La famiglia al plurale Marialuisa Stazio – [email protected] Università degli Studi di Cassino...
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La famiglia al plurale
Marialuisa Stazio – [email protected]
Università degli Studi di Cassino e del Lazio MeridionaleDipartimento di Scienze Umane, Sociali e della Salute
Le professioni del sociale nell'Italia che cambiaSeminario formativi della Scuola del Sociale
Formia – 22 gennaio 2015
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Regione Veneto, 23 dicembre
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Milano, 17 gennaio 2015
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Famiglia naturale?
• “Non c’è niente di meno naturale della famiglia. Il che non vuol dire che è innaturale, certo. Ma la famiglia è una costruzione sociale, legale e normativa. Sono le norme che definiscono quali rapporti di sesso o di generazione sono familiari oppure no”
• (Chiara Saraceno, Intervista di Donatella Coccoli, in ‘left’, sabato 20 dicembre 2014).4
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La famiglia ‘normata’
La Costituzione della Repubblica Italiana
• Art. 29.• La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come
società naturale fondata sul matrimonio.• Il matrimonio è ordinato sull'eguaglianza morale e
giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.
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Variazioni sul tema del ‘naturale’
• Le ‘norme’ sulla famiglia sono variate e variano molto nel tempo e nello spazio.• Ancora fino al 1975 si distingueva tra
figli ‘legittimi’ e figli ‘naturali’.
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Variazioni sul tema del ‘naturale’
• In diritto si intendeva per figlio naturale il figlio procreato da genitori non uniti tra loro da vincolo matrimoniale. • Nella versione originale del Codice Civile, il
figlio naturale era identificato come ‘figlio illegittimo’, in contrapposizione al ‘figlio legittimo’ (procreato cioè da persone unite tra loro in matrimonio).
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Variazioni sul tema del ‘naturale’
• A seguito della riforma del diritto di famiglia del 1975, tale definizione è stata abbandonata.• La legge n. 219/2012 (che ora riconosce
pienamente i rapporti di parentela tra i figli naturali e i parenti dei loro genitori) prevede l'unificazione dello stato giuridico di figlio, con totale eliminazione di ogni differenza tra figli legittimi, naturali e adottivi.
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La famiglia ‘denaturalizzata’
•Denaturalizzazione: •processo di messa in discussione o modificazione di qualcosa che si riteneva essere normale, universale e accettato, ma che non è più ovvio.
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Denaturalizzazione
•Il modo più semplice per “denaturalizzare” un concetto o un fenomeno è inquadrarlo in una prospettiva:
• Storicao
•Antropologica10
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‘Società naturale fondata sul matrimonio’
Nelle società occidentali il matrimonio, e quindi la famiglia, sono associati alla monogamia è possibile sposare un solo partner.
In altre società, invece, è possibile sposare più di un partner
poligamia:• poliginia
• l’uomo può sposare più donne• poliandria
• la donna può sposare più uomini 11
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Prospettiva Storica
•Matrimoni precoci e forzati •Maria Antonietta, che poi fu regina
consorte di Francia e di Navarra, venne data in sposa quattordicenne al delfino di Francia, il futuro Luigi XVI (che, a sua volta, ne aveva 15), per suggellare l'alleanza tra l'Austria e la Francia contro la Prussia e l'Inghilterra. 12
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Matrimoni precoci
• Oggi riteniamo i matrimoni precoci, una violazione dei diritti umani (Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza).• Tuttavia, nei Paesi in via di sviluppo circa 70 milioni di ragazze - una su tre fra coloro che oggi hanno un'età compresa tra 20 e 24 anni - si sono sposate in età minorile.• Secondo stime Onu ci sono circa 60 milioni di spose bambine nel mondo, e i tassi di maternità e neo-natalità tra di loro sono i più alti al mondo.
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Abuso di mezzi di correzione• dal Libro dei Proverbi della Bibbia (testi di autori XI-X secolo a.C.).
