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MENSILE DINFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO ANNO 9 N. 81 - APRILE 2016 LA DONNA DELLA MISERICORDIA Tra i titoli più cari che noi riserviamo alla Ma- dre di Gesù c’è quello di «Madre di Misericor- dia». È così che, ormai da tempo, la s’invoca anche ad Albano, nell’antico santuario che, a motivo della sua forma interna, è solitamente indicato come «la Rotonda». Per sottolineare il valore e suggerire la preferenza per que- st’invocazione mariana, faccio ricorso a san Bernardo, che in un discorso sull’Assunzione dice così: «Lodiamo la tua verginità, ci stupi- sce la tua umiltà, ma a noi è più dolce la tua misericordia. Questa con più affetto abbrac- ciamo, più spesso ricordiamo e con più insi- stenza invochiamo. Essa ottenne la salvezza per il mondo intero» (PL 183,428). Di questa giovane donna, l’umiltà è ciò che il Padre ha notato. Ha guardato al suo aspetto esteriore – quello di una «serva» – ma ha veduto la sua interiore umiltà. Per questo l’ha glorificata. È possibile, infatti, dirà Ugo di San Vittore, che ci siano servi di Dio esternamente umili, ma internamente superbi. Allora, però, Dio nep- pure li vede. La verginità, poi, è ciò che di Ma- ria lo Spirito Santo ha amato, sì da farne il ta- lamo nuziale dove – direbbe sant’Agostino – il Figlio di Dio si è congiunto con l’umana natu- ra. Se, però, il Padre ha guardato l’umiltà di Santa Maria e se il Figlio e lo Spirito Santo hanno onorato e custodito la sua verginità, per noi più dolce è la sua misericordia! Lei, infatti, più di ogni altra creatura ha sperimen- tato la misericordia di Dio, che in Lei ha fatto grandi cose. L’ha riconosciuta non soltanto come sorgente di vita per sé, ma pure come grazia che passa di generazione in generazio- ne. Maria sa bene che non c’è alcuno che non possa essere investito della misericordia di Dio. Questa stessa Donna, però, è anche ma- dre di misericordia, sempre attenta alle invo- cazioni dei suoi figli. Così, allora, noi l’invo- chiamo e anche spesso, come quando ripetia- mo la bella antifona Salve Regina! Accanto a lei, come lei noi possiamo fare esperienza della misericordia divina. Maria c’insegna ad accoglierla; ci mostra come farla fruttificare in opere misericordiose. Questa Madre uma- na come noi è in grado di educarci a essere misericordiosi come il Padre per ottenere, proprio noi, misericordia. X Marcello Semeraro, vescovo appuntamenti 16 incontri diocesani 2 giornata del report 3 milleflash 4 chiamati al battesimo 6 soil4job 7 speciale misericordia 10 la porta santa 11 ludopatia e territorio 12 speciale gmg 13 il mese mariano 8 tradizioni diocesane 9 santa maria goretti 14 mille reti social 15

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MENSILE D’INFORMAZIONE DELLA DIOCESI SUBURBICARIA DI ALBANO • ANNO 9 N. 81 - APRILE 2016

LA DONNA DELLA MISERICORDIATra i titoli più cari che noi riserviamo alla Ma-dre di Gesù c’è quello di «Madre di Misericor-dia». È così che, ormai da tempo, la s’invocaanche ad Albano, nell’antico santuario che, amotivo della sua forma interna, è solitamenteindicato come «la Rotonda». Per sottolineareil valore e suggerire la preferenza per que-st’invocazione mariana, faccio ricorso a sanBernardo, che in un discorso sull’Assunzionedice così: «Lodiamo la tua verginità, ci stupi-sce la tua umiltà, ma a noi è più dolce la tuamisericordia. Questa con più affetto abbrac-ciamo, più spesso ricordiamo e con più insi-stenza invochiamo. Essa ottenne la salvezzaper il mondo intero» (PL 183,428). Di questagiovane donna, l’umiltà è ciò che il Padre hanotato. Ha guardato al suo aspetto esteriore –quello di una «serva» – ma ha veduto la suainteriore umiltà. Per questo l’ha glorificata. Èpossibile, infatti, dirà Ugo di San Vittore, checi siano servi di Dio esternamente umili, mainternamente superbi. Allora, però, Dio nep-pure li vede. La verginità, poi, è ciò che di Ma-ria lo Spirito Santo ha amato, sì da farne il ta-lamo nuziale dove – direbbe sant’Agostino – il

Figlio di Dio si è congiunto con l’umana natu-ra. Se, però, il Padre ha guardato l’umiltà diSanta Maria e se il Figlio e lo Spirito Santohanno onorato e custodito la sua verginità,per noi più dolce è la sua misericordia! Lei,infatti, più di ogni altra creatura ha sperimen-tato la misericordia di Dio, che in Lei ha fattograndi cose. L’ha riconosciuta non soltantocome sorgente di vita per sé, ma pure comegrazia che passa di generazione in generazio-ne. Maria sa bene che non c’è alcuno che nonpossa essere investito della misericordia diDio. Questa stessa Donna, però, è anche ma-dre di misericordia, sempre attenta alle invo-cazioni dei suoi figli. Così, allora, noi l’invo-chiamo e anche spesso, come quando ripetia-mo la bella antifona Salve Regina! Accanto alei, come lei noi possiamo fare esperienzadella misericordia divina. Maria c’insegna adaccoglierla; ci mostra come farla fruttificarein opere misericordiose. Questa Madre uma-na come noi è in grado di educarci a esseremisericordiosi come il Padre per ottenere,proprio noi, misericordia.

X Marcello Semeraro, vescovo

appuntamenti 16

incontri diocesani 2

giornata del report 3

milleflash 4

chiamati al battesimo 6

soil4job 7

speciale misericordia 10

la porta santa 11

ludopatia e territorio 12

speciale gmg 13

il mese mariano 8

tradizioni diocesane 9

santa maria goretti 14

mille reti social 15

Domenica 17aprile, laparrocchia

Natività di MariaSantissima, inAprilia, ha ospi-tato il settimoconvegno dioce-sano per i Consi-gli parrocchialiper gli affari eco-nomici, a cura

dell’ufficio Economato e del Servizio diocesano del Sovve-nire. Il tema è stato L’amministrazione parrocchiale, conrelatori monsignor Andrea Celli, direttore dell’Ufficio giuri-dico del Vicariato di Roma e il vescovo Marcello Semeraro(che ha presentato il testo Enchiridion Albanum 2 – Prassiamministrativa della Parrocchia, edito dalla MiterThev) e vihanno partecipato circa centocinquanta rappresentanti deivari Cpae. «Quest’anno – dice monsignor Gualtiero Isacchi,economo diocesano e curatore del convegno – ha parteci-pato anche un buon numero di sacerdoti per ascoltare leindicazioni di monsignor Celli che, con competenza tecnicae passione pastorale, ha descritto, a grandi linee, il signi-ficato di amministrazione parrocchiale. Interessante cheabbia voluto partire dalla definizione, sia canonica che ci-vile, di parrocchia per dire che è solo partendo dalla chia-ra consapevolezza di chi è e cosa fa la parrocchia che sipuò definire la forma di amministrazione a lei più conso-na». Il convegno si è concluso con l’impegno da parte del-l’Ufficio economato e quello del Sovvenire ad incontrare iCPAE per momenti di formazione e aggiornamento nei vi-cariati territoriali della diocesi.

Alessandro Cardinale

«Non si è salvati fi-no a quando nonsi diventa salva-

tori». Ispirati da questa cita-zione dell’Abbè Pierre, sa-bato 9 aprile si è svolto,presso la Casa Sacro Cuoredi Ariccia, adiacente il san-tuario di Santa Maria di Gal-loro, una giornata di ritiroper operatori e volontari Ca-ritas, organizzata dalla Ca-ritas Diocesana. La giornata, introdotta dadon Gabriele D’Annibale eguidata nei contenuti dal

gesuita padre Michele Lavra, si è sviluppata lungo percorsi

di analisi di brani della Bibbia e di esercitazioni di gruppo.In mattinata i partecipanti, affrontando il Salmo 8 che, tral’altro, descrive lo stupore di un pastore rapito ed estasiatodalla grandezza di Dio e del fatto di aver messo al centrodel creato l’uomo, sono stati invitati – divisi in gruppi – ametterlo in relazione con il brano del Vangelo di Luca (19,1-10), in cui l’attenzione misericordiosa di Gesù si posa suZaccheo, capo dei pubblicani della città di Gerico. Durante il pomeriggio, i volontari, sempre divisi in gruppi,hanno affrontato un brano dell’Abbè Pierre tratto dal suo li-bro “Lo scandalo della fame interpella la chiesa” e sonostati invitati a rispondere a dei quesiti orientati a stimolarela discussione e i futuri orientamenti delle varie Caritasparrocchiali. La ricca giornata si è conclusa con un proficuo e articolatodibattito che ha visto coinvolti i vari partecipanti il ritiro.

