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CARLO L. CURIEL La fondazione della colonia armena in Trieste

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CARLO L. CURIEL

La fondazione della colonia armena

in Trieste

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Il Kandler, che pubbl'i<:ò in Emporio e Portofranco i do­cumenti relat-ivi ai •prllvi liegi: e le rpre rogaitive accorda t.i da Maria Te.resa a lla «Nazione del/i Armeni » 1L nu"l'la dice delle .sin..go­lari vke11de -concomitaubi: probabilmente 1e ignora'Va. Infatti, tufi.o quel macchinoso intrigo di antagoni,smi polHki e reHgiosi, d"inte ressi pubbli',ci e rp,rivati , si 1svol .sie .nel'l'om1bra e perciò -v'i po-tè l'imanere, tanto p·iù ·che nessuno d:eglii· fo:tier essa-ti giunse mai a con.oscer,e comp·le-tamen:te -i piani d-egli avversari. L'unico che ne fece aU:u-sione, fu i1l Casanova , ne,gli u-1tim·i: -caipitoli ,deHe sue M~morie 2

); ma lo fece in modo così con~fuso e ·rnesatto, che nessuno vi fermò J'.atte,n,zione, fors'anco pe rchè le Memori e i"n add-iclro pa.ssav-a-no per un romanzo .e nulla p.iù.

Eppure 'il Casanova la saJ)€va più lunga d'alt,; sull 'a r­gomento, e se fu confuso e inesatto nella nanazfo ne, lo fu per volerlo essere, Ne vedr-emo La -rag.ione in seguito, perchè, per maggior com.prens-ion.e, sarà bene risa.Lire alle origini della Congregazione.

La Congregaì fone de' Mechita r.is ti, che per quas.i due secoh fu ane1lo d~ -cong·iunzfone fra Oriente ,ed Occidente, -deve la sua ori-g,ine ad un uomo che porta,va il nome significat:ivo •di M echltar (Consolaiore)"), il quale s'era proposto l'eleva­mento mora1e -ed intellettuale della sua na zione. Con questo intento a veva fonda to una scuola a Costantinopoli (1701), ma le p ersecuzioni del patri1a,rca scis11nat,ilco AveU:c lo avevano costret lo a riifu.g.i-ar,si su territorio veneziano, a Madone ( 1703) , dove aveva eretto un ,convento. Sopravvenuta la guerra fra l:a Serenissima e la Sublime Porta (1715), fl M<>chitar, seguito ,da uncUci compa,gni, passò a Venez-ia , dove la congregazione e'hbe in dono da l Senato, ,con decreto del 26 agosto 1717, l'isola di

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S. Lazzaro1

al'1ora completamente abbandonat;a, V',era soltanto 1

quasi Ml rovina1

una chiesetta dedicata a S. Lazzaro1 attornila,f,a da celle

1 che in passato av,evano ospitato i lebbrosì. Sorr,etto

da una ferma volontà, da instancabile z.elo, il Mechitar ,in breve trasformò l'i.sola. Ingrandì la chi,esa 1 aibbeHen'dola, ,er:es1se un monastero ,e un novizfato 1 fece colti'Vare il tzrrenoj fondò a Venezia una stamperia poligfotta 1 che trasportata nel 1789 ·sul­l'isola di S. Lazzaro1 godè - e gode ancor oggi - merHata fama.

Col titolo d'Abate, i!l P. Mechitar rimase a ~apo de.Ha Comunità fino alla morte (27 aprile 1749). A suo successore fu eletto il P. Stefano Melkonian (6 aprile 1750); ma la scelta .non si di..rnostrò feHce. «La Comunità - è detto in una Me­moria~) -- hà ,procurato, che i:l Pad. Abbate ma.nteneS'se la parola datita nella sua elezione di fare spesso ·il Capitolo g-ene­raTe1 e che ,mai governerebbe dlspotioamenfe, e ciò -con suo giuramento; appena la Comunità voleva .radunare il Capitolo generale lui turbava, impediva, anzi se qualcheduno insisf.eva ,a giuste dimande, all'hora hò con varj pretesti pers,eguitare quel sol Rehg'ioso à maniera tale -che disperattamenteJ o con titolo della missione, o altro ,titolo part'ire doveva dal Convento con animo di mai più ritornare», Soleva poi «mand'ar via ,i Monaci sempre. servendo di braccio seco1,are», rendendo ·co5i «odioso in Oriente if Nome del Convento», ,di più aveva «datto in fido molta Summa di Danaro ,e Gien.t-e dai quali pacco o nfante può redim-ere non oservato l'ins,Htuto lasciato dal Fon­datore ... in uno v,erbo solo con ,dispotismo -regnar voleva_» ''), Di conseguenza parecchi missionari si ritinarono; i1 malcon­tento cre.bbe sempre più, -i lagni div0I1Jnero generali, ma tutte le rimostranze rimasero inutili.

Finalmente i monaci, stanchi d'una ventenne tiranni'a, si rivoltarono e tennero consiglio, nonostante la proibizione d'el­l'Abate. Una deputazione -si recò da lui, invitandolo ,a pr,esen­tarsi a11'adunanza per dar le spiegazioni che da lui si :attende­vano. L'Aba-te, offeso da tal auda·ce pretesa, ris,pos,e minacdan­doli della sua collera. E credette così d'aver troncato la que­stione: ma .s',ingannava,

Diciotto o venti padri, i p'Ì'ù risoluti', ,si raccolsero nuo­vam,ent~: tutti trovairono che ~11 ·P, M-e'lkorui;an ·a'V,eva mancato

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a lle regole e «con 14 Voti deposero l'A·bbate come -rovinatore del Convento, e incorr.eg-g·ihile» e). Tre ·monaci1 con a capo il P. Adeodato Babrk, èbero l 'incark o di comunica,·g l± la desti­tuzione.

L'Abate rnon e-ra certamente uomo da p'i,egar,e ,il capo •e ra ssegnarsi -senz'altro: protestò con vioI.e-nza, e sperando d'•i'm­pa ur i-rli, comminò gravi punizioni .ai ribe.lli Con ciò li spinse !nvece più oltre di quanto ess i si fossero propos ti: pèr impe­dfrg,li -di ·mettere in ,es·e:euzione le mirnacce, lo s-equ-es trarono nel convento.

Il fa tto non rimase a lunigo seg.reto. A lcuni giov-aini re li ­giosi impr udenteme nte si era-no vanta ti a Venezia d 'aver de ­posto i l loro Abate, La voce g-i'un,se al l'o.re,cchio de] P.a k iarca ; ), che •s'affre Uò a verificarla. Quando seppe ~he il P. Melkoni,an, oltre a ll',ess-er destituito, era anche .prigionier o a S, Lazzaro, ricor.s-e alle autoriità, Ne l'l e Annotazioni d,egli Inquiisitori di Sta to ' ), leggiamo sotto la dia ta 1. giug010 I 773, che in seguito agli <',Sc an·dalos·il arditi aMenfali» ·d a parte dei mon aci 1 fu .de ­ciso «di farli p[er) mezzo .del F [ant)e Cris toE [o.l), ") precettar à dove.r tosto rimetter al governo d el Monast (er)o il P . P. Ab(at).e e restituiTlo con espresso ,comando ,di portargli onore e obbedienza. Di l"à pochi giorni penetr-ato e&S•endosi che COJll.

tinuasse, volendo gl' lnq (uisito)ri di Stato prevem.i re ogni magg (io)r disordine, comandava a l d [dt)o F ai>te <l'i nuova­m(en t}e portarsi a qu_(est)o Monastero e previe sav~,e ammo­nizioni a continl.lla•rs i a vin.colar l'osszrvanza d eHa p i'ù stre tta dis&plina e J·ipend [e n)za dal legihmo Sup(erior)e; fa.oendosi dare tulle le a rmi, -che avessero, i l che ade1npirono cons,eg.nan­dogli una s·ciambla (sciabola) un Archlbuggio e quatitro pis,to le. Indi ,ecci.tata il zelo benem(erit) o d•i qu[est) o R . Patriaroa à .sollecifoto la d isegnata visi ta .d, d(ett )o Monasl[e.r )o ,la eseguì egli nel .dì 13 ,d.,] dec (orrent )•e Ap (r i) J;e <lispon,en,do con pru­denti, e molto aggius ta te avv-e,rt,enze e ordini'. ,e provedi·me nrti pJù valevoli a iistabihr,e -e a mantenere la concordia».

Mons. Bragadin tenne poi agl~, ammuHnati' monaci una fiera -r-eprimenda -e ordinò -cla usura as-soluta per tre gior-rui, pe r ­chè avessero tempo d:i riflette re sul malfatto ,e di peniirs-i.

E per tre giorni: -il braccio secolare custodì i1 convento, a fi n d 'Jmpedi,re qua lsiasi comuni1oaz'ione fra l'isola e l,a ci ttà.

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I monaci, impressionati ·da code.sii apparecchi, incomin.ciaron-0 a chiedersi se, volendo far giustizia , non avesse ro commessa u.na colpa. La loro tituba nza non sfu ggi a ll 'a·ccorlezza dell'A­bate, il quale, con .promesse o -con minacce, riuscì a trar dalla sua qualcuna delle pecorelle smarriite 10

).

Ma, s'era scemato il numero degli oppositorti, non era scemata la loro .risolutezza e al Patriarca che concedeva ulf.e­

. rior,i ,tre giorni di riflessione,, risposero ,che avevano diggià riflettuto e che persistevano a non vokr il P. Me lkoniaon ,per

superiore. << L'Abbate ,a ll'ora , continua la Memoria, si arma contro

la Comun ità irutiera , op2rando, ne si sà con che mezzi, 1fece -da,r l'arresto nel Convento a Dieci Religiosi ,di M-essa Capitolaris.fi, senz'altra colpa, senza processi , senza •esame. Il fafto troppo violento arrivò a se.gno ta le 1 -che mandò vi1a -doppo .alcuni .mesi dal Sequestro alcuni R el'igiosi Ìamquam ,sfraH ati, ciò con De­creto ottenuto da lui, Dio sa .come; altri rimas ti fra pacchi mesi si disper·sero, chi in Or-i·ente, chi in Occi-dente )> . L 'a1ba te -ohi.es-e ed ottenne inoltre per mezzo del cancelHere patriarca le Fran­cesco Frances-chini, un decreto 11

) contro «P (rin,ci).pali Autori P.P. Minas di Gasparo, Diodato Babich "), Luca di Simon e Pro. Mardigh, li quali persistendo sempre più n,ell'impeg.no della p'iù scandalosa, e assoluta minaccia, così fu deliberata I'imediata espulsione de med. dal Monastero, ed atilonba.namto dal!o Stato. Destinato all'esecuzione riguardo ,alli ,stessi il giorno delli 16 del mese ultim 0 passato fu dal Cursore di Mr. Patr.ca p. ciò, che rig (uar]do il metodo leg,a le a con (segui]re (?] intimato loro la sopensione à Divinis e -di deponere 1 ',abi,to -di Monaco prendendo qlo. di religioso secolare. Ci·ò faUo vennero poscia -dal F.e Cril.li precettali di mnsegna,rgli le rispet.v<e loro patenti , le Sacre carte che avevano che furono da lui .passate nel-le mani del P. A'bb.e. Indi con:doHo ne1la prop.a Gondola i l P . Diodato lo accompagnò alla Bar-ca ,accordaba .di tradurlo a Trieste con ordine ad esso di• non più r:ip-a-ssare in qua lsi-a si luogo de' pubb.i Sla•t i. E p. quel lo sia al P. Minas fu dia! Fante stesso iaccompag-ndo ·sin a Teci (Tezze-) distretto di Primolan con pre,ciso comando di trattenervisi fuori dello Stato e di non più ritornarvi sotto qualunque pretesto a pena si.a aU'uno 1 che al,l'altro della pubblica indignazione»"'].

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Ciò non doveva essere che un piri1ncipio; l'Abate, ,come i fatiti poi -dimostrarono, pen.sa,va di liberarsi u n po' al-la volta dei cospiratori', e, col pr-et:esto deHe mi:ssioni, clis:perderlri 'll1 tutte le direzionil, per hmore c'he uni. ti gli pot-es,s,ero nuocere ancora.

Il P. M,el'koniain ,e,ra, senza <lu'b'bio 1 accorto e previdente; ma i suoi 1avversarii non lo erano meno. Pr,ev,edendo che non sar-eb'bero .riusciti nel loro intento, avevano deoiso .di tras-fe-11.rsi tutti a Tdeste 1

~). E qu~, inf,at-ti, arr-iivav.a il 19 magg10 il P. Adeo dato e il 9 giugno veniva a raggiungerlo 11 suo ,com­pagno di .sventura 1

;; ). Enlr.ambi erano più che mai -de-ci.si ad attuare il prog•etto vaghe~rn~,ato già dal P. M.eohitar e ch'essi avevano ifia.tto loro: di fon<l-aire una Congregaziorue :im. Trieste, si rriile a queHa di Venezia, e -d·i «richiiamare Case buonie di -sta­bilir,si fo questo Porto F rarnco>>.

Contavano :sulle loro f.amiglJe e, ,soprattutto, sul'l' appog­gio d'un fr_..te !lo d"I P. Adeodato, un f.acoLtoso negoziante di Venez'ia Hl), ESisi lo attendevano .appunto, per concertarsi stil modo ,di d.ar principio ai loro .piani, quando, inaspettatamente, venne loro intimato a voce, da 1par-te de l Vescovo di Trieste 1

~ ) ,

di lasc:iare ·la ci ttà. Quesri'ordine 1i ributtava ·in aLto mar:e. I duè poveri re'll1gi'osi 1 -disperati, inviarono una supplii.ca a Msg. Vescovo, esponend'o le loro ,intenzioni, lontani dal dubitare che per evitar Caridcli, -cadrebbero :in Scilla ; -il Vescovo si credette in dov ere di manda'f-2 il loro scritto a Mons, BernJardino Ono­r.ali 1 8

), Nunzio A.postoliieo1 -che gli aveva -suggerita questa !Ml­-pos:izione : «Se andav,a ,in Ven2zia l:a Supl,ica certamJe queHa Repubblica gelosa ,d'i suoi hen:i fadl 1m;te avrd:fue confis.ca-to i bem di ,più di 40 lamiglé,, Armene colà stabilite e d averebbe di.sturba lo ogni mezzo -che que.s'ti ReU:giosi non possono ·s tabi­liirsi in Tri,est e giachè nella con;fidendal sup.lica i :suplii1canU espon.ev,ano di far venir mo1te, fami·glie riche da Ve nezia di ,fare quì sarebbe allora nato funeste conseguenze>) 10

).

Per -lor buona sorte1 contemporanea-mente, s'erano rivolti aJl'lntendenza 1 ,esponendo le: loro initenzi0nii e chie,dendo pro­tezione; il progetto dei P. Armeni era -ri'll,Scito gra·dito al Con­sigl'io, iil qua·le pr,eVid'e -che un a Coloni,a ,di -genit.e ricca e m,e,r­canfil e, ,p.er eccel-1:eniza avrebbe potuto co11rhibu!i·re mol'to a blo sviluppo del Portokanco. Il consigliere Valentino de Mode-

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sti 20) prendendo le conseguenze .su :di s€, fece ,sosipendere

l'invio della mi;ssi'Va epi1scopale1 ch'er1a ·stata aiffida.ta al nego­ziante Saraff. P erò1 pri,ma di accoglie-re ile idee ·dei monad, volle .appurare i f.att,i precorsi .e sofiopos·e J1 due ad un inter­rogatonio, che ±u debitamente protoco11ato ,e firmato 21

). I padri si scagi,onano ,dell'accusa di cribelHone e protestano ~1He­g,de l'operato deTl'Abate ") e, tutto ciò in quel gergo buffo. che il Goldoni ha sovente introdotto nelll,e sue commedie. Mons. Vescovo fu invHato a .1•Ìustificare la sua ingtlunz:ione e dovette conve::1i,re che ciò «fu fatto per isrtanza ·di Mons. Nunzio Apostolico» 2

::). Fu réso attento aLlora «su'Me dannose conse­

guenze iche avrebbero tratto -con sè la comunicazfone ·di questo r"iconso nel quale, troppo chiaramente apparivano i s.entimen1;i dei ;due Padri 1 sentimenti certo non favorevoli alla Repub­blica» 24

). Il Vescovo revocò ia sua lerttera «prefer,endo i ·giusti riguardi ,di questo Gov,erno a qudli del Patriarca o d'i ·quel Nunzio Apostolko» 1 .e non solo diede a1 due religiosi ,facoltà di celebrare messa, ma si mostrò f.avor,evole al loro stabili-mento. «Se·condo il mio tenue intendimentol> 1 - scrlVe -<'-mi par,ebbe potersene ricavare as-sai mag1giori vantaggi, tanto più per reprimer,e la ba-I.danza ,de' Greci sdsimaJtioi 1 i quali 1

con portare pochissimo uhle a questa Piazza 1 vanno però ,con­tinuamente accrescendosi di gente misera 1 e pitooca, e mai e.essano di ·r.icerca;re ma1ggiori: Priv-Heggi qua'li in pocco tempo, li metteranno a nivei lo <00]],a Rel'lgione Dominam:te; dtfilmo sarebbe di contrahillandarli. coll'Introduzi'One .di Reiligiosi, e fami1g"l:i,e ,ricche 1 A·rmene. In ·quam.to poi alle c·.ondfaionri m'i pare­rebbe pr.imcip3.lmente provedere

1° che fos-sero in dipendenza dell'ordinario.

2° che con leg,ale i.istrumento veDJghino inabilitati non so­la.mente ri,cercare qualunque pi,ccoLa Limosina, ma di non pote.r neppure ricever·e legati od altri.

3° che sia limitato il loro numero 12 o 15 al sumo.

2 ottobre 1773 Dev. 0 Osseq. 0

Ferdinaindo Ves•covo 2"))>

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Oh, la concorrenza!,,. di;oe il Cakanite offenbachiano .. , Il 25 settembre il de Monti 2 n) avev,a avver,tHo i Cinque

Savi ch'erano «giunti ne' giorni scorsi -due Relig~osi Armeni» 1 e, richiesto d'ulteriori informazioni da par.te degH ln1quii:slior'i d:i Stato, scriveva :il 6 ottobre: « ... posso aggiungerli, che da qual­che tempo ·s'iattrovano quì li due Relig·iosi Armeni de' quali m'i fa ricbiesta. Questi addussero H loro allonJtanaom(en)to da •Costà p:er quakhe querella avuta col loro Superfore. Instarono1 .ed ;;mche oHennero 'il perme1sso ·d,i ·celehrare,1 ed in seguito produs­sero m•emoriak~ ,per paterni piantar ,quì con un ospii'zio, ornando La ricerca •con lusirughiieri alletamenti di atrarvi d-e, ,loro Cona­zi'onali aHi a 1f.elldtare il Commeròo di que&ta Piazzia.

«Quaiche JinditvidUo di ques-to Governo li appog:gia ,con calore con pio (proprio?) fine ,di poter vender a caro pr,ezzo à mecLemi una Ca-sa, ch'egualmente per ,i,l sitto, che per i comodi, r,enderebbesi ,assai opportuna all'uso del propposto Ospido. Starà perciò a vede,rsi, se la corte sopra ilJusorie promesse, vorà annuir.e all'introduzione .d''un ceto di Re,Iigione, che più presto1 che ;r.e-car utile, s·i renderebbe 0ravosa.

