La fabbrica della ripresa - unife.it · L'ECONOMIA, GLI AFFARI, LE STORIE DELL'EMILIA-ROMAGNA...

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Lunedì, 15 Giugno 2015 www.corrieredibologna.it L’ECONOMIA, GLI AFFARI, LE STORIE DELL’EMILIA-ROMAGNA IMPRESE L’intervista Massimiliano Bizzi (White): «Voglio rifare il Motorshow» 5 La campagna Le mosse di UnipolSai nel settore alberghiero con UNA e Atahotels 7 La città Aeroporto, debito e calcio: Parma è al termine della notte 10 La fabbrica della ripresa Seppur uscita decimata dalla lunga recessione, è la manifattura che sta trainando l’economia grazie alle esportazioni. Automotive, farmaceutico, meccanica e piastrelle i settori più dinamici. Speranze per l’alimentare. Intanto le imprese affrontano la sfida di Industry 4.0: tanto interesse, ma ridotte dimensioni e credito non aiutano L’analisi Nasce a scuola l’impresa del domani di Giorgio Prodi L’ industria che esce dalla crisi è molto diversa da quella che vi è entrata. Non è solo diversa perché la crisi ha selezionato, spesso in maniera brutale, le imprese che sono rimaste sul mercato, ma perché sono cambiate le strutture delle singole filiere produttive e, soprattutto, sono cambiate le dinamiche tecnologiche nelle imprese e tra le imprese. La Germania chiama questo processo Industria 4.0. La manifattura avanzata, quella cioè che rimane cruciale per la crescita e il benessere delle economie sviluppate è sempre più un mix complesso di competenze diversificate che vanno dalla meccanica, ai materiali avanzati, alla microelettronica, alla fisica, all’Ict. La nostra regione è nelle condizioni di rispondere con successo a questa nuova sfida. Lo è perché è la seconda regione italiana per investimenti in ricerca e sviluppo sul Pil, lo è perché le nostre imprese hanno dimostrato di sapere assorbire tecnologie diverse (basti pensare a come è stato affrontato il passaggio dalla meccanica alla meccatronica). Lo è perché l’Industria 4.0 si basa sulla flessibilità dei cicli produttivi e delle filiere e, su questo, non siamo secondi a nessuno. Per essere competitivi è però necessario qualche cambiamento. Industria 4.0 si basa su tecnologie sempre più sofisticate le cui competenze difficilmente si trovano all’interno di una sola impresa. continua a pagina 15 L’intervento Dalla ricerca all’innovazione L’Università di Ferrara lancia la sfida per la tecnologia I l progresso si basa sull’accrescimento co- stante delle conoscenze e sul loro trasferi- mento alla società. L’accesso alla conoscenza è fattore di crescita, sviluppo e democrazia. Sede privilegiata di creazione di nuova cono- scenza è l’Università, che ha gettato le basi della rivoluzione scientifica, della rivoluzione industriale, e in definitiva della nostra civiltà. Le Università sono luogo di innovazione perché esaltano l’esercizio costante della cu- riosità, dell’osservazione diretta, della critica di dogmi e paradigmi. Sia pure tra mille diffi- coltà economiche ed organizzative, l’Universi- tà italiana ha finora egregiamente soddisfatto questa missione. Tuttavia, perché possa tradursi in migliora- mento delle condizioni di vita, occorre che l’ innovazione sia tradotta in tecnologia, cioè per esempio che il led, da curiosità di labora- torio, diventi la lampadina a basso consumo e lunga durata che sta rivoluzionando i nostri sistemi di illuminazione. Sotto questo aspetto l’Università italiana è particolarmente carente. L’Università di Ferrara ha preso coscienza della necessità di saldare innovazione e svi- luppo tecnologico forse prima di altri Atenei italiani, inaugurando una vigorosa iniziativa di sensibilizzazione diretta agli Universitari e agli imprenditori. continua a pagina 15 di Francesco Di Virgilio e Adele Del Bello* 50 60 70 80 90 100 Manifatturiero 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 Costruzioni Commercio Artigianato 110 100 90 80 70 60 105 63 Fatturato interno Fatturato export -19,0% -19,0% -30,3% -21,0% 81 81 69,7 79 Si riparte da.... Ante 2007 Fatto 100 il fatturato prima della grande crisi, nel 2014 i ricavi delle aziende emiliano- romagnole sono tornati ad avvicinarli Via Lombardia 14 Ozzano dell’Emilia (BO) Tel. 051-79 83 77 www.imas.it IMAS 40 ANNI AL SERVIZIO DELL’ INDUSTRIA PER L’ASPIRAZIONE E DEPURAZIONE DELL’ARIA

