27.00 Lettera 299 Con desiderio di vedervi spogliato delluomo vecchio, e vestito del nuovo.

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  • Con desiderio di vedervi spogliato delluomo vecchio, e vestito del nuovo
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  • Al nome di Ges Cristo crocifisso e di Maria dolce
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  • Carissimo fratello in Cristo dolce Ges. Io Catarina, serva e schiava dei servi di Ges Cristo, scrivo a voi nel prezioso sangue suo; con desiderio di vedervi spogliato dell'uomo vecchio, e vestito del nuovo.
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  • Spogliato, dico, del vecchio peccato d'Adam, e di quel disordinato affetto ch'egli ebbe, col quale affetto offese Dio passando l'obbedienza sua, e offese s, togliendosi la vita della Grazia: onde, subito ch'ebbe offeso, trov ribellione in s, e in tutte le creature.
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  • E cos l'anima che segue e si veste di questuomo vecchio, trova n pi n meno, amando disordinatamente s medesimo di amore sensitivo; dal quale amore sensitivo segue ogni disordinato amore. Questo quel miserabile amore che toglie il lume della ragione e non lascia conoscere la verit; toglie la vita della Grazia, e ci d la morte; ci toglie la libert e ci fa servi e schiavi del peccato, che quella cosa che non : onde in questa vita gusta l'arra dell'inferno.
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  • Dico che non conosce la verit; perch, se conoscesse la verit, non penerebbe il cuore e l'affetto e tutta la sollecitudine sua nel mondo, e non se ne farebbe dio; anco, lo spregerebbe con tutti i suoi diletti, vedendo la poca fermezza e stabilit sua, e quanto vano e caduco.
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  • E non lo vediamo tutto il d, carissimo fratello; che ogni cosa del mondo passa come il vento, e nessuna cosa si pu tenere al modo nostro? Perch nessuna cosa nostra, se non solo la divina Grazia, la quale non ci pu essere tolta se noi non vogliamo. Perch questa Grazia non si perde se non per la colpa del peccato; e non n dimonio n creatura che ci possa costringere a una piccola colpa commettere: e per non ci pu essere tolta.
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  • Ma le cose del mondo che ci sono date in prestito e per uso, ci possono essere tolte, e ci sono tolte quando piace alla divina bont, che ce l'ha date. Onde noi vediamo che test l'uomo ricco, e test povero: ora in grande altezza, e ora in grande bassezza; e dalla sanit veniamo all'infermit, e dalla vita alla morte. E cos ogni cosa c' mutabile; e talora l'uomo le vuol tenere, che non pu; per che non sono sue.
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  • Che se elle fossero sue, le terrebbe quanto vuole. Ma gli sono state date perch se le usi per necessit, ma non perch le tenga con disordinato amore, amandole fuori di Dio. Perch, facendo cos, trapasserebbe il suo comandamento, il quale dice che noi lo dobbiamo amare sopra ogni cosa, e il prossimo come noi medesimi.
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  • Onde, non facendolo, si passa l'obbedienza sua: ed essofatto, ch'egli fatto disobbediente, privato della vita della Grazia, e si fatto degno della morte eterna. Egli fatto incomportabile a s medesimo: onde gusta l'arra dell'inferno; per che il verme della coscienza sempre rode. Per la qual cosa sostiene pena intollerabile quando si vede privato di quella cosa che egli amava tanto disordinatamente, vedendo che gli convenga lasciare, o nella vita, essendogli tolta, o nella morte.
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  • Perch, morendo l'uomo, ogni cosa gli conviene lasciare; che seco non ne porta altro che il bene ch'egli ha operato, o il male; ricevendo ognuno quello ch'egli ha meritato: per che ogni colpa punita, e ogni bene rimunerato. Altro non ne pu portare. E per l'uomo che disordinatamente ama, sostiene grandissima pena, quando perde quello che tanto amava; per che tanto si perde con dolore, quanto si possiede con amore.
