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CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE LA DOMENICA PARROCCHIA SAN GENESIO MARTIRE IN DAIRAGO (MI) A nno VII / Num. 349 23 agosto 2015 Diocesi di Milano - Zona Pastorale IV - Decanato di Castano Primo PAPA FRANCES CO Udienza generale mercoledì 19 agosto La famiglia - 23. Il lavoro Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Dopo aver riflettuto sul valore della festa nella vita della famiglia, oggi ci soffermiamo sull’elemento complementare, che è quello del lavoro. Entrambi fanno parte del disegno creatore di Dio, la festa e il lavoro. Il lavoro, si dice comunemente, è necessario per mantenere la famiglia, per crescere i figli, per assicurare ai propri cari una vita dignitosa. Di una persona seria, onesta, la cosa più bella che si possa dire è: “È un lavoratore”, è proprio uno che lavora, è uno che nella comunità non vive alle spalle degli altri. Ci sono tanti argentini oggi, ho visto, e dirò come diciamo noi: «No vive de arriba». E in effetti il lavoro, nelle sue mille forme, a partire da quello casalingo, ha cura anche del bene comune. E dove si impara que- sto stile di vita laborioso? Prima di tutto si impara in famiglia. La famiglia educa al lavoro con l’esempio dei genitori: il papà e la mamma che lavorano per il bene della famiglia e della società. Nel Vangelo, la Santa Famiglia di Nazaret appare come una fa- miglia di lavoratori, e Gesù stesso viene chiamato «figlio del fale- gname» o addirittura «il falegname». E san Paolo non mancherà di ammonire i cristiani: «Chi non vuole lavorare, neppure man- gi». - È una bella ricetta per dimagrire questa, non lavori, non mangi! - L’Apostolo si riferisce esplicitamente al falso spirituali- smo di alcuni che, di fatto, vivono alle spalle dei loro fratelli e so- relle «senza far nulla». L’impegno del lavoro e la vita dello spirito, nella concezione cristiana, non sono affatto in contrasto tra loro. È importante capire bene questo! Preghiera e lavoro possono e devono stare insieme in armonia, come insegna san Benedetto. La mancanza di lavoro danneggia anche lo spirito, come la man- canza di preghiera danneggia anche l’attività pratica. Non abbiate paura! QUALE PACE? G esù afferma: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla ter- ra; non sono venuto a portare pace, ma una spada”. La pace di cui parla Gesù è sicuramente quella falsa quiete che gli uo- mini costruiscono sull’ignavia e sulla passiva rassegnazione alla mediocrità. L’avvento del regno implica una radicale trasformazione nella mentalità degli uomini, implica l’affer- mazione del primato assoluto di Dio e il su- peramento di tutti gli ostacoli che ad esso si frappongono. Questo è il prezzo della pace vera: il dono di Dio agli uomini come frutto della reden- zione. La presenza di Gesù, i segni che egli pone, la sua parola, tutta la sua missione segnano uno sconvolgimento reale nelle co- scienze degli uomini. “La parola di Dio è viva, efficace e più ta- gliente di ogni spada doppio taglio; essa pe- netra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”. Ecco come l’autore della lettera agli Ebrei ci offre la chiave di lettura della spada, ecco ancora la causa della libera adesione a Dio o il rifiuto con tutte la inevitabili lotte e divisio- ni che ne seguono. All’interno delle famiglie sono nate divisioni e lotte di ogni genere a causa del Vangelo. Sono quelle persecuzioni sicuramente meno eclatanti, ma non meno violente; sono matu- rate fra le mura domestiche e hanno scardi- nato quei legami che ostacolavano il primato di Dio e l’affermazione delle sue verità. Per questo Gesù diceva ai suoi: “Se uno vie- ne a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo”.

