la formazione degli RLS ed il Convegno Nazionale TPT · editoriale il rinnovo del CCNL non si sarà...

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Il perché di un Contratto “incagliato” Cari lettori, chissà se quando leggerete questo editoriale il rinnovo del CCNL non si sarà disincagliato dalle secche del- l’articolo 16. Così fosse potremo fi- nalmente chiudere il 2016 con una buona notizia. Ma i tempi di un periodico come il nostro hanno scadenze diverse e mentre andiamo in stampa il CCNL 2015/2017 non ha ancora un testo condiviso. Perché si chiedono i lavo- ratori? A fare luce, sgombrando il campo dalle più disparate illazioni, ci ha pensato il nostro Direttore Centrale Risorse Umane e Organizzazione con la sua ultima nota a tutti i dipen- denti del Gruppo. Per chi l’ha letta il problema sembra stare tutto nelle eccesive pretese sin- dacali, nonostante “…il nostro impe- gno…” e “…la nostra apertura e volontà di procedere…” come af- ferma il Dott. Mauro Ghilardi par- lando del Gruppo FSI, per altro non facendosi mancare la sottolineatura sul fatto che l’ostacolo alla firma in realtà non coinvolge “…i quasi 60.000 colleghi coperti dal contratto scaduto….”. Cioè il dissenso Azienda-Sindacati non riguarda il lavoro ed il salario dei ferrovieri, ma quello di qualcun altro. Chi sarà quel qualcun altro? Il nostro Direttore lo dice chiaramente: si tratta del personale degli appalti del settore ferroviario per il quale, scrive sempre Ghilardi “ Da parte sinda- cale ci viene chiesto di trovare solu- zioni che tutelino tali lavoratori in caso di cambi appalto andando però, di fatto, a limitare l’ambito ap- plicativo di normative legislative emanate recentemente (c.d. Jobs Act). Non ci sentiamo quindi, come azienda aderente a Confindustria- Agens, di andare ad intervenire su un tema tanto delicato e oggetto giornalmente di forti dibattiti, e che esula dalle nostre competenze.” Ohibò, il Direttore non vorrà mica dire che le 6 sigle sindacali dei ferrovieri vogliono usare il grimaldello del Con- tratto delle Attività Ferroviarie per smontare il Jobs Act di Renzi? Ma si sono bruciati il cervello que- sti Sindacati?” potrebbe sbottare il ferroviere sempre più interdetto. Do- mande legittime, per rispondere alle quali forse bisogna dare qualche ele- mento in più di discussione e di va- lutazione rispetto alla scarna disamina Aziendale. Per esempio: qual è la limitazione alle “….normative legislative ema- nate recentemente (c.d. Jobs Act).” che il Sindacato vorrebbe intro- durre? di Alessandro Trevisan Linea Diretta dove si posa l’APE ... Anno 22 – n. 5 / 2016 IL GIORNALE DEL PERSONALE DI STAZIONE S.A.P.S - OR.S.A. Ferrovie Sindacato Autonomo Personale di Stazione L’informazione continua sul nostro sito http://www.sapsorsa.it/ scrivete a [email protected] Un filo conduttore unisce la proposta OR.S.A. Ferrovie sulle pensioni con il decreto fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2017. Su “Linea Direttaproviamo a ragionarci sopra ipotiz- zando che ben difficilmente, in sede di approvazione parlamentare (il cui iter si dovrebbe concludersi entro il 23 dicembre), cambierà qualcosa anche se è opportuno “mai dire mai”, soprat- tutto a urne chiuse post-referendum. In questo articolo ci soffermiamo sull’ipotesi di “riforma della riformache il Governo sta mettendo in campo non ripristinando i precedenti diritti, ma consentendo ad alcune categorie di lavoratori di anticipare il momento Una proposta che interessa i lavora- tori dipendenti da qualsiasi Impresa Ferroviaria del nostro Paese e di qualsiasi età con l’obiettivo di dare a tutti un’opportunità indipendente- mente dalla data, vi- cina o lontana, della propria pensione. I danni causati dalla Fornero a tutti i lavora- tori con l’innalza- mento dei limiti per l’acquisizione del diritto a pensione e la riduzione dell’assegno sono sotto gli occhi di tutti. Per i ferrovieri dell’esercizio (Mac- chinisti, Personale Viaggiante, Ma- novra, Tecnici Formatori Treno e Personale Navigante) la penalizza- zione ha significato 9 anni di lavoro in più e nonostante le promesse ripa- ratrici fornite dai vari rappresentanti istituzionali e politici che si sono succeduti dal 2012 ad oggi, la que- stione delle pensioni per i ferrovieri, descritta inizialmente come un mero errore, non è stata risolta. Resta la problematica di fondo: un macchinista può guidare un treno con centinaia di persone e bordo sino a 67 anni? Un manovratore può la- vorare sotto ad un treno sino a 67 anni? È inimmaginabile ragionare sullo stress e l’usura a cui oggi sono sottoposte figure fonda- mentali dell’esercizio fer- roviario (pensiamo solo, quale esempio, all’attuale lavoro di un Capo Stazione in sala CCC o al sistematico intervento di un manutentore in reperibilità 24 ore su 24)? Noi crediamo di NO! Per questi motivi OR.S.A. – Ferrovie ha sviluppato una proposta articolata che permetta ai lavoratori di tutte le Imprese Ferroviarie e di Gestione delle Reti, quindi tutti i ferrovieri dell’esercizio impiegati in attività fa- ticose e pesanti, un’uscita anticipata dal ciclo lavorativo di cinque anni favorendo – tra l’altro – il necessario ricambio generazionale. della pensione. Nell’articolo ven- gono pertanto illu- strate le varie novità previste dal provvedimento: APE volontaria, aziendale, social, precoci, RITA e opzione donna. I “rumors” che provengono dal mondo del lavoro e dai ferrovieri segnalano una sonora bocciatura di queste ipo- tesi pensionistiche, soprattutto quelle a titolo oneroso. Che lo scarso successo ottenuto dal TFR in busta paga sia replicato anche dall’APE? pag. 2 VERTENZA PENSIONI La proposta di OR.S.A. Ferrovie pag. 6 pag. 5 Due appuntamenti importanti, voluti dal S.A.P.S. per rafforzare i rapporti con gli eletti nelle elezioni RSU/RLS e per confrontarsi con le problematiche di un profilo – quello del Tecnico Polifunzionale Treno – che l’OR.S.A. non ha contribuito certo a costruire (altri hanno firmato l’accordo del no- vembre 2010 per gli equipaggi merci), ma che ha difeso prima sul tavolo del rinnovo contrattuale 2012 e poi su quello attuale. Con il corso di formazione RLS del 23 novembre, svoltosi a Roma, si è portato a conclusione un progetto partito esattamente un anno fa con i mandati di Consi- glio e Direzione S.A.P.S. per lo svolgimento di specifici corsi for- mativi utili a cementare i rapporti tra i nostri Rappresentanti eletti nei vari territori ed a valorizzare le “nuove leve” del Sindacato, perché un Organizzazione di base come la nostra deve attingere dai propri RSU/RLS per costruire i quadri sindacali di domani. A Bologna il 30 novembre, in- vece, si sono affrontate le criti- cità con le quali il TPT fa i conti ancora oggi, dall’orario di lavoro all’utilizzazione, sino al mancato riconoscimento contrattuale di una attività la- vorativa caratterizzata da un’alta professionalità e da un’ampia (forse troppa) flessi- bilità di utilizzazione. Un con- fronto franco nel quale il S.A.P.S. ha dettagliato il lavoro svolto al tavolo del rinnovo del Contratto delle Attività Ferro- viarie e dell’Aziendale di Gruppo e ciò che non si è riu- sciti ad ottenere per le diffi- coltà del negoziato e per il tormentato confronto sulla na- scita di Mercitalia, la nuova Società di Logistica del Gruppo FSI nella quale transiteranno i lavoratori della Divisione Cargo. Le attività SAPS: la formazione degli RLS ed il Convegno Nazionale TPT A distanza di 20 mesi, dopo aver rac- contato il bivacco dei profughi nella Stazione di Ventimiglia, torniamo purtroppo sul rapporto tra migranti e trasporti, tra accoglienza e sicurezza senza alcuna volontà di discriminare o di emarginare come dice chiara- mente nella sua denuncia il nostro Referente Provinciale di Trapani. Piuttosto di lanciare un grido d’allarme sui ri- schi che corrono i ferro- vieri delle stazioni come accade stavolta nella Si- cilia, una Regione in molte occasioni presa ad esempio per accoglienza e integrazione. I fatti narrati, che sono stati puntualmente de- nunciati a Sindaco e Prefetto da tutte le OO.SS. Regionali, raccontano il disa- gio e le vere paure di 4 Capi Stazione (dei quali uno è donna) che – prima ancora dei treni – devono affrontare a proprio rischio e pericolo persino l’in- gresso al posto di lavoro. Una situazione paradossale che, men- tre scriviamo, non ha ancora trovato una soluzione. SICILIA I MIGRANTI IN STAZIONE pag. 4 ASSENZA PER DONAZIONE SANGUE DIRITTO O PERMESSO? I l Gruppo FS in data 3/10/2016 ha emanato una circolare sui permessi per donatori di sangue e di emocom- ponenti. In tale documento sono specifi- cate le modalità relative al calcolo del periodo di 24 ore di assenza alle quali si ha titolo (donazione durante l’orario di lavoro oppure al di fuori di esso ma con il periodo di 24 ore di assenza previsto a fine donazione che vada ad intaccare la prestazione lavorativa del giorno succes- sivo ecc...) A seguito dell’emanazione del decreto del Ministero della Salute del 18 novem- bre 2015 “Modalità di erogazione del contributo in caso di inidoneità alla do- nazione”, la circolare ha anche riportato i comportamenti che deve assumere il di- pendente nel caso in cui, una volta pre- sentatosi per effettuare la donazione, la stessa non sia stato possibile effettuarla). La circolare predetta contiene però una parte molto controversa che riguarda la possibilità da parte del Responsabile “a fronte di comprovate circostanze che possano porre a rischio la regolarità del servizio o la sicurezza del trasporto fer- roviario che non siano gestibili con il re- stante personale” di non concedere il permesso”. Il testo della legge in realtà, non prevede tale facoltà in quanto l’assenza non viene contemplata come un “permesso” come erroneamente viene inteso. L’unico obbligo a carico del lavoratore è quello di comunicare preventivamente l'assenza (documentando, successiva- mente, l’avvenuta donazione o l’even- tuale impossibilità di effettuarla). È buona prassi, nello spirito di collabora- zione fra datore di lavoro e dipendente, cercare di coniugare la duplice esigenza Però un conto è la collaborazione, un altro l’imposizione. pag. 3 pag. 2 1

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Il perché di un Contratto “incagliato”

Cari lettori,chissà se quando leggerete questoeditoriale il rinnovo del CCNL nonsi sarà disincagliato dalle secche del-l’articolo 16. Così fosse potremo fi-nalmente chiudere il 2016 con unabuona notizia. Ma i tempi di un periodico come ilnostro hanno scadenze diverse ementre andiamo in stampa il CCNL2015/2017 non ha ancora un testocondiviso. Perché si chiedono i lavo-ratori? A fare luce, sgombrando il campodalle più disparate illazioni, ci hapensato il nostro Direttore CentraleRisorse Umane e Organizzazionecon la sua ultima nota a tutti i dipen-denti del Gruppo.Per chi l’ha letta il problema sembrastare tutto nelle eccesive pretese sin-dacali, nonostante “…il nostro impe-gno…” e “…la nostra apertura evolontà di procedere…” come af-ferma il Dott. Mauro Ghilardi par-lando del Gruppo FSI, per altro nonfacendosi mancare la sottolineaturasul fatto che l’ostacolo alla firma inrealtà non coinvolge “…i quasi60.000 colleghi coperti dal contrattoscaduto….”. Cioè il dissensoAzienda-Sindacati non riguarda illavoro ed il salario dei ferrovieri, maquello di qualcun altro. Chi sarà quel qualcun altro? Il nostroDirettore lo dice chiaramente: sitratta del personale degli appalti delsettore ferroviario per il quale, scrivesempre Ghilardi “ Da parte sinda-cale ci viene chiesto di trovare solu-zioni che tutelino tali lavoratori incaso di cambi appalto andandoperò, di fatto, a limitare l’ambito ap-plicativo di normative legislativeemanate recentemente (c.d. JobsAct). Non ci sentiamo quindi, comeazienda aderente a Confindustria-Agens, di andare ad intervenire suun tema tanto delicato e oggettogiornalmente di forti dibattiti, e cheesula dalle nostre competenze.”Ohibò, il Direttore non vorrà mica direche le 6 sigle sindacali dei ferrovierivogliono usare il grimaldello del Con-tratto delle Attività Ferroviarie persmontare il Jobs Act di Renzi? “Ma si sono bruciati il cervello que-sti Sindacati?” potrebbe sbottare ilferroviere sempre più interdetto. Do-mande legittime, per rispondere allequali forse bisogna dare qualche ele-mento in più di discussione e di va-lutazione rispetto alla scarnadisamina Aziendale.Per esempio: qual è la limitazionealle “….normative legislative ema-nate recentemente (c.d. Jobs Act).”che il Sindacato vorrebbe intro-durre?

di Alessandro Trevisan

Linea Direttadove si posa l’APE ...