«lo frattanto, per corrispondere alle di lei pr,emure1 in ,assenza di Mon.r Vescovo, ch'è in oampagna foci una viisita a questo di lui Vicario GenieraTe ~•) e, n:eUa vari,età de' -di,scorsi se.eco lui tenuti, vi f.ramischiai quanto mi veniva fatto credere sopra li due surHerit'i Religiosi, sù di che mostro.ssi penetrato e disposto à prendere deHe misure. È per altro ver~simile, ch'esso permetta ad ogni passo le di lui ricerche à 1cot. 0 mon­sig.r Patriarca, con chè fondamen:tar,e ·con la debita cautella le ulteriori risoluzioni» 28

),

E in data 16 ottobre: <<D~etro a quanto le significai ,con anteoodente mia pos,so aggiungerl,e, -che quando questo monis.r Ve-scovo era disposto d,i proced,e·r,e ·contro lii ,due noti Religiosi, arivole un or-dine di, questo Gov,erno con la p:r;escriz.ne di la­sciiarlri. imperturbati)),

Gl'lnquisitori mostrano allolia d'interessar-si maggior­mené,e della faccenda. Il 27 ottobre chiedono nuove e più pre­dse ,informazioni: « .. ,Ella p,erò si darà ,me.ri:to di ri;conoscere con tuttà li pos,sibili fondam(en)ti, quali oggetti li abbiano con­

dotti costà da 1chi appoggiati, ·e sostenuti pre,sso cod. 0 Mgr.

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Ves·covo, quali li mot'iv,i1 che furon così f.avorevolrn. (en) te ac­co1H, se pensino d i fermarsi costà, quanto e dove, ,con tutto quel ph\ che alla nota sua avvedutezza riusdr potes·se di scopr.i r per conoscere le vere •int.enz.(io)ni loro, e ,da ,chi s-econ­date, e protetie» w).

Secondo il Monti l'a ccondis-cendenza del Vescovo na­scon,de anch'essa un secondo fin e: ,egli spera c.he glJ Armen:i acquistino la casa vescovi:le 1n ezzo rovina la, per tramutarla col << molto comodo e decente colegio stato las,diato ,dai Gesuiti », .allora oppressi »·" ). (3 novembre).

L 'In tendenza aveva spedito .a Vienna le supplic he d e-i due padri corredate, da .numerosi documentiJ cald.eg:g'i;a,ndo 11 loro progetto ::i ); e il Consiglio commerciale auli,co aveva trovato la propos ta vantaggiosa, -aveva loda to lo zelo del'1' In tiendenza, incaricandola di promettere ai •sacerdoti ,l'aHissima protezl.onie sov rana e di forn ire la Naz·ione e la Congregazione di un di­ploma, -come già fa1to per l,a Nazione Greco-Scilsma:ti'ca 32

) .

Gli Inquisitori, saputo che correva voce che ,ir M,echi ta­•rist·i avrebbero ottenuta }a cura d'an·i:me. e che .aiutati .da un loro connaziona·le, Giorg io Sara1f 3

~). si occupass·ero a impi>amta,re u na stamperi,a 1 ordinò al console di abbocca rsi ·con que,i padri'1

per penetrare i l loro pensiero. (6 ,novembre ). All 'invito de-I console, gli A rmen-i ri&pondono diploma­

ticamente,1 con un controinvito. Autorizzato ad accettare (8 gennaio 1774). -i l Monti in -data 15 può ·rHerire:

«Rapporto ai .noti Re ligiosi :armeni posso .addure che 1per anche non .sono stati all'a m ia Casa 1 ma che i,nve-ce ·m'hanno fatto invitare a Ha loro, da questo consigli-ere ·Mod·esJi, col' pr.2-testo d-i farmi vede re le rari tà, che posseg•gono, E ,di -latiti., ri­trovai due armai coperti ,d'infindi p ezzi di dllaSipro v,agamenrte lavorati , ma tutto a serviz'io -ed uso orienita.1,e. Ho v•eduto ia ltr-e.sì molti mazzi di minute perle, più parti-te di .diaman1Li"1 ,e rubin i da - contorno, de lle gr-anate e pi,etre intaglia te, e cop;a di set­tarie, !elle m iniate e rens<, della Chin'1 " di Per-si'1, il t·u ll-0 pre.ggevole ·per l"a quantità che per la ·qualità sua. In mezzo l'esame, che pratiieavasi sopra li s,ep.aratii generi', comparve un terzo Reli1gioso, che mi riuscì .affatto nuovo. iRii. cerc-atolo, ·se era della Compagn;a, mi fu risposto dal P . Daspendens (sic) che veniva dal Monas.tero ,di S, Lazaro .di Venezia, ove -~mbaT-

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LA FONDAZIONE ORLA COLONIA ARMENA IN TRIESTE 347

cato, e fornito di P as-saporJi· con -la di, lui di.reoione per Costan­tinopo1'i1 aveva ,pensato .megho d i tr.at t.ener,si quì per assiste re alla Stamparia armena, che quanto 1pri-ma doveva ,esser inrtro­dotta ·in questa Piazza 1 •con gli •assens'i dll.a Corte, che, acetava la ReJ:igjone, e le prometteva ogni fadlHà 1 e favore, :nulla di'­verso da quello ~he godono ·li a l,tri due Mom.ste, j sil'uati in Transilvania, e Petervaradino n, ), il -che sul momento mi fu

rati-fiooto pe-r vero -da l cons'igliere s urUerito, ch'era .pr esente». Era I.a verità, in•fa tti 1 ma non. tutta la verità. Ve,dendo

che le c-o.s-e si avvi av,a,no bene, i P.P. Ad'eodato e Minas .avevano pensato -di chiamar-e a S'è i• loro consenzienti· -di Venezia: com­pito non facile 1 perchè ogni -corrispondenza con conventl .esteri era ,proibi-ta :i., ) . D'a lt ro canto, a S. Lazzaro non era permesso akun colloquio, al quale un secon do p,adre non foss•e p-res-ente ; e s·i· può .credere ,come il P. Mel'koni:an vig4l-asse ge'los amente, tanto più che i moti ·sedfajns·i non e.rane -del tutto cessati 36

}.

Nondimeno anche ques ta difficoltà venne ,su1perata ,con l'aiuto -di un connazionale:, il dotlore J a,cob Hermetian 3

' ). Crune medi.co del conve·n to, eg li aveva l~bero· accesso .a S. LazzaTo, ma le precauz-ion\ prese dall'Abate gli ·i•mpedivano ,dil. parlare . Fina lmen te, un giorno fu favor ~to dal ·caso : trovò i'l .P . Dav:i-d Utschkacrdasdan "') solo nel gia,rdino. Rapid,amenle ,gl; fece sciivol.ar in mano una le ttera.

li P. David fu lieto di ricever nofrLie dei confr.a,tdli •dopo tanto tempo; di·sse che volentLer~ sa,reb'be andato a rag1~:un­gerH; sennonchè era iimpossibil e lasciare Il Convento. La re­goLa non era ·ma't sta,ta tanto rigorosa. Ma n on per nu1la gUi' Armeni godono fama d'accortezza: un ipiano .fu -p,riesto ar­chHettato.

Poco dopo, il P. David ammalò e. il ,dr. He"melian, ac­corso al suo capezzale, dichiarò -che un pronto cambia.menito d'ariia e·ra assolutamenf.e indi,s:pensabik,. 11 monaco chies-e al­lora di esser r,impatriato. La comm-ediola fu così ben r-edta.ta1 che l'Abate ac<cordò il ,permesso chiesto. Pe rò, diffidente per natura, ad ogni buon conto volle fissare egli •stesso un posto su di una nave c he faceva vela per Cos~an:tinopoli , iimpegnanido il c.apit,ano a non .J:asoia-r scendere a ter.ra i:l passegg.ero prima del la me ta, sotto ven m ·pretesto. I suoi sospetti- si mostrarono fond a ti; quando la nave g'iuns..e nei pressi del Litorale 1austriacoi

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348 CARLO L. CURIEL

i.j P. David -si sen tì tanto aggravato, che asskurò che sareb'be morto, se non lo s'bar,c,av.ano subito. Mia il capi tano, ligio aHe 1s.fruzioni ·ricevu te, non .se ne -d·ie de iper inteso, Il P. David, dopo aver protestalo contro quel sequestro '8.lrbitra rio, dopo aver pregato e minacciato invano, ·cambiò t att~ca : - «Voi siete pagato per tra tt enermi 1a bordo>~, d·isse, .all'irr.emovibi'1e .lupo -di mare, ,,quanto volete pe-r lia.sciar:mi s,oender,e ? ». - Un tal mo do di ragion.a re p iacque al ,coma.nda111te e poco -dopo, di comune accordo ·e soddisfazione, il P. Davi,d metteva ,p,i,ede a terra, poco distan te eia Tr ieste '").

Quest'arrivo di contra bbando spiega il ·prudente d -serbo dei monaci verso il console.

li Monti proszgue; «Dopo una tale nozione :impiegato qualche altro momento in dtscorsi indHerenti, .mi sono conge­dato, s.enza che mi fosse fatta parola ·sopra la Vl11si-ta che mi fu ricercata , e -ch 'è .s tata ~naJdemp'i1a, ta l •che non .avrò Che ,a Hen-­derla dalla loro volontà. P er poter penetrare qualche cosa di più sarebbe desider abHe -che li .addotti R eli giosi fossero più socia·bi li, o che a lmeno ave.ssero .acanto persona ,confiden te, che potesse ril,evarlL L'unico ,che h ,frequenta ed accos,ta è Giorgio Sa.raf l oro -corunazionale 1 ,che dirigg-e questa compagnia detta d'Egitto, la quale resa in -disordine, s ta ·pocc:o lontana -dal suo fine. E sso fu quello che accudì ai maneggi cors•i tanto quì ,che_ a Vienna, e 'che tiene ogni .arbi trfo sopra l'animo 1oro, Conte mplando di c:hi valermi :presso ,i] &md suc\etto , non vi trovo che Giacomo ·Casanova, il qua le abbi dell'1assendeote •e lib2ro accesso nel'J.a di cui -casa. Essendomi però noto, che questi sia in di1s gr,azria non os,erei, p,revalermene s·enza i Pub, i ass·ens,i , trattandosi d'affaire, .che può comportare dd gelosi rispetti, quantunque molto potrei r ipromettermi delJ.a .di lui desterità naturale, -dal p.resente suo ottimo contegno, e,d ap­presso il Sara;f non sospetto, e 'per fin e dell'opera sitessa, che rassegnai mesi fa .a l Mag, Ecc.so •de V Savii a lla me r-oanz1a, con cui esso pa1esò ad -evi denza .Ja v.irva brama , ,che nutre d'im­piegarsi ut\lm-2nle :in akun .servlzio della sua P-a tria,,, » ,

Giacomo Casanova! Non oocor,re pr,esenta rlo: que-1 biz­zarro cava lier d'industria è troppo noto pe.r le ,sue wi.rabol-an t-i avventure e sopratutto per l'a udace fu g,a dai Piombi .d'i Ve­nezia. Da allora ( 1. novembre 1756) e gli non aveva potuto

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LA FONDAZIONE DELLA COLONIA ARMENA IN TRIESTE 349

rivede.re la sua partria e da ,diciasse-tt'annii brigav.a1 si racco­mandava aii<li amici, s i affannava ,µer ott,ener•e 1.a grazia degl i Inquisi tori di Sfato. Aveva offerto alla Serenissima H segreto -per «la tintura -de ' ·canoni in rosso ~>, l'a v.eva dHesa in un Hbro La Confutazione della Storia del governo Veneto d' Amelot de la Houssaie: tutrf.o invano,

Verso la fin e del,l'olfobre 1772 era venuto a Tr;este con­·sigliato dagli amici, perché i l Tribunale degli Inquisì-tori ·po­tesse più faci'I mente a ccertarsi che il turbolento e insubordi­na to Casanova s'era trasformalo in u n «cri.stia:no, veneratore de lle leit~i e uomo beine accostumato ». Intanto avieva st:r:ebta amicizia ·con il buon .M.ar,co de. Mon1i, che per favorirlo, già •altre volte aveva ·cercato di mett-erlo in, buona vista presso gl'lnqui,sitorL Dietro sugger-im-ento de.I ·ConsoLe, il Casanova aveva ot'tenuto dal capl,tano di Trieste, ,conte de Wagensperg1

che la p osta, che ,da Tries te andava ,a Palma Nova 1 veniss-e prolungata fino .ad Udiine: cosa vivamen.t.e d'eside r.ata da Ve­·nezia e perciò avve,rsafa dal.l' Intendenza -commercia le di Trie ­ste. Un'altra volta aveva fornito ai V Savi ,alla M-eroanzia par­t icol a r-eggfate informazioni sul ,commercio d·i Trie,ste -con la Lombardia '").

Con la sua let.rtera, i l Monti ceroava d·i m e-tte r il fugg-ias-co 1n r,el,azione col Tribunale .. Ma g-l'In:qui.sitori -diplomat"i ca mente gli fecero ri"sp ond:ere 1dal Segrelf,a,rio: << Se però '-fù approvata la prudente sua ri s,erva d).· va,1-ers.i d,el1.a 'di lui o-pera, prlima .d'r p.a!'b­dparlo, posso -di.r'le ,èhe1 come da se, .e per un trafto di amidzi=a verso I"e i, potrà 'i.ln't,ere.ssarlo neiMe ·possiibiBi ma-ggiori -scoperte, che ren:derà poi note, con tutta quel-la ma.g1gl.Or ip.reciisione,, che v,agli-a a far -conoscere -per in-frero qsto .affare ». (29 g•en-n.i'i:o).

Da I carteg·gio de l Monti si comprende ch e il Casanova rima se a lquanto male, vedendo -così fr,eddame.nte a ccolte Je sue premure. Ma da vec-ch,i,a volpe seipipe tra r p,rofitto am:he da quella mossa confraria. Gl'lnqui-sitori :non vog-liono aver conta tto diretto col contumace? benissimo! egli , obbediente,, farà il suo rapporto in iscriHo al console, che a sua volta l'ino·I­trerà al Tribunale. Così, in grazia a ques.to carambolage, egli potrà far ,ca dere sott'occhio aH,a temuta trinità, tutte le sue protes te ,di divozione e zelo, di, pentimento, la sua nos talgia, le -sue -s peranze d'un -prossimo !richJ-arno .. . Intanto &pe1ra una

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350 CARLO L. CURI EL

ricompensa ,meno ideal e, e ·p,iù immedia•ta 1 e l'amico conso'le insinua: «Crederei che un ta nto studio e fatka potesse esser animato alla continuaz.ione d·a qualche 1publica merce de, c he sar,ebbe per a,rrivarle opportuna, giacchè ·ho dei da,ti qua,si certi che s 'at trov,i in qualche ristrettezza1 quanitunque ·sappi francamente nasconderla}>. (26 fe'bbraio) .

La merce de venne, s ì, ma dopo ripetuie s0Hedrtaz=ioni1

stentata -e meschina: 28 zecchini in due volte, per .J'opera -di sette mesi! Ma il p['"emio maggiore -doveva consistere nella grazia.

Nella prima ·Jietrtera 1 il .Casanova 'informa «che hanno gli Anmeni presa in affitto .tu.Ha 'la casa che g'iace in faccia .i i negoziante Hirs:e·I 41

) ; che hl essa a'Oi teranno in un quar­

tiere separa to i foati, in un altro m .se·colare con fa moglie e le sue son~] le 4

~ ) 1 ed al ,p'i,a,no stabiHr.as,si la :sta,mp e,ria, ,essendo già i-1 tor,chio finito, quantunque non •ancora piantato1 •e lavo­•rando continuamente a perfe zionarlo, e far caratleri nuovi "l'ul­timo dei tre frati qui arrivat o e stabilito, e non andato (come dicea) a Costantinopoli ,, (8 ,febbraio).

Con la scorta del carteggio fra ,il Casanova 1 ii1 Monti -e, •il Segretario -1:; J poss'iamo =seguire tutte le fasi dell a fondazione de1J.a nuova •comuni-là, non meno che il duello d 'astuzie fra i \·en-eziani e gli armeni.

D.a una lettera del Monti del 19 febbraio apprendiamo che fina lmente i reli'gio &i andarono da lui, accompagnati dal Saraff, ma che si 1'imit-arono a pa-rlare del loro stabihmento a T ries te. Due giorni dopo il console resti tu ì loro ·la vis ita: «Un.ilti" mostrarono premura di for,mi legere varie Cart-e LaHne c h ',io per sodsfarli ho trascorso comprendendo per altro 1 -c he conte­nevano tes timonianze com'provanti le malv,ersazioni di cot.o Abbate di S. Lazzaro, ed i'i suo Proc.re, in offesa del loro isti­tu to e de ll'economi,a della ,communità H) . Di seguito m~1 s og­g,iunsero, che in grazia dei motivi allegati nei documenti da me letti, prevedevano con dolore 1 -l'inevitabile caduta di que.l monastero , per ,mancanza di sus.si-stenza, che regge -sopra Li !assiti, et elemosine de ll-a Nazione, aibbastanza -in.tesa, ,e scan­da lezzala del dissipamento, e dispotismi dell'Abba,te».

I monaci ben sapevano .che, il Monti inon avrebbe -mancato di riferire agli lnquisltori le loro confid"'1ze apparentemente

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LA FONDAZIONE DELLA COLONIA ARMENA IN TRIESTE 351

ingenue e se ne s:erv?vano come portavoce. Il MonJfi1 .fine diplo­matico, 1.fin1ge d'as s-econdare il loro -gluoco per .spi'Har loro ulte­riori particolari. Accetta di rimette re a-gli Inquisitori i1 ,loro memori.aie, a paHo però, che nè fl Saraff, n'è ,i,l· consi1glii~re Modesti ne avessero cognfa:ione·, I PP . Adeodato e Mina.s pro­me ttono, dopo quak he tituba11za, «coni giuramento H più r el~­gioso segreto»,

A sua volfa il Casanova rifer,isc,e in d,afa 25 febbr.afo: , Seppi dal predetto signor consrgl,iere, c:he 11 padre David (il quale è l'ultimo dei tr,e frati ar.meni domiciliati quì) non portò da Vernezia seco caraMer'i di nessuna sorte, nè sa l'arte di ·fon­deil'i. Il di lui la:Iento <:onsìste in intag'liarne l'n acd1aio lo s tampo, il qual -serve poi al fonditore q,er fabbri·carli in ra me, in ·piombo, o in mfs.tura a norma dell 'ordine, Che vieng1i dato. I1 P. Daviid lavora dtmque 1piesernt.em;ente a fare que·sfi mocfe lUi,

1ma non ess,endovi qui oper·ai capaci, H signor Modesti, i'l qua l,e 1per questa stam:perfa •è fanatico, mi dis:s,e di aver,e sc,riUo in Augusta i" ), dove ,spera che si frovi' -J'.ariiigiano di cui ha hi'1-

sogno. Io •~fl'i di:ssi, che più facilmente lo avrebbe) trovato ,a Venezia, -ma a questo mio suggerimento egli non rispose che col si=lenzio : ·r-i'.sposba suffioeent-e.

Sul -proposHo deHa ca-sa, che g'H armenJ· hann o pTesa 1 -ed -in -cui aibitano da tne di in •quà, 'i1 Mod.e,s ti mi cfi.gise ,essere stato esso che inrterpo·nendosi1 finì i litiigi, e s"dolse tutt.e J,e diffkol,tà. Pagirno d',,rffitto Fiorini 350, a:bitandO ;, monaci il terzo piano, ed il secolare il secondo)).

Eg·J.i not•a ·però che i mornaoi s·i mostrano ,più ri-servati'. P-er sape-re se 1 padri c-a rteggi'llo con quelli di Veneziia, iniv,ilta -i!l Padre David nella sua camera a l"Ja Loc:anda Gran.de, col pre­testo d'i fargli vedie-re cinque risme ,d1.· ac arLa. «L'accolsi -con dimostrazion,i di stJi:ma, l'-indUssii ,con ·fati,ca ad accettare la doc­colatta, lo blandii molto, e dopo avergli mostrato la carta ch'è bel'Jìssima, e che ciò non osfante ei non trovò di ,suo gusto, rag­girai fl discor-so ·sopra a'litre materi,e» .