Antonio Bucci

dalla diocesi2

L’i n c o n t r odiocesanodi domeni-

ca 10 aprile, svol-tosi nella cappel-la del seminariovescovile, cuorepulsante dellaChiesa di Albano,ha concluso ilpercorso di for-mazione permanente di questo anno pastorale dei mini-stri straordinari della comunione, organizzato dall’ufficioLiturgico in collaborazione con l’ufficio per la Pastoraledella Salute. Esso è culminato, nella stessa giornata, conil Giubileo diocesano ad essi specificamente dedicato,presso la cattedrale San Pancrazio. L’incontro con lemembra più fragili del Corpo mistico di Cristo fa vivereal ministro straordinario diverse opere di misericordia:è stato questo il filo conduttore della profonda riflessio-ne che don Gabriele D’Annibale, direttore della Caritasdiocesana, ha sviluppato nella mattinata di domenica,guidando i presenti a scoprire l’essenza misericordiosadi Dio attraverso alcune figure dell’antico testamento,come Anna e Agar, e del nuovo testamento, come Zac-cheo, l’emorroissa, l’adultera, Bartimeo, evidenziandocome ciascuno di essi non si sia sentito giudicato, maperdonato, accolto e amato, rinato a vita piena. Il pas-saggio della Porta santa e la Messa, presieduta da mon-signor Adriano Gibellini, direttore dell’Ufficio Liturgico,hanno confermato in ciascuno la volontà e la gioia di la-sciarsi abbracciare dalla misericordia di Dio ed esserestrumento di perdono.

Maria Massimiani

MINISTRI STRAORDINARIIl giubileo seguendo Anna e Agar

AMMINISTRARE LA PARROCCHIAI Consigli affari economici in convegno a Vallelata

LO SCANDALO DELLA FAME INTERPELLA LA CHIESAGli operatori della caritas in ascolto del Vangelo

«Ei preparativi come vanno?».Quante volte una giovanecoppia avrà sentito questa

frase durante i mesi che precedono ilmatrimonio! Le risposte sono tante etutte diverse: chi ha finito, chi non haancora iniziato, chi deve scegliere le ul-time cose. Insomma, c’è sempre tantoda fare. Eppure in pochi domandano:«Come state?». La domanda sarebbepiù corta e sicuramente più difficileperché una coppia, prima del matrimonio, non lo sa come sta.Ha speranze, paure, desideri, preoccupazioni e tante altreemozioni che alla fine rischia di “perdersi” in sé stessa.Si è svolta domenica 17 aprile in seminario ad Albano, unadelle giornate di spiritualità per i fidanzati, che aiutano le gio-vani coppie a riflettere, a fermare il tempo e a chiedersi: «Co-

me stai? Come stiamo?». Questi incon-tri danno ai giovani fidanzati la possibi-lità e l’occasione di provare la gioia delsilenzio. Quel silenzio ricco non di coseancora da fare, ma denso di tutte quel-le domande che sorgono spontaneequando si realizza una famiglia. Que-st’anno la riflessione nasce sulla basedel tema “Avrò cura di te” e nello spe-cifico “Puoi fidarti di me”. Gli incontri sono arricchiti anche dalla

presenza degli sposi che donano la loro esperienza di vita sa-cramentale a chi si prepara a ricevere la grazia del sacra-mento del matrimonio. È qui che si vede la Chiesa unita checammina insieme e che vede realizzato nell’amore di duepromessi il suo amore per Cristo.

Davide e Marina

OGGI MI FERMO E MI PRENDO CURA DI TE, DI NOIIncontri di spiritualità per i fidanzati

Domenica 17 aprile si è svolta, presso l’IstitutoMurialdo di Albano, la giornata del reportconclusivo dei laboratori didattici che hanno

visto impegnati, nell’anno scolastico in corso, i do-centi di religione cattolica delle scuole di ogni ordi-ne e grado della diocesi. Il tema proposto era ispi-rato al progetto promosso dal Comitato preparato-rio del Convegno della Chiesa italiana, celebrato aFirenze nello scorso novembre: “Essere Umani – InGesù Cristo il nuovo Umanesimo”. Ai docenti erachiesto di raggiungere l’obiettivo formativo di “sensibilizzare ibambini e i ragazzi al tema del nuovo umanesimo”, seguendoun percorso laboratoriale che doveva aiutare gli alunni a riflet-tere e individuare aspetti della vita personale e sociale checonsentono loro di dire: «Sono un essere umano». I 24 labora-tori didattici, divisi per fascia etaria e per zona di insegnamen-to sul territorio della diocesi, sono stati guidati da un Idr refe-rente, e coordinati dall’ufficio Scuola diocesano, che ha segui-to tutto l’evolversi del lavoro durante l’intero anno scolastico. Nel mese di settembre l’ufficio Scuola aveva indicato le lineedel percorso che doveva svilupparsi intorno ai verbi propostidal Convegno: Uscire (per uscire dai nostri confini, da noistessi, superando la frammentazione del sociale), Annuncia-re (testimoniare Gesù Cristo attraverso i nuovi modi che il no-stro tempo ci suggerisce), Abitare (lo stare nello spazio in cui

viviamo in modo eloquente, simbolico; la capacità di coglierei simboli di bellezza che abitano già la nostra realtà e la no-stra vita), Educare (la capacità di essere responsabili, educa-re alla libertà e alla capacità critica, il primato della relazio-ne, le nuove iniziative e i nuovi spunti per realizzare iniziativecapaci di incidere) e Trasfigurare (la capacità che ciascuno hadi fare la propria piccola parte per trasformare il mondo, sa-pendo che le tessere unite tra loro fanno molto di più della lo-ro somma). Dopo un breve saluto della direttrice, Gloria Conti, si è passa-ti alla presentazione di un video generale, realizzato congrande abilità dal professor Marco Manco, che ha estrapola-to le parti più significative di tutti i lavori realizzati in ciascunlaboratorio didattico, assemblandole e dividendole per fasciaetaria. Il risultato ha ampiamente soddisfatto i partecipanti

che hanno potuto vedere il proprio lavoro apprez-zato e ripagante i sacrifici e l’impegno profusodurante l’anno. La giornata si è conclusa con leconclusioni della direttrice, visibilmente soddi-sfatta per i lavori prodotti, di alto livello qualitati-vo, ricchi di significato teologico e didatticamen-te efficaci a trasmettere il messaggio prefissato.

Sistilia Tozzi

LA GIORNATA DEL REPORTGli IdR si sono incontrati per condividere il lavoro fatto a partire dai temi del Convegno ecclesiale di Firenze

dalla diocesi 3

a cura di GIOVANNI SALSANO

La veglia diocesana per le vocazioniSul tema Chiamati a germo-gliare nella misericordia ilvescovo Marcello Semeraroha presieduto, sabato 23 apri-le nella chiesa di San Bene-detto Abate in Pomezia, la ve-glia diocesana di preghieraper le vocazioni, a cura delCentro diocesano per le voca-zioni, diretto da don Alessan-dro Mancini. La veglia, che è

stata preceduta da una settimana di incontri nella stessa par-rocchia sui temi vocazionali con i giovani e le realtà della co-munità, ha vissuto momenti forti nelle parole del vescovo, nel-la testimonianza di suor Chiara (missionaria dell’Immacolatadel Pime, che farà la sua professione perpetua il 22 maggio) edon Josè Ambrogio Martin Valadez, e nel gesto simbolico dicollegare dei moschettoni al cero pasquale, segno di chiama-ta all’unità della Chiesa e nella Chiesa.

5x1000 per l’Onlus diocesanaAnche quest’ anno, in occasione della denuncia annualedei redditi, sarà possibile destinare il 5x1000 dell’IRPEF afavore di organizzazioni non lucrative di utilità sociale (On-lus). Nella diocesi di Albano, per volere del vescovo, nelgennaio 2003 è stata costituita l’A.P.S. – Associazione per laPromozione della Solidarietà – Onlus, che ha avuto l’inca-rico di gestire la casa di accoglienza di Torvaianica “Cardi-nal Pizzardo” e il “Centro famiglia e vita” di Aprilia, operesegno della Caritas diocesana. Per sostenerne le attività edevolvere il 5x1000, occorre indicare obbligatoriamente,insieme con la firma, il codice fiscale della APS Onlus:90053920584.

A Maggio il Convegno vicariale dei catechisti (zona mare)È in calendario domenica 29 maggio, dalle 9,30 alle 16presso l’istituto San Giuseppe di Lavinio mare, il convegnodei catechisti dei vicariati territoriali di Anzio e Nettuno sultema “Accogliere e accompagnare le famiglie nell’educa-zione alla fede dei loro figli. Con chi? Come?”. Guiderà l’in-contro don Salvatore Soreca, direttore dell’ufficio Catechi-stico della diocesi di Benevento e membro dell’ufficio Ca-techistico nazionale. Del convegno si è parlato anche nelcorso del Consiglio pastorale vicariale che si è svolto gio-vedì 28 aprile presso la parrocchia del Sacratissimo Cuoredi Gesù, a Nettuno, allargato anche ai coordinatori dei ca-techisti e all’equipe dell’Ucd zona Mare.

