La Divina Provvidenza 3/2012

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« Il cuore del giusto è tempio vivente di Dio. » san Luigi Guanella 2012 3 RICORRENZE San Luigi Guanella pellegrino in Terra Santa (1902) FILO ROSSO Quando integrare è difficile: gli strappi della vita RSA DON GUANELLA I nonni della nostra Casa di Riposo la divina Provvidenza Provvidenza una voce della carità Rivista fondata da San Luigi Guanella nel 1892 - Anno CXX- numero 3 - III Trimestre 2012 spedizione in abbonamento postale - iscrizione ROC n. 1219 del 12.12.1989

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Pubblicazione della Casa Divina Provvidenza Opera Don Guanella di Como

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« Il cuore del giusto è tempio vivente di Dio. » san Luigi Guanella

20123

RICORRENZE

San Luigi Guanella pellegrino in Terra Santa (1902)

Filo Rosso

Quando integrare è difficile: gli strappi della vita

RSA DON GUANELLA

I nonni della nostra Casa di Riposo

la divinaProvvidenzaProvvidenzauna voce della carità

Rivista fondata da San Luigi Guanella nel 1892 - Anno CXX- numero 3 - III Trimestre 2012

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periodico trimestrale fondato da san luigi guanellan. 3 - iii trimestre 2012

LA DIVINA PROVVIDENZA periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità Opera Don Guanella

DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE Casa Divina Provvidenza via Tomaso Grossi 18 - 22100 Como tel. 031 296 711 - fax 031 296 898 sito web: http://www.guanellacomo.it e-mail: [email protected]

Direttore responsabile Mario Carrera

Direttore di redazione Angelo Gottardi

Progetto grafico e impaginazione Gianmario Colciago

Collaboratori di questo numero Gabriele Cantaluppi, Silvia Fasana, Angelo Gottardi, Enrico Sala, Franca Vendramin, Pino Venerito, Vito Viganò

Fotografie Archivio Fotografico Guanelliano, Alberto Bellomo, Angelo Gottardi, Flavio Vendramin e Operatori

Stampa Arti Grafiche Frattini viale Industria 9/11 - 20010 Bernate Ticino (Milano) tel. e fax (+39) 02 97256041 - 02 9754454

Autorizzazione Tribunale di Como decreto 27.06.1978 n. 3/48

Pubblicazione periodica Poste Italiane SpA, spedizione in abb. post. Iscrizione ROC n. 1219 del 12.12.1989

CON APPROVAZIONE ECCLESIASTICA

INFORMAZIONICentralino: 031 296 711; Direzione Casa Divina Provvidenza: [email protected] - [email protected]; sito: www.guanellacomo.it; Santuario del Sacro Cuore: [email protected]; sito: www.sacrocuorecomo.it; Museo guanellia-no: 031.296.894 (don Adriano Folonaro); Servizio Civile Volontario: 031.296.783 (sig.ra Elisabetta Caronni); Volontari per RSA: 031.296.774 (sig. Carlo Guffanti); Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile: 031.296.783 (don Roberto Rossi, sig.ra Elisabetta Ca-ronni); Comunità di Accoglienza Vocazionale: 031.296.795 (don Roberto Rossi); Centro Missionario Guanelliano: 031.296.811 (sig. Silvio Verga); ExAllievi: 031.296.709 solo il mercoledì dalle ore 21.00 (sig. Walter Arnaboldi).

3 EDITORIALE Il regalo di Angelo Gottardi

4 RIcORREnzE sTORIchE 4 Un desiderio segreto di Franca Vendramin 7 Nazareth oggi

8 PELLEgRInAggIO uRnA 8 Lo rifarei di nuovo di Enrico Sala

10 FILO ROssO 10 Quando integrare è difficile di Vito Viganò 10 Gli strappi della vita: viverli bene, anzi approfittarne di Vito Viganò 13 Il distacco di Pino Venerito

16 RIcORREnzE sTORIchE 16 In cerca di... di Gabriele Cantaluppi

19 nOTIzIE DI cAsA 19 I nonni della RSA "Don Guanella" di Silvia Fasana

22 LE PAgInE DEgLI AMIcI 22 Grazie, don Guanella! 22 Come si può aiutare la Casa Divina Provvidenza - Opera Don Guanella

Sommariofoto di copertina Colori d'autunno a Savogno (Sondrio) uno dei luoghi dell'apostolato sacerdotale di san Luigi Guanella

(foto Flavio Vendramin)

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ogni atto d’amore e di beneficenza vuole una rinuncia, uno strappo …

il regaloc ari Amici e Benefattori.

C’era una volta, in un paese di questo mondo, due sposi il cui amore non aveva smesso di crescere dal giorno del loro matrimonio.

Erano molto poveri, ma ciascuno sapeva che l’altro portava nel cuore un desiderio inappagato: lui possedeva un orologio da tasca d’oro, ereditato dal padre, e sognava di comprare una catena dello stesso metallo prezioso; lei sognava un pettine di madreperla da poter infilare tra i capelli come un diadema. Passarono gli anni e continuava il loro sogno. Il giorno del decimo anniversario del loro matrimonio, il marito vide la mo-glie venirgli incontro sorridente, ma con la testa quasi rasata, senza i suoi lunghi e bellissimi capelli. “Che cosa hai fatto, cara?”, chiese pieno di stupore. La donna aprì le sue mani nella quali brillava la catena d’oro per il suo orologio: “Li ho venduti per comprare la catena d’oro per il tuo orologio”. “Ah, tesoro, che hai fatto?”, disse l’uomo, aprendo le mani in cui splendeva un prezioso pettine di madreperla: “Io ho venduto l’orologio per comprarti il pettine!”. E si abbracciarono, senza più niente, poveri di tutto ma ricchi soltanto l’uno dell’altro.

Una fiction? Un reality? Una cosa d’altri tempi? Di un altro pianeta (anche per il particolare dei capelli)? No: semplicemente un racconto magnifico, anche commovente, soprattutto edificante; una parabola con i suoi para-dossi.Eppure abbiamo bisogno di sentire che in questo mondo egoista e interes-sato, ci possano essere due che sanno rinunciare a qualcosa di caro per fare felice qualcun altro.Tu, caro lettore e benefattore, non hai mai provato questa gioia? Credo di sì, perché continui a sostenerci anche in questi tempi difficili; e perché sai bene che ogni atto d’amore e di beneficenza vuole una rinuncia, uno strappo … Siamo nel mese guanelliano. Guardiamo a san Luigi: al duro pellegrinaggio in Terra Santa (1902), al lungo viaggio in America (1912) – avvenimenti che ricordiamo in queste pagine – o ai soccorsi prestati ai terremotati della Marsica qualche mese prima della morte (1915). Il nostro santo aveva rinun-ciato a tante comodità pur di far dono del suo cuore.E il pellegrinaggio dell’urna oggi? Mi azzardo a dire che ancora una volta san Luigi Guanella ha rinunciato al suo “riposo” eterno o alla “visione” beatifica (so che sto esagerando), per “camminare” di nuovo per le strade del mondo e “vedere” i luoghi delle sue iniziative di carità, la sua gente, per dare ancora una volta tutto se stesso, la sua intercessione, la sua presenza, la sua santità. Il suo corpo incorrotto è sempre “offerto in sacrificio per molti”.Come sarebbe bello che la sorpresa di uno scambio reciproco di doni si rea-lizzasse in tutte le coppie, tra amici, tra compagni di scuola, tra anziani di una casa di riposo. “Ti faccio felice e ti abbraccio per sempre”.

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AngELO gOTTARDIdirettore

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Ricorrenze storiche

La Divina Provvidenza4 ● 3-2012

Così don Guanella annuncia nel Bol-lettino “La Divina Provvidenza” il suo pellegrinaggio in Terra Santa: “Il

Direttore delle opere della Divina Provvi-denza, profondamente grato a quanti gli hanno dato e gli danno mano nel suo dif-ficile mandato di spendere la vita pur di procurare in cento modi il sollievo dell’u-manità sofferente, intraprende oggi il pellegrinaggio di Terra Santa per implo-rare sopra di essi, sopra se stesso e sul-le opere iniziate il favore divino. Da lungo tempo, un desiderio segreto lo spinge-va verso la Terra che vide nascere, pati-re, morire il Divin Salvatore, ma nessu-na spinta esterna veniva ad aiutarlo. Ora, nella circostanza del Santo Giubileo Pon-tificio, l’amatissimo Cardinale Arcivesco-vo di Milano muove in pellegrinaggio al S. Sepolcro, lo chiama, lo benedice, lo invi-ta a seguirlo: come dunque resistere? Non è forse riservato come frutto del pelle-grinaggio in Oriente, un completo fiorire delle opere iniziate da Don Luigi, il dila-tarsi delle sue Suore e dei suoi Sacerdo-ti?”1. Don Guanella partecipò dunque al 1° Pel-legrinaggio nazionale italiano in Terra San-ta che si svolse dal 16 settembre al 22 ottobre del 1902 e fu guidato dal Card. An-drea Ferrari. Tema-guida del pellegrinag-gio: “Amor Christi Crucifixi trahit nos.” Sotto forma di diario fece avere poi a suor Marcellina Bosatta, pagine toccanti di me-morie perché, a sua volta, le consegnas-se alla scrittrice Maddalena Albini Crosta,

direttrice del Bollettino “La Divina Prov-videnza”. Questo diario speciale venne pubblicato in diverse puntate: estraiamo alcuni passi che nella loro vivacità ci coin-volgono e quasi ci fanno sentire contem-poranei di quel pellegrinaggio che lasciò una traccia indelebile nell’animo di Don Guanella.Egli affermava di non essere atto a de-scrivere le emozioni e le esperienze vis-sute e di avere oltre tutto a disposizione un tempo limitato per farlo: “Io ho anche poco tempo e quello che impiego a scri-vere lo piglio al sonno e gli occhi tra la fantasmagoria delle cento cose vedute e la stanchezza, si ribellano allo scrivere a lungo”.2 In realtà, il diario rivela la ricca partecipazione ad ogni evento ed anche il suo volto, forse un poco inedito, di pittore e di poeta … Un semplice cenno.“Il passaggio dello stretto di Messina, d’ordinario difficile, fu pure tranquillo, e ognuno poté abbandonarsi piacevolmente a gustare il magnifico panorama di spiag-ge ridenti e popolate, che mi facevano pensare alle rive poetiche del mio poetico lago di Como”.3

“Non senza commozione e rimpianto salu-tai Atene, pensando che mai più l’avrei ri-veduta …”.4

“Sui monti del Libano … la ferrovia si at-torciglia su per i monti spesso in vista del mare, poi si addentra e si insinua nelle viscere di gallerie e nelle gole di valli e in piani stretti che ad ogni volger d’oc-chio mutano mirabilmente il panorama.

