La Divina Provvidenza n. 3 / 2013

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Pubblicazione della Casa Divina Provvidenza - Opera Don Guanella di Como

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SommarioPERIODICO TRIMESTRALE FONDATO DA SAN LUIGI GUANELLAn. 3 - III trimestre 2013

LA DIVINA PROVVIDENZA periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità Opera Don Guanella

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE Casa Divina Provvidenza via Tomaso Grossi 18 - 22100 Como tel. 031 296 711 - fax 031 296 898 sito web: http://www.guanellacomo.it e-mail: [email protected]

Direttore responsabile Mario Carrera

Direttore di redazione Angelo Gottardi

Progetto grafico e impaginazione Gianmario Colciago

Collaboratori di questo numero Enrique Castillo, Silvia Fasana, Angelo Gottardi, Gabriele Mortin, Franca Vendramin, Vito Viganò

Fotografie Archivio Fotografico Guanelliano, Alberto Bellomo, Angelo Gottardi, Enrique Castillo, Operatori, Franca Vendramin

Stampa Arti Grafiche Frattini viale Industria 9/11 - 20010 Bernate Ticino (Milano) tel. e fax (+39) 02 97256041 - 02 9754454

Autorizzazione Tribunale di Como decreto 27.06.1978 n. 3/48

Pubblicazione periodica Poste Italiane SpA, spedizione in abb. post. Iscrizione ROC n. 1219 del 12.12.1989

CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA

INFORMAZIONICentralino: 031 296 711; Direzione Casa Divina Provvidenza: [email protected], sito: www.guanellacomo.it; San-tuario del Sacro Cuore: [email protected]; sito: www.sacrocuorecomo.it; Museo "Don Luigi Guanella": 031.296.894 (don Adriano Folonaro); Servizio Civile Volontario: 031.296.783 (sig.ra Elisabetta Caronni); Volontari per RSA: 031.296.774 (sig. Carlo Guffanti); Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile: 031.296.783 (don Roberto Rossi, sig.ra Elisabetta Caronni); Comunità di Accoglienza Vocazionale: 031.296.795 (don Roberto Rossi); Centro Missionario Guanelliano: 031.296.811 (sig. Silvio Verga); ExAl-lievi: 031.296.709 solo il mercoledì dalle ore 21.00 (sig. Walter Arnaboldi).

3 EDITORIALE Il filo incantato di Angelo Gottardi

4 CONOSCERE SAN L. GUANELLA 4 Don Luigi Guanella sentinella montanara di Domenico Saginario 7 Scrivo a voi...: il messaggio di un Santo a cura di Franca Vendramin

8 OLTRE FRONTIERA (Cile ) 8 I Cooperatori guanelliani, ossia un laicato attivo di Enrique Castillo 10 Faceva aereo stop ... 11 FILO ROSSO 11 I valori: una vita per viverli di Vito Viganò

15 NOTIZIE DI CASA 15 Ottobre guanelliano

16 DON GUANELLA INEDITO 16 Savogno di Silvia Fasana

20 NOTIZIE DI CASA 20 Festa: perché ? di Gabriele Mortin

22 LE PAGINE DEGLI AMICI 22 Grazie, don Guanella! 23 Come aiutare la CdP

foto prima di copertina Sorridere alla vita passata e futura è ringraziare Dio

foto quartadi copertina Dipinto di Afran (Casa Don Guanella - Lecco)

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Viviamo ogni momento come se fosse il primo, l’unico e l’ultimo. Perché ogni periodo della vita (infanzia, gioventù, età adulta, anzianità) è un riflesso dell’eternità di Dio.

Sommarioil filo incantato

C ari Amici e Benefattori. Max era un ragazzino a cui non piaceva aspettare. Ripeteva a

tutti: “Io vorrei che il tempo passasse in fretta …”. Un giorno Max si sentì chiamare: si voltò di scatto e vide una vecchietta che gli mostrò una scatoletta d’argen-to con un forellino da cui usciva un filo d’oro: “Guarda, Max, questo filo sottile è il filo della tua vita. Se pro-prio desideri che il tempo trascorra velocemente, non devi far altro che tirare un po’ il filo. Buona fortuna!”. E scomparve.Il giorno dopo, a scuola, Max pensò di usare il filo per accorciare la lezione. Tirò con troppa decisione e sentì la voce del maestro che diceva: “La le-zione è finita. Andate a casa”.Max pensò: “Oh come sarebbe bello aver già finito la scuola e poter lavo-rare”. Decise di dare una bella tira-tina al filo e così, la mattina seguen-te, si svegliò che aveva i baffi, faceva l’ingegnere. Conobbe Maria, una bella ragazza. Fu un matrimonio bellissimo. Un giorno Maria gli annunciò sorriden-do che stava aspettando un bambino. “Aspettare” era un verbo che a Max non era mai piaciuto. Tirò un po’ trop-po il filo e il giorno dopo si trovò un bel po’ più vecchio e con due figli, uno al liceo e l’altro all’università. Ma una mattina Max si guardò allo specchio e scoprì di avere i capelli bianchi e si sentiva insoddisfatto: ora la casa era vuota e Maria invecchiata.Un giorno, sonnecchiando nel parco, sulla solita panchina, il vecchio Max si sentì chiamare. Aprì gli occhi e rivi-de la vecchietta: “Allora, Max, com’è andata? Il filo magico ti ha procurato una vita felice, secondo i tuoi deside-ri?”. “Non saprei … Grazie a quel filo non ho mai dovuto attendere, ma ora mi accorgo che è tutto passato così in fretta. Vorrei tornare ragazzino e poter rivivere la mia vita senza il filo magico”.

“Non ti resta che restituirmi la scato-letta e … buona fortuna”.Appena Max pose nella mano della vecchina la scatoletta, si addormentò in un sonno profondo.“Ehi, dormiglio-ne! Sveglia!”. Max aprì gli occhi e si trovò nel suo letto, con la mamma, giovane e bella. Corse allo specchio e vide il suo solito volto paffuto da ragazzino.

Tutti da adolescenti abbiamo voluto crescere in fretta: io farmi prete pre-sto, alcuni di voi sposarsi subito, avere un diploma senza esami o anni di stu-dio; guidare la macchina di papà a 16 anni. Ma, come ci dice il raccontino, non si può né si devono anticipare le fasi della vita, ma camminare secondo il passo che a ciascuno è dato, conqui-stando giorno per giorno … il “giorno dopo”. Quest’anno abbiamo scelto come co-pertina della rivista nel n°1 un bim-bo che guarda fisso dove gli indica la mamma; nel n° 2 un giovane sulla alte cime; in questo n° 3 una donna adul-ta, sorridente …Sapete perché? Perché ogni tappa o fase della vita è meravigliosa, dono immenso di Dio e bisogna viverla in pienezza. L’infanzia è la primavera della vita: qualcosa fiorisce, ma lentamente. La giovinezza è l’estate: maturano i frutti, ma quelli … estivi. L’età adulta è l’autunno: i colori più variopinti, i frutti migliori ma maturati lentamen-te sotto il sole cocente o i venti impe-tuosi. Poi viene l’inverno …Ogni stagione ha la sua caratteristica e bisogna lasciarla sviluppare lenta - mente: non pretendendo i frutti prima del tempo, perché sono acerbi.Viviamo ogni momento come se fos-se il primo, l’unico e l’ultimo. Perché ogni periodo della vita (infanzia, gio-ventù, età adulta, anzianità) è un ri-flesso dell’eternità di Dio.

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ANGELO GOTTARDIdirettore

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Conoscere San Luigi Guanella

Dal tesoro dello scriba: parlano i maestri

La figura di don Luigi Guanella, genuino te-stimone della civiltà

alpina, ci induce ad atteg-giamenti riflessivi, quasi contemplativi, per una ri-lettura interiore dei nostri eventi, compiuta alla luce della spiritualità montana-ra dai contorni spesso in-definiti, ma carichi di tra-scendenza e di profezia.Mi si permetta di usare un’analogia audace, che però sento profondamente vera: don Luigi Guanella è stato per Fraciscio quello che San Francesco è stato per Assisi, o Padre Pio per Pietrelcina, o papa Giovan-ni Paolo per il suo paesel-lo di Wadowice. Dalla sua famiglia e dal suo ambien-te montanaro ha ricevuto i doni fondamentali del vive-re onesto, laborioso, con i caratteri di solidarietà, di

fede e di preghiera che la cultura secolaristica rischia di farci perdere. A sua volta, per le sublimi qualità raggiunte nella sua vita e nella sua azione, don Luigi merita di essere con-siderato assai più che un operatore sociale, un be-nefattore politico, o un lu-minare di scienza: è stato assai più che un invento-re di benessere o di gloria umana. Egli è stato un san-to, un fondatore. Un profe-ta. Ha portato in alto lo spiri-to dei suoi padri, ha infu-so nuova garanzia ai valori di sobrietà, di lavoro, di sa-pienza testimoniati dai suoi genitori; ha ribadito la va-lidità, la bellezza, la verità di quel loro modo di vede-re le cose alla luce così se-renamente del Dio vicino, pieno d’amore personale

per te, pronto a trasforma-re in salvezza i drammi che ti affliggono.Mi sorge nell’animo la figu-ra della sentinella: don Lu-igi si pone davanti al nostro mondo come una sentinel-la che vigila, scruta i tem-pi, segnala eventualmente l’allarme. Più in clima al nostro argomento, mi sem-bra adatta l’immagine del-la campana: in rapporto al nostro tempo, amo pensa-re don Luigi come la cam-pana di Montespluga. La strada dello Spluga da Burg Splügen in Svizzera sale verso il valico di frontiera, supera il crinale del passo Spluga e discende poi ver-so le poche case di Monte-spluga. Qui “ancora sorgo-no gli edifici della Posta, la Ca’ della Montagna (16° secolo), da cui, quando in-furiava la tempesta, parti-

Il terzo “maestro” che ci guida nella

conoscenza di don Guanella è don DOMENICO

SAGINARIO. Come lo scriba evangelico

estraiamo dai suoi scritti “cose nuove

e cose antiche” (Mt 13,52) per incontrare dal

vivo don Guanella. Pubblichiamo due

brani ricchi di fascino e di poesia che ci

pare ben illustrino l’immagine del santo

prete montanaro, le sue radici, la sua

spiritualità.