Giubileo della carità per gli operatori caritasSi svolgerà sabato 7 maggioad Albano la celebrazione delGiubileo della Carità, per glioperatori delle Caritas. Il ri-trovo è fissato alle 10,30 pres-so il santuario di Santa Mariadella Rotonda, da cui partirà ilpellegrinaggio verso la Catte-drale. Dopo il passaggio attra-verso la Porta santa, la Messaalle 11 sarà celebrata da mon-signor Gualtiero Isacchi, vica-rio episcopale per la Pastora-le. Venerdì 13 maggio, inoltre,si svolgerà presso l’ospedale

Regina apostolorum di Albano il quinto incontro dell’itine-rario sulle opere di misericordia “A me lo avete fatto”, pro-posto dalla Caritas, sul tema “Visitare gli infermi”.

Santa Maria Goretti e la tenda del perdonoUn pellegrinaggio ininterrotto di fedeli ha caratterizzato la visita del Corpo di Santa Ma-ria Goretti alla Chiesa giubilare “Tenda del Perdono” e alla parrocchia Santa BarbaraVergine e Martire di Nettuno, dal 18 al 21 aprile. La reliquia insigne della compatronadella diocesi di Albano, infatti, è arrivata nel luogo dove morì, dopo aver perdonato il suoaggressore Alessandro Serenelli, nel pomeriggio di lunedì 18 aprile, trasportata in pro-cessione. Dopo la recita del Santo Rosario, il suo corpo è stato accompagnato in pre-ghiera verso la chiesa di via San Benedetto Menni, dove furono celebrati l’8 luglio 1902i funerali di Marietta e dove la reliquia è rimasta fino a giovedì 21 aprile, quando l’urna

è stata riaccompagnata con un grande pellegrinaggio, che ha attraversato le vie della città, fino al Santuario di Nettuno. Tan-te le iniziative succedutisi nei quattro giorni di visita, tra cui incontri con giovani, bambini, anziani, forze dell’ordine, donne,sacerdoti e religiose, confraternite. Per l’occasione, è stata raddoppiata la celebrazione quotidiana delle Messe, con quellasolenne che ha preceduto il pellegrinaggio officiata dal vescovo di Albano, monsignor Marcello Semeraro

milleflash4

suor Chiara Di Brigida

speciale neobattezzati6

IN HOC SIGNO VINCES!

Mi chiamo Massimo Florenzi, ho 34 anni e vi raccontoin breve quella che è stata una delle più belle e gran-di esperienze che la vita mi ha donato: la notte di Pa-

squa ho ricevuto il tanto desiderato Battesimo!Da bambino non sono stato battezzato per il susseguirsi diproblemi familiari, di lavoro, di casa e successivamente acausa della malattia di mio padre, che è venuto a mancarequando avevo solo 12 anni e che prima di morire ha espres-so il desiderio che venissi battezzato.Fin dall’adolescenza ho frequentato la parrocchia come pun-to di incontro e ho sempre creduto in Dio, ma non ho mai tro-vato qualcuno che mi indicasse cosa fare per diventare cri-stiano. Sono sposato con Roberta e abbiamo un bambino didue anni, che abbiamo fatto battezzare col nome di Riccar-do. È proprio grazie alla mia famiglia che ho trovato lo spiri-to e la volontà di seguire da adulto il percorso per diventarecristiano e sono stato seguito nella parrocchia sant’Eugeniodi Pavona. A Pasqua ho finalmente ricevuto il Battesimo colnome di Matteo: da quel momento mi sono sentito avvolto dauna luce immensa, protetto dallo Spirito Santo e affiancatoda una grande forza divina. La stessa forza che mi hanno da-to i miei accompagnatori durante il mio cammino: più la miafede cresceva e più la strada diventava in discesa.Sentirsi parte della comunità cristiana mi fa vivere e vederela vita in maniera diversa. Si dà più valore anche ai piccolimomenti della giornata, si rispettano e si ascoltano più lepersone, non ti fa nascondere o piegaredai problemi, ma ti aiuta ad affrontarli esuperarli con serenità e fiducia. È la fe-de in Dio, che quando ti entra nel cuoreva protetta e alimentata con l’amore del-la vita che il nostro Signore ci ha donato.Mi ha colpito una frase scritta nella cat-tedrale di Albano “in hoc signo vinces”,“con questo segno vincerai”. Io vogliocontinuare a vincere.

Matteo

Èdi nuovo festa nella nostra Diocesi. A Pasqua i nostri catecumeni sonostati battezzati dal Vescovo: 9 di loro durante la veglia in Cattedrale eun’intera famiglia di 8 persone la domenica mattina, nella parrocchia An-

nunciazione della Beata Vergine Maria in Aprilia.Il cammino dei nostri catecumeni, scandito da tappe e da celebrazioni, si è svi-luppato per molti di loro lungo un percorso di due anni, che è culminato nel Ri-to dell’Elezione la prima domenica di Quaresima, celebrata in Cattedrale dalvescovo Semeraro, durante la quale i catecumeni sono stati “eletti” per riceve-re i sacramenti dell’iniziazione cristiana la notte di Pasqua e hanno scelto escritto nel Registro dei catecumeni il nome cristiano. Dopo una intensa Quare-

sima, scandita dagli scrutini e dalle consegne del Simbolo e del Padre nostro, a Pasqua hanno infine ricevuto i sacramen-ti dell’iniziazione cristiana. La domenica successiva, Domenica in albis, durante la celebrazione del vespro, in Cattedrale,hanno riconsegnato le vesti bianche ricevute il giorno del battesimo, deponendole ai piedi delle reliquie di san Pancrazio,chiedendogli di aiutarli, come facevano i cristiani dei primi secoli a Roma, ad essere fedeli come lui, fino al martirio.

Barbara Zadra

LA GIOIA DI DIVENTARE CRISTIANILa grazia del Battesimo incontrando Cristo nelle comunità parrocchiali

ACCOMPAGNARE I CATECUMENI

Da alcuni annila nostra co-munità par-

rocchiale Assunzio-ne della Beata Ver-gine Maria in Apri-lia si è trovata adaccompagnare de-gli adulti che hannochiesto di diventarecristiani. Una richiesta vera-mente sorprendente ci è arrivata da una intera famiglia: idue genitori, insieme ai loro sei figli, hanno chiesto di di-ventare cristiani, insieme a loro una nipote che doveva ri-cevere Prima comunione e confermazione. Abbiamo svol-to gli incontri a casa loro, trovando una bellissima acco-glienza. Con il trascorrere del tempo, i componenti dellafamiglia si sono rivelati persone veramente speciali, conmolta voglia di conoscere Gesù: leggevano insieme ilVangelo e, specialmente i più giovani della famiglia, han-no sempre fatto molte domande sulla Bibbia, su Gesù.Il giorno di Pasqua il vescovo Marcello Semeraro è ve-nuto a celebrare la Messa in parrocchia e ha ammini-strato loro i sacramenti: erano tutti emozionatissimi,confortati e accompagnati con viva fede dalla loro co-

munità. Quando si accompagna un catecu-meno, ogni volta la comunità risco-pre e ritrova il senso del “proprio”essere cristiana. Anche quello diquest’anno è stato un grande donoper tutti, ritenuto essere frutto del-l’adorazione perpetua che c’è nellaparrocchia da cinque anni.

Rosella Pierangeli

dal territorio 7

Si è tenuto nel pomeriggio del 9 aprilescorso, all’interno degli spazi dellaFattoria Riparo di Anzio, l’evento

Soil4Job. Ambiente fertile per la tua ideadi start-up. Frutto di un progetto avviatodalla cooperativa giovanile che gestisce ilpodere San Giuseppe, e dalla Caritas dio-cesana di Albano, Soil4Job è la prima tap-pa di un percorso che intende accompa-gnare e supportare potenziali esperienzedi imprenditorialità giovanile nel nostro territorio.Nel corso del pomeriggio, i giovani presenti all’evento hannopotuto confrontarsi in un primo momento con una piccolasessione di coaching, tenuta dai coach Gianmarco Machior-latti e Valentina Serangeli. Attraverso questo primo momen-to, i ragazzi hanno potuto riflettere sui valori che muovono leproprie azioni e sulle domande da porsi per poter costruire“una storia di successo”.A seguire, diverse realtà imprenditoriali e associative del ter-ritorio diocesano, create e condotte da giovani, si son presen-tate ai partecipanti. La rete di aziende e associazioni giovani-li che si è creata attorno al progetto Soil4Job è stata la gran-de risorsa messa a disposizione dei giovani, nel corso del-l’evento. Le realtà presenti il 9 aprile, infatti, non solo sono di-

verse tra loro per tipologia – alcunesono aziende, altre realtà no-profit odel terzo settore – ma anche per fasedi sviluppo: si va da start-up di recen-te costituzione fino a realtà ormaiconsolidate negli anni. Inoltre, essesono ubicate nelle diverse città delladiocesi (da Pomezia a Nettuno, da Ar-dea ad Aprilia) e attive in settori an-che molto diversi tra di loro (dallo svi-

luppo software alla stampa 3D, dal tessile al sociale, dal gior-nalismo all’agricoltura).Al termine dell’evento, sono stati raccolti i feedback che oraconsentiranno al team della Fattoria Riparo e ai professioni-sti della Caritas diocesana di capire in che modo mettersi aservizio di possibili idee imprenditoriali, espresse sia dai gio-vani presenti all’evento che da ragazzi delle diverse parroc-chie, associazioni e gruppi giovanili della diocesi. Sarà infattipossibile anche per chi non abbia potuto prender parte al-l’evento, mettersi in contatto con i referenti della cooperativagiovanile Riparo (attraverso Facebook o scrivendo una emaila [email protected]) e chiedere informazioni esupporto per il proprio percorso di creazione d’impresa.