Anno 22 – n. 5 / 2016

IL GIORNALE DEL PERSONALE DI STAZIONE

S.A.P.S - OR.S.A. FerrovieSindacato Autonomo Personale di Stazione

L’informazione continua sul nostro sito

http://www.sapsorsa.it/

scrivete a

[email protected]

Un filo conduttore unisce la propostaOR.S.A. Ferrovie sulle pensioni con ildecreto fiscale collegato alla Legge diBilancio 2017. Su “Linea Diretta”proviamo a ragionarci sopra ipotiz-zando che ben difficilmente, in sededi approvazione parlamentare (il cuiiter si dovrebbe concludersi entro il 23dicembre), cambierà qualcosa anchese è opportuno “mai dire mai”, soprat-tutto a urne chiuse post-referendum.In questo articolo ci soffermiamosull’ipotesi di “riforma della riforma”che il Governo sta mettendo in camponon ripristinando i precedenti diritti,ma consentendo ad alcune categorie dilavoratori di anticipare il momento

Una proposta che interessa i lavora-tori dipendenti da qualsiasi ImpresaFerroviaria del nostro Paese e diqualsiasi età con l’obiettivo di dare atutti un’opportunità indipendente-mente dalla data, vi-cina o lontana, dellapropria pensione. I danni causati dallaFornero a tutti i lavora-tori con l’innalza-mento dei limiti perl’acquisizione del diritto a pensionee la riduzione dell’assegno sonosotto gli occhi di tutti. Per i ferrovieri dell’esercizio (Mac-chinisti, Personale Viaggiante, Ma-novra, Tecnici Formatori Treno ePersonale Navigante) la penalizza-zione ha significato 9 anni di lavoroin più e nonostante le promesse ripa-ratrici fornite dai vari rappresentantiistituzionali e politici che si sonosucceduti dal 2012 ad oggi, la que-stione delle pensioni per i ferrovieri,descritta inizialmente come un meroerrore, non è stata risolta.

Resta la problematica di fondo: unmacchinista può guidare un trenocon centinaia di persone e bordo sinoa 67 anni? Un manovratore può la-vorare sotto ad un treno sino a 67

anni? È inimmaginabileragionare sullo stress el’usura a cui oggi sonosottoposte figure fonda-mentali dell’esercizio fer-roviario (pensiamo solo,quale esempio, all’attuale

lavoro di un Capo Stazione in salaCCC o al sistematico intervento diun manutentore in reperibilità 24 oresu 24)? Noi crediamo di NO!

Per questi motivi OR.S.A. – Ferrovieha sviluppato una proposta articolatache permetta ai lavoratori di tutte leImprese Ferroviarie e di Gestionedelle Reti, quindi tutti i ferrovieridell’esercizio impiegati in attività fa-ticose e pesanti, un’uscita anticipatadal ciclo lavorativo di cinque annifavorendo – tra l’altro – il necessarioricambio generazionale.

della pensione.Nell’articolo ven-gono pertanto illu-strate le varienovità previste dalprovvedimento:APE volontaria,aziendale, social,

precoci, RITA e opzione donna.I “rumors” che provengono dal mondodel lavoro e dai ferrovieri segnalanouna sonora bocciatura di queste ipo-tesi pensionistiche, soprattutto quellea titolo oneroso.Che lo scarso successo ottenuto dalTFR in busta paga sia replicato anchedall’APE?

pag. 2

VERTENZA PENSIONILa proposta di OR.S.A. Ferrovie

pag. 6

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Due appuntamenti importanti, volutidal S.A.P.S. per rafforzare i rapporticon gli eletti nelle elezioniRSU/RLS e per confrontarsi conle problematiche di un profilo –quello del Tecnico PolifunzionaleTreno – che l’OR.S.A. non hacontribuito certo a costruire (altrihanno firmato l’accordo del no-vembre 2010 per gli equipaggimerci), ma che ha difeso primasul tavolo del rinnovo contrattuale2012 e poi su quello attuale. Con il corso di formazione RLSdel 23 novembre, svoltosi aRoma, si è portato a conclusioneun progetto partito esattamente unanno fa con i mandati di Consi-glio e Direzione S.A.P.S. per losvolgimento di specifici corsi for-mativi utili a cementare i rapportitra i nostri Rappresentanti elettinei vari territori ed a valorizzarele “nuove leve” del Sindacato,perché un Organizzazione di basecome la nostra deve attingere daipropri RSU/RLS per costruire i

quadri sindacali di domani. A Bologna il 30 novembre, in-vece, si sono affrontate le criti-cità con le quali il TPT fa iconti ancora oggi, dall’orariodi lavoro all’utilizzazione, sinoal mancato riconoscimentocontrattuale di una attività la-vorativa caratterizzata daun’alta professionalità e daun’ampia (forse troppa) flessi-bilità di utilizzazione. Un con-fronto franco nel quale ilS.A.P.S. ha dettagliato il lavorosvolto al tavolo del rinnovo delContratto delle Attività Ferro-viarie e dell’Aziendale diGruppo e ciò che non si è riu-sciti ad ottenere per le diffi-coltà del negoziato e per iltormentato confronto sulla na-scita di Mercitalia, la nuovaSocietà di Logistica del

Gruppo FSI nella quale transiteranno ilavoratori della Divisione Cargo.

Le attività SAPS:

la formazione degli RLS ed il Convegno Nazionale TPT

A distanza di 20 mesi, dopo aver rac-contato il bivacco dei profughi nellaStazione di Ventimiglia, torniamopurtroppo sul rapporto tra migranti etrasporti, tra accoglienza e sicurezzasenza alcuna volontà di discriminareo di emarginare come dice chiara-mente nella sua denuncia il nostroReferente Provinciale di Trapani.

Piuttosto di lanciare ungrido d’allarme sui ri-schi che corrono i ferro-vieri delle stazioni comeaccade stavolta nella Si-cilia, una Regione inmolte occasioni presa adesempio per accoglienzae integrazione.I fatti narrati, che sono

stati puntualmente de-nunciati a Sindaco ePrefetto da tutte le

OO.SS. Regionali, raccontano il disa-gio e le vere paure di 4 Capi Stazione(dei quali uno è donna) che – primaancora dei treni – devono affrontare aproprio rischio e pericolo persino l’in-gresso al posto di lavoro. Una situazione paradossale che, men-tre scriviamo, non ha ancora trovatouna soluzione.

SICILIA

I MIGRANTI IN STAZIONE

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ASSENZA PER DONAZIONE SANGUE

DIRITTO O PERMESSO?

Il Gruppo FS in data 3/10/2016 haemanato una circolare sui permessiper donatori di sangue e di emocom-

ponenti. In tale documento sono specifi-cate le modalità relative al calcolo delperiodo di 24 ore di assenza alle quali siha titolo (donazione durante l’orario dilavoro oppure al di fuori di esso ma conil periodo di 24 ore di assenza previsto afine donazione che vada ad intaccare laprestazione lavorativa del giorno succes-sivo ecc...)A seguito dell’emanazione del decretodel Ministero della Salute del 18 novem-bre 2015 “Modalità di erogazione delcontributo in caso di inidoneità alla do-nazione”, la circolare ha anche riportatoi comportamenti che deve assumere il di-pendente nel caso in cui, una volta pre-sentatosi per effettuare la donazione, lastessa non sia stato possibile effettuarla).La circolare predetta contiene però una

parte molto controversa che riguarda lapossibilità da parte del Responsabile “afronte di comprovate circostanze chepossano porre a rischio la regolarità delservizio o la sicurezza del trasporto fer-roviario che non siano gestibili con il re-stante personale” di non concedere il“permesso”. Il testo della legge in realtà, non prevedetale facoltà in quanto l’assenza non vienecontemplata come un “permesso” comeerroneamente viene inteso.L’unico obbligo a carico del lavoratore èquello di comunicare preventivamentel'assenza (documentando, successiva-mente, l’avvenuta donazione o l’even-tuale impossibilità di effettuarla). Èbuona prassi, nello spirito di collabora-zione fra datore di lavoro e dipendente,cercare di coniugare la duplice esigenzaPerò un conto è la collaborazione, unaltro l’imposizione.

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Di seguito il testo della Circolare:FS-DCRUO-VDRURI\A0011\P\2016\0000021del 3/10/2016

Oggetto: Permessi per donatori di san-gue e di emocomponenti.Allegati: 1 (non inserito)

Con la presente nota si fornisce un qua-dro di sintesi della regolamentazione deipermessi per donatori di sangue e diemocomponenti anche alla luce degli ul-timi interventi amministrativi1 che, in at-tuazione di quanto previsto dall'art 8, co.2, 1. n. 219/2005, hanno specificamenteregolato l'ipotesi di inidoneità alla dona-zione._____1Vedi d.m. 18 novembre 2015, pubblicatonella “Gazzetta Ufficiale” n° 55 del 7 marzo2016.

A. Riposo per donazione (24 ore)1. I lavoratori che donino gratuitamenteil sangue o gli emocomponenti hanno di-ritto ad una giornata di riposo retribuita,computata in 24 ore2, che include i tempinecessari alla verifica dell’idoneità e alrientro in servizio._____2 La copertura economica è a carico del-l'INPS.

Le 24 ore decorrono:• dal momento in cui il lavoratore lasciala sede di lavoro nel caso in cui il lavo-ratore stia prestando servizio e debba as-sentarsi per effettuare la donazione;• dall'inizio del turno/servizio program-mato nel caso in cui il lavoratore si rechiad effettuare la donazione prima dell'ini-zio della prestazione lavorativa.Al termine delle 24 ore il lavoratoredovrà riprendere servizio. A tal fine, leSocietà adotteranno i provvedimenti ne-cessari a garantire l'effettuazione dellaprestazione lavorativa.

2. Nel caso in cui il lavoratore effettui ladonazione al di fuori dell'orario di la-voro o in una giornata di non lavoro di-versa dal riposo settimanale o dallefestività (ad esempio, il sabato, le ferie,ecc.), le 24 ore decorrono dall'iniziodella donazione. Anche in questo caso altermine delle 24 ore il lavoratore dovràriprendere servizio. A tal fine le societàadotteranno i provvedimenti necessari agarantire la prestazione lavorativa. Ciòcomporta, ad esempio, che nel caso incui la donazione avvenga alle ore 12.00di lunedì, fuori dall'orario di lavoro, illavoratore dovrà riprendere servizio alleore 12.00 di martedì.

3. Qualora la donazione venga effettuatain una giornata di riposo settimanale oin una delle festività indicate all'art. 30,punto 2.1, CCNL della Mobilità/Areacontrattuale Attività Ferroviarie20.7.2012 si dovrà garantire il recuperodi dette giornate, non essendo previsto illoro "assorbimento" (cfr art. 30, punto 3,CCNL).