Un desiderio segreto

1902 - 2012110 anni fa don Luigi Guanella

pellegrino nella Terra di Gesù

di Franca Vendramin

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La Divina Provvidenza5 ● 3-2012

Si è costretti a starsene dal mattino fino alla sera al fi-nestrino, per non lasciar-si sfuggire qualche quadro stupendo, perché l’uno è sempre diverso dall’altro e tutto riesce nuovo e ri-empie l’animo di meravi-glia”.5

Ma è l’esperienza di pre-ghiera e di fraternità di cui si sente avvolto, quella che maggiormente incide nel suo animo.“E’ uno spettacolo uni-co nel suo genere, il vede-re tramutata la nave, ora in casa del Signore, ora in una specie di chiostro sot-to l’ampia volta del Cielo e in mezzo all’immensità del mare”.6

“Il nostro pellegrinaggio prega: chi ne dubita? […] Siamo in centoventi sacer-doti e oltre cento laici, uo-

dio con intima partecipa-zione.“Il nostro addio alla terra dove nacque, visse e morì il divin Salvatore, fu un ad-dio pieno di commozione […] Io vi saluto, cari com-pagni del pellegrinaggio in Terra santa; a voi racco-mando me e le opere della Divina Provvidenza; io pre-gherò sempre per voi, af-finchè un giorno congiunti per non più separarci, pos-siamo vederci riuniti nella patria celeste”.9

Il ripensare a don Guanella pellegrino 110 anni fa nel-la Terra di Gesù, non è per noi solo un’occasione per celebrare un ricordo, ma un buon auspicio perché la Famiglia guanelliana pos-sa estendere ancora di più la sua presenza di carità in quella terra benedetta. q

mini per la maggior parte, ve ne sono di qualificati conti, marchesi ecc. Tra i sacerdoti non pochi mon-signori; l’amabilità è ge-nerale ed il buon accor-do perfetto. Le fatiche dei viaggi sono di ogni giorno, il caldo è eccessivo e non mancano sofferenze, ma si sopportano non solo con rassegnazione, ma qua-si senza rendersene con-to elettrizzati da pio en-tusiasmo e noi siamo felici quando alla sera estenuati, ci corichiamo per un riposo più o meno breve”.7

“Alle preghiere si alterna-no spesso canti spirituali, e non mancano le ricreazioni musicali a mantenere nel-la comitiva una santa alle-gria”.8

Giunto alla fine del pelle-grinaggio, ne descrive l’ad-

Pellegrinaggi di ieri (Gerusalemme 1902) e di oggi (Nazareth, Qumran, fiume Giordano, Betlemme)

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Ricorrenze storiche

La Divina Provvidenza6 ● 3-2012

SuOR MaRCeLLIna

Pare che la D. Provvidenza vi chiami a qualche fonda-zione in Oriente se ne avete voglia. Che ne dite? A Bei-rut ho trovato buon terreno. Domani sera dopo 12 ore di treno, saprò qualche cosa di più positivo avendone lasciato incarico. Ho fatto visita al Patriarca e sua Cu-ria compreso il Console del Pascià di Persia ed ho avuto accoglienza buona: il Patriarca mi chiese che giunto in patria, gli stendessi un memoriale ed egli avrebbe fat-to del meglio per aiutare la fondazione di un nostro ri-covero sia moralmente che economicamente. Se è voce di Dio che voi vogliate ripassare il mare, pre-gate e fatevi coraggio. […]Ho celebrato stamane nella Casa di Anania dove cele-brò anche il Cardinal Ferrari. Dite a D. Vittorio e a tut-ti i nostri preti che ho celebrato per loro perchè imiti-no lo zelo di S. Paolo del quale abbiamo visitato la casa di Giuda, convertita in moschea, e il luogo da cui eva-se. […]Dite ai nostri buoni asinelli che qui ci sono molti asi-nelli bianchi come la neve che corrono come leprot-ti e portano un peso allegro, costano dalle 40 alle 50 lire. Se non costasse troppo il trasporto, ve ne porterei una mezza dozzina. Sono animali carissimi e utilissimi: sono grandi come due pecore. Dite alle suore di Santa Maria che non imitino l’abito delle donne turche che sono coperte nel viso e sembrano maschere o spau-racchi. Ai nostri buoni figli dite che nell’abito, qui han-no compagni innumerevoli e svariatissimi. Si compra-no zoccoli intagliati di madreperla per la sciocchezza di una lira. Io vi manderò o vi porterò da Gerusalemme memorie sacre se mi avanzano soldi d’oro.Fate parte delle notizie che possono interessare il pe-

riodico la Signora Maddalena Albini Crosta. Siate tut-ti buoni ed allegri ed energici. Dite che faccio voti che la mia assenza sia proficua, e che voi vi facciate onore e facciate intendere che per aprire e continuare le ope-re vi basta la confidenza e l’aiuto della D. Provvidenza.In Domino a tutti - Don Luigi GuanellaDamasco, 27 Settembre 190210

* * *

SuOR MaRCeLLIna

Ho scritto or ora al Sr. Console italiano di Beirut per-ché potendo aiutare qui una nostra fondazione in Bei-rut stessa, mi solleciti risposta in Gerusalemme perché potrebbe essere molto utile. Sento che con dispendio non grande si può cominciare l’opera e allora non per-diamo tempo. Ho pregato in questa Casa santa e patria del Divin Salvatore. Nazaret e ieri a Cafarnao, a Tiberia-de, a Cana, l’altro ieri al Tabor e mi pare che la D. Prov-videnza possa aiutarci a fare un po’ di bene in queste regioni bruciate dal sole fisico e dal vizio morale. Oggi ripartiamo per Caifa e domani saremo a Gerusalemme, abbiamo alcuni malati, ma io sto benone benché il mio asinello ieri mi abbia gettato dal dorso, forse perché doveva portare un asino più pesante che lui stesso.In Domino a tutti, raccomando tutte le Case specie Como …Vi dirò poi le impressioni che lasciano questi Luoghi Santi.Pregate e fate pregare.

Aff.mo Don Luigi GuanellaNazaret, 1 ottobre 190211

Durante il suo pellegrinaggio in Terra Santa don Guanella scrive due lettere a suor Marcellina Bosatta. Sono scritti “coloriti” di entusiasmo e di fede che riflettono un sogno: chissà, forse un giorno, i suoi figli e le sue figlie spirituali avrebbero potuto essere una presenza di carità in quella terra benedetta!

Lettere a Suor Marcellina Bosatta

Don Luigi Guanella a Damasco durante il pellegri-naggio in Terra Santa (1902)

nOTe

1 LDP (“La Divina Provvidenza”), settembre 1902, p. 66.

2 LDP, ottobre 1902, p. 77.

3 LDP, ottobre 1902, p. 74.

4 Ivi

5 Ivi, p. 78.

6 LDP, ottobre 1902, p. 75.

7 LDP, novembre 1902, pp. 84-85.

8 LDP, ottobre 1902, p. 75.

9 LDP, novembre 1902, p. 87.

10 Lettera di don Luigi Guanella a suor Marcellina Bo-satta (n° 517)

11 Lettera di don Luigi Guanella a suor Marcellina Bo-satta (n° 518)

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La Divina Provvidenza7 ● 3-2012

"I figli degli arabi sono cari e intelligenti. A Gerusalemme uno di essi, certo Giuseppe Icono, a dodici anni, sotto la scuola dei Francescani, oltre l’arabo parla l’italiano e il francese. Egli avendomi servito la Messa al Calvario, sapeva distinguermi subito fra i 115 Sacerdoti del pellegrinaggio, e mi raggiungeva sempre per ser-virmi la Messa dovunque io mi recassi. Mi seguiva nelle visite che noi facevamo non solo in Gerusalemme, ma anche a Betania, a Betlem-me, a S. Giovanni in Montana e ad Emmaus, che dista 18 chilometri da Gerusalemme.

Povero ragazzo! Voleva venire con me in Italia, e mi scongiurava di por-tarlo insieme, e il padre infermo e la madre povera ne erano contenti. Mi doleva il cuore resistere alle preghiere del caro fanciullo, ma parten-do di là lo lasciai in cura a delle persone oneste ed esperte che mi rife-riranno poi. Addio mio caro Icono! Il Signore aiuti me e te a compiere perfettamente la sua santa volontà.Perdoni il lettore queste divagazioni, ma pensando ai nostri cari fan-ciulli che festeggeranno con noi il Santo Natale, non potevo dimenti-care il piccolo arabo”.

un piccolo arabo ...

Nazareth Oggi

A 110 anni di distanza dal pellegrinaggio di don Guanella in Terra Santa, è consolante constatare che davvero il pic-colo arabo non è stato dimenticato. La storia del Centro “Sacra Famiglia” di Nazareth, gestito dai Servi della Cari-tà, accoglie non solo uno, ma tanti bambini e ragazzi: un focolare di amore, di promozione umana e spirituale di rara bellezza. Così fratel Carlo Fondrini, che da molti anni opera nel Centro, racconta la sua storia.