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Lunedì, 15 Giugno 2015 www.corrieredibologna.it

L’ECONOMIA, GLI AFFARI, LE STORIE DELL’EMILIA-ROMAGNA

IMPRESE

L’intervistaMassimiliano Bizzi (White): «Voglio rifare il Motorshow»

5

La campagnaLe mosse di UnipolSai nel settore alberghiero con UNA e Atahotels

7

La cittàAeroporto, debito e calcio: Parma èal termine della notte

10

La fabbrica della ripresaSeppur uscita decimata dalla lunga recessione, è la manifattura che sta trainando

l’economia grazie alle esportazioni. Automotive, farmaceutico, meccanica e piastrelle

i settori più dinamici. Speranze per l’alimentare. Intanto le imprese affrontano la sfida

di Industry 4.0: tanto interesse, ma ridotte dimensioni e credito non aiutano

L’analisi

Nasce a scuola l’impresa del domanidi Giorgio Prodi

L’industria che escedalla crisi è moltodiversa da quellache vi è entrata.Non è solo diversa

perché la crisi ha selezionato, spesso in maniera brutale, le imprese che sono rimaste sul mercato, ma perché sono cambiate le strutture delle singole filiere produttive e, soprattutto, sono cambiate le dinamiche tecnologiche nelle imprese e tra le imprese. La Germania chiama questo processo Industria 4.0. La manifattura avanzata, quella cioè che rimane cruciale per la crescita e il benessere delle economie sviluppate è sempre più un mix complesso di competenze diversificate che vanno dalla meccanica, ai materiali avanzati, alla microelettronica, alla fisica, all’Ict. La nostra regione è nelle condizioni di rispondere con successo a questa nuova sfida. Lo è perché è la seconda regione italiana per investimenti in ricerca e sviluppo sul Pil, lo è perché le nostre imprese hanno dimostrato di sapere assorbire tecnologie diverse (basti pensare a come è stato affrontato il passaggio dalla meccanica alla meccatronica). Lo è perché l’Industria 4.0 si basa sulla flessibilità dei cicli produttivi e delle filiere e, su questo, non siamo secondi a nessuno. Per essere competitivi è però necessario qualche cambiamento. Industria 4.0 si basa su tecnologie sempre più sofisticate le cui competenze difficilmente si trovano all’interno di una sola impresa.

continua a pagina 15

L’intervento

Dalla ricerca all’innovazione L’Università di Ferraralancia la sfida per la tecnologia

I l progresso si basa sull’accrescimento co-stante delle conoscenze e sul loro trasferi-mento alla società. L’accesso alla conoscenza

è fattore di crescita, sviluppo e democrazia.Sede privilegiata di creazione di nuova cono-scenza è l’Università, che ha gettato le basidella rivoluzione scientifica, della rivoluzioneindustriale, e in definitiva della nostra civiltà.

Le Università sono luogo di innovazioneperché esaltano l’esercizio costante della cu-riosità, dell’osservazione diretta, della critica

di dogmi e paradigmi. Sia pure tra mille diffi-coltà economiche ed organizzative, l’Universi-tà italiana ha finora egregiamente soddisfattoquesta missione.