4. Qualora la donazione interessi intera-mente il riposo giornaliero o le giornatedi non lavoro nessun riposo dovrà esserefruito e non dovrà essere riconosciutoalcun recupero.

B. Riposo in caso di mancata donazioneper inidoneitàNelle sole ipotesi di inidoneità alla do-nazione previste dalla legge, ovvero:• sospensione o esclusione per motivi sa-nitari;• mancata decorrenza dei tempi di so-spensione tra una donazione e la suc-cessiva;• rilevata esigenza di non procedere alprelievo per specifico emocomponente

e/o gruppo sanguigno, il riposo retri-buito per donazione deve comunque es-sere riconosciuto ma esclusivamente peril tempo strettamente necessario all'ac-certamento dell’idoneità al rientro nellasede di lavoro. Resta fermo, infatti, cheuna volta ultimati gli accertamenti il la-voratore deve riprendere servizio.

C. Modalità di fruizioneIl lavoratore che intenda assentarsi pereffettuare la donazione di sangue o diemocomponenti o per la donazione dimidollo osseo deve preavvisare il pro-prio Responsabile almeno 48 ore primadell'assenza, al fine di consentire al-l'azienda di porre in essere gli interventiorganizzativi e gestionali necessari a ga-rantire l'erogazione del servizio, e avan-zare la richiesta attraverso l'appositomodulo TM_09 (all. 1), aggiornato allanuova disciplina dalla competente strut-tura di Pianificazione e Gestione e incorso di pubblicazione sul portale diGruppo “Linea diretta” nella Sezione“Il mio profilo”>“Info per il dipen-dente”>“Ferie, permessi, malattia”.Solo qualora la donazione assuma carat-tere di urgenza, il termine di preavvisopuò essere ridotto. In tal caso l'urgenzadella donazione deve essere attestata at-traverso la presentazione di un'idoneacertificazione rilasciata dalle strutturesanitarie che hanno provveduto alla rac-colta di sangue o di emocomponenti, odai centri trasfusionali.A fronte di comprovate circostanze chepossano porre a rischio la regolarità delservizio o la sicurezza del trasporto fer-roviario che non siano gestibili con il re-stante personale, il Responsabile puònon concedere l'assenza giustificata,concordando in forma scritta con il di-pendente una nuova programmazionedell'assenza stessa.Per giustificare l'assenza, il lavoratoredeve presentare al massimo entro ilgiorno successivo la documentazione diseguito indicata:• se la donazione è avvenuta la certifica-zione medica rilasciata dall'Unità di rac-colta o dal Centro trasfusionalecontenente i dati anagrafici del lavora-tore, il giorno e l'ora della donazione;• nel caso di inidoneità alla donazione,la certificazione medica che attesti lanon idoneità, rilasciata dai medesimisoggetti sopra indicati.

Ultima considerazione.Pur non condividendo la facoltà previstada parte del Responsabile di porre il di-niego, appare molto strano che tale pos-sibilità sia stata disciplinata “A fronte dicomprovate circostanze che possanoporre a rischio la sicurezza del trasportoferroviario”, inserendo nella casisticaanche la possibilità nella quale sia postaa rischio “la regolarità del servizio nongestibile con il restante personale”. Ogni commento è superfluo. ■

continua da pag. 1

Proviamo a dirlo noi: si tratta dellaconferma della tutela dell’art.18Legge 300/70 per quei lavoratori chepassando ad altra azienda in caso dicambio appalto erano alle dipen-denze della ditta cedente anche alladata del 6 marzo 2015, cioè il giornoprima dell’entrata i vigore dellaLegge 183. Le ragioni? Semplice,questi lavoratori erano tutelati dal li-cenziamento senza giusta causa ed ilcambio appalto non è a nostro parere(e non solo, come vedremo piùavanti) configurabile come una rias-sunzione in quanto, di fatto, si trattaunicamente di un “cambio di ca-sacca” in costanza di un rapporto dilavoro senza soluzione di conti-nuità. Mancasse questo presupposto con-trattuale, il cambio appalto potrebbediventare lo strumento “perfetto” perridurre i diritti e le tutele di tutti. A questo punto la domanda sorgespontanea da parte del nostro con-fuso ferroviere: ma che dobbiamoessere noi i primi a fare sta’ crociata?A dire il vero il Sindacato dei ferro-vieri stavolta non inventa nulla dinuovo, ma si accoda ad accordi con-trattuali già siglati post-Jobs Act eche contengono questa identica tu-tela. Quali? Il Contratto dell’autonoleggiodel luglio di quest’anno dove i Sin-dacati hanno chiesto ed ottenuto letutele dell’art.18 per i lavoratori incaso di cambio appalto; il Protocollo d’intesa per la se-zione Rifiuti Urbani, firmato tra Fi-seAssoambiente e le OO.SS., nellostesso mese del 2016, che all’art.6disciplina il passaggio di appaltocosì: “…..In via sperimentale, per lavigenza del C.C.N.L., è recepita lanormativa di cui all'art.18 dellalegge n. 300/1970, come modificatadalla legge n. 92/2012, anche neicasi di passaggio di appalto, in fa-vore dei lavoratori in forza alla datadi stipula dell'accordo di rinnovo iquali erano in forza nel settoreanche alla data del 6 marzo 2015.”. l’intesa per i dipendenti dellearee di servizio autostradale tra FipeConfcommercio ed i Sindacati delsettore(datata 3 agosto 2016) nellaquale - in maniera ancor più esplicita- si prevede che: “….Per effetto diquanto sopra (il subentro di conces-sione ndr) stante l'applicazione diquanto previsto dall'articolo 2112c.c., al personale interessato dai su-bentri in concessione autostradale,con un'anzianità di servizio antece-dente al 7 marzo 2015, trova appli-cazione l'art. 18 L. n. 300/1970come modo dalla legge 92/2012.”Dunque i Sindacati dei Ferrovierinon sembrano né i novelli “parti-giani” della Legge 300/70, né gli in-ventori di una deroga che deroganon è per le ragioni precedentementedette e cioè la continuazione – senzasoluzione – della propria attività la-vorativa e l’assunzione ante JobsAct.Che adesso il nostro virtuale ferro-viere, nonché lettore, abbia qualcheelemento in più per valutare chi nonmetterebbe il necessario “…. impe-gno a rinnovare al più presto il Con-tratto anche per dare certezze allevostre famiglie…..” come dice il no-stro Direttore?Noi crediamo di Si, ma con ottimi-smo ci auguriamo che questo edito-riale possa essere, alfine, superatodai fatti, cioè da un Contratto fir-mato prima delle feste.

A proposito: i più sentiti AUGURI!da tutta la Redazione de “La Nostra Stazione” ■

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Il Gruppo FS in data 3/10/2016 haemanato una nuova circolare suipermessi per donatori di sangue e

di emocomponenti. In tale documentosono stati definiti anche i comporta-menti da adottare nei casi in cui nonsia stato possibile effettuare la dona-zione.

Una parte della Circolare che comeSindacato riteniamo più che contro-versa riguarda la possibilità da partedel Responsabile “a fronte di compro-vate circostanze che possano porre arischio la regolarità del servizio o lasicurezza del trasporto ferroviario chenon siano gestibili con il restante per-sonale” di non concedere l'assenzagiustificata. Nel proseguo dell’articolopotrete trovare le ragioni delle nostreperplessità.

La legge n. 584 del 1967 all’articolo 1(modificato con la Legge 107/90) pre-vede che “I donatori di sangue e diemocomponenti con rapporto di la-voro dipendente hanno diritto ad aste-nersi dal lavoro per l'intera giornatain cui effettuano la donazione, conser-vando la normale retribuzione per l'in-tera giornata lavorativa”. Già inprima lettura si potrà notare come, adifferenza di altre, il legislatore nonpone alcun vincolo alla concessionelegato alle esigenze organizzative oproduttive aziendali e non utilizza iltermine “permesso”.

Unico obbligo a carico del lavoratoreè quello di comunicare preventiva-mente l'assenza (e di documentare,successivamente, l’avvenuta dona-zione oppure l’eventuale impossibilitàdi effettuarla). Per avvalorare la nostra tesi è utile ve-dere le sostanziali differenze apportateall’articolo 1 nel 1990 rispetto alla for-mulazione originaria che invece reci-tava:“Chiunque ceda il suo sangue per tra-sfusione dirette e indirette o per l'ela-borazione dei derivati del sangue, aduso terapeutico, ha diritto ad astenersidal lavoro e al riposo nel giorno delsalasso”.Tale norma poteva, prevedendo il di-ritto ad astenersi dal lavoro a “chiun-que ceda il suo sangue ecc….” daradito ad una interpretazione restrittivadella norma secondo la quale doveva,prima avvenire la donazione del san-gue ed avere solo poi il diritto all’as-senza lavorativa. Questo potevaconsentire al datore di lavoro la pre-ventiva negazione del permesso impe-dendo la donazione, per così dire “amonte”.Poiché l’importanza sociale della do-nazione è riconosciuta dal legislatoreitaliano e le trasfusioni vengono garan-tite dal Servizio Sanitario Nazionalequali Livelli Essenziali di Assistenzasanitaria (LEA) con la ricordata Legge

n.º 107 del 4 maggio 1990 è stato ap-positamente variato l’articolo 1 comesopra , una formulazione poi confer-mata dall’articolo 8 della Legge 219del 21 ottobre 2005.Detto ciò, un’altra delle ragioni checi fanno considerare eccessivamenteforzata la previsione della Circolareaziendale per quanto attiene le limi-tazioni al diritto proviene dal DecretoMinisteriale 8 Aprile 1968 - norme diattuazione della Legge 584 del 1967- che elenca in maniera precisa ecompleta le uniche condizioni previ-ste per aver titolo all’assenza e cioè:• la donazione sia gratuita;• sia effettuata presso Centri autoriz-zati dal Ministero della Sanità (Cen-tro di raccolta fisso o mobile, Centrotrasfusionale o Centro di produzionedi emoderivati); • sia effettuato un prelievo minimo di250 grammi di sangue (per gli emo-derivati sono previste quantità di-verse).Per consentire al datore di lavoro diottenere il rimborso da parte del-l’INPS, il donatore dovrà compilareanche un’apposita dichiarazione.In ultima, a rafforzare le nostre con-vinzioni viene in soccorso anche ilquotidiano “Il Sole24 ore”, giornalenotoriamente di proprietà confindu-striale, la stessa associazione dato-riale alla quale aderisce il GruppoFSI.Nella rubrica “l’Esperto Risponde”del 8.9.2008 un lettore ha posto il se-guente quesito:

“Come è la legge sulla donazione disangue, per quanto riguarda il giornodi permesso retribuito? La mia so-cietà mi dice che me lo può conce-dere solo laddove non esistanoimpedimenti all'organizzazione dellavoro. Hanno l'obbligo sempre didarmelo? Che preavviso va dato e,soprattutto, se non mi viene concesso,sono tenuti loro stessi a dirmi quandome lo possono dare?” D.V. Gorgonzola

la risposta ribadisce il diritto senza li-miti tecnico / organizzativi:

- In base all'articolo 1, legge 13 lu-glio 1967, n. 584 i donatori di sanguee di emocomponenti con rapporto dilavoro dipendente hanno diritto adastenersi dal lavoro per l'intera gior-nata in cui effettuano la donazione,conservando la normale retribuzioneper l'intera giornata lavorativa. Inol-tre, ai lavoratori dipendenti, i qualicedano il loro sangue.Inoltre, ai la-voratori dipendenti, i quali cedano illoro sangue gratuitamente, competela corresponsione della normale re-tribuzione per la giornata di riposodi cui all'articolo precedente. Lalegge pertanto, a differenza di altreipotesi, non prevede alcun vincoloalla concessione legato alle esigenzeorganizzative o produttive aziendali.Il datore di lavoro deve pertanto con-cedere il giorno di permesso.