D. SAGINARIO, Relazione al Convegno ”Non è facile trattare con i santi!”, Como 17-18 dicembre 2005.

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DON LUIGI GUANELLA sentinella montanara

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Il senso del grande e del sublime suggerito dallo scenario dei monti nella loro magnificenza …

Il senso del bello presente nel gran-de come nel piccolo: aspetti soavi e musicali come le sorgenti gocciolan-ti dal bianco delle nevi, o come i mi-nuscoli fiori alpini, tanto vivi di colo-ri o come gli animali quasi tutti amici e compagni delle lunghe ore dei pa-scoli …

Unità con la natura: in montagna più che altrove, nei momenti delle for-ti emozioni si può essere afferrati dal-la vita della natura. Montagna tragica come la vita: ti nutre o ti uccide. For-ti contrasti: vette altissime e valli abis-sali. C’è come una linea di continuità

tra il montanaro e la sua terra… Esperienze: l’ascesa lenta, a zig zag, sovente senza sentiero con doverose e calibrate soste …

L’ospitalità, semplice ma essenziale, rivestita di gravità: il soccorso in mon-tagna spesso è condizione di vita o di morte. Il povero è su questa linea.

Il tempo trascorre a ritmo di sole, quasi “senza tempo”, come i monti, pazienti …

Le voci delle cose: nei grandi silen-zi dell’ambiente montano si acuisce la capacità di ascolto. Ci si accorge con simpatia che le cose hanno una loro voce: gli uccelli, i venti, i ruscelli, le cascate, le marmotte ...

Invito a divenire un po’ poetinel valutare gli influssi che l’ambiente della sua terra montanara

ha impresso in don Luigi Guanella …

va il suono della campana per orientare i viaggiatori smarriti e per chiamarli a pietoso rifugio”. (E. Fuma-galli, Dalla Valle del Reno a Chiavenna. Spluga, ecco la Via, in “Luoghi dell’Infi-nito”, 2005).

Mi piace vederlo così don Luigi Guanella: una senti-nella montanara … ed ecco che nella notte si scate-na una tempesta di lam-pi e tuoni e vento gelido e di neve. Consapevole del rischio mortale in cui può trovarsi qualche viandan-te sperduto nel buio del-la notte, egli, sentinella di salvezza, suona la campa-na, forte, insistente, soli-taria: un suono che grida il pericolo, e avverte, se-gnando l’orientamento e il rifugio.

Di queste cose e di mille altre si nutrì l’infanzia di don Guanella. Imparò a cammina-re a passo pensato con misura, che deve durare a lungo, a contatto con le asprezze, più sovente da solo, e se con altri, questi sono o diventano presto amici e familiari. Amò il suo paesello, umile ma grazioso: quel gruppo di case esposte al sole, adagia-te in una conca quasi ginocchia di un gigante; e più innanzi le alture care di Mottala e di Gualdera, mentre giù verso la cappella di san Rocco il sentiero all’ultima svolta pare sprofondare nella valle scura come una notte. Amò i monti, chiamati per nome come amici. Amò i fiori, ne apprese il valore di me-dicina. Imparò a risalire a Dio come al grande Padre la cui mano sostiene tutto l’uni-verso e ciascuna pur piccolissima creatura. Nei lunghi tempi dei pascoli, guidato dalla grazia divina, entrò senza accorgersi nel-le attrattive della preghiera e della contemplazione, sentendo il fascino quasi sacrale della maestà delle cose e andò sperimentando dialoghi interiori, che più tardi giun-sero ad intensità misteriose.Il suo linguaggio risente di questa ricchezza di immagini e di esperienze. Per capi-re meglio il cuore di don Guanella, occorre andare più in là delle sue semplici paro-le: occorre riferirsi a questo suo mondo di origine e tentare di farsene abitatori per risentine più fedelmente le risonanze …

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a cura di Franca Vendramin

D. SAGINARIO, “L’ambiente montanaro e rurale della sua infanzia e la sua famiglia (1842-1854)”, in Saggi Storici 2, Roma 1990.

di

Domenico Saginario

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Conoscere San Luigi Guanella

Dal tesoro dello scriba: parlano i maestri

Sto vivendo forse la stagione più gioiosa della mia esistenza sacerdotale. Sono con-tento. Ringrazio Dio di questo dono di po-ter trascorrere una porzione dei miei anni in missione, come sacerdote e amico, tra gli squaters, gente umile, povera, abbandonata.

don Domenico Saginario

Occorre annunciare il Vangelo qui in Asia … sento questo invito come una profezia che apre orizzonti sconfinati, belli di Vange-lo e di missione. E ho risposto, per il poco

che posso fare: “Andiamo!”. don Domenico Saginario

Ricorderemo sempre Mimì come un prete felice, un discepolo fedele di don Guanella, un gran sognatore sempre teso a puntare

lo sguardo in alto e a stimolarci ad aver co-raggio nel futuro, fiduciosi nella Provvidenza

e dando il meglio di noi stessi a Dio e ai poveri.

don Luigi De Giambattista

DON DOMENICO SAGINARIODomenico, più conosciuto familiarmente come Mimì, nasce il 7 febbraio 1930 a Pietrelcina (Benevento) nello stesso paese di Pa-dre Pio. La famiglia profondamente cattolica, vide ben 4 figli intra-prendere la vita religiosa: Osvaldo, Oreste, Domenico – sacerdoti guanelliani – e Giulietta, suora guanelliana, tuttora vivente. Ordi-nato sacerdote a Roma il 28 aprile 1957, don Mimì trascorse i pri-mi decenni impegnato nel campo della formazione e dell’insegna-mento, superiore e rettore del seminario teologico di Chiavenna e poi di Roma. Nel 1986 è nominato superiore della provincia Roma-na, nel 1993 è eletto consigliere e segretario generale poi di nuovo superiore provinciale fino al 2000. Nel 2004 è padre spirituale nel seminario quindi nel 2006 è incaricato della nuova delegazione in-diana. Nel 2008, nonostante l’età avanzata, chiede di poter andare in missione. Destinato nella comunità di Manila (Filippine), colla-bora nella formazione dei seminaristi. L’11 luglio 2011, il Signore lo chiama a sé mentre si stava preparando a dare una conferenza for-mativa ai confratelli. Così un confratello lo ricorda.

Ama la Congregazione!La prima cosa che mi viene subito in mente pensando a don Mimì è il suo attaccamento alla Congregazione. Ricordo una circostanza pre-cisa: era il mese di giugno del 1982, qualche settimana dopo la mia ordinazione sacerdotale. Durante la celebrazione dell’eucaristia, allo scambio della pace, mi ripeté due volte: -Ti raccomando, ama la Con-gregazione!-. Lì per lì mi sono sembrate parole di circostanza e confes-so di non aver dato peso più di tanto. Ho capito qualche anno più tardi il messaggio che mi voleva dare: -Renditi sempre disponibile a svol-gere i compiti che ti verranno assegnati dai tuoi superiori-. Ho avu-to modo di chiarire che mi voleva esortare ad una libera condivisione dei progetti dei superiori in tre “snodi” importanti della mia vita. Dap-prima la proposta di ricoprire il ruolo di prefetto nell’istituto S. Calo-gero di Naro (1986) poi di collaboratore del padre maestro dei novi-zi a Cassago Brianza (1993). Dinanzi alla mia perplessità, don Mimì mi parlò del Fondatore, della sua libertà interiore di seguire le vie del-la Provvidenza, facendomi gustare la bellezza del sì detto con adesio-ne e convinzione. Mi ripetè: - Così si ama la Congregazione - e ancora: - Quando la Congregazione chiama, occorre obbedire -. Quindi l’epi-sodio che più mi ha segnato: la chiamata ad assumere la responsabili-tà della guida pastorale della Provincia Romana. Fu un discernimento molto faticoso … Don Mimì, che lasciava l’incarico di padre provin-ciale, mi confidò le difficoltà da lui incontrate, mi incoraggiò in tanti modi. E mi ripeté le stesse parole che oltre vent’anni prima mi aveva ri-volto: - Ama la Congregazione -. Alla fine risposi all’appello. Nessuno potrà togliermi la felicità che ho esperimentato. Ti ringrazio, Signore! Grazie, don Mimì!