“Il desiderio di don Luigi - che i suoi figli spirituali potesse-ro avere una casa nella terra di Gesù - comincia ad avviar-si alla realizzazione con gli auspici di papa Paolo VI che, du-rante la sua visita in Terra santa nel 1964, raccomanda ai Padri Francescani, che da secoli custodiscono i monumenti della cristianità, “le pietre vive” della Chiesa, specialmente le più bisognose ed emarginate come i disabili. Recepito il desiderio del papa, i Padri Francescani si rivolsero all’Opera don Guanella. Nel 1974 viene inviato il primo Ser-

vo della Carità, don Ugo Sansi, che individua nell’ex conven-to delle Clarisse a Nazareth, da anni abbandonato, il luogo migliore per istituirvi un’opera a favore dei disabili. Ristrut-turati alcuni locali del convento, nel dicembre del 1975 ven-gono accolti i primi quattro giovani disabili mentali. Fine principale dell’attività è quello di promuovere la persona umana, anche se in condizione di disabilità, in tutte le sue dimensioni secondo le potenzialità di ciascuno. Per realiz-zare questo, i religiosi guanelliani sono coadiuvati da per-sonale specializzato locale (oltre 140 collaboratori): inse-gnanti, fisioterapisti, logoterapisti, psicoterapisti, infermieri, psicologo, assistente sociale ecc. L’educazione mira alla loro riabilitazione nella misura maggiore possibile, in vista del raggiungimento di una migliore autonomia e di un’auten-tica gioia di vivere.Attualmente il Centro accoglie circa 200 allievi, in età com-presa tra l’anno e i ventun’anni che necessitano di educa-zione, terapie e cure speciali a livello cognitivo, emoziona-le, sociale e fisico”.

Don Guanella, in occasione del Natale del 1902, stralcia dai ricordi del suo viaggio in Terra Santa questo episodio tenerissimo dal titolo "un piccolo arabo", che pubblica su "La Divina Provvidenza".

... non è stato dimenticato

don J.Kennedy Savarirayar, fr. Carlo Fondrini, don Marco RivaServi della Carità nel "Centro S. Famiglia - Opera don Guanella" di nazareth

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Pellegrinaggio Urna

Tutto comincia il giorno della canonizzazione di don Luigi Guanella, il padre fondatore delle numerose case di carità sparse in tutta Italia e nel mondo. Dopo questo avvenimento storico per il nostro territorio e la nostra comunità, i superiori dell'Opera Guanelliana decidono di portare San Luigi Guanella, per quasi l'intero 2012, in pellegrinaggio nei luoghi dove era passato recando conforto ai sofferenti.

La Divina Provvidenza8 ● 3 -2012

Sono Enrico, un ex al-lievo guanelliano.Mi trovavo nel San-

tuario Sacro Cuore a Como per eseguire dei lavori di manutenzione, quando mi si avvicinò don Remigio Oprandi, Padre Provincia-le, per informarmi dell'ini-ziativa che era stata presa di portare in pellegrinaggio in tutte le case dell'Opera guanelliana del nord Italia, dentro la sua urna, il corpo di don Luigi Guanella, ap-pena dichiarato Santo il 23 ottobre 2011.Tornato a casa mi sono subi-to consultato con mio cugi-no Franco su come avrem-mo potuto renderci utili. Senza indugio ci offrimmo per il trasporto e anche per la logistica.Ho partecipato quindi alla prima riunione dove si è

stesa una prima bozza di programma del pellegri-naggio.Dopo che i Vescovi e le Cu-rie della varie Diocesi in cui sarebbe arrivato il San-to approvarono il program-ma, ci mettemmo tutti su-bito all’opera, ognuno con un proprio preciso compi-to.Chiesi consiglio all’amico e architetto Francesco su come allestire il furgone per il trasporto dell’urna. Decidemmo quindi di inse-rirvi un bussolotto che ri-cevette l'approvazione dal medico delle ASL di Como, dottor Petrillo. Ci rivolgemmo successiva-mente al capo della Polizia Stradale, il dottor Compo-stella, all’ispettore supe-riore, il dottor Pisani, e all’assistente capo Barbie-

ri per richiedere le neces-sarie autorizzazioni per il trasporto delle spoglie mortali di san Luigi Guanel-la e ottenere la scorta mo-torizzata per quasi l'intero percorso autostradale.Mi ritengo un uomo molto fortunato per quanti amici ho, così ho deciso di chie-dere il loro aiuto per la tra-slazione dell’urna. Si sono messi tutti in fila per dare una mano, quasi litigando per chi dovesse accompa-gnarmi ogni volta.Sono contento di aver avu-to mio cugino Franco, Ro-berto, Daniele, Walter, Giorgio, Stefano, Flavio, Carlo, Daniele, Ettore, Fe-lice, Claudio, Massimo e Francesco sempre al mio fianco in questo pellegri-naggio.La prima tappa è stata a

Lo rifarei di nuovodi Enrico Sala

Enrico Sala (il primo da sinistra) nella tappa di Anzano del Parco (Como)

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La Divina Provvidenza9 ● 3-2012

Barza d’Ispra, sabato 14 gennaio. Siamo partiti alle 8.00; oltre all’emozione e alla felicità c’era anche un briciolo di ansia che tutto andasse bene.Arrivati a destinazione, una grande folla ci stava aspettan-do insieme a moltissimi preti Guanelliani. Quello che mi ri-cordo è la gioia immensa e la manifestazione di fede che si scorgeva nei fedeli presenti al nostro arrivo.L’entusiasmo delle persone cresceva di tappa in tappa, da Pianello ad Ardenno, da Berbenno a Campodolcino, a Fraci-scio, Livraga, Roveredo in Svizzera, Saronno, Cordignano...La tappa forse più significativa per me è stata quella di Anzano del Parco (Como). Sono anzanese dalla nascita ed avere il Santo nella mia Parrocchia, circondato dall’affet-to di tutte le persone che hanno seguito tutte le sue tap-pe, non ha avuto nessun paragone.C’erano proprio tutti, dai bambini delle scuole dell'infan-zia ed elementare agli anziani. L’arrivo nel nostro comu-ne brianzolo è sicuramente la tappa alla quale sono più le-gato.Il 21 ottobre, dopo dieci mesi, il pellegrinaggio di San Lui-gi Guanella è terminato solennemente con una processione aux flambeaux che ha riportato il Santo dal Duomo di Como - sua ultima tappa - al Santuario del Sacro Cuore.

Qual è la mia impressione riguardo a tutto quello che ab-biamo fatto? Che lo rifarei di nuovo! q

Pellegrinaggio urna di S. Luigi Guanella accoglienza di San Luigi Guanella ad Anzano del Parco, a Fraciscio di Campodolcino, a Saronno, a Caidate di Sumirago, a Padova

eX aLLieViraduno annuale associazione ex allievi ed amici

Opera Don guanella Como

Domenica 23 settembre 2012 L’annuale ritrovo si è svol-to alla presenza di un discreto numero di ex allievi e amici: peccato, perché l’entusiasmo che l’attuale gruppo dirigen-te sta profondendo nell’Associazione per far conoscere il no-stro Gruppo ed il carisma di San Luigi, meriterebbe un mag-gior sostegno da parte di tutti. Certo è che, di questi tempi, “coinvolgere” è molto difficile: le distanze sono un deterrente alla partecipazione attiva alle iniziative che proponiamo. Un “Grazie” al nostro Assistente Spirituale Don Gabriele Mor-tin che ci sprona a proseguire nell’impegno per raggiungere gli obiettivi che l’Associazione si prefigge. Per fare ciò abbia-mo bisogno anche del vostro contributo, che vorrete farci pervenire o tramite bollettino postale con causale “Associa-zione Ex Allievi” oppure con bonifico bancario al seguen-te IBAN: IT17 G0843051080000000054546. Inoltre visitate il nostro sito ed inviateci le vostre email all’ìndirizzo: [email protected]. Vi risponderemo con tempestività.

50° edizione della giornata Nazionale della Bicicletta

Domenica 14 ottobre 2012. L’Associazione ha organizzato, per il secondo anno consecutivo, questo importante appun-tamento ciclistico in collaborazione con il Gruppo Sportivo Ciclistico Capiaghese, che gareggia nella competizioni Na-zionali con il logo di San Luigi Guanella. Quest’anno gli atleti hanno già ottenuto ben 8 vittorie ed è una delle società più apprezzate nel panorama ciclistico giovanile.Domenica, nella nostra Casa Divina Provvidenza, sono stati presenti oltre 180 atleti in rappresentanza di tutte le Regio-ni Italiane. Lo scorso anno molti atleti, genitori ed amici han-no avuto modo di conoscere il nostro Santuario, con tutte le realtà operanti nella struttura. Un particolare importante: la nostra gara ciclistica, si è mossa dal Santuario Sacro Cuore al Duomo di Como dove il vescovo, Mons. Diego Coletti impar-tì la benedizione a tutti gli atleti. (Walter Arnaboldi)

Casa Divina ProvviDenza

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QuaNDO iNtegrare è difficile Integrare. E’ la funzione per cui lo spirito assume

quel che succede, ne tiene conto reagendo per procurarsi il be-nessere. Gli eventi continui che ritmano il vivere, attesi o imprevisti, mettono alla prova ogni giorno la capacità personale di integrare tutto con eleganza.Ma ci sono dei limiti. A volte lo si ammette apertamente: proprio non mi va giù, questo è troppo, è inaccettabile. E adesso cosa si fa? Integrare vuol dire cambiare, se possibile, quel che non va, altrimenti conviverci, anzi approfittarne. E’ un momento di spesa energetica per tentare di accomodare le cose. E questo è il problema: di fronte a un evento sgradito, inat-teso, o drammatico, quanto tempo, quante energie si è disposti a spendere prima di ricreare l’armonia dentro, avendolo debitamen-te integrato? E’ lo spirito allora che può intervenire.Integrare quel che fa problema merita la fatica che richiede. E’ un lavoro interiore che procede a tappe e a ritmi molto personali, da percorrere con pazienza e intelligenza.