Tuttavia, perché possa tradursi in migliora-mento delle condizioni di vita, occorre che l’innovazione sia tradotta in tecnologia, cioèper esempio che il led, da curiosità di labora-torio, diventi la lampadina a basso consumo elunga durata che sta rivoluzionando i nostrisistemi di illuminazione. Sotto questo aspettol’Università italiana è particolarmente carente.

L’Università di Ferrara ha preso coscienzadella necessità di saldare innovazione e svi-luppo tecnologico forse prima di altri Ateneiitaliani, inaugurando una vigorosa iniziativa disensibilizzazione diretta agli Universitari e agliimprenditori.

continua a pagina 15

di Francesco Di Virgilio e Adele Del Bello*

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Manifatturiero 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014Costruzioni CommercioArtigianato

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Fatturato internoFatturato export

-19,0% -19,0%-30,3% -21,0%

81 81

69,7

79

Si riparte da....

Ante 2007Fatto 100 il fatturato prima della grande crisi, nel 2014 i ricavi delle aziende emiliano-romagnole sono tornati ad avvicinarli

Via Lombardia 14Ozzano dell’Emilia (BO)

Tel. 051-79 83 77 www.imas.it

IMAS 40 ANNI AL SERVIZIODELL’ INDUSTRIA PER L’ASPIRAZIONE

E DEPURAZIONE DELL’ARIA

BO

15Lunedì 15 Giugno 2015Corriere Imprese

L’analisi

Nasce a scuola l’impresa del domani

SEGUE DALLA PRIMA

Tecnologie che ri-chiedono quindiuna forte intera-zione tra chi fa ri-cerca di base chi

fa ricerca applicata e traimprese. Cambia anche ilruolo delle istituzioni re-gionali che difficilmentepotranno avere al propriointerno le competenzeper venire in aiuto allenuove, più complesse, ne-cessità del sistema pro-duttivo. Mi limito a farealcune considerazioni le-gate al rapporto formazio-ne e lavoro. La sfida piùdifficile è quella che ri-guarda la formazione del-le figure professionali dicui le imprese hanno bi-sogno per rimanere com-petitive. Le scuole tecni-che della regione hannosvolto per moltissimi anniegregiamente questocompito. Oggi la sfida èperò molto più comples-sa: le necessità delle im-prese cambiano rapida-mente e richiedono, co-me abbiamo scritto, com-p e t e n z e s e m p r e p i ùspecifiche. La Regione hamesso in campo diversistrumenti che vanno dal-l’istituzione degli istitutitecnici superiori ai primiaccordi Desi «Dual Educa-tion System Italy» conDucati e Lamborghini cheprevedono un percorsoformativo che alterni mo-menti in aula con sessionipratiche. Non va poi di-menticato che in questianni la Regione è interve-nuta per attenuare i mio-pi tagli imposti dalla ri-forma nazionale dellascuola alle ore di labora-torio negli istituti tecnici.È difficile però che lescuole, dati anche i vinco-li di bilancio (e non sipuò non ricordare chel’Italia è fanalino di codaper investimenti pubbliciin istruzione in rapportoal Pil), riescano ad avereal loro interno le tecnolo-gie (macchinari, compu-ter, laboratori) più recentisu cui formare gli studen-ti. Diventa quindi crucialeun rapporto sempre piùstretto tra scuola e impre-sa. Oggi vi sono diversiesempi che fanno bensperare, come quello chevede coinvolte Ducati eLamborghini. La sfida è difarne sempre di più coin-volgendo non solo le im-prese più grandi ma tuttele filiere produttive.

