La Fondazione antropologica dellUomo: la Persona.

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La Fondazione antropologica dell’Uomo: la Persona

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La Fondazione antropologica

dell’Uomo: la Persona

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La Metodologia I

• Cercheremo di rigorizzare, sia la scelta dei termini, sia la ricerca del loro significato etimologico e fontale, per dare al nostro discorso una valenza il più possibile scientifica, nel senso di un “sapere certo ed evidente in forza del suo perché proprio, adeguato e prossimo”.

• Il sapere scientifico, infatti, richiede l’applicazione del metodo deduttivo e della sperimentazione a conferma o a confutazione delle tesi sostenute. Un percorso rigoroso.

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La Metodologia II

• Non possiamo, infatti, trarre conclusioni plausibili, se non applicando una seria epistemologia, o metodo scientifico, a partire da una fondata de-finizione (che è uno stabilire i confini, i limites) del concetto di “uomo”.

• La vita umana ha sempre a che fare con il limite.

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L’Uomo I

• Che cos’è o chi è dunque l’uomo:

• È solo un grande primate intelligente e autoriflessivo composto da una combinata struttura organicistica di corporeità, cervello e mente, come sostengono molti neuroscienziati, o anche qualcosa d’altro?

• È solo una questione di aree cerebrali l’essere specifico dell’uomo?

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L’Uomo II

• Si tratta forse solo di Aree cerebrali governate da organi come l’amigdala e l’ippocampo, come il talamo e l’ipotalamo, di una massa di neuroni e sinapsi suddivisa in due emisferi, l’uno dei quali presiederebbe alla logica formale e al linguaggio (Wernicke e Broca), il sinistro, e l’altro alle emozioni e all’agire sentimentale?

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L’Uomo III

• Si può ragionevolmente ipotizzare che sia anche altro, molto altro, certamente costituito come le scienze naturali e la biologia hanno scoperto, certamente frutto di un’evoluzione straordinaria, ma è altrettanto evidente che la sua Forma vitale è straordinariamente diversa anche dagli altri animali superiori. In che senso lo vedremo successivamente.

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L’Uomo IV

• Chiariamo ora che cosa si intende per Forma:

• La Forma non è l’involucro, ma ciò che dà un senso, una vitalità, una prospettiva alla Materia: ad es., senza l’intervento di Michelangelo il blocco di marmo bianco delle Apuane non avrebbe mai preso-la-forma del David o della Pietà.

• La Forma è, dunque, la Sostanza.

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L’Uomo V• La Forma dell’Uomo è dunque quella di un essere che si

autocomprende, diversamente da ogni altro vivente sensibile.• L’uomo è il razionale autocosciente libero,[1] anzi libero in

quanto razionale.• Se l’uomo è libero è responsabile delle sue proprie azioni (libere).• L’uomo è la sua coscienza, e la coscienza è il suo valore.• L’uomo, avendo la coscienza, è la coscienza.• La norma morale sgorga dalla coscienza.[2]

[1] È’ “persona”: rationalis naturae individua substantia” (S. Boezio).[2] Si tratta della Legge Naturale: non uccidere, non rubare, rispetta i

genitori, cura i figli, etc.. E’ la sinderesi, cioè la tendenza al bene confacente.

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L’Uomo VI

• La definizione precedente va però fondata, mediante il sillogismo logico dimostrativo:

• 1. L’uomo è razionale

• 2. Il razionale è libero

• 3. L’uomo è libero

dove il medium demonstrationis è la razionalità

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L’Uomo VII

• Possiamo affermare, dunque, che la coscienza è il valore umano più grande.

• Ma la coscienza non basta, perché può essere retta od erronea, e quando è erronea permette l’errore, che si chiama peccato o reato, e lede l’essere dell’uomo, degli altri uomini e del mondo. Si dice allora che c’è la colpa.

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L’Uomo VIII

• E la colpa non va confusa con il senso di colpa, come tendono a fare tanti psicoterapeuti, sulle tracce soprattutto di Freud e di Jung, che pure hanno avuto il merito (con Marx e Nietzsche) di smascherare quando esso è dettato dalla falsa coscienza. Non si può elaborare il senso di colpa, né ottenere il perdono, se non dopo che il colpevole l’ha ammessa, e ha accettato anche l’espiazione.

