immortalmente 240Ai sempiterni rai si rasserena.

Qui, gelosa, non temeChe nube glielo veli,Che nebbia gliel’involi;Né qui può dubitare 245Che ’l divori l’Occaso o beva il mare.

Qui di vario lavoroLa miniata vesteSovra ’l nodoso gamboIl Garofano spiega, 250Variato nel senoDi colori cangianti,Or splendori, or sembianti;E stellato nel visoPinge stella dipinta il paradiso. 255

Vi si trova il Giacinto,Che, d’indico celesteCampeggiando dipinto,Rassembra al vago velo,Tra gli azzurri celesti, 260Un pargoletto cielo.

Vi si scorge il Ligustro,Non frale e non cadente,Ma che di chiari alboriSaetta lampeggiando erbette e fiori. 265

Il vago Gelsomino,Candido pargoletto,Nutre nel picciol petto,Spira dai dolci fiatiUna celeste Arabia 270Di spiriti odorati.Smalta serpendo l’erbaLa violetta umìle,

Page 21: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

i - inVito Del cielo a galatea

21

Scherzo di primavera, orma d’Aprile.Ma tra’ purpurei lampi 275

Balenando il bel viso,Idolo de la piaggia, occhio de’ fiori,Pompa di paradiso,Il bel fior di Ciprigna,Dolce sangue di lei, tenera figlia, 280Figlia da lei gradita,Parto de le sue vene,Prole de la sua vita,D’ogni beltà più vaga,D’ogni vago più bella, 285Tra’ fior vassalli e tra l’erbetta ancella,Ne la regia fioritaQui d’Aurora vestita,E de l’oro del SoleRegina incoronata, 290Giovinetta pomposaPorporeggia la Rosa.

Rugiadosa di perle,Luminosa di raggi,Spiritosa d’odori, 295Su ’l soglio de la siepe,Con maestà gelosaIn signoril costumeLe stan per guardia a’ lati,Suoi regali custodi, 300Suoi fedeli circassi,Di spine i tronchi in sua difesa armati.

E per l’erboso impero,A’ fior ministri e a’ serviAlternando i messaggi e le risposte, 305Co’ solleciti voliStanno al suo cenno ad ubbidirla intenti,Fatti a le voglie sue corrieri i Venti.

Page 22: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

22

Qui l’alata famigliaDe’ lievi Zeffiretti, 310Col riverente mormorio de’ fiati,Per la dipinta reggiaSpirandole d’intorno, la corteggia.

Sue vezzose compagne,Le Grazie seco assise 315Le chiedono gli odori,E la sorgente Aurora,Per ornarsene il crine, i bei colori.L’Alba, ninfa del Cielo,Scherzandole d’intorno 320La vagheggia e la coglie;Poi, con la man di latte,De l’odorate porpore lasciveRicama i bei zaffiriE ne segna il sentiero al novo giorno. 325

Primavera pittriceCol suo fiorito stilePennelleggiando imprime il suo ritrattoNe la fronte d’Aprile,Et ei la bella imago 330Custodisce e riserba,Per riportarne poiA la stagion novellaL’esempio al prato e le sembianze a l’erba.

Voli di melodia, 335Girano a lei d’intornoDe l’empirea magion l’api canore,Api che da’ concentiDe le musiche sfereSoavemente nate, 340Di feritrici punte disarmate,Sol con lingue di balsamo stillanti,Da la guancia vermiglia

Page 23: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

i - inVito Del cielo a galatea

23

Delibando e suggendoGli spiriti odorati, 345Là tra favi beatiStillar sogliono poiCon ingegnose proveIl nettare e l’ambrosia,Per condirne i conviti 350A le mense di Giove. Ahi, che vaneggio,Vaneggio, o Galatea,Con errante passaggioDi tortuosi detti, indarno i’ tolsiA pingerti que’ fiori 355Che nel tuo vago viso,Piccolo paradiso,Dolcemente fiorir pur tropp’io veggio.

Page 24: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 25: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

Segue il Cielo innamorato e non si stanca per tirar a sé la natatrice amica; in guisa tale continua il sopremo amante, e mai non cessa di chiamar l’anima a sé e levarla dai pericoli in cui si trova; e se Galatea anelante e ru-giadosa va nuotando e volando verso il lido per gettarsi tutta innamorata nelle braccia d’Aci, giovanetto figlio del mostruoso Fauno, ahi chi non vede che anco l’anima umana impaziente e frettolosa cerca sempre di dar di mano alla terra e tutta avida porsi fra le braccia del senso, figlio della depravata natura umana?

Page 26: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 27: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

27

Segue il ragionamento

Del cielo a galatea

— Ma se ciò non t’alletta,O da me sospirataLeggiadra giovinetta,Vieni, che dal mio senoScaturir ne vedrai, 5Perché siano trastulliDi sì rara bellezza,Diluvii di piacere,Abissi di dolcezza.

Tutti i fecondi influssi 10Che dal destro girar de’ lumi eterniSoglio versar de la gran madre in seno,Tutti i benigni aspetti,I soavi piaceri,Gli amorosi diletti 15Che da’ tremoli argenti rugiadosiL’innamorata stellaNe’ vezzosi sospiri mattutiniSuol inspirar ne’ cori,Suol compartir ne’ petti, 20Stilleran nel tuo cor grazie ed amori.

Il lucido e l’adornoSeren de l’Oriente,Tranquillità del giorno,La dolce ilarità, fra cui si vede 25L’aura del dì scherzar tutta ridente,Tutto ’l bel, tutto ’l vagoChe dilettando appare,

Page 28: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

28

Che abbellisce la terra o fregia il mare,Tutto il chiaro e ’l giocondo 30Che fa diadema al Sole,Ch’empie di vezzo il mondo,Qual in proprio orizonteTutto scintillerà ne la tua fronte,Tutti i miei lumi fissi, 35Fissi nel tuo bel volto, idolo mio,Senza chiudersi mai t’adoreranno.

Tutte le luci erranti,Errando a te d’intorno,Fatto di loro a sì bel centro un giro, 40Doppiamente arrichiteAl sol degli occhi tuoiDi fiammelle e di rai,Con occhiuta custodiaSaran tue guide eterne, ovunque andrai. 45

Ogni altra stella poi,Sia crudel o sanguigna,Minacciante o fatale,Sia codata o crinita, in tua difesaDivenute più fiere, 50Fra le temute ruoteDe le infocate loroSpade fulminatriciTi scorgeran sicuraPer la gran via dove camina il Sole. 55

Quivi, se vaga sei di veder mostri,Tu vedrai, bella dea,Quelle fiere famose,Quelle belve lucentiChe ’n stellato soggiorno, 60Tra mura di zaffiroFatalmente rinchiuse,Soglion tener per lor piacer gli dèi;

Page 29: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

ii - ragionamento Del cielo a galatea

29

Vedrai fiero Montone,Il dorso nerboruto 65Carco d’oro lanuto,Che pien di spirti ardenti,Pien di maschio valor torvo s’arretra,E machinando ’l colpoSu la tumida fronte, altero il corno 70Urta ne l’aria e vuol cozzar co’ venti.

E quindi poco lungeRiconoscer potrai quel Tauro ardito,Quel Tauro sì famosoChe nel ferino petto 75Diede a Giove ricettoEt a la vaga EuropaSu le sue terga ’l seggio;Quel Tauro fortunato,Tauro che senza giogo e senza aratro 80Per lo infecondo pianoDel liquido elementoArando i salsi campi,Fertili solo di zizzanie amareChe vi sparge fortuna, 85Che vi semina ’l vento,Con le corna guerriere,Che s’eran fatte alloraDe’ fulmini del cieloFulminatrici arciere, 90Ferendo e minacciandoOr turbini, or tempeste,Seppe scorger sicuri al dolce lidoLa regia preda e ’l predator celeste.

Curva i pungenti artigli altero il Granchio, 95E i paludosi giunchi di LerneaCon bieche terga ruminando intorno,Sdegna il natio soggiorno;

Page 30: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

30

Ma del sangue d’Alcide il morso tintoTutto può, tutto vale 100Di sozzo abitator d’ima palude,Di mostro vil de le fangose tane,Famoso divenutoFra’ cristalli del ciel mostro immortale.

Scuote la folta e rabbuffata chioma 105E con fiero passeggioStampa per la gran via vestigi orrendi,Sferzato il fianco da perpetua febre,L’agitato Leone,Ferocissima belva, 110Ch’ha ne’ ruggiti il tuono,I fólgori negli occhi,E negli accesi fiatiFrenetica la Morte;Non pallida o gelata, 115Ma tutta fiamma il volto,E di vampo letal il morso armata.

Poco lunge vedrai Scorpione immensoGravido di veleno,Che di spento carbone 120Sembra a la scorza, e porta il foco in seno;E de la peste reaCosì ne sparge intornoGl’infetti nembi oscuriE l’atre nebbie folte, 125Che dispergerle a penaE disgombrar le suoleCo’ rai cocenti in su ’l meriggio ’l Sole.

Strana forma vedrai d’uomo biforme,Che da la cinta in giù lo disumana; 130Mezzo ’l dorso di tauro,Sagittario famoso, e in cotal guisaInfallibil arciero,

Page 31: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

ii - ragionamento Del cielo a galatea

31

Che mentre egli saetta,Senza aggrandir lo stile, 135Senz’iperboleggiar, dir si potriaChe da le curve cigliaDe l’arco suo lìnceoScocchi nel segno le quadrella occhiute.

Per lo stesso sentiero 140Scorre Capro barbuto,A cui fascia la fronte e ’l capo adornaCimier bizzarro di ritorte corna;Così lieve lo rendeSvelto piè, gamba asciutta e breve dorso, 145Ch’agile sovra ogn’uso,Ogni volante augel vince nel corso.Poggia di balza in balza,Balza di salto in salto,Salta di cima in cima 150Per li dirupi algentiDe le nubi e de’ venti;E sì destro e leggieroVerso i poggi superni egli s’invia,Che bastar li potria 155Per scala e per sentieroUn lampo di facella,Un sol raggio di Sole,Il crine d’una stella.

Con la massiccia mole 160De’ busti nerboruti e torreggiantiSerrano la gran viaDue gran pesci giganti,Pesci che sovra dorsiPortano in cotal guisa 165Smisurate le squamme,Così dure et alpestri,Che non s’ergono tanto in ver’ le nubi,

Page 32: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

32

Su le terga d’Atlante, Olimpo et Ossa,Pesci che nel gran spazio 170Del sen voraginosoD’acque salse e spumoseChiudon i mari intieri,E, fra gli ampi sentieriDe le spinose cave, i gorghi e’ fiumi. 175Pesci che se qua sopraNido marino in sorteAvessero ottenuto,Come per seggio eternoSì gran tratto di cielo, 180Avrebbono potutoCol moto e col tremotoDei lor guizzi tremendi,Scatenati gli abissi,Del liquefatto gelo 185Far quasi molle et ondeggiante il cielo.

Così tra queste furie e queste fere,O gentil Galatea,Mover leggiadra il passoScorgendoti le stelle, 190Con stupefatte cigliaMostreriano agli dèiLà ne’ beati chiostriUn mostro di bellezza errar fra’ mostri.

Ed a la doppia luce 195De l’amorose tue stelle fataliInnamorati i cori,Di sì indomite belveNon più chiudendo in senoMortifero veleno, 200Spargeriano su ’l crineDe l’invecchiato mondoSpiritosi liquori,

Page 33: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

ii - ragionamento Del cielo a galatea

33

Semi d’amor fecondo,Beatissimi ardori, 205E infonderiano a la cadente e stanca,Vinta da la fatica,Glebosa madre antica,Madre tra’ ferrei figli inrugginita,Aureo cor, verde vita. 210Talché de’ tuoi begli occhiA la virtù vitaleRieder si scorgeriaSenza cicuta il prato,Senza fiere la selva, 215Ove ’l pastor beatoDe l’intralciate spineSenza temer gli agguati,De l’angue insidiosoSenza temer il fele, 220Sicuro coglieriaDal fiume il latte e da le scorze il mèle;Ed il Sol non più solo,Ma teco in compagnia,I giorni meneria, 225Giorni di doppia luce in fronte ornati,Ch’ei gli faria sereni e tu beati.

Vieni dunque, deh vieni,Lascia l’algoso nido,Fuggi ’l furor del Vento, 230Deh vieni, o Galatea,Fuggi del crudo Mar l’orrore e ’l gelo;Vieni, luce del Sole, alma del Cielo. —

Qui l’amante supernoTerminò le parole, 235E ne l’amata deaFisso il guardo tenea;Dal vezzoso Oriente

Page 34: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

34

De l’odorata boccaLuce vital sperando, 240Da l’arco scintillanteDegli accesi rubiniStrale mortal temendoNe lo scoccar de la risposta ’l Cielo.

Et ella balenando, 245Ma con nubila fronte,Per messaggiero un riso,Un riso che chiudea scherzo e ripulsa,Un riso che pareaNel ciel di quel bel volto 250Sdegnosetto e ritrosoIride rugiadosa,Che tra più folte nubiAnco più vaghi suoleSpiegar dal curvo fuori 255Del variato senoI pomposi riflessi e’ bei colori,Dolcemente adirata,Fieramente leggiadra negli aspetti,Proruppe in questi detti. 260

Page 35: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 36: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 37: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

Galatea, indurata ne’ suoi molli pensieri, che sprezza i celesti consigli, che dà ripulsa al cortese invito dell’a-moroso Cielo, e che conclude di voler goder nel grembo d’Aci il suo bene, il suo cielo e la sua gloria, si discerne per l’anima ostinata e proterva, che, rintuzzando nella cote adamantina dell’indurato core le voci affettuose e le vocazioni efficaci del suo Dio, si risolve di voler, fatta vassalla della carne e tributaria del mondo, cangiar nel corto spacio di questi giorni nubilosi e transitorii la serie immortale dell’eternità, e vivendo fra l’oscure nuvole d’una volontaria cecità, senza mai aprir le luci al Sole, passar dall’ignoranza alla morte e dalla terra all’inferno, prigioniera, incatenata per sempre nella carcere miserabile del pentimento, e, dea di maestà infinita, seppellita fra pene senza fine nelle latebre impenetrabili dell’oblivione.

Page 38: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 39: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

39

riSpoSta Di galatea

al cielo

— Amor, due PolifemiFieri, fastosi amanti,Due Ciclopi gigantiMi fan cruda battaglia.L’uno porta nel capo 5Occhio fier che spaventa,L’altro tien ne la fronte occhio ch’abbaglia.

L’uno, al primo balenoDel giorno allor nascente,Che spunta in Oriente, 10Smisurato pastor, con la gran vergaDel noderoso pinoIndrizza al prato e al fonteSu la piaggia del monteLanute pecorelle, 15L’altro, al prim’ombreggiar che fa la notte,Da’ latebrosi orroriDe le sue buie grotte,Là per gli azzuri paschiGuida, pastor anch’egli, 20La innumerabil greggia de le stelle.

Se l’un col gran rimbomboDe la tonante voce,Quando per isfogar gli ardori suoiN’avien che ’l grido estolla, 25Frange de l’aria il velo,Fende del vento il volo,E le marmoree terga al monte crolla;

Page 40: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

40

E l’altro, s’egli tuona,Penetra i nembi a dentro, 30Spezza a le nebbie il dorso,Squarcia a le nubi il seno,Scuote il cor de la terra insin nel centro;L’un co’ caldi sospiriPercuotendo nel bosco, 35Sfogando i suoi cordogli,Fa sibilar le piante;L’altro co’ freddi fiatiDegli Aquiloni armati sospirando,Percuote il mar e fa tremar gli scogli. 40

Se piange Polifemo,Tra’ fiori e gli arboscelliD’acque torbide e salseForma gorghi e ruscelliDa’ procellosi lumi; 45Pioggia spargendo ’l CieloÈ solito a versareDe le lacrime i Gangi in grembo a’ fiumi,Gli Oceani di pianto in seno al mare.

Si strugge per me ’l Cielo, 50Muor per me Polifemo;Se quello m’amoreggia,E quegli mi vagheggia,L’uno di grembo al mar trar mi vorria,L’altro del dolce sen de l’alma mia. 55

L’uno folle si sdegnaChe le marittim’ondeM’accarezzino il seno. Invido è l’altroChe con la dolce boccaL’idolo mio mi baci; 60L’uno è rival del mar e l’altro d’Aci.

O Ciel, come vaneggi,O Cielo, quanto poco

Page 41: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

iii - riSpoSta Di galatea al cielo

41

(eppur d’esser ti pregiArgo di notte e Ciclope di giorno) 65Per discerner il vero,A questi lidi intornoTi dàn luce le stelle e ’l sol t’alluma.

Come, come poss’ioLasciar, per gir in cielo, il paradiso? 70L’aria del dolce visoSotto cui vivo e spiro,A l’anima sì cara,Al cor così gradita,Come cangiar potrei 75Senza cangiar la vita?

De l’amorose luciI vezzosetti giri,Che girano il tenor de la mia sorte,Come lasciar potrei senza la morte? 80

Quella candida fronte,Serenissimo cielo,Amoroso Oriente, ove si miraDa un biondo mar, di crespa chioma d’oro,La bellezza spuntar, alba nascente, 85Fronte da cui derivano i miei giorniE sereni e tranquilli,Come senza mirarla,Senza starle soggetta, aver poriaVita l’anima mia? 90

Quella guancia odorata,Prato sempre fioritoInfra le nevi intatte,Ove ’l sangue s’ingiglia, ove si vedeImporporarsi il latte, 95Prato felice in cuiSatollarsi di cibiAmorosi e vivaci

Page 42: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

42

È solita sovente,Uscita da l’ovile 100Di questa bocca ardente,L’innamorata greggia de’ miei baci.Prato de la mia vita,Rifugio de’ miei mali,Dove ogni giorno i’ colgo, 105Per serbar vivo ’l core,Tra’ veleni d’Amor sughi vitali;Come, come di lei restando priva,Senza diseternarmi,Potrei esser più diva? 110

La bellissima bocca,La bocca imperatriceDi tutte le bellezze,Bocca posseditriceDi tutte le dolcezze; 115

Caro albergo divino,Oriental soggiorno,Di donde, coronatoCon diadema di perle,Su ’l carro de’ rubini 120Spuntando ’l sol del riso,Porta al beato viso,Apre a le notti mie celeste giorno.

Fontana di dolcezza,Di dolcezza infinita, 125Ove distilla il nettare, che scorre,Tra ’l mormorio de’ baci,Franti da’ bei coralli,Al sitibondo cor, per darli vita.

Tesoro di bellezza, 130Di bellezza divina,Nel cui pomposo giro,Tra ’l cui purpureo spazio

Page 43: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

iii - riSpoSta Di galatea al cielo

43

S’infiora ogni parola,S’ingemma ogni sospiro, 135S’imparadisa il bacio,Che mi rende felice,Che mi rende beata,Baciatrice e baciata.

Viva siepe, che nutre, 140Che custodisce in gremboTra le mordaci punte,Di perle amorosetteDi preciose brine rugiadoseAnimate le rose; 145Rose nel cui bel seno,Rose tra le cui porpore vivaciPecchia l’anima miaDi balsamo e di mèl deliba i baci.

Bocca, porta del core, 150Reggia tranquilla, ove risiede Amore,Teatro ove egli mira,Vago di saettar, vago di colpi;Come saetti e feraDa l’arco de le labra 155Con gli strali de’ baci,Nel bersaglio del cor, la bocca arciera.

Bocca de la mia vita,Consigliera gradita,Senza le tue parole, 160Intorno a queste areneNoiosi mi sariano i dolci accenti,I canori concentiDe le vaghe Sirene;Senza li tuoi sospiri 165Spirar io non potrei, senza i tuoi baciViver più non saprei, godi pur dunque,Godi pur dunque, o Cielo,

Page 44: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

44

I tuoi beati amoriTra le celesti dive, 170Ch’io tra questi cristalli e queste riveQuanto di vago e belloIo desio di mirar, tutto lo vedo,Quanto posso bramar, tutto possedo.

E se la chiara luce del tuo Sole 175Pur mi gradisce alquanto,Se mi conforta il core,Se reca a l’alma mia qualche ristoro,Tutto ciò solo avvienePerché posso tra lei 180Vagheggiar la beltà del sol che adoro.

Sol vivo, sol lucente,Luce serena e bella,Beltà di cui se maiOrbata mi rendesse invida stella, 185Tutti i raggi celesti,Ogni splendor eterno,L’occhio de la tua luceDiventeria repenteA queste luci afflitte occhio d’inferno. 190

Beltà cara e felice,D’ogni beltà regina,Beltà che sola è degna infra’ mortaliD’aver emulatrice,Per contender d’amor seco e di merto, 195Di celeste amator beltà divina.

Beltà terrena sì, ma che pur seppeNe l’imperio de l’onde,Ove può così pocoIl furor de le fiamme, ove può tanto 200La potenza del gelo, accender foco.Foco dolce, tra cuiInestinguibilmente si consuma

Page 45: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

iii - riSpoSta Di galatea al cielo

45

L’innamorato coreDi marittima dea; dea che disprezza, 205Per serbar vera fedeA sì rara bellezza,Le preghiere del Mare,Le lusinghe del Cielo,Che abborisce e che fugge 210Tra’ giri de le sfereTutto lo stuol beatoDegli stellanti amanti,Tra l’ondeggiar de l’acqueTutta l’algosa torma 215Degli stellanti numi.