Il P. David• l'ispose docilmente alle sue domande, ma fn modo di metter fuori di strada il suo curioso in te rlocutore . «Ricadei 'Sttl discor·so della stamperia 1 e consol,andomi seco d'un ~i pronto stabilimento gli offrii di far venir da Venezfa ai m-iglior mercato quanta cart,a volesse . E~ mf disse sor-riden-do,

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352 CARLO L. CUR!E-L

che prima ,di comprar carta convenia aver .torchio e caratteri. Cos'è dunque [io !'interruppi) questa fr etta del Mode~Li 'in

vo'ler 1ch'io ceci:. loro que·sta mia ? Ei mi ri spose e,sser il Modesti uomo tal-mente t ras-porlato per questa stamperia, -ch'e1la era

divenuta il ·suo principale pensi.ero a seJ~no che credevano di esser pe-r perdere la di ·tu.i protezione, ·se non lusingassero la •d-i lui i.-dea; e non mostrassero dì esser per,suas-i anch' essi ·che la 1cosa potea farsi con tanta -celerità, con ,quanta ,esso lo brama: mi ·soggiunse che il ,tanto affrettarsi di-venia rridicoloi poi'chè n on avevano cosa alcuna a stampare. Io g1i di'ss,i 1che H 1Modesli mi avea celebrati parecchi loro manoscritti·, ed ei mi soggiun,se •che erano tutti i-n Venezia, e che credea impossibile che, potessero

esser invola ti, ed avuti qui. quantunque il Modesti ·se ne lusi'n­j/asse. Ma i l Modesti [diss'io] non è uomo che si lus-in-ghi senza fondamento. Sara!, (mi rispose il frat e) ~l'insinuò, ch'escogi ­lerebbe ;1 modo di subornar non so qual monaco a tal og·ge!to,

,la qual ,cosa noi non crediamo fa ci le, ·e per Io s-carko ,d.erle nostre coscenze non abbiamo mancato di dirg:Helo; ora -sarà quel c1:ie Dio vorrà>. - Il P . David ,affettava evidentemen1e un tal ·pess.iniismo rper far credere al Casanova, ch e l'in-si:aHazione de lla sfamperia fosse cosa i:ncer,ta e lontana, mentre .s-tava al,a­cremente lavorando pe,r attuada .al più preS'to . Temendo che il ·consigl1iere Modz.sti si lasciasse sfu.~gfre un'altr,a Tndis·cre ­zione 1n proposito, l'astuto padre prese 'le sue pre.cauzi,oni', 'come vediamo dalle seguenti parole ,del Casanova: «Nel k1Sciarmd ei mi pregò -di non conf-abul are in veruna ~uisa col Modest.i dei dubbi suoi s ull a facilità del'la stampa, nell a qual cosa sono ·ben dispos-to a relig'iosamente .contentarlo».

Nello stesso tempo i monaci· «in offesa al1e assicuranze » ( come scrive il Monti, il 19 ma,rzo), consulitano il Mode sti sul memoriale che 'Preparano. 11 loro equivoco modo d'agir.e .è spiegato e quasi s·cusato dal Casanova. «Quesbf frati.. si -tro­van o affatto senza a·tcuna speranza di potersi g'iusti'ficar.e, poich-è, dicono, che '1e forti aderenze, e possenti protezion.i , che codesto a!bbate ·ha, r ese. loro chiuse le, ore,cchte d~ quel'1i 1 che soìi potrebbero render loro giustizia, per giiun-gere a-I-li qua.'li sono OI'.mai giunti nel la neces"Sità di :non dover ,neppur -cercar la &!rada.

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LA FONDAZIONE DELLA COLONIA ARMENA IN TRI ESTE 353

NeHa accoglienza, che lor ha fatta in questa città li con­sigliere Modesti, hanno trovati vanta·ggi tali, che temono ,di perdere 1 se ,si dimostrano bramosi di itornar-e a Venezia, quel ben certo, c'he pare che si Siano quì pirocurato, per l'in~ rto, onde pave nta.no, se si -Oimost-rano ideboH, d-i iperdeTe e l'uno e r a•ltro. In tale s ta to formarnno l'idea .di• s t,abil!it,si qui , e ·d'oprare in ·gulls,a, che chi lì• osservas-se non potesse .scoprire n,e' loro a damenti il minimo ·seg,no1 ·che potesse indicare, ,che tale in fatti non foss,e l'a loro ·intenzione, I fondamenti poi neoe-s.s1arj allo stiahiilime,nto li frovano . i.n va1"j caipi. Di!cono che lia ·stamperia sola è bastante ,a farH sussistere, ,e ,che di dò fecero fe,spe­ri-enza in Ve nezia , •dove per mezzo del torchio 4 11

} non s olamente s.~ sostennero nel principio del 'loro ,stabilimento, ma perven­nero al grado di pi'acer talmente all,a dispersa loro rnazfon,e -che da tutte 1e bande si a tHrarono ge:nerosi soccorsi, ;e i:utrte ,quelte somme che componeano il capita1e in'fe,ro, che riguar,davano

come I'ii.immancaihile fondo che asskur,av,a loro urna onesta , ed agi,ata .sus,sistenz,a » . ( 18 marzo}.

G11 Inquisitori chiedono u n.a spiegazione, trovando con­tra,ddifori i rapporti d-,1 Casanova sulla ,>tamperia {-28 marzo] e il Montii ,a llora 1i iin1forma: «Le ,ri!Sposite furono esser vero che mancavano d:i chi ~-etasse loro i caratteri', ma esser vero a lfr.esì, che per supe·r-are 1',addotta diifficoltà avevano di già comm·esso in Augnista, per aver da coI'là un uomo capa.ce a ta1 'opera. Che in diffe-tto ,di ma1noscritti pensavano -da1 principio di ri,st,am­par,e la Bibbia , ed un icomento deUi ,evangeHj1 c'h 'e ra un,a ipa-ra­fr.a si d 'incerto autore, ma che im. fine rkonos,ce-n do, ,che ogni paraf.rasi in simil maferi,a si rendeva pericolosa, abbino preso H parti:to -dii far var ie tr.adUzioni d.{ picc-ioli :libri irt aTian-i. i,n-teres~

santi sopra mated-e i-storirche 1 e politi-ch e, afti ad iiStruire, ,e p i-a ­ce,r,e , con che dar ,credHo a1la Stamperia 1 e farnie ·conoscere l'utilità in Oriente ». (9 apri-le). P er quas,i' un mese l e notiiie •s 'interrompono, t-rovan,d'os,il «il noto confidente.. il.r1cdi,s,pos,to, e ·per-ciò sog·getto a rigorosa cur-a >> , nondimeno iiiesce ad avere il famoso pro-memoria ·17

), che -r.imeUe a:J Mondi·, oss-erv,a,ndo che i monaci non hanno voluto -sottoscriiverlo, n-è presen tarlo a l console stesso1 perchè «rnon si vogliono .i.J.npegnare -che fino ad un certo segno »; ·che affettano «di most<rare· di curarsi poco1 ma

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354 CARLO L. CURIEL

dal loro parlare, ed oprare, e da questo scritto d,educe ohe 1-a cosa sta loro molto ,a cuore»,

I padri , infatti, si trovano ,più irresol uti ,che mai. Temono di trova,rsi «fr.a due fuochi senz'appoggi:o, ,e ·senza via .di r1i­

corso, tanto più che iii credito del .loro fautore Modesti ·sem'br.a loro divenuto vaci11-ante, dopo i1 decreto emanato da Vfon,n,a, che lo so5:ipende in uffizio >> 48

). Il Casa-nova dà nel.la stessa !e t~ tera altre notizie scon·,fortanti : « .. . a passi lentissimi ;cammill,a i'\ loro siabilimento, Quel fond itore, che aspeUavano da Augnsrba 1

acdochè fa:cesse i' caratteri neces-sar j al'la loro progeUaia stam­peria, ·non lo 'Possono più avere; ond·e iìl ·con,s'igliere Mo d'esH, dalla bocca ,del quale rilevai tutto ciò, che ho l'onore d i comu­nka-r le, scrisse a V,ienna per farne vendr un'aHro, ma fi n ad ora non si trova 4 :1 L sic,chè gli affar~ ,)oro la,ngui-scono •e credo che :l'andata a Vi.enna dei loro fr atello mercanfa ,s1a ,pure p er affari non prosperi ~.el suo commerc'io; così mi fa giudicar,e 'lo s lH e di cui si 1servl il Modes U parlandomi del viia1ggio d~ ,que­st'Armeno. R ilevai ancora, che aspetitano un aTfro frate de l loro ceto .dalla Tran.sih•ania, del talento de l quale, mi disse lo ,stesso Modesti, hanno bisogno per la proget-!aba .stamperia ». (6 mag­gio) 00

) .

Gl'Inquis,itori ·sembrano ,prender,e su'l s,e,nio il pes-siim.i•s-mo d ei m onac,i armeni e chiedono in data 19 maggio al Monfi «d'i ritr,arre li poss'ibili .maggiori ,1umi, che vagliano a far ,conoscer.e se sempre più :languide s'i rendono ,},e s,pe,r,anze ,loro di ,rirusdre nell 'ildeato progetto ». •- fo.ve ce, è proprio l'opposto ,che il ·Ca­sanova può r iferir .loro in dai.a 20: «Se·ppi ,i-eri, che ],a oodelà degli Armeni es-pulsi en~si accresciuta ,di due me,m1bri ;;1L .... _. I d ue nuovi frati arrivarono qtù i eri l'a lt ro in un ca1-es'Se da P eterv.ar,adh10 in dodici' giorni ,di viaggio 1 e pensarono t utfi unHi di formar qui un convento, privHegio ·che il mer;cante .fr,a­teHo di un de' frati soll ecita ora a lla corte di Vienn,a. Questi due fra-ti nuovamente ~iunti ·son -del numero ,di quelU· che -furono a Venezia arrestati nel loro convento. Mi dissero •che il loro abba te in timò loro la scomunk a, se, venivano -a Tiri-est-e, ma c he

conoscendo ,essi in ·Joro -coscienza l'~nrvali,dilà ,dii· una pari .esti­mazion.e vi vennero a -di lui maf:g,rado, Mi• narrarono1 che ,non credono di aver diretto di lagnarsi del Patriarca ,di Venezia , ma bensì ,del . di luii canceilLiere Franceschin4 ~2

), •che .asis,eriscono

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LA FONDAZIONE DELLA COLONIA ARlMENA IN TRIESTE 355

guadagna•to da l'!'a-rt'Hixioso ·1oro abbate. Mi ,dissero che ques to vol ea dbbligarli ,a giurar,e ,che avean giurato .il falso, a l qua l gi-uran1e nto emp'io, 1e •ridi-colo non vo'lle ro acconsentire, ma -che se vollero 'l'iberars·i dalila d~ I ui tiranna forza ·furono a:stréltti a sottoscrivere un ·foglio , d:i -cui h a nno quì copia, e iehe se a V, Hl.ma preme s-se, cr,e-do !che mi ·potrebbe riu,s-oiTe di averlo. A &peltano qui fra ,giorni un a ltro confratello fra te de lla Tran ­silv.ania. Seppl che a P elervaradino s-e ne trova ora uno •solo, che vi sta a c agione. ·che è neces-saTio .a11a 1S:pi=ritua.l cura d'animre di quei se colari 1armeni ,che vi si trovano. Dep·,loraino la rovina del ·con,vento ,di Venezia, pensano con fervore a :stabLlirsi qui, dove spe ra no il -privilegio di ammini.s f.rare i .sacramerubi à seco­Lar,i Armeni 1 ·che va nno qui a rrivando. Questi secolari' sono finora ne l •numero d i trenta, mentre nel·l'-anno ,pa ssato non ve n'·crano che qua ttro )> , - N,elJia sua a,ccompagnatoria de1 .giorno seguenie., il Monti nota, che per obtenere il «Priv.éle·gg io d'er­riger Chi esa, e Monacstero, anche quello -à elh cura delle An<me ; sopra di che avevano -inicamina t'i N· op·portuni maneggi.a Vienna.. A t al passo, (cont;foua) non potd aistenermi di ci:oerca rk, se in fronte d 'un' assoluta d i.sobbedfonza c he 'li aveva fatti -cader e nella oensura del loro ordinario, passino, senza prima esse.re assolti oele-'hrar-e, e a mminl•sfrare sagramenti, al che f.ra n carn.te ,dsposero 1 che la censura p-er sè ,è ,nuLlia ·quando •è in1g1iusta, non poten do ,essere a me ig.noto1 che in varie: occasion,i H. Principi hanno inad·rnesso g:l'inlerdetti de Pon,tefi:ci, per:chè ._a;_p;pun.to man erano fon•dati ,sopra vere e l,egiit'im,e-, cause >> , - Il Mon,H pre­ferì e-ambia r dliscorso: Venez-ia a veva .sifi-dato l'int,erde-tto di Paolo V.

11 -Casanova chiude I.a sua -letit-er.a -con una .f.ra1se siblJUin a : ((Mi sembra che vi s ia un modo dri fare •che quesH fra ti non otrteni~ano tanto fad lmenl-e il ,pr-i;vilegio di fonda,r qui una 1loro particolar chiesa)>, - Gli Inquiisitor:i -chiedono, natut:a-lmente, una •piegazione (31 maggio) e iJ' confidente si siboltona: «L'a­micizi1a che ho stretta col' consigliere, dell'irne111de ruza 03), col qua1-e V. S . J'lll.ma mi• vide varie volt-e i-n mi1siterfosi lun~hi- col­Ioquj , mi f·è pensare a ~ervirmi ieon, ·desfrezzia de.I di lui mezzo per sospendere a questa ge,nte 1'arbitr-iO deHa stam·pa, facendo emana re un ordine dalla corte di, Vi,enna , che ~nilbisca -tutte ,le edizi-on;i· armene -s.fampa·te~ che non -s<ieno approvate: da un arp-

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356 CARLO L. CURIEL

p rova-lo e legale censore''~ ) . S e 1mi ri-esce d.i oppor 1loro questo scogl io, ,egli mi sembra quasi insormonta'bil-e, poichè ·qua'l'-è l 'uomo che intenda la Tingua a.rm-en.a, e Che ·possa ess0er .da'lla cor te ia t,a} ispezione -ele'tto? e -s-e si trova, e che la .corte 1'au­torizii, chi gli darà -i!l sala-rio? Io mi lusingo ,di riusci.re, ma l' amicizia pa rticolare non l' indurrà; 'Convien farg·li spe,rare ·una condegn,a r,icompensa in ,denaro 1 che non sia penetrata neppur dall',arila 1 e che lo faccia oprar,e con efficada, -e pron1:-ezza, Se qu-est'uomo, p e,rsuaso, non ·fal'la in ordine il ,colpo è fat to, ,e non lo las·derò fallare. L'au_gustiss·ima Maria T eresa delkahs­sima e scrupolosa 1n materia di galaruteria, -e di l'\e:li gione ~~ ) 1

farà atbnz.ione aà un3. .sp:eziosa rimostranza, che, avrà per oggetto l' irnped.ire un.3. stamperia ·surrettizia, a"lla quale non i-nvig-i-liand o nessuno, potr•ebbe promul-g.are ,errori 1pr-e~iucliizie-voli alla santa lede.

Per ciò che r ig·uar da l'amminislr.azio•nie dei -sacra,meniti ho getta to g1i occhi sopra una persona, ohe d-ee -esser nota a V. S. Ili.ma. Queste. è il Rev.do Agapito " ) v:ioario per il Ve­ri.e t.o in questa diocesi; egli è veneziano, ed ha i l cor,e ve·nezi,ano, e possede la s ti ma di Monsi.~Ù1ore a segno, che gli fa fare ciò che vuole i ma ora •egli è in Istria 57

); mi disse p·erò :il soprac­cennato ,consigliere, il quale è ,corpo e anima col ves1covo, ch' egli verrà quì presto.

Or io sta rò attento, ed al di lui .arrivo mi lusingo di 1P'ar­largH in modo, :che entrerà neHe nosfr.e viste. Se non potrò -interessar .gli il core con la religione, procurerò di .aiccenide·rgH lo spiri to coUa p olit ica. Gli ra·pp.r.esente-rò questi Ar.meni' in qualità cU ·scomunica..ti 1 e lascierò ,ch'eg'H interpre.ti come vuole d! qua l natura sia i'l -mio zelo, purchè s'induca a p-ersu:a,dere i;l

vescovo ad illlibir 1oro ogni sacra amm.i-nis traz-ione, ed a far che s1 contentino, se venga sofferto ,che .celebrino, las'Cllan:do alle loro -coscienze ]'incarico di giud1car d-i se stessi, m,a impe­àindo che ,non e·st-endano la loro interdizi-one, renden;d·o -com­pli'ci ,del 1oro -errore g1'1nnocen,ti ».

Le lettere seguenfi, fra 1'1 14 giugno e il 1. l·uglio, ve,rlono sopra la falsa notizia, posta in giro dal Sara i, che il marchese Serpos " ), debitore di 200.000 ducati al convento d.i S. 'Lazzaro, fo sse fuggito a Ravenna. Il 1. luglio il -Casanova svela i suoi piani: c<P.e r ciò che riguarda i.1 vlicario Ag1aipHo ... son siic-urro

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LA FONDAZIONE DEiLLA COLONiA ARM ENA IN 'fRIESTE 357

che p.zr far,lo ·oprare non avrò bisogno di a'l'le ttarlo con p romes-s,a di détnaro 1 poich'eg li non è venale , ma •galantuomo 1 e i orIDlo d 'un cuore veneziano, come mi pre,gio d1' e·ss,er io, -sicchè o non farò nulla o oprerà g-ra tis }> . - Per quanto r iguar,da ~I cons-i­g1ier,e, fa notare che «ill maneggio è deHcafisisimo », - «E lla cons-ideri c he una ,deUe mie ma ggiori premure debbe essere quella che non si .ar,rivi· ma1 -in quesrta città .a pen et rare ch'io -sono un suo secreto agente, non solo a ·cagione, che, scoperto che fos-si non mi verrebbe p iù da n,essuno ,aoco.ridato l'accesso, e non pot-rei peociò •più -es•ser'l-e 11Hle, •ma per l 'a ltr.a 'Oausa an­cora, che rischierei di -essere vitu-:perosamenle ca,cciato via, disgr.azia fata le al ,povero onor ·mio, a,niohe -i n caso ·che potessi lusin ga,r.mi che scaccia to da quì vene.i •accolto dalle clementi bracda •del ·p.rincip,e ch e se,rvo, 1nentre mi t-rovo anzi privo di ques.to privilegio comune ,a tant'al tri. Sottoscrivo ciò nonosta•n te a l mio -desfrno 1 e son àisposl o ,di op.r are n,el ca,so in cui sono con fo tta 'la cautela, fe<ldtà e zelo.

Ho -dunque s la'b'ilito di fing ermi -irn f,accia ,del consig'li,ere 1

che ho :p.reso ,di m-ira , amico d 'un fra.te d e'l' ~onv,ento ,di S. L a z'... zaro, ,ed imp e-gnalo da lui ad offr ire Ja ,somma di 200 ze,cchini a -chi po t-esse fa r emanare della -sovrana corte tt:n ordine -initer­di-cenle la Ubertà -del La -stampa _A,:rmena senza un l,egiU:imo revii.so1-.e. Questa pr,zmura ·d 'un fra te del contve.nlo ·dii Ve nezia è ver1sim-ile, pok hè una stamperia ·quì dev,e , ·se riesoe, ifar tor to a lla sua. Io non debbo 1poi domandare a questo :s~gnor,e quanto e-s s,a pre tend·a , ma bensì offrirgli una detenninata somma, poichè facen dogli una ISÌ .ardita domanda non •s o'lo porto mac­chiia all a .deHca,tezza che debbo in: :lui supp orre, ma mi ,e,sipon.go a d uno strapazzo, o a-d una .ecoeden te p retenstione '·0).

I o ,debbo dunque senza dar l uogo a corulratto, che di­s dice, franc amente proporre .sotto le l,eggi -del rpiù sacro silen­zio questa ones ta somma, e -debbo, ,senz..~ -dar t empo a l,l 'attento conisi t11ier e di rispondermi, mostrar gli I:a ,somma pronta ·sul fa tto .f.ra le mani• mie per esser depositata, ef ind i pa gata a S·ervigio fa tto: debbo a v.a11Jt,i -che mi r is1p-onda -dirgli, che m1 sare i vergognat o a propor,gl'i que st'affoar•e, s,e non fosse egli fondato sull 'equi tà, ed analogo •al'la mente della sovrana, che atten ta a l mantenimento della purità -della R-e ligione'f e de l retto governo non pot-rà trova r •sfrano, c:he le v,enga ·da11a sua

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cesarea intendenza di Trieste suggerito un s,i prudente prov­vedi'menlo>,.