don Pino Venerito

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Don Guanella verso la terra delle sue origini ha nutrito affetto di figlio devoto, appassionato. Ha amato i suoi monti. Li ha guardati come una cosa viva; li ha sentiti come una dimensione del suo essere. Con sentimento ancora più intimo, ha amato le persone della sua montagna: la sua famiglia, i montanari, che spesso chiama fratelli. Ha sentito la sua identità di montanaro: per sempre e con amore si è riconosciuto appartenente alle sue montagne, al suo paese. Questa appartenenza l’ha vissuta ad ogni età, da bambino, da ragazzo, da adulto, da anziano. L’ha testimoniata da santo, da poeta, da cittadino illustre. Basti qualche pensiero …

(don Domenico Saginario)

un saluto Buon montanaro, io ti abbraccio con l’animo. Sento per te un tale trasporto che è in confronto di ogni altro, tut-to speciale e superiore. Di questo, ben mi rendo con-to. Il giogo del tuo monte è sublime perché di là si con-templa più da vicino il bel Paradiso. Il profondo delle tue valli è sacro perché nel ritiro della solitudine si impara a meglio amare il Signore, a più ben volere ai fratelli.

Montanaro, rallegrati! Io scorgo un’aureola di bene at-torno ai tuoi occhi e nel tuo viso un evviva di contento che è tutto tuo. Io te lo chiedo: chi ti ha impresso questo carattere di bontà gioconda e chi te lo conserva? Buon montanaro: ora io comprendo la ragione di quell’affetto che ti fa aderire al vertice del monte, che ti configge al pian della tua valle. Figlio dei santi, tu vivi nella terra dei santi e tu sei lieto. Renditi sempre più meritevole di tale terra e di tali santi. (L. Guanella, Il Montanaro, Opera Omnia, Vol. III; pp. 988-989)

pane …Il montanaro nell’accostarsi ad un globo di polenta fu-mante scherza con dire: “E’ povero il nostro cibo, ma non è poco. Eccolo l’intingolo sempre gustoso: il buon appetito! Castagne sono il nostro pane; il miglio e l’or-

Scrivo a voi ... il messaggio di un santo

a cura di Franca Vendramin

Gente di montagna

zo il nostro riso. Mangiamo due volte al giorno, e per ogni volta abbastanza. I nostri volti rifioriscono e le guance si tingono di color rosa, usando del latte per unica nostra bevanda. Quest’aria che assorbiamo vale cento manica-retti e questi petti ruvidi digeriscono, in una, dieci desina-ri accumulati:” Nel dire questo, si fa uno scoppio giocon-do di applauso. (ibidem, pp. 992).

… e Signore Miei compaesani ben amati di Fraciscio, a noi San Roc-co ricorda la nostra chiesa e il nostro sacerdote. Ci rap-presenta il nostro paesello, il gruppo dei nostri monti, il nostro piccolo mondo e l’affetto più caro della pietà e del-la fede, della pace domestica … San Rocco pellegrino è vita nel mio paesello di Fraciscio, come San Pietro apo-stolo in Roma è vigore per tutto il mondo cristiano. Egli riceve i pensieri della mente, gli affetti del cuore, le tene-rezze della famiglia, la famigliarità del luogo natìo.

(ibidem, p. 429; p. 449)

l’addio Ritorno a Fraciscio. Intense di commozione sono le pa-role con cui don Leonardo Mazzucchi scrisse sull’ultima visita di don Luigi al suo paesello (1913).“Mentre il sole tramontava, don Luigi era su nella sua fra-zione nativa, circondato dai parenti e dai vicini e ancora si indugiava a ricordare, ad incoraggiare, a suggerire in un’onda di tenero amore patrio, i mezzi vari da usarsi per il benessere economico di quella gente. E poi si discese con nell’animo un tumulto di pensieri giocondi e tristi: in quella giornata di svago, di peregrinazione, di affetti patri rinfervorati, di teneri indugi, di paterne raccomandazioni. Pareva di assistere ad una scena commovente di addio d’un partente; ma la triste nube fu sgombrata nell’animo dai diritti dell’affetto figliale, dal vedere la vigoria fisica e morale dell’uomo, dal sapere i compiti non ancora assol-ti che la Provvidenza gli ha affidati, dallo sguardo ai bo-schi incornicianti quei monti dove cadono i vecchi tronchi quando sono sorti i nuovi rigogliosi ed alti a mantenere la vitalità benefica della foresta …” (L. Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere di don Luigi Guanella, Roma 1999; pp. 536-537)

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Oltre frontiera

Coyhaique (Cile) - Hogar P. Antonio Ronchi

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C’era una volta...

C’era una volta un villaggio guanelliano, chiamato “Vil-la San Luís”, che era l’or-goglio di tanti. Compren-deva un settore composto di sette casette singole più una palestra, che ospitava sessanta ragazzi in situa-zione “irregolare”, affidato ai sacerdoti guanelliani; un altro settore composto da due strutture con cinquan-ta bambine orfane, gestito dalle suore guanelliane; e un terzo composto da una sola struttura che ospitava 40 anziani soli e bisognosi, totalmente gestito da un gruppo di cooperatori gua-nelliani. Eravamo e siamo nel sud del Cile, nella Pa-tagonia cilena, nella citta-dina di Coyhaique, a 1.500

chilometri dalla capitale Santiago. Improvvisamen-te il governo ha decretato la chiusura di tutti i cen-tri per minori, nella ricer-ca politica di quello che in Italia chiamiamo “comuni-tà alloggio” con un numero ridotto di ospiti. E alla fine è rimasto solo il settore de-gli anziani.

Adesso c’è...

Così la Provvidenza ci ha dirottati a ospitare una sola categoria di persone, forse la più debole, forse la più abbandonata, gli anzia-ni, che ormai occupano la maggior parte delle strut-ture vuote della “Villa”. L’incongruenza della scelta della politica assistenzia-le cilena consiste nel fat-

to che il paese è ancora del terzo mondo emergente, ma che è in prevalenza di giovani e giovanissimi che hanno bisogno di un futuro, e le condizioni economi-che non glielo permettono. Ma tant’è che la “Villa san Luís” è ormai gremita di anziani e gestita solamen-te e totalmente dai coope-ratori. La presenza dei pre-ti e delle suore guanelliani rimasti è di appoggio spiri-tuale o assistenziale.

I cooperatori guanelliani

Non possiamo non dedica-re una parola chiara a que-sta categoria, che secondo le Costituzioni sia dei preti sia delle suore costituisce il terzo ramo della grande Famiglia guanelliana. Essi

Un servizio di carità per anziani

presso l'Hogar P. Antonio Ronchi

a Coyhaique, nella Patagonia

cilena, esercitato con amore e

professionalità dai Cooperatori

guanelliani del Cile.

I COOPERATORI GUANELLIANI ossia un laicato attivodi Enrique Castillo, presidente dei Cooperatori guanelliani di Coyhaique

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sono suscitati dal Signore nella Chiesa e associati alla missione di carità di San Luigi Guanella (così recita lo Statuto dei cooperatori). Suggellano la loro appar-tenenza alla Famiglia gua-nelliana con una promessa pubblica di crescere come cristiani in associazione, attraverso l’esercizio della carità e la collaborazione diretta nella gestione del-le opere.Attualmente molti dei no-stri cooperatori nel mon-do sono responsabili di-retti dell’amministrazione e gestione di centri. Uno di questi casi è il nostro a Coyhaique, dove da 22 anni il gruppo dei cooperato-ri compie le funzioni di di-rezione, amministrazione e gestione totale della “Casa

di Riposo P. Antonio Ron-chi”.

Invecchiamento attivo …

E’ l’ultimo progetto, in li-nea con il sistema educa-tivo di san Luigi Guanella, che hanno posto in atto i nostri cooperatori con l’a-iuto economico del go-verno regionale e la con-sulenza di uno dei medici geriatri più conosciuti e importanti del Cile, e aper-to alla popolazione anzia-na vicina al Centro. Con un équipe di chinesologi e te-rapisti occupazionali hanno già superato la fase di for-mazione di volontari pre-parati per un trattamento adeguato per ogni pazien-te. E’ chiaro che il pro-gramma “invecchiamento

attivo” ha lo scopo di su-perare il degrado fisico e mentale della persona an-ziana, dovuto alla vita se-dentaria propria dell’età.

… ma bisogno di spazio.

Attualmente i cooperato-ri stanno prestando la loro opera caritativa/educativa a 67 anziani residenziali, più il gruppo degli “ester-ni”. C'è però bisogno di un nuovo spazio, di un salone “polifunzionale” che per-metta una gamma più va-sta di attività riabilitative, ricreative, religiose e for-mative. A questo scopo di-rigiamo la nostra richiesta di contributo alle persone che vogliano essere stru-menti della Provvidenza.