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  • Onde tutta la vita sua pena. E, eziandio possedendo e stando in delizie, ha pena, perch teme di perder quello ch'egli ha. Chi non conosce tanta miseria e grave tormento quanto d il mondo? Chi ha accecato il lume della ragione coll'amore proprio di s; il quale lume perde per condiscendere alla serva della propria sensualit, la quale sensualit vestita dell'uomo vecchio, cio del peccato di Adam.
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  • Quanto miserabile lo stolto e ingrato uomo che si toglie tanta dignit quanto il lume della ragione, e la vita della Grazia, e la libert, essendosi fatto servo del dimonio e del peccato, che non alcuna cosa! La quale libert gli fu resa col mezzo del sangue del Figliuolo di Dio, nel quale sangue del Figliuolo di Dio fu lavata la faccia dell'anima nostra.
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  • Oh quanto sar degno di riprensione colui che iniquamente spende e consuma la vita sua; la quale iniquit non gli lascia conoscere la bont di Dio in s, n ricevere il frutto del sangue! Che ha fatto lo stolto uomo, poich egli ha distese le braccia e ha abbracciate tutte le delizie del mondo per desiderio? Nulla se ne trova, altro che confusione e stimolo della coscienza nell'ultima estremit della morte. Egli fatto come il frenetico, o come colui che sogna; che gli pare avere grandi diletti, e poi, svegliato, non si trova alcuna cosa. E cos l'uomo che si desta dal sonno di questa misera vita, non si trova altro che pena e rimprovero.
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  • Che modo c' dunque da tenere acci che noi non perdiamo il bene del cielo, n in questa vita viviamo in tanta afflizione? Questo il rimedio, dolcissimo fratello: che noi ci spogliamo di questo uomo vecchio che ci d intollerabile pena, e ci vestiamo dell'uomo nuovo Cristo dolce Ges;
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  • ordinando la vita nostra, vivendo come uomo e non come animale; levando la nuvola dell'amore proprio di noi; e odiare la propria nostra sensualit (che una legge perversa che impugna contro lo spirito), e il mondo con tutte le sue delizie. E subito, veramente, che con l'occhio dell'intelletto le riguarderete, vedrete quanto elle sono nocive alla salute nostra, amandole fuori di Dio; quanta pena intollerabile ci danno in questa vita.
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  • Allora, quando l'anima guarda questo, subito concepisce un odio alla propria sensualit, e a tutto quanto il mondo. Non, ch'egli non ami le cose create. E l'uomo che ha i suoi figliuoli, ama i suoi figliuoli e la donna e gli altri che gli sono congiunti: ma li ama d'amore ordinato e non disordinato: cio, che per loro non vuole porre l'anima sua con offendere Dio. Sicch, ama con ordine, e non senza ordine.
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  • Perch Dio non ci vieta che noi non amiamo; anco, ci comanda che noi amiamo il prossimo come noi medesimi; ma ci vieta i nostri disordinati modi con che noi amiamo. E questo quello che l'anima odia, perch vede che gli vietato da Dio, ed danno suo.
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  • Allora, poich ha concepito l'odio verso quella cosa che deve odiare (perch l'anima non pu vivere senz'amore); subitamente ama s e il prossimo suo, e le cose che sono create, d'amore ordinato, e con affetto di virt, ponendosi dinanzi all'occhio dell'intelletto col lume della santissima Fede, per obietto Cristo crocifisso: e in lui vede e conosce quello ch'egli deve amare.
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  • E perch nel sangue di Cristo vede l'amore ineffabile che Dio gli ha (perch pi manifestamente il sangue ci ha manifestato l'amore e la carit di Dio, che nessuna altra cosa); distendesi subito ad amarlo con tutto il cuore, con tutto l'affetto e con tutte le forze sue. Perch condizione dell'amore, d'amare quanto si sente amare, d'amare tutte le cose che ama colui ch'egli ama.