O Cielo, io non vaneggio,Io non tesso menzogne,Favole non ti fingo;Se nol sai, se nol credi, 220Volgi le luci tue, piega i tuoi rai,Mira, Ciel, che vedraiScherzar ne’ vaghi lumiDe l’idolo ch’adoroLeggiadrie più vezzose, 225Scintillar nel bel voltoD’Aci mio, per cui moro,Ricchezze più pomposeDi ciò che tu per gl’infiniti campiDel tuo gran sen spaziosamente accogli. 230

Tutto l’oro lucenteChe ti sfavilla in fronte,Quello che indora i piediA l’Aurora sorgente,Ch’orna le cime al monte, 235Tutto quel che scintilla e che biondeggiaSu’ capelli del Sole,Tutto quel che sfavilla e che rosseggia

Page 46: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

46

Nel crine de le stelle,Non pagheria de la sua chioma un filo. 240

Il lume che ravviva,Che disappanna le palpebre al mondo,Lo splendor matutinoChe là ne l’orizonteLe spente faci in man del giorno accende; 245La luce che risplendeE che fiameggiar suoleNel fonte de la luce,Nel centro del tuo SoleTutto il chiaro di lei, tutto l’adorno; 250Sciegli pur senza nube e senza veloIl più tranquillo giornoCh’apre il tepido aprile, over che portiL’innamorato maggio,Che abbagliar lo poria 255De le sue luci una scintilla, un raggio.

Sia pur dolce, canora,L’immortal melodia de la tua cetra,Cetra soave, in cui,Quasi canore fila, 260Quasi musiche corde,Fan le sfere armonia sempre concorde;Che più dolce diletto,Che armonia più gentileMi reca al cor de la sua bocca un detto. 265

Sien pur vaghe e lucentiLe gemme de le stelle,Sien pur chiari ed ardentiI diamanti del Sole;Che più gradir mi suole 270In braccio de l’arena un nichio, un sasso,In grembo de l’erbetta un pruno un sterpoCh’abbia sol tocco del bel piede il passo.

Page 47: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

iii - riSpoSta Di galatea al cielo

47

Fuor dal leggiadro spazioDi quel viso beato 275Non pregio altra ricchezza,Altro solio non bramo,Altro ciel non ricerco;Tra le dolcezze suePossedo il mio tesoro, 280Senza ombra e senza veloTra gli splendori suoi miro il mio sole,Tra le bellezze sue godo il mio cielo.

Se tra’ vivi alabastriDi quel candido seno 285Felicemente assisaBacio le luci sue leggiadre e belle,Per lo latteo sentier bacio le stelle;

Se la bocca ridenteTra’ giardini de l’Alba, 290Io bacio l’Oriente;

Se le guancie amoroseNegli orti de l’Aurora,Bacio celesti rose;

Se la fronte serena, 295Dove scherzano i fregiE l’òr scintilla del beato crineFra ’l ricamato velo,Bacio ’l volto d’argento a Cinzia in cielo;

Se la pomposa chioma, 300Che dal lucido seno intorno spiraSoavi odori d’aràbe viole,Bacio, Teti novella, i rai del Sole;

Abracciata e ristretta in quel bel seno,Baciando il vago viso, 305Bacio beatamenteFra le braccia del cielo il paradiso.

Frena pur dunque i lusinghieri accenti,

Page 48: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

48

Amante disprezzato,Pon fine a’ tuoi lamenti, 310O Cielo innamorato;Che sì come nel senoD’Aci il mio core è un Mongibel di foco,Così tra questo petto,Di rigore e d’orgoglio 315Nel mar de le lusinghe è fatto un scoglio.

Frena dunque il desio, frena l’amore,Inesorabil sono,Senz’alma e senza core.Indarno ti quereli, in van ti lagni, 320Il suon de’ tuoi sospiri,Mentre s’aggira a quest’orecchie intorno,Non l’intendo e nol sento;Miseramente ogn’ora,Ramingo e discacciato, 325Lo beve l’aria e lo disperge il vento.

Page 49: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 50: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 51: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

Il pianto del Cielo, il Sole adombrato per cordoglio s’interpreta per lo sentimento pietoso che prova Dio quan-do l’anima impenitente dimora nella sua solita pertinacia, e la pioggia, che percotendo nel mare non coglie Galatea, si riconosce per l’affetto pietoso della maestà sua, la quale, benché giustamente adirata, e benché in cento e mille modi provocata a sfoderar la spada vindicatrice dell’ira sua, sfoga nondimeno i suoi giusti sdegni nel mar del mondo da per tutto, senza pur toccare il peccatore. Perloché alle volte conoscendosi le sceleratezze d’un animo depravato, resta ciascuno meravigliato nel comprender tanta pietà e tanta tolleranza di Dio, che non si move, la riguarda con occhio di padre, e quasi pare che temi di non farle male; tutto ciò per darle occasione d’intenerirsi e di confondersi, ponendosi nelle braccia dell’eterno amore, che ama per-fettamente e che aspetta con tanta benignità a penitenza chi continuamente l’offende. Et se Aci si dimostra geloso di Galatea, che nuota per lo mar, vagheggiata dal Cielo, anco il senso umano si dimostra diabolicamente ingelosito dell’anima, teme di restarne privo, dubita che il Cielo non la rapisca a sé, paventa che la morte non la scacci dalle sue braccia, e tutto il timore in lui non aviene per altro che per dubbio di restar privo dei suoi dannosi gusti, impoverito dei suoi avvelenati piaceri, non servendosi egli dell’anima ad altro che per stromento da apagare i suoi sensuali appetiti, con tutto che sia stata creata vestita dell’immortalità capace della gloria, et oggetto di Dio e nel presente e nel venturo secolo.

Page 52: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 53: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

53

geloSie D’aci

A l’amara rispostaDe la marina dea,A l’altero rifiutoDe la sua Galatea,Fulminato dal duolo 5Appassionato ’l CieloSospirò dal profondo,E crollò sospirandoFisso nel sen del mondoDal suo cardine il Polo. 10

Su la cerulea fronteNuvoleggiò pregno di pianto il Sole,E sollecita alloraI nubilosi veliBen prese l’aria in mano 15Per rasciugar il pianto al caro amico;Ma le stillanti goccieCosì dirottamenteStillavan giù per la stellata guancia,Ch’adacquando le nebbie 20Tutto divenne intornoDe le lacrime sue piovoso il giorno.

Ma quel pianto amorosoFuor dal natio ricetto,Fuor da l’acceso petto, 25Riconoscendo ancoraLa natatrice ninfaLa dea del suo Signore,

Page 54: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

54

Arretrando se stesso,Intrecciando le stille, 30Annodando i cristalli,Senza toccarle il crine,Senza coprirle il dorso,Riverente lasciavaA’ nuoti de le membra, 35A’ guizzi del bel seno,Per lo turbato Mar campo sereno.

Ma venticelli amantiTemendo pur che la cadente pioggiaNon le fosse importuna, 40Per sospingerla al lido, omai vicina,Rinforzando i lor fiatiNe la sua folta chioma,Veleggiando ’l bel crine,Albeggiando ’l bel dorso, 45Porporeggiando ’l volto,Con la poppa di latte,Con la prora di roseSi vedeva solcareNave d’argento a vela d’oro ’l Mare. 50

Già già la discopriva Aci dal lido.Al vago giovanettoGià palpitava il petto,E già fra sé dicea:— Veggio da queste sponde, 55Pur veggio, Amor, falda di neve alpina,Che porta ’l foco in seno, errar fra l’onde.

Quest’è la bianca figliaDi Dori e di Nereo,Quest’è la vita mia, quest’è ’l mio amore, 60La riconosco, è dessa,Non erra l’occhio no, non erra il core.

Bianchezza sì leggiadra

Page 55: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

iV - geloSie D’aci

55

Per lo liquido mondo,Non sa far vago il seno 65D’altra marina dea;Lampeggia sol nel sen di Galatea.

Queste candide spume,Che per lo molle sen di queste areneStampan d’argento l’onde, 70Questi flutti lascivi,Che su l’algoso crine de la spiaggiaLascian partendo il latte,Questi venti canori,Che mormorando spirano d’intorno 75Tepidi fiati di soavi odori,Ben sono i precursori,Ben sono i messaggieriInfallibili e veriChe la mia Galatea di già s’apressa 80Ad arrecarmi il giorno,Già dal marino ciel spuntata fuoraAlba stillante e rugiadosa Aurora.

“Vicina è la tua stella”Sento che già mi dice 85L’aura mormoratrice in sua favella,“Poco lunge è ’l tuo sole”Mi ragiona anco ’l MareCon le rauche parole.

È dessa, è dessa Amore: 90Eccone i certi segni, ecco rimiraTraccia di rose e latteChe si lasciano a dietroLe belle membra intatte.

Mira, mira ne l’onde 95Scorta di rai lucentiChe si fan gir innantiI vaghi soli ardenti.

Page 56: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

56

Vedi che dove toccaLa bellissima bocca, 100Con que’ vivi coralli,Con que’ dolci rubini,S’imporporan le stille,S’ingemman i cristalli.

Senz’aura e senza vento, 105Ve’ come il Mare a quelle membra intornoPar d’immobile argento.

Ohimè, che forse il MareIn questa forma congelato ’l seno,Fatto limpido specchio, 110Fatto cristal sereno,Deve far trasparir ne’ suoi riflessi,Deve rappresentar dentro i suoi lumiDe la mia bella ignudaSpettacolo beato a’ salsi numi. 115

E chi sa, questa pioggia,Che vaga e lusinghieraCon canore percosse il Mar ferisce,Nel cristallino sen forse racchiudeFulminato d’Amore 120Lo dio fulminatore;Ch’agitato dal foco e dal tormento,Per comprar la mia vita,Il mio caro tesoro, in cotal guisa(Come altra volta fece in pioggia d’oro) 125Or dal mar de le stellePiove in liquido ciel nembo d’argento.

Sotto le finte larveDi questi venticelli susurranti,Di quest’aure spiranti, 130Gelosia perspicace me l’insegnaChe ascoso vi si celiBorea vago di furto.

Page 57: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

iV - geloSie D’aci

57

Borea che, tra gli agguatiDi sì placidi fiati 135Furtivamente ascoso,La semplicetta affida,La bella natatrice rassicura.Ché, trascurando il male,Portando nel periglio incauto ’l petto, 140Dal cor senza sospetto,Negletta incustodita,Da le gelate bracciaDel turbinoso amanteOr mi potrebbe anch’ella, 145Quasi Orizia novella, esser rapita.

Fra l’immobile azzurroDe’ marini cristalli,Sopra cui quasi pareChe del seno beato 150Sdrucciolando trascorraL’alabastro animato,Cauto Amor me l’additaCh’occulto vi s’asconde,Amante insidiator, lo dio de l’onde; 155Che per goder di leiLa divina bellezza,Tra quelle amare stille or s’è cangiatoIn liquor di dolcezza.

Ohimè, ch’in questo petto, 160Scosso da la paura, il cor vacilla,Piena di gelosia l’anima trema.Temo insino che ’l Sole,Pavento che le stelle,Troppo nel vagheggiarla, 165Avide del suo vago,Invide del mio bene,Per freggiarne la notte,

Page 58: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

58

Per arrichirne il giornoNon furino i candori, 170I raggi e gli splendoriDe la bellezza sua;Talché nel nudo cielo,Nel giorno impoveritoDel bel volto di lei 175Non resti che mirare agli occhi miei.

Spirando a lei d’intornoCo’ fiati lusinghieriI venticelli erranti,Sazia d’udir sospiri, 180Giunta tra queste braccia,Mentre vorrò sfogarleSospirando ’l mio foco,Ne le sue stanche orecchie, Amor, io temoPer li sospiri miei non trovar loco. 185

Temo che ’l Mar anch’egli,Con le sue fredde labbraBaciando quella bocca,La spogli de le porpore e degli ostri,Per cangiar poi col precioso smalto 190Là ne’ fondi mariniI boschi de’ coralliIn selve di rubini.

Temo ch’egli non furiTutto ’l nettare dolce 195Che dentro vi si chiude,Per farne dono poi, perché l’adopriNe’ suoi salsi conviti,Quasi Giove secondo,Il gran motor de l’ondeggiante mondo. 200

Così, misero amante,Pien di cocenti arsure,Saettato da’ raggi

Page 59: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

iV - geloSie D’aci

59

D’ardentissimo SoleSotto aggiaciato Cielo, 205Sono scoglio di foco, un mar di gelo.

Così mentre tu nuotiPer lo mar de’ perigli, anima mia,Mi sommerge su ’l lidoUn mar di gelosia. 210

Vieni dunque, deh vieni,Remigando co’ piedi affretta il corso,Animata mia nave, anzi più tostoCon l’ali de le braccia affretta il volo,Candido cigno mio. 215Opportuno rimedio al mio periglioTu sola porger puoiFra l’amorose nubiChe m’adombrano ’l core;Posso ritrovar solo 220Ne la tua fronte luminosa il polo.

Solo d’aver io spero,Fra’ tempestosi fluttiChe m’hanno quasi absorto,Fra le tue braccia, in quel bel seno il porto. — 225

Page 60: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 61: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

ALLEGORIA

Aci, pieno di bellezze lascive, se ne sta sopra l’arena a piedi ignudi, così l’uomo sensuale, così la bellezza umana per lo più senza vergogna stassene sugli orli del precipizio, seminando sopra l’arena il talento e gli anni; e sì come Aci vien ammirato e vagheggiato dalle Driadi, dalle Ore-adi e dall’altre ninfe innamorate, così la bellezza umana continuamente vien insidiata dal mondo e dalle delicie, che, quasi ninfe dell’inferno, ad altro non attendono che ad ingannarla et a rapirla. Ecco dal prato sorgono i fiori a vagheggiar il vago fanciullo, et ecco nel campo dei pia-ceri i vezzi lusinghieri, tutti lieti e lascivetti in vista, farsi oggetto d’un corpo morbido e delicato; ma sì come quelli sono fiori che su ’l mezzo giorno inariditi languiscono e cadono su l’erba, così questi fragilissimi affetti dell’umane voglie al tramontar della bellezza tramortiscono anch’es-si, rimanendo miseri trofei della vanità. E se la spiaggia marittima fa pompa del suo oro, e con questo contempla il giovinetto siciliano, così anco il mondo per a punto fa mostra delle sue ricchezze per comperar a caro prezzo la dipinta scorza d’un bel volto, che dalle scintille e dagli splendori dell’oro facilmente resta vinto et ingannato. Le piante, che vogliono coronare il figlio del Fauno, re della bellezza, le pietre, i nicchi che corrono a baciarle il piè sopra la sponda, la selva, che con garule dubitazioni lo vagheggia, lo applaude e lo ammira, sono gli spiriti adulatori, i curiosi uomini mondani, e la turba confusa e selvaggia delle genti date in preda della carne, che ad altro non attendono che a pascersi di apparenza; e con Epicuro schernendo e sprezzando la vita futura, attendono solo a nutrire i sensi negli oggetti visibili delle bellezze,

Page 62: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

62

delle quali divenuti idolatri, con miserabile perdita di se stessi fanno sacrificio dei loro cuori, che nel foco della lussuria ardendo ammorbano il mondo, sdegnano il cielo e rallegrano l’inferno.

Page 63: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

63

Bellezze D’aci

Mentre così lo ingelosito amanteSospirando e bramandoLa bella GalateaLa sua vita attendea,Di sì vaga bellezza innamorate, 5Al suon de’ suoi sospiri,Parean che sospirassero d’AmoreL’aure e le pietre stesse inanimate.

Ma non senza cagioneVagheggiando il bell’Aci 10Ardevano d’AmoreLe cose senza spirto,Gli spirti senza core,Poiché nel suo bel voltoQuel vago che più alletta, 15Quel bel che più dilettaEra sì dolcementeDelineato e ’mpresso,Con sì vivi colori era dipinto,Che s’avessero preso 20Da l’Aurora ’l vermiglio,I candori da l’Alba,Dal Sol le luci e l’ombre da le stelle,Non l’averiano espressoCon divina pittura 25Zeusi, Timante, Apelle,Gli emuli sopraumani di Natura.

Con misura sì armonica e soave

Page 64: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

64

Composte eran le membra,Raccolte eran le parti 30Del vago giovinetto,Che se avessero toltoLà da’ Monti RifeiMacigno di cristallo,Là da l’indiche cime 35Scalpello di diamante,Che se avessero presoDe la Natura l’infallibil squadra,Over del Tempo l’appuntata sesta,Non potean farlo eguale 40Di candor, di splendore,Di grazia e di misuraLisippo, Prassitele e Fidia stesso,I fattori degli uomini immortali,Gli scultor degli dèi, 45Gli dèi de la scultura.

Su le candide terga del fanciulloLa ricca pompa d’oro,Il pregiato tesoroDe l’odorata chioma a l’aura errante, 50Ventilando sembravaBiondo mar che spingesseSovra lido d’avorio ambra ondeggiante;

E su’ vaghi confini de la fronte,Di più ricco rossor carchi ed accesi, 55Lascivi serpeggiando,Ritorti in anelletti i bei capelli,Fatti de’ venticelliAmoroso trastullo e dolce gioco,Parean che ricamassero la neve 60Crespe fila di foco.

La delicata guancia,Il bellissimo viso

Page 65: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

V - Bellezze D’aci

65

Infioravano a gara,Colorivano a prova 65Fiori di paradiso,Che, tra la fina e biondaLanugine crescente campeggiando,Risedevano quivi,Con placido decoro, 70Sotto gemino sole in piaggia d’oro.

Sotto i neri profiliDe le serene ciglia,Pregni di vezzo e di lascivia molli,Splendean due neri soli. 75Amor, fabro ingegnoso,Artefice divino,In tal guisa formolli,Perché potesse ogn’un senza abbagliarsiConoscer gli splendori 80E le bellezze loro:Conosciute, mirarle,Mirate, vagheggiarle, e innamorarsi;Perciò di sua man poseTra la luce lo scuro, e perciò volle 85Ch’avesse l’ombra in sì bel cielo il sole.

Sorgeva intorno gli ostriDe la bocca gentileLucida seta molle,Vaga piuma sottile, 90Anzi pur aurea erbetta,Che co’ lucidi fregi,Con le sue fila biondeA quella dolce fonte,A quel canoro fiume di dolcezza 95Ornava di rubini ambe le sponde.

Sotto gli ostri vivaci,Sotto le vive gemme

Page 66: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

66

De la bocca beata,Morbidetto e ritondo 100Cadea d’avorio il manto,Del bel viso gentil termine estremo,Occaso e fin di sì vezzoso mondo.

E la candida gola,Colonna alabastrina 105Di sì vaghi colori,Di ornamenti sì rari e preciosiIngemmato e dipinto,Il bellissimo globo sostenendo,Di ruota fortunevole amorosa 110Sembrava il perno, anzi pareva pureDel vivo ciel de la bellezza il polo.

La bella mano poi, quasi reginaDe le grazie e de’ vezzi,De’ morbidi candori, 115Degli atti lusinghieri,Pomposa comparivaDi bianco manto ornata,E di lascive gemmePer man de la Natura incoronata; 120

E, quasi emulatriceDe la bellezza sua,Di comparir bramosaNe la sua leggiadria di lei più bella,Le bianche nevi sue mostrando ignude, 125Tutta disposta e snellaLeggiermente appoggiava,Svelta le gambe, il piè dipinto al suolo.

Ma, le membra più molli e più lasciveIn un lieve zendado 130Involte rifulgendo,Da le sue vive roseIgnude e delicate si scorgea

Page 67: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

V - Bellezze D’aci

67

Del serico velameLe fila trasparenti imporporate: 135Così tra fosco ciel sorgente AuroraRiflettendo si mostra,Così le nuvoletteCon le porpore sue tingendo inostra.

Mansueto guerriero, il giovanetto, 140Imbelle feritor Aci, in tal guisa,Di beltà solo e di vaghezza armato,Ne’ più ritrosi pettiDe le Driadi selvaggie,Ne’ più ostinati seni 145De l’Oreadi montane,Tra l’anime severe,Fra’ cori più gelatiDe le ninfe de’ fiumi e fontaniere,Tutte qui intorno accolte 150A vagheggiarlo, ad adorarlo intente,Co’ semplicetti straliDe l’innocente suaOmicida bellezza,Amorose, mortali 155Piaghe stampava sì, ma di dolcezza.

E non solo le ninfe innamorateMiravan del bell’AciIl caro portamento,La divina beltate, 160Ma ne la piaggia ancora a lui vicina,Vaghi di vagheggiar nel suo bel volto,Sorto da due levanti,Gemino il sole e duplicato il giorno,Spezzando i lor riposi, 165Rompendo i dolci sonni,Vedeansi a lui d’intornoDa la tenera erbetta,

Page 68: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

68

Molle piuma del campo,Rivolti a’ suoi splendori 170Erger la testa e aprir le ciglia i fiori;Così per più godereDe le bellezze sue, pien d’occhi il pratoParea del bel fanciulloUn geloso custode, 175Anzi pure sembravaD’Amore stesso un Argo innamorato.