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CHE PRECEDE IL MARTIRIODI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

LA DOMENICAPARROCCHIA SAN GENESIO MARTIRE IN DAIRAGO (MI)

Anno VII / Num. 34923 agosto 2015

Diocesi di Milano - Zona Pastorale IV - Decanato di Castano Primo

PAPA FRANCESCO

Udienza generalemercoledì 19 agosto

La famiglia - 23. Il lavoro

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!Dopo aver riflettuto sul valore della festa nella vita della famiglia, oggi ci soffermiamo sull’elemento complementare, che è quello del lavoro. Entrambi fanno parte del disegno creatore di Dio, la festa e il lavoro.Il lavoro, si dice comunemente, è necessario per mantenere la famiglia, per crescere i figli, per assicurare ai propri cari una vita dignitosa. Di una persona seria, onesta, la cosa più bella che si possa dire è: “È un lavoratore”, è proprio uno che lavora, è uno che nella comunità non vive alle spalle degli altri. Ci sono tanti argentini oggi, ho visto, e dirò come diciamo noi: «No vive de arriba».E in effetti il lavoro, nelle sue mille forme, a partire da quello casalingo, ha cura anche del bene comune. E dove si impara que-sto stile di vita laborioso? Prima di tutto si impara in famiglia. La famiglia educa al lavoro con l’esempio dei genitori: il papà e la mamma che lavorano per il bene della famiglia e della società.Nel Vangelo, la Santa Famiglia di Nazaret appare come una fa-miglia di lavoratori, e Gesù stesso viene chiamato «figlio del fale-gname» o addirittura «il falegname». E san Paolo non mancherà di ammonire i cristiani: «Chi non vuole lavorare, neppure man-gi». - È una bella ricetta per dimagrire questa, non lavori, non mangi! - L’Apostolo si riferisce esplicitamente al falso spirituali-smo di alcuni che, di fatto, vivono alle spalle dei loro fratelli e so-relle «senza far nulla». L’impegno del lavoro e la vita dello spirito, nella concezione cristiana, non sono affatto in contrasto tra loro. È importante capire bene questo! Preghiera e lavoro possono e devono stare insieme in armonia, come insegna san Benedetto. La mancanza di lavoro danneggia anche lo spirito, come la man-canza di preghiera danneggia anche l’attività pratica.

Non abbiate paura!QUALE PACE?

Gesù afferma: “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla ter-ra; non sono venuto a portare pace,

ma una spada”. La pace di cui parla Gesù è sicuramente quella falsa quiete che gli uo-mini costruiscono sull’ignavia e sulla passiva rassegnazione alla mediocrità. L’avvento del regno implica una radicale trasformazione nella mentalità degli uomini, implica l’affer-mazione del primato assoluto di Dio e il su-peramento di tutti gli ostacoli che ad esso si frappongono. Questo è il prezzo della pace vera: il dono di Dio agli uomini come frutto della reden-zione. La presenza di Gesù, i segni che egli pone, la sua parola, tutta la sua missione segnano uno sconvolgimento reale nelle co-scienze degli uomini. “La parola di Dio è viva, efficace e più ta-gliente di ogni spada doppio taglio; essa pe-netra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore”. Ecco come l’autore della lettera agli Ebrei ci offre la chiave di lettura della spada, ecco ancora la causa della libera adesione a Dio o il rifiuto con tutte la inevitabili lotte e divisio-ni che ne seguono. All’interno delle famiglie sono nate divisioni e lotte di ogni genere a causa del Vangelo. Sono quelle persecuzioni sicuramente meno eclatanti, ma non meno violente; sono matu-rate fra le mura domestiche e hanno scardi-nato quei legami che ostacolavano il primato di Dio e l’affermazione delle sue verità. Per questo Gesù diceva ai suoi: “Se uno vie-ne a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo”.