Ricorda che «È dunque n:eces'sairio, che quando io 1ni es-porrò a .parlare i"o abbia in saccoccia 'i 200 bellissimi zecchi:n i di zecca veneziiana 1 e Che, se voglia p ernua-der.lo li fiaccia in via di parentesi 'brilla r-e agh occhi de1 mi•nis tro, che i..n1lnaprendo

di onestamente sedurre>); - e con,ch'iude: «Oprerò in guisa ch'ella non possa dubitare deI!a m ia fede per corromper la q1,1.a le 200 zecchini sono tianto quanto una pr,esa di tabacco, mentre non giocherei la s.p·eranza che ho di torna.re. a Venezia neppure per centomil a; speranza che mi da per servirla quelle forze, che senza essa non avrei».

Alfallusione ,della grazia, ,gl'lnquisitori 11ul,l,a rispondono; il Casanova per costringerli a spiegarsi, imma,gina di scdvere a.i Monti che sarà costretto a lasciar Trieste. La letteria con-• ti-ene. -del resto ta·nte notizie, che sarà me·glio riportarla 1per

esteso.

Ili.mo Sig.r Sig. r Pron Colmo

Trieste 29 luglio 1774.

Quantunque Apostati ed Acefali trovarono ques ti Ar­meni il modo di essere quì accolti-, e di aver perm"i-ssione non solo di ce'lebra re, ma anche di amminist~are i sacrra:menti a quel'li della loro nazione " ), e si' vedono •pubblicamente sedere ne ' confessiona'li nellia chi esa di S. BaS1ti ano nt ), ed a ltrove . Questa licenza l'ebbero dal vicari.o genera le i-n assenza d el vescovor il quale era resistente .al ·loro arrirvo, ·ma cessò di ess-erlo, quando la ·suprema intenden.z,a -di questa città gl i ,fece sapere, ·che avevano trovato favore alla corte di Vienna, onde bramavas,i dall'i.mpe.ratric-e medesima, che potessero quì •stabi­lirsi. Seppi ,che a V~enna fu sopra di ciò ,consulta to i l prelato dè' Dorotei '" ), consultor teologo della ,sovr,ana, che prorrun.ciò poter.si a questi, espul,si permettere il t~bero eserd:zio ,della religione nostra nel loro rito, malg:rado la loro di1rubbi1clienza a·l loro r espettivo ordinario.

Informato da me di ques,le p artkolarità D. Girolamo A~apito 1 vie-aria ,di questa diocesi nel'lo stato veneto, nre .rima-se. scandalizzato, e ,non rifiutò •di presta rsi con tutto lo zelo ,a

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LA FONDAZIONE DÈLLA .COLONIA ARMENA IN TRIESTE 359

-ren·der avve-rtifo .i.I ve.scovo -di tutto ciò, eh.e dov.e-asi da 1-u'i fa,re per porre argine a quel di più 1 che il -di lui vi:cario .gener,ale u:i) av-ea fatto a favor ·di q ues-ti mona'Ci; lo infervora.ii n-eil:l'-affare, e sotto il s i1illo -de1 più ·g-eloso sile'ntz io mi promise di opr.are; 1111&. io non fui con tento se non quando accon1s-cntì ad 1aver sopra d i ciò un -colloquio con V. S. I.Il.ma u-,1, ed a•d impe.gnar~i. d~

render conto a lei medesima di tutto ciò che foss,e per .riuscirgli di guadagnare sulla mente ·die l ve scovo, ch 'e ·gli- si lusinga ·di condurre a far ogni p,as.so di -distruggere dò, ,che con aperta vioJ.azione de' canoni viene rfoHerato, anzi permesso1 che •si facesse i.;:; ).

E gli mi confermò non solo la venaÙtà del vi.cari,o gene­

ra le, ma la di lu i inim-iiciz,ia col v.eis.covo, che i] s offr.e -per non ,~ver alt ro 1abiJe sogig-ert.to a ·sosti, tuirigli.

Nella contterenza che V. S. Il'l.ma ebbe col ·suddetto D.n A gapito ri-levò i ,di lui s-ent:imenti, e s tabilì di ricevere ~ di 'lui rapporti per iscrilto di-rettamente 1 ond'io 1ni 11a'llegDai molto idi a verle a perto un can ale, che può non poco .suppJ1!fe alfa mia ,i:n suffi.ceinza. EHa concepì i ben .ragionati modi, .co' quali di­segna i l v.eneto vicario di fa rn suscita.re i,mpedi.meThti .allta sia•m­peria di questi Armeni; se •prima n on sia loro assegnato un revisore, e di fare che il vescovo ist esso n e ·si.a il promotore, come zelante cus tode delfa pur,ità de' dogmi caltolici e de.Ila discipl1nJa -eccle·s iastica, ondse :diveni1a pericoloso il perm,e.ttere a questi espulsi il p.romul1g.are ·per via ,de' tor.ch i le loro etero­dosse dottrine. Ella udì i di lui prog•e tti di rkorrere .alle riimo­strnnze del nun zio ,apostolico, -residente l·n Vienna lj

6), alila pia

sovrana, e non disapprovò nell'estremo caso I.a vi1a di far giun­ge.re sotto agli occhi del'la me-d'e-sima una s,crittu~a, ·che s.v-e lass,e

con quanto pregiudizio della reli:gioll'e una mal initesa politica t,entasse -di far qui f,are progressi ·immagin~rj ,a1 ·commercio, per a mpliare il qua1e non fu ma i fa-! tenzion,e di .M.aria Teresa il soffrire 1 che -la religione dovesse •p,afir,e il mi-nimo ,d-etri,men,to.

Il medesimo D. A1g,a,pito foce saggiaimente riflessione 1 che

accadendo il caso, che la cort-e di Vienna abbia .a por mano in questo affare, verrà consuHata -la sup.r,e,ma intendenza idi questa cilt?t, onde sare bbe bene ·d'i aver ,aJlora pa,rzfa1e alcuno .de' consit~lie·ri; e c·iò conferma 1a proge.tta1a u~iJ.ità di •oatti:var

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l'animo ,di quel noto in quella •guisa, che ne feci a lei cenno tiella passala uHhna mia relazione.

Tale essendo lo stato presente di questo ,affare, nel quale V. S. l!1.ma si compiacque di adopra rmi, spero che non le dispiacerà, se cure mie -parBcolari -ed important-issi,me saranno per isforzarmi a1d abbandonare questo soggiorno, ·bramoso pe.rò, se Dio mi concede vita, ·di abbracciare tutte le occasioni di darle i più -convincenti segni deHa mia riconooc-enZJa. 1 e dell a incorruttibi! fede 1 con la quale ho il v aintaggio di sosctiivermi rispettosamente

Di V. S. lll.ma

P.S. L'Armeno P. Diodato col •Compagno, che giorni fa passarono a Vienna, s·i aspettano quì d-i r•i1orno nel.la ventura. settimana. Non posso render conto a V. S. Ili.ma dell'oggetto di questo loro viaggio non essendomi stato possibile il .tras1pi­n .r.lo (17

). Mi confermo con la maggiore divozione -etc.

Um,mo Div.mo Oss .mo Servitore, Giacomo Casanova.

Un'altra lettera ,d'el'l'Aga,pito, scritta ,da ·La,nòsohie il 31 luglio, ce lo mostra •a ll'opera. Dopo aver ringrazialo Monsi,eur Jacques Casanova d,i Seingast (sic) per il dono dei due primi volumi dell'Istoria delle Turbolenze della Polonia"), inloI7IIla: «Hò seminalo obbiezioni,, e tutte ll·e di fficoltà possib;Ii,. À teffiiPO s tud-iarò per r.accogliere». - Don Basilio ,non dir-ebbe meg,Ho.

Gl'lnquisitori però non intendono s borsare 200 «beHis­s-imi zecchini» .per far ,piacere al Convento d-i San LazZJa.TO r e l'Abate trova il mezzo troppo caro " ). Il Segretario sori,ve allora al Monti, 1'11 ,a,gosto, invibndolo ad animare ìl ,d'estro eà avveduto confidente ...:à tra.Uenersi costà, e ad in:te:r,essia.rsi neil'oggetto pubco (publico), che tende o •a far abortfa·.e li prog­getti di co t[est)i Padri Armeni per ridd-urJi alla neceasiòà di abbandnnare Trieste, o -di perisua1der1-i à riu.niirsi" .a questo Mon.(aste,)ro di S. Lazaro implorando perdono, o grazia, o à diviideTsi negli altri, ,che anno in altrn P.rov(in.:).e». Gl'Inqui­sHori ritengono gli A,rmeni troppo oberati per poter ,piantare e tener in lavoro una stamperia. Il confidente dovrà frova·re

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__ L_A_F_ONDAZIONE DELLA COLONIA ARMENA I_NT_:<_I!S_~~ ___ S~'.

-un espediente «per togliere i1I male ,dalla Tadice ». In compenso «può egli esser certo d'i sentire da chi se,rvo atti -di q(ue)l1a c'1e·menza1 ,ch 'è sempre, ~• loro benefid aniilmi naturale, e p ronta» ..

È unia promessa molto nebuiosa1 V1iruColata ,per ·di più alla riuscita dell 'dmpresa. A l Casanova devono es ser -caidute 'le braocia. Dopo aver -intriga.lo ·per ,seHe m-esi, ,dopo essersi espo­s to di ·persona1 ne] mom-e,n to stesso .che cr-edeva di aver •in mano il premio sospirato, ved,eva ridursi_ a nulla tut te 1e sue faHche e tutte 1.e su.e s.peran1.e ! Se 1a graz·iia •era su'bor dinata al buon esiilo delle sue pratiche, oramai non ,pote-v.a più farsi alcuna illwsione. I monaci Armeni a-vevano ottenuto la facol-tà ,di am­ministrare i sacramenti e l,a 'licenza ,di stampare. Baldanzosi -ciel 1oro trionJo, avevano abba:n•donato il contegno equivoco e qua ndo il.11 Monti ri.cordò loro «J.a via ,d e-1le swpplk·he1 per im­plorar p erdono , e grazia di poter riuni:rsi a cot(.es.t)o Mona­stero di San Lazzaro, ,ma del tuitto avversi al:l'insl!I1uazione 1

prottestarono, che più presto, ,che ·r.esfitui-rsi aHe ,pr1me sof­·ferLe .anigustie1 si assogetarebbero -di ,pa-s-sar ramingi ,e que­stuanti per il mondo, dalla quale necessità fortun atam (en)te lontani averebbero invece ,aprofitaito dell a felicità di questo imperturbato soggiorno, che loro ;resta accorda.fa dalla p,rot­tez. [io) ne, e favore -de ll'Im,peratrice Re,gina ». (27 a-go.s to).

Il Casanova a-lilora giuocò 'l 'ultima carta. In una lunga li:: l1er.a ,de"l 26 agosto dimostra che l',impi.an-to della ·stam,per ia, r-Élenuto impossibile a Vene:lrfa, e ra già sta to man dato a d e ff.eit.t o e con mode.-s-te spes·e : «I'I torchio non cost ò "loro che 125 du­cati1 ,e,d il far fondere i caratteri, che foce ro es:si me·de-sirni '°), una bagatella, ed un- uomo di robuste braccia, che s ta a l tor­chio, non cos terà loro che -dodici, o quin dici duca.ti al mrese: qu:esta legtg,era somma può facilm,ente .av~ rl'a trovata il mer~ can.t-e secolare a lienando, o -i1potecan,do una parite di quelle belle perle, che V. S. lll.ma v1de ».

Ritorna sulle proposte latte,, ribattendo che, «Senza stampa

1 senza amminis trazione spirituale 71

) dovranno ,dispe­ra ti .d1volger.si ad andar via da se .stessi, e d a tal punto •potrà

ridurli la des<tra accortezza •do,ll 'Aga,pito e l'opera del con­

sigliere».

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362 CARLO L. CURI EL

E raccoruta: «Le dfrò .anche, ,che l'unii1co mio p,ensi,ero es ­sendo quello di ben servire quelh a' qua'li questo ,affar-e pre.mef ho sparso in casa del mio parucchie·re, in que'l-la di un sarto, e .fr.a tut-te quel'le donne, delle qua}j per varie occorrenze, fre ­quento le- case, ,che quest:.i' fra-ti sono scomunicat-i1 e per con­seguenza la )oro messa non vale che per quell i, che ignorano I.a :loro scomunicazione. Questa voce si è talme,nle sparsa che Domenica una gran quantità di gente usd ·di chi,esa, quando apparve fuor della sacresti,a un 1di essi ,aipp.a,rato per celebra.re. QU"esto avvenimentor che V. S. 111.ma può aHestare, inquLetò i.a curi,a ves.covi l,e, ,ed io mal1grado i-l mio -peri.colo, faccio quanto posso per eccitar lo. Ella sa, ,che il vescovo ha dato in .aperta pettorale consunz·ione, ,sicchè è deciso che non può dur.are in vita ancora tre mesi 72

) , onde i.I vicario Ag-apito non -perderà l 'occasione di ben servi,rla all'Jntroduzione del nuovo pa­store»'" ).

Dimostrato cosi i:l proprio zelo, il Casanova, che vuol hr;arsi con onore -dal.l 'im.1presa 1 ,prima che la 1sconfrtta sia mani­festa, .a,nnunzia che non potendo in,tanto la sua -presenza r-ecar,e all'affare Il'essun-a uti lità1 ha deciso ,di ,partire, Lasciando come suo sostituto l'Aga-pilo •~ ). E rinforza le sue parole .con una volatina melod,rammalica: «V. S. Ili.ma resta dunque da me umilmente avvisata che nuna potrà :impe-dire v,e rso la metà di Settembre h mia partenza da ques ta ci1ttà ,che l'aperta sua proibizione; ma l'avverto ancora, che rkevendo io -dalia v.ene­r-a ta sua persona questa proi!bizion-e , sarò ubbidieflit-e, ma non

potrò .servirle più ,di nulla, poiché questo clima fatai a lla mia salute, il languore, l'interna affli zione, e la miS"e-ria, tutto con­c.:orrerà a farmi terminare i'infeH-c-e mia carriere, morendo fuori , ed in disgrazia ·della patria».

Gl'Inquisitori di Srtafo, sollecitali anche, dai patrizi ,pro­tettori del Casanova, si las·cia,rono comm-uov,e.re e il 3 sieHem­bre inviarono al Monti un salvacon dotto per J•l contumace, il quale do lesse, riless-e, ba-cci-olo più volte e doppo un qu.akhe spazio di concentraz(io)ne e silenzio ·p.rorup·pe -in lagrime di gioia ». Così scrive ~I Monti i,l 10, annunziandone la par,tenza in ques to stesso giorno «,per la via ,di t,erra -per ess-ere la più e,spedita e sicura »,

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LA FONDAZIONE DELLA ,COLONIA ARMENA IN TRIESTE 363

L'allontanarsi del Casanova ,decide la vittoria degli' Ar­meni. L'Agapi,to .s '.era ,dimostrato isubito in.capace di so&litufre (:i,l d·estro confidente): ; non era r ius:dto .a t rovare nella Can­e.elle-ria Vescovil'e i documenti che si riferivano a lle conoes­sioni, non aveva saputo cavare da l Cance'llier-e iniformazioni pred se1 nè trovare occasione di: ,par'lare -col' Vescovo «trop po afflitto del suo in comodo e, sempre cir.condato da moHe per­sone». (29 .agosto). E i,1 Mon1t.i deve corufe ss arsl •vinto, dando, fra le righ€, un po' di colpa a•gli Eccell,en.ti'ssLmi, che non sanno ma i venire ad una decisione. «Il viJcarfo A,gapito come res­seg11.ai con precedente s-ta tutf ora l on.tano ,.,,L e quando a ncora l',avesse rifrovato quì, nul'la averebbe potuto contropera ve col -mezzo di questo mons. vescovo, che lo taindo con la ,mo.rie riconosce vid no il S'UO te r.mi'Ile da un male, ,affabto sconosciuto, e t ,a.ggravato da una giornafi,e ra consumazione. Dal ,f,avore -del noto consigli-ere molto si averebbe potuto -sp,e·rare .in questa oeoasione, ma stato ,dii-erito di prev-enrrfo con ,Je forme, hanno potuto intanto li monaci cogh erc -H favora1bile momento ai ,loro ,disegni che non trovarono i mpe:di,ti da.1 minimo osi:t-aacolo. lo 1pe-r ciò .in aven ire non potrò es-sere ,che un: Tes·timon.io dOlen.te ,dei ioro progressi1 per aver ne a ren:de-r -conto, e -per .dipendere inisireme da qua lunque ulte rior •dirrezione che da V. S. 111.ma mi venisse adjtata ». (8 oHohre ).

Gl'lnquisitori però -insisto no p res•so H Mon ti «à continuar la -sua vigil anza ·per le ulteriori 1possibfl'i sonp.rese ),. Ma il con­sole non può più che rivelar loro, come ,i1l cons1ig1ier Ricci, ne1 qua le 1ponevano I~ ultime &peranz.e1 li abhi,a giocati. «Dietro .,:i. quanto mi s ono f.a:tto l'onore di rassiegnar:e a V. S. I1lil.ma sopra :l i <::anno ti Monad Armeni-, pos so aJg,giungere, ch'essi in questi giorni hanno ·fatta l'a ffittanza p er nove an·ni· d'un a Oasa, con picco1a Chk·sa ,contigua, e·d un pezzo di. Terra, il tu tto situa to ·ne i soborghi ,deUa Città 1 a-I p•rezzo di- ottocento Duoati a'll'a nno e con il ,pag,amen1o ant edpata (men)te eseguito di Ducati tre mfla, e .duecen:to. Il Propr.i-etario 1 e Locatore ,delJ"in~ dica to fondo fu un COnsigliere di questo Governo, nominato Pasqua le Rizzi, quel:lo s t esso, che d-i.ss-2gnav.aisi d '.i:In1Pl'eg:a.rn a ll ' impe,dimento dei d-ivis•ament-i .armeni, -1J, qua.il~ invece, .con l'addotto :aletamento1 ·ha nno saputo ,cond li:arselo -amico, -e :pa,r­l'iale.Per maggiormente conservarselo propi-zio, ~o fa.inno anche

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sperare -di -poter in bre,ve far l'assoluto acquisito dell'indicato

fondo 1 ,stato calcolato per i~ Fiorini, che forne essi confidano di ritrare ,dai frutti derl'incamminata stampe.ria, e dal l'demo­sine della pwp"ia Nazione». (22 ottobre].

La partita era ,chiusa, - Il 30 ma·ggio 1775, i P, Mechi­taristi ricevetkro i'l ,diploma -promess·o ~u): l'irnperatri1ce dichia­rava il ,loro ordine ,riconosciuto dallo Stato, essi venivano cal­catati come sudditi austriaci e rioevevano 'i'n concessione la chiesa deHa dei S.S. Martiri").

La nuova Comunità, giustamente., desse .a proprio c,apo il P, Babik, allo zelo instancabil-e, alfa tenacità, all'energia del quale tutto doveva; non però col titolo di Abate, perchè era stato deciso, ,che finchè vivesse il P. IVLe.lkonian si sarebbe detto un Capo ogni tre -anni. Poi, si sarebbero riuniti ai fra­telli di S. Lazzaro.

Dimentkavano quanto sia diHiciìe farsi perdonare una vittoria.