Giorgio Prodi© RIPRODUZIONE RISERVATA

OPINIONI

& COMMENTI

La risposta di Andrea Rinaldi

BAR IN EVOLUZIONEC’È SEMPRE GENTE CHE CI PROVA

Buongiorno,ho letto su Corriere Imprese del primo

giugno due articoli che parlavano delcambiamento dei bar qui da noi in regio-ne. Si parlava di tirocini, del lavoro cheaumenta come camerieri e baristi e anchedel numero dei bar che cresce. Parlavanoanche tre gestori, tutti molto contenti.Sarà, ma a me non sembra che ci siatutto questo cambiamento come avetescritto.

Andrea

Caro Andrea,abbiamo scelto di raccontare quello che

sta succedendo al bancone dei nostri barperché, come ha scritto la nostra giornali-sta, siamo la quarta regione in Italia pernumero di esercizi, un dettaglio non dapoco, un peso che andava analizzato.

Fatta questa premessa, aggiungo un al-tro dato: la nostra è una regione che vivetantissimo di turismo, nelle città d’arte esulla costa, luoghi che devono per forzaabbondare di locali ed essere al passo con

i tempi per convincere i visitatori a fareuna sosta.

Nei nostri articoli abbiamo scelto di farparlare alcuni bar premiati per le loroqualità e per il modo in cui hanno decisoproporre i loro prodotti. Sono solo unesempio. Lièvita non è il solo a proporrestage, ce ne sono tanti altri da Piacenza aRimini e non un’inezia per un giovaneche, magari invaghito da MasterChef, ab-bia voglia di mettersi alla prova con pro-fessionisti, ricevendo in cambio un picco-lo compenso o imparando sin da subito,a sfornare brioche anziché a scongelarle.

L’ultima moda per il popolo dell’aperiti-vo non è più lo spritz, ma il gin tonic.Bene, sono tanti i bar e le caffetterie chesi stanno attrezzando con diverse quantitàdi gin per creare il drink più adatto alpalato dell’avventore. E così succede per irum, per le paste, per il pane dei panini,i clienti chiedono sempre più di essereaccontentati. Sia in vacanza, che durantela pausa del lavoro. E il fatto che ci sianosempre nuove iscrizioni, per quanto infe-riori alle cessazioni (697 contro 1.153), di-mostra una sola cosa: c’è sempre genteche vuole tentare questa via del bar.

S orprendersi che un’azienda che operanel comparto alimentare abbia la Sedein Emilia-Romagna sarebbe quantomeno strano, alla luce degli aspetti che

caratterizzano la Regione. Marr è di più: so-cietà leader in Italia nella distribuzione spe-cializzata di prodotti alimentari destinati allaristorazione extra domestica, grazie alla capa-cità di soddisfare la crescente richiesta di unservizio distributivo completo ed organizzato.Basti pensare che nel 2014 ha conseguito rica-vi consolidati per 1.441,4 milioni di euro e unutile netto consolidato di 51,1 milioni di euro.L’attività caratteristica dell’azienda consistenel porsi come intermediaria tra produttori econsumatori. Individuando i bisogni di questiultimi, i ristoratori cosiddetti commerciali ocollettivi, e chi produce o trasforma i generialimentari richiesti. Il successo della societàromagnola, la cui sede è a Rimini, nascedall’ampiezza dell’assortimento, dalla compe-tenza della struttura commerciale, dall’effi-cienza del sistema logistico e, in particolare,dalla capacità di innovazione merceologica.

Nel primo trimestre di quest’anno, i ricavitotali consolidati sono saliti a 295,2 milioni dieuro, rispetto ai 290,1 milioni del primo tri-mestre 2014. Marr è impegnata nella fornitu-ra di servizi di ristorazione in appalto neipadiglioni dell’Expo 2015. A parere di MatteoZardoni, di Banca Albertini Syz, questa op-portunità potrebbe portare a positive sorpre-se nei prossimi mesi. Il titolo azionario Marrè scambiato attualmente in Borsa a un prezzocui corrisponde un rapporto pari a circa 19volte l’utile stimato del 2015. Sulla base diqueste valutazioni, Zardoni calcola che il ren-dimento da dividendo offerto si aggiri al 3,6%circa. Negli ultimi anni l’azienda ha saputoconquistare sempre maggiori fette di mercatoe ci aspettiamo che anche in futuro sapràmantenere un vantaggio competitivo impor-tante, sottolinea Zardoni. Chi ama investirenel comparto azionario, potrebbe trovare inMarr una buona opportunità, alla luce dellapossibile ripresa dei consumi interni nel me-dio-lungo termine.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