3° tema: gli strappi della vita

Abbiamo bisogno di stare e di fare con gli altri. Fa piace-re la compagnia di persone con cui si ha un legame affettivo, familiari, amici, conoscenze simpatiche. Ci fa comodo collaborare, produrre con altri, in un’attività professionale, in un gruppo ricreativo, in un’associa-zione benefica. A volte è il semplice piacere di stare con la gente, in piaz-za, al mercato, in strade affollate.Tutte queste voglie sociali eviden-ziano un bisogno fondamentale di appartenenza, dovuto alla vocazio-ne sociale dell’essere umano. Un rapporto affettivo stabile e speciale, un attaccamento, con chi lo accu-disce, di solito la mamma, è tra le

di VITO VIGANò, psicologo

Viverli bene, anzi approfittarne

introduzione al dossier

prime cose di cui si occupa ogni ne-onato, istintivamente non essendo ancora capace di coscienza. Vuole un rassicurante posto privilegiato nel cuore di chi gli sta vicino. Da questa prima esperienza di rappor-to, ognuno impara come crearne di continuo con le persone più diverse e per le finalità più disparate, du-rante tutto il corso del vivere. Dalle relazioni iniziali con i membri della famiglia, ci si apre poi ai rapporti di collaborazione e di amicizia, occa-sionati dal contesto scolastico, dalle situazioni di lavoro e di contributo alle attività sociali. Il rapporto privi-legiato nella vita adulta è quello con la persona con cui si decide di con-

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L’appartenere occasiona gli scambi, un interessante dare e ricevere, nel gioco profondamente umano della comprensione empatica, della solidarietà e della condivisione.dividere l’esistenza e fondare una propria famiglia.

Appartenere. Creare tutta una rete di relazio-ni risponde al bisogno istintivo di sentirsi parte della realtà sociale in cui ci si trova, di avere un posto di importanza variabile nel cuore o negli interessi di chi si ha attorno. E’ la condizione per ottenere con-siderazione dagli altri, essere og-getto delle loro attenzioni, godere dei vantaggi che la loro compagnia comporta. Sono benefici confortan-ti, protettivi.L’appartenere occasiona gli scambi, un interessante dare e ricevere, nel gioco profondamente umano della comprensione empatica, della soli-darietà e della condivisione. E’ una sicurezza, riflesso di esperienze an-cestrali che stando nel gruppo la sopravvivenza è meglio salvaguar-data. Presenze e contatti permetto-no d’imparare meglio chi si è, per le informazioni che gli altri inviano in reazione ai propri modi di essere, di stare e di fare con loro.Sentirsi parte, sapersi nel cuore degli altri, è talmente importante da preoccuparsi di dare continuità, di assicurarsi la durata nei rapporti che s’intrattengono. Il matrimonio, i diversi contratti formalizzati, le pro-messe con cui ci si impegna, offrono la garanzia della stabilità nei legami con gli altri.

La rottura, uno strappo. Male allora sono vissute le interru-zioni nelle relazioni che ci legano agli altri, soprattutto quelle affet-

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3° tema: gli strappi della vitative. Ogni strappo è un allontana-mento, un rifiuto, una solitudine mortificante e minacciosa. Da sem-pre nella storia umana l’esilio è stato un castigo temuto e penoso.E le rotture succedono. Sono i di-vorzi, sempre più frequenti, nelle coppie legalmente unite. Sono certi abbandoni affettivi che danno l’im-pressione di annientare chi ne è vit-tima. Sono storie tra amici, concluse con rifiuti e distanze, strappi che non si ricuciscono più. Sono figli che se ne vanno da casa, sbatten-do la porta. Sono rapporti di lavoro bruscamente interrotti, connivenze, alleanze, interazioni fruttuose che finiscono, creando disagi e proble-mi. Essere piantati, traditi, rifiutati, esclusi è il prezzo penoso che so-vente comporta l’esigenza istintiva di contatti e di relazioni. Come in-tegrare uno strappo che non si ha modo di ricucire?

Riconoscere e accettare. Si vorrebbe tanto che non ci fosse, ma ogni rottura ha il torto di appar-

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: « Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. » (Vangelo di Giovanni 15,9-17)

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Gli emigranti (1895) di Angiolo Tommasi

tenere alla realtà. Quando non c’è rimedio, conviene trovare il sistema di conviverci e magari di riuscire a trarne un vantaggio possibile. Fa parte ormai dell’esistenza, da vivere bene come ogni altro pezzetto, an-che il meno favorevole.Rendersi conto di come stanno le cose e accettarne la realtà è l’impe-gno iniziale, non facile. Sovente uno strappo è inatteso, oltre che non voluto. Dipende forse da un gioco di circostanze, di situazioni o fatti su cui non si ha potere, è imposto dalla volontà di altri. L’evento comunque c’è e lo si ritroverà nel seguito del proprio vivere. Far finta che non ci sia, illudersi su un ricomporsi magi-co dello strappo, ribellarsi a non vo-lerne sapere, sono i comportamenti inconcludenti, indotti facilmente da dolore e frustrazione.La rottura è un momento di verità nella relazione. Accettare vuol dire aggiornare il tipo di rapporto, veri-ficare la quantità di spazio effettivo che si occupa ancora nel cuore o ne-gli interessi degli altri. Si credeva di essere amati o considerati, di risul-tare utili o indispensabili. Chi rifiuta butta in faccia la sgradevole verità che il legame precedente è diventa-to obsoleto, superficiale o inesisten-te, che se ne può fare a meno.

Un vuoto da colmare. Ogni distacco o rottura lascia un vuoto, l’amaro senso della perdi-ta, penosa quanto più importante è stato il rapporto ora strappato. Occorre rinunciare a quanto di po-sitivo si otteneva prima della rottu-ra, a sicurezze, ad attese e desideri

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Sentirsi parte, sapersi nel cuore degli altri, è talmente importante da preoccuparsi di dare continuità, di assicurarsi la durata nei rapporti che s’intrattengono.

che permetteva di coltivare. E’ tutto buttato per aria, lasciando un vuoto angosciante.Ogni vuoto è insopportabile, ha bisogno di essere riempito con al-tro. L’impegno è allora di cercare quel che lo può ancora colmare. Per fortuna la realtà circostante, mate-riale e umana, offre di solito nuove alternative, sollecita con nuovi in-teressi. Fa bene mobilizzarsi, appe-na il bisogno magari di piangere è stato assecondato, per cercare quel che può sostituire la perdita. Sarà un nuovo lavoro, o un altro inte-resse, fare altre conoscenze, aprirsi all’avventura di un nuovo amore. Il rischio è la morbosa tentazione di restare passivi a lamentarsi, ad at-tendere miracoli illusori, o peggio a decidere che niente può sostituire quel che si è perduto.

Fa bene mobilizzarsi, appena il bisogno

magari di piangere è stato assecondato, per

cercare quel che può sostituire la perdita.

Sarà un nuovo lavoro, o un altro interesse,

fare altre conoscenze, aprirsi all’avventura di

un nuovo amore.

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Sono molteplici le for-me di distacco che possiamo espe-rimentare nella vita: sono esperien-ze in cui la “rottura” di un rapporto costruito con le persone amate pro-voca dolore, qualche volta anche rabbia e ribellione, e richiedono coraggio e fede perché siano inte-grate, accolte come tessere prezio-se di quel magnifico mosaico che è il progetto d’amore che Dio ha per ciascuno di noi. Anche don Guanella ha vissuto al-cune di queste esperienze; le prime, all’età di 12 anni. Nei mesi estivi 1854 soffrì molto per la partenza da Fraciscio alla volta degli Stati Uniti d’America della fa-miglia della zia Maria Orsola, sorella del papà. Un accenno a questo epi-sodio lo troviamo nell’articolo inti-tolato “Dal porto di Napoli all’Asilo di Laureana di Borrello in Calabria” che don Guanella pubblicò proprio su questa rivista nel maggio 1913.

di PINO VENERITO. sacerdote e educatore

Il distacco

Sentirsi parte, sapersi nel cuore degli altri, è talmente importante da preoccuparsi di dare continuità, di assicurarsi la durata nei rapporti che s’intrattengono.

Il rischio è la morbosa tentazione di restare passivi a lamentarsi, ad attendere miracoli illusori, o peggio a decidere che niente può sostituire quel che si è perduto.

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Una rottura provvidenziale?Qualcuno ha scritto un libro di te-stimonianze di gente nota che si è sentita strappata da un legame af-fettivo o materiale precedente, per rendersi conto in seguito che il fatto doloroso si è rivelato alla fine prov-videnziale.La rottura di un legame è anche una liberazione. Non tutti i legami sono sani e comunque non sono forse più così interessanti, vivifican-ti, soddisfacenti. Ci si adatta a volte a vivere relazioni asfittiche, portate avanti per inerzia, in condizioni di dipendenze indegne, con legami formalizzati e ormai vuoti di senso. Si tira avanti, come si dice, magari aggiungendo: non avendo altro.Lo strappo, sia pur doloroso, inter-rompe una relazione, mette fine al peso o al prezzo che richiedeva,

risolve controsensi e incongruen-ze che compromettevano il bel-lo del vivere e di stare insieme. E’ vero che un vuoto problematico si è prodotto. Per quanto fastidioso e angosciante, ogni vuoto è insieme un invito pressante a occuparlo con qualcosa di meglio, di più vitale, di più gratificante. q

uno dei tanti pannelli evocativi collocati lungo il cammino "Sui passi di don Luigi Guanella", un per-corso pedonale che congiunge Campodolcino (So) a Como, snodandosi lungo antichi sentieri e pas-sando per i luoghi più importanti legati alla vita di San Luigi Guanella.http://www.suipassididonguanella.org

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Scrive: «Ricordo come se fosse ieri, quando nel 1850 circa (da correggere in 1854) la famiglia di mia zia, Maria Orsola Guanella vedova Levi partiva alla volta degli Stati Uniti fra le la-crime dei parenti e dello scrivente; il quale, cresciuto negli anni, si tenne sempre in corrispondenza con i suoi cari, che dallo Stato dell’Illinois, e pro-priamente da Genoa City in diocesi di La Crosse, scrivevano dei loro stenti». Fu un distacco che turbò l’animo di don Guanella e scosse la sua sensi-bilità.