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  • E per, a mano a mano che l'anima ha conosciuto l'amore del suo Creatore verso di lui, l'ama; e amandolo, ama tutte quelle cose che Dio ama. E perch vede, che Dio ama sommamente la sua creatura che ha in s ragione (che in tanto l'am, che ci don il Verbo del suo Figliuolo; acci che desse la vita per noi, e ci lavasse la lebbra del peccato mortale nel sangue suo); e per l'uomo distende, e partecipa l'affetto e la carit sua col prossimo, e al prossimo vuole rendere quello che a Dio non pu rendere, cio di fargli utilit.
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  • Per ch'egli il Dio nostro, che non ha bisogno di noi. E perci quella utilit che a lui non pu fare, la fa al prossimo, che quel mezzo che Dio ci ha posto, nel qual mezzo manifestiamo l'amore che noi abbiamo a lui. Per questo amore l'uomo non concepisce odio verso il prossimo suo, per nessuna ingiuria che da lui gli fosse fatta; ma con pazienza porta e sopporta i difetti suoi, dolendosi pi dell'offesa di Dio e del danno dell'anima sua, che dell'ingiuria e del danno proprio.
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  • Questo amore ordinato, per che non esce dell'ordine della carit. E si veste dell'uomo nuovo Cristo dolce Ges, seguitando le vestigia e la dottrina sua, rendendo bene a quelli che gli fanno male. Odia quello che Cristo benedetto odia; e ama quello ch'egli ama. Che odi Cristo benedetto? Odi il vizio e il peccato, onori, delizie, e stati del mondo: e tanto gli dispiacque il peccato, che, non essendo in lui veleno di peccato, della nostra colpa volle fare vendetta, e punirla sopra il corpo suo in tanto tormento e pena, che la lingua nostra non sarebbe sufficiente a narrarlo.
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  • L'onore e le delizie egli spregi; onde, quando volle essere fatto re, egli sparve di mezzo di loro, ma abbracci la povert, le ingiurie, gli scherni e villanie; sostenendo fame e sete, e molte persecuzioni, fino alla obbrobriosa morte della santissima Croce.
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  • A questo non fugg, ma si fece incontro ai Giudei quando lo vollero prendere, dicendo: Chi dimandate voi?. E rispondendo essi: Ges Nazareno. E se voi cercate me (disse il dolce e amoroso Verbo), Io son esso. Pigliatemi, e lasciate stare costoro: dicendo dei discepoli suoi.
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  • E cos ci diede dottrina la Verit dolce, della carit del prossimo, quanto noi lo dobbiamo amare, e della pazienza, come dobbiamo portare ogni cosa che Dio permette a noi, realmente, per gloria e lode del nome suo; non schifando n fatica n lavoro; n volgendo mai il capo in dietro a mirare l'arato per impazienza, n per odio, del prossimo suo, ma con allegrezza cordiale farsi a lui incontro, e stringerlo per affetto d'amore, per Cristo crocifisso.
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  • E veramente noi dobbiamo portare, e materia n'abbiamo; s perch la fatica piccola, e s perch ella di gran frutto, e s per amore di colui che la d. Piccola : e sapete quanto? quanto una punta d'ago, perch tanto la fatica, quanto il tempo. E lo vedrete bene, ch'egli tanto piccolo che l'uomo non lo pu immaginare.
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  • Il tempo ch' passato, voi non l'avete; il tempo ch' a venire, non siete sicuro d'averlo: solo dunque questo punto del tempo presente avete, e pi no. Dunque la fatica passata non c' n l'avvenire; per che non siamo sicuri d'averla, ma tanta fatica abbiamo quanto il tempo; pi no. Bene dunque vero, ch' piccola.
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  • Quanto grande il frutto? Domandatene il dolce banditore di Paolo, che dice che non sono proporzionate le passioni di questa vita a quella futura gloria Rm 8,18. Se noi vediamo colui che la d, il dolce Dio nostro sommamente buono; e perch egli sommamente buono, non pu volere altro che bene.