E a l’apparir di così vaga luce,Di sì begli occhi a fronte,La marittima spiaggia 180Prodigamente alloraDa le ricche latebreDe l’arenoso gremboFacendo spuntar fuori a mille a milleDe le sue arene d’oro 185Le innumerabil luci,Le minute faville, occhiuta anch’ella,Dolcemente mirandoL’aria di quel bel viso,Parea notte stellata 190De l’Erebo, e, del sonnoDivenuta rubella,Del sol vagheggiatrice innamorata.

Mossi più dagli stimoli amorosi,Che da’ fiati spiranti 195D’aure e venticelli,Per coronarlo re de la bellezzaLe cime quasi a terraPiegavan susurrando gli arboscelli,E spinti da l’amor, più che da l’onda, 200Correan le pietre e i nicchiA baciarle il bel piè sopra la sponda.Così tratti e rapiti

Page 69: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

V - Bellezze D’aci

69

Da la vaga armoniaDe la bellezza sua, nel suo bel volto, 205Ne’ leggiadri sembiantiDi contemplar bramosiLa bella melodia,Affrettavan i passi,Affrettavan i voli 210Al bellissimo Orfeo le piante e’ sassi.

Dubitosi fra loro a piè del monte,Mirando il bel fanciulloL’olmo, l’abete e ’l faggio,Fronzuti abitatori 215De la città del bosco,Sciogliendo tante lingueQuante eran le lor foglie,Dicevan susurrando in lor linguaggio:«S’a le terga, s’al fianco 220L’arco d’avorio e la faretra d’oroPortasse il bel garzone,Certo dir si poria ch’ei fosse Adone».

Rispondeano a questiIn suon più mormorante e più sonoro 225Il platano e l’alloro:«Se ’l fido cane appressoAvesse il giovanetto,Agli atti, al portamento,Nel viso e ne le membra, 230Da l’oro de la chiomaSino al leggiadro avorio del bel piede,Rassembraria lo stesso Ganimede».

Replicavano ad essiIn voci più sonore, in suon più vivo 235Il carpino e l’ulivo:«Se la faccia del ciel fosse stellata,Se nel silenzio suo tacesse il mondo,

Page 70: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

70

E se l’aria velataFosse da l’ombra taciturna e bruna, 240Questo certo sarebbeIl vago Endimione,Qui giunto per godereI suoi furtivi amoriFra le candide braccia de la Luna». 245

Soggiongevano appressoCon loquace favellaIl bosso e la mortella:«Se ’l ciel, faccia del mondo,Se ’l sol, occhio del cielo, 250Se i rai, sguardi del sole,Non fossero turbatiDa le piovose nubi,Se là dove si trovaIl vago giovanetto 255Splendessero su ’l lido a vagheggiarlo,Nel colorito aspettoCi sembreria dipintoIl bel fanciullo Giacinto».

In più distinto metro 260Mormoravano intornoL’alno, l’acero e l’orno:«Se d’erbetta vestita,Se di fior coronataFosse l’arena sterile infeconda, 265E se vicino al lido,Senza i fremiti suoi, tacesse l’onda,Se ’l mar fosse una fonteImmobile e tranquilla,Amante di se stesso innamorato, 270Qui venuto a mirareNe lo stabile specchioDe’ liquidi cristalli

Page 71: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

V - Bellezze D’aci

71

Lo specchio del suo viso,Questo certo sarebbe il bel Narciso». 275

Ma i pini et i cipressi,Le palestre de’ venti,Gli olimpi degli augelli,Le vincitrici palme,Trionfanti stendardi 280De la fronzuta reggia,Le nere noci antiche,L’elci fronzute ombrose,Le salde quercie annose, arbori eccelsi,Difensori giganti de la selva, 285Che con l’occhiute cimeScoprivano da lunge il mar intorno,Scorgendo omai vicinaA l’arenose spondeLa leggiadra fanciulla, 290L’ignuda natatrice,La bella pellegrina,Con replicati accentiIterando i susurriA la bramosa turba verdeggiante 295De le garrule piante,Annonciavano omaiChe ’l bel fanciullo era di Fauno il figlio,Di Galatea l’amante; onde, sicuraE fatta certa allora, 300La selva ripercossaRiverberando i dettiSpinse lunge per l’aria il caro nome,Tal che sin ne l’orecchiePortò di Galatea più d’una volta 305Ne’ suoi fiati loquaciL’aura mormoratrice,Interprete del bosco, il nome d’Aci.

Page 72: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 73: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

ALLEGORIA

Esce Galatea dall’onde marine, scherza con Aci, va sopra il lido, si ritira sotto il monte et entra in una caverna per godere i suoi piaceri, nascosta a Polifemo e celata agli occhi del Cielo; così avviene appunto all’anima sensua-le, che uscendo finalmente dal mar delle fatiche dopo lunghi travagli, sprezzate le buone inspirazioni, si riduce a commetter collegata col senso i peccati procurati e desiderati, e per nascondersi agli occhi del mondo cerca i più secreti ripostigli e procura di porsi fra le tenebre; ma finalmente, se bene sta sotto il monte, ha sopra il capo le dirupi, i precipizii, e benché se ne stia in ripa del mare posta in solitario soggiorno, tiene sotto i piedi le voragini della morte e gli abissi dell’inferno, e benché si chiuda fra le tenebre (miserabile follia) vi è Dio presente per ogni lato, che penetra con infallibil occhio i più chiusi aditi et i più tenebrosi orrori del centro.

Page 74: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 75: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

75

Scherzi amoroSi

D’aci e Di galatea

Ma gionta Galatea là dove omaiLa bianca greggia ondosa,Ver’ le cime del lido,Sul facil colle de la spiaggia amenaSpumando poggia a pascolar l’arena 5Del tempestoso mondo,Del mar qui senza Sirti e senza abissiCon il sicuro piè premendo ’l fondo,Mentre le belle membra a parte a parteSpuntavano da l’onde, 10Mentr’al povero mar mancava argento,A l’avara sua chioma oro avanzando,Scemando quel, crescendo questa, a un trattoDe le sue ignude pompe,De le beltà divine, 15Ciò che svelava il mar, copriva il crine.

Il giovanetto alloraTutto lieto e festosoFra le sue braccia omaiLa sospirata amica, 20La bellezza divinaDi raccoglier bramoso,Persa la sofferenza,Stimolato dal core,Dal cor che tutto ardendo il tutto ardiva, 25Corse, e col piè di neveNegli spumosi argenti,Nel liquido confin de la marina

Page 76: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

76

Ratto s’immerse, et ella, che lo vide,Temendo pur che ’l gelo 30Di sì freddo elementoA’ tepidi alabastriDel bell’idolo suo,Non avezzo al rigor de l’onde algenti,Portasse qualche noia, 35Recasse alcuna offesa,Minaccievole in atto,Tutta severa in volto e sdegnosetta,Di pauroso amore,D’ira gelosa piena, 40L’accennava da lungeAd arrestar il passo,Anzi a volgerlo a dietroE ritornar sovra l’asciutta arena.

Ma l’amata bellezza 45Sforzando il core e a sé traendo i passiDe l’avido garzone innamorato,L’affrettava, il rapiva, onde sprezzandoLe minacce amorose, e a’ dolci colpiDe’ piacevoli sdegni, 50De l’ire mansueteStando fermo e costante,Sollecitando ’l piede,Precipitando i passi,Stampava orme di foco 55Per le gelide vie, rapido amante.

La dispiaciuta ninfa,La innubidita amica,Rigidetta amorosa,Facendo comparire 60Tra ’l mansueto impero,Su ’l piacevole soglioDel suo leggiadro viso,

Page 77: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Vi - Scherzi amoroSi D’aci e Di galatea

77

Soavissima l’ira,E bello anco l’orgoglio, 65Fermo il piè, chino il guardo,E negando a se stessa il suo piacere,Più mirar non voleaDel suo cauto desioIl gradito rubello, 70De’ suoi gelosi cenniIl caro contumace,E degl’imperi suoiL’amato trasgressor, che a sé venìaLascivetto, vezzoso, 75Tutto lieto e ridente,Sì che quasi pareaCh’a l’adirato aspettoDi giudice penoso, se ne gisseTrionfator de le sue colpe il reo. 80

Già già poco da lunge Aci feliceNe’ soliti splendoriConfortava la vista,E a l’aria del bel volto omai vicinaLe respirava in petto, 85Quasi giunto a goder l’aure d’AmoreSotto nativo ciel l’acceso core.

Ma la ninfa amorosaCon sì severe leggiNe’ freni del rigore, 90Tra’ legami de l’ira,Non più, non più potendoTener in cotal guisaPrigioniero il desio, legato il core,Alzò le luci cupide e mirollo, 95Ed a la prima vistaDe l’amata bellezza e al primo incontroCh’ella fece co’ lumi innamorati,

Page 78: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

78

In que’ lumi beatiAl primo scintillar de’ dolci sguardi, 100Il cor vinto soggiacque,Tranquillossi ’l bel volto,E l’alma sdegnosettaNe’ begli occhi scherzolle, e rise, e tacque.

Ond’ei tutto sicuro e baldanzoso, 105Mentre di già voleaStender le braccia agli amorosi amplessi,La vaga giovanettaPer far qualche vendettaDe la soave offesa, 110Tutta amor, tutta foco,Con la pena da scherzoVolle punir in lui colpa per gioco;

Onde la bianca mano immersa allora,Quasi conca d’argento, 115Ne l’onde cristallineDolcemente le asperse il volto e ’l crine;

E sembrò Galatea,Là ne la chiara fonteVergognosa e severa, 120La cacciatrice deaQuando con l’acque magiche e letaliDel misero AtteoneFece gli aurati crin ruvide cornaE la faccia gentil fronte di fiera. 125

Anzi pur la fanciullaIn avventar le cristalline stilleIn quelle guancie belle,Ignuda e rugiadosaLà ne’ bagni del ciel parea la Luna 130Che spuzzasse per vezzoNel bel viso del Sol liquide stelle.

Tra le rugiade amare

Page 79: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Vi - Scherzi amoroSi D’aci e Di galatea

79

E tra’ salsi cristalli,Saettati per mano 135De la giocosa ninfa,Nel cielo del suo bel voltoBalenâro tremantiDegli animati soliI minacciati raggi e gli splendori, 140E ne l’ameno campoDe la morbida guancia,Tra ’l diluvio amoroso si scorgeaA lagrimar, quasi sommersi, i fiori.

Per ciò la bella bocca 145Di prezioso usbergo,Di vive gemme armata,Ultrice innamorata,Ver’ la cara nemicaSpinse il felice offeso a la vendetta, 150Che, senza altra contesa, al primo incontroLa leggiadra guerrieraStrettamente abbracciataRestò fatta sua preda,Restò sua prigioniera incatenata; 155

E così, tra’ legamiE tra ’l soave impaccioDe le sue belle bracciaTenendola ristretta,L’abbagliò, fulminolla, 160Fu lampo un riso e fu saetta un bacio.

Rese il colpo, ferita,Rese il bacio, baciata,La bella prigioniera innamorata;Anzi sì ’mpetuosi 165Su le bocche amoroseI baci s’incontrâro,Che nel doppio teatro

Page 80: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

80

De le labbra vezzose,Nel seno spiritoso 170De’ soavi sospiri,Nel bellissimo gremboDe’ leggiadri sorrisiAmbi cadêro a un tempoI baci feritori, 175In campo di rubin, guerrieri uccisi.

Che poi per man d’AmoreTrasportati ne fûroSu ’l feretro del core,Su ’l rogo degli ardori, 180Per eternarsi spiriti felici,Per rinovarsi a ribaciar pur anco,Sempiterne Fenici,Tra l’Arabia feliceDe l’odorata bocca baciatrice. 185

Così stava il bell’AciStupido per dolcezza,Pur iterando i baci,E si stringeva al pettoQuell’ignuda bellezza, 190Forsennato per gioia e per diletto;

Senza aver rimembranzaChe si trovava alloraSu la scena del mare,Fra ’l teatro del cielo, illuminato 195Da le luci del giorno,Atteso e rimiratoDagli scogli e da l’onde,Da le selve e dai monti,E forse anco accusato 200Al ciclope geloso,A l’invido rivale, a PolifemoDa mille strepitose

Page 81: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Vi - Scherzi amoroSi D’aci e Di galatea

81

Lingue di foco ardenti,Lingue eterne, dolenti, 205Che da l’arsiccio monteFuori per cento bocche,Tra nembi eterni di sospir frementi,Dal tormentoso pettoDe l’adusto gigante, 210Mandano sempre al ciel voci di foco.

Ben cauta GalateaPensava a un tal periglio,E tremandole il coreDi non esser scoperta 215Da la publica vistaDel mondo spettatore,Pallidetta anelante,Con repulsa, ma lenta,Con destra, troppo destra, 220A dietro rispingeva il caro amante.

E accompagnando agli attiLe soavi parole,Li dicea vergognosa,Ma bella come rosa: — Ancor te ’l dissi, 225Aci, più d’una volta,Mal sai frenar te stesso, il tuo desioTroppo trascorre; Amor se non ha freno,Di piacer si fa danno,Di dolcezza veleno. 230

Aci, sol quell’ardoreChe con l’avvedimentoSe stesso frenar suole,Che con la sofferenzaSe medesmo tormenta, 235È sicuro e verace;Questo ottien la mercede,Merta la vera lode,

Page 82: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

82

E chi non ama cauto, in dubbio gode.Forse che Polifemo 240

Per pascer la sua fameLa tua vita non cerca?Per saziar la sua seteIl tuo sangue non brama?Forse ch’ei te non odia e me non ama? 245

Forse che non sostienePer scorgerti da lunge,E forse che non tienePer fulminarti ogn’oraL’occhiuto mostro insano, 250Quasi tartareo Alcide,L’inferno in fronte e le Megere in mano?

E benché tu non scorgaDa quelle cime alpestriA torreggiar lo smisurato busto, 255E benché tu non odaDal tremoto feroceDe’ passi strepitosiScuotersi il lido e la foresta intorno, Credi pur, Aci mio, 260Ch’a l’alba, su ’l meriggio, inver’ la sera,Da la caverna uscito,Sol per giungerti al varcoS’appiatta, si nasconde;Sempre spia, sempre mira, 265Machinator scaltrito,Da qual parte tu spunti,E per tener celateLe vaste membra sue,La sua terribil fronte, 270Tutto’l bosco gli è siepe e fratta ’l monte.

Né creder già ch’allontanar ti possaDai lievi passi del pesante piede

Page 83: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Vi - Scherzi amoroSi D’aci e Di galatea

83

Corso cerviero, over che ti nascondaDal suo crudo furor il gir notando 275A guisa di delfino per quest’onda;

Poiché spesso io lo vidi,Con feroce passeggioDisfogando il suo duolo,Rapido a trapassare, 280Quasi alata montagna, i campi a volo,Quasi mobile scoglio, a guazzo il mare.

Fuggiam dunque, ben mio,Sì eminente periglio,Serbiam, serbiam noi stessi 285A le gioie, a’ piaceri;Fuggiamo, Aci, fuggiamoQuesta tutta d’intornoArmata di saetteLuce letal del giorno, 290

E tra la notte amica,Ne l’Erebo amoroso,Là dove far ci suoleLetto l’erbetta e padiglione ’l monte,Andiam pur a godere 295Il soave e tranquilloNostro dolce riposo. —

In sì soave stile ragionandoLa marittima ninfaAl pastorello amato lo scorgeva 300Per la molle pianuraDel cheto mar ver’ la spelonca ombrosa,E rassembrava a punto La mattutina stella rugiadosa:Bella duce del dì, che scorger suole 305Su l’Occidente, ove morì la notte,Scintillando d’amor lampi e fiammelle,Precorritrice innamorata, il Sole.

Page 84: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 85: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

In ripa del mare, avendo per letto l’alga e per guanciale i fiori, godono Aci e Galatea i loro lascivi amori; così a punto nel baratro de l’inferno, prostrati sopra l’alga fragi-lissima dei piaceri carnali, appoggiati sopra i caduchi fiori delle bellezze sensuali, satollano il corpo e l’anima i loro ardenti appetiti; e pur sa il senso, sensibilmente, che il mar non serba fede, che i fiori s’inaridiscono e che l’alga s’incenerisce, e pur s’imparò da chi non erra che l’inferno è la pena, i piaceri sono la colpa e le bellezze le cause della nostra immortal ruvina. O inferno, più ingannevole del mare, o bellezze, più corrutibili dei fiori, o piaceri, più fragili de l’alga; o inferno, mare dell’anima, o bellezze, inciampi della salute, o piaceri, lacci dello spirito, e pur sète tanto apprezzati da chi vi conosce, o follia, o miseria del senso e dell’anima umana.

Page 86: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 87: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

87

amori

D’aci e Di galatea

Trafitto da l’indugio,Frettoloso, infiammato,Seguivala il garzone, e le dicea:— Languisco, anima mia,Io moro, Galatea, 5Trattener più non possoLo spirto innamorato,Ch’ei non faccia partita,Ch’ei non n’esca a voloDal centro de la vita, 10Come gli detta Amore,Per entrarti nel petto,Per sospirarti i suoi sospiri al core,

Per viver nel tuo seno,Sento che l’alma anch’ella 15Tra le viscere mie spira e vien meno.

Nel Mongibello ardente del mio pettoSento sol che tormenta,Divenuto gigante,Il pargoletto dio, 20Sento sol che percuote,Fatto ciclope, Amor questo cor mio.

Temo che la dolcezzaDal core immaginata,Da l’anima bramata 25Omicida non sia del tuo fedele;Fuor che questo, ben mio,Mentre son così appresso

Page 88: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

88

A la beltà celesteDel tuo beato viso, 30Non pavento altro danno,Altro rischio non temo,Ché un’anima beataNon teme alcun periglio in paradiso.

Venga, venga il feroce 35Gigante PolifemoLà su le cime alpestriDi Lilibeo, pur venga, o di Peloro,Ch’or di lui non mi cale,Ch’ora di lui non temo, 40Anzi sicuro io sono,Che a tanto incendio e tanta luce a fronteDel grand’occhio abbagliato,Del suo cor fulminato,Quasi estinto Tifeo 45Caderia giù dal monte,Per pagar, s’e’ venisse,Di tante crudeltadi intiero il fio;Fatal lampo saria la tua bellezza,Fulmine il foco mio. 50

Ma quando avvenga pureChe ’l mio fato amoroso,Ben mio, solo per amartiMi destini la morte,Per sì bella cagione 55O beato morire,O felice mia sorte.

E più felice ancoraSe fuor per queste vene,Se dal lacero fianco 60Tutto tutto il mio sangue,Senza restarne gocciaNel fonte de la vita,

Page 89: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Vii - amori D’aci e Di galatea

89

Quest’acque insanguinasse,Quest’onde imporporasse; 65

Ch’allor potrei ben direD’aver col mio morireMe stesso immortalato,Ch’allor potrei vantarmiChe pur ne fosse uscito 70Da le viscere mieLa sostanza più cara e più graditaDe la mia stessa vita,Che fosse scaturitoDa’ tepidi ruscelli 75Del core innamoratoL’elemento vitaleDe lo spirito mio,Perché ne diventasseAmoroso elemento 80Di te, mia dolce e mia più cara vita.

Mentre poi ti scorgesse,Spettator fortunato,Lo spirito beato,O bella natatrice, 85Io fendendo e frangendoGl’ostri de la mia vitaPer lo purpureo campo,Allor ben dir porria:Nuota nel sangue mio l’anima mia. — 90

In questa dolce guisaGareggiando d’AmoreLa coppia innamorata,Sotto la rupe usata,Tra l’ombre consuete 95Custodite d’Amor, lor cieco duce,Giunsero per godereDe l’amoroso dì la chiara luce.

Page 90: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

90

Era ’l campo lascivoPer la vezzosa guerra 100Posto in sì fatta guisa,Così breve confineDivideva l’arena da la terra,La piaggia da la spiaggia,Che quasi rassembrava 105E che i flutti del mareSormontando le spondePascessero l’erbetta,E che i fiori del pratoDeclinando su ’l lido 110Bevessero ne l’onde.

L’ombre degli arboscelliScherzavan per lo mare,E le marittim’ondeSotto i fronzuti tronchi 115Givano passeggiando, onde parevaE l’ombra natatrice e ’l mar bifolco;

E, con cambio cortese,Ombra facendo il boscoA’ pesci lascivetti, 120Specchio faceva ’l mareA’ garruli augelletti.

In sì solingo seggio,Da’ più riposti fondiPortato aveva l’onda, 125Quasi morbide piume a’ cari amanti,I muschi tenerelliE l’alghe verdeggianti, e ’l prato anch’egliDa le viscere sue spuntar facea,Quasi molle guanciale a’ lor riposi, 130Fresca erbetta novella,Ricamata di gigli e d’amaranti.

Così per adagiare

Page 91: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Vii - amori D’aci e Di galatea

91

A la coppia gentil letto lascivoGareggiavan tra lor la terra e ’l mare. 135

Su le morbide piume,Col pastorello in braccio,Coricosse la ninfa.O quanto vezzosetta,O come lusinghiera, 140O in che leggiadra guisaAmorosetta arcieraSaettava d’Amor colpi mortali.

Ferivan da ogni parteLe vaghezze pompose 145De l’ignuda beltate,Ma quanto ignude più, tanto più armate.