• "Chi risparmia la verga odia suo figlio. Ma colui che lo ama lo corregge per tempo” (Proverbi 13:2)
• "Non negare la correzione ad un bambino: se tu lo punisci con la frusta egli non morirà, ma se trascurerai di farlo consegnerai la sua anima alla dannazione eterna" (Proverbi 23:13–14).
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Maltrattamenti in famigliaDal ‘Corriere della Sera’, 20 gennaio 2015:
L'uomo rischia una condanna a 10 mesi per maltrattamenti in famiglia.
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Come è cambiata la famiglia in Italia negli ultimi 40 anni
• Con la riforma del diritto di famiglia del ’75, lo Stato prese atto di un mutamento culturale dei rapporti tra uomo e donna e tra genitori e figli.• Il diritto di famiglia in vigore fino a quel momento – il
codice Rocco – imponeva una forte gerarchia genitori figli. Nel ’75 i figli diventano soggetti di diritto.• Oggi i rapporti che le persone vivono come ‘familiari’, si
sono ulteriormente modificati: ci sono le convivenze e ci sono i figli naturali che sono uguali ai figli legittimi.
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Chiara Saraceno (Coppie e famiglie, non è una questione di natura, Feltrinelli, 2012) parla di ‘famiglia caleidoscopio’:• Come in un caleidoscopio in queste famiglie le stesse
tessere – rapporti tra i sessi, generazioni, figli – si combinano in maniera diversa a seconda del contesto.• La famiglia si costituisce attraverso la costruzione dei
rapporti affettivi. Dunque anche soggettivamente. • Se dovessimo fare una lista di chi consideriamo ‘famiglia’,
alcuni includerebbero uno più nonni, zii o cugini, altri i compagni dei genitori, altri ancora persone che magari non sono affatto parenti.
Famiglie Caleidoscopio
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Trasformazioni della famiglia
• Il motivo per cui oggi le persone omosessuali possono considerarsi legittimate a considerarsi famiglia è fondato sulle trasformazioni della coppia eterosessuale. • Il movimento in favore del ‘matrimonio
gay’ è forse l’esempio più chiaro della trasformazione del concetto di famiglia.
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Famiglie Arcobaleno
• Nel momento in cui nell’Occidente democratico la famiglia trova la sua giustificazione • nell’affettività reciproca, • nella simmetrica uguaglianza,• non necessariamente nella riproduzione,
• come possiamo stabilire la differenza fra le diverse forme di famiglia?
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Famiglie che cambiano,‘naturalmente’
• Istat Come cambiano le forme familiari (2011)• In Italia ci sono più di 24 milioni di famiglie
(24.611.766, )• più del 30% è formato da una sola persona (7.667.305) • il 13,5% (3.304.078) è rappresentato da ‘famiglie non unipersonali senza vincolo di coppia’.
• I nuclei familiari sono costituti da: • persone che vivono in coppia con figli, • in coppia senza figli, • genitore solo con figli.
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Famiglie che cambiano,‘naturalmente’
• le coppie con figli (8.766.690) costituiscono ancora il tipo di nucleo prevalente e rappresentano il 52,7% dei nuclei familiari (57,5% nel 2001);• coppie senza figli sono 5.230.296 (31,4% del
totale dei nuclei familiari), con un incremento di 474.869 (+10%) rispetto al 2001 (4.755.427).• le madri sole con figli e i padri soli con figli
sono passati da 2.100.999 a 2.651.827. 21
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Famiglie che cambiano,‘naturalmente’
• Crescono le nuove forme familiari: sono 6 milioni 866 mila i single non vedovi, i monogenitori non vedovi, le coppie non coniugate e le famiglie ricostituite coniugate. • Vivono in queste famiglie 12 milioni di persone, il 20% della popolazione, dato quasi raddoppiato rispetto al 1998.• I single non vedovi sono soprattutto uomini
(55,3%), mentre i monogenitori sono in gran parte donne (86,1%). 22
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Famiglie che cambiano,‘naturalmente’
• Le libere unioni nel 2009 sono 897 mila e rappresentano il 5,9% delle coppie. Sono più diffuse nel Nord-est, presentano un titolo di studio più elevato e una quota di coppie in cui ambedue lavorano più alta. • Le convivenze prematrimoniali sono in crescita.