Luca Vita

PERCORSI START-UP PER I GIOVANICondivisione di esperienze e sessioni di Coaching alla Fattoria Riparo

Papa Francesco ha invitato a realizzare, nell’anno della misericordia, opere segno nelle Diocesi affinché non riman-ga solo il ricordo di un Giubileo, una targa o delle belle foto, ma opere concrete per aiutare i più bisognosi. Inoltrela polemica che incalza periodicamente sull’utilizzo dei fondi dell’8x1000 può essere facilmente smentita attraver-

so la trasparenza. Da diverso tempo sul sito www.8x100.it c’è la rendicontazione di come questi soldi vengono usati. Daun po’ di tempo è apparsa anche una mappa in cui sono stati geolocalizzati gli interventi. In questo modo è facile verifi-care quanto e cosa sia stato fatto. Una firma in più può fare la differenza.

LA TUA FIRMA PER LE OPERE DI MISERICORDIA1 Maggio: giornata di sensibilizzazione per l’8x1000

santa maria della rotonda8

AL SANTUARIO DELLA MISERICORDIA GUIDATI DA MARIA

Se Gesù «è il volto della misericordia delPadre», come ha ricordato il Papa nellaBolla di indizione del Giubileo, sappiamo

che tale volto è stato tessuto nel grembodella Vergine Maria. Senza il cuore e lacarne di Maria non ci sarebbe alcun visi-bile volto del Dio con noi e per noi. Lo ri-chiama il n. 1 della stessa Bolla: «“Nellapienezza del tempo” (Gal 4,4), quandotutto era disposto secondo il suo piano di

salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dallaVergine Maria per rivelare a noi in modo

definitivo il suo amore». Così Maria è il cro-cevia indispensabile, per suprema decisione,

attraverso cui passa la comunione tra Dio e l’uomo.

La via marianaSe il Figlio di Dio ha voluto percorrere la via mariana per ve-nirci incontro, la medesima via mariana continua a proporsi anoi come cammino facilitato per l’incontro con Cristo, fino algiorno in cui varcheremo la Porta della Misericordia nella Ge-rusalemme del cielo.La via mariana è stata indicata dal Papa stesso quando, invi-tando a volgere il pensiero alla Madre della Misericordia, cosìscriveva: «La dolcezza del suo sguardo ci accompagni in que-sto Anno Santo, perché tutti possiamo riscoprire la gioia della

tenerezza di Dio. Nessuno come Maria haconosciuto la profondità del mistero di Diofatto uomo. Tutto nella sua vita è stato pla-smato dalla presenza della misericordiafatta carne. La Madre del Crocifisso Risor-to è entrata nel santuario della misericor-dia divina perché ha partecipato intima-mente al mistero del suo amore» (MV 24).Tutto della vita di Maria, dal concepimen-to immacolato all’assunzione in cielo inanima e corpo, sta sotto il segno della mi-sericordia divina. Lo ha appreso ella stes-sa per esperienza e lo ha cantato nel Ma-gnificat, appena riconosciuta da Elisabet-ta quale Madre del Signore, santuario del-la Misericordia che rallegra l’umana miseria che viene gene-rata da questo mondo. Lo ha evocato Francesco ricordandoche Maria, nel magnificare Colui che si è chinato sulla polve-re per sollevarla fino a sé, è stata la prima ad intonare il can-to dei redenti che rivive anche nelle nostre voci: «Il suo cantodi lode, sulla soglia della casa di Elisabetta, fu dedicato allamisericordia che si estende “di generazione in generazione”(Lc 1,50). Anche noi eravamo presenti in quelle parole profe-tiche della Vergine Maria. Questo ci sarà di conforto e di so-stegno mentre attraverseremo la Porta Santa per sperimen-tare i frutti della misericordia divina» (MV 24).

Il santuario di Santa Maria della Rotonda è unimportante luogo di culto mariano per la cittàdi Albano. Come emerso da attenti studi, il

santuario inizialmente era un ninfeo, costruitoper la villa di Domiziano. Probabilmente, ilprimo nucleo cristiano germogliò tra le fa-miglie dei legionari o di quei piccoli com-mercianti e artigiani che normalmente se-guivano le legioni accampate. In brevetempo questo modesto centro si accrebbee con l’Editto di Costantino l’edificio fuconvertito al culto cristiano. Nel 1444 l’edi-ficio venne aperto al pubblico e assegnatoai religiosi girolamini della Basilica deiSanti Bonifacio e Alessio, che lo tennero fi-no al 1663, anno in cui il santuario fu ac-quistato dalla diocesi suburbicaria di Alba-no. La chiesa subì alcuni restauri: tra leopere compiute va ricordata l’erezione del campanile nelluogo dove si trova ancora oggi.Il santuario prende il nome dalla sua forma, appunto, cir-colare. La prima consacrazione della chiesa alla Santissi-ma Madre di Dio risale al 1060. Una festa della Madonnadella Rotonda era celebrata probabilmente fin dall’XI seco-lo. Tuttavia, fu solo dopo l’epidemia di colera del 1867, che

venne stabilito come giorno festivo dedicato allaMadonna della Rotonda la prima domenica di ago-

sto, giorno in cui tutta la popolazione di Albanorende omaggio, ancora oggi alla Vergine.

Il popolo di Albano, molto legato al santuariomariano, ricorse all’intercessione della

Madonna della Rotonda nell’ottocento, acausa del colera, delle siccità e del terre-moto. In particolare, nel dicembre 1829ben 248 scosse di terremoto sconvolserol’area dei Colli Albani; furono scarsi i dan-ni alle persone e agli edifici, così si volleattribuire ciò alla intercessione della Ma-donna della Rotonda. Per tutte queste ra-gioni, è anche conosciuta come Madonnadella Misericordia, dato il grande ricorsoche il popolo di Albano fece in tempi digrandi calamità.

Qui ogni pellegrino trova la pace, si reca per raccontare aMaria la propria storia, per essere consolato e per invocar-la col tenero nome di “Mamma” che comprende e aiuta ilproprio figlio. Qui ogni giovedì si celebra l’Eucaristia e, ogniultimo venerdì del mese, i fedeli si radunano per rendereomaggio alla Vergine con la recita del santo Rosario.

Irene Villani

DA NINFEO A LUOGO DI CULTO CRISTIANONata tra i legionari la devozione mariana arriva fino a noi

la madonna delle grazie 9

AL SANTUARIO DELLA MISERICORDIA GUIDATI DA MARIA

Un anno Santo (1550), un evento atmo-sferico spettacolare (l’approdo dopouna violenta tempesta) e un volto di

donna scolpito sul legno (la Madonna delleGrazie) che ha rapito il cuore, e non solo, digenerazioni di nettunesi. Da quel giorno(autunno 1550) la storia cristiana di Nettunonon è stata più la stessa e, il primo sabatodi maggio, l’anima mariana della religiositànettunese si rinnova e si riaccende. Quasiun patto d’amore e di fedeltà a colei che po-polarmente viene chiamata “la nostra Ma-donna di San Rocco”. In piena bufera iconoclasta, che caratterizzòlo scisma anglicano dalla Chiesa Cattolica,un antico veliero trasportava una statua dellaVergine Maria veneratissima ad Ipswich e intutta l’Inghilterra. Arrivato all’altezza del marTirreno fu sorpreso da una violenta tempesta che costrinsei marinai a cercare rifugio nel porto dei Volsci di nome Co-none, a metà strada tra il borgo di Nettuno e la piccola chie-sa dedicata a San Rocco. Racconta una “historia antica” cheper tre volte i marinai cercarono di ripartire approfittandodella bonaccia e per tre volte il mare si mise in burrasca.L’evento venne ritenuto miracoloso e la statua venne sbar-

cata e posizionata su di un altare spoglio del-la vicina chiesa di San Rocco.La straordinaria bellezza dell’immagine, le fa-si dell’approdo, la religiosità popolare cosìsensibile per tutto ciò che riguarda la madredi Dio, hanno fatto sì che anno dopo annol’amore e la devozione verso la Madonna del-le Grazie giunta dall’Inghilterra, crescessesempre più fino a caratterizzare in manierasignificativa la vita cristiana del popolo di Net-tuno. Ogni anno, il primo sabato di maggio,l’intera città si ritrova ad aspettare il passag-gio della sua Madonna che dal Santuario vie-ne portata processionalmente per una setti-mana nella collegiata di San Giovanni. Ottogiorni caratterizzati da una grande affluenzadi popolo, specialmente in occasione dellafiaccolata che tutte le sere attraversa le stra-

dine del borgo medioevale. Quest’anno in occasione delGiubileo verrà riproposto l’evento spettacolare dell’approdocon partenza da Anzio e arrivo nella spiaggia dove avvennel’approdo del 1550. Inoltre, la devozione popolare di Nettu-no verso la Madonna delle Grazie si esprime anche con lafiaccolata dell’8 dicembre giunta alla 22° edizione.