Nel mese di novembre del medesi-mo anno 1854 don Guanella visse una seconda esperienza dolorosa: il distacco dalla famiglia e l’ingres-so nel Collegio Gallio di Como. Nel-le memorie autobiografiche Le vie della Provvidenza leggiamo: «A sera si entra nella gabbia del collegio. Il collegio è un conservatorio sacro e un luogo d’ogni benedizione, ma l’uccel-lo di bosco è entrato nella gabbia. Che panico, il coricarsi ed il primo levarsi nel collegio! Che peso per un “mon-tanarello” semplice la disciplina della campana, le grida, troppo frequente minacciose, dei superiori e dei prefet-ti! Per ogni espressione materiale il silenzio all’angolo, il senza vino ai pa-sti, la sgridata se un giorno solo il pre-fetto o l’assistente notifica ai superiori una negligenza meno che colpevole. Non si sentiva la voce benevola della mamma, non il conforto dei fratelli. C’era a quei tempi in tutte le case di educazione un sistema troppo rigido che educava i cuori più al timore che all’amore». Non occorre alcun com-

mento, sarebbe sprecato. Un’esperienza di “strappo” che lo fece molto soffrire fu certamente la partenza da don Bosco, al termine del triennio dei voti religiosi con cui si era legato ai Salesiani. Don Guanella si era determinato, nel mese di gennaio 1875, ad andare a Torino per imparare alla scuola del santo della gioventù come avviare e condurre un collegio. Approssi-mandosi la data in cui scadevano i voti (15 settembre 1877) fu assa-lito dal rincrescimento; si sentiva attratto da don Bosco e nello stes-so tempo sentiva il dovere di fare qualcosa per i poveri della sua valle. Scrive: «Confidava poi il Guanella di non avere patito tanto alla morte del padre e della madre che, per così dire, gli morirono ambedue nelle braccia, quanto nel lasciare don Bosco. Ciò gli cagionò vivo strappo al cuore. Don Guanella si era affidato alla benigni-tà della divina Provvidenza nel pas-sare da Savogno a Torino, ed alla me-desima si affidò nel ritorno da Torino a Como e poi a Traona nella provincia di Sondrio» .

Tra gli episodi di “distacco” vissuti da don Guanella non possiamo non ri-cordare il dolore patito per la morte prematura di suor Chiara Bosatta, una delle prime religiose della sua nascente opera e ora Beata. Diversi per personalità e carattere, diversi per i doni di grazia ricevuti dall’Al-to, diversi anche nella spiritualità, suor Chiara e don Guanella erano tuttavia legati da una profonda sti-

I genitori di don Guanella Maria Bianchi, pa' Lorenzo

Fraciscio di Campodolcino (So) la casa natale di don Guanella

Don Bosco e don Guanella nell'oratorio salesiano di Torino - qua-dro di Nino Musio

Como: Collegio Gallio chiostro

Val Calanca (Svizzera) Figlie di S. Maria della Provvidenza e Servi della Carità davanti alla croce di ferro portata da don Guanella il 15 agosto 1900

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Si vorrebbe tanto che non ci fosse, ma ogni rottura ha il torto di appartenere alla realtà. Quando non c’è rimedio, conviene trovare il sistema di conviverci e magari di riuscire a trarne un vantaggio possibile.

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ma reciproca, da una fiducia a tutta prova e da solidi vincoli di amicizia spirituale che li misero in condizio-ne di percorrere insieme un tratto del cammino verso la santità. Don Luigi vedeva in suor Chiara la “pie-tra fondamentale” delle sue opere di carità. Le aveva affidato il com-pito assai delicato degli inizi della Casa di Como, compito che suor Chiara svolse con una generosità e uno spirito di abnegazione fuori dal comune. Quando la tubercolo-si la colpì irrimediabilmente, don Guanella volle rimanerle vicino per sostenerla nelle sofferenze fisiche e spirituali, e, sfidando le malignità dei benpensanti, la ospitò nella sua casa parrocchiale di Pianello Lario, dove si spense a soli ventinove anni. Don Luigi ne fu turbato, ma rimase sereno, commosso per aver avuto la grazia di essere stato chiamato dalla Provvidenza di Dio ad accom-pagnare una vocazione così straor-dinaria verso la perfezione cristiana.

L’ultima esperienza di “distacco” che

si vuol qui ricordare è l’addio strug-gente alla Valle Calanca. Nel mese di agosto 1915, forse presagendo la sua prossima fine (24 ottobre) don Guanella volle trascorrere al-cuni giorni nella quiete della Valle Mesolcina nel Canton Grigioni, in Svizzera, a respirare l’aria balsamica delle pinete, a ristorarsi la salute. Il 14, trovandosi ad Arvigo in Val Ca-lanca, scrisse una pagina densa di tenerezza, un dolce cantico della sua anima di carità e di fede: "Ad-dio Valle Calanca!". Scorrendone il testo, si ha l’impressione che don Guanella elevi, a conclusione della sua vita, un canto di lode non solo a quell’ambiente di montagna, ma a Dio stesso. Quello scenario di monti lo induceva ad ammirare la maestà di Dio, la sua bontà, la sua provvi-denza ammirabile, la sua tenerezza di Padre; da Lui si era sentito sorret-to e guidato anche nei momenti di difficoltà.

Nei momenti di distacco e di rottura spesso noi facciamo fatica ad affer-

rare il senso e il perché di quello che ci sta capitando, ma se ci lasciamo guidare dalla fiducia in Dio, allora comprenderemo che nessun mo-mento della nostra storia è fuori da un progetto di salvezza. Tutto concorre al bene di coloro che amano Dio. q

Si vorrebbe tanto che non ci fosse, ma ogni rottura ha il torto di appartenere alla realtà. Quando non c’è rimedio, conviene trovare il sistema di conviverci e magari di riuscire a trarne un vantaggio possibile.

Creare tutta una rete di relazioni risponde al bisogno istintivo di sentirsi parte della realtà sociale in cui ci si trova, di avere un posto di importanza variabile nel cuore o negli interessi di chi si ha attorno.

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Ricorrenze storiche

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Don Guanella a Boston in cerca di...

Le prime Figlie di S. Ma-ria della Provvidenza in partenza per la fonda-zione di Chicago negli USA (1913)

Don Guanella a Boston con i religiosi scalabriniani

Una Figlia di S. Maria della Provvidenza accudisce una bambina disabile negli USA

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Alla colazione del mattino a Roma può oggi seguire nello

stesso giorno la cena a New York: meno di dieci ore di volo ci trasportano dal vec-chio continente al nuovo. Non fu certamente così per don Guanella, che il 14 di-cembre 1912 salpava dal porto francese di Le Havre per gli Stati Uniti: portava con sé un prezioso autogra-fo di Pio X , con il quale il santo pontefice, raccoman-dava caldamente e atte-stava che le sue Suore “in Roma e altrove, dove di-morano, si diportano lode-volmente, corrispondono al santo fine dell’istituzio-ne, e operano prodigi di carità”.1

Lo accompagnavano due religiosi scalabriniani.Il viaggio ebbe anche il suo momento di disagio, causa-to dalle cattive condizioni del mare, tanto che l’arri-vo al porto di New York fu ritardato di due giorni, ap-prodandovi la sera del 21 dicembre.

Per don Guanella, che vi giungeva per la prima vol-ta, tutto era nuovo non solo nelle usanze di vita della popolazione, ma an-che nello stile pastorale della Chiesa locale.Il suo “campo base” era la residenza dei religiosi sca-labriniani a Boston, dove fu accolto con vero spirito fraterno.Dal febbraio al giugno 1913 sul bollettino “La Divina Provvidenza” don Guanel-la stesso riporta come in un diario il resoconto del suo itinerario e dei contat-ti avuti con personalità e gente umile del popolo.

Abitare come fratelli Lui, che aveva indicato ai suoi religiosi il lavoro inde-fesso, tanto da invitarli a coricarsi alla sera stanchi come carichi di bastonate2, ammirava lo stesso stile negli scalabriniani che l’o-spitavano, che “per il so-verchio lavoro non a lun-go possono protrarre la vita. Ne ho visitati parec-

chi nelle varie case, gio-vani tuttavia ma affranti nella salute”.3 Una fatica però addolcita dall’affet-to della propria comuni-tà: “Nel colmo delle loro fatiche si confortano nel-la fiamma della più schiet-ta carità fraterna: ed è un divertimento ed una soddi-sfazione in vederli di sera inoltrata passare un’oretta fraternamente lieta di giu-oco, di canto, di suono”.4

Forse indicava anche un ideale per i suoi fratelli co-adiutori, descrivendo il si-gnor Vincenzino, il primo dei fratelli laici scalabri-niani: “… è la vita e il tri-pudio della Casa, è la gioia della Colonia Bostonense italiana; il nome del signor Vincenzino corre sulla boc-ca di tutti, ed è un feno-meno d’ilarità santa”.5

Lo stile pastoraleè colpito dall’identità delle parrocchia cattoliche. An-zitutto ammira la proprie-tà e l’ordine degli edifici di culto: “Nelle chiese e nei

in cerca di ...