Hanno raggiunto il 7,9%. Il fenomeno è aumentato e per le coorti tra il 2004 e il 2009: il 33% per i primi matrimoni e il 70% per i matrimoni successivi. Aumenta la durata di tale convivenza, che si consolida come "periodo di prova".
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La famiglia è una ‘società naturale fondata sul matrimonio’ ma, mentre diminuiscono i
matrimoni…
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… aumentano le famiglie
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Denatalità
• Negli ultimi decenni si è anche assistito alla flessione del tasso di fecondità il numero medio di figli per donna. • Dopo la seconda guerra mondiale il tasso di
fecondità è sceso in tutta Europa ed è molto al di sotto della soglia critica di 2,1 figli per donna, cioè del livello di rimpiazzo delle generazioni, che assicura l’equilibrio nascite/morti e la crescita zero della popolazione.
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Denatalità
• Il tasso di natalità in Italia è ormai da anni di gran lunga inferiore all'indice di ricambio demografico. • Secondo l'Organizzazione per la
cooperazione e lo sviluppo economico, il tasso donne italiane senza figli nate nel 1965 - quelle che compiono 50 anni l'anno prossimo - è di quasi 10 punti percentuali in più rispetto a quelle nate nel 1960. 28
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• Nel 2012, l'Istat ha registrato oltre 12 mila nascite in meno in Italia rispetto al 2011 (dal 2009, oltre 42 mila nati in meno). • L'abbassamento del tasso di natalità rende
ancora più grave la crisi demografica in Italia. • Il paese ha già circa 150
ultrasessantacinquenni ogni 100 persone sotto i 14 anni, • Secondo l'Istat il numero salirà a 263 anziani
ogni 100 giovani entro il 2050.29
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La crescita zero
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Childless, perché?
Recentemente sempre più coppie a causa di lavori precari e stipendi bassi scelgono di non avere figli.Secondo il rapporto annuale 2014 dell'Istat, nel periodo 2012-2013• il 56,4% dei lavoratori passa da un lavoro atipico all’altro;• il 16,5% passano verso il lavoro standard (il 24% nel 2007-
2008)• il 21,8% perdono il lavoro (16,1% nel 2007-2008).Nel periodo 2012-2013 la possibilità che un lavoro temporaneo si trasformi in uno standard è inoltre particolarmente ridotta per le donne (11,%) e per chi risiede nel Mezzogiorno (13%). 31
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Childless, perché?
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Childless, perché?• La crisi economica prolungata ha solo peggiorato la
condizione in cui tradizionalmente le donne italiane affrontano la formazione di una famiglia. • Ai fattori legati al mondo del lavoro si
aggiungono:• politiche per la conciliazione dei tempi di vita e
lavoro inadeguate;• scarsità di servizi e sostegni alle attività di
cura,• fattori culturali e compagni poco collaborativi. 33
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Childless, perché? (dati OECD - Organisation for Economic Co-operation and Development - 2014)
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Childless, perché?
•Secondo l'Ocse, solo la metà delle madri italiane lavorano, contro il 74% per cento in Francia.•Tra le donne nate nel 1965, circa il 24% non ha figli. In Francia sono solo il 10%.
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Childless o Childfree?
• GfK Eurisko (2014) ha recentemente condotto una ricerca sulle donne tra i 18 e i 55 che non hanno figli e non vogliono averne. Esse sono risultate:• avere un livello d'istruzione più alto della media, • avere redditi proporzionalmente più elevati, • essere in larga maggioranza lavoratrici, spesso
imprenditrici. • vivere per il 56% in coppia, per il 40% sole, • essere professioniste, con molti progetti e
prospettive, convinte della loro scelta, tendenzialmente salutiste e ben informate.