Sopra la Casa di Riposo "P. Anto-nio Ronchi" di Coyhaique (Cile).

A lato ospiti impegnate nel lavoro a maglia, gruppo di anziani al momento della merenda e in sala di riabilitazione.

Pagina precedente alcuni laici guanelliani il giorno della "promessa pub-blica" di appartenere alla Associazione dei Coopera-tori.

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Oltre frontiera

Coyhaique (Cile) - Hogar P. Antonio Ronchi

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faceva AEREO STOP ... P. ANTONIO RONCHI, un intrepido missionario guanellianoCome non riservare un gran fina-le alla persona al cui nome e ricor-do è dedicata la “Casa di riposo” di Coyhaique?

Fu un missionario guanelliano fuo-ri del comune: P. ANTONIO RON-CHi, nativo di Cinisello Balsamo (Milano). Nei suoi 36 anni di mis-sione ha fatto di tutto nella Pata-gonia e specialmente nelle deci-ne di isole che compongono parte della regione e abitate da pesca-tori: ha battezzato e sposato solo Dio sa quante persone; ha costru-ito più di trenta mini-stazioni ra-dio e TV; tre piste di atterraggio per piccoli aerei; villaggi, scuole e cappelle (considerate patrimonio dell’umanità). E il tutto viaggian-do a cavallo, in barca o in aereo, di giorno e di notte; e qualche vol-ta sonnecchiando sul cavallo … che già conosceva la strada. Ri-usciva perfino a fermare gli aerei della compagnia nazionale in fase di decollo. Muore nel 1997 a soli 67 anni. Considerato un santo, si autodefiniva “cura rasca” (espres-sione cilena traducibile in “prete da nulla”).

P. Antonio Ronchi in viaggio nella Patagonia cilena

Caleta Tortel (Patagonia cilena) cappella costruita da P. Antonio Ronchi

Isla Toto (Patagonia cilena) inaugurazione di una antenna parabolica

per trasmissioni radio e TV

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113-2013

I VALORI: UNA VITA PER VIVERLI di VITO VIGANÒ, psicologo

UN CAPITALE DA SPENDERE BENEIl capitale più prezioso per ognuno è il tempo del proprio vivere, con tut-to quel che vi si può fare e realizzare. E’ il gentile dono che si ritrova ogni mattino, dopo il riposo notturno. Gratuito, è insieme impegnativo: oc-corre impiegarlo bene, spenderlo in modo giudizioso. Altrimenti si prova il rammarico o il senso di colpa di buttar via la propria esistenza. Non si può permetterselo.E tuttavia non viene da sé vivere in modo soddisfacente. Sembra un compito più semplice per gli anima-li, che sbrigano lo stesso impegno regolati da istinti e dal ripetere abi-tudini apprese. Per l’essere umano si parla a volte di fatica del vivere, di problemi esistenziali, inquietanti fino a sembrare insormontabili, al punto da indurre a gettare la spu-gna. E’ il gesto del suicida che butta come uno straccio inutile la sua esi-stenza.I valori sono il fattore critico del buon vivere. Si fa soddisfacente l’esistenza spesa per quel che vale, perché gra-tificante e dignitoso, utile e costrut-tivo. Non è un compito facile, ma si è fatti per i valori, si è dotati di quel che occorre per riuscirvi.

LA RESPONSABILITÀ DI SCEGLIEREL’impegno del vivere comincia con l’esigenza di fare buone scelte, spen-dersi per valori autentici. Non è ov-vio individuare con sicurezza quel che contribuisce meglio al senso e alla dignità della propria esistenza.Quando si è piccoli il compito è faci-litato. Si occupano i genitori di fare le scelte appropriate ai diversi biso-gni del bambino. Lo lasciano giocare perché ne ha bisogno e gli piace, ma poi gli chiedono di fare i compiti, o di prestarsi a un piccolo servizio, o di mangiare la verdura che fa bene, o di dire la preghiera prima di dormire, anche se già assonnato.Col crescere la responsabilità delle scelte si amplia fino all’autonomia. Esperienza e maturità assicurano il discernimento per far posto nel pro-prio vivere a quel che vale, perché garantisce meglio il proprio sentirsi bene.La molteplicità di quel che si pre-senta come un valore può creare confusioni e incertezze. Sono tanti i predicatori, religiosi o politici, che si propongono come depositari della verità. Dappertutto ci si imbatte in pubblicità che esaltano il valore di un prodotto, di un servizio, di una marca. Si è presi da impegni assunti,

dossier: terza parteI valori sono il fattore critico del buon vivere. Si fa soddisfacente l’esistenza spesa per quel che vale, perché gratificante e dignitoso, utile e costruttivo. Non è un compito facile, ma si è fatti per i valori, si è dotati di quel che occorre per riuscirvi.

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da parole date, da contratti stipu-lati, da investimenti già fatti, che si affollano per spartirsi tempo e risorse vitali comunque limitate.E’ complicato a volte decidere le priorità che convengono. C’è il ri-schio di correre dietro alle cianfru-saglie, di concedere spazio a cose che non ripagano col livello desi-derato di gratificazioni, di subire troppo quel che vale per gli altri e meno per sé.

DEDICARSI CON DISCIPLINANon bastano prudenza e lucidità nel fare le buone scelte. I valori a cui si è deciso di dare importanza e

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Cose importanti come un amore, una vocazione, una fede, un ideale, un ruolo vanno vissute un giorno dietro l’altro fino all’ultimo, anche quando si fanno impegnative.

■ Duro come le montagneL’amico Don Primo Lucchinetti1 dichiara: «Mentre con don Luigi osservavo l’obelisco in Piazza S. Pietro, ci trovammo con il Vesco-vo Mons. Valfré, il quale forse era spiacente che don Luigi si fosse recato a Roma per iniziarvi altre opere, mentre egli voleva che consolidasse quelle di Como.

Il Vescovo osservò a don Luigi che non mettesse troppa legna al fuoco, e gli soggiunge: “Ma già voi siete duro come le vostre montagne di Valchiavenna”».2

■ La caratteristica dei santiDopo la morte della sorella Ca-terina, don Guanella venne esor-

tato ad iniziare il processo per la canonizzazione, ma per diverso tempo egli non prese alcuna ini-ziativa.

In particolare si ricorda questo episodio. Un giorno, a Roma, incontrò di persona padre Clau-dio Benedetti (allora Consultore della Sacra Congregazione dei Riti) e in un contesto di dialogo amichevole, questi non mancò di esortarlo a procedere presto nel preparare gli atti per il processo della sorella.

Neppure l’appiglio alla “testar-daggine” di Caterina a cui don Guanella fece riferimento, disar-mò il Benedetti che anzi ribadì: «è la caratteristica dei santi!»3

«Don Luigi, se non fosse sta-

to un po’ testardo, non avrebbe fatto tutto quello che ha fatto, e non sarebbe da Como arrivato fino a Roma. Orbene, pianti un altro chiodo fisso ed irremovibile nel suo capo e proceda subito a preparare gli atti per il processo di venerazione della Serva di Dio: ma faccia presto ed incominci subito dai processi Diocesani. Si faccia animo e si troverà conten-to».4

1 Don Primo Lucchinetti: Crana di Piuro (Sondrio) 1 gennaio 1864 – Mese (Sondrio) 8 gennaio 1935. Sacerdote della diocesi di Como ha fondato la Congregazione delle Pie Figlie della Sacra Famiglia.2 Don Primo Lucchinetti, Positio super introductione causae, I, Roma 1937, Archivio Guanelliano Como, p. 445.3 Lorenzo Sterlocchi, Vita di Caterina Guanella, p. 1534 Ibidem, p. 154

RICORDINI la determinazione di don Guanella memorie

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Un ideale che non si pratica diventa un idealismo, una velleità, una di quelle “buone intenzioni” di cui, dicono, sia lastricato il pavimento dell’inferno.

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Cose importanti come un amore, una vocazione, una fede, un ideale, un ruolo vanno vissute un giorno dietro l’altro fino all’ultimo, anche quando si fanno impegnative.

RICORDINI la determinazione di don Guanellapriorità vanno vissuti, adottati nel programma di interessi e delle occu-pazioni personali. Cose importanti come un amore, una vocazione, una fede, un ideale, un ruolo vanno vissute un giorno dietro l’altro fino all’ul-timo, anche quando si fanno impegnative. Il non farlo crea vuoti penosi dentro, o sensi fastidiosi di colpa. Un ideale che non si pratica diventa un idealismo, una velleità, una di quelle “buone intenzioni” di cui, dicono, sia lastricato il pavimento dell’inferno.Quel che pesa sovente, e rischia di distogliere, è il prezzo che la pratica richiede, più alto di solito per i valori più raffinati. Ogni gratificazione per dedicarsi a un valore si paga con una porzione minuta o consistente del proprio vivere: tempo, energie, risorse.La disciplina è la qualità che rende capaci degli investimenti più onerosi. Genitori e insegnanti praticano la disciplina coi bambini, perché da adul-ti riescano ad applicarla in modo autonomo. Ci vuole disciplina per non prestarsi a un affare lucroso ma disonesto. Come ce ne vuole molta per riuscire in una professione, per realizzare un exploit sportivo. Una mam-ma diventa un modello di disciplina nel prodigarsi generosa al bene dei suoi figli, come un figlio nell’assistere un anziano genitore ammalato. Non si bada a spese quando la posta in gioco è uno dei valori a cui si tiene di più.