di Gabriele Cantaluppi

L'avventura americana di don Guanella nel 1912

in cerca di poveri da soccorrere

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monumenti pubblici la ni-tidezza è ammirabile e vi è anche opportunità di spa-zi”.6 Per economia si fanno le fondamenta in cemen-to, ma il resto è costru-ito in legno. Solo le gran-di cattedrali sono in pietra o marmo.7 Nelle celebra-zioni si osserva la liturgia in modo esemplare: anche i nostri italiani vi osserva-no il silenzio e la compo-stezza americana. Però a chi proviene da una nazio-ne, come l’Italia, preva-lentemente cattolica e so-prattutto a chi, come don Guanella, ha una mentali-tà fortemente apologeti-ca nell’aspetto religioso, riesce difficile accettare il pluralismo di religioni di quelle nazioni americane. Anche l’ordine gerarchico è rigidamente definito e ri-spettato, sia nell’ambito ecclesiastico che in quel-lo civile, pur essendo il go-verno aconfessionale: “Il Vescovo è tutto; e come a capo della religione, a lui si attribuisce la proprie-

tà delle chiese e degli enti ecclesiastici”. Lo stesso criterio vale per il parroco nella sua giurisdizione par-rocchiale: “… è pontefice e re, e può richiamare o al-lontanare istituzioni e con-gregazioni, come gli talen-ta”.La sopravvivenza economi-ca, sia nel campo del cul-to che in quello delle scuo-le cattoliche e delle opere parrocchiali, è comple-tamente lasciata alla li-bera offerta dei singoli fedeli. Ecco allora le mol-teplici iniziative di lotte-rie, di concerti e di feste “che durano dalle 9 alle 4 di una nottata” e che of-frono sostanziosi introiti alle casse parrocchiali.8

In questa ottica si com-prende come la capacità manageriale in campo eco-nomico rientri nelle qua-lità richieste per avere la nomina a parroco. Costata amaramente don Guanella: “Chi perciò non si mostra buon amministratore, ab-bia pure altre doti di zelo

e di pietà, sarà messo fuori dalla cura d’anime”.9

Gli italianiUna nota curiosa: “Vesco-vi e parroci sono gelosi che il denaro così guadagnato non si mandi in Italia”.10

E, a dire il vero, non è esal-tante il ritratto degli italia-ni che emerge. Dopo aver sottolineato l’incisività del popolo americano nel trat-tare le questioni e la sua fedeltà alla parola data, continua: “Gli italiani non sono avvezzi a tanta serie-tà; e gli americani trattano malvolontieri con noi d’af-fari”.11 Più oltre, descri-vendo il modo con cui pro-curarsi i mezzi finanziari di sussistenza per le scuo-le parrocchiali, sottolinea il vezzo degli italiani “usi più a ricevere che a dare”12 e a criticare continuamen-te ogni volta che si chiede loro un’elemosina.13

L’egoismo sembra esse-re un abito adatto ad ogni epoca, non solo alla nostra, se anche allora il popolo

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Ricorrenze storiche

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Milbank, South Dakota St. William's Care Center (delle Figlie di S. Maria della Provvidenza): casa di assi-stenza e riabilitazione per handicappate adulte

americano era restio all’e-levazione culturale degli italiani immigrati, temen-do che non si sarebbero più adattati ai lavori agrico-li e a quelli più umili, per i quali erano di preferenza ricercati.14

Ad una donna americana li-bera, colta e che “è donna curata nella persona, re-lativamente avanzata nel sapere… vuole essere pa-reggiata in tutti i dirit-ti dell’uomo”, contrappo-ne “la donna italiana in America è dimessa, talvol-ta malvestita e gli ame-ricani la vedono un po’ di malocchio” soprattutto quando vedono che “si oc-cupa di lavori pesanti, che spetterebbero più all’uo-mo che alla donna: allora la compatiscono, l’amano e in caso di bisogno l’aiu-tano”.15

Va ricordato che anche le sue suore, più tardi, at-tribuiranno la difficoltà di avere vocazioni indigene anche (non solo) al fatto di presentarsi con uno status symbol troppo difforme dal modello americano.Non è però un ritratto del tutto negativo. Un com-missario del Civil Servi-ce apprezza i nostri conna-zionali “gente industriosa, persistente e prolifica…

destinata a dare più vigore alla razza americana e a ri-tardarne la decadenza”. E il Sun, il giornale più diffu-so di New York, scrive che “gli italiani formano la classe migliore tra gli ope-rai che vengono nel nostro paese. Essi sono fedeli sen-za essere servili, onesti, laboriosi e intelligenti”.16

Pensando ai suoi beniaminiA don Guanella interessa-va anche acquisire nuove idee per migliorare la qua-lità dei suoi ricoveri in Ita-lia ed effettivamente è po-sitivamente impressionato dall’efficienza e dalla qua-lità del servizio prestato agli handicappati. Visitan-do uno “stabilimento-vil-laggio” (come lo definisce lui) che ospita millecin-quecento assistiti, ammira l’ordine, la pulizia e l’or-ganizzazione del sistema educativo, basato sul me-todo Montessori.Però nota che si tratta di persone “tutte suscettibi-li di istruzione”: “Vi cercai i reparti di deficienti non suscettibili di istruzione, e non ne trovai, all’infuo-ri di un’infermeria di venti bambini”17.

Anche la completa assen-za di ogni riferimento spi-rituale nell’educazione era una pena per lui, che nel-le sue Case voleva offrire “Pane e Paradiso”: “Le isti-tuzioni governative… sono un grande apparato uma-no, ma senza la scintilla del soprannaturale”, come gli facevano rimarcare an-che alcune ospiti di quei ri-coveri.18 Del resto la società ameri-cana è da lui definita “del dollaro, del godimento, della dissoluzione fami-gliare, dell’egoismo e del

materialismo”.19 E a pro-va di questo porta la legge del divorzio facile, il disin-teresse delle classi agia-te per quelle nell’estrema povertà, l’abitudine alla beneficenza per “opere pubbliche di musei, di ac-cademie, di giardini zoolo-gici e di monumenti”.

Un po’ di turismoNon mancarono anche mo-menti di relax, come la gita alle cascate del Niagara, di cui fa una descrizione ame-na20; o la partecipazione a pranzi e momenti di festa e perfino… al ballo: “per nottate intere”. Ma, nien-te paura!: “Vi assistono i genitori, il parroco, perfi-no il Vescovo allo scopo di tutelare l’ordine.”21

Durante i dodici giorni del viaggio di ritorno da New York a Napoli, nonostante il mare fosse “per una metà burrascoso e per l’altra metà sufficientemente cal-mo”22, poté scrivere il re-soconto della sua esperien-za in terra americana.Forse, nonostante gli stra-pazzi degli spostamenti, particolarmente onerosi per lui ormai settantenne, il viaggio gli giovò anche come relax fra le sue innu-merevoli preoccupazioni, tanto da fargli scrivere che al ritorno “gli amici si ral-legrarono di vedermi quasi ringiovanito”.23 Ma certa-mente acuì in lui il deside-rio di iniziare la sua ope-ra in quelle terre, tanto da rimproverarsi di non essersi affrettato prima, ma “biso-gnò attendere dall’alto la chiamata”.Due mesi dopo, nell’apri-le del 1913, le prime Suo-re guanelliane giungevano a Chicago.

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nOTe1 La Divina Provvidenza, anno XIX n,. 12, pag. 188. 2 Reg. Servi della Carità 1910, SpC pag. 12993 La Divina Provvidenza , anno XX n. 2, pag. 174 Id.5 Id.6 Id. pag. 19 e 187 Id.,anno XX n. 5, pag. 758 Id., anno XX n. 2, pag. 219 Id., anno XX n. 3, pag. 3410 Id., anno XX n. 2, pag. 2111 Id., anno XX n. 3, pag. 3412 Id., anno XX n. 3, pag. 3513 Id., anno XX, n. 6 pag. 3714 Id., anno XX n. 3, pag. 34 15 Id., anno XX n. 6, pag. 9016 Id., pag. 9017 Id., anno XX n. 2, pag. 2018 Id.19 Id., anno XX n. 3, pag. 3520 Id., id., pag. 40-4121 Id., id., pag. 3522 Id., anno XX, n. 6, pag. 9123 Id., id., pag. 43

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NONNI ATTORI

Non è solo George Cloo-ney sul Lario a vincere pre-mi per i suoi film. La Resi-denza Sanitaria per Anziani “Don Guanella” di Como ha ottenuto una speciale men-zione d’onore al concorso “La passione di assistere” 2012 promosso dall’azien-da Tena con il filmato au-toprodotto Robin Hood. La cerimonia si è svolta lo scorso 28 settembre a Mi-lano, presso la splendida Villa Necchi Campiglio: la giuria, formata dalla nota

conduttrice Sveva Sagra-mola (dal 1998 è alla gui-da di GEO&GEO su RaiTre), dalla giornalista Letizia Palmisano e da Loreda-na Ligabue, per molti anni consigliere d’amministra-zione dell’E.N.E.A, ha vo-luto conferire una targa di riconoscimento al lavo-ro della “nostra” RSA per «l’originalità del proget-to». Racconta l’educatri-ce Silvia Bianchi: «È stata veramente una bella sod-disfazione: Sveva sembra-va veramente sorpresa per quanto di bello e di diver-tente si possa fare insie-me agli anziani. Sì, perché ci siamo divertiti moltissi-mo a realizzare questo film che ha visto impegnati per quasi due anni ben tren-ta dei nostri ospiti con noi operatori, oltre a tiroci-nanti, volontari, parenti e amici. Il set è stato allesti-to a Sormano (gli esterni) e a Como, con i bellissimi co-stumi prestati dal Palio del Baradello. Le riprese e il montaggio sono stati ope-

ra del nostro grande regi-sta, l’animatore Matteo, e il film è stato presentato per la prima volta durante la nostra tradizionale Fe-sta “è per te” lo scorso giu-gno in Casa Divina Provvi-denza. In realtà questa non è la nostra prima produzio-ne, ma la terza (ad esem-pio nel 2003-2004 abbiamo realizzato Frankenstein e nel 2007-2008 l’Odissea), oltre a diversi spettaco-li teatrali (Pinocchio, Ali-ce nel Paese delle Meravi-glie…)».