NUOVE DISPOSIZIONI NEL GRUPPO FSI

DONAZIONE SANGUE

Leggi e divulga

la Nostra Stazione

Direzione Redazione Amministrazione

Via Magenta, 13 – 00185 Roma

Tel. 064456789 – fax FS 970 24333

Autorizzazione:

Trib. Civile di Roma N. 397/1995 del 28/7/1995

E-mail: [email protected]

Sito Internet: http://www.sapsorsa.it/

Chiuso il 6 dicembre 2016

Direttore: Alessandro Trevisan

hanno collaborato: Roberto Spadino, Gaetano

Barbaro

Con la giornata del 23 novem-bre si è conclusa la fase infor-mativa e formativa degli eletti

RSU – RLS nelle liste OR.S.A. per ilsettore delle stazioni. Un progetto partito esattamente unanno fa con i mandati di Consiglio eDirezione SAPS per lo svolgimento dispecifici corsi formativi utili a cemen-tare i rapporti tra i nostri Rappresen-tanti eletti nei vari territori ed avalorizzare le “nuove leve” del Sinda-cato, perché un Organizzazione dibase come la nostra deve attingere daipropri RSU/RLS per costruire i quadri

sindacali di domani. In tutto il mese di maggio2016, dopo gli stage orga-nizzati dalla Federazione, ilSAPS ha fatto il focus sulleproblematiche del settorestazioni negli incontri congli R.S.U. a Palermo / Mi-lano / Napoli e Bologna. L’appuntamento con gliR.L.S. , in un primo mo-mento fissato a giugno, èstato alfine calendarizzatoper il 23 novembre e pressol’aula della Segreteria Na-zionale OR.S.A. Lazio –che ha ospitato l’evento – siè dibattuto per oltre 7 ore diDecreto Legislativo 81, divideoterminali, di ambientidi lavoro e microclima, diindumenti di protezioneaziendale e di ergonometriadelle postazioni.Angelo Multari – Segreta-

rio Nazionale S.P.V. - OR.S.A., maancor prima un “decano” dei Rappre-sentanti alla Sicurezza, ha relazionatosul ruolo e sui compiti di coloro chesono deputati dai lavoratori a vigilaresulla sicurezza degli impianti e sullasalubrità dei luoghi. Una particolareattenzione è stata posta ai vari (di-ciamo troppi) organi che vigilano sullasicurezza nei posti di lavoro ed almodo di rapportarsi con essi. Granderisalto è stato dato allo stress da lavorocorrelato e molte sono state le do-mande sulle tipologie di malattie che

sono indotte da questa patologia.Roberto Fregara – già relatore neicorsi formativi per gli RSU – ha svi-luppato i temi legati al lavoro davantiad uno “... schermo alfanumerico ografico a prescindere dal tipo di pro-cedimento di visualizzazione utiliz-zato..” (così come lo definisce il Dlgs81/2008), partendo dall’ambiente dilavoro e dalla ergonomia della posta-zione (cosa questa spesso sottovalu-tata) per arrivare al diritto alla pausa.Ovviamente il “videoterminalista” –sempre citando il Decreto – va indivi-duato tra i “…. lavoratori che utiliz-zano una attrezzatura munita divideoterminale in modo sistematico edabituale, per venti ore settimanali”,chiarendo che tutte le attività che con-sentono di distogliere lo sguardo dalmonitor interrompono quella sistema-ticità di cui parla la Legge. Anche sugli indumenti di protezioneaziendale il dibattito, anticipato da unaserie di slide che ne hanno dettagliato latipologia e gli obblighi di legge di datoree lavoratore, è stato vivace e molte sonostate le domande sul modo più consonodi far rispettare al datore di lavoro il do-vere del lavaggio e di ottenere il tempoper la vestizione. In premessa è statochiarito che per DPI deve intendersi una“…. qualsiasi attrezzatura destinata adessere indossata e tenuta dal lavoratoreallo scopo di proteggerlo contro uno opiù rischi suscettibili di minacciare la si-curezza o la salute durante il lavoro…”.Come SAPS abbiamo ribadito che, inassenza di accordi sui tempi e sui modi

della pulizia periodica dei DPI, la viagiudiziaria è l’unica percorribile per ot-tenere il risarcimento passato e le garan-zie future. Sul tempo di vestizionel’orientamento della Cassazione (vedisentenza della sezione lavoro, n.11828/2013) non è quello della retribu-zione, ma del riconoscimento che taleperiodo debba rientrare nell'orario di la-voro effettivo. Come Sindacato dob-biamo dunque impegnare le struttureterritoriali e le RSU ad una particolareattenzione nella stesura di orari di lavoroche siano compatibili con le attività, so-prattutto dove l’obbligo di indossare iDPI è sistemico e non occasionale.In chiusura l’intervento del SegretarioNazionale ha voluto porre l’attenzione

sul rapporto tra rappresentante e rappre-sentati e sulla necessità di fare squadracon i colleghi soprattutto su temi cosìdelicati ed impattanti nella quotidianitàdel lavoro. Dunque, una maggiore pre-senza negli impianti e lo sforzo di creareuna connessione tra il RLS ed i lavora-

tori: chi rappresenta deve essere prima“antenna”, per recepire le problemati-che, poi “veicolo” perché queste possanoarrivare dove si decide e si risolve. Unpassaggio obbligato, quello del rapportocon i lavoratori, se si pensa alle maggioridifficoltà che incontreranno le RLS lad-dove si dovranno valutare attività di-verse e diverse valutazioni del rischio(vedi i collegi “Equipaggi” – “IMC” –“Cargo” di Trenitalia).Quando è stato dato il “rompete lerighe” di fine corso calava già il buio suRoma a dimostrazione di quanto parte-cipata è stata la giornata da parte dellenostre RLS che, tra le altre, hannoespresso l’esigenza che momenti comequesti si ripetano con l’obiettivo di con-

tribuire alla formazione di RSU e RLScoscienti nelle valutazioni ed autonominelle decisioni.Una richiesta, dunque, di rendere perio-dica la formazione e l’aggiornamentodei quadri sindacali che il SAPS in-tende accogliere. ■

Un passaggio non ancora comple-tato, una clausola che manca, unContratto da firmare.

Questi gli interrogativi che hanno aleg-giato sul Convegno Nazionale organiz-zato dal SAPS a Bologna il 30 novembree che ha visto la partecipazione dei Tec-nici Polifunzionali Treno della DivisioneCargo di Trenitalia in procinto di “acca-sarsi” a Mercitalia, la nuova Società diLogistica del Gruppo FSI. Soprattutto di questo si è parlato all’aper-tura dei lavori con l’intervento della Se-greteria Generale ORSA Ferrovierappresentata da Giuseppe Maltese. I ti-mori di un salto nel buio, le incertezzeoccupazionali e salariali, il futuro dellanuova Società ed il rischio di una bad-

company in ferrovia sono state tra leprincipali preoccupazioni espresse daipartecipanti, alle quali il Sindacato hacontrapposto il lavoro di questi mesi altavolo negoziale per raggiungere 2 obiet-tivi fondamentali : le tutele occupazio-nali e salariali per i lavoratori chetransiteranno nella nuova Società. Dunque, per il Sindacato è fondamentalearrivare alla sottoscrizione di una Clau-sola di Salvaguardia che definisca: il trasferimento del personale dallaDivisione Cargo a Mercitalia Rail senzasoluzione di continuità, mantenendo itrattamenti economici e normativi in es-sere; il vincolo per la nuova Società dell’ap-plicazione ai propri dipendenti del

CCNL della Mobilità/Areacontrattuale Attività Ferro-viarie e del Contratto Azien-dale di Gruppo FSI ; la conferma della possibi-lità di accesso alle presta-zioni del Fondo bilaterale disostegno al reddito allestesse condizioni previsteper il personale delle altreSocietà del Gruppo Ferroviedello Stato Italiane; la maggior tutela del la-voro, la garanzia per i dipen-denti di Mercitalia Railtransitati dalla DivisioneCargo di Trenitalia di esserericollocati all'interno delleSocietà del Gruppo FSI nelcaso la nuova Società de-nunci, in futuro, esuberi perriorganizzazione o riconfi-gurazione degli assetti socie-tari.

Il confronto sulla cessione del ramo diAzienda si intreccia con il rinnovo delContratto di Lavoro ed è necessario chele due cose possano essere portante con-testualmente a compimento, da un latoper garantire ai lavoratori un contratto vi-gente e non in prorogatio, dall’altro perdefinire dentro il Contratto le regole diutilizzazione del personale.

Proprio regole, chiare ed esigibili, hannochiesto i TPT che hanno imputato al Sin-dacato una assenza nel confronto conCargo che ha portato ad una giunglanelle utilizzazioni, nei turni , gli orari ele mansioni tra i vari Impianti, in qualchecaso addirittura tra Impianto ed Impiantodella stessa area territoriale. Per non par-lare delle carenze formative, dei carichidi lavoro, dei compiti via via assegnati aiTPT per sopprimere posti di lavoro (vediquale esempio l’attività di back-officesino a ieri svolta dagli STC), il tuttosenza alcun riconoscimento di una pro-fessionalità che sta, invece, assumendoun ruolo centrale nella filiera del merci.Il SAPS, per voce del Segretario Na-zionale, ha ripercorso la nascita e losviluppo della figura del Tecnico Poli-

funzionale Treno a partire dall’accordodel novembre 2010 che come ORSA ab-biamo fortemente contestato, in primisper la modifica dell’equipaggio treno epoi per la totale assenza di un riconosci-mento del ruolo del TPT. Quelle carenzee quell’intesa raffazzonata, votata unica-mente alla soppressione del secondoagente di macchina, è alla base della con-

fusione normativa ed economica nellaquale si dibatte oggi questo profilo. Que-sta è memoria storica non scarico delleresponsabilità, responsabilità che – in-vece – come SAPS ci siamo assunti sindal 2012 quando abbiamo inserito nelCCNL il Modulo D e la patente A4 infunzione non solo di supporto e soccorsoal macchinista, ma di sviluppo professio-nale di un profilo che abbiamo sempre ri-tenuto il vero serbatoio dal qualeattingere il futuro PdM. Purtroppo nonsiamo riusciti in quella tornata contrat-tuale ad incrementare la parte econo-mica fissa ed accessoria, un traguardooggettivamente mancato, ma che altret-tanto oggettivamente solo noi abbiamochiesto e sostenuto.Diversamente dal 2012 in questo rinnovo

finalmente si tanno ponendo le condi-zioni per “regole di ingaggio” chiare,per la definizione di flessibilità retribuiteall’intero equipaggio e non solo al PdM,per l’incremento del salario professio-nale, anche se meno di quanto avremmovoluto.Resta, comunque, un percorso che ilContratto non conclude; anzi alle giusteosservazioni dei TPT sull’assenza delSindacato nei processi riorganizzatividella Divisione Cargo (troppe volte sordaalle richieste di convocazione ed unica-mente impegnata nel progetto di ces-sione) il SAPS condivide la necessità dicostringere Mercitalia – non appena laSocietà sarà in grado di operare – ad af-frontare le questioni della formazione,dei carichi di lavoro, della distribuzionedelle risorse nel territorio.Il Convegno si è concluso con un serratodibattito tra i TPT delle varie aree geo-grafiche che hanno messo a confronto lereciproche esperienze lavorative e le cri-ticità presenti (non ultime la logistica edil vestiario).Questo convegno, partecipato e sentito,è stata un’esperienza ritenuta utile comericonosciuto da tutti gli intervenuti chehanno chiesto con forza al SAPS di farsiportavoce delle loro richieste e del loromalessere, invitandolo ad aumentare lasua presenza negli Impianti ed a dare si-stematicità a momenti di confronto comequello odierno. Un invito che il S.A.P.S. raccoglie rilan-ciando la propria iniziativa per questoimportantissimo profilo non ancora com-piutamente riconosciuto. Il lavoro continua…. ■