Piangean da ogni latoDa’ bei purpurei lumi,Da’ begli occhi lucenti 150Gli sguardi, per dolcezzaD’amorose rugiadeLascivamente molli,Ma quanto molli più, tanto più ardenti;

E su l’umide labbra 155I baci, mormorando,Facean guerra confusa,

Ma nel pugnar, ma nel ferir giungevaPer miracol d’AmoreSu ’l labbro ’l colpo e la ferita al core. 160

L’occhio al bell’occhio amico,Quasi in specchio d’Amor, l’anima offriva;La bocca a l’altra bocca,Interprete del core, al cor parlava,E stringendo le braccia, 165Animate catene,L’un sino a l’altro seno,I cori innamorati

Page 92: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

92

Palpitando vicini,Con percosse amorose 170Facean prova d’uscir per cangiar vitaE per mutar ricetto,O aver commune albergo in un sol petto.

Sentia la bella coppiaNel mar de le dolcezze 175Già sommergersi l’alma;Né più, né più potendoContro i flutti amorosiFar schermo e far riparo,Con l’estremo sospiro, 180Moribondi lascivi,Giunsero al fin de l’amorosa mèta.Tra questa e quella boccaNe l’uno e l’altro visoFûrno veduti allora 185Per soverchio piacer languir il vezzo,Svenir la gioia e impallidirsi il riso;E ne le bianche fronti scoloriteStanche le luci omai,Tra palpebra e palpebra 190Celando i guardi et eclissando i rai,Quasi in pallido ciel languidi soli,Tra l’occaso d’Amor chiusi sparîro,E divenuto ’l voltoUna notte d’Amore, 195Un Espero serenoDi notturna bellezza,Anco gl’istessi baciSu le purpuree labbra,Quasi in selva di rose augei canori, 200Frenando il suon de le lascive note,S’erano adormentati per dolcezza.

Page 93: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 94: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 95: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

Vede il Cielo con occhi infallibili i vezzi e le lascivie d’Aci e di Galatea, né potendo tollerare spettacolo così infelice, muta stile, cangia l’amore in sdegno e di amante diventa nemico, et estinguendo il foco d’amore, negletto e disprezzato, accende fiamma, e nell’inestinguibile fornace dell’acceso petto le avampa il core fra cocenti incendii, accinto alla vendetta: se le scolora la fronte, vibra la spada della Giustizia, e, lampeggiando in fiera guisa, promette solo e colpi mortali e fulmini inevitabili. Così a punto vede Dio con penetrante sguardo l’anima, che trabocca per non più risorger, né dovendo alla fine sofferir più longamente quelli che trapassano di remissione il segno, cangia l’amor in giustizia, lascia d’esser padre e diventa giudice per ca-stigare i rubelli, per punire i contumaci, con cento e mille pene proprie della sua potenza incomprensibile et infinita.

Page 96: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 97: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

97

SDegno

Del cielo

Con occhio ahi quanto afflitto,Con occhio che facevaCon li pallidi raggi lagrimosiIl giorno scolorito,Mirava il Ciel dolente 5Tra le dolcezze lor il proprio scorno,E, fra sé ragionando,In questa amara guisaSospirando dicea:

— Dunque fia ver ch’io veda 10Colei che puote a pena esser capitaDa l’infinito spazioDe l’infiammato mio petto celeste,Fra così angusto giro,Fra le ruvide braccia 15Di rozzo pastorelloA starsene ristretta,D’amor sì vil pur volontaria preda?

Dunque fia ver ch’io vedaColei per cui languisco, 20Sì amaramente amando,Amator immortale,A languir per dolcezzaFra così vili amplessi,Preda d’uomo mortale? 25Anzi pur prigionieraD’uomo immaturo, e di garzon nasciutoFra le fere e fra’ boschi? Io dunque aprendo

Page 98: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

98

E di notte e di giornoLe palpebre del Sole e de le stelle 30Vedrommi sempre innanziQuesto oltraggio, quest’onta e questo scorno?

Con le luci del giorno io stesso dunqueIlluminar dovrò le mie vergogne,Con gli occhi de la notte 35Ne la tragica scenaSpettator del mio male,Io, dunque, esser degg’io quello che accendaLe funebri facelle al morir mio?

No no, ciò non fia vero, 40Chiudetevi più tostoIn sempiterno sonnoNel sepolcro de l’ombre, occhi notturni.No no, serra più tostoLe luminose ciglia 45Immortalmente, o Sole,Ma mai non spunti fuoraPercorrendo i tuoi raggiDal balcone del dì l’alba e l’Aurora.

Prima che questo fia, 50Il tuo splendor adornoSi disavvezzi pureD’allumar l’aria e d’illustrar il giorno.Prima che questo fia,Il tuo calor vitale, 55Che ’l calor de la vitaNe la vita del mondoSoavemente infonde,Che le viscere sueProdigamente rende 60Al produr, al nutrir sempre feconde,Tepido, anzi gelato,Privi per mia vendetta

Page 99: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Viii - SDegno Del cielo

99

Del consueto cibo,De’ soliti alimenti, 65Contumaci figliuoliDi me, che gli son padre,I rubelli elementi,E così resti ancoraDegli orrori indistinti, 70Fra le nebbie confuseDe’ tenebrosi abissi,Nel più cieco profondoSpenta la luce e sepellito il mondo.

Ch’altra morte non merta 75Questa femina rea,Che si usurpò finoraIl titolo di dea,Che una vita immortaleNe le tenebre, morta e ne l’oblio. 80

Qual idolatra dio,Ch’arse già per costei,Qual nume adoratore,Che sospirò per lei,Avrà sì ammaliato il cor e ’l petto, 85Che scorgendola fattaDe l’ingordigie umaneConcubina sì laida e sì sfrenata,Quanto arse per amore,Tanto d’averla amata 90Non arda per vergogna e per dispetto?

Qual flutto, qual procellaSarà sì neghittosa,Sì che non la sommergaTra gli ondeggianti abissi 95Del suo vorace seno, affinché restiLavata sì gran macchiaChe de l’algoso impero

Page 100: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

100

La marittima proleIndegnamente fregia, 100Perché spenta rimangaDel marittimo onoreSì indegna corrutela?

Ma se tardan gli dèi,Ma se ’ndugiano l’onde, 105Io perché non m’affrettoA sì giusta vendetta? Io che pur sonoL’oltraggiato e schernito; io che pur sonoDa questa disleal, da questa infida,Quanto fido in amor, via più ingannato, 110Quanto amator supremo,Tanto men gradito.

Sì sì, satolla pur, femina impura,De le tue voglie infamiLe affamate voragini profonde; 115Godi pur, godi pure,Meretrice impudica, i tuoi diletti,Che ’n questo giorno stesso,Prima che si rinchiudaFra le palpebre de l’Occaso il Sole, 120Sopra l’estinte membra,Su ’l busto fulminato e ’nceneritoDel temerario amante,Del drudo troppo ardito,Goderò di vederti 125Quanto lieta ora sei, quanto ridente,Tanto allora angosciosaA lagrimar dolenteNe la pena di lui le colpe tue,A sospirar afflitta 130Le vive tue vergogneNe la sua morta vita;

E paga resterà l’anima offesa

Page 101: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Viii - SDegno Del cielo

101

Mirando e contemplandoSovra ’l cenere freddo, 135Sovra l’ossa gelate,Fatte trastullo e giocoE de l’onde e de’ venti,Arder senza rimedioDisperato il tuo foco. 140

Da’ campi de la vita,Dal mio vindice senoSì sì cada pur dunque,Cada prima del tempo,Si spicchi innanzi l’ora, 145Sovra la bionda chiomaDel tuo bell’Aci amatoImmaturo il destino, acerbo il fato.

Ne la sua estrema sorteDivenga quella stella 150Che fu finora scortaPer guidar la sua vita,Facella funeral de la sua morte.

Poi l’alma innamorataDe l’estinto amatore 155Nel tormentoso infernoD’un disperato amoreImmortalmente restiLegata e condennata,Misero esempio a’ temerari amanti, 160Sprezzatori del Cielo,E per quel lido errante,Su l’arena infeconda,In metro doloroso e sempiternoAccordi i suoi sospiri, 165Le querele accompagniAgl’adirati gemiti de l’onda.

E i penosi lamenti e i tristi lai

Page 102: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

102

De l’anima raminga e disperata,Senza finir giamai, 170Restino in sempiternoConfusi fra’ latratiDe l’arrabbiata Scilla,Absorti da le fauciDel tempestoso mostro, 175Sol perché in alcun tempoNocchiero o peregrinoPer compatirle mai non s’avvicini,Sol perché in alcun tempoSpirito di pietà non se le inchini. — 180

Così fra sé conchiuse,Furibondo d’amor, l’egro d’AmoreAmante appassionato,Cui non nutriva il corePiù speranza d’amore, 185Ma desio di vendetta;Forsennato infeliceCui non pasceva l’almaPiù l’amata beltate,Ma il gir solo pensando 190Strazio di crudeltate,Immanità di scempio, orror di sangue.

Ne l’ardente fucinaDel suo petto infiammatoSpirava impetuoso, 195Ne le fiamme d’Amor, mantice l’Ira,E nel più chiuso albergoDel suo cor, tormentatoDi gelosia, l’impenetrabil geloStrettamente legava 200Con nodi di diamanteAl torrente del duolo il passo errante;Sì che quasi pareva,

Page 103: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Viii - SDegno Del cielo

103

Fra sì contrarie tempreDi tormentoso foco 205E di penoso gelo,Con tutte le sue furie,Con tutte le sue peneChe fosse sormontatoL’inferno in cielo a tormentar il Cielo. 210

Ma prendendo ancor sdegnoDel suo stesso tormento,Stimando il sospirar, stimando il piantoVili affetti terreni,D’immortale amator difetto indegno, 215Rigido, inesorabile e protervo,Tutto tutto si volseDel misero garzoneA l’ultima rovina, al danno estremo;Onde con fiero suono 220Scorse per l’Oriente,Del vindice suo petto,De l’irato suo cor, fremito un tuono;

E per l’oscuro campoDel pallido Occidente 225Con orribile striscioSerpeggiò fiammeggiando,D’infetto ardor ripieno,Gravido di velen, vipera un lampo.

Ogni nebbia, ogni nube, 230Dal fervido caloreD’ira così infocataConsunta ad un momento,Ad un tratto dispersa,Volò tra l’aure e si mischiò col vento. 235

Ogni lume, ogni stellaPurpurea rosseggiando,Per man del Fato impressa

Page 104: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

104

Là negli azzurri fogliDel gran libro del cielo 240Ad esprimer il senso de la SorteInfaustamente eletta,Era già divenutaCarattere di sangue e di vendetta.

Tutt’i raggi del Sole, 245Fatti strali pungenti,Tutte le luci sue,Fatte spade taglienti,Lampi vibrando luminosi e tersi,Feriano d’ogni intorno 250Più di terror, che di splendor, il giorno.

E l’aria impressa anch’ellaDi luce sì letale,Di calor sì mortale,Parea foco e non aria, onde per essa 255I venticelli erranti,Gli euri, l’aure volanti,Più tosto fiammeggiando, che spirando,Rapidissimi, ardenti,Parean lampi e non venti; e appresso al lido 260Del minacciato mar, mar franto e rottoDa’ duri morsi de l’ingorda Scilla,Tra gli ondeggianti fluttiDi spumoso rossor sparsi e dipinti,Accesi et agitati 265Nuotando i pesci, e non trovando loco,Parevan che guizzassero nel sangue,Anzi in sanguigno mar serpi di foco.

Da sì turbidi lumiIl mondo illuminato, 270Da sì strani coloriPinto e delineato,Orrido in prospettiva,

Page 105: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Viii - SDegno Del cielo

105

Lugubre in apparato,Scena funesta e tragico teatro, 275A le prove del Fato,Agli atti de la SortePrometteva spettacolo infeliceD’amaro scempio e di spietata morte.

Page 106: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 107: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

Desta il Cielo con raggio prodigioso nel chiuso mon-te l’adormentato Polifemo, che, tutto furibondo, sorge ministro dell’adirato Cielo, rivale d’Aci, innamorato di Galatea. Così a punto con terribil voce chiama Dio dalle tombe, dove pare a noi che sia adormentata la fatal Parca, la pallida Morte, che, di giaccio armata, si desta, preparando la falce fatale per obedire ai cenni del gran Monarca; insuperabil ministra della sua volontà, nemi-ca naturale dell’umana carne, innamorata dell’anima ragionevole, poiché ella pur le serve di porta per andar al cielo, se vuole, troncando gli stretti legami et i nodosi impedimenti che la trattengono esule della sua patria in questa valle di lagrime.

Page 108: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 109: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

109

polifemo

DeStato Dal cielo

Con sì feroce e portentoso raggio,Squallidamente accesoD’attossicato foco,Con sì funesta e sfortunata luce,Infaustamente armata 5D’avvelenato gelo,Basilisco del mondo,Inviperito, il CieloPercoteva e ferivaLà nel marmoreo fianco 10De l’alpestra montagna ampio ricetto,Smisurato soggiorno,Nel cui spacioso sen, per farlo albergoA capirlo bastante,Il gran pastor gigante, 15I dirupi spianatiE reso piano il suolo, aveva fattoDi mille balze un tettoE di cento caverne un antro solo.

In quest’orrid’albergo 20Il ciclope dolente,Il mostro innamorato,Versato avendo in vano e sparso a vòtoTurbinosi sospiri,Lagrimose procelle, 25Strepitose querelePer la sua Galatea, e cadute al fineLe guazzose palpèbre,

Page 110: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

110

L’ampia fenestra a riserrarli in fronte,Al fin dal sonno oppresso 30Qui s’era addormentato,La gran testa appoggiataSovra un duro macigno, a terra stesoQual steso a terra dal tremoto un colle,Empiendo et ingombrando 35Il cavernoso speco di se stesso.In così strana guisa,Sotto l’alpestre padiglion del monte,Lo smoderato busto,Lo smisurato capo 40Uno scoglio, una valleAvea sotto per letto e per guanciale.

Ma non sì tosto suole a’ giorni estiviLuce di vivo raggio,Raggio d’ardente sole 45Trapassar penetrando,Penetrar balenandoChiuso globo di vetroO di terso cristallo,Come ’l vindice lampo 50De l’adirato Ciel ratto s’aperseNe la sassosa coteDe la montana costa,Fra ’l denso e fra l’opacoDegli alpestri dirupi, adito e varco. 55

L’acutissimo raggioSenza apparir trasparve,Senza ferir trafisseLa dura scorza, e fra quell’ombre eterne,Folgorando improviso, e riflettendo 60Ne’ sassi affummicatiDa la perpetua notte,Da l’eterne caligini de l’ombre,

Page 111: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

iX - polifemo DeStato Dal cielo

111

Riverberava il monteArdori d’ogni intorno, e, omai distinte 65Da l’infocate pietre,Quasi che ripercosseDa rigido focile, a mille a milleSi vedevano uscir fiamme e faville.

Fiamme, quadrella ardenti, 70Fiamme, strali pungenti,Che pronto ministravaFaretrato lo sdegnoA l’arco adamantinoDel Sol, che per scoccar più certi i colpi 75Era allor divenutoIn sembianza di Luna,Fatto d’orbe rotondo, arco cornuto.

Ingelositi ardori,Velenose saette, 80Ch’avean l’ali di focoImpennate d’AmoreE le punte di geloFisse per man di Gelosia, con cuiSaettava e feriva 85Ne l’ampia fronte occhiutaDel fiero adormentato,Rapid’arcier, quasi in bersaglio, il Cielo.

Tal che per ogn’intornoDa l’incendio fatale 90Polifemo ristretto e circondato,Furibondo destossi, e spinse fuore,Su l’ali d’un sospiro,Il sonno moribondoDa l’Erebo del core. Et ecco allora 95Tra le vaste palpèbreDisappannato apparve,Da la tomba del ciglio

Page 112: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

112

Vivo risorse il fiero lume, e parveCh’allumasse d’intorno 100Del mostruoso voltoLo squallido OrienteApportator di procelloso giorno.

Quivi ne l’antro oscuro,Così improvisamente 105A fiammeggiar quel lumeMirando il crudo, e a fulminar quel foco,Provando il fiero entro al suo petto stesso,Nel centro del suo cor colpi di morte,Colpi che trafiggevano le piaghe 110D’amor con nove piaghe;Colpi rigidi e fieri,Che di gelato smaltoArmavano le fiamme,E gli incendi d’amore 115A la gelosa pugna incontro ’l core;D’astio e di rabbia ardendo,D’amor vigile infermo,Quasi freneticando in piè risorse,E risorgendo pareggiò la cima 120Del monte alpestre; e sì membruto apparve,Che’ mausolei più eccelsi,Le più altere piramidi, costrutteDa legioni di fabbriIn più di cento lustri, 125Il superbo colosso,Che con l’aprir d’un solo passo aprivaAl veleggiar de’ più sublimi pini,Pur facendole tetto, argin e muro,In tempestoso mar porto sicuro, 130Tutte le moli in sommaPiù famose e più altere,Meraviglie de l’arte, anzi del mondo,

Page 113: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

iX - polifemo DeStato Dal cielo

113

Sien d’Arabia o d’Egitto,O di Sparta o di Tebe, 135Quivi sarian comparseA paragon di luiDi famosi pigmei piccola stirpe e di minuta plebe.

Ebro di cruccio e d’ira,Spalancò al fin fra le lanose gote 140La cavernosa bocca in guisa orrenda,Sì ampia e sì profonda,Che parve che s’aprisse in fra due selveFra l’Ircania e l’Ircinia il mar de’ mostri;Quindi fra scoglio e scoglio 145Franta la voce uscendo,L’aspra voce agitataDa procellosi venti di sospiri,Col tuon di questi detti,Col rimbombar, col scoppio 150Di così fatti accentiIl mostruoso amanteMuggì dal fiero petto il suo cordoglio:

— L’amoroso mio foco,Che tante e tante volte 155Abbruciò l’erbe al prato,Tolse le fronde al bosco,Seccò le stille al fonte,L’amoroso mio focoCh’ora in sì fatta guisa 160Arde i sassi, arde il monte,E pur piccola parteDi quella fiamma eterna,Pur questo è una scintillaDi quel perpetuo lume, 165Raggio di quella faceChe, inestinguibilmente luminosa,Per farti onor divino,

Page 114: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

114

Inesorabil dea,Per placar il tuo orgoglio, 170Spietata Galatea,Avanti al simulacroDel tuo leggiadro aspettoNutre col proprio sangue,D’altro liquor in vece, 175Lampada il cor nel tempio del mio petto.

Questo è pur quell’ardoreTra cui miseramenteNe l’Arabia infeliceDe la rabbia e del duolo, 180Sotto ’l gelato poloDe la superba tua rigida fronte,Sfortunata fenice, unico mostroD’amor troppo spietato,Di sorte troppo ria, 185Immortalmente muor, viva a le morti,Moribonda a’ natali,Su ’l rogo del mio cor l’anima mia.

Quest’è pur quella fiammaIn cui tutt’i tormenti, 190Per tua cagione, ingrata,Tutte le pene mieFurie son diventate,Spiriti disperati i miei sospiri,Tenebre i miei pensieri, 195Latebre i miei desiri,Tartareo fiume il fiume del mio pianto;Questo petto lo ’nferno,Che perpetuo lo rendeDel suo spietato cor l’orgoglio eterno, 200Lo spirto il condennato.L’afflitto, il disperato,Che non crede e non spera

Page 115: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

iX - polifemo DeStato Dal cielo

115

De la bellezza tua,Del tuo beato viso 205In alcun tempo maiScorger per lui tranquillo il paradiso.

Ecco, se tu nol credi,Tanto di questo monte,Sì orrido e deserto, 210È pieghevole e molle il cor di sasso,L’aspro petto di marmo e di macigno,Quanto di te, che sei morbida e bella,Nimica del mio amore,D’ogni pietà rubella, 215Il tenero tuo cor fu sempre alpestre.D’ogni pietate ignudo,Il molle seno tuo fu sempre crudo.

Ecco, se tu nol credi, al foco mioArdon le rupi alpine, ardon le pietre 220E le più dure impenetrabil selci,Quasi che compiangendo al flebil pianto,Quasi che a’ miei sospiriCondogliendosi anch’elle,Sospiran di pietà lampi e facelle. 225

O tu, monte sublime, o tu che t’ergiA vagheggiar con fronte di smeraldoDe le leggiadre stelle il volto d’oro;O monte, o tu che fostiAppoggiato e fondato 230Sovra l’erbose tergaDe la terra soggettaDa la celeste manoDel tuo nobil destino, acciò tu sia,Coronato la chioma 235Di cipressi e di pini, il re del piano;

Con infallibil vistaTu che da lunge miri

Page 116: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

116

Del prato e de la piaggiaA ventilar i teneri smeraldi, 240E de’ fiumi e de’ mariAd ondeggiar i liquidi zaffiri,Dimmi, deh dimmi omaiSe la mia cruda vita,Se l’empia Galatea 245Per le spiagge arenose,Per le campagne erbose,Per le pianure ondose o nuota o scherza;Dimmi, deh, fa’ ch’io sappiaS’ella nel grembo ad Aci 250Disprezza la mia fede,Schernisce l’amor mio,Mormorando il mio scorno al suon de’ baci. —

Mentre così chiedevaIl mostro forsennato, 255L’amante ingelosito,Nel cavo sen de le montane grotteGemebonda e dolenteEco, più che mai fosse,Con sospirosi accenti, Eco indovina, 260Lingua de le caverne,Interprete de’ boschi,Da tre spechi ad un tempoIn triplicata guisa,Rinforzando la voce, 265Tre volte le rispose al suon de’ baci.

