LAUDATE HOMINEM «Non voglio pensarti figlio di Dio ma figlio delluomo..»

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LAUDATE HOMINEM «Non voglio pensarti figlio di Dio ma figlio dell’uomo..»

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LAUDATE HOMINEM

«Non voglio pensarti figlio di Dio ma figlio dell’uomo..»

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Introduzione

Partendo dalla frase «Non voglio pensarti figlio di dio ma figlio dell’uomo» della canzone «Laudate hominem» di Fabrizio De Andrè, il mio intento è quello di fare una riflessione attraverso un percorso interdisciplinare sul crollo di quel valore religioso, che per secoli è stato il fondamentale, e l’avvento dell’importanza dell’uomo. Analizzare come vari artisti hanno preferito credere nella ragione umana piuttosto che in un ente divino. Premettendo che il mio non vuole essere un attacco alla religione, ma l’analisi di come hanno dato fiducia alla «potenza» dell’essere umano.

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Dalla “morte di Dio” all’avvento del “superuomo” Nietzsche

LAUDATE HOMINEM

“The Sisters” James Joyce “Non voglio pensarti figlio di Dio,

ma figlio dell’uomo..”

F. De Andrè

Pablo Picasso

Origine del mondo: “Big Bang”

Emilio Praga

Eugenio Montale

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«Casto poeta che l’Italia adora,vegliardo in sante visioni

assorto,tu puoi morir!...Degli antecristi

è l’ora!Cristo è rimorto!»

Preludio, Praga.

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«Questo che a notte balugina nella calotta del mio pensiero, traccia

madreperlacea di lumaca o smeriglio di vetro calpestato, non è

lume di chiesa o d'officina che alimenti chierico rosso, o nero.»

Piccolo testamento, Montale.

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«Dove se n’è andato Dio?» gridò «ve lo voglio dire! L’abbiamo ucciso – voi e io! Siamo noi tutti i suoi assassini..»

«Dio è morto! Dio resta morto! E noi l’abbiamo ucciso! Come ci consoleremo noi, gli assassini di tutti gli assassini?..»

«La gaia scienza», Nietzsche

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Dalla «morte di Dio» all’avvento del «superuomo»

La morte di Dio segna, per Nietzsche, l’atto di nascita del superuomo.

«Morti son tutti gli dei: ora vogliamo che il superuomo viva.» («Cosi parlò Zarathustra»)

«Non POSSO pensarti figlio di Dio ma figlio dell’uomo..» F. De Andrè

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Pablo Picasso, Poveri in riva al mare,1903.Olio su tavola, 105,5x69 cm.Washington, National Gallery of Art.

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Pablo Picasso, Famiglia di acrobati con scimmia, 1905.Inchiostro di china, gouache, acquerello e pastello su cartone, 104x75 cm. Goteborg, Konstmuseum.

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• Pubblicato nel 1914 sul quotidiano «The Homestead»,con lo pseudonimo di Stephen Dedalus.

• Tutte le storie sono ambientate a Dublino "La città mi sembrava il centro della paralisi", ha dichiarato Joyce.

• 15 storie

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•Religione che dà false speranze

«Non servirò ciò in cui non credo più, si chiami questo la casa, la patria o la chiesa» James Joyce, Portrait

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«It was that chalice he broke… that was the beginning of it.»

«And what do you think but there he was, sitting up by himself in the dark in his confession-box, wide-awake and laughing-like softly to himselfs?»

«Fu quel calice che ruppe… Cominciò tutto di lì.»

«Ci sarebbe da crederlo se vi dicessi che era proprio là, seduto tutto solo dentro al confessionale, al buio, ridacchiando bello sveglio fra sé e sé?»

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LE PROVE A FAVORE DEL BIG BANG

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• «La letteratura»; Baldi, Giusso, Razetti, Zaccaria• «Fare Filosofia»; Abbagnano, Fornero• «Itinerario nell’arte»; Cricco, Di Teodoro• «Dubliner»; James Joyce• «Lit & Lab»; Spiazzi, Tavella• «Geografia generale»; Feyles, Neviani• «It.wikipedia.org»• «www.studenti.it»• «the-big-bang-theory.com»