Se il successo rallegrò i monaci, non ra.lilentò la loro so­lerzl<::.: ape-.rsero ne-1 loro convento un seminario ed un novi­ziato, e! incor,agg-iati dal numero .dei loro connazionali, •che attratti -dai '.privile-gi 1 dalle franchigie concesse dal di;p.1oma 1

ercno venuti a stabilirsi a Trieste, e -dai proventi 1 che incomin­

ciavano a fluir loro specialmente dall'Oriente, fecero istanza perchè venisse -concesso alla Congregazione 'la tenuta dd Co­roneo1 già appartenente, ai Gesuiti 78

),

In quel tor.no di tempo arrivò a Trieste il marchese Se,r­pos. Gli Armeni, insospettiti 1 gli mise-ro aHe costol,e un «confi­dente» pei conoscere le sue intenzioni. Seppero così 1 ,che il Serpos, avendo appreso delle trattative in corso, ·era ".enuto per portar loro via il boccone, dal piatto ~1

' ). Dopo av,er is:pe­zionato i terreni e attinto informazioni, si off.er.s.e 1rnfaHi ,come

comp-ratore. Rimase ·però deluso. Gli fu risposto che i P. Me­chitarisli avevano il diritto di precedenza e la tenuta fu .anche loro ,aggiudicata per 60.000 fiorini 1 pagabili in rate 1::ri·mestra1i, liberi d',lJnteressi i tre primi anni.

Dopo tante avversità, parve ·che una crescente pros;p,erità

<le11a Colonria volesse compensare i monaci .delle triboliazioni

passate,

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LA FONDAZIONE DBLLA COLON IA AR,MENA IN TRIESTE 365

Nei 1776, la «Ces. reg. priv. Sla-mperia dei P P. Armeni M-echitaristi » p ubblicava i,l ·suo pdmo volume, l' «Esortaz'ibne e. ll'adorazione delila Madonna», in .arm.eno anfi'co, in 4° e in 8°. Non -lardò a ,d'i8tinguer si per l'esattezza dell'-esecuzione e per k· varietà ·dei tirpi 1 e prodi.J.s:s-e in buo n numero oper,e •di1 vario .(!,enere, i:n tital'i ano, te,desco , f.r.awces·e, la.tino, ar,meno e .greco 80 ).

Il convento divenne ·proprietà -de-Ila Congregazione e i ,suoi pos~ ·sedim C'11ti si es tesero semp.re più 81 } .

Nel 1801 Pio VI! «voi-endo rimttnemr e fa fa.nii•glia Babi,ck del cli le i zelo verso -la Santa Sede ApostoHca>> 82), creò iT P , Adeodato Vescovo d'ella Chie·s a oatriarcale di E cimia1,in e i fr.ateJ-1,i Giovanni, Raffaele e Stef; no con la loro discendenza, marche.si, Due anni d·opo i1 P. Babik veniva nom'im1ato Aba-te ge.ner,al-e ,e ava nzava ad ardv escovo.

Improvvisamente 'lia forih.ma cangiò, In Ori-ente i-n·cominciarono ile ·persecu zioni .contro g,li Ar­

meni: quelli che si ri:fiutavano ·di passan:~ ,a•J.l a confossione sci­smat·iica, venivano arresta'ti. Sebbene lontana1 anche .J.a Coloni1 di Trieste fu coLpita; anzi, s·2mbrò quasi fo sse presa partico­larmente cli mira. Una bar.rie,ra d·i prroibiz.i-oni .s'i:nnalzò fra questo Porto franco e la capi-balie ottomana : p roi'bi·to d 'andar-e a Trieste sia per negozil1 sfa p.er studio ; proibite 1e -spedizioni

1di dan.aro; ~l -commercio stesso ostacolato in tutti i modi. I paidri me-chita r,is'fi videro --con spavento ·s•tagn.aTSi Ta sor­

gen te p riin1cipale del,le 1loro reo.dite. Ben presto si trovarono 11 e1l'i,mpossibiJità di so d'di,sfare ai loro i'mpe,gni. Chies ero dilia­zioni, pr.e senitarono supp1fohe e r icorsi, ·perchè cess-assero le ostilHà che min acciavano i loro più vit:ali inter,essi.: non furono r.: sco1 tati, nè -diede risultato -a·k uno 1l'jnterven-to d-e.I:l 'a-mbascia. tore austriaco 83

).

I debiti frattanto1 in grossati ince-ssanieme nte dagli i1nrle• ressi, s 'era-no moltipHcati -e mi,na'c-davano già 'l'-esistenza diella Congregazione, quan<lo vennero gli ·avveniimenti poli~id a .d'are il tracollo. Col trattalo di Schonbrunn (14 otl. 1809). Trieste pa:ssò sotto i1 dominio napoleonico, Il ,diploma d,i Mcui!a Te­res.a1 che tanti benefici aveva .a pport,ai:o iaglli A rmeni , divenne loro fun-e·sto. Mentre i monaci di S, Lazz-a ro ·continuav-a-no a godere dei loro diritti come sud-diti ottomani, q uel li di Trfosle 1

come austTiad, si trovarono a.Ha merci del vinci.tare. E la Con-

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gre,gazione. dovette provarilo ta,nto più dolorosamen.f.e,, i,n ,quan1to che i ,suoi avviersari non taridarono ad ,ap-profi't.tare de.I mo­mento opportuno.

All'A·mbasdata di Fr,ancia in Costaniti1nopoli si presentò come creditore princi-pa'Ie un ta,l Giorgio Duvat Non era che un prestanome: altri, in silenzio, avevano saputo riunire ndle loro mani quasi tutte le -cambiali detla Congregazione, ·priinci­palmente per opera - a quanto si diceva - d'un fratello -del Serpos, residente a Costant1nopo1i.

Vedendo Che ogni protesfo riusciva vanra, il ve-cchio Abate g-enerale si recò ,a Miilano sul prindpio de'.l 1810, per ch'ied€re 'la protezione del Vicerè 1d"ItaJia Beauharnais; ma nulla potè oUenerer all'infuori d'un passaporto .senz'itirnerario pi;escritto. Ne •approfittò per recarsi a Vienna, dove giunse assi.eme a,l suo procuratore ,P,e-n2rale, P. Aristace 8

~), il 10 ottobre 85).

Nofizie ,desalanfi lo raggiunsero: in ass·enza del P. Babik tutti i possessi mobili e immobili del.la Con,gregazione erano stati venduti al'l'asta pubblica il 10 novembre e comperati d,alfo stesso Duval al disotito de-1 prezzo dì stiJma, che in .segUi~o a'l deprezzamento degli ,stabili, fu di soli F. 31004 e 48 .soL<l> "").

PerChè la rovina fosse .completa, la Corngre,gazionie venne sciolta 87

). I religiosi ·si ,dispersero. Alcuni .andarono a ra1ggLun­gere :iJI loro Abate a Vienna, dove ebbero il conforto d'una benevole accoglienza. Frances:co I, con un or,dine di, gab1netto del 5 dee. 1810, concesse loro iii v,ecchio convento ,dei Cappuc­cini «am Platzl» e il permesso d'erigere una •stam;peria. Alcuni amici di Trieste, avevano potuto salv.are Le macchine e i tiipi1 e q-uesti1 per la ·seconda volta, aiutarono la Congre,giazione a ri­sorgere a v.ita novella,

I P. Mech-itaristi tornarono in -seguito, ,a divene riprese, a Trieste, ma la loro sede rimase ed ·è tuttora a Vi,enn:a.

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NOTE

') P . K ANDLER, Emporio e Portolranco di Triesfr , Uoy·d, T ries·tc 1864, pp , 195-198,

! ) J. C ASANOVA DE S~INGALT, M ém oires, Ed . flamanar,i.on, Pads, VI. pp. 413 ..: se-gg. S.rev-emen·t-e aoce,mai alla ~~ione <l-e i .P. J-11:echifad,sti •i-n Tri este set( ecenlesca, Sa,ndron, ,Palerm o 1922, pp. 146-149.

~) Nacque a Se.has-L-c (Ar~ nia M-in,ore) il 17 febbra,i-o 1676. C fr.

P. MINAS DR. NUR!KHAN, li se ,-vo di Dio Abate Mechi tar, Roma-Venezia 191'1 . 4) Di ques.ba Mem oria pa-d a :it Ca,s anova ·nd ia sua .JfZUer,a 1più -innan,.i

cifata d <e"l 6 ma-ggio 1774.

:,) Interrogatorio, Vicn,na, A·rc·h. Mi,n'is,t. di flmmz·a, Fa s:c. 5240, Lit,

Comm. 25/1.

~) Memoria ci-t.

') Giovanni Br.agad i,n, nafo ·Il 21 a,g-osfo 1699 , -c k Ho Pa,lri-aroa H 13 ,nav. 1758.

6) Ve.nczia, Arch. d-i Stato, B. 538.

11 ) Cristl)folo d,e' Cris.tofol i, i:l famo;,,o «fan te doe<i Ca-i». 10) lnlerrogaforio cil. - D. Qu-a!•i .0000 sL-a,t i I-i ·p-ad·ri che i'ff ta•le i-n •

' Co.rnlr.o si son.o 1cl.ii.c.hiarnti in fo..vor dell'Abb,a,l·e ? - R . Nel plinc.:iip'io· ,n,~s,stin o, lutti -e m-no contro di&poti.sm-o -deJ>ororo l'A-bbate con ,p,lurruli~à de vo.bti, trè soli P. Abba,l-e tirò a sè i-1 Procurator Spen.d:ii.tor, e .suo Aig iutant•e per,Cihl:: de.posto ,c he fosS\? sfaHo l'Abba1t:e qu-es.t•i an c'he -sa1rebbero rl:rti t:enu t i alfora à -rE."'1l.d~r ronfo -a1fo Comu:nH-à :de' 1-0TO ma·n:e1hfi' ,d:j moH'-all'fl,-i fl che ml i sct.rebbero sfa.ti in grad-0 dii farlo . (/vi, pu nto 18).

1J) Joann-e s Bragade nu-s M:i iie Di-v~n,a P.a•lha, Ve-oe-ti.amor.um Dal•tllll ­tiq ue P.rimas &c. Dikcfo Nohis in Cto P. St-ep'ha,oo -M elchio:ni Abba1li -Con • gr€ga lionis et Mona.s. ler,ij.s S. ·Laz.a·ri Mo-nachorum -Mec-h-i1tari-s l-al"llm Ordinis S. Amton~ j Abba tis, ie t u.niversis, ,ad q uo-s E 0 s,a,lu't-em ·i,n Domi•no.

Vobis omnibus, ·d siniguli-s s i1;n'ifi,c a mus , -qua.Ji1ter -a.M.e•rdia mial itiosa per-tinada, in qua non -obsta.n t:ibus Pa-terni-s adh.ort-at·ionfous, monlllionlibus censuris, e.t poe,n,is .:Ham a N obis ,i:nflicti.s Sace r!d,os Deodalws Bahigh a d .h11.tc ,per.reve.rat cum evidenti secLuobi-one coe·teroru m suptl:i. Ceinob.i j Mooo.chor-u.ro ,

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358 NOTE - - --·------------• --·-

ac totius Congrcg,ati'On-e et M-onaskrio absdlu te -d·e.p·ea1lendum fo rc, et e-sse -decre-vimus , ac ded arav'imus. Quoci-rca Pa tern~ tat i Vesil-ra e •t,eno1t rp resen­tium mandam u~, qua-temus ha Nostr-a cum Vobts pcrveneiin{ 1il'lico, nuLlaq ue •inter jecta mora, p:raeno mi niatum Deod,a,tum B.a:bi1gh, Re1~'1g·i-O!n-i-s Habitum <leponere, i,l·lumq,u,e S.a>ceid:o tis .Sa.;;:.C1J.laris Na tfo,niis Armen,ae i:niduerc ifacia­

t'iis, •e-t -a Congrcga·t'ione ia,c Monasiterio suJ)tis .::i.bsoh1t~ &epell atiis ,cundem sJ,c, ,u,t praefer-t ur e jectum, a Mi•S'sa•rum ce·Jebral-ion.c .sus,penasu m decJ.a ra n~ i.s donec, -et Q'!.1-0-usq ue de Op-porlu!llo reme,cf..i o IJ)'ro priae -con-sci-e n t i-ae, .nec non

·d-e legit.imo p1-t,ri•monio ahove T1ilfu lo per qu em de jure u f. r ccog.uoscendo, et admi-tt2ndo prOVi,sus foerd1. et 'i:ta D. G. rn'On •s·olum pra:cmis,so, ,et d omn-i ali,o meTi·ori modo. E.o d e qu,on1:m fide:m.

Datum Ven-e'tij•s ex •P,a,aJi . PakrHo die 16 Ms. Maji 1773.

S. P3. triarch. Venetfar. F r-a11<c iscu,s F.ra!Jlceschci,n~ G. U. D, Ca:n-cea. P a·Lri.

n ) P. Mina,s (Manasse ) Ga-5ip,aria'tl., nato .aid A,rtwin {Geor.gfa ) tl'l 19 novembre 1733; ricev.et:t:e glij ,or:di,ni ne11756. M:a,e sitro e Lc.t.tiore ne'! ,convento di S. Lazza-ro. P . Adle·dda to Bahi,kiian, de.Ho p·iù comu-n-'2f!Tl en!.e Deo<lat,o Babik

o Babich , dc,ttiore ,i,n teo·loJi-a. Nato i,1 5 -a go·s,lo 1738 a d l•spa1hrain, iprcse gli o rdini 0:1 15 ·n-0vembTe 1761. Era let i:ore a S. La,z.z.arn. Nel Diario ,i.nedi-to ·d·ei Conte Zin zendorf c'è q uest,a ,noba -che ;lo r,ig.uarda: «1 6 -seititeimbre 1777. A-p.r~s m idi Ri cci m'amena l'armenien ·Babich 91.ii -a v,ec•u 24 ans a ux J.m:l.,e,s ,Oni.e.n­tales. qui .:i_ g.agné à Londres un ,pr.ocès cont1re La Comp.e &es Indes ,q,ui -a J'aiilr fout an,glois, 1de son p,mcès il esrl: ,parUé -d,ans llhi,sfo il'e ·C'.lv1Ue du Henigale».

13) lnquisifori di Staio, Annolozioni, B. 538, 1773 1. ,gi u.g.no; -v. ,p-ure

26 sctt. delJ.!Lo -stesso an no. 14

) «En,vamo ,uniti tULli :i .saC'erdoti 12 -Capii•tQliaristi a"l,lor esiisten.Jti in Venezia 9 Chierici dinr;s.i Lafoi ,noV'ici di •ven-ir ,tutti a Tri e,ste per far k1 stabil~men to quì facend o l'ii s,te-s,s:i. hmciione o'he fac erv,amo -a Venezia». Inter­rogai. dtarto , punto 15,

1~ ) Dkhiarn:z·ibne dii Gi o:vann.i A!"'ima:n, -cltf'at.o armeno, G io.vain-n:i- Zac­

caria e Gi.or.gio SaTa.ff. Vie nna , Ar-chivio ,d--i F ~na,nza, Lii. Commerz . .f.a.s-c. 5240, 33 ex Xbl'i 1773.

a) Gio~rurun'i BaOi:k, eh~ p·oco ,dopo 1s,i -sfabilì -a T,r.ies te -come «neg.o­zia n,t•e di Borsa», Urui!tosi a l :frat-e"llo :formò .!,a <l i't:t.a Gi'ova'tln i R,a ff.aei-e Babich & Co, che aveva gli. u ffi ci ,in •Piazza S. Gio:van-ni, ,al -N. 836 (,ca·sa Ro·9.se"l1tfi ) e che c--ommericiav-a ,specia-knente i,n rosoJ:i. 1-.n -s-egu"ifo .vi -assoc iò 'i -figa•t Angelo e Pici.ro e la dilla s,i chfamò ·Gio,va•non~i Babtch, fi,g:Ti & Co. - Triester lns[anz­u. Titular Schematismus 1793 ; Beschre-ibung dà Handilung.

17 ) Conte Antonio f e,r,d"inan:do He,rliensie,in, n. a Vi~nna i1\ 30 dii:c.

1725, wadjufore del-la prepositura d'i E-is1!arn, nomin.a.to vescovo d'i. T,niesh?'

•il 20 Lug lio 1760 e -conlenmalto :ili 6 .ap ni.lJ.e 1761, p.reso p ossesso ,j-J 14 f-ebb r. 1762. ,Morì il 2 dicembr~ t 774 e venn-e -se.polito .ne.I ·curo d ie.11-a Cart.tedtrailie.

1t1 J Rerna•I'd:i,no On.orart.1 , naJt.o 0.n J ,e:;,j il 17 !UJg.J,io 1724, a•rcii.v-eswvo

di Sida, cardinale 1daiJ. 23 .g-iug-no 1777.

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NOTE 369

1~ } lnforr ogaforio cR Si -no ti c·he ,ciò -cor1r.i..s,ponde ,al punito 26 degli

Slat,ufi degli In.quis-i.iori, !PubbHcati cFa.l Daru (Hi sloire de Venise, Brux~les, H:138, li. p. 339) e ,calco laléi ~pocri'fi. «S i rquiell.qu e ouv rier 1rnn,sporit.era en pay$ éitra~-er un iarl '3.1.l d ét-rimen t :de la -rep·ubl:iqrwe , il lui •sera -enwoyé ordre -cl-e r eve•,ii'T, s·,·t n',obél'l -p,a:s, on -meiH-ria en :pr.i$i)[l -J.es !pcrson!fle-s qui foi" awar­tienmcrl't de p1us ,près ... Si, m a,l gré l'em:pr.is 01nln,e,merut ,d:e ,ses •p.a ron,s, 1i,t 1p-ersis t.c à voul'Oi-r ,demet.trer idhez •I'é-tronger, on p;riendr.a d.es mesures -p:our le lfaj,re ·tuer oll !J~ ,se ,tr.ourero, ,et ap·rès .;;a ·mort , .-.e-s parenls s-eron•t mis en ,liiber té, T,ous le s ambas,sad0ur,s , ·résti<l enlt,s ou consul's e,n pay,s éiram.g-ers, ,seront i:enus :die .dorl'fler ,a-vis -au -LT-i'buna!l •dle toultes 'les ,nouvea!U'(és quri pouna=i:e.n-t étre pré j'U'diidables à la ·repuhl:i'q·u,e» ,

WJ V 1-l-enti-rro ,d-e MoHOOt'.i. a,genle del Comu.ne .di Trieste md 1748 (KANDLER, Codice di plomatico ), divtenne. in se-gu'itl-0 refere n,l,:: ?n affrari ec­

ol-eS'ia s~ici e ,pres'ildé'•n,le <le'l Tdbuna-le M.er oan,t~lie. Nel 1772 .o ttcnn,e 'i'l ·filtoio -nobilia re. (Arc-h. d-e!l Mi,nii•s,ter.o d-ell'Interno, Vien.n-a, Protocollo della Car­niola, 14 rago<rlo). Lmrp.l,foafo ,n-e l f,allimeirubo dei\ M,ontie d-i ,Pie'l•à, venne s<oslpe-:;,J

ab officio et salario -~r «frascu r.an.z.e d',ulf.fioi-0 (Amts.ver,rua,c'h'liis.sJgun·ge-n )·-> (l. c. D~creto 'mlrp-er. del 21 .marzo 1774; Intendenza personale 21 apri-le, 21 e 31 ma,gg,io 1774, Hof- Ha.u.s - ru. Sfa,a;tsiarroh. Affi del Consiglio di Stafo N. 592, 866, 11 48., 1152, 1599, 2548. Cf.r. C. L. CURIEL, Trieste Seltecen­tesca, p. 160). Ma il .suo zJI:o e k ,sua aHLv,lrbà \,o aiuta-ro.no a superare h ,c,d,si. Otten-ne .i!l -j>.'J·st.o di -consig,liere a l Tr.ibuoo.-le d'Appe-Ho .dli K:la,gen'fur-t e fu nomi·nrr,to con-stiigU.e.r,e <l:i sta•to e membro .del Gra.n Coms~g-lii,o dei P.a·tri-zi d'i T,nie.st~. Faceiva p-a-rt-e delil•a Ac-ca!cLemia ·dJe.gli Anca.d i S.o-n:t-ia-d -e con:trilbuì aiP l-a f.ondaz.K>ne d-ella Bibliolooa ,d:i Trieste. ·Morì ij•] 26 -rebhr-aio 1800 :i'" et .i d,j 86 arllil'i. L'Osservatore Triestino p,u·bHI1cò •11 suo n-ecroJo.gfo (7 -ma·rzo 1600, p. 339)

:n ) È l'in;lerrog.aforio ,pitì .v-cHe òt.a:to; ,consta ldli 37 queshon.-ì. J:l Mo­desti, ass-i•eme ,:i.d AJlessandro :de ScheH e. a-11',a•ttUJa:ri<o Anlc1~iello Fe1'ilce. de Fir-&.ncc'l-s))ITg, faceva par,lie del'la Commi-sision.e d-elte Cause ,pie. (M-s. jENNER,

Clero Religioso p. 206).