LA DIGNITÀ DELLA COERENZAL’applicarsi fedele a vivere i valori personali, oltre alla soddisfazione dei risultati, assicura un senso gratificante di coerenza. E’ una specie di esi-genza interiore quella di funzionare in linea col personaggio che ci si sente di essere. I valori scelti e adottati costituiscono un pezzo importan-

Una mamma diventa un modello di disciplina nel prodigarsi generosa al bene dei suoi figli, come un figlio nell’assistere un anziano genitore ammalato. Non si bada a spese quando la posta in gioco è uno dei valori a cui si tiene di più.

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te della propria identità. Ci si sente bene nella propria pelle pratican-doli, col senso di dignità di una “a posto”. Si ottiene insieme più facilmente l’apprezzamento di chi si ha attorno. Si è portati a stimare meno chi dimostra di non compor-tarsi secondo i valori che conside-ra prioritari. E’ un’accusa pesante sentirsi dire che non si fa quel che si predica.Coerenza vuol dire continuità, aderenza alle proprie scelte, so-vente con sacrificio e rinunce. Si è bombardati di continuo da stimoli allettanti, da attrazioni seducenti. Diventano “tentazioni” a lasciar perdere i valori, a passar sopra o a calpestare principi di vita, impegni assunti.

FLESSIBILITÀ COME SALUTEDignità del vivere è una continuità fedele ai propri principi di vita, una dedizione appassionata a valori come un amore, una convinzione religiosa o politica, un ideale o un progetto ambizioso. Disciplina e coerenza, sostegno alla dedizione, comportano il rischio della fissità, della testardaggine insulsa, della stagnazione. La vita è continuità nel cambiamento.Cambiano anche i valori?Ognuno ha il diritto di considera-re intoccabili un valore o l’altro. Ed è insieme da mettere in conto la relatività di ogni valore: non può essere valido per tutti e sempre. Gli assolutismi, religiosi, politici, razziali, economici, sono sempre sfociati in sofferenze e tragedie.La terapia moderna propone come essenziale per la salute il concet-to di flessibilità, per risparmiarsi

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É un’accusa pesante sentirsi dire che non si fa quel che si predica.Coerenza vuol dire continuità, aderenza alle proprie scelte, sovente con sacrificio e rinunce.

le rigidità, cause prioritarie della sofferenza umana. Si è rigidi non tenendo conto che le cose sono cambiate, non accettando un fat-to come una morte o una rottura, la crescita dei figli o il tempo che passa, la vecchiaia o una malattia. Fissità è considerare assoluto e unico un certo modo di prendere quel che succede. Una malattia è un guaio ed è anche lo spunto per curarsi un po’ meglio. Un divorzio è una rottura e una liberazione. Un licenziamento è un problema e l’opportunità di un impiego più soddisfacente.Si ha il diritto di essere attaccati ai propri valori, con un occhio critico attento a verificare se meritano ancora di dedicarsi. A volte occor-re il coraggio di lasciare indietro cose ritenute importanti, perché le condizioni sono cambiate o si è scoperto qualcosa di meglio.Una continuità dignitosa e intelli-gente è flessibile, non è un avanza-re stoico coi paraocchi, costi quel che costi. E’ la flessibilità dell’albe-ro che negozia con lo strapotere del vento, piegandosi docile per non spezzarsi. Ed è quella dello scheletro, la struttura ossea che sostiene, rende stabile il corpo, permettendogli insieme la me-ravigliosa agilità dei gesti e delle flessioni, la finezza dei movimenti.

Dignità del vivere è una continuità fedele

ai propri principi di vita, una dedizione

appassionata a valori come un amore, una

convinzione religiosa o politica, un ideale

o un progetto ambizioso.

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OTTOBRE GUANELLIANOFESTA MISSIONARIA GUANELLIANA6 ottobre (domenica)ore 10.00 Concelebrazione Eucaristica

GIORNATA PER I COOPERATORI GUANELLIANI13 ottobre (domenica)ore 11.45 S. Messa solenne

FESTINSIEME: GIOVANI GUANELLIANI86A GIORNATA MONDIALE DELLE MISSIONI20 ottobre (domenica)ore 15.30 S. Messa con i giovani

GIORNATA PER I SERVI DELLA CARITÀ 22 ottobre (martedì)ore 11.0 0 Concelebrazione per gli Anniversari

GIORNATA PER I DISABILI23 ottobre (mercoledì)ore 10.30 Concelebrazione Eucaristica

GIORNATA PER GLI ANZIANI30 ottobre (mercoledì)ore 11.00 Concelebrazione Eucaristica

Como SANTUARIO S. CUORE

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Santuario Sacro Cuore - Opera Don Guanella - Via Tomaso Grossi 18 - 22100 COMO - tel. 031 296 711www.sacrocuorecomo.it - [email protected] AVVISO SACRO

TRIDUO DI PREPARAZIONE21-22-23 ottobreore 18.00 S. Messa con omelia di Don Davide Patuelli

FESTA LITURGICA DI SAN LUIGI GUANELLA24 ottobre (giovedì)ore 07.00 – 8.30 SS. Messeore 20.30 Solenne Concelebrazione Eucaristica

CONVEGNO19 ottobre (sabato)

ore 8.30 - 13.00 Maestri per conoscere

il FONDATORE: don Attilio Beria

e don Piero Pellegrini

ELEVAZIONE SPIRITUALE 25 ottobre (venerdì)

ore 20.30 "Elevazione spirituale a

S. Luigi Guanella" con le corali di Cantù

e il soprano Maria Soldano

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Don Guanella inedito

Savogno (Sondrio)

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«S avogno è villaggio umilissimo, che si aggrappa agli scogli del monte, entro una valle ripi-

da che guida al vertice del monte Stel-la»1. Così don Luigi Guanella descrive il piccolo paese di Savogno, che si affac-cia su un terrazzo orografico a 932 metri di quota all’imbocco della valle dell’Ac-qua Fraggia. Il 20 giugno 1867, festa del Corpus Domini, don Guanella, ordinato sacerdote da appena un anno, vi face-va il suo ingresso ufficiale come econo-mo spirituale, pieno di entusiasmo e di zelo. Cominciava così per lui un’espe-rienza che gli sarà fondamentale nel-la sua vita di futuro fondatore, e nella

di Silvia FasanaSAVOGNOUn umilissimo villaggio all'imbocco della valle dell'Acqua Fraggia (Sondrio) per 8 anni campo dell'azione pastorale del giovane prete Luigi Guanella

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quale già emergono i trat-ti caratteristici del suo in-dirizzo carismatico. «Era rimasta vacante la parroc-chia di Savogno e un gior-no certo Pasquale Succetti viene a dire: “So che lei è destinato per Savogno: mi è nato ieri un figlio e se ve-nisse a battezzarlo domani avrei caro”. Risposi: “Ser-vo fedele, benché io nul-la ne sappia”, e allo indo-mani mi trovai alla nuova sede»2. Savogno contava allora 387 abitanti, che vi-

vevano principalmente di agricoltura, di sfruttamen-to dei boschi e di allevamento. Questo era il campo di azione del giovane sacerdote. A Savogno don Guanel-la si rimboccò letteralmente le maniche e avviò un’at-tività pastorale molto intensa, in cui si intrecciavano le iniziative di evangelizzazione con quelle di promozio-ne umana e sociale, in un momento storico particolar-mente difficile, caratterizzato da rapidi mutamenti po-litici, sociali, economici e culturali. Una prefigurazione di quello che sarà uno dei cardini del suo carisma: dare «Pane e Signore», lavorando per la promozione integra-le della persona nella sua inscindibile unità tra le diver-se dimensioni: fisica, psicologica, socio-culturale, mora-le, spirituale e religiosa.

Don Pietro Buzzetti ricordava alcuni momenti della vita quotidiana dello zio don Luigi a Savogno: «Più volte sog-giornai per settimane e per mesi nella parrocchiale di Savogno, in fanciulla età. E ricordo benissimo. […] rin-casato dopo le prolisse occupazioni chiesastiche matti-nali, sorseggiato il caffè, [don Luigi] apriva una o due porte fronteggiantisi, si creava così un deambulatorio, ne rimisurava il percorso a passi accelerati, il Diurno sotto l’ascella, recitando le Ore: poi una capatina al pollaio, ai conigli, all’apiario, all’orto curatissimo e ri-munerativo, lieto di viali a bordi policromi per svaria-ta abbondante flora che man mano passava ad ornare e profumare le cappelle della Chiesa, impreziosito da svariata famiglia di piante fruttifere e da ombrosi chio-schi: indi al tavolo di studio: poscia la refezione meri-diana affrettata: cogliendo il pretesto d’una passeggia-ta, si soffermava a confabulare con un uomo, a salutare una vecchia, a visitare un ammalato, a confortare i mi-serelli, finché raggiunta una delle […] Cappelle, detta breve preghiera, pausato un pochino per riposo, si rifa-cevano i passi: si ritornava alla penna ed ai libri, alla preghiera e alla Chiesa»3.