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L’Uomo IX

• Martin Buber propone tre movimenti per affrontare la colpa:

• Ammissione e rischiaramento dell’anima,

• Perseveranza nel rischiaramento,

• Espiazione e risarcimento.

• E tre fori: quello della coscienza quello del diritto e quello religioso

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L’Uomo X

• La colpa è dunque un qualcosa di reale, quando non è suggestione psicologica, che ha valenza sul soggetto autore innanzitutto (gli fa del male), e sulle vittime.

• La colpa ha consistenza ontica, e crea ferite e cicatrici nell’’essere del mondo, e nell’ordine umano del mondo.

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L’Etica I

• Se l’Uomo è l’essere che si autocomprende, per questo è in grado di giudicare le proprie e le altrui azioni sulla base di una nozione originaria di bene e di male, e può così fondare un sapere etico.

• Il sapere etico è un sapere non generico, ma scientifico, nel senso che si deve attribuire a “scienza”, la quale deve essere sempre costituita da uno statuto epistemologico sistematico e condiviso.

• (Il percorso di riflessione di questa sera ha queste caratteristiche).

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L’Etica II• L’etica (da έθος, che in greco significa “usi e costumi”, come mos,

moris in latino)

• È una scienza,[1] anzi un’epistemologia scientifica, e si configura come certa ed evidente.

• È una filosofia della prassi.

• È la scienza del giudizio sull’agire libero[2] dell’uomo.

• Si interessa di tutti gli ambiti dell’esercizio delle azioni umane libere: persona umana, società, ambiente, economia, politica, etc..

[1] Scienza è conoscenza certa ed evidente di un enunciato in forza del suo perché proprio, adeguato e prossimo.

• [2] Si pone la questione di ciò che si debba intendere per LIBERTA’.

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L’Etica III

• Deve essere declinata. Le varie “scuole”:– Utilitarismo– Edonismo– Deontologismo– Emotivismo– Prescrittivismo – Culturalismo

• Il Finalismo o Eudemonismo Teleologico (felicità finalizzata), detto anche via virtutum[1] o dell’uomo come fine, può essere la scelta etica più completa.

[1] Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza.

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L’Etica IV

• Si può dire che la scelta del finalismo è l’unica che tiene conto totalmente e di tutto l’uomo, perché equilibra le varie sensibilità e scelte in vista del bene completo dell’umano inteso come essere razionale autocosciente libero, e depositario di una moralità naturale.

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La Persona I

La Struttura della Persona:

• Fisicità (interfecondità)

• Psichismo (organismo psichico, passioni, emozioni, etc.)

• Spiritualità (senso del sacro, religiosità, fedi, etc.)

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E dunque …

• Questa dimostra con evidenza uguaglianza strutturale, che la Scrittura dice fatta a “tzelèm - demùt”, cioè a immagine e somiglianza di Dio (Gen 1, 27), dice pari dignità tra tutti gli uomini, e pari valore ontologico, cioè relativo all’Essere.

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La Persona II

La Struttura della Personalità:

• Genetica (cromosomica e mitocondriale)

• Ambiente (familiare, sociale, culturale)

• Educazione (formazione, crescita della dimensione psicologico- affettiva, etc.)

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E dunque …

• Quest’altra struttura, dimensione, punto di approccio, dice l’irriducibile differenza di ciascuno rispetto a ciascun altro, perfino nei gemelli monozigoti, spiegando così la plausibilità razionale e morale di ruoli, funzioni, carriere, vite diverse, ma tutte improntate dalla medesima dignità del valore.

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Infine, “Persona” è termine Analogo

• Persona è termine analogo, come vita:

• Per vita si può intendere sia la vita umana sia la vita di un monocellulare come l’ameba o lo zigote;

• È vita umana sia la vita di Beckam, sia la vita di un bimbo del Darfur, sia la vita di Eluana. E dunque è persona sia ciascuno di noi sia ciascuno che soffre o che è disabile.

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La Persona III

• “Persona est

• rationalis

• naturae

• individua

• substantia” (Severino Boezio, VI sec.)

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La Natura

• “Natura est

• unamquamque

• rem

• specifica

• differentia”

• (Severino Boezio, VI sec.)

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E dunque …

• La Persona è intangibile, e va rispettata nella sua integrità psichica, fisica e spirituale, come si evince da questo discorso razionale, e come è confermato dalla Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo, che è stata l’oggetto di questa serata.

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E infine, la Persona …

• Pensa, ama, contempla, spera…