NONNI SCIENZIATI

Sono molte altre le attivi-tà settimanali pensate per gli ospiti, nella migliore tradizione guanelliana che punta all’accoglienza del-

i nonni della RSA "Don Guanella"

di Silvia Fasana

Iniziative e attività in una Casa di don Guanella per illuminare i giorni dei nonni ospitati e restituire loro una "nuova vita" da protagonisti.

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Notizie di Casa

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Silvia e Matteo ricevono la menzione speciale per il film "Robin Hood"

le persone nella loro glo-balità. È interessante no-tare come tutte le attività sono svolte in un’ottica di apertura alla città e al ter-ritorio, dal quale gli ospi-ti provengono e nel quale possano continuare a sen-tirsi inseriti. Continua Sil-via: «Cerchiamo di orga-nizzare piacevoli attività che stuzzichino l’interes-se e coinvolgano il mag-gior numero di persone, con grande attenzione alle loro personalità ed inte-ressi, stimolando sia le loro capacità manuali resi-due sia l’intelletto. È bello vedere come molti anziani rinascano, sperimentando-si in attività conosciute e amate». Si va dal più tra-dizionale gioco della tom-bola a premi (gli ospiti ci tengono!), al canto corale, e ad attività decisamente più curiose, come quella del “Gruppo Einstein” che prevede esperimenti scien-tifici effettuati dagli ospiti rigorosamente vestiti in ca-mice bianco, o quella del “Gruppo Mitico” che lavo-ra sui miti greci. Il “grup-po Agorà” invece si dedica alla stimolazione cogni-tiva: durante gli incon-tri viene fatta la lettura di storie e leggende loca-li, vengono proposti audio e video di biografie di per-

sonaggi famosi. Una volta alla settimana un gruppet-to di cinefili assiste ad uno spettacolo cinematografi-co presso lo Spazio Gloria, anche se gli operatori spe-rano di organizzare presto uscite anche a teatro, ma-gari al Sociale di Como o al Licinium di Erba.

NONNI MULTIMEDIALI

Un’altra attrattiva è lo sport, sia praticato (il tan-to amato gioco delle boc-ce), sia seguito sugli spal-ti: per questa stagione un gruppo di anziani avrà la possibilità di assistere alle partite casalinghe del Cal-cio Como. Anche lo sport virtuale ha riscosso un no-tevole successo: già dal-lo scorso anno è stato inaugurato un laborato-rio multimediale di gio-co con la console per vi-deogiochi Nintendo WII, durante il quale gli ospiti possono lanciarsi in scate-nate gare di bowling, ten-

nis, golf a squadre. «Que-sta idea è stata lanciata nel 2011 da Francesca Gia-ni, una tirocinante dell’U-niversità Cattolica di Mila-no che ci ha fatto la tesi. Il progetto continua anche quest’anno, seguito sem-pre con attenzione dal la-boratorio multimediale dell’Università e, dal Cen-tro di ricerca CREMIT. Non è vero che i nonni non san-no usare le moderne tecno-logie, anzi!»

NONNI AMICI DEGLI ANIMALI

Prosegue dallo scorso anno, anche un progetto molto interessante, che ha dato molte soddisfazioni: la Pet Therapy, letteralmente: la terapia con gli animali do-mestici. È stato scientifi-camente provato come il contatto e la cura di pic-coli animali aumenti il gra-do di benessere e di soddi-sfazione degli ospiti. Amici preziosi dei nonni sono al-cune tartarughe d’acqua,

Continuo a udire le tue parole e a

rivedere le tue abili mani che trasformano

verdi rami in opere d'arte. Il tempo

trascorso assieme è stato il migliore

investimento della mia infanzia, ed oggi, il mio primo pensiero

va a te... nonno! Saverio Frangella

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uccellini, pesci e sette gat-ti, che ormai da tempo condividono la quotidiani-tà con gli anziani in RSA. Sono proprio loro stessi ad occuparsene direttamente: i più autonomi li accudisco-no ogni giorno, nella puli-zia dei loro spazi e dando loro da mangiare, spazzo-landoli e coccolandoli. C’è anche l’idea di portare un gruppetto di ospiti a fare attività di dog-sitting nel canile della Valbasca a Li-pomo e si proseguirà con le attività di onoterapia (con gli asini) a Casa Vallardi di Appiano Gentile. Poi ci sono i laboratori cre-ativi: il feltro, il vimini, la cartapesta, il traforo, il decoupage, la maglia, la bigiotteria, aperti anche ai giovani che vengono a trovare i nonni. Gli ogget-ti prodotti saranno presen-tati in una mostra natalizia dall’11 Dicembre.

NONNI … NONNI

Da diversi anni la RSA “Don Guanella” è parte attiva

nel progetto “Costruire reti di solidarietà per gli anzia-ni”: si tratta di un’impor-tante occasione per pro-muovere la conoscenza della Casa a livello territo-riale, soprattutto tra i gio-vani delle scuole superiori di Como. «Molti ragazzi – raccon-ta Silvia - escono da que-sti incontri rivelando la loro volontà di impegnar-si in esperienze di volonta-riato qui da noi, colpiti dal clima allegro e sorridente che si è creato». Lo scorso anno è stato av-viato un progetto con la scuola materna di via Briantea a Como: una clas-se di bambini con le loro maestre si stanno incon-trando periodicamente con i nonni per “fare cose in-sieme”: lavoretti, la me-renda, la “Festa dei non-ni”, la festa di Natale, una gita, coinvolgendo anche le loro famiglie. «Un bambino ha addirittu-ra espresso il desiderio di festeggiare il suo comple-anno con i nonni, a testi-moniare il legame che si è creato. E può stare certo che faremo di tutto per ac-contentarlo!».

q

* * *

iN BreVeCONCertO D'OrgaNO iN SaNtuariO

Il 17 agosto, il giovane organista Gabriele Marinoni di Fe-negrò (CO) ha eseguito il secondo concerto (dopo quello di inaugurazione del prof. Sandro Picchi) sul nostro nuovo or-gano. Il maestro Marinoni ha preferito tre compositori del romanticismo tedesco: Mendelssohn, Ritter e Reger. Musica impegnativa! Ma il virtuosismo dell’interprete e la perfetta esecuzione dei brani, che hanno messo in risalto tutte le po-tenzialità sonore dell’organo Mascioni, hanno spinto i pre-senti a un prolungato e meritato applauso finale.

Presentato a Como l’archivio fotografico sul sacerdote lombardo recentemente canonizzato. Promosso e realiz-zato dalla Provincia “Sacro Cuore” dei Servi della Carità at-traverso l’Archivio Fotografico Guanelliano, e co-finanziato dalla Fondazione della Comunità Comasca, dal Comune di Campione d’Italia e da privati, il progetto "Don Luigi Guanel-la e Como. Una storia per immagini " ha permesso la creazio-ne di un sito internet (www.gpharchive.org) per consentire al pubblico la consultazione online di una parte del vastis-simo archivio fotografico guanelliano conservato a Como, che raccoglie più di 153 mila tra fotografie, negativi su ve-tro e pellicola, cartoline, diapositive, immagini digitali, filma-ti, raccolti tra il 1866 e oggi, con alcune vere e proprie rarità sia per quanto riguarda i supporti, sia per i soggetti.

Casa Divina ProvviDenza

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La Divina Provvidenza22 ● 3-2012

grazie DON GUANELL A

gesti di bontàATTI DI BONTA’Perego Adriana di Meda, ha offerto € 100,00 in occasione del 40° anniversario di matrimonio di Adriana e Francesco; Giuliano Maria Civita di Forma, ha offerto € 150,00 in ricordo dei suoi cari defunti; D’Arrigo Fabio di Monza, ha offerto € 200,00 per la Nostra Casa; Besana Maria Teresa di Meda, ha offerto € 1000,00 per le Nostre opere di bene; Fezzi Ludovico e amici di Milano, hanno offerto € 250,00 in memoria di Francesca Poggiali e Umberto Fezzi; Colombo Giancarlo di Seregno, ha offerto € 250,00 in beneficienza alla Nostra Casa; Ghielmetti Livio e Annamaria di Bellinzo-na, hanno offerto Frs 200 per le Nostre opere; Fasola Gianpaolo di Fino Mornasco, ha offerto € 200,00 per la Nostra Casa; Varani Enrico e Alba di Como, hanno offerto € 200,00 per le necessità della Nostra Casa; Orsenigo Daniele di Como, ha offerto € 200,00; Teruzzi Roberto di Monza, ha offerto € 500,00 ; Coronelli Rosanna di Erba, ha offerto € 5000,00 per s. messe in ricordo dei suoi defunti; Ripamonti Ernesto di Lecco, ha offerto € 250,00 per le Nostre Opere; Taiana Abbondio di Gironico, ha offerto € 200,00 per la Nostra Casa; Perego Graziella di Chiavenna, ha offerto € 200,00; Brigatti Annamaria e Valerio di Luino, hanno offerto € 700,00 per il suf-fragio perpetuo; D’Arrigo Fabio di Monza, ha offerto € 200,00 per le Nostre opere; Mazara Luigia di Como, ha offerto € 200,00; Mazara Fernanda di Como, ha offerto € 200,00; Castellanelli Imelde di Costa Volpino, ha offerto € 200,00 per il suffragio perpetuo; Minini Anna di Gorzone, ha offerto € 130,00 per il suffragio perpetuo; Casati Carlo e Carla di Mariano Comense, hanno offerto € 200,00; Arcioni Alessan-dro di Mandello del Lario, ha offerto € 250,00; Berniga Silvia di Como, ha offerto € 300,00; Luchini Maria Luisa di Como, ha offerto € 300,00; Cavazzini Marisa di Como,

le pagine degli Amici

ha offerto € 200,00; Bai Mamete di Cantello, ha offerto € 500,00; Colli Mario di Grandate, ha offerto € 500,00.