Lavorare – ripeto, in mille forme – è proprio della persona umana. Esprime la sua dignità di essere creata a immagine di Dio. Perciò si dice che il lavoro è sacro. E perciò la gestione dell’occupazione è una grande responsabilità umana e sociale, che non può essere lasciata nelle mani di pochi o scaricata su un “mercato” divinizzato. Causare una perdita di posti di lavoro significa causare un grave danno sociale. Io mi rattristo quando vedo che c’è gente senza lavoro, che non trova lavoro e non ha la dignità di portare il pane a casa. E mi rallegro tanto quando vedo che i governanti fanno tanti sforzi per trovare posti di lavoro e per cercare che tutti abbiano un lavoro. Il lavoro è sacro, il lavoro dà dignità a una famiglia. Dobbiamo pregare perché non manchi il lavoro in una famiglia.Dunque, anche il lavoro, come la festa, fa parte del disegno di Dio Creatore. Nel libro della Genesi, il tema della terra come casa-giardino, affidata alla cura e al lavoro dell’uomo, è anticipato con un passaggio molto toccante: «Quando il Signore Dio fece la terra e il cielo, nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata – perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e nessuno lavora-va il suolo e faceva salire dalla terra l’acqua dei canali per irrigare». Non è romanticismo, è rivelazione di Dio; e noi abbiamo la responsabilità di comprenderla e assimilarla fino in fondo. L’Enciclica Laudato si’, che propone un’ecologia integrale, contiene anche questo messaggio: la bellezza della terra e la dignità del lavoro sono fatte per essere congiunte. Vanno insieme tutte e due: la terra diviene bella quando è lavorata dall’uomo. Quando il lavoro si distacca dall’alleanza di Dio con l’uomo e la donna, quando si separa dalle loro qualità spirituali, quando è in ostaggio della logica del solo profitto e disprezza gli affetti della vita, l’avvilimento dell’anima contamina tutto: anche l’aria, l’acqua, l’erba, il cibo... La vita civile si corrompe e l’habitat si guasta. E le conseguenze colpiscono soprattutto i più poveri e le famiglie più povere. La moder-na organizzazione del lavoro mostra talvolta una pericolosa tendenza a considerare la famiglia un ingom-bro, un peso, una passività, per la produttività del lavoro. Ma domandiamoci: quale produttività? E per chi? La cosiddetta “città intelligente” è indubbiamente ricca di servizi e di organizzazione; però, ad esempio, è spesso ostile ai bambini e agli anziani.A volte chi progetta è interessato alla gestione di forza-lavoro individuale, da assemblare e utilizzare o scar-tare secondo la convenienza economica. La famiglia è un grande banco di prova. Quando l’organizzazione del lavoro la tiene in ostaggio, o addirittura ne ostacola il cammino, allora siamo sicuri che la società uma-na ha incominciato a lavorare contro se stessa! Le famiglie cristiane ricevono da questa congiuntura una grande sfida e una grande missione. Esse portano in campo i fondamentali della creazione di Dio: l’identità e il legame dell’uomo e della donna, la generazione dei figli, il lavoro che rende dome-stica la terra e abitabile il mondo. La perdita di questi fondamentali è una faccenda molto seria, e nella casa comune ci sono già fin troppe crepe! Il compito non è facile. A volte può sembrare alle associazioni delle famiglie di essere come Davide di fronte a Golia… ma sappiamo come è andata a finire quella sfida! Ci vogliono fede e scaltrezza. Dio ci conceda di accogliere con gioia e speranza la sua chiamata, in questo momento difficile della nostra storia, la chiamata al lavoro per dare digni-tà a se stessi e alla propria famiglia.

Domenica 30 agosto festeggeremo il nostro santo patrono san Genesio Martire. Nelle sante messe delle ore 8.30 e 10.30 sarà bruciato il tradizionale ‘pallone’ con cui viene rappresentata la vita del martire che si consuma nella fede ardente della Santa Trinità. Ha detto Papa Francesco: L’esempio dei martiri, inoltre, ci insegna l’importanza della carità nella vita di fede. Fu la purezza della loro testimonianza a Cristo, manifestata nell’accettazione dell’uguale dignità di tutti i battezzati, che li condusse ad una forma di vita fraterna che sfidava le rigide strutture sociali del loro tempo. Fu il loro rifiuto di dividere il duplice comandamento dell’amore a Dio e dell’amore al prossimo che li portò ad una così grande sollecitudine per le necessità dei fratelli. Il loro esempio ha molto da dire a noi, che viviamo in società dove, accanto ad immense ricchez-ze, cresce in modo silenzioso la più abbietta povertà; dove raramente viene ascoltato il grido dei poveri; e dove Cristo continua a chiamare, ci chiede di amarlo e servirlo tendendo la mano ai nostri fratelli e sorelle bisognosi.

Martedì 8 settembre, ore 21.00 (in oratorio): In-contro per i genitori, padrini e madrine dei bimbi che saranno battezzati domenica 20 settembre.