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Nuove donne per nuove famiglie?
• Negli ultimi 13 anni il numero di giovani donne con un titolo di istruzione superiore cresce del 23%,
• il numero di quelle con figli cala del 4%,• il numero di quelle quelle assorbite dalla professione
aumenta del 12% (nel 1996 erano il 48%, nel 2013 sono il 60%),
• Sono in attività per ben 16 ore al giorno: in media 6 per il lavoro, 4 per i figli, 2 per la cura della casa, le restanti 3,5 in hobby cura della persona e acquisti.
• GfK Eurisko, ricerca sulle donne di età compresa tra i 18 e i 24 anni dagli anni 90 ad oggi, presentata a Roma in occasione del convegno 'Amore e Ormoni nella vita delle donne’ (novembre 2014).
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Nuove donne per nuove famiglie?
• Il 58% dichiara di considerare l'amore una cosa veramente importante. Dieci anni prima la percentuale era del 75%. • Per 3 donne su 4 il sesso è molto importante.• Una su 4 riferisce di viverlo come qualcosa che
bisogna fare per integrarsi con il gruppo. • Il 34% non è del tutto appagata dalla propria vita
sessuale.
• Il numero giovani donne sposate scende del 22%,• Il numero di quelle che convivono cresce dell'8%,
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Famiglie ‘normali’…ma diverse
• Immigrati e famiglia, famiglie immigrate•Parlare di famiglie immigrate come di
un mondo omogeneo e indifferenziato è fuorviante e poco efficace.
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Famiglie ‘normali’…ma diverse
• Nel campo degli studi sociologici sulle dinamiche migratorie, sono state individuate differenti dinamiche dei percorsi familiari, riconducibili a modelli migratori ‘etnici’
• il percorso contraddistinto dall’arrivo contemporaneo di entrambi i coniugi senza i figli (es. Cina);
• il percorso mono parentale in cui uno solo dei genitori emigra:
Emigrazione maschile(area del Mediterraneo: Marocco, Egitto, Albania…)
Emigrazione Femminile(Perù, Filippine, Somalia, Paesi dell’Est non Comunitari…)
Diverse problematiche di ricongiungimento familiare40
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Famiglie ‘normali’…ma diverse
• Famiglie con presenza di regolari e irregolari, considerando come ‘irregolari’ i migranti che hanno perduto i requisiti necessari per la permanenza sul territorio nazionale (ad esempio il permesso di soggiorno scaduto e non rinnovato),
• Minori che vivono con genitori ‘irregolari’, e irregolari essi stessi, che però godono di diritti inalienabili (es. istruzione),
• Il percorso di formazione delle diverse tipologie di famiglie miste.
• Ciascuna di queste traiettorie presenta ricadute complesse sui diversi membri della famiglia in termini di crescita e di realizzazione personale (Ambrosini, 2005). 41
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Famiglie ‘normali’…ma diverse
La tipologia di servizi che il territorio offre, rappresenta un aspetto centrale del problema (Fong, 2004; Drachman, 1992). • Il rapporto coi servizi sociali e territoriali è
fondamentale nel tentativo di fornire una risposta ai bisogni delle famiglie, che chiedono al territorio assistenza sanitaria, aiuto nel trovare casa e lavoro, inserimento scolastico per i figli, assistenza nelle procedure burocratiche.
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Famiglie ‘normali’…ma diverse
Terreni di incomprensione che rimandano a questioni profonde, che spesso riguardano la nozione stessa di ‘famiglia’.Molte di queste riguardano la concezione delle tappe di crescita, l’idea stessa di cosa sia un bambino e cosa un adulto, e il concetto nodale di responsabilità e di come vadano concepite la cura e come l’incuria. In Somalia il maschio a 12 anni inizia a uscire con il papà, a andare nelle riunioni familiari di soli uomini, e acquisisce lo status di persona adulta.