Giovanni Alberti

PELLEGRINI VERSO LE COSTE DI NETTUNOLe origini della tradizionale processione della Vergine delle grazie

Testimone di misericordiaVenuta al mondo senza peccato e uscitadal mondo non intaccata dalla corruzionedel sepolcro, Maria riflette la bellezzadell’umanità ricreata dall’Amore. Losguardo che Dio non distolse mai dagliesuli figli di Eva, ha maturato frutto inMaria. L’eccellenza di questa donna l’intuìprontamente Elisabetta, che l’acclamò:«Benedetta tu fra le donne e benedetto ilfrutto del tuo grembo!» (Lc 1,42). La be-nedizione le proviene tutta dal Figlio cheha concepito da Spirito Santo: dando la vi-ta a Colui che l’ha suscitata alla vita, Ma-ria ha contribuito di persona – anima e

corpo – al nostro riscatto dalla corruzione della morte. Perciòè la nuova Eva, la Madre del Vivente e di tutti i viventi in lui: ilsuo eccomi, senza riserve, ha cooperato a far sì che l’umananatura risplendesse pienamente ad immagine e somiglianzadi Dio, secondo l’originale disegno. Questa donna “nuova” ri-luce, per uomini e donne pellegrini sulla terra, quale primi-ziadell’umanità ricreata in Cristo.Associata al disegno della misericordia che sgorga inesauri-bile dal fianco ferito del Crocifisso, «Presso la croce, Maria in-sieme a Giovanni, il discepolo dell’amore, è testimone delleparole di perdono che escono dalle labbra di Gesù. Il perdono

supremo offerto achi lo ha crocifisso cimostra fin dove puòarrivare la miseri-cordia di Dio. Mariaattesta che la mise-ricordia del Figlio diDio non conosceconfini e raggiungetutti senza esclude-re nessuno» (MV 24). La missione di Ma-ria è, dunque, di gui-darci al santuariodella comunione in-separabile col Vi-vente. Dischiuden-doci la propria espe-rienza di vita, èmaestra di vita spi-rituale per tutti coloro che la invocano: «Rivolgiamo a lei lapreghiera antica e sempre nuova della Salve Regina, perchénon si stanchi mai di rivolgere a noi i suoi occhi misericordio-si e ci renda degni di contemplare il volto della misericordia,suo Figlio Gesù» (MV 24).

Corrado Maggioni

speciale misericordia10

Sull’opera di misericordia “Insegnareagli ignoranti”, si è svolta una confe-renza presso il Centro ecumenico di

Lavinio, in Anzio, il 15 aprile scorso. È sta-ta una lunga piacevole riflessione ispiratada Laura Virli, dirigente scolastico del li-ceo Blaise Pascal di Pomezia, frequentatoda oltre mille e seicento studenti e al-l’avanguardia per il sistema d’insegna-mento che fa andare in parallelo il classicocon lo scientifico. La professoressa Virli hacondiviso con un nutrito gruppo di ascolta-tori il suo percorso di vita. Da ragazzina superfelice si ètrovata, all’improvviso, a dodici anni, orfana di padre, gran-de sportivo, morto per infarto. Il dolore intenso, anzichéabbatterla, è stata la sua molla per indurla a primeggiarenegli studi, arrivando al diploma brillantemente “armata disana giustizia”. È diventata, poi, valente biologa, quindi do-cente e infine dirigente scolastico, quasi trascinata nellescelte da un succedersi di eventi, che non le hanno datoscampo. Il suo diventare capo d’istituto del liceo Pascal diPomezia ha significato, per questa scuola, distinguersi peril profitto e per i concorsi vinti dai ragazzi, mentre si è dra-sticamente ridotto il numero dei bocciati. Allora, ha rileva-

to la professoressa Virli, è proprio da cia-scuno che bisogna partire: da se stessi,per creare un’empatia con chi impara, da-re il buon esempio, ammettere quando sisbaglia e fare dell’errore il punto di forzada condividere con gli altri, per superarloinsieme. Bisogna capire le problematichedi chi ascolta e aiutarlo a risolverle, per-ché possa affezionarsi a ciò che sta stu-diando. Un ragazzo che ha perso un geni-tore durante l’anno può avere un momen-to di rifiuto per lo studio: se si comprende

e si offre anche la propria amicizia, imparerà a riprenderedi nuovo i libri con amore. Allo stesso modo, bisogna valu-tare la precedente esperienza scolastica di chi deve impa-rare, per aiutarlo a colmare le eventuali lacune che gli ren-dono incomprensibile una materia, e fargli ritrovare la gio-ia di studiarla. Questo è possibile, per esempio, se si abo-lisce la classe comunemente intesa, per creare gruppi distudio con svolgimenti di programma differentemente cali-brati, secondo le necessità, ma con un unico fine: impara-re bene. Solo così si è bravi insegnanti, capaci di esterna-re misericordia.

Pinella Spataro

Un’emozione indescrivibilehanno provato i quasi 6000operatori legati alla Federa-

zione italiana settimanali cattolici(Fisc) sabato 9 aprile, partecipandoall’udienza di papa Francesco inpiazza San Pietro. L’occasione l’hafornita il pellegrinaggio giubilareper festeggiare i primi 50 anni di vi-ta dell’associazione. Muniti di cap-pellini rossi e una copia delle lorotestate, giornalisti e lettori si sonoritrovati in piazza San Pietro, dovepapa Francesco ha commentato unpasso significativo del vangelo di Matteo. «Guardatevi dalpraticare le vostre buone opere davanti agli uomini per esse-re da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa pres-so il Padre vostro che è nei cieli. Quando dunque fai l’elemo-sina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipo-criti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagliuomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompen-sa. Quando invece tu fai l’elemosina, non sappia la tua sini-stra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina restisegreta; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompense-rà» (Mt 6, 1-4). Il vescovo di Roma ha posto l’accento sull’ele-

mosina, un dono che molte volteviene fatto per dovere e non peramore. Troppa è infatti la diffidenzache ogni individuo prova nel mo-mento del dare. Perché troppi sonoi casi di accattonaggio che offusca-no la vera povertà, nascosta per di-sagio o vergogna. Pur rimarcandoquesta importante differenza, il pa-pa ha esortato a non farsi giudici dichi si aiuta. Neanche quando rico-nosciamo il bisognoso durante l’ac-quisto di alcool. «Che cosa fai tu conil tuo denaro nel segreto?». Solo la

coscienza può dare una risposta. Ma come può un giornali-sta attuare quanto detto dal Santo Padre? «Ce lo ha detto ilPapa con il messaggio per la Giornata mondiale delle comu-nicazioni sociali: oggi dobbiamo essere ponti – ha dettoFrancesco Zanotti, presidente della Fisc in una dichiarazio-ne al Sir –. Francesco invita la Chiesa a uscire e quale luogoè più in uscita dei mezzi di comunicazione sociale? Ormainon si parla più di carta stampata, internet, radio, ma di co-municazione, che si realizza con strumenti diversi. Abbiamoqualcosa di bello da annunciare: la buona novella».

Mirko Giustini

BUON COMPLEANNO ALLA FISCDa 50 anni un ponte tra chiesa e società civile

INSEGNARE AGLI IGNORANTILa prof.ssa Virli racconta la propria testimonianza di vita

pellegrinaggi vicariali 11

Il vicariato territoriale di Ciampino ha rac-colto l’invito del vescovo di Albano che,nel decreto per il Giubileo straordinario

della Misericordia (promulgato il 29 novem-bre scorso), invitava ad organizzare, nel cor-so dell’Anno Santo, un pellegrinaggio vica-riale verso la Cattedrale, centro della vitadella Chiesa diocesana. Così, nella soleggia-ta mattinata di sabato 16 aprile i parroci e fe-deli delle parrocchie ciampinesi e di SantaRita, in Cava dei Selci, hanno raggiunto lacittadina laziale sede dell’episcopato per vi-vere un momento particolare della Chiesalocale, lungo il cammino giubilare voluto dapapa Francesco.Il nutrito gruppo di presbiteri e gli oltre due-cento fedeli, dal luogo del raduno, in piazzaSan Paolo, dopo una permanenza breve nel-la bella chiesa dedicata a San Gaspare delBufalo, hanno percorso le vie di Albano, snodandosi discipli-natamente in un lungo corteo, effettuando una sosta, qualePrima Statio, dinanzi il santuario di Santa Maria della Roton-da, con l’ascolto della Parola del Signore che invita alla con-versione. Quindi la Seconda Statio, davanti alla Porta Santa

della cattedrale di San Pancrazio. Al suopassaggio, ogni pellegrino ha accarezzato ebaciato la croce posta all’ingresso di questa“Porta della Misericordia”, lasciandosi illu-minare sul mistero dell’Amore del Padre of-ferto all’uomo che, riconciliato, ritorna a lui.Nella Cattedrale la Terza ed ultima Statio,toccando in processione il Battistero e lacappella del Crocifisso, per poi parteciparealla Messa presieduta da monsignor Mar-cello Semeraro, concelebrata con i parrocidella vicaria ciampinese.Il vescovo, nella sua omelia, ha sottolineatotre tratti caratteristici della Chiesa, con par-ticolare riferimento alla diocesi di Albano: laChiesa si irrobustisce, quindi con tale conso-lidamento, si mette in cammino per poi cre-scere di numero, facendo un riferimento al-la somministrazione dei sacramenti del Bat-

tesimo e della Cresima ai catecumeni adulti durante la recen-te Pasqua. All’uscita dal duomo, i volti radiosi dei tanti fedeli:consapevoli di aver vissuto una giornata speciale, una tappasignificativa nel personale cammino di fede.