Con domenica 13 settembre riprenderà il con-sueto orario della celebrazione festiva della Messa: 8.30 - 10.30 - 18.00

DOMENICA CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

Lettura del secondo libro dei Maccabei (7, 1-2. 20-41)In quei giorni. Ci fu il caso di sette fratelli che, presi insieme alla loro madre, furono costretti dal re, a forza di flagelli e nerbate, a cibarsi di carni suine proibite. Uno di loro, facendosi interprete di tutti, disse: «Che cosa cerchi o vuoi sapere da noi? Siamo pronti a morire piuttosto che trasgredire le leggi dei padri». Soprattutto la madre era ammirevole e degna di gloriosa memoria, perché, vedendo morire sette figli in un solo giorno, sopportava tutto serenamente per le speranze poste nel Signore. Esortava ciascuno di loro nella lingua dei padri, piena di nobili sentimenti e, temprando la tenerezza femminile con un coraggio virile, diceva loro: «Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato il respiro e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il Creatore dell’universo, che ha plasmato all’origine l’uomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo il respiro e la vita, poiché voi ora per le sue leggi non vi preoccupate di voi stessi». Antioco, credendosi disprezzato e sospettando che quel linguaggio fosse di scherno, esortava il più giovane che era ancora vivo; e non solo a parole, ma con giuramenti prometteva che l’avrebbe fatto ricco e molto felice, se avesse abbandonato le tradizioni dei padri, e che l’avrebbe fatto suo amico e gli avrebbe affidato alti incarichi. Ma poiché il giovane non badava per nulla a queste parole, il re, chiamata la madre, la esortava a farsi consigliera di salvezza per il ragazzo. Esortata a lungo, ella accettò di persuadere il figlio; chinatasi su di lui, beffandosi del crudele tiranno, disse nella lingua dei padri: «Figlio, abbi pietà di me, che ti ho portato in seno nove mesi, che ti ho allattato per tre anni, ti ho allevato, ti ho condotto a questa età e ti ho dato il nutrimento. Ti scongiuro, figlio, contempla il cielo e la terra, osserva quanto vi è in essi e sappi che Dio li ha fatti non da cose preesistenti; tale è anche l’origine del genere umano. Non temere questo carnefice, ma, mostrandoti degno dei tuoi fratelli, accetta la morte, perché io ti possa riavere insieme con i tuoi fratelli nel giorno della misericordia». Mentre lei ancora parlava, il giovane disse: «Che aspettate? Non obbedisco al comando del re, ma ascolto il comando della legge che è stata data ai nostri padri per mezzo di Mosè. Tu però, che ti sei fatto autore di ogni male contro gli Ebrei, non sfuggirai alle mani di Dio. Noi, in realtà, soffriamo per i nostri peccati. Se ora per nostro castigo e correzione il Signore vivente per breve tempo si è adirato con noi, di nuovo si riconcilierà con i suoi servi. Ma tu, o sacrilego e il più scellerato di tutti gli uomini, non esaltarti invano, alimentando segrete speran-ze, mentre alzi la mano contro i figli del Cielo, perché non sei ancora al sicuro dal giudizio del Dio onnipotente che vede tutto. Già ora i nostri fratelli, che hanno sopportato un breve tormento, per una vita eterna sono entrati in alleanza con Dio. Tu invece subirai nel giudizio di Dio il giusto castigo della tua superbia. Anch’io, come già i miei fratelli, offro il corpo e la vita per le leggi dei padri, supplicando Dio che presto si mostri placato al suo popolo e che tu, fra dure prove e flagelli, debba confessare che egli solo è Dio; con me invece e con i miei fratelli possa arrestarsi l’ira dell’Onnipotente, giustamente attirata su tutta la nostra stirpe». Il re, divenuto furibondo, si sfogò su di lui più crudelmente che sugli altri, sentendosi invelenito dallo scherno. Così anche costui passò all’altra vita puro, confidando pienamente nel Signore. Ultima dopo i figli, anche la madre incontrò la morte.

Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi (4, 7-14)Fratelli, noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta, affinché appaia che questa straordinaria potenza appartiene a Dio, e non viene da noi. In tutto, infatti, siamo tribolati, ma non schiacciati; siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi, veniamo consegnati alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti nella nostra carne mortale. Cosicché in noi agisce la morte, in voi la vita. Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi.

Lettura del Vangelo secondo Matteo (10, 28-42)In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra; sono venuto a portare non pace, ma spada. Sono infatti venuto a separare l’uomo da suo padre e la figlia da sua madre e la nuora da sua suocera; e nemici dell’uomo saranno quelli della sua casa. Chi ama padre o madre più di me, non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me, non è degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

Antioco IV Epifane

Sacramento del Battesimo: 22 novembreÈ opportuno telefonare prima per fissare un appun-tamento con don Paolo. È bene che all’incontro si

presentino entrambi i genitori.

Lunedì 31 agosto - ore 8.30: Santa Messa in suffragio del. Card. C. M. Martini.

ore 20.45, in Madonna in Campagna: Santa Messa in suffragio di tutti i defunti della parrocchia.