PIU’ GIORNATE DI PANETettamanti don Adriano di Vertemate con Minoprio, 10 gg; Spinelli Teresa di Garbagnate Mo-nastero, 2 gg; Comollo Delfina di Pecetto Torinese, 2 gg; Frigerio Luciano di Bulgarograsso, 2 gg; Carazzina Alessandra di Milano, 2 gg; Cachilli Maria di Caponago, 3 gg; Cerutti Carlo di Lurate Caccivio, 2 gg; Della Camera Cosimo di Benevento, 2gg.

UNA GIORNATA DI PANEArioli Gina Porta di Germignaga; Tarabini Erba Mariella di Sondrio; Ciroli Antonia di Casnate con Bernate; Colli Mario di Grandate; Bradanini Rosalba di Valdidentro; Borselli don France-sco di Montalbano; Corengia Giuliano di Casnate con Bernate; Famiglia Borghi di Barlassina; Galli Roberto di Lomazzo; Taborelli Gabriella di Cavallasca; Colombo Lietti di Bregnano; Mar-zorati Ettore di Lomazzo; Brenna Maria Carla di Lomazzo; Ronco Antonia di Lomazzo; Stucchi Anna Maria di Basiano; Albonico Gianni di Como; Orsenigo Giuseppina di Binago; Gandola Angela di Bellagio; Bar Pianelli di Pusello Santino di Ragusa; Fumagalli Carla di Missaglia; Censi Andrea di Bizzarone; Tettamanzi Gianni di Veniano; Albonico Gianni di Como; Gilardi Enrico di Lainate; Rosini Ferruccio di Mercallo; Ostinelli Carlo di Como.

BENEFATTORI DEFUNTIBesana Teresa di Meda; Stefanetti Vittoria Ranaldo di Albenga; Anita Ferrari Brigatti di Luino; Crescentini Giacinto di Civitavecchia.

La Redazione della rivista chiede agli offerenti delle canne di verificare l’esattezza dei dati e di comunicare l’indirizzo per i posteri a [email protected] - tel. 031 296 711. Chiediamo scusa per qualsiasi eventuale errore.

CaNNe Di prOSpettO hanno ricevuto il nome di

Giovanni Protti (offerente Giovanni Protti); Pietro Ferran-te (offerente la mamma); Rosanna e Giovanni (C. Ro-sanna e Giovanni); Abbondio Muscionico (Adriana Ni-colai); Fam. Negretti (N.N.); Giovanni e Giuseppina (N.N.); Capomastro Saverio Marazzi e figli Lorenzo e Osvaldo (Cia e Lorenzo Marazzi); Giuseppina (Baj Mamete); Nino Villa (fam. Villa); Suor Maria Lattuada (Fam. Villa); Maria Te-resa e Gianfranco (Maria Teresa e Gianfranco); Lino e Giuseppina Pedretti (I figli Pedretti); don Carmelo e suor Eva Sgroi (fam. Sgroi).Per un totale di €. 6.500 per 13 canne di prospet-to. Ci sono ancora 10 canne senza nome!

LE CANNE DEL NUOVO ORGANO HANNO COMINCIATO

A SUONARE ANCHE PER …CaNNe iNterNe hanno ricevuto il nome diFam. F. (N.N.); Maria Loreta (N.N); Maria Fumagalli (N.N.); Fasola Gianpaolo (Fasola Gianpaolo); Lia Del Sordo (N.N.); Enrico e Alba (Varani Enrico e Alba); Marisa (Cavazzini Marisa); Romeo Girolo (Vaghi Maria); Zago Enrico (Luisa Zago); Teresita Cattaneo (Elena, Laura, Silvja e Daria); Graziella Perego (Graziella Perego); Gian-carlo Bernardo Dolci (Giancarlo Bernardo Dolci); Carbocci Angelo (Carbocci Maria); Ubaldo (Margherita); Centro Nord ( Pres. Dott. Roberto Battaglini – Centro Nord); Endrizzi Lucia (famiglia En-drizzi); Olga, Adolfo e Marco (Cairoli Marco).Per un totale di €. 3.400 per 17 canne interne. Ci sono an-cora 1458 canne senza nome!

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La Divina Provvidenza23 ● 3-2012

grazie DON GUANELL A

Come si può aiutare la Casa Divina provviDenza - opera Don Guanella

innanzitutto sostenendo spiritualmente con la vostra preziosa preghiera tutti i suoi operatori; inoltre, potendolo, impegnando parte del vostro tempo a vivere momenti di fraternità e di ami-cizia con i nostri anziani e sofferenti; offrendo per SS.Messe: € 13,00 (giorno libero); € 15,00 (giorno fisso); € 450,00 (gregoriana) in più, contribuendo economicamente alla realizzazione di concreti progetti di bene, con l’offri-re, ad esempio: € 50,00 per una giornata di pane; € 200,00 per collaborare a una borsa di studio per un ragazzo bisognoso; sovvenzionare altri progetti che vengono indicati in questa rivista; e in mille altri modi che il vostro buon cuore vi suggerirà.

importante: l’istituto È ente GiuriDiCo può quindi ricevere Donazioni e lasciti testamentari (rr.DD. 2.7.1931 e 11.1.1932)

Per evitare possibili contestazioni si consiglia: per Donazioni di denaro o di beni mobili e immobili, rivolgersi direttamente alla Direzione Casa Divina Provvidenza, Via Tommaso Grossi 18 - 22100 Como - telefono 031.296.711 - fax 031.296.898 - email: [email protected] per testamenti: se trattasi di Legati si può usare la seguente formula: “Io… lascio alla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don Guanella, per la Casa Divi-na Provvidenza in Como, a titolo di legato, la somma di euro ……………… o l’immobile sito in …………… (oppure) gli immobili siti in ……………” (luogo, data e firma leggibile per esteso). Se si vuol nominare la Casa Erede Universale, scrivere: “Io ………… annullando ogni mia precedente disposizione, nomino mio erede universale la Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don Guanella, per la Casa Divina Provvidenza di Como” (luogo, data e firma leggibile per esteso).

N.B. Consigliamo di depositare il testamento, scritto di propria mano, presso un notaio di fiducia.

i titolari Di reDDito D’impresa, siano persone fisiche o persone giuridiche, possono dedurre dalla base imponibile rispettivamente dell’IRPEF o dell’IRPEG le offerte fatte a favore dell’Opera don Guanella fino al 2% (due per cento) del loro reddito (art. 65 comma 2 del DPR 22/12/1986, n.917) di cui si consegnerà regolare dichiarazione. oFFerte: c/c postale IBAN IT87 T0760 11090 00000 0041 3229; inoltre bonifici bancari a queste coor-

dinate: c/c Banca Popolare di Sondrio, ag. Como IV Ponte, IBAN IT23 V0569 61090 00000 09018X27 intestato a Casa Divina Provvidenza; anche online sul sito www.guanellacomo.it

ORaRI DeLLe S. MESSE

(settembre-maggio)

Feriale: » 07.00 » 08.30 » 18.00

Festivo: » 20.30 (vigilia) » 07.00 » 10.00 » 11.45 » 20.30

le pagine degli Amici

FAMILIARI DI CONFRATELLIDrosolina Pastorello, ved. Temporin, sorella di don Benito; Achille Grega, papà di don Marco.

CONFRATELLI DEFUNTIFr. Battista Nervi, a Como.

BORSE DI STUDIO

Borsa di studio “FR. CARLO ELLI II”Gelosa Giuseppe, di Figino Serenza, ha offerto € 200,00; Trinca Maria, di Mazzo in Valtellina, ha offerto € 200,00Borsa di studio “DON MARIO BRUSA”Borsa di studio “DON LUIGI MARNATI”Borsa di studio “DON ROBERTO ISELLA”Borsa di studio “ DOZIO MARIA BAMBINA”

«Conviene sempre fare un po’ di carità: un povero soccorre l’altro e Dio benedice» San Luigi Guanella

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« Il nostro modesto periodico è l ’eco della buona novella che il Fondatore viene annunziando ai poveri con le sue opere di carità: è lo squillo che sveglia i generosi, perché aiutino la redenzione dei miseri.Ha fatto suoi i dolori dei poveri e ve ne racconta di mese in mese la patetica storia, invocando su di essi lo sguardo di Dio e la pietà degli uomini; esulta quando i cuori si commuovono, piange quando l ’egoismo soffoca gli slanci della carità. »

“La Divina Provvidenza”, settembre 1910

Da' un nome a una CaNNa D’ OrgaNO

Le canne di proSpettosono 54 in lega di stagno/zinco:

la più corta misura mt.1,60 mentre la più lunga raggiunge i mt.4,70.

Le canne interne sono 1.576 in lega di sta-

gno/piombo con percentuali variabili a seconda del registro. Le canne interne più grandi sono in legno (abete della Val di Fiemme).La più corta misura 16 cm. mentre la più lunga, in legno, raggiunge mt. 5,20.

Composizione deLLo strUmento

Prima tastiera (61 note: Do-do) Grande Organo 8 registri con 778 canneSeconda tastiera: Organo espressivo 10 registri con 720 cannePedaliera (32 note: Do-sol) 6 registri con 132 canne

Le CAnne deLL'orgAno (numero totale 1.630)

Il costo delle canne varia a seconda della grandezza e della posizione.

✍ Il nome sarà conservato in un "albo d'Oro" a PeRPeTua MeMORIa13

n.progetto

200,00COStO MeDiO € 500,00COStO MeDiO €www.sacrocuorecomo.it/pdf/documenti/organo_depliant_br.pdf

SCOPRI COMe FaRe a QueSTO InDIRIzzO

Il nostro giornaletto è ...