SEGUE DALLA PRIMA

Q uesta attività si è tra-dotta nella creazionedi una struttura ad

hoc («Ufficio Trasferimen-to Tecnologico»), il cuiruolo è proprio quello divalorizzare i risultati dellaricerca universitaria.

Con la consapevolezza diquesta «missione» (cosid-detta «Terza Missione»),abbiamo costituito un ta-volo di incontro e discus-sione con gli imprenditorie con le autorità locali, or-ganizzando incontri e se-minari sulla tutela dellaproprietà intellettuale esulla creazione d’impresa.In tali iniziative abbiamocoinvolto professionisti eimprenditori di grandeprestigio, attivi in Italia eall’estero (perché nulla èpiù convincente dell’esem-pio di successo), quali il

dottor Aldo Cocchiglia diM31 e il dottor Franco For-nasari di Value Tree Part-ners. Inoltre, nell’ ambitodella StartCup Emilia-Ro-magna, la business plancompetition promossa dall’Agenzia Regionale per loSvi luppo Produtt ivo (Aster), l’Università di Ferra-ra mette in palio un pre-mio per la migliore idea diimpresa proposta da unproprio studente o ricerca-tore. Il vincitore fruisce diuna settimana di trainingnella mitica Silicon Valley,dove è assistito nella pre-sentazione della propria idea di impresa, e segue le-zioni, workshop, e dibatti-ti, oltre che visitare aziendee incubatori.

Abbiamo constatato un’entusiastica partecipazionea queste iniziative da partedegli studenti, a testimo-nianza di quanto sia sentita

l’esigenza, particolarmentenelle nuove generazioni, diuna maggiore prossimitàtra accademia e imprendi-toria. In effetti è necessarionon solo creare le condi-zioni materiali per il trasfe-rimento tecnologico, maanche e soprattutto forma-re una nuova generazione(i nostri studenti, i dotto-randi di ricerca, i giovaniricercatori) di «innovatori»con il gusto della sfida, lafiducia nelle proprie idee,e la tenacia nel perseguirle.Se la nostra Università saràriuscita a realizzare anchesolo un decimo di questoprogramma, potremo direcon orgoglio di aver porta-to a termine la nostra mis-sione.

Francesco Di Virgilio*Prorettore alla Ricerca e

al Trasferimento tecnologi-co dell’Università di Ferra-ra

Adele Del Bello*Responsabile Riparti-

zione Ricerca dell’Universi-tà degli Studi di Ferrara

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L’interventoDalla ricerca all’innovazioneL’Università di Ferrara lancia la sfida

Le lettere vanno inviate a:Corriere di BolognaVia Baruzzi 1/2, 40138 Bolognae-mail: [email protected] Fax: 051.3951289 oppure a: [email protected] [email protected]

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Supplemento gratuito al numero odierno del

Direttore responsabileLuciano Fontana

Piazza Affari di Angelo Drusiani

Ripartono i consumi,la buona scelta è Marr

Fatti e scenari

Aziende che superano la crisiTante sono in Emilia-Romagnae ora un libro le racconta