La Redazione

3

Concluso il ciclo di aggiornamento e formazione RSU-RLS promosso dal SAPS

Facciamo luce sulla sicurezza

Resta il nodo della professionalità negata

I TECNICI POLIFUNZIONALI TRENO TRA MERCITALIA E CONTRATTO

Trasporti e migrazioni sono dasempre un connubio indissolu-bile. A dorso di mulo, in un

carro bestiame, su un gommone o den-tro il cassone di un TIR le genti chemigrano hanno sempre avuto bisognodi un mezzo per potersi muovere. Ilmigrante è, per queste ragioni, sempreattratto dai luoghi dove si parte o si ar-riva. Il movimento quale obbligata ra-gione di vita.Il nuovo millennio ci porta ancora unavolta esodi che definire biblici non èeccessivo e che sono figli degli errorie degli orrori che punteggiano il nostropianeta. Le guerre conosciute e quelle“dimenticate” (dallo Yemen all’Etio-pia), lo sfruttamento delle aree più po-vere del pianeta ricche di un sottosuolomolto “appetito” dalle multinazionali,le dittature centro-africane, il terrori-smo di massa (da Isis a Boko-haram).Il mix esplosivo di queste criticità pla-netarie si sta scaricando sul Mediterra-neo e sui Paesi più meridionalid’Europa. La marea di migranti chesbarca su queste coste porta, oltre aldolore ed alla disperazione di una vitaindelebilmente segnata, una serie di

problematiche che conflig-gono con una accoglienzagovernata ed una convi-venza regolata.Una di queste problemati-che riguarda l’impatto deiprofughi sulle strutture“aperte” delle città ed iluoghi preferiti diventano(per le ragioni anzidette) lestazioni ferroviarie, comeha puntualmente riportatola “La Nostra Stazione”

ancora nel numero 3 di marzo 2015,tra le prime testate giornalistiche a de-nunciare l’accampamento in stazionea Ventimiglia. A distanza di 20 mesi torniamo pur-troppo sull’argomento, prendendospunto dalla denuncia del ReferenteProvinciale SAPS di Trapani – Gae-tano Barbaro – che solleva ancora unavolta il velo sui rischi che corrono iferrovieri delle stazioni. I fatti narrati,che sono stati poi puntualmente de-nunciati a Sindaco e Prefetto da tuttele OO.SS. Regionali della Sicilia, rac-contano il disagio e le vere paure di 4Capi Stazione (dei quali uno è donna)che – prima ancora dei treni – devonoaffrontare a proprio rischio e pericolopersino l’ingresso al posto di lavoro.Una situazione paradossale che, men-tre scriviamo, non ha ancora trovatouna soluzione.Di seguito riportiamo ciò che ci hascritto il collega Barbaro:“In seguito alle numerose segnala-zioni dei lavoratori, si è ritenuto op-portuno denunciare quanto staavvenendo nella stazione di Trapani.Lo scopo è quello di segnalare al-

l’Azienda, alle Autorità ed all’opi-nione pubblica una delle più concretee preoccupanti criticità del servizioche il Capo Stazione è costretto ad af-frontare durante il turno di presenzia-mento (4,50-22,50): l’invasione diextracomunitari. Lungi da noi senti-menti di discriminazione razziale neiconfronti di qualsiasi essere umano,proviamo anzi nel nostro piccolo adincoraggiare quel processo di integra-zione così fondamentale affinché iprincipi di accoglienza e solidarietà,che da sempre noi siciliani annove-riamo tra le nostre peculiarità etniche,non rimangano fini a se stessi. A Tra-pani, ed in particolar modo nella zonadella stazione ferroviaria, questo feno-meno assume dei connotati a dir pocopreoccupanti. L’impianto è preso dimira da orde di immigrati, perfetta-mente a conoscenza delle falle delnostro sistema giuridico e giudizia-rio i quali pensano di trovarsi interra di nessuno. Consapevoli del-l’immobilismo delle istituzioni e del-l’impotenza delle forze dell’ordine,scippi, effrazioni, danneggiamenti,furti, atti vandalici ai danni del patri-monio aziendale FS sono avvenimentiquasi giornalieri. I problemi maggiorisi riscontrano nelle ore serali e not-turne, allorché il Capo Stazione, in as-soluta solitudine, ha il compito dichiudere l’impianto ed invitare even-tuali persone presenti all’interno dellastesso (per lo più ubriachi, fumati equant’altro) ad abbandonare la sta-zione. Stessa cosa accade alle 4.50quando provvede all’apertura dellastessa e si ritrova decine di extracomu-nitari davanti ai varchi, buttati sul pa-

vimento, accampati alla meno peggio,con mezzi di fortuna, che non aspet-tano altro che lavarsi dentro la fon-tana della stazione e trovare un piùcomodo ristoro dentro la sala d’attesa.Per non parlare invece di quelli checonsiderano la stazione ferroviariauna vera e propria pista ciclabile esfrecciano a velocità tra i viaggiatori,oppure quelli che occupano abusiva-mente l’ex dormitorio e quelli inveceche vivono tranquilli dentro il capan-none in disuso adiacente la platea la-vaggio. Di seguito riportiamo unepisodio significativo: nel mese di set-tembre alle ore 4,50 il Capo Stazionedi turno va ad aprire la stazione (ben5 tra cancelli e varchi laterali) e sitrova davanti ad un ca-rabiniere che chiede idocumenti ad un immi-grato, il quale moltonervoso continua ad ur-largli che sarebbe an-dato da un avvocato perdenunciare l’aggres-sione da parte delleforze dell’ordine. Cosìquando il carabiniere, incredulo, glirisponde di non averlo nemmeno sfio-rato, l’immigrato si lancia contro leporte esterne del fabbricato centrandocon la testa le formelle di vetro e man-dandole in frantumi. In pochi attimi lasua faccia è una maschera di sangue.Nonostante le schegge conficcate infronte, l’uomo inveisce ancora controil povero carabiniere a dir poco ester-refatto e lo accusa di avergli provo-cato le ferite. Il pavimento èimbrattato di rosso. Arrivano i rinforzied il 118, l’extracomunitario scappa,

non vuole sottoporsi al trattamento sa-nitario. Roba da non credere. Se que-sta gente è capace di autoinfliggersiuna violenza del genere, figuriamocise tale gesto brutale l’avesse rivoltocontro uno dei presenti. La sera, ac-cade sovente che il Capo Stazione su-bisce minacce con una bottiglia rottao con una siringa. Adiacente alla sta-zione esiste l’area dell’ex-metropark,un enorme zona dello scalo merci,prima adibita a parcheggio, adessochiusa dall’azienda ed utilizzata datanti per prostituirsi e vespasiano acielo aperto. Certamente da nord asud tante altre realtà ferroviarie vi-vono lo stesso disagio, ma quando difatto la nostra incolumità personale

viene palesemente messa in discus-sione ci si pone seriamente una do-manda: cosa si sta facendo per evitaretutto questo? Chiediamo urgentementeed a gran voce l’intervento delle isti-tuzioni affinché il personale della sta-zione FS di Trapani possa svolgere leproprie mansioni di apertura e chiu-sura dei varchi in assoluta sicurezza econtestualmente la sua salvaguardia equella dei cittadini che scelgono iltreno come mezzo di trasporto, primache accada l’irreparabile. ■

Gaetano Barbaro

I MIGRANTI DI STAZIONE

4

La proposta di OR.S.A. Ferrovie

GGO

EMEISNI,IG

MAIDRAUG

AMODLAOM

INA

CREP

ERIURTSOC

ORUTUFNU

ETRECIDO

EZZE

Sulla base della presente Piatta-

forma OR.S.A. – Ferrovie chiede il

sostegno alle iniziative di mobilita-

zione e lotta che saranno assunte

per sostenere la Vertenza a partire

dallo sciopero dichiarato per il pros-

simo 9 dicembre 2016.

Nonostante le assicurazione fornite dai varirappresentanti istituzionali e politici che sisono succeduti dal 2012 ad oggi, la que-stione delle pensioni per i ferrovieri, descrittainizialmente come un mero errore, non èstata risolta.Peraltro, a nostro giudizio, nessun lavoratoredel comparto potrà fruire delle agevolazionipreviste nella proposta di riforma contenutanella prossima Legge di Bilancio; tenutoanche conto che per i lavoratori il costo del-l’APE volontaria dovrebbe essere pari a circail 4,6% della pensione per ogni anno di anti-cipo.Inoltre, per quanto attiene i ferrovieri, l’APEsociale viene prevista, al momento, solo allecategorie di Macchinisti e Personale Viag-giante, purché in possesso di 63 anni di età,trascurando che questi lavoratori, in conside-razione della tipologia svolta, hannoun’aspettativa di vita di 64 anni.Per l’accesso alla pensione anticipata a 41anni di contribuzione per i lavoratori precoci,si richiede come condizione almeno un annodi contribuzione prima del diciannovesimoanno di età. Allo stesso tempo siamo consapevoli che sedovessero essere assunti come riferimentole condizioni previgenti, queste riguardereb-bero solo i dipendenti del Gruppo FSI inseritinel Fondo Speciale Ferrovieri e Autoferro-tranvieri in quello Trasporto; è altresì evi-dente che la pensione, a causa del calcolocon il sistema misto, sarebbe estremamentepenalizzante in termine di reddito pensioni-stico. Per questi motivi OR.S.A. – Ferrovie ha svi-luppato una proposta strutturale che per-metta ai lavoratori di tutte le ImpreseFerroviarie e di Gestione delle Rete Ferrovia-ria, quindi tutti i ferrovieri dell’esercizio impie-gati in attività faticose e pesanti, un’uscitaanticipata dal ciclo lavorativo di cinque anniche favorisca un ricambio generazionale.Allo stesso modo la proposta tiene in consi-derazione la necessità di salvaguardare i la-voratori divenuti inidonei a svolgere la propriamansione. E’ fondato il rischio che - in futuro - ci trove-remo di fronte a persone, che in prossimitàdel raggiungimento del requisito previden-ziale siano licenziati dall’azienda, per laquale hanno lavorato per decenni, in quantoin assenza di una norma contrattuale di sal-vaguardia l’unico onere e vincolo a carico deldatore di lavoro è quello di dimostrare l’im-

possibilità di ricollocazione nel-l’ambito aziendale. È compito del Sindacato elabo-rare e mettere in campo le oppor-tune soluzioni, e allo stesso modoè necessario salvaguardare i livelliretributivi dei lavoratori, in quantogià drammaticamente penalizzatidalle recenti riforme previdenziali.Per i motivi illustrati, in analogiacon quanto avviene in altri com-parti, abbiamo proposto al Go-verno, alle Istituzioni, ai GruppiPolitici, alle Associazioni Datorialied alle Imprese, la costituzione diun Fondo di Solidarietà di Settoredel Comparto Ferroviario.Il richiamato Fondo, nel rispettodelle disposizioni di Legge, sa-rebbe alimentato con versamentida parte delle aziende e dei dipen-denti assicurando agli stessi sog-getti prestazioni in grado diaccompagnare il lavoratore allaquiescenza, entro i successivi 60mesi con i connessi contributi pre-videnziali, utilizzando le risorseeconomiche opportunamente ac-cantonate e presenti nel Fondo.Tale soluzione si pone anche in

un’ottica di ricambio generazionale,con conseguente abbattimento delcosto del Lavoro per le aziende e disalvaguardia nei confronti dei lavo-ratori non più in grado di svolgere leproprie mansioni a causa delle in-tervenute inidoneità fisiche. Oltre alla costituzione del richia-mato Fondo, sosteniamo la neces-sità di un intervento legislativo diarmonizzazione dei requisiti previ-denziali, per quelle qualifiche ferro-viarie faticose e pesanti; affinché ilcombinato disposto tra anticipa-zione erogata dal fondo e armoniz-zazione consenta il ripristino delprecedente limite pensionistico(ante-Fornero) per le categorie ditutti i profili professionali che svol-gono attività di circolazione e sicu-rezza così elencati: Macchinistidelle Imprese ferroviarie; Capitrenodelle Imprese ferroviarie; Personaledella Navigazione addetto ad atti-vità di sicurezza e continuità territo-riale, della Società R.F.I. S.p.A;Personale della circolazione ferro-viaria (dirigenti movimento mano-

COME È CAMBIATO IL SISTEMA DI CALCOLO.