Michele Concilio

LA NOSTRA CHIESA IN CAMMINOIl pellegrinaggio giubilare del vicariato di Ciampino alla Porta santa della Cattedrale

Sabato 23 aprile, le parrocchie del Vicariato territoriale diAlbano hanno celebrato con gioia il Giubileo presso lacattedrale di San Pancrazio. Le comunità parrocchiali si

sono ritrovate al santuario di san Gaspare del Bufalo alle 9.30e, dopo una riflessione preparatoria di don Alessandro Manci-ni sul significato del Giubileo della misericordia, l’assembleaha potuto accostarsi al sacramento della Riconciliazione ac-compagnata dalla recita del Rosario meditato, canti e preghie-re. Alle 10.30 processionalmente si è arrivati al santuario del-la Madonna della Rotonda per l’ascolto della Parola di Dio sul-la missione degli apostoli e, successivamente, nel duomo at-traverso la Porta Santa. Solennemente i sacerdoti con il vesco-vo Marcello Semeraro e l’assemblea si sono disposti in chiesaper la concelebrazione eucaristica. Durante l’omelia il vescovoha richiamato l’importanza di credere alla misericordia di Dio,

invitando ad attuareconcretamente leopere di misericor-dia, sia corporali chespirituali. Molto inte-ressante l’indicazionenell’omelia sulla gio-ia e sulla gelosia.«Non dobbiamo daretutto per scontato!

Dopo la gioia del Vangelo,infatti – ha detto Seme-raro – la seconda cosache troviamo nel nostroracconto è la gelosia. Ab-biamo letto, infatti:“Quando videro quellamoltitudine i Giudei furo-no ricolmi di gelosia …”.Brutto demone, la gelosia! Shakespeare nel suo Otello fa direa Jago che la gelosia “è un mostro dagli occhi verdi che scher-nisce il cibo di cui si nutre”. San Giacomo nella sua lettera scri-ve che la gelosia è un’invidia amara, che diventa menzognacontro la verità. Cosa fanno, allora, questi uomini gelosi? Anzi-tutto, abbiamo ascoltato, “con parole ingiuriose contrastavanole affermazioni di Paolo”. È probabilmente da intendere che ilcontraddittorio consisteva nel bestemmiare il nome di Gesù.La gelosia, però, li spinge a servirsi delle mogli dei magistratidella città per raggiungere il loro scopo. Ed così che è suscita-ta la persecuzione contro i due evangelizzatori». Questa cele-brazione ha visto partecipi, oltre ai fedeli, le autorità civili e mi-litari, dei comuni di Albano e Castel Gandolfo, con i relativi gon-faloni, che hanno sottolineato l’importanza anche civile e so-ciale del Giubileo della misericordia.

Giuseppe Zane

SCONFIGGERE IL DEMONE DELLA GELOSIAIl pellegrinaggio alla Porta santa del vicariato di Albano

ludopatia e territorio12

Anche nei CastelliRomani è emer-genza ludopatia, la

dipendenza compulsivadal gioco d’azzardo: ca-sinò, slot, lotterie, grattae vinci, scommesse. Ementre lo Stato continuaa fare il biscazziere, ali-mentando il sistema cheporta a questa patologia per incassare miliardi, a lottaresono rimaste le associazioni di cittadini. Non esiste un vero e proprio censimento sul numero dimalati da gioco. Secondo un’indagine realizzata dal Centroitaliano di solidarietà di don Mario Picchi, un terzo dei lu-dopatici della provincia di Roma proviene dai Castelli. L’etàmedia è di 58 anni, ma ci sono casi di over 75 e under 25.Per non parlare degli adolescenti, anche loro a rischio: gliambulatori continuano ad aprire e a presentarvisi sonosempre più giovanissimi.

I numeri sul territorioI ludopatici in Italia sonocirca settemila. Sonosempre in aumento, cosìcome le macchinettemangiasoldi nei bar enelle sale da gioco d’az-zardo. Basta girare nelterritorio castellano perimbattersi in locali checercano di adescare“polli da spennare” coninsegne luminose dai co-lori sgargianti, con faccedi belle donne sorridentie simboli del dollaro.L’inferno. Molti ci vannouna volta ogni tanto perdivertirsi, riuscendo amantenere la situazionesotto controllo. Altri,troppi, ci restano ore eore, sfamando in modocompulsivo le macchinette mangiasoldi. Non perché spe-rino che la slot risputi indietro più dei soldi investiti: se-condo gli psichiatri il ludopatico gioca per perdere. L’im-portante non è vincere, ma giocare, giocare e giocare.Tantissimi bar hanno inoltre all’interno una saletta con lemacchinette mangiasoldi. Per i gestori è un modo di arro-tondare o arrivare a fine mese, come dicono per giustifi-carsi. E chi se ne importa se lo fanno grazie a disperati chesi stanno rovinando la vita, distruggendo famiglia e contoin banca, mentre i clienti si gustano il cappuccino. Bastanon guardare e relegare le macchinette in sale nascoste.

Non solo slotA causare la ludopatia ci sono anchele scommesse sportive e le miriadi dilotterie e biglietti gratta e vinci cheda anni invadono le tabaccherie.Luoghi dove, in un pomeriggio qua-lunque, può capitare di imbattersi inuna signora anziana che, nel giro didieci minuti, acquista tre gratta evinci, da venti euro ciascuno. Solo

nel breve tempo della nostra permanenza, ha buttatoquindi sessanta euro. Nell’indifferenza e nella compia-cenza del tabaccaio.Ma a restare, di fatto, indifferente è anche lo Stato. Da unlato avverte che il gioco è vietato ai minori e che può ren-dere dipendenti (come con le ipocrite scritte sui pacchet-ti delle sigarette che mettono in guardia dal tumore).Dall’altro ha liberalizzato il settore e negli ultimi anni ilnumero di locali, lotterie, centri di scommesse si è im-pennato. Per la gioia dei privati e delle casse pubbliche.Secondo l’agenzia Agipronews, nel 2015 il giro di denarostimato nel settore è stato di quasi 88 miliardi di euro.Solo slot e videolottery hanno fatto girare 50 miliardi. LoStato italiano ha incassato 8 miliardi. Ecco perché si lavala coscienza aprendo ambulatori e con ipocrite campa-gne di sensibilizzazione e prevenzione, ma non ha nessuninteresse a contrastare seriamente il fenomeno. Anzi.Chi ci prova, come molti amministratori locali che cerca-no almeno di limitare gli orari delle sale e allontanarledai punti sensibili come scuole e ospedali, si trovano alottare contro i mulini al vento.

Chi combattecontro le Slot?In prima lineacontro la lu-dopatia resta-no diverse as-sociazioni dicittadini comeNoSlot. L’as-s o c i a z i o n e ,che organizzatour in tutta Italia con lo slogan “un bar senza slot ha piùspazio per le persone”, negli ultimi tempi è passata an-che da Lanuvio e Genzano. C’è poi il movimento Slotmob,con l’obiettivo di premiare come consumatori i bar chehanno scelto di rinunciare alle slot machine: “Se da og-gi scegliessimo di acquistare solo nei bar senza slot, ilproblema sarebbe già risolto – è scritto sul sito dell’as-sociazione – nessun barista sarebbe disposto ad offriresul mercato un prodotto che nessuno domanda. È la lo-gica del mercato, ma utilizzata per scopi etici”.