È nata una nuova generazione di imprese lea-der. È una minoranza che a oggi rappresentail 20% del totale delle imprese ed è riuscita a

superare la crisi». Lo scrive Salvatore Garbellano,docente di Modelli organizzativi al Politecnico diTorino, in «Come le medie imprese di successohanno superato la crisi» (FrancoAngeli, in uscitaa fine giugno). E un bel numero di aziende spar-se tra Piacenza e Rimini rientra in questo 20%:bella scoperta!, si dirà, qua si sapeva da tempo.I fattori che gli hanno consentito di vincere sonoben sette: diversificazione di prodotto; buone re-lazioni con i clienti; innovazione; governance so-lida; eccellente know how dei dipendenti; sonoaperte alle collaborazioni. I nomi? Li raccontiamosu Corriere Imprese e da ancora più tempi sulCorriere di Bologna: Coesia, Technogym, Brevini,Lombardini, Marchesini, Barilla, Piquadro, Duca-ti, Carpigiani solo per citarne alcune.

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Mercatone UnoSi spengono le luci in 28 negozi, ma non negli 11 della regione

D a oggi si spengono le luci su 28 dei 78 negozi diMercatone Uno. La catena di Dozza, nell’imolese,oggi in amministrazione controllata, salverà inve-

ce, per il momento, gli 11 punti vendita dell’Emilia-Ro-magna, sua regione d’origine, l’area in cui il marchio haancora un certo appeal in larga misura dovuto all’amo-re dei romagnoli per il mitico testimonial del gruppo,Marco Pantani. Lo hanno assicurato i commissari in un incontro inRegione, ribadendo di essere ancora in fase di valuta-zione sia degli aspetti patrimoniali che di quelli diliquidità. Finiscono in cassa integrazione a zero ore3.700 dipendenti. Si resta intanto in attesa di eventualimanifestazioni di interesse, che dovranno arrivare en-tro il 30 giugno. L’avviso pubblico per la ricerca di un acquirente èestesa a tutta Europa, ma non è escluso che alla fine sirifaccia avanti il fondatore Romano Cenni. AttualmenteMercatone Uno è oberato da 425 milioni di debiti, perun totale di 3 mila debitori.

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In crescita Nerio Alessandri di Technogym

BO

11Lunedì 1 Giugno 2015Corriere Imprese

Ascuola d’impresa suibanchi della SiliconValley. La fetta d’Emi-lia che guarda Oltreo-ceano è sempre più

ampia e spopolano anche leoccasioni per andare a impara-re nel cuore pulsante dell’in-novazione tecnologica mon-diale dove sono nati Apple,Google, Facebook, Amazon etanti altri colossi.

Non solo formazione, matante chance per il futuro: «Alpunto che dopo tre anni diviaggi per studio, abbiamo in-dividuato dei potenziali part-ner con cui le nostre startuppotrebbero stringere eventualiaccordi». Lo dice FrancescoBaruffi, di Democenter-Sipe, ilcentro per l’innovazione e iltrasferimento tecnologico del-l’Università di Modena e Reg-gio Emilia, che la scorsa setti-mana ha portato in Silicon Val-ley quattro startup modenesi,selezionate su tredici candida-ture da un comitato tecnicoche le ha individuate in base al

loro potenziale innovativo e al-le possibilità di successo inUsa.

Si tratta di Mind, giovanestartup della domotica che hamesso a punto un agglomera-to di servizi avanzati per il mo-nitoraggio delle attività dome-stiche; Evensi, il motore di ri-cerca degli eventi (fino a 28milioni) in tutto il mondo in-dividuati in base ai propri in-teressi e alla vicinanza; Ufoody,shop on line dedicato al ciboregionale di qualità; Hopenly,società che si occupa di racco-gliere e analizzare big data perle aziende. Un tour tutt’altroche turistico. Come è andato?«I ragazzi sono stati massacra-ti dai consulenti americani —racconta Baruffi — ma è quel-lo che volevamo, cioè dei feed-back importanti ed efficaci. Lacosa più incredibile in SiliconValley — aggiunge — è la velo-cità dei processi, in un solostep si riesce ad arrivare a unmanager di una multinaziona-le e a farlo in maniera del tutto

informale. Un modo per chiu-dere business in tempi brevi».