~' ) ..: U Oeor~ c01manda di scacci,i-r H Roellli'giiios.i drue -da:Ua Congr.0ga­zione se J'ordfoe Mona,s,tfoo ap,p rnvia. to ~'tl1J.a Chiesa -!rl•rafar uno -riser<Va-to so.Io al P,onteiice ,n,on à ,P~briirohi. ,s·e semp-1-i'ce Cong,r-ega·clione. puo-1 ma,ndar vfa ,cki! Con'V'e-nfo cnon da1la C'Oln•grega-cion-e oehe ha,run.lO .a11tti: Con-ven1i iu Diocesi ahena or.d:1na .s,p01gld,ttr ,d0H',ab:v't,o menbr'? qu:esi:i: non harmo 'i'a-b ito d'-una Re-1-igiruu~ app-r<>V"a'La, onde .r-esl-a rin liliilt-0 ILor,o di ip·ortar quel ,ahilto che vogliono .sioehè 11 Doc-reoto ma,nca :in ,tutti I-i suoi prilf'llcilpnj». (/nlerl'oJ1atorio,

J)UJ]jlO 31}. 23} Le'i.-tera del Vescovo aff J.n·tenrd-en!zil Comm., d·. d. 20 agosto 1773.

V-ienn.i., Arch. com. :d-el M~n:i,s'iern d,:i Fina·nz,a, Lit. Comm. Fase, 5240.

~4 ) I.' Intendem:a at -C-o:ns-iglio Coananercia1le AiU.l~co. I. cii.

~~) Ar-c-h, com, .del MinJi stero di Hn,arn.za, I. cii.

!•J Marco tlc .Mon,t.i·, dopu -av er sel"Wto rper 33 anni neH'eserc~1tio d:e lla Serenissima, fu nomina,l-o console p rO<v<visorio 1in T:rioeste. 11I diploma ,oonso-

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370 NOTE

lla•re, steso a Ve nez.ia 1-4 25 selt-em.b re 176'2 e •ooniferm ato oeon ces. orzf! . exe­

quatur .del 22 marzo 1763, ven ne ,prnlunga,to da ,ci:nql1e in cinqu-e ,;,1•n.n i Ii.no ,a·llla sua morte , avven u-L:t il 5 giugno 1782. In qu ei im om enltli. di 1lcn is,i one

-pc1 iti.co-.commerd a le d:i,most rò molto ta,t,lo e molta d•iploma:ài,a e si sepp<! conqu:is,lare h genera.I.i -simpatie. [C fr. CURIEL, T1 -ic sfe S C'tieuntesca 1p. 293) .

~7J A ntonio A n:mibffl e de Gl·ul ia ni, narto a.l 10 .s-e Hemb:r.c 1707, ,ca,n10,n.i,c: o

1dal 1737, sr.olaS!l.iico e Vica·r-io Gene r:i\le ,d,a.1 1744; P,ro-lo notari.o .aposl,ol:i,~o da l 1748; q,u,in•dJ ,dal 1782 Ard diacono e Vi car'J.O gz.n,e r afo .dcl.\a Diocesi e Ca,t t.ed-rale dli S. G i:ust,o . Morì il 28 o,t,f.c·bre 1782, d 'anni 85. Un ,suo .ritr·a l·t o ·a pa.s-iello •si fr.ova .ne!la sa,greslii-a .dei ca nonici a S-an G iust·o.

~8) Venezia, Arch . di .Sta to , Inquisito ri di Staio, Dispacci d"el Co.n­·so'lc in Trieste, B. 517.

~~ } Venexia, A r·ch. d,i St.:1.to, [ nqllisilori di Staio, L0tler-e a-1 ·Conso le

d i T rie s-t~ B 181.

30 ) A ccanto a.Ifa -lor d ,ic-sa , ,de tl1a di S. Marfa Mag,g.iore, ·i gc.sui,t"i .a·ve­•Vct-no un co\;Je,gio ,ed u,:, s-emin-ari·o, pr-o~p-.!" lta,n'ti su-l'te vi e oM da loro 1p,ries,erv

nome; ,dopo la isopp!'essi cme dell',o r d in e [31 set te mbre 1773) d •col legiio ven.n e

r'fdortto a caserma, po-i a e-a ree-re ori:min a l'Z . - La casa ve-s c-ov.iJ.e, piooo d i­slain·te d:a.lJa ca t-tedra·le (wia del Cast"2"l!o N. 2) fu t·ras.fontnai.'a poi in -nO'S'O· ,comio [ 1 785).

31} Firmat-o: K5rni"gs½minn, Schi:irffonberg, Ricci, SC"he,1.1 , Mod e.s:t-i. -

(Vienna, A rc,h. com. del Mi,nisl'e ro di F-i•mm.za, Lii. Comm . F a1 s-c. 5240) . 3 2

) Ex,tr aotu,s P ro to co'Hi -Cons-ili comme rc.i,a1Li a ul'iic.i . ,M.c 29 Nov. 1773. - Arc-h. com. di Fi.na.nza, F,as,c. 5240, 33.

33} G ior gio S a-ra ff . ,naHvo d 'Ed-essa, ,era ,direttore d-eJl.a Co:mp:11,g n·i;n Comme-rciale d'Egitto, Seaonio un co.dk::e ,arme no, ~ià d'e ll a Ccxrn-l1lllij,~à di

Trieste ed -ora ,nel,l 'ar chi,v.i<1 d e-i P . ,Me-c hii ta:ri,sti id i Vienna (.n. 454), ·il Sa·raff er,a ,a. romog,hla:t,o con B rittilda J a•siéi Melkon.iain -da An gora e .morì .,,neiJll.a .s-u .. ,v!iJle :f! 29 settembre 1782, nel:l'appar-2sn te età ,d:i 63 a.nn,i». - L',&tu:to d .?,.}

Sa-raH de-v'esser s t-afo p iù m.or-ak ,che finanzi a•ri"o, perc'he fa :C om,pa,g,nia -d'E­gitto 1p enc·dlava ·e 1-1 :i.UO ·d-i,retior.e non ,poteva piagar-e •un suo debito ver,so l·c1 Compagnia di Assicuraz ione [Vieinna, I·fou s- H o·f- u1n,d S ta:a!sar,c hi•v, Reg . 1772, N. 3034). Dovel.le •rin,unci,are ia.1! ,p·a.lche t-lo .in Tea,tro , «·e-9Se,r!,do nolO<r-i,a~

men te un pover-o uom o». (Arnh. d i S tato, Tri,es.f.e , Teatro 1780, lll. 393_}.

L'Os servatore Triestino kle l 29 .lu~l-i o 1786 annund aiva ra-per•fo r,a d·i concon,o su1Je di lu,i ,sostanz.e.

34] GH ,a rmeni posse.deva.no un ,coovenfo .2;1d E-hsaibefopioJ i; la ,dttà

stessa venne fonid,ata •nel 1761 d,a ,armeni immigrnti n-e.J.l a T r,a nsHv,ani,a. A Pe-terva.rad-ino •a.veva no una r esikl.-enza .

3"J Cirou'l. a,:i die J.. an<l er St att,en : «Es wir.d er i,mne'l"t. 1d:as kU-n'f,lighi_'n -a. ller nex '.l s -der -in dc,n E rbllaintler ,g-el eg.ene K1 6.ster nJ/i,t au s,wi:i.'f'l ig.en P,no ­

vinz~n , un'd vicevers1 1der 1d'iisla n.dl~ge n -mll-t f-remlde n Ot1dern.<Shii,us0r,n -g atld lWh au'fgehobe,n s e y. 14 Mar tij 772-,,, - Vienna , A•rCh . .cl-e.I Mim,?st-cro <l e \'l 'I.nt em o.

Protocollo della Carniola 1772, p. 73.

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NOTE 371

3 6) « 1773, 26 seth:•mbre. M ona·ci Anmen'i cli S. Laz.ano ,a:moni~ii. di ,ese ­

gu ire ,l'ordi·nanza 'f.k -1 .Prutr'i,a,r c.a». - Ar.ch. -dd. .Stafo, Inquisitori, Annof'J.­zioni (B. 538).

:r, ) J akahd jan He.nmeHa n n,acque ·nie.l 1706 a Ju.Ua. A q uanto sembra, si recò a Venezia i.t!!'lcor .g,iov:o.neH-o in .compa:~1n,i,a d 'un s1wo p.a:r,enlte, ·Li ,conte P~ro H e-rm.e-t ian, e •Si -dedli(;'ò a llo sfo'dio ;d-e l-1-a ,m,edkina, iprend,e.n-d'O .f.a la:wr,hl a -Padiova. Nel 1729 ,entrò al ,s-ervh,io dello $.cLà ,di. Persia Thama.s; 'ci:inror ò quindi: g'.la.lc:ihe •f,e,mip o a Ba-s:so ria pe·r tornare poi a Veniez-i,a (1 0 .g,~ug,ll!O 1765) co.l ,figdfo P i.e-tiro, che .:i.Hitlò ai -P. M«h ~la,ri sJ:11, q-ua:n.doo -rà lornò a Bas,so.ra , p ro­bab ilmrernite iper m :d:i nare :i .suoi aff a'!'i. l'l 4 ,mar,z-o 1774 è nu'OIVameo.te ,a V,z­,n..,·.1.ia. Il 28 apxH-c 1772 ,era si\a,l,o -n.om~ruafo m,e di1c..o .d'eltla Con1gr-e·g,az:ioltle, 1wn do laiionc speda.le. E~i si -OOC111p,a va ,s-peOialmenle d:i. fa{Iloc'hum:ica e fornc pe r-ciò pa~ava per ,a.khitrl1'i•s,l-a . Neill'Arcbiv•io dei P. Me.chi tari~tir .dli V~en.na

es,i s-t.e urn.i sua le·Hera, ne:Jlia qu1a1e egli raccomanda a1licuni lllle'dik:amen li· al P. Darvli.d Utsahka:rdasciam (12 ;J,u-~100 1177). Ve.rso TI 1780 -sii t ra.slfoe-r ì ,con la famliig,li:a a T-r-ies-t,e e q,uiv.i mo,rì 1,1 9 oov,emibr.e 1786. Un fiig:lio, -Gr,egorio , si .s tabLl ì a T;rieste come ne-goz:iaifote e l'a:1ho, ,Pdelm, come :dotiLore Ull1 medli-cina, e oome Il pad-re fu me dico idenl,a Congrcg,az.ion~ Armena. Pie-Lno -ebbe -tre fiig.I,i : l'-Lrlt•imo nacque -tre :gfornii ,prilm,a <:he 15:j ,comrp:i.ss.e <il 250 .arnntiiver'S-aT.ito

della m-0rt-e dc'l •nonno .e ,si ·ne•s·e i,m:lJim:e-niticabl le nceHa ·storia ·cLi T,rie.st,e -siotfo aU 'lbOtne d·i f.r.anccs-co Henme'l (Gfr. ,g:lii a.r-Liico.Li Dr. J akobdjan Hermetian e

Dr. Pietro Hermefian ·del k:lr. Wahnm Torkomian neL11a Hande s Amsorya [·r,ivi,sfa ~nsi le 1!-?-tterarli10-,filloloi~!'ica carmena) Vie,n,na 1904, pp . 133-·139, 2 13-216).

a8 ) P. Da·v1d P,o g1hos.s:ian (di Paolo) :die Uo Utschkardascian, ,ciò ,dhe in Lttrco sii.gni<fka T,.e fra telli. Na-to ,a C O'S't•aniti1n op,oli' ;iJ 15 settembre 1738, enhò .ne.gli ord,i'Il,j H 15 nov-e-mbre 1761 .e morì il 16 n dv-em'bre t 779 ,a T-rliles t-e { Co­di ce N, 454).

:i:o) Par-tic-o'ial'li '<lov-uti al'La. cort.e.sia ·de:l -oompia,nto Mons. dir. G. Ka­:lemldar, diretfore ddla ,tbpog:l'a fia del:J.;,. Congrega.zio.ne Moeo.lriitruii-sta di

V,i'C ntn,a; l e •lrnduz,i10n-i daJ11':ail'meno .son-o Klell'enudito P. ,fil. Akilini,an, hiib lio-1tecari o, ·i.] quale mi f.ornì ·alfresì •mol'te in teoroosam;hi mo~izlie.

40 ) Il Ca-sa.nova pa:rla <lii ,ques1.-e sue rprr,e;s,tazioni :ne,g:li u'lthni •capitoH .~i •su-oi «Mémoiirns» , ma come ·deHo, :in modo p,oc-0 -e.sa'bto, speoialmenJte per -quélJil,tO rlguar'da .J.a ,cronologii,a: ~I~ .pone, alci. ,esempio, ~I ~uo -i ffire rV10I1fo ne l-!,a questtilQilJe ,d,e,~H A11mre ni "MH'estate 1773. - Cf.r. C. L, C URIEL, Trìesle setfecenfesca, .pp. 140~160.

~1

) Joachimb Hiroc.fl.el, one:goz.ianrte in teJ.c r'ie e diire t-liore d el Banèo d'Assicuraziorii e Cambi Marittimi, possed1e,va parecchi sbab'11,i, foa i qUJali ,un pal,azzo nel Corso ~ la ca.s-a id,omieni.oa'le •nieJlla contrada di Vienna N. 65~. -La c~sa, 1:.1 Ha cp1.tadie acoen.na ìl Casa.n-0v-a, era ISi-tuata :dir i'fl1tPelrto -a qureHa ,pos~ seduta da.\ Ric ci rn-ella Contrada de' S arili Martiri . Quest'ulU.ma fu a,cqui­st-a ta da-gli Armeni ,nd 1777, nQ!l w:d 1773 come scrisseno iii J enner, ;jij Ka,n­die r ed alt-ri. L'a lt-o di v-ernlutt.a, che ,~r-o,va'l ,a Vfonna , .neH'Arehiv io ·del Mlfrri­•stero dell'Interno, fra g,l~ Atti d ella Congregazione Mechilarisfica, ,dilc~:

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312 NOTE

«Nd nome d:el Si,g,r.e Amen. L'ainno dell' umana Sa,lute 1777. J.nd . e rom.a 10mo -gi:orno ,di S~hafo ·\Q -sei 7hre, ,fotto U.n T,r,ies-t-e netJ.a ,p.re9enfanea abita­zione del l' Ill.o Si,g.r B,tr. ,Co!l•Sig:I.i.ere -de R~ui '.lle!lla CiHà IJliUO.v·a ,in Ca-sa sopra la fabrica :d~ Roso-ti dee:! Nob. H. Ant. .R1os~ c,lt•i ,de Soan·d'Or, ,pubb-11:iJCa to u•lla pres1::nz.a daHi Sig. Giorgfo Sa·raff ;e Giu.seppe R ossi, ·teS'ti:moni.. Es-sen!d,o che la Vend. Con.gregaz ione Mechiit.ari.sta Anmena e :per es·so Ii -suoi R e,li­g:io~i stabi\i·ti in Trieste te.n~~se.ro .in affitto semplice ila Cas.a de ll'l.lLmo Si~. Co-osi.Cg},iere B::1.rone de Ri,c-Oi, si.t!u.:,,ta nella Con trada 1de' Sa,nbi Ma,rtiiri ·att-acoo la Chie.;,a di que·sfo nom e, .n,e:llla qual Casa es·se P:.11d,,ri hanno .cosiHliui't-o i! foro iJ) rovi-siona1le MonaSitico -a l'ber.g.o, com'è notorjo, .co:si -in oggi -sono .coniv.enuti et aocodati -:al de-tfo Consi,gHere .di comprar~ ess-i per d,etta Con,g,r,e,gn­zione ... la Casa ;;eg,nata N. 603, un ·cor t,ile grande, umo p.i.c,c ofo. un -orto et un ,g-iar'ldino, il luU.o isiolato e circ-on•da-to da Stra-de Puh1iic,he -per il ,prez.o d i fiorini Alemani 16320,,.

n) S~ ,l·rnUa ,di Giov-a-nin~ Bahiik, ri;l •q,uale aveva i-n moglii-e u,na tail Osanna Pu·sd~kenz d,a JuHa. Una deJlle sore:He di Giova-nini, Mi-r-iSJm, ,s-i ma­r>itò ,p iù tar,di a•d A,ndrni'k G,mr,gja,n (A1iidrea d-'i ù.ior.gio? ): -1'-alitna a .c,er,to

K1i.ssov,i,Oh . (Registro dei morti 1774-1810; •cop.ia ne-.1.}'.ar.Ch . .d-ei P. ,Meclhitari,sli di Vi0nna).

43) Ven~ziia, Arch. -di Stai.o, In quisitori di Staio, kt-te.ne id-el Con-siole

•in T,rieste, B. 517; Le-Here al Cotl!soie in T.ries-te, B. 181.

~") Le «c•af'lie -la•tfoe» .contein'evian,o :pr-obab ~lm e.n!le Ila nana~1lon-e d te'i f.aHi, firmata da nove padri , a.Ma quale poi ,f.u:rono ,ag,·gtirt1JnaUi i ,se;guenti alle­g-a-H: una .dichiarazione d1el ·P. ,Pa,o'1o Mehe r arrch-e pe r i -PJP, Zaocaroia AILexan e Gregorio P?t1"-osiian «q ui ,mod:o deguinlt V,i!Ja,m .in ,fiesso »; una ,g!usEfica­zione riguardante !a -de,posiiz.ione .ddl'Abate; un -aHes'tafo «R. ,P. Dedda-t,um Babi:gh J -u.Uensem l:!sse Sacerdote,rn»; un •alho :e:gua:le a nome MeI11rua Gas,pa:r. - Una cop~a ,di ques-t:i documenti .f.u man<la,La a Vienrnia .a,,ssieme ,aU,a Sup­plica. - Vienna A,rch. com. idi F:ion-ainza , fase. 5240, Lit. Comm erz. 33 -ex Xbni 1773.

«II Vescov.o di Ca,paidoccia rin Cesarea, Armeno Sengiio, ,ni-vO'CÒ ~in ,Li­vor n.o .Il s:io tes lamenlo liin -vece di la.ssiar à S. Lazz.a-ro ... Ja-9ciò .a lila C-biesa Armena di Livorno» , Promemoria ci,l, (B. 517).

-nJ Q.ues la dttà ·s i di-stinse -n-e.lll'arte ti.pog..-afica tfiino ,dali 1Pnim orld1i ·cbcll.!1-a s-la.mpa.

46) I monaoi di S, Lazzaro -Pubbl-ica'f",ono nel 1719 // Giardino spiri­

tuale e le Meditazioni Cristian e, +ibzii che -furono .se~witli- ,d,a •molti .dlri, M­girna,li e tr-a:dot-ti, stampa-ti pi;esso Anton io BaT>t-oli ,e Deme'U'io di T eod:o.s,i.o, Appena dl el 1729 Mec,hitar ,p,otè acqui,star-e in Ams't.e-rdaim U'Jlla s-ltampe,r!i-a, che .fu trasportala a Ve.nez.ia e •soHanJtlo· ,nel 1789 a ll'I.sol:a ,d~ S, Lazz.a,ro.

(Cfr. DR. NURIKHAN, Mechitar, p. 330; DR. P. G. KALEMKJAR, Eine Skizte der liter.-lypogr. Thiitigkeit der Mechitar, Con~regation in Wien, V,i,e,nn,a

1898, 1'- :J.). 41 ) li1 Pro-memoria, .d:el qua.le alcurui 1p,unif..i furono già cit..a,ti, ripe,be

1. nati fati.i , ,os-senvando come «·più di 25 ReHgi1osi :p,ersionc di im e,J"ifo, e dii

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NOTE 373

abUi1bà si tr,ovano 'fuori ,di V-en0zia, quali ce,rtam,t-e duralllfl:e ii:l g,o_ve-rno ,d'ls,po­ti,co del ,Pa,dre Abbai.e, ·uniifamente al Paid. Gio. Bartfo Anrnania, persona odiafa giustamente -da Jor,o non fol'ner,anoo mai ,irn ccm1V1ento» (foq. ,d:i Sta-to B. 517).