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Famiglie ‘normali’…ma diverse
• Un esempio possono essere le punizioni fisiche, che sono considerate lecite, e a volte doverose, nei modelli educativi applicati da molti immigrati.
Qui possono essere definite ‘maltrattamenti’.• Per molte famiglie, soprattutto monoparentali, lasciare da soli in casa i bambini a partire dai 6 /7 anni d’età, è una necessità quotidiana. Nei Paesi d’origine sarebbe un comportamento normale, lo si ritiene anzi un’occasione importante per responsabilizzare i figli, chiedendo ai maggiori di badare ai più piccoli.
Qui può essere definita ‘incuria’.44
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Il lavoro sociale e le famiglie
•Possiamo definire il lavoro sociale come l’arte/professione di attivare la società per per potenziare soluzioni già in atto e/o risolvere specifici problemi di vita di particolari persone, gruppi o comunità.
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Il lavoro sociale e le famiglie
• Lo stile, la qualità, l’efficacia del lavoro sociale sul campo dipendono in modo marcato dalla configurazione del sistema, dagli assetti organizzativi degli enti in cui l’operatore lavora e dagli orientamenti di politica sociale da cui a loro volta i singoli enti dipendono. 46
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Il lavoro sociale e le famiglie
•Ma gli operatori non sono semplici esecutori/realizzatori delle politiche sociali sancite nella legislazione o nei piani sociali locali, e neppure delle stesse direttive o linee guida dei propri singoli enti di appartenenza. • Un professionista possiede autonomia e potere discrezionale, e può/deve essere in grado di affrontare i singoli problemi così come la sua ragionevolezza e la sua scienza gli suggeriscono.
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Il lavoro sociale e le famiglie
• Le professioni di aiuto, e sociali in particolare, si propongono di produrre welfare utilizzando al meglio la scienza disponibile ma anche, e forse soprattutto, le capacità riflessive immediate di ogni interessato (il professionista medesimo o le altre persone con cui è in contatto)
• Per fare il bene di altri, l’operatore professionale usa un opportuno miscuglio di scienza e coscienza: informa di scienza la coscienza e con la coscienza controlla la scienza.
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• Il lavoro sociale di articola dunque su tre dimensioni.• Il servizio sociale istituzionale, in cui l’operatore è
un esperto conoscitore dei meccanismi, anche burocratici, dei sistemi di welfare, i quali ‘servono’ il cittadino con servizi codificati.• Far arrivare i servizi (le prestazioni, le risorse, ecc.)
standard (universalistici) che la società intera decide di mettere in campo tramite le decisioni politiche a tutta la popolazione che ne ha bisogno/diritto, in accordo al principio di equità.
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• Il counseling di accompagnamento riparativo, in cui l’operatore usa quella sua libertà di pensiero e di manovra per agganciarsi alla rete che cerca di risolvere, e si propone di accompagnarla e di sostenerla nel suo percorso di fronteggiamento. • accompagnamento riflessivo, che un
tempo si chiamava casework, e ora viene inteso come counseling sociale. 50
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Il lavoro sociale e le famiglie
• L’animazione/educazione sociale dentro le comunità locali, in cui l’operatore è un esperto visualizzatore di possibili stati ‘migliori’ della vita sociale.• In altre parole, è un «sognatore etico» che
intende realizzare i suoi sogni e per questo è disposto a lavorare per aiutare la società a desiderarli (Folgheraiter, 2007).
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Il lavoro sociale e le famiglie
• Lavoro autoriflessivo e proattivo:• riflettere sul proprio operato e sulla propria
conoscenza,• mettere in discussione valori e principi che
sembrano ‘naturali’, • promuovere innovazione e cambiamento della
mentalità, delle organizzazioni e della pratica professionale.
• Grazie per la vostra attenzione52