Per facilitare il tutto Demo-center ha stretto anche un ac-cordo con uno spazio dicoworking a San Francisco do-ve possono appoggiarsi glistartupper modenesi che vo-gliono restare a lavorare inUsa. E da noi organizza scambidi conoscenze: la scorsa setti-mana una delegazione Usa havisitato il Tecnopolo a Miran-dola e la Lean, azienda di Me-dolla specializzata in prodottimedicali ed elettromedicali.

Ma anche Bologna fa daponte con l’America. Ci pensal’Istituto italiano di imprendi-torialità, «con due borse di

studio — spiega il direttoreesecutivo Bruno Iafelice —una nel settore Life Science eun’altra per le giovani impren-ditrici, e organizza periodica-mente trasferte per ricercatori,imprenditori, manager inte-ressati a mettere su un propriobusiness».

«Qui si impara la possibilitàdi fare network — racconta daSan Francisco Maria Serales-sandri, giovane imprenditricepartita grazie al bando bolo-gnese — e si impara anche asbagliare. Il fallimento non èuna macchia nella carriera maun’opportunità di crescita».

Mara Pitari© RIPRODUZIONE RISERVATA

Gli emiliani fanno la fila In Silicon valleya scuola di startupNon solo formazione, ma anche chance per il futuro. Il racconto di chi ci è stato

Trasferta da sinistra Barbara Vecchi (Hopenly); Alessandro Tioli (Mind); Pascal Finette (Singularity University); Andrea Tagliazucchi (Evensi); Luca Panini (Mind)

L’esperienza

E l’ateneo ferrarese studia come importare l’ecosistema californiano

S i scrive «Design Thinking», si legge «empatia, creatività e razionalizzazione». Ilmix è made in San Francisco, ma il suo

jolly è l’internazionalizzazione. Il maggior focus sugli studenti anziché sui docenti e sui ricercatori è la differenza rispetto all’università italiana. Ma vincente è anche la diversa concezione del tempo: «Se in Italia abbiamo gli incubatori, dove le imprese restano parcheggiate anche per anni, in Silicon Valley spopolano invece gli acceleratori, che ospitano le startup generalmente per sei mesi prima che queste possano camminare sulle proprie gambe». AdeleDel Bello, responsabile della Ripartizione Ricerca dell’Università di Ferrara, dipinge in pochi tratti le caratteristiche uniche della cultura d’impresa nell’«eco-sistema Silicon Valley».È così che lo chiamano gli addetti ai lavori. Ed è bene che ci si abitui, perché in tanti stanno cercando di ispirarsi a questo esempio. Lei, Adele Del Bello, per prima: assieme ad altri amministrativi che si occupano di trasferimento tecnologico in 14 università italiane, ha partecipato a febbraio scorso a un «Entrepreneurial journey» a San Francisco, organizzato dall’associazione Netval e dal venture incubator M31. «In Italia lo spirito di innovazione non manca, ma possiamo ancora trasferire di più la ricerca all’impresa», riassume Del Bello dopo la full immersion americana. E sono già nate delle iniziative ferraresi: l’incontro ad aprile scorso di 80 studenti a tu per tu con gli imprenditori è il primo, «ma organizzeremo dei cicli tematici con le associazioni del territorio».

M. P.© RIPRODUZIONE RISERVATA

INNOVATORI

BaruffiIn un solo step si arriva a un managerdi una multinazionale

SeralessandriIl fallimento non è una macchia nellacarriera ma un’opportunità di crescita

ABBONAMENTI IN VENDITABiglietteria Auditorium Manzoni (Via de’ Monari 1/2, Bologna)dal lunedì al sabato – orario: 15-18,30

• fino a mercoledì 10 giugno: rinnovo abbonamenti in prelazione• da mercoledì 17 giugno: vendita nuovi abbonamentiPer informazioni: MUSICA INSIEME Tel. 051 [email protected] – www.musicainsiemebologna.it