M1

) Un dooret-0 'imip.e,rialc -in 1da1ta 21 ma:rzo ,sosp.ende,va i,l cons. Mo­d,e,stli ab ufficio et salario ,p,er dra-s,curntezza all'uffidio»; esaii:ta:m-€.nfa uin me,se

dopo, :J'Intendenza ne informa:va 1il Tl'ibunalie unercantiLe i:n La iistanza e :la Ca&SJa Commer-oi,a'le e i1I11c-a.ricava i:l ·se-grelario Ka-ppus di .rlmeHere al Mo­d,eisr!:i till dec,reLo, ,ciò -ohe ,a,vvenne, noo meno e-siattamen-t.e, dropo un alfoo mese,

il 21 maggiio. {Trkste, Archivlio di St,atò, Intendenza personale 723, 936). 49

) Le ricerc<he prima e ,le frattati,ve ,poi, -s,i pr:otrass,e,ro sino a'l d1l'Cem­:bre; una rf.soluziont? auhca -d. cl. 5 Idi quel ,mesae autor,izzò -finalmente certo AkilaJmo Ka;pronzai a rocar,S1i <::t T1:i-est-e lper tre imes1, a srp-e,se ,diella stamper'l•a me..::hit,.'.;riE:ba, (V:ii0rma, Aroh. Mim. ·de1l'foterno Protocollo della Carniola 1774; 304; Hof Resolutionen N. 398).

"0

) Dovrebbe rt;m,t't,aJr,s,j del ,P, Za1eoar1La Alexanii. «-P. Zad1ariws è giucnto a TrJtest-e <la Elis,abetapoli» ,n,nta ,un eshaHo die.11,a con:i-SiJ)'Onidenza ic:on Ve­nezia, b 1dafa 10 g<iu·gino 1774, che si fr.ov,a n:e.J,l',archivio 1d.re'Ha Gon,g,r.egaziJon,e a Vienna,

GJ) Il Casanio:v;1 riLfedsce nella k 'tter,a ideil 1. lugllio ,d',we r saputo ,d,a,l Sara1f «.che :i!-due f.rali ,ar:dvaE <l,atl,a Tr,ansilvania, •uno è ,il P. St-effano, faHrn un la,ico, e ,ohe que.sto P, Steffaino è che ha sommim:iskarbo ,a-1 .::onvenlto ,d!i S. Lazzaro in Veneri<a 74mi!l,l,e Sii rtraH-a 1d,el P. S-t-efanlO Agon:z (Akonz Kuver), nato a Gi,orgiava il 20 ,rwvem'b-re 1740 -e d entrato ne~H-or­,dli'lli ,il 20 apr-iile-1763. Ern, Magisler novitionzm nel conv-ento di El,isabetop,oli. Lz p,oco bril:larnUi oorrdiz~orui ,d-ella nuova oong,r,egazione ,g:H foce.r<J in brev,e preferire il ccmvem,t,o 1di S. Lazzrum. Non ebbe a pcnfitr,sene: mor!to ,~t 1P. -Mel­konian, fu ele:H-o Aba,k (9 oth:ibre 1800), M·orì nel 1824. Una .Iettwa ,daJtata 19 ,giu~no 1774 dice «È gi,unbo ,a Tnl'e,s{ie ;j_J P, Zaocar:ia ,da E~i,siabe,tqpdli» (Arc,h. dei PP. Mi0Chitar1iist,i, Viecrm1a). lil P, Z•ruc,cc:·tii,a Alexani era MaesU'io e Cons·u\lore; il Sarnff pa,re de·ss·e ,di 1propos:i1t() info.rmaziOl!l!i. -enaJte al Ca­,s,a:nova.

'2

) Frencesoo Frn.m,cesChinJi (1734-1795), canaeHiere ,pafa1iaf'cak, ar-C:i­pr,e.te de-Ha ,Cong,r.e-,)?;,a1Ji,one di S, Si-liv.estro, nooninait'O V!1oariio per1petuo ,dii

S, Bar.bol-01meio ,dii RialLo ,jff 20 luglio 1793. 11 ,suo e,\()gio fon.eibr-e ,si trova ne!Lla

Gazzetta Urbana Veneta ,dd 20 mag:gi,o 1795, :p. 326.

G;;) ,I-1 oonsigll,iere «,p.reso clii mira» è ,il R\ioci, et pour cause, L',iimpe-1'a·foice con ·rescritto d, id, 13 1chce-mbr.e 1773 avev,a incadcato l'Inten1d.enza

,d,i Triesk ,d'aocor1d:arsi ,co.n l'011d:i:nari-o Ve,soovile- ,e coi ,mpi -de.Ha Cong,re­gaz1ooe ri<guard-0 .a!l'0s-ten:s!Lone •del di·p,Loma. Al 31 d-eiI:lo ,st,ess•o fil.iese ne ena ,staito lirrcombenzafo ,preds,amuen>te .iJ Ricci 11 Casia,nova non ,poJeva ,i,gnora'liLo; anzi, forse s.ap:eva che quei.i p:um,tii em,1110 traibtati md ,d~1plroona e che perdò il co'n,s:iglierc fadllment.e a;vrebbe lpùtmto ,s.uwitaT-e una ,questione, l1a quale a,v,re:bbe avuto .p..:r consegu-enz.a il'ordline <lesiderafo. Ma l'IDberesse de1 Ri-cd pro.pendeva ce,rta1mente per i ,suoi d:nqu-ilfo1L,

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374 NOTE

u ) Se d'l Casanova -aves.se ·saJpu,to che 1.l!!l o.rdine 1C011'g;~m1ilLe esisteva di _già ! fo d.at:=i. 21 marzo 1772 ,si ,pr-0ib.iv.a alle slam1perie oaj)ip:a•r-L~enl i a l cle ro -di pubblicarla' «'l:i:bri, predi.ohe , ,tesi o.d a. l,tre opere» senza oonsura iprevent1i:va.

~.;) La ;;ever.ità de:ll'lmperat,riice in crndilio ,alla ,g,al,ainl-e,r,ia è ben cono~

s-ciu-ta; basta riicondare ,ba ,hmi,~e-ra.ta comm issione :1-ei buoni oos tumi, -che sembrò così ,p aJra.clo.s,;aile 1da 0s0:~r p os ta 'Ì n ,dn.i:bhio. Il suo z-elo .reH gioso .poi, la spingeva fino -a H'intol lcra.n:z.a .e ·suscitava sp-~sso mal,umor-i fr.,t ,leii e Giu­sepipe Il . L ' i'<l.ea ,del ,Ca-s,~mova aveva tulie le pr-obabLl~là .d'esser aiccol la; Maria Teresa aveva ,proibito la slam.pa ·e -l'M11:poritazione d,i !fori ,ev,an,gc:li c·i.

(Cfr. OULLER, Maria Thl!resia, II I, 'P· 343; ARNETH. Maria Ther•!Sia's folz!e Regierungsjahre. Lo STESSO, Mciria Th eresia 1md J oseph I/] .

~6

) Fra Ger-0l c1,mo Agapi•LO da ·P,inguoenle, ,minor ,con,ven,t ua le, oratore siipend-i a to do:ll Comun~ nel 1763, .ch i? preld·icò .nieU,a chiesa d'i S. Si:lveslro

(dr. -P. T OMASIN Reminisccm:e stori che, Tr-i-es,te 1900, I , p. 120 ; jF.NNrn, Chie se, (ms. ) II, 'P· 143) . Dopo fa ·s.oppressi-0ne de l 1palrfa•r.cait-o ,d'Aq,u:a<2ia (1751); .c,he esercHtava ,la g-indsdliz ùone .su tul La :l'ailJt,i'ca diocesi Aquikj es·e, divenuta ,parte veneziana, :par1e a·us-hiaca, iu:rooo cr,ea ti due a•rcivesoova,li, l'uno -a.cl U dine, J'4Jtro a Go!"izfo .. L'Agapi,lo era ,vi,oo.ni,o p.er J,a 1part-e wneta in Tiries-te ,

G< J In data .giugm., l"Aga,pJ.t-o scri:vev,a da La'Illi.s,chi-z a l Casanova, a&r.:j. =urandogli il probab-ile ,su,o ritcr,no ,a Trie-sle veris,o :J,a metà di hgl1 o. L1 !,el~ tera 9i. -tr;).va f.ra .le car'le casanoviane .ne}:J'ar,ch,i:vi,o ,de l Conte .di W-a!tdst-ein, (B. 10-v !).

~~ ) Il -marohese Giovaimi ,de Serpos «regi,o BM1K: hi ere ,sp.agn,u'Olo •in Venez'ia», .come è -qual,.iJi<Cc.t·o nel l'Osservatore Triestino (7 gfo.1,grno i799, N. 46, •P, 821), et'le u n ·ricco fug.g ia•s-c.o da C o.sfantinC!poli, ,che ,a,~eva il ,su,o ammezza to {ufficio) in Ruga G.i:uffa. SeconkJ..o Mons. Ka,Jiemkiiiair, :il S.:!rp-os e.ra cogn.a•to ·dell'Aba te Melkoni8.L!l, ·il quale ,g\,i ,a,y.e,va a,f,fi.da,t.o 70,000 duca,[,i [Documento B. -atlegaio aH'lnt erro.~aiorio ). H Serpos o.on sol,o .s·•O'C cupa•v-a '.:!.,egli i!liferessi ma t-eriati ,de'i -suo:i co nnazi-oniaH, ma anch~ di ,quell i mora!l'i. Sebbene ·del :t-u~-to iJ.letl er-ato, - s i 1d ic'e che saipesse firm a·r a m aktpen a i,n arme r. o - ,a veva -il ò.ebo'le ,d,i ,p,assa.r -per scritt-ore, .e pa-g.a-va a oeontanlli !',a m­bizione ,d'i v,e:der impresso ·i:l -suo ,nome e il su.o iS'OOmma fai ,tesfa aid :un l'ib.ro. Co,nfe~s.:i., deil r'c' sfo, «·d,i non ,es.sere eg"J-i 'Jl è Teologo, nè C anorni·sfa. ma Uom •Se-collare ,ed implicato in più .mani-era ,d'affa r,i» ,ne'll a Lei.tera prernmiina.re della Dissertazioni polemico-critica, sopra due dubbi di coscienza concer­ner.ti gli A rmeni cattolici sudditi del/'lmp{!rc, Ottomano, presentata alla Sa cra Congregazione di Propaganda. (Ven-:::z ia , ! 783 ), opera questia pubbil!.fo,ukt quaP.do alc1ini teoLogi accusa:wn,o la Chi•l:'sa arime.na ,di eresia, come .lpure il

Comp2ndio storico di memorie cronologiche concernenti la reli}lione e la morale della nazione Armena saddila dell'Impero ottomano [Venrezda 1786) - ope.re ,uscite ,da l1a -penna ,dell'iaba-te Giusepp.e Mari.nov ik ,di ·P,er.a,sfo, il quale -d,qpo lo sc iog.lilmentio d·el.la Co~pagn i,a ,di Gesù, •aveva -trovato Ja.nga os.piltalità i!le:1 palazzo ,de,1 Ser,pos [Cfr. G. A. MOSCHINI, Della Letteratura Veneziana, q,. 277-278) . In rii-spoSLa a.1 Volo contrario d,a.bo ·daiLl-a ·f.aoodl.•là ,l,e,o ­logiiica di Siena ai .sentimenti ,s,0s1tenou!d neHa Dissertazione polemica, 1p ub-

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NOTE 375

bhcò nn -opus,colo: «Lettera d'un teologo pacifico ad un teologo amico che gli chir!drwa 11na breve inlorrnazione d1?!la Causa Armena introdotta dal signor Marchese Serpos presso la S. Congregazione di PropagGnda e special­mente sullo sfato della Chiesa Armena [In V-ene,zi,a MDCCLXXXVII, presso Anit. Zartta e e-gili' (?) a,~ce-nna ,alfa sdss'ionie : «P.arla'Il1do di quella .diiffc:rnnza pe-r motivo Idi governo n.::.'b:t anni oono ,per colpa di alcuni, ,chi l'avrebbe CTeduto? chiama la parte forse pià. sana q.ue' rpochi, .due ide' qua,lii -dopo l',esa,m,2 per -comm:i,sslii<me ,d,elil'Eccelso Consìg!ho ,dei X fatitio 1dal Pat6arcct quì id·i Venezi•a 1dovdt'ero ,u.sdr idal:Io Stato ,e s:i 11itik.ar0110 Con ,qook',a,ltro .in T,Piie1s,Ve ... (,p. XXIX) . ..,..- La stonia de1l:Ia 1~uga em ,p't"·ohaibii1lim,en,te UJl'_',inv,en:ci·on-e dd Saraff, che av-ev,a una fervida •fa.nitasia (.,::fr. C. L. CURIE.L, Tnesfr setfecenfesca, p. 161, n. 1). s,i ·danno ,p:r,emura dii ·smen-

tid1a il 25 .giug,no: è ,ceir1l'i:s.s'irna 1in ,oompa,g:rda ,d-i urn moto Amko

·suo è passafo à dia venti ·gfJi-. ca., d,o\'z è tr,a'ttabo, ,eid IOno·naJto da

Arnb[asci<J.l)o-ri e Card[-ina)lli e .da dove 1pa,ss,e,nà p,o,i à Naip,olli per 1irnkres.si,

-::! per proprio pia•cere, .cam,e ,fo.r -siudle dli ,krnrpo ·im fampo, iper resH11:ulirs'i -d,qpo

qsfo giro in qla D.om[.inan]t-e ,a!llla siua ,Ca,s;a, che ,c-eintinua ;:up-erfa -c'on sus,s\i­

sLe,Illh: e flomido [xoui ass[·sb folanl-0 un idi ilui Frntt(-e'Tl),o», è aig-

Busiinello ·d. 1d. 26 J.a .d•i. lui Di-tta nehla s.fes,s,a

- 11 Serip,os era r omano» e ,c,a,menie'fle ,s.-e:greto

e Cap,p.a ,soprannum>2rnrfo. [Notizie per l'Anno 1771, Ch:r,acws),

"0) Il R,iicoi, ,pe·r quarnito oonsii,derovo~rne,nit,.; retriibuiìbo, non s.dieigna.Vla

guaJd:agni .s,u;pplettori; ilo veidi·airno af'fittar.e ,cJ.s:e e terroni, a•cq1ui.s1tla1r,e .Uil'a fa'bbric.:t di rosoili, Bee. Ma sarébbe •sfa,to an,c'he a rlicev,eT.,. regali? Sonz'azzardar ,sup,posL'zii0ni, noterò ,s-oltanlo me! rc!'gisilro .de.1:1',a,nno 1772 -degH atti d;el Conslirgllio ne1 «Haus- Hof- u:nld Sba1abswrchiv» ·di Vieinna s·~

questa ·ruhrica: Ricci, per i 100 ducati da lui accettati, 861, 155) Non

p,otll'lo approifondire Ja cosa, •per,c'hè ,gli ,at,ti site,ssi ,non ,es·~s-fono più.

uo) «Scrin Monsig.r Ves,c,01v,o ,al CanornilC!O• che ipoSi,ti-v.a òoh~eslt·a

del Nunz1o d:i Vene zlfa ,di, nan lasc.i<ar e -toll(.;mr ,quì iRie:ligi,o.si, ,i,1

Conciisforn ·raid.Uniato con ,pìliu·m:litlà idi ·vo li. ias,s,oHvi,no i Saoe;nck:ii'tli,, penne.tendo

Celebraz:fo.ne .pe,r e 1giu:sibi ,rifl-0ssi idi-il Gover,r:tlo•, menltre ,ora non

più :s<tes.so Monsl'g.r n'On chi,ama ,più -ce:n:sura ,rnà ·SIO:Lo rfochiesh come

in~aHli mai sono ,sla1Bi ,censurati ,d,al Nunzio, o:nlde ,non •oS'tain;t .. ~ },a :dioimanda

de'! Nun•.rio ,e 1I'De.cr,elJo- ,del Pafrfar,ca fo:Ho ~1 Concistoro ,e:gLi ,si 1co.nknrta

,c·he 1i Sacer,dot-i qrneis-t:i ,abhi,ano ,u,so de.J lorn Of.fidilo», Interrogatorio ,dp:etu­

la.mernfe oi1t,ato, 1punito 37.

N.eil 1543 ,s'·fanpre,se ,!,:,. costmzi.one d,i una nuova chi:esa su 'for:bd,o

di Dr. ,de Le-0, a,coanto :J1a casa 1di ,siUJa 1p'l'Opr:ietà al N. 507. La .sii dç d:icò ,a S, Rocoo, quale ipro,!Je·!Jt,ore cantrn na pes,te ·che a]Loma im,fieri'Va, e

a S. Sebastiano, ;poi1c;;hè 'la caJ)lpella ,c.01ns,a,cnaita 1a q,u,e,sto ,saD1to era ,sfat,a

demaliita nell<o stesso anno, rpe•r,chè a ·inmorbata. A]il'-es.tenn·o ,p.re.se ll'hav,a un

quad;ro rdii s-ormo,nrtato ;da cornfciion-e Slmozziafo, fre~i'aibo ldla.tla con-

ch~g:lfa di ROCICo, ornato i!l coLl'.aff.r.e-sico ,d,ei -d-ue 1san1bi' ·t'i,tolJ.aeri.

A -die-slra ,del 1presMl-ero .stbaiva ca·n1painiile. Era u'f,fiidata prima ,d'a:l ,nostro

ciapiltoil:o ,calt,e,dirale, d,al 1704 1dia apiPo.siito ca1ppel:la,no e sa'Cr0sfa•IJJO·, manite-

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376 NOTE

nu.to del ,resto fin o a que.st'eipooa .da.Ila con-fraler.n ila ;de-i San,l,i Sebasfo•ano e Rocco. R·i,s-taurat a nel 1749, ~u ,roppres sa •da Gfosl!lppe II oao:i ,due ,d'C:cT,e-t'i >in data 24 .giugno 1782 ,e 15 ,d:iiceimlbre 1784. Mess,a fa puhh'lico 1incamrt.o fu

acq,ui•~bta assieme a:l'le due pi'OOOlle casette -conrti:gue -p·e,r 8080 fior'ilnli" da.I ba rone fra,n,cesco de Za-n,c:hii :che fa r idusse ,in x:-a•sa -a:bi t-abi:l.:e. 1La Jaoci,a,lia è rimasta .la si.essa; prospet,t a •con tre finestre su~l,a -via id~ Sain .Sebasfo1a,no e con ,c:inque sulfa !Via di San Roicc o. La crus,a a-t-Hlg.ua ,ohe •ha :l'1in,g·res·so ne.1-l'Andrnna ,dli Coppa , serriv:a <H a bitazion.e al cap p i!il.Ian-o ,e s-a crùs ta't1to. (Cfr.

CENERINI, Curiositd, ,pp. 315-3 17 ; TOMASIN, Reminiscen ze, •p,p . 200-205; T RIBEL,

Passeggiata, ,pp. 308-311; Osserv. Trieste .del 23 .Lug:l-i-o 1785). 0

' ) I~naz•~o Mi.i.lle r, prepo,sto del .cap'i:tdlo .'de' ,ca,n,oni.c-i regolat1i •di S. A.~os ti·n o a S. DOTote,a. G odeva infatti la fiducia ,d e:H' imp'erafr.ice, che P,:iù volte in ca s-i impor.t:anti .gl"i -chi ese oon&iglio, come, a1d .esempio, 1a ,propOO#i.Lo della le~"tera s~ll'aboHzionc de i ,g<! suil-i, mainldn:t-a'.li! icfa l ·re ·di S pa,g.na . Ofr.

ARNETH, Maria Therl'sia V. IX, p. 104.

e3) Il ;perimesso ,che i rcli gi,osi' armeni «ii-n qrua,m qu:e ,hujus Oi,vifalfi..s E cc.les ia Mi-ssa,m ce'l-~brnre :poss>int» f,u ;j,n.fat:ti firuna to da 11.M , 'hil ,Dome .&ell Vescovo (3 s~tt. 1773). (Venezi·a, Arc h. de.Uo Stafo, I nquisitori, B. 517).