Francesco Minardi

DIPENDENZA DAL GIOCO D’AZZARDOEmergenza ludopatia ai Castelli

«Allora vi chiedo: volete accogliere l’invito di Gesù aessere suoi discepoli? Volete essere suoi amici fe-deli?». Sono state queste le domande che papa

Francesco, nelle prime battute della sua omelia, ha rivolto aigiovani accorsi in più di settantamila alla messa in piazza SanPietro, a conclusione del Giubileo dei Ragazzi. Sono state due giornate piene di emozioni per i giovani di tut-ta Italia, e non solo, che il 23 e il 24 aprile hanno risposto«Presenti» all’invito del Santo Padre. Sabato mattina, tutti igruppi di ragazzi, insieme ai rispettivi animatori, sacerdoti ecatechisti hanno cominciato a radunarsi vicino Castel San-t’Angelo per iniziare il percorso verso San Pietro e la PortaSanta. La lunga attesa non ha scoraggiato i giovani che, mu-niti di bandana gialla (su cui erano rapp-resentate le opere di misericordia corpo-rale), croce e pass, e tra un selfie con gliamici, una foto panoramica alla stupendacornice che li circondava, e una preghieraguidata, si apprestavano a vivere al meglio ilsacramento della confessione prima del passaggio sot-to la Porta Santa di San Pietro.

Papa Francesco ci ha spiazzatoProprio du-rante le con-fessioni, chesi stavanosvolgendo al-l’aperto nellafamosa piazzaabbracciata dalcolonnato del Bernini,papa Francesco, ac-colto da un boato digioia, ha deciso di sor-prendere tutti i pre-senti e di presentarsiin prima linea a con-fessare qualche fortu-

nato ragazzo: schierandosi ancora una volta in mezzo allagente, vicino ai più giovani. Dopo il passaggio attraverso laPorta Santa, i giovani hanno visitato le tende della miseri-cordia sparse per le piazze di Roma; in ogni tenda un rac-conto di vita e un insegnamen-to da portare con sé nella vitadi tutti i giorni.

La festa allo stadioLa sera la festa si è spostata al-lo stadio Olimpico di Roma doveè andato in scena un concertopresentato da Simone An-nichiarico e Tosca D’Aquino, alquale hanno preso parte i can-tanti più giovani e famosi delmomento, come Lorenzo Fra-gola, Francesca Michielin, Ari-

sa, Giovanni Caccamo, Moreno, Deborah Iurato, Shari, i DearJack, i Fuoricontrollo e Andrea D’Alessio. Oltre alla musica,tanti balli al centro del campo di gioco, coreografati da Mano-lo Casalino. Uno spettacolo coinvolgente per tutto il pubblico

presente, che ha cantato e saltato tutto il tempo.

La grazia dell’eucarestia insiemeIl giorno dopo l’appuntamento per tutti è statonuovamente in piazza San Pietro, alle 10,30 perpartecipare alla messa solenne di papa France-sco. Oltre ai giovani, questa volta erano presentianche molti fedeli e turisti, con la folla che arriva-va fino in via della Conciliazione, ad ascoltare

un’omelia sentita e conti-nuamente interrotta dagli

applausi dei giovani, rapitidalle parole e dai consigli del

vescovo di Roma: «L’Amore –ha detto Francesco – è la carta d’iden-

tità del cristiano, è l’unico “documento”valido per essere riconosciuti discepolidi Gesù». Poi, un ammonimento ai gio-vani presenti «Guai ai giovani che nonsanno sognare, che non osano sogna-re! Se un giovane, alla vostra età, non ècapace di sognare – ha detto il Papa –

già se n’è andato in pensione, non serve.Alzatevi! Dio vi vuole in piedi, sempre in

piedi! Farete cose meravigliose se vi prepa-rate bene già da ora, vivendo pienamente que-

sta vostra età così ricca di doni, e senza aver pau-ra della fatica. Il vostro programma quotidianosiano le opere di misericordia: allenatevi con en-tusiasmo in esse per diventare campioni di vita,campioni di amore! Così sarete riconosciuti co-

me discepoli di Gesù. Così avrete la carta d’identità dicristiani. E vi assicuro: la vostra gioia sarà piena». Prima di far ritorno a casa, un lungo saluto di papa France-sco che ha stretto la mano di tutti i sacerdoti e ha salutatotutti i fedeli a bordo della sua Papa- mobile, passando piùvolte tra la folla. Dopo la messa, la maggior parte dei gruppi hanno fatto ritor-no a casa. Qualcuno ne ha approfittato per girare la città di

Roma e qualcun altro ancoraper attraversare la Porta Santa,perché arrivato troppo tardi nel-la giornata di sabato. Tutti i ra-gazzi presenti, però, porterannoper sempre con sé il ricordo diun Giubileo molto sentito, rita-gliato a loro misura e indettoproprio per loro: per farli senti-re protagonisti, amati, al centrodi un progetto grande nei qualisono chiamati a diventare cam-pioni di misericordia.

Alen Cavazza

VOLETE ESSERE DISCEPOLI DI GESÙ?Il racconto del Giubileo dei ragazzi da un testimone della misericordia

speciale13

a cura del SERVIZIO DIOCESANO DI PASTORALE GIOVANILE

14 sociale e cultura

SANTA MARIA GORETTI E IL PERDONOLe strade della misericordia passano per la conversione del cuore

Tra le tante iniziative che la par-rocchia Santa Barbara Verginee Martire di Nettuno ha organiz-

zato in occasione del Giubileo straor-dinario della Misericordia, non èmancato un convegno sulla figura diSanta Maria Goretti e delle personeche sono state testimoni viventi delsuo perdono. L’evento si è svolto sa-bato 2 aprile, e ha visto diversi relato-ri succedersi al microfono per parlare del tema Maria Goretti ei testimoni del Perdono. Ad aprire i lavori è stato don Luca DeDonatis, parroco di Santa Barbara, il quale ha focalizzato l’at-tenzione sul rapporto tra le città di Anzio e Nettuno e la Chiesagiubilare “Tenda del Perdono”, che fa parte del territorio par-rocchiale: un intervento che ha dato contezza su quanta devo-zione si sta riscontrando in questi mesi all’interno del luogo diculto scelto dal vescovo di Albano, Marcello Semeraro, come“Segno speciale della Misericordia di Dio”.Il secondo intervento è stato curato da fra’ Giuseppe Magliozzi,storico dell’ordine religioso dei Fatebenefratelli. Questi ha par-lato di fra’ Martino Gujiarro, il cappellano dell’ospedale “Madon-na del Buon Consiglio” (che si trovava nel complesso che oggi

ospita la chiesa parrocchiale di Santa Barbarae la Tenda del Perdono) che vegliò su SantaMaria Goretti nelle sue ultime ore di vita.In terza battuta è intervenuto il dottor Vincen-zo Monti, storico di Nettuno: a lui l’onere disoffermarsi sull’aspetto maggiormente scien-tifico e fare un quadro preciso sul ruolo avutodai tre medici che tentarono una disperataoperazione per salvare la vita di Santa MariaGoretti: Francesco Bartoli, Norberto Perotti e

Torquato Onesti. Quarto relatore è stato l’archivista della par-rocchia dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista di Nettuno,Gianni Gregorovich: suo compito è stato approfondire la figuradel sacerdote diocesano che ebbe lo “spunto” per rintracciaredal vivo la santità di Maria Goretti. Si tratta di monsignor Temi-stocle Signori, il parroco di Nettuno che chiese alla undicennedi Corinaldo se volesse perdonare colui che l’aveva uccisa, ot-tenendo risposta lucida e affermativa. Ultimo intervento quello di padre Giovanni Alberti, religiosoPassionista e biografo di Santa Maria Goretti: a lui la parola perparlare del perdono dato e ricevuto, nelle persone di Maria Go-retti, mamma Assunta e Alessandro Serenelli.

Francesco M.

«La storia della Chiesa è una storiad’amore che comincia nel cuore delPadre e la Lumen Gentium sottoli-

nea questo aspetto: anche lì si parla di una“storia“ che è prefigurata sin dal principio delmondo e che si compie nella riunificazione fi-nale presso il Padre “nella Chiesa universale”».Con queste parole, il vescovo di Albano, Marcel-lo Semeraro, ha presentato – venerdì 29 aprile,presso il Centro Mariapoli di Castel Gandolfo –il suo libro “Lumen Gentium – Cinquanta annidopo” (Ed. Marcianum Press, collana “Stru-menti di catechesi”, pagine 512, prezzo ¤26,00). Il volume, con la prefazione di EnzoBianchi, raccoglie scritti preparati da monsi-gnor Semeraro sia per i corsi di Ecclesiologiadel Vaticano II e di Storia dell’Ecclesiologia da lui tenuti al La-terano, sia per altre circostanze accademiche, che tratteggia-no l’immagine della Chiesa che emerge dalla costituzionedogmatica Lumen Gentium, uno dei pilastri del Concilio. Al-l’evento di presentazione, molto partecipato, sono intervenutiil giornalista Gianfranco Svidercoschi, scrittore e vaticanista,che è stato l’inviato dell’Ansa durante il Concilio Vaticano II, epoi vicedirettore dell’Osservatore Romano, e monsignor Dario

Vitali, presbitero della diocesi di Velletri-Segni,professore ordinario di Ecclesiologia alla Pon-tificia Università Gregoriana e professore invi-tato presso l’Istituto Teologico Leoniano diAnagni, autore di molti testi sul tema della si-nodalità. «Anche papa Francesco – ha aggiun-to Semeraro – in una delle sue prime omelie inSanta Marta, ha parlato della Chiesa come unadi “storia d’amore”: una storia che se pure sisvolge e si sviluppa su questa terra, ha tuttaviaun inizio che precede il tempo, perché scaturi-sce dal cuore di Dio Padre. Noi, donne e uomi-ni di Chiesa, siamo in mezzo a una storiad’amore, una catena di cui ognuno è un anello.Sarò contento se la lettura di queste pagine sa-rà di incoraggiamento a rituffarsi in quella

grande grazia, come ha scritto San Giovanni Paolo II, di cui laChiesa ha beneficiato nel ventesimo secolo. Non si tratta diassolutizzare il valore di un Concilio che, come altri prima ce-lebrati, s’inserisce nel solco della lunga vita della Chiesa e laspinge in avanti, ma si tratta piuttosto, dell’intima, maturataconvinzione che ancora oggi la fedeltà al Concilio aiuta a cre-scere l’amore alla Chiesa».