1995

2011

Pensione determinata con ilsolo sistema dicalcolo contributivo

2012 Calcolo contributivo dal 1° gennaio 2012

QUOTE DI PENSIONE

Pensione composta dallasomma di duesistemi di calcolo:retributivo sino al2011 contributivo dal 2012

Pensione composta dallasomma di 2sistemi di calcoloretributivo sino al1995, contributivo dal1996

Calcolo totalmente con il

sistema contributivo

Anni in cui si sviluppa la Riforma

Calcolo retributivo sino al

31 Dicembre 1995

1996

Calcolo retributivo sino al

31 Dicembre 2011

Calcolo contributivo dal 1° gennaio 1996

Lavoratore che al 31 Dicembre

1995 non aveva versato contributi

ovvero di successiva assunzione

QUOTE DI PENSIONE

Lavoratore che al 31 Dicembre 1995 aveva

almeno 18 anni di contributi

Lavoratore che al 31 Dicembre

1995 aveva meno di 18 anni di

contributi

La Riforma Fornero, oltre a rivedere negativamente il sistema di calcolo per tutti contributivo, ha innalzato i requisiti per ottenere il diritto previdenziale nello specifico la riforma prevede:

Requisiti per accedere alla pensione Anticipata a prescindere dall'età

Requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia

Dipendenti pubblici e privati

lavoratori autonomi UOMINI

Dipendenti pubblici e

privati lavoratori autonomi

DONNE

Dipendenti pubblici e

privati lavoratori autonomi UOMINI e

Dipendenti pubblici e

privati lavoratori autonomi

DONNE

Anzianità contributiva

richiesta

Anzianità contributiva

richiesta

Anzianità anagrafica

Anzianità anagrafica

Anni Mesi Anni Mesi Anni Mesi Anni Mesi

2017 42 10 41 10 2017 66 7 65 7

2018 42 10 41 10 2018 66 7 66 7

2019 43 3 42 3 2019 66 11 66 11

2020 43 3 42 3 2020 66 11 66 11

2021 43 6 42 6 2021 67 2 67 2

Per gli anni successivi il requisito è da incrementare rispetto all’aspettativa di vita. Dal 1° gennaio 2018, per coloro che accedono al pensionamento anticipato ed il cui trattamento viene liquidato con il sistema misto, in età inferiore ad anni 62, sulla quota maturata con il sistema retributivo si applica una riduzione pari ad 1 punto percentuale per chi va in pensione all'età di 61 anni; 2 punti percentuale, per chi va in pensione all'età di 60 anni; ulteriori 2 punti percentuale, per chi va in pensione con età inferiore a 60 (con 59 riduzione del 4% con 58 riduzione del 6% e così via). Nel caso in cui l'età non sia intera, la riduzione percentuale è proporzionale al numero dei mesi (in dodicesimi).

Per gli anni successivi il requisito è da incrementare rispetto all’aspettativa di vita. Per il diritto alla pensione di vecchiaia occorrono almeno 20 anni di contribuzione a qualsiasi titolo accreditata. Successivamente al 2021 incremento biennale rispetto aspettativa di vita.

vratori deviatori verificatori formatori treno personale di pronto intervento); Personaleaddetto alla manutenzione delle infrastruttureferroviarie impianti di sicurezza e pronto in-tervento, delle Imprese con delega di Ge-store dell'Infrastruttura; Personale addettoalla manutenzione dei rotabili delle Impresedi Trasporto.

LA VERTENZA IN SINTESI: DOMANDE E RISPOSTE

D. Ho 35-40 anni perché dovrei interessarmi dipensioni? è roba per chi gli manca 7-8 anni dilavoro!R. Le riforme che si sono succedute in questianni penalizzano principalmente i giovani, perquesto motivo occorre costruire degli strumentiin grado limitarne i danni. E’ necessario iniziareda subito a costruire le tutele che saranno effi-caci domani. Oggi Il sistema misto comportauna riduzione del 30%-40% rispetto a quello re-tributivo; e quello contributivo puro di almeno il50%. La nostra proposta serve anche per co-loro che NON andranno in pensione con il si-stema retributivo, quindi ai giovani. E’necessario costruire anche una tutela dal ri-schio di possibile inidoneità fisica, perché i gio-vani di oggi saranno i vecchi di domani.

D. Perché OR.S.A. - Ferrovie non ha aderitoalla richiesta di altri sindacati di riottenere levecchie normative? R. Il ripristino delle precedenti norme, oltre a ri-guardare pochi – solo gli iscritti al Fondo spe-ciale FSI e dei Trasporti, quindi quelli di FSassunti in data antecedentemente al 1.04.2000e quelli dell’autoferro prima del 31.12.1995 –produrrebbe una pensione veramente povera;In quanto il calcolo contributivo si effettua sullabase di coefficienti che aumentano insieme al-l’anzianità anagrafica. Tornare alla vecchia nor-mativa con il calcolo della pensione contributivavorrebbe dire affacciarsi alla pensione con as-segni mensili poveri.

D. La proposta riguarda solo i dipendenti FS?R. No, la proposta riguarda tutti i dipendenti ditutte le Imprese Ferroviarie che svolgono attivitàdi esercizio considerate faticose e pesanti ov-vero nel caso di dipendenti che operano in con-dizioni disagiate.

D. Ma quindi mi viene riconosciuto o no il lavorofaticoso e pesante?R. La riforma in discussione riconosce la possi-bilità di accesso anticipato alla pensione con di-versi strumenti tra questi Lavoratori Precoci eApe Sociale, in queste situazioni sono ricono-sciute come attività faticose e pesanti Macchi-nisti e Personale Viaggiante – quest’ultimacategoria dovrebbe ricomprendere anche ma-novra e formatori e Personale della Naviga-zione.

D. In sintesi con la vostra proposta a quanti annismetto di lavorare? Con che pensione mensile?R. Così come previsto dalle attuali norme iFondi Bilaterali di Sostegno al Reddito possonoerogare prestazioni per un massimo di 60 mesi,quindi la proposta implementata dall’armoniz-zazione permetterebbe di ripristinare i previ-genti limiti (quindi circa 58 anni).- Lapermanenza nel fondo per 60 mesi e il conse-guente versamento dei contributi previdenzialipermetterebbe di calcolare la pensione contri-butiva con i coefficienti corrispondenti all’anzia-nità anagrafica al momento dell’uscita dalFondo. Per quanto attiene l’importo della tuapensione la riforma Dini - 1995 - prevede che ifigli abbiano la stessa pensione dei padri soloinvestendo e rinunciando al TFR, ma questa èun’altra storia in quanto dovremmo parlare diFondi Integrativi, e tu ti sei già stancato di leg-germi........ ■

La Redazione

9 dicembre2016

SCIOPERO SOSPESO IN ASSENZADI UN GOVERNO NEL PIENO DEI

PROPRI POTERI

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Il 2011 è stato l’anno in cui sono stateassunte delle decisioni in ambito pensio-nistico molto drastiche e sicuramenteingiuste. Da quel momento abbiamodelle regole previdenziali che, aggiuntea quelle emanate nel 1995, sono fra lepiù penalizzanti per i lavoratori e le la-voratrici.Nel 1995 sono state poste le basi per ri-durre l’importo degli assegni pensioni-stici salvaguardando, o quasi, i dirittiacquisiti.Infatti, il calcolo “contributivo” intro-dotto comincia già a produrre i suoi ef-fetti negativi in quanto fortementepenalizzante sotto il punto di vista eco-nomico.Dopo la riduzione dell’assegno, la ri-forma “Fornero” in vigore dal 2012 hainvece innalzato a dismisura il momentoin cui si acquisisce il diritto a pensione,soprattutto nei confronti di coloro a cuierano riconosciute le attività lavorative“faticose e pesanti” con il diritto ad unaquiescenza anticipata rispetto alla gene-ralità dei lavoratori.Fra questi ci sono anche lavoratori cheoperano nell’ambito ferroviario.Diversi politici che hanno preso parteall’estensione della Legge hanno rico-nosciuto che tali soggetti si sono ritro-vati all’interno della casistica generale aseguito di un errore nella scritturazionedella norma, ma nonostante l’ammis-sione nessuno ha mai voluto eliminarequesta inesattezza.La Segreteria Generale ha prodotto undocumento all’interno del quale formulauna proposta per sanare tale problema-tica.Riportiamo di seguito il testo del docu-mento dal quale abbiamo stralciato laparte relativa alle iniziative presenti nelDecreto Fiscale collegato alla legge diBilancio 2017 (APE ecc...) in quanto af-frontata in un altro articolo a pag. 6 delgiornale.

Prima di illustrare la proposta dell’OR.S.A. –Ferrovie sulle pensioni dei ferrovieri, è neces-sario ricordare cosa è cambiato nel corso diquesti anni e perché è utile attivare degli stru-menti che siano in grado di smorzare gli effettinegativi che derivano dalle riforme attuate nelcorso di questi anni che hanno penalizzato i la-voratori italiani in una sola direzione, cioè quelladi aumentare gli anni lavorativi e ridurre l’im-porto della pensione. Una proposta che interessa tutti i lavoratori delcomparto ferroviario, siano essi anziani, gio-vani, ovvero dipendenti da qualsiasi ImpresaFerroviaria del nostro Paese.Prima di affrontare le principali norme previden-ziali, occorre evidenziare che i ferrovieri delGruppo Ferrovie dello Stato sono collocati indue differenti fondi previdenziali: gli assunti indata anteriore al 1° aprile 2000 e quelli alle di-rette dipendenze del Gruppo F.S.I. sono inseritinel Fondo Speciale per i dipendenti delle Fer-rovie dello Stato – sostitutivo del precedente edinstituito presso l’INPS ai sensi dell’art. 43 L.488/99 –, quelli assunti successivamente a taledata invece sono iscritti all’AGO (fondo FPLD).Il nuovo Fondo Pensioni F.S., in quanto gestitodall’INPS, è da considerarsi non più Fondoesclusivo, bensì un Fondo sostitutivo dell’AGO.Solo per i Macchinisti, Personale Viaggiante,Manovra, Tecnici Formatori Treno, e PersonaleNavigante, iscritti ante 1° aprile 2000 il Fondo