La sua casa era aperta a tutti, la sua accoglienza calda, la sua carità sempre pronta e generosa. Continua a pro-posito don Buzzetti: «qualunque poverello alla porta di zio Don Luigi otteneva una moneta od un pezzo di pane: avanti il desinare frequentemente ero incaricato reca-re un pentolino di brodo con fettuccia di carne, od una minestra, a qualche bisognoso o ammalato; egli sapeva che un grammo di bontà vale più di un quintale di scien-za, sapeva che la bontà è un utensile di prima necessità sì da averlo alle mani ogni ora ed ogni momento: sape-va che il mondo può camminare benissimo senza dottri-na, non senza uomini buoni: infatti tutti ti ameranno se tu ami tutti. […] spesso la casa risuonava di gaie voci di sopraggiunti parenti od amici o lavoranti»4.

Si dava da fare per tutti, con particolare attenzione ai disabili. «Nelle parrocchie del mandamento, se ancora era uomo o donna scarsi di mente o come che sia biso-gnosi di ricovero, il curato di Savogno si prestava a tut-

Savogno campanile della chiesa parrocchiale con annessa canonica. Sul piazzale un busto di don Guanella

Valchiavenna panorama ammirato dalla casa parrocchiale di Savo-gno

Una via di Savogno il paese è raggiungibile solo a piedi con una passeggiata di 2.886 gradini

Cascate dell'Acqua Fraggia

Savogno: piazzale antistante la chiesa par-rocchiale e la canonica, un balcone naturale sulla Valchiavenna

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Don Guanella inedito

Savogno (Sondrio)

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ti e provvedeva per l’accompagnamento, onde due o tre volte in ogni anno accompagnava suoi poveri al Cotto-lengo»5. La sua vicinanza al popolo gli imponeva di impegnarsi in prima persona anche nei lavori manuali più umili, ma che potessero giovare in qualche modo al bene comune: egli «cominciò a fare da manuale [manovale], da imbiancato-re e un po’ anche da muratore e ridusse come meglio sep-pe la casa parrocchiale, e si diceva: “Che farà l’operosità di questo curato?”. Diede mano ad ingrandire la chiesa, ad innalzare muraglioni da torre per sostenere il piazza-le [nel 1867-1868]. […] Diede pur mano a nuova costru-zione del cimitero e ne assunse l’appalto [nel 1873]. […] Con questo sistema corri corri [don Guanella] ordinò lo-cali per la scuola [nel 1874], tettoie per il lavatoio, cap-pelle varie per le processioni di Rogazioni e giunse sino alla sommità del valico ai Grigioni per assodarvi una cap-pella di voto e di riparo»6.

Per don Guanella l’educazione era mezzo di promozione personale e sociale. Per alcuni anni (1867-1873) fu mae-stro nelle classi elementari; lo aiutava la sorella Cateri-na, che lo aveva accompagnato in questa fase del mini-stero pastorale. Sia don Guanella che la sorella avevano anche avuto l’incarico dal Comune per la scuola serale agli adulti, uomini e donne7. In quest’ottica di educazio-ne e di formazione non solo delle menti, ma anche delle coscienze, «diede alla stampa nel 1872 il libretto Saggio di ammonimenti famigliari per tutti ma più particolar-mente per il popolo di campagna, che per venti anni gli procacciò avversità continuate nell’ordine civile ed ec-clesiastico. Gli pareva impossibile al don Guanella di ta-cere la verità e non la tacque mai né in chiesa né fuo-ri, e di qui le malevolenze, le minacce e le sorveglianze politiche. Gli amici gli scrivevano: “Fatti uccello di bo-sco nella vicina Svizzera”, ma egli continuò imperterri-to l’ufficio e l’indirizzo suo e ne scampò sempre. Le vie oblique e le timidità non le conobbe mai»8. Questa prima opera di Guanella, scritta in seguito ai drammatici eventi del 1870 (Concilio Vaticano I, dogma dell’infallibilità pon-tificia, Breccia di Porta Pia e presa di Roma), era caratte-rizzata infatti da toni di intensa polemica verso la menta-lità liberale e le classi dominanti, accusate di perseguire il disegno di allontanare il popolo dalla fede. Ma, insieme all’ardore giovanile del sacerdote, si manifesta chiara-mente anche la sua profonda affezione per la gente sem-plice, il concreto impegno nell’aiutarla a difendersi dalla penetrazione di idee e costumi contrari alla pratica e alla tradizione cattolica. Il Saggio non passò inosservato e fu più volte pretesto di persecuzione contro don Guanella, accusato di essere una “testa calda”, un sovversivo, una persona pericolosa.Avendo di mira la salus animarum dei fedeli, si premu-rava dunque soprattutto di dare loro una solida forma-zione spirituale e morale. «Tolse a favorire la pietà ed i santi Sacramenti, e si diceva: “Circondate di mura Savo-gno e ne avrete un convento”. Il popolo non si stancava

panoramica di Savogno

interno della canonica ristrutturata nel 2012

altare maggiore della chiesa parrocchiale

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Il cimitero di Savogno

A don Guanella si deve anche la realizzazione del piccolo cimitero di Savogno, nel 1873:«Diede pur mano a nuova costruzione del cimi-tero e ne assunse l’appalto. Voleva poi far pre-sto. Tolse poi gli uomini fedeli e condottili sopra un certo luogo disse: “Muovete questi pochi ma-cigni e ne scenderà in basso quantità di sassi suf-ficienti per il cimitero”. […] Venne il 20 gennaio e don Guanella predicava San Sebastiano in par-rocchia di Villa [Villa di Chiavenna] e cominciò a nevicare; tosto si affrettò a Savogno e dato mano alla campana tirò giù, e fino a mezza notte si lavo-rò per disporre la via a condurre i sassi per il nuo-vo cimitero. I parrocchiani rimasero trasognati ma poi furono contenti di un cimitero vasto, ornato di passaggi per farvi la Via Crucis e di strade esterio-ri con boschetti per eseguirvi le sacre processio-ni. L’ingegnere progettante conchiuse: “Il signor curato volle far tutto di suo capriccio mutando luogo e disegno”, ma del manufatto nessuno fu sorpreso e ognuno solamente soddisfatto».15

San Luigi Guanella anche... ingegnere

1 L. Guanella, Cenni intorno alla vita di Anna Suc-cetti della Congregazione di Maria Ausiliatrice, (1884), in Scritti storici e agiografici, II/2, Scritti agiografici, Centro Studi Guanelliani Roma, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1997, 279-280.

2 L. Guanella, Le vie della Provvidenza. Autobio-grafia di un santo (in seguito indicato come VdP), (1913-1914), Edizioni San Paolo, Cinisello Balsa-mo 2011, Articolo IX, 56.

3 P. Buzzetti, Le Chiese nel territorio della Antica Comunità di Piuro, Lito-Tipografia A. Volta, Como 1921, 130, 131.

4 P. Buzzetti, Le Chiese nel territorio della Antica Co-munità di Piuro, o. c., 130.

5 L. Guanella, VdP, o. c., 59.

6 L. Guanella, VdP, o. c., 57-58.

7 A. Tamborini, Don Luigi Guanella, Casa Divina Provvidenza, Como 1943, 72.

8 L. Guanella, VdP, o. c., 58.

9 L. Guanella, VdP, o. c., 58.

10 L. Guanella, VdP, o. c., 58.

11 L. Guanella, VdP, o. c., 58.

12 L. Guanella, VdP, o. c., 61.

13 L. Guanella, VdP, o. c., 61.

14 G. Tam, Appunti di reminiscenze circa D. Luigi Guanella, manoscritto, ASG Como.

15 L. Guanella, VdP, o. c., 57.

alla chiesa, alle funzioni, ai discorsi ed alle meditazioni di due volte nei giorni feriali, di più volte nei giorni fe-stivi»9