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  • E perch ce la d? Per nostra santificazione acciocch la margherita della virt della pazienza sia provata in noi; la quale virt ci manifesta se in verit amiamo il Creatore nostro, e se abbiamo in noi la vita della Grazia, o no. Perch, come limpazienza un segno che noi amiamo pi noi e le cose create che il Creatore; cos la pazienza segno dimostrativo che ci fa manifesto che noi amiamo Dio sopra ogni cosa, e il prossimo come noi medesimi.
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  • Sicch vedete che segue Cristo odiando il vizio, e amando la virt; e la stringe a s, e se ne veste in tanto, che elegge prima la morte, che volersene spogliare. Tanto gli dilettevole e piacevole la virt! Vestita che l'anima di quest'uomo nuovo, col lume della ragione, gusta vita eterna; e nessuna cosa la pu turbare.
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  • Onde, s'egli ha fatiche, egli gode della tribolazione, egli v'ingrassa. E non ha timore affliggitivo, cio timore servile, che tema di perdere le sostanze del mondo; perch con amore ordinato le possiede, e come cose prestate, e non come cose sue, perch gi vide e conobbe che elle erano cose transitorie, e non le poteva tenere a modo suo, perch non erano sue; e per si dispose e tenerle per suo uso e con amore ordinato.
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  • E tutta la vita sua ha ordinata in Dio, in qualunque stato si sia. Onde, se egli ha lo stato del matrimonio, egli lo conserva con grande onest, avendo in debita riverenza i d, che sono comandati da santa Chiesa. E se egli ha figliuoli, egli fa come creatura ragionevole, che nutre l'anima e il corpo: cos deve fare, allevandoli nei comandamenti dolci di Dio.
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  • E s'egli in altro stato ch'egli abbia a sovvenire il prossimo suo, egli si fa padre dei poveri, e volentieri s'affatica per loro, sovvenendoli in ci che pu. Del corpo suo, per diletto e delizie di vestimenti, non se ne vuol fare Dio: ma con modo ordinato e piacevole a Dio, tiene lo stato suo, senza leggerezza o vanit di cuore.
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  • E non attende a spendere solamente il suo in adornamento di casa, perch vede che, adornata che ella fosse, gli potrebbe esser guasta, e tolto l'adornamento. Ma si ingegna solo d'adornare la casa dell'anima sua di vere e reali virt; il quale adornamento nessuno che gli possa togliere, se egli non vuole. E per questi cotali di nessuna cosa possono avere pena, perch hanno posto l'amore e l'affetto in quella cosa che non gli pu essere tolta.
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  • E corrono questa vita, piena d'affanno, senza pena affliggitiva, senza stimolo di coscienza; e vanno leggieri per la via di Cristo crocifisso, seguendo la dottrina sua, vestiti del vestimento leggiero di quest'uomo nuovo, e spogliati della gravezza dell'uomo vecchio, che aggrava e occupa l'uomo in colpa di peccato mortale, e in molte pene e affanni questa tenebrosa vita.
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  • Egli non intende s medesimo, non tanto che sia inteso da altri; per che l'amore proprio gli ha tolto il lume della ragione; onde non conosce la verit. E per ha pena: perch, se non conosce questa verit, non la pu amare; non amandola, non se ne veste, e per sempre inquieto.
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  • E per dissi io (acci che foste liberato da questa pena, e riceveste la vita della Grazia, e rispondeste a Dio che vi chiama, e vi ama ineffabilmente) che io desideravo di vedervi spogliato dell'uomo vecchio, e vestito dell'uomo nuovo Cristo dolce Ges. E cos vi prego che facciate.
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  • Del caso occorso godete, per che la vita dell'anima vostra: e crescete in voi il frutto del santo desiderio. E se altro vi dicesse la propria sensualit, o le lusinghe degli uomini del mondo, non lo credete: ma fermo e stabile, come uomo virile, seguite il santo proponimento.
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  • E pensate che gli uomini del mondo non potranno render ragione dinanzi al sommo Giudice per voi nell'ultima estremit della morte, ma solo la santa e buona coscienza. Or non dormite pi, ma in tutto ordinate la vita vostra. Altro non dico.
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  • Permanete nella santa e dolce dilezione di Dio.
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