Speciale Pensioni FS ha permesso, fino al31.12.2011, la possibilità di accedere alla pen-sione di vecchiaia al compimento dei 58 anni dietà - purché in possesso di almeno 25 anni diservizio - e di acquisire la maggiorazione di1/10 per il calcolo della contribuzione utile ai finiprevidenziali. Entrambe le condizioni sono state cancellatedal 01 gennaio 2012, con la pessima riformaFornero. Relativamente alle Imprese Ferroviarie cheadottano il CCNL Autoferro, dal 1° gennaio1996 è stato soppresso il Fondo per la previ-denza del personale addetto ai pubblici servizidi trasporto. Le nuove disposizioni relative al-l’accesso alle prestazioni previste dalla leggeMonti-Fornero trovano applicazione anche agliiscritti al predetto Fondo, ad eccezione dei la-voratori che svolgono le mansioni proprio dellaqualifica di personale viaggiante, purché iscrittial Fondo ante 31 dicembre 1995; essi acce-dono al pensionamento a 60 anni se uomini e55 anni se donne. A seguito del D.P.R. 28 otto-bre 2013, n. 157, per il solo personale viag-giante inserito nel Fondo Speciale alla data del31 dicembre 1995 la pensione di vecchiaia an-ticipata può essere liquidata al raggiungimentodel requisito anagrafico ridotto di cinque anni ri-spetto a quello in vigore nel regime generaleobbligatorio. Inoltre, sempre per il personaleiscritto all’ex fondo Autoferro, nel caso in cui illavoratore, sottoposto a giudizio di idoneità, nonabbia ottenuto il rinnovo del titolo abilitante allosvolgimento della specifica attività lavorativa daparte dell'Autorità competente, l’età per la pen-sione di vecchiaia resta ferma a 60 anni e l’ac-cesso al trattamento pensionistico è fissato inbase alle c.d. “finestre” trimestrali di cui allalegge n. 247 del 2007 (vedi circolare INPS86/2014).Fatta questa premessa iniziamo a parlare degliaspetti generali a partire dalla riforma Dini concui il sistema di calcolo dell’assegno previden-ziale passa dal sistema retributivo al sistemacontributivo, ovvero l’importo dell’assegno pre-videnziale non viene più quantificato sulla basedelle retribuzioni percepite, bensì rispetto aicontributi versati. In particolare per coloro:a. che avevano un’anzianità pari o superiore a18 anni al 31.12.1995 la pensione ha conti-nuato ad essere calcolata con il sistema retri-butivo sino al 31 dicembre 2011 ovvero sinoall’entrata in vigore della riforma Fornero cheprevede il sistema di calcolo dell’assegno pre-videnziale basato sul sistema contributivo pertutti,;b. che avevano un’anzianità inferiore a 18 annial 31.12.1995 l’assegno previdenziale vienecalcolato con il sistema retributivo sino al 31 di-cembre 1995;c. che vengono assunti dopo il 1 gennaio 1996l’assegno previdenziale viene calcolato con ilsistema contributivo.In sintesi vediamo le differenze della pensionerispetto ai due diversi sistemi di calcolo. Con il sistema retributivo il trattamento pensio-nistico si basa su 2 quote. La prima (quota A) ècalcolata sulle anzianità maturate al31/12/1992. La Quota A si basa sulla mediadegli ultimi 5 anni (260 settimane) delle retribu-zioni utili percepite dall'interessato se lavora-tore dipendente (per i dipendenti del Gruppo FSviene calcolata secondo i criteri del DPR 1092del 1973 in relazione all’ultimo stipendio base)La seconda quota (Quota B) è determinatasulle anzianità contributive dal 1° Gennaio 1993fino al 31 dicembre 1995 per chi aveva menodi 18 anni di anzianità contributiva nel 1995 oal 31 dicembre 2011 per chi aveva superato i18 anni di anzianità. La Quota B si basa sullamedia degli ultimi 10 anni delle retribuzioni utilipercepite dall'interessato se lavoratore dipen-dente (privato o pubblico). Ai fini del calcolodella retribuzione media la retribuzione perce-pita negli anni antecedenti il pensionamento èsoggetto ad un incremento tramite specifici co-efficienti di rivalutazione delle retribuzioni, rico-nosciuta sino all’anno precedente quello delpensionamento. Il metodo contributivo è un sistema di calcolodella pensione determinato esclusivamente infunzione dei contributi versati nell'arco della vita

VERTENZA PENSIONIlavorativa. A differenza del metodo retributivoche, invece, eroga la prestazione sulla basedelle ultime retribuzioni percepite, nel contribu-tivo il lavoratore accumula, su una sorta diconto corrente virtuale, una percentuale dellaretribuzione annua pensionabile percepita (lapercentuale è pari al 33% per i lavoratori dipen-denti). Questi contributi sono rivalutati annual-mente sulla base dell'evoluzione del prodottointerno lordo, per la precisione in base allamedia quinquennale del Pil (il cd. tasso di ca-pitalizzazione). Alla cessazione dal servizio ilmontante maturato, corrispondente ai contributiversati rivalutati, è convertito in pensione me-diante l'utilizzo di una serie di coefficienti detticoefficienti di trasformazione. Tali coefficientivariano in funzione dell'età del lavoratore al mo-mento della pensione (dal 2016 oscillano da unminimo di 4.246% a 57 anni a 6.378% a 70anni); più si ritarda l’uscita rispetto all’età ana-grafica, maggiore sarà il coefficiente applica-bile, maggiore sarà l’accantonamento delmontante contributivo, più alto sarà l'importoannuo della pensione. L'applicazione - il sistema contributivo interessasoprattutto i giovani, cioè coloro che sono en-trati nel mondo del lavoro dopo il 1995, chehanno tutto l'assegno calcolato con il sistemacontributivo (si tratta dei cd. contributivi puri). Per i lavoratori più anziani, cioè coloro in pos-sesso di contribuzione al 1995, l'assegno vienedeterminato, invece, con il sistema misto: partecon il retributivo, parte con il contributivo.Se invece al 31 dicembre 1995 c'erano più di

18 anni di contributi, la maggior parte dell'asse-gno sarà determinata con il sistema contribu-tivo, e solo gli anni di lavoro successivi al 2011saranno calcolati con il sistema contributivo.In soldoni: Se nel sistema pensionistico prece-dente al 1995 dopo 40 anni di lavoro (37 nelGruppo FS) si poteva andare in pensione conil “massimo”, che corrispondeva a circa l’80%della retribuzione, indipendentemente dall’età,oggi l’importo pensionistico dipende e dipen-derà sempre più, dall’età alla quale si viene col-locati in pensione (diverso coefficiente ditrasformazione), dal montante contributivo ac-cantonato; quindi con evidenti riduzioni dellapensione al di sotto dei 65 anni.La Riforma Fornero, oltre a rivedere negativa-mente il sistema di calcolo per tutti contributivo,ha innalzato i requisiti per ottenere il diritto pre-videnziale nello specifico la riforma prevede:

LA NOSTRA PROPOSTAPREVIDENZIALE PER I FERROVIERI

Dopo aver affrontato l’argomento ri-guardante le nuove possibilità che siaprono, a partire dal 1 maggio 2017,

per l’anticipo del pensionamento, torniamo atrattare l’argomento dopo l’approvazione de-finitiva della Legge di Bilancio 2017.Analizziamo quindi, le caratteristiche defini-tive del provvedimento che comunque ne-cessita del decreto attuativo che saràemanato entro marzo 2017.L’Anticipo Pensionistico (APE) è rivolto,senza alcun obbligo di adesione, ai dipen-denti pubblici e privati e ai lavoratori auto-nomi.Ricordiamo che l’APE è un provvedimentosperimentale che per il 2017 è rivolto solo ailavoratori nati tra il 1951 ed il 1953 mentreper il 2018 a quelli nati tra il 1952 ed il 1955.È molto probabile che allo scadere del 2018sia prorogato.Prevede tre possibili profili:- l’APE volontaria destinata ai lavoratori chescelgono di andare in pensione anticipata-mente;- l’APE aziendale con le medesime caratteri-stiche dell’APE volontaria tranne il dettaglionon trascurabile che i costi vengono affrontatidal datore di lavoro (non è evidentemente ri-volto ai lavoratori autonomi);- l’APE social rivolta ai disoccupati che nonusufruiscono di ammortizzatori sociali, i di-sabili e chi li assiste e i lavoratori che svol-gono attività particolarmente gravose epesanti.

1 - APE volontaria

I lavoratori devono avere almeno 63 anni dietà e 20 di contributi versati. Con questi re-quisiti l’accesso alla pensione di vecchiaiapotrà essere anticipato rispetto ai criteri sta-biliti dalla norma attualmente in vigore (pos-sesso di 66 anni e 7 mesi di età).Altro requisito per accedere all'Ape è quellodi aver maturato il diritto a una pensione divecchiaia d'importo non inferiore a 1,4 voltequello dell’assegno minimo INPS (€ 501,89)e quindi non inferiore a € 702,65. La do-manda può essere presentata per un anticipomassimo di tre anni e sette mesi. Il periodominimo sotto al quale non sarà possibilefruire dell’agevolazione è pari a sei mesi.Deve essere chiaro che l’APE volontaria altronon è che un “prestito” da restituire in 20 anniad un tasso medio tra circa il 5 ed il 6%. Ilprestito è coperto da assicurazione e nel casodi “prematura scomparsa” (toccare ferro ndr)la polizza vita coprirà alla banca il mancatointroito. L’assegno percepito durante il pe-riodo di permanenza nell’APE è esentasse.Al lavoratore la facoltà di chiedere al mas-simo:• sino al 95% dell’importo netto della suapensione nel caso di un anticipo non supe-riore a 1 anno;• sino al 90% dell’importo netto nel caso dianticipo pensione superiore a 1 anno ed infe-riore ai 3 anni;• sino all’85% dell’importo netto con un an-ticipo pari o superiore ai 3 anni.I lavoratori che intendono avvalersi dell’APEdovranno inoltrare all’INPS, in modalità te-lematica, due documenti per accedere al pre-stito ponte che consentirà di ottenerel’assegno mensile per 12 rate annuali (non èstata prevista l’erogazione della 13^ mensi-lità).Il primo serve a ricevere dall’INPS le infor-

mazioni sull'importo minimo e massimo chepotrà richiedere in base ai contributi versati.Il secondo dovrà indicare la banca e l’assicu-razione scelte dal lavoratore che erogherannoil prestito e la polizza vita. Questi due istitutidovranno inviare la documentazione sia al ri-chiedente che all'INPS in qualità di Ente ero-gatore dell’assegno mensile.Il 50% dell’assicurazione e degli interessisarà a carico dello Stato attraverso l’applica-zione di un’apposita detrazione fiscale.I ricordati tassi di interesse (tra il 5 e il 6%)e i premi assicurativi verranno stabiliti negliaccordi che saranno presi con l’ABI l'Asso-ciazione Bancaria Italiana e l’ANIA l'Asso-ciazione delle Imprese Assicuratrici, Sarà possibile estinguere in anticipo in basea norme che saranno emanate dal decreto at-tuativo.Raggiunta l'età della pensione di vecchiaial’INPS inizierà ad erogare la pensione vera epropria al cui importo sarà detratta la rata dirimborso del prestito ponte ventennale. Ov-viamente, i ratei pensionistici saranno erogatiper 13 mensilità tutti sottoposti a trattenutaper il rimborso. Tale decurtazione non saràapplicata nel caso di reversibilità della pen-sione (nell’ipotesi di premorienza del pensio-nato).

2 - APE aziendale

Potrà essere utilizzata incaso di ristrutturazioneaziendale con esubero dellavoratore e, come già detto,avrà gli stessi meccanismi difunzionamento di quella vo-lontaria salvo che i costi del-l’assegno sono a totalecarico dell’azienda.Come per l’APE volontaria,dove il lavoratore scegliequanto avere di anticipopensionistico (sino ai massimali più sopra ri-cordati), anche in questo caso il dipendente el’azienda potranno accordarsi per l’eroga-zione di una percentuale anche più bassa deltrattamento pensionistico, in modo da per-mettere al primo di ridurre di molto le rate ealla seconda di non sostenere tutti i costi.Per consentire all’INPS il pagamento dell’as-segno al dipendente, le aziende interessateverseranno all’Ente Previdenziale in unicasoluzione, un contributo relativo all’ultimostipendio percepito dal lavoratore prima dellacessazione del rapporto di lavoro.Per le imprese che utilizzeranno questo stru-mento sono previsti degli incentivi fiscali inquanto beneficeranno della detrazione del50% sulla quota degli interessi pagati sull’im-porto versato.