Era anche attento e sollecito alle vocazioni religiose. «Buon numero di giovani fanciulle furono allogate con tanto loro profitto spirituale nelle congregazioni di don Bosco e del Cottolengo ed alcuni giovinetti avviati per gli studi, benché per salute non vi riuscissero. Accompa-gnava fin sette in un viaggio le postulanti di più paesi al Cottolengo. Alcuni ne mormoravano, ma il don Guanella tirava dritto»10. Tra le giovani di Savogno che entrarono nella Congregazione femminile salesiana ricordiamo Anna Succetti (1845-1877), di cui nel 1884 scrisse una biogra-fia dal titolo Cenni intorno alla vita di Anna Succetti del-la Congregazione di Maria Ausiliatrice.«Questo nello spazio di sette anni, ricco il don Guanella della povertà massima dei suoi parrocchiani, ma indomi-to nei suoi progetti e confidente nell’aiuto della divina Provvidenza che vedeva favorirlo. Non conosceva diffi-coltà»11.Ma il suo entusiasmo lo portava verso mete più grandi dei confini della piccola frazione di Savogno. Per questo si recò a Torino, tra i Salesiani di don Bosco, dove si impe-gnò a fermarsi tre anni. E così don Guanella il 15 genna-io 1875 lasciava i suoi fedeli «insalutato ospite per non dar noia a sé e agli altri»12, spiegando ai suoi parrocchia-ni: «“Che volete? Quando anni fa il bruco rodeva i casta-gni, abbiamo fatto voto ed eretto la bella figura del Sa-cro Cuore alla Stufa dell’Andrea e il bruco immantinente si arrestò. Io potrei divenire come quel bruco dimoran-do più a lungo ed or facciamo voto al Sacro Cuore che tutti ci benedica. Sento in me che la divina Provvidenza mi chiama a Torino e sarà quel che Dio vuole. Io spero in bene. Addio tutti!”»13.Farà ritorno a Savogno per una visita, l’ultima, nell’esta-te del 1910. Ricorda don Giovanni Tam: «Arrivati a Savo-gno [don Luigi] andò subito a trovare i più vecchi e gli ammalati, poi fece meco alcuni giri attorno alle fosse del cimitero recitando il Miserere e il De Profundis, poi fece suonare il Rosario che recitò egli stesso, e rivolto poi al popolo rievocò i suoi tempi passati con loro, e parlò spe-cialmente della sua sorella Caterina»14.

Questa e le altre lastre sul muro del cimitero sono state restaurate dall'artista Walter Bel-lomi e inaugurate il 18 agosto 2013 dal Supe-riore generale dei Servi della Carità, don Alfon-so Crippa. L'opera è stata finan-ziata dal Consiglio ge-nerale dei Servi della Carità, dalla Provincia Sacro Cuore e dal-la Casa "Madonna del Lavoro" di Nuova Olo-nio.

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Notizie di Casa

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www.guanellacomo.it

MissionGuanella in festa

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Un evento non lo si racconta in poche parole, tanto meno

può essere condensato in un unico gesto ciò che è stato necessario dispiegare in “una tre giorni”. All’e-vento celebrato nella Casa Divina Provvidenza, come d’obbligo, hanno parteci-pato autorità locali, enti, cooperative, artisti, sporti-vi, band giovanili… ma i fe-steggiati sono stati i nostri ospiti, anziani e minori del-la Casa con i loro operato-ri, i volontari, i benefatto-ri e gli amici (tra cui anche voi che ci leggete, anche se lontani). Abbiamo fe-steggiato anche un com-pleanno: quello dell’ASCI Don Guanella Onlus che ha

compiuto venti anni di vita e che è stata l’amalgama del-la festa. A gridare la nostra gioia e riconoscenza al Signore ci ha pensato un Coro formidabile per numero e bravura, il Coro GAP (Gospel Always Positive).Non ci soffermiamo su tutto ciò che è di contorno alla fe-sta, come l’abbellimento degli ambienti deputati al ritro-vo, le fasi macchinose per accordi e preparazione, i pran-zi, i rinfreschi, la musica dal vivo, il pernottamento dei più lontani, il coinvolgimento dei volontari e degli opera-tori presenti per tutta la durata dell’evento; ma raggrup-piamo sotto alcune voci i momenti salienti, allo scopo di far rivivere anche ad altri, suffragati da foto, l’entusia-smo che si respirava.

A.S.C.I. Don Guanella Onlus (Associazione per la Solidarietà e la Cooperazione Internazionale)Celebrare il 20° vuol dire rimarcare e certificare venti anni di sostegno a luoghi di Missione, dove la vita è “un problema” — mancando la cultura dell’indifeso, della persona fragile — e continua è la lotta alla sopravvivenza.L’ASCI è vicina a tutte le nostre opere di Missione in ter-

La Casa Divina Provvidenza

ha inziato il nuovo anno sociale con una grande festa

durante la quale ha aperto le porte alla

città di Como per far conoscere

la ricchezza delle sue attività con la varietà

delle iniziative.

di Gabriele Mortin FESTA, PERCHÉ ?

6-7-8 settembre 2013

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1. Don Gabriele Mortin ideatore e animatore della festa, prossimo alla parten-za per un nuovo servizio di carità nell'Opera guanelliana di Orán (Nord Argentina)2. Dirigenti e giocatori del Calcio Como3. Il gruppo musicale Kimberly Sky & Team4. Un ospite della RSA inaugura il nuovo campo di bocce5. Visitatori al Mercatino delle Pulci "Arca di Noè"6. l maestro Carlo Rinaldi organizzatore del primo workshop di canto gospel7. Il Coro GAP Gospel diretto dal m.° Rinaldi nel concerto in Santuario S. Cuore8. Kimberly Sky la cantante statunitense dalla voce meravigliosa, in concerto nella chiesa S. Giacomo di Como

La Divina Provvidenza n.3/2013 ● 21

ra africana e non, e questo lo sta facendo da 20 anni, con le risorse che riesce recu-perare. Oltre a farsi tramite ai donatori, verifica in loco l’effettivo utilizzo delle ri-sorse, legate sempre ad un progetto spe-cifico o ad “adozioni a distanza”.

INAUGURAZIONISeguiamo l’ordine dei tagli di nastro. Mercatino delle pulci, detto Arca di Noè. Qualcuno lo chiama “mercatone” perché c’è di tutto e di più. Privarsi di cose super-flue, contrastare la povertà del momento, aiutare in forma indiretta l’economia del-la nostra Casa: sono alcuni obiettivi che mensilmente i Cooperatori Guanelliani di Como portano avanti con passione.Campo di bocce e campo polivalente. E’ un regalo atteso, sognato dai nostri anzia-ni e ragazzi. Sarà certamente motivo di crescita educativa.Casa del Pellegrino. 54 posti per gruppi che in Como vedono una meta per un tu-rismo di fede, di cultura, e di arte. So-prattutto poi per chi, a partire dal nostro Santuario e dall’abitazione del Santo Gua-nella, vuole conoscere, condotti per mano da lui e rifacendo i suoi passi di vita, il se-greto della sua santità.

Anche questa scelta è all’insegna della semplicità e del risparmio.

APOTEOSICome in un’Opera si può distinguere l’ou-verture, il tema, la danza, il coro, il fina-le… così è per la tre giorni, la Guanella Festa 2013. Il Circolo fotografico di Como ha coinvolto gli anziani con poesie sulla loro vita, tradotte poi in foto, il maestro Alberto Bogani ha esposto opere pittori-che del tutto originali, la Casa ha dato il via a nuove attività con nuove inaugura-zioni, l’ASCI con il convegno sulla solida-rietà internazionale e la mostra ha reso conto del suo operare, il Coro GAP (Gospel Always Positive), assieme a Kimberly Sky & Team provenienti nientemeno che da-gli Stati Uniti, ha portato avanti un wor-kshop che ha avuto il suo momento esplo-sivo e riassuntivo nella celebrazione della Eucarestia presieduta dal Superiore Gene-rale, don Alfonso Crippa. Il canto è stato come il filo che mette in evidenza le perle preziose, dando ad esse timbro, colore, importanza, gioia… e unendosi al coro degli Angeli e dei Santi in Cielo, lode e rendimento di grazie a Dio.●

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grazie DON GUANELL A

gesti di bontàGRAZIE RICEVUTECaliari Maria di Varese € 50.00; Luddeni Antonio di Roma € 20.00; Giorgi Mauri-zio di Ostia € 150.00 per grazia ricevuta dalla moglie Liana.

ATTI DI BONTA’Conca Gennaro di Cosio Valtellino € 150.00 per i suoi defunti; Barra Vittorio di Milano € 150.00 per il progetto 6; Orsenigo Daniele di Como € 200.00; Colom-bo Giancarlo di Seregno € 250.00 a sostegno delle nostre opere; Lazzati Luigi di Monza € 193 per il progetto 14; Panzeri Gaetano di Oggiono € 150.00 per messe di suffragio; Rocchinotti Giuseppe di Milano € 250.00 per Carità; Arcioni Alessandro di Mandello del Lario € 250.00; Seveso Antonio di Como € 500.00; Auguadro Manuela di Cantù € 200.00; Casati Carlo e Carla di Mariano Comen-se, € 200.00; Spada Angelo di Pregnana Milanese € 1000.00; Rivolta Silvana di Como, € 200.00; Corrocher Paolo di Lissone € 140.00; Cairoli Marco di Villaguar-dia € 400.00; Caspani Romilda di Como € 1930.00 per progetto letto ospedaliero; Marinoni Pietro di Milano € 200.00; Ghezzi Fulvio di Curno € 200.00; Gusmeroli Beniamino di Nibionno € 200.00 per progetto letto ospedaliero; Ghielmetti Livio e Annamaria di Bellinzona € 324.29; Guffanti Laura di Olgiate Comasco € 220.00; Coronelli Rosanna di Erba € 200.00 per i ragazzi; Ambrosoni Luigi di Gessate € 500.00 per preghiere per la famiglia; Pellegrini Cavadini Luigia di Cernobbio € 1930.00 per progetto letto ospedaliero; Montefiori Roberto di Milano € 200.00 per progetto senza fissa dimora; Abbondio Taiana di Gironico € 200.00; Maria Teresa Balatti di Como € 2.000,00 per opere di bene.