Page 117: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 118: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 119: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

Esce il mostro gigante dalla spalancata caverna, esce Polifemo alla luce del prodigioso Cielo, si lascia vedere, e per farsi maggiormente conspicuo monta sopra la eminen-za del colle, e con la strepitosa voce e tonante suono della stridula sampogna, dando fiato e forma alle sue querele, procura d’esser udito, cerca di farsi intendere dall’amata Galatea, assordando per d’ogni intorno il monte e la fo-resta. Così la mostruosa Parca esce all’improviso dalle te-nebre, ove se ne stava nascosta; esce la Morte alla luce del giorno, si lascia vedere, e per farsi maggiormenete palese, ascende sopra la più alta cima del nostro intelletto, cioè nella parte più apprensiva dell’anima; qui grida con rim-bombo orribile al peccatore «Cras morieris, cras morieris»; quivi allo strepitoso tuono della funesta tromba, dando fiato e forma alle sue richieste, intuona all’anima rubella quelle gran parole «Veni ad iudicium», e con così veemen-te impressione, permette Dio che tutto ciò si rappresenti alla nostra mente; e tal volta pensando l’uomo di dover morire, di dover finalmente giungere a questa irreparabil mèta dalla morte, instupidisce per l’orribilità, sé impetra per lo stupore, et occorre ben spesso che tutto confuso e tremante pensa a placar l’ira del Giudice sdegnato, il qual, pietoso, così vuol che segua, per far prova con quest’ultimo colpo di divertir l’anima dalle sue follie e di convertirsi a lui, ch’a braccia aperte l’aspetta a penitenza, che con il cuor spalancato la desidera nella sua gloria. Seguono i doi forsennati amanti a godere i loro amori nell’antro solitario, e poco curando l’amore o lo sdegno del Cielo, nulla temendo il pericolo d’esser scoperti da Polifemo, sordi al tuono di così fiera voce, ciechi all’apparir di così

Page 120: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

spaventosa presenza, sepolti col core nel sopore delle delizie del senso, adormentati con l’intelletto nella profonda letargia dei piaceri della carne, pieno di sprezzo e di temerità, ne avviene finalmente che le loro imagini sventurate, che le loro forme infelici nel riflesso e nello specchio del mare, più che mai fosse placido e tranquillo, additate dal Cielo, mostrate a dito dal Sole all’odiato rivale, siano scoperte pienamente e vedute dall’occhio infallibile di lui, che con disperate strida, chiamandoli a nome, si prepara al far sopra di loro miserabile e memorabile la vendetta. In questa guisa appunto suol accadere all’anima che, continuando nella sua solita rebellione, non facendo altro riflesso sopra Dio, non curando pericoli della morte, sorda al tuono delle sue funeste voci, cieca all’apparir del suo squallido e terribile aspetto, go-vernata dal senso, consigliata dalla carne, burlandosi e ridendosi del tempo che passa e del Giudice che viene, occorre alla fine che nel mar più placido e più tranquillo, cioè quando il mondo le appar più bello et accomodato alli suoi disegni, quasi in un specchio vien da Dio mostrata a dito e fatta vedere alla Morte, che con voce spaventosa a nome la chiama, e sfida la vita nostra nel doloroso steccato, nella insuperabil battaglia.

Page 121: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

121

furore e canto

Di polifemo

A sì cruda rispostaRestò il gran Polifemo,Il credulo indovino,Muto, privo di moto,Quasi di vita casso, onde pareva 5Che ragionando ’l monte ed ei tacendo,Si fossero cangiate(Metamorfose stranaD’un indovino cor ch’arde d’amore)I muti e freddi marmi, 10Le morte e dure pietreIn vivi spirti allora, e ’l vivo in sasso.

Tacque sì, ma dal centroDi quel cupo silenzioNacque un grido sì orrendo, un tuon sì strano, 15Che penetrando il monte,Trapassando le nubi,Squarciando l’aria e trafiggendo ’l vento,Ferito e ripercossoDi torbidi vapori, 20Di prodigi letali,Più che mai fosse orribilmente impresso,S’udì che li rispose,Speco di sì grand’eco, il Cielo stesso.

A così gran rimbombo in que’ contorni, 25Ne’ prossimi confini e ne’ remotiDi quell’ampie foreste,Su le più eccelse rupi

Page 122: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

122

Non vi fu rio, né fonte,Ne le più basse valli 30Non vi fu lago o fiumeChe le più interne viscere commosse,Torbido non corresse,D’arenoso palloreDipinto, il vago e fuggitivo argento. 35

A rumor così stranoNon vi fu fiera in tana, augello in selvaChe da sì gran percossa fulminatoNon credesse in quel punto, in quel momentoDi cangiar vita e forma, 40Natura et elemento.

Il pesante macigno, il duro marmo,Che fu prima del monteLa più gran balza et il maggior dirupo,Questo che Polifemo 45A la bocca de l’antro,Quasi porta sicura,Appoggiato tenea, porta ch’avrebbeConteso anco l’ingressoAgli impeti, agli assalti 50De’ più grossi torrenti,A’ colpi, a le percosseDe l’orrende procelle,A la rabbia de’ turbini e de’ venti,Così massiccia mole, 55Osso sì smisurato de la terra,Di cui forse maggioreNel vasto corpo suo non ebbe il monte,Saettato dal tuonoDi così orribil grido, 60Qual giunco a l’aura, o quasi canna al vento,Vacillante si scosse,Poi, fulminato e fulmine ad un tempo,

Page 123: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

X - furore e canto Di polifemo

123

Precipitò senza ritegno al basso.Il fiero mostro allora, 65

Il forsenato amanteFuribondo e tuonante,Di pianto no, ma d’atro sangue il ciglioTutto sucido e molle,E di densi sospir tutto fumante, 70Per lo dischiuso varco uscì a la luce,E così mostruosoE così smisuratoLa terra, il mare e ’l cieloLo videro d’intorno 75Fuor dal montano ventre,Da la sassosa bocca uscir al giorno,Che parve allora di veder a puntoChe la montagna partorisse un colle.

Al comparir de l’orgoglioso mostro 80Nel verdeggiante campo,Videsi in un istanteDivenir per pauraPallida la verdura,E su la folta siepe, 85Di cento spine armataNon essendo sicura,La rosa innamorataTimida scolorì la guancia d’ostro.

Mentre poi se ne giva 90Con fatal calpestio premendo il suolo,Vestigio così basso,Orma così profondaDov’egli pose ’l piede,Allor stampò per la pianura erbosa, 95Che, quasi in cupa tomba,Ne l’imo sen di quellaRimaner si scorgeva

Page 124: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

124

Odorato cadavere del prato,Ogni erbetta, ogni fior sepolto e morto. 100

Al fine a piè d’un colleGiunse con un sol passoLo smisurato amante;Poi con un salto soloCalcò l’alta sua cima, e vi s’assise, 105Ratto così, che parveAugel senz’ali e che pur gisse a volo.

Qui gionto, a la sua fistula canora,Se canoro esser può suon che spaventa,Fra l’amor vaneggiando e fra l’orgoglio, 110Diè ’l ciclope di piglio e se la trasseDal fianco smisurato, ove pendea,E, mentre a l’ampia boccaAppoggiò le gran travi,Con li stridenti soffi 115Del tempestoso fiatoEmpiendole di Borei e d’Aquiloni,Quando da que’ contestiVòti arbori sonanti,Cavi tronchi spiranti, uscirne fuori 120La turbinosa melodia s’intese.Fu strepitosa tantoDel musico rimbomboLa tuonante armonia,Che con orribilissimo concerto 125In questa guisa a puntoS’udì fremere ’l suon, muggir il canto:

— Bella figlia di Dori,Leggiadra Galatea,Onor di queste sponde, 130Bellezza di quest’onde,Idolo mio, mia dea,Stella del mar errante,

Page 125: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

X - furore e canto Di polifemo

125

Del campo cristallin ninfa guizzante.Vieni, deh vieni omai, 135

Io là sotto quel monteIl mio palagio ho postoSolitario, nascosto.Qui mormorando ’l fonte,Qui susurrando ’l vento 140Ti diran, bella cruda, il mio tormento.Vieni, che qui vedraiDa un lato primaveraPer quelle chiostre ombrosePinger ligustri e rose 145Di mattino e di sera,Da l’altra autunno eternoMaturar frutti, e non temer di verno.

Quivi raccor potraiDe’ fecondi arboscelli 150Da la fronzuta chiomaSchiere di pomi aurati;Intrecciarti i capelliPotrai di vaghi fiori,Che spirano l’Arabia degli odori. 155

E candidi colombiAd un sol parto nati,Fra lor tanto simìli,Di sì vaghi moniliDa la natura ornati, 160Che si ponno dar vantoD’aver d’Iri le fasce e d’Alba il manto.

A te, cruda, li serbo,Perché nel loro candoreL’imagine si veda 165De la mia pura fede,L’imagine del core,Che nel nido del seno

Page 126: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

126

Nacque di fé vestito e d’amor pieno.Da la sua tana io trassi 170

Ancora un orsacchino,Che quando si provocaPargoleggiando gioca,Buffonetto bambinoChe a l’ira si prepara, 175E con tai scherzi ad esser crudo impara.

Questo ancor fia tuo dono,Tuo dono acciò tu miriNel suo ferino aspettoQuel rigor ch’hai nel petto, 180Che pasce i miei martìri,Che lacera ’l mio core,Quasi in selva d’orror fiera d’Amore.

Da l’arenosa notteEsci, mia viva stella, 185Dal giardin de’ coralli,Dal prato de’ cristalli;Deh spunta, aurora bella,Fuor de l’algosa reggia,Amoroso mio sol, fa’ ch’io ti veggia. 190

Né disprezzar, ti prego,Questo massiccio busto,Questo volto virile;A me piaccia il gentile,A te piaccia il robusto; 195Tu vaga, io forte sono,Godremo io del tuo bel, tu del mio buono.

E poi se non m’ingannaL’ampio specchio del mare,I cristalli del fiume, 200In cui per mio costumeSon solito a mirare,Appresso ’l mio sembiante

Page 127: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

X - furore e canto Di polifemo

127

Par basso Olimpo e pargoletto Atlante.Vedi che la mia forma 205

Eccede di grandezzaOgni umana misura,Mi cede di statura,M’agguaglia di fortezzaIl fulminante dio, 210E m’onora, e paventa ’l braccio mio.

Vedi che la mia chiomaRassembra a punto un boscoChe questo capo ingombra,Che queste spalle adombra; 215Bosco per lo cui fosco,Gemebondi e dolenti,Erran de’ miei sospir gli austri cocenti.

L’occhio poi che mi splendeIn quest’ampio orizonte 220È un sol, sì come suoleEsser occhio anco ’l SoleDe la celeste fronte:A te ciascun rivolto,L’occhio del Cielo e ’l sol di questo volto. 225

Aggiogni ch’io son figlioDel gran Giove del mare;Maggior suocero certoE di stirpe e di mertoTu non saprai trovare. 230Di lui fieri e possentiTuoni i fulmini son, fulmini i venti.

E pur con tutto questoAci solo a te piace,A te sol Aci è adorno; 235Ma s’io lo colgo un giorno,Questo reo, questo audace,Vo’ che rimanga a pena

Page 128: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

128

Ne la tomba del mar polve d’arena. —Co’ fiati impetuosi 240

Spirando ora nel pino, ora nel faggioStrepitose procelle,Così cantò con turbinosa voceIl rozzo amante, il musico selvaggio.

Ma non vedendo ancora 245Dal marittimo cieloSpuntar l’amata aurora,Uscir il suo bel sole,Credendo aver disperso e sparso in vanoIl suon de la sampogna, 250Il tuon de le parole,Da le fiamme d’amoreE dal freddo rigor di gelosiaBattuto l’alma e fulminato ’l core,Quasi vivo dirupo, 255Con piè precipitosoGiù da la verde cimaDel verdeggiante colleDisperato discese,E bestemmiando calpestò su ’l lido. 260

Qui giunto, ahi fiera stella,Ahi ciel troppo nimico,Ahi destin troppo acerbo,Senza franger un’onda,Senza volger un flutto, 265Chiusi nel petto i rauchi suoi fragori,Ad un momento immobile cristallo,Specchio di morte amaro il mar divenne.E ’l Sol, fatto scultore, ah troppo industre,Senz’un’ombra di nube, 270Senz’un velo di nebbia,Col suo vivo splendor più che mai fosseSottilmente arrotato

Page 129: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

X - furore e canto Di polifemo

129

A la cote de l’ira,Quasi che con scalpello 275Di diamante fatal scultor di foco,Le forme sventurate,L’ombre troppo infeliciDe’ duo ’nfelici amantiTrasse fuori dal bosco, 280In cui godeano ascosiI piaceri amorosi. E così vivi,E così allor simìliNe l’immobil macignoDel mar incristallito 285Gli finse, gli emulò, così conformiGli scolpì, gli animò, che quindi fuoreRiflettendo trasparve e ’l volto e’ gestiE gli atti amorosettiE’ vezzi lascivetti, in guisa tale, 290Che da le finte formeQuasi chiaro s’udivaIl vero suon de’ detti,Che da l’ombre fallaciQuasi vivo n’usciva 295Il vero suon del mormorio de’ baci.

In così fatto specchioIl mostro innamoratoVista l’amata ninfa,L’odiato rivale 300D’amorosi legami insieme avvinti,Con altissime strida— Ahi, che vi veggio; — disse — ahi, che ben veggioTra quei nodi lascivi,Che in così stretta guisa 305V’allacciano impudichi,Rotte le mie speranze,Disciolto l’amor mio. Ben sento, ahi lasso,

Page 130: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

130

Che schernendo i miei preghiE’ miei sospiri ardenti, 310Preso a gioco ’l mio pianto,Fate tenor co’ baciAl tristo suon de’ miei dogliosi accenti.

Page 131: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 132: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 133: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

Aci, al suono della voce infruttuosa, spaventato lascia l’amata Galatea e corre sopra il lido per fuggire gl’immi-nenti pericoli, e Polifemo, all’apparir dell’odiosa vista, tutto infuriato, spalancati i diluvii della crudeltà, dà di mano alla cima alpestre di una scoscesa balza, la scuote, la move, e ne spoglia la montagna, se ne arma la destra, e con risoluta violenza, saettandola sopra il capo del fuggitivo Aci, l’arriva, lo coglie, l’uccide e lo seppellisce a un tempo stesso. Così l’uomo, anch’egli atterrito dal pensiero della morte, tralascia et abbandona la compagnia del senso, e, tutto tremante per la paura, corre sopra il lido pieno di viltà, e non d’amore, per fuggire il colpo spaventoso che li minaccia la Morte, la quale, tutta furibonda anch’ella, aperte le voragini della sua fame, con frettoloso piede, anzi con repentino volo, lampeggiando con la falce, tuonando con le parole, fulmina e si lancia ad assalir il moribondo. Dando di piglio al sasso del sepolcro, se lo gira per mano, ne spoglia il monte, se ne arma la destra, e con mirabile velocità saettando sopra il capo del peccatore, l’uccide e lo seppellisce nel seno della terra, inutil peso e cadavero infelice.

Page 134: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 135: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

aci percoSSo

Da polifemo

Quando ’l misero amanteUdì de la gran voce il fiero tuono,Tuono presago appuntoDi reo colpo mortale,Messaggero funesto 5Di fulmine fatale; quando s’avvideDal suo fiero nimicoEsser già discoperto,Del leggiadretto voltoScolorite le rose, 10Impalliditi i gigli,Fuor del sicuro portoDel bel seno amorosoUscì poco saputo e meno accorto,E con tremante passo 15E con piè vacillanteSpintosi al corso al fine,Misero si commiseAl procelloso mar de’ suoi perigli.

La bella Galatea, 20Trafitta dal timoreDe la salute sua,Forsennata gridava: — Ohimè, ben mio,Deh non m’uscir di braccio, io farò scudoCon questo petto ignudo al tuo bel volto, 25In questo manco lato,Ne l’intime latebreDe le viscere mie,

Page 136: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

136

Nel centro del mio coreT’asconderò ben io dal suo furore. 30

Volgi, deh volgi, o mio bell’Aci, il passo,Che ’n tua difesa armataD’usbergo di pietade,Pugnando con le lagrime e co’ prieghi,Fida guerriera tua, 35Tua schermitrice ardita,Mi farò incontro a’ colpi,Riparerò l’offeseChe saranno drizzate a la tua vita.

E quando ciò non giovi, 40Torna, mia vita, torna,Che sol per custodirtiDal periglio imminenteSon risoluta; io voglioFerir queste mie vene, 45Svenar questo mio petto,E nel purpureo mar del sangue mioSommerger di quest’empio il fiero orgoglio.

Torna, bel fuggitivo Aci, ritorna,Che se morir pur dêi, 50Su l’animato rogo del mio seno,Tra gli amorosi ardoriMeco vo che tu mòra; altro ferètro,Altra funesta baraNo vo certo che appresti 55Al tuo morir il Fato,Di questo ardente petto innamorato. —

Agl’inviti amorosi,A’ consigli fedeliFu sordo Aci, fu sordo. I cari detti 60De la sua cara amica,Benché allor li rendesseL’appassionata voce,

Page 137: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Xi - aci percoSSo Da polifemo

137

Il gemebondo cor vivi e sonori,Ohimè, che troppo fûro 65Dietro a la fuga sua lenti cursori.

L’appassionate voci,Overo che cogliendoSovra ’l gelato smalto del timoreDi che sen giva armato il fuggitivo, 70Rintuzzate cadêro;O che’ dogliosi accenti,Acciò non pervenissero a l’orecchieDel vago impaurito,Li tolsero su l’ali 75E via se li portâroDi lei gelose l’aure,Di lui, rivali innamorati, i venti.

Non seguì PolifemoIl garzon fuggitivo, il piè superbo 80Sdegnò scioglier il passoPer seguitar la tracciaDi sì minuta preda; il cor alteroA viltà s’arrecò snodar le piantePer ricalcar i timidi vestigi 85Di così vile e picciolo nimico;Ma vòlto a man sinistra, ove sorgeva,Quasi scala del cielo,Co’ gradi de’ dirupiVerso i poggi stellanti un monte alpestre, 90A la sublime cimaDi così vasta moleStese la mano, et indi agevolmenteLa traditrice irreparabil destraTrasse la maggior parte 95Di quella rupe alpestra,E di quella s’armò, fattasi alloraInstromento di guerra,

Page 138: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

138

Machina de la morte,Per batter sol, per atterrar, ahi cruda, 100Del vago giovinettoLe membra delicate,Quasi di vivi e teneri alabastriVagamente costrutte,De la reggia d’Amor mura animate. 105

Contro ’l garzon fugace,Fuor del nerbuto braccio,Spinse il gran colpo il fiero;Anzi contro l’erranteE fuggitivo segno, 110Quasi da arcuto nerboSaettò la pendice il monte arciero.

Sciolto allora per l’ariaIl mostruoso telo,Le guancie di zaffiro 115Fe’ impallidir per lo spavento al Cielo,La gran fulminea moleLe ciglia adamantineFece inarcar per maraviglia al Sole,L’orrendo monte alato 120Squarciò l’aria col pondo,Calpestò l’aure e’ venti,Sì che per lungo tratto a lui d’intornoQuasi disanimò d’anima il mondo.

Al fragor strepitoso, 125Tutto per la pauraE timido e tremante,Tutto per la fatica e molle e stanco,Si volse ’l bel fanciullo, a cui del crineLe fila risplendente inanellate 130Da ogni lato irrigavaUn precioso nemboDi perle liquefatte, a cui del viso

Page 139: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Xi - aci percoSSo Da polifemo

139

Le porpore natie, le vive roseDa ogni parte bagnava 135Un’ingemmata pioggiaDi lagrime cadenti preziose.

Si volse l’infelice,E visto esser coperto d’ogni intornoDal volubile tetto, al suo periglio 140Non prevedendo scampo,Aprì le labbra dolorose e spinseUn sì languido ohimè verso le stelle,Che se tal e’ giungevaA l’orecchie del Cielo, 145Qual da la bocca uscìoSu ’l confin de la morte,Certo ch’ei si rendevaBenevola in quel punto ogni empia stella,Propizio allora ogni adirato dio. 150

Ma che? percosse ’l doloroso suonoDe la voce pietosaIn quel cielo di sasso,In quel ciel rovinoso,Implacabil e sordo, 155Che giù precipitando,Quasi per man d’Atlante,Rapito dal suo cardine e dal polo,Per non sentir pietadeAvea di pietra, anzi di ferro il core; 160E per portar a lui più frettolosiI danni e le rovineAvea d’augel, anzi di furia ’l volo.

Con un amaro volto,In cui le sue amarezze 165Seminava la morte omai vicina,Disperato di vita,Qui composto al morire afflitto e lasso,

Page 140: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

140

Vinto il bell’Aci alfineDiè mèta al corso e pose freno al passo, 170E in atto di pietà torcendo il colloSovra le terga, e le amorose luciRugiadose di piantoErgendo al colpo omai poco lontano,Con deboletto braccio, 175Con languidetta manoContro sì gran rovinaSol faceva riparo al suo bel volto.