3 - APE social

È rivolta ai lavoratori con almeno 30 anni dicontributi se disoccupati (a condizione che ilrapporto si sia interrotto per licenziamento,per dimissioni per giusta causa o per risolu-zione consensuale con conciliazione alla Di-rezione territoriale del lavoro e che ildisoccupato abbia terminato tutti i sussidi perdisoccupazione da almeno tre mesi), invalidicon un grado di invalidità maggiore o ugualeal 74%, che assistano parenti 1° grado con di-sabilità grave da almeno 6 mesi. Gli anni dicontribuzione richiesti diventano invece al-meno 36 nel caso in cui gli interessati ab-biano svolto i cosiddetti lavori “gravosi e

pesanti” (conduttori di gru o di mezzi di per-forazione nell’edilizia, conduttori di mezzipesanti e camion, operai dell’industria estrat-tiva, maestre d'asilo, edili, infermieri e oste-triche operanti in turni di lavoro, conduttoridi convogli ferroviari e personale viaggianteecc…) da almeno 6 anni compreso l’anno incui si matura il diritto. Queste categorie di la-voratori potranno anticipare la loro pensionefino a 3 anni e 7 mesi senza pagare alcunonere fino a 1.500,00 € lordi di pensione (inquanto i costi rimangono a carico delloStato).In tal caso non intervengono né banche né as-sicurazioni.Nel caso in cui l’importo sia superiore ai1.500,00 € lordi è comunque possibile fruiredei benefici sopra riportati ma per la solaparte compresa nel predetto limite. Per l’im-porto eccedente, i relativi costi, con le moda-lità descritte per l’APE volontaria, saranno acarico dell’interessato.L'indennità è compatibile con la percezionedei redditi da lavoro nei limiti di 8.000 euroannui.I lavoratori in possesso dei requisiti sopra in-dicati potranno avvalersi, in alternativa,dell’agevolazione riservata ai “precoci” i cuitermini sono riportati di seguito.

In aggiunta all’AnticipoPensionistico, il provvedi-mento ha riconfermato al-cune norme preesistenti, macessate di validità, e altre inessere sempre legate a bene-fici di carattere previden-ziale.

Precoci

Chi possiede i requisiti ri-chiesti dall’APE social(salvo quello anagrafico),ma fa parte dei cosiddetti la-

voratori precoci (cioè di coloro che hannoversato almeno 12 mesi di contributi primadel compimento del 19º anno di età), avrà lapossibilità di andare in pensione 1 anno e 10mesi prima rispetto ai 42 anni e 10 mesi pre-visti per la pensione anticipata (41 anni dicontributi per gli uomini e 40 per le donne)senza subire alcuna penalizzazione rispettoall’età anagrafica posseduta.

Usuranti

Preliminarmente indichiamo quelli che sonoconsiderati lavoratori “usurati”:• coloro che espletano l’attività lavorativa incave, in gallerie, in spazi ristretti o alte tem-perature, quelli svolti dai palombari ecc.. permetà della propria vita lavorativa;• i cosiddetti “lavoratori notturni” cioè ad-detti a turni rotativi che prestano la loro atti-vità nel periodo notturno di almeno sette oreconsecutive comprendenti l'intervallo tra lamezzanotte e le cinque del mattino, per al-meno 6 ore per un numero minimo di giornilavorativi all'anno da 64 a 71 e raggiungendocomunque quota 98,6 che diventano 99,6 conun numero di notti lavorate tra 72 e 77 oppurelavoratori che prestano la loro attività per al-meno tre ore nel periodo notturno che va trala mezzanotte e le cinque del mattino, perl'intero anno lavorativo.• gli addetti alla c.d. “linea catena” (catenadi montaggio in base a determinate caratteri-stiche ndr),• i conducenti di veicoli pesanti, di capienza

complessiva non inferiore a 9 posti (com-preso il conducente), adibiti a servizio pub-blico di trasporto collettivo (fra questi, nonsono inclusi i macchinisti addetti alla guidadi mezzi ferroviari).Questi lavoratori, ad eccezione degli addettiai lavori “notturni” oggi, accedono anticipa-tamente al trattamento pensionistico nel mo-mento in cui maturano il requisito di quota97,7 (sommando agli anni dell’età anagrafica,quelli dell’anzianità contributiva) fermo re-stando il possesso di almeno 35 anni di con-tributi e di 61 anni e 7 mesi di età.Per i lavoratori notturni l’accesso anticipatoal pensionamento si ottiene nel caso in cui ab-biano prestano attività per un determinato nu-mero di giorni all’anno (7 anni di attivitàparticolarmente faticosa e pesante negli ul-timi 10 anni di lavoro per le pensioni aventidecorrenza entro il 31/12/2017, che diventametà della vita lavorativa complessiva per lepensioni aventi decorrenza dal 1/1/2018).In aggiunta a tale beneficio, il nuovo provve-dimento ha eliminato le finestre mobili pree-sistenti per cui tali soggetti potranno lasciareil lavoro con un anticipo di 12 mesi rispettoall'attuale normativa (18 mesi per i lavoratoriautonomi). Inoltre, il beneficio aumenterà ulteriormente(di altri 14 mesi circa) in quanto dal 2019 al2026 sarà sospeso l'adeguamento della spe-ranza di vita. Altro interessante aspetto previsto dalla Ca-mera dei Deputati, anche se non se ne cono-scono ancora i termini attuativi, è quello dellasemplificazione riguardante la documenta-zione da presentare per l’accesso a questaagevolazione. Ad oggi, la complessità dei do-cumenti richiesti non ha consentito a molti in-teressati di ottenere tale beneficio puravendone potenzialmente titolo.Avendo la consapevolezza che i conteggi sibasano su ipotesi che potranno essere confer-mate (o smentite) dal Decreto attuativo, se-gnaliamo un sito all’interno del quale èinserito un simulatore che calcola in manieraapprossimativa quali potranno essere le rite-nute che saranno effettuate sulla pensione peri 20 anni previsti (per 13 mensilità all’annoanno) a chi dovesse aderire all’APE utiliz-zando parametri provvisori indicati dal Go-verno:

http://www.pensionioggi.it/strumenti/calcola-il-costo-dell-ape

RITA (Rendita Integrativa Temporanea An-ticipata):Può rappresentare un’alternativa all’APE odun sostegno a questa e può essere utilizzatase l’interessato è iscritto ad un Fondo Pen-sione. Ci spieghiamo:1° caso: il lavoratore in possesso dei requisitiprevisti per il “prestito pensionistico” (vediAPE volontaria) sceglie di anticipare la pen-sione utilizzando l’assegno maturato con ilproprio Fondo Pensione Complementare.In tal caso, egli cesserà il rapporto di lavoroe l’assegno pensionistico del suo Fondo glisarà erogato mensilmente con una ritenuta fi-scale del 15%, che si riduce di un ulteriore0,30% per ogni anno di contribuzione succes-sivo al 15° di partecipazione alla previdenzaintegrativa, con un limite massimo di ridu-zione di 6 punti.2° caso: il lavoratore sfrutta l’assegno pen-sionistico del proprio Fondo richiedendolo

per intero o per parte di esso per ridurre il“prestito pensionistico” dell’APE volontaria.Ricordiamo che in tal caso, la parte di prestitoè esentasse mentre quella del Fondo ha la ri-cordata (comunque vantaggiosa) ritenuta fi-scale .Ovviamente, il periodo della richiesta èquello previsto per l’APE (1 maggio 2017 -31 dicembre 2018) ed altrettanto dicasi perl’anticipo minimo e massimo rispetto allamaturazione del diritto alla pensione per vec-chiaia (da 6 mesi a 3 anni e 7 mesi prima dei66 anni e 7 mesi di età).

Opzione donna

Era una richiesta avanzata da diverso tempo.Il provvedimento ha prorogato la possibilitàper le lavoratrici nate nell'ultimo trimestre del1958, di andare in pensione con il requisito57 anni di età (58 anni per le lavoratrici au-tonome) e 35 anni di contribuzione versatientro il 31 dicembre 2015. In questo caso per-mane il periodo previsto dalle cosiddette fi-nestre mobili (12 mesi per le dipendenti e 18mesi per le autonome) e l'adeguamento pre-visto dalla speranza di vita. L’aspetto nega-tivo è quello che, a prescindere dalla modalitàdel sistema di calcolo al quale si ha diritto,l’importo della pensione viene calcolato conil sistema contributivo.Ovviamente, le agevolazioni illustrate in pre-cedenza portano in dote una pensione di im-porto più basso rispetto quella che illavoratore avrebbe maturato continuando alavorare fino al raggiungimento effettivo deldiritto a pensione.Per quanto riguarda le varie tipologie di APEprecisiamo che l’importo sarà attribuito nellamisura della pensione ipotetica calcolata almomento in cui si smette di lavorare. Una volta sottoscritta la pratica, l’interessatoavrà 14 giorni a disposizione per recederedalla decisione.Il provvedimento inserito nel Bilancio 2017ha anche:- disciplinato l’eliminazione della penalizza-zione prevista dalla riforma Fornero per co-loro che (a partire dal 1° gennaio 2018)avrebbero maturato il diritto alla pensione an-ticipata prima del compimento dei 62 anni dietà. Ha anche disposto la cancellazione dellapenalizzazione nei confronti di quei lavora-tori andati in pensione prima del 2015 che l’-hanno subita a partire dai ratei di pensioneliquidati dal 1° gennaio 2016;- previsto che gli iscritti presso due o piùforme di assicurazione obbligatoria avrannodiritto al cumulo gratuito dei propri contributiai fini della maturazione del diritto alla pen-sione anticipata e/o a quella di vecchiaia.

Passiamo adesso a fare una considerazioneche riteniamo importante e che riguarda la ri-chiesta dell’importo dell’assegno: esiste lapossibilità di chiedere una cifra minima emassima.

Più tempo si passa nell’APE e maggiore è lariduzione dell’importo della pensione, ancorpiù significativa se il prestito richiesto è con-siderevole. Con una richiesta non elevata, in-vece, si noterà una consistente riduzionerispetto al reddito percepito in attività di ser-vizio ma si avrà la possibilità di ricevere unassegno pensionistico più consono. Taliaspetti sono rilevanti in maniera proporzio-nale all’entità del reddito percepito. ■

Linea Diretta ... e inDiretta (a cura di Roberto Spadino)

ASSEGNO PENSIONISTICO (APE) E ... DINTORNI

Il Direttivo Compartimentale S.A.P.S. – OR.S.A. di Venezia, riunitosi nella sede di Mestre lo scorso 11novembre ha preso atto delle dimissioni, per problemi di lavoro ed impegni personali, del Segretario Gio-vanni Cirigliano che è stato da tutto il Direttivo ringraziato per l’impegno profuso e la disponibilità sempredimostrata con tutti gli associati ed i ferrovieri delle Stazioni.Il Direttivo ha accolto la richiesta del Vice-Segretario Igor Gubitta, già impegnato nel suo ruolo di Aggiuntodi Federazione, di verificare una sua possibile sostituzione anche con l’obbiettivo di ringiovanire le filadei nostri quadri sindacali ed aiutare a crescere le “nuove leve” del SAPS.Con questo spirito il Direttivo all’unanimità ha provveduto ad eleggere

Segretario Comp.le S.A.P.S. – ORSA Adriano TiepoloSegretario Aggiunto Marco TemporinVice Segretario Patrizia GalzignatoConfermando nell’incarico di Cassiere Monica Longato.Entrano dunque in Segreteria due ferrovieri giovani, molto impegnati nell’Organizzazione come MarcoTemporin, anche RSU eletto in Sala CCC, e Patrizia Galzignato che da tempo segue con grande disponibilità

le tematiche del Trasporto Regionale, in parti-colare nel settore della Commerciale.Rinno-vando anche come Segreteria Nazionale ilnostro ringraziamento a Giovanni Cirigliano,che resta un punto di riferimento del S.A.P.S.in Veneto e ad Igor Gubitta che mantiene unimportante incarico in OR.S.A. Ferrovie, au-guriamo alla rinnovata Segreteria di Venezia dicontinuare nell’opera sin qui svolta lavorandoper una sempre maggiore vicinanza ai ferro-vieri delle stazioni in Veneto che, da sempre, considerano il S.A.P.S. e l’OR.S.A. un Sindacato particolar-mente attento ai temi ed alle problematiche che riguardano le professionalità del settore delle Stazioni, siain RFI che in Trenitalia. In bocca al lupo ragazzi! Nell’immagine, da sinistra a destra Adriano Tiepolo, Patrizia Galzignato e Marco Temporin ■

Nuovi apporti nella Segreteria S.A.P.S. di Venezia

Mi hanno fatto i calcoli:

per andare in pensione con la

Fornero avrei dovuto

prima morire.

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BUONE FESTE

S.A.P.S.OR.S.A. Ferrovie