Valentina Lucidi

50 ANNI DI LUMEN GENTIUMUn lungo cammino per un’ecclesiologia da vivere nella sinodalità

sociale e cultura 15

1000reti social

PERSONE IN “EDIZIONE SPECIALE”La Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo

Sulla copertina del profilo di @knowin-gsimon compare una scritta: “I’m au-tistic and I am NOT different: I’m a

special edition” ovvero “Io sono autisitico eNON sono diverso: io sono un’edizionespeciale”. Simon è infatti un ragazzo auti-stico attivo su Twitter, e all’interno del fo-rum sul sito spazioasperger.it le sue intui-zioni e il suo punto di vista, frutto del vive-re in prima persona l’autismo, rendono ilsuo profilo originale rispetto a molti altri.In occasione della IX Giornata mondialedella consapevolezza dell’autismo che si ècelebrata lo scorso 2 aprile, ha scritto: «Il 2 aprile è la Gior-nata mondiale della consapevolezza dell’autismo, sancitadalle Nazioni Unite con la risoluzione 62/139 del 18 dicem-bre 2007. È anche la mia giornata, quindi. Ma vorrei dire atutte le persone dell’umanità che le persone con autismosono persone con autismo anche il 3 aprile, e il 4 aprile, e il5 aprile, e anche a maggio, a giugno eccetera eccetera…».Per questo accogliamo il suo appello e scegliamo di parlar-vi del 2 aprile almeno anche per il mese di maggio. Vi invi-tiamo a passare per la sua TimeLine di Twitter, e leggere le

sue riflessioni, condividere il suo pensiero:leggerlo aiuta realmente a crescere nellaconsapevolezza dell’autismo. Vi segnaliamoanche l’associazione “Diversamente onlus”,dal 2007 in prima linea in difesa e a suppor-to di bambini e persone affette da autismo edelle loro famiglie. Dal sito diversamente-onlus.org è possibile approfondire la cono-scenza di questa associazione made in Italyche rappresenta un modello nel mondo del-l’associazionismo. “Diversamente onlus” èattiva su Facebook, Twitter, Google+ e pos-siede un canale Youtube grazie al quale

promuove molti progetti, tra i quali “AutisMovie - Festival in-ternazionale di cortometraggi sull’autismo”, e dai suoi ac-count social molte altre interessanti attività. Degna di notaanche “L’Emozione non ha voce onlus” attiva a Roma, maanche su Instagram, Pinterest, Facebook e Twitter. Dal sitolemozionenonhavoce.org è possibile restare aggiornati sul-le attività svolte. La onlus ha lanciato l’hashtag#sempre2aprile perché, come scrive Simon, le persone au-tistiche non siano “Persone-Da-Un-Giorno-All’Anno”.

Chiara Ferrarelli

Nelle sale del museoDiocesano di Albano,dal 2 al 16 aprile, oltre

alla collezione permanente,sono state esposte le creazio-ni di Armanda Negri, un’arti-sta il cui stile è incentrato sul-l’arte contemporanea e checome obiettivo si pone quellodi “arrivare al cuore dell’uomoe portarlo verso l’Assoluto”. Il titolo della mostra, Giardino dell’Eden deriva da una del-le opere dell’artista e l’esposizione è stata pensata secondoun percorso che segue il filo cronologico degli avvenimentiprincipi del cristianesimo. Si va, così, dalla Genesi “all’an-nunciazione”, per passare poi dal “Mistero Pasquale” echiudere con la “Gerusalemme celeste”. Le opere della Ne-gri dal 1993 sono ispirate da una profonda ricerca spiritua-le che l’ha portata a imbattersi nel poeta David Maria Turol-do, con il quale ha in comune il trasmettere il suo stessomessaggio di speranza, tanto che i versi del frate poeta sa-ranno utilizzati come titoli per alcuni lavori.Nel piccolo polo culturale della città vescovile, le opere mo-derne della collezione ospitata si contrappongono in manie-ra forte a quelle di arte sacra, realizzata in stile classico.

Casualmente infatti (o forseno), sono stati esposti unquadro raffigurante il corpodi Cristo appena deposto dal-la croce, e sul muro opposto,la passione di Cristo secondola Negri. A questo propositol’artista, da noi intervistata,afferma: «Mi piace questoabbinamento tra due modidiversi di esprimere arte, è

come se le opere fossero in dialogo pur appartenendo a sti-li diversi».  Il direttore del museo, Roberto Libera, analiz-zando questo contrasto dichiara: «È assodata la difficoltà didialogo tra arte contemporanea e mondo cristiano: è unacomunicazione difficile, a volte quasi impensabile, ma cheanche per questo offre la possibilità di intraprendere unpercorso nuovo. La mostra invece – continua il direttore delMuDi – si può considerare un primo passo per la costruzio-ne di un ponte che possa unire due realtà così distanti,aprendo anche in futuro le porte ad artisti seppur moderni,che vivono il confronto con i misteri dello Spirito». Conti-nueremo a seguire la crescita del nostro polo culturale,aspettando presto nuovi interessanti appuntamenti.

Emanuele Scigliuzzo

IL MUDI APRE ALL’ARTE CONTEMPORANEAUn’esposizione di opere ispirate dalla ricerca dello Spirito

appunti16

APPUNTAMENTI07 MAGGIO

• Giubileo degli operatori caritasL’appuntamento per tutti gli operatori caritas èalle ore 10.30 presso il Santuario della Rotonda.• Concerto MissionarioL’Ufficio missionario della Diocesi ha organizzatoun concerto missionario dal titolo “We love afri-ca” per raccogliere fondi per la costruzione diuna nuova scuola in Sierra Leone.

08 MAGGIOGiornata Mondiale delle comunicazioni sociali

12 MAGGIOSan Pacrazio Martire - Patrono della DiocesiIl vescovo presiederà la santa messa in cattedrale alleore 18.00. Segirà la processione per le vie della città.

13 MAGGIOItinerario sulle opere di misericordiaIl quinto incontro diocesano sulle opere di miseri-cordia “Lo avete fatto a me - Visitare gli infermi” siterrà alle ore 18.30 presso l’ospedale Regina Apo-stolorum in Albano.

14 MAGGIO• Veglia di PentecosteLa veglia si terrà alle ore 21,00 pesso la Parroc-chia Santi Pietro e Paolo in Aprilia.• Ritiro mensile dei diaconi permanentiL’incontro si terrà alle ore 15.30 presso il semina-rio vescovile.

15 MAGGIO• Domenica di Pentecoste• Percorso di vita e di fede con gli sposi in situa-zione di separazione, divorzio e nuova unioneL’incontro, guidato dal prof. Andrea Grillo, si ter-

rà alle ore 16 presso il seminario di Albano. Temadella giornata è Le novità dell’Amoris Laetitia.Ogni crisi nasconde una bella notizia. L’invito allapartecipazione è rivolto a sacerdoti, sposi e ope-ratori pastorali parrocchiali.

19 MAGGIOAggiornamento del cleroOre 9.30, seminario vescovile.

19 MAGGIORiunione dei direttori di curiaOre 10.00, curia vescovile

21 MAGGIO• Riunione dei direttori di curiaL’incontro si terrà alle ore 10.00 presso la curiavescovile• Giubileo del Vicariato di MarinoIl Vicariato territoriale di Marino vivrà il Giubileodella Misericordia con un pellegrinaggio allaPorta santa della Cattedrale di Albano. Il vescovorpesiederà l’Eucarestia alle ore 18.00.

26 MAGGIOCorpus DominiIl vescovo presiederà alle ore 18.00 la santa messa delCorpus Domini nella Basilica Cattedrale di San Pan-crazio. Seguirà la processione per le vie della città.

28 MAGGIOConsiglio pastorale diocesanoL’incontro si terrà presso il seminario vescovile apartire dalle ore 9.30

29 MAGGIOCorpus Domini

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Questo numero è stato chiuso il 28.04.2016

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Mensile di informazionedella Diocesi Suburbicaria di AlbanoAnno 9, numero 81 - aprile 2016