Ma mentre poco lunge si scorgea,Per ucciderlo a un tratto e sepellirlo, 180Sovra ’l capo innocentePiover la morte e tempestar la tomba,Del languidetto aspetto,De la pallida guanciaL’inesorabil Parca innamorata 185Si trasse adietro alquanto,Sospirò per pietà, mirollo fiso,E disse fra se stessa: — Ora pur veggioPomposi i mie trofei,Leggiadri i miei pallori 190Campeggiar dolcemente in un bel viso,Ora pur veggio al fineCome s’impallidisce ’l paradiso. —

Così diceva, e stimolata alloraDal desio di vederlo 195Anco più da vicino, omai bramosaDi stringersel al petto a braccia aperte,Si spinse innanzi, e seco trasse dietroQuel grave peso alpestreSovra di cui dal Fato 200Indivisibilmente affissa stava,Onde in vece d’accoglierlo la crudaTra gli amplessi amorosi,

Page 141: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Xi - aci percoSSo Da polifemo

141

L’oppresse, l’atterrò, le belle membraSin da la cinta in giù tutte li franse, 205Tutte schiacciolle, e mescolò di sangueLa respirante neveDel suo bel fianco amato.

Fuor de la rupe alpinaDel battuto garzone 210Restò il bel petto illesoSolo perché la crudaSopra sì amaro lettoLo volse per guancial de’ suoi riposi.

Restaron fuor le belle braccia intatte 215Solo perché bramavaLa Parca innamorata,Per maggior sua dolcezza,Su’ gemiti fatali,Su l’estreme agonie, restar di quelle 220Tra gli amorosi nodiStrettamente abbracciata;E senza alcun’offesaRestò il bel volto esangueSolo perché volea l’amara amica 225Contemplar il suo amanteNe’ singulti funesti,Anelar moribonda agonizanteTra’ languenti sospiriPer mescolar i freddi suoi sospiri, 230Per languir seco agli ultimi languori,Al fiero e fatal caso,Al vacillar de’ tremuli splendoriDe l’orbate pupille,Al tramontar de’ vacillanti raggi 235Degli eclissati soli,Ella per diventar l’ultimo Occaso.Così sotto ’l gran giogo, ahi fiera sorte,

Page 142: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

142

Sotto la tomba alpestraRestò il bel semivivo 240Semisepolto in braccio de la Morte.

Page 143: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 144: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 145: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

Corre Galatea lagrimosa et anelante, e gionge a con-templar più da vicino il fiero spettacolo, mira l’amato Aci sotto il sasso languir semivivo, si batte le guancie, si straccia il crine, prevedendo la morte irreparabile del suo gradito amante. Così al tempo della morte l’anima afflitta et agonizzante arriva a contemplar l’ultimo caso che ci so-vrasta, piange il corpo che resta, et il corpo sospira l’anima che parte, prendendo l’un dall’altro gli ultimi congedi con tale e così dura divisione, che ben sanno non aversi più da rivedere, se non il giorno tremendo, quando la tromba con suono maraviglioso gli chiamerà all’ultimo giudicio.

Page 146: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 147: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

morte D’aci

L’innamorata Galatea, che sempreDietro il volante colpoTenea la vista intenta, ahi quando videSopra ’l bel giovanettoRuotar per l’aria ’l sasso, e sentì poi 5Che colpì giù con sì gran furia al piano,Sentì la miserella a un tempo stessoFulminato caderle il cor nel petto.

Sentì quella rovinaL’anima appassionata, e sentì ’l danno, 10Oppressa sotto ’l pesoD’un disperato affanno; aprì la boccaPer esalar il duolo,Ma sommersa la voceNel gran mar del tormento, 15Che sen gia fluttuando intorno ’l core,Sopra’ purpurei lidi de le labbra,Quasi fragor dolente, a pena puoteGemer un sol sospiro,Sospirar un singulto. 20

L’anima innamorataPer lo fiume del pianto allor nuotando,Fuor per l’urne degli occhiFece prova d’uscir, ma quivi ancora,Tra pupilla e pupilla, 25Quasi tra vive sponde,Trovò ch’eran converseIn immobile stagno

Page 148: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

148

De le lagrime amare i flutti e l’onde.Sì che, tornata adietro, 30

Su ’l core sbigottito,Che quasi per stupore,Che quasi per dolor sembrava un sasso,Ferì sì impetuosa,Fulminò così forte, 35Che tutto l’animò, tutto il commosse;E ’n tal guisa agitollo,Che sciogliendo ’l desio, sfrenando il passoDe la misera ninfa,La spinse ed infuriò di modo tale, 40Che parea su quel lido,Agli atti impetuosiStracciando l’oro fin de la sua chioma,Prodiga disperataFacendo offesa al volto, 45La cruda innamorataFuribonda d’amore e forsennata.

Così la bella insana,Tutta tutta nascosaNel vello d’or de la sua folta chioma, 50Con l’arco del doloreSaettandola al corsoPer l’odiate spondeL’appassionato core,Giunse al fin, giunse al fine 55A la deserta e sventurata spiaggia,Ove in dolente guisaSteso sovra l’arena,Qual calpestato fior, Aci languiva.

Vi giunse, ohimè, la sventurata, e quando 60Vide il suo caro ben disteso a terra,Di candor moribondoTutto pallido il volto

Page 149: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Xii - morte D’aci

149

E d’ostro sanguinosoTutto vermiglio il fianco, ahi quando vide 65Ne le torbide luciIl bel sereno lampoDe l’amoroso sguardo, che volgeaIn pigri giri, in lente ruote omaiGli ecclissati suoi rai, già divenuti 70A l’esequie funesteDel bell’idolo suo lumi funèbri,Languidette facelle, ahi quando videSu quelle fredde labbra,Da cui già delibò baci sì cari, 75Quasi sopra le soglieDe l’uscio de la Morte,Sospirar l’alma gli ultimi singultiSu l’ultima partita, ahi che non fece,Ahi che non disse allora 80Sul sanguinoso pettoDel moribondo amato.Tutta lasciò cadersi; avidamenteLa bocca innamorataA la gelata bocca allor congiunse; 85Le forsennate luciNe’ moribondi lumi allora affisse,E con voce dolente,Con grida disperate — Aci — dicea,— Aci, deh non morir, deh lascia primaChe la tua Galatea, 90Che questa sfortunataChe chiamavi tua dea,Di deità si spogli. Aspetta aspetta,Trattien lo spirto ancora,Che se ben nacqui eterna, 95Ben potrà ’l mio tormento,Sopra ’l dolor ch’io sento,

Page 150: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

150

Mostrar a l’alma miaCome s’esce di vita, 100Insegnar al mio cor come si more.Non mi lasciar sì tosto,Aspetta, idolo mio, tarda sin tantoChe quest’impetuosoTurbine di dolore 105Mi schianti pria da questo petto il core.

Che se così disponeCruda legge fatale,Aci, se così vuoleIl cielo, anzi l’inferno, 110Che ’l sol de’ tuoi begli occhiNe l’Occaso di morte, ohimè, tramontiFra tenèbre sì opache,In così oscura notte,Anch’io vo’ addormentarmi in sonn’eterno. 115

Cor mio, che ’n quel bel senoPalpitando e gemendo,Forse de’ nostri amoriNegli estremi singultiRimembrando sospiri; 120Cor mio, cor mio, che così fedelmenteAmarmi sai, deh non morir se primaTeco non moro anch’io.

Tu, gran padre del mar, tu, sommo dio,Che tra gli ondosi abissi ’l tutto puoi, 125Per estrema mercede,Per ultima pietade,Imponi in questo punto, imponi omaiChe la mia deità si diseterni;Comanda, o padre pio, 130Che di vita immortal questa mia vitaDisanimata resti. Anch’io soggettaEsser vo’ del dolor, vo’ de la morte.

Page 151: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Xii - morte D’aci

151

Deh fa’, potente re, con egual sorte,Senza alcuna dimora, 135O ch’egli s’immortali e meco viva,O ch’io mi diseterni e seco mora. —

A’ sospiri, a le lagrime, a’ lamentiDe la sua cara e disperata amica,Volendo pur il moribondo amante 140Dar l’ultima risposta,Alzò gli occhi. Se beneVelati et appannatiDa le nebbie di morte,Tra così estremi orrori 145Pur anco innamorati alzolli, e affisse,Senza batter palpèbra,Così efficacementeRugiadoso di lagrime lo sguardoNe’ begli occhi di lei, così animato 150In guisa spiritoso,Che in lor fu vista l’anima infeliceChe avanti la partita,Per veder il suo ben, per vagheggiarlo,Misera ad affacciarsi 155Sen corse a le finestre de la vita.

Indi raccolse poiSu le languide labbraL’ultimo suo sospiro,A cui dando vigore 160Ad onta de la morte,Più che la vita, Amore,S’udì ch’egli spirò così parlando,Distinto in queste voci,Articolato in questi estremi accenti: 165

— Ti lascio, Galatea, da’ tuoi begli occhiPer più non rivederti,Io mi parto per sempre.

Page 152: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

152

Ti lascio, e più mi duoleIn sì amara partita 170Di lasciar te, cor mio,Che di lasciar la vita.Ti perdo, ohimè, ti perdo,Amoroso mio nume,Ti perdo, o bella dea; 175Tu poco o nulla perdi,Poiché giunge al suo fineUn misero mortale,Figlio de la natura,Che al fin morir dovea. 180Ma se languisce il core,Ma se muor questa vita,Non languirà giamai l’ardor, la fede,Non morirà giamai la rimembranzaDe’ nostri cari amori. 185Credi pur, Galatea,Credi a l’anima mia, che te n’affida,In questo punto, che mentir non lice:T’amo, e t’amerò sempre,Vada ovunque si sia 190Nel cielo o ne l’inferno;Sarà, vivi sicura,Tanto il mio amor, quanto lo spirto, eterno. —

Dietro a l’aure languentiDi queste voci estreme, 195Di quest’ultimi accenti,L’anima agonizante,Cangiata in aura anch’ella,Uscia fuor dal bel petto, abbandonavaIl caro albergo, e su quelle viole 200De’ labbri impalliditi,In vece di parole,Mentre spirava fuor l’ultimo fiato

Page 153: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Xii - morte D’aci

153

Fiocamente gemendo,Pur anco mormorava il nome amato. 205

Senza batter palpèbraTeneva GalateaGli occhi perduti e fissiNel volto, se ben languido, ancor belloDel caro moribondo, 210E quivi sommergeaTra un diluvio di piantoGli ultimi baci suoi;Baci sì vigorosi,Così pieni di spirito e di vita, 215Che s’alcun d’essi allora in quella guisaChe giungea su le labbra del fanciulloSapea giunger al core,Certo avrebbe potutoNe la tomba del petto, 220Dove giacea sepolto,Animarlo di senso,Innestarlo d’un’almaPer cui saria risorto a nova vita.

Così stava baciando 225Or la bocca, or la fronte; or ne lo specchioDi que’ pallidi lumiImpallidia lo sguardo, or ne’ ruscelliDe le tepide porpore sanguigneImporporava i baci, or in quel petto, 230Disanimato scoglio,Con gli ohimè percoteva, or in quel crine,Tra quella selva d’oroSparsa tutta d’intornoDi rugiade di morte, 235Co’ sospir ventilava. Al fine poi,Accorta GalateaChe del bell’Aci ’l giorno

Page 154: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

154

Era già corso a l’occidente estremo,Concentrati i sospiri, 240E stagnate le lagrime nel petto,Rapida sorse, e folgorando i lumi,Raggi divini, e lampeggiando ’l voltoDi potenza immortal purpuree fiamme,Piena di maestà, piena d’impero, 245Tutta raccolta in tronoDe la sua deità, la bella deaCon bocca innamorataA lo spirito scioltoDe l’estinto garzon così dicea. 250

Page 155: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 156: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 157: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

Si converte Aci in fiume e si cangia in acqua et in arena, così il tronco disanimato dell’uomo defonto si tramuta in polvere et in acqua, che vuol dire in vile e puzzolente fango, così il fiume rende tributo al mare e così l’uomo rende il solito tributo alla natura: nell’acque del fiume vi guizzano i pesci, e fra ’l putrido lato delle guaste membra se ne van serpendo i vermi, e sì come quello resta fra li suoi argini per sempre rinchiuso, così rimane questo confinato tra l’angusto spazio del tenebroso sepolcro. Aci è convertito in fiume da Galatea, così il corpo vien mutato in aborrita putredine dall’anima, la quale, se non fosse stata rea di colpe e degna di pene, avrebbe con la sua innocenza dato vigore al corpo, sì che sarebbe restato preservato dalla corruzzione, come si vede ogni giorno de’ molti corpi de’ santi, ch’intieri et intatti risiedono ne’ tempî di Dio, facendo in questa guisa eterno testimonio della nostra fede e della loro santità a tutte le genti.

Page 158: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 159: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

aci tramutato in fiume

Da galatea

— L’ombra del mio bel sole,Spirto de la mia vita, anima ignuda,Che così priva restiDe le tue degne spoglie,De le tue vaghe forme, 5Trattien i freddi passi,Frena ’l pallido piè, spirto amoroso,Che ’n premio de’ tuoi mertiNon si de’, non è giusto, anima bella,Che tu ten voli al cielo, 10Anco quando tu fosti,Quasi novo Polluce,Cangiato in nova stella.Le stelle in ciel fra’ dèiSon troppo numerose, 15Qua giù fra’ semideiTu troppo singolare;Né men fia di ragioneChe con trepido piè prema le soglieDi Stigie o d’Acheronte 20L’inferno è giusta penaDegli spiriti rei,De l’anime rubelle,E tu, cor mio, sei l’innocenza istessa.Ma ben a me conviene, in ricompensa 25De la morte patita,Donarti un’altra vita,Più degna e più vitale

Page 160: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

160

Di quella che perdesti.In questo lido adunque, 30

Ove fu ’l paradisoDe’ nostri amori, in questo lido a punto,Vuo’ che sempre tu restiImmortalmente lietoFra’ beati riposi; 35Alma non più, ma nume, umido numeDe le più vaghe sponde,De le più lucide ondeChe bagnassero maiDegli Indi o de’ Sabei gli orti fioriti, 40Che irrigassero maiO d’Arabia o d’Egitto i campi erbosi.

Sì sì, così vogl’io, così comando.Per le natie contradeL’Aurora ti vedrà, piena di scorno, 45Ne lo spuntar del giorno,A le tenere erbette, a’ fior nascentiRecar il latte de le tue rugiade.

Per le sicanie piaggie,Abitator eterno, 50Stampar vedratti il cielo,D’astio e di rabbia ardendo,Infra musiche pietreE fra canori sassi mormorando,Con piè d’argento cristallini passi. 55

Vedrà con torto sguardo il fiero mostro,L’omicida carnefice, il tuo sangue,Che così fieramenteSparse di propria mano,Ad onta del suo orgoglio, 60Divenuto inesausto e sempiternoProduttor di se stesso,Di se stesso facondo,

Page 161: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Xiii - aci tramutato in fiume

161

Per irrigar le membra de la terra,Ne le vene di lei sangue del mondo. 65

Vedrà me, più che maiInnamorata ardendo,Entrar per la tua foce,Nuotar per lo tuo sangue,Concentrarmiti in seno, 70E penetrar sì a dentroIn compagnia d’Amore,Sin che m’interni e giungaSin nel tuo fondo a visitarmi l’alma,Sin nel tuo centro ad abbracciarti il core. 75

E perché non vo’ certoCh’alcun pregio, alcun fregioDe le bellezze tue,O bell’idolo mio, rimanga estinto,Né che morte lo tronchi, 80Né che tempo ’l consumi,Voi, fiori del bel volto e del bel seno,A me tanto graditi,Odorati, vezzosi e coloriti,Tutti distinti in ordinanza a schiera, 85Quinci e quindi innestatiCrescete e germogliate,Colorite, adornateIl margine del fiume,Ingemmate le sponde al vostro nume. 90

E tu, purpureo sangue,Che scaturisci dal bel corpo fuori,Cangia, cangia sembianza,Impallidisci i tuoi vermigli onori,E ’n vece d’esser liquido rubino 95Divien liquid’argento,Diventa omai, diventa.Le care vene ove albergasti un tempo

Page 162: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

162

Poni, poni in oblio,Diventa puro sangue del tuo dio. 100

E voi, biondi capelli,Ori fini e lucenti,Ch’al mio bel sol faceste aureo diadema,Spandete più che mai lucidi raggi,Spargete più che mai lumi e faville. 105Terse fila odorate,Fisse nel molle fondoSotto l’ondose stille,Siate voi tante stelle,E, fiammeggiando intorno 110Sotto ’l liquido giornoDe’ bei mobili argenti,Scintillate ancor voi tremule e belle,Lumi de la sua notte,In arenoso cielo auree facelle. 115

Voi perle e voi rubini,Vezzosissime pompeDi quel beato viso,Pomposissimi fregiDi quel leggiadro riso, 120Imperlate, ingemmateIl regal diadema al signor vostro.Anzi pur di voi stesse,Compartendo gli onori,Distinguendo le pompe 125Con ingegnosa industria in be’ lavori,Incurvate corona a le sue chiome,Così serbando in voi più che potete,Gemme ridenti mie,Miei canori rubini, il suono, il riso. 130Coronatelo fiume,Coronatelo fonte,Di lui così cingete

Page 163: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Xiii - aci tramutato in fiume

163

L’algosa chioma e la cerulea fronte.Voi voi, occhi beati, 135

Occhi che foste un tempoStelle de le mie notti,Soli de’ giorni miei,Instillate il favor de’ vostri lumi,Infondete ’l vigor de’ vostri raggi, 140E penetrando il molle sen de l’acque,Occhi ancora pur siate, occhi che fissiFra l’erbose palpèbreDe le fiorite sue tranquille sponde,Con li sguardi pur anco 145Vagando e discorrendoPer le strade superneE per le vie profonde,Darete il vivo e ’l bel ceruleo a l’onde.

Tu poi, corpo leggiadro, 150Per man d’Amor compostoD’animato alabastro,Urna vo’ che tu restiPur d’alabastro ancora,Urna sempre felice, urna che ’n vece 155D’accoglier nel tuo senoO la gelida polve o l’ossa ignudeDe la tua cara vita,Per sempre verserai da le tue veneLiquefatti cristalli, 160Masse d’argento molle,Prezzo de la Natura,Con cui vagando andrai,Comprando, ogni stagione,Tesoriero del mondo, 165Le gemme al prato e’ bei smeraldi al colle.

Qui dove ’l tuo destinoVolea che avess’il fine,

Page 164: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

164

Avrai principio e fonte,Qui dove ’l fiero mostro 170Volea darti la tomba, avrai la cuna;Dove queste mie bracciaCo’ suoi tenaci amplessi,Fanciulletto mio dio,Saranno le tue fasce, 175Tue lusinghe e tuoi vezzi i miei sospiri,E dove finalmenteOgni giorno averai,Pargoletto mio nume,Da queste luci, urne di pianto, il latte. 180

E tu, bel nome amato,Nome caro e gradito,Né tu vo’ ch’abbandoniIl tuo degno signore,Resta pur sempre unito, 185Nome pien di dolcezzaE di canora melodia ripieno,Al bell’idolo mio.Aci fosti, Aci sei,Aci sempre sarai; 190Aci ti distinguevaDa la turba degl’uomini nel mondo,Il nome d’Aci ancoraVoglio che ti dividaDa la schiera de’ numi 195Infra l’algoso stuoloDe’ maritimi dèi.

Errante il peregrinoT’additerà vicino,T’insegnerà lontano; 200Vicino a la tua foceMarino viandante,Terrestre passaggiero,

Page 165: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Xiii - aci tramutato in fiume

165

Raccontando ’l tuo casoCon pietà, con dolor, con maraviglia, 205Ragionando fra loroDe la tua morte il quando,De l’esserti cangiatoIn vago fiume ’l come,Susurreranno i venti, 210Mormoreranno l’onde il tuo bel nome.

E tu, ninfa amorosa,Lingua de le caverne,Eloquenza de’ boschi,De le sciagure mie 215Spettatrice pietosa, Eco cortese,Che negli affanni tuoiForse provi il mio duolo,Al risuonar del nome d’Aci intornoPrendi le belle sillabe e congiongi 220L’amata voce insieme.Prendi, ninfa, deh prendiPer penna la tua voce,Per inchiostri gli accenti,Con loquaci caratteri deh forma 225Ne la carta de l’ariaVivo ’l leggiadro nome,E, postolo su ’l dorsoDe l’aure più leggiere,Su le piume de’ venti più veloci, 230Sino nel più profondoDel solitario mioArenoso ricetto«Aci» scritto e descritto in cento guiseA me deh fa’ che giunga; 235Sin a l’algose spondeDel mio vedovo letto«Aci» espresso et impresso in mille modi

Page 166: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

166

A me deh fa’ ch’arrivi;Replica l’ambasciate, 240Itera i messaggieri,Segretaria cortese, ogni momentoAccoppia messi a messi,Giungi lettere a lettre,Cancelliera gentil, la notte e ’l giorno. — 245

Mentre così dicea,Fatidica imperando,Fatta maga d’Amor la bella deaVedeasi intorno al margine del crineDel sospirato estinto 250Ir serpendo un sudor lucido e terso,Che con torto viaggioErrando a passo lentoL’impallidito avorio de la fronteTutto faceva molle 255Di stille cristalline,Di rugiade d’argento; indi cadendoSovra ’l gelato voltoScorrea giù per le guance, e parea quasiUn’umida rugiada 260Cortesemente mossaGiù da pietoso cielo,Che irrigando sen gisseIl giardin de le GraziePer ravvivarlo alquanto, 265Il giardino d’Amor, da fatal geloSu ’l freddo verno de la morte estinto.