PIU’ GIORNATE DI PANEGadda Flora di Fagnano Olona, 2gg; Roscio Maria Antonietta di Como, 2gg; Casa S.Maria di Lora, 2gg; Nardinocchi Giovanna di Zogno, 3gg; Frigerio Luciano di Bulgaro Grasso, 2gg; Ghezzi Carlo di Lesmo, 2gg; Carazzina Alessandra di Milano 2gg; Colli Mario di Grandate, 2gg; Albonico Mariella di Como, 4gg; Cozzi Enrica di Busto Arsizio, 2gg.

UNA GIORNATA DI PANEColzani Luigi, Paina; Della Camera Cosimo, Benevento; Suriano Paolo Maria, Como; Marzorati Alessandro, Como; Ostinelli Carlo, Como; Tenti Luigi, Varese;

le pagine degli Amici

Civetta Luigia, Musso; Gariboldi Luigi, Seveso; Bianchi Attilia, Domaso; Rosini Ferruccio, Mercallo; Bradanini Rosalbam Valdidentro; Natale Lia, Sondrio; Fametti Nella, Casteggio; Lietti Colombo, Bregnano; Brusco Valentino, Trecenta; Cribellati Rita, Cassina De Pecchi; Pessina Camillo, Caronno Pertusella; Censi Andrea, Bizzarone; Ronco Antonia, Lomazzo; Pavesi Iside e Adriana, Capralba; Ranaldo Maria Grazia, Albenga; Proserpio Patrizia, Cara-te Brianza; Corengia Giuliano, Casnate con Bernate; Sante Casagrande, Cartura; Baroffio Dino, Turate; Natalina Riva, Inzago; Cavenaghi Enrica, Bulciago; Piscia Serafino, Cadrez-zate; Natale Lia, Sondrio.

* * *

BENEFATTORI DEFUNTICastelnovo Piero, Cesate; Gobbi Giovanna, Dongo; Balma Enrico, Torino; Bernasconi Ida, Olgiate Comasco.

CONFRATELLI DEFUNTIDon Luigi Romanò.

FAMILIARI DEFUNTI DI CONFRATELLIGiuseppe Pastorello.

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BORSE DI STUDIO

Borsa di studio “DON LUIGI ROCCA”Mapelli Giovanna di Cernusco Lombardone(LC) ha offerto € 200,00

Borsa di studio “FR. CARLO ELLI II”Zanettini Sergio di Anzola d’Ossola (VB) ha offerto € 10,00

Borsa di studio “DON MARIO BRUSA”

Borsa di studio “DON LUIGI MARNATI”

Borsa di studio “DON ROBERTO ISELLA”

Nuova Borsa di studio “ DOZIO MARIA BAMBINA”

22 ● La Divina Provvidenza n.2/2013

FINALMENTE L' ALBO D'ORO !DONAZIONI PER LE CANNE DEL NUOVO ORGANO

LE CANNE INTERNE hanno ricevuto il nome diMario Introzzi (offerta da Milvia) - Famiglia Borghi (offerta da Fam. Borghi) 2 canne d’orga-no - Bencini don Anselmo e Teresina (offerta da Bencini Luigi) - Guffanti Alberto (offerta da Guffanti Laura)

Per un totale di €. 1.000,00 per 5 canne interne. Ci sono ancora 1.375 canne senza nome!

I nomi dati alle canne e quelli degli offerenti sono stati scritti nell'Albo d'Oro. E ne arriveranno ancora.

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grazie DON GUANELL A

COME SI PUÒ AIUTARE LA CASA DIVINA PROVVIDENZA - OPERA DON GUANELLA

innanzitutto sostenendo spiritualmente con la vostra preziosa preghiera tutti i suoi operatori; inoltre, potendolo, impegnando parte del vostro tempo a vivere momenti di fraternità e di ami-cizia con i nostri anziani e sofferenti; offrendo per SS.Messe: € 13,00 (giorno libero); € 15,00 (giorno fisso); € 450,00 (gregoriana) in più, contribuendo economicamente alla realizzazione di concreti progetti di bene, con l’offri-re, ad esempio: € 50,00 per una giornata di pane; € 200,00 per collaborare a una borsa di studio per un ragazzo bisognoso; sovvenzionare altri progetti che vengono indicati in questa rivista; e in mille altri modi che il vostro buon cuore vi suggerirà.

IMPORTANTE: L’ISTITUTO È ENTE GIURIDICO può quindi ricevere Donazioni e Lasciti testamentari (RR.DD. 2.7.1931 e 11.1.1932)

Per evitare possibili contestazioni si consiglia: per DONAZIONI di denaro o di beni mobili e immobili, rivolgersi direttamente alla Direzione Casa Divina Provvidenza, Via Tommaso Grossi 18 - 22100 Como - telefono 031.296.711 - fax 031.296.898 - email: [email protected] per TESTAMENTI: se trattasi di Legati si può usare la seguente formula (per la validità scrivere a mano con penna): “Io… lascio alla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Cari-tà, Opera don Guanella, per la Casa Divina Provvidenza in Como, a titolo di legato, la somma di euro ……………… o l’immobile sito in …………… (oppure) gli immobili siti in ……………” (luogo, data e firma leggibile per esteso). Se si vuol nominare la Casa Erede Universale, scrivere: “Io ………… annullando ogni mia precedente disposizione, nomino mio erede universale la Provin-cia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don Guanella, per la Casa Divina Provvidenza di Como” (luogo, data e firma leggibile per esteso).

N.B. Consigliamo di depositare il testamento, scritto di propria mano, presso un notaio di fiducia.

I TITOLARI DI REDDITO D’IMPRESA, siano persone fisiche o persone giuridiche, possono dedurre dalla base imponibile rispettivamente dell’IRPEF o dell’IRPEG le offerte fatte a favore dell’Opera don Guanella fino al 2% (due per cento) del loro reddito (art. 65 comma 2 del DPR 22/12/1986, n.917) di cui si consegnerà regolare dichiarazione. OFFERTE: c/c postale IBAN IT87 T0760 11090 00000 0041 3229; inoltre bonifici bancari a queste coor-

dinate: c/c Banca Popolare di Sondrio, ag. Como IV Ponte, IBAN IT23 V0569 61090 00000 09018X27 intestato a Casa Divina Provvidenza; anche online sul sito www.guanellacomo.it

ORARI DELLE S. MESSE

(settembre-maggio)

Feriale: » 07.00 » 08.30 » 18.00

Festivo: » 20.30 (vigilia) » 07.00

» 10.00 » 11.45 » 20.30

le pagine degli Amici

«Conviene sempre fare un po’ di carità: un povero soccorre l’altro e Dio benedice» San Luigi Guanella

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Tutti abbiamo visto come, nelle Giornate Mondiali della Gioventù, i giovani mostrino la gioia della fede, l ’impegno di vivere una fede sempre più salda e generosa.I giovani hanno il desiderio di una vita grande. L’incontro con Cristo, il lasciarsi afferrare e guidare dal suo amore allarga l ’orizzonte dell ’esistenza, le dona una speranza solida che non delude.La fede non è un rifugio per gente senza coraggio, ma la dilatazione della vita. Essa fa scoprire una grande chiamata, la vocazione all ’amore, e assicura che quest’amore è affidabile, che vale la pena di consegnarsi ad esso, perché il suo fondamento si trova nella fedeltà di Dio, più forte di ogni nostra fragilità. (Papa Francesco, Lumen Fidei 53)

Da' un nome a una CANNA D’ ORGANO

LE CANNE DI PROSPETTOsono 54 in lega di stagno/zinco:

la più corta misura mt.1,60 mentre la più lunga raggiunge i mt.4,70.

LE CANNE INTERNE sono 1.576 in lega di sta-

gno/piombo con percentuali variabili a seconda del registro. Le canne interne più grandi sono in legno (abete della Val di Fiemme).La più corta misura 16 cm. mentre la più lunga, in legno, raggiunge mt. 5,20.

COMPOSIZIONE DELLO STRUMENTO

Prima tastiera (61 note: Do-do) Grande Organo 8 registri con 778 canneSeconda tastiera: Organo espressivo 10 registri con 720 cannePedaliera (32 note: Do-sol) 6 registri con 132 canne

LE CANNE DELL'ORGANO (numero totale 1.630)

Il costo delle canne varia a seconda della grandezza e della posizione.

✍ Il nome sarà conservato in un "Albo d'Oro" A PERPETUA MEMORIA13

n.Progetto

200,00COSTO MEDIO € 500,00COSTO MEDIO €www.sacrocuorecomo.it/pdf/documenti/organo_depliant_br.pdf

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La gioia della FedeGIOVANI