04) U Monti sc riveva il 30 lu:gllio, ,a:ccom1p,a ~na,ntlo quesfo ,lettera :

«Esso (·il Casanova ) inndHre ,mj pr ocurò un a bocam(en),to con Mon-s:r Vi;cario Aga-p i't o, che tu Lto 1.cl-0, ed ,im pegno promis.e .d i -a·plp-r ofrtt.a re <leMla vill-e g~ a­lura, ohe fà ,con questo Mons. r Vescovo, pe r m aneggiarl o ,des lramoote sopra l'affare in que !>{=ione, e ~on J.u s,i,ng:a ,di su·ccesso».

e~ ) La s·oomtm1'c-a ,porta con sè ll'esd!l.l.•Sione ,dai ,s,a,c rarment·i ,e .la per.dilla d'e] dir iU,o d'e lezione.

6~) F,abriz i-o S::rbellon-i de' cont•i .di CasHglione, n·a.to ;n Mi"l<a.no -j.l 7 now.mbre 1675, Ves covo :d'Os,hi,a e Ve1iletr.i, cre-aLo car,d j.n,a l e il 26 no v. 1753, mor,to 'i,n Roma il 7 ,dii.e. 1775,

07) Da vari docum e-nti si -pu ò ar~u•i'f"e •che :più .d'una LJ"-a!g,ione lii ,chi,a­

masse n V.te nn a: e-r•a i.I ,d'i,pl.oma p romesso 1fln ,d,a:l n ov-e mhre iprece!de.n'be -che vo le-va no sdl-lee'i t:1re, e :inslieme ,qua.:lc'h.e nuov.o ·p r-i,vileg'i,o e fa ,oon« s•siow~ d',u,n fondifo•n: p er J'jmph,nto ,cl,e,U.a ,s,famper,iia.

68 ) Il Cas:1.nova ,sta.va ,p ubibl,YCandio 'l' Istoria delle Turbolenze della Polonia, dalla mcrte di Elisabetta Petrowna lino alla pace Ira la Russia e

la Porta Ottomana p.resso VaJ!erio .d.~' Valerj. Gorizia (1774 -1 775). 1L'ope ria rima S-ò? -in-t.ermt'ta d opo ·il III tornio.

68 ) «F.u -rngge rito anc'he 1per dif.fiool t1a1" la stampa :dU far com ,i![ [l).remljjo d,i 200 Ceoc .ni à .r.,eg.ozio .fatft·o à -qlliel cons~g.J,iere e-be da Vlienna .Jc .si,a ,im­

posto la -~oggez(<io)ne ,e I.a -spesa •d 'u:n 1Rev-isor.e k:l!e ' Lib ri, ma q(ues )fo ~. Abaite b:do1en:te a ·tutt•o, e -che neppur .apprende akun :d,a•nno, -c,cmS:i­ch:.rò per,ciò inut•ae ,Ja ,stp,e·sa, •che traHan.do s,i a1n1eh e ·de'll'linbernsse -a,l su:o Mon-{a·ste )ro -gl-i si en ,p.r.oposta» . {ArOh . d,i Sla1l,o, lnquisiJori, R'E!llaiziooi ,del

secre tar io 1715-82, B. 208, .c. 46) . 70

) d 9 ,giug,no 1774, Ci s-c?'ivono -d a Tri,e.so¼!, c'he i ipia!drii. -àirun:o ,~rovafo colà .un :trii.sta, che à ,fohbriicato t ipi a•rme:nli •con t'a~u to dtel -P. Davri,d ... Al-

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NOTE 377

cuni ip,a,chi sono anda.ti a V~.enn,a , .,1 fi n -doi procumon,--i -malr,i,ci .. ,,.. _ (Arch. 'dell a

Cong-reg. M-ech.i-ta r. di Vienna, E,s,.tiraHo msc.r. rl1 leHer,e ,s-cniH2 a v~n-nia}. 71

) È ·degno <l.-i ,nota c he quest i -du,c f.u rono ogge,U-o ,dl vive ,con-tes·tazii.oni <la parte id<?·] Viicar,i,o 'C.'1rpilc1l arC', qu.;:-s1lii rii-ce,ve tte ,per J'.ap -

pr-o·v,azi,on-e iii ,diploma elab.or,ato dal Ri.cd. AJ:J,e •sue ,a,nnotazfon·i ri.sp.ose co .n al-tre ·ili e-on-sii.gli-ere (•10 !!e1M0.-i,o 17"75), il qua le, oonforma nd·osi all:1-e ~,st riuzfoni -d el •Consiiiglio Com!fl1ol:!r-c.i-al-e, dove-vo. «c-v!ill,ar.e ogni a-Pticolo che ,p:ol.,e,sse cJ"'i-us cir spiacev-0!,e a llia Naz-i-orue». (Ar.c'h. ·oom. ·cli Fi;na,nza, Vfann•a, F·as-c. 5240, Lit. Comm. 2511, 33). «Ad -a·rMc ulum <l,u,od~c-im . Tutfo il Contesto ,d'Cl Diploma dic·biar-a g1ià in generr, ç,hc .J.a Con.gre,gaz-i-one Naz. Arme·n,a ,deve :dip-end11? r risp e tt{·i,va )menl'l! da'\.l,a Gera·l"chia p·o.!it.i,ca ·e d eodLe,s,ia-s·hca. Se i Libri e

Maes"tri :\·t,men:i publi-oi •O ,p,Pirv<1. ti .s~ re,nides-se·ro sos,p.et"ti !cl~ -viziosa -morafo s'-in-tende da .per se, che potranno e dovran,no -es.se, -corre lit.'i.

Ad a.diculum -l,r,ices-imum e<l -Lr.kesimurn:pri11n1u-m. kbl',inc-ortlro non

-posso ,i3Joced,e-re a l -sen,timen.t-o del Vic"-ri'O Ciapi,,L-o\a ,r~, c-he i:n-sin u:i ·di l,iinitare

a,Ua Chiesa Atimena e al ,suo Reci rnto :J'Eser,c:izio :del:la Giurli,~,dizione P ar.o ­

Ohia.k. ,Li Petrocchi or-di,nar,i j fosd-i d-el1Ja Hngu,a armena n.oii p-otrnnno ,am­

mI,n-i-s-tra·re ,a.\:Ji Nazi,on-a,h Artmon,i .infermi !-i Sac-ni;men-ti. Se :s'i ri-spon.d es-s-e c-hc li ammi·nistr-eran no ,in Li.n,gua ,1-ati n-a ò It-a li1a-n-a, cf-eve -,,i{i.ell:her-!.i, ,che l'abu·so (,perpe,l·ua·l,:>Si ne ll'Ilal~a e'd. a:Jt.re ReigOO n-i !1.H am-m:ian,i,s-lra,re -li Sacra­mc.n,ti, e ·s-in:~o larm '!1ri!le qu eUi '<ld:l' eslr-ema Un,ziionie -i1n W'l 'a •Jfo gua ig,nota ,1 quzllo -ohe ·riceve ·il Sacr-ame.n lo, r::on s·i è fino ra inkOldioHo nel'la Nazfon;;: Al'mena, in c ui si Jiegbf.c la M-es,s-a, Si ac! ..-: mpi,sc.ooo ,\e pd ncipali sacr,e fon­z i,>rri, e .si amm-Wfi~•lr-a. no li Sacmrne-nli ,n~lk1 Lin:gua Naz•ion-a le». - Si venn1~

a I.la -co ndu-s-ione che le •C>pe·re ,in caora Lhrr i romani =a-ndrebber-o sog.gelte a•!la -:::e,n,s.11,ra, ·m,e.nlre quel'le in l:irrRua armena sarebbe-r.o -st~ le esa.mina te d~'l un m~mbro .:lella ·Go,ng·rega7!1one , ,sreHo con l' a,p,p r-o,va zione del Vescovo. (Ar­

ticOllo XXTV ,rlel d~plo:m-n., rfo.t-ato 30 M;ig~ io 1775] , - (Arch . com. -di Fi ­

mi.nz:a, F rw:: . 5240 [,it. Comm . 25 !1, 33).

'~} S-:;.,:-.·mdo j} ~W:i~-nflr Di-a ri-um» dei I, 12, 22 oltob~ e 17 di'c . 1774, (u ~mia «col ica dolor-osa ~ eh:= I.o -~.!flisse per sci mesi, p,r,i•ma ,d·i cortduil-o a-Ha lo-mba, non \as,:-Lil,ndo-cJ li r-iposo ne g"io:,no, nè no,l-l·e». Il Maina t-i (Croniche, 1V, p. 323-24) !)aria d' ltn,o s,cir.ro ~,ll'orifiz1o d-ello .stoma-ca,

7:1) Fu ii Conl:e F,r.a.nic,eiS'OO Elip-po Inzaghi, nato a Gra1z jJ 25 maggio 173 1. Maria T<lr.e-sa lo n,o m1iinò ,ves-covo col "ti tolo cl.i Com,i1g;liierc d fc Hi-vo ,d·i Stat,o, i•I 24 ,a p-rile 1775. Prese po~ses-so cl-e-I vescovafo ~1 26 -ottobre -d d"k, stess-o ann,o, Di-venne -in -seguifo vescovo -d-i Gradisca (1788} ·e di Go t' ifrt. (1791). J\1.-, rì a. Goriti,a nd 1816.

7' ) «L'Agap:i.l'O .d,oi,;-el l,t:e <p-zrò ri,t.i ra rs-i eh [,al-e .in,gere nz.a» .os·se·r.va G.

OCC!0N!·B0 NAff0NS ne.e I nostri bisnO!lll i" (Arc hco,g-ra[o Tiii·estino, Voi. xvrn, fa,.s,c, ll, p. 444) , WJ. sor?O ri porfa ti alcuni brani d'e\.l,e ·I-eH'\l rc 'd'Cl Ca·S·<l•no-va e ,d:,;,,I MO"rtll-i.

1 ~ ) Era lorna.to a Lanisich ie, -d,opo aver a,ocompag11a't=o il Vescovo a s~rvol,a. ocSuUa -s.tra<la ,pr,i,noi,pale, ,ap:!)ena s•upera ta · h sa:Eita ,cl.dia c,o ll, i,na

sorg-z ,1'1. roski,:;nz:.., es-Urva c-o.n g,i,ardin o ,del Ve-s-cov,o, -iin vcb,tà mò:li!Jo s~m;pl-ic~

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378 NOTE

t:: d'aspe-Ho rus~ko, fabb.ricata circa alfa mclà -dd se-colo 18°. Fu ampliata

ed .innalz.ata <l'un secon:clo piano ai {fimni .del Ves•cov,o Lega;t (1846-1875].

Reminiscenze sloriche di Se1·vola -nel Campano/le di S. Giusto, 1906. 7'') Il Ricci aveva presentalo -..".'I 29 ,rnovembr,e 1774 nn,c\ m'im1,[a, o,s.scr­

var,do rper(l che :l'aveva compos.to id'accord·o co,i ;p•ri·nc,ipali m:.:-rnbri' ,ddla Con­

gregazione e Nazfone, ma che non g1li era stato poss.iibi.lc ,di cons,u!,ta,rs il

VcscoYo, causa b. dii' lui rnalatfo'a e chic.Je:va -se ,dorves.sc com:n:t-arsi 'i,nvc,cc

col Vicario Generale '°• dopo 'la mode di Maons~gnor·c, col Vie-a.rio Capifo­

laTe. A qu-es;t,i •infa1t,ti s·i rivolse, r2-sa V1a-can,!c la 'Se'dc: (14 ,d'ic. 1774], Il Vik:ario

appose a-Ifa. minuta n.lcnnc note rc.,;hiLt,iw, alle quaii .il c·onsiglicre 1·-ap.hcò

adducendo buon,:: rn~ioni. Accor.d:rti.si s,wHc pache ·di,verg.cnz:e, i!l V:i:oario

Ca,p.itol.:1.rc 1d':i~dc !-a sun app-rnvazi-011-2 su -t,u,l.f,i i puni'i. La mi,nu!,a ,s,i trova

ogg,i .nd,l'_Arch. ;com. di Fi~rnnz·a d.i Vienna, accompagnala <l.a una •riforl-a

de.ll'Int211,de,nzél -d:irnUa all'lmperalricc, dalla quale si rilevano !fii accenna-ti

pa'f!icolari. (Fase. 5240 , Lit. Com. 25:'1 B. 63); -il ·d,ipLo-ma ste,sso vien c-on­

~crvalo gelo·sarP.enfa dai P. ,\'1,:ch-it::i,r'Ì'stÌ di Vienm .. - H Ka-n:d:12r puhblicò parzia'1men-tc gl.i St-aluli nella Raccolta delle Lr:ggi, Ordinanze, ccc.

77) La chiesa abbracciava un'area d.i ci.rea 90 m. q. ·senza la sagircsba,

cd occupava :pari-e -del fondo, ove C'l'ra so-rg2 l'edUicio N. t. 1624, ,su\.la via

S. Lucia. Il suo jng-r-2ss{) ,anzichè ,di fr.ori:te wl maiggior al:tare oom'è co·sfomc,

err, ne! mmo ,di fianco. Aveva 'k·-e altari: quel1!,o -di konte arJ.l'ing,resso ·c:·ra.

dedicato a S. Lucia. A !erra, nel:l 'emici·dlo .dell'abside, c'era l',;,pertura 'del

coSidetto pozzo ·ripieno ossa dz•i murlri.ri, che era slafo rico,per;l'o n'Cl

1679 cl-a una bell-a lastra manna rosso , -co11 so·nap·osfo,vi oup.O'b ,cl.i ferro

e croce sul -culmine. Questa chiesa ,:we,va pure: un ,caraHeris,tico c.amp::iniil-c,

che rfoordav;1. per la sua forma le rn-struz,i0n;i .çfo,eis-i. Ndle ,:,,diac-e.nze 1

P. Bcriedettirni a ·vevano pur2 bellissime terre. ben col,tivat·e. I,! 24 ma,gg,i,o 1736, l'irnp-eralonc: Cado VI :oompera,v,a dai Monaici ·He­

nede-ttin·i la chiesa cd il convento de-i S.S. MarUiri, con tuit-H g,li ,annes~i,

per f, 11789 e .cararntani 41 ½ ,e ,con ,decreto idi ,da.fa Graz 5 cHobre :del med'C­

simo annD, conce-deva la chiesa al ,capitolo con obb.lli1g.o ,d'.o·Hi'Clarl,a, Gran

parte di questi t0rreni for.ono ,donati fo seguito 1cLa .Maria T.zr.esa a,l Ricci,

'11 quale accanto alla chiesa foce costrru:i're un1a -caJsa con gi-ar,dirw. La chiics.a,

con obbl,igo idi ufficiafora, fu concessa ai Mec'hlbar.i·sti, ,con rescritto d:el 30

marzo 1775, e venne dedicata a S. Lucia, -da,nldo ,così ,i'l nome aJ:Ia via pro­

spicente. Era frequentata s,pecialfonente .da,gH ;ammalali :d'-occhi. - (Cfr.

GENERINI, Curiosità, p, 242 e s~gg.; jENNER, Chiese di Trieste (,n,e'\ ma­noscritto, che s'i ,trova alla B:i,biliotooa Cfrv,ica ,di T~i,es'te, fig-ma ·un10 ·s-ch-i:z:w

moHo ,priJm.~tivo della chie:sa); Reise nach Wien, Triest etc. •di JACK uind

HELLER, Weima-r 1824, p. 68). 78

) I forreni si sfa,ndev,an,o dal'l,a pi,azza Oberdarn .sfoo al:la rvia del

Ronco, (Cfr. GENERINI, Curiosità, p, 15), 7~) «La Casa Serpos cercò e cerca rtu:Haiviia rdi 1e-var~'Jie!la :da:l-Le man.i»,

scnive i,l Monti i,n ·d-ata 23 -seH0mibr,e 1775.

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NOTE 379 --------------· - -----

~0

) Cfr. P. G. KALEMK!AR, EinC! Skizze der /iter, typogr. Thiitigheit der Mech. Congregalion in Wien, 1898,

&r) La Vilgna dell Ro:1100, un'altria chiamata Creta, la ,caimpagna ,dellita

della Ma,donna, .i ,c,ampi P1d:uini ecx:. (,Ck MAtNATI, Croniche, V, IJ.), 2;

CRATEY, Perigrafia, ,pp. 160 e 233\, Gi.i Armeni ,comi,.e:ramno anohe il g~a,r­d,Lno Strahkmdod 1per l'allevame.in,to dei ba,chi ,da .s.da :a:1:1',orienta,Le, prnget­tand,o ,d1i .i,ri,g·er.e anche una fabbrica (Ofr. Reise von Venedig iiber Triest,

pag. 27). 8

~) L'Osservatore Triestino del 13 marzo 1801, p, 287.

s:i} Cfr. Abriss der Geschichfc der Wiener Mechitar. Congregafion, Wien 1887, p, 6,

5--i) P. Arii:sfaree A:rnrfo, m1,to .iJJ 28 'lug·lfo 1782 a Cosfam,LLnropoli, eletto Aba•te genera11e 1il 19 aprile 1826, morto i!l 6 ma,g.g1io 1855 ,a Vienna.

~~) Cfo-. WURZBACH, Biogr. Lexikon, a:rt. Babik. 8i:) I beni loro venduti al'l',i,ncant,o .l,i 10 novembr.e erano i •seguenti:

Il Gorou,e,o super-ime, sHma-to fiorfo;j 1702:9:~/3. Dwe te,rreni ne:l hor,g;o Fra.n­ceschiho, de-nomfoaiti ,M,otino g,randie ,e M-Dl'iino F. 2416:55. Il ,wnvrentio caLl'orfo ·giardino e

La icbi:esa de' siani!i Ma·r:Hr'.i apipad•eneinte ai medes'rmi •sitiimata F. 1704:18: 1 /3. deHo Maid,onnirn,a p,o.sfo n,e;tJ:a co.n:trnd-a id'.i Scorco'ia viail,u!:afo fior:i,ni Una vigna in Gri,gna1no n.ella c•ont,r,ad'a Cozz1i,ana s,tiLJ.a ,punfa val-u-

1ta,ta F. 1071:18. Una ,campag-na -d.enomin1ata Ron'oo con entro -:a.sa coLoni,ca stimafa F. 1430,22 . .Mohighe, dfotfi; ar,n,esi, ,attrezzi di ca,n1t'.i.m1, sitiamperia, 11:brnria, vino, zonta, ·formenl:0nc ec, Il bene idi Russ-igna-no p-01s·k1 nella con­trada dJ Scorcrnla silimato fiorini 720:26:1,12. (Cfr. MAlNATI, Croniche VI, ,p,g. 53).

La .chiesa, ve.n,d.uta ,anc,h',es,sa, ,verune ,sçonsaicriata 11'11 -d'i1ç,emÌJre 1810, ,proip-d,o -du-e gi,orni prima .d·el gi10,nno ,di S, Luda che di rosLume vetlltv.a .ccle-brnt-o con s olenne. Verun•:'.! -rJ.d-O'Lta a mrugazz;ino -e •nel 1839 ,a;lterrata ,:1 ssii,cime al N. 1016. SU'lrarca l1l n•z·g.oz.iG.111te Cri-s'lafor,o iCzv,i-ctovi,::.h codntssc 1'ed,ilfic,io, <lo,ve ,r1ls,i,e,d·e •d•al 1860 il TTibu,i-alc. (Cfr. ETT. CENERINI,

Curiosità, -p. 244), 87

) L'Abafa Akom: sa,livò dall-o -il convento id.i S. La1zza.rn, 'Otbcnenido d·i eTigerlo ,in accademi1a, ai..testa,t10 idai lavori i<:l·'erndiviorre e ,d~ -cri-tica dovuti ai me1JTibni <ldla Congregaz:ione. (Cfr. Descrizione del­l'Isola di S. Lazzaro, Vienezia, 1914, ip. 20).