Crebbe ’l sudor e si converse in pioggia,Non già pioggia guazzosaArmata di tempeste, 270Ma, di dolcezza piena,Pioggia vaga e sonora,Che, mentre giù cadea da l’orizonte

Page 167: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Xiii - aci tramutato in fiume

167

Occidental de la gelata fronte,Fea di musiche stille 275E di canori spruzziL’arena molle e l’alga rugiadosa.

Al fin cessò la pioggia, e ad un momento(meraviglie de’ casi,Portento de’ miracoli) 280Fu visto ’l freddo visoDel pallidetto estinto,Tramutandosi prima, a incristallirsi,E, struggendos’al fine, a liquefarsi;Tal che giù decadendo, 285Converso in un diluvio,Il bel viso amorosoTutto tutto discioltoIn liquida pruinaSi dilatò su la marina spiaggia, 290E dietro lievementeConversi in fiocchi d’oroFioccâro i bei capelli,Sì che fu visto allora in spazio breveDal bel distrutto cielo 295Cader argento in pioggia et oro in neve.

Indi dal tronco busto,Fuori per mille veneScaturendo e spicciandoIl purissimo sangue 300De l’innocente amato,Dal ventre alabastrinoDe l’urna genitriceAci così nasceva;E rinascente allora 305Pargoleggiando un fonteCon rauco mormorio,Quasi vagendo, infante.

Page 168: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

168

Poi su la via del lido,Fanciulletto festoso e tutto vago, 310Con la tremula guanciaOndeggiando e ridendo,Con piè lubrico e molleVaneggiando e vagando,Si sparse intorno e dilatossi in lago. 315

Fatto poi più possente,Più forte e più robusto,Giovanetto più adulto,Si spinse ardito innanzi,E radendo l’arena 320E rodendo la terraProcelloso ondeggiante,Divenuto torrente,Con lo scalpel de l’onda,Rapido in poco spazio, in breve giro 325Cavossi il letto e s’inalzò la sponda;E superbetto e gonfioScorrea così veloce,E per dove sen givaCon fatali percosse 330Così frangea le glebe,Così fendea ’l terreno,Che liquida saetta(scintillando fra’ lampiDe’ suoi tremoli argenti) 335Pareva ch’abbagliasse,Parea che fulminasse i prati e i campi.

In un istante al fine,Già raccolto sul tronoTutto limpido e terso, 340Già sul soglio regnanteTutto vago e tranquillo,Placò ’l furore e mitigò l’orgoglio,

Page 169: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

Xiii - aci tramutato in fiume

169

E in placido costumeSerpeggiando e movendo 345Tra sponde di smeraldo il piè d’argento,Mutò sembianza e si converse in fiume.

Fiume, fiume beato,Che dove che toccavaCon le stille odorate, 350Con l’acque innamorate,S’era nudo il terreno,Si vestiva d’erbetta,S’era povera l’erba,S’arrichiva di fiori. 355

Sugli orli de le spondeDi porpore fiorite,Di fine grane e d’odorati azzurri,Di bianco, giallo e di vermiglio e perso,Pittrice l’onda in bella guisa allora 360Con umido pennelloMiniava la terra,Sì che per d’ogn’intornoDa questo e da quel lato,Quest’e quell’altra riva 365Di minuto trapuntoRicamata pareva.

E a fronte i bei cristalliDel trasparente fiumeLe colorite teste 370Piegando i vaghi fiori,Non parevano fiori,Parevan tante stelleCh’a guisa di Narcisi,Non in limpido fiume, 375Ma in cielo cristallinoSpecchiassero i be’ visi.

Page 170: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 171: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

Ecco i satiri, i silvani et i fauni, numi tutti boscarezzi, che fanno allegrezza sopra il margine del fiume; e chi non intende esser questa figura dell’inferno, e di questi mostri orribili, che giubilano et essultano sopra il sepolcro del morto impenitente, e particolarmente di quello che passa dalla lascivia della carne agli orrori della morte in un mo-mento? Perché sì come grand’allegrezza fa il paradiso per un’anima eletta che vola inver’ le stelle, e che sia a godere l’eterna gloria dopo il corso di questa vita, così gran festa senza dubbio deve far l’inferno quando un’anima dannata piomba all’eterno centro, per patire gli eterni supplizii.

Page 172: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 173: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

letizia uniVerSale

nella mutazione D’aci

Fuori del vivo argentoDe l’acque fresche e pureTraspariva l’arenaDistinta in bel lavoro,Pinta di smalti azzurri a tratti d’oro. 5Dove furon vedutiAnco i gelidi pesci,Abitator novelliDe l’ondosa città del molle regnoSparsi in vari drappelli, 10Quasi solennizandoDel lor mondo nascente il dì felice,Felici d’aver vitaTra sì puro elemento,Lieti d’aver albergo 15Tra così belle sponde,Che di letizia in segno,Con flessuosi giriE con lubrichi tratti,Sdrucciolando e guizzando in varie guise, 20Intrecciavan le danze,Traeano i balli al mormorio de l’onde.

E gli augelletti anch’essi,Su gli arboscelli assisiCoronando le sponde, 25Pinti musici alati,Veggendo scaturir per la lor seteAcque sì trasparenti,

Page 174: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

174

Bevanda così pura,Accordando le note 30Al susurro de l’aure,S’udiron d’ogn’intornoA cantar i lor versiIn sì soavi accenti,Che per farle tenor, la selva stessa 35Era già divenutaUna cetra canora,Eran corde le frondi e plettri i venti.

Sovra la destra spondaComparvero due cigni 40Sì candidi e canori,Che sembravan aver d’argento ’l mantoEt argentino ’l canto.Quest’in soave metro,Con vaghe ricercate 45E con dolci passaggi,Fatti oratori industriDe la pennuta gente,Del bel popolo alato,Davan lode al fiume, 50Celebravano a prova il suo nataleCon canora eloquenza in lor favella.

Su la sinistra riva un folto stuoloDi fauni boscarecci,Di satiri montani, 55Di selvaggi silvaniE di campestri pani,Con rimbombanti cimbali,Con sibilanti zufoli,Al suono di zampogne, al suon di naccari 60Tutti in un cerchio accolti,Tumultuando lieti e strepitosi,Facean corona al Fauno,

Page 175: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

XiV - letizia uniVerSale

175

Al Fauno lieto padreDel trasformato figlio, 65Del bel novello dioGenitor semideo.A lui questi additandoIl bel fiume ondeggiante,Et a lui celebrando 70Con l’amor de l’amataLa fede de l’amante,Formavano concordi a loro usanza,Destri ne’ salti e rapidi ne’ giri,Con i caprini piè rustica danza. 75

Le ninfe albergatriciDi tutte le fontane del paese,Le ninfe abitatriciDe’ circostanti fiumi,Le ninfe boscarecce e le montane, 80Succinte in gonna e con le trecce sparse,Correvan là ver’ doveCon musico concertoDi mormorio sonoroScaturivan da l’urna 85Le preziose linfe,Tutte vogliose e prontePer divenir Napee di sì bel fonte.

Mentre in sì bella guisaRappresentava ’l mondo 90Spettacolo sì publicoD’universal letizia, ecco si videSorto dal cupo fondoA comparir su ’l molle suol de l’acque,Già tramutato in fiume, 95Già trasformato in dio, lo spirto d’Aci,A cui restava sì l’aspetto primo,Le solite sembianze,

Page 176: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

176

Ma lo cangiava soloE lo facea diverso 100Un ceruleo splendor, che d’ogni intornoCampeggiar lo facea fuor de l’umano,Risplender lo facea cosa divina.

Li fiammeggiava in fronte,Tempestata di gemme, 105La pomposa corona,E di regnare in segnoStringea ne la sua destraLieve scettro di canna,Umido re del liquefatto regno. 110

Calcava a piedi asciuttiSovra ’l liquido pian l’acque soggette,Che, gonfie e tumidette,Per riverir il lor signore a garaCon le liquide labbra 115Tutte di molli baciLe spruzzavan le piante;

Et ei, lieto e festoso,Sopra’ netti cristalliSdrucciolando correa così veloce, 120Che, quasi senza spazio,Momentaneo, improvisoGiunse là dove stavaE sconsolata e sola,Nel giubilo comun mesta et afflitta, 125Mirando Galatea,Molle di pianto ancoraE l’uno e l’altro lume,Il suo ben, la sua vitaStruggersi in fonte e liquefarsi in fiume. 130Giunse, mirolla, e con le braccia aperteVer’ lei si spinse, e circondolla intorno.La misera, che ’l vide e che ’l cognobbe,

Page 177: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

XiV - letizia uniVerSale

177

Di soave dolcezza il cor ripiena,Per abbracciarlo, anch’ella, 135Sì come già soleva a’ modi usati,Strinse le braccia sì, ma strinse ’l vento.

E pur tre volte e quattroIterando gli amplessi,Bramosa pur di stringerlo al seno, 140Tentava l’aria in vano,L’aria che sempre intattaLe uscia di braccio e le fuggia di mano,

Tal che, tutta dolente e lagrimosa,Sospirando dicea: — Anima bella, 145Perché mi fuggi, ohimè, perché mi sprezzi?Son pur queste mie bracciaQuelle stesse che sempreNel pelago amarissimo d’amoreT’accolsero fra tanti 150Turbini di sospiri,Fra tempeste d’ardoriE fra pioggie di pianti,Tuo rifugio, tuo nido e tuo ricetto.

Forse non le conosci? 155Forse ten sei scordato?Son quelle, pur son quelle,Quelle che tante volte, anima schiva,Infra l’onde cruccioseDel tempestoso mare 160Hai veduto stancarsi e distillarsi,Fatti remi animati,Sol per condurmi ad aver vita e pace,Amante peregrina,Del tuo beato viso; 165Sotto ’l cielo serenoPer farmi giunger solo,Innamorata nave,

Page 178: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

178

Quasi in porto d’Amor, nel tuo bel seno.Et or così le fuggi? 170

Et hor così le sprezzi? Ohimè, che forseSì come ora ti sentoA guisa d’aura lieve infra le braccia,Così teme ’l cor mioChe tu sia divenuto 175Fredd’a guisa di vento. Aci, deh torna,Riconosci chi t’ama,Apprezza chi t’adora. Amor adunqueForse sopra di te, poiché sei dio,Ha perduto lo scettro? O pur fra l’acque, 180Tra cui regni beato,Forse saran sommersi,Forse saranno spentiLi tuoi soliti ardori?

Dunque i nostri piaceri, 185I nostri cari amoriTutti se gli è portatiIl torrente spietato de la morte,Tutti se gli è bevutiL’ingratissimo fiume de l’oblio? 190

Sarà dunque pur veroChe racchiusa nel carcere del corpoAnima imprigionataAbbia amor, abbia fede, e sciolta poiE posta in libertà cangi pensiero? 195

Dunque col morto coreNe la tomba del pettoResta anco estinto e sepellito Amore?

Sciolto da’ tuoi legami,Spirito sconoscente, anima ingrata, 200Dunque tu più non ami?A quella che di pianti e di sospiriLasci misera erede

Page 179: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

XiV - letizia uniVerSale

179

Così, così tu giungiA recarle conforto? 205Fuggitiva e ritrosa anima cruda,Alma che sei senz’alma, anzi pur sei(S’è ver che tu non ami,S’è ver che tu non ardi)Cadavero d’Amor, larva di fede. — 210

Così dicea la bellaGelosa innamorataDal tormento rapita,Dal desio stimolata, a cui del voltoI bei purpurei campi 215Quinci e quindi irrigavaBipartito ruscelloDi cristallini pianti;Pianti che, scaturendoDa la vena del core, 220Sembrava che con questiL’anima appassionataA preziosi caratteri scrivesse:«Perdona s’io t’accuso,Aci, di poco amor, di poca fede. 225Fra le nubi del duolo occhio infeliceD’innamorato cor dritto non vede.»

Aci, che ben s’avvideChe non sì tosto alloraErano saettate 230Contro la vita sua l’onte e l’offese,Che riflettendo e ritornando a dietroTrafiggevano ’l petto,Toglievano la vitaA l’infelice stessa, 235Feritrice pentita.Dal che, sin da le viscere trafitte,Sin dal cor trapassato

Page 180: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

180

Da l’uno a l’altro canto,Fuor per gli occhi amorosi 240Allor di sangue in veceSangue d’Amor ne scaturiva ’l pianto.Non pianse no, che le mancava il core,Fontana de le lagrime, ma beneTutto per d’ogn’intorno amor spirando, 245Spirito innamorato,Sospirò per pietà de la sua caraCaldissimi sospiri, e poi le disse:

Page 181: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 182: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 183: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

Sorge lo spirto d’Aci dal fondo del fiume, e, divenuto fantasma et ombra, compare dinanzi a Galatea esprimen-dole lieti concetti, e facendole creder d’esser divenuto un dio fra quell’acque e di goder suprema felicità. Delusione dell’antico serpente, il quale, trasformato in angelo di luce, sorge dal cupo fondo dell’inferno, e per ingannar gl’uomini e l’anime comparisce e prende corpo, assonto in sembianza d’uomo vissuto e morto scelerato, dando ad intendere di trovarsi in cielo fra i cori degl’angeli e di esser divenuto un dio et un re della gloria. Né per altro fine tesse questo inganno il diavolo infernale, se non per allettare e per dar animo in questo mondo agl’uomini viventi di calcar l’istessa strada che calcò colui, di farle commetter l’istesse sceleratezze da darsi preda totalmente al senso con una temeraria confidenza in Dio, e con far fra se stessa un fallace argomento, concludendo che se colui vissuto tale si salvò, l’istesso anco potrà esser facilmente di lui al tempo della sua morte. E così si suol far riparo alle sceleratezze con lo scudo della divina misericordia. Inganno d’inferno, follia de’ pazzi creduli mortali.

Page 184: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 185: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

ragionamento

D’aci fiume a galatea

— Non vaneggiar, cor mio,Tocca a me, che son vano, ir vaneggiandoPer quest’aria gentil d’aria costrutto,Tocca a me, che son vago, irmi vagandoIl mattino e la sera 5Al tuo bel volto intorno,In compagnia de l’aure aura leggiera.

Ch’io non t’ami, tu ’l sai, t’amo e t’adoro,Idolatra, e non dio. Che in me la fedeSia minor del passato, ah Galatea, 10So ben io, so ben ioCh’anco ’l tuo cor nol crede.Se meco, vita mia,Sei cresciuta di merto,Come, come poss’io scemar di fede? 15Tuo fui, e sarò sempre, e qual io sono,Tal io son tua mercé. Dolce consorteMi fosti ne’ piaceri, or cara madreDivenuta mi sei, poi che a te piacqueDarmi sì nobil vita infra quest’acque. 20

Per te (sentite o monti, udite o selve,Inchinate l’orecchie, augelli e fere,Fermate ad ascoltar, venti, i susurri,Frenate insin ch’io ’l dico,Fonti e ruscelli, il mormorio de l’onde. 25Di queste voci, mie figlie del vero,Siate voi testimoni, o ninfe, o numiMontani e boscarecci,

Page 186: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

186

Marittimi e celesti)Per te, mia dea pietosa, 30Vivendo io fui felice,Morendo io fui beato. Infra le bracciaDi questa cara mia,Mentre spirai tra’ vivi,Ebbi letto d’Amore, 35Possessor d’una dea,E fra le stesse braccia,Nel sospirar tra’ morti,Ebbi cuna di gloria,Rigenerato un dio. Mentre ch’io vissi 40Sapeva Galatea,Sapeva che ’l cor mio,Da inestinguibil fiamma arso e consunto,Era per lei dannatoIn inferno di foco; 45Perciò mentre mancai,Per compensar la penaCon un premio immortale,Tra così belle spondeVolle glorificarmi 50In paradiso d’acque.

Sangue di poco prezzo,Per man nimica seminato in terraE sterile e infecondaAnzi pur sparso ne l’arena stessa 55Per mano di pastor sì mostruoso,Mercé de la mia bella agricoltora,Che volse coltivarloCon vomere cortese,Che seppe fecondarlo 60Con aratro amoroso,M’ha saputo produr vita sì degna.

Amante appassionato, se talora

Page 187: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

XV - ragionamento D’aci fiume a galatea

187

Io sospirai per lei,Per lei spirto felice ora respiro; 65Se per costei tal voltaOnde d’amaro piantoVersai dagli occhi miei,Et ora per costeiOnde dolci di gaudio in sen raccolgo. 70

A te dunque mi volgo,Gentil mia genitrice, a te m’inchino,De la mia deità fabra cortese,Del mio liquido regnoMia diva donatrice, 75Poich’altro non mi lice,Saranno l’onde mieNon onde no, ma foco,Stille no, ma faville,Non elemento d’acque, 80Ma elemento d’amore;Onde ardendo et amando,Spirito innamorato,Pur che non mi si tolgaIl sol de’ tuoi begli occhi, il paradiso 85Del tuo beato viso,Vivrò, credilo, pur sempre beato.

Poich’altro non mi lice,Saranno i miei cristalliSpecchi a punto e cristalli, 90Saran specchi del cielo, a cui per dentro,Con gli occhi de le stelleDipinte nel mio seno,Vagheggierà le tue sembianze belle.

Sarà, sarà ’l mio fiume 95Libro aperto e corrente,Volubile volume,Ne’ cui limpidi fogli,

Page 188: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

188

A corsivi caratteri descritto,Vedran gli occhi del mondo immortalmente, 100Leggeranno, ben mio,Quanto meriti tu, quanto debb’io.

Poich’altro non mi lice,Nel mio fondo arenoso,Con penna di topazio, a righe d’oro, 105Scriverò in cento guise il tuo bel nomeCon le mie vive stille,A lettere d’argentoNoterò in mille modiLa trapassata istoria 110De’ miei felici amoriNel sen de l’erbe e in su le guancie a’ fiori.

Amante fortunato,Per vagheggiar la tua leggiadra imago,Idolatra felice, 115Per adorar le tue beate forme,Anzi spirto beato,Per goder la mia gloria in paradiso,Dipingerò taloraLe divine bellezze 120Del tuo beato viso,E, a così degno ministerio pronto,A le mie rive intorno,De le piume de’ cigniPiù candide e più fine 125Raccoglierò ’l pennello,Stemprerò i fiori e comporrò i colori,Congelerò i cristalli e farò ’l quadro.In questa guisa essendoLà dipinta una dea, pittore un dio, 130L’idea de la pittura il tuo bel viso,So ben io, so ben io,Non altro al fin bisognerà che sia

Page 189: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

XV - ragionamento D’aci fiume a galatea

189

Imagine sì vaga,Ritratto così bel, che ’l paradiso. 135

Poich’altro non mi lice,Amorosa mia dea,A te per sempre, e non al mar giamai(E sia pur, con tua pace,Del salso mondo imperador monarca), 140Sarò tuo fiume tributario e servo,Benché poco tributoRender poss’io per così gran mercede.Che se fossero tutteD’oro l’arene mie, d’argento l’acque, 145S’a le mie rive intornoSi cangiassero tuttiIn smeraldi l’erbette e ’n gemme i fiori,Se si seccasse il GangeE che sterile d’onde 150Rimanesse il Pattolo,L’Ermo, l’Idaspe, il Tago,E ch’io restassi eredeDe le ricchezze loro,Se mi piovesse in mano 155Il lor tesoro a nembi,Se mi corresse in senoIl diluvio d’argento, abisso d’oro,E che tutti, ogni giorno,Per segno di tributo 160Te li recassi a’ piedi,La millesima parteNon potrebbon pagar, di ciò che vale,Il ben che per te godo, e quanto costaIl prezzo del tuo amor, de la tua fede. 165

Poich’altro non mi lice,Sarai, sarai tu sempreDel mio liquido mondo,

Page 190: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

190

Dove sol, tua mercé, vivo beato,La motrice primiera 170Et io motor secondo.Di questa mia secondaVita immortal e degnaSarai tu sempre e la fortuna e ’l fato.

E di notte e di giorno, 175O mia cara, o mia bella,Sola, sola sarai di questi mieiInstabili cristalli,Di questo molle cielo, e sole e stella.

Tu darai legge a l’acque, ogni tuo cenno 180Lor sarà sferza e freno.Ne’ ceppi de le sponde,Tue prigioniere serve,Sempre terran legati a le tue voglieI piè d’argento volontarie l’onde; 185Sempre gli scioglieranno a’ passi, al corso,Ministre ogn’ora pronteAd ogni tuo volere,Tue veloci cursore,Tue rapide corriere. 190

Nel rimanente poi,Non ti turbar, cor mio,Saprò, saprò ben ancoUscir la mia foce,E teco in compagnia 195Solcar l’onde marine e starti al fianco.