Sante Messe dal 24 al 30 agosto 2015

Casa parrocchiale: tel. 0331 43 12 14 / E-mail: [email protected] / Sito: www.sangenesio.eu don Paolo: 347 27 91 736 / E-mail: [email protected] / Segreteria Oratorio: tel. e fax: 0331 43 33 98

Lunedì 24 Festa - S. Bartolomeo, apostolo

8.30 Martedì 25 Feria - Per chiedere la grazia della sapienza

8.30 Mercoledì 26 Feria - Per le libertà civili

8.30 Giuseppe e Giuseppina OlgiatiGiovedì 27 Memoria - S. Monica

8.30 Pinciroli Teresa - Rinni Antonio, leg. Venerdì 28 Memoria - S. Agostino, vescovo e dottore della Chiesa

8.30 Sabato 29 Festa - Martirio di S. Giovanni il precursore

8.30 Provasi Carolina / Pisoni Giannino 18.00 Fam. Pisoni Attilio e Enrica, fam. Provasi Angelo e Enrichetta / Olgiati GenesioDomenica 30 I dopo il Martirio di s. Giovanni il precursore - S. Genesio 8.30 Cervellin Adelia, Ceriotti Carlo e Montin Bruno

10.30

Fa’, o Dio dell’universo, che il corso degli eventi

si svolga in conformità al tuo volere perché possa procedere nella giustizia e nella pace; e dona alla tua Chiesa di servirti in serena letizia. AMEN.

Lezionario Ambrosiano

Festivo: anno BFeriale: anno I, settimana della domenica che precede il martirio di san Giovanni il precursoreLiturgia delle ore: I settimana

Martedì 18 agosto abbiamo celebrato la Santa Messa esequiale in suffragio di

VITALI UMBERTO, di anni 78

Mercoledì 19 agosto ci siamo raccolti in preghiera con la celebrazione eucaristica per la defunta

ZANZOTTERA GIUSEPPINA, di anni 87

Concedi, o Padre, a questi nostri cari defunti di partecipare al banchetto eterno, preparato nei cieli da Cristo nostro Signore. AMEN.

Sabato 19 settembre CASTELLETTO DI CUGGIONO

è organizzato un pomeriggio spirituale a Castelletto di Cuggiono (Scala di Giacobbe) per il Consiglio Pastora-le, Catechiste, Lettori, Commissione Liturgica, Caritas Parrocchiale, Animatori dell’Oratorio (giovani e adulti) e per quanti vogliono collaborare durante l’anno all’a-zione pastorale della nostra Parrocchia. Programma:ore 14.00: Partenza per Castelletto di Cuggiono ore 14.30: Ora Media e riflessione iniziale / Silenzioore 15.30: Presentazione a tutti delle linee pastorali diocesane per il nuovo anno / Pausa caffèore 16.45: Messa a punto del calendario parrocchiale. ore 18.00: Rientro a Dairago

Come abbiamo già avvisato durante l’Oratorio Estivo, ad inizio settembre partirà l’iniziativa

SETTIMANA DI FINE ESTATEda lunedì 7 a venerdì 11

ogni giorno dalle 14.00 alle 17.30per tutti i ragazzi delle elementari e medie già

iscritti all’oratorio estivo.Costo 10 euro a persona.

Iscrizioni in segreteria oratorio dal 31/8 al 4/9

FIACCOLATA DI SETTEMBREdal SANTUARIO MONTE BERICO (Vicenza) a DAIRAGO

da Venerdì 11 a Domenica 13 (arrivo ore 19)

dalla Prima superiore in poi (anche adulti)

Si cercano anche adulti per guidare i pullmini; scorta tecnica; 6/8 moto-scooter; 4/6 ciclisti...

CATECHESI DELLA INIZIAZIONE CRISTIANADopo la pausa estiva, gli incontri per i nostri ragazzi ri-prenderanno a settembre, secondo questo calendario:

lunedì 14: Gr. Prima Media martedì 15: Gr. Emmaus (4El.)

mercoledì 16: Gr. Abramo (3El.) giovedì 17: Gr. San Paolo (5El.)

venerdì 18: II e III mediaSi ricorda sempre che i giorni disponibili per segna-re le intenzioni per le S. Messe sono il lunedì e il giovedì mattina, dalle 9.00 alle 11.00.