Saprò, saprò ben ancoDe le primiere forme,A te così gradite,Rivestirmi sovente, 200Poi su l’algose piumeDe’ tuoi morbidi letti,Là giù ne la tua reggia, ove sì spesso

Page 191: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

XV - ragionamento D’aci fiume a galatea

191

Bramavi di condurmi,Trar più sicuri e dolci 205I consueti nostriAmorosi diletti;Diletti ch’averannoNe la perpetua serieDe l’immortalità vere dolcezze, 210Dolcezze senza fine e senza affanno.

Omai convien ch’io vada,Teco star più non posso, o bella dea,Sento fin qua il susurroDegl’algosi ministri, 215De la novella mia cerulea corte,Il fragor strepitosoDel popolo de l’onde,Tutti insieme concorsiA prestarmi ubidienza, 220Che ’ntorno al vòto soglio,Là giù ne la mia reggia,Accusano impazientiCosì longa dimora.A Dio, mi parto, a Dio, ma pria che ’l sole 225Giunga per riposarsi infra le bracciaDe la tua fortunataBellissima germana, io ti promettoChe con più lieta sorteCi rivedremo e ci godremo ancora. — 230

Così diss’egli, e balenando ’ntornoTersi splendori e fiammeggianti lumiDe l’acque cristallineAprì l’umido seno,E lampeggiando sparve, 235Quasi in liquido ciel lampo o baleno.

Restò la bella deaO meno discontenta

Page 192: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

192

O consolata alquanto;Se bene si scorgea nel suo bel volto, 240Fra le nubi del duolo,D’allegrezza interrottaSplender un raggio solo,Se bene si vedea ne’ suoi begli occhiUn viso languidetto 245Solcar, quasi sommerso, un mar di pianto.

I grandi avvenimentiStupido Polifemo,Stupido il fiero mostroStava mirando, quasi 250Insoliti prodigi,Non più visti portenti.

Appoggiato al gran pino,Taciturno et immobile, pareaChe si fossi cangiato 255Per forza di stupore in rupe alpina.La voce avea legata,Incatenato ’l passo,E poco vi mancò che mentre alloraSi tramutava il bell’ucciso in fiume, 260Non si cangiassi l’omicida in sasso.

Verso lo ’nsupiditoFeroce suo nimicoRivolse Galatea gli occhi e la voce,E nel turbato ciel del suo bel volto, 265Fra’ lampi de lo sguardoTuonando le parole,In questa guisa appunto ultrice l’iraFulminò nel suo cor con questi detti:

— O del mio caro bene, o del mio amato 270Innocente amorosoOmicida crudele e dispietato,Del tuo rigido colpo,

Page 193: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

XV - ragionamento D’aci fiume a galatea

193

Del tuo fulmine ingiusto,Farà per me vendetta ’l tempo e ’l fato. 275

Benché, benché tu seiCosì grande e sì forte,Che contro te par quasiChe non vaglia Fortuna,Che non possa la Morte, 280Benché, benché tu seiDel gran padre del mar figlio superbo,Con tutto ciò per queste piagge appuntoVi son degli altri a te simìli ancoraEnceladi sepolti, 285Fulminati Tifei.

Ti vedrò così spero,Così, certo cred’io,Me lo inspira alcun nume,Me lo detta alcun dio, 290Pria ch’esca da l’inferno del tuo pettoLa furia di quell’anima orgogliosa,Attonito di coreE di mente confusoTi vedrò gir errante e gir ramingo, 295Fatto trastullo e schernoDi femine e fanciulli,Quanto temuto già, tanto deluso.

Quanto già stimolatoDa’ gran furori tuoi, 300Da penitenza amaraMorto e punto altrettanto,Ti vedrò con quest’occhiProdigamente ancora,Dal tuo cor scaturendo, 305Dal tuo ciglio stillando,Pagar del mio bell’AciOgni stilla di sangue un mar di pianto.

Page 194: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

194

Ti sentirò con quest’orecchie stesse,Sitibondo e digiuno, 310Sul confin de la morte,Con gli estremi muggitiBestemmiar te medesmo e la tua sorte.

Page 195: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 196: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 197: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

allegoria

Proteo alla fine di questo tragico successo sorge dal mare e predisce la venuta d’Ulisse a quelle sponde, vaticina e racconta che col tizzone affocato acciecherà Polifemo, per lo che non potrà più mirar da lontano, né potrà più assalir con la robusta forza i miseri viandanti e le genti del paese. Così li profeti e le sibille al tempo della legge di Moisè, al fine di quegl’orrendi spettacoli quando gl’uo-mini morendo erano trasportati nel seno del limbo, dove fra tenebrose solitudini sospiravano la gloria per la quale erano destinati, così dico questi comparvero nel mondo, predicendo con cantici lieti e con spirito di divinità la venuta in terra del figlio di Dio, il quale doveva con il tizzone ardente dell’amorosa croce acciecar la Morte, sì che le fosse tolto il mirar lontano e con robusta forza ti-ranneggiar le anime de’ viatori che peregrinano in questa valle di lagrime. Quindi è che ora con la legge evangelica la Morte non solo è divenuta domestica, ma preziosa nel cospetto del Signore. Onde gli uomini di questa vita ed i cittadini del mondo, se ben finalmente la incontrano tinta del sangue del nostro Redentore, non riesce più noiosa, ma cara; non è più la porta della carcere, ma è divenuta l’uscio della gloria a quelli che non abusano i sacramenti et il sangue del nostro Reparatore, medicina sicura e rimedii infallibili di tutti li nostri mali.

Page 198: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 199: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

profezia Di proteo

Mentre così dicea, presaga incerta,Mentre così vaticinava il vero,Ecco da’ salsi fondi,Da le solinghe sue grotte arenose,Ad un istante uscito, 5Sorse vicino al lidoSolcando su ’l suo carroLa liquida pianuraQuel gran mago de l’acque,Trasformator de la sua stessa forma, 10Quel gran predicitor, augure antico,Che discerne, che vedeTra le nebbie sepoltoDa lontano passato,Che sa trovar, che mira 15Ne la serie degli anni,Negli abissi del tempoCiò che promette o che minaccia ’l Fato:Proteo, di cui tra l’ondeNel gran mondo marino, 20De’ successi più ’ncogniti e lontaniMai non vi fu ’l più saggioVeridico presago,Né ’l più certo indovino.

Questi con rauca voce 25Rivolto a Galatea così le disse:— Rasserena ’l bel volto, o bella dea,Io, io che mai non erro

Page 200: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

200

Vengo per consolartiE per predirt’il fine 30Di quell’empio omicida,Del marino monarca indegno figlio.

Non superbisca ’l cielo,De le vendette sue non superbisca,Né creda già che ’n lui 35Si nasconda e si celi agli occhi mieiIl suo amor, il suo sdegno,E quanto ch’egli oprò d’empio e d’indegnoTutto so, tutto miro; il mar anch’egliA chi ben lo conosce è un terso specchio 40E un vetro cristallino in cui si miraCon infallibil guardoI successi del vero,Le prove de la sorte e del destino.

Non superbisca ’l cielo, 45Che s’egli ha le sue cime innacessibili,Dove ripone i suoi più occulti arcani,Anco ’l mare ha i suoi fondi impenetrabili,Dove riserba altissimi segreti.S’egli è di guancia azzurra, 50Questo ha ceruleo ’l seno,Se di tremule stilleSpiega quegli la pompa,Tutto bello e stellato,E di tremule stille 55Spande questo gli onori;Tutto vago e stillanteSe ’l cielo ha vari moti e vari influssi,Anco ’l mar cangia moto,Anch’egli è pien di flussi e di reflussi; 60Se quello porta in fronteL’occhio de l’universo,Questo nutre nel seno

Page 201: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

XVi - profezia Di proteo

201

Tutto il sangue del mondo;S’ei si copre di nubi, 65Questo s’arma di nembi;S’egli fulmina strali incontro l’onde,Anco verso le stelleQuesto saetta turbini e procelle.

S’egli inspirò nel petto 70Del fiero ingelosito,Del crudo Polifemo i suoi furori,Questo saprà ben ancoA peregrin sagace, a greco astutoAdditar contro lui le sue vendette. 75

Giungerà, giungerà, ciò ti prometteL’infallibile Proteo, o Galatea,Giungerà a queste spondeNave che sarà spintaPiù da’ fiati del Fato, 80Che da’ fiati de’ venti;Nave che fia portataPiù tosto dagl’influssi del destino,Che da’ flussi de l’onde.

Avrà questa nel seno 85Un uom famoso e forte,Che saprà tante volte,A forza del suo ingegno,Da la più occulta selva de le frodiUscir in tempo e debellar la Sorte; 90Eroe che fra la guerra e fra la pace,Vincente e glorioso,Avrà potere al fineD’accender foco in IlioE di spegnerlo poi 95Col sangue de’ Troiani.Eroe sagace et orator industre,Che, dolce gareggiando

Page 202: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

202

Con la facondia sua nel campo argivo,Saprà vincer a un tratto 100L’armi d’Achille e i meriti d’Aiace.A questo, anco non nato,Altissime fortune il ciel prefisse;Se brami di saperlo, ecco tel dico:Fia questo il cauto et avveduto Ulisse. 105

Fermerà questi il piè su queste arene,Giungerà là ne l’antro ove ’l rubelloCarnefice spietatoÈ solito di fareDe’ miseri innocenti empio macello. 110Troverallo sepoltoNel sepolcro del sonno,Disteso sovra ’l suolo,Ebro d’umano sangue,Di fibre palpitanti 115E di fumanti viscere satollo.

Il saggio viandanteAllor con forte destra,Con forte destra armataDi nerboruto cerro, 120Di ben puntito strale,Infallibile strale,Che avrà punta di foco, e non di ferro,Fulminerà con sì possente colpoNe le chiuse palpèbre, 125Ne l’occhio addormentato,Ch’addormentar potrallo in sonno eterno.

Tu stessa, Galatea,Tu scaturir vedrai da la gran piagaDel tuo fiero nimico 130Torrenti lagrimosi,Da l’orbate pupilleDe l’odiato amante

Page 203: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

XVi - profezia Di proteo

203

Diluvi sanguinosi.Tu stessa lo vedrai 135

Dolente e disperatoDe le tenebre sue nel cieco inferno,Sepolto anco non mortoE vivo condannatoTrascorrer vacillante 140Per queste piagge ’ntorno;Poi, portato da’ passi, anzi rapitoSol da la violenza del destino,Che sarà sempre seco,Da la necessità de la Fortuna, 145Che farà scorta al cieco,Tu vedrai questo perfido omicidaDa le fiorite spondeDel tuo novello fiume,Del tuo leggiadro ucciso, o bella dea, 150Con disperate stridaPrecipitar ne l’onde.

Quivi ne l’acque stesse,Anzi pure nel sangue incristallitoDel trafitto garzone, 155Laverà la ferita,Verserà ’l proprio sangue,Sì che vedrai tu stessa,Leggiadra Galatea,Il tuo bell’Aci amato, 160Il tuo innocente esangueBever in sua vendetta il costui sangue. —

Qui del saggio indovinoTerminò il vaticinio, a cui da lungeCon la ritorta tromba 165Glauco rispose, e richiamollo in frettaA l’algose pianure,Per indrizzar la lubrica sua greggia

Page 204: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

204

A le muscose piaggie,Per custodir i suoi spumosi armenti, 170Sì che per d’ogn’intornoSu questo e su quel lido,Con orribil rimbombo,Rimuggì ’l mar al gran muggir del corno.

Et egli, che l’intese, 175Ai destrieri spumanti Tutte allentò le purpurine briglia,Ai guizzanti cavalliAllargò a tutta manoIl pieghevole freno 180De’ teneri coralli,Che per le molli vie sciogliendo i passi,Quasi destrier notanti,Per lo noto sentier movendo i guizzi,Quasi pesci corsieri, 185Si traevano a dietroIl navigio corrente,Il carro navigante, onde non beneSi discerneva il vero,O di rotante o di solcante legno 190S’era Proteo l’auriga o se ’l nocchiero.

Rapido in questa guisaTra gli abissi de l’onde egli s’immerse,E al veloce rotar del destro carro,E al fiero calpestio de’ coridori 195Franto il liquido gelo,Sorger fu visto allor da’ molli campi,Quasi polve del mar, la spuma al cielo.

A’ veraci presagi, a’ certi avvisiDel famoso indovino 200Racconsolata la marina la dea,Fatta tregua col duoloNe la novella foce,

Page 205: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

XVi - profezia Di proteo

205

Ne l’acque ancora intatte e verginelleDel suo fiume gradito, 205Spiccato da la ripa un leggier salto,S’avventò tutta lieta, e col bel senoPremendo il sen de l’onde,Sdrucciolando guizzava agile in guisaChe parea che radesse, 210Quasi pennuto augel, il fiume a volo.

La bella natatriceDe le candide bracciaGli animati alabastriLeggiermente inarcando, 215A l’incurvarle innanzi,Aggiustandosi al nuoto,Al disserrarli indietro,Spingendo se medesma allora innanzi,Parean le braccia un arco, 220Et ella rassembrava una saetta.

Curvi i notanti avori in questa guisa,Con canore percossePercuotendo ne l’onde,Con dolcissimi colpi 225Frangendo l’aure e i zeffiri vaganti,Facendo risonar per ogni latoDi spiritosi accenti,Di musici susurri i crespi argenti,Quasi canto spirante, 230Pareva di sentir cantar il vento,Quasi plettro d’avorio,Pareva di veder suonar le bracciaE ferir dolcementeIn cetra di cristal corde d’argento. 235Bramosa al fin la deaDi riveder il sospirato amico,Tuffossi in mezzo al fiume,

Page 206: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

206

E sparve ad un istanteFra le braccia de l’onde, 240Trasportata nel sen del caro amante.

Polifemo ancor egli,Senza pensar a la dispersa greggia,Senza curar gli allontanati armenti,Con frettoloso passo 245S’incavernò ne l’antro,A somiglianza di pastore appuntoChe negli aperti campiStordito et abbagliatoDa’ fragori e da’ lampi, 250Da’ fulmini stridenti,Corre a l’ovile e a la capanna in fretta.

Quivi de le sue fiammeNon più provando gli amorosi ardori,Del suo caldo desio 255Non più acuti stimoli sentendo,A la sua GalateaPensando nulla o poco,Su l’alpi del suo core esposte alloraAl freddissimo verno 260De l’algente paura,Tra ’l giaccio del timore,Ne l’orror de’ prodigi e de la morteRimase estinto in quell’instante il foco.

Così nel chiuso centro del suo petto, 265Quasi nel mare de le maraviglie,Senza la tramontana del discorso,Attonito il pensiero,S’era sommerso affattoSu la nave del core Amor nocchiero. 270

Page 207: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 208: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria
Page 209: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

209

CRITERI DI TRASCRIZIONE

InterpunzIone, grafIe, forme

1. InterpunzioneParticolarmente abbondante nell’originale (secondo l’uso cin-quecentesco e secentesco), si preferisce una presenza della virgola più contenuta. Generalmente, si rimuove davanti al che pronome relativo e davanti a congiunzioni coordinative di sostantivi e aggettivi. Si introduce, invece, prima o dopo i vocativi.Quando i due punti non hanno evidente funzione dichiarativa, si trasformano in punto e virgola o in virgola conformemente ad una pausa più o meno forte.Il punto posto a chiusura della strofa, ma non del periodo, si trasforma in una virgola o in un punto e virgola.Il discorso diretto viene sempre introdotto con un trattino; le citazioni si racchiudono tra virgolette.

2. OrtografiaSi rimuovono gli accenti sui monosillabi quali: quì, fù, à, sù ecc.Si aggiungono gli accenti a: perche, poiche, benche, talche e al che causale.Si introducono gli accenti guida nei tipi: ferìa, uscìo, lugùbri, versâro ecc.All’apocope postvocalica del pronome io si aggiunge l’apostrofo, qualora non presente (es. i > i’).Si conservano tutte le aferesi.

3. Grafie etimologicheSi rispetta et davanti a vocale. La nota tironiana & si scioglie in e davanti a consonante e in et davanti a vocale.Si rimuovono tutte le h etimologiche, e le forme al’hora, tal’hora, ogn’hora si rendono nelle rispettive: alora, talora, ognora.

Page 210: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

la galatea

210

Laddove il che è eliso con parole che iniziano per h, quest’ultima trasla al che (es. c’hor > ch’or).La x latina si rende in ss quando è intervocalica, e in s negli altri casi.Il segno grafico u in parole come uaga, auviene ecc. si riconduce a v.I gruppi ti e tti che precedono la vocale si trasformano in zi e zzi.Si sostituisce la desinenza plurale -ij con -ii.Si conserva l’uso originale delle scempie (es. labra, improviso) e delle geminazioni (es. inessorabile).

4. MaiuscoleOltre che a inizio verso si rimuovono dagli attributi encomiastici negli argomenti; dagli aggettivi (es. Arabi, Egea); dai nomi gene-rici di persone o di luoghi geografici (es. Pastorella, Occaso); dai nomi astronomici (es. Sole, Cielo) quando non si tratta di enti o luoghi metafisici; dai titoli nobiliari, di cariche o di professioni (es. Prencipe, Cardinale, Scultor); dai nomi di animali (es. Aquila, Fenice); dai nomi dei mesi (es. Maggio). Si conservano, invece, in tutti i casi di personificazione.

5. Legamenti fra paroleLe preposizioni articolate slegate si congiungono solo se nell’u-so moderno esse non richiedono il raddoppiamento (es. de gli > degli, de la resta tale). Si sciolgono le preposizioni articolate legate quando nell’uso moderno richiedono il raddoppiamento (es. ala > a la). Si conservano le parole slegate quando ancora in uso nell’italiano moderno (es. in vece, vie più).

Page 211: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

211

TAVOLA DELLE CORREZIONI

a’ lettori

17: andarano > andaranno.

i - inVito Del cielo a galatea

126: Turdinose > Turbinose. 143: lisca > liscia. 159: morte > Morte. 235: d’amore > d’Amore. 260: azzuri > azzurri. 292: rosa > Rosa. 315: grazie > Grazie.

ii - Segue il ragionamento Del cielo a galatea

114: la morte > la Morte. 183: suoi > lor.

iV - geloSie D’aci

[allegoria, riga 2]: priva > prova. [allegoria, riga 24] avvellenati > avvelenati. 147: azzurro, oscillazione.

V - Bellezze D’aci

103: de > di. 146: montani > montane. 156: stampavan > stampava. 169: piume > piuma. 177: d’amore > d’Amore. 202: bacciarle > baciarle.

Vi - Scherzi amoroSi D’aci e Di galatea

259: al > il. 283: Fuggian > Fuggiam. 303: appunto > a punto; oscilla-zione. 252: megere > Megere.

Vii - amori D’aci e Di galatea

[allegoria, riga 11]: corruttibile > corruttibili. 22: amor > Amor. 122: auggelletti > augelletti. 143: d’amor > d’Amor. 162: d’amor > d’Amor.

iii - riSpoSta Di galatea al cielo

244: orizzonte > orizonte; oscillazione.

Viii - SDegno Del cielo

[allegoria, riga 10]: e trabocca > che trabocca. 147: bel Aci > bell’Aci. 238: fato > Fato. 265: agitato > agitati.

Page 212: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria

note

212

iX - polifemo DeStato Dal cielo

[allegoria, riga 7]: fattale > fatale. 29: riserarli > riserrarli. 30: del > dal. 84: gelosia > Gelosia. 95: erebo > Erebo. 211: Ei > È.

X - furore e canto Di polifemo

[allegoria, riga 16]: parele > parole. 39: credessi > credesse. 82: viddesi > videsi. 126: appunto > a punto; oscillazione. 156: Da’ > E: si opera la sostituzione per superare la difficoltà semantica che si verifica con il successivo periodo “A te li serbo...”. 213: appunto > a punto; oscillazione. 238: appena > a pena; oscillazione. 239: Nella > Ne la; oscillazione. 272: fossi > fosse. 306: V’allaciano > V’allacciano.

Xi - aci percoSSo Da polifemo

[allegoria, riga 8]: seppellisse > seppellisce. 204: atterò > atterrò.

Xii - morte D’aci

72: bel idolo > bell’idolo. 77: morte > Morte. 238: bel Aci > bell’Aci.

Xiii - aci tramutato in fiume

32: appunto > a punto; oscillazione. 79: bel idolo > bell’idolo. 103: facesti > faceste. 188: bel idolo > bell’idolo. 358: azzurri, oscillazione. 360: alora > allora; oscillazione.

XiV - letizia uniVerSale nella mutazione D’aci

[allegoria, riga 7]: si aggiunge il punto interrogativo. 109: scetro > scettro. 142: iatatta > intatta. 146: si aggiunge il punto interrogativo.

XVi - profezia Di proteo

[allegoria, riga 2]: predisse > predisce. 6: profetti > profeti. 16: azzurra, oscillazione. 31: quel empio > quell’empio. 94: D’acender > D’accender. 104: saparlo > saperlo. 264: quel instante > quell’instante.

XV - ragionamento D’aci fiume a galatea

18: foste > fosti. 90: appunto > a punto; oscillazione. 134: Immagine > Imagine; oscillazione. 138: già mai > giamai; oscillazione. 149: seccassi > seccasse. 260: bel ucciso > bell’ucciso.

Page 213: LA GALATEA - poesialirica.it · Potrassi dire che la Galatea nel giardino della poesia sia una vite; dirassi il vero, né me ne sdegno, e che appoggiata